In preghiera per le vocazioni - chiesadicagliari.it · Convegno diocesano con la Caritas ... ANNO...

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«Cari giovani, non ci sia in voi la paura di uscire da voi stessi e di mettervi in cammino! Il Vangelo è la Parola che libera, trasforma e rende più bella la nostra vita. Quanto è bello lasciarsi sorprendere dalla chiamata di Dio, accogliere la sua Parola, mettere i passi della vostra esistenza sulle orme di Gesù, nell’adorazione del mistero divino e nella dedizione generosa agli altri! La vostra vita diventerà ogni giorno più ricca e più gioiosa!» (Papa Francesco, Messaggio per la 52 a GMPV) Una nuova tragedia colpisce i migranti nel Canale di Sicilia La Giornata Diocesana delle famiglie Un impegno comune contro la fame La Sardegna in festa per N.S. di Bonaria S ono diverse centinaia le persone che hanno perso la vita. Forte richiamo del Santo Padre A l centro dei lavori il tema dell’economia di comunione, proposto da Leonardo Becchetti I l 17 aprile si è svolto il Convegno diocesano con la Caritas e Sardegna Solidale I l 24 aprile si svolge la festa liturgica della Patrona Massima dell’Isola Immigrazione 3-4 Pastorale 5 Solidarietà 11 Devozione 12 Regione 3 L’Isola e le prossime Amministrative In memoria 10 La scomparsa di don Martino Murgia Attualità 2 La verità sul genocidio degli Armeni Società 7 Cagliari Capitale italiana della Cultura EDITORIALE Rispondere alla chiamata di Roberto Piredda Poste Italiane SpA - Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari In preghiera per le vocazioni Chiesa. Il 26 aprile si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni 1.00 ANNO XII N .17 DOMENICA 26 APRILE 2015 S ETTIMANALE D IOCESANO DI C AGLIARI L anciando lo sguardo ansioso sulla sterminata distesa di campi spirituali verdeggianti, che in tutto il mondo attendono mani sacerdotali, sgorga dall’animo l’accorata invocazione al Signore, secondo l’invito di Cristo. Sì, oggi come allora, “la messe è copiosa, ma gli operai sono pochi” (Mt 9, 37)». Con queste parole iniziava il Radiomessaggio del 1964 con cui il Beato Paolo VI dava inizio alla serie delle Giornate Mondiali di Preghiera per le Vocazioni, celebrate nella IV Domenica di Pasqua, comunemente detta del “Buon Pastore”. Fedele alla consuetudine dei suoi predecessori, Papa Francesco anche quest’anno ha indirizzato ai fedeli un Messaggio in preparazione alla Giornata, sul tema “L’esodo, esperienza fondamentale della vocazione”. Facendo riferimento all’Esodo, il Santo Padre va agli inizi «della meravigliosa storia d’amore tra Dio e il popolo dei suoi figli, una storia che passa attraverso i giorni drammatici della schiavitù in Egitto, la chiamata di Mosè, la liberazione e il cammino verso la terra promessa» (Messaggio per la 52a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni). Alla radice di ogni vocazione, spiega Papa Francesco, «c’è questo movimento fondamentale dell’esperienza di fede: credere vuol dire lasciare sé stessi, uscire dalla comodità e rigidità del proprio io per centrare la nostra vita in Gesù Cristo» (Messaggio Gmpv). Non si tratta in questo caso di disprezzare la propria umanità, quanto di mettersi totalmente alla sequela di Cristo nella convinzione che «chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (Mt 19,29)». La vocazione cristiana è, infatti, una chiamata d’amore, «che attrae e rimanda oltre sé stessi, decentra la persona». In questa prospettiva si realizza «un esodo permanente dall’io chiuso in sé stesso verso la sua liberazione nel dono di sé, e proprio così verso il ritrovamento di sé, anzi verso la scoperta di Dio» (Benedetto XVI, Deus Caritas est, n. 6). Papa Francesco nel suo Messaggio mostra come la vocazione ha un “dinamismo pasquale”, e questo perché non è altro che «quell’azione di Dio che ci fa uscire dalla nostra situazione iniziale, ci libera da ogni forma di schiavitù, ci strappa dall’abitudine e dall’indifferenza e ci proietta verso la gioia della comunione con Dio e con i fratelli. Rispondere alla chiamata di Dio, dunque, è lasciare che Egli ci faccia uscire dalla nostra falsa stabilità per metterci in cammino verso Gesù Cristo, termine primo e ultimo della nostra vita e della nostra felicità» (Messaggio Gmpv). Il Santo Padre si rivolge poi direttamente ai giovani, invitandoli ad aprirsi con fiducia e audacia alla chiamata di Dio: «Non ci sia in voi la paura di uscire da voi stessi e di mettervi in cammino! Il Vangelo è la Parola che libera, trasforma e rende più bella la nostra vita. Quanto è bello lasciarsi sorprendere dalla chiamata di Dio, accogliere la sua Parola, mettere i passi della vostra esistenza sulle orme di Gesù, nell’adorazione del mistero divino e nella dedizione generosa agli altri! La vostra vita diventerà ogni giorno più ricca e più gioiosa!» (Messaggio Gmpv). La celebrazione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni costituisce anche un’occasione importante per riflettere sulla dimensione vocazionale dell’intera pastorale. Continua a pagina 2 Sabato 25 aprile 2015 alle ore 21, presso il sagrato della Basilica di N.S. di Bonaria, l’Arcivescovo Arrigo Miglio guiderà una veglia di preghiera per i migranti morti nel Mar Mediterraneo. n VEGLIA DI PREGHIERA PER I MIGRANTI MORTI IN MARE

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«Cari giovani, non ci sia in voi la paura di uscire da voistessi e di mettervi in cammino! Il Vangelo è la Parola chelibera, trasforma e rende più bella la nostra vita. Quanto èbello lasciarsi sorprendere dalla chiamata di Dio,accogliere la sua Parola, mettere i passi della vostraesistenza sulle orme di Gesù, nell’adorazione del misterodivino e nella dedizione generosa agli altri! La vostra vitadiventerà ogni giorno più ricca e più gioiosa!» (Papa Francesco, Messaggio per la 52a GMPV)

Una nuova tragediacolpisce i migrantinel Canale di Sicilia

La GiornataDiocesanadelle famiglie

Un impegno comunecontro la fame

La Sardegnain festaper N.S. di Bonaria

Sono diverse centinaiale persone che hanno

perso la vita. Forterichiamo del Santo Padre

Al centro dei lavori iltema dell’economia

di comunione, propostoda Leonardo Becchetti

Il 17 aprile si è svolto ilConvegno

diocesano con la Caritase Sardegna Solidale

Il 24 aprile si svolgela festa liturgica

della Patrona Massimadell’Isola

Immigrazione 3-4 Pastorale 5 Solidarietà 11 Devozione 12

Regione 3L’Isola e le prossimeAmministrative

In memoria 10La scomparsadi don MartinoMurgia

Attualità 2La veritàsul genocidiodegli Armeni

Società 7CagliariCapitale italianadella Cultura

EDITORIALERispondere alla chiamatadi Roberto Piredda

Poste Italiane SpA -

Spedizione in

abb.to

postale

D. L. 3

53/2003

(conv. in

L. 2

7/02/04 n. 46) Art. 1

comma 1 - DCB Cagliari

In preghieraper le vocazioni

Chiesa. Il 26 aprile si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

€ 1.00ANNO XI I N .17 DOMENICA 26 APRILE 2015S E T T I M A N A L E D I O C E S A N O D I C A G L I A R I

Lanciando lo sguardo ansioso sullasterminata distesa di campi spiritualiverdeggianti, che in tutto il mondo

attendono mani sacerdotali, sgorga dall’animol’accorata invocazione al Signore, secondol’invito di Cristo. Sì, oggi come allora, “la messeè copiosa, ma gli operai sono pochi” (Mt 9, 37)». Con queste parole iniziava il Radiomessaggio del1964 con cui il Beato Paolo VI dava inizio allaserie delle Giornate Mondiali di Preghiera per leVocazioni, celebrate nella IV Domenica diPasqua, comunemente detta del “Buon Pastore”.Fedele alla consuetudine dei suoi predecessori,Papa Francesco anche quest’anno ha indirizzatoai fedeli un Messaggio in preparazione allaGiornata, sul tema “L’esodo, esperienzafondamentale della vocazione”.Facendo riferimento all’Esodo, il Santo Padre vaagli inizi «della meravigliosa storia d’amore traDio e il popolo dei suoi figli, una storia che passaattraverso i giorni drammatici della schiavitù inEgitto, la chiamata di Mosè, la liberazione e ilcammino verso la terra promessa» (Messaggioper la 52a Giornata Mondiale di Preghiera per leVocazioni).Alla radice di ogni vocazione, spiega PapaFrancesco, «c’è questo movimentofondamentale dell’esperienza di fede: crederevuol dire lasciare sé stessi, uscire dalla comoditàe rigidità del proprio io per centrare la nostravita in Gesù Cristo» (Messaggio Gmpv). Non sitratta in questo caso di disprezzare la propriaumanità, quanto di mettersi totalmente allasequela di Cristo nella convinzione che«chiunque avrà lasciato case, o fratelli, osorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per ilmio nome, riceverà cento volte tanto e avrà ineredità la vita eterna» (Mt 19,29)». La vocazione cristiana è, infatti, una chiamatad’amore, «che attrae e rimanda oltre sé stessi,decentra la persona». In questa prospettiva sirealizza «un esodo permanente dall’io chiuso insé stesso verso la sua liberazione nel dono di sé,e proprio così verso il ritrovamento di sé, anziverso la scoperta di Dio» (Benedetto XVI, DeusCaritas est, n. 6).Papa Francesco nel suo Messaggio mostra comela vocazione ha un “dinamismo pasquale”, equesto perché non è altro che «quell’azione diDio che ci fa uscire dalla nostra situazioneiniziale, ci libera da ogni forma di schiavitù, cistrappa dall’abitudine e dall’indifferenza e ciproietta verso la gioia della comunione con Dioe con i fratelli. Rispondere alla chiamata di Dio,dunque, è lasciare che Egli ci faccia uscire dallanostra falsa stabilità per metterci in camminoverso Gesù Cristo, termine primo e ultimo dellanostra vita e della nostra felicità» (MessaggioGmpv).Il Santo Padre si rivolge poi direttamente aigiovani, invitandoli ad aprirsi con fiducia eaudacia alla chiamata di Dio: «Non ci sia in voi lapaura di uscire da voi stessi e di mettervi incammino! Il Vangelo è la Parola che libera,trasforma e rende più bella la nostra vita.Quanto è bello lasciarsi sorprendere dallachiamata di Dio, accogliere la sua Parola,mettere i passi della vostra esistenza sulle ormedi Gesù, nell’adorazione del mistero divino enella dedizione generosa agli altri! La vostravita diventerà ogni giorno più ricca e piùgioiosa!» (Messaggio Gmpv).La celebrazione della Giornata Mondiale diPreghiera per le Vocazioni costituisce ancheun’occasione importante per riflettere sulladimensione vocazionale dell’intera pastorale.

Continua a pagina 2

Sabato 25 aprile 2015 alle ore 21, presso il sagrato della Basilica di N.S. di Bonaria, l’Arcivescovo Arrigo Miglio guiderà una veglia dipreghiera per i migranti morti nel Mar Mediterraneo.

n VEGLIA DI PREGHIERA PER I MIGRANTI MORTI IN MARE

2 Attualità domenica26 aprile 2015

Il primo genocidio del XX secolo”:così Papa Francesco, salutando ifedeli di rito armeno nella Messa

celebrata la Domenica della DivinaMisericordia, ha definito il massacrodegli armeni avvenuto un secolo fa.Il Papa ha ripreso un’espressionegià utilizzata nel 2001 da SanGiovanni Paolo II e da Sua SantitàKarekin II nella loro dichiarazionecomune in occasione dei 1700 annidalla proclamazione delcristianesimo quale religionedell’Armenia. Francesco, però, èstato ancora più esplicitonell’addolorata memoria di quellosterminio di popolo, equiparandoloai massacri perpetrati dai regiminazista e stalinista e a quelli piùrecenti avvenuti in Cambogia,Ruanda, Burundi, Bosnia.“Furono uccisi vescovi, sacerdoti,religiosi, donne, uomini, anziani epersino bambini e malati indifesi”,ha proseguito il Papa, fu “unimmane e folle sterminio”, che deveessere ricordato “perché laddovenon sussiste la memoria significa

che il male tiene ancora aperta laferita; nascondere o negare il maleè come lasciare che una feritacontinui a sanguinare senzamedicarla!”Le parole di Francesco hannosuscitato la reazione scomposta earrogante del presidente dellaTurchia Erdogan, che, anziché unirsifinalmente nell’esecrazione delgenocidio armeno, ha invece“condannato” le frasi del Pontefice,ritenendole “un errore da nonripetere”. Ma guardando a quei fattidi cent’anni fa, non si vede comedefinire il massacro degli armeni inaltro modo che come “genocidio”. Nel 1915, mentre era in corso laGrande Guerra, nell’ancoraesistente, ma prossimo alla fine,Impero ottomano, il governo dei“Giovani Turchi”, instauratosi nel1908, programmò l’eliminazionedell’etnia armena, presente inparticolare nell’area anatolica sindal VII secolo. L’ala piùintransigente del Comitato centraledel partito pianificò il genocidio,

utilizzando una strutturaparamilitare, l’OrganizzazioneSpeciale, dipendente dal Ministerodella Guerra e lo realizzò con lacollaborazione dei Ministeridell’Interno e della Giustizia. Ipolitici responsabili dell’esecuzionedel genocidio furono Talaat, Enver,Djemal, ma anche il celebreMustafa Kemal, detto Ataturk,considerato eroe nazionale epromotore della “laicizzazione dellaTurchia”, avallò e completò neglianni successivi l’opera dei GiovaniTurchi con nuovi massacri e con lanegazione delle responsabilità deicrimini commessi.Il movente dell’eccidio eral’ideologia panturchista cheispirava l’azione dei Giovani Turchi,determinati a riformare lo Stato suuna base nazionalista e diuniformità etnica e religiosa. Lapopolazione armena, di religionecristiana, aveva assorbito gli idealidello stato di diritto di stampooccidentale e con la sua fieraautonomia e coscienza di popolo,

della morte”, organizzate pereffettuare l’evacuazione degliarmeni dai confini dell’Impero,centinaia di migliaia di personemorirono di fame, malattia, ocomunque per non aver resistitoalla fatica estenuante deltrasferimento. Moltissime persone,bambini compresi, furonoislamizzati forzosamente etantissime donne inviate negliharem.

Luigi Murtas

era vista come un ostacolo aldisegno nazionalista.Gli storici, il cui giudizio è statoinvocato da Erdogan quasi non cifossero mai state accurate analisi diquell’accadimento, hanno stimatoin circa un milione e mezzo levittime, corrispondenti ai due terzidegli armeni residenti nell’Impero. Ma oltre alle cifre, già di per séeloquenti, sono le modalità diesecuzione dello sterminio,protrattosi sino al 1923, a destareorrore e raccapriccio. Nelle “marce

Il Papa ricorda la veritàsul genocidio degli armeniNella celebrazione per i fedeli di Rito Armeno il Santo Padre ha ripreso le chiare parole di San Giovanni Paolo II che definì “genocidio” il massacro degli armeni da parte dei turchi

Un ambito decisivo in cui agire èsenza dubbio la catechesi. Nel 1991 San Giovanni Paolo II - nelMessaggio per la Giornata Mondialedi Preghiera per le Vocazioni -affermava autorevolmente che lacatechesi «non può accontentarsi diannunciare le verità della fede, madeve mirare a suscitare la rispostadell'uomo, affinché ciascuno assumail proprio ruolo nel piano dellasalvezza e si renda disponibile adoffrire la propria vita per la missionedella Chiesa, anche nel sacerdozioministeriale o nella vita consacrata,seguendo il Cristo più da vicino».Questa affermazione di GiovanniPaolo II offre una sintesi chiara

riguardo all’importanza e allanecessità della dimensionevocazionale nell’azionecatechistica. La funzione della catechesiall’interno della vita della Chiesa sipone in una prospettiva dieducazione alla fede che diventacapace di abilitare il credente ascoprire, scegliere e portare avantiuna specifica vocazione all’internodella comunità ecclesiale: questa èl’ottica di una formazione che miranon a una realtà indefinita dipartecipanti alla catechesi, ma apersone concrete con una vocazionepropria da realizzare.La catechesi si mette al servizio del

dialogo tra Dio che chiama e l’uomoche risponde a questo appello. Ciòavviene dentro un’opzione cheassume una connotazione precisa,con la scelta di uno stato di vitaconforme al progetto che Dio ha perogni persona e dà in questo modopienezza di significato all’esistenzadi ciascuno.Il Rinnovamento della catechesisottolinea questo aspetto conlucidità quando spiega che «lacatechesi illumina le molteplicisituazioni della vita, preparandociascuno a scoprire e a vivere la suavocazione cristiana nel mondo»(n.33), e ricordando come l’interaazione catechistica in ogni

occasione si rivolge alla personanella concretezza della sua storia divita e «riguarda la sua coscienza ela sua vocazione concreta nellaChiesa e nel mondo» (n. 131). Lacatechesi è chiamata allora adeducare alla fede, valorizzandoproprio questa dimensione decisivadell’esistenza.Sempre in tema di vocazioni, dueimpegni possono certamenteriguardare ogni cristiano:incoraggiare e pregare.Ciascuno può contribuire a creare inparrocchia, in famiglia, nei gruppi,un ambiente dove la ricercavocazionale venga incoraggiata, ela chiamata ad una vita di speciale

n DALLA PRIMA

consacrazione stimata evalorizzata. In modo particolaresono poi da sostenere le iniziativeportate avanti dalla PastoraleVocazionale diocesana e quelleproposte da parrocchie,associazioni e movimenti.Tutti sono corresponsabili nelcampo della pastorale vocazionale,in modo speciale con la preghiera,comunitaria e personale, perchiedere al Signore che i ragazzi e leragazze comprendano che la veragioia sta solo nel seguire lachiamata di Dio, senza timore, certiche il suo progetto di amore colmain misura sovrabbondante qualsiasiattesa del cuore umano.

In Italia, col sistema dibicameralismo paritario cheMatteo Renzi vorrebbe eliminare

rendendo il Senato non elettivo, leleggi devono essere approvate contesto identico sia dalla Camera chedal Senato.La nuova legge elettorale, l’Italicum,era già stata approvata dallaCamera, ma è stata modificata dalSenato, che ha dato il suo sì al nuovotesto il 27 gennaio. La Camera,dunque, è nuovamente chiamata adiscutere della legge elettorale dal27 aprile: se il testo venisseapprovato senza modifiche, la leggesarebbe definitiva ed entrerebbe invigore il primo luglio 2016.A fine marzo la direzione nazionaledel Partito Democratico avevaapprovato a maggioranza larelazione del Segretario, Matteo

Italicum: saràla volta buona?La legge elettorale sostenuta dal Governo arriva alla Cameraper l’approvazione definitiva. Forti critiche dall’opposizione

Renzi, che prevedeva di votare allaCamera la legge elettorale senzaalcuna modifica, ma al voto nonaveva partecipato la minoranza PD.Successivamente anche i Deputati PDhanno approvato la stessa linea, mada questi si sono discostati iparlamentari di minoranza. Perquesto motivo il Capogruppo allaCamera, Roberto Speranza, si èdimesso dal suo ruolo: il Deputato hadefinito la sua “una decisionepolitica” e ha detto che “sulla leggeelettorale la partita è ancoraaperta”.In tutto ciò, il Presidente delConsiglio Matteo Renzi ritiene cheBersani, capo della minoranza PD,abbia “aperto la trattativa” per unasoluzione positiva degli scontriinterni al partito. Il Premier hadichiarato che non vede rischi per la

legge elettorale: “Sono unaquarantina” i Deputati “davveropronti a fare le barricate, ma la miaimpressione è che i critici sianocomunque divisi tra di loro. Ho vistoalmeno quattro anime diverse dentrola minoranza”. Renzi, tra l’altro,ritiene che “i voti ci saranno in ognicaso” perché “una parte di ForzaItalia non si tirerà indietro”.La legge elettorale, che èproporzionale ed a base nazionale,varrà solo per la Camera. È in corso,infatti, un progetto di riformacostituzionale che porteràall’eliminazione del Senato elettivo,anche se Renzi ha ritrattato:“L’importante è che si abbandoni ilbicameralismo paritario”, malasciare il Senato elettivo “per me sipuò fare”. L’Italicum prevede che perottenere seggi alla Camera una lista– non ci potranno essere coalizioni –debba superare la soglia disbarramento del 3 per cento; la listache supererà il 40 per cento dei votiotterrà 340 seggi, cioè il 55 percento del totale; se nessuna lista, alprimo turno, supererà il 40 per centodei voti, è previsto un secondo turnodi ballottaggio tra le due liste piùvotate: quella che otterrà più voti alsecondo turno avrà 340 seggi, manon è possibile che tra il primo votoed il ballottaggio si creinocollegamenti o apparentamenti traliste; i collegi saranno cento e

comprenderanno anche 600milapersone l’uno; i capilista, scelti daipartiti, potranno essere candidati inpiù collegi, sino ad un massimo di10; verranno eletti prima i capilista(non più del 60 per cento sarannodello stesso sesso), poi – dalsecondo candidato di lista in giù – siverrà eletti non in ordine dicandidatura, ma sulla base dellepreferenze riportate. Per gli elettorisarà necessario votare un uomo eduna donna, altrimenti la secondapreferenza sarà nulla.L’Italicum è contestato per varimotivi: per le candidature multipledei capilista e perché questi ultimisono scelti dai partiti; per i collegiplurinominali; per l’impossibilità dicollegamenti o apparentamenti dilista al secondo turno ed anche perl’impossibilità di formare coalizionigià al primo turno. Tale ultimoaspetto è stato criticato inparticolare da Rosy Bindi (porterà “a

un partito unico della Nazione, cheavrà nella sola Camera unamaggioranza ‘pigliatutto’ di 340deputati e avrà intorno 4 o 5 mini-partiti in lotta tra di loro”) e daRomano Prodi: “Un partito dellaNazione che cerchi di rappresentaretutti non ha alcun senso, un partito èscelta”.Le opposizioni (Forza Italia, Fratellid’Italia, Lega Nord e Sinistra eLibertà), intanto, hanno scritto alPresidente della Repubblica, SergioMattarella, chiedendogli di impedireche Renzi ponga la questione difiducia alla Camera: il suo interventosarebbe in difesa “dellademocrazia”. Il Movimento 5 Stelle,pur essendo contrario al testo dellalegge elettorale, invece, non haancora compiuto alcuna mossaperché, per ora, la ritiene “inutile” e“prematura”.

