La Domenica Settimanale

29
d'informazione con inchieste, reportage, cronaca, storie, interviste, cultura Case confiscate Palazzo Fienga Solo dovere Gli alloggi dei boss alle famiglie indigenti Leggi a pagina 8 Il clan Gionta torna al quadrilatero Leggi a pagina 10 Medaglia d’oro a Tiziano Della Ratta Leggi a pagina 13 Prima candelina La domenicasettimanale compie un anno... Leggi a pagina 14 - 21 N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno II Il partito trasversale del mattone selvaggio, prepara in Parlamento il colpo di spugna Con la pacificazione il reato non è più reato Il partito trasversale del mattone selvaggio, prepara in Parlamento il colpo di spugna Con la pacificazione il reato non è più reato Il partito trasversale del mattone selvaggio, prepara in Parlamento il colpo di spugna Con la pacificazione il reato non è più reato Il partito trasversale del mattone selvaggio, prepara in Parlamento il colpo di spugna Con la pacificazione il reato non è più reato Il cemento abusivo non è più abusivo

description

è un periodico d'informazione con inchieste, reportage, cronaca, storie, interviste, cultura. È il numero 11 – Maggio Giugno 2013 – Anno II

Transcript of La Domenica Settimanale

Page 1: La Domenica Settimanale

d'informazione con inchieste, reportage, cronaca, storie, interviste, cultura

Case con�scate Palazzo Fienga Solo dovere

Gli alloggi dei boss

alle famiglie indigenti

Leggi a pagina 8

Il clan Gionta

torna al quadrilatero

Leggi a pagina 10

Medaglia d’oro

a Tiziano Della Ratta

Leggi a pagina 13

Prima candelina

La domenicasettimanale

compie un anno...

Leggi a pagina 14 - 21

N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno II

Il partito trasversale del mattone selvaggio,

prepara in Parlamento il colpo di spugna

Con la pacificazione il reato non è più reato

Il partito trasversale del mattone selvaggio,

prepara in Parlamento il colpo di spugna

Con la pacificazione il reato non è più reato

Il partito trasversale del mattone selvaggio,

prepara in Parlamento il colpo di spugna

Con la pacificazione il reato non è più reato

Il partito trasversale del mattone selvaggio,

prepara in Parlamento il colpo di spugna

Con la pacificazione il reato non è più reato

Il cemento

abusivo

non è più

abusivo

Page 2: La Domenica Settimanale

I Sicilianigiovani

"A CHE SERVE ESSERE VIVI, SE NON C'E' IL CORAGGIO DI LOTTARE?"

www.isiciliani.it

SOTTOSCRIVI PER I SICILIANI GIOVANIIT 28 B 05018 04600 000000148119

LIBERTA'

19822012

L'ARIADELLA

Page 3: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 3

www.ladomenicasettimanale.it

La Gomorra alimentare

La falsificazione a tavola 11Omicidio Buonocore

Niente risarcimento 12Scuola modello Napoli

Istruzione bene comune 23Stadio San Paolo

Corsa contro il tempo 24Pugilato di rione

Cazzotti di pace 26La Giggin Capp

Una provocazione culturale 27Fiore...come me

Storie di dieci vite spezzate 28

LA SVISTA

Il primo compleanno

***

i siamo presi, che non diventi un'abitudine, un po' più di tempo. Dovevamo festeggiare

un anno di vita della Domenica Settimanale. Abbiamo spento la prima candelina pensando alle cose che abbiamo realizzato. Un pezzo di strada percorso sempre di corsa con piccoli mezzi e tanta, tanta passione per far sopravvivere quella sorta di artigianato editoriale che tanto ci piace. Una bottega online che in 12 mesi ha messo a segno importanti inchieste e soprattutto ha tentato di dare, non sempre riuscendoci, una lettura della realtà nascosta, quella che non si riesce a vedere. Un impegno costruito nei ritagli di tempo, incastrato tra lavori e lavoretti tanto per sbarcare il lunario. Ringrazio pubblicamente Lina Andreozzi che ha realizzato lo speciale ripercorrendo le tappe importanti del nostro breve cammino. Questo punto di svista è dedicato ai tanti che ci danno una mano e contribuiscono a tenere in piedi questa piccola esperienza editoriale nel sovraffollato mondo del giornalismo digitale. Il nostro prodotto avanza anche in relazione alla crescita e ai numeri importanti dell'intero progetto de “I Siciliani Giovani”, la creatura che all'ombra del grande Pippo Fava vive e significativamente marca una propria identità nel mondo dell'informazione nazionale. Sta venendo fuori un modello “I Siciliani Giovani”, uno stile, un nuovo modo di fare editoria militante che non guarda alle marchette o al padrone della baracca ma al territorio e tenta di snidare con inchieste e riflessioni le lobby del potere e i soliti amici degli amici. Questo è il nostro presente, questa è la nostra storia. Grazie e buona lettura.

C

Periodico d'informazione

con inchieste, reportage, cronaca,

storie, interviste, cultura.

Giornale in Pdf scaricabile da

www.ladomenicasettimanale.it

“Io sono qui, e lo

so anche, per

parlare per conto

di quelli che

parlare non

possono, e sono

molti, e sono

troppi; sarò qui,

resterò qui, anche

per loro.”

Enzo

Tortora

Editore

TUTTI GIU' X TERRA

Associazione Onlus - CF 94223580633

Direttore responsabile

Arnaldo Capezzuto

Redazione

vico Provvidenza, 16

80136 – Napoli

info 3495064908

mail

[email protected]

facebook.com/ladomenicasettimanale.itTwitter

twitter.com/ladomenica7

Consulente editoriale

Giulia RosatiSocial Media Manager

Lina Andreozzi

Progetto editoriale settimanale

GAJ - Graphic Art JuliaHanno collaborato:

Ferdinando Bocchetti, Filomena Indaco, Monica Capezzuto, Genny Attira,

Pier Paolo Milanese, Luigi Fonderico, Claudio Riccardi

N.11 - chiuso il 28 Giugno 2013 - Anno II

Reg. Stampa Tribunale di Napoli

n. 30 del 23 maggio 2012

Responsabile del trattamento dati

(D.LGS- 30/06/2003 n.196)

Arnaldo Capezzuto

LA FOTO

Page 4: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 4

di Arnaldo Capezzuto

ccoci a Pianura, periferia Occidentale

di Napoli, Italia, Europa 2013. Non

sono piccoli abusi edilizi veniali:

aggiustamenti eseguiti senza dichiarazione

d’inizio attività su immobili esistenti

oppure manutenzioni straordinarie. Qui c’è

la grande e organizzata industria del

mattone selvaggio, la stessa del post sisma

del terremoto degli anni Ottanta. Dietro il

paravento retorico della povera gente,

della disperazione sociale, del diritto alla

casa i professionisti del cemento hanno

costruito e continuano a costruire imperi. A

Pianura all’ombra della camorra – vedi i

sempreverdi clan Lago e Marfella – è stata

edificata una città nella città.

Un’urbanizzazione selvaggia senza regole.

Imposta e coperta dai “signorotti” della

criminalità organizzata. I

mammasantissimi del calcestruzzo come in

una grande partita di giro hanno gettato

migliaia e migliaia di metri cubi di

cemento. Mi chiedo cosa cazzo facevano i

nostri amministratori? Mi domando

perché chi doveva controllare e

intervenire non l’ha fatto. Solo parole,

opere e omissioni. Amen! Penso male.

Non è un caso isolato, anzi. Ecco

abusivopoli nel ventre della provincia di

Caserta, a 18 chilometri dal capoluogo, in

un comune che ha visto crescere la

popolazione di oltre 10mila abitanti in

venti anni, fino a sfiorare i 25mila

residenti. Orta di Atella è un grumo di

cemento. Case, case e ancora case. Il frutto

di un modello di sviluppo fondato sul

calcestruzzo. Otto fabbricati per un totale

di 1444 unità immobiliari, suddivisi in

appartamenti, box e negozi, realizzati

grazie a permessi illegittimi e a semplici

delibere di giunta relative a varianti al Prg

mai approvate dalla Provincia. Tra

sanatorie di occupanti abusivi e scempi

edilizi sorprende davvero poco come la

E

lobby cosentiniana capitanata

dall'ineffabile senatore e fresco presidente

della commissione giustizia Francesco

Nitto Palma continui ad insistere sulla

promulgazione di un condono tombale per

la Campania. Ciò invece che colpisce,

questo sì sorprende, l'apertura di credito

che il neo ministro della Giustizia

Annamaria Cancellieri ha dato al partito

trasversale del mattone abusivo.

Speculatori del calcestruzzo di tutta

Italia unitevi e fate affari: è

tempo di pacificazione nel paese

e di larghe intese. Uno scempio.

Un consociativismo aberrante.

