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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Settembre 2015 - numero 85 www.lapianura.it L’arrivo di alcuni immigranti nei paesi della Bassa ha scatenato la prevedibile canea di proteste e di commenti. Certo, siamo distanti dalle dimostrazioni avvenute nei giorni scorsi a Collio e a Temù, per fortuna. Tuttavia serpeggia nei commenti una forte ostilità nei confronti di queste persone che con somma ipocrisia vengono definiti come immigranti, per poi essere classificati come richiedenti asilo, per chi fugge da situazioni di guerra, e come migranti economici perchè in fuga dalla miseria e dalla povertà. I morti, che quotidianamente vengono aggiornati nel numero, ad un certo punto non li vediamo più. Il nostro cuore ed i nostri occhi si sono induriti. Non siamo più capaci di distinguere ciò che è giusto e doveroso da quello che non è. Un fiume in piena sta per abbattersi su di noi. Milioni di profughi sono in cammino dall’Africa e dal Medio Oriente. Sono parecchi milioni e l’Europa è spaventata ed incapace di predisporre un qualsiasi progetto di contenimento e di accoglienza. In Italia il governo ha clamorosamente ignorato le dimensioni del problema e le forze di opposizione si sono esercitate in un indecente sproloquio, tipico dei trinariciuti. Si è preferito gareggiare nel sostenere soluzioni tanto miracolose quanto irrealizzabili. A fronte di questi accadimenti che sono veramente epocali non ci si è coalizzati per favorire l’accoglienza, per portare un soccorso. Si è preferito dar voce agli istinti più bassi, confidando in un consenso facile a buon mercato. La storia, però, ci ha insegnato che a fatti epocali bisogna contraporre il massimo di risorse disponibili, sia umane che economiche, per una fattiva accoglienza ed integrazione. L’alternativa è quella di essere travolti. Dove sono gli eredi della cultura cattolica e della rivoluzione francese? Editoriale Sommario Direzione: Stefania Brunelli Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova (Bs) Stampa: Tiber spa - Brescia Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] per inserzioni pubblicitarie email: [email protected] VISITA IL NOSTRO SITO www.lapianura.it Manerbio pag 3 Manerbio » 4 Manerbio » 5 Manerbio » 6 Manerbio » 7 Manerbio » 8 Manerbio » 9 Orzinuovi e Pavone Mella » 10 Pavone Mella e Pontevico » 11 Pontevico » 12 Pontevico » 13 Calendario Bresciano » 14 Ricette - Dialetto » 15 Rubriche » 16 La demolizione del palazzetto è terminata! vedi pp. 6, 7, 8 e 9

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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Settembre 2015 - numero 85

www.lapianura.it

L’arrivo di alcuni immigranti nei paesi della Bassa ha scatenato la prevedibile canea di proteste e di commenti.Certo, siamo distanti dalle dimostrazioni avvenute nei giorni scorsi a Collio e a Temù, per fortuna.Tuttavia serpeggia nei commenti una forte ostilità nei confronti di queste persone che con somma ipocrisia vengono definiti come immigranti, per poi essere classificati come richiedenti asilo, per chi fugge da situazioni di guerra, e come migranti economici perchè in fuga dalla miseria e dalla povertà.I morti, che quotidianamente vengono aggiornati nel numero, ad un certo punto non li vediamo più.Il nostro cuore ed i nostri occhi si sono induriti.Non siamo più capaci di distinguere ciò che è giusto e doveroso da quello che non è.Un fiume in piena sta per abbattersi su di noi.Milioni di profughi sono in cammino dall’Africa e dal Medio Oriente.Sono parecchi milioni e l’Europa è spaventata ed incapace di predisporre un qualsiasi progetto di contenimento e di accoglienza.In Italia il governo ha clamorosamente ignorato le dimensioni del problema e le forze di opposizione si sono esercitate in un indecente sproloquio, tipico dei trinariciuti.Si è preferito gareggiare nel sostenere soluzioni tanto miracolose quanto irrealizzabili.A fronte di questi accadimenti che sono veramente epocali non ci si è coalizzati per favorire l’accoglienza, per portare un soccorso.Si è preferito dar voce agli istinti più bassi, confidando in un consenso facile a buon mercato.La storia, però, ci ha insegnato che a fatti epocali bisogna contraporre il massimo di risorse disponibili, sia umane che economiche, per una fattiva accoglienza ed integrazione.L’alternativa è quella di essere travolti.Dove sono gli eredi della cultura cattolica e della rivoluzione francese?

