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La figura di Maria nella Chiesa antica

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La figura di Marianella Chiesa antica

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Fu compito dei “Padri” elaborare le risposte che per la loro autorevolezza sono divenuti punti di riferimento obbligati per la coscienza ecclesiale.

Essi influirono con decisione sugli sviluppi della dottrina cristiana

Conclusa la Rivelazione con il libro dell'Apocalisse

inizia il «tempo della Chiesa»

il tempo nel quale le comunità dei credenti in Cristo affrontano le prove della storia guidate dallo Spirito.

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Karl Barth (+1968)

aveva scritto:

I primi quattro secoli non conoscono, bisogna convenire, né il successivo dogma mariano, né il successivo culto di Maria.

È vero questo?

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se fosse vero quello che ha affermato il teologo protestante, ed è quello che pensano le Chiese della Riforma, la mariologia cattolica e Ortodossa, sarebbe uno sviluppo successivo della dottrina che sempre più si è allontanato dalla Sacra Scrittura e quindi dal genuino messaggio evangelico

una purificazione della fede, come potrebbe sembrare quella indicata dal Vaticano II, per un ritorno alle origini, potrebbe spazzar via gran parte della mariologia cattolica

è perciò necessario ritornare alla Chiesa delle origini per capire quale fosse il posto di Maria E come fosse percepita nel primo modo di fare teologia ed esegesi

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CRISTO, UNA REALTÀ STORICA?

Giuseppe Flavio (37-90? d.C.)

Nacque nel 37 d.C. da una famiglia sacerdotale di Gerusalemme. Nel 64 fu a Roma per difendere davanti a Nerone alcuni sacerdoti ebrei. Partecipe di una ribellione in Galilea fu fatto prigioniero e condotto a Roma nel 67 d.C. Liberato divenne interprete di Tito Livio, fu testimone della distruzione di Gerusalemme, e visse a Roma come storico.Le sue opere, tradotte in latino e in varie altre lingue, ci furono tramandate grazie ai continui riferimenti dei Padri della Chiesa.

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Nel libro “Antichità giudaiche” (93-94 d.C.) egli scrive:

Apparve in questo tempo Gesù, un uomo saggio. Egli fu autore di fatti sorprendenti, maestro di persone che accolgono la verità con piacere. Egli ebbe seguaci tanto tra i giudei come tra quelli di origine greca. Quando Pilato, a causa delle accuse fatte dai nostri uomini più eminenti, lo condannò alla croce, quanti prima lo avevano amato non lo abbandonarorono. E fino ad oggi la tribù dei cristiani, che gli devono questo nome, non è sparita (Antiquitates, 18.3.3).

Essendo Anania un tipo di persona così (saducceo senza anima), pensando che era il momento propizio, dato che Festo era morto e Albino stava ancora in cammino, convocò il Sinedrio dei giudici e portò davanti a loro il fratello di Gesù, chiamato il Cristo, di nome Giacomo, e alcuni altri. Lo accusò di aver trasgredito la legge e li consegnò affinché fossero lapidati (Antiquitates Judaicae, 20,9,1).

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Publio Cornelio Tacito (56-118 d.C.)

senatore romano e console della provincia dell’Asia, fu storico e poeta.

Nella sua Historia ci offre molte notizie sulla Palestina ai tempi di Gesù. Ci narra la morte di Erode nel 4 a.C. e la divisione del regno in 4 parti per ogni suo figlio (i successivi Erodi).

Di Gesù parla nei suoi Annales:E così, Nerone, ... incolpò di ciò (l’incendio di Roma) e cominciò a castigare ... quelli che il popolo chiama cristiani, un gruppo odiato per i suoi crimini abominevoli. Il suo nome deriva da Cristo, il quale, durante l’impero di Tiberio, era stato giustiziato per ordine di Ponzio Pilato, procuratore della Giudea; e benché allora si cercò di reprimere questa perniciosa superstizione, tornava un’altra volta a rifiorire, non solo in Giudea, origine di questo male, ma anche a Roma, dove arrivano e si celebrano tutte le cose atroci e vergognose che ci sono in ogni luogo (Libro XV).

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LE FONTI RABBINICHENell’ambiente giudaico sorse il racconto di una

giovane ebrea che ebbe delle relazioni illecite con un soldato romano chiamato “Pantera”.

Il figlio che nacque da questo rapporto fu chiamato “Ben Pantera” (malizioso anagramma del greco parthénos?).