Un sistema di clientele trasversali

saldate in caste di potere

incorporate nel dna dei partiti. Ne è

prova come sulle mega

lottizzazioni abusive, le

amministrazioni di ogni colore

politico hanno investito soldi

pubblici avviando una serie di opere di

urbanizzazione: da muri di contenimento, a

strade, piazzali e sottoservizi che ancora di

più hanno stravolto e deturpato l’assetto

del territorio. E pensare che proprio in

questi giorni prende vigore e forza un

ampio schieramento di forze politiche e

sociali che vorrebbe la riapertura del

condono edilizio per gli abusi perpetrati

negli anni. Nel frattempo la Regione

Campania non perde tempo. Con un

colpo di spugna ha legittimato le

occupazioni abusive di alloggi

assegnati con graduatoria

pubblica dando il ben servito a

chi le regole e le norme le

rispetta. Sullo stesso fronte il Pdl

campano insiste e rilancia: riaprire

i termini del condono edilizio del

2003 per aggirare una legge

regionale del 2004 che riteneva

insanabili gli immobili edificati

senza licenze e in aree vincolate. © Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

Comitati d'affare festeggiano nel nome della pacificazione

Il partito trasversale del mattone si prepara al colpo di spugna

Il cemento abusivo

non è più abusivo

Speculatori

del calcestruzzo

pronti a fare

le larghe intese e

i patti scellerati

per conto del

consociativismo

politico e

imprenditoriale

con occhietto

ai clan

Page 5: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 5

www.ladomenicasettimanale.it

onestà non paga. Ti serve una

casa? Sfonda la porta e occupa.

L'appartamento di edilizia residenziale è

abitato da una famiglia legittima

assegnataria del diritto alla casa ottenuto

attraverso un regolare quando raro bando

pubblico con relativo posto in

graduatoria? Chi se ne fotte. Li cacci a

calci in culo. E se non vogliono andare

via, aspetti che escano e ti impossessi

dell'abitazione. Con calma poi metti i loro

mobili, vestiti e effetti personali in strada.

Se malauguratamente qualcuno di loro ha

la pazza idea di contattare le forze

dell'ordine per sporgere denuncia, niente

problema : li fai minacciare da qualche

“cumpariello” inducendoli a dichiarare

che quelle persone sono amici-

parenti. Onde evitare però

sospetti con calma fai presentare

un certificato di Stato di

famiglia dove i “signori

occupanti” risultano dei

conviventi. Il trucco è palese.

Non regge l'escamotage dell'

appartamento ceduto

volontariamente. Certo. Gli

investigatori non dormono.

Questo è chiaro. Il solerte

poliziotto esegue l'accertamento. I nodi

alla fine vengo al pettine. La denuncia

scatta immediata. La giustizia è

lenta ma implacabile. Lo Stato

vince. Gli occupanti abusivi in

generale ammettono subito che

sono abusivi. Quindi? Nei fatti c'è

un organismo dello Stato - i

verbali delle forze dell'ordine, le

lettere di diffida degli enti

pubblici gestori degli

appartamenti - che certifica che a

decorrere dal giorno x , dal mese

x , dall'anno x l'abitazione che era

assegnata a tizio, caio e sempronio ora

con la violenza e il sopruso è stato

occupato da pinco pallino qualsiasi. La

malapolitica trasversalmente e

consociativamente per puri e bassi calcoli

L’

elettoralistici e non solo mascherati da

esigenze sociali, di povertà, di

coesione sociale e stronzate

varie compulsando e piegando

le istituzione si attivano e

varano con il classico blitz

leggi, norme, regolamenti che

vanno a sanare gli abusivi. Chi

ha infranto la legge, chi ha

prevaricato sul più debole, chi

ha strizzato l'occhio al

camorrista e al politiconzolo di

turno, chi non mai ha

presentato una regolare domanda di

assegnazione, chi neppure ha i requisiti

minimi per ottenere alla luce

del sole un'abitazione si ritrova

per “legge” un alloggio di

proprietà pubblica a canone

agevolatissimo. Accade in

Campania e dove cazzo poteva

accadere in Africa? Martedì 7

maggio è stato pubblicato sul

Burc n.24 la nuova sanatoria

per chi ha assaltato le case

degli enti pubblici. La

Regione Campania guidata dal

governatore Stefano Caldoro ha varato

all'interno della finanziaria regionale un

provvedimento che regolarizza e stabilisce

che può richiedere l'alloggio chi lo ha

occupato prima del 31 dicembre 2010.

Sanatoria RegionaleNon è abusivo chi occupa case

ABITAZIONI IN GESTIONE

Gli uomini della Camorra utilizzano il

patrimonio immobiliare pubblico a loro

piacimento mentre la permanenza degli

inquilini dipende dal destino degli stessi

clan a cui sono stati costretti ad

“affiliarsi”. Nel giro di pochi giorni il

boss che ha conquistato la supremazia

del territorio è in grado di eseguire fino

a 200 sfratti un una sola notte a

beneficio dei suoi parenti o amici.

Succede a Scampia a Ponticelli a

Traiano. Famigerato è il caso di Ciro

Sarno detto “o sindaco” che per anni ha

gestito personalmente la compravendita

degli appartamenti. Un fenomeno,

quello delle infiltrazioni camorristiche,

in espansione mentre arriva l’ennesima

sanatoria per gli irregolari, un vero e

proprio regalo alla malavita organizzata

assassas

assasa

“Sul Burc n.24

del 7 maggio

nella finanziaria

regionale ci sono

norme che nei fatti

autorizzano

la sanatoria

per tutti gli

occupanti

senza titoli al 31

dicembre 2010”

L'asterisco

di Arnaldo Capezzuto

Mani dei clan sugli alloggi

Le indagine della Procura La Procura di Napoli ha segnalato 3 mila

casi sospetti di appartamenti, in cui

risiederebbero famiglie criminali della

città. Sedicimila occupazioni abusive su un

totale di 60 mila alloggi popolari. A Napoli

una famiglia su quattro abita una casa

pubblica illegalmente. Non basta. La

malavita organizzata utilizzerebbe questi

spazi come nascondigli per i latitanti o

come centri di smistamento. Eppure la

legge è chiara: i condannati per

associazione mafiosa, con sentenza passata

in giudicato, non hanno il diritto di stare

nelle case popolari. Una legge che

purtroppo a Napoli è rimasta scritta su un

pezzo di carta, mentre i clan continuano a

gestire il mercato nero degli alloggi. Nei

rioni popolari, infatti, sono insediate alcune

delle grandi famiglie criminali della città.

“Gli onesti

che partecipano

al bando e

concorrono

alla graduatoria

si possono

vedere

l'appartamento

sottratto con

la forza

dall'abusivo”

Page 6: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 6

Nella città partenopea le abitazioni

pubbliche sono gestiti da due enti

diversi: 35mila appartamenti sono

di proprietà del Comune e 25 mila

allo Iacp. Ai 7mila sfrattati, si

aggiungono disoccupati, giovani

coppie, i coabitanti e le famiglie. Il

Comune procede come una lumaca.

Da sei anni a queste parte sono state

consegnate meno di 200 chiavi

Si badi bene che lo scorso anno era stato

deciso con una legge simile che poteva

ottenere la casa chi l'aveva assaltata entro

il 2009. L'interrogativo sorge spontaneo: se

puntualmente ogni anno varate una

sanatoria per gli abusivi ma perchè allora

pubblicate i bandi di assegnazione con

graduatoria se poi le persone oneste sono

destinate ad avere sempre la peggio?

Misteri regionali. C'è da precisare però che

la nuova sanatoria contiene delle norme

“innovative” e “rivoluzionarie” a tutela

della legalità (non è una battuta!) per

evitare che tra gli assegnatari in sanatoria

ci siano pregiudicati e che le occupazione

siano guidate dalla camorra. A questo

punto c'è davvero da ridere. Le norme per

entrare in vigore - però - hanno bisogno

del “si” degli enti locali. Ecco il Comune

di Napoli – ad esempio – ha detto “no”.

Non è pragmatismo ma è guardare negli

occhi il mostro. A Napoli non è solo

malavita ci sono casi davvero di estrema

povertà. Ma è facile adoperare, manipolare

e nascondersi dietro questi ultimi per far

proliferare camorra e fauna circostante. A

Napoli i clan ha sempre gestito le case di

edilizia pubblica. Ad esempio a Scampia

chi vive nei lotti di edilizia popolare sa

bene che la continuità abitativa dipende

dalle sorti del clan di riferimento. Chi

perde la guerra, infatti, deve lasciare gli

appartamenti ai nuovi padroni. Un altro

esempio è il rione De Gaperi a Ponticelli.

Qui il boss Ciro Sarno - ora fortunatamente

dietro le sbarre a scontare diversi ergastoli

- decideva le famiglie che potevano abitare

negli appartamenti del Comune di Napoli.

Una tarantella durata per decenni tanto che

il padrino Ciro Sarno era soprannominato

in senso dispregiativo 'o Sindaco proprio

per questa sua capacità di disporre di

alloggi pubblici. Stesso discorso per le

case del rione Traiano a Soccavo, le

palazzine di Pianura, i parchi di

Casavatore, Melito e Caivano. Di cosa

parliamo? Alle conferenze stampa ci si

riempie la bocca con parole come legalità,

anticamorra, lotta ai clan. Poi alla prima

occasione utile invece di mostrare

discontinuità, polso duro, mano ferma si

deliberano norme che hanno effetti nefasti:

alimentano il mercato della case pubbliche

gestite dai soliti professionisti

dell'occupazione abusiva borderline con i

clan.

Le persone che sono in graduatoria

e che sono in possesso dei requisiti

necessari ad entrare in una casa

popolare solo oltre 10mila. Di

questi 3 mila sono i cosiddetti

“scantinatisti”, famiglie che in

passato sono state costrette a vivere

in squallidi scantinati adattati a

casa. Intanto le liste d’attesa

aumentano quotidianamente di

nuovi legittimi pretendenti

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

Disposti a tutto : “Le case sono nostre”

Page 7: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 7

www.ladomenicasettimanale.it

“Si tratta dell'ennesima colata di cemento nascosta sotto il

nome di housing sociale - tuonano i rappresentanti dei

comitati civici della zona, Comitato civico Cambiamo

Mugnano, Rete Commons, Mugnano futura e Movimento

Cinque stelle - nuove cattedrali nel deserto, quando

invece bisognerebbe riqualificare le strutture già esistenti.