Editoriale Sommario

Direzione: Stefania BrunelliEdizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova

(Bs)Stampa: Tiber spa - Brescia

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Pontevico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12

Pontevico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13

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Ricette - Dialetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15

Rubriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16

La demolizione del palazzettoè terminata! vedi pp. 6, 7, 8 e 9

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Pag . 3ManerbioSettembre 2015

L’IMBROGLIO - Circa 4 milioni e mezzo di pensionati hanno incassato con l’assegno mensile il rimborso di una piccolissima parte di quanto era stato loro tolto con un provvedimento del governo Monti, poi bocciato dalla Corte Costituzionale come illegittimo, un taglio di 17,6 miliardi di euro mentre il governo Renzi ha deciso di restituire solo 2,1 miliardi di euro. Le associazioni dei consumatori ed i sindacati sono già scesi sul piede di guerra e promettono ricorsi a pioggia su quella che viene considerata una scelta illegittima del governo dal momento che non rispetta quanto stabilito dai giudici costituzionali ovvero che il danno subito andava rimborsato a tutti e per intero.

TERRORISTI - Domanda ai nostri governanti: Alfano, Boldrini, Grasso, Mattarella e Renzi: voi lo sapete come venne conquistata Troia? E’ bastato un cavallo di legno, ma se non l’avete capita pazienza! Un tunisino ed un pachistano immigrati regolari che abitavano a Manerbio progettavano azioni su Roma e Milano. il Duomo, il Colosseo e le metropolitane: erano i “selfie” dell’Isis. In un’intercettazione del 21 giugno scorso il tunisino Lassaad Briki, parlando con il pakistano Muhammad Waqas, esprimeva in modo sempre più preoccupante la sua «forte determinazione a porre in essere azioni terroristiche». Nelle intercettazioni parlavano della base militare di Ghedi e di “uccidere due o tre carabinieri”. Dopo i banditi del sequestro Soffiantini, sul

territorio di Manerbio sono arrivati i presunti terroristi islamici. Ci mancavano proprio...

SORPRESA - Il sindaco di Manerbio, Samuele Alghisi, ha informato che il comune è destinatario dell’assegnazione di quattro immigrati, “felice che la gestione sia affidata a una società cooperativa abituata a occuparsi del disagio e che credo non si limiterà a fornire una casa pagando l’affitto a fronte di un corrispettivo dello Stato. Come sindaco tuttavia - osserva - avrei preferito essere coinvolto in tale decisione, e non subirla. Ritengo tuttavia che il contingente destinato alla mia comunità non sia, anche solo dal punto di vista dei numeri, significativo a confronto, ad esempio, ai 14 posti di Bassano o ai 40 di Azzano Mella».

PREOCCUPAZIONI - Gianpaolo Seniga, sindaco di Bassano Bresciano è invece preoccupato poiché «pur non avendo sottoscritto alcun protocollo d’intesa con la Prefettura, ci si è trovati nel giro di 24 ore a prendere atto che in paese erano stati trasferiti dei profughi (in appartamenti affittati da privati e pagati tramite la Prefettura con soldi dello Stato). Non sono servite le rimostranze dell’Amministrazione comunale verso la Prefettura di Brescia che ha avallato l’operazione per conto del

Ministero dell’Interno. Ma quando queste società alberghiere avranno terminato di fare business con i profughi cosa faranno queste persone? A questa domanda nessuna risposta da parte delle istituzioni superiori, potendo però immaginare l’epilogo déjà vu».

RISCHI - «Quando da piccolo protestavo per il cibo mia madre mi toglieva il piatto, rimanevo senza cena e lo stesso piatto me lo ritrovavo per i pasti successivi. fossi nato extracomunitario avrei avuto il diritto di protestare». E’ il post del sardo Francesco Gallistru: classe 1962, nato a Ruinas, da anni in Croce Rossa fino all’elezione a presidente regionale nel gennaio di due anni fa. La sua dichiarazione dopo la notizia che in Veneto gli immigrati hanno buttato il cibo servito loro; s’è guadagnato una sospensione di 90 giorni in attesa di ulteriori decisioni. Magari lo metteranno al rogo.

SVENDITA - La maggioranza del consiglio comunale di Manerbio ha approvato la vendita al miglior offerente della rete del gas per coprire i debiti della gestione pubblica che era affidata alla BBS. «Decisione difficile, ma inevitabile» nel commento dei consiglieri che hanno alzato la mano mentre contrari si sono dichiarati quelli della minoranza della lista «Manerbio

insieme». Decisione presa ormai dopo i provvedimenti delle giunte precedenti che non hanno trovato di meglio che indebitare la comunità ora oberata da tasse esagerate e subire provvedimenti finalizzati al solo scopo di rastrellare denaro.

PROTESTA - Ferruccio Casaro esponente di Lega Nord dichiara: «La sicurezza urbana del nostro territorio non è garantita. Le forze dell’ordine, già prive di autonomia e costrette a norme assurde interpretate dai magistrati e regolarmente inapplicate, devono svolgere i loro servizi a favore e a tutela dei cittadini. Occorre maggiore sicurezza! Durante gli orari serali non si vedono pattuglie di agenti a presidiare il nostro territorio. Il cittadino cosa deve fare? Si deve organizzare in gruppi volontari dopo che lo Stato ci tartassa di imposte? Io dico basta alla rinuncia della mia terra».

