La dilatazione deltempo -...

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CAPITOLO 4 La dilatazione del tempo Ci s mbra il tempo un angelo immerso nel fogliame, d'un tratt poi assume sembianze assai più strane. dall'arazzo francese IL tempo, 1505 circa La velocità della luce non si comporta nella maniera che ci aspetteremmo sulla base del senso comune. Siccome la velocità è definita come: l " _ distanza percorsa ve ocita - .. tempo impiegato ne deduciamo che a comportarsi in maniera contra- ria al senso comune dev'essere il tempo, oppure lo spazio, oppure entrambi. Inizieremo occupandoci del tempo, e più specifi- camente degli orologi. L'universo è pieno di orologi, di innumerevoli tipi diversi. Le oscillazioni di un peso attaccato a una barra fanno funzionare le belle antiche pendo- le. L'orologio che ho al polso sfrutta le oscillazioni di un cristallo di quarzo, che un circuito elettronico elabora per produrre un valore digitale. Nei modelli più vecchi una molla fa oscillare un bilanciere, poi un ingegnoso sistema di ingranaggi converte le oscil- lazioni nel movimento delle lancette.

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CAPITOLO 4

La dilatazionedel tempo

Ci s mbra il tempo un angelo immerso nel fogliame,d'un tratt poi assume sembianze assai più strane.

dall'arazzo francese IL tempo, 1505 circa

La velocità della luce non si comporta nella manierache ci aspetteremmo sulla base del senso comune.Siccome la velocità è definita come:

l" _ distanza percorsa

ve ocita - ..tempo impiegato

ne deduciamo che a comportarsi in maniera contra­ria al senso comune dev'essere il tempo, oppure lospazio, oppure entrambi.

Inizieremo occupandoci del tempo, e più specifi­camente degli orologi.

L'universo è pieno di orologi, di innumerevolitipi diversi. Le oscillazioni di un peso attaccato auna barra fanno funzionare le belle antiche pendo­le. L'orologio che ho al polso sfrutta le oscillazionidi un cristallo di quarzo, che un circuito elettronicoelabora per produrre un valore digitale. Nei modellipiù vecchi una molla fa oscillare un bilanciere, poiun ingegnoso sistema di ingranaggi converte le oscil­lazioni nel movimento delle lancette.

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Siamo così abituati a guardare il quadrante, conle lancette a il display digitale, che tendiamo a ve­derlo come l'elemento-chiave dell'orologio. Errore:l'elemento cruciale è il pendolo, il cristallo di quarzoa il bilanciere, cioè l'oggetto il cui stato cambia alpassare del tempo. Il quadrante serve soltanto percontarne le oscillazioni.

Alcuni orologi addirittura non hanno alcun qua­drante, né digitale né a lancette. La posizione delSole n l cielo è un orologio, che segna 24 ore dalmomento in cui si trova all' altezza massima in uncerto giorno a quello in cui raggiunge la stessa altez­za il giorno seguente.

Nel primo secolo dopo Cristo gli ateniesi misu­ravano il tempo alla Torre dei Venti, dove l'acquagocciolava da un contenitore a ritmo quasi costante.

Anche le cascate sono orologi che consumano laroccia in maniera lenta e instancabile: l'entità del 10-godo consente di determinare l'età della cascata.

E anche il nostro corpo è pieno di orologi: il cuo­re per esempio batte circa una volta al secondo, leunghie e i capelli crescono regolarmente al passaredel tempo (quando sento i baffi che mi pizzicano illabbro superiore, significa che non li spunto da seisettimane) e il cervello percepisce benissimo la diffe­renza tra una lezione breve e una lunga, anche senzacontrollare l'ora.

Tutti questi fenomeni sono orologi. Quelli biolo­gici non sono i più accurati (i battiti del cuore peresempio accelerano quando corriamo), ma registra­no comunque il passaggio del tempo.

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La maniera più precisa oggi disponibile per mi­surare il tempo sono gli orologi atomici a fontana.Ne esistono due, uno a Parigi e uno a Boulder, nelColorado; sono tanto accurati che in 20 milioni dianni accumulerebbero uno scarto reciproco di unsecondo appena.