Diciamo no al miope consumo del territorio e sì ad un

piano urbanistico comunale eco-sostenibile, partecipato e

condiviso con i cittadini”. Per i partiti del centrosinistra,

Pd, Sel e Popolari democratici, è giunto invece "il

momento di coinvolgere tutte le realtà, politiche e sociali,

nella discussione del nuovo piano urbanistico, per

stabilire le priorità rispetto al futuro sviluppo urbanistico

del territorio". Proteste, perplessità alle quali replica il

primo cittadino di Mugnano Giovanni Porcelli: “Non

abbiamo ancora approvato alcun progetto, il Consiglio

comunale non si è

ancora

pronunciato. Il

piano tuttavia è

vantaggioso per

alcuni aspetti, in

primis per la

concessione del

cinque per cento

delle abitazione al

Comune e un

quindici per cento

in comodato

d'uso. Il resto

delle abitazioni rimarrebbe ai privati. Alcune persone, che

ora si lamentano, sono le stesse che per anni hanno

taciuto su quanto accaduto a Mugnano: case su case e

ville su ville che hanno cambiato il volto al territorio. Si

lamentano – conclude Porcelli - proprio ora che potrebbe

essere realizzato un progetto che lascia spazi verdi,

impianti e infrastrutture per la cittadinanza”.

© Riproduzione riservata

Housing sociale?

A Mugnano, il partito del mattone

sogna nuova vita

Le ordinanze d'abbattimento ad opera della Procura della

Repubblica di Napoli sono numerose. Territori devastati,

speculazioni edilizie, interi quartieri realizzati senza alcuna

autorizzazione e permessi di edificazione. I palazzinari non

si arrendono anzi si riorganizzano e tentano di ricostruire

il partito trasversale del mattone selvaggio. Un fenomeno

che in Campania si mischia con politica e camorra

IL PROGETTO SI SVILUPPA

A RIDOSSO DELL'AREA CIMITERIALE

SORGERÀ AL POSTO DI UN POLMONE VERDE

ousing sociale, colata di cemento o grande

occasione per lo sviluppo del territorio? A

Mugnano, città che ha già pagato dazio in termini di

vivibilità per il boom edilizio degli anni Ottanta e non

certo immune dal fenomeno dell'abusivismo, divampa la

polemica sull'imponente progetto previsto a ridosso

dell'area cimiteriale, uno degli ultimi polmoni verdi del

comune a nord di Napoli. Il piano edificatorio è avallato

da un bando regionale ed è stato vinto da alcuni privati,

proprietari dei terreni su cui dovrebbero sorgere centinaia

di nuovi alloggi (il 5 per cento è riservato all'edilizia

economico-popolare) ma anche alcune importanti

infrastrutture pubbliche: palazzetto dello sport, area

parcheggi, campi da tennis e un'area mercatale.

Infrastrutture di cui dovranno farsi carico proprio i

privati. Il progetto, che non ha ancora ottenuto la ratifica

del Consiglio comunale, ha scatenato le vibranti proteste

dei comitati civici della zona, già da anni impegnati sul

fronte ambientale ma soprattutto per la chiusura della

vicina discarica di Chiaiano.

Hdi Ferdinando Bocchetti

Page 8: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 8

Tra i beni passati nelle mani dello Stato

ci sono ville, box, appartamenti, terreni,

aziende sottratti in modo definitivo alle

potenti organizzazioni criminali

e famiglie meno abbienti negli alloggi

confiscati alla camorra. Si tratta di due

appartamenti sottratti, con sentenza

definitiva, al clan Polverino e già da tempo

sgomberati. I locali sono ubicati in via

Marano Pianura, all'interno del parco del

Sole, nella zona collinare della città. In

pratica nel feudo storico del clan che fa

capo a "Peppe 'o barone", il super boss

arrestato in Spagna e in carcere dal 7

marzo del 2012. Gli immobili oggetto di

confisca (due appartamenti e altrettanti

box) erano di proprietà della Pol Carni,

ma a tutti gli effetti facevano parte

dell''immenso patrimonio immobiliare

gestito dalla holding criminale egemone

tra Marano, Pianura e Quarto. Il verbale

di consegna è stato sottoscritto, nei giorni

scorsi, alla presenza dei vertici

dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati

e dei rappresentanti del Comune, retto da

oltre un anno dal commissario

straordinario Gabriella Tramonti. L'idea,

già contemplata nel verbale di destinazione

d'uso, è quella di renderli fruibili per le

fasce meno abbienti della città: in pratica

residenti a basso reddito che rientreranno

nelle graduatorie per l'assegnazione degli

alloggi per l'edilizia economico-popolare.

Il patrimonio immobiliare dell'ente

comunale si arricchisce, insomma, di

ulteriori strutture confiscate alla camorra,

raggiungendo la ragguardevole cifra di

oltre 100 proprietà: ville, box, terreni

sottratti alle potenti organizzazioni

criminali della zona, alcune delle quali -

dopo anni di immobilismo - saranno

finalmente affidate alle numerose

L

associazioni di volontariato e del terzo

settore che operano sul territorio. Tra

queste la lussuosa villa, con annesso

giardino, ubicata in via Marano-Quarto e

già da tempo liberata dagli ex occupanti. I

locali saranno gestiti dall'associazione

Aggregarci, che tenterà di ripercorrere le

orme della Nuova cucina organizzata

(Nco), il ristorante e centro di recupero per

disabili mentali di San Cipriano d'Aversa

ideato e fortemente voluto da una

cooperativa antimafia. Un altro

protocollo d’intesa è stato invece

siglato tra l’Ente comunale e il

Consorzio Sole, in questo caso

per la realizzazione di un

programma di riutilizzo a fini

sociali di due terreni (due

vigneti), entrambi situati nella

zona periferica della città. Il

tempo delle inerzie sul fronte del

riutilizzo dei beni confiscati,

dunque, sembra essere definitivamente alle

spalle, anche se le incognite per il futuro

non mancano di certo. Cosa accadrà una

volta ritornata al suo posto la politica?

Cosa ne sarà della linea tracciata dal

commissario prefettizio Gabriella

Tramonti? Domande a cui è difficile

rispondere. Quel che è certo è che, da

qualche mese a questa parte, le operazioni

di sgombero degli alloggi confiscati hanno

subito un'importante e decisiva

accelerazione. Proprio nei giorni scorsi,

al termine di un estenuante iter

giudiziario e amministrativo, il

Comune è riuscito a portare a

compimento le operazioni di

sgombero in due distinte

abitazioni: in un caso erano

occupate dagli eredi di un ramo

della famiglia Simeoli e nell'altro

da un ex prestanome del clan

Polverino. © Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

di Ferdinando Bocchetti

A Marano oltre cento proprietà dei clan finite all'amministrazione

Case confiscati del clan Polverino assegnate a chi non ha reddito

Le famiglie povere negli alloggi dei boss

L'associazione

Aggregarci

tenterà di

ripercorrere le

orme della Nco

il ristorante

e centro di

recupero per i

disabili mentali di

San Cipriano

d'Aversa

Page 9: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Giugno 2013 - N. 11 | Giugno 2013 - Anno IIAnno II 9

www.ladomenicasettimanale.it

Page 10: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 10

entre il senatore-imputato e già più volte condannato Silvio Berlusconi

finisce il suo lavoro ventennale - in un'atmosfera soporifera e di rinnovata pacificazione - di sfasciare un potere dello Stato quello giudiziario ad un'altra latitudine e longitudine se ne misurano gli effetti nefasti. Accade che per colpa di una giustizia depotenziata e delegittimata una pattuglia di boss e affiliati di alto rango ha lasciato le patrie galere. C'è un tempo tecnico - infatti - entro il quale occorre chiudere i tre gradi di giudizio. Se si supera il limite - a garanzia degli imputati e condannati non in via definitiva - il tribunale del Riesame può ordinare la scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Appunto. A Torre Annunziata e più precisamente a Palazzo Fienga, storica roccaforte della cosca dei “Valentini”: la gioia, l'allegria, la festa è stata incontenibile.Fuochi d'artificio e brindisi in strada con champagne. Lacrime e commozione. Risa sguaiate e proponimenti di ritornare “grandi”. Questa è camorra-camorra. Valentino Gionta ne è stato il capostipite. Moglie, figli, nipoti e luogotenenti nonostante la sua condanna a vari ergastoli hanno continuato nel suo solco “evangelizzando” criminalmente i territori. Negli anni Ottanta Valentino Gionta è un boss emergente. Potente e spregiudicato. I capi camorra lo guardano con sospetto. Ha una marcia in più. Palazzo Fienga, l'ex pastificio di Don Annibale, viene occupato e trasformato in quartier generale. Il suo sparuto gruppetto di affiliati diventa in poco tempo un clan organizzato. A Torre Annunziata comanda lui. E' un camorrista che ha l'occhio lungo. Si avvicina al potere politico e al potere economico. I “Valentini” diventano l'anello di congiunzione. Intuizione che i Casalesi trasformeranno in sistema. L’8 giugno 1985 in una tenuta di Marano, roccaforte del potentissimo clan dei Nuvoletta federato alla mafia siciliana di “Cosa Nostra”, viene stanato e arrestato. Due giorni dopo Giancarlo Siani, corrispondente a Torre Annunziata per il quotidiano “Il Mattino”, in un articolo solleva il dubbio che l’arresto del padrino sia avvenuto a causa di un tradimento dei Nuvoletta medesimi. “La cattura di Valentino Gionta potrebbe essere il prezzo pagato dagli stessi Nuvoletta per mettere fine alla guerra con clan dei Bardellino” scrive Giancarlo. Il 23 settembre successivo (quattro giorni dopo avere compiuto il suo ventiseiesimo