DIVISIONI - Tre colleghi di Giunta hanno preso le distanze dall’operato di Bosio, sottoscrivendo un documento unitario per stigmatizzare il pressing sui potenziali sponsor del torneo di tennis d’agosto. L’assessore al Bilancio Paola Masini, quello ai Lavori pubblici Giandomenico Preti e il vicesindaco Nerina Carlotti hanno espresso «deciso dissenso rispetto all’iniziativa di Bosio in relazione a tutti gli aspetti dell’organizzazione e della gestione del torneo di tennis internazionale». Il sindaco (e ti pareva) invece ha difeso l’operato dell’assessore allo Sport.

STATE SERENI

“La città di ieri, la città di oggi” è l’argomento della prima conviviale dell’Anno Rotariano 2015/2016, caratterizzato dalla presenza dell’ing. Giuseppe Gè, Vice Console del Touring Club Italiano. Il presidente Mazzola ha presentato l’ospite che ha proposto, con la relazione, scorci e vedute dall’antichità al XXI secolo, un viaggio nel passato fatto di immagini e di parole alla scoperta delle trasformazioni e modifiche urbane che la città di Brescia ha subito nei secoli una città ben diversa da come ci appare oggi. Una città dove alloggiavano mercanti di panni, tessitori di canapa, maniscalchi e maestri del ferro provenienti dalle vallate alpine e dalle città limitrofe; una città dove svettavano numerosissime le altane, chiamate con voce popolare “baltresche”, sorta di

loggette poste all’ultimo piano delle case dei mercanti e dei conciatori dove venivano posti panni e pelli ad essiccare. Brescia del Cinquecento è anche la città dei pittori: Floriano Ferramola, Alessandro Bonvicino detto Moretto, Girolamo Romanino. Nelle loro opere sono raffigurati monumenti cittadini, talvolta difficili da individuare, che compiono come sfondo e costituiscono una preziosa testimonianze per ricostruire il volto della Brescia come appariva 500 anni orsono. Le numerose opere analizzate hanno permesso di compiere una vera e propria visita alla città: da Piazza Loggia, passando per Pizza Duomo fino a risalire le pendici del Colle Cidneo. Giuseppe Ge è nato a Gardone Val Trompia, ha conseguito con lode la Laurea Specialistica in

A r c h e o l o g i a Greca e Romana presso l ’ U n i v e r s i t à degli Studi Padova con tesi in Archeologia dei Paesaggi e topografia dell’Italia antica. Ha partecipato

ad esperienze di scavo, studio e ricerca in Italia e all’estero. Dal 2011 si dedica alla conoscenza e salvaguardia del patrimonio storico ed artistico e nella

realizzazione di eventi culturali come Volontario per il Patrimonio culturale del Touring Club di cui è Vice Console per Brescia.

Al Rotary per conoscere Brescia

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Nel numero di ottobre de La Pianura avevo redatto un’articolo sull’argomento canino e di un re “detronizzato”: il cane da caccia, tutt’ora al bando e non in auge né in simpatia.Fra la congerie delle razze, sempre più varie, strane e particolari ora in grande evidenza, nessuna è in grado di succedere al trono per mancanza di analoga prestigiosità conquistata sul campo.Il trono resta così vacante, a parte qualche prevalenza incostante, perchè variabile è la funzione dei servizi all’uomo e quindi troppe le definizioni (c. per diletto, per compagnia, per gioco, per moda, per esibire in sfilate di bellezza con abominevoli acconciature, come compensatore dei nostri complessi e delle nostre frustrazioni e infine come sindacalista con portavoce

M. V. B.).Il Brambillismo dilagante con le battaglie per i diritti dell’animale ha portato a conseguenze allarmanti: cioè animalizzazione dell’uomo e umanizzazione dell’animale.E’ recente l’apertura di un cimitero per cani a Milano, il problema in realtà esiste, ma considerato che l’uomo sempre più spesso viene cremato … ?Altro esempio ci viene da un refuso di giornale dove si afferma di chiamare i neonati “cuccioli di uomo”.Da bambini o fanciulli saranno chiamati cagnolini e da adulti, a richiesta, diranno sono figlio di …Tralasciamo di parlare dei Baubau-beach e di altre malversazioni comportamentali.Lontani i tempi della madre dei Gracchi e

dei suoi gioielli.In queste calde e afose sere estive guardavo la tv svogliatamente con accanto il mio cane, allo stesso modo impegnato, quando improvvisamente è balzato ed è andato in ferma.Non capisco … ?Poi vedo in tv “la rossa di Brianza”: ho faticato a spiegargli che non era una pernice rossa né sarda, ma bensì una sua amica e mia nemica!Questa facezia e la lunga introduzione per attenuare eventuali polemiche e spiegare il perchè di una tassa di possesso con eventuale copertura assicurativa.Il cane, con le spese che comporta in acquisto e in gestione, appartiene all’area fiscale del lusso o del non estremamente necessario per cui la sua tassazione inciderebbe poco

per i proprietari e potrebbe alleviare IMU/TASI o altro a ceti per i quali la casa è necessità primaria.Da ultimo un invito ad una maggiore educazione civico-igienica: in questi giorni di caldo, siccitosi, non c’è angolo di fabbricato o portoni che non siano maleodoranti per emanazioni azotate e così pure le piste ciclabili e pedonali.Certo non è facile, ma oltre ai diritti e i piaceri, ci sono il rispetto e i doveri.La “Natura” nei suoi imperscrutabili disegni evolutivi assegna alle sue manifestazioni viventi ruoli e finalità che vanno rispettati: pena calamità e deformazioni degli equilibri nella sua omeostasi.

