La fionda SeP gennaio 2014

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SALI SUL SICOMORO... A cura del Movimento Solidarietà e Partecipazione di Gioia del Colle (Ba) con sede in via Bernal, 3 - Distribuzione gratuita Stampato in proprio. GENNAIO 2014 Caro Concittadino, L’invito è a te che sfogli “La fionda” per informarti, ma forse anche per lenire, in qualche modo, la frustrazione per i “regali” che i tuoi amministratori ti hanno fatto po- chi giorni fa. Si`, é a te che dico: Sali sul Sicomoro! Dalla tua posizione in basso, infatti, potrebbe riuscirti ancora difficile percepire tutti i dettagli dei danni che la mala politica cittadina ti sta arrecando: a malapena percepisci i danni per le tue tasche! Pochi mesi fa alcuni amministra- tori sono finiti agli arresti domiciliari! Per le strade del tuo paese sono innumerevoli le costruzioni che rischiano di essere abbattute perché abusive o perché costruite in siti dove invece avrebbero dovuto nascere “servizi” per te e per i tuoi figli, togliendo cosi opportunità all’intera cittadinanza pur di fornire privilegi a pochi, da anni t’im- pegni con la raccolta differenziata ed, invece, di pagare di meno... paghi sempre di più. Perché tutto questo? Perché forse continui a dare il tuo voto a chi dici: “Potrà darmi una mano quando sarà al Comune”, a chi forse in questi giorni ti ha detto: “Dai a me le tue cartelle Tares, ci penso io...”? Il destino del- la tua città é sempre stato nelle tue mani e continuerà a esserlo, gli amministratori che hai, sono quelli che, vo- tando, hai meritato! Sono quelli che barattano il “BENE COMUNE” per gli interessi di pochi. Da qualche anno nella tua città sono presenti alcuni Movimenti quali SeP e Pro.di.Gio che, senza essere succubi di giochi di tessere o di correnti, cercano di stare dalla parte dei cittadini con la collaborazione di quanti vorranno “scendere dal pero” e come Zaccheo “salire sul Sicomoro” per allargare i propri orizzonti! ACCETTA L’INVITO! Pasquale Redavid

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La fionda a cura del movimento SeP

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SALI SUL SICOMORO...

A cura del Movimento Solidarietà e Partecipazione di Gioia del Colle (Ba) con sede in via Bernal, 3 - Distribuzione gratuita Stampato in proprio.

GENNAIO 2014

Caro Concittadino,

L’invito è a te che sfogli “La fionda” per informarti, ma forse anche per lenire, in qualche modo, la frustrazione per i “regali” che i tuoi amministratori ti hanno fatto po-chi giorni fa. Si`, é a te che dico: Sali sul Sicomoro! Dalla tua posizione in basso, infatti, potrebbe riuscirti ancora difficile percepire tutti i dettagli dei danni che la mala politica cittadina ti sta arrecando: a malapena percepisci i danni per le tue tasche! Pochi mesi fa alcuni amministra-tori sono finiti agli arresti domiciliari! Per le strade del tuo paese sono innumerevoli le costruzioni che rischiano di essere abbattute perché abusive o perché costruite in siti dove invece avrebbero dovuto nascere “servizi” per te e per i tuoi figli, togliendo cosi opportunità all’intera cittadinanza pur di fornire privilegi a pochi, da anni t’im-pegni con la raccolta differenziata ed, invece, di pagare di meno... paghi sempre di più.

Perché tutto questo? Perché forse continui a dare il tuo voto a chi dici: “Potrà darmi una mano quando sarà al Comune”, a chi forse in questi giorni ti ha detto: “Dai a me le tue cartelle Tares, ci penso io...”? Il destino del-la tua città é sempre stato nelle tue mani e continuerà a esserlo, gli amministratori che hai, sono quelli che, vo-tando, hai meritato! Sono quelli che barattano il “BENE COMUNE” per gli interessi di pochi. Da qualche anno nella tua città sono presenti alcuni Movimenti quali SeP e Pro.di.Gio che, senza essere succubi di giochi di tessere o di correnti, cercano di stare dalla parte dei cittadini con la collaborazione di quanti vorranno “scendere dal pero” e come Zaccheo “salire sul Sicomoro” per allargare i propri orizzonti!