Mcompleanno), il giornalista viene ammazzato, sotto casa, nel quartiere del Vomero. Fa impressione vedere rimessi in libertà gente del calibro di Teresa Gionta e Aldo Agretti, rispettivamente figlia e nipote del padrino. A loro ne sono seguiti – in questi giorni – altri. La rabbia è tanta. Il “tutti liberi” rappresenta una grande sconfitta. Una doccia gelata per l'antimafia che nel 2008 era riuscita con il blitz “Altamarea” a stringere le manette ai polsi di ben 76 “Valentini”. Un successo investigativo in cui si documentava con dovizia di particolari come la cosca di Palazzo Fienga gestiva il narcotraffico, lo spaccio, il racket delle estorsioni e l'usura. Senza dimenticare la guerra verso altri clan rivali e quindi i ferimenti e i morti ammazzati. Tre generazioni alla sbarra, dai coniugi Valentino Gionta e Gemma Donnarumma, ai figli, e ai figli dei figli. Tutti imputati. Nel 2010 la prima sentenza di condanna di primo grado seguita dopo due anni dalla conferma in Corte d'Appello per molti anni di pena. Il corto circuito scatta giusto un mese fa. Ritardi accumulati, notifiche sbagliate, ingorghi burocratici, slittamenti tecnici, cavilli sanciscono a intervalli regolari le scarcerazioni. Mentre Teresa Gionta torna a Fortapàsc e rientra nella sua dimora (non si capisce perchè l'etnia Gionta non si riesca a buttarla fuori da palazzo Fienga) altri suoi pari tra loro il cassiere della cosca Vincenzo

Pisacane dalla Sardegn a è tornato a Torre Annunziata da uomo libero in attesa della Cassazione. Al quadrilatero delle carceri, è così soprannominato lo spazio dove sorge la roccaforte dei “Valentini” si è improvvisamente rianimato. Sembra essere tornati ai “fantastici” anni Ottanta quando Valentino Gionta era un padrino in ascesa e spavaldo in sella alla sua moto veniva ossequiato, onorato e seguito dal codazzo della sua scorta armata. Altri 41 imputati che in primo grado e in appello hanno incassato pene detentive inferiori ai 10 anni, aspettano lo stesso verdetto del riesame. L'iter è lo steso per tutti. Provvedimento di scarcerazione dei giudici del tribunale delle libertà dopo il rifiuto della corte d'Appello. Non meravigliatevi se c'è il rischio concreto che possa riesplodere una guerra di camorra oppure che si comincino a regolare i conti in sospeso. Si sa quelli non scadono mai. Ultima annotazione: in questa specie di governo politico e di pacificazione tra un attacco alla magistratura, un ministro dell'Interno che partecipa a un comizio, un presidente di commissione giustizia che visita in carcere un deputato inquisito per rapporti con i clan si riesce a trovare il tempo per inserire in agenda la lotta alle mafie e il sostegno con mezzi e uomini a chi la lotta la conduce davvero?

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

La Roccaforte della famiglia

Festa a Palazzo Fienga, liberi i boss

Il clan Gionta più forte dello Stato di Arnaldo Capezzuto

Page 11: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 11

La nuova frontiera della criminalità organizzata: la tavola avvelenata

La Gomorra alimentareL'agromafia cresce e diventa un grande affare per i clan d'Italia

a criminalità organizzata si fa spazio sulle tavole degli Italiani. É la Gomorra

del cibo: il mercato dei cibi contraffatti, un giro d’affari che porta nelle tasche della camorra 12,5 miliardi di fatturato l’anno. La mozzarella di bufala, “l’oro bianco di Napoli”, ricavata da cagliate provenienti dalla Germania, carne di cavallo nelle lasagne alla bolognese, concentrato di pomodoro spacciato come italiano ma ottenuto utilizzando passata cinese, formaggi confezionati con scarti avariati, dannosi per la salute; arance siciliane provenienti dal Marocco, olio extravergine italiano, secondo l’etichetta, ma che, in realtà, viene importato da Spagna e Tunisia. Napoli e Salerno le “capitali” della falsificazione dell’olio, specializzate nella tecnica della deodorazione, un meccanismo di manipolazione utilizzato per rendere gustosi olii che, invece, sono di scarsa qualità e totalmente privi della documentazione sulla tracciabilità delle materie prime. Per ogni prodotto veramente italiano ce ne sono in commercio almeno 3 contraffatti che di italiano hanno solo la denominazione o poco più. Il prosciutto di Parma, trasformato in un prodotto locale, con la falsificazione del marchio di provenienza. Tra le eccellenze italiane incappate nella rete delle

L contraffazioni non poteva mancare il vino. Un esempio su tutti: le falsificazioni dell’Amarone e della Valpolicella, ottenuti con particolari miscele di acqua ed etanolo. Il 50-60% dei prodotti che consumiamo non è “nostrano”, secondo la ricerca effettuata dalla Coldiretti, associazione di categoria dei prodotti italiani. É la mafia del cibo contraffatto e adulterato, la cosiddetta ‘agromafia’, e sta registrando una notevole crescita. Truffe su truffe, giocate sull’inesistenza, parziale o totale, dei controlli nella filiera della produzione e commercializzazione dei cibi; colletti bianchi, infedeli e collusi con la camorra, che operano

nel settore agro-alimentare e che stanno acquisendo un ruolo strategico. Nel caso dell’Italian Sounding – fenomeno dei prodotti che vengono spacciati per italiani, utilizzando terminologia e simboli dei marchi nostrani, ma che italiani non sono affatto – la contraffazione è possibile perché, a livello mondiale, non esiste una vera e propria

tutela dei marchi italiani certificati. Il giro d’affari dell’Italian Sounding supera i 60 miliardi di Euro l’anno su scala mondiale, più del doppio del nostro export agroalimentare nel mondo. Affari illeciti la cui regia è nelle mani della

criminalità organizzata. Le organizzazioni criminali operano in tutta la filiera alimentare, dalla raccolta alla produzione sino all’imballaggio e alla commercializzazione. Si rende necessario un maggiore coordinamento europeo, attraverso la creazione di una concreta rete dell’anticontraffazione, una task-force per contrastare truffe e falsificazioni. Senza la

contraffazione nel nostro Paese ci sarebbero 110mila posti di lavoro in più e le entrate per il fisco incrementerebbero di 1,7 miliardi di euro. La contraffazione sottrae oltre 5 miliardi di euro di valore aggiunto.

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

La mozzarella di bufala prodotta con la cagliata congelata proveniente dall'esteroe venduta dai caseifici come prodotto doc

Si stima un giro d'affari

che supera i 60 miliardi

di euro l'anno.

Un sistema redditizio

che fa gola alle cosche

di Filomena Indaco

Page 12: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-giugno 2013 -N. 11 | Maggio-giugno 2013 - Anno IIAnno II 12

Teresa Buonocore, uccisa nel 2010, per aver fatto condannare un pedofilo

La beffa, niente risarcimento I giudici d'Appello confermano la sentenza di condanna primo grado

L'ira di Pina: “Mia sorella è così vittima più volte”

' giustizia vera. E' stata confermata in appello la condanna per Alberto

Amendola e Giuseppe Avolio, accusati di aver eseguito l’agguato in cui, la mattina del 19 settembre 2010, fu brutalmente assassinata Teresa Buonocore. La madre coraggio di Portici si era costituita parte civile nel processo sugli abusi subiti da una delle sue figlie ad opera di Enrico Perillo, l’uomo che del delitto è ritenuto il mandante ed è stato condannato in primo grado all’ergastolo. I giudici della Corte d’assise d’appello hanno confermato i 21 anni e 4 mesi di reclusione per Amendola e i 18 anni di reclusione per Avolio, le pene che furono inflitte ai due imputati al termine del primo grado con rito abbreviato. I giudici hanno accolto la richiesta del sostituto procuratore generale, secondo il quale la sentenza emessa dal gup al termine del processo con rito abbreviato era equa. I familiari della donna uccisa

Esubiscono una beffa: nonostante la

conferma della condanna, le parti civili

non hanno ottenuto alcun risarcimento;

non era stato chiesto in primo grado

dall’allora difensore e di conseguenza

l’avvocato Francesco Cristiani, attuale

avvocato di parte civile, non ha potuto

chiederlo in appello. Il verdetto è stato accolto con amarezza dalla sorella di Teresa Buonocore, Pina, tutrice delle nipoti, che ritiene troppo miti le pene comminate nei confronti dei due imputati. “Teresa è vittima più volte, in

ogni udienza e in ogni processo

fatto” spiega Pina Buonocore annunciando l’intenzione di continuare la battaglia legale per restituire giustizia alla memoria della sorella. E' emerso dalle

indagini condotte dai pm Danilo De Simone e Graziella Arlomede con il procuratore aggiunto Giovanni Melillo che Teresa Buonocore, fu uccisa per essersi costituita parte civile nel processo contro il pedofilo

che aveva abusato di una delle sue bambine. L'uomo, Enrico Perillo, ha sempre respinto le accuse ma è stato condannato in primo grado all'ergastolo come mandante del delitto. Secondo i giudici la decisione di assassinare Teresa Buonocore fu gesto “turpe, spregevole e vile secondo il comune sentire della coscienza collettiva”. Nel dispositivo di primo grado si legge: “È nobile che la madre di una giovane vittima di un sì grave reato ne denunci l'autore e, costituendosi parte civile, agisca per garantire alla vittima quantomeno un risarcimento monetario”. Per i giudici, Perillo ha dato vita a “una escalation criminale” che non sembra essersi interrotta neanche con il più grave dei reati a lui contestati, vale a dire proprio l'omicidio. L'omicidio, si legge ancora nelle motivazioni della sentenza di primo grado, fu commissionato da Perillo, che era in carcere per gli abusi sessuali, ad Alberto Amendola tramite una lettera criptata. “Fai

fare i lavori alla casa in Calabria, trova il

muratore adatto, la pala non ti manca; ci

stanno 15.000 euro”. Il “muratore

adatto” fu individuato da Amendola in Giuseppe Avolio. Condannati per omicidio a 21 anni Amendola e a 18 anni Avolio, al termine del processo con rito abbreviato.