Tutti questi orologi differiscono per vari aspetti,com il meccanismo utilizzato, la precisione, la co­modità, la robustezza e il costo, ma una caratteristi­ca li accomuna: misurano il tempo. Perché proprioquesto è il significate della parola «tempo»: è la ca­ratteristica comune a tutti gli orologi:

Ne presenterò ora un tipo particolare, detto «oro­logio a luce». Come vedrete, non è pratico da in­dossare al polso, ma è molto efficace per scoprire ilcomportamento del tempo nella relatività ristretta.

L' orologio a luce

li funzionamento di un orologio a luce (osservatonel proprio sistema di riferimento) è illustrato nellaprossima figura.

,.,Le definizioni spesso illustrano il significato di alcune paro­le e idee in termini di altre parole e idee. Se si prova ad applica­re questa tattica al termine «tempo», è inevitabile ottenere unadefinizione circolare (il dizionario ZingarelLi, per esempio, nellaprima definizione di «tempo» dà «durata», e alla voce «durata»dà «periodo di tempo»). Per evitare questo problema definiamoil tempo non a parole, ma in termini di operazioni da svolgere;in concreto, qui si tratta della maniera di costruire gli orologi.Le definizioni di questo tipo sono dette «operative».

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un orologio a luce osservato nel proprio riferimento

All'inizio una sorgente luminosa stroboscopicaemette un breve lampo di luce in (a). La luce emessasi propaga verso l' alto con velocità c e viene riflessadallo specchio posto in (b). Dopodiché si propagaverso il basso a velocità c e viene assorbita da un ri­velatore posto in (c). In quel momento il rivelatorefa due cose: aumenta di un'unità il conteggio delloschermo digitale, da 000 a 001, e aziona la sorgentestroboscopica che emette un altro lampo luminoso.

Questo secondo lampo si propaga verso l'alto,poi torna verso il basso: quando viene assorbito, ilconteggio aumenta da 001 a 002 e la sorgente lumi­nosa emette un terzo lampo. Il processo poi si ripeteall'infinito.È questa ripetizione regolare - analoga alle oscil­

lazioni di un pendolo, un cristallo di quarzo o unbilanciere, o ai battiti del cuore - che fa funzionarel' orologio a luce.

L'intervallo di tempo che separa due oscillazionidi un pendolo dipende dalla lunghezza dell'appara­to; allo stesso modo, la durata di un ciclo dell' orolo-

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gio a luce dipende dalla sua altezza. Se vogliamo cheun ciclo duri un nan, l' orologio dovrà essere alto tdi metro, circa 17 centimetri (così che la salita e ladiscesa, insieme, facciano t di metro). Se volessimoche un ciclo durasse un secondo, l'altezza dovrebbeessere di 150 000 kilometri. In generale, se l' altezzadell' orologio a luce (misurata dalla sorgente strobo­scopica allo specchio) è h, ogni ciclo di funziona­mento dura 2h/c.

Potreste obiettare che illampo luminoso si spostanon soltanto in verticale, ma anche un pochino inorizzontale per andare dalla sorgente stroboscopicaal rivelatore; la durata di un ciclo è dunque legger­mente più grande di 2h/c. Avreste senz'altro ragio­ne. Per non complicare l'analisi, supponiamo che lasorgente stroboscopica e il rivelatore di luce sianomolto piccoli e inseriamoli nella scatola del display,così da rendere trascurabile lo spostamento orizzon­tale. La figura 4.1 mostra la versione perfezionatadel nostro orologio a luce.

(b)

Figura 4.1 L'orologio a luce perfezionato, osservato nelproprio sistema di riferimento.

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L' orologio a luce in movimento

Finora abbiamo descritto l'orologio a luce osservan­dolo nel suo stesso riferimento. Che cosa succede selo analizziamo da un riferimento diverso, in cui I'o­rologio si muove? Possiamo dire che «l'orologio simuove verso destra» o «l'osservatore passa accantoall'orologio muovendosi verso sinistra»; per il prin­cipio di relatività, le due situazioni sono identiche.

