LA DIFESA DEL POPOLO 10 APRILE 2016 5 Approvata la legge ... · che è il risultato della fusione...
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5regioneveneto �LA DIFESA DEL POPOLO10 APRILE 2016
LUOGHI DI CULTO La maggioranza più i tosiani in consiglio regionale: «Finalmente regole certe sull’urbanistica»
Approvata la legge anti moschee alla veneta� Ci sono volute cinque ore tra dibatti-
to e votazioni, ma al termine di unaseduta fiume la maggioranza in consi-glio regionale – compatta fino a tarda se-ra – ha approvato martedì scorso unalegge che si scrive “Modifiche della leg-ge regionale 11 del 2004 ‘Norme per ilgoverno del territorio e in materia dipaesaggio’”, ma si legge stop all’apertu-ra di nuove moschee in Veneto. E il per-ché è presto detto.
Quella approvata dai 30 consiglieridi Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italiacon l’aggiunta dei Tosiani (8 i contrari)rappresenta una stretta senza precedentisui luoghi di culto che prende spunto danorme simili già in vigore in Piemonte,Calabria, Molise e Lombardia, quest’ul-tima parzialmente bocciata dalla Cortecostituzionale. «Per questo abbiamo at-teso la sentenza e abbiamo modificato lalegge tenendo conto dei principi espressidal massimo organo della magistratura»,ha sottolineato il leghista veronese, Ales-sandro Montagnoli, relatore della leggeche è il risultato della fusione di due pro-getti di legge, uno dello stesso Monta-gnoli e uno del tosiano padovano Mauri-zio Conte.
«Abbiamo voluto dare ai sindaci unostrumento che permetta loro di gestirecon criteri omogenei le attrezzature reli-giose all’interno dello strumento urbani-stico – ha poi sottolineato Montagnoli –C’è bisogno di ordine, i tempi sono cam-biati, oggi in Veneto non c’è più solo lachiesa cattolica. Attorno ai luoghi di cul-to nascono, come abbiamo visto, proble-mi di ordine pubblico e abbiamo biso-gno di regole».La convenzione con il comune Da oggi inpoi, dunque, chiunque voglia aprire unnuovo luogo di culto deve stipulare conil sindaco una convenzione che prevedetra l’altro un «impegno fideiussorio ade-guato a copertura degli impegni presi».Convenzione che può prevedere anchel’obbligo di parlare italiano, particolareche espone anche questa norma all’inco-stituzionalità.
Le nuove «attrezzature religiose» do-
vranno avere strade di accesso adeguate,opere di urbanizzazione primaria, ampiesuperfici dedicate a parcheggio, oltre na-turalmente a tutti gli standard sanitariminimi. Non solo: i luoghi di culto e gliannessi potranno sorgere esclusivamentenelle cosiddette zone F dei vecchi pianiregolatori, cioè nelle periferie commer-ciali di paesi e città.
Ma che cosa si intendecon attrezzature religiose? Èpresto detto: qualsiasi tipodi struttura che abbia a chefare con una fede religiosa.Il nuovo articolo 31 bis del-la legge urbanistica regiona-le non esclude nulla. Maproprio nulla. Anzitutto cisono le chiese, ma anche isagrati, e poi le abitazioni per i ministridel culto ma anche del personale di ser-vizio (quindi le case delle perpetue e deisacrestani, se si guarda alla chiesa catto-lica). Sono soggetti alla normativa anchegli edifici destinati alla formazione reli-giosa o ad attività «educative, culturali,sociali, ricreative e di ristoro», compresioratori e simili senza fini di lucro. E an-cora tutti gli edifici sede «di associazio-
ni, società o comunità di persone inqualsiasi forma costituite, le cui finalitàstatutarie o aggregative siano da ricon-durre alla religione».