ACCETTA L’INVITO! Pasquale Redavid

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l’attenzione sui contenuti della sentenza amministrativa e sulla funzione dalla stessa svolta rispetto al processo e, più in generale, rispetto all’agire della pubblica amministrazione .La sentenza risponde alla dupli-ce finalità di garantire la certezza dei rapporti e assicurare la verità, cioè la “ giustizia ”, intesa come rispondenza dell’assetto degli in-teressi al modello prefigurato e voluto dalla norma.Entrambe le finalità costituiscono l’essenza stessa di ogni tipo di sentenza.La prevalenza, storicamente de-terminata, dell’una o dell’altra in-fluisce sui caratteri della senten-za, sul modello ( o sui modelli) di processo e, in definitiva, sulla natura della giurisdizione.

Presso la sede di SeP, Martedì 7 gennaio, scorso alle ore 18,30, in via Bernal n.3, si è tornato a parlare di Diritto. Il Prof. Vito Vinci , anco-ra una volta, ha catturato l’attenzione di molti ospiti. Il rappresentante dell’associazione Libertà e Giustizia ha tenuto una lezione in merito “la struttura della sentenza Amministrativa”, argomento propedeutico all’ap-profondimento della sentenza del Consiglio di Stato relativa alla COOP di Gioia del Colle. Il prof. Vinci ha sottolineato come la sentenza in ge-nerale, come atto che definisce (o non definisce) il giudizio. La sentenza, sia quella civile sia quella amministrativa, costituisce l’esito ordinario di un giudizio, il provvedimento con il quale il giudice esercita la funzione del ius dicere, cioè di decidere, con effetto vincolante tra le parti, quale sia la “ regola ” del caso concreto: la sentenza, in altre parole, è la decisione del giudice. La definizione mal si attaglia alle sentenze che non definiscono la lite, come le sentenze che dispongono sull’ulteriore corso del processo, e abbi-sogna di ulteriori precisazioni quanto alla diversa tipologia di sentenze, in relazione all’azione esercitata e all’esito del giudizio.Essa, tuttavia, nella sua genericità, consente, in sede di prima approssimazione, di cogliere al-cuni caratteri fondamentali della sentenza, indipendentemente dal tipo di processo — civile o amministrativo — cui si riferisce, e di focalizzare poi

A Scuola di DirittoVito Vinci parla della Struttura della sentenza Amministrativa

giunta, un danno economico per le tasche dei cittadini grazie (si fa per dire) agli errori poc’anzi citati. SeP, insieme ad altre forze politiche e sociali, ha già denunciato la scorrettezza di quella “assegnazione”, perché non si può affidare la gestione dei tributi ad un’azienda che sicuramente non anno-vera nel suo curriculum, ineccepibili requisiti di professionalità e onorabilità. E tutti hanno indicato la via maestra da seguire per ovviare alla presenza di questa controversa società bitontina. La soluzione, passava e passa da un serio e fattibile piano di ri-organizzazione degli uffici comunali, con l’acquisizione di nuovi ed efficienti sistemi informativi, con una proficua redistribuzione degli incarichi all’interno del personale degli uffici, e col poten-ziamento professionale degli addetti. Tutto ciò, sia chiaro, non si fa con la bacchetta magica e potrà risultare oneroso. Ma con l’impiego dei 350.000 euro annui che dovremmo pagare alla CERIN (importo stimato) il ritorno in termini di innovazione e di risparmio a lungo termine della spe-sa pubblica, supererebbe in poco tempo, i “benefici” del servizio esternalizzato. Ma nel dibattito sull’esternalizzazione qual è stato il contributo del PD? Nel loro programma elettorale per l’elezione degli orga-nismi dirigenziali, i famosi renziani hanno sempre ribadito che la politica si fa entrando nel merito e con gli strumenti del sapere! Succede invece che la rivoluzione copernicana da loro promessa, di una politica fatta con la “scienza” si è immediatamente spenta, insabbiata nella palude dei comportamenti consociativi con il re-sto della “strana maggioranza”. Da loro non solo non è venuto nessun contributo qualificato sul tema del riammodernamento della “azienda Comune”, ma nem-meno adeguate proposte politiche sul come difendere i redditi del-le famiglie meno abbienti dall’impatto gravoso di questa nuova tassa. Chi più inquina, più paga: questo è un principio assoluta-mente logico e, anche se la TARES non è un’imposta che funziona con i criteri della progressività, si potrebbe sempre lavorare per at-tutire l’impatto dell’imposta sui nuclei familiari numerosi e meno facoltosi, e per le imprese commerciali, magari con uno specifico sistema di detrazioni. Come si dice, volere è potere! Noi ce la metteremo tutta per far conoscere alla città i nostri proponimenti. Buon anno e tanti au-guri a tutti. Ne avremo davvero bisogno!