Tale racconto fu poi riferito a Maria dal polemista pagano Celso, contro cui Origene scrisse il Contra Celsum.

Secondo Celso, che scrisse verso il 178 l’opera Alêthês logos, Maria tradì il promesso marito, un falegname, che la ripudiò per adulterio. Abbandonata, partorì di nascosto un figlio che visse in Egitto dove imparò le arti magiche.

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È probabile che tale fonte si sia diffusa tra i giudei della diaspora perché Giustino, quando scrive contro l’ebreo Trifone verso il 150, sembra non conoscerla.

Si presuppone che la storia di Ben Pantera sia stata una parodia contro la narrazione del vangelo di Matteo in cui si tratta dei dubbi di Giuseppe, la fuga in Egitto e la storia dei re magi.

Il talmud babilonese Sanhedrin 43a narra la storia del mago Yeshu che ingannò gli israeliti e che fu poi lapidato ai vespri della Pasqua ebraica

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Shimon ben Azai, contemporaneo e amico di Rabbi Aquiba, visse all’inizio del II secolo e fu allievo di Rabbi Yehoshua ben Hanania citato nel detto. Sia Aquiba che Yehoshua furono attivi nel contrastare gli eretici (Minim) ed in particolare i giudeo-cristiani.

Un passo della Mishnahh, che appartiene alla composizione più antica del Talmud dice:

Rabbi Shimon ben Azai disse: “Ho trovato un rotolo di genealogie a Gerusalemme e in esse è scritto ‘Una certa persona (Gesù) è un figlio illegittimo’; a conferma di ciò che disse Rabbi Yehoshua.

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Il caso del mamzer = bastardo è l'unico in cui, secondo la legge ebraica, un figlio deve pagare i peccati dei genitori, e ciò fino alla decima generazione; accusando Gesù di nascita illegittima, oltre che di magia, blasfemia, e di "aver indotto in errore Israele", i rabbi gli addossano le colpe più gravi previste dalla mentalità ebraica del tempo.

discendenza illegittima

Il fondamento dell’illegittimità di Gesù dovrebbe essere l’infedeltà di Maria al marito

Il bastardo non entrerà nella comunità del Signore; nessuno dei suoi, neppure alla decima generazione, entrerà nella comunità del Signore (Dt 23,3).

Maria non è vergine

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Tale calunnia è presente nel VI anno dell’Egira (verso il 628), nel cuore della penisola arabica, ben lontano dai confini dell’impero cristiano di Bisanzio, fra la numerosa, prospera, influente comunità giudaica di Yathrib, la futura Madīnat al-Nabī, la «città del Profeta», così il Corano dice:

Dato che essi [i giudei] hanno rinnegato i segni di Dio [...] Dio ha impresso su di loro un sigillo, per la loro miscredenza, sì che non possono credere se non poco. Questo anche, per la loro miscredenza, per aver essi pronunziato, riguardo a Maria, una grave calunnia (Corano IV, 154-155).

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aree dove operarono i Padri della Chiesa

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Il cristianesimo si trova di fronte:

All'esterno, pagani colti e giudei intransigenti si mostrano letteralmente scandalizzati dalla pretesa cristiana di confessare Gesù Figlio di Dio e Dio, e bollano come mitico il suo presunto concepimento verginale. Prende pertanto sempre più consistenza la diceria secondo la quale Gesù sarebbe stato un impostore e un mago nato da fornicazione.

All’interno stanno sempre più maturando tormentate correnti di pensiero che riducono l`identità di Cristo ad un semplice profeta (Ebioniti) o ad una fugace apparizione del divino in questo mondo (Gnostici)

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Per ebrei, pagani ed ereticila maternità di Maria è- insignificante - una semplice funzione biologica - solo una maternità-ombra

Si vanificala salvezza in Cristo cioè l'umanizzazione di Dio e quindi la divinizzazione dell'uomo

in questa maniera

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I Padri imitano Maria in quel profondo atteggiamento sapienziale di fronte alla Parola di Dio (Lc 2, 19.51) nel quale scoprono e approfondiscono anche la figura stessa della Vergine

I Padri hanno presentato Maria attraverso le pagine della Scrittura, dal momento che la Madre di Gesù è, prima di tutto, un capitolo della Parola di Dio.