M.Dr. G.B. Bisetti

Proposta per una tassa

L’associazione “Amici della biblioteca di Manerbio” (ABM) promuove a prezzo agevolato l’acquisto dell’abbonamento alla stagione di Prosa 2015/2016 del Centro Teatrale Bresciano.La proposta si riferisce ad una serie di n. 8 spettacoli, turno E (domenica pomeriggio, ore 15.30).Per informazioni e/o adesioni sarà disponibile un volontario della Associazione presso la Biblioteca di Manerbio nei seguenti giorni:- giovedì ore 20.30 – 21.30- sabato ore 10.00 – 12.00Le iscrizioni e relativo pagamento dovranno pervenire entro e non oltre il 12 settembre 2015.

Andare a teatro congli Amici della Biblioteca

Visita d’aggiornamento effettuata al 4° Stormo A. M. di Grosseto il giorno 11 Giugno 2015, perfettamente riuscita, con il gruppo di Amici Bresciani e Cremonesi,

e coordinata dal Manerbiese LUCINI LUCIANO, Vice Presidente Sezione di Cremona della Associazione Arma Aeronautica.

Visita a Grosseto al IV Stormo

L’istituto superiore Pascal partecipa al progetto dell’AIB individuando un docente, che dall’anno scolastico in corso è entrato a far parte dell’organico dello stesso “Pascal” e coordina le scuole di secondo grado della provincia di Brescia le quali tra gli obiettivi si propongono di creare nella nostra provincia le condizioni per lo sviluppo del percorso di alternanza scuola-lavoro. È questo, in estrema sintesi, il progetto “L’industria meccanica per l’occupabilità” realizzato in dieci città italiane tra cui Brescia del quale nella sede dell’Aib, sono stati presentati i risultati del lavoro che sin dalla preparazione del progetto ha coinvolto nove istituti scolastici e altrettante aziende (una trentina quelle che hanno aderito), 93 alunni e 4 docenti. Scuole ad indirizzo meccanico, elettrotecnico ma anche amministrativo di tutta la provincia. Un impegno per gli studenti di 150/200 ore, una media di tre settimane nelle quali «hanno potuto provare con mano le realtà industriali. In questa

direzione si inserisce il progetto pilota IMO (Industria Meccanica per l’Occupabilità), organizzato da Fondirigenti, Federmanager e Federmeccanica. il programma è teso ad analizzare lo stato dell’arte in materia e proporre dei modelli da poter estendere a tutto il territorio nazionale cercando di avvicinare sempre più due mondi, quello scolastico e quello aziendale, che in passato hanno fatto fatica a trovare un terreno comune di intesa. In questo ambito le azioni proposte sono soddisfare i bisogni del sistema produttivo locale e concretizzare le opportunità offerte dalla scuola.Le aziende hanno apprezzato il progetto perché l’alternanza scuola-lavoro è uno strumento in grado di migliorare la formazione dei ragazzi sempre molto preparati dal punto di vista teorico, meno in quello pratico Perciò Imo va ripetuto con costanza nel tempo, coinvolgendo i ragazzi dalla terza classe e accompagnandoli fino al quinto anno aiutandoli a prepararsi per l’ingresso nel mondo del lavoro.

Il Pascal prepara gli allievi per il mondo del lavoro

Circa il 10% della popolazione scolastica frequenta le paritarie frequentate da circa 9 milioni di studenti. Nella maggior parte dei casi si tratta di scuole dell’infanzia: sono 4-4.500 le scuole comunali e gli asili compresi nell’elenco. Non si tratta solo di istituti religiosi, anche se il nome spesso inganna: in centinaia di casi la scuola, fondata da un ordine religioso, viene nel tempo rilevata da cooperative e fondazioni laiche, spesso formate da genitori o professori che non hanno voluto disperdere il patrimonio culturale della scuola, e che si sono impegnati personalmente per la continuità della struttura e della

didattica. “Questi istituti svolgono un servizio di pubblica utilità: bisogna uscire dai pregiudizi ideologici”, dice il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi a “Il Corriere della Sera”, che nella riforma della scuola appena approvata è riuscito ad ottenere l’introduzione di uno sgravio fiscale per le famiglie che mandano i propri figli alle paritarie: fino a 400 euro all’anno, per rette fino ai 2.500 euro, che significa un risparmio in busta paga di 75 euro all’anno. Manerbio conta nel suo ambito le scuole paritarie che sono un notevole contributo alla comunità