(o)

Figura 4.2 L'orologio a luce osservato nel riferimento incui si sposta orizzontalmente verso destra.

Che cosa sta succedendo? Questa immagine non èuna fotografia: mostra l'orologio in tre istanti diversi etraccia il cammino della luce fra l'uno e l'altro.

Nell'istante (a) la sorgente emette un lampo lumi­noso. Dopo un po', all'istante (b), illampo è riflessodallo specchio. L' orologio si sposta un po' a destramentre la luce viaggia verso l'alto, perciò nella figura(b) si trova a destra di (a):*

,',,',Siete perplessi perché nel riferimento dell'orologio il tra­gitto della luçe è verticale, mentre qui è obliquo? Nel problema2.1 trovate lo stesso fenomeno in un contesto più familiare.

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Dopo un altro po', all'istante (c), illampo è rile­vato, il contatore aumenta di un'unità e la sorgentestroboscopica emette un nuovo lampo per ricomin­ciare il ciclo. Di nuovo l' orologio si è spostato più adestra mentre la luce viaggiava verso il basso.

Le figure 4.1 e 4.2 mostrano esattamente lo stessofenomeno: l'unica differenza è il sistema di riferi­mento dal quale lo si osserva.

Quanto tempo richiede il passaggio da (a) a (c)?Per fissare le idee, immaginiamo che il nostro oro­logio a luce sia alt i di metro. In tal caso nel riferi­mento dell'orologio (figura 4.1) la luce percorre i mverso l'alto tra (a) e (b), poi t m verso il basso tra (b)e (c); in totale, t di metro. In questo sistema di rife­rimento la velocità della luce è c = t m/nan, quindiè passato 1nan e il contatore aumenta di un'unità.

Ma se si osserva la situazione dal riferimento in cuil'orologio si muove, quello della figura 4.2, tra (a) e(b) la luce si sposta verso l' alto ma anche verso de­stra, e poi verso il basso ma anche verso destra tra(b) e (c). L'intero percorso dunque è lungo più di-/;di metro. E poiché anche in questo riferimento laluce si propaga a velocitàr = t metro/nan, la distan­za maggiore deve richiedere un tempo maggiore.Dunque è passato più di 1 nan, eppure il contatoredell'orologio indica soltanto 1nan!

Nel riferimento dell'orologio è passato 1 nan, e ilsuo contatore indica 1 nan. Nel riferimento in cui l'o­rologio si muove è passato più di 1 nan, eppure il con­tatore indica comunque 1 nan. Ne concludiamo chegli orologi a luce in movimento ticchettano lentamente.

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Si tratta di un malfunzionamento dell'orologio?Niente affatto. Immaginate di accostare due orolo­gi, uno a pendolo e uno a luce, e metterli in moto(rispetto alla Terra, per esempio); l'orologio a luceticchetterà lentamente. Se il pendolo non facessealtrettanto, avremmo un esperimento interno chepermette di stabilire se i due orologi sono in motoa stazionari: se rimanessero sincronizzati, infatti,sapremmo che sono tazionari; se invece l'orologioa luce accumulasse un ritardo rispetto al pendolo,sapremmo che i due orologi sono in movimento. Mail principio di relatività (il «principio del caffè») sta­bilisce che ciò è impossibile.

Dunque devono ticchettare lentamente entrambigli orologi. li rallentamento non dipende dal modoin cui l'orologio è costruito; riflette piuttosto la na­tura del tempo. Abbiamo così scoperto che:

Gli orologi in moto battono il tempo lentamente.

Questo è il principio della dilatazione del tempo.

Di quanto rallenta il ticchettio degli orologi in moto?

Per fissare le idee, immaginate un orologio a lucetrasportato su un'automobile. È stazionario nel ri­ferimento dell'automobile, ma si muove con velocitàV nel riferimento della Terra.Nel riferimento dell'automobile i ticchettii sono

separati da un intervallo di tempo che chiameremoTo. Nel riferimento della Terra l'orologio indica

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sempre un intervallo To, ma fra un ticchettio e l' al­tro passa un tempo più lungo, che chiameremo T. Inquesto paragrafo troveremo la formula che esprimeT in termini di To e V.