Le Cartelle pazze della “buona amministrazione”.Errori tecnici ed errori politici.

Ci risiamo! Abbiamo termi-nato il 2013 e riapriamo il 2014, nel segno della con-testazione alla cosiddetta buona amministrazione. Potevamo scrivere un arti-colo augurale per i lettori de La fionda, elencando le nu-merose iniziative che il co-ordinamento di Solidarietà e Partecipazione ha inten-zione di mettere in cantie-re per i prossimi mesi. Ma il “fulmine a ciel sereno” della buona amministrazio-ne, piomba di nuovo sulle

nostre teste con le cartelle pazze della TARES, frutto di improv-visazione, di errori e di errate scelte politiche. In queste famose cartelle pazze, finisce di tutto: dalla attribuzione sbagliata delle metrature alle unità catastali oggetto dell’imposta, all’attribuzio-ne di errati parametri di calcolo sulle famose pertinenze abitative, all’errato calcolo dei criteri di attribuzione della tassa sugli eser-cizi commerciali. E la colpa di chi è? In quale misura esatta non è dato di saperlo, ma la responsabilità di questi errori sicuramente se la spartiscono i vari uffici comunali “in affiancamento” come dice il sindaco, o “con l’intervento” come preferisce dire l’ufficio tributi, della fa-migerata CERIN. Solo chi non opera non sbaglia. Ciò nondimeno spedire oltre 2000 cartelle sbagliate ai contribuenti su un totale di circa tredicimi-la (il 15%) rappresenta molto più di un errore “residuale” come è considerato dal comunicato melenso della segreteria del PD. Quello stesso comunicato, partorito buon ultimo dopo che si erano espresse tutte le opposizioni (ivi inclusa quella dello stesso PD), mette le mani avanti dicendo di non voler prendere posizioni “pre-giudizievoli” sulla questione delle cartelle pazze. In buona sostan-za i nuovi inquilini di piazza C. Battisti, vogliono far intendere che tutte le obiezioni che sono state effettuate sull’affaire CERIN dai membri del comitato per il referendum cittadino contro l’esterna-lizzazione dei tributi, e dai partiti dell’opposizione, sono strumen-tali, fatte cioè ad arte per compiere delle speculazioni politiche sul primo cittadino. Anche le pietre sanno che in realtà si è trattato di un ingente spreco di denaro pubblico per le casse comunali e, per

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Mimmo [email protected]

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Ha lasciato in-terdetta l’intera cittadinanza lo scandalo “car-telle pazze” del-la TARES che si è abbattuto, come un tifone, durante quelle che dovevano essere le giorna-te liete delle fe-stività natalizie. Ha sconcertato

non solo lo stratosferico aumento del tributo (anche oltre il 100% in più rispetto alla TARSU), ma soprattutto i platea-li errori di calcolo ammessi candidamente dal Sindaco Povia e dovuti all’anomala accoppiata Ufficio Tributi – Cerin srl. Errare è umano. Certo. Ma quando a sbagliare è una società che, per rendere, a dirla con le parole del Sindaco, efficiente ed efficace il sistema delle entrate, incasserà dalle tasche dei contribuenti mi-lioni di euro in 5 anni, beh, allora, visti i precedenti della stessa società in altri Comuni, perseverare è diabolico. In-quieta, inoltre, l’approssimazione dell’Amministrazione con cui sta gestendo il dopo-terremoto. Con un manifesto, a firma del solo responsabile dell’Ufficio Tributi Giuseppe Santoiemma (lasciato solo dal Sindaco e dall’onnipresente fautore dell’esternalizzazione del servizio tributi, Consigliere delegato Vito Falcone) si attesta l’errore e si avvisa la cittadinanza che, a sostituzione delle cartel-le errate saranno emesse delle nuove e corrette. Sì, ok. Ma quali sono quelle errate? Per le strade migliaia di cittadini non si fidano più. Chi non ha pagato, anche in assenza di comunicazioni, non vuole pagare. Un danno erariale enor-me. Un danno etico immenso. Con la sfiducia nella poli-

