La favola di Saputella - Lia Binetti Rosini di... · Venezia 1945. ATTO PRIMO ... Com’è triste...

31
La favola di Saputella Commedia musicale in tre atti e quattro quadri di Renata Biondi e Lia Binetti Musiche originali di Lia Binetti Direttrice d’orchestra Margot Galante Regia di Renata Biondi e Liliana Scarpa Coreografia di Mariella Turitto Scenografia di Salvatore Fazio Organizzazione A.R.I. Venezia Venezia 1945

Transcript of La favola di Saputella - Lia Binetti Rosini di... · Venezia 1945. ATTO PRIMO ... Com’è triste...

La favola di SaputellaCommedia musicale in tre atti e quattro quadri

di Renata Biondi e Lia Binetti

Musiche originali di Lia Binetti

Direttrice d’orchestra Margot Galante

Regia di Renata Biondi e Liliana Scarpa

Coreografia di Mariella Turitto

Scenografia di Salvatore Fazio

Organizzazione A.R.I. Venezia

Venezia 1945

ATTO PRIMO

Sul fondo verdeggianti pascoli di montagna.Sempre sul fondo, sull’altura, a destra, la semplice casetta (a forma di zucca) di Saputella e Sempliciotta.Da questa un sentiero scende al palcoscenico.Sul palcoscenico, indietro a sinistra, una piccola rupe coperta di muschio, dietro alla quale, più in centro, l’albero di melograno carico di fiori e di frutta. A destra, indietro, un basso albero tronco con grossi rami contorti che giungono fino a terra e abbracciano il nido degli uccellini.Sul proscenio, a destra, il gruppetto dei funghetti e vicino una grossa radice di un albero tagliato che serve da sedile.L’azione si svolge in un pomeriggio di estate

(all’alzarsi del sipario, Zeffirino sdraiato ai piedi della rupe, suona il flauto. Attorno a lui, le pecorelle)

1° Oh oh oh il mio cuor! 2° Più sul monte vi ho portateCom’è triste da quel dì E neppure al lago a berChe un amor senza amor Sono schiavo del mio cuoreTutto quanto lo riempì! Solo a lui vo’ dar da ber!

3° Perdonate pecorelleQuesto povero pastorChe felice sarà soloSe d’Auretta avrà l’amor.

(i contadini e le contadine irrompono sulla scena, ballando e cantando)

L’allegria noi portiamo Chi si vuole divertirePer la festa del paese! Sol con noi dovrà venirePer la festa del paese Sol con noi dovrà venireL’allegria noi portiamo! Chi si vuole divertire.

(dopo qualche passo di danza, per prima una contadinella, si accorge di Zeffirino e chiama gli altri)

1° CONTADINELLA: “Oh! guardate là Zeffirino!”

(tutti smettono di ballare e cantare e circondano il pastorello)

TUTTI: “Oh! Zeffirino!”

2

1° CONTADINO: “Non vieni alla festa con noi? Via, non stare lì a sospirare per quella superbiona di Saputella!”

ZEFFIRINO: “No, non ne ho proprio voglia! Non mi divertirei.”

2° CONTADINELLA (civettuola): “Se vieni alla festa ballerai tutto il giorno con me che sono la più brava!”

3° CONTADINO: “Oh sentitela! Se seguiti così diventerai anche tu presuntuosa come Saputella!”

ZEFFIRINO (con dispetto): “Non si chiama Saputella! Il suo nome è Auretta!” (sospirando): “E’ il più bel nome che io conosco!”

2° CONTADINELLA: “Si ballerà sull’aia fino a notte!”

2° CONTADINO: “Sono venuti anche dai paesi vicini, già dall’alba si sente cantare per le strade del paese”

3°CONTADINO: “Su, Zeffirino, vieni con noi alla festa!”

ZEFFIRINO: “No, no! Andate voi a divertirvi, io non vengo”

1° CONTADINELLA (dolce): “Povero Zeffirino! Sei proprio tanto innamorato?”

1°CONTADINO: “Se io fossi in te, a quest’ora non ci penserei più da un pezzo. Si dà troppe arie quella là”

2° CONTADINO: “Legge tutto il giorno nel suo Libro del Sapere e non si cura di altro!”

3° CONTADINELLA: “Dice che noi siamo troppo ignoranti per parlare con lei, e non guarda in faccia nessuno!” (tutti ridono)

3° CONTADINO: “Ci perderai tutto il tuo tempo!”

2° CONTADINELLA ( dolce ): “Smettetela cattivi, non vedete che Zeffirino soffre? E poi in fondo Saputella è buona ed è anche molto carina”.

ZEFFIRINO: “Grazie, tu sei buona ( con enfasi ) ma io non verrò mai più ad una festa finché Auretta non verrà a ballare con me.”

2° CONTADINELLA: “Si sente già la musica! Andiamo! Andiamo!” (i contadini riprendono a cantare e ballare e poi escono a sinistra ).

(nello stesso istante dalla casetta a forma di zucca escono le due sorelle, Saputella e Sempliciotta)

3

(Saputella viene avanti tutta contegnosa con la testa tra le nuvole, con un grosso libro in mano, sul cui frontespizio a grossi caratteri si legge: IL LIBRO DEL SAPERE)(dietro viene Sempliciotta vestita a festa, allegra e saltellante) (prendono il sentiero per scendere in scena)(appena escono, le pecorelle avvisano Zeffirino che se ne sta tutto assorto e sospiroso)

PECORELLA: “Sta venendo a questa viadel suo cuor la bimba bella,dietro a lei vien la sorellache mi sembra in allegria!

ZEFFIRINO (si scuote preso dall’emozione e si alza ): “Eccola che viene!” (con enfasi ): “Cuore mio frenati! Oh come è bella! Se potessi parlarle! Non voglio che mi veda ora. Mi nasconderò dietro quest’albero”.( si dirige verso l’albero e prima di nascondersi si ferma e dice con grande enfasi ): “Ma giuro che un giorno sarà mia sposa”.(si nasconde)

(le due fanciulle giungono sulla scena e vengono sul proscenio, al centro)

SEMPLICIOTTA: “Trallallero trallallàalla festa voglio andartrallallero trallallàvoglio andarci per ballar!”

SAPUTELLA: “Io alla festa non ci vengoho il mio libro da guardaral sapere io ci tengonon ho tempo per ballar!”

SEMPLICIOTTA: “Saputella giustamentetutti vogliono chiamartiSaputella d’un bel nientecon le arie che vuoi darti!”

SAPUTELLA: “Sempliciotta puoi taceretutto il libro ormai conoscoSempliciotta ti sta bene come nome sta al suo posto!”

SEMPLICIOTTA: “Su via lascia quel libronevieni via con me a ballarese ormai tutto sai che serveche tu resti qui a studiare?”

SAPUTELLA: “Sempre più io vo’ impararee se vuoi proprio saper non mi degno di ballarecon chi è privo di saper!”

4

SEMPLICIOTTA: “Trallallero trallallàalla festa voglio andartrallallero trallallà voglio andarci per ballar!”

(Sempliciotta esce saltando e cantando a sinistra, Saputella siede sopra il tronco d’albero tutta composta ed assorta ed apre il librone sulle ginocchia)

SAPUTELLA ( cercando le pagine ): “Oh! finalmente posso stare un poco tranquilla. Come mi infastidisce la gente ignorante che non sa neppure leggere! Per dileggio mi chiamano Saputella, ma io sono orgogliosa di questo nome! Sono arrivata alla pagina... alla pagina... ecco qui... speriamo che nessuno mi disturbi ( legge assorta )”

(Zeffirino ogni tanto mette fuori la testa da dietro l’albero per guardarla e sospirare )

ZEFFIRINO ( sottovoce ): “Com’è bella! com’è gentile nell’aspetto! Sembra proprio una principessa! Se potessi parlarle anche una sola volta!”