Gian Mario Aresu

3Attualitàdomenica26 aprile 2015

Sono oltre cinquecentomila isardi chiamati alle urne ilprossimo 31 maggio per

l’elezione diretta dei sindaci e perrinnovare i consigli comunali di 169centri. La data è stata decisa dallaGiunta regionale con una deliberache allinea il voto per leamministrazioni comunali sarde alprimo turno delle elezioni regionalie comunali nel resto d’Italia.In Sardegna è chiamato alle urne il31,29% del totale dellapopolazione (1.661.014) e il 44,8%di tutte le 377 amministrazionicomunali. Saranno soprattutto ipiccoli paesi ad andare al voto (il97,6%), ma in quattro comuni (il2,4% su 169) con una popolazionesuperiore ai quindicimila abitanti ilsindaco verrà eletto direttamentedai cittadini con il sistemamaggioritario a doppio turno: sitratta di Quartu Sant’Elena e Sestuin provincia di Cagliari, Porto Torresin provincia di Sassari e Nuoro. Inquesti comuni, l’eventuale turno diballottaggio è fissato il 14 giugno.Saranno chiamati al voto anche icittadini di altri due capoluoghi diprovincia (anche se formalmente

disposizioni normative, dovrannoassicurare la rappresentanza dientrambi i generi. Il termine ultimoper la presentazione dellecandidature presso gli ufficielettorali dei comuni è fissato alleore 12 di sabato 2 maggio.In provincia di Cagliari i riflettorisono puntati sul comune di QuartuSant’Elena che, con i suoisettantamila abitanti, in ordine diimportanza è la terza città dellaSardegna dopo Cagliari e Sassari.Un comune il cui numero deiresidenti in pochi decenni èquadruplicato trasformando quelloche era un tranquillo borgo rurale inuna vera città, con una rapidissimaespansione edilizia e demografica euno sviluppo anche nella fascia dellitorale. Con il riconoscimentoufficiale di “città” già dal 1959,quando, per evitare la confusionecon località omofone del territorionazionale, fu aggiunto il nome dellasanta patrona. Al momento i candidati alla caricadi primo cittadino del comunequartese sono sei: il sindacouscente Mauro Contini, sostenutoda quattro liste del centrodestra

La Sardegna in camminoverso le amministrativeIl prossimo 31 maggio si terranno le elezioni per il rinnovo di diversi consigli comunalidell’Isola. Tra i centri di maggior rilievo troviamo Quartu Sant’Elena e Sestu

abolite e commissariate): si tratta diTempio Pausania in Gallura e Sanlurinel Medio Campidano. In provinciadi Cagliari, con i suoi 504 cittadiniGoni è il comune chiamato al votocon il minor numero di abitanti,seguito da Escolca, che nell’ultimocensimento del 2011 ne contava624.Nei giorni scorsi, con l’affissione deimanifesti con i quali viene datol’annuncio della convocazione deicomizi, che per legge deve avvenireil quarantacinquesimo giornoantecedente quello della votazione,la macchina elettorale dei comunisardi chiamati al voto è entrata infunzione per dare puntualeosservanza a tutti gli adempimentiprevisti. Tra questi la revisionestraordinaria delle liste elettorali el’autenticazione delle firme deisottoscrittori delle liste e dellecandidature. Nel contempo, anche ipartiti e le coalizioni locali sonoimpegnati nelle grandi manovre perla definizione delle coalizioni asostegno dei candidati alla carica disindaco e delle liste dei candidatialla carica di consigliere comunale.Liste che, nel rispetto delle recenti

Il Tg2, telegiornale dellaseconda rete Rai, lo ha definito“lo scandalo della statale 554bis”. Il Corriere della Sera haaggiunto la Sardegna alla“mappa dei disastri italiani diquesti giorni”. E la notizia hatrovato spazio anche su altretestate nazionali come Il FattoQuotidiano e La Stampa. Stiamoparlando del crollo avvenuto unmese fa tra il km 3,100 e il km3,350 della strada statale 554bis, l’arteria stradale checollega Cagliari con le localitàturistiche della zona sud-orientale della Sardegna: tra lequattro corsie si è infatti creatauna voragine di oltre un metrocausata da uno smottamento,dalle piogge e, probabilmente,da qualche leggerezza nella faseprogettuale.LA STORIA Gestita dall’Anas,costata 55 milioni di euro, lastrada statale 554 bis è statainaugurata appena dieci anni facon la presenza di importantirappresentanti politici nazionalie regionali. I primi cedimentirisalgono al 2011: allora l’Anasera intervenuta, con una spesadi 420mila euro, su quello cheera considerato un problema diinfiltrazioni dovuto alla rotturadi un fognolo per il deflussodell’acqua piovana. A seguito diquesto intervento sono poiseguite iniezioni di cemento perrafforzare il sottosuolo. Oraperò, con i cedimenti degliultimi mesi e il crollo avvenutopoche settimane fa, è diventatochiaro come la causa scatenantesia da ricercare più inprofondità. Infatti, comeconfermato dai primi risultati

dello studio condotto da RobertoBalia e Pier Paolo Manca, docentidella Facoltà di ingegneriaincaricati dall’Anas di individuare lecause dei cedimenti, in profondità èpresente una frana che favorisce,insieme alla presenza di acqua, loscivolamento della strada a valle.LE SOLUZIONI FrancescoAnnunziata, docente di Costruzionidella Facoltà di Ingegneria eArchitettura, aveva già evidenziato iproblemi nel maggio del 2011: «Miavevano segnalato un cedimento inatto e avevo trovato una grossadeformazione di forma ellittica,disposta trasversalmente, cheimpegnava entrambe le carreggiatedella strada. Il mio primoconvincimento era che la causa delcedimento fosse profonda e daricercare nei terreni di fondazione».Ora che le ipotesi di Annunziatahanno trovato conferma, non è piùtempo di interventi tampone:«Come prima cosa è necessariocomprendere da dove arriva l’acquaperché bisogna creare opere didrenaggio superficiale e profondo

per allontanarla stabilmente. Solouna volta fatto ciò, si potràprocedere con le operazione diconsolidamento.INCHIESTA E POLEMICHE Mentre laProcura della Repubblica di Cagliariha aperto un fascicolo perindividuare eventualiresponsabilità, la strada è al centrodi una richiesta della maggioranzain consiglio regionale perestromettere l’Anas dai lavori diconsolidamento, diun’interrogazione parlamentare e diun esposto alla Corte dei conti. Ildeputato Mauro Pili, dopo unsopralluogo sulla 554 bis, hapresentato un’interrogazioneurgente al Ministro per individuareresponsabilità e per chiederel’immediato ripristino primadell’estate della strada. Sempre Piliha annunciato di aver depositato unesposto alla Corte dei conti inquanto “si profila un danno erarialedi non meno di 20 milioni di euro”.«Chi ha sbagliato progetti, indagini,collaudi e realizzazione deve pagaresino all’ultimo euro - ha rivendicatoil deputato di Unidos - la vergognadella 554 non può e non devepassare nel dimenticatoio degliuffici dell’Anas o del ministero delleinfrastrutture».

Matteo Mazzuzzi

Lo strano caso della 554Non cessano le polemiche sui cedimenti che hannointeressato l’importante arteria stradale dell’Isola.La Procura della Repubblica ha avviato delle indagini

n REGIONE.I crolli nella strada statale che collega Cagliari alla zona sud-orientale

Sono uomini e donne come noi, fratelli nostri in cerca di una vitamigliore, affamati, perseguitati, sfruttati, feriti, vittime di guerre.Cercavano la felicità”. Così Papa Francesco al Regina Coeli di

domenica scorsa ha ricordato la tragedia delle centinaia di migrantiinghiottiti dalle acque del Mediterraneo, oramai diventato un grandecimitero. Al doveroso cordoglio si sono affiancati gli indegni commentiche sul web hanno accompagnato e stanno accompagnando la notizia.Le fazioni, incredibilmente insensibili verso la tragedia, stanno dandolibero sfogo al dilagante cinismo che i social permettono.A presunti buonisti, razzisti, complottisti, islamofobici o dialoganti atutti i costi, e chi più ne ha più ne metta, sfugge un particolare: centinaiadi persone sono morte. Un dato oggettivo che nessuno può smentire.Quanto poi alle responsabilità il gioco delle parti non ammettedeviazioni, mentre la realtà mostra l’odio diffuso a piene mani eamplificato attraverso lo spazio spersonalizzato di internet, dove tutto èpermesso perché non esiste la responsabilità delle proprie affermazioni,salvo quando si tratta di un mi piace di troppo e ci scappa il trasferimentod’ufficio. Il cinismo, la bruttezza e la codardia che da semprecaratterizzano troppe affermazioni postate sui social, testimonianocome sul web ci si trasforma in leoni mentre di persona si diventacodardi, come suggeriva una foto postata proprio qualche giorno fa sufacebook. Le affermazioni da bar, meglio se da bettola, sembrano essereproposte come verità assoluta. E così le tifoserie sono impegnatenell’ennesimo proclama per perorare la propria causa, priva di alcunaattinenza con quella di tanti, troppi che sfuggono agli orrori delleguerre, della fame e della violenza.Di questi temi di certo nessuno sproloquia sul web, troppo impegnativo,bisognerebbe leggere e informarsi. Invece il qualunquismo e le invettivedevono essere sparse ovunque e contro chiunque, meglio se vestito dibianco e la domenica mattina si affaccia da un balcone .Il quotidiano “Avvenire” ha pubblicato alcune delle “perle” apparse suisocial, subito dopo la tragedia. Al povero Santo Padre sono statelanciate invettive che nemmeno il peggior scaricatore di porto avrebbesaputo comporre. E questo nonostante Papa Francesco abbia creato neipressi del colonnato di San Pietro spazi per docce e barbiere, abbiaaperto la Sistina ai senza tetto e tanto altro. Ma di questo non si tieneconto, anzi per alcuni il Pontefice non dovrebbe farlo perché “agli italianiquesto non è concesso”. Insomma mentre si litiga e si sproloquia la gentemuore.

I. P.

Cinismo, egoismo e violenza verbalesu una tragedia immane

n IL FATTO

(Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noicon Salvini e Podeus); StefanoDelunas, candidato sostenuto dalPd e da altre liste del centrosinistra;l’ex sindaco Davide Galantuomo,sostenuto da quattro liste (Pdr, Pli,Insieme per Quartu e Basta tasse);Guido Sarritzu, candidato del Poloidentitario formato dal PSd’Az, daForza Paris, Soberania, dalla listacivica Prima Quartu edall’associazione culturaleIndipendenteMente; Tonio Pani,sostenuto da sette liste civiche;Guido Sbandi, del Movimento 5Stelle. L’unica donna candidata allacarica di Sindaco è Elsa Olla, con lalista Quartu al centro. Tra leincognite si registra la possibilepresenza di una lista, formata dasostenitori del M5S, alternativa aquella che candida Guido Sbandi.

Ma anche l’ipotesi di un passoindietro di Guido Sarritzu perappoggiare il candidato delcentrodestra e la possibilecandidatura alla carica di sindaco diGabriele Marini per la lista deiRiformatori.Intanto, in attesadell’ufficializzazione dellecandidature, la propagandaelettorale personale è già iniziata:diversi aspiranti alla carica diconsigliere comunale della terzacittà della Sardegna si presentanoagli elettori con i tradizionalisantini e con mega manifesti che dagiorni campeggiano nelle strade piùtrafficate della città. Solo trenta diloro accederanno nell’emiciclodell’aula del Palazzo municipale divia Eligio Porcu.

Franco Camba

4 Chiesa domenica26 aprile 2015

LE PIETRE

Vicini ai nostri fratelliaffamati e perseguitati

Al Regina Coeli il Santo Padre hamesso in evidenza il tema dellatestimonianza, facendo

riferimento in particolare alle letturedella Messa della III Domenica diPasqua: «Gli Apostoli, che videro con ipropri occhi il Cristo risorto, nonpotevano tacere la loro straordinariaesperienza. Egli si era mostrato ad essiaffinché la verità della suarisurrezione giungesse a tuttimediante la loro testimonianza. E laChiesa ha il compito di prolungare neltempo questa missione; ognibattezzato è chiamato a testimoniare,con le parole e con la vita, che Gesù èrisorto, che Gesù è vivo e presente inmezzo a noi. Tutti noi siamo chiamati adare testimonianza che Gesù è vivo».Papa Francesco ha poi indicato i trattiessenziali del cristiano che vive datestimone: vedere, ricordare eraccontare. Il testimone «è uno che havisto, con occhio oggettivo, ha vistouna realtà, ma non con occhioindifferente; ha visto e si è lasciatocoinvolgere dall’evento. Per questoricorda, non solo perché sa ricostruirein modo preciso i fatti accaduti, maanche perché quei fatti gli hannoparlato e lui ne ha colto il sensoprofondo. Allora il testimoneracconta, non in maniera fredda edistaccata, ma come uno che si èlasciato mettere in questione, e daquel giorno ha cambiato vita. Iltestimone è uno che ha cambiatovita».Il contenuto della testimonianzacristiana, ha spiegato il Pontefice,«non è una teoria, non è un’ideologiao un complesso sistema di precetti edivieti oppure un moralismo, ma è unmessaggio di salvezza, un eventoconcreto, anzi una Persona: è Cristorisorto, vivente e unico Salvatore di

tutti. Egli può essere testimoniato daquanti hanno fatto esperienzapersonale di Lui, nella preghiera enella Chiesa, attraverso un camminoche ha il suo fondamento nelBattesimo, il suo nutrimentonell’Eucaristia, il suo sigillo nellaConfermazione, la sua continuaconversione nella Penitenza».La testimonianza cristiana non èquindi una teoria o un genericosentimento, ma una vita concreta,fatta di obbedienza agli insegnamentidel Maestro: «La testimonianza ètanto più credibile quanto più traspareda un modo di vivere evangelico,gioioso, coraggioso, mite, pacifico,misericordioso. Se invece il cristiano silascia prendere dalle comodità, dallavanità, dall’egoismo, se diventa sordoe cieco alla domanda di “risurrezione”di tanti fratelli, come potràcomunicare Gesù vivo, come potràcomunicare la potenza liberatrice diGesù vivo e la sua tenerezza infinita?».Al termine del Regina Coeli PapaFrancesco ha richiamato con forza laterribile tragedia del barcone di

migranti che si è capovolto nel Canaledi Sicilia causando centinaia di morti:«Esprimo il mio più sentito dolore difronte a una tale tragedia ed assicuroper gli scomparsi e le loro famiglie ilmio ricordo e la mia preghiera.Rivolgo un accorato appello affinchéla comunità internazionale agisca condecisione e prontezza, onde evitareche simili tragedie abbiano a ripetersi.Sono uomini e donne come noi,fratelli nostri che cercano una vitamigliore, affamati, perseguitati, feriti,sfruttati, vittime di guerre; cercanouna vita migliore. Cercavano lafelicità».Sempre al Regna Coeli il Pontefice haricordato la celebrazione dellaGiornata dell’Università Cattolica delSacro Cuore e l’inizio dell’Ostensionedella Sacra Sindone a Torino, che lovedrà pellegrino il prossimo 21giugno.In settimana Papa Francesco haincontrato i partecipanti alla SessionePlenaria della Pontificia Accademiadelle Scienze Sociali che ha affrontatoil tema della tratta di persone. Il

Santo Padre ha ricordato come«l’abolizione storica della schiavitùcome struttura sociale è laconseguenza diretta del messaggio dilibertà portato al mondo da Cristo conla sua pienezza di grazia, verità eamore, con il suo programma delleBeatitudini». Il mondo di oggi deveperò fare i conti con nuove forme dischiavitù: «In un sistema economicoglobale dominato dal profitto, si sonosviluppate nuove forme di schiavitù incerto modo peggiori e più disumane diquelle del passato. Ancora di più oggi,quindi, seguendo il messaggio diredenzione del Signore, siamochiamati a denunciarle e acombatterle».Sempre in settimana, il Pontefice haricevuto in udienza i Membridell’Associazione CattolicaInternazionale al Servizio dellaGiovane, richiamando in particolarel’impegno dell’ascolto e l’aperturad’animo: « Le giovani che voiaccompagnate hanno prima di tuttobisogno di attenzione e di ascolto.Quel tanto umano e tanto divino“apostolato dell’orecchio” stanca, èstancante, ma fa tanto bene! Lorohanno bisogno di questo. Così lepotete aiutare a crescere nella fiducia,a trovare dei punti di riferimento e aprogredire nella maturità umana espirituale, nutrita dai valorievangelici».

Roberto Piredda

Al Regina Coeli il Papa è intervenuto sulla tragedia deimigranti morti nel Canale di Sicilia: «Sono uomini edonne come noi, fratelli nostri che cercano una vitamigliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime diguerre; cercano una vita migliore. Cercavano la felicità».

Le paroledel Santo Padrenegli interventi dell’ultimasettimana

n PAKISTANUn ragazzo cristianoarso vivoUn 14enne cristiano pakistano èstato dato alle fiamme da ungruppo di giovani musulmanisconosciuti alcuni giorni fa ed èdeceduto nell’ospedale diLahore. Il ragazzo era statofermato e aggredito dopo averdichiarato di essere cristiano. Igiovani lo hanno cosparso dibenzina. Aveva riportato graviustioni sul 55% del corpo.Secondo alcuni osservatori, ilgesto può essere una vendettadopo il linciaggio di duemusulmani avvenuto aYouhanabad – dichiaratiinnocenti – in seguitoall’attentato alle due chiese del15 marzo. Dopo il linciaggiopubblico a Lahore la polizia haperquisito molte abitazioni aYouhanabad e arrestato oltre100 giovani cristiani perrintracciare i colpevoli.

n SIRIAAncora mortitra i cristianiLa feroce guerra in corso in Siria“ha colpito di nuovo i ragazzi diDon Bosco”. Così scrivono iSalesiani del Medio Oriente nelcomunicato in cui si riferisce lanotizia della morte dei duegiovani fratelli animatorisalesiani, insieme alla madre,causata da un razzo cadutosulla loro casa. Fonti localiriferiscono del lancio intenso dimissili piovuti sui quartieri diAleppo dove è più consistente lapresenza di cristiani. I missili inquei quartieri, controllatidall'esercito governativo,hanno provocato almeno 20morti. Già lo scorso 7 aprile unoperatore di Caritas Siria erarimasto ucciso dal razzo cheaveva centrato la sua casa,situata nella zona di piazzaFarhat, dove sono concentratele cattedrali greco-cattolica,armena e maronita.

n BRASILEEsperienza missionariaper giovani religiosi La Commissione Episcopale perl'Amazzonia, unitamente aquelle per la Gioventù e perl'Azione Missionaria dellaConferenza Nazionale dei Vescovidel Brasile, in collaborazionecon la Conferenza dei Religiosidel Brasile, hanno svolto congrande successo la PrimaMissione della vita religiosagiovane, presso la diocesi diObidos e la Prelatura di Itaituba,in Brasile.Una cinquantina di giovanireligiose e religiosi di dieci statibrasiliani, dopo una giornata diformazione a Santarem, sonostati inviati in missione nelle dueChiese particolari. L'obiettivo èstato quello di dare la possibilitàai giovani religiosi di vivere unaesperienza missionaria nelleterre amazzoniche.

n IRAQUna radio per i rifugiatiA Erbile è nata una radio per lapace al servizio dei rifugiati delnord Iraq, appartenenti adiversi gruppi etnici e religiosi -cristiani e musulmani, curdi,sciiti eyazidi - costretti adabbandonare le proprie casedavanti all'offensiva deijihadisti dello Stato Islamico.

rinascono nello Spirito ha questagrazia dell’unità, dell’armonia. L’unicoche può darci l’armonia è lo SpiritoSanto, perché lui anche è l’armonia frail Padre e il Figlio, è il dono che fal’armonia. Il secondo segno è il benecomune, cioè: ‘Nessuno infatti tra loroera bisognoso, nessuno consideravasua proprietà quello che gliapparteneva’, era al servizio dellacomunità. Sì, alcuni erano ricchi ma alservizio. Questi sono due segni di unacomunità che vive nello Spirito».