MAZZIATI E FREGATI…

tica, anche a Gioia, ai minimi storici. Per questa ragione, insieme al Consigliere Comunale Donato Lucilla, abbiamo chiesto, tramite un’interpellanza, di annullare TUTTE le cartelle TARES emesse, per rimettere in circolo un percorso riveduto e corretto. Palla al centro, dunque, e fischio ini-ziale. Naturalmente rimborsando i contribuenti che hanno pagato oltre il dovuto. Ma l’Amministrazione, pare, non voglia ancora ascoltare la voce di questa minoranza. Così come non ha voluto ascol-tarci quando la mettevamo in guardia dall’esternalizzazione del servizio. Ancor prima che vincesse la gara, snocciola-vamo al Sindaco gli infiniti contenziosi che la Cerin srl di Bitonto aveva in tanti Comuni. Ovunque, disservizi, cartelle pazze, pignoramenti, denunce alla Procura. Per non parlare dell’arresto dell’Amministratore unico, in Campania, per una storia di presunta corruzione di un funzionario comu-nale. Ma il Sindaco cosa fa? Ignora tutto e va avanti. Adesso tutto è nelle mani di una Commissione che dovrà esprimersi sulla ammissibilità del referendum, promosso da migliaia di cit-tadini, per l’abolizione della Delibera di Giunta che avviò l’iter dell’esternalizzazione. Una Commissione presieduta, su indebita e indecente pres-sione del Sindaco, da un suo amico e consulente, l’Avv. Ful-vio Mastroviti. Insieme, sempre, a Donato Lucilla, abbiamo così chiesto, nei giorni scorsi, al suddetto Presidente che analizzi il quesito referendario e la sua ammissibilità con imparzialità e professionalità.Perché non prevalga, ancora una volta, l’interesse di uno su quello di un’intera comunità. Perché non prevalga, an-cora, la logica dell’interesse di pochi sul principio del bene comune. Attendiamo fiduciosi quel gesto atteso: ovvero l’ammissibilità del quesito referendario. Un atto di co-raggio e di libertà che dia finalmente voce alla gente, ai contribuenti, agli elettori.

E’ il segno dei tempi che una banca di credito cooperativo si impegni, in un partenariato con i Lions del distretto di Gioa del Colle,per sistemare i giardini del monumento cittadi-no dedicato al nostro eroe nazionale,Giuseppe Garibaldi. E’ altresi’ sintomatico che adesso questi giardini siano dedicati al fondatore dei Lions international,il filantropo americano Melvin Jones (1879-1961).Non entriamo nel merito di questa iniziativa, dell’anno sociale 2012-2013, condivisa evidentemente,con quella amministrazione. Ci chiediamo solamente se non fosse stato il caso, per evitare confusione o fraintendimenti,di apporre una targa che ricordasse il principale protagonista di questa piazzetta: Garibaldi, appunto; anche in consi-derazione della vicinanza del mezzo busto con un edificio scolastico,frequentato da ragazzini pre-adolescenti. Da tempo,pero’, le glorie della nostra storia nazionale fanno fatica a ritro-vare il posto che meritano nelle virtuose memorie del nostro piccolo o grande Paese che sia.

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Enzo CuscitoConsigliere Comunale

Garibaldi, chi era costui… ?

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«Amico mio, chissà quante volte tu hai dato il tuo voto ad un uomo politico così, cioè corrotto, ignorante e stupido, sol perché una volta insediato al posto di potere egli ti poteva garantire una raccomandazione, la promozione ad un concorso, l’assunzione di un tuo parente, una licenza edilizia di sgarro.Così facendo tu e milioni di altri cittadini italiani avete riempito i parlamenti e le assemblee regionali e comunali degli uomini peggiori, spiritualmente più laidi, più dispo-nibili alla truffa civile, più dannosi alla società. Di tutto quello che accade oggi in questa nazione, la pri-ma e maggiore colpa è tua».