PECORELLE (sottovoce tra loro ): “Bee... bee... bee...Zeffirin le vuol parlarema il coraggio ora non halo potrem noi aiutarecosì, certo, parlerà”.

(due pecorelle si staccano dal gruppo e si avvicinano saltellando a Saputella)

PECORELLE: “Bee... bee... bee... buongiorno Saputella!”

SAPUTELLA: “Oh! buongiorno pecorelle! Vi riconosco, siete le pecorelle del pastore Zeffirino. Dov’è il vostro branco?”

1° PECORELLA: “Nel venir dalla montagnaper tornare giù all’ovileperso abbiam chi ci accompagna”

2° PECORELLA: “Se ci guidi sei gentile!”

SAPUTELLA: “Oh! Poverine! Vi siete smarrite! Mi dispiace. Io vi accompagnerei volentieri, ma veramente... ero venuta qui per studiare!”

1° PECORELLA: “Una bimba graziosa non dice di no,le due pecorelle lasciare non può.”

2°PECORELLA: “Una bimba graziosa diviene più bella se appena un momento non è saputella”

SAPUTELLA: “E va bene, andiamo. Mi avete convinta. Sul libro del sapere c’è scritto che un sapiente deve sempre mostrare, alle persone che non sanno, quello che egli sa. Andiamo pure, ma facciamo presto. Prima di sera voglio studiare ancora.”

5

PECORELLE ( verso l’albero ): “Pastorello Zeffirino,su coraggio non mancareora il fato ti è vicino solo tu devi parlare.”

(Zeffirino ha ascoltato tutto ed ora è rosso ed emozionato)

ZEFFIRINO: “Oh! Come mi trema il cuore! Pecorelle mie, aiutatemi voi!” (viene fuori dall’albero come se arrivasse allora con le altre pecore e quindi si incontra con Saputella).

SAPUTELLA: “Oh!”

ZEFFIRINO ( s’inchina tutto rosso): “Buon giorno, Auretta... non sei andata alla festa?”

SAPUTELLA: “Io non vado mai alle feste. Le feste sono per chi non ha nulla da pensare. Vedo che anche tu non sei andato. Ti ammiro per questo, vuol dire che sei migliore degli altri.”

ZEFFIRINO: “No... cioè si... anch’io non vado mai alle feste...”

SAPUTELLA: “Vedo che sei tutto rosso. Forse venivi di corsa a cercare le tue pecorelle. Stavo riconducendotele. Mi hanno chiesto di accompagnarle all’ovile”

ZEFFIRINO: “Oh! grazie! Si, sono proprio loro. Le cercavo...”

SAPUTELLA: “Bene, ora che te le ho consegnate non c’è bisogno che io salga il monte e posso tornare a studiare. ( si avvia verso il tronco, siede e riapre il libro. Zeffirino resta imbarazzato e non sa più come fare.)

PECORELLE: Bee... bee... Parla dunque con coraggiose ti preme di riuscire!Se il tuo amore è tanto fortenon potrai certo fallire!

ZEFFIRINO: (Tutto rosso si avvicina a Saputella restando a rispettosa distanza) “Auretta.....”

SAPUTELLA: “Cosa vuoi Zeffirino? Sai, ho molto da studiare!”

ZEFFIRINO: “Vorrei che tu mi ascoltassi un momento, dovrei dirti una cosa molto importante...”

SAPUTELLA: “Sentiamo pure, va bene. Ma fa presto che è quasi buio”

6

(Zeffirino tossisce imbarazzato, strofina i piedi per terra, si schiarisce la voce e infine canta con il berretto tra le mani).

ZEFFIRINO: Oh!Auretta, gentile e pensosa,bella come un bocciolo di rosa,suvvia ascolta il mio canto d’amorche commuovere spera il tuo cuor

SAPUTELLA: “Non d’amore mi devi parlare,se tu vuoi di sapienza ci sto,non ho tempo in amor da sprecarené potendo lo voglio, no, no!”

ZEFFIRINO: “Ma il sapere non dà quel caloreche può darti l’amor del mio cuoremio tesoro, mio sole, mia vita,solo un po’ ti vorrei intenerita!”

SAPUTELLA: Intenerirmi non posso davveroper le cose banali del mondo,ciò che conta, per me, nella vitaè imparare il sapere di fondo.”

ZEFFIRINO: “Oh! infelice che son, perché mai? amo questa crudele fanciullail cui cuor raddolcir potrò maiperché cuor non possiede per nulla!”

SAPUTELLA: “Il mio cuore ama solo il Sapere,passo il giorno a studiare,e perciò,non ho tempo in amor da sprecare,né potendo, lo voglio, no, no”

ZEFFIRINO: “Addio sogno d’amore svanito,addio Auretta dal cuore impietrito!se un dì intenerirsi potrà,sarà allora la felicità!”

ZEFFIRINO: “Allora, proprio non puoi volermi un poco di bene?”

SAPUTELLA:“No, ciò non sarà mai possibile!”

PECORELLE: “Bee... bee… bee... Son risposte pretenzioseche il suo cuore fan dolere,ma alle bimbe capricciosemai del buono può accadere.”

7

ZEFFIRINO: “Ma io ti voglio bene, Auretta! Mi basterebbe proprio poco... poco... saremmo tanto felici!”

SAPUTELLA: “No, no, tu mi chiedi una cosa veramente assurda”

(Zeffirino sospira e si asciuga una grossa lacrima con un grande fazzoletto e si soffia il naso. Le pecorelle si stringono intorno a lui per consolarlo).

PECORELLE: “No, non piangere pastore,là sui prati noi andremo,una bimba senza cuorefacilmente scorderemo!”

(Zeffirino, seguito dalle pecorelle, esce tristemente da sinistra, col capo chino).

SAPUTELLA (smette di leggere): “Uffa, che noia! Ci mancava anche questo pastore Zeffirino! Come ha osato? Però, poverino mi ha fatto un poco di pena. Probabilmente io non mi sposerò, o sposerò soltanto un grande Re. Oh! Se potessi diventare la regina più sapiente del mondo! Se potessi conoscere il Mago del Sapere di cui si parla in questo libro! Allora si che sarei felice!” (Sospira e incomincia a leggere nuovamente)

(Si è fatto quasi buio. E’ il crepuscolo).

Incomincia il canto sommesso del TRIO:l’albero di melograno, i funghetti, gli uccellini del nido

(è la prima strofa ripetuta più volte, ma appena sussurrata, tanto che le parole ancora non si sentono e si sente solo un confuso mormorio che mano a mano si va facendo più forte)

TRIO: 1° “Saputella hai fatto male!”2° “Saputella hai fatto male!”3° “Saputella hai fatto male!”

SAPUTELLA (fregandosi gli occhi): “Sono un poco stanca... (chiude il libro) Ma... che cos’è questo mormorio che ascolto, e che diviene sempre più forte? Se nonfossi sola quasi quasi direi che si tratta di voci...”

TRIO: 1° “Zeffirin se pascolava”2° “Tutto il giorno ti pensava”3° “E davver molto ti amava.”

SAPUTELLA ( sbalordita ): “Ma ho sentito bene? Chi è che parla? Di chi sono queste voci? Chi mi parla così?”

8

(l’albero muove le braccia, gli uccellini sbattono le ali e i funghetti alzano la testa ).

TRIO (in coro): “Siamo noi, siamo noi, Saputella!”

SAPUTELLA: “L’albero di melograno, i funghetti e gli uccellini del nido?”

TRIO: 1° “Non dovresti sol studiare”2° “Anche un poco lavorare”3° “La sorella tua aiutare.”

SAPUTELLA: “Oh! Io non ho tempo per pensare alle faccende. Io voglio diventare sapiente e non posso andare a prendere l’acqua e badare alle oche. Mi farebbe perdere troppo tempo!”