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

Il condannatoabusò di una delle bimbe della vittimaperché amicadelle sue figlie Approfittavadella loro presenza a casa

Alla piccola vittima

mostrò una pistola

dicendole che l'avrebbe

usata contro sua madre

se le avesse detto la verità

di Pier Paolo Milanese

Page 13: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 13

www.ladomenicasettimanale.it

iziano Della Ratta, 35 anni, è un appuntato dei carabinieri. La sua uniforme è la stessa che indossava Salvo D'Acquisto.

Senso del dovere, tensione morale, ideali. Tiziano vorrebbe camminare mano nella mano con la sua Vittoria e guardare crescere Alfonso, dieci mesi, uno scricciolo di bimbo. É trascorso un mese, solo un mese. Forse il nome di Tiziano Della Ratta neppure dice più nulla. Era solo un servitore dello Stato. Il verbo è al passato. Tiziano è stato centrato da una gragnuola di colpi di pistola esplosi dal revolver di Angelo Covato, 18 anni, incensurato e rapinatore. É stato un proiettile sparato a bruciapelo, a meno di un metro di distanza, a spappolargli il cuore. Tiziano con il collega, il maresciallo Domenico Trombetta, del Nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Maddaloni era intervenuto su una precisa segnalazione. É sabato 27 aprile, c'è gente in strada. Nel weekend c'è lo struscio. Davanti alla gioielleria “Ogm Momenti preziosi” di via Ponte Carolino a Maddaloni (Caserta) c'è uno strano movimento. Il titolare ha l'occhio lungo. Non è tranquillo. Chiama il “112” e racconta i suoi timori. C'è una gang che assalta i negozi di preziosi. Tiziano Della Ratta e il collega Domenico Trombetta stanno lavorando proprio ad indagini dedicate su quella banda di rapinatori. Si dirigono in zona e giunti all'“Ogm Momenti preziosi” entrano dalla porta secondaria per accedere dal retrobottega. Nel frattempo infuria la rapina. L'assalto è guidato da Angelo Covato, l'assassino di Della Ratta, che poi morirà una settimana dopo per le ferite riportate nel corso del conflitto a fuoco. Stesso tragico destino anche per Vincenza Gaglione, 30 anni, componente dello stesso commando che insieme al terzo uomo Antonio Iazzetta, 21 anni conducono l'irruzione nella gioielleria. Non erano soli. C'era un basista e altri sei uomini. Si muovono su due auto. É un vero e proprio gruppo di fuoco. Sono fuori di testa. Arrivano a colpire una gioielleria di sabato pomeriggio nel pieno dello shopping. Sparano oltre trenta colpi di pistola. Una follia. La Gaglione insieme a Iazzetta si fingono clienti. Nel frattempo entra anche Covato, ha una finta tracolla da ingessatura a un braccio e la visiera del cappellino calata sul volto e si guarda intorno. Frazioni di secondi. Scatta la rapina. Pistole semiautomatiche in pugno, seminano il terrore. Cominciano a rovistare nella cassaforte, ripuliscono il banco e le vetrinette. Accade l'inenarrabile. Dal retrobottega sbucano Della Ratta e Trombetta: intimano l'Alt. É la carneficina. Covato alza il braccio e comincia in modo irrefrenabile a sparare. Scarica l'intero caricatore. Un proiettile centra il cuore di Della Ratta che riesce anche a rispondere al fuoco. É il maresciallo Trombetta - ferito anche lui - a colpire sia Covato che Gaglione. É il caos. Sangue dappertutto. Fuggi fuggi della gente. Una carneficina. Tiziano Della Ratta a fine turno doveva tornare a Sant'Agata dei Goti, in provincia di Benevento. Da poco aveva acquistato casa. Come ogni sera Vittoria lo aspettava. Il piccolo Alfonso, dieci mesi, non voleva sentir leggere le favolette per addormentarsi ma ascoltare i racconti delle imprese del suo papà. Alfonso quel suo adorato papà non potrà più rivederlo, né abbracciarlo, né giocarci, né crescergli accanto. Quel suo giovane papà che non conoscerà più ha onorato con coraggio e senso del dovere la divisa che indossava. La stessa uniforme che Salvo D'Acquisto difese fino all'estremo sacrificio per salvare degli innocenti. Lo Stato per ricordare il sacrificio estremo di Tiziano Della Ratta ha consegnato alla giovane vedova e suo figlio la medaglia d'oro al valore militare e civile. Un militare che merita la riconoscenza dell'Italia tutta, l'attenzione dei tanti onesti che nonostante tutto credono fermamente nello Stato e nei suoi servitori dalle mani pulite. E per rispetto ad Alfonso, a sua madre Vittoria e ai tanti che volevano bene a Tiziano occorre non spegnere la memoria ma ricordare, ricordare, ricordare.

T

© Riproduzione riservata

Hanno ucciso

solo un carabiniere

stata una rapina un folle assalto

a una gioielleria

Tiziano Della Ratta, 35 anni interviene per bloccare

i furfanti ma un malvivente gli spara a bruciapelo

un colpo al cuore lascia moglie e figlio di 10 mesi

di Arnaldo Capezzuto

Page 14: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno II Anno II 14

La Domenica Settimanale

compie un anno

www.ladomenicasettimanale.it

Piccoli mezzi, tante idee e la volontà di far sopravvivere un

giornalismo militante dove il valore della notizia non è merce di

scambio. Un piccolo strumento editoriale che non vende le

notizie oppure le "aggiusta" ma le scrive. Una testata militante

che svela le menzogne. Con queste parole si apriva, il 21 aprile

2012, l'editoriale del numero zero di La Domenica Settimanale

Una missione chiara fin da subito di Carmela Andreozzi

<<<<aaaasss

SPECIALE

Page 15: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 15

www.ladomenicasettimanale.it

In questi giorni La Domenica Settimanale compie un anno. Il 23 maggio 2012 il Tribunale

di Napoli ha iscritto la nostra testata nel registro della stampa al n. 30. Una data non casuale.

Il progetto La Domenica Settimanale aderisce alla Rete de "I Siciliani giovani".

L’idea è quella di creare una rete informale di piccoli e grandi giornali di base e siti,

ciascuno di per sé autonomo ma tutti col buonsenso di completarsi a vicenda.

Così sempre più storie, esperienze, idee verranno messe a disposizione di un pubblico – e di

una società – sempre più appassionato e sempre più vasto.

La Domenica Settimanale è un periodico

indipendente e schierato dalla parte della legalità

L'archivio di tutti i numeri sfogliabili gratuitamente è consultabile al seguente indirizzo:

www.ladomenicasettimanale.it/index.php/archivio-pdf

SPECIALE

Page 16: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 16

www.ladomenicasettimanale.it

La Domenica Settimanale N.0 - Aprile 2012

Primo numero zero dedicato a

Luigi Cesaro. Azzardi lessicali,

papere e svarioni della più

elementare grammatica, ma

soprattutto indagini sulla camorra

e affari di famiglia. Ampi servizi

sul cardinale di Napoli Crescenzio

Sepe; sui brontosauri della politica

formato prima Repubblica; sugli

affari dell'immobiliarista corrotto

Alfredo Romeo e sul sindaco di

Napoli Luigi de Magistris.

La Domenica Settimanale N.0 - Maggio 2012

Secondo numero zero dedicato

all'intoccabile Nicola Cosentino.

Le amnesie del cantante Gigi

D'Alessio sulle sue frequentazioni;

la storia di Mena uccisa e

calunniata; nomina ad personam

di Claudio De Magistris; scandalo

dei finti preti, operazione Furfaro;

al via Ztl della discordia; strage

dei cronisti messicani.

SPECIALE

Page 17: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 17

www.ladomenicasettimanale.it

La Domenica Settimanale N. 1 - 20 Giugno 2012

Nel numero uno è presente un

interessante reportage sui Bingo

tra Napoli ed i comuni della

provincia e sulla vicenda connessa

dell'onorevole Amedeo Laboccetta

detto slot machine. L'avventura

del libro “Il Casalese” continua: il

giudice con un provvedimento ha

sentenziato l'inammissibilità delle

richieste-mobbing della famiglia

Cosentino.