I TRE Consiglieri Comunali di oppo-sizione, Enzo Cu-scito (SeP), Donato Lucilla (Prodigio), Giovanni Vasco, hanno inviato una nota all’Assessore Regionale al La-voro Leo Caroli in

merito alla Crisi occupazionale presso il “Caseificio Fratelli Capurso S.p.A.”. Vista la gravità dei fatti e degli avveni-mento hanno richiesto un intervento Assessorato Regione Puglia al Lavoro. “I sottoscritti Enzo Cuscito, Donato Lu-cilla e Giovanni Vasco, nella loro qualità di Consiglieri Co-munali del Comune di Gioia del Colle,premesso che dal 16 ottobre scorso, presso il “Caseificio Fratelli Capurso S.p.A.” sito in Gioia del Colla in via Santeramo 101, è scattata la cassa integrazione straordinaria (C.I.G.S.) per 83 lavoratori; CHE l’accordo intercorso tra Azienda e Sindacati per il fi-nanziamento di un anno di C.I.G.S., come la stessa prevede, attendono l’adozione, da parte della Fratelli Capurso S.p.A., di un Piano di Risanamento, di Ristrutturazione e Riorganiz-zazione che possa rilanciare l’Azienda e dare un futuro certo ai tanti lavoratori, che sarebbe dovuto essere presentato in via telematica al Ministero del lavoro e delle Politiche So-ciali entro 25 giorni dalla fine del periodo di paga in corso al termine della settimana in cui è iniziata la sospensione o la riduzione dell’orario di lavoro; CONSIDERATO che, da fonti di stampa, si apprende che l’Azienda avrebbe ri-fiutato ordinativi consistenti, circostanza incomprensibile e inquietante che pone seri interrogativi circa la volontà dei vertici dirigenziali dell’Azienda stessa di conservare lo sta-bilimento, la produzione e gli attuali livelli occupazionali.

C.I.G.S. Caseificio Fratelli Capurso Spa:nota all’Assessore Regionale al Lavoro Leo Caroli.

CHE a differenza delle altre forme di integrazione salariale, per la CIGS non è previsto il ricorso amministrativo ma un’i-stanza di riesame al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali secondo le istruzioni impartite dalla circolare mini-steriale n. 17 del 16/2/1996E che è possibile, inoltre, esperi-re azione giudiziaria proponendo ricorso al TAR entro 60 giorni dalla comunicazione del provvedimento di diniego. In alternativa, può essere ammesso ricorso straordinario al Presidente della Repubblica nel termine di 120 giorni. CHE è notizia di queste settimane la richiesta, attraverso il ricor-so ad un legale, di molti operai dell’azienda dell’ottenimento dello stipendio della quattordicesima di giugno scorso, del-lo stipendio di novembre e della tredicesima; CHE in data 20 novembre i sottoscritti Consiglieri hanno interpellato il Sindaco di Gioia del Colle, Sergio Povia, al fine di sollecitar-ne un interessamento sull’intera vicenda. Cosa che, ad oggi, non è avvenuto. CHIEDONO al Dott. Leo Caroli, Assessore al Lavoro della Regione Puglia, un Suo interessamento verso l’intera vicenda, al fine di raccogliere informazioni, aprire un tavolo di confronto con le parti sociali e, soprattutto, coin-volgere i lavoratori dell’azienda che, purtroppo, lamentano il silenzio delle categorie sindacali. Le chiediamo, inoltre, di mediare con l’Azienda affinché presenti ed adotti quanto prima un Piano di Risanamento che possa cancellare, quan-to prima, ogni timore circa la presunta volontà di chiusura dello stabilimento, a tutela dei tanti cittadini gioiesi coinvolti come forza lavoro nell’Azienda e nel suo indotto. Tutto que-sto, al fine di tutelare il futuro economico e sociale del Terri-torio gioiese, che vanta una notorietà internazionale proprio dalla sua storica produzione lattiero-casearia, ed insieme il futuro di decine di famiglie, spaventate per l’incerto futu-ro in cui anomale politiche aziendali rischiano di gettarle”.

GENNAIO 2014

La redazione

GIUSEPPE “PIPPO” FAVAGiornalista assassinato dalla mafia trent’anni fa (5 gennaio 1984)