TRIO: 1° “Se ami solo la tua mente”2° “Se disprezzi la tua gente”3° “Vivi proprio inutilmente!”

SAPUTELLA: “La gente del paese è troppo ignorante e nessuno sa dire poche parole con un certo senso. Mi infastidiscono troppo gli ignoranti!”

TRIO: 1° “Mai d’amor sia disunita2° “La ragion della tua vita”3° “Questa è inver scienza infinita”

SAPUTELLA: “Tacete voci del bosco! Io non vi ascolto! Le foreste sono veramente una cosa inutile, quando un giorno io sarò regina darò ordine a tutti i boscaioli di distruggere le foreste e i loro abitanti e al loro posto farò costruire delle grandissime città abitate soltanto da sapienti!”

TRIO: 1° “Cosa credi di ottenere dal tuo libro del Sapere?delusion delle più nere”

2° “Tutto al mondo va misuratoil sapere e l’operatol’un da sol va naufragato”

3° “E se aggiungi a questo e a quello pur l’amor di un pastorellovedrai il mondo assai più bello”

SAPUTELLA: “Non voglio più ascoltarvi. E’ tardi e non credo alle vostre stupide chiacchiere. Vado a casa a finire di studiare! (si avvia verso il sentiero e, fatti pochi passi, si volta ancora verso la foresta che è diventata tutta nera ): “Una sola persona potrebbe aiutarmi: il Mago del Sapere! Ha! Se un giorno potessi parlargli!”

9

(a questo punto, si sente un grande fracasso, tuoni, lampi e vento. Saputella indietreggia spaventata fino a destra sul proscenio e si getta a terra. Irrompono disordinate le nuvole e danzano)

VALZER DELLE NUVOLE

(sulla rupe compare il tronfio Mago del Sapere, e la sua lunghissima barba penzola giù dalla rupe)(compare anche il segretario del Mago, un vecchietto sbilenco con un buffissimo naso, la penna d’oca infilata dietro l’orecchio, e sotto il braccio porta un grossissimo volume; corre fino sul proscenio e si accoccola sotto la rupe, con il librone aperto sulle ginocchia, e subito, seguendo col dito, legge con molta furia, tutto assorto nella lettura)(il Mago fermo sulla rupe canta la sua romanza)(il Segretario continua per tutto il tempo a leggere affannosamente smettendo soltanto quando deve cantare le sue strofette)

MAGO: “Largo nuvole, ecco il mago!Sono il Mago del sapere!Tutto so, tutto conosco,tutto posso io vedere.”

SEGRETARIO: “Oh che buffo! Senza occhiali scambia fiori per maiali!”

MAGO: “Mille libri e mille ancoraio possiedo nel castelloche si trova assai lontanodal tuo rustico paesello!”

SEGRETARIO: “Mille topi ci son ancheche gli rodon fin le panche!”

MAGO: “Mille anni ho già vissutonel castello del saperedove tutto ho conosciuto ciò che c’era da sapere!”

SEGRETARIO: “Ma non sa, e questo è il bello,ch’è il più buffo del castello!”

MAGO: “Quand’io passo,oscuro il solebrilla solo il mio sapere!sol per me la terra vuole

10

girar sempre intorno a sé”

SEGRETARIO: “Ma la terra piena è giàdi sue ciance e vanità!”

MAGO:“Saputella, alzati! Tu mi hai invocato ed io sono venuto!

SAPUTELLA: “Oh, signor Mago del Sapere ( con grandi inchini ) io sono proprio onorata... felice di vedervi... io ho studiato a fondo questo libro del Sapere, dove si parla a lungo della vostra grandissima sapienza… e ho riletto il libro ormai già 30 volte!Vi giuro che ormai lo so tutto a memoria! Ma ora vorrei conoscere di più e vorrei diventare la fanciulla più sapiente del mondo. Oh, se voi voleste aiutarmi!”

MAGO: “Bene, bene... vedremo, vedremo... Io sono sceso in questo ignorante e volgare vostro mondo (tossicchia per darsi importanza o forse perché sa di averla detta grossa) perché cerco una sposa per mio figlio, il Re Vanità!”

SAPUTELLA (ammirata): “Un Re!?”

MAGO: “Si! Il più potente della terra! Il suo regno non ha confini e tutti gli uomini sono suoi sudditi, per mio volere!”

SAPUTELLA (timidamente e con speranza): “E... dovrei forse essere io questa fortunata regina?”

MAGO: “Se tu ne sarai degna, si!”

SAPUTELLA: (con la voce tremante per l’emozione): “E che cosa dovrei fare per diventare Regina?”

MAGO: “Tu verrai con me nel mio castello senza salutare nessuno che ti sia caro. Quando avrai studiato i mille volumi della mia biblioteca e avrai appresa tutta la scienza conosciuta e non conosciuta, dovrai sostenere una prova finale; se la vincerai e sarai ancora abbastanza giovane, ti darò in sposo mio figlio, il Re Vanità, e diventerai la Regina più sapiente del mondo!”

SAPUTELLA ( estasiata ): “Mi sembra di sognare!”

MAGO: “Tu non sogni. Ma ricordati che fin da questo momento i tuoi occhi non devono mai più essere bagnati da una lacrima. La prima volta che piangerai tutto sarà finito per te!”

(tuoni, lampi e vento)(il Mago scompare)(le nuvole prendono fra i loro veli Saputella e corrono via accompagnate dal Valzer delle Nuvole)(il segretario intanto si è alzato, ha raccolto il librone ed esce per ultimo)

11

SEGRETARIO: “Ed ora andiamo nel castello fra le nuvole!”

(quando anche il segretario è uscito, salta fuori nel proscenio la Favola di Saputella.Indossa un abito capriccioso con un gonnellino cortissimo,arruffatissimo e variopinto.E’ un poco birichina e un poco seria)

LA FAVOLA DI SAPUTELLA ( viene avanti con un lieve salto ): “E ora tocca a me! Buon divertimento, miei piccoli amici! Indovinate chi sono? Sono La Favola. Io ho narrato fiabe meravigliose ai bambini del mondo. I miei occhi hanno il colore del sogno e la mia voce è una cascata zampillante di parole, create tutte per voi! E questa volta sono precisamente “La Favola di Saputella” (inchinandosi) e sono felice di fare la vostra conoscenza! Ora voglio dirvi una cosa in segreto, mentre Saputella viaggia verso il castello fra le nuvole e non mi può sentire, perché altrimenti si arrabbierebbe. Si capisce, a nessuno piace sentir raccontare i propri difetti! Saputella (agitando il dito scherzosa), nonostante abbia il merito di amare lo studio, è una bambina sciocca che sogna cose irraggiungibili e per questo non apprezza i doni che la vita le offre! E’ certo una bella cosa desiderare di studiare, ma Saputella ha perso la semplicità del suo cuore e non sa amare niente e nessuno come ama se stessa e i suoi sogni. Invece, ascoltatemi bene: amate lo studio con semplicità, non per umiliare chi è più ignorante di voi, e non disprezzate le piccole cose della vita più semplice! (con vivacità) Certo, questo ve lo ricorderete, pensando a Saputella, che è fuggita verso un mondo irreale dove crede di trovare la felicità, mentre è caduta tra le mani di due personaggi ancora più vuoti e aridi di lei. Perché, ve lo dico in confidenza: il Mago del Sapere ha usurpato il titolo che porta ed è, in realtà, un vero imbroglione! (graziosa) Chissà cosa accadrà ora alla nostra capricciosa amica! Attendete il seguito della favola e lo saprete! Buon divertimento, bambini!”