14 aprile

Aperti alla voce di Dio

Letture bibliche At 5,17-26; Sal 33; Gv 3,16-21

«Ma questi [i capi dei sacerdoti n.d.r.]erano dottori, avevano studiato lastoria del popolo, avevano studiato leprofezie, avevano studiato la legge,conoscevano così tutta la teologia delpopolo di Israele, la rivelazione di Dio,sapevano tutto, erano dottori, e sonostati incapaci di riconoscere la salvezzadi Dio. Ma come mai questa durezza dicuore? […] Questi non sapevanodialogare, non sapevano dialogare conDio, perché non sapevano pregare esentire la voce del Signore, e nonsapevano dialogare con gli altri. ‘Maperché interpreti questo così?’.Soltanto interpretavano come era lalegge per farla più precisa, ma erano

chiusi ai segni di Dio nella storia, eranochiusi al suo popolo, al loro popolo.Erano chiusi, chiusi. E la mancanza didialogo, questa chiusura del cuore, liha portati a non obbedire a Dio. Questoè il dramma di questi dottori di Israele,di questi teologi del popolo di Dio: nonsapevano ascoltare, non sapevanodialogare. Il dialogo si fa con Dio e coni fratelli».

16 aprile

Vincere l’orgoglio

Letture bibliche At 5,34-42; Sal 26; Gv 6,1-15

«L’orgoglio ti porta a voler uccidere glialtri, l’umiltà, anche l’umiliazione, tiporta a somigliarti a Gesù. E questa èuna cosa che noi non pensiamo. Inquesto momento in cui tanti fratelli esorelle nostri sono martirizzati per ilnome di Gesù, loro sono in questostato, hanno in questo momento laletizia di aver sofferto oltraggi, anchela morte, per il nome di Gesù. Perfuggire dall’orgoglio dei primi,soltanto c’è la strada di aprire il cuoreall’umiltà e all’umiltà non si arriva maisenza l’umiliazione. Questa è una cosache non si capisce naturalmente. È unagrazia che dobbiamo chiedere».

«Dobbiamo chiedere la grazia,dell’“imitazione di Gesù”. Unaimitazione testimoniata non solo daimartiri di oggi ma anche da quei tanti

uomini e donne che subisconoumiliazioni ogni giorno e per il benedella propria famiglia e chiudono labocca, non parlano, sopportano peramore di Gesù. E questa è la santitàdella Chiesa, questa letizia che dàl’umiliazione, non perché l’umiliazionesia bella, no, quello sarebbemasochismo, no: perché conquell’umiliazione tu imiti Gesù. Dueatteggiamenti: quello della chiusurache ti porta all’odio, all’ira, a voleruccidere gli altri e quello dell’aperturaa Dio sulla strada di Gesù, che ti faprendere le umiliazioni, anche quelleforti, con questa letizia interioreperché stai sicuro di essere sulla stradadi Gesù».

17 aprile

Il coraggio dell’annuncio

Letture bibliche:At 4,23-31; Sal 2; Gv 3,1-8

«Il coraggio dell’annuncio è quello checi distingue dal semplice proselitismo.Noi non facciamo pubblicità, dice GesùCristo, per avere più ‘soci’ nella nostra‘società spirituale’, no? Questo nonserve. Non serve, non è cristiano.Quello che il cristiano fa è annunziarecon coraggio e l’annuncio di GesùCristo provoca, mediante lo SpiritoSanto, quello stupore che ci fa andareavanti».

«Il cammino del coraggio cristiano èuna grazia che dà lo Spirito Santo. Cisono tante strade che possiamoprendere, anche che ci danno un certocoraggio. ‘Ma guarda che coraggioso,la decisione che ha preso! E guardaquesto, guarda come ha fatto benequesto piano, ha organizzato le cose,che bravo!’: questo aiuta, ma èstrumento di un’altra cosa più grande:lo Spirito. Se non c’è lo Spirito, noipossiamo fare tante cose, tanto lavoro,ma non serve a niente».

13 aprile

La grazia dell’unità

Letture bibliche:At 4,32-37; Sal 92; Gv 3,7-15«La comunità rinata o di quelli che

Imitare Cristo nella propria vitan LE OMELIE DEL PAPA A SANTA MARTA

5Famigliadomenica26 aprile 2015

Si è tenuta Domenica 19 aprile,presso il seminarioarcivescovile, la Giornata

diocesana della famiglia,appuntamento annuale per lefamiglie delle comunitàparrocchiali, dei movimenti e delleassociazioni della diocesi,organizzato dalla pastoralefamiliare. Quest'anno il titolo dellagiornata è stato "Felicitàsostenibile: la famiglia perun'economia di comunione". Temacentrale dell'incontro la riflessionesull'economia e sulle sceltepossibili da parte delle famiglie perfar fronte alla crisi del momentocon iniziative concrete.La giornata è iniziata con unmomento di preghiera comunitariaal quale hanno partecipato anche inumerosi bambini presenti, deiquali nei momenti successivi si èoccupato, con attività parallele aquelle dei genitori, il gruppoesordiente diocesano "animatemadi famiglia", affiancato da alcunigiovani animatori della pastoralegiovanile.Dopo la lectio divina di padreEnrico Deidda sul Vangelo diGiovanni della moltiplicazione deipani e dei pesci, centrata sullariflessione del brano inassociazione alle dinamichefamiliari, l'ultima parte dellamattina ha visto l'intervento attesodel professor Leonardo Becchetti,economista e docente di Economiapolitica all'Università Tor Vergatadi Roma, presidente del comitatoetico di Banca Etica. «L'economia incide tantissimosulle nostre vite e capire comequesti meccanismi possano esseregestiti al meglio verso il benecomune è l'obiettivo che ci sipropone di raggiungere». Così èiniziata la relazione di Becchetti,che ha catturato l'attenzionedell'assemblea.

Pastorale. Domenica scorsa si è svolta la Giornata Diocesana della Famiglia

La famiglia per un’economia di comunione

Tra le proposte presentate quelladel voto con il portafoglio, perpremiare le aziende all'avanguardianella creazione di valore sociale,economico e ambientale.Un'iniziativa efficace, iniziata aBiella nel 2013 e già realizzata inoltre 90 città italiane, è quelladello "Slot mob", mobilitazione adimitazione del più diffuso "flashmob", ma contro il gioco d'azzardo,che ha portato alla legiferazione dinumerosi comuni contro questapratica e alla premiazione degliesercenti che l'hanno eliminata dailoro locali.Becchetti ha parlato di commercioequo, illustrando la possibilità,grazie anche alle modernetecnologie, di scegliere i prodottida acquistare in modoresponsabile. Già attiva la presenza

di gruppi di acquisto solidale(gruppi GAS) che si organizzanodirettamente con il produttorelocale per fare acquisti a prezziequi. Tra le altre iniziative presentate,quelle di poter fare del microcreditoa persone bisognose tramiteprogetti online, e l'idea di unconcorso nazionale per le miglioriidee sostenibili.Dopo il saluto dell'ArcivescovoArrigo Miglio, il pranzo si è svoltoin un clima di condivisione, ed èstato seguito dall'Attività-gioco"Bancarella della famiglia": lefamiglie si sono dedicate perun'ora circa allo "shopping" tragiochi, libri e capi d'abbigliamentoportati da tutti i partecipanti,utilizzando banconote virtualifornite in quantità proporzionale al

numero dei componenti familiari.L'attività, finalizzata allaresponsabilizzazione nelledecisioni economiche dellafamiglia, con il coinvolgimento deipiù piccoli, è stata da essiparticolarmente apprezzata, inquanto protagonisti principali dellescelte effettuate. I bambini sonostati felici di poter decidere cosaacquistare e soprattutto orgogliosidegli acquisti effettuati.La giornata è proseguita con latavola rotonda alla presenza dialcuni rappresentanti della "Rete difamiglie solidali", della Banca eticae del Bilancio di giustizia per uncommercio equo-solidale.La S. Messa ha concluso lagiornata, con un bilanciodecisamente positivo per tutti.

Rosa Sale

n IN LIBRERIAComunicazione e amore in famigliaLa famiglia è uno dei luoghiprivilegiati in cui si può crescerenell’«arte» del comunicare conlibertà e maturità. Nel libro “Comunicazione e amoreQuale linguaggio in famiglia?”Cecilia Pirrone, analizzal’importanza oggi della necessitàdella cultura del «fare famiglia»,adottando un linguaggio, scevrodalla competizione, ma dettatodall’amore e dal desiderio di unacooperazione e comunione che èper sempre. La famiglia è la «scuola» pereccellenza di comunicazione,attraverso il linguaggio del corpo,del cibo, del lavoro, della festa, illinguaggio virtuale che è propriodegli adolescenti e giovani dioggi.Cecilia Pirrone (classe 1972)risiede a Lecco con il marito e trefigli. Laureata in Psicologiaall’Universita di Torino èspecializzata in psicoterapiasistemico-relazionale al CentroMilanese di Terapia della Famiglia. Ha svolto attività clinica con iminori e le famiglie. Attualmentesi occupa di psicologia scolastica eformazione ed insegna all’IstitutoSuperiore di Scienze religiose diMilano per corsi di formazione per

insegnanti. Collabora con larivista “Famiglia Oggi” e ha scrittovari articoli per la rivista “L’Ecodegli oratori”.Il testo è particolarmente indicatoper adulti, genitori, educatori edanche operatori pastorali.

LETTURE

vita di relazioni è la cosa piùimportante per le persone, e che lepatologie negli europei sopra icinquant’anni hanno comeprincipale fattore scatenante lacrisi della vita di relazioni; quindiper l’uomo le relazioni sonofondamentali e vanno coltivate”. Molti giovani sardi sono costrettiad emigrare per trovare lavoro.Secondo lei, lo studio è ancora lastrada da preferire o forsebisogna tornare ai mestieri piùsemplici? “Statisticamente ogni anno distudio aumenta in media laredditività di una persona, questovale in Italia come in altri paesi.Purtroppo la Sardegna ha anche unmercato limitato, e quindi moltospesso una persona moltoqualificata, potrebbe esserecostretta a cercare lavoro altrove.In più però oggi quello che contanon è studiare tout court; studiareè meglio di non studiare, ma contatrovare un proprio vantaggiocompetitivo, cioè sviluppare quelliche sono i propri talenti. Non èdetto che siano necessariamente

Come si può promuovere unafinanza etica, che sia peròanche vantaggiosa per gli

investitori?“Bisogna lavorare a due livelli:innanzitutto cambiare le regole delgioco, quindi delle campagne chele organizzazioni cattolichestanno facendo assieme ad altreorganizzazioni di buona volontà,per far sì che ci siano delle regoleche scongiurino i rischi di nuovecrisi finanziarie. È la campagna005, dove noi ci battiamo per unaserie di iniziative, per una finanzapiù equa. E poi bisogna votare colportafoglio per tutte quelle realtàdi finanza sostenibile che giàesistono: i fondi di finanza etica,le banche solidali, etiche ecooperative; dobbiamo imparare apremiare chi veramente faqualcosa di buono, quelleorganizzazioni che sonoall’avanguardia nel creare valoreeconomico in manieraambientalmente sostenibile. Nonsi tratta di inventare cose nuove,perché tutte queste cose giàesistono”.

Come far capire che la famiglianaturale, può dare un contributoreale alla vita economica delpaese, e che quindi vaincentivata?“Molto semplice: la famiglia è laprima cellula di squadra, digruppo. E in economia, il gruppo èsempre superiore all’individuo dalpunto di vista della selezione.Perché quando ci si mette insiemele forze aumentano, simoltiplicano. Il Papa ha detto“uno più uno fa tre” al recenteincontro con la cooperazione.Quindi la famiglia è un primonucleo, è casa e scuola di relazionie che produce quel capitale socialefondamentale oggi anche per latenuta del senso civico delsistema. La famiglia è ancheun’assicurazione, unammortizzatore di shock che isingoli individui possono averenella loro vita; chiaramentequando fanno parte di retifamiliari hanno una possibilitàmaggiore di fronteggiarli. Anchel’economia della felicità è moltoimportante: questa ci dice che la

Creare uno sviluppoa “misura d’uomo”L’intervista all’economista Leonardo Becchetti, docente all’Università “Tor Vergata” di Roma,editorialista del quotidiano Avvenire e relatore alla Giornata Diocesana della Famiglia

talenti legati allo studio, quindi seuno ha un talento può indirizzarsiverso quel talento. Nel mondo dioggi, bisogna sviluppare almassimo i propri talenti perché sesi arriva in cima a questa scala deitalenti, si può dare qualcosa diutile per gli altri”.Cosa si può fare per aiutare glialtri paesi europei in difficoltà,ad esempio la Grecia, senza peròfare dell’assistenzialismo? “Molto difficile. La crisi dei paesieuropei è come quando ci sonorapporti tra le persone, è una crisidovuta a mancanza di fiducia,mancanza di solidarietà e dirispetto dei doveri da parte deipaesi che oggi sono in difficoltà.Quando in Europa ci sono reti difiducia e di solidarietà, si riesce asuperare questi problemi.Purtroppo in Europa è inveceprevalsa la diffidenza, è prevalso il“do ut des” sulla base del bilancio,e questo naturalmente non

moltiplica: è un po’ la storia deipani e dei pesci, ognuno si ètenuto i propri, e non c’è stataquella vera condivisione dellerisorse, debiti e risorse positive,che avrebbe potuto moltiplicarle.L’Italia non è assolutamente nellasituazione della Grecia, ècomunque sotto l’ombrello dellaBce e ha oggi una situazionediversa. Per migliorare ancora dipiù, il nostro Paese dovrebbe conpiù energia chiedere all’Europauna politica più coraggiosa, piùespansiva di investimenti, come èstato fatto negli Stati Uniti dopola crisi, e dovrebbe lavorare percorreggere alcune sue debolezze,come l’inefficienza della giustiziacivile e la durata troppo lungadelle cause, e la mancanza diquelle autostrade digitali ICT cheoggi sono fondamentali per crearesviluppo economico”.

Marco Scano

Giovani domenica26 aprile 20156

entusiasmo, ma poi le aveva risposto(e – io immagino – con il tonoprofetico di un fra Cristoforo) “vedraiche entro un mese ti ritroverai a direio lo devo amare”. All’epoca mi eraparsa una frase forte, un po’spaventosa, ma ora acquista nuovaluce.Ho già scritto, in questa rubrica, sulsenso della fedeltà e del “persempre”, ma vorrei ora ragionare sultema del “dovere di amore”, perchémi pare piuttosto travisato. Viviamocircondati da due messaggi opposti:da un lato quello strombazzante ecaleidoscopico che afferma laprecedenza assoluta del sentimento,del sentire, dello “star bene”;dall’altro il richiamo morale (spessomoralistico) al senso del dovere, al“quando si era ancora disposti asacrificarsi” e cose simili. Nei nostriambienti parrocchiali spesso questosecondo viene proposto a raffica,quasi si pensasse che il dirlo eribadirlo potesse avere qualchechance di sovrastare l’altro,decisamente più allettante epervasivo.Il problema è che se davvero ilmatrimonio fosse fatto di fuochiartificiali per un paio d’anni esemplice sopportazione per il restodella vita la proposta sarebbedecisamente deprimente. A me non

hanno nemmeno mai convinto i tantidiscorsi sulle differenze sostanzialitra innamoramento e amore, perché–alla fine della fiera- il primo mi èsempre sembrato decisamente piùinteressante e divertente delsecondo. Guardando a queivecchietti mi viene da dire che laverità è che quel “dover amarel’altro” (come diceva quel sacerdote)significa primariamente coltivare ildesiderio dell’altro, lo spazio delsentimento, la disposizione alromanticismo. Alla fine la questioneè: se un giorno di 5-10-15-50 anni faio mi sono innamorata di miomarito/mia moglie, perché nonpotrei innamorarmi di nuovo dilui/lei oggi? Sì perché a me nonbasta amare mio marito e ricordarequand’eravamo giovani einnamorati, io voglio essereinnamorata di lui oggi! Questo, aparer mio, è il vero “dovere diamore”, quello cioè di nonpermettere che il mio amare (che èfatto di donazione, accoglienza,attenzione, ma anche fatica, rabbia equalche frustrazione) perda ilsentimento, insomma che vengameno l’emozione e l’incredulità, il“non mi sembrava possibile che tratanta gente che tu t’accorgessi dime” come cantava Gino Paoli nellasplendida canzone, non a caso

intitolata Una lunga storia d’amore.Solo le coppie innamoratetestimoniano la bellezza delmatrimonio, solo le coppie feliciraccontano la fedeltà di Dio verso ilsuo popolo, non qualsiasi coppia“purché resti unita”! Perché ilSignore non si è innamorato di noiuna volta sola, ma ogni giorno cidice “tu sei prezioso ai miei occhi, seidegno di stima e io ti amo” (Is 43,4)e il suo amore non smette di esserestruggente e caparbio.Così mi piacerebbe che ai corsiprematrimoniali oltre a parlare delsacramento del matrimonio,dell’importanza dell’ascoltodell’altro, dei metodi naturali (tuttecose importantissime, anzisacrosante), si chiedesse anche aifidanzati: “cosa ti ha fattoinnamorare di lui/lei?” e magarifarlo scrivere su un foglio daconservare negli anni e tirare fuori

nei momenti giusti, nei momenti –cioè- in cui ricordare quelle ragionidiventa più difficile. C’è unacomponente di follia da abbracciarese si sceglie di restare innamorati avita, occorre accogliere la propriadimensione infantile disposta algioco e allo stupore, ma è possibilee lo testimoniano quei duevecchietti, insieme ad alcune (nontante purtroppo) coppie checonosco e che dopo diverse decined’anni di matrimonio ancoracamminano per strada mano nellamano, scoppiano a rideresimultaneamente, sentono battereil cuore quando lui o lei gli comparedavanti all’improvviso. Esistono equindi ci possiamo credere, ma seanche fosse utopia, sarebbe una diquelle utopie per le quali vale lapena spendersi tutta la vita.

Paola Lazzarini Orrù[email protected]

Una coppia cammina davantia me, mano nella mano, luirallenta perché lei ha il

ginocchio dolorante (si vede),poi raggiungono una panchina esi accomodano. Lui tira fuori ilgiornale e inizia a leggerlo,mentre lei si appoggia alla suaspalla. Mi ricorda la scena finaledi “Notthing Hill”, deliziosacommedia inglese con HughGrant e Julia Roberts, ma quellidavanti a me non sono duebellissimi attori trentenni, bensìdue semplici cittadini anzianidella mia città. Non so quantianni abbiano, ma sonosicuramente più vicini agliottanta che a i settanta e, dailoro gesti sincronizzati, capiscoche è una vita che camminanoinsieme.Vorrei avvicinarmi e chiedere lorocome hanno fatto, quale segretonascondono, ma non oso e miritrovo a pensarci da sola.Tanti tanti anni fa, quando eroancora una ragazzina piena difantasie romantiche, una giovanemoglie mi raccontò che il giornoprima di sposarsi era andata aconfessarsi e aveva detto alsacerdote quanto fosse semplicee spontaneo amare suo marito,lui aveva partecipato del suo

Crescere nell’amorenUN AMORE COSÌ GRANDE

Si sa che aprire una nuovaattività in tempieconomicamente sfavorevoli

non è una facile impresa. Eppure aCagliari sono diversi i locali chehanno aperto i battenti di recente.Com’è possibile? Originalità.Perché è così che funziona.L’inventiva e le menti creativeavranno sempre la meglio,soprattutto in occasioni dove laripetitività fallisce. Forse staproprio qui il successo delle mentispeciali: lanciarsi dove tanti primahanno fallito. Dove non c’è piùspazio per il comune e lo scontato,l’originalità regna sovrana.Daniele, che lavora da Choco andTea dal luglio 2014, mi haraccontato che la crisi si senteparecchio. Nel confronto tra l’Italia

e la Spagna – dove ha trascorsodiverso tempo – c’è un divariomolto alto, soprattutto per quantoriguarda le tasse. Qui esiste unatassa su tutto. E sono tasse moltoalte, troppo, “da matti”. Aprire unanuova attività non implicasolamente trovare lo stabile giustoe fare bene i conti, perché questolavoro è in continuo rinnovamento“per dare novità a Cagliari, unacittà dove le novità non duranotroppo”. Come si vince la crisi?Puntando sulla particolarità deiprodotti e sull’inventiva,importando anche idee e materialidall’estero. Documentarsi einventare, è qui il segreto.Chocoand Tea non è un localetradizionale, infatti, è un localedove il tè è considerato un arte.