Parola di Dio spiegare il significato arrivare alla dottrina

Il loro costante contatto con la Bibbia ha permesso ad essi di

sviluppare una teologia mariana nel contesto della Storia della Salvezza, sempre in feconda diaconia a Cristo e alla Chiesa.

evitare il rischio di estrarre Maria dalla condizione umana

di sottolineare sempre la reale situazione vissuta dalla Vergine di Nazareth nella sua vicenda terrena

Ciò li ha orientati a

mantenere intatta l'unione di Maria con Cristo.

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64 Persecuzione di Nerone

Didaché67 Martirio di Pietro e Paolo

60/150

Padri apostoliciSono i primi autori cristiani

diretti continuatori dell’opera degli Apostoli

Ignazio d'Antiochia (+ 110 ca.)Persecuzione di Traiano110

40

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Ignazio d'Antiochia (+ 110 ca.)

secondo successore di s. Pietro ad Antiochia, martirizzato a Roma sotto Traiano.

è il primo fra tutti i Padri che ha parlato di Maria

* Ignazio è il portavoce del pensiero di tutta la Chiesa del primo secolo in quanto discepolo e successore di Pietro.

* Tenendo conto del concetto che Ignazio ha del vescovo , quando scrive sulla Vergine, lo fa con la convinzione di trasmetterci la verità ricevuta dagli Apostoli .

* I Padri apostolici hanno un'importanza unica nella «Tradizione» vivente e perenne della Chiesa: sono i testimoni più qualificati della prima e seconda generazione cristiana, la cerniera vivente che lega gli Apostoli alle successive generazioni cristiane.

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Maria “Madre vergine”: garanzia della Salvezza in Cristo

Il paradosso cristiano è un Dio che si è fatto carne: ossia la sua condizione umana concreta, fragile e mortale, sottoposta a tutti i limiti che vengono dalla generazione, dal nutrimento, dalla malattia, dalla morte, ….

Questo non fu accettato da coloro che erano preoccupati di salvaguardare la trascendenza di Dio e guardavano la creazione con pessimismo: tutto ciò è indegno di Dio, è uno scandalo insopportabile, è una promiscuità da cui bisogna ad ogni costo proteggere Dio. Costoro furono definiti "Doceti" (dal verbo greco dokein = apparire) perché insegnavano che il Verbo non aveva assunto veramente la nostra condizione mortale, ma soltanto la sua apparenza.

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Ignazio di Antiochia risponde:

* La trascendenza di Dio non viene intaccata dall’incarnazione perché la creazione è cosa buona dal momento che viene da Dio: - è attraverso la creazione che Dio si manifesta, ci raggiunge e ci salva. - la salvezza non è disincarnata dalla vita, ma è storica e concreta, composta di fatti veri e umani del Cristo, Dio incarnato da Maria. Perciò

Tappatevi le orecchie, se qualcuno vi parla di Gesù Cristo in modo diverso da noi: egli è dalla stirpe di Davide, egli è da Maria; egli veramente nacque, mangiò e bevve, veramente fu perseguitato sotto Ponzio Pilato, veramente fu crocifisso e morì..., veramente risuscitò dai morti... (Ai Tralliani 9: SC 10, 100).

La vera maternità di Maria, ossia la nascita biologica del Signore da Maria è base indiscussa e garanzia dell’incarnazione del Figlio di Dio e quindi garanzia della Salvezza da lui operata.

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Ignazio ritorna varie volte sull’argomento.Contro coloro che negavano la concezione verginale e, di conseguenza,la divinità di Cristo, egli diceva:

Se qualcuno vi insegna il giudaismo, non ascoltatelo (Ai Filadelfesi 6,1).Voi siete pienamente convinti a riguardo del Signore

nostro, che è veramente dalla stirpe di Davide secondo la carne, Figlio di Dio secondo la volontà e la potenza di Dio, generato veramente da Vergine ... (Agli Smirnesi 1: SC 10, 132).

Questo è il realismo dell’incarnazione, ma significa anche che la verginale concezione dimostra che Gesù preesisteva alla sua nascita secondo la carne, in quanto stava nel grembo del Padre dall’eternità, e ora è venuto nel grembo di una donna.

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A conferma di ciò, vi è un testo che si potrebbe definire un frammento di inno liturgico e una teologica fusione di tutti gli aspetti della realtà storico-salvifica del Signore:

Uno solo è il medico: e umano e divinogenerato e ingenito Dio / in carne fattoin morte vita vera / e da Maria e da Dioprima passibile / e poi impassibileGesù Cristo / il Signore nostro (Agli Efesini 7: SC 10,64)

* Cristo dipende in maniera congiunta da 2 fonti in tutto il suo arco evolutivo: da Dio e da Maria. Nella successione evolutiva delle sue azioni, dall’incarnazione e all’ascensione, egli come è "da Dio" così rimane "da Maria".