(Con un salto esce, gettando un bacio sul palmo della mano)

FINE DEL PRIMO ATTO

12

ATTO SECONDO

(una sala del Castello del Sapere)(una grandissima porta di cristallo, chiusa, nel centro in fondo)(due porte più piccole, laterali)(la stanza è ingombra di libri polverosi, di tutte le dimensioni, posati in ogni angolo.(sul proscenio, a destra, una pila di grossissimi libri)(all’alzarsi del sipario, Saputella è assorta nella lettura di un grosso volume, seduta sopra una sedia monumentale)

(i topolini sbucano fuori da dietro il gruppo dei libri sul proscenio e vengono nel mezzodella scena, dove cantano e danzano)

TOPOLINI: “Noi non siamo più tranquillida quel giorno disgraziatoche il Castello fu abitatoda costei piena di grilli”.

“Tutti i libri essa rimuovedal più grande al più piccintutto riempie il cervellinsuo di cose vecchie e nuove”.

“Rosicchiar più non possiamoneanche un libro del Castello,via ci mandan sul più belloogni quando cominciamo”.

“Chissà cosa proveràmetter libri nel cervelloper mio conto è assai più bellometter libri dentro qua”.

(battono un colpo con la zampetta sul pancino)(al rumore di passi pesanti, i topolini corrono a nascondersi, scomparendo dietro al mucchio dei libri).(entra il segretario, sempre con il suo librone, e annuncia il Mago).

SEGRETARIO (solenne e buffo): “Viene il grande Mago! Non tremare Saputella! Se hai studiato a sufficienza, ormai è giunto il giorno che sarai premiata per la tua costanza!”

(a queste parole, Saputella si alza in piedi tutta emozionata e si accomoda frettolosa i capelli e il vestito).

13

(da destra entra il Mago. E’ vestito da casa, in vestaglia, con gli occhiali, le pantofole e due grossi fiocchi ai due pizzi della barba, che sono tenuti, a sinistra e a destra, da due moretti. In testa ha una papalina con i segni dello zodiaco, per salvare la dignità).

SAPUTELLA (inchinandosi dignitosamente): “Salute e onore al grande Mago del Sapere!”

(il Mago tronfio come al solito, siede sulla poltrona)(il segretario siede per terra in un canto, come nel primo atto, leggendo per tutto il tempo affannosamente).

MAGO: “Bene, bene...! Sono molto soddisfatto di te. Dopo soli tre anni sei riuscita a leggere tutti i miei libri e conosci tutta la scienza conosciuta e non conosciuta”.

SAPUTELLA (molto contegnosa): “Stavo proprio leggendo l’ultima riga del settecentomila trecento ventiquattresimo volume della Vostra biblioteca e conosco tutti i segreti del cielo, del mare, e della terra e di tutti gli uomini e di tutti gli animali. Conosco venti lingue e parlo correntemente tutti i dialetti e comprendo tutte le voci delle cose create. So parlare di storia, trattare di musica e discutere di filosofia. Non esiste scienza che io non abbia studiato a fondo! E in tutto questo tempo, mai una lacrima ha bagnato il mio ciglio. I miei occhi sono ormai degni di un Sapiente!”

MAGO: “Bene, bene! Sei ormai la donna più sapiente che esista ed hai diritto al premio che ti è stato promesso. Però prima dovrai sostenere la prova finale, che mi dimostrerà se tu sei giunta veramente al termine della tua fatica!”

SAPUTELLA: “Sono pronta a qualsiasi prova e sono impaziente di diventare Regina, anche se non conosco ancora il Re Vanità, lo sposo che mi è stato promesso!”

MAGO: “Bene,bene...! Infatti la curiosità è un sentimento volgare che il sapiente non deve coltivare. Ecco dunque la prova. Attenta!”

(si alza e viene nel mezzo della scena e si prepara con mosse da prestigiatore, tirandosi su le maniche).(il segretario si alza perché ormai è giunto il momento solenne del prodigio, si avvicina al Mago e, molto preso dalla sua funzione, gli accomoda la barba e la vestaglia, e ripete le mosse che fa il Mago. Il Mago fa alcuni segni e poi batte le mani)

MAGO: “Guarda!”

(la scena si oscura; si illumina il tratto a destra dove c’è una panchina)(Sempliciotta e Zeffirino escono dalle quinte. Sono laceri, stanchi, affamati. Si aiutano l’un con l’altra a camminare)

SEMPLICIOTTA: “Oh, Zeffirino mio, sono stanca morta!”

ZEFFIRINO: “Anch’io sono stanco, Sempliciotta! Abbiamo camminato tanto! Ma un giorno incontreremo Auretta!” (siedono)

14

SEMPLICIOTTA: “Ho anche fame! Sono due giorni che non mangiamo! Oh le mie belle oche e i miei maiali che ho dovuto abbandonare!”

ZEFFIRINO: “Hai ragione, povera Sempliciotta! Ma infine un giorno sapremo dov’è Auretta e chi l’ha rapita!”

SEMPLICIOTTA: “Ancora Auretta la chiami quella là, dopo tutto quello che ci ha fatto passare! E’ Saputella, Saputella e Saputella!”

ZEFFIRINO: “Ma io le voglio bene e anche tu gliene vuoi! Un giorno la troveremo e sarà guarita di tutte quelle idee strambe e io la sposerò!”

SEMPLICIOTTA: “Aspetta! Quella è matta, te lo dico io! Non si merita un pastore buono come te! ( pausa ) Ho tanto freddo, Zeffirino...! Quanta neve...! Come faremo questa notte?!”

ZEFFIRINO: “Troveremo certamente qualche fienile! Sono già tre anni che la cerchiamo, ma il cuore mi dice che ormai il momento beato non è lontano! Riposiamoci ancora un poco e poi andremo, ché la strada è ancora lunga”(rimangono seduti sulla panchina, tenendosi stretti stretti uno all’altra, mentre cade la neve a larghi fiocchi)

(finita la visione)

MAGO (a Saputella): “Hai guardato bene? Hai udito bene?”

SAPUTELLA (impassibile ): “Si!”

MAGO: “Vuoi andare da loro? Vuoi aiutarli? Vuoi ritornare la ignorante pastorella di un tempo?”

SAPUTELLA: “No! Voglio diventare Regina!”

MAGO: “Attendi! Non è ancora finita! Guarda ancora cosa accadrà ai tuoi amici!”

(compare la facciata del castello del Mago del Sapere, con il grande portone chiuso e appeso al muro un lugubre uccello imbalsamato. Sempliciotta e Zeffirino si alzano lentamente, camminando a fatica, si avviano verso il castello, timorosi)

ZEFFIRINO: “Finalmente siamo arrivati dopo tanto cammino! Deve essere questo il palazzo del Mago del Sapere, ne ha tutta l’aria”

SEMPLICIOTTA: “Io ho paura! C’è una brutta aria quassù tra le nuvole. Non mi sarei mai sognata di arrivare tanto in alto. Proprio non mi ci trovo!”

ZEFFIRINO: “Ma ci sono qua io! E poi non dobbiamo avere paura, se vogliamo salvare Auretta!”

15

SEMPLICIOTTA: “Ma io adesso preferirei essere nell’orto a zappare i pomodori. Mamma mia, che spavento quella bestia là!”

ZEFFIRINO: “Macché! Non vedi che è imbalsamata?”

SEMPLICIOTTA: “E che cosa vuol dire imbalsamata?”

ZEFFIRINO: “Non capisci proprio niente! Vuol dire che non parla più, non si muove più, è morta e perciò non ti può far male!”

SEMPLICIOTTA: “Ma io ho paura dei morti!”

ZEFFIRINO: “Uffa...! Sei troppo paurosa! Aspetta qui che ora busso”

SEMPLICIOTTA: “Chissà chi verrà fuori! Ci mangeranno vivi!”

(lei resta in disparte e Zeffirino si avvicina al portone e, dopo un attimo di esitazione, bussa).

VOCE DEL GIGANTE: “Chi è che bussa al Palazzo del Mago del Sapere?”

ZEFFIRINO: “Siamo due poveri pellegrini che cercano ricovero per questa notte!”