Ma il passaggio che più farà discute-re sta nel successivo articolo 31 ter,quello che sottopone alla convenzioneanche le aree scoperte «utilizzate per il
culto, ancorché saltuario».Ciò significa certo che nonvedremo più i musulmanipregare il venerdì nellepiazze del Veneto, ma ancheche, se la legge sarà appli-cata per davvero, occorre-ranno autorizzazioni di tipourbanistico perfino per leprocessioni del patrono du-rante le sagre parrocchiali.
E su tutto questo i primi cittadini potran-no anche indire un referendum tra la po-polazione.Un chiaro stop alle moschee Che si trattidi una legge anti moschee, lo si capiscenettamente dall’emendamento numero 4presentato dallo stesso Montagnoli. Lamaggioranza a trazione leghista-tosiana,infatti, esclude tutte le strutture esistentida questi obblighi di legge, tranne gli
edifici sede di associazioni in qualchemodo riconducibili al culto religioso.Tradotto dal burocratese, questo signifi-ca che buona parte delle moschee venetedovrà chiudere i battenti. È noto infattiche le sale di preghiera islamiche nostra-ne sono in gran parte gestite da associa-zioni e che spesso si trovano fuori dallezone F.
D’altra parte l’assessore Donazzandurante il dibattito era stata chiara. Ab-bandonando i freddi tecnicismi urbani-stici e i riferimenti all’ordine pubblicocon cui i colleghi di maggioranza aveva-no trapuntato i loro interventi, ha dettofuori dai denti: «Quest’aula ha il doveredi governare il nostro tempo, ed è chiaroche oggi il convitato di pietra è l’islam.Il mondo è cambiato nostro malgrado ecittà come Parigi e Bruxelles sono di-ventate pericolose proprio perché nonhanno regolamentato i luoghi di preghie-ra dove spesso si riuniscono frange vio-lente. Vogliamo che succeda anche qui?Vi ricordo che da una piccola moscheadi Ponte nelle Alpi sono partiti i primireclutamenti di terroristi che poi sono fi-niti nelle cronache internazionali».
�servizio di Luca Bortoli
Da martedì scorso i sindaci avranno ampia discrezionalità sui luoghi di culto, che comunque dovranno sottostare a precisi vincoli. Non solo saledi preghiera, ma anche case di ministri e personale, spazi aperti e sagrati
Nelle foto,fedelimusulmanipregano nella palestrapadovana di via Sarpidurante il ramadan2014(foto Boato).
Molte delle attualimoschee venete
potrebbero esserecostrette a chiudere i
battenti. Ci sarà l’obbligodi parlare italiano
nei luoghi di culto e ilreferendum tra i cittadini
� «Insomma, da oggi in poi il vangelodirà “Dove due o tre sono riuniti nel mio
nome, ci sarà bisogno dell’autorizzazione”». Èil sarcasmo del consigliere Pd Claudio Siniga-glia a suggellare la battaglia a colpi di emen-damento che si è conclusa con l’approvazionedella legge antimoschee veneta.
Ma se lo scontro tra l’amministrazione Za-ia e le comunità musulmane su questa normaera già stato preventivato, l’elemento politicopiù rilevante è il nuovo fronte aperto con lachiesa cattolica. Il patriarca Moraglia – inter-venuto sul settimanale diocesano Gente Vene-ta la scorsa settimana – è stato citato pratica-mente da tutti i consiglieri intervenuti nel di-battito. «Il patriarca rappresenta 5.327 par-rocchie venete in quanto presidente dellaConferenza episcopale Triveneto – ha detto
ancora Sinigaglia – La sua richiesta di so-spendere la legge e confrontarci prima di pro-seguire va ascoltata. Non andiamo allo scon-tro istituzionale». Scontro che invece si è con-sumato con il voto a palazzo Ferro-Fini dopole 22 di martedì scorso.