 * Maria è presenza immanente nel mistero che salva perché è la fonte

sorgiva dell'elemento umano con il quale Dio salva l'uomo. * Ignazio professa una misteriosa comunione tra Dio e Maria in vista di Cristo:

soggiace un'idea sponsale.

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Per Ignazio il «conoscere» (cercare, riflettere, capire) non è possibile non fuori della fede o peggio ancora manipolandola come facevano gli "gnostici".

La sua "gnosi" è semplice e luminosa: - parte dai fatti, dagli eventi salvifici, - e cerca nella Parola di Dio il significato.

Ignazio ha consapevolmente incorporato e subordinato la figura di Maria

alla cristologia alla soteriologia

vera maternità

verginale maternità

vera umanità di Dio

è Dio che si fa uomo

tutto l’uomoè salvato

dal Dio-uomo

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Ignazio fonda la sua ricerca teologica dai dati di fede che egli ha ricevuto dalla catechesi apostolica:

la verginità di Maria

il parto di Cristo

la morte del Signore

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È così che Maria fa parte dei misteri-avvenimenti della salvezza

Dov'e la millanteria di quelli che si proclamano sapienti? Infatti il nostro Dio Gesù Cristo fu portato in seno da Maria secondo l’economia di Dio, da seme di Davide certo, ma da Spirito Santo; e fu generato e fu battezzato, per purificare l'acqua con la sua passione. E rimase occulta al principe di questo mondo la verginità di Maria e il suo parto, come pure la morte del Signore: tre clamorosi misteri, che si compirono nel silenzio di Dio (Agli Efesini 18-19: SC 10, 72-74).La reale maternità di Maria nelle sue fasi di concepimento,

gravidanza e parto, come la morte e risurrezione di Cristo non sono avvenimenti accaduti per caso, ma fanno parte di un prestabilito progetto di Dio nascosto al diavolo, "principe di questo mondo“.Dio inganna il Principe di questo mondo riconducendo l’uomo al bene e all'immortalità; ma come?attraverso una verginità diventata feconda, un parto diventato presenza di Dio, una morte diventata risurrezione

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Per Ignazio, Maria fa parte dei misteri strepitosi di Dio per la salvezza dell'uomo.

un Dio che muore?

Ma essi non sono recepiti e accolti da coloro che pretendono di ingabbiare Dio nei propri schemi limitati:

una Vergine che diventa feconda senza uomo?

impossibile

un Dio che si cala nel processo generativo di una donna?

assurdo

Inconcepibile e infamante

La figura di Maria ci mette di fronte a questi misteri che i demoni stessi, con le loro intelligenze superiori, non riescono a capire

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È in questa maniera che si realizza il progetto divino.

Dio sceglie una strada impensabile al modo di ragionare umano: quella della Kenosis.

una Dio-uomo che muore in croce

una vergine

un Dio che diventa bambino

La verginità è segno della totale accoglienza di quel Dio che nascerà uomo per morire in croce

L’uomo troppo pieno di sé e dei propri ragionamenti, come il diavolo, non è capace di accogliere i misteri di Dio

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Papia vescovo di Gerapoli ( II° sec.)

contemporaneo di Policarpo di Smirne e di Ignazio d’Antiochia, Non conobbe gli Apostoli, ma secondo la sua testimonianza, egli apprese

i principi e le fede cristiana da persone che li avevano conosciuti, come Aristione e Giovanni il Presbitero

Vittorino di Pettau (+ 304 ca), il primo esegeta che scrisse in latino, ci informa che Papia vescovo di Gerapoli, verso il 130 circa, avrebbe scritto:

Chi dunque esperto nella Parola di Dio, chi pieno di Spirito Santo non vede con gli occhi del cuore che l'angelo Gabriele evangelizzò la Vergine Maria nello stesso giorno in cui il drago sedusse Eva? (De fabrica mundi 9).

Papia è il primo Padre che avrebbe evidenziato esplicitamente, con un'esegesi di tipo midrashico, il significato cosmico e salvifico della scena dell’annunciazione accostandola alla scena della caduta e mettendo in parallelo antitetico le due protagoniste: Eva e Maria.