VOCE DEL GIGANTE: “Qui non si apre a nessun pellegrino!”

ZEFFIRINO: “Ma noi vogliamo diventare sapienti, è per questo che siamo venuti!”

SEMPLICIOTTA ( in disparte ): “Ci mancherebbe altro!”

(si sente rumore di chiavistelli e catene e infine compare il gigante)

GIGANTE: “come vi chiamate?”

ZEFFIRINO: “Zeffirino e Sempliciotta!”

GIGANTE: “E qual’era la vostra occupazione prima d’ora?”

ZEFFIRINO: “Io facevo il pastorello e lei la contadina. Siamo due bravi ragazzi noi!”

GIGANTE: “Qui non c’è posto per la gente che lavora! Andate via di qua!”(fa per chiudere )

SEMPLICIOTTA: “Ohi, dico! Signor Gigante! A me mai nessuno mi ha mandato via in questo modo, perché sono una contadina! Io sono migliore di voi che non fate niente tutto il giorno!”

(Zeffirino la tira per il vestito.)

16

GIGANTE: “Se non andate via immediatamente, vi faccio sbranare vivi dagli avvoltoi! Sono sei giorni che non mangiano!”

SEMPLICIOTTA: “Andiamo via, Zeffirino! andiamo via, per carità!”

ZEFFIRINO: “Potremo almeno chiedervi una informazione, signor Gigante?”

GIGANTE: “Dipende! Cosa vuoi?”

ZEFFIRINO: “Potreste almeno dirci se in questo palazzo c’è una pastorella chiamata Saputella?”

GIGANTE (ride fragorosamente ): “Una pastorella?! Ma sapete di chi parlate?! Della figlia adottiva del Grande Mago! Saputella non pensa più a voi da un bel pezzo! Saputella sposerà il Re Vanità e diventerà Regina!”

ZEFFIRINO (mettendosi le mani sul cuore): “Ohimè infelice! Io muoio!”

SEMPLICIOTTA: “Non morire proprio adesso, ti prego, Zeffirino, altrimenti come faccio?”

GIGANTE: “Andate via, o vi faccio gettare nella prigione più buia del castello!”

(Zeffirino e Sempliciotta fuggono via spaventati)(il Gigante prorompe in una risata infernale)(scompaiono il gigante e la facciata del castello)

MAGO: “Rispondimi Saputella! Non ti commuovono le disgrazie dei tuoi amici?”

SAPUTELLA: “No!”

MAGO: “Vuoi diventare la sposa di Re Vanità o preferisci tornare una semplice ignorante pastorella?”

SAPUTELLA: “Voglio diventare Regina!”

MAGO: “E Regina sarai!”

(batte le mani e il salone si illumina sfarzosamente)(i due moretti tolgono la vestaglia al Mago e lo vestono come nel primo atto)

MAGO:“Sia annunciato mio figlio il Re Vanità!” ( il Mago siede sopra la poltrona e i due moretti mettono due sgabelli ai lati di lui. Alla sua destra siede Saputella. Dalla porta di destra entrano due araldi, che suonano le lunghe trombe d’argento )

SEGRETARIO: “il Re Vanità entra nella sala!”

17

(gli araldi suonano nuovamente le trombe, al suono di una marcia solenne)(il Re Vanità entra nella sala a passetti aggraziati e leggero come una damina. )

MARCIA DI RE VANITA’

(il suo seguito è composto da un parrucchiere molto azzimato con un grosso pettine in mano, da due paggi con liuti e infine altri due paggi con flabelli. Attraversata molto lentamente la scena Re Vanità si ferma davanti a Saputella che gli tende la mano destra)

SAPUTELLA: “Onore e gloria al Grande Re Vanità!”

RE VANITA’ (ridicolmente cavalleresco e arrotando la erre): “Sapienza e ricchezza alla più compita damigella!” (le fa il baciamano ma starnutisce rumorosamente) “Oh, pardon” (leziosamente grazioso) “Ho preso un malvagio raffreddore! In questo palazzo fra le nuvole ci sono troppe correnti d’aria!” (si pulisce il naso con un fazzolettino di seta e pizzo, facendone mostra)

SAPUTELLA: “Prego accomodatevi!” (gli fa cenno sull’altro sgabello.) alto?

(Re Vanità si siede e i moretti si precipitano a portargli il cuscino sotto ai piedi. Accavalla leziosamente le gambe, e annusa spesso il suo fazzolettino profumato. Poi all’improvviso, come si ricordasse proprio allora):

RE VANITA’: “Oh! (leggermente ) è vero... devo cantare! Permettete damigella?”(va nel mezzo della scena e accompagnato solo dai due liuti canta molto graziosamente la sua romanza, ogni tanto asciugandosi il naso leggermente e starnutendo con distinzione e ogni volta rivolto al pubblico o agli altri personaggi della scena chiede scusa con piccole interiezioni aggraziate)

RE VANITA’: “Sono figlio del Gran MagoIl mio nome è VanitàOgni mio desir è pagoNon appena fo’: là,là”

“Nelle vene ho sangue azzurroHo regale il portamentoQuanto io fra me sussurroE’ per lor comandamento!”

“Son si’ ricco ed educatoCosì colto e intelligenteNel parlare raffinatoChe fo invidia ad ogni gente!”

“Ho natura letterataSon campione di beltàSarà molto fortunata

18

Chi mia sposa diverrà”

“Voi col fato favorentediverrete la ReginaD’un sovran così potenteCui la terra e il ciel s’inchina!”

Finita la romanza, tutti battono le mani, in omaggio al grande Re, e Re Vanità compiaciuto torna a sedersi al suo sgabello, accavallando ancora graziosamente le gambe ( lievemente sventolandosi col fazzoletto, soddisfatto di se )

RE VANITA’ “Il cantare mi ha leggermente accaldato! Presto, mi si faccia fresco!” (i moretti accorrono frettolosamente con i loro lunghi flabelli e disponendosi alle sue spalle gli fanno graziosamente fresco) “Divenendo mia sposa avrete molte soddisfazioni per merito mio, piccola deliziosa damigella!” (all’improvviso molto preoccupato): “Ahimè! nella foga del cantare mi si sono leggermente sconvolti i riccioli! Presto il mio parrucchiere! ( batte con impazienza il piedino per terra, il parrucchiere si affretta ad accomodargli la parrucca, con il suo grosso pettine, egli stesso molto tronfio)(Re Vanità si calma e sorride di nuovo. A Saputella): “Ecco, vedete? Io ottengo tutto ciò che voglio! Voilà!”

(Saputella non può trattenersi dal ridere a tutte queste smorfie, voltando la testa dall’altra parte e coprendosi la bocca con la mano).

MAGO (si alza in piedi solenne): “Che gli araldi annuncino in cielo, in terra e in mare che le nozze di mio figlio, il Re Vanità, con la fanciulla più sapiente del mondo, avverranno fra tre mesi precisi! Saputella sarà proclamata la Regina della Sapienza!” (batte le mani) “Che entrino le nuvole a tessere l’abito di nozze con raggi rubati al chiarore della luna!”

DANZA COI RAGGI DI LUNA

(viene aperta la grande porta di cristallo mentre tutte le luci della sala si oscurano; sullo sfondo di un cielo stellato brilla un quarto di luna; i raggi luminosi scendono fino a dove sono raccolte in gruppo tutte le nuvole. Al principio della musica esse si staccano ed entrano nella sala a passo di danza; a due a due tengono nelle mani i capi di lunghissimi nastri d’argento luminoso e danzano facendoli svolazzare in ogni senso, per tessere con essi un vestito. Alla fine della danza si raggruppano nel centro del salone in un circolo serrato e quando si riaprono reggono nelle mani, teso in trionfo, un drappo di lamè lunare; l’abito nuziale di Saputella è creato).

RE VANITA’: “Mio bocciolo di rosa venite con me a fare una passeggiata?”