Scuole paritarie

Pag . 5ManerbioSettembre 2015

Il “Savoldi-Cò” al russo 24enne Andrey Kuznetsoval (in foto in una azione di gioco della finale) tennista di Tula 118° al mondo dopo essere stato nel 2013 il numero 68 della classifica Atp. Nell’albo d’oro del trofeo “Dimmidisì” il russo ha scritto il suo nome e si è portato a casa 90 punti che lo collocheranno di nuovo tra i primi cento al mondo. Giuseppe Battagliola, main sponsor del 50 mila dollari di montepremio è entusiasta per la riuscita della manifestazione che registra Kuznetsoval, al sesto successo in un torneo Challenger, il terzo in Italia (dopo Todi e Napoli). Egli ha vinto la finale Daniel Munoz De La Nava che probabilmente sperava, dopo la vittoria in doppio con Cipolla, di fare il bis in singolare. Probabilmente lo spagnolo ha pagato l’età (33 anni), la soddisfazione di

sapersi per la prima volta tra i primi cento al mondo (dopo i 55 punti di Manerbio), ma soprattutto la maggiore stanchezza accumulata in settimana non tanto per il match contro Volandri in semifinale (6-3, 2-0 e ritiro dell’azzurro), ma piuttosto per quello del secondo turno contro il tedesco Daniele Brands (7-6, 10-8 il tie break, 6-4) e soprattutto quello dei quarti contro Federico Gaio (6-1, 1-6, 7-6, 7-5 il tie break). E’ andata così per il 37° Savoldi-Cò che la disponibilità dei fratelli Battagliola ha consentito di ravvivare i campi in terra rossa di piazza Aldo Moro. Tra i 32 protagonisti della tenzone poco fortuna per i bresciani che pure hanno affrontato le loro prove con impegno e volontà. Successo di pubblico: tutto esaurito sulle tribune di buon auspicio per

le attività dello sport della racchetta dove Gianni Saldini ha profuso una collaudata esperienza col supporto di un considerevole gruppo di volontari che l’hanno sostenuto nell’organizzazione.

Foto Monterenzi Manerbio

Uno “zar” sul trono del DIMMIDISI’

Pag . 6 Manerbio Settembre 2015

La parola d’ordine lanciata dal compianto mons. Virgilio Casnici, arciprete di Manerbio dal 15 febbraio 1958 al 23 settembre 1973, dopo alcuni mesi dal suo insediamento, risuona nella mente di tutti coloro che aderirono con entusiasmo a quel perentorio invito.Risuona oggi, con particolare intensità,

proprio in occasione della demolizione del Palazzetto dello sport, costruito durante il parrocchiato di mons. Casnici, la demolizione che viene documentata con un abbondante numero di fotografie.Per tutti coloro che, allora giovani ed ora canuti, vissero tutti i momenti preparatori, dalla raccolta delle offerte che vedeva il suo

A gioventù nuova, nuovo oratorio!

In alto a sinistra, Don Graziano al microfono ed il gonfalone eretto da Ermanno Molinari (nascosto), dal compianto Lino Zaila e da Costanzo Filippini.A lato, la cerimonia della benidizione del gonfalone

In basso a sinistra, don Caresana benedice la posa della prima pietra.In alto, Adriano Baroncini durante la posa della prima pietra.Sotto, gonfalone portato in corteo e preceduto da don Graziano e dai boy scout.

Pag . 7ManerbioSettembre 2015

A gioventù nuova, nuovo oratorio!

culmine nella festa di santo Stefano alla discussione sui suoi contenuti del nuovo oratorio, vedere oggi le macerie equivale ad una fitta al cuore.D’altra parte il Palazzetto era inagibile da vent’anni e le sue condizioni statiche non lasciavano altre strade alla sua demolizione.Ma le sorti della nostra Comunità devono trarre nuova linfa da questa demolizione perchè da essa nasce un progetto nuovo, più aderente alla mutata realtà odierna.Per prima cosa è opportuno, almeno per noi, ribadire la validità e l’attualità della parola d’ordine lanciata oltre 50 anni or sono.

E per restare nella tradizione e nel solco del progetto di mons. Casnici, il Palazzetto era uno dei tanti fulcri di quello che allora veniva definito come Centro Giovanile.La definizione di Palazzetto dello sport è però riduttiva.Se, infatti, il primo piano era adibito a palestra, il piano terra conteneva il bar, l’audiotorum e altri vani.Oggi l’impegno di tutta la Comunità deve essere teso alla ricostruzione, sia pure in forme diverse, di quegli ambienti fisici demoliti.Nonostante la demolizione, l’oratorio è vivo ed è una irrinunciabile palestra

educativa per la nostra gioventù.Nei numeri precedenti del nostro giornale abbiamo già illustrato le bozze del progetto relativo agli edifici che sostituiranno quello testè demolito.Cogliamo, però, l’occasione per celebrare l’inizio di quel percorso, di quel progetto.Se nelle pagine successive documentiamo la demolizione, in questa pagina, invece, vogliamo fare un tuffo nel passato e rappresentare la nascita di quel percorso.Tutto inizia con la posa della prima pietra, dopo che era stata benedetta nel settembre 1959 a Castel Gandolfo da Papa Giovanni XXIII.