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Aristide di Atene (+ 140 ca)

Aristide è uno dei primi pensatori cristiani che difese Gesù Cristo dagli attacchi pagani. Nella sua Apologia indirizzata all'imperatore Traiano (117-138), presenta in maniera concisa la nascita del Figlio di Dio:

... discese dal cielo e prese carne da una vergine ebrea; e abitò in una figlia dell'uomo il Figlio di Dio

(Apol. 2,6: BAC 116, 134).

Aristide mette in luce che il Figlio di Dio è nato nella storia:

da una vergine,da una donna ebrea,da una figlia d’uomo (creatura umana) non una dea.

Si riafferma la “verginale maternità”

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Le dee madri erano diffuse nell’antichità. Esse fanno parte di tutte le mitologieL’Egitto aveva impersonato la sapienza in una divinità, Ma’at.

Ma’at nella sua forma primitiva era una bambina, figlia del dio Ra, ricoperta da lunga veste, con in mano l’ankh, la croce ansata, simbolo della vita. Suo compito era assicurare l’ordine cosmico e l’armonia dei rapporti umani attraverso la giustizia e la bontà verso i poveri. Dava la vita a chi la venerava, insegnava la verità e la giustizia ai governanti, era piena di misericordia. Più tardi, negli ultimi secoli prima dell’era cristiana, fu sostituita da Iside, già onorata fin dal 2000 a.C. come la dea Madre, la dea luna, la mite che presiedeva al sostentamento degli Egiziani. Sotto questo nome il suo culto si diffuse rapidamente per l’intero mondo mediterraneo. Assisteva, ispirava, sapeva tutto.

Vi sono alcuni che sostengono che i capitoli 24 del Siracide, 8 di Prov e 7-9 di Sap, molto probabilmente, pur senza farne una dea, si sono ispirati a lei.

I Padri rifiutano ogni legame di Maria con le dee madri

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Iside era la "Santa Madre" del mondo antico. La si rappresentava come una giovane donna con il figlio Horus tra le braccia.

Ogni cultura ha un nome per la propria Dea madre:Cerere , Epona , Amaterasu , Ishtar , Artemide , Diana , Demetra e Myrionyme (la dea dai mille nomi). Qualcuno vuole accostare la parola Myrionyme con Myriam , il nome di "Maria".

Ma Miryam deriva dall'ebraico antico Maryam,e come in arabo e significa “signora”Qualcuno vuole che derivi dall’egiziani: “Mir-Amon” che significa: prediletta del dio Amon

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Giustino, filosofo e martire (+ 165 c.)

Giustino è il maggiore apologista del II° secolo. Nacque in Palestina, a Sichem, da genitori pagani.

Conosciuto il Vangelo, dedicherà le sue grandi doti di mente a di cuore per farlo conoscere. Peregrinò l'Oriente

e l'Occidente. Dimorò lungamente a Roma dove fu martirizzato verso il 165.

Delle sue numerose opere sono giunte fino a noi: le due Apologie che molti ritengono una sola Apologia, essendo la seconda quasi appendice della prima, indirizzate all'Imperatore Antonino Pio; il Dialogo con Trifone giudeo, la più antica apologia contro i Giudei.Nel Dialogo con Trifone scrive:

Chiunque è in grado di dire la verità e non la dice, sarà giudicato da Dio.Io non mi curo che di dire la verità, e la dirò senza paura di nessuno, anche se dovessi in questo momento farmi squartare da voi (Dial. 82).

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Giustino si pone 2 domande:

Con Giustino Maria esce dalla cerchia delle comunità cristiane ed è presentata al mondo come

la Vergine Madre del Figlio di Dio, ripetutamente annunziata dai profeti, libera iniziatrice e cooperatrice del piano eterno della salvezza.

Perché Dio si è fatto uomo?

Perché nacque da una Vergine?

Giustino spiega che la prima ragione del motivo dell’incarnazione deve ricercarsi in Dio: incarnazione e verginale concepimento appartengono ad un progetto di amore del Padre ad una sua economia a favore dell'uomo.

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Contro l’ebreo Trifone che accusava i cristiani che nel verginale concepimento vi era la vergogna di un mito simile ai miti pagani, cioè la storia dei commerci libidinosi di Zeus con le donne. Giustino non negò la concezione verginale, documentata dalle Memorie degli Apostoli, ma spiegò che si trattava di un fatto tutto puro e santo:

Di questo progetto di Dio amante dell'uomo e cioè la Sua umanizzazione perché l'uomo diventi Dio, ci sono echi nella storia umana illuminata dal Logos e soprattutto nella storia di Israele piena della presenza del Logos.

non di libidine, ma di potenza di Dio per la salvezza dell'uomo.