Nel problema 1.2 abbiamo visto che la distanzapercorsa da un'automobile dipende dal sistema diriferimento adottato. Allo stesso modo, la distan­za percorsa dal lampo luminoso tra due ticchettiidell'orologio a luce dipende dal riferimento. Se tro­viamo i due diversi valori della distanza, avremo an­che la relazion ra i due diversi valori dell'intervallodi tempo.

onsiderate un orologio a luce alto h. Nel riferi­mento dell'auto, dove l'orologio è stazionario, la lucepercorre una distanza 2h fra un ticchettio e l'altro.

Nel riferimento della Terra la luce percorre unadistanza maggiore. La figura 4.3 è identica alla 4.2,tranne per il fatto che ho evidenziato con un trattopiù spesso un triangolo.

(b)

Figura 4.3 L'orologio a luce osservato dal riferimento incui lo si vede spostarsi. li triangolo evidenziato ha altezza h,mentre la ba e è lunga VT/2.

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La diagonale spessa è metà della distanza che laluce percorre tra un ticchettio e l' altro, cioè metàdella grandezza che ci interessa. L'altezza del trian­golo è ovviamente h. La base del triangolo è la di­stanza di cui si è spostato l' orologio nella metàdell'intervallo temporale fra due ticchettii, cioè:

base = velocità x tempo = V x ~.

Ricordate il teorema di Pitagora? È la legge geo­metrica che mette in relazione le lunghezze dei trelati di un triangolo rettangolo - base, altezza e dia­gonale - affermando che:

diagonale/ = altezza 2 + base".

Applicando il teorema di Pitagora al triangolodella figura 4.3, troviamo che:

diagonale/ = h2 +(VT/2)2quindi la diagonale è lunga ~ h2 + (VT /2) 2, e ciò

significa che fra un ticchettio e l' altro la luce percor­re la distanza 2~ h2 + (VT/2)2.

Ora che abbiamo le due distanze, possiamo de­terminare la relazione fra i due intervalli di tempo.

Nel riferimento dell'automobile fra un ticchettioe l' altro passa il ternpo To e la luce percorre la di­stanza 2h. Queste due grandezze sono legate dallarelazione:

distanza percorsa = velocità x tempo trascorso2h = eTa. (4.1)

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Nel riferimento della Terra, fra un ticchettio el'altro passa il tempo T e la luce percorre una distan­za 2.J h2 + (VT/2)2. Poiché vale sempre la relazionedistanza percorsa = velocità x tempo trascorso, si ha:

(4.1)

Per mettere in relazione T e To combiniamo leequazioni (4.1) e (4.2) ed eliminiamo h. Basterà un po'eli semplice algebra. Partiamo dall'equazione (4.2):

sostituiamo h con la suaespressione data dalla (4.1)

2~(cT/2? + (VT /2)2 = eT dividiamo ambo i membriper 2

~(eT/2)2+ (VT/2)2 = eT/2 eleviamo al quadratoambo i membri

(eYa/2)2 + (VT/2)2 = (eT/2)2 moltiplichiamo ambo imembri per 22

(eTo)2+ (VT)2 = (eT)2

To2+(V/e)2 T2=T2

Ta2= [1- (V/e)2] T2

To = .J1-(V/e)2T

dividiamo ambo i membriper Clrisolviamo rispetto a To2

estraiamo la radice quadra­ta di entrambi i membri

infine risolviamo rispettoaT

Ecco qua: abbiamo trovato la relazione quanti­tativa tra To (l'intervallo di tempo fra due ticchettiidell'orologio nel suo riferimento) e T (l'intervallo

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fra due ticchettii nel riferimento in cui l' orologio simuove con velocità V).

» Ohi ohi, mi gira la testa! Non vedevo tanti simboli daquando ho visitato il Vaticano!Se è la scoperta di proprietà del tempo nuove e sorpren­denti a farti girare la te ta, non c'è da preoccuparsi, anzi!Chiunque non trovi bizzarra e scioccante la dilatazione deltempo non ci ha pensato abbastanza; la tua perplessità èsegno che stai riflettendo.Se invece ti gira la testa perché è da tanto tempo che nonusavi l' algebra, concentrati sulla scoperta qualitativa che Tè maggiore di To, cioè che gli orologi in movimento battono Iil tempo lentamente. L'orologio a luce, i simboli e l'algebranon sono che stampelle per sostenere la dimostrazione.Il risultato è che il tempo si comporta in maniera diversa aseconda del riferimento; e il tempo esisteva già (e si dilata­va!) molto prima che arrivassero gli esseri umani a costruireorologi a luce e a scrivere simboli.

» Devo imparare a memoria questa dimostrazione?

on è necessario. In questo libro le dimostrazioni sonoimporranti perché mostrano il coUegamento logico fra l'e­sperimento e la conclusione, ma non sono l'unica stradaper giungere dal primo alla seconda. Per esempio, nel1905Einstein scoprì la relatività seguendo un metodo assai di­verso dal nostro.TTnvece di memorizzare le dimostrazioni,impara a usare questi concetti facendo alcuni esercizi.

» Se gli orologi in movimento ticchettano lentamente,perché non me ne sono mai accorto?

L'effetto è minuscolo alle velocità quotidiane. Per esempio,la Stazione spaziale orbita attorno alla Terra alla velocità di

*«* Perché non ho seguito le orme di Einstein? Perché civorrebbero ancora più simboli e calcoli algebrici!

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circa 8 kilometri al secondo. Un orologio che sfrecciasse ac­cantò a noi a quella velocità ritarderebbe rispetto ai nostri.Ma di quanto? La formula della dilatazione del tempo diceche se per i nostri orologi passa I ora (D, per l'orologio abordo della Stazione spaziale passerà un'ora meno 1,3 mi­lionesimi di secondo (To). Sono pochi gli orologi in grado di. misurare il tempo con una precisione simile!All'aumentare della velocità con cui si muove l'orologio,l'effetto diventa più evidente. Se per i nostri orologi passaun'ora, p r un orologio che si muove:

a metà della velocità della luce, passano 52 minuti;a 3/5 della velocità della luce, passano 48 minuti;a 4/5 della velocità della luce, passano 36 minuti;al 99% della velocità della luce, passano 8,5 minuti.

>- Perché fermarsi qui? E se l'orologio si muovesse allavelocità della luce? O a una velocità doppia?

La formula della dilatazione del tempo è T = Ici .J 1-(VIc) 2.

Se V = c abbiamo che .Jl- (VI c) 2 =° e la formula dunquecomporta una divisione per zero; è difficile stabilire comeinterpretarla. S V = 2c abbiamo che .Jl- (Vic) 2 =H;laformula richiede di estrarre la radice quadrata di un nume­ro negativo, una cosa ancora più difficile da interpretare!Per fortuna non avremo mai bisogno di affrontare assurditàdel genere. Come scopriremo nel capitolo lO, nessun oro­logio può muoversi a velocità che uguagliano o superanoquella della luce.

>- Vedo che usi quella formula che mette in relazione traloro To e T,ma io ancora non riesco a trovarla sensata.

E perché dovresti? Le necessità evolutive che hanno pla­smato il cervello umano sono la sopravvivenza e la ricercadi cibo, non la comprensione della relatività! Per esplorareque to mondo nuovo dovremo spingere la nostra mente interritori sconosciuti, dove si troverà a disagio.Albert Einstein lo ha sottolineato dicendo che «li senso co­mune è soltanto una erie di pregiudizi che accumuliamo

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nella nostra mente prima dei diciotto anni». D'altra parte,Henry David Thoreau ha suggerito che «non è mai troppotardi per abbandonare i propri pregiudizi».

~ Finora non hai fatto altro che parlare. Ma questa dilata­zione del tempo è stata mai osservata? Non mi fido.

E fai bene! Le affermazioni straordinarie richiedono con­ferme altrettanto straordinarie; proprio per questo motivosono state fatte molte verifiche sperimentali della dilatazio­ne del tempo.Poiché l'effetto è minuscolo persino per gli orologi che rag­giungono la velocità delle navicelle spaziali, gli esperimentiricadono in due categorie: quelli svolti con orologi artificialiaccuratissimi, che viaggiano a velocità molto minori di quel­la della luce, e quelli svolti con orologi naturali che invece siavvicinano alla velocità della luce.Nella prima categoria rientrano gli esperimenti con orolo­gi atomici trasportati da aerei di linea (Hafele e Keating,1972), da un razzo (Vessot e collaboratori, 1980) o da unaereo militare P-3C Orion (Alley, 1983). Tutti questi esperi­menti hanno confermato la dilatazione del tempo, dal pun­to di vista sia qualitativo sia quantitativo.Le conferm del secondo tipo sono ancora più numerose.Eccone una: la particella chiamata «muone» è una sorta diorologio, nello stesso senso in cui lo è un'unghia, perchéogni muone una volta creato sopravvive per 2,198 ± 0,002microsecondi, poi decade in un elettrone.?"Per essere più precisi, questa è la vita media del muonequando è fermo rispetto allaboratorio.In un esperimento svolto al RN, i muoni erano in mo­vimento con velocità V= 0,999418c rispetto allaboratorio;

,'d,1,1, La notazione ± sottolinea il fatto che ogni misura ri­chiede un apparato sperimentale di qualche tipo, ma poichénon esistono apparati perferti, nessuna misura è esatta. Perquanto si può stabilire con gli esperimenti attuali, la vita me­dia del muone è pari a 2,198 microsecondi, ma potrebbe esseremaggiore (2,200 microsecondi) o minore (2,196microsecondi).

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secondo la formula della dilatazione del tempo avrebberodovuto sopravvivere più a lungo, cioè per un tempo pari a:

2,198 ± 0,002 microsecondi _ 64 43 + 006· eli- , _, mlCrosecon.Jl- (0,99941W

E in effetti la vita media misurata dei muoni in movimentoè stata di 64,37 ± 0,03 microsecondi. Anche l'orologio rap­presentato dai muoni, quando si muove, batte lentamente.L'esperimento più preciso svolto finora sulla dilatazionedel tempo ha riguardato orologi costituiti da ioni di lirio,in movimento con velocità pari a 0,03c e a 0,064c. I risultatisono stati in accordo con la previsione della formula perla dilatazion del tempo entro 2 parti su un miliardo, unmargine più basso dell'errore sperimentale.Tutti questi perimenti hanno utilizzato orologi diversi daquello a luce; i loro risultati dunque dimostrano che la dila­tazione del tempo è una proprietà del tempo, non di un tipoparticolare di orologio.Il libro di Yuan Zhong Zhang riporta 24 esperimenti sulJadilatazione del tempo fatti con gli orologi più disparati - daquelli atomici creati dall'uomo al decadimento dei muoni,agli atomi di neon eccitati, a certe oscillazioni nucleari - inmoto a velocità che vanno da poche centinaia di kilometriall'ora fino a 0,9994c.Tutti gli esperimenti svolti finora hanno confermato la di­latazione del tempo entro la precisione d ll'apparato spe­rimentale. Altre verifiche sono allo studio: per esempio,un nuovo sat llite chiamato OPTIS dovrebbe verificare ladilatazione del tempo con precision mille volte maggiorerispetto agli studi attuali.

)o- Ma forse l'orologio in movimento batte lentamente per­ché è stato danneggiato dagli scossoni dovuti all'accelera­zione che l'ha portato ad alta velocità?

o. Ricorda che nel proprio riferimento l'orologio non èaffatto più lento. Possiamo rendere l' accelerazione gradualee delicata quanto basta per evitare danni ai m ccanismi.

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62 Capir davvero la relatività

)o Immaginiamo che Gaia passi accanto a Ivan in un'autolanciata ad alta velocità. Tu mi dici che il suo orologio bat­te più lento; be', non dovrebbe accorgersene lei stessa?

Dal punto di vista di Ivan l'orologio di Gaia ticchetta lenta­mente, ma anche il cuor deUa ragazza batte lentamente. Ipolmoni di Gaia funzionano al rallentatore, ma non c'è dapreoccuparsi per la sua salute, perché anche la respirazionecellulare nel suo corpo è rallentata. Lo stesso vale per i suoipensieri. Come dicevo, il rallentamento è comune a tutti gliorologi in movimento, ed è sempre della tessa entità; inaltre parole, è il tempo che scorre più lentamente.

)o Immaginiamo che Gaia passi accanto a Ivan in un'auto­mobile lanciata ad alta velocità. Lui sostiene che gli orologidi lei, trovandosi in movimento, ticchettano lentamente.Ma il principio di relatività ci dice che il riferimento di Gaiaè valido quanto quello di Ivan. Secondo lei sono gli orologidi lui a ticchettare lentamente, perché li vede in movimento.In conclusione, lui sostiene che gli orologi di lei ticchettanolentamente, e lei sostiene altrettanto riguardo agli orologidi lui. Non possono avere ragione entrambi!

Se la dilatazione del tempo fosse l'unico effetto della rela­tività, si tratterebbe in effetti di una contraddizione logica.È segno che non abbiamo ancora tracciato il quadro com­pleto. Ricordi che all'inizio del capitolo ipotizzavamo uncomportamento anomalo per il tempo, per la distanza o perentrambi? Lo abbiamo già scoperto nel caso del tempo, equesta apparente contraddizione significa che dovremo an­dare oltre e scoprire che la distanza è altrettanto bizzarra!

)o Gli eroi di Guerre stellari viaggiano spesso a velocitàprossime a quella della luce. Perché non osservano mai ladilatazione del tempo?

L'universo di Guerre stellari è una finzione, ed è assai menosbalorditivo e interessante del nostro universo, che in piùha il pregio di esistere davvero.

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62 Capir davvero la relatività

)o Immaginiamo che Gaia passi accanto a Ivan in un'autolanciata ad alta velocità. Tu mi dici che il suo orologio bat­te più lento; be', non dovrebbe accorgersene lei stessa?

Dal punto di vista di Ivan l'orologio di Gaia ticchetta lenta­mente, ma anche il cuor deUa ragazza batte lentamente. Ipolmoni di Gaia funzionano al rallentatore, ma non c'è dapreoccuparsi per la sua salute, perché anche la respirazionecellulare nel suo corpo è rallentata. Lo stesso vale per i suoipensieri. Come dicevo, il rallentamento è comune a tutti gliorologi in movimento, ed è sempre della tessa entità; inaltre parole, è il tempo che scorre più lentamente.

)o Immaginiamo che Gaia passi accanto a Ivan in un'auto­mobile lanciata ad alta velocità. Lui sostiene che gli orologidi lei, trovandosi in movimento, ticchettano lentamente.Ma il principio di relatività ci dice che il riferimento di Gaiaè valido quanto quello di Ivan. Secondo lei sono gli orologidi lui a ticchettare lentamente, perché li vede in movimento.In conclusione, lui sostiene che gli orologi di lei ticchettanolentamente, e lei sostiene altrettanto riguardo agli orologidi lui. Non possono avere ragione entrambi!

Se la dilatazione del tempo fosse l'unico effetto della rela­tività, si tratterebbe in effetti di una contraddizione logica.È segno che non abbiamo ancora tracciato il quadro com­pleto. Ricordi che all'inizio del capitolo ipotizzavamo uncomportamento anomalo per il tempo, per la distanza o perentrambi? Lo abbiamo già scoperto nel caso del tempo, equesta apparente contraddizione significa che dovremo an­dare oltre e scoprire che la distanza è altrettanto bizzarra!

)o Gli eroi di Guerre stellari viaggiano spesso a velocitàprossime a quella della luce. Perché non osservano mai ladilatazione del tempo?

L'universo di Guerre stellari è una finzione, ed è assai menosbalorditivo e interessante del nostro universo, che in piùha il pregio di esistere davvero.