La Domenica Settimanale N.2 - 20 Luglio 2012

Numero due dedicato all'inchiesta “Mani sulla

città”: affari, favori, comitati, cricche e progetti

all'ombra del Vesuvio dove non si distingue il

nuovo ed il vecchio, anzi paurosamente si

confondono. Le vicende tragiche di Andrea Nollino

ennesima vittima innocente della camorra; di

Domenico Noviello sacrificatosi per non cedere ai

Casalesi e di Alessandra Sorrentino ammazzata dal

marito. Racconto-riflessione di Jacopo Fernandez

su Scampia e Lungomare liberato.

Finiscono i numeri zero

SPECIALE

Page 18: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno II Anno II 18

www.ladomenicasettimanale.it

La Domenica Settimanale N. 3 - Ago✜to 2012

Numero tre dedicato al Teatro San Carlo di Napoli:

incompatibilità nei ruoli, sprechi, nomine politiche,

nomine sentimentali, appalti, amici degli amici.

Inoltre trattiamo quattro storie di camorra: la

rinascita del Quarto calcio grazie a Luigi Cuomo;

la testimonianza di Giovanni Estate, fratello di

Maurizio, trucidato nel 1993 per aver bloccato due

scippatori-affiliati; il ricordo di Gigi e Paolo

ammazzati dai killer dodici anni fa a Pianura e i

bimbi rom cacciati da scuola dalle donne dei clan.

La Domenica Settimanale N.✢ - Settem✣✤e 2012

Numero quattro dal titolo: “Gli sfrantumati” ovvero

quei parlamentari compromessi che già “lavorano”

per la loro rielezione nonostante indagini, rinvii a

giudizio e mancati arresti. All'interno di questo

numero ci sono due storie di camorra: un'inchiesta

che svela come la giovane camorra vuole

conquistare i territori dei vecchi padrini e

l'inaugurazione di un centro per minori che si

affaccia su una piazza dedicata a Rocco Chinnici,

l'ideatore del pool antimafia di Palermo.

SPECIALE

Page 19: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IAnno I 19

www.ladomenicasettimanale.it

La Domenica Settimanale N. � ✁tto✂✄e 2012

La prima pagina del numero cinque è

tappezzata con le foto delle nuove leve

dei clan, colpevoli della morte di Lino

Romano. Una ricostruzione a firma di

Antonio Di Costanzo spiega perché è

scoppiata l'ennesima faida a Scampia,

senza dimenticare però l'impegno

dell'associazionismo.

Lo sapevate che i politici inquisiti e

arrestati alla Regione Campania

ricevono, nonostante tutto, lo stipendio?

La Domenica Settimanale N. ✥ No✦em✂✄e 2012

La copertina del numero sei ritrae

Diego Armando Maradona mentre

brinda con il gotha del clan Giuliano di

Forcella. Nicola Cosentino è stato

rinviato a giudizio per l'inchiesta “Il

Principe e la ballerina”. Reportage sulla

“Terra dei Fuochi”. La storia di Nicola

Nappo, 23enne, ucciso per errore tre

anni fa. La pax mafiosa sancita a

Marano e i nuovi guai per la Romeo

Spa.

SPECIALE

Page 20: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno II Anno II 20

www.ladomenicasettimanale.it

La Domenica Settimanale N. ☎ Dicem✆✝e 2012

La copertina del numero sette è

abbastanza eloquente: Impresentabili.

Sono quei parlamentari che nonostante

abbiano sul collo inchieste, rinvii a

giudizio e processi, si ricandidano per la

quinta volta al Parlamento. E il

rinnovamento? E la legalità? E i volti

nuovi nelle istituzioni? Chiacchiere

formato panna montata. All'interno c'è lo

speciale de "I Siciliani" dedicato a Pippo

Fava in occasione dell'anniversario del

suo omicidio.

La Domenica Settimanale N. ✞ Gennaio ✟epp✝aio 2013

Nel numero otto tentiamo di capire se don

Luigi Merola, il parroco anticamorra,

racconta bugie; scriviamo di Nicola

Cosentino e illustriamo all'ombra delle

urne i trucchetti della compravendita dei

voti. Tutti i parlamentari uscenti con seri

problemi giudiziari temono che le patrie

galere si spalanchino per accoglierli.

Mentre Papa Ratzinger si dimette, il

cardinale Sepe resta - senza imbarazzo -

al timone della Curia partenopea, pronto a

votare il nuovo Pontefice.

SPECIALE

Page 21: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno II Anno II 21

www.ladomenicasettimanale.it

La Domenica Settimanale N.✠ - 30 Mar✡☛ 2013

Il numero nove è dedicato a Nicola

Cosentino detenuto. Una sconfitta per la

politica e principalmente per chi a lui ha

affidato la rappresentanza. Affrontiamo

l'apocalisse della distruzione della Città della

scienza: pista interna, pista esterna, l'attacco

degli speculatori? Non si sa! Sul fronte

anticamorra c'è l'arresto del carnefice di

Lino Romano, il giovane trucidato per errore

lo scorso 15 ottobre perché scambiato con il

vero obiettivo del raid. Mentre langue

l'azione del sindaco Luigi De Magistris e

della sua Giunta, registriamo il definitivo

stop alla costruzione del nuovo stadio a

Ponticelli.

La Domenica Settimanale N.10 - 30 A☞rile 2013

Il numero dieci apre con la notizia della

bocciatura del Registro Regionale delle

neoplasie. Uno schiaffo assestato al volto di

chi è ammalato di tumore che in Campania

equivale a una vera e propria epidemia.

Proseguono gli sviluppi della vicenda del

detenuto Nicola Cosentino. Nuova condanna

incassata da Alfredo Romeo mentre si

aggiudica in contemporanea una nuova

commessa imprenditoriale. Abbiamo inoltre

provato a capire perché il sindaco di Napoli

Luigi de Magistris è nel mirino di attacchi

violenti e di un rancore sociale crescente.

SPECIALE

Page 22: La Domenica Settimanale

I Sicilianigiovani

www.isiciliani.it

I Siciliani giovani è un giornale, è un pezzo di storia,ma è anche diciotto testate di base - da Milano aModica, da Catania a Roma, da Napoli a Bologna, aTrapani, a Palermo - che hanno deciso di lavorareinsieme per costituire una rete.

Non solo inchieste e denunce, ma anche il raccontoquotidiano di un Paese giovane, fatto da giovani, vissuto inprima persona dai protagonisti dell'Italia di domani. Fuori daipalazzi. In rete, e per le strade.

facciamorete!In rete, e per le strade

I Siciliani giovani che cos'è

Page 23: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 23

n anno scolastico turbolento, bisestile

in tutti i sensi, quello che sta per

concludersi. Iniziato con le proteste delle

maestre precarie senza riconferma del

contratto, i ritardi legati all’inizio della

refezione e conseguente slittamento del

tempo pieno; i disagi delle mamme

lavoratrici che s’inventano la refezione

autogestita. Tutto ciò nella Napoli in

grande spolvero dell’America’s cup e della

pista ciclabile, una città che voleva

riscattarsi dopo anni di “monnezza” sulle

prime pagine di tutto il mondo. Sblocca la

situazione il coraggio di un atto

giuridico portato avanti dalla Giunta

guidata dal sindaco Luigi De Magistris

che individua nella scuola un “servizio

essenziale ed infungibile” e porta al

funzionamento a tempo pieno della scuola

comunale e alla contemporanea assunzione

U di 315 maestre precarie, nonostante lo

sforamento del patto di stabilità e il rifiuto

da quello che diventerà l’ex direttore

generale Riccio a firmarne i contratti a

tempo determinato ritenuti illegittimi. I

fatti, nella sentenza della Corte dei

Conti che il 24 maggio giudica

quell’atto legittimo e garante di un

diritto costituzionalmente riconosciuto,

hanno dato ragione all’azione

intraprendente di un sindaco e una

giunta che non ha avuto paura di

mettersi in gioco e garantire e tutelare il

carattere pubblico della scuola

comunale. Sarebbe stato molto più

semplice dismettere. Lo dicono i fatti.

Torino, Genova, Modena, Reggio Emilia,

Bologna. Tutti avviati sulla strada

dell’affidamento dei servizi comunali per

l’infanzia –asili nido e scuole materne –

alle cooperative e alle ASP, aziende

speciali compartecipate del comune. Con

gravi disagi per bambini, educatori e

maestre disoccupate da un giorno all’altro,

famiglie che non vedono garantiti gli

standard minimi a cui erano abituati. Ma,

negli ultimi giorni di maggio, le acque,

apparente calme nelle scuole del comune

di Napoli, si agitano nuovamente. Una

circolare diffusa in alcuni circoli didattici

fa tremare insegnanti di ruolo e

ripiombare nell’incubo disoccupazione

decine di insegnanti precarie. Sulla base

delle incertezze legate

all’approvazione del

piano di rientro, si

procedeva a regolare le

ammissioni dei bambini

per il prossimo anno

scolastico solo in base

al numero delle

insegnanti di ruolo e

non alla effettiva

ricettività della

struttura. Ciò di fatto avrebbe

drasticamente ridotto il numero degli

ammessi e azzerato gli incarichi annuali.