19

FINE DEL SECONDO ATTO

20

ATTO TERZO

(l’orchestra suona “Romanza triste” quando entrano le ancelle e Saputella). (la stanza di Saputella nel Castello). (Saputella è in piedi nel suo abito da sposa e intorno a lei si affollano le nuvole). (due ancelle la aiutano a vestirsi).

1° ANCELLA: “Non ho mai visto una sposa così bella!”

2° ANCELLA: “Non ho mai vestito una Regina più sapiente!”

(da destra entra il segretario)

SEGRETARIO (con un buffo inchino): “Saputella affrettati! I preparativi per le nozze sono ormai ultimati e tra pochi momenti ti sposerai e sarai proclamata la Regina più sapiente del mondo, secondo il tuo desiderio!”

SAPUTELLA (con degnazione): “Vi ringrazio. Sono quasi pronta! Ma ora sono stanca e vorrei restare sola!”

LE NUVOLE (inchinandosi a Saputella si dispongono a uscire): “Salutiamo Saputella, la più sapiente Regina dell’universo!”

(il segretario batte le mani e tutte le nuvole escono ordinatamente. Il segretario esce perultimo, ma prima di uscire si ferma un momento)

SEGRETARIO (tra sé): “C’è un sorriso sulle sue labbra, ma se la mia ragione mi dice il vero, non è quella l’espressione di una sposa molto felice!” ( esce )

(Saputella è rimasta in piedi, assorta in un pensiero nascosto che si fa strada nonostante la sua volontà)

1° ANCELLA: “Quanti bei regali di nozze vi sono giunti da ogni regno della terra!”

2° ANCELLA: “Non ho mai visto un matrimonio così splendido!”

SAPUTELLA: “E’ vero! Quanti doni e che magnifico vestito! Certo, quando ero una pastorella non avrei mai immaginato di possedere un vestito così bello!”

1° ANCELLA: “Chissà come siete felice!”

21

SAPUTELLA: “Felice…? Quando ero pastorella sognavo la felicità e qualche volta mi sembrava di essere felice. Ora che conosco tutte le cose, so che la felicità è un sogno irraggiungibile... Neppure nel Castello del Mago del sapere esiste la felicità!”

(Saputella canta la sua romanza triste e tutto il canto è accompagnato dalla danza dei due folletti della tristezza):

SAPUTELLA: “Romanza tristevola lontanoqui non c’è postoper ciò che è umano!”

“Or del saperesarò Reginavia la tristezzada me vicina!”

“Questo è un giornofausto si dicema il mio cuore non è felice!”

“Romanza tristenon te ne vai?qua non puoi starcie tu lo sai!”

(un’ancella entra da sinistra e si inchina)

ANCELLA: “E’ arrivata al Castello una pastorella, che chiede di vedervi per presentarvi il suo regalo di nozze”

SAPUTELLA (tra sé): “Una pastorella? Chi sarà mai?”(alle ancelle): “Fatela passare e lasciatemi sola con lei” (le ancelle escono)

(entra Sempliciotta vestita a festa, con un grande cesto di fiori portato faticosamente da due moretti, che poi escono. Le due sorelle si corrono incontro)

SAPUTELLA: “Sempliciotta!”

SEMPLICIOTTA: “Saputella!” (si abbracciano)

SEMPLICIOTTA: “Ohi dico! Avevo paura che tu avessi messo su le arie e che non mi avresti voluto vedere! Meno male che mi ero sbagliata!”

SAPUTELLA: “Come sei arrivata fino quassù?”

SEMPLICIOTTA: “Eh, mi sono detta: ho saputo dagli araldi che mia sorella si sposa e io devo mancare alle sue nozze? Neanche per idea! E allora sono andata sopra la montagna e ho detto all’aquila: Ti dispiacerebbe portarmi fino lassù, nelle nuvole, dove

22

si trova il palazzo del Mago del Sapere? Oh, bada, io sono un’ignorante e non so come mi troverò a quelle altezze, ma mia sorella si sposa e non posso mancare allo sposalizio! E così sono montata in groppa all’aquila e ora eccomi qua. Avevo una paura! Eh si! Ma ho chiuso gli occhi e così non ho visto niente. Solo a pensare che sotto c’era tutto quel vuoto , mi veniva il giramento di testa. E poi qui tira un’aria che non fa bene ai miei polmoni; sa di muffa, ti dico io! Quando si cammina su queste maledette nuvole sembra che ti manchi il sodo di sotto ai piedi ogni minuto. Non vedo l’ora di tornarmene giù!”

SAPUTELLA: “Sempliciotta! Sono proprio contenta! Ora che sei qui non ti lascio più andare via. Studierai anche tu e quando sarai diventata sapiente ti nominerò Principessa!”

SEMPLICIOTTA: “Fossi matta! Io mi trovo bene nel mio bosco, con le mie oche e i miei maiali. E non ci penso neanche di riempirmi la testa con tutti i tuoi libroni. Dimmi piuttosto, com’è il tuo sposo?”

SAPUTELLA: “A dire il vero me lo ero figurato diverso, ed è anche un po’ buffo. Ma non importa. E’ un Re!”

SEMPLICIOTTA: “Oh, si capisce! A te importa questo. Io però se mi sposo voglio uno del mio paese, ignorante come me, ma che non mi sembri buffo già prima di sposarlo!”

SAPUTELLA: “Tu sei sempre la solita Sempliciotta!”

SEMPLICIOTTA: “Oh, senti! Spero che ti piacerà il mio regalo! Mi sono detta: lassù fra le nuvole ci saranno magari tante cose belle che qui neppure ce le sogniamo, ma questi fiori che crescono davanti a casa nostra, non ci sono di sicuro! E allora te li ho portati!”

SAPUTELLA: “Oh che bel regalo! E’ il più bello di tutti! I nostri fiori! Quanto tempo che non li vedo! Che profumo, e che bei colori! Me li ricordo tutti, sai? Fiordalisi, margherite, rose di macchia, bottoni d’oro, rosolacci! Che meraviglia!”

(a tempo di minuetto i fiori escono dal cesto e danzano. Sempre a passo di danza rientrano poi nel cesto).

MINUETTO DEI FIORI

SAPUTELLA: “Oh, grazie, Sempliciotta! Sono proprio felice! Dimmi cosa fa il nostro bosco? E i monti sono tutti verdi adesso? E gli uccellini? E i funghetti?”

SEMPLICIOTTA: “E del pastorello Zeffirino non mi chiedi nulla? Te lo ricordi?”

23

SAPUTELLA: “Oh certo! Va sempre al pascolo con le sue pecorelle?”

(appena dette queste parole, Zeffirino sbuca fuori dalla cesta dei fiori)

ZEFFIRINO: “Buon giorno Auretta!”

SAPUTELLA ( spaventata ): “Oh anche tu qui!”

ZEFFIRINO (canta): “Il buon vento dell’amoremi conduce al tuo castelloper portare nel tuo cuorenostalgia del paesello!”

“Non è questa la tua vita torna al nostro bosco in fioredove tutto c’è che invita alla pace ed all’amore!”

“Qua non puoi esser felicenel tuo viso il leggo giàanche se abiti un castelloe sposerai Re Vanità!”

SAPUTELLA (spaventata): “Fuggi, fuggi, Zeffirino! Se ti vedesse il Mago ti farebbe tagliare la testa!”

ZEFFIRINO (spavaldo): “Oh, io non ho paura di niente, e neppure del tuo Mago, quel vecchio buffone rimbambito!”

(Sempliciotta ride di gusto )

SEMPLICIOTTA: “Bravo, Zeffirino!”

(ma ecco che si spalanca di colpo la porta ed entra il Mago con il segretario)

SEMPLICIOTTA: “Mamma mia, ora stiamo freschi!”