In quel torno di tempo, mons. Casnici acquistò Palazzo Bersani, oggi sede principale dell’oratorio.La posa della prima pietra è avvenuta domenica 16 giugno 1963.In questi pochi anni si passò dalla ideazione alla realizzazione del progetto.Un ruolo fondamentale e complementare per questo progetto fu la presenza a Manerbio di un giovane ed entusiasta prete: don Graziano Montani che assunse la direzione dell’oratorio a partire dal 1961 e vi restò per un quinquennio.

In questa pagina 4 immagini della cerimonia.

Pag . 8 Manerbio Settembre 2015

La fotocronaca della demolizioneDopo vent’anni di inagibilità, viste le critiche condizioni statico-manutentive dell’immobile, si è proceduto alla demolizione.

In queste due pagine potete vedere la fotocronaca dell’abbattimento dell’ex-Palazzetto dello Sport dell’Oratorio (26/08/2015-01/09/2015).Ora il fabbricato è a terra, ma le opere di demolizione proseguiranno per tutto settembre. Il nuovo piazzale verrà aperto al pubblico per la Seconda di ottobre.

Pag . 9ManerbioSettembre 2015

La fotocronaca della demolizioneDopo vent’anni di inagibilità, viste le critiche condizioni statico-manutentive dell’immobile, si è proceduto alla demolizione.

In queste due pagine potete vedere la fotocronaca dell’abbattimento dell’ex-Palazzetto dello Sport dell’Oratorio (26/08/2015-01/09/2015).Ora il fabbricato è a terra, ma le opere di demolizione proseguiranno per tutto settembre. Il nuovo piazzale verrà aperto al pubblico per la Seconda di ottobre.

Orzinuovi e Pavone MellaPag . 10 Settembre 2015

67a Fiera di ORZINUOVI

Il Fenile Santella di ORZINUOVI

Lungo la strada che conduce al Convento di Aguzzano, quasi di fronte allo storico fenil Scaramuzza, sorge un cascinale che porta il nome di fenil Santella.Il fenil Santella, con il vicino fenil Santellina, deriva il nome dall’esistenza nella zona di una piccola cappelletta o anche semplice immagine sacra, luogo di preghiera dunque, di cui si è perso il ricordo.Sul muro rivolto verso la strada è presente ancor oggi una piccola edicola con l’immagine di una Madonna con Bambino, posta però solo di recente. Proprio al di sotto di questa edicoletta, si nota una rientranza rettangolare molto grande che potrebbe rappresentare il sito dove era collocata nei tempi passati la Santella che ha dato certamente il nome alla cascina.La prima citazione specifica di questo complesso la possiamo riscontrare nell’Estimo Catastale di Orzinuovi del 1752, conservato presso l’Archivio di Stato di Brescia, in cui viene così descritta: “Un fenile di tratti cinque detto La Santella alias Carrara in contrada Ronchi”.Se questa è la data della prima citazione documentale del fenile, è sicuro che lo stesso esistesse perlomeno dal secolo precedente, in quanto sappiamo che era allora in possesso della nobile famiglia dei Carrara, tanto che, come riportato dall’Estimo, era noto anche con il nome dei vecchi proprietari. Fra l’altro i Carrara si segnalano, fra la fine del 1500 e gli inizi del 1700, per essere stati proprietari anche dei fenili Angriano,

Palazzolo e del vicino Scaramuzza.Tornando all’Estimo del 1752, proprietario del fenil della Santella risulta l’Eccellentissimo signor Bortolo Prata del fu signor Angelo, il quale lo aveva acquistato a propria volta dal signor Angelo Marzoli di Adro.In seguito, come riportato dall’Estimo Catastale del 1810, il fenil Santella passa in possesso della famiglia Corniani nella persona di Giovanni del fu Giovanni Paolo. I Corniani sono stati proprietari per almeno due secoli del maggior numero di cascinali nel territorio degli Orzinuovi, disponendo dei fenili Campagnola, Filonza, Grosso, Palazzolo, Pattina, S. Martino di Sotto, Zoppo, Coradella, Disciplina, Favorita, Salnitro.A metà del 1800 la proprietà del cascinale risulta essere stata trasferita ad Angelo Nobilini del fu Angelo, livellario a Giacomo Scotti.Il fenil Santella ed il fenil Santellina, infine, facevano registrare nel censimento nazionale del 1931 la presenza di 30 abitanti con le famiglie Appiani, Baronchelli, Baruffi, Capoferri.