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La Vergine Madre è il segno più forte che Dio ha consegnato all'umanità per rendere credibile il suo incredibile progetto. Ecco perché i profeti e in particolare Isaia 7,14 hanno preannunziato il verginale concepimento:

Ma il segno che è veramente «segno» e doveva diventare motivo di credibilità per il genere umano - che cioè il Primogenito di tutte le creature, assumendo la carne da un seno verginale, veramente si sarebbe fatto bambino - Dio lo preannunciò per mezzo dello Spirito profetico, perché quando si fosse avverato lo si sapesse compiuto dalla potenza e dal volere del Creatore dell’universo (Dial. 34: PG 6, 673).

"La Vergine" come ordinariamente Giustino chiama Maria, è per questo pensatore cristiano attento ai messaggi della Parola di Dio, la strada di Dio per farsi uomo e la strada dell'uomo per capire il progetto di Dio.

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Giustino però non si limita ad affermare e provare, alla scuola della Parola, che il Verbo si è incarnato da Vergine perché Dio così ha voluto e predetto, e perciò ha fatto. Sempre alla scuola della Parola egli intuisce e spiega la ragione profonda di quanto Dio ha voluto, predetto ed attuato:

* Per Giustino Dio ha voluto ricondurre alle origini intatte la storia per quella stessa via per cui la storia era precipitata nel baratro del peccato e della morte;

* c'è come un cordone ombelicale che congiunge la scena dell'Annunciazione narrate da Luca 1, 26-38 con la scena della caduta raccontata in Genesi 3,1-20;

* sono i due momenti generatori della storia, perché essa appartiene all’uomo e a Dio.

* L'uomo distrugge, Dio riedifica; l'uomo pecca, Dio salva;

* ma unico è il binario che guida inversamente il percorso, unico in antitesi lo strumento: la 'donna vergine'.

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Così Giustino scrive:

Eva ancor vergine e incorrotta concepì la parola del serpente e partorì disobbedienza e morte. Invece, Maria la Vergine, accogliendo fede e gioia quando l'angelo Gabriele le recò il lieto annuncio... rispose: 'avvenga di me secondo la tua parola'. Da costei è nato costui del quale abbiamo mostrato che parlano tante Scritture; per mezzo del quale Dio annienta il serpente ingannatore e gli angeli e uomini a lui somiglianti, e libera da morte coloro che si pentono e credono in lui (Dial. 100: PG 6, 709-712).Da questa antitesi si vede come Giustino e le prime comunità

cristiane fissassero l'attenzione non solo sul fatto biologico della maternità verginale di Maria, ma più ancora sulla sua libera risposta di fede e di ubbidienza, per cui divenne madre.

Non la carne o la passionalità - come obiettavano ironicamente i pagani - ma la fede e l'obbedienza tesa alla proposta di Dio sono il punto di partenza della divina fecondità della Vergine. Eva collaboratrice di satana, Maria collaboratrice del piano divino!

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Melitone di Sardi (+195)

vescovo di Sardi in Asia minore, fu molto stimato dai suoi contemporanei come grande carismatico.

Tra le sue numerose opere, quasi tutte perdute, ci è rimasta un’omelia sulla Pasqua, elegantissima nella

forma, sostanziosa nei contenuti: è sul tipo di un preconio pasquale.

Di Maria parla in più luoghi dell'omelia con un linguaggio tipologico molto significativo:

È lui, che in una Vergine s’incarnò,che sul legno fu sospeso, che in terra fu sepolto,che dai morti fu risuscitato, che alle altezze del cielo fu elevato.È lui l'agnello muto, è lui l'agnello sgozzato,e lui che nacque da Maria, l'Agnella pura,è lui che fu preso dal gregge e all’immolazione fu trascinato... (SC 123,98)

Melitone è il primo che congiunge incarnazione-passione-gloria, quali fasi di un'unica economia, che coinvolge anche la verginale maternità di Maria: la Vergine è chiamata "agnella bella", cioè pura e innocente, con un evidente richiamo all'Agnello col quale condividerà l'immolazione. Melitone ha intuito la Vergine dell'Annunciazione già protesa all'oblazione sacrificale del Figlio