MAGO (con voce tonante): “Chi mi manca di rispetto in questa stanza? Chi sono questi due fantocci? Come avete osato entrare nel mio Castello, miseri ignoranti? Vi farò gettare nella prigione più nera, tra i topi e gli scarafaggi!”

ZEFFIRINO (con un buffo inchino, prendendolo in giro): “Caro signor Mago, io non ho affatto paura di tutte le vostre smancerie. Voi siete un fantoccio pieno di paglia che abita nelle nuvole. E io sono Zeffirino, per servirvi, il pastorello dei monti che ama Saputella e che, vogliate o no, la sposerà!”

MAGO: “Impudente! Ora vi terrò prigionieri!”

24

(due valletti si impadroniscono di Zeffirino, che si dibatte, e lo portano via)(il Segretario prende Sempliciotta per il braccio, ma ella si libera con una brusca gomitata)

SEMPLICIOTTA (pulendosi dove lui la ha toccata): “Ohi dico! Con chi credete di avere a che fare? Chi credete di essere voi, con quella faccia imbalsamata? Non vi siete mai visto quanto siete brutto?”

SEGRETARIO (con un’aria importante): “Io sono fatto a modo mio! Se sono brutto me ne vanto. E’ la fiamma del sapere che mi ha lentamente consumato!”

SEMPLICIOTTA: “Io preferisco essere ignorante come sono, piuttosto che avere quel brutto naso che hai tu!” (due valletti si impadroniscono anche di lei e la portano via)

SEGRETARIO (toccandosi il naso perplesso): “Il mio naso è proprio tanto brutto? Svergognata ignorantella!”

MAGO (solenne): “Bada bene Saputella! Ricordati il patto con il quale sei venuta qui: se una lacrima sola bagnerà i tuoi occhi, tutto sarà finito per te!” ( esce imponente, seguito dal segretario )

(Saputella resta sola in scena, con la cesta dei fiori posata in un angolo. Siede triste sulla sponda del letto. Si sente in sordina la musica della sua romanza triste)

SAPUTELLA: “Poveri infelici! E io non posso fare nulla per loro! Come sono disgraziata! (si riprende) Per carità! Non devo piangere!”

VOCI DEI FIORI: “Saputella, Saputella,sei una bimba disgraziataper sembrare saputellail saper ti ha rovinata!”

SAPUTELLA: “Chi mi parla? I fiori? Anche voi mi volete bene e provate compassione per me. Ho un nodo alla gola e non posso neppure piangere, se non voglio perdere tutto!”

VOCI DEI FIORI: “Scende il pianto sulla gotacome goccia di rugiadacome il fiore si ristorala tua guancia s’è bagnata!

SAPUTELLA: “Oh no, non posso. Tutto sarebbe finito per me! Eppure mi farebbe così bene piangere!”

VOCE DEL MAGO (tonante): “Saputella, Saputella! Guai a te se piangerai!”

SAPUTELLA: “Oh, il Mago mi ascolta!”

25

VOCI DEI FIORI: “Se tu piangi appena un pocoil tuo cuore si ristora!Caccia via ogni timoree ritorna Auretta ancora!”

VOCE DEL MAGO: “Saputella, Saputella, nel mio regno non si piange mai! Ricordati!”

VOCI DEI FIORI: “La sapienza del tuo Magono, non vale proprio tanto,una lacrima ti bastaper dissolvere l’incanto!”

SAPUTELLA: “Oh, povera me! Proprio non posso!”(all’improvviso spaventata,emozionata): “Oh! Una lacrima mi ha bagnato la guancia! Mi è caduta da sola! Oh! come farò adesso! Anche altre lacrime! Quante, quante!”

(si spalanca la porta e compare il Mago con il Segretario)

MAGO (furibondo): “Saputella, non più Saputella, hai mancato al patto! Hai mancato al patto! Ora tutto è finito per te! Da questo momento non ti chiamerai più Saputella, ma tornerai ad essere per sempre la ignorante Auretta! (batte le mani) venga la lampada della vita e conducetemi i due prigionieri!”

(entra un’ancella che reca nelle mani una coppa d’argento in cui brilla una fiammella, e i lacchè conducono in scena Zeffirino e Sempliciotta; l’ancella depone la lampada sopra un ripiano)

MAGO (solenne a Saputella): “Questa è la lampada della tua vita, misera creatura! Siete condannati tutti e tre a restare rinchiusi in questa stanza per tutta l’eternità! Tu Saputella, hai preferito la vita alla Sapienza. Ebbene, bada: la vita è ingorda di lacrime. Se un solo momento mancheranno, la lampada si spegnerà e tu ti dissolverai nel nulla! Ho detto!” (esce tronfio con il seguito)

(il Segretario prima di uscire ripete):

SEGRETARIO: “Ho detto!” ( esce )

(restano in scena soltanto Saputella, Zeffirino, Sempliciotta e la cesta dei fiori)(una pausa)(i bambini sono sconvolti e tacciono guardandosi)(Zeffirino si avvicina a Saputella e la solleva da terra, dove lei è accasciata tra le lacrime)

ZEFFIRINO: “Non abbatterti, Auretta! Ci sono qua io con te, che ti amo tanto!”

26

SEMPLICIOTTA: “Certo che mi dispiace di non poter tornare dalle mie oche e dai miei maiali. Ma speriamo almeno, se dobbiamo vivere qua dentro per tutta l’eternità, ci diano bene da mangiare!”

SAPUTELLA (più calma): “Grazie, Zeffirino, e anche tu, povera Sempliciotta, perdonami se ti ho strappato alla tua vita semplice e felice. Adesso anch’io ne comprendo la bellezza a la rimpiango”

SEMPLICIOTTA: “Bello sforzo, adesso che è troppo tardi!”

(esce dal cesto il fiore centrale e viene nel mezzo della scena)

FIORE: “Ti sbagli Sempliciotta: non è mai troppo tardi per tornare ad essere buoni e naturali. Il furbo Mago vi ha nascosto una cosa molto importante: se la lampada sarà spenta da una persona che ama Auretta, tutto l’incantesimo si dissolverà e il Castello del Mago andrà in frantumi” ( attimo di stupore, il sorriso ritorna sul viso dei bambini)

ZEFFIRINO (felice correndo verso la lampada): “Io la spengo!” ( spegne la lampada )

(un grande boato e la scena resta al buio)

Valzer delle nuvole

(poi entrata di Re Vanità)

(un sipario rappresentante nuvole e tra queste i frammenti dei muri del Castello, sospesi nell’aria)(Re Vanità è seduto per terra, nel mezzo del palcoscenico, pesto e malconcio. Ha la corona per traverso, ma conserva ancora tra le mani il fazzolettino di pizzo che ha salvato dalla catastrofe)(a sinistra il Segretario è seduto sopra il suo grosso librone, posato per terra, e si strofina tutte le parti dove è indolenzito)(a destra, il Mago passeggia su e giù per la scena, assorto in un pensiero profondo e con segni di evidente collera. Tiene la sua lunga barba appoggiata al braccio per non calpestarla. Sono tutti sporchi di polvere)

RE VANITA’: “Ohimè! Quale scompiglio! Che frastuono! La mia acconciatura è completamente rovinata! Sono proprio impresentabile!”

SEGRETARIO: “Ohi, ohi! Non ne posso più! Che sconquasso! All’improvviso il Castello è saltato per aria! Ho tutte le ossa rotte! Lo sapevo che doveva finire così! Andava tutto troppo liscio in quel Castello del Sapere!”

(il Mago continua a passeggiare senza badare a loro)

RE VANITA’: “Non esiste più dignità nell’universo! Come è potuta accadere una cosa simile? Ohimè! E tu, servo, aiuta il tuo Re infelice ad alzarsi!”