Dario Ghirardi

Si è dunque svolta la Fiera di Orzinuovi giunta alla sua 67a edizione. La prima edizione di questa Fiera ebbe luogo nel 1948. Nel giugno di quell’anno, infatti, l’Amministrazione comunale deliberò la istituzione di una Fiera annuale da tenersi in località Madonna Addolorata, facendola coincidere con la tradizionale Sagra di S. Bartolomeo, patrono di Orzinuovi assieme a S. Giorgio. Lo scopo primario che diede origine alla Fiera fu quello di dare la possibilità agli agricoltori di avere una vasta esposizione di prodotti dell’agricoltura e di animali da allevamento, facilitando gli operatori del settore ed indirizzandoli negli acquisti e nelle vendite. A detta dello storico sacerdote Perini, pare però che le origini della Fiera di S. Bartolomeo possano essere fatte risalire a tempi più antichi e che questa vedesse, già nel 1500, il suo svolgimento presso la chiesetta dedicata al Santo posta allora sulla via che conduce alla località Cesarina.

Alla prima Fiera Campionaria del 1948 parteciparono 60 espositori e 63 agricoltori, con 482 capi di bestiame. La rassegna, pur approntata in breve tempo e con mezzi di fortuna, ottenne immediatamente grande successo. La Fiera di quest’anno, dopo le dimissioni di Andrea Battaglia, ha visto la nomina del nuovo presidente nella persona di Tonino Zana. Come è tradizione, il complesso degli stand che hanno accolto quest’anno ben 105 espositori, ha occupato - oltre ad alcuni spazi limitrofi - soprattutto la vasta area del Parco e della zona che circonda il Santuario della Madonna Addolorata, che come sapete è stato inserito nella struttura, tuttora conservata e visibile, della bellissima Porta di S. Giorgio.La Fiera vera e propria è stata accompagnata da una serie di iniziative che, oltre ad esposizioni di razze caprine e rassegne dell’asino da compagnia, sono spaziate su una nutrita serie di convegni, spettacoli

teatrali, film, concerti, spettacoli di danza, concorsi fotografici. Dal punto di vista sportivo è stata organizzata dal Pedale Orceano la classica gara di ciclismo ed è avvenuta la presentazione della squadra dell’Orzibasket per il campionato 2015-16. Oltre alla apertura della Pinacoteca della chiesa di S. Domenico, dove è stato possibile ammirare opere del Moretto e del Cossali, il vero fiore all’occhiello è stata però la Mostra organizzata presso la Rocca dal titolo “Albrecht Dürer. I Simulacri della

memoria”. Questa rassegna ha visto – e lo vedrà per i prossimi tre mesi sino al 29 novembre – l’esposizione di 100 opere, fra le quali spiccano quelle del noto pittore di Norimberga Albrecht Durer (1471-1528) con un suo quadro e 50 incisioni, oltre a tre tele del pittore Bartolomeo Cincani detto il Montagna (1450-1523), nato a Vicenza ma da padre orceano.

Dario Ghirardi

PAVONE, Decimo BRF2-3-4-5 luglio, 1 palco, 1 spiaggia artificiale, 1 dj, 1 concorso di bellezza, 1 stand gastronomico sempre in funzione, 1 chiosco per i cocktails, 2 gruppi musicali, 4 serate, più di 60 volontari; in breve i numeri vincenti per festeggiare i 10 anni del Beach Rock Festival.Un appuntamento fisso per giovani e famiglie che da anni riscoprono il piacere di far festa insieme nel weekend più caldo e atteso dell’estate.Un’occasione per divertirsi, incontrarsi e ritrovarsi, ballare con i piedi nella sabbia e lasciarsi trasportare dalla musica.In apertura lo spiedo, in una serata dal gusto British con “The Mooncats –The Beatles Tribute Band”, giovane band bresciana di

recente affermatasi sullo scenario locale e nazionale.Il venerdì gli “Intrigo Cover Band” ,spaziato dagli anni ’80 ai giorni nostri, hanno trasportato tutti i presenti con un ampio repertorio coinvolgente ed inevitabilmente ballabile.Collegamento in diretta con radio Numberone e Dj Raineri il sabato, con ragazze e ragazzi immagine a riscaldare l’atmosfera già rovente e frizzante.A chiudere il weekend l’ormai consueto concorso di bellezza “Miss BRF”.Una festa realizzata dai pavonesi per i pavonesi, un appuntamento che necessita di attenta organizzazione e impegno da parte di quanti collaborano nei retroscena

per garantire a tutti un sano d i v e r t imen to . Festeggiamenti dell’estate che non comportano costo alcuno per il Comune, come tiene a ribadire il Sindaco Vivaldini, ma fruttano proventi alla Parrocchia e alle Associazioni che in prima linea offrono il loro impegno e disponibilità.