La notizia, già nell’aria, si diffonde a

macchia d’olio. L’allerta è presto lanciata

da comitati e organizzazioni sindacali, ma

prontamente smentita dall’amministrazione

comunale nella persona del sindaco De

Magistris che, condividendo l’impegno

con l’assessore all’istruzione Palmieri e il

direttore generale Auricchio, ribadisce

l’impegno dell’amministrazione in difesa

della scuola pubblica e della tutela del

lavoro precario, impegnandosi anzi a

trovare strade che portino ad una futura ed

auspicata stabilizzazione per tutelare le alte

professionalità su cui il Comune stesso ha

investito in termini di formazione. Arriva

anche l’accordo sottoscritto

dall’assessore Palmieri e l’assessore al

lavoro Panini con CISL e Uil riguardo i

nodi cruciali della questione scuola:

rifiutare culturalmente la camorra come

alternativa di vita.

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

La tutela la scuola pubblica

Scuola, il modello Napoli

i diritti al tempo dell'austerity L'istruzione tra le macerie della spending review

di Monica Capezzuto

Una circolare

fa tremare le

insegnanti di

ruolo e

ripiombare

nell'incubo

disoccupazione

decine e decine

di storiche

maestre

precarie

Page 24: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 -N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 24

il secondo stadio d’Italia per capien- za, il San Paolo, collocato nel cuore

del quartiere Fuorigrotta, è il campo di calcio dove gioca la squadra del Napoli. Quest'anno la squadra azzurra accede dalla porta principale alla Champions League: un cospicuo bonus economico per la società che da anni fa del fairplay finanziario la propria bandiera. La gioia dei tifosi è palpabile: poter cantare di nuovo l’inno della Champions, calcare i palcoscenici d’Europa, sognare i tempi d’oro quando Maradona e compagni regalarono un sogno mai più rivissuto. Le ombre però si addensano proprio sul San Paolo. La Uefa chiede pesanti interventi per mettere a norma lo stadio. Alcuni interventi già sono stati messi in atto come di recente ha ribadito l’assessore allo Sport del Comune di Napoli Tommasielli sottolineando che si va nella direzione giusta e nel rispetto dei tempi. Il verdetto il 30 giugno. In caso contrario, il patron Aurelio De Laurentiis ha indicato lo stadio “Barbera” di Palermo come sede alternativa. Una prospettiva che fa rabbrividire la città. Immaginate tifosi costretti alla trasferta con una negativa ricaduta economica che avrebbe sull’indotto legato all’evento Champions. Il San Paolo fa rabbrividire e non per l’emozione: erbacce cresciute qui e lì, cancelli su cui le intemperie hanno lasciato il segno; alla struttura portante e ai muri mancano qui e lì pezzi di intonaco, le scale che portano agli anelli superiori fetide, danneggiate e poco praticabili, anguste e ripide. Salirle a gruppi impossibile. Non mancano le rifiniture, manca l’indispensabile per garantire il confort minimo al tifoso. I bagni, alla turca, tenuti in condizioni pietose, senza un addetto che ne garantisca l’igiene costante. Uno spettacolo poco edificante e per nulla accogliente per i tifosi che spesso arrivano allo stadio con le famiglie. La triste realtà non vieta di pensare in grande. Infatti, nei sogni del presidente Aurelio De Laurentiis ci sarebbe uno stadio San

E' Paolo riadattato sui grandi modelli europei - Barcellona e Monaco con negozi e ampi parcheggi a scapito di una capienza ridotta nel rispetto delle norme di sicurezza. Il progetto, da 100 milioni di euro, sarebbe stato studiato dall’Astaldi

group, specialista tra l’altro nel settore delle infrastrutture. Nulla vieta di sognare, ma tra uno stadio nuovo di zecca e lo scudetto, la risposta dei tifosi sarebbe scontata…

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

La torcida azzurra ha lo stadio sgarrupato

Stadio San Paolo a rischio chiusura Corsa contro il tempo per la Champions

L'assessore: “I lavori procedono” di Monica Capezzuto

Page 25: La Domenica Settimanale

Ai lettori 1984

Caro lettore, sono in tanti, oggi, ad accusare la Sicilia

di essere mafiosa: noi, che combattiamo la mafia in

prima fila, diciamo invece che essa è una terra ricca di

tradizioni, storia, civiltà e cultura, tiranneggiata dalla

mafia ma non rassegnata ad essa. Questo, però,

bisogna dimostrarlo con i fatti: è un preciso dovere di

tutti noi siciliani, prima che di chiunque altro; di fronte

ad esso noi non ci siamo tirati indietro.Se sei siciliano, ti chiediamo francamente di aiutarci,

non con le parole ma coi fatti. Abbiamo bisogno di

lettori, di abbonamenti, di solidarietà. Perciò ti

abbiamo mandato questa lettera: tu sai che dietro di

essa non ci sono oscure manovre e misteriosi centri di

potere, ma semplicemente dei siciliani che lottano per

la loro terra. Se non sei siciliano, siamo del tuo stesso

Paese: la mafia, che oggi attacca noi, domani

travolgerà anche te.

Abbiamo bisogno di sostegno, le nostre sole forze non

bastano. Perciò chiediamo la solidarietà di tutti i

siciliani onesti e di tutti coloro che vogliono lottare

insieme a loro. Se non l'avremo, andremo avanti lo

stesso: ma sarà tutto più difficile.I Siciliani

Ai lettori 2012

Quando abbiamo deciso di continuare il percorso,mai interrotto, dei Siciliani, pensavamo che questaavventura doveva essere di tutti voi. Voi che ci aveteletto, approvato o criticato e che avete condiviso connoi un giornalismo di verità, un giornalismo giovanesulle orme di Giuseppe Fava.

In questi primi otto mesi, altrettanti numeri deiSiciliani giovani sono usciti in rete e i risultati cilasciano soddisfatti, al punto di decidere di uscire entrol'anno anche su carta e nel formato che fuoriginariamente dei Siciliani.

Ci siamo inoltre costituiti in una associazioneculturale "I Siciliani giovani", che accoglierà tutti icomponenti delle varie redazioni e testate sparse danord a sud, e chi vorrà affiancarli.

Pensiamo che questo percorso collettivo vadasostenuto economicamente partendo dal basso,partendo da voi. Basterà contribuire con quello chepotrete, utilizzando i mezzi che vi proporremo nelnostro sito.

Tutto sarà trasparente e rendicontato, e per esserecoerenti col nostro percorso abbiamo deciso diappoggiarci alla "Banca Etica Popolare", che con i suoiprincipi di economia equa e sostenibile ci garantiscetrasparenza e legalità.

I Siciliani giovani

I Sicilianigiovani

www.isiciliani.it

Una pagina dei Siciliani del 1993Nel 1986, e di nuovo nel 1996, i Siciliani

dovettero chiudere per mancanza di

pubblicità, nonostante il successo di

pubblico e il buon andamento delle

vendite. I redattori lavoravano gratis, ma

gli imprenditori non sostennero in alcuna

maniera il giornale che pure si batteva per liberare anche

loro dalla stretta mafiosa.

Non è una pagina onorevole, nella storia dell'imprenditoria

siciliana.

Chi sostiene i Siciliani

SOTTOSCRIVI IT 28 B 05018 04600 000000148119Associazione I Siciliani Giovani/ Banca Etica

Page 26: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 26

di Genny Attira

er una domenica nella bellissima piazza dove si erge la Basilica di

Santa Maria della Sanità ha ospitato un ring dove si sono affrontati in mini match pugili napoletani. All'ombra del Ponte della Sanità si è svolto il primo trofeo “Boxe Sanità”. L'iniziativa ha attirato curiosi e appassionati che molte ore prima dell'inizio degli incontro si sono riversati nella piazza-ring. Circa un migliaio di persone si sono affollate nel cuore del rione popolare che tra l'altro diede i natali

Pal grande Antonio De Curtis in arte Totò. La manifestazione pugilistica è stata organizzata dalla Napoliboxe di Lino Silvestri in collaborazione con la III Municipalità. Sul ring dodici incontri di pugili napoletani che hanno sfidato avversari provenienti da altre regioni. Il bilancio finale per la Napoliboxe è positivo, con sei vittorie, un pari e sole tre sconfitte, oltre a due vittorie negli incontri fuori tabellone. Presente come testimonial l’ex campione europeo Ciro De Leva. Il trofeo ha anticipato l’impegno che la Napoliboxe assumerà nei prossimi mesi

nel quartiere. La società aprirà – infatti - una nuova palestra all’interno dell’Istituto Caracciolo, dove si terranno lezioni di pugilato gratuite in orario scolastico, coinvolgendo gli alunni dell'istituto scolastico.

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

✌✍✎ ✏✑ Napoliboxe

Laboratorio di nuovi campioni

Nel quartiere Montesanto, dal 1985 esiste la palestra di pugilato Napoliboxe, condotta da Lino Silvestri figlio di Geppino il noto istruttore che ha portato al successo internazionale diversi pugili tra i quali Patrizio Oliva. Il giovane Silvestri ama la boxe ed anche la sua città e fondando questa palestra in uno dei quartieri più disagiati e a rischio di Napoli, cerca di lavorare sul recupero educativo di giovani demotivati e privi di riferimenti sociali, altrimenti destinati ad allargare le file della malavita cittadina. Il pugilato è uno sport che insegna a rischiare e a insistere e quindi a vivere, e questo i ragazzi della Napoliboxe lo sanno bene e ne sono contenti.