27

SEGRETARIO: “Ohi! Non ho più un pezzetto di pelle che non sia ammaccato! ( cerca di alzarsi ) Non riesco ad alzarmi! Oh... che dolori! (è già giunto ad rialzarsi a metà, ma poi resta sospeso) ... e poi, ora che ci penso ... (caricaturando) il Castello è stato distrutto o non è stato distrutto?”

RE VANITA’ (con un filo di voce) “Si...”

SEGRETARIO (impaziente e scanzonato): “E allora rialzatevi da solo!”(e ripiomba a sedere soddisfatto sul suo librone) “Ohi!”

RE VANITA’ (scandalizzato): “Oh! Quali accenti volgari giungono al mio orecchio! Nera ingratitudine!” (si alza da solo a fatica e viene nel mezzo del proscenio, spazzolandosi via la polvere di dosso, zoppicando, ma sempre con distinzione, rivolto al pubblico): “Perdonate, se mi tolgo di dosso questa polvere in vostra presenza. Non guardate, vi prego! Volgete lo sguardo altrove, per non vedere la mia disgrazia…! Il Castello distrutto, il mio seguito svanito, il mio reame sconvolto... non sono più dunque Re Vanità? (specificando, come prendesse tra le dita le sue parole ineffabili) Re Vanità... (non trova le parole sufficienti) ... un Re come me ... qual Re infelice! Voilà!” (apre le braccia in un gesto sconsolato e le abbandona lungo i fianchi, l’immagine della vittima innocente )

MAGO (che ha passeggiato fino ad ora): “Quale segreta potenza ha potuto vincere il mio incantesimo? Non esiste più nulla di ciò che io avevo creato, tutto è svanito come nebbia al sole per il potere di quel misero pastore!” (si ferma) “Quale segreto impenetrabile è mai questo? ( adirato ) Ma io mi vendicherò in un modo tremendo di quei tre miserabili. Costruirò un Castello più grande di quello che mi fu distrutto e nulla potrà più resistere al mio potere magico... o mi strapperò pelo per pelo tutta la mia barba!!!”

RE VANITA’: “Ohimè! padre mio, ci vuol del tempo per costruire un Castello e nel frattempo io non potrò neppure cambiarmi d’abito!… io svengo!... (si prepara a svenire melodrammaticamente)

(la Favola di Saputella salta in scena in mezzo a loro)

LA FAVOLA DI SAPUTELLA (con voce squillante): “Basta, buffoni. Ebbene, cosa pretendevate di meglio per i vostri meriti?”

MAGO (bofonchiando stupito): “Oh! Oh! Chi siete voi?”

RE VANITA’ (tirandosi indietro scandalizzato): “Che maniere! Mi meraviglio di Lei, signorina!”

SEGRETARIO: “Ci mancava anche questa!”

LA FAVOLA DI SAPUTELLA: “Tacete e smettetela di lamentarvi! E tu, falso Mago del Sapere, ritorna al tuo vero nome che è Presunzione”

28

MAGO: “Oh! Ma dico io!...”

LA FAVOLA DI SAPUTELLA: “La disavventura di Saputella era necessaria per dimostrare che tutte le cose create dalla vanità e dalla presunzione non possono resistere a lungo. E’ bastato un soffio di sincerità per far crollare il Castello creato dalle vostre false magie! E restituiamo alla sua dignità il vero Sapere, svelando a questi signori (indica il pubblico) il tuo inganno”

RE VANITA’: (svanito): “Tutto ciò è inammissibile!”

SEGRETARIO: “Ho capito, siamo liquidati!”

LA FAVOLA DI SAPUTELLA: “Il tuo potere è finito, Mago impostore, a meno che non ti accada di trovare un’altra Saputella che voglia prenderti sul serio! Ma speriamo che questo non accada mai più! (si rivolge al pubblico) almeno tra i nostri gentili spettatori! Ed ora lasciamo al loro vuoto destino questi buffi personaggi e seguiamo Auretta, non più Saputella, e i suoi amici, nel viaggio di ritorno sulla Terra! Arrivederci, bambini!” (esce )

(durante tutto il discorso, Re Vanità fa continue mosse di disperazione, con le piccole esclamazioni che gli sono abituali e si sventola con il fazzolettino, come stesse per svenire. Quando la Favola è uscita, Re Vanità viene nel mezzo della scena)

RE VANITA’: (saluta languidamente, sventolando il fazzolettino): “Addio, amici!… Re Vanità vi saluta!... Così finisce Re Vanità! Adieu!...” (esce come svenisse)

MAGO (Viene nel mezzo della scena): “Ehm ehm (tossisce per cercare di darsi ancora importanza) ... io dico ... io sostengo ... (cerca le parole che non gli vengono, per dire qualcosa che lo riabiliti, ma evidentemente non trova nulla e si accorge che ormai il pubblico lo conosce per quello che effettivamente egli è, e allora abbandona la sua aria solenne, grattandosi la zucca, e alzando le spalle in una mossa scoraggiata) Bhe!... ormai mi conoscete!... Addio!” (infila le mani nelle grandi maniche ed esce lentamente, nuovamente solenne, perché tale è la sua figura di personaggio e resterà sempre un imbroglione, qualunque cosa accada)

(per ultimo, il Segretario si alza, viene a sua volta nel mezzo della scena, zoppicando con il suo grosso libro sotto il braccio)

SEGRETARIO (con un grande sospiro): “E dei tre il più scornato vi saluta mestamentee vi esorta il disgraziatoa non dar retta a certa gente”.

(esce mestamente zoppicando )

29

Quadro 3° MINUETTO DEI FIORI.

(la stessa scena del primo atto)(Zeffirino e Saputella sono seduti vicini sul tronco di albero, vestiti da pastorelli. Accanto a loro c’è la cesta dei fiori)

ZEFFIRINO: “Come sono felice! Oggi è il giorno più bello della mia vita perché tu sei finalmente la mia sposa e perché abbiamo compreso che il sapere non va disgiunto dalla semplicità di cuore.”

AURETTA: “Anch’io, Zeffirino ti voglio bene! Mi sento così felice e leggera. Non ricordo più nulla di tutte le cose che avevo imparato tra le nuvole. Ora sono nel mio cuore solo le cose buone e giuste della vita e del sapere! Ora so dove è la vera felicità! E’ a te che lo devo!”

(Sempliciotta, tutta affaccendata, compare sulla porta della casetta)

SEMPLICIOTTA: “Ohi, dico, voi due laggiù, posso venire anch’io o disturbo?”

AURETTA e ZEFFIRINO: “Vieni, vieni Sempliciotta!”

(Sempliciotta scende tutta allegra)

SEMPLICIOTTA: “Ohi, dico! A casa nostra si sta proprio bene! Qua almeno si respira. Quel Castello mi stava proprio sullo stomaco. Oh, ecco quelli del paese che vengono a farvi gli auguri. Evviva!”

DANZA SEMPLICIOTTA

(entrano le pecorelle che si mettono in fila davanti ai due pastori)

PECORELLE: “Tanti auguri al pastoree alla sposa sua dilettasempre viva il loro amorenella pace più perfetta.

ALBERO, FUNGHI, UCCELLI: “Siate buoni a tutte l’oresia giocondo il vostro cuoree seren sarà l’amore.Ballo dei contadini”

Entrano i contadini e le contadine:

CONTADINI CONTADINE: “Tanti auguri ai nostri sposi

30

di una vita fortunatama ora siam desiderosidi un’allegra bicchierata”

(entra la Favola di Saputella)

FAVOLA DI SAPutella: “Chi felice vuol restaredeve sempre ricordarevale più d’ogni tesoropace, amore e buon lavoro!

(i contadini riprendono a ballare e tutto il coro canta con essi)

CORO: “L’allegria noi portiamoper la festa degli sposiper la festa degli sposi l’allegria noi portiamo!”

“Chi si vuole divertiresol con noi dovrà veniresol con noi dovrà venirechi si vuole divertire!”

cala la tela

F I N E

31