L’idea di Babeuf invece è nata aRoma, dove locali come questivanno molto di moda, ma ancoramancavano al menù di Cagliari. Lalinea è quella del vintage,dell’unione tra libreria e bar, tracentro di incontri culturali e distudio. “Non crediamo allaclientela mordi e fuggi” diceFederico, da Babeuf si va perrilassarsi, è una regola che sta nelnome: Babeuf, tè, vino e letturelente. Lente. Un fotografo laureatoin lettere e una giovanissimalaureata in economia, Federico edElita, hanno portato un po’ dimovimento in un momento in cuitutto era tremendamente fermoaprendo la loro prima attività inquesto campo. Entrambi venivanoda due anni di disoccupazione. Nonsi tratta della consueta libreria conspazio caffetteria, ma di un ampiocaffè con spazio libreria, dove èpossibile acquistare alcuni libri oleggerli su una delle invitantipoltrone lasciando un segnalibrocon il proprio nome. Ma non cisono solo libri, per Babeuf èimportante anche mangiare bene esano. Molti dei loro prodotti sonorealizzati da piccoli artigiani, al difuori della grande distribuzione.La selezione di vini va oltre i limitidella Sardegna, portando gustipoco conosciuti e particolari. Tuttoè ricercato e niente costa troppo. Nello stesso quartiere, a Villanova,si è ritagliato uno spazio nella vitanotturna cagliaritana il locale LeStreghe gestito da Carla e Anna.Carla ha studiato sceneggiatura,ma il 26 luglio 2014, grazieall’aiuto dei genitori, hatrasformato l’officina di un fabbroin un locale originale e con il

dolcissimo al salatissimo, senzaperò mai raggiungere il ‘salato’anche negli scontrini. È un localedal gusto raffinato e accogliente,dove è possibile percepire latradizione del buon pane, maanche tante ricette moderne estraniere. Altre novità per Cagliari sono: ilBar Florio, che propone ancheeventi culturali, manifestazioni eserate sempre diverse ecoinvolgenti; la Locanda Caddeo,che offre una valida alternativa alfast food proponendo fantasiosefocacce e pizze per ogni gusto; eNero Nero - American CoffeeExperience, la prima caffetteria instile americano.Dall’esperienza di questi giovaniimprenditori si può dedurre cheaprire un’attività di successo nonsia poi così difficile: bisogna“armarsi di tanta pazienza”(Daniele), “formarsi” (Adelina),“organizzare un business plan ecreare qualcosa che piace prima ditutto a se stessi” (Carla) e“lanciarsi” (Federico)!

Margherita Santus

soffitto stellato. Le Streghe è un bardove spesso è possibile assistere aconcerti (dalla musica classica alrock), a spettacoli teatrali e allaproiezione in anteprima di unaserie web (scritta in parte dallastessa Carla), non mancano dj set edegustazioni. Ma soprattutto è unbar dall’ambiente familiare, dove ilcontatto con il personale èspeciale. Un ambiente quasi dacircolo privato, che in realtàriporta semplicemente il vecchiomodo di fare ristorazione doveviene spontaneo sedersi albancone e chiacchierare con ilbarman. Dal panificio di famiglia invece ènata l’idea dell’ormai molto notoCoccodi - il dolce e il salato, diAdelina, che studiavagiurisprudenza e allo stesso tempolavorava nell’attività del nonno.Voleva creare un posto dove sipotesse mangiare quello che sidesidera in qualsiasi momento lo sidesideri, necessità comune achiunque conduca una vitafrenetica. Direi che ci è riuscita.L’offerta di cibo è ampia: varia dal

Partono da giovani sardinuove idee per l’impresaIn un periodo non facile per il mondo dell’impresa, a Cagliari si registra il successo di una serie di nuovi locali che uniscono la qualità dei prodotti ad uno stile originale

7Cagliaridomenica26 aprile 2015

Palazzo di città; l'iniziativadedicata al Cinema (aprile-dicembre2015), con la realizzazione inparticolare de “Di/segno al cinema”tra luglio e settembre, mostradedicata al rapporto tra cinema earti visive che esplora l’importanzadello storyboard e del bozzetto nellavoro di regia con le tavole diimportanti esponenti del cinemaitaliano e attraverso proiezioniurbane e laboratori in un percorsoche si estende nel quartiere storicodi Castello; ci sarà il percorsodedicato all'Arte pubblica(giugno–ottobre), in una città cosìcostantemente in mutamentoverranno compresi in un lavorocomune residenze artistiche,laboratori, arte partecipataattraverso un percorso corale diindagine sulle nuove formedell’abitare e sull'estetica; infinenel campo dell'Archeologia ci saràun'importante collaborazione con ilMuseo Ermitage di San Pietroburgoper “Le grandi civiltà che hannodisegnato il mondo” (ottobre-gennaio 2016), a cura del SistemaMuseale della Città di Cagliari:l’esposizione propone un corpusespositivo di opere conservate neidipartimenti del museo russomettendo in relazione e confrontole grandi civiltà del passato, traqueste quella nuragica, in unpercorso diffuso nel tessuto urbano.

Chiara Lonis

un tema dedicato allaContemporaneità (marzo-novembre2015) con la mostra “Sotto il segnodel contemporaneo”, esposizionedella prestigiosa collezione civicad’arte della Galleria Comunale a

Cagliari, The life you want (la vitache desideri). Questo il titolo delprimo video istituzionale della

città di Cagliari rivolto al mercatointernazionale. Fortemente volutodall’Amministrazione Comunale, èstato commissionato dall’Assessoratoallo Sviluppo Economico e Turismo delComune di Cagliari, come filmatopromozionale da proiettare inoccasione di Expo Milano e altri eventilegati al marketing territoriale.La regia è stata affidata a Mario GiuaMarassi, pluripremiato registacagliaritano e fondatore della societàdi produzione Go To Net Studios. Lemusiche originali sono invece diRomeo Scaccia, pianista ecompositore di fama internazionale.Il filmato è stato presentato lo scorso8 aprile nella Galleria Comunale d’Artedall’assessore al Turismo BarbaraArgiolas alla presenza del regista e delmusicista, che si è esibito in unaperformance al pianoforte sul tema.Presenti alla serata anche ilpresidente della Commissione Attivitàproduttive e turismo Emilio Montaldoe la dirigente della Film Commission

Come da copione non sono mancateneppure le polemiche, secondo lequali viene rappresentata una“Cagliari immaginaria e imbellettata”,un “tutto fumo e niente arrosto” visti inumerosi problemi quali il degrado deiquartieri popolari o lo stato diabbandono di alcuni monumenti eluoghi di interesse storico.Il lavoro è uscito in concomitanza conla presentazione di Cagliari comeCapitale italiana del 2015 ( affiancatada Lecce, Perugia, Ravenna e Siena).Quella di Cagliari, come scrive ilsindaco Massimo Zedda sulla suapagina facebook, è una “storiamillenaria e innovazione, tradizione econtaminazione, qualità della vita esperimentazione: la sfida di CagliariCapitale 2015 è la stessa della Cagliarie della Sardegna che dal centro delMediterraneo si affacciano all'Europae al Nord Africa seguendo il filo rossodel percorso iniziato con i cittadini, glioperatori, le associazioni, gli enti e leistituzioni nella candidatura per il2019. La ricucitura continua”.

Susanna Mocci

Un video per narrarela bellezza della CittàL’assessorato comunale al turismo ha promosso la realizzazione di un filmato, giratodal regista Mario Giua Marassi, per far conoscere le ricchezze di Cagliari anche all’estero

Tutti ricorderanno il duelloall'ultimo sangue, per così dire,tenutosi per l'elezione della

Capitale europea della cultura 2019tra Matera e Cagliari, gara altermine della quale Matera hatrionfato sulla capitale sarda;ebbene il Mibact (Ministero dei benie delle attività culturali e delturismo) assegnerà a Cagliari e allealtre città finaliste, Siena, Ravenna,Perugia e Lecce, ben 1 milione dieuro per salvaguardare, in qualchemodo, valorizzare e rendererealizzabili e proficui i programmisviluppati per le iniziative. In unaconferenza del 10 aprile il ministroDario Franceschini ha detto: «È unagrande occasione perchè dal 2016entrerà in corso il sistema dellaCapitale Italiana della cultura:infatti dopo la partenza delle primecinque città (finaliste dellacompetizione europea ndr),annualmente una città diversa sifregierà del titolo di CapitaleItaliana della Cultura». Lacompetizione sarà interrotta dal2019 al 2020 in occasione di quellaeuropea in cui Matera sarà la

Cagliari capitale italiana della cultura 2015Il Capoluogo, insieme a Siena,Ravenna, Perugia e Lecce, haottenuto il riconoscimentoda parte del Ministero dei Benie delle Attività Culturali

padrona assoluta, e nel 2015 saràproprio Cagliari a rivestire il titolodi Capitale Italiana della cultura.Alla conferenza del 10 aprile erapresente anche il sindaco dellacapitale dell'isola Massimo Zedda, ilquale è convinto che l'iniziativasarà un importante biglietto dipresentazione non solo per l'isolama anche per il resto d'Italia invista della prossima aperturadell'Expo 2015 a Milano, rendendoil centro cagliaritano un importantepolo attrattivo per dare spazio poianche a tutti gli altri centriculturali, con le risorse, l'arte, ipaesaggi e gli itinerari mozzafiatoche un turista può percorrerenell'isola. «Vorremo portare lacultura nelle periferie della città edell'Area Metropolitana e lanciarequesto filo rosso sull'altra spondadel Mediterraneo, per collegarel'Italia e l'Europa al Nord Africaperché prevalgano democrazia elibertà» ha detto inoltre il sindacoZedda, con questo filo rosso che èsimbolo e omaggio rivoltoall'artista sarda di fama mondialeMaria Lai, scomparsa nel 2013, maanche la traccia tangibile dellavolontà di costruire una fitta rete direlazioni sociali nelle varie zoneurbane, in modo che l'intera cittàpossa partecipare attivamente alprogramma e sentirsi parte delleiniziative che interesseranno ognigenere culturale e ogni spaziopossibile, dai musei alle piazze,

dalle spiagge agli spazi domestici,dai colli al mare, dalle zonearcheologiche ai quartieri storici,dai teatri convenzionali a quelli acielo aperto. Il programma èripartito in generi artistici, ci sarà

n DA MAGGIORitorna “Prendi e leggi”Sabato 9 maggio riprende il ciclo diincontri per catechisti e animatoribiblici “Prendi e leggi”, organizzatodall’Ufficio Catechistico Diocesano.Al centro dei quattro incontri gli“Atti degli Apostoli”, proposti da p.Maurizio Teani, s.j., Preside dellaFacoltà Teologica della Sardegna.Per iscrizioni visitare il sito webwww.ufficiocatechisticocagliari.it.

n 30 APRILEEsercizi spirituali Dal 30 aprile al 3 maggio nella casadelle Ancelle della Sacra Famiglia diVallermosa sono in programma gliesercizi spirituali della comunità peril diaconato permanente.L’appuntamento rappresenta unmomento di meditazione, dipreghiere in raccoglimento e disilenzio per i diaconi della Diocesi diCagliari.

n IL SEGNOÈ uscito il nuovo numeroIn concomittanza con ilpellegrinaggio Sinnai - Bonaria èstato dato alle stampe il nuovonumero de “Il segno”, il periodico dicollegamento per gli amici delpellegrinaggio. L’annualeappuntamento si snoda nella nottetra il 24 e il 25 aprile. Il tema diquest’anno è “ Beati di puri di cuoreperché vedranno Dio”.

Cagliari Antonella Delle Donne.Il video, della durata di poco meno didue minuti, è un susseguirsi diimmagini mozzafiato che benrappresentano la città: la bibliotecauniversitaria settecentesca, laspiaggia del Poetto, l’incedere ieraticodei fenicotteri rosa che velocemente sialzano in volo, il bastione di SaintRemy, la Mediateca del Mediterraneo, igiardini pubblici, il mare–immancabile-, il Teatro Lirico, laprocessione del simulacro diSant’Efisio verso la Cattedrale nelgiorno del Lunedì di Pasqua, la Torredell’Elefante. Il tutto sotto il sole cheillumina la città e i suoi panorami,vero leit-motiv del videoclip, come haspiegato lo stesso Giua Marassi,definendo la città “un microcosmo diluce che celebra la vita”.Il filmato, dal tono emotivo esuggestivo, ha raccolto il plausodell’opinione pubblica, soprattutto suisocial network, dove sono fioccati icomplimenti :“Mario Giua Marassi è unpoeta” “bellissimo video di unabellissima città” “grandissimo RomeoScaccia, compositore eccezionale”.

nPELLEGRINAGGIOA Torino per la SindoneDal 25 al 27 maggio, in occasionedel bicentenario della nascita di donBosco e dell’ostensionestraordinaria della Sindone, si terràun pellegrinaggio diocesano aTorino. Per informazioni e iscrizioni:Agenzia “I viaggi di Colombo” – ViaDiaz 53 – Quartu Sant’Elena,070.863400 / 070.8807239 –[email protected].

nSAN CARLOScuola di preghieraLunedì 27 aprile alle 20.30 nei localidella parrocchia San Carlo Borromeonuovo appuntamento con la “Scuoladi preghiera per giovani”, guidatadal parroco don Luca Venturelli.L’iniziativa, è destinata ai ragazzi ealle ragazze per far vivere loro unmomento di condivisione tragiovani. Informazioni disponibili sulsito www.parrocchiasancarlo.it.

8 Parola di Dio domenica26 aprile 2015

Di fronte al vangelo di questadomenica si è spesso tentatidi ascoltarne solo le primeparole e lasciare il resto ad

un immaginario personale. Oppure,più frequentemente, a lasciarsiemozionare dall’immagine banale esentimentale del pastore. Pensarealle bianche e morbide pecorelle chepascolano sui prati verdi, al giovanepastorello che si distende sull’erba,alle belle giornate di sole vissute incompagnia delle pecore sotto unagrossa pianta godendone la frescaombra. Ecco, tutto ciò è purafantasia in relazione al branoevangelico e, soprattutto, alla realtàquotidiana dell’allevatore. Forsequesto discorso è banale, vista lanostra regionale propensione evicinanza al mondo pastorale.Tuttavia, per evitare quel genere distorture, è bene ricordare il durolavoro che viene compiuto ognigiorno ed in ogni stagionedell’anno, è doveroso tener presentel’abnegazione doverosa per rispettoagli animali, la cura e l’attenzioneverso il gregge perché esso siaproduttivo. Inoltre, esso richiede lapartecipazione attiva e coraledell’intero nucleo familiare. Questeminime ed essenziali suggestionidevono soggiacere alla letturamatura e credente del brano.L’attribuzione personale che Gesùesprime di questo titolo, richiama ilmistero della morte e dellarisurrezione. ‘Io sono il pastore, ilbello/buono’. Il termine greco,kalòs, evoca il connubio dell’arteclassica tra il ‘bello’ ed il ‘buono’.Probabilmente il termine grecotraduce l’intero campo semanticodel noto aggettivo ebraicotob/tobah, presente nella primapagina della Scrittura: ‘Dio vide cheera tob’. L’opera di Dio è bella ebuona, desiderabile e nutriente.Gesù, quale bel/buon pastore,manifesta questa caratteristicaattraverso il dono completo per ilproprio gregge. ‘Dare la vita per’ èl’espressione che il quartoevangelista usa spesso inriferimento alla morte di Gesù per isuoi. La contrapposizione colmercenario evidenzia in modofolgorante quale sia la caratteristicapropria di chi si accinge ad imitare il‘pastore bello’: dare la vita. Mentrelo stipendiato non ha alcuninteresse a rischiare per il gregge delpadrone, il pastore lega la propriavita alle pecore. Se esse muoiono,muore anche lui. Il pastore, si dirà alv. 14, è colui che ‘conosce ed èconosciuto dalle pecore’. Quantobisogno abbiamo oggi di conoscercidavvero e di farci conoscere per ciòche siamo! Quante maschere!Quanta povertà umana e spiritualein facciate di santità! Nelledomeniche precedenti Gesù non hatemuto di mostrare le ferite peraccreditare fiducia ai discepoli. Lacoscienza del dolore, della morte,della sofferenza, del fallimentorappresentano i segni credibili delcredente e della sua fede provata alfuoco. Il ritornello del salmoresponsoriale è centrato su questoaspetto: ‘la pietra ‘rigettata’ daicostruttori (benpensanti e‘perfettini’!) è diventata la pietraangolare’. Il pastore conosce, ha un rapportopersonale con le pecore, ha la curadi occuparsi della loro vita e del lorocammino. Il bravo pastore sa qualipecore far riposare, quali figliare,quali spronare. Inoltre, non tuttepossono essere totalmente munte,poiché devono anche nutrire i loroagnellini. Come comunità credenteavremmo bisogno di rifare nostroquesto presupposto di vita:conoscere le pecore, nelle loroconcrete situazioni esistenziali, ericonoscerci tutti come appartenential gregge. Tra il v. 14 ed il v. 15 Gesù

Io sonoil buon pastore

IV Domenica di Pasqua (Anno B)

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buonpastore. Il buon pastore dà la propria vita perle pecore. Il mercenario – che non è pastore eal quale le pecore non appartengono – vede

venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, eil lupo le rapisce e le disperde; perché è unmercenario e non gli importa delle pecore.

Io sono il buon pastore, conosco le miepecore e le mie pecore conoscono me, cosìcome il Padre conosce me e io conosco ilPadre, e do la mia vita per le pecore. E ho

altre pecore che non provengono da questorecinto: anche quelle io devo guidare.

Ascolteranno la mia voce e diventeranno unsolo gregge, un solo pastore.

Per questo il Padre mi ama: perché io do lamia vita, per poi riprenderla di nuovo.

Nessuno me la toglie: io la do da me stesso.Ho il potere di darla e il potere

di riprenderla di nuovo.Questo è il comando

che ho ricevuto dal Padre mio».

proclama la grandezza della buonanotizia: il riconoscimento vicendevoletra noi e il pastore corrisponde alrapporto scambievole che intercorretra il Padre e il Figlio. La conoscenzapertanto non è questioneintellettuale, ma è nella dimensionedel rapporto d’amore, dell’attenzionepaterna e filiale, dello scambio diintimità. Se fino a questo puntol’evangelista sembra tracciare uncammino consueto, anche alla lucedell’AT, al v. 16 spalanca lo sguardoverso un orizzonte nuovo: le altrepecore. Sebbene la loro precisaidentificazione non sia tropposemplice (sono solo i non giudei?),dobbiamo constatare unacaratteristica di questo pastore: non sioccupa solo del suo piccolo recinto,ma lo vuole allargare a dismisura. Laguida che propone è incentratasull’ascolto della sua voce, dalmomento che ‘le pecore lo seguonoperché conoscono la sua voce’ (10,3).La chiusa della pericope evangelicasottolinea un ulteriore aspetto deldono: donare la vita significaconsegnarla volontariamente e nonfarsela scippare da qualcuno o daqualche ideale. ‘Nessuno me la toglie,ma io la do da me stesso’. Il pastoredona la vita e la riprende, ma nonsenza che intercorra qualchecambiamento. Amare, in fondo,significa concedere all’altro lapossibilità di ferirmi fino all’intimo edattraverso questo paradossoconsacrare il dono fatto.

Dal Vangelo

secondoGiovanni

Gv 10, 11-18

di Michele Antonio Corona

9Vita cristianadomenica26 aprile 2015

Con questo numero del Il Porticoiniziamo a percorrere la Bolla diIndizione del Giubileo

Straordinario della Misericordiaindetto da papa Francesco, “Prima di addentrarci all’interno deldocumento, cerchiamo dicomprendere che cosa è un Giubileodetto anche “Anno Santo”. Dal punto di vista etimologico iltermine si fa risalire all’ebraico jobal,il suono del corno di ariete che è dettoshofar, particolare tipo di tromba conla quale si annunziava e si dava inizioa feste solenni nel Tempio diGerusalemme, tra cui il Giubileo, vale adire il cinquantesimo anno, dopo avercontato sette volte sette annisabbatici.Nella tradizione biblica l’annogiubilare era considerato un anno digrazia, un dono del Signore, un tempoda dedicare a Jahweh, un anno diconversione del cuore, per ricostituirela giustizia tra tutti gli uomini, e tra gliuomini, la terra e gli animali, secondol’ordine e l’armonia originari stabilitida Dio nella Creazione.Nel mondo ebraico il Giubileo era vistoe celebrato come un condonouniversale, così da ristabilirel’uguaglianza tra tutti gli esseri e lalibertà cosmica.Il termine ebraico jobal, fu tradotto daSan Girolamo con la parola latinajubilaeus, da cui si fa derivare giubilo,gioia a motivo del fatto che s’intendecelebrare il costante venire di Dionella storia degli uomini, per liberarli

da ogni schiavitù.Ispirandosi alla tradizione ebraica, masoprattutto al fatto che lacelebrazione del Giubileo, nel tardogiudaismo aveva assunto unadimensione messianica, cioè di annodi protezione dei deboli e dei poveri,di impegno per la giustizia sociale perun’autentica attesa del Messia, nelcristianesimo cattolico, il PapaBonifacio VIII indisse il primoGiubileo nel 1300, cui hanno fattoseguito altri ventinove Giubilei.L’ultimo è stato quello del 2000, cheha voluto celebrare il misterodell’Incarnazione del Verbo di Dio,cioè del mistero della nascita storicadel Salvatore, dunque dellaRedenzione dell’uomo sviato dalpeccato.Certamente è stato per tutti i cristianiun momento forte per la promozionedei diritti dell’uomo e dei popoli, alivello universale.Nella Chiesa Cattolica, all’inizio dellatradizione giubilare, i Giubilei o AnniSanti, cadevano, seguendo latradizione ebraica, ognicinquant’anni, poi questo arco ditempo fu suddiviso in due periodi,ogni venticinque anni, ma vi possonoessere anche Giubilei, o Anni Santistraordinari, cioè possono essereindetti dal Romano Pontefice, percelebrare momenti particolari dellafede cristiana, anche fuori dellecadenze ordinarie venticinquennali edè il caso di questo Giubileo, indetto daPapa Francesco.

La celebrazione del Giubileostraordinario che ha per titoloMisericordiae Vultus avrà inizio l’8dicembre 2015, anniversario dellaconclusione del Concilio EcumenicoVaticano II, con l’intento di mantenereviva la memoria di quell’evento e avràil suo termine il 20 novembre del2016 festa liturgica di Cristo Re, aconclusione dell’anno liturgico. I fondamenti biblici affondano leradici nell’ebraismo: Es 23,10-11; Lev25,1-28; Deut 15,1-6; Is 61,1-2; Dan9, 24; Lc 4,16-21.La lettura dei brani scritturistici trovaun nuova luce se svolta tenendopresente anche la fede cristiana nellavenuta del Cristo glorioso, il qualeviene a fare nuove tutte le cose.Il Giubileo o per meglio specificarel’Anno Santo indetto da PapaFrancesco si concentra sullamisericordia, anzi sul Volto dellamisericordia, infatti, afferma, il Papanella Bolla: “Ci sono momenti neiquali in modo ancora più forte siamochiamati a tenere fisso lo sguardosulla misericordia per diventare noistessi segno efficace dell’agire delPadre”.Dunque la parola chiave di questoAnno Santo straordinario è proprio la“Misericordia”, che si riflette nel voltodi Gesù, nel quale i credenti possonocontemplare la misericordia del Padre.Una misericordia che è divenuta “viva,visibile e ha raggiunto il suo culminein Gesù di Nazareth”(1).

Maria Grazia Pau

L’origine del Giubileo

9

La catechesi di oggi è dedicata aun aspetto centrale del temadella famiglia: quello del

grande dono che Dio ha fattoall’umanità con la creazionedell’uomo e della donna e con ilsacramento del matrimonio. Questacatechesi e la prossima riguardanola differenza e la complementaritàtra l’uomo e la donna, che stannoal vertice della creazione divina; ledue che seguiranno poi, saranno sualtri temi del Matrimonio.Iniziamo con un breve commento alprimo racconto della creazione, nelLibro della Genesi. Qui leggiamoche Dio, dopo aver creato l’universoe tutti gli esseri viventi, creò ilcapolavoro, ossia l’essere umano,che fece a propria immagine: «aimmagine di Dio lo creò: maschio efemmina li creò» (Gen 1,27), cosìdice il Libro della Genesi.E come tutti sappiamo, la differenzasessuale è presente in tante formedi vita, nella lunga scala deiviventi. Ma solo nell’uomo e nelladonna essa porta in sé l’immagine ela somiglianza di Dio: il testobiblico lo ripete per ben tre volte in

due versetti (26-27): uomo e donnasono immagine e somiglianza diDio. Questo ci dice che non solol’uomo preso a sé è immagine diDio, non solo la donna presa a sé èimmagine di Dio, ma anche l’uomoe la donna, come coppia, sonoimmagine di Dio. La differenza trauomo e donna non è per lacontrapposizione, o lasubordinazione, ma per lacomunione e la generazione,sempre ad immagine e somiglianzadi Dio.L’esperienza ce lo insegna: perconoscersi bene e crescerearmonicamente l’essere umano habisogno della reciprocità tra uomoe donna. Quando ciò non avviene,se ne vedono le conseguenze.Siamo fatti per ascoltarci e aiutarcia vicenda. Possiamo dire che senzal’arricchimento reciproco in questarelazione – nel pensiero enell’azione, negli affetti e nellavoro, anche nella fede – i due nonpossono nemmeno capire fino infondo che cosa significa essereuomo e donna.La cultura moderna e

contemporanea ha aperto nuovispazi, nuove libertà e nuoveprofondità per l’arricchimentodella comprensione di questadifferenza. Ma ha introdotto anchemolti dubbi e molto scetticismo. Peresempio, io mi domando, se lacosiddetta teoria del gender nonsia anche espressione di unafrustrazione e di unarassegnazione, che mira acancellare la differenza sessualeperché non sa più confrontarsi conessa. Sì, rischiamo di fare un passoindietro. La rimozione delladifferenza, infatti, è il problema,non la soluzione. Per risolvere iloro problemi di relazione, l’uomo ela donna devono invece parlarsi dipiù, ascoltarsi di più, conoscersi dipiù, volersi bene di più. Devonotrattarsi con rispetto e cooperarecon amicizia. Con queste basiumane, sostenute dalla grazia diDio, è possibile progettare l’unionematrimoniale e familiare per tuttala vita. Il legame matrimoniale efamiliare è una cosa seria, lo è pertutti, non solo per i credenti. Vorreiesortare gli intellettuali a nondisertare questo tema, come sefosse diventato secondario perl’impegno a favore di una societàpiù libera e più giusta.Dio ha affidato la terra all’alleanzadell’uomo e della donna: il suofallimento inaridisce il mondo degliaffetti e oscura il cielo dellasperanza. I segnali sono giàpreoccupanti, e li vediamo. Vorreiindicare, fra i molti, due punti cheio credo debbono impegnarci conpiù urgenza. Il primo. E’ indubbio che dobbiamofare molto di più in favore delladonna, se vogliamo ridare più forza

rassegnazione all’incredulità e alcinismo, non sia anche connessaalla crisi dell’alleanza tra uomo edonna. In effetti il racconto biblico,con il grande affresco simbolico sulparadiso terrestre e il peccatooriginale, ci dice proprio che lacomunione con Dio si riflette nellacomunione della coppia umana e laperdita della fiducia nel Padreceleste genera divisione e conflittotra uomo e donna.Da qui viene la granderesponsabilità della Chiesa, di tuttii credenti, e anzitutto delle famigliecredenti, per riscoprire la bellezzadel disegno creatore che inscrivel’immagine di Dio anchenell’alleanza tra l’uomo e la donna.La terra si riempie di armonia e difiducia quando l’alleanza tra uomoe donna è vissuta nel bene. E sel’uomo e la donna la cercanoinsieme tra loro e con Dio, senzadubbio la trovano. Gesù ciincoraggia esplicitamente allatestimonianza di questa bellezzache è l’immagine di Dio.

Papa FrancescoUdienza Generale

15 aprile 2015

alla reciprocità fra uomini e donne.È necessario, infatti, che la donnanon solo sia più ascoltata, ma chela sua voce abbia un peso reale,un’autorevolezza riconosciuta,nella società e nella Chiesa. Ilmodo stesso con cui Gesù haconsiderato la donna in uncontesto meno favorevole delnostro, perché in quei tempi ladonna era proprio al secondoposto, e Gesù l’ha considerata inuna maniera che dà una lucepotente, che illumina una stradache porta lontano, della qualeabbiamo percorso soltanto unpezzetto. Non abbiamo ancoracapito in profondità quali sono lecose che ci può dare il geniofemminile, le cose che la donna puòdare alla società e anche a noi: ladonna sa vedere le cose con altriocchi che completano il pensierodegli uomini. E’ una strada dapercorrere con più creatività eaudacia.Una seconda riflessione riguarda iltema dell’uomo e della donna creatia immagine di Dio. Mi chiedo se lacrisi di fiducia collettiva in Dio, checi fa tanto male, ci fa ammalare di

Creati maschi e femminea immagine di Dio«Mi domando se la teoria gender non sia espressione di una frustrazione e di una rassegnazione,che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa»

Cristo, buon pastore«Io sono il buon Pastore; conosco le mie pecore», cioè le amo, «e le miepecore conoscono me» (Gv 10, 14). Come a dire apertamente:corrispondono all'amore di chi le ama. La conoscenza precede semprel'amore della verità.Domandatevi, fratelli carissimi, se siete pecore del Signore, se loconoscete, se conoscete il lume della verità. Parlo non solo dellaconoscenza della fede, ma anche di quella dell'amore; non del solocredere, ma anche dell'operare. L'evangelista Giovanni, infatti, spiega:«Chi dice: Conosco Dio, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo»

(1 Gv 2, 4).Perciò in questo stesso passo ilSignore subito soggiunge:«Come il Padre conosce me e ioconosco il Padre, e offro la vitaper le pecore«(Gv 10, 15).Come se dicesseesplicitamente: da questorisulta che io conosco il Padre esono conosciuto dal Padre,perché offro la mia vita per lemie pecore; cioè io dimostro inquale misura amo il Padredall'amore con cui muoio per lepecore. Di queste pecore di nuovo dice:Le mie pecore ascoltano la miavoce e io le conosco ed esse miseguono. Io do loro la vitaeterna (cfr. Gv 10, 14-16). Diesse aveva detto poco prima:

«Se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troveràpascolo» (Gv 10, 9). Entrerà cioè nella fede, uscirà dalla fede allavisione, dall'atto di credere alla contemplazione, e troverà i pascoli nelbanchetto eterno.Le sue pecore troveranno i pascoli, perché chiunque lo segue con cuoresemplice viene nutrito con un alimento eternamente fresco. Quali sono ipascoli di queste pecore, se non gli intimi gaudi del paradiso, ch'èeterna primavera? Infatti pascolo degli eletti è la presenza del volto diDio, e mentre lo si contempla senza paura di perderlo, l'anima si saziasenza fine del cibo della vita. Cerchiamo, quindi, fratelli carissimi, questi pascoli, nei quali possiamogioire in compagnia di tanti concittadini. La stessa gioia di coloro chesono felici ci attiri. Ravviviamo, fratelli, il nostro spirito. S'infervori lafede in ciò che ha creduto. I nostri desideri s'infiammino per i benisuperni. In tal modo amare sarà già un camminare.Nessuna contrarietà ci distolga dalla gioia della festa interiore, perchése qualcuno desidera raggiungere la mèta stabilita, nessuna asperitàdel cammino varrà a trattenerlo. Nessuna prosperità ci seduca con le suelusinghe, perché sciocco è quel viaggiatore che durante il suo percorsosi ferma a guardare i bei prati e dimentica di andare là dove avevaintenzione di arrivare.

Dalle «Omelie sui Vangeli» di San Gregorio Magno, Papa(Om. 14, 3-6; PL 76, 1129-1130)

RISCRITTURE

IL PORTICO DELLA FEDE

10 Diocesi domenica26 aprile 2015

Oggi parliamo di… arte e fedeLe chiese di Uta - CapoterraA cura di Terenzio PudduDomenica 26 aprile ore 18.10Lunedì 27 aprile ore 8.30

Cantantibus organisAscolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane di Marie-Claire Alain(a cura di Andrea Sarigu)Domenica 26 aprileore 21.30

Oggi parliamo di… comunicazioneA cura di Simone Bellisai.Martedì 28 aprile ore 19.10Mercoledì 29 aprile ore 8.30

L’ora di NicodemoGli Atti degli ApostoliA cura di Sabino Chialà.Monaco di Bose Mercoledì 29 aprile 21.40

L’udienzaLa catechesi di Papa FrancescoGiovedì 21.40 circa.

Oggi parliamo con…Mercoledì 29 aprile 19.10Giovedì 30 aprile ore 08.30

Radiogiornale regionaleDal lunedì al sabato 10.30 e 12.30

Kalaritana ecclesiaInformazione ecclesiale diocesana -Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30

Codice RosaA cura di Maria Luisa Secchi e Angela QuaqueroLunedì 21.40 - Sabato 18.30

Lampada ai miei passiCommento al Vangelo quotidiano(27 aprile - 3 maggio)a cura di don Carlo RotondoDal lunedì al venerdì 5.15 / 6.45 /21.00Sabato 5.15 / 6.45 / (21.00 vangelodomenicale)Domenica 5.15 / 6.45 / 21.00

Oggi è già domaniNel cuore della notte con lo sguardo verso il nuovo giorno(A cura di don Giulio Madeddu)Al termine sarà possibile ascoltare lecantate Sacre di Bach.Ogni giorno alle 00.01 circa

Frequenze in FM: 95,000 97,500 - 99,900

102,200 - 104,000

In onda su Radio Kalaritana

Venerdi 17 aprile il diffondersidi una notizia inattesa haaccompagnato il risveglio

della comunità di Samassi: lamorte del suo concittadino piùrappresentativo, don MartinoMurgia. Nonostante i suoi 91 anni compiuti,infatti, nella coscienza collettiva siera progressivamente affermata laconvinzione che don Martino con lasua presenza continuasse a vegliaresulla sua gente e a proteggerlaanche dopo la fine del lungomandato di Parroco. Nato a Samassiil 23 Novembre 1923, da RaimondoMurgia, poeta dialettale, e CesarinaSetzu, casalinga, solo a 17 anni,dopo dure prove, poté iniziare glistudi nei Seminari di Dolianova,Cagliari e Cuglieri. Interrotti glistudi per il servizio militare dal1943 al 1945, nel periodo dellaguerra, venne consacrato sacerdoteil 6 luglio del 1952 a Cagliari.Esercitò dunque il proprioministero sacerdotale a Dolianovadal 1952 al 1959, a Cagliari dal1959 al 1961, a Serdiana dal 1961 al1972, a Samassi dal 1972 al 2000.Benché nel 2008 Benedetto XVI gliavesse conferito l’onorificenza diCappellano di Sua Santità checomporta il titolo di Monsignore,egli ha continuato a rimanere pertutti i suoi ragazzi semplicemente“don Martino”, proprio come SanGiovanni Bosco è sempre rimastoper gli amici “don Bosco”, in virtù diun rispetto che non viene sminuito,ma semmai accresciuto, dall’affettoe dalla confidenza. Davvero in tantihanno gremito la parrocchiale diSamassi stringendosi intornoall’Arcivescovo per dargli l’ultimo“arrivederci”. Nonostante la grandeaffluenza di fedeli, non è statonecessario alcun richiamo alsilenzio: si è spontaneamente

respirato un profondo clima dipreghiera e di attenzione, ma anchedi gioia e di festa, insolite per unacelebrazione di esequie. MonsignorMiglio ha saputo intercettare edesprimere i sentimentidell’assemblea nella scelta e nellaspiegazione delle letture dellaMessa della III Domenica di Pasqua,a sottolineare l’aspetto pasqualedel passaggio di don Martino daquesta vita alla Vita vera in Cristo.L’Arcivescovo ha ricordato il postospeciale che don Martino, definito ilDon Bosco del Campidano, hariservato ai giovani. A Don Boscoera accomunato soprattutto da trecaratteristiche: 1) lo zelosacerdotale: a lui si può riferirequanto don Bosco diceva di sé. “DonBosco è prete sempre ed ovunque:

nella casa del povero e nel palazzodel ministro”.La sua talare logora significavadavvero quello che esprimevaall’esterno: l’habitus sacerdotaleche gli era cucito addosso. Hasempre dedicato una curaparticolare alle vocazionisacerdotali e religiose. Tra isacerdoti di diverse generazioni chehanno avuto in lui una guida ed unsolido punto di riferimento figuranodon Dino Pittau, Don Nino Onnis,don Ettore Cannavera e don IgnazioSiddi. Don Nino ama raccontare chenell’annunciare ai propri genitori ladecisione di entrare in Seminario lamotivò così: “Voglio diventare comeMartino” 2) la salvezza delle“anime”: secondo lo spirito dellaprima lettera di Pietro, in essa

cercava il gioioso conseguimentodella meta della propria fede. Il damihi animas, cœtera tolle di donBosco può essere assunto a cifradella sua intera esistenza. Per donMartino non c’erano “anime perse”a priori. La sua insistenza, taloramal tollerata, non si arrendeva difronte a nessun ostacolo ed eradisposto a far qualunque cosa purdi portare una persona a Dio, anchedopo ripetuti rifiuti. Generalmenteiniziava con l’interessarsi di ciò chestava a cuore all’interlocutore, perpoi parlargli di Gesù e dellabellezza della comunione con Lui.Ha offerto formidabili esperienze dicrescita umana e cristiana neglioltre cinquanta campeggiconsecutivi a santa Margherita diPula e nella vita ordinaria diOratorio. Mai ha perso di vista lasalvezza integrale della persona,edificando con la stessaconcretezza di don Bosco, luoghi diculto, come le chiese campestri disan Nicola ad Uta e di S. Isidoro aSamassi, e luoghi di accoglienza,come la casa di riposo di Serdiana3) la fedeltà alla Chiesa: sipreoccupava sempre di agire inobbedienza al Magistero e aisuperiori. Una delle esperienze chenegli ultimi anni ha vissuto conparticolare intensità ed amavaricordare insieme alle tanteGiornate della Gioventù, era ilpellegrinaggio in Terra Santa,tenutosi in occasione dellecelebrazioni giubilari del 2000, el‘entusiasmo per la concelebrazionecon il Santo Padre il 24 Marzo del2000 sul Monte delle Beatitudini difronte al lago di Tiberiade. Avevapartecipato all’evento con lacomunità Neocatecumenale diCagliari che fino ultimi anni di vitagli ha permesso di continuare adoffrire attivamente il proprioservizio sacerdotale, conarricchimento ed edificazionereciproca. Fu proprio quel giornoche rimase folgorato dal canto“Andate ed annunziate ai mieifratelli” ispirato al mandatopasquale che chiude il Vangelosecondo Matteo. Con questo ed altricanti di risurrezione i giovanihanno voluto accompagnare lasepoltura di don Martinoprolungando la loro veglia finoall’ultimo. È stato come se lamemoria della sua testimonianzatenesse avvinto il cuore di ciascunodei presenti impedendogli diandare via dal cimitero. Ancora unavolta ci siamo sentiti tutti “suoiragazzi” ed ancora una volta ci èsembrato di udire interiormente leparole pronunciate negli ultimiistanti di vita da quello stesso donBosco che lo aveva sempre ispirato:“Dite ai miei ragazzi che li aspettotutti in Paradiso”.

La “pasqua”di don Martino

Lo scorso 17 aprileha fatto ritorno

nella casa del Padredon Martino Murgia,

ordinato sacerdote nel 1952,per tanti anni parroco

a Samassi, suo paese natale.Di lui rimane l’esempio

di profonda umiltàe dedizione

nel servizio pastorale,in modo speciale

con i ragazzi

di Gigliola Pitzalis

A Sant’Eusebio si è svolto il pranzo comunitario di PasquettaIl racconto dell’evento nelle parole di due parrocchiani

Quanti ricordi! Le gite aCampuomu quando avevamo lamitica seicento. Ma prima

ancora le gite al Poetto col tram inlegno che partiva da piazzaMatteotti.E se pioveva pazienza, la voglia didivertirci superava tutto. E i pranzi!Alzataccia alle quattro del mattinoper preparare i malloreddus con sabagna a su sartizzu, che all’ora dipranzo diventano una massa unicache con una forchettata la sollevavitutta. Poi le fettine impanate e lemelanzane fritte. Alluppavano, mac’era fame e si mangiava qualunquecosa di commestibile.I pranzi di Pasquetta hanno sempreavuto un fascino particolare econtinuano ad averlo, specialmentequelli fatti in parrocchia.