Sfide all'ombra della monumentale Basilica tra

pugili partenopei nel primo trofeo “Boxe Sanità”

Piazza della Sanità trasformata in un ring

I pugni della speranza L'educazione della strada

La filosofia

Page 27: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno IIAnno II 27

Se l'anno scorso la “Giggin Vitton Cap”

era nata come una manifestazione

goliardica oggi è diventata luogo di

partecipazione e di riflessione collettiva

dei movimenti dal basso

anotti e canoe, salvagenti, braccioli

nelle acque davanti al litorale flegreo

di Napoli e Pozzuoli è andata in scena la

seconda edizione della “Giggin Vitton

Cap”. Una goliardica regata promossa dal

collettivo BaFuCa (Bagnoli, Fuorigrotta,

Cavalleggeri) nata con l'intento di fare il

C

verso alle World Series di America’s Cup

mettendo al centro dell'evento temi

d'attualità come la bonifica dei suoli dell'ex

acciaieria dell'Italsider. Non solo regate ma

soprattutto dibattiti su comunità e

territorio e da incontri con musica,

performance artistiche e degustazione di

prodotti flegrei. “La nostra Coppa America

è la bonifica” recita lo slogan scelto per

questa edizione. La rete di associazioni e

cittadini che ha partecipato alla

competizione “de noantri” a fine gara però

ha lanciato un messaggio chiaro alle

istituzioni: “Vogliamo accendere con il

sorriso i riflettori su tematiche ambientali e

rapporto tra comunità e territorio - hanno

detto i partecipanti - Chiediamo la

rimozione della colmata e la creazione di

una grande spiaggia pubblica tra Nisida e

Pozzuoli. Basta chiacchiere - concludono

tra una remata e l'altra - E' ora di passare

ai fatti”. Alla fine una grande festa

conclusa con un'assemblea pubblica dove

hanno partecipato artisti, professionisti,

studenti, residenti, ambientalisti, anziani,

ragazzi.

© Riproduzione riservata

www.ladomenicasettimanale.it

Gli interventi di bonifica non hanno fatto altro che aggravare la contaminazione dei terreni. Tanto che sussiste un "pericolo ambientale con una immensa capacità diffusiva che coinvolge l'ambiente e l'integrità della salute di un numero non individuabile di persone". E' quanto scrivono i magistrati della procura di Napoli - il pm Stefana Buda e i procuratori aggiunti Francesco Greco e Nunzio Fragliasso - nel capo di imputazione, relativo all'ipotesi di disastro ambientale, nell'ambito dell'inchiesta sull'inquinamento a Bagnoli.

di Claudio Riccardi

Sul litorale dei campi Flegrei di Napoli e Pozzuoli

al via la regata degli ultimi promossa da BaFuCa

Successo per la Coppa America dei poveri

Trionfo Giggin Cap Bagnoli aspetta la bonifica

L'inchiesta

Page 28: La Domenica Settimanale

La Domenica La Domenica Settimanale Settimanale N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - N. 11 | Maggio-Giugno 2013 - Anno II Anno II 28

www.ladomenicasettimanale.it

Fiore...come me Storie di dieci vite spezzate

Storia di un quartiere e di una faida

rriva in libreria Scampia – Storia di un quartiere e di una faida Libro + DVD di

Massimo Ravel e Antonio Di Costanzo. La quarta di copertina: Conosciuto come il maggiore e più assortito supermarket delle droghe del vecchio continente, Scampia è anche uno tra i più lucrosi investimenti per la camorra. Un business milionario, che i cartelli criminali della periferia a nord di Napoli hanno costellato di centinaia di croci. Ma Scampia è anche il simbolo della disfatta dello Stato e della politica, che da anni – senza successo – tentano, con progetti di scarsa efficacia, di riappropriarsi di un angolo di territorio completamente sfuggito ad ogni forma di controllo. A contrastare lo strapotere dei clan e dei pusher resistono solo pochi coraggiosi che combattono una guerra feroce con spade di latta. Realizzato in forma di reportage giornalistico, con linguaggio chiaro e diretto, Scampia – Storia

A di un quartiere e di una faida rappresenta un importante contributo alla conoscenza di una realtà spesso sconosciuta agli stessi napoletani. Il quartiere è purtroppo teatro di scontri sotterranei e nell'immaginario collettivo è il luogo della vendita di stupefacenti. Ma il quartiere della periferia Nord di Napoli è anche e soprattutto altro. Ogni giorno ci sono tanti volontari cattolici e del laicato che si rimboccano le maniche e tentano di fornire un contributo affinché le cose cambiano davvero e in modo visibile. C'è tanto male ma anche grande agitatori di fede sul territorio. Questo libro entra come un coltello nella carne viva delle contraddizioni di un territorio che è nato a metà. I tanti servizi, istituzioni, riferimenti che dovevano sorgere per sviluppare una socialità non sono mai sorti.Una condanna che ha fatto scivolare il quartiere nell' abbandono più totale.

iore…come me/Storie di dieci vite spezzate, tratta come si può desumere

dal titolo, il triste fenomeno, purtroppo crescente in Campania e in Italia del femminicidio. Dieci storie di giovani donne, vittime di uomini che ritenevano di essere amate e, in breve senza un plausibile motivo barbaramente trucidate. Il libro edito da Spazio Creativo Edizione, 160 pagine, 15 euro racconta la storia di Emiliana Femiano, Teresa Buonocore, Matilde Sorrentino, Nunzia Castellano, Gelsomina Verde, Enza Cappuccio, Giuseppina Di Fraia, Palma Scamardella, Mena Morlando, Fiorinda Di Marino. Donne che narrano in prima persona il loro vissuto, la loro quotidianità e le loro passioni fino al tragico epilogo che le ha condotte alla morte per mano di spietati assassini. Nelle parole di queste “martiri laiche” emerge, forte, l’ambiente nel quale vissero e maturarono i fatti di sangue che le condussero alla morte. Ma soprattutto la straordinaria capacità di trasmettere, in chi legge, la loro vitalità di donne comuni e non “eroine” che hanno combattuto per difendere i diritti dei più deboli, come i bambini (Teresa e Matilde), o che hanno creduto erroneamente in un amore sbagliato (Fiorinda, Nunzia, Enza, Giuseppina, Emiliana) o, ancora, che sono state vittime

F inconsapevoli di un sistema malavitoso che le ha strappate per sempre ai loro affetti (Palma e Gelsomina).Oltre alla prefazione del magistrato antimafia Raffaele Cantone e l’introduzione di Paolo Siani, fratello del giornalista de “Il Mattino” Giancarlo, ucciso dalla camorra nel settembre 1985, il volume si avvale di un interessante contributo sul femminicidio scritto dalla giornalista Francesca Scognamiglio e dell’intervista, sullo stesso fenomeno, al vice presidente del

Consiglio comunale di Napoli Elena Coccia. Il libro presentato in vari consessi culturali ha riscosso apprezzamenti per la lucida descrizione e denuncia dei gravi fatti di sangue riscontrati in quest’ultimo periodo. “Ho voluto raccontare affinché tutto questo non accada più - ha detto l'autrice - Insieme con la Fondazione Polis è nata l'idea di scrivere per evitare che ill sacrificio di queste donne non rimanesse relegato in un articolo di giornale che il giorno dopo non è più notizia”. Per Paolo

Siani, presidente della Fondazione Polis, il libro di Covella “é una bomba di legalità innescata nella società”. “Vaccinazioni che inoculiamo alla gente - ha sottolineato - perché la lotta alle illegalità deve essere costante senza indietreggiare di un solo passo”.

Giulio Andreotti

La storia dalla A alla Z

entuno parole chiave, quante sono le lettere del nostro alfabeto, per raccontare la vita del più longevo

ma anche del più discusso ed enigmatico politico italiano del Dopoguerra: Giulio Andreotti. Il sette volte Presidente del Consiglio, il venticinque volte ministro, il nove volte sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. L’uomo che fece sua la massima di Charles-Maurice de Talleyrand “il potere logora chi non ce l’ha…”, adattandola a filosofia di vita del partito-Stato; il segretario di Stato permanente della Santa Sede, da Pio XII a Giovanni Paolo II; il protagonista della scena politica che mise d’accordo Moro e Berlinguer per guidare il governo della “non sfiducia”. Non una biografia, non un saggio, ma un insieme di episodi, aneddoti, discorsi, scritti e interviste. Ventuno frammenti per raccontare la vita di un uomo che è stato la storia della prima Repubblica. Antonello Grassi - napoletano, cinquantotto anni, giornalista professionista dal 1980 con la testata “Roma” di Achille Lauro. È stato redattore capo del quotidiano “Il Denaro”. Ha diretto i notiziari radiofonici di “Radio Kiss Kiss” e la rivista “Derive&Approdi”. È stato redattore dei quotidiani “Napolinotte”, “il Giornale di Napoli”, “Roma” di Pasquale Casillo, e del free press “Senzaprezzo”. Attualmente è responsabile della redazione materana de “Il Quotidiano della Basilicata” Gianpaolo Santoro - giornalista professionista, ha lavorato come inviato per i quotidiani napoletani “Il Mattino” e, successivamente, “Roma” scrivendo di politica, cronaca, attualità e sport. Per due anni ha svolto l’attività di quirinalista. È stato il responsabile delle pagine meridionali dell’Avanti!. Ha collaborato da Napoli con l’agenzia Adnkronos e con il quotidiano “Reporter”. Articolista del quotidiano “Il Denaro”.

V

Page 29: La Domenica Settimanale

I Sicilianigiovani

Associazione I Siciliani Giovani/ Banca Etica/ IBAN:

IT 28 B 05018 04600 000000148119

SOTTOSCRIVI

www.isiciliani.it"A che serve essere vivi, se non c'è

il coraggio di lottare?"

LIBERTA'

19822012

L'ARIADELLA