Pag . 11Pavone Mella e PontevicoSettembre 2015

Un assolato pomeriggio di luglio ha proiettato con decisione Pontevico al centro dell’attenzione generale. Si è infatti diffusa la notizia secondo la quale il giardino dell’ex caserma della Polizia Provinciale di via Brescia, area di proprietà della Provincia di Brescia, era stata destinata ad ospitare una cinquantina di richiedenti asilo. Un progetto maturato in base ad un accordo tra la Provincia di Brescia e la Prefettura al quale non aveva preso parte in alcun modo la locale Amministrazione Comunale. Un disegno che aveva suscitato immediatamente forti perplessità e notevoli timori in tutta la comunità pontevichese, che ha visto coinvolto in questa operazione un immobile che si trova al fianco della cosiddetta moschea che già crea non poche preoccupazioni a livello di circolazione stradale (si trova proprio sulla strada provinciale), di ordine

pubblico e di sicurezza. Se a tutto questo si aggiungono le condizioni assai precarie nelle quali si trova attualmente l’ex Caserma della Polizia Provinciale, è facile capire il malumore provocato da un simile progetto. Una reazione della quale si è fatto portavoce con determinazione e fermezza il sindaco Roberto Bozzoni, che ha parlato a nome di tutti pontevichesi, segnalando con tenacia le incongruenze legate ad una simile iniziativa: “E’ stata una vicenda paradossale – ha spiegato il primo cittadino di Pontevico – nella quale abbiamo temuto di dover subire passivamente una simile decisione senza che fosse presa in considerazione l’opinione della nostra comunità, che rischiava così di vedersi aggiungere una nuova fonte di preoccupazione in una zona che già doveva fare i conti con una precisa criticità ben conosciuta come quella della moschea. Le precarie condizioni nelle quali

Bloccato il progetto per portare a PONTEVICO nuovi profughi

FESTA DELL’ORATORIO 2015

P o z z o d i S a n P a t r i z i o

10 Settembre - 13 Settembre 2015 Pontevico(BS)

11 Venerdì

ore 20.00 S. Messa per i giovani defuntiore 21.00 Concerto Banda Giovanile

ore 21.30 The Nerk’s Classic Rock

Specialità Tigelle Emiliane

Tutte le sere è attivo il servizio cucina e Pozzo di S. PatrizioIl ricavato della festa verrà utilizzato per la ristrutturazione del Cinema

10 Giovedì

ore 21.30 Rosangela e Simone. Nel corso della serata ci sarà l’estrazione della sottoscrizione a premi.

12 Sabato

13 Domenica

ore 21.30 Sabbie Nere cover bandore 0.00 Spaghettata di mezzanotte

Wi - Fi Free all’oratorio

Oratorio San Luigi di Pontevico

ERICADESIGN

PAVONE, Minigrest 2015

Una festa speciale, coinvolgente e animata, che ha visto insieme piccoli e grandi, fanciulli, animatori e genitori a sancire il brillante successo dell’avventura quella che è stato il “Minigrest” di Pavone Mella. Questa è stata la serata di chiusura del “campo estivo”. Tutti insieme a coronare l’esperienza vissuta dai 40 bambini ( dai 3 ai 6 anni) che giornalmente si sono dati ritrovo alla Scuola dell’infanzia, per passare ore serene, insieme, fra giochi, iniziative costruttive, attività educative, visite e gite. Tutto coordinato e seguito dagli occhi attenti delle assistenti coordinate da Giovanna Bonora. Negli occhietti sorridenti dei ragazzini tanto entusiasmo e anche diligente predisposizione nell’affrontare le torride ore estive di luglio dove il caldo non è riuscito ad intaccare l’esuberanza della tenera età ne a scalfire la voglia di fare e di divertirsi. Eccoli così pronti al mattino a seguire le indicazioni e i suggerimenti, poi nel giardino della “materna” giochi in comune e quindi ordinatamente attendere alle uscite programmate, come a assistere a vere e proprie lezioni formative in ambiti

diversi. In tre incontri hanno sperimentato l’arte della cucina con un nutrizionista a preparare salse al pesto, passate di fave e confezionare sfogliatine di mele. Un tris di incontri anche riservati alla musicoterapia per passare poi a corso vero e proprio di educazione stradale affidato alla competenza degli agenti della polizia locale che fa capo a Leno. A bocca aperta poi hanno accolto i vigili del fuoco che hanno loro illustrato i metodi e i sistemi del loro delicato e talvolta pericoloso lavoro. E ancora insieme fra le bancarelle del mercato del lunedì, una sosta al lago delle “Sette Fontane” e ancora visita all’agriturismo “Le Campagnole” in quel di Milzano. Insomma tante esperienze nuove, nuove conoscenze e soprattutto la consapevolezza di aver trascorso giornate intense, in armonia, passione a scoprire cose semplici, ma ancora sconosciute che entreranno sicuramente a far parte del bagaglio culturale e umano ancora agli esordi.

Bruno Manenti

si trova l’edificio, oltre tutto, rendevano più che probabile l’ipotesi della creazione di una vera e propria tendopoli nel giardino esterno, con conseguenze che possono essere facilmente immaginate e che diventano ancora più pericolose se solo si considera la vicinanza con l’attigua moschea. Sono state ore davvero frenetiche – