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ilponteSettimanale Cattolico dell’Irpinia anno XXXX - n°. 12 - euro 0.50

Sabato 12 aprile 2014

web: www.ilpontenews.it | email: [email protected]

“Et veritas liberabit vos”

il Ponte è il primo settimanale dell’irpinia

sped. in a. p. comma 20b art. 2 legge 662/96 Filiale P.T. Avellino

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La buona cucina

Via Pianodardine 55

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chiuso il lunedì

è gradita la prenotazione

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la  DoMeniCa Della  PalMe

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Nozze D’oro

Cosa può voler dire vivere la Settimana Santa per noi? Checosa significa seguire Gesù nel suo cammino sul Calvarioverso la Croce e la Risurrezione? Nella Settimana Santa vi-viamo il vertice di questo cammino, di questo disegno diamore che percorre tutta la storia. Gesù entra in Gerusa-lemme: si dona totalmente, non tiene nulla per sé, neppurela vita. Nell’Ultima Cena, con i suoi amici, condivide il pane edistribuisce il calice “per noi”. Il Figlio di Dio si offre a noi, con-segna nelle nostre mani il suo Corpo e il suo Sangue per es-sere sempre con noi, per abitare in mezzo a noi. E nell’Ortodegli Ulivi, come nel processo davanti a Pilato, non opponeresistenza, si dona; è il Servo sofferente preannunciato daIsaia che spoglia se stesso fino alla morte (cfr Is 53), E’ untempo di grazia che il Signore ci dona per aprire le porte delnostro cuore, della nostra vita, delle nostre parrocchie dei mo-vimenti, delle associazioni, ed “uscire” incontro agli altri, farcinoi vicini per portare la luce e la gioia della nostra fede. Usciresempre!

Papa Francesco

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De Rogatis - De Matteis

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2 sabato 12 aprile 2014ilPonte

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P R O G R A M M A

13 APRILE - DOMENICA DELLE PALME - PASSIONE DEL SIGNORE ore 10.00 - Benedizione dei rami d’olivo presso la Chiesa S. Francesco Saverio e processione verso il Duomo con la Celebrazione Eucaristica presieduta da S.Ecc.za il Vescovo.

14 APRILE- LUNEDÌ SANTO ore 17.00 Confessioni e ore 18,30 S. Messaore 19,00 Liturgia penitenziale.

15 APRILE – MARTEDÌ SANTOore 17.00 Confessioni e ore 18,30 S. Messaore 19,30 – Requiem di Mozart.

16 APRILE - MERCOLEDÌ SANTOore 18.00 S. Messa Crismale.

17 APRILE - GIOVEDÌ SANTOore 18.30 S. Messa in Coena Domini.ore 19,30 Adorazione dei ragazzi del catechismoore 21.00 Adorazione Eucaristica comunitaria.

18 APRILE - VENERDÌ SANTOore 17.00 Celebrazione della Passione del Signore. Adorazione della Croce.ore 18.30 Processione del Cristo Morto e dell’Addolorata - Via Crucis

animata dalla consulta delle Aggregazioni Laicali - con il seguente itinerario: Duomo -Rampa S. Modestino – Via S. Francesco Saverio (Chiesa di s. Rita) – Via M. Del Gaizo- Via L. Amabile - via C. Del Balzo - via F. Guarini - via C. Colombo - Ospedale Civile -viale Italia - corso V. Emanuele II - piazza Libertà - via G. Nappi - piazza Amendola -Duomo.

19 APRILE - SABATO SANTO ore 23.00 - Veglia Pasquale presieduta da S.Ecc.za il Vescovo.

20 APRILE - DOMENICA DI PASQUA - RESURREZIONE DEL SIGNORE SS. Messe ore 8.00 - 12.00 - 18.30ore 10.30 - Solenne Concelebrazione della Pasqua di Resurrezione presieduta da S. Ecc.za il Vescovo.

DioCeSi Di aVellino - CHieSa CaTTeDRalePaRRoCCHia “S. MaRia aSSUnTa”

SeTTiMana SanTa 2014Cosa può voler dire vivere la Settimana Santa per noi? Che cosa significa seguire Gesù nel suo cammino sul Calvario verso la Croce e la Risurrezione? Nella

Settimana Santa viviamo il vertice di questo cammino, di questo disegno di amore che percorre tutta la storia. Gesù entra in Gerusalemme: si dona totalmente,non tiene nulla per sé, neppure la vita. Nell’Ultima Cena, con i suoi amici, condivide il pane e distribuisce il calice “per noi”. Il Figlio di Dio si offre a noi, consegnanelle nostre mani il suo Corpo e il suo Sangue per essere sempre con noi, per abitare in mezzo a noi. E nell’Orto degli Ulivi, come nel processo davanti a Pilato,non oppone resistenza, si dona; è il Servo sofferente preannunciato da Isaia che spoglia se stesso fino alla morte (cfr Is 53), E’ un tempo di grazia che il Signoreci dona per aprire le porte del nostro cuore, della nostra vita, delle nostre parrocchie dei movimenti, delle associazioni, ed “uscire” incontro agli altri, farci noivicini per portare la luce e la gioia della nostra fede. Uscire sempre!

Papa Francesco

3sabato 12 aprile 2014attualitàilPonte

Domenica delle Palme Nel calendario liturgico cattolico laDomenica delle Palme è celebrata ladomenica precedente alla festivitàdella Pasqua. Con essa ha inizio lasettimana Santa ma non termina laQuaresima, che finirà solo con la ce-lebrazione dell'ora nona del giovedìsanto, giorno in cui, con la celebra-zione vespertina si darà inizio al SacroTriduo Pasquale.Nella forma ordinaria del rito romanoessa è detta anche domenica De Pas-sione Domini (della Passione del Si-

gnore). Nella forma straordinaria ladomenica di Passione si celebra unasettimana prima, perciò la Domenicadelle Palme è detta anche SecondaDomenica di Passione.Questa festività è osservata non solodai Cattolici, ma anche dagli Orto-dossi e dai Protestanti.In questo giorno la Chiesa ricorda iltrionfale ingresso di Gesù a Gerusa-lemme in sella ad un asino, osannatodalla folla che lo salutava agitandorami di palma (cfr. Gv 12,12-15). Lafolla, radunata dalle voci dell'arrivo di

Gesù, stese a terra i mantelli, mentrealtri tagliavano rami dagli alberi diulivo e di palma, abbondanti nella re-gione, e agitandoli festosamente glirendevano onore.

Celebrazione liturgica In ricordo di questo, la liturgia dellaDomenica delle Palme, si svolge ini-ziando da un luogo al di fuori dellachiesa dove si radunano i fedeli e ilsacerdote benedice i rami di ulivo o dipalma che sono portati dai fedeli,

quindi si dà inizio alla processione findentro la chiesa. Qui giunti, continuala celebrazione della Messa con lalunga lettura della Passione di Gesù.Il racconto della Passione viene lettoda tre persone che rivestono la partedi Cristo (letta dal sacerdote), dellostorico e del popolo o turba. In questaDomenica il sacerdote, al contrario ditutte le altre di Quaresima (tranne la4^ in cui può indossare paramentirosa), è vestito di rosso.

Tradizioni Generalmente i fedeli portano a casai rametti di ulivo e di palma benedetti,per conservarli quali simbolo di pace,scambiandone parte con parenti edamici. In alcune regioni, si usa che ilcapofamiglia utilizzi un rametto, in-tinto nell’acqua benedetta durante laveglia pasquale, per benedire la ta-vola imbandita nel giorno di Pasqua.In molte zone d'Italia, con le foglie dipalma intrecciate vengono realizzatepiccole e grandi confezioni addobbate(come i parmureli di Bordighera eSanremo in Liguria), che vengono re-galate o scambiate fra i fedeli insegno di pace.Nel Vangelo di Giovanni: 12,12-15, sinarra che la popolazione abbia usatosolo rami di palma che, a detta dimolti commentari, sono simbolo ditrionfo, acclamazione e regalità.Sembra che i rami di ulivo siano statiintrodotti nella tradizione popolare, acausa della scarsità di piante di palmapresenti, specialmente in Italia. Ad

ogni modo un'antica antifona grego-riana canta: «Pueri Hebraeorum por-tantes ramos olivarum obviaveruntDomino» ("Giovani ebrei andaronoincontro al Signore portando ramid'ulivo").Nelle zone in cui non cresce l'ulivo(come l'Europa settentrionale), i ra-metti sono sostituiti da fiori e foglie in-trecciate.Cenni storici Si hanno notizie della benedizionedelle palme a partire del VII secolo inconcomitanza con la crescente im-portanza data alla processione. Que-sta è testimoniata a Gerusalemmedalla fine del IV secolo e quasi subitofu introdotta nella liturgia della Siria edell'Egitto.In Occidente questa domenica era ri-servata a cerimonie prebattesimali,infatti, il battesimo era amministratoa Pasqua; e all'inizio solenne dellaSettimana Santa, quindi benedizionee processione delle palme entraronoin uso molto più tardi: dapprima inGallia (secolo VII-VIII) dove Teodulfod'Orléans compose l'inno “Gloria, lauset honor” e poi a Roma dalla fine del-l'XI secolo.

Vittorio Della Sala

In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino,osannato dalla folla che lo salutava agitando rami di palma (cfr. Gv 12,12-15). La folla, radunatadalle voci dell'arrivo di Gesù, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di

ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente gli rendevano onore.

LA domEnicA dELLE pALmE

i RiTi Della SeTTiMana SanTa

Durante la Settimana Santa, cioènel periodo che va dalla Dome-

nica delle Palme al Sabato Santo, laChiesa cattolica celebra gli eventi difede correlati alla Passione, Morte eResurrezione di Gesù.

Lunedì, Martedì, Mercoledì

Il Lunedì, Martedì e Mercoledì santola Chiesa contempla in particolare iltradimento di Giuda per trenta de-nari. La prima lettura della Messapresenta i primi tre canti del Servodel Signore che si trovano nel librodel profeta Isaia (42,1-9; 49,1-6;50,4-11).

GiovedìDurante la mattina del Giovedì, si ce-lebra una sola Messa nella Chiesa cat-tedrale di ogni diocesi (detta Messa

del Crisma) durante la quale vengonoconsacrati gli Olii santi (il Crisma,l'Olio dei Catecumeni e l'Olio degli In-fermi) usati nel corso dell’anno percelebrare i sacramenti. Dopo l’omelia,i presbiteri rinnovano le promessefatte al momento della loro ordina-zione. Nelle parrocchie non si celebral’Eucarestia.La sera del Giovedì Santo si celebra laMessa in Cena Domini, nella quale siricorda l'Ultima Cena di Gesù, l’ isti-tuzione dell'Eucarestia e del sacerdo-zio ministeriale, e si ripete il gestosimbolico della lavanda dei piedi ef-fettuato da Cristo nell'Ultima Cena.Alla fine della Messa gli altari restanosenza ornamenti, le croci velate e lecampane silenti.

VenerdìLa celebrazione della Passione vienedivisa in tre fasi:La Liturgia della parola, con la letturadel quarto canto del servo del Signoredi Isaia (52,13-53,12), dell'Inno cri-stologico della lettera ai Filippesi (2,6-11) e della Passione secondoGiovanni; viene scoperta la croce, du-rante la parte della cerimonia che so-stituisce l'adorazione della croce allaliturgia eucaristica.è tradizione del Venerdì Santo anchecelebrare la Via Crucis, praticare il di-giuno ecclesiastico e astenersi dallecarni come forma di partecipazionealla Passione e Morte del Signore.

SabatoDurante il Sabato Santo la comunioneviene portata solamente ai malati inpunto di morte. Viene invece cele-brata la Liturgia delle Ore, la pre-ghiera ufficiale della Chiesa Cattolica.Consiste nel canto di salmi, cantici einni, con l'aggiunta di preghiere e let-ture dalla Sacra Scrittura. Essa rap-presenta la partecipazionesacramentale alla preghiera perso-nale di Gesù Cristo che incessante-mente prega e loda il Padre.Nella notte si celebra la solenne VegliaPasquale, la celebrazione più impor-tante di tutto l'Anno Liturgico. Al fuoconuovo si accende il cero pasquale, cheviene portato in processione, durantela quale si proclama La luce di Cristo

e si accendono le candele dei fedeli.All'arrivo al presbiterio il cero è incen-sato e si proclama l'Annuncio Pa-squale.Dopo il canto solenne del Gloria (chenon viene recitato durante la Quare-sima), l'Epistola proclama la vitanuova in Cristo risorto, e nel Vangelosi legge il racconto dell'apparizionedegli angeli alle donne la mattina diPasqua.Segue la liturgia battesimale, nellaquale tutti i fedeli rinnovano le pro-messe del proprio battesimo, e ven-gono battezzati, se presenti, icatecumeni che si sono preparati alsacramento.

Luigia Meriano

Dal 1985, nella Domenica

delle Palme i cattolici cele-

brano anche la "Giornata

Mondiale della Gioventù".

4 sabato 12 aprile 2014 Politica ilPonte

Per i parlamentari italiani i privilegi non finiscono mai. Grazie ad un escamotage, ideputati pagano solo il 18% di l’Irpef, grazie ad una favorevole interpretazione dell’ar-

ticolo 52, comma 1, lettera b) del Testo Unico delle imposte sui redditi (Tuir), che testualmenterecita: “…non concorrono, altresì, a formare il reddito le somme erogate ai titolari di caricheelettive pubbliche, nonché a coloro che esercitano le funzioni di cui agli articoli 114 (La Repub-blica si riparte in Regioni, Province e Comuni) e 135(La Corte Costituzionale), a titolo di rimborsospese. Per i parlamentari, i rimborsi sono: diaria, trasporti, voli, telefono, ecc.Secondo un calcolo del settimanale l’”Espresso”, prendendo in esame l’incasso annuale di unparlamentare e di un manager che riscuotono la stessa somma di 235.615 euro l’anno si ri-scontra che il privato dovrà pagare su una base imponibile di 189.431 euro, il 39,4%di Irpef (74.625 euro), incassando 114.806 euro netti; il parlamentare, invece, pa-gherà il 18,9% di Irpef (35.512 euro), meno della metà, incassando 153.919 euronetti.Come si può notare, il trucco, che come al solito favorisce solo la Casta, c’è ma non si vede.