Quest’ultima Pasquetta poi è statauna giornata straordinaria. Per ilclima allegro, simpatico, gioioso.Oltre centoventi persone, tantibambini, tanta voglia di stareassieme, di divertirsi, sempre peròcol senso della misura. Il pranzo èstato veramente eccellente. Salatiniall’ingresso della sala, poi antipastimisti, malloreddus, agnello conpatate, verdura, frutta e dolci. Tanti,ottimi e abbondanti dolci.Il tutto accompagnato da un’ottimovino rosso che ha scaldato i cuori,sciolto le lingue e fatto venire irossetti alle guance a più di unapersona. Tutti hanno molto graditonon solo il cibo ma anche gliingredienti principali: la simpatia el’allegria. Siamo passati in giro per itavoli, soprattutto da chi non

Fare festa in amicizia

conoscevamo, per cogliere qualcheimpressione. “Come va il pranzo?”– chiediamo a un signore che cisembra piuttosto allegro - “Bonu,totu bonu. Appu pappau e buffaumera e immoi seu unu pagu durmiu.Una signora di un altro tavolo:“Ceeeh! Ta bonu su binu. E puru sacos’e pappai. E s’angioni fiaramellusu de cussu chi fazzu deu.” “Non

si pori fai unu prangiu de aici dognadominigu?” domanda speranzosaun’amica “No, signora non sipuò”“Ta peccau. Ci seusu spassiendi”.E pappendi, pensiamo noi. Inutilecontinuare, il clima è questo. Bellagiornata, bella compagnia, belclima. Simpaticamente un signoreprende il microfono ed esprime ilsuo ringraziamento a don Giuseppe,

ad Anna e a tutti coloro che hannocollaborato. Una bella tombolatacon ricchi premi, organizzata dalsempre simpatico Claudio, ha chiusoin bellezza il pranzo. La gente va viacontenta, soddisfatta per averetrascorso veramente una bellagiornata. Crediamo di interpretare ilpensiero di tutti ringraziando quantihanno lavorato per consentirci ditrascorrere queste ore in letizia. Nonvogliamo fare nomi perchérischiamo di dimenticare qualcuno.Per tutti citiamo Anna, che ha fattoda regista a tutto l’evento, il capochef Paola ed il suo braccio destroGianfranco che hanno, come alsolito, cucinato veramente bene. Epoi tutto lo staff di cucina: da chi hapelato le patate, a chi ha servito aitavoli, a chi ha lavato le stoviglie.Un gruppo unito, allegro, benorganizzato che fa onore alla nostracomunità.Infine dobbiamo ringraziare ilnostro parroco. Sempre disponibile,presente, pronto a dare consigli, adare l’esempio. A atras bortas, cunsaludi.

Paolo e Liaparrocchiani di Sant’Eusebio

11Diocesidomenica26 aprile 2015

Venerdi 17 Aprile, giornatadedicata alla Caritas ed alVolontariato, durante la

mattina si è svolta la conclusionedei percorsi giovanili di formazionee servizio che il GDEM (GruppoDiocesano Educazione allaMondialità) della Caritas Diocesanaha organizzato durante l’annoscolastico 2014-2015 dal titolo “Perun mondo migliore? È compitonostro”. Il progetto, situatoall’interno della campagna “Unasola famiglia umana, cibo per tutti:è compito nostro” ha visto lapartecipazione di 100 classi (circa2000 alunni). Tra i giovaniincontrati circa 300 hanno scelto diessere protagonisti dellasolidarietà partecipando alleproposte di servizio nellacucina/mensa e nel centro diassistenza diocesani, nei laboratorilinguistici con i giovani richiedentiasilo e rifugiati accolti dalla CaritasDiocesana, nel concorso “GiovaniSolidali”. Nella mattina del 17 AprileL’Arcivescovo di Cagliari, MonsArrigo Miglio, ha incontrato igiovani per dare loro un messaggio

giovani un’opportunità diavvicinamento e prossimità allesituazioni di povertà e disagiograzie all’accompagnamento deiloro educatori e dei volontari conl’obiettivo di favorire la formazionedella coscienza verso l’inclusionesociale e la tutela dei dirittifondamentali della persona”.Dopo l’animazione e la visita allamostra solidale ed agli stand, chesono stati resi possibili grazie allacollaborazione di una quarantina divolontari, la parola al professoreRiccardo Petrella, promotore dellacampagna internazionale“Dichiaramo illegale la povertà”,con parole alte di denuncia aisistemi economici e politici attualiche generano diseguaglianza emorte e l’invito rivolto ai giovani adessere cittadini del mondo.Alla conclusione della mattinaintensa la premiazione del concorsosolidale in cui sono stati presentati

Giovani in campoper la solidarietàLa mattina del 17 aprile si è svolta la premiazione del concorso “Giovani Solidali” promosso dalla Caritas

di impegno e di speranza. Eranopresenti circa 400 giovani dellescuole superiori con i loroaccompagnatori, insieme ai ragazzidel Seminario Minore ed alcuneassociazioni ecclesiali. Don Marco Lai, direttore dellaCaritas di Cagliari, afferma: “Ilpercorso di animazione eformazione nelle scuole superiori diCagliari è stato reso possibile graziealla fitta rete di partenariato dellaCaritas, che ringrazio cordialmente:Ufficio per l’Insegnamento dellaReligione Cattolica, CentroMissionario Diocesano, PastoraleVocazionale, Centro di VolontariatoSardegna Solidale, CentroMissionario Saveriano, AIFO,Cooperativa Sociale Il SicomoroOnlus, Operazione Africa Onlus,Comunità Missionaria di Villaregia,Associazione La Rosa Roja,Associazione Oscar Romero, CentroGiovanile Domenicano,Associazione Beata Suor GiuseppinaNicoli, associazione Pro.Me.Sa,Libera”.Continua il direttore: “Il concorsosolidale, una delle proposte diazione del percorso, è stata per i

10 progetti solidali indirizzati apersone indigenti, sole, malate,immigrate, anziane e senza fissadimora.Il primo premio è stato attribuito aigiovani della quinta N del Giua,sede di Assemini, grazie al progetto“The help most go on!”. Qualcuno diloro ha donato il sangue e ha svoltoservizi di protezione civile. Tuttiinsieme hanno aiutato i volontaridella Caritas a servire i pasti inmensa ed hanno organizzato feste eserate musicali coinvolgendogiovani e meno giovani che pernecessità si rivolgono ogni giorno aiservizi della stessa Caritas. Le loromotivazioni iniziali: “nutrire ilcorpo e lo spirito”, “regalare unsorriso a chi soffre” e la loro felicitàfinale: “la gioia di vederli felici perun momento, cantare suonare edanzare con noi”.

Giada Melis

Azioni concrete per combatterele cause strutturali chedeterminano il fenomeno della

‘povertà’ – o meglio‘dell’impoverimento’ della società,e le ingiustizie sociali. Unintervento ricco di spunti quellosvolto da Riccardo Petrella, espertodi mondializzazione, professoreemerito dell’Università cattolica diLovanio e promotore dell’iniziativainternazionale ‘Dichiariamo illegalela povertà – Banning poverty 2018’,durante il convegno diocesanoCaritas – Volontariato, promossodalla Caritas diocesana di Cagliari,in collaborazione con il CSVSardegna Solidale, con la Consultadiocesana del volontariato e conaltre realtà locali.Il convegno intitolato ‘Famigliaumana e bene comune, a partire daldiritto al cibo’ ha concluso unpercorso unitario di riflessione inquattro tappe, promosso nelterritorio diocesano e incentratosulla campagna Caritas - Focsiv ‘Unasola famiglia umana, cibo per tutti:è compito nostro’, oltre al progettoscolastico ‘Per un mondo migliore?È compito nostro’, finalizzatoall’animazione giovanile epromosso in rete con varie realtàlocali. ‘Uno dei compitifondamentali della Caritas – haricordato in apertura del convegnoil direttore della Caritas diocesanadon Marco Lai – è promuovereanimazione, sussidiarietà, buoneprassi e un impegno di cittadinanzaaffinché ciascuno abbia la capacitàdi incidere sul sistema di vita’. Tra ipresenti anche Giampiero Farru,presidente CSV Sardegna Solidale e

Combattere le cause della povertàe della fame

referente Libera Sardegna. L’intervento di Petrella verte suquattro punti centrali: occorreparlare di ‘impoverimento’ e nonpovertà; non pensare agli effetti maincidere sulle cause strutturali delmondo che si vuole cambiare; darepriorità al primato della vita deisette miliardi di cittadini delmondo; infine, ri-costituzionalizzare i principi dellacittadinanza, giustizia edemocrazia, che, negli ultimidecenni, sono stati de-costituzionalizzati. Petrella parteda un’analisi della società attualecaratterizzata da un ‘furto dellavita’ attraverso meccanismi, leggi epratiche sociali che hanno portatoalla ‘mercificazione’ delle risorsenaturali, della conoscenza, deidiritti; una mercificazionestrettamente connessa con ifenomeni della ‘privatizzazione’ chedetermina rivalità ed esclusionesociale, e della ‘monetarizzazione’:‘tutto, oggi, ha un valoreeconomico, non esiste più ilconcetto di ‘gratuità’’, sottolineaPetrella. Da qui, scaturisce la‘finanziarizzazione’ dell’economiamondiale: ‘La finanza comanda ilmondo – sottolinea -; qualcosa èoggi considerato giusto e ha unvalore solo se è ‘redditizio’ agliocchi di coloro che hanno capitali evogliono investire’. Una logica cheporta a ‘un furto dell’umanità, delfuturo’: ‘Oggi si parla di redditominimo – sottolinea Petrella –perché, secondo la logica dellafinanziarizzazione, esistonopersone che ‘non valgono’, e chesono escluse dalla vita della

società, in una logica diimpoverimento non soloeconomico, ma anche politico e didiritti’. Occorre passare dalla logica della‘precarietà dell’esistenza’ a quelladella ‘sicurezza del vivere insieme’.E allora, è necessario modificare leleggi che hanno de-contestualizzato i diritti; modificarele istituzioni; eliminare le ‘cattivepratiche sociali’, che discriminano ecreano ingiustizia. Da quiscaturiscono le tre proposte,portate avanti dalla campagna‘Banning poverty 2018’ promossada Petrella: mettere fuori legge ifattori strutturali che creanoimpoverimento, a iniziaredall’eliminazione della ‘finanzapredatrice’, dalla chiusura delle‘fabbriche della rendita e dellaspeculazione’, dall’instaurazione diun sistema di credito al servizio deicittadini; dare forza a un’economia

dei ‘beni comuni’, a iniziare dallatutela del lavoro che non deveessere considerata una merce ma undiritto indipendente dal reddito;costruire ‘la comunità dei cittadini’,promuovendo una cittadinanzaattiva, inclusiva e ‘mondiale’, da cuiscaturisce l’idea della creazione diun ‘passaporto universale’, chepermetta un ‘riconoscimentogiuridico’ dell’umanità. Dopo l’intervento di Petrella, leconclusioni di Don Franco Puddu,Vicario Episcopale per ilcoordinamento degli Uffici pastoralidiocesani, e il salutodell’Arcivescovo di Cagliari Mons.Arrigo Miglio, che ha auspicato unimpegno concreto in un’ottica dicorresponsabilità, a iniziare dalcontesto locale, affinché tuttipossano sentirsi cittadini a pienodiritto.

Maria Chiara Cugusi

Il 17 aprile si è svolto il Convegno diocesano promosso dallaCaritas e da Sardegna Solidale, sul tema del diritto al cibo

n INIZIATIVEP. Pinuccio Solinas allaMadonna della StradaMartedì 14 aprile, i parrocchianidella Madonna della Strada (enon solo loro) hanno potutopartecipare ad un coinvolgente eprovocante incontro con PadreGiuseppe “Pinuccio” Solinasdell'ordine dei frati minori ecommissario di Terra Santa inSardegna.Grazie all'iniziativa#scattisulmondo, promossa dalgruppo missionario dellaMadonna della Strada, lacomunità di Mulinu Becciu avràl'opportunità di vivere una seriedi appuntamenti a tema per“mettere a fuoco” alcune dellesituazioni più calde del pianeta: iconflitti in Medioriente, leprimavere arabe, la situazione inAfrica centrale, e la persecuzionedei cristiani nel mondo.In questo primo incontro padreSolinas ha delineato eapprofondito quanto avvieneoggi in Medioriente, inparticolar modo in Israele ePalestina, illustrando lostraordinario lavoro dei fratifrancescani e il loro instancabileoperato nella Custodia dellaTerra Santa. Non manca, infatti,il loro attivo e incessanteimpegno nel sociale perpromuovere iniziative comesostenere i giovani e gli studentinella frequenza di scuole euniversità, assistere gli anziani,realizzare occasioni percondividere la propria fede congli altri attraverso la liturgia emomenti di preghiera, come levarie Via Crucis organizzate inquesta Quaresima 2015 come inpassato. Secondo Padre Solinasbasta poco, per offrire un aiutoconcreto ai giovani e ai piùbisognosi della regione, adesempio aderire all'iniziativa“un euro al giorno” con la qualeè possibile in un anno finanziareinteramente la carrierascolastica di un ragazzo finoall'università.Padre Solinas ha volutoconcludere l'incontroincentrando l'attenzione sulladrammatica situazione dellaSiria: un paese devastato dallaguerra, che vive ormai in totaleemergenza, sotto incessanti edistruttivi bombardamenti,paese in cui la popolazione civileè ostaggio delle fazioni inconflitto; ma dove uomini,donne e sopratutto bambini sonoalla continua ricerca di un futuromigliore e di pace. “C'è ancorasperanza...” è il forte messaggiocontenuto nella lettera scrittanello scorso mese di marzo dalparroco di Aleppo, "Mantenereviva la speranza è diventata laprofessione di fede del parroco edi tutti i cristiani, c'è ancoraSperanza, che è una virtùteologale...”

Filippo Foddai

nEVENTIIncontro di preghiera per il lavoroGiovedì 30 aprile vigilia dellamemoria di San Giuseppelavoratore, alle 20, nella chiesaparrocchiale di San Tarcisio (Loc.Is Corrias – Via Gallura –Selargius), è previsto unincontro di preghiera per illavoro promosso dall’Ufficiodiocesano per la pastoralesociale e del lavoro e dal Centrostudi sociali Paolo VI.Il tema proposto dallaCommissione episcopale dellaCei per il 1° maggio 2015 è«Nella speranza, la dignità delpane».

BREVI

Diocesi domenica26 aprile 201512

Èin corso il novenario deifesteggiamenti in onore dellaMadonna di Bonaria, Patrona

Massima della Sardegna e specialeprotettrice della gente di mare.Iniziato mercoledì 22 si protrarràfino a giovedì 30 aprile.“E' un appuntamento annualeatteso da tutti, precisa padreGiovannino Tolu, parroco diBonaria, un incontro dei figli con lapropria Madre”.Durante l’anno liturgico a Cagliari sicelebrano tre feste solenni in onoredi Nostra Signora di Bonaria. Laprima il 25 marzo, solennitàdell’Annunciazione della Vergine. Inquesta occasione si ricorda l’arrivoprodigioso del Simulacro dellaVergine, avvenuto nel 1370.Secondo la tradizione infatti, unanave proveniente probabilmentedalla Spagna, si dirigeva versol’Italia quando all’improvviso, fucolta da una terribile tempesta chemise a repentaglio la vitadell’equipaggio e dei passeggeri.Nel tentativo di alleggerire la navee salvare gli uomini, si gettò in maretutto il carico. Per ultima fu gettatauna cassa di cui tutti ignoravano ilcontenuto. All’improvviso latempesta cessò. Nel tentativo diriprendere la rotta prestabilita, lanave seguì la cassa che si arenòsulla spiaggia ai piedi della collinadi Bonaria.Alla presenza di una grande folla, sicercò di aprire la cassa, ma nessunoci riuscì, si tentava di sollevarla, mala cassa era troppo pesante. Arrivatisul posto i frati della Mercede,senza nessuna difficoltà sollevaronola pesante cassa e la trasportarononella loro chiesa. I religiosinell'aprirla restarono meravigliatinel vederne il contenuto. Unameravigliosa statua della Madonnacon il Bambino in braccio e, nellamano destra una candela accesa.La piccola chiesa allora dedicataalla Santissima Trinità e alla VergineMaria, da quel giorno è diventato ilSantuario di Nostra Signora diBonaria.La seconda data dedicata aifesteggiamenti in onore dellaMadonna, è quella del 24 aprile.Il 24 aprile 1870, in occasione delquinto centenario dell’arrivo dellaMadonna, il simulacro della Verginefu incoronato durante una solennecerimonia con decreto del CapitoloVaticano. In tale occasione Papa PioX inviò la sua benedizioneapostolica, stabilendo che quello

fosse il giorno liturgico per lacelebrazione della festa di NostraSignora di Bonaria.La prima domenica di Luglio, sicelebra la Sagra estiva in onore diNostra Signora di Bonaria.“Indubbiamente, riprende ilparroco padre Tolu, questericorrenze sono tutte importanti,ma la più significativa è la festaliturgica del 24 aprile”.I festeggiamenti religiosi in onoredella Vergine di Bonaria, sonocaratterizzati dal novenario che,come detto, ha inizio il 22 e terminail 30 aprile. Il 24 e il 25 si vive ilcentro di tutta la festa.Il programma prevede per il 24,Celebrazioni Eucaristiche ogni ora apartire dalle 7. Alle 10, il SolennePontificale è presieduto damonsignor Antonello Mura, vescovodi Lanusei, con la presenza deiCanonici del Capitolo Metropolitanodi Cagliari e il servizio liturgico èaffidato ai seminaristi.“Esiste una bella tradizione inoccasione della festa liturgica diNostra Signora di Bonaria,sottolinea il religioso, che prevedela presenza dell'ultimo vescovoeletto alla guida delle diocesi della

Sardegna. Se nel corso dell'annonon fosse stato nominato nessunnuovo vescovo, si procede a turnotra i diversi pastori delle diecidiocesi”.I festeggiamenti del 24 aprile,proseguono alle 11,30 con la recitadel Santo Rosario, della Supplica ela Messa presieduta dal Provincialedei Mercedari, fra Francesco Podda.In serata alle 19, presiede lasolenne concelebrazioneEucaristica l'Arcivescovo ArrigoMiglio.Per i festeggiamenti in onore diNostra Signora di Bonaria inoltre, èconsuetudine che nei giorni delnovenario, le diverse parrocchiedella forania organizzano a turno ilpellegrinaggio al Santuario.Il 25 aprile alle 8, come accadeormai da ventinove anni, è previstol'arrivo dei pellegrini provenientida Sinnai, dove alle 24 si è celebratala Messa presieduta da padre DobajDavorin e a seguire, si è snodatolungo le vie del percorso verso ilSantuario, il lungo corteo cheanche quest'anno ha visto lapresenza di migliaia di devoti.“La grande devozione dei sardi allaMadonna di Bonaria, riprende padre

Giovannino Tolu, è dimostrata dallapresenza di migliaia di persone cheper tutta la notte sono in marcia daSinnai per raggiungere il Santuario.È un pellegrinaggio simbolo a cuipartecipa moltissima gente che,facendo delle promesse o dei voti,si impegna maggiormente nellavita cristiana e chiede allaMadonna qualche graziaparticolare. È una celebrazionevissuta essenzialmente nellapreghiera. Non soltanto quella cheinizia a Sinnai con la Messa, matestimoniata con lo stesso sacrificioe la fatica del cammino”.All'arrivo a Bonaria, lo stessoArcivescovo accoglie i pellegrini,rivolgendo loro un saluto eimpartendo la benedizione.Quest'anno i festeggiamenti sisvolgono in concomitanza conl'anno dedicato alla VitaConsacrata e quello di San PietroNolasco.“Non sarà una sovrapposizione,precisa ancora padre Tolu, ma saràvissuto lo spirito che lega noireligiosi e gli stessi fedeli nellapreghiera, rivolgendoci allaMadonna per domandareprotezione, benedizione, aumentodi vocazioni alla vita religiosa esacerdotale. Per quanto riguardapoi l'anno di San Pietro Nolasco, iltema portante è quello dellalibertà. Il nostro carisma infatti siispira a Gesù Redentore echiediamo che ci aiuti ad esseresempre più segno della presenzamisteriosa e misericordiosa di Dio”.Anche in questi giorni è possibileottenere l'Indulgenza Plenaria.Infatti, il Sommo Pontefice, laconcede ai fedeli che alle solitecondizioni, confessione,comunione e preghiera secondol’intenzione del Papa, nelSantuario o nella adiacenteBasilica intervengono a qualchesacra funzione o che almenorecitano il Padre Nostro e il Credo,nei diversi casi di seguito elencati.Ogni volta che in gruppo si compieun pellegrinaggio nel Santuario;ogni anno in un giorno a scelta delfedele; il 25 marzo, il 24 aprile, il24 settembre, e nella la primadomenica di luglio.

Fabio Figus

N.S. di Bonaria, la Sardegnafesteggia la sua PatronaA fine aprile si rinnova la festa della Madonna di Bonaria, Patrona Massima della Sardegna. Questa volta la ricorrenza si lega in maniera speciale all’Anno della Vita Consacrata e al cammino di preparazione al Giubileo Mercedario

n MUSICAFino al 26 aprileil festival “Arpissima”Si svolgerà a Cagliari da venerdì24 a domenica 26 aprile“Arpissima”, festival organizzatodalla casa di produzione di arpeSalvi Harps, in collaborazione conl’associazione musicaleArpeggiando, fondata dall’arpistaTiziana Loi, e con l’hotel ReginaMargherita.Per tre giorni, negli spazidell’albergo cagliaritano, giovaniallievi tra i 6 e i 18 anni,provenienti da varie scuole d’arpaitaliane, suoneranno insieme e siconfronteranno in una rassegnache vedrà anche un protagonistad’eccezione: Ieuan Jones, giàarpista della House of Commons einsegnante d’arpa al Royal Collegeof Music di Londra, uno dei piùprestigiosi conservatori al mondo.

n AVISAssemblea Regionalea Porto TorresSi è tenuta lo scorso 19 aprile aPorto Torres la 44ma assemblearegionale dell'Avis (associazionevolontari italiani del sangue).Dalla relazione del presidenteregionale Antonello Carta emergeun incremento delle donazioni disangue, passate in 5 anni da72.831 a 79.527. Aumentano anche i donatoriassociati all'Avis, che nel 2014sono stati 32.874.

n FIGLIE DELLA CARITÀ Il 5 maggio a Parigil’Assemblea GeneralePresente in 94 paesi, con circa16.000 Suore, la Compagnia delleFiglie della Carità è al servizio deipiù poveri, nei cinque continenti.Le Figlie della Carità terranno laloro Assemblea generale a Parigi,rue du Bac 140, loro Casa Madre,dal 5 maggio al 12 giugno 2015.Secondo le Costituzioni,quest’Assemblea verificherà epromuoverà la fedeltà al carisma ela vitalità apostolica dell’intera

Compagnia. Una settimana di ritirospirituale introdurrà cinquesettimane di riflessione sul tema:«L'audacia della Carità per unnuovo slancio missionario». Imembri dell’Assembleadiscerneranno insieme comerispondere meglio agli appelli dicoloro che soffrono lo scandalodella povertà e delle schiavitùmoderne: rifugiati, immigrati,emarginati, vittime della tratta...in fedeltà alla Chiesa e al lorocarisma. Durante quest’Assembleaavrà luogo l’elezione dellaSuperiora generale e del suoConsiglio. Quest’ultimo èresponsabile dell’animazionespirituale della Compagnia delleFiglie della Carità e delcoordinamento dell’impegnomissionario tra le diverse Province.Questo avvenimentointernazionale è anche l'occasioneper approfondire il messaggio deiFondatori, san Vincenzo de Paoli esanta Luisa de Marillac, per vivereil presente con audacia, definiredegli orientamenti per risponderealle sfide missionarie e spirituali dioggi ed entrare nel futuro con gioiae fiducia.

La VisitatriceSuor Caterina BuaFiglia della Carità

BREVI

13Diocesidomenica26 aprile 2015

L'educazione emotiva infamiglia e a scuola. Un nuovomodo per sintonizzarsi con i

bambini e i ragazzi, e prevenire ildisagio adolescenziale". È il tema alcentro del convegno che si è svoltonelle scorse settimane nell'AulaMagna della Facoltà Teologica dellaSardegna a Cagliari. L'iniziativarientra nel percorso proposto dalConsultorio familiare diocesano,con il patrocinio della FacoltàTeologica. Parla di «bilanciopositivo» la Presidente delConsultorio familiare MaddalenaMauri Valentino. Qual è stata la risposta della genteall'iniziativa anche in termini dipartecipazione?C'è stata un'ottima partecipazionedi pubblico che si è dimostratomolto attento e interessatononostante si sia trattato diun'iniziativa abbastanzaimpegnativa. L'evento era infattistrutturato in due sessioni, una almattino e l'altra al pomeriggio. Larisposta a nostro avviso è statamolto positiva. “L'educazione emotiva in famigliae a scuola. Un nuovo modo persintonizzarsi con i bambini e iragazzi, e prevenire il disagioadolescenziale”. È il tema sulquale vi siete confrontati. Si. questo è il tema. Nel corsodell'incontro ci siamo ancherapportati ai recenti studi svolti inambito neuro-scientifico inrelazione all'argomento. È stataquindi un'iniziativa originale ediversa rispetto alle altre. I relatori,Ulisse Mariani e Rosanna Schiralli,entrambi psicologi e psicoterapeuti,godono di un’ottima esperienza siateorica che sul campo. Di che cosa si occupano?Lavorano entrambi con i ragazzi,con i genitori e nelle scuole. Hannoinoltre costituito diversi corsi diformazione rivolti in modo

Solidarietà. L’intervista a Maddalena Mauri Valentino del Consultorio familiare

L’educazione emotiva in famiglia e a scuolaparticolare ai genitori.È stato messo a fuocoquanto avviene e sisviluppa all'interno delcervello dei bambininel caso in cui igenitori riescano adimpostare unarelazione empatica diaccoglienza nei loroconfronti. I relatorihanno sapientementespiegato in quale modosi creano deicollegamenti a livelloneuronale. In questomodo da parte di talicollegamenti partonocontestualmente degliimput che rendonopossibile la creazionedelle endorfine(sostanze del benessere) all'intenodell'organismo. I più recenti eavanzati studi nel campo dellapsicologia dello sviluppo e dellaneurofisiologia sono al centro deiloro studi. La loro proposta si basasulla rivoluzionaria scoperta delfunzionamento di una nuova classedi neuroni, detti "neuronispecchio", che permettono ai bimbianche piccolissimi di sintonizzarsisugli stati emotivi di chi liaccudisce, intuendone le intenzioni.Una scoperta che sconvolge ilrapporto educatore-educando. Facciamo un focus sulle principaliproblematiche, soprattutto inambito adolescenziale,evidenziate dai genitori.La mancanza di dialogo e ladifficoltà ad entrare in sintonia coni propri figli. Spesso i genitori,sbagliando, mostrano attenzioneverso questi problemi nel momentoin cui i figli attraversano l'etàadolescenziale. Per fare in modoche i figli sviluppino unapersonalità armonica, siano ingrado di gestire se stessi e di

adattarsi alle trasformazioni anchedel proprio corspo, è fondamentaleche vengano educati, formati epreparati sin dai primi giorni di vita.L'accoglienza empatica inizia inrealtà già dal momento delconcepimento. Una riflessione sulla relazionegenitori-figli.È basilare entrare in empatia. Ilbambino che si sente accolto e che èabituato a modulare le proprieemozioni e il propriocomportamento continuerà adessere sicuro di se stesso nelpercorso di crescita. Risulta inoltrefondamentale dettare delle regolesin dalla tenera età. Da una parteoccorre assicurare sostegno eaccompagnamento e dall'altraimpostare dei punti fermi. Quali sono i progetti delConsultorio familiare diocesano?Sono diversi. Partendo da alcunipunti offerti dai relatori in questoultimo incontro è nata l'idea di farsorgere una "scuola per genitori"basato sul modello messo a punto

da Ulisse Mariani e RosannaSchiralli. É ormai scientificamentedimostrato che tale metodo, seapplicato con convinzione econtinuità, garantisce da subitobambini meno capricciosi,adolescenti senza disagi, genitorimeno stanchi e più soddisfatti. Si tratta di un percorso a tappe?Esattamente. Un percorso che iniziadai primi momenti di vita. È emersoda diversi studi ed esperienze che leregole fanno bene se impartite nelmodo giusto. Sono in grado di porredei limiti e allo stesso tempo daresicurezza. Sono inoltre utili aibambini e ai ragazzi a trovaredentro di sè i punti di riferimentonecessari anche per superaremomenti di rabbia e capricci.Purtroppo nella nostra societàl'educazione emotiva è abbastanzatrascurata. Si mira maggiormentesu altri settori. È inveceindispensabile educare la persona ariconoscere e gestire le proprieemozioni.

Maria Luisa Secchi

Domenica 19 aprile si è tenuto aCagliari, presso la ParrocchiaMadonna della Strada, il

secondo Incontro Diocesano deiCori Liturgici organizzatodall’Ufficio Liturgico Diocesano cheha visto la partecipazione di circa350 coristi appartenenti a 37 coriprovenienti oltre che dalla nostradiocesi anche dalle diocesi vicine.L’incontro è iniziato con unmomento di preghiera ed è poiproseguito con l’intervento dimons. Marco Frisina (compositore,direttore del Coro della Diocesi diRoma, Maestro Direttore dellaPontificia Cappella MusicaleLateranense) con una relazione daltitolo «Cantare la fede, nellaliturgia e nella vita». Nel suointervento, mons. Frisina, hainnanzitutto sottolineato che cos’èla musica, affermando come lamusica in sé non ha nessun valore:sono dei suoni, delle vibrazioni. Deisuoni che però producono negliesseri umani un effetto particolare,straordinario. I suoni toccano lanostra sensibilità. Sono gli uominiche hanno inventato la musicaperché hanno dato un significato ai

celebrazione tutti devono cantare:il sacerdote, il coro, l’assemblea.L’assemblea, in modo particolare,deve poter partecipare al Cantod’Ingresso, al Kyrie, al Gloria, alSanto, all’Agnello di Dio e al primoCanto di Comunione. Il compito delcoro è principalmente quello disostenere il canto dell’assemblea, edi cantare quando questa èimpossibilitata a farlo.Ha sottolineato il valore del cantogregoriano nella liturgia. Haaffermato che il canto gregorianoha delle caratteristiche proprie chesono normative: il primato dellaparola sulla musica in quanto iltesto proviene tutto dalla SacraScrittura, le forme del canto chesono plasmate sulle azioniliturgiche e sono legate allacelebrazione, la melodia che ricordail periodo liturgico e fa sentire isentimenti giusti del testo,l’eseguibilità in quanto è scritto percantori che hanno un’estensionevocale naturale, il canto gregorianonon esibisce mai se stesso ma sioffre alla preghiera, quindi fa

Cantare la fedenel SignoreIl 19 aprile si è svolto il secondo Incontro Diocesano dei Cori Liturgici. Mons. Frisina ha guidato la riflessione

suoni che ascoltano. La musica èuno strumento bello per dire cosegrandi, ecco perché è importantenella liturgia: perché con Dio non siparla, si canta. Ha affermato comeGesù, Dio fatto uomo, per pregare ilPadre cantava i salmi perché quelloche è importante per ogni uomo lo èanche per Gesù. Ha continuatoaffermando che i canti - prendendocome esempio i salmi - nasconodall’esperienza di fede, dalrapporto con Dio che diventapreghiera in canto.In particolare ha presentatol’importanza del canto nellaLiturgia. Nella CelebrazioneEucaristica i canti non possonoessere scelti in base al gusto delcoro o del suo direttore, ma devonoessere scelti in base alla liturgiacelebrata, leggendo le antifone cheil Messale propone e alle lettureproprie della solennità perché ilcanto è al servizio dellacelebrazione. Per questo il corodeve preparasi bene, scegliere ilmeglio e farlo al meglio, per offrirea Dio il meglio con amore. Il canto èil modo più alto di esprimesi nellaliturgia, per cui durante la

pregare. Il canto gregoriano è unriferimento costante per la sceltadei canti per la liturgia.L’incontro è poi proseguito con ledomande rivolte al relatore e con leprove dei canti per la CelebrazioneEucaristica che ha avuto come coro-guida i corsisti partecipanti al “XIITLC Musicale” svoltosi nei giorniscorsi a Solanas (CA) dove mons.Frisina ha curato l’animazionemusicale. La S. Messa, presiedutadall’Arcivescovo mons. ArrigoMiglio, è stata il culmine di tutta laserata. Durante l’omelia,l’arcivescovo ha sottolineatol’importanza del canto, soprattuttodei Salmi dove in essi è racchiusatutta la Sacra Scrittura, e di come lostesso canto aiuti a far comprenderee conoscere la stessa SacraScrittura. L’assemblea, formata perla maggior parte da i coristipresenti all’incontro, ha animato lacelebrazione insieme al coro-guidacon intensità e partecipazionecreando un intenso e suggestivomomento di preghiera.

Denise Scano

n MINISTRANTIFesta diocesanain SeminarioUn ritorno all’antico per la festadiocesana dei ministranti. Dopol’esperienza dello scorso annocon due punti nei quali celebrarela festa, quest’anno si è scelto difare un’unicadata, il 25aprile, neilocali delSeminarioArcivescovile.Tema proposto“E’ bello conte”. Ilprogrammaprevedel’animazione e i giochi a curadella Pastorale VocazionaleDiocesana di Cagliari con iseminaristi della Diocesi, e lacelebrazione della Santa Messapresieduta dall’Arcivescovo,monsignor Arrigo Miglio. Dopo ilpranzo al sacco, la ripresa con igiochi sportivi nel primopomeriggio. La conclusione èprevista per le 17.

n 17 MAGGIOIII Incontro diocesanodi Pastorale GiovanileDomenica 17 maggio è inprogramma il terzo incontrodiocesano di pastorale giovanile.Ad ospitare i gruppi giovanilisarà la comunità di Sant’Efisio aCapoterra. Per partecipare allagiornata sarà necessarioiscrivere i gruppi deipartecipanti con il moduloscaricabile dal sitowww.chiesadicagliari.it. Leiscrizioni dovranno pervenireentro e non oltre sabato 9maggio. L’Arcivescovo haespresso il desiderio in questacircostanza di incontrare tutti iragazzi che hanno ricevuto lacresima durante quest’annopastorale. Sono invitatiall’incontro i cresimati, i ragazzidelle scuole superiori e tutti igiovani animatori dei nostrioratori. Le parrocchie che lorichiederanno potranno portareanche i ragazzi che riceverannoprossimamente la cresima.L’incontro si terrà presso il parcourbano di Capoterra el’accoglienza dei gruppi inizieràalle ore 15. Ulteriori notiziesaranno diffuse prossimamente.Per informazioni potreterivolgervi all’ufficio di pastoralegiovanile attraverso l’indirizzomail:[email protected]’ufficio di pastorale giovanilepresso la Curia Diocesana, in viamons. G. Cogoni, 9, è aperto alpubblico venerdì 8 maggio dalle18 alle 20 e sabato 9 maggiodalle ore 10.30 alle ore 12.30.Il programma dell’incontroprevede alle 15 l‘arrivo deigruppi e le attività diaccoglienza; alle 17 lacelebrazione eucaristicapresieduta dall’arcivescovoArrigo Miglio; alle 18 la merendae alle 18.30 l’animazione e lepremiazioni.

n SANT’EFISIOIl 3 maggiola S. Messa a NoraDomenica 3 maggio, alle 11, nelpiazzale antistante la chiesa diSant’Efisio, a Nora, è prevista laSanta Messa presiedutadall’Arcivescovo Arrigo Miglio, inoccasione del tradizionalepellegrinaggio del simulacro delmartire guerriero sul luogo delmartirio. Il rientro a Cagliari èprevisto per lunedì 4 maggio.

BREVI

14 Diocesi domenica26 aprile 2015

polemica, conferma che “nellaparrocchia San Paolo non c’è e nonc’è mai stata alcuna ronda pertenere lontani i questuanti” eprecisa: “Le persone di cui si èparlato in questi giorni sono deifedeli che, garbatamente e nelrispetto delle persone,garantiscono la possibilità dientrare ed uscire dalla chiesa senzale difficoltà che spesso ci sono statequando, in diverse occasioni, ilsagrato e l’atrio dell’aula liturgicarisultavano impraticabili per lapresenza di tante persone chedisordinatamente stazionavano lìdavanti. Il compito dei volontari èquello di garantire con i dovutimodi il passaggio alle persone cheentrano ed escono dalla chiesa”.A sentire don Marzeddu, cheall’inizio del suo percorso di vitareligiosa tra i salesiani haimboccato strade impegnative dagiovane missionario in Africa, non èdifficile comprendere quanto siaviva nella comunità salesiana diSan Paolo l’attenzione verso gliultimi, i più bisognosi, le persone ele famiglie in difficoltà. Non solocon il servizio di segretariato dellaparrocchia ma anche attraverso ilCentro d’ascolto che è una delle

opere principali della commissioneparrocchiale per l’Impegno sociale.Fondato nel 1993, il Centrod’Ascolto, che formalmente è unaOnlus, un’organizzazione nonlucrativa di utilità sociale, ha tra isuoi scopi l’assistenza alle personein stato di bisogno, non solo dellacittà di Cagliari ma anchedell’hinterland. Assistenza che siconcretizza non solo con aiuti dinatura economica alle famiglie indifficoltà e ai bisognosi, ma anchecon il sostegno morale e spiritualegrazie all’impegno dei salesiani edei volontari. Che nel tempo, con ilservizio di ascolto e segretariato,hanno trovato lavoro a diversedecine di badanti. Tra le attività delCentro d’ascolto ci sono anche ipranzi organizzati per i senzadimora, in particolare in occasionedelle principali festività cristiane edi don Bosco. Prova tangibilequesta, insieme alle altre iniziative,che gli ultimi e i più bisognosi nellaparrocchia San Paolo sono di casa.Come espressione concretadell’opzione preferenziale riservataai poveri, secondo l’insegnamentodel Vangelo.

Franco Camba

Se una comunità cristianareclutasse dei “vigilantes” pertenere lontani dalla chiesa i

più bisognosi, senza alcun dubbio ilfatto meriterebbe un titolo nellaprima pagina dei giornali. Perché lacircostanza costituirebbeevidentemente una palesecontraddizione con il Vangelo diCristo che non trascura i poveri ma,anzi, riserva loro un’opzionepreferenziale. Così come è nellatradizione della Chiesa.Fatta questa premessa, sembradoveroso dire che quanto riportatonei giorni scorsi dalla stampalocale, riferendosi alla parrocchiasalesiana San Paolo di Cagliari eparlando di “ronde anti-elemosinain chiesa”, non corrispondeesattamente alla realtà. Ma, anzi latravisa. Infatti, davanti alla chiesadi piazza Giovanni XXIII non sonopresenti né vigilantes néappartenenti a ronde specialireclutati per tenere lontani imendicanti. Piuttosto ci sono deivolontari che si rendono utili perfar sì che quanti entrano ed esconodalla chiesa – non solo anziani maanche giovani mamme con i figlinelle carrozzine – possano farlosenza trovare ostruiti i punti dipassaggio all’interno della bussola.Un’attenzione questa che nonsignifica intolleranza verso iquestuanti. Che nella parrocchiaSan Paolo, come nelle altre dellacittà, sono di casa. E lo sono nelvero senso del termine. Non solonell’atrio dell’aula liturgica – chegiova ricordare “è spaziosignificativo dell’accoglienzamaterna della Chiesa”, così come laporta d’ingresso è l’elementosignificativo di Cristo, “porta” delgregge (Gv 10,7) – ma ancheall’interno dei locali delleparrocchie, soprattutto nei giorniferiali. Come accade a San Paoloquando il Centro d’ascolto dellaparrocchia, con le risorseprovenienti dalle offerte dei fedeli,cerca di far fronte ai bisogni dellapovera gente che chiede un aiutoeconomico. Sono circa 9000 gliinterventi di assistenza realizzatinel corso dell’anno.Don Tonino Marzeddu, da due anninella comunità salesiana di piazzaGiovanni XXIII, senza alcuna vena

L’impegno dei salesianiper stare accanto ai poveriNella Parrocchia cagliaritanadi San Paolo, guidata daisalesiani, è attivo un Centrodi Ascolto che offre diversiservizi in favore di tantepersone bisognose

che Dio nella persona di GesùCristo, è venuto a salvarciriscattandoci col Suo Sangueprezioso, perché eravamo gliultimi, gli smarriti, i ribelliverso Dio. Successivamentel’Arcivescovo ha incontratoanche Paola, la fondatricedell’opera, pertanto siamoandati da lei, che per motivi disalute risiede nell’istituto delleFiglie della Carità in via deiFalconi a Cagliari. MonsignorMiglio ha detto a Paola di averprima ascoltato letestimonianze da parte dialcuni che appartengonoall’opera, ma poi lui stesso havoluto incontrare la fonte da cuiè fuoriuscita l’opera stessa.L’Arcivescovo ci ha fattosorridere rispondendo a Paolache spesso constatiamo cheGesù è “incosciente”, proprioperché ci chiama nonostante lenostre incapacità. L’incontro siè concluso con la recita del“Padre nostro” e la benedizionedell’Arcivescovo. I Servi e Serve dello SpiritoSanto desiderano porgere consincera riconoscenza unringraziamento al Pastore delladiocesi, per aver dedicato partedel suo prezioso tempo a questopiccolo gregge. Gli incontri di preghiera delcuore sono aperti a tutti e chivolesse fare questa esperienzaspirituale e di preghiera puòpartecipare a uno dei tantiincontri che si svolgono aCagliari ogni giovedì dalle16.30 alle 17.30 nella Chiesa diSanta Lucia e ogni sabato dalle16.30 alle 17.30 nella Chiesa diSan Cesello; per chi preferissel’hinterland può recarsi aQuartu S. Elena ogni martedìdalle 16 alle 17 nella Basilica diSant’Elena e a Quartucciu ognimercoledì dalle 16.30 alle17.30 nella Chiesa di S. PietroPascasio.

Alessia Corbu

Evento importante nella vitadella comunità dei “Servi eServe dello Spirito Santo”,

associazione pubblica di fedelidi diritto diocesano. Lo scorsovenerdì 10 aprile in Curia,l’Arcivescovo di Cagliari, mons.Arrigo Miglio ha incontrato,alcuni sacerdoti che hannotrovato la vocazione propriopartecipando agli incontri della“preghiera del cuore” e alcunifedeli appartenenti all’opera,fondata da Paola Coiana,vedova Del Piano. La comunitàdei “Servi e Serve dello SpiritoSanto” è una realtà che si nutredella “Preghiera del Cuore”,l’ascolto silenzioso della Paroladi Dio per scoprire e vivere lapropria vocazione battesimale.Sapere di essere statibattezzati, non sempre equivalead avere la consapevolezza cheDio ci ha scelti e che ha unprogetto d’amore per noi: unprogetto, una vocazione a farsidono alla Chiesa (chi nelsacramento dell’Ordine, altridel Matrimonio, altri ancoranella vita religiosa o come laicichiamati a testimoniare laParola). Ecco la testimonianzadi Caterina Porcedda, una deipresenti: “Monsignor ArrigoMiglio ci ha accoltopaternamente e ci ha ascoltati.Gli abbiamo presentato ilcarisma dell’opera masoprattutto ognuno di noi haraccontato di come la“preghiera del cuore” è stato ilmezzo attraverso il quale ilSignore Gesù ci ha chiamato aconversione. Pur non essendocipreparati eloquenti discorsi dapresentare all’Arcivescovo,personalmente mi ha colpitoche dai nostri raccontiemergeva una realtà del tuttoPasquale, cioè non raccontivissuti da parte di alcuni uominie di alcune donne devoti a Gesù,ma al contrario, l’aversperimentato nella propria vita

Lo Spirito Santoinsegna a pregare

15Ideedomenica26 aprile 2015

DETTO TRA NOI

Storia affascinantedi una vocazioneSono trascorsi pochi giorni daquando un carissimo confratellomi ha raccontato la storiaaffascinante di un suo nipote di19 anni che entrerà in seminarionel prossimo anno. Mi piaceraccontare l’episodio inconcomitanza con la giornatamondiale di preghiera per levocazioni di specialeconsacrazione, che si celebra laIV domenica di Pasqua, dettaanche del Buon Pastore, perchéil Vangelo ci riporta un brano diGiovanni in cui Gesù sidefinisce: “io sono il BuonPastore”. Ritornando al fattorealmente accaduto, il mioconfratello ha celebrato ifunerali della sorella maggiore,con la presenza dei numerosifamiliari, nipoti compresi.Naturalmente, come capitatalora anche nelle migliorifamiglie, uno dei fratelli delladefunta, che si proclamapubblicamente ateo, è rimastofuori dalla chiesa. Il mio amico,al termine della celebrazione,gli si avvicina per abbracciarlo eper dirgli: “ti voglio bene”, ma ilfratello rifiuta l’abbraccio e vavia muto, ignorando il fratelloSacerdote che, naturalmenterattristato, rientra in sacristia.Lo segue un nipote, che duranteil rito funebre è rimasto a fiancodella bara della zia. Abbraccialo zio Sacerdote piangendo e glidice: “zio, voglio diventareSacerdote”. Dove sta lameraviglia? Una normale storiavocazionale? Eh no! Perchéquesto giovane di 19 anni,brillante negli studi, assiduofrequentatore della parrocchia eseguito da un bravo Sacerdote,è nientemeno il nipote delnonno ateo. Ho subito pensatoagli scherzi che fa il Signore(non è certo questo il primocaso e non sarà neppurel’ultimo). Poi, pensandoci bene,ho visto in questo episodio lamano tesa del Padre buono emisericordioso al nonno: unaulteriore possibilità (forsel’ultima) perché si converta eritrovi la gioia interiore, oppureil destino crudele, minimo, diuna mal di pancia quando verràa saperlo. Il padre, figlio delnonno ateo, ha detto al giovaneche gli comunicava la suadecisone: “fai pure la tuastrada” e la mamma, invece, conquella intuizione tipicamentematerna gli ha detto: “loimmaginavo”. Ecco che cosa fa ilSignore: compie meraviglie e fasbocciare fiori in luoghiinimmaginabili. Mi permetto diaffidare questo giovane allepreghiere dei lettori del nostrosettimanale, perché segua lavoce di Colui che lo chiama,senza farsi condizionare daniente e da nessuno, nonnocompreso. E, pazienza sedovesse all’anziano nonnovenirgli un bel mal di pancia. Levocazioni di specialeconsacrazione nascono e sisviluppano misteriosamente. Idocumenti della Chiesa invitanoall’annuncio, alla proposta eall’accompagnamento. E per ivocati suggeriscono, come viaordinaria, l’ingresso inseminario che è il luogo e iltempo del discernimento eaccompagnamento vocazionale.Entriamo in questo mistero, nonper cercare di comprenderlo, maper accettarlo e gioire perchéogni vocazione, consideratacome dono, significa che Dionon si è stancato nédimenticato di amare gliuomini, suscitando nel tempopastori secondo il Suo cuore.

Tore Ruggiu

Benedetto XVI, l’umile lavoratore

nella vigna del Signore

Il 19 aprile di dieci anni fa venivaeletto al Soglio di Pietro JosephRatzinger, che prese il nome di

Benedetto XVI. Il suo altissimoMagistero e l’esempio di fede nonsmettono di illuminare la vita dellaChiesa e dei cristiani del nostrotempo. Papa Francesco in unrecente discorso, pronunciato inoccasione dell’inaugurazione di unbusto in suo onore nella sede dellaPontificia Accademia delle Scienze,ha ricordato la sua figura con delleparole particolarmentesignificative: « Questo busto diBenedetto XVI rievoca agli occhi ditutti la persona e il volto del caroPapa Ratzinger. Rievoca anche il suospirito: quello dei suoiinsegnamenti, dei suoi esempi,delle sue opere, della sua devozionealla Chiesa, della sua attuale vita“monastica”. Questo spirito, lungidallo sgretolarsi con l’andare deltempo, apparirà di generazione ingenerazione sempre più grande epotente. Benedetto XVI: un grandePapa. Grande per la forza epenetrazione della sua intelligenza,grande per il suo rilevantecontributo alla teologia, grande peril suo amore nei confronti dellaChiesa e degli esseri umani, grandeper la sua virtù e la sua religiosità[…] di lui non si potrà mai dire chelo studio e la scienza abbianoinaridito la sua persona e il suoamore nei confronti di Dio e delprossimo, ma al contrario, che lascienza, la saggezza e la preghierahanno dilatato il suo cuore e il suospirito. Ringraziamo Dio per il donoche ha fatto alla Chiesa e al mondocon l’esistenza e il pontificato diPapa Benedetto» (27 ottobre 2014).In una recente intervista alla RadioVaticana il Cardinale Marc Ouellet hasottolineato la portata storica delPontificato di Benedetto XVI: «Iovedo soprattutto dei frutti a lungascadenza e, come primo frutto, misembra che il Pontificato diBenedetto XVI sia stato una chanceper l’Europa. Il Papa, col suo nome ecol suo pensiero, ha ricordato leradici cristiane dell’Europa e lastima dovuta al suo patrimoniospirituale e culturale. I suoi viaggi ediscorsi – per esempio a Parigi,Londra e Berlino – rimarranno deipunti fermi per il futuro dell’Europa.Un altro frutto importanteè il contributo specifico diJoseph Ratzinger,Benedetto XVI, suirapporti tra la fede e laragione, nelle sue grandiencicliche. Inoltre, il PapaBenedetto ha – direi –avvicinato l’esegesi e lateologia nella teoria enella pratica, conl’Esortazione apostolica“Verbum Domini” esoprattutto col suo libro suGesù di Nazaret. Un terzofrutto è il tesoro delle sueomelie mistagogiche, che ci halasciato in eredità, una scuola dipredicazione. Molte di questeomelie saranno lette nei secoli».Il Prefetto della Congregazione deiVescovi nella stessa intervista harichiamato anche il legame cheunisce l’azione di Benedetto XVI equella di Papa Francesco: «Vedo unagrande continuità tra i due Pontefici.La più bella continuità tra i due Papiè la loro differenza di stile e dicarisma. C’è grande continuità sulla

riforma della Chiesa, sulla lotta allapedofilia, sulla trasparenzafinanziaria, anche sulle questionidella famiglia, che sono state moltocare a Benedetto, e si va avanti congrande continuità nella riflessionesulla nuova evangelizzazione eanche sull’interpretazione delConcilio». (I. P.)

Pubblichiamo di seguito le primeparole di Benedetto XVI, pronunciatesubito dopo la sua elezione, inoccasione della Benedizione “Urbi etOrbi” e alcuni passaggi della suaomelia per la Santa Messa di iniziodel Ministero Petrino.

«Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni PaoloII, i signori cardinali hanno elettome, un semplice e umile lavoratorenella vigna del Signore.Mi consola il fatto che il Signore salavorare ed agire anche construmenti insufficienti e soprattuttomi affido alle vostre preghiere.Nella gioia del Signore risorto,fiduciosi nel suo aiuto permanente,

andiamo avanti. Il Signoreci aiuterà e Maria suaSantissima Madre staràdalla nostra parte.Grazie».

19 aprile 2005

«La Chiesa è viva. E laChiesa è giovane. Essaporta in sé il futuro delmondo e perciò mostraanche a ciascuno di noi lavia verso il futuro. LaChiesa è viva e noi lovediamo: noisperimentiamo la gioia che

il Risorto ha promesso ai suoi. LaChiesa è viva - essa è viva, perchéCristo è vivo, perché egli èveramente risorto. Nel dolore,presente sul volto del Santo Padrenei giorni di Pasqua, abbiamocontemplato il mistero dellapassione di Cristo ed insiemetoccato le sue ferite. Ma in tuttiquesti giorni abbiamo anchepotuto, in un senso profondo,toccare il Risorto. Ci è stato dato disperimentare la gioia che egli ha

promesso, dopo un breve tempo dioscurità, come frutto della suaresurrezione». 

«La santa inquietudine di Cristodeve animare il pastore: per lui nonè indifferente che tante personevivano nel deserto. E vi sono tanteforme di deserto. Vi è il desertodella povertà, il deserto della famee della sete, vi è il desertodell’abbandono, della solitudine,dell’amore distrutto. Vi è il desertodell’oscurità di Dio, dellosvuotamento delle anime senza piùcoscienza della dignità e delcammino dell’uomo. I desertiesteriori si moltiplicano nel mondo,perché i deserti interiori sonodiventati così ampi. Perciò i tesoridella terra non sono più al serviziodell’edificazione del giardino di Dio,nel quale tutti possano vivere, masono asserviti alle potenze dellosfruttamento e della distruzione. LaChiesa nel suo insieme, ed i Pastoriin essa, come Cristo devonomettersi in cammino, per condurregli uomini fuori dal deserto, verso illuogo della vita, verso l’amiciziacon il Figlio di Dio, verso Colui che cidona la vita, la vita in pienezza».

«Anche oggi viene detto alla Chiesae ai successori degli apostoli diprendere il largo nel mare dellastoria e di gettare le reti, perconquistare gli uomini al Vangelo –a Dio, a Cristo, alla vera vita. I Padrihanno dedicato un commento moltoparticolare anche a questosingolare compito. Essi dicono così:per il pesce, creato per l’acqua, èmortale essere tirato fuori dal mare.Esso viene sottratto al suo elementovitale per servire di nutrimentoall’uomo. Ma nella missione delpescatore di uomini avviene ilcontrario. Noi uomini viviamoalienati, nelle acque salate dellasofferenza e della morte; in un maredi oscurità senza luce. La rete delVangelo ci tira fuori dalle acquedella morte e ci porta nellosplendore della luce di Dio, nellavera vita. E’ proprio così – nellamissione di pescatore di uomini, alseguito di Cristo, occorre portare gli

uomini fuori dal mare salato di tuttele alienazioni verso la terra dellavita, verso la luce di Dio. E’ propriocosì: noi esistiamo per mostrare Dioagli uomini. E solo laddove si vedeDio, comincia veramente la vita.Solo quando incontriamo in Cristo ilDio vivente, noi conosciamo checosa è la vita. Non siamo il prodottocasuale e senza sensodell’evoluzione. Ciascuno di noi è ilfrutto di un pensiero di Dio.Ciascuno di noi è voluto, ciascuno èamato, ciascuno è necessario. Nonvi è niente di più bello che essereraggiunti, sorpresi dal Vangelo, daCristo. Non vi è niente di più belloche conoscere Lui e comunicare aglialtri l’amicizia con lui. Il compitodel pastore, del pescatore di uominipuò spesso apparire faticoso. Ma èbello e grande, perché in definitivaè un servizio alla gioia, alla gioia diDio che vuol fare il suo ingresso nelmondo». 

«Non abbiamo forse tutti in qualchemodo paura - se lasciamo entrareCristo totalmente dentro di noi, seci apriamo totalmente a lui – paurache Egli possa portar via qualcosadella nostra vita? Non abbiamoforse paura di rinunciare a qualcosadi grande, di unico, che rende lavita così bella? Non rischiamo ditrovarci poi nell’angustia e privatidella libertà? Ed ancora una volta ilPapa voleva dire: no! chi fa entrareCristo, non perde nulla, nulla –assolutamente nulla di ciò cherende la vita libera, bella e grande.No! solo in quest’amicizia sispalancano le porte della vita. Soloin quest’amicizia si dischiudonorealmente le grandi potenzialitàdella condizione umana. Solo inquest’amicizia noi sperimentiamociò che è bello e ciò che libera. Così,oggi, io vorrei, con grande forza egrande convinzione, a partiredall’esperienza di una lunga vitapersonale, dire a voi, cari giovani:non abbiate paura di Cristo! Eglinon toglie nulla, e dona tutto. Chi sidona a lui, riceve il centuplo. Sì,aprite, spalancate le porte a Cristo– e troverete la vera vita».

24 aprile 2005

Il 19 aprile del 2005veniva eletto

come Successore di PietroJoseph Ratzinger.

La sua vita e il suo magistero

sono un donoper la Chiesa

e il mondo intero

16 Papa Francesco domenica26 aprile 2015

curiositàRegistrazione Tribunale Cagliari

n. 13 del 13 aprile 2004

S E T T I M A N A L E D I O C E S A N O

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Redazione: Francesco Aresu, Federica Bande, MariaChiara Cugusi, Fabio Figus, Maria Luisa

Secchi, Roberto Comparetti.

Hanno collaborato a questonumero:

Tore Ruggiu, Maria Grazia Pau, MicheleAntonio Corona, Marco Scano, Franco

Camba, Gian Mario Aresu, AndreaAgostino, Luigi Murtas, Matteo Mazzuzzi,Margherita Santus, Paola Lazzarini Orrù,

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IPatti Lateranensi, recepiti dallaCarta Costituzionale repubblicana,e l’Accordo di Revisione dei

medesimi hanno offerto un solidoquadro di riferimento, all’interno delquale si sono pacificamentesviluppati e rafforzati i rapporti tral’Italia e la Santa Sede, garantendola reciproca sovranità e indipendenzae al tempo stesso il mutuoorientamento alla fattivacollaborazione, sulla base di valoricondivisi e in vista del bene comune.È fondamentale infatti che, nelladistinzione dei ruoli e dellecompetenze e nel pieno rispetto dellereciproche funzioni, sia sempresentita la necessità di una rinnovatacollaborazione, finalizzata ad unire leforze per il bene di tutti i cittadini,che hanno il diritto a tale concordia,da cui derivano innumerevolibenefici. La Chiesa offre a tutti la bellezza delVangelo e del suo messaggio disalvezza, e ha bisogno, per svolgerela sua missione spirituale, dicondizioni di pace e tranquillità, chesolo i pubblici poteri possonopromuovere.D’altro canto, questi ultimi, a cuiprimariamente spetta di predisporrele condizioni di uno sviluppo equo esostenibile, affinché la società civiledispieghi tutte le sue potenzialità,trovano nell’impegno e nella lealecollaborazione della Chiesa un validoe utile sostegno per la loro azione. Lareciproca autonomia infatti non favenir meno ma esalta la comuneresponsabilità per l’essere umanoconcreto e per le esigenze spirituali emateriali della comunità, che tuttiabbiamo il compito di servire conumiltà e dedizione.Ne deriva che un sano pluralismo nonsi chiuderà allo specifico apportoofferto dalle varie componenti idealie religiose che compongono lasocietà, purché naturalmente esseaccolgano i fondamentali principi chepresiedono alla vita civile e nonstrumentalizzino o distorcano le lorocredenze a fini di violenza esopraffazione. In altre parole, losviluppo ordinato di una civile società

pluralistica postula che non sipretenda di confinare l’autenticospirito religioso nella sola intimitàdella coscienza, ma che si riconoscaanche il suo ruolo significativo nellacostruzione della società,legittimando il valido apporto cheesso può offrire.La storia dell’Italia mostrachiaramente quanto sia grande ilcontributo del Cristianesimo alla suacultura e al carattere della suapopolazione, quanto la fede cristianaabbia permeato l’arte, l’architettura eil costume del Paese. La fede si ètrasformata in opere e queste inistituzioni, fino a dare volto ad unastoria peculiare e a modellarepressoché tutti gli aspetti della vita, apartire dalla famiglia, primo eindispensabile baluardo disolidarietà e scuola di valori, che vaaiutata a svolgere la suainsostituibile funzione sociale qualeluogo fondamentale di crescita dellapersona.Signor Presidente, tra i diversi beninecessari allo sviluppo di ognicollettività, il lavoro si distingue peril suo legame con la stessa dignitàdelle persone, con la possibilità dicostruire un’esistenza dignitosa elibera. In special modo, la carenza dilavoro per i giovani diventa un gridodi dolore che interpella i pubblicipoteri, le organizzazioni intermedie,gli imprenditori privati e la comunità

ecclesiale, perché si compia ognisforzo per porvi rimedio, dando allasoluzione di questo problema lagiusta priorità. Nella disponibilitàdel lavoro risiede infatti la stessadisponibilità di dignità e di futuro.Per un’ordinata crescita della societàè indispensabile che le giovanigenerazioni, tramite il lavoro,abbiano la possibilità di progettarecon serenità il loro futuro,affrancandosi dalla precarietà e dalrischio di cedere a ingannevoli epericolose tentazioni. Tutti coloro chedetengono posizioni di specialeresponsabilità hanno perciò ilcompito primario di affrontare concoraggio, creatività e generositàquesto problema.Un altro ambito che richiede oggiparticolare attenzione da parte ditutti è la cura dell’ambiente. Percercare di alleviare i crescentisquilibri ed inquinamenti, che a volteprovocano veri e propri disastriambientali, occorre acquisire pienaconsapevolezza degli effetti deinostri comportamenti sul creato, chesono strettamente connessi al modocon cui l’uomo considera e tratta séstesso (cfr Benedetto XVI, Lett. enc.Caritas in veritate, 51).Tra pochi giorni si aprirà a Milanol’Esposizione Universale, che ha cometema: “Nutrire il pianeta. Energie perla vita”. L’evento dell’Expo saràun’importante occasione in cui

Nell’incontro con il Presidente della Repubblica, Papa Francesco ha richiamatocome «la storia dell’Italia mostra chiaramente quanto sia grande il contributo delCristianesimo alla sua cultura e al carattere della sua popolazione». Tra gli ambiti diparticolare impegno comune con lo Stato ha poi ricordato quelli della famiglia, del lavoro, della cura dell’ambiente e dell’aiuto verso i migranti.

Il discorsodel Santo Padredurante l’incontrocon il PresidenteMattarella

verranno presentate le più modernetecnologie necessarie a garantire cibosano, sicuro e sufficiente per tutti ipopoli, nel rispetto dell’ambiente.Possa esso contribuire anche adapprofondire la riflessione sulle causedel degrado ambientale, in modo dafornire alle autorità competenti unquadro di conoscenze ed esperienzeindispensabile per adottare decisioniefficaci e preservare la salute delpianeta che Dio ha affidato alla curadel genere umano.Desidero, infine, esprimere la miagratitudine per l’impegno che l’Italiasta profondendo per accogliere inumerosi migranti che, a rischiodella vita, chiedono accoglienza. E’evidente che le proporzioni delfenomeno richiedono uncoinvolgimento molto più ampio.Non dobbiamo stancarci nelsollecitare un impegno più esteso alivello europeo e internazionale.Signor Presidente, nel formularLe ilmio più cordiale augurio perl’assolvimento del Suo alto compito,auspico che l’Italia, facendo tesorodelle sue nobili tradizioni e della suacultura largamente ispirata dallafede cristiana, possa progredire eprosperare nella concordia, offrendoil suo prezioso contributo alla pace ealla giustizia nel mondo.Dio protegga l’Italia ed ogni suoabitante.

18 aprile 2015

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