Nelle file della maggioranza in molti hannosottolineato l’assenza della sola chiesa cattoli-ca alle audizioni in commissione consiliare, loscorso gennaio. Ma Silvia Rizzotto, capogrup-po di Zaia presidente, è andata oltre: «Contutto il rispetto per il patriarca: questo provve-dimento è in consiglio da ottobre e nessunaproposta è arrivata da nessuna confessionereligiosa, nemmeno dalla chiesa cattolica. I ri-lievi sono giunti solo attraverso la stampa. Unanota scritta alla commissione sarebbe statagradita».
Al di là di come sono andate le cose, lalegge urbanistica approvata negli scorsi gior-ni, che non fa distinzione alcuna tra fedi in no-me della libertà di culto, imbriglierà certamen-te anche la vita delle parrocchie e del vastomondo dell'associazionismo cattolico veneto.E su questo la minoranza ha impostato la suaopposizione, culminata con i 36 emendamentipresentati da Stefano Fracasso del Pd non ap-pena è stato chiaro che il testo non sarebbestato rinviato in commissione. «Stiamo apren-do a un pericoloso municipalismo religioso,un’anarchia che non permetterà di gestire lefedi. In ogni comune il culto potrebbe avereregole diverse – ha detto Fracasso, che haanche paragonato la restrizione delle areegeografiche praticabili alla costituzione delghetto di Venezia – Il patriarca chiede aquest’aula perché le chiese oggi vengonoconsiderate alla stregua di un centro commer-ciale: da quando in qua il culto è un problemaurbanistico?».
È la complessità dell’istituzione chiesa,che ha permeato la cultura e lo sviluppo delVeneto nei secoli, al centro dell’attenzione. Egli esempi, anche nell’aula sul Canal grande,
si sono sprecati. Si è andati dalla parrocchiache decide di realizzare un campo da gioco inun terreno di proprietà attiguo alla chiesa: ilsindaco potrà vietarlo perché le aree in cuisorgono le nostre parrocchie non sono di tipoF, dedicate cioè al commercio di ampia scala.Stesso discorso vale per una comunità chevolesse costruire in centro paese una nuovascuola per l’infanzia.
Ma si arriva ai casi assurdi per cui, sicco-me la legge norma anche gli spazi all’apertousati saltuariamente per il culto, un grupposcout dovrà sottostare alla legge urbanisticaper le proprie attività. Per non parlare deigruppi che si ritrovano a pregare nelle caseprivate: la legge infatti vale anche per tutte lestrutture in cui una «comunità di persone inqualsiasi forma costituite» si dedichino «al-l’esercizio di culto o alla professione religio-sa».
«In quest’aula c’è una cristianità a inter-mittenza – ha detto Manuel Brusco del Movi-mento 5 stelle – Solo poche settimane fa lamaggioranza ha fatto la battaglia per il croce-fisso in aula e ora si rifiuta di accogliere i rilie-vi del patriarca».
LE OPPOSIZIONI Il Pd: «Ignorata la voce del Patriarca»
Pesanti conseguenzeanche per le parrocchie
Il patriarca di VeneziaFrancescoMoraglia, eraintervenutosul giornalediocesanoGente Venetala scorsasettimana.Aveva scrittotra l’altro:«Una chiesa,un patronato,le aule delcatechismonon possonorisponderealla logicache presiedeall’insedia-mento di un centrocommerciale».
L’ITALIANO L’obbligoè anticostituzionale L’obbligo di esprimersiin italiano apparesingolare, dato che sitratta di una normaurbanistica. Ma potrebbeessere impugnata dallaCorte costituzionale.
NORMA TRANSITORIAMoschee escluseLa legge salvaguardal’esistente, ma di fattonon le moschee. Anchequesto emendamentoappare anticostituzionalein nome della libertà di culto.�
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GLI EDIFICI Coinvoltele aree scoperte Tra le attrezzaturesottoposte alla normaanche le abitazioni delpersonale di servizio, ipatronati e le scuoladell’infanzia. Come purecortili e sagrati