AlfonsoSantoli

sprecopoli

I PARLAMENTARI PAGANOSOLO IL 18% DI IRPEF

lo scandalo alla Regione Campania

Fa tanto discutere, in questi giorni, laproposta di riforma costituzionale delSenato della Repubblica. Autorevolicostituzionalisti hanno lanciato un al-larme sui rischi che si potrebbero de-terminare per la solidità del sistemademocratico. Probabilmente hannoragione, una legge che cambia, radi-calmente, il sistema istituzionale me-riterebbe una più attenta riflessione:

sia per meglio definire il ruolo e la funzione del “Se-nato delle Autonomie”, sia per evitare scorciatoieche possano, insieme, indebolire la rappresentanzademocratica e favorire un rafforzamento dei poteridell’esecutivo, non bilanciati secondo l’ispirazionedei costituenti.E’ vero: la fretta potrebbe essere una cattivaconsigliera! Ma è, altrettanto, vero che i cit-tadini non ne possono più di questa classe di-rigente, dei rinvii e delle discussioni chesembrano più accademiche che propositive.Credo di non dire niente di nuovo se imma-gino che gli italiani, ove fossero chiamati adun referendum, voterebbero con ampia mag-gioranza, per l’abolizione non solo del Se-nato, ma della Camera dei Deputati, delleRegioni (oltre che delle Province) e di tuttociò che è guidato dalla Politica!E’ questo lo “stato dell’arte” nel quale l’insipienza,l’arroganza e la corruzione della classe politica ci haportato. A che servono le cure palliative se il cancrodella mala-politica ha distrutto il corpo martoriatodel malato (lo Stato e le Istituzioni) e se i cittadini

non riescono ad avere più alcuna fiducia nei medicie nelle cure contraddittorie che essi propongono? Facciamo un esempio, per capire meglio. Nei giorniscorsi, la Regione Campania è salita alla ribalta dellacronaca giudiziaria per lo scandalo dei rimborsi aiconsiglieri regionali ed ai gruppi politici. Milioni dieuro spesi per le ragioni più futili ed impensabili (lamanutenzione della Porsche, la tintura per i capelli,le cravatte …. etc): tutto questo spreco in una Re-gione dove il tasso di disoccupazione è altissimo edove la povertà è cresciuta oltre ogni immagina-zione. Non è giusto fare un processo anticipato a questoo a quel politico coinvolto: anzi, sul piano stretta-mente giuridico, potrebbero persino avere ragione,perché nessuna norma imponeva la giustificazionedelle spese fatte. La vicenda, però, è molto più grave! Inaltre parole, mentre la violazione dellanorma penale giustificherebbe la sanzionenei confronti di chi avesse commesso unreato, la scoperta di comportamenti “im-morali, indecenti, ed ingiustificabili” è dacondannare più severamente proprio sulpiano della credibilità politica di quelli cheli hanno posti in essere!Sono queste le vicende che creano un abisso tra icittadini e la politica: meglio farebbero quei consi-glieri a convocare una conferenza stampa per pre-sentare, in blocco, le proprie dimissioni dalparlamento regionale! Altrettanto dovrebbero faregli organi di governo della stessa regione! C’è unprincipio, una regola non scritta, che nessuno deipolitici rispetta. Ogni cittadino può commettere er-rori, ognuno può sbagliare, lasciarsi tentare dall’il-lecito o dalla corruzione: in questo caso ciascunorisponde davanti alla Legge per i reati commessi.Ma i politici, rispetto ai comuni cittadini,hanno un dovere in più: un dovere di mora-lità, di correttezza, di onestà e di sincerità dicomportamento strettamente legato alla“funzione” alla quale il popolo sovrano li ha

delegati ed eletti! Per questo, la loro respon-sabilità va ben oltre la stretta violazione dellalegge penale! Perciò, farebbero bene a farsida parte, anziché accampare scuse! Se co-storo avessero un minimo senso dell’onore edella dignità personale dovrebbero fare duecose: chiedere scusa agli elettori e cambiaremestiere!Sono essi che faranno vincere Grillo ed il Movi-mento 5Stelle! E mi chiedo: ma i partiti, ai quali ap-partengono questi personaggi da operetta, quantopensano di poter guadagnare, sul piano del con-senso elettorale, proteggendo e giustificando le loroscelte? Ma è possibile che nessuno si renda contodei danni immensi che costoro hanno causato nellamente e nel cuore dei cittadini elettori? E’ possibileche nessuno capisca che “difendere, proteggere egiustificare” certi comportamenti equivale ad auto-.accusarsi di quelle stesse azioni e di quei compor-tamenti che l’opinione pubblica ha già bocciato? Miviene in mente la “tristezza” di un amico (un con-sigliere comunale, lontanissimo dal potere) che miconfidava: “in vacanza, quando incontro una per-sona che non mi conosce evito di parlare del mioimpegno politico, preferisco che si faccia una“buona” idea delle mie capacità e della mia intelli-genza prima di rischiare di rovinare l’approccio rac-contando la mia esperienza politica; il pregiudizionegativo potrebbe nuocermi irrimediabilmente!”Quante sorprese registreremo all’indomanidelle elezioni europee! Mi sembra già di sen-tirli, i soliti commentatori ed i politici dallafaccia di bronzo: hanno vinto i populismi, la

destra nazionalista e xenofoba, quelli chevorrebbero uscire dall’euro! In altre parole:la colpa sarà della Germania, della crisi edegli elettori che non hanno capito e nonhanno saputo votare!Niente di più falso: vincerà l’antipolitica, perché laPolitica non è stata in grado di convincere gli italianisulla serietà della propria proposta di auto-riforma!Perché gli uomini politici avranno provato, ancorauna volta, ad ingannare i cittadini! Nel fine settimana siamo stati impegnati, comegiornalisti del Ponte, a festeggiare i 50 anni dellaVoce Isontina, il settimanale cattolico della Diocesidi Gorizia. Tre giorni di convegni e di dibattiti tra iquali molto interessante l’incontro sull’attualitàdell’europeismo di ispirazione cristiana. Abbiamopotuto apprezzare, tra i relatori, l’intervento delladott.ssa Johanna Touzel portavoce della Comece(Commissione delle Conferenze episcopali dell'Ue)la quale ci ha invitato a rileggere la “dichiarazione”di Robert Schuman, uno dei padri fondatori dell’Eu-ropa. Ella ci ha proposto una bella lezione sullestrutture e sulle iniziative della Comunità Europea:indicazioni, sollecitazioni e proposte interessanti perfavorire una definitiva integrazione europea. Allafine del suo intervento la Touzel ha suggerito di ri-volgerci direttamente ai “prossimi” candidati al Par-lamento Europeo, per chiedere conto, a costoro,della “specifica” preparazione sui temi e sulle pro-blematiche che andranno ad affrontare se eletti:soprattutto su quelle questioni (ad esempio l’im-migrazione, la solidarietà) che qualificano la culturae la tradizione cristiana.Tante belle provocazioni, quelle della nostraamica belga, delle quali abbiamo parlato, piùapprofonditamente, a cena. Siamo stati co-stretti a spiegare come funzionano le candi-dature alle elezioni europee nel nostroPaese. Le abbiamo appena accennato al de-grado della politica e dei partiti: non vole-vamo deludere il Suo entusiasmo e ci siamorisparmiati un inutile peccato di cattiveria!

“iMMoRali, inDeCenTi,eD ingiUSTiFiCabili”

MicheleCriscuoli

Sono queste le vicende che creano un abisso tra i cittadini e la politica:meglio farebbero quei consiglieri a convocare una conferenza stampaper presentare, in blocco, le proprie dimissioni dal parlamento regionale!

“Vota chi si impegna a promuovere sempre il bene comune, la trasparenza, la le-galità, l’etica”. “Non votare chi fa promesse che non potrà mantenere”. Sono

due dei diciotto punti del “Codice etico per gli elettori” che propone l’Azione Cattolicadiocesana di Brescia, che viene diffuso in vista delle consultazioni amministrative edeuropee del prossimo maggio. Una sorta di “bigino ragionato” per cittadini consape-voli, partecipi, che non rinunciano a dire la loro in un delicato passaggio democraticoa livello locale e continentale. Il breve testo, intitolato “Faccio la mia parte”, afferma: “Esercita sempre il tuo dirittodi voto. Ricorda che tante persone in passato hanno dato la propria vita perché questotuo diritto di esprimerti e partecipare liberamente venisse riconosciuto e tutelato”. Epoco oltre: “Vota chi, nella vita pubblica e privata, ispira la propria condotta a principidi moralità, rettitudine, dignità e decoro e chi negli impegni precedentemente assuntiha agito con gratuità, coerenza e disinteresse”. Vi si suggerisce chi non premiare conla propria preferenza: coloro che perseguono nella vita politica interessi personali odi parte, chi denigra con la diffamazione altri candidati, chi ha problemi con la giustizia,chi “è abituato a disinvolti trasformismi politici”. A prima vista si potrebbe pensare al giochino scolastico dei “buoni” e dei “cattivi” se-

gnati alla lavagna. In realtà è unesplicito invito a esercitare un ne-cessario discernimento etico-po-litico, che non può prescindere,da parte dell’elettore, dal doveredi informarsi previamente suiprogrammi dei partiti e sulla qua-lità dei candidati. Ed emerge unmonito - che non si può mai dareper scontato - ai laici cattolici perun reale coinvolgimento per ilbene della comunità civile. Il codice bresciano non è peraltrol’unico sulla piazza. Si vanno in-fatti moltiplicando, specialmentenel mondo cattolico italiano edeuropeo, appelli a recarsi aiseggi, inviti ad assumere la pro-

pria parte nella costruzione democratica, richiami alle responsabilità verso specificherealtà “pubbliche”, come ad esempio la tutela della famiglia, la promozione di unascuola per tutti e di qualità, la promozione della salute, l’occupazione giovanile, la di-fesa del Creato... Un’abbondanza di “codici etici” che sembrerebbe sottolineare, per converso, un deficitetico. I richiami alla partecipazione giungono in una fase in cui essa sembra lasciareil passo a roboanti quanto inconcludenti populismi di varia marca. E si evidenziano vi-gorose “tirate di giacca” ai credenti perché mettano in gioco valori ed esperienze per-sonali e comunitarie indirizzandole al bene comune. Perché forse anche i cattolicitalvolta sono tentati dal rinchiudersi nelle sacrestie, lasciando ad altri il timone dellapolitica. Ma la delega rinunciataria non appare, questo è certo, tra le virtù apprese alcatechismo

TanTi CoDiCi eTiCi PoCa eTiCa PUbbliCa?

5sabato 12 aprile 2014FiscoilPonte

SONO QUATTRO LE DIRETTRICI DI INTERVENTO DA PARTE DELLO STATO

“A TU Per TU CoN IL FISCo”“A TU Per TU CoN IL FISCo” a cura di Franco Iannaccone

Piano CaSa: MiSURe PeR RilanCiaRe gli aFFiTTi e il SeTToRe eDile

Con il decreto legge n.47 del28.3.2014, sono stati stanziati un mi-

liardo e 741 milioni di euro per dare re-spiro agli inquilini in difficoltà e perrilanciare il mercato immobiliare. Lamappa degli aiuti si articola in quattro di-rezioni. Meno tasse per chi decide di af-fittare a canone concordato con lacedolare secca, detrazioni fiscali più ele-vate per gli inquilini con i redditi più bassi,fondi per il recupero degli alloggi popolari(ex IACP) con possibilità, anche, da partedegli assegnatari di richiederli a riscattoe rifinanziamento del fondo per gli inqui-lini in difficoltà.Tutto ciò in quanto l’aumento della morosità nelpagamento degli affitti così come la cronica ca-renza di alloggi popolari sono, ormai, un datodi fatto, mentre, sul fonte del mercato immo-biliare, i dati dell’Agenzia delle Entrate (ex ter-ritorio) sono impietosi: gli scambi rispetto al2007 si sono ridotti alla metà. In particolarenon si acquista più per investire e questa crisiin atto ha indotto il nuovo Governo ad adottareprovvedimenti di sostegno all’affitto, all’amplia-mento dell’offerta di alloggi popolari e allo svi-luppo dell’edilizia residenziale sociale.Esaminiamo nel dettaglio queste misureadottate dall’Esecutivo, sottolineando,però, che esse fanno parte di un decretomodificabile in sede di conversione inlegge. Inoltre, fatta eccezione per la ridu-zione dell’aliquota fiscale sugli affitti con-cordati, si tratta, per lo più, distanziamenti di fondi che rimandano adaltri provvedimenti per la concreta utiliz-zazione.

CEDOLARE SECCA DAL 15% AL 10%PER GLI AFFITTI CONCORDATI

Per il quadriennio 2014-2017 è previstala riduzione ulteriore dal 15% (prima an-cora era del 19%) al 10% dell’aliquotadella cedolare secca per chi affitta a ca-none concordato. Interessati a questamisura sono i cosiddetti contratti 3+2 equelli per studenti universitari. Lo scontod’imposta, unita al calo degli affitti, do-vrebbe rilanciare così il mercato immobi-liare (IMU e TASI permettendo).Lo sconto fiscale è automatico per tutti iproprietari di casa che hanno già sceltotale tassazione alternativa su un affittoconcordato: in questo caso, infatti, la ridu-zione del prelievo si applica su tutti i canonipercepiti dal 2014 al 2017 senza bisogno dialcun adempimento. Per chi, invece, ha già stipulato un canoneconcordato ma non aveva scelto la cedo-lare, la soluzione è semplice: basta verifi-care di non avere detrazioni troppo elevate e,poi, si può optare per la tassazione sostitutivaentro il termine per il pagamento annuale del-l’imposta di registro, usando il modello 69 (o ilnuovo modello Rli), senza dimenticare di in-viare all’inquilino – prima dell’adempimento fi-scale – la raccomandata con cui si comunica lascelta della cedolare secca e si rinuncia all’ag-giornamento del canone.In tutti i casi in cui non c’è un contratto con-venzionato – perché il contratto di affitto non èancora stato firmato o perché la locazione è re-golata, ad esempio, da un contratto a canonelibero 4+4 – occorre saper che per benefi-ciare della nuova cedolare il canone,tanto che si tratti di un contratto agevo-lato (3+2) quanto per studenti universi-tari, deve essere fissato in una fasciaminima e massima stabilita tra le Orga-nizzazioni dei proprietari e quelle degli in-quilini. Naturalmente se tra le parti intercorregià un rapporto locativo, a canone libero 4+4,

occorrerà risolvere, di comune accordo con l’in-quilino, questo rapporto e firmare un nuovocontratto optando, nell’occasione, per la cedo-lare secca.

DETRAZIONI FISCALI PER INQUILINIDI ALLOGGI SOCIALI

Per gli anni 2014, 2015 e 2016 sono pre-viste detrazioni fiscali IRPEF per gli inqui-lini degli alloggi sociali: 900 euro per iredditi che non superaro 15.493,71 euroche si dimezzano a 450 euro per chi ha unreddito superiore a 15.493,71 ma infe-riore a 30.987,41 l’anno.E’ previsto anche che i redditi derivanti dalla lo-cazione di alloggi sociali nuovi o ristrutturatinon concorrano alla formazione del redditod’impresa ai fini IRPEF/IRES e IRAP nella mi-sura del 40% per un periodo non superiore a10 anni dalla data di ultimazione dei lavori.La previsione è, però, subordinata alla preven-tiva autorizzazione comunitaria volta a dichia-rare compatibile l’agevolazione con la disciplinadegli aiuti di Stato.Si evidenzia, a tal proposito, che ai sensi deldecreto ministeriale 22 aprile 2008 è definito“alloggio sociale” l’unità immobiliare“adibita ad uso residenziale in locazioneche svolge la funzione di ridurre il disagioabitativo di individui e nuclei familiarisvantaggiati, che non sono in grado diaccedere alla locazione di alloggi nel li-bero mercato”. Rientrano in questa defini-zione “gli alloggi realizzati o recuperati daoperatori pubblici e privati, con il ricorso a con-tributi o agevolazioni pubbliche – quali esen-zioni fiscali, assegnazione di aree od immobili,fondi di garanzia, agevolazioni di tipo urbani-stico – destinati alla locazione temporanea peralmeno otto anni ed anche alla proprietà”. L’in-terpretazione corrente è che, nella definizionedi “alloggio sociale”, ci rientri un po’ tutto,comprese, naturalmente, le case popolari (exIacp). Altra novità, in campo di alloggi sociali,è l’opportunità data al conduttore di un allog-gio sociale di riscattare l’unità immobiliare tra-scorso un periodo minimo di 7 anni dallastipula del contratto. Fino alla data del riscatto,il conduttore potrà imputare parte dei corri-spettivi pagati al locatore in conto prezzo delfuturo acquisto dell’alloggio e per altra partein conto affitto.All’emanazione di futuri decreti attuativi si af-fida il compito di disciplinare le clausole stan-dard dei contratti locativi e di futuro riscatto,le tempistiche e gli altri aspetti, ritenuti rile-vanti, del rapporto.La novità si applica soltanto ai nuovi contrattidi locazione, cioè quelli stipulati dopo l’entratain vigore del decreto del 28 marzo scorso.

RECUPERO IMMOBILI E ALLOGGI EX IACP

E’ previsto un piano di recupero di immo-bili ed alloggi di Edilizia residenziale pub-

blica (ex Iacp) che beneficerà dello stan-ziamento di 500 milioni di euro con ilquale finanziare la ristrutturazione conadeguamento energetico, impiantistico estatico di 12.000 alloggi, l’anno. Inoltre,viene disposto un ulteriore finanziamentodi 67,9 milioni di euro per recuperare ul-teriori alloggi destinati alle categorie so-ciali disagiate (reddito annuo lordocomplessivo familiare inferiore a 27.000euro, nucleo familiare con persone ultra-sessantacinquenni, malati terminali oportatori di handicap con invalidità supe-riore al 66%, figli fiscalmente a carico cherisultino soggetti a procedure esecutivedi rilascio per finita locazione).L’attuazione, nel dettaglio, di queste misure èdemandata, come al solito, all’emanazione diappositi decreti ministeriali.Vengono, inoltre, stanziati 100 milioni di euroa favore di Regioni e Comuni ad alta tensioneabitativa per l’aumento dell’offerta di alloggi so-ciali in locazione. Gli interventi ammessi sono,tra gli altri, quelli di ristrutturazione edilizia, disostituzione edilizia e di variazione della desti-nazione d’uso.Contestualmente all’opera di recupero dell’edi-lizia popolare, verranno avviate procedure dialienazione degli immobili di proprietà degli isti-tuti autonomi per le case popolari e le risorsederivanti dalle vendite dovranno essere desti-nate alla realizzazione di nuovi alloggi di ediliziaresidenziale pubblica o ad interventi di manu-tenzione del patrimonio già esistente.Per favorire l’acquisto degli alloggi da partedegli inquilini è prevista la costituzione di unFondo destinato alla concessione di contributi,che avrà una dotazione massima per ciascunanno, dal 2015 al 2020, di 18,9 milioni di europer un totale di 113,4 milioni di euro.

FONDO AFFITTI E MOROSITA’ INCOLPEVOLE

Per fornire immediato sostegno econo-mico alle categorie sociali meno abbientiche non riescono più a pagare l’affitto èstato deciso di incrementare sia il Fondonazionale per il sostegno all’accesso alleabitazioni in locazione che il Fondo desti-nato agli inquilini morosi incolpevoli, difatto già esistenti. Il primo, che già avevauna dotazione di 100 milioni di euro (50milioni per il 2014 e altri 50 milioni per il2015) verrà raddoppiato a 200 milioni dieuro (100 milioni per il 2014 e 100 milioniper il 2015), mentre il Fondo destinatoagli inquilini morosi incolpevoli, che giàaveva una dotazione di 40 milioni di euro,è stato incrementato di 226 milioni ripar-titi negli anni 2014-2020, diventando, difatto, una misura strutturale.Si ricorda che il Fondo nazionale per l’accessoalle abitazioni in locazione (istituito con legge9 dicembre 1998, n.431) ha lo scopo di ero-gare contributi a favore di famiglie che hannoun canone di locazione registrato e che si tro-vano in difficoltà nel pagare l’affitto. A tal pro-posito, va evidenziato che ogni anno lo Stato,con la legge di stabilità,stabilisce l’importo daripartire tra le Regioni entro il 31 marzo; suc-cessivamente, i Comuni definiscono l’entità ele modalità di erogazione dei contributi e indi-viduano, con appositi bandi pubblici, i requisitidei conduttori che possono beneficiarne. Lesomme assegnate sono concesse come con-tributi integrativi per il pagamento dei canonidi locazione dovuti dai conduttori (rientranti inparticolari fasce di reddito), ai proprietari degliimmobili, di proprietà sia pubblica che privata.Per quanto riguarda, invece, il Fondo de-stinato “agli inquilini morosi incolpevoli”si tratta di una misura, di recente intro-duzione, finalizzata a garantire il rischiodi morosità da parte di quegli inquilini,generalmente affidabili, ma che a causadella sfavorevole situazione economicache il Paese attraversa, si trovano mo-mentaneamente in difficoltà nell’assol-vere il loro obbligo.La norma che lo ha istituito (art. 6 del D.L. 31agosto 2013, n. 102, convertito in legge 28 ot-tobre 2013, n. 124) fa comunque rinvio ad unsuccessivo decreto ministeriale ancora nonemanato, al quale spetterà il compito anche diripartire le risorse disponibili tra le diverse Re-gioni. Ciò che è certo è che potranno usufruirnegli inquilini residenti in Comuni ad alta tensioneabitativa, dove siano attivi bandi per l’eroga-zione di contributi in favore di inquilini morosiincolpevoli.

il ponteSettimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc

Proprietà Diocesi di Avellino

fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”

Editrice “Coop. Il Ponte a.r.l.”Direttore responsabile

Mario Barbarisi

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6 sabato 12 aprile 2014 ecclesia ilPonteAtripalda 4-11 maggio 2014 - Celebrazione del III Congresso Eucaristico Cittadino

nUTRiTi Dell’UniCo Pane FoRMiaMo in CRiSTo Un Solo CoRPoA tutte le famiglie della Comunità Cristiana

di AtripaldaCarissimi fratelli e sorelle,

“A voi, grazia e pace. Rendiamo sempre grazie aDio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre pre-ghiere e tenendo continuamente presenti l’opero-sità della vostra fede, la fatica della vostra carità ela fermezza della vostra speranza nel Signore no-stro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro”(1Ts 1, 1-3 ).Siamo lieti di porgere il nostro cordiale e fraternosaluto a ciascuno di voi con le parole dell’apostoloPaolo nell’annunciarvi la volontà di celebrare il 3°Congresso Eucaristico Cittadino, dal tema:«“Nutriti dell’unico pane formiamo in Cristoun solo corpo ”. Chi rimane in me, ed io in lui,porta molto frutto (Gv 15,5)». Questo eventoviene celebrato a cinquanta anni dal 2° Congressosvoltosi dal 30 agosto al 6 settembre 1964 e a ot-tantaquattro anni dal 1° Congresso svoltosi nellaprima decade di luglio del 1930.Nell’Anno della Fede la Chiesa ci ha invitato a ri-scoprire le radici della nostra appartenenza a Cri-sto, in modo da poter offrire al mondo unatestimonianza autentica e credibile. L’evento digrazia che è stato il Concilio Ecumenico VaticanoIl ha già adornato la Chiesa di molteplici frutti, tut-tavia c’è sempre bisogno di conversione, di rin-novare la propria esperienza di Dio attraversoquegli strumenti e quelle mediazioni che Lui stessoci ha voluto donare, la Parola e i Sacramenti. Lavita della Comunità Cristiana è scandita dalla cen-tralità di una Parola che si fa incontro nell’Eu-carestia e preghiera e aperturanell’intercessione e nel servizio verso i fra-telli. Nel tentativo di offrire uno strumento utile aquanti vorranno vivere quest’anno in preparazioneal Congresso Eucaristico, siamo felici di presen-tarvi alcune riflessioni che potranno guidare e ac-compagnare la nostra formazione in questo tempodi Grazia che il Signore ci dona. Il tema è quellodell’Eucaristia, fonte e culmine di tutta lavita cristiana, compendio e somma della no-stra fede (cf. CCC, 1327). Abbiamo scelto dueicone bibliche di riferimento: il racconto dell’ap-parizione di Gesù ai Discepoli di Emmaus (cf.Lc 24,13 35) e il detto di Gesù: «Chi rimane inme, e io in luì, porta molto frutto» (Gv 15,5).Alla scuola della Parola, come i due di Emmaus,potremo riconoscere Gesù come il Cristo nell’Eu-carestia, per fare esperienza quanto sia necessariorimanere in Lui, per portare frutto e per vivereun’autentica carità.La riflessione pastorale che proponiamo, richiamala nostra attenzione particolare sul Sacramentodell’Eucaristia, un sussidio utile per continuarea vivere e celebrare con significativi frutti spiritualiL’Anno della fede, indetto da Papa Benedetto XVIcon la Lettera Apostolica Porta Fidei, iniziato ilgiorno 11 ottobre del 2012, nel cinquante-simo anniversario dell’apertura del ConcilioEcumenico Vaticano II e quindi introdurci nelnuovo anno che ci vede in cammino verso ilCongresso Eucaristico.L’urgenza di riscoprire il dono della Fede che apreil cuore e la mente a un’altra intelligenza, quellacapace di porre l’uomo nella dimensione dialo-

gica (chiamata-risposta) di fronte alla Rivelazionedi Dio, nasce evidentemente dalla necessità di unarinnovata conversione al Signore, unico Salva-tore del mondo, e quindi dall’esigenza di risco-prire la bellezza e l’entusiasmo dell’incontrocon Gesù Cristo. «L’Anno della fede si configura,quindi, come un’opportunità concreta e vitale per«riscoprire e rinsaldare la propria identità cri-stiana»Lo stesso Pontefice, inoltre, sempre nella LetteraApostolica Porta fidei, richiamando il numero 10della Sacrosanctum Concilium, sottolinea l’im-portanza e la centralità dell’Eucaristia nellavita della Chiesa e del cristiano: « Desideriamoche questo Anno susciti in ogni credente l’aspira-zione a confessare la fede in pienezza e con rin-novata convinzione, con fiducia e speranza. Saràun’occasione propizia anche per intensificare la ce-lebrazione della fede nella liturgia, e in particolarenell’Eucaristia, che è “il culmine verso cui tendel’azione della Chiesa e insieme la fonte da cuipromana tutta la sua energia”».La celebrazione dell’Eucaristia è fonte e culminedella vita della nostra Chiesa e di ogni comunitàparrocchiale ( Cfr. LG 10 ). Essa è il grande Testa-mento che il Signore ci ha affidato la vigilia dellasua passione e morte ( Lc 22,19ss ). E’ la cosa piùpreziosa che possediamo come Chiesa. E’ il cuoredella nostra Chiesa.L’Eucaristia, dunque, riscoperta quale compendioe somma della nostra fede, rendimento di graziea Dio, memoriale della passione e della resurre-

zione del Signore, sacramento sommo di riconci-liazione e di comunione, conferirà fondamento evigore, luce e contenuto, alle attività pastorali delleParrocchie nel nuovo anno, facendo scaturire gliopportuni suggerimenti ed indirizzi pastorali.

L’Eucaristia: mistero della fede!Nel momento centrale della Liturgia Eucaristica,subito dopo l’invocazione dello Spirito a santificarei doni, e quindi immediatamente dopo il “racconto”dell’istituzione dell’Eucaristia, il sacerdote pro-clama il «Mistero della fede» ed il popolo ri-sponde con le parole, o formule, proposte dallaliturgia, che costituiscono la sintesi della profes-sione di fede nel mistero annunciato e cele-brato e vissuto. Infatti, le acclamazioni che ilMessale propone non solo partecipano della na-tura del memoriale, ma presentano anche le ca-ratteristiche dell’annuncio. Noi annunciamo,proclamiamo, ciò che crediamo: «Annunciamo latua morte Signore, proclamiamo la tua resurre-zione, nell’attesa della tua venuta». Oppure:«Ogni volta che mangiamo di questo pane e be-viamo a questo calice annunciamo la tua morte,Signore, nell’at¬tesa della tua venuta». Oppure:«Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurre-zione: salvaci, o salvatore del mondo». Affermiamo la nostra redenzione, avvenuta attra-verso la morte e resurrezione del Signore. Nelleprime due formule, inoltre, emerge anchel’aspetto escatologico, perché all’annuncio del sa-crificio salvifico operato da Cristo, si aggiunge ilsenso della speranza futura: « Nell’attesa della tua

venuta ». Vale a dire: tutto questo lo viviamo, locelebriamo nel sacramento, nell’attesa del ritornoglorioso e definitivo di Cristo.Vivere l’Anno della fede, allora, lasciandoci illumi-nare in modo del tutto particolare dal sacramentodell’Eucaristia, non rappresenta semplicemente lasequela di un tema pastorale ma, poiché l’Eucari-stia è «il cuore stesso della vita cristiana», si-gnifica anche intraprendere un viaggio che ciriporti verso il “centro”, che punti a mettere or-dine nella nostra vita e a ridare a Dio il primatoche gli spetta. Significa cogliere questo Anno cometempo propizio per fare bilanci e valutare il nostrocammino di fede, ponendoci alcune fondamentalidomande: Dove ho riposto le mie speranze? Dovesono orientati il mio cuore e la mia mente? A chimi sto affidando? Di chi mi sto fidando? Dove stoandando? Qual è la meta della mia vita? A checosa aspiro?

Educare alla vita di fedeL’urgenza educativa manifestata dai Vescovi ita-liani trova uno “ spazio vitale ” e particolarmentepropizio proprio in questo tempo. La vita buonadel Vangelo è la vita di fede. Per sillogismo, dun-que, l’impegno a educare alla vita buona del Van-gelo si tradurrà in impegno educativo alla vita difede. Il Santo Padre nella Lettera Apostolica Portafidei, tra l’altro, così esorta: « Dobbiamo ritrovareil gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessadalla Chiesa in modo fedele, e del Pane della Vita,offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli (cfr.Gv 6,51). L’insegnamento di Gesù, infatti, risuonaai nostri giorni con la stessa forza: “Datevi dafare non per il cibo che non dura, ma per ilcibo che rimane per la vita eterna” (Gv 6,27).L’interrogativo posto da quanti lo ascoltavano è lostesso anche per noi oggi: “Che cosa dobbiamocompiere per fare le opere di Dio?” (Gv 6,28).Conosciamo la risposta di Gesù: “Questa èl’opera di Dio: che crediate in colui che egliha mandato” (Gv 6,29). Credere in Gesù Cristo,dunque, è la via per poter giungere in modo defi-nitivo alla salvezza ».Pertanto, consapevoli di tutta la ricchezza spiri-tuale che ci viene offerta per crescere e maturarenella vita di fede e per sospingerci, quindi, congioia nell’adesione a Colui che il Padre ha mandatoperché siamo salvi (cfr. Gv 6, 39 40), confidandonell’intercessione della Beata Vergine Maria delCarmine, Madre di Dio e Madre nostra, di san Sa-bino Vescovo, nostro Patrono e di tutti i Santi, vi-viamo questo tempo nel segno della Fede e nellacomunione di quel Pane che sazia la nostra famee ci rende un solo corpo in Cristo.A tutti, ma in particolare a quanti vorranno incam-minarsi e riscoprire, come i discepoli di Emmaus,mediante l’ascolto della Parola e la celebra-zione dei Sacramenti e in special modo dell’Eu-caristia, auguriamo la gioia dell’ incontro conGesù Cristo, il Risorto e Signore della Vita. BuonaPasqua di resurrezione a tutti!

A voi tutti l’augurio di poter rinnovare la bel-lezza dell’incontro con Cristo

I ParrociDon Ranieri Picone

Don Enzo De Stefano

50anni trascorsi insieme. In un periodo di grandiincertezze, una festa in cui si celebrano le nozzed'oro e' sicuramente, almeno per noi, una notiziada prima pagina. Sui quotidiani nazionali vengonospesso riportati dati e statistiche relative ai divorzi,ma mai sentiamo parlare delle coppie longeve. Lofacciamo noi, cogliendo al volo l'occasione dellenozze d' oro dei coniugi De Rogatis, nostri affe-zionati lettori. Essi sono di esempio per tutte le cop-pie giovani che talvolta, dinanzi alla prima difficoltà,sono prese dallo sconforto: una coppia può durarea lungo, e poi sfatiamo tanti luoghi comuni: in due,se c'è complicità, le difficoltà si superano decisa-mente meglio. Ai coniugi Emilio De Rogatis eMariapia De Matteis, che festeggeranno il giorno26 Aprile con una cerimonia, presieduta dalVescovo Francesco Marino, che si terrà alle ore10.30 presso la Chiesa del SS. Rosario, al Corso diAvellino,sentiamo di formulare gli Auguri più sinceried affettuosi per...i prossimi 50anni. Dopo la fun-zione religiosa "gli sposi" saluteranno parenti ed

amici presso la Mensa della Casa dedicata a Monsignor Antonio Forte. Si tratta di una scelta che i coniugi DeRogatis hanno fortemente voluto: e' l'ennesima testimonianza di una vita vissuta volgendo lo sguardo versogli ultimi, a coloro che hanno bisogno di aiuto. Per l' occasione Sua Santità Papa Francesco ha inviato un mes-saggio di Auguri che sarà letto nel corso della funzione religiosa.Auguri da tutta la Redazione e dal direttore Mario Barbarisi

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7sabato 12 aprile 2014VangeloilPonte

Tutta la profezia d’Israele si compie inGesù. Gerusalemme è la vigna del Signore, illuogo delle nozze tra Dio e il popolo, le nozzecon l’umanità intera. La vigna è anche luogo diun’appropriazione indebita e dell’uccisione delfiglio. Gesù manda e ordina ai suoi: andate, tro-

verete, sciogliete, conducete. Fino a lui ogni re-altà resta legata come l’asina, in attesa della li-berazione.

Gesù si definisce “Signore”, ma aggiungeche “ha bisogno”. Lui è diverso dai re della

terra, è umile e mite, però il suo ingresso è nelsegno della gioia e della gloria. Fin da sempreDio ha scelto la piccolezza e la mitezza per co-municarsi al suo popolo, fino a questo re miteche ora viene per offrire la sua vita per la sal-vezza di tutti.

Nostro Signore si è degnato assaggiare il trionfocome tutto il resto, come la morte, non ha rifiu-tato nulla delle nostre gioie, non ha rifiutato cheil peccato. Ma la sua morte, diamine!, l’ha cu-rata, non vi manca nulla. Invece, il suo trionfo,è un trionfo per bambini, non ti pare? Un’imma-gine di Épinal, con l’asinello, le fronde verdi, e lagente di campagna che batte le mani. Una pa-rodia gentile, un po’ ironica, delle magnificenzeimperiali. Nostro Signore sembra sorridere - No-stro Signore sorride spesso -, ci dice: “Nonprendete troppo sul serio questo genere dicose”. E, quanto ai miracoli, nota bene, è lastessa cosa. Non ne fa più del necessario. I mi-racoli sono le immagini del libro, le belle imma-gini. (Bernanos, Diario di un curato dicampagna).

Il tema dello scandalo ha sempre un rife-rimento al mistero della piccolezza di Dio

rivelata nella piccolezza di Gesù fino alla morte.Gesù dice che riguarda ognuno: “Tutti vi scan-dalizzerete per causa mia in questa notte”; ladispersione del gregge fa parte della salvezzaproprio nel momento culminante.

Celebrando il dolore davanti al Padre e da-vanti a noi, Gesù ci insegna quale sia per i di-scepoli il modo di vivere cristianamente l’oradella prova. Il dolore e l’angoscia della mortenon sono più legati alla natura dell’uomo, masono un mistero divino, di cui anche noi siamopartecipi.

Accanto al Crocifisso c’è un preannunciodel nuovo popolo nato lì, sul Golgota. Ilcenturione e le guardie vedono il terremoto chesquarcia il velo del tempio e spacca le rocce; poile donne che lo avevano seguito e servito e cheora guardano lo spettacolo drammaticamentepovero del crocifisso. Infine Giuseppe d’Arima-tea, membro del Sinedrio, uomo buono e giustoche chiede a Pilato il corpo di Gesù per avvol-gerlo nel candido lenzuolo e deporlo nella tombanuova segno dell’attesa della risurrezione finale.

Angelo Sceppacerca

la liturgia della Parola:  Domenica delle PalmeForma breve (27, 11-54): Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo

- Sei tu il re dei Giudei? In quel tempo Gesù comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre icapi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola,tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato fa-

moso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti cheglielo avevano consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto tur-bata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete cheio rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma chemale ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!». Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla,dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e,dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. - Salve, re dei Giudei! Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta latruppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchian-dosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantelloe gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. - Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e locostrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere.

Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù,il re dei Giudei». Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. - Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce! Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuo-tendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli

scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberilui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo. - Elì, Elì, lemà sabactàni? A mezzogiorno si fece buio sututta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo que-

sto, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dice-vano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendodai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello

che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

Papa Francesco, inoccasione della

Giornata Mondiale dellaGioventù, che si èsvolta l’anno scorso inBrasile, scriveva: “Il Si-gnore vuole una Chiesapovera che evangelizzi ipoveri; la povertàevangelica è condizione

fondamentale affinché il Regno di Diosi diffonda. Per la Chiesa l’opzione peri poveri è una categoria teologicaprima che culturale, sociologica, poli-tica e filosofica. Andare nelle periferiedel mondo significa conoscere le tanterealtà del nostro pianeta; conoscere leloro tradizioni che sono state traman-date oralmente da padre in figlio e an-cora oggi sono dei legami forti, aiutanoi giovani a sentirsi parte integrante diun popolo che è stato privato dei propridiritti fondamentali. In America Latinasi trovano quasi 30 milioni di Indiosche vivono nelle valli interne della ca-tena montuosa delle Ande, dove nelpassato si sono rifugiati per scapparedai colonizzatori. In queste zone sonopresenti tante etnie di Indios, alcune invia di estinzione; hanno un bagaglioculturale enorme,basti pensare chesono state catalogate oltre 300 lingue

diverse. L’etnia più numerosa è quelladei Mapuche, che vivono tra il Cile cen-trale e meridionale e il sud dell’Argen-tina, nella Patagonia. L’economia sibasa sull’agricoltura, si pensi che lecoltivazioni poste nei dirupi e nelle val-late servono soltanto per la sopravvi-venza dei loro familiari. Questo popoloè molto attaccato alle proprie tradizioniculturali; ha dovuto lasciare le terrefertili nel XVI secolo, quando approda-rono i primi coloni spagnoli, portandoviolenze che spinsero gli Indios a la-sciare le proprie terre. Hanno difesocoraggiosamente il territorio, ma lavera decimazione è avvenuta dall’ epi-demia del morbillo e da altre malattieche erano sconosciute e risultaronomortali per il loro sistema immunitario;le conseguenze di questi ultimi secolidi dominazione sono visibili ancoraoggi tra i nativi americani, ridotti aduna minoranza esigua. Così, lenta-mente si sono ritirati verso le monta-gne, ma neanché qui hanno trovato lapace perché i conquistatori moderni –leggi multinazionali straniere - sonoarrivati fin lassù, inoltrandosi nei bo-schi e tagliando gli alberi per venderela legna. Un proverbio degli indios è:“c’è chi crede che la terra gli appar-tenga, noi sappiamo di appartenere

alla terra”. Le donne anziane che lavo-rano davanti alle porte delle loro casei fili di lana per tessere le coperte, can-tano una vecchia canzone tramandataoralmente dai loro avi. Le parole diquesta cantilena dicono così: “Tutta laterra è una sola anima, siamo partedi lei. Non potranno morire le nostreanime. Cambiare, sì, potranno, manon spegnersi. Una sola anima siamo,come c’è un solo mondo”. E’ un popoloche è rimasto legato alla propria terrae alle proprie tradizioni, usando solociò di cui ha veramente bisogno, nellasemplicità di uno stile di vita che sibasa sull’indispensabile. Al riguardoPapa Francesco scrive: “Ci sono altriesseri fragili e indifesi, che moltevolte rimangono alla mercé degli inte-ressi economici o di un uso indiscrimi-nato. Non lasciamo che al nostropassaggio rimangano segni di distru-zione e di morte che colpiscono la no-stra vita e quella delle futuregenerazioni. Dio ha voluto questa terraper noi, sue creature speciali. Piccolima forti nell’amore di Dio, come SanFrancesco d’Assisi, tutti noi cristianisiamo chiamati a prenderci cura dellafragilità del popolo e del mondo in cuiviviamo” (Evangelii Gaudium, nn. 215-216).

SoliDaRieTà SenZa ConFini

PasqualeDe Feo

“gli indios argentini: un popolo che ama la terra”

LUTTO ROMEINei giorni scorsi è salito al cielo il professor Giu-seppe Romei. Figura nota nella Diocesi di Avel-lino perché aveva ricoperto importanti incarichi,soprattutto nel mondo ecclesiale. Il professoreRomei, ispettore scolastico, è stato presidentedei Maestri Cattolici, presidente della CroceRossa, esponente di spicco del Circolo dei Cat-tolici, negli anni '90 ricoprì il ruolo di Assessore

ai Servizi Sociali del Comune di Avellino. Persona devota e sempredisponibile nei confronti del prossimo, il professor Giuseppe Romeilascia un vuoto incolmabile in quanti, numerosi, lo hanno cono-sciuto.La direzione e la redazione del settimanale il Ponte formulano le piùsincere e sentite condoglianze ai familiari: la moglie Franca, i figliGennaro, Teresa e Gerardo, il genero Paolo Saggese.

Lutto Vitale

La Direzione Generale e Sanitaria dell’Asl di Avellino, unitamente atutto il personale dell’Azienda, esprimono sentite condoglianze allaDottoressa Maria Luisa Pascarella, Direttrice del Dipartimento diMedicina Legale, per la perdita del marito Dottor Tommaso Vitale.

NNeeLLLLAA CCAASSAA DDeeLL PPAADDrree

8 sabato 12 aprile 2014 Medicina ilPonte

Jean Martin Charcot, arcifamosoneurologo francese, nel 1868

descrisse una malattia cronica de-mielinizzante del sistema nervosocentrale che è l’antenata del-l’odierna sclerosi multipla o a plac-che. Sclerosi sta per cicatrici, che

sono disposte come placche nella materiabianca dal cervello al midollo. Non per nulla an-cora oggi la serie dei segni clinici che sono ri-scontrabili (nistagmo, tremore intenzionale eparola scandita) viene chiamata con il suonome: “Triade di Charcot”. Oggi si sa che è unamalattia autoimmune cronica che colpisce lecellule nervose rendendo impossibile la comu-nicazione degli impulsi nervosi tra la centraledi comando (cervello) e le sue diramazioni (mi-dollo spinale). Per le casistiche colpisce fino a150 individui su 100.000, tre milioni in tutto ilmondo, 500.000 in Europa e 50.000 in Italiacon il picco in Sardegna, con una etiologia checomprende fattori genetici, ambientali ed in-fettivi.Viene riportata in letteratura una vera e propriaesplosione di casi (350.000) negli Stati Unitinel 1990 senza una stabilita correlazione conle presunte cause.Dal punto di vista terapeutico nel mondo scien-tifico esiste attualmente tutto un fervore di ri-cerche che hanno portato ad un allungamentodella vita media degli ammalati di questa pa-tologia. Tra i presidi che stanno dando ottimerisposte c’è un antagonista puro degli oppioidi:il naltrexone che previene le recidive ed allungail tempo di progressione della malattia.L’ultima ricerca pubblicata sull’argomento è ita-liana ed è stata accettata su: “Nature commu-nications” che ha visto all’opera il gruppo discienziati che fa capo alla Senatrice a vita Elena

Cattaneo dell’Università di Milano in simbiosicon quelli del “San Raffaele”. Hanno utilizzatocellule della pelle “ringiovanite” per riprogram-marle e trasformarle in staminali del cervello.Le hanno trapiantate per dare l’opportunità aitessuti nervosi lesionati di rigenerarsi. Oltre aidue istituti di ricerca che abbiamo citato ci sonostati grossi finanziamenti da parte della SocietàAmericana di Sclerosi Multipla, dell’analogafondazione italiana (FISM), per il progetto di ri-costruire le aree di mielina danneggiate.Lo studio mette in evidenza come le cellule ot-tenute dalla pelle dello stesso paziente possonoessere trapiantate senza problemi di rigetto. Lestaminali di derivazione “cutanea” sono utiligrazie alla riprogrammazione cellulare, partonocome un cocktail di molecole fino alla condi-

zione di cellula staminale embrionale, che poi,a sua volta, diventa cellula staminale del cer-vello. In questo modo qualsiasi sia l’originedella malattia o il suo decorso o lo stadio diavanzamento della gravità dei sintomi si potràintervenire con il trapianto delle staminali perfar ricrescere quella guaina glicoproteica che èla mielina, senza la cui integrità non possonoessere trasmessi gli impulsi nervosi. Le celluletrapiantate, secondo lo studio milanese, do-vrebbero almeno ridurre l’entità del danno.Altra cosa buona di queste cellule trapiantateè quella della loro provenienza dall’ammalatostesso. Ciò significa che potenzialmente puòessere evitato il famigerato rigetto e gli effetticollaterali imprevedibili essere di aiuto per al-cuni tipi di ammalati.

Ma la nostra tanto bistrattata “Italietta” hamesso in cantiere un’altra performance scien-tifica di alto profilo. Si tratta della vaccinazioneper i neonati affetti da infezione da HIV.Nel mondo ci sono, almeno quelli di cui si haconoscenza, 250.000 neonati la cui madre hatrasmesso loro la positività per il virus, HIV eduna possibile vaccinazione sarebbe un’im-mensa fortuna. Come per le cellule staminalidella pelle per la sclerosi multipla, anche lo stu-dio vaccinale di cui vi abbiamo detto parla ita-liano, nel senso che nella capitale ci sono dueorganizzazioni scientifiche a lavoro per salvaretante vite umane. Si tratta dell’Unità Operativadi Malattie Infettive dell’Ospedale Pediatrico“Bambin Gesù” di Roma e della Cattedra di Pe-diatria dell’Università di Tor Vergata. Sono statitestati per due anni due gruppi di dieci bambiniportatori dell’infezione da HIV, tutti infettati at-traverso la madre. Un gruppo ha utilizzato ilvaccino insieme alla “tradizionale” terapia an-tivirale e l’altro senza la terapia. Nel primogruppo si è avuta un’eccellente risposta immu-nitaria che ha controllato la replicazione virale. Il vaccino deriva dai geni di una specifica pro-teina virale verso cui si stimola la reazione im-munitaria, grazie ad una “educazione” areagire al virus.L’obiettivo della vaccinazione è quello di arri-vare a sospendere la terapia antiretrovirale cheè onerosa per la società e di lunga durata.L’unica cosa non italiana di queste due descritte“vittorie” è il vaccino che è stato assemblato inSvezia a Stoccolma dal celebre Karolinska In-stitutet, ma sempre su input e con precise in-dicazioni degli scienziati di casa nostra.

Dottor Gianpaolo Palumbo

SPeRanZa iTaliana PeR la SCleRoSi MUlTiPla e l’aiDS

Il Professor Bonifazi, Diret-tore del Dipartimento d'Al-

lergologia dell’Ospedale diAncona, ha organizzato a Fi-renze un corso multidiscipli-nare di tre giorni sullemalattie allergiche. Numero-sissimi i medici partecipantiprovenienti da ogni parte

d'Italia. Dermatologi, allergologi, otorinolaringo-iatri, specialisti in medicina interna, medici dibase, hanno seguito in modo interattivo la pre-sentazione di casi clinici riguardanti rare affe-zioni allergiche e del sistema immunitario. I relatori, provenienti dalle nostre maggiori uni-versità hanno presentato quanto di nuovo èstato acquisito su malattie frequenti quali il raf-freddore allergico, l'asma nei suoi differenti fe-notipi, la congiuntivite allergica e la dermatiteatopica. Le conoscenze biologiche di base stanno su-bendo delle trasformazioni quotidiane. Per cuiquello che di nuovo si sapeva ieri, oggi e già ob-soleto. Pertanto sono state presentate le cono-scenze acquisite nel settore dall'inizio del 2014ad oggi. Subito dopo il Professor Accardo, del-l'Ospedale Cardarelli di Napoli, ha identificato lecause che ci costringono a rivedere il nostrocomportamento di medicina preventiva in rela-zione alla sempre più intensa aggressione degliagenti ambientali (batteri, funghi, muffe, inqui-nanti e derivati epidermici animali) sul nostro si-stema immunitario. Agenti comunementepresenti nell'ambiente domestico, quale i der-matofagoidi (gli acari della polvere) sono moltodifficili da conbattere e, generalmente, le misuredi prevenzione che devono essere simultanea-mente adoperate sono molto costose. Le muffe,che spesso sono presenti sulle pareti nelle no-stre case sono una costante minaccia alla salutepotendo causare sinusite, allergie agli occhi, alnaso e ai polmoni.

La professoressa Bilò ha discusso della terapiadella rinite allergica sottolineando come i nuoviantistaminici quali la Bilastina siano un grandeaiuto per i pazienti colpiti dai penosi sintomidella rinite. L’assenza di effetti collaterali e la ra-pidità d’azione non solo sono di sollievo imme-diato, ma aiutano ad evitare complicazioni qualila sinusite e la progressione dell’allergia.Le nuove possibilità offerte dalla chirurgia en-

doscopica consentono all’otorinolaringoiatra dirisolvere molti dei problemi legati alla sinusite.Una patologia cronica che provoca mal di testa,spesso preceduto da nausea e vomito, di inten-sità estrema. Trattata anche la possibilità che lamarcia allergica, cioè la progressione della con-giuntivite allergica verso l'asma, possa iniziarecon il contatto dell'allergene con la pelle o conla mucosa orale. Come pure disturbi ormonali elo stress possono esserne responsabili. In par-ticolare lo stress ha un ruolo importante nel-l'asma cosiddetta difficile. Cioè quelle forme dimalattie che resistono alla terapia con il corti-sone e i broncodilatatori a lunga durata

d'azione. Molto si è discusso anche sulle rela-zioni tra l'obesità, specie in età pediatrica, el’asma. L'obesità ha anche un ruolo importantenella sindrome da ostruzione delle vie aeree su-periori (OSAS). In questa malattia, per una noncompleta pervietà delle vie nasali superiori, ilmalato respira male. Durante la notte russa, sisveglia spesso, ha una saturazione parziale diossigeno bassa. Al risveglio è stanco, ha diffi-coltà nel concentrarsi, tende ad addormentarsi(ipersonnia diurna). Un tracciato poligrafico ef-fettuato durante il sonno, mostrando periodi diapnea nelle fasi di sonno REM (lo stadio in cui sisogna), consente di porre la diagnosi. Un nuovometodo, la sleep endoscopy, consente un ap-profondimento diagnostico e la verifica dellapossibilità di guarire adoperando i dispositivid'avanzamento mandibolare. Si tratta di stru-menti di costo elevato (circa 2000 euro), capaciperò di guarire totalmente da questa malattia,modificando in modo drastico la qualità dellavita del paziente. La stessa patologia, in età pe-diatrica, può essere legata all'ipertrofia adeno-tonsillare. In questi casi la terapia, continuativao intermittente, con antileucotrieni conduce a

guarigione. Questi farmaci agiscono sia contra-stando l'ingrandimento dei tessuti coinvolti, cheregolando il sonno REM. Nei casi legati all'obe-sità, per guarire sarà sufficiente dimagrire di al-meno 10 chili. Tutto dipende dal' accuratezza evelocità della diagnosi. Per questo si è stati im-pegnati, in molte sessioni teorico-pratiche, nellariesamina delle modalità diagnostiche in Aller-gologia ( test allergici e non solo) e nello studiopratico della diagnostica molecolare. Fino adoggi abbiamo usato, sia per la diagnosi che perla terapia, delle miscele di sostanze. Cioè l'aller-gene, la specifica molecola responsabile dei sin-tomi, si trova mescolata ad altre molecole sianei reattivi per i test allergici, che nei vacciniadoperati per la terapia. Oggi, invece, dispo-niamo di una metodica di dosaggio su sangue(un semplice prelievo di sangue venoso) per ve-rificare la reattività del corpo verso la specificamolecola. Tale metodo, detto ImmunoCap, é

però molto costoso e non tutti gli ospedali e la-boratori privati ne sono forniti. Le singole mole-cole allergeniche sono ora disponibili anche perl'esecuzione del priK-test (il test che si eseguedirettamente sulla cute del paziente). I vaccinimessi a punto con tale metodica non sembranoperò più efficaci di quelli attualmente in uso.Il Professor Bonifazi, nella sua introduzione, hasottolineato come le malattie allergiche siano incontinuo aumento in tutto il mondo, compor-tando una spesa sanitaria valutata intorno aicento miliardi di euro all'anno solo per l'Europa.Un approccio multidisciplinare a queste malat-tie, con la presa di coscienza da parte di diversispecialisti coinvolti nella gestione di questi pa-zienti, é un punto fondamentale sia per alleviaretante sofferenze che nel contenere la spesapubblica. E questi sono argomenti che toccanoe interessano tutti.

Dottor Raffaele Iandoli

Corso sulle allergie respiratorie, che c'è di nuovo?i professori bonifazi, bilò, accardi e molti altri al convegno di Firenze

9sabato 12 aprile 2014ilPonte

10 sabato 5 aprile 2014 ilPonte

Giovedì 3 aprile 2014, presso la Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Avellino è statopresentato il Progetto "Maglificio 100Quindici Passi", promosso d'intesa con l'Associazione "Li-

bera" e la Cooperativa Sociale "Oasiproject" e finanziato dalla "Fondazione con il Sud", che prevedeil riutilizzo ad uso sociale di un bene confiscato alla criminalità organizzata nel Comune di Quindici.Erano presenti il Dottor Carlo Sessa, Prefetto di Avellino; Pasqualino Capoluongo, Presidente Oa-siproject Cooperativa Sociale; la Professoressa Angelina Aldorasi, Dirigente Scolastica ISIS DeSanctis – D’Agostino; Antonio Amato, Presidente Commissione Beni Confiscati – Regione Cam-pania; Liberato Santaniello, Sindaco di Quindici; Luigi Cuomo, Presidente Nazionale SOS Impresa;Geppino Fiorenza, Referente Regionale Libera Campania; Giuseppe Sottile, Direttore Banca Po-polare Etica – filiale di Napoli; Domenico Capossela, partner Maglificio Capossela; Enrico D’Ambola,progettista Studio PCND & Associati.«I beni confiscati possono essere un’opportunità per dare lavoro» ha affermato il Prefetto di Avel-lino Carlo Sessa, che ha voluto fortemente questo momento ufficiale per presentare il progettorealizzato dai ragazzi, ormai diplomati, del De Sanctis, insieme ai loro docenti Ester Iovino e CarloSibilia. Centottanta giorni, nella road map disegnata da quelli che il primo cittadino di Quindici, LiberatoSantaniello, nel suo intervento nella Sala Conferenze del Palazzo di Governo ha chiamato «eroicivili». In particolare Libera ha creduto nell’iniziativa di creare qualcosa di diverso e positivo dove fino aqualche anno prima c’era stato solo terrore e morte. E lo ha ribadito nel suo intervento anche il

Presidente della Cooperativa a cui il Co-mune di Quindici ha affidato le due strut-ture, Pasqualino Capoluongo, che guidal’Oasiproject. A qualcuno darà fastidio se cisarà questo start-up, ma il maglificio èormai realtà. E l’auspicio è che anche glialtri 26 beni confiscati in Provincia di Avel-lino e attualmente non riutilizzati, possanoessere riattivati per creare progresso e la-voro in comunità dove è stata vissutal’esperienza del potere criminale. «Questo progetto dimostra come si possafare antimafia concretamente - dice Capo-luongo - come si possano tradurre in pra-tica parole ed impegni attraverso lacreazione di lavoro, che è il vero antidoto

nella lotta alla criminalità organizzata». E ha sottolineato anche come ci sia grande aspettativa da parte dei quindicesi. Quella che nonsarà certo tradita da istituzioni e associazioni. A partire dalla Cooperativa. Entro il 5 maggio saràdefinita l’aggiudicazione dei lavori di ristrutturazione del maglificio, quelli per una somma di circa146 mila euro. Entro 180 giorni dal 5 maggio, poi, ci sarà la conclusione dell’opera. Tutto alla lucedel sole. Con procedure pubbliche e nella massima trasparenza, assicura il Presidente di Oasipro-ject.Un modello da esportare, quello avellinese. Ripetono anche il Referente Regionale di Libera Gep-pino Fiorenza e Luigi Cuomo, Presidente di Sos Impresa Campania, che ha anche garantito il suopieno e totale appoggio al progetto lanciato in Irpinia. Al tavolo, insieme al Prefetto Sessa eranopresenti la Dirigente del De Sanctis-D’Agostino, Angelina Aldorasi (in sala c’era anche Paolino Ma-rotta, il dirigente che ha avviato il progetto) e il Consigliere Regionale Antonio Amato. Che nonsolo vede la giornata e l’invito come un segnale ad impegnarsi per la Regione Campania, chenello start-up del progetto per il maglificio non ha assolutamente contribuito, visto che i 90 milaeuro promessi da Caldoro si sono persi nei meandri della burocrazia. Ma l’impegno è stato rinno-vato. Anche se il progetto è stato completamente finanziato dalla Fondazione con il Sud, presentealla manifestazione. Presenti le massime autorità istituzionali, il Procuratore della Repubblica diAvellino Rosario Cantelmo e il Presidente di Confindustria Sabino Basso.

Vittorio Della Sala

“100Quindici Passi”

Partiamo dalla fine. Da quella che non abbiamo ancora visto, ma che sogniamo da anni. Quel-l’enorme cancello di ferro che non si apre una volta ogni tanto ma che apre i battenti tutte le

mattine, dove i lavoratori della cooperativa producono maglioni, hanno un lavoro dignitoso, ac-colgono le scuole, organizzano i campi lavoro in estate, sono il motore del riscatto di un territorio.In queste poche righe è racchiuso quello che speriamo, quello per cui lavoriamo da anni.Nel comune di Quindici c’è una villa che a stento si vede tra gli alberi all’inizio del vialone cheporta al centro del paese. Si vede a stento solo per la folta vegetazione, piuttosto perché l’altomuro di cinta in cemento armato la rende non solo inaccessibile ma anche difficilmente scrutabile.Eppure non è difficile immaginare cosa possa esserci dietro quelle mura. Una grande villa, impo-nente e maestosa, confiscata al clan Graziano che da qualche tempo è stata ribattezzata Villa100Quindici Passi. è stata l’associazione Libera contro le mafie insieme al Comune di Quindici a volere fortementeche la villa si aprisse alla comunità e che venisse davvero restituita ai cittadini. Per questo si è de-ciso di dare un nome nuovo a quella casa come simbolo di una rinascita, un cambio di passo. I100 passi che dividono Peppino Impastato dalla casa del boss del suo paese, la prossimità di quei100 passi che dividono tutti noi dalla criminalità e gli altri quindici come segno di speranza, so-prattutto per quella comunità.Nel solco di questa collaborazione è stato avviato un percorso insieme all’Istituto Tecnico per Geo-metri di Avellino e il maglificio Capossela per dare vita al progetto del Maglificio 100Quindici Passi,unico nel suo genere in Italia.Per la prima volta un immobile confiscato alla criminalità organizzata è stato oggetto di un progettodi riconversione sociale per la realizzazione di un’attività artigianale. è partito, infatti, da qualche giorno, l’avviso pubblico per la selezione della ditta edile che dovràrealizzare i lavori di ristrutturazione, al quale seguiranno i successivi step per l’avvio della produ-zione.Questa sfida la stiamo vincendo grazie alle tante persone che hanno investito in maniera volontariail proprio tempo e che stanno seguendo i lunghi e farraginosi iter burocratici dall’ideazione fino adoggi che siamo prossimi alla realizzazione grazie alla Fondazione con il Sud che ha creduto forte-mente in questo progetto, finanziando la ristrutturazione, della villa e lo start-up dell’attività arti-gianale.Ma potremo dire di aver vinto davvero quando quel grande cancello sarà spalancato per l’ultimavolta e mai più richiuso, quando l’Irpinia sentirà suo quel bene confiscato e si batterà per difenderloed accudirlo, quando indosseremo quei maglioni, frutto del riscatto, frutto della restituzione di unmaltolto.

Francesco Iandolo – Referente Provinciale Libera Avellino

il MagliFiCio Della SPeRanZa

Dire Europa per dire confini superati, muri ab-battuti, frontiere dilatate. Anche questa è una

visione - non certo l'unica - della costruzione eu-ropea, che a partire dalle prime Comunità econo-miche (Ceca, Cee), negli anni Cinquanta del '900,ha via via preso forma, accrescendo il numero deiPaesi partecipanti, la popolazione, le competenzedelle istituzioni che hanno sede a Bruxelles e Stra-sburgo. Una Unione europea particolarmente sottopressione in questi anni di crisi economica, cui ècorrisposta una crisi politica che ha però avuto uneffetto collaterale significativo: costringere lastessa Ue e i suoi Stati membri a una sorta diesame di coscienza, con una rilettura dei pilastriche reggono l'architettura comunitaria e dellastessa identità del "soggetto Europa".Ma questo complesso processo di revisione-rilan-cio, tuttora in corso e dagli esiti non scontati, sem-brerebbe procedere senza il pieno coinvolgimentodell'opinione pubblica, della società civile, con il ri-schio di approfondire quella distanza tra cittadini eistituzioni europee da più parti denunciato. è il "gapdemocratico" imputato al processo di edificazionedell'Europa unita e che, per ovvie ragioni, chiamain causa i mass media. Sono infatti giornali, tele-visioni, radio, siti internet che hanno il compito diinformare sulla vita politica, sia essa locale, nazio-nale o europea: è mediante gli strumenti della co-municazione sociale che il singolo cittadino puòseguire il dibattito politico, le decisioni assunte nei"palazzi" del potere, informarsi per giudicare, co-noscere per poter essere protagonista della vitademocratica. A questo proposito è convinzione dif-fusa che l'informazione a disposizione dei lettorisulle vicende europee sia mediamente modesta,

frammentaria, incompleta, troppe volte marcatada pre-giudizi e da uno strisciante messaggio eu-roscettico. Così è difficile rendersi conto del lavorosvolto da Commissione, Europarlamento e Consi-glio Ue; comprendere la direzione che assumonole politiche comunitarie; valutare gli innumerevoliprogetti Ue in corso di realizzazione nelle sfere disua competenza; verificare i risultati della com-plessiva azione Ue. Quando, tra 50 giorni, gli elet-tori dovranno esprimere il loro voto per il nuovoParlamento europeo, sulla base di quali informa-zioni potranno scegliere i loro rappresentanti, te-nuto anche conto che la campagna elettoralerischia di svolgersi, come avvenuto in passato, nonattorno a una seria discussione politica sull'Europama sulle vicende interne degli Stati e sulle contrap-posizioni nazionali?

Anche di questo si è discusso nel corso del conve-gno promosso a Gorizia - città italiana sul confinecon la Slovenia, dove il crollo della Cortina di ferro25 anni fa si è avvertito profondamente - dal set-timanale cattolico "Voce isontina", in collaborazionecon la Federazione italiana dei settimanali cattolicie con l'Ufficio nazionale per le comunicazioni socialidella Conferenza episcopale. Una tre-giorni non acaso intitolata "Europa e confini", che ha analizzatonel corso di una tavola rotonda il tema "In Europada giornalisti cattolici". Ne è emerso il convinci-mento che il deficit informativo sul processo di in-tegrazione comunitaria esiste, eccome, ma cheesso possa essere colmato anche grazie al contri-buto dei giornali del territorio quali sono i settima-nali diocesani e diverse altre testate cattoliche inEuropa, vicinissimi - per loro storia e vocazione -

ai lettori, alle famiglie, ai soggetti vivi delle città eregioni. In Italia tali giornali, diffusi in un milione di copie,sono radicati nella comunità cristiana, interpretidelle specificità territoriali del Paese, senza perquesto cadere nella tentazione dei particolarismiche attraversano la Penisola. Giornali capaci di es-sere, al contempo, "di confine", nel raccontare unadeterminata e circoscritta realtà diocesana, e alcontempo "ponti" fra la realtà locale e quella piùampia, facendo proprio quell'universalismo che èun tratto caratterizzante la fede cristiana. Tale capacità di tenere le radici ben salde nelle cittàper poi alzare gli occhi verso orizzonti più distesi,può essere posta efficacemente al servizio di quellacostruzione europea resasi necessaria nel secondodopoguerra per ridare pace e sviluppo all'Europa,continente che oggi - è sotto gli occhi di tutti - haancora bisogno di pace e di sviluppo. Un'Europache ha sempre avuto dalla Chiesa cattolica un'at-tenzione benevola e forti incoraggiamenti. Le testate cristianamente ispirate (carta stampata,siti internet, altri media) presenti in vari Paesi eu-ropei possono essere, con il loro compito informa-tivo, parte viva di quella "Ecclesia in Europa"tratteggiata da Giovanni Paolo II con la sua esor-tazione apostolica del 2003. Questi strumenti dicomunicazione sociale "vicini alla gente" interpre-terebbero in tal senso, e in maniera originale, unasorta di "principio di sussidiarietà informativa", por-tando nelle case dei lettori quell'Europa così appa-rentemente lontana e che invece è ormai partedella nostra vita quotidiana

Gianni Borsa

MASS MEDIA CAttOlICI, vOCE DEllA "ECClESIA IN EuROPA"

il ruolo delle testate di ispirazione cristiana nella costruzione comunitaria

Avellino - Palazzo della Prefettura

11sabato 12 aprile 2014ilPonte

12 sabato 12 aprile 2014 ilPonte

la data si avvicina !Carissimi

L’evento annuale della Associazione Babbà al Rum (Opera Segnodella Caritas diocesana di Avellino che da 10 anni sostiene ammalati indigentidell’Irpinia affetti da tumori) si avvicina !Il prossimo 24 aprile, giovedì, dalle ore 21, al Teatro Gesualdo di Avellino,sarà nuovamente di scena la solidarietà.Guidati dal celebre Tullio De Piscopo, Art Director della manifestazione, un nu-trito gruppo di artisti della scena nazionale ed internazionale si esibirà per rac-cogliere i fondi necessari a proseguire la missione della Associazione che daanni aiuta gli indigenti neoplastici irpini ad avere almeno una migliore qualitàdi vita.Gli Osanna, Rino Zurzolo, Antonio Onorato, Leonardo Quadrini, AntonellaNappa, ‘A67, Percussion Power, Massimo Carrino, Tonino Bernardelli, sono soloalcuni dei nomi di straordinaria rilevanza che, con grande generosità, hannodeciso di offrire al pubblico la propria maestrìa nella serata del 24/4 p.v., certiche la generosità irpina ancora una volta si concretizzerà in misura significa-tiva.

Quest’anno la manifestazione, sorta spontaneamente con l’idea di so-stenere persone e famiglie particolarmente sfortunate, è stata presa a cuoreda Tullio De Piscopo che, con il suo inarrestabile entusiasmo, ha coinvolto nu-merosi colleghi. E questi, convinti sostenitori delle buone iniziative di caratteresociale, hanno accettato di buon grado di essere presenti sul palcoscenico,prestigioso, del Teatro Gesualdo.

La partecipazione convinta di artisti di levatura nazionale ed interna-zionale è il miglior biglietto da visita per il Gran Galà della Solidarietà. Essonon vuole essere diverso dagli anni precedenti, ma piuttosto rinnovare l’ap-puntamento con tutti gli amici che sanno come l’Associazione faccia buon usodelle somme, anche rilevanti, che ha potuto raccogliere in precedenza. Molteinfatti sono state le famiglie che hanno usufruito del nostro intervento, talorasolo per rimediare ad un bisogno pressante e momentaneo, famiglie chehanno visto nell’azione dell’Associazione un momento di luce in un periodo divita buio e difficile.

Siamo certi che anche la stampa, come tutti gli anni, non farà mancareil proprio convinto sostegno, essendo i mass media un elemento centrale delsuccesso della manifestazione. Ma la serietà dell’iniziativa e della sua gestionesono una garanzia per tutti coloro che vogliono collaborare a diffondere ilmessaggio che “far del bene non fa mai male!”.Grazie della collaborazioneAssociazione Babbà al Rum

13sabato 12 aprile 2014CulturailPonte

RenZo aRboRe Ha inConTRaTo gli STUDenTi Del ConSeRVaToRio DoMeniCo CiMaRoSa

Una sorpresa gradita quella della visita di RenzoArbore al Conservatorio Cimarosa di Avellino. Ilconduttore più famoso della Radio TelevisioneItaliana, ha incontrato gli studenti dell’Istitutomusicale approfittando della sua breve permanenza adAvellino per gli spettacoli in programma conl’Orchestra Italiana al Teatro Gesualdo.Arbore, accolto da uno scrosciante applausodegli studenti che gli davano il benvenuto in Au-ditorium, ha subito esclamato :“Non sapevo chemi sarei trovato in una sala tanto grande e tantobella”, abbracciando con lo sguardo la folta pla-tea. Sul palcoscenico, oltre allo showman, il di-rettore del Conservatorio Carmine Santaniello,il suo vice Antonio Di Palma e il maestro PaoloTermini.E’ stato proprio il direttore a fare gli onori di casaricordando che l’Istituto è aperto alla modernitàtra management e nuove tecnologie e lanciandolo spunto all’intervento di Arbore, che ha coltol’occasione per raccontare la sua esperienza,dalla nomina in Rai, in seguito al concorso vintocome ‘Maestro programmatore di musica leg-gera’ . A tal proposito, con grande ironia, nonha mancato di sottolineare che probabilmentequello è stato l’ultimo concorso indetto dalla Rai,prima che si adottassero altri criteri di accesso.Quindi nel suo discorso agli studenti il mattatoredi “Quelli della notte” e “Indietro tutta” ha invi-tato a una riflessione sullo sviluppo dell’atten-zione verso i diversi generi musicali, che unavolta risentiva di un accentuato snobismo, conseparazioni nette tra i tipi di musica, mentreoggi è dominato da un accesso più libero graziead internet. Poi, sollecitato da un quesito postodal M° Simonetta Tancredi, docente del Conser-

vatorio, sullo stato della musica leggera oggi, hatracciato un breve profilo dell’evoluzione dellacanzone a partire dalla romanza per arrivare alleincisioni su vinile a 78 giri, che hanno di fattodecretato la nascita della canzone moderna, acausa della necessità di rientrare nei tre minutie mezzo disponibili per quel formato di ripro-duzione. “Non cavalco lo snobismo nei confrontidella canzone – ha quindi dichiarato - ma devoammettere che oggi la canzone italiana è incrisi, non è un momento buono. Ricordo conpiacere i giorni in cui insieme ai miei colleghidella Rai abbiamo fatto trasmissioni, a cui par-tecipavano anche musicisti classici, per far co-noscere le fondamenta della musica italiana, maallora il pop era pieno di artisti non completa-mente assorbiti dall’aspetto commerciale, comeoggi avviene. Sinceramente oggi non sapreidove attingere per dar vita a trasmissioni delgenere. Tanto è vero che ancora oggi i grandinomi sono quelli del passato. Non inviterei, per

esempio, una Lady Gaga che non porta avantila storia della musica. E, per fare un riferimentofilosofico, mi affido a Giambattista Vico e ai suoi‘corsi e ricorsi storici’, sperando che questo siasolo un periodo di stanca”. Alla domanda rivoltagli, invece, dal vicedirettoreDi Palma “Lei si definirebbe un rivoluzionario incampo musicale?” Arbore ha amabilmente ri-sposto “Con la trasmissione Bandiera Gialla ab-biamo rivoluzionato a suo tempo il mondo degliascolti musicali, perché allora c’era solo RadioRai. Sconvolgemmo le case discografiche ita-liane, che già non riuscivano a smaltire i loro di-schi, proponendo la musica internazionale eallargando le conoscenze musicali degli italiani.Poi, sempre da rivoluzionario, sono stato unodei primi disk jockey qui in Italia e ancora oggisono presidente dell’Associazione Italiana DJ.Ma continuo questa rivoluzione perché, pur nonpotendo fare il ‘finto giovane’ - col rischio peral-tro di diventare ridicolo - vado a riscoprire generi

musicali che rischiano di essere cancellati anchedalla nostra memoria”.A proposito del suo impegno anche nel cinema,Arbore ha poi annunciato di avere in cantiere unlavoro per ricordare la figura di Massimo Troisi,al quale prima della sua prematura scomparsa,avvenuta vent’anni fa, aveva chiesto di colla-borare a un progetto discografico con l’interpre-tazione di alcune canzoni napoletane careall’attore.Durante l’incontro con gli studenti del Conser-vatorio, Renzo Arbore ha fatto continui riferi-menti alla sua amatissima canzone napoletanache ritiene abbia le melodie più belle di ognialtra, lasciandosi avvicinare solo da quella mes-sicana, anche nella sua accezione più triste. E,ancora a proposito di rivoluzione, ha voluto ci-tare il grande contributo dato da Roberto Muroloall’interpretazione della canzone napoletana,che fino ad allora era cantata “a fronna ‘e li-mone” . Ha però tenuto a chiarire di non amareaffatto le canzoni neomelodiche.Infine, Renzo Arbore ha fatto un accoratoappello a che al Conservatorio e nellescuole superiori si studi anche la canzoneitaliana, ricca di quei contenuti poetici chefanno la storia della musica.Ad Arbore è stato donato in ricordo di questagradita visita il CD “Napoli. La Piedigrotta” pro-dotto dalla Cimarosa Records, frutto di ricerchee studi sul periodo più fiorente della canzone na-poletana, poi gli è stata consegnata una targa.Salutando tutti gli studenti e i docenti presentiha augurato “Lunga vita al Conservatorio!”

Eleonora Davide

“inSegnaTe nelle SCUole la CanZone iTaliana”

Grande successo sta ottenendo l’iniziativa della Misericordia di Chiusano San Domenicopresso gli istituti scolastici di Avellino volta ad istruire la popolazione scolastica sull’uso

del defibrillatore e sulla rianimazione cardio-polmonare. “Il tempo è il ritmo del cuore” è unprogetto di formazione e informazione che punta al coinvolgimento dei 9000 studenti del ter-ritorio ed ha avuto il sostegno del Comune di Avellino, del CSV Irpinia Solidale e della Bancadella Campania, dove la Misericordia di Chiusano di San Domenico, grazie alla collaborazionedell’Accademia Irpina delle Emergenze, provvederà alla formazione di 18 impiegati alla ria-nimazione cardio-polmonare attraverso il defibrillatore di cui verrà presto dotata la struttura.Tre gli Istituti scolastici che hanno già partecipato al corso di formazione: l’istituto alberghieroManlio Rossi Doria, il liceo artistico De Luca e il Liceo Statale Publio Virgilio Marone. Ogni anno in Europa circa 700.000 persone sono colpite da arresto cardiaco improvviso inItalia circa 57.000 casi all’anno. Il manifestarsi di un arresto cardiaco può colpire chiunquesenza preavviso ed in qualsiasi situazione, indipendentemente dall’età, dal sesso e dalle con-dizioni fisiche. In caso di arresto cardiaco, provocato da fibrillazione o tachicardia ventricolare,se non trattato in tempo, al trascorrere di ogni minuto riduce la possibilità di sopravvivenzadi un individuo del 10%. Dopo 10 minuti dall’arresto cardiaco, le probabilità di salvezza peril paziente sono praticamente nulle.“Purtroppo la percentuale di sopravvivenza al verificarsi di un arresto cardiaco è bassissima,ed è strettamente legata alla tempestività dei soccorsi - ha affermato Maurizio D’Onofrio,Presidente della Misericordia di Chiusano - Pochi sanno, infatti, che il defibrillatore è uno stru-mento prezioso per salvare una persona colpita da arresto cardiaco e che può essere usatoanche da un comune cittadino opportunamente formato. Fondamentale,dunque, la presenzadi questo apparecchio in luoghi affollati di bambini ed adolescenti, come le scuole, molte dellequali ne sono però ancora sprovviste.Sostenendo questo progetto riteniamo di sopperire aduna necessità dell'intera comunità contribuendo a salvare delle vite.”Il progetto non ha ricevuto nessun finanziamento pubblico e si sostiene grazie alle donazionivolontarie, in questo periodo è possibile sostenere il progetto facendo una donazione perl’uovo di Pasqua della Misericordia, inoltre le aziende possono sostenere il progetto visitandoil sito della Misericordia di Chiusano: www.misericordiachiusano.it

Luigia Meriano RUbRiCHe a CURa Di eleonora Davide [email protected]

Sabato 12 Aprile 2014, alle ore 17,30, al Centro Culturale “L’Approdo” Via Matteotti, 31 -83100 Avellino sarà inaugurata la mostra, curata dal sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello,intitolata “Cavalcando la coda della crisi” con opere recenti, cm. 40x40, di Luisa Bergamini,Lucia Buono, Alfredo Celli, Alfredo Cordova, Giuseppe Cotroneo, Maria Pia Daidone, MatteoFiorentino, Mario Lanzione, Franco Lista, Vincenzo Montella, Achille Quadrini, Myriam Ri-sola, Antonio Salzano, Nino Perrone, Esilde Rendina, Rino Vellecco qualificatissimi operatorie bravissime artiste provenienti dall’Emilia-Romagna, Molise, Campania, Puglia, Abruzzo, Lazio. Alle ore 18 presentazione e intervento critico di Maurizio Vitiello; interventi e contributi di PinoCotarelli, Antonino Scialdone, Carlo Spina; ospite Antonio Sposito, Presidente dell’Associa-zione Nazionale Sociologi – Dipartimento Campania, che presenterà il suo saggio La 'Divina Tragedia'. La crisi economica mondiale e la società che è sparita, in"Benessere e felicità: uscire dalla crisi globale" (a cura di Caterina Arcidiacono), DiogeneEdizioni, Pomigliano d'Arco (Na), 2013.La mostra, che vede il patrocino dell’ANS-Campania, sarà visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 13e dalle 17 alle 20, fino a lunedì 12 maggio 2014.Maurizio Vitiello segnala: “Quest’esposizione è un produttivo meeting di paralleli segni in-cisi e di espressioni raccolte sui sentieri del futuro e sul “fil rouge” del ricordo, quasi avoler rinnovare una sorta di andirivieni tra consumati trascorsi e realizzabili futuri. “Ca-valcando la coda della crisi“ rilancia una traccia, seppur minima, di verifica dello statodell'arte in Italia; è un incontro significativo tra artisti di diverse aree geografiche ita-liane.”

La mostra “Cavalcando la coda della crisi“, allestita nell’accogliente spazio espositivo de “L’Ap-prodo” di Avellino, guidato con passione e bravura da Elide Rusolo, desidera rispondere all'esi-genza di promuovere, efficacemente, la creatività degli artisti in rapporto alle tendenze culturali delterritorio nazionale, nonché delle proiezioni concettuali parallele a considerazioni di sapore euro-me-diterraneo per uscire dalla fortissima crisi, che, soprattutto, l’Italia ha dovuto sopportare. “Cavalcandola coda della crisi“ rilancia una traccia, seppur minima, di verifica dello stato dell'arte in Italia; è unincontro significativo tra artisti di diverse aree geografiche italiane. Questa rassegna d’arte, che vede insieme sedici indicative presenze con relative recentissime opered’arte realizzate con diversi codici linguistici, vuole essere un segnale, quasi un concorso ideale perdimensionare un ulteriore contributo di riscontro delle condizioni dell’arte italiana.

LA MISERICORDIA DI CHIUSANO SAN DOMENICO IMPEGNATA INUN PROGETTO SALVAVITA CHE PARTE DALLE SCUOLE

il TeMPo e’ il RiTMo Del CUoRe

Dalla CRoCe alla ReSURReZione il ConCeRTo Della CoRale DUoMo aD aTRiPalDa

La Corale Duomo di Avellino sarà ad Atripalda domenica prossima, per il Concerto delle Palme nellaChiesa di Maria SS. Del Carmelo, per invito del parroco don Ranieri Picone, alle ore 19,00.In programma Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, eseguito dalla Corale Duomo insieme allaCorale Giovanile e Missa Secunda Pontificalis di Lorenzo Perosi - a tre voci miste con organo – eseguitodalla Corale Duomo. Soliste il soprano Romilda Festa e il contralto Rosanna Lombardi; direttore CarmineSantaniello; organista Maurizio Severino. Il percorso suggerito dal programma musicale accompagna quello liturgico, partendo dal dolore di Mariasotto la Croce di Cristo, con lo Stabat Mater, per giungere alla gioia della Pasqua annunciata nel Gloriadella Missa Secunda Pontificalis del Perosi. Da più di trent’anni la Corale propone al pubblico di appassionati di musica corale e sacra un repertoriolegato alla vocazione primaria dell’Associazione, che è quella dell’animazione liturgica delle maggiori ce-lebrazioni della Cattedrale di Avellino, approfondendo però lo studio di opere legate alla grande tradizioneclassica che il panorama sacro offre, attraverso la ricerca e la riproposta di brani che solitamente nonvengono proposti al pubblico e contribuendo così a diffondere una conoscenza di tale musica ricercata epreziosa. Non dimentichiamo l’esecuzione nel Duomo di Avellino del Te Deum di Niccolò Iommelli, neldicembre 2012, che meravigliò anche gli addetti ai lavori.

14 sabato 12 aprile 2014 ilPonte

Domenica scorsa, la SIDIGAS Avellinoha cancellato di colpo la bella vitto-

ria conseguita nella gara precedente,soccombendo, in casa, alla GRANAROLOBologna, degli ex Valli, Ebi, Gaddefors e

d Hardy, per 80 a 72.E’ stata una gara affrontata svogliatamentedalla squadra avellinese che è stata costrettaa rincorrere la squadra bolognese fin dalprimo quarto senza mai raggiungerla.

Ha pesato notevolmente sulla sconfitta,l’assenza forzata di LAKOVIC che nono-stante la forma non ancora smagliante riescepur sempre a dare alla squadra quella vedutadi gioco che è mancata in campo contro Bo-logna anche se GOLDWIRE si è dato dafare per non far sentire la mancanza, maa lungo andare è caduto nell’anonimato.Della squadra avellinese ha retto sol-tanto HAYES (nella foto) che, alla fine, èstato il migliore realizzatore delle duesquadre con 23 punti; gli altri atleti sonorimasti imbrigliati nella zona messa inatto dalla GRANAROLO ed hanno avutouna bassa realizzazione, principalmente,sui tiri da tre attestandosi su 6 realizza-zione a fronte dei 28 tiri, con una per-centuale del 21% contro quella del 42%del Bologna. Nel dopo partita, coach VITUCCI, amareg-giato per il risultato conseguito, ha dichia-rato “sono un po’ più amareggiato delsolito in quanto mi aspettavo qualcosain più dai miei giocatori, soprattutto intermini di approccio e di lucidità nel fi-nale. Non si può parlare, ha proseguito,di atteggiamento sbagliato, altrimentisarebbe una semplificazione, sta difatto, invece, che il Bologna è entratomeglio nella gara ed è stata brava asfruttare la sua fisicità, mentre noi ab-biamo tirato malissimo. Si può dire, haconcluso, che la sconfitta è maturatamolto nel primo tempo, dove abbiamodifeso male”.A questo punto del campionato sembranoormai tramontate le speranze per la SIDIGASdi poter agguantare l’ultima posizione utileper la disputa dei play off, a meno che facciabottino pieno nelle ultime gare, altre squadre

permettendo.Ci aspettiamo, però, dagli atleti irpini ilmassimo impegno fino al termine delcampionato per salvare almeno onore-volmente una stagione che ha visto fal-lire tutti gli obiettivi fissati dalla societàad inizio del torneo. Siamo certi, anche, che i tifosi, nono-stante l’amarezza per i risultati non con-seguiti, non faranno mancare il lorocaloroso apporto fino alla fine della sta-gione mostrando, sempre, quella corret-tezza ed quella maturità che li hannocontraddistinti in casa e, soprattutto,fuori casa.

Franco Iannaccone

MeSTieRi e FigURe SCoMPaRSe nel TeMPo

a cura di Antonietta urciuoli

“iL cAnTASToRiE”Il cantastorie era un ambulante che per sbarcare il lunario trascorreva intere giornate

in strada, spostandosi da un luogo all’altro. Riusciva a piedi o con mezzi di fortunaa raggiungere anche paesi sperduti dell’entroterra delle nostre regioni. Lo si incontrava,soprattutto, alle feste popolari e alle fiere. Col passare del tempo, veniva chiamatoanche per allietare le feste nuziali, i battesimi e le cerimonie religiose. Era piacevoleascoltarlo e ogni volta che iniziava a raccontare riusciva, in poco tempo, a richiamaremolte persone. Il suo folto pubblico era eterogeneo e la sua creatività, abilità nel rac-contare riusciva a creare emozioni e soprattutto il popolo analfabeta pendeva dallesue labbra. Il cantastorie, grazie al tono della sua voce, accattivante, all’accompagna-mento della chitarra o fisarmonica, riusciva a riportare i presenti in mondi fantastici efaceva rivivere quei personaggi che portava in scena. Quando arrivava in un paese,con i suoi strumenti da lavoro, andava alla ricerca di una casa sulla cui parete posizio-nava un grosso cartellone che riportava la storia descritta in scene. Se riusciva a trovareuna panca, vi saliva e si posizionava al centro del palcoscenico improvvisato e bastavaascoltare il suo canto che la gente si avvicinava per apprendere, fantasticare, gioire e

qualche volta anche commuoversi, perché le parole riuscivano a toccare le corde del cuore di persone semplici,non colte che, grazie al cantastorie, apprendevano fatti e eventi sconosciuti. Il lavoro di questo ambulante è stato sempre molto apprezzato anche dalla Chiesa perché tanti e tanti anni fa,,nontutti andavano a scuola. Nelle famiglie il pater-familias non poteva far studiare i figli perché dovevano aiutarlo persopravvivere, studiavano solo i bambini ricchi. Quando qualche bambino aveva la fortuna di recarsi al mercato conil padre o la mamma, correva felice in cerca del cantastorie che raccontava con abilità storie antiche o attuali, vereo immaginarie che sbalordivano i presenti desiderosi di conoscere il mondo fantastico dei cavalieri e le loro gesta.Il cantastorie riusciva ad attrarre tutti, piccoli e grandi, giovani e vecchi e, in alcuni paesi, in caso di pioggia, si po-sizionava in qualche umida stalla e anche lì faceva il suo spettacolo in cambio di una scodella di minestra. I suoiracconti venivano adattati a secondo delle circostanze e in alcuni luoghi cantava in dialetto locale per attrarre piùpersone, sempre desiderose di sapere fatti accaduti in altre zone del Paese. Questo personaggio del passato eraun cantore che riusciva con la sua arte a suscitare forti emozioni e la folla che lo ascoltava restava lì anche perqualche ora a sognare ad occhi aperti. Questo cantore ambulante, oltre a saper leggere e scrivere, aveva una certaprestanza, una potenza vocale e soprattutto un’abilità oratoria. Intorno a lui si mettevano anche i venditori ambulantidi cibarie che ascoltavano e nello stesso tempo vendevano. Si può, dunque, immaginare il clamore che veniva pro-dotto da grida, risate, commenti animati del popolino e i richiami degli ambulanti. A Napoli il cantastorie, di sera, si recava nei pressi del Molo e il suo pubblico era composto da marinai, servette,giocatori di bussolotti e bagattelle e da tanti scugnizzi. Per poter lavorare e usufruire della “Lanterna del Molo”,antico faro del porto di questa città, doveva nel secolo XVIII dare al custode una modesta percentuale, altrimentiveniva scacciato. La lanterna aveva sette lampade e il cantastorie aveva bisogno dell’illuminazione, quindi pagavae continuava il suo lavoro fatto con tanta passione, impegno e abilità. Secondo C. Tito Dalbono questo ambulanteè: ”Un uomo dabbene che vive del suo canto, come gli antichi giullari e menestrelli che ad armacollo portando ilprediletto strumento, facean sollevare le saracinesche dei castelli e talvolta sedean anco a mensa coi Baroni”. Egli riu-sciva a commentare con abilità e calore la poesia cavalleresca, le opere di Tasso, dell’Ariosto e tutti restavano meravigliati, affascinati. Questo personaggio del passato ci fa un tantino riflettere…egli, grazie alle sue qualità, si costruiva il lavoro, investendo su se stesso,sulle sue potenzialità, inseguendo il suo sogno quello che è stato dei nostri nonni e dei nostri padri e che noi per troppo tempoabbiamo lasciato accantonato con la speranza che venga ripreso dai nostri figli.

b a S K e T

la SiDigaS non RiPeTe la gaRa Della DoMeniCa PReCeDenTe

Dona il 5XMille

Fondazione

opus Solidarietatis

Pax onlus

92057260645

Il primo Sabato di ogni mese adorazione Eucaristica

notturna presso la Chiesa delle Oblate di Avellino

inizio ore 21,00 santa messa ore 24,00

oRaRio SanTe MeSSe PaRRoCCHie Di aVellino

a cura di Fabrizio gambale

CHIESA ORARIO

Cuore Immacolato della B.V.Maria Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

Maria SS.ma di Montevergine Festive: 09.00, 11.00Feriali:17.00 (18.00)

S. Alfonso Maria dei Liguori Festive: 08.00, 11.00Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)

S. Ciro Festive: 08.00, 10.00, 11.00, 12.30, 18.00 (19.00)Feriali: 08.30(est.), 9.00 (inv.), 18.00;19.00)

Chiesa S. Maria del Roseto Festive: 09.00, 11.00Feriali: 18.00

S. Francesco d'Assisi Festive: 08.30, 11.00Feriali:18.00 (19.00)

S. Maria Assunta C/o Cattedrale Festive: 08.00, 10.00, 12.00, 18.30 Feriali:18.30

Chiesa dell'Adorazione perpetua(Oblate)

Festive: 09.00, 11.30 Feriali: 09.00, 19.30 (19.00)

San Francesco Saverio (S.Rita) Festive: 11.00 Feriali: 09.00

Santa Maria del Rifugio (Sant'Anna) Venerdì ore 10.00

S. Maria delle Grazie Festive: 08.30, 10.00, 12.00, 18.00 (19.00)Feriali: 07.30, 18.00 (19.00)

S. Maria di Costantinopoli Festive: 12.00Feriali: 17.30 (18.30)

SS.ma Trinità dei Poveri Festive: 09.00, 11.00, Feriali:18.00 (19.00)

SS.mo Rosario Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 19.00 Feriali: 08.00, 10.30, 19.00

Chiesa Santo Spirito Festive: 09.00

Chiesa S. Antonio Feriali: 07.30Festive: 11.30

Fraz. ValleS. Maria Assunta in Cielo

Festive: 10.00 (centro caritas), 11.30 (Feriali:18.00 (19.00)

Rione Parco Festive: 10.30

Chiesa Immacolata Festive: 12.00

Contrada Bagnoli Festive: 11.00

Ospedale San Giuseppe MoscatiCittà Ospedaliera

Festive: 10.00 Feriali: 17.00

Villa Ester Festive: 09.00Feriali: 07.00

Casa Riposo Rubilli (V. Italia) Festive: 09.30Feriali: 09.00

Casa Riposo Rubilli (ctr S. Tommaso) Festive: 10.00Feriali: 08.00

Cimitero Festive: 10.00, 16.00 (17.00)

Numeri utiliEmergenza Sanitaria 118Vigili del fuoco 115Carabinieri 112Polizia 113Guardia di Finanza 117Guardia medica Avellino 0825292013/0825292015

Ariano Irpino 0825871583Segnalazione GuastiEnel 8003500Alto Calore Servizi3486928956Sidigas Avellino 082539019Ariano Irpino 0825445544Napoletana Gas 80055300

15sabato 12 aprile 2014ilPonte

Passa... Tempo

ORIZZONTALI1. Programma software per creare altri programmi11. Termine che non ammette repliche12. Parte di tragedia o commedia13. Complesso musicale14. Metà pera15. Tra due e quattro16. Re della Frigia17. Fratello di Sem18. Pari in noni19. Venuta alla luce20. Illumina di notte21. Regione della Francia23. Matita24. Dai suoi frutti si estrae l'olio25. Soldati26. Passeggiate fuori città27. C'è quello al bersaglio28. Targa di Enna29. Seconda moglie di Atamante30. Le hanno i mulini31. Questa tronca32. A noi33. Residuo della trebbiatura dei cereali34. Golda, ex premier d'Israele35. Piccolo fabbricato indipendente37. Affermazione di una dottrina diversa da quellaformulata dall'autorità religiosa

VERTICALI1. Ortaggi sott'aceto2. Importante nodo ferroviario del viterbese3. Il nome del sor Patacca4. Iniziali di Noiret5. Antica lingua della penisola anatolica6. Comprensiva di tara7. Può essere ... fritta8. Lo zio degli Spagnoli9. Un tipo di farina10. Mendicare11. Morbose, anormali14. Fondata su un principio di parità16. Estensione del braccio17. Ci sono d'accusa e di vestiario19. Scende dal cielo come ovatta20. Fuoco acceso all'aperto22. Cerimonia religiosa23. Sono state sostituite in Italia dall'euro25. Capoluogo lombardo27. Scialle di lana bianca nella liturgia ebraica30. Cantante e presentatore31. Baie, insenature33. Preposizione semplice34. Motoscafo d'assalto della Regia Marina italiana35. Tra Teresa e Sio36. Direttore Sportivo

SUDoKU

16 sabato 12 aprile 2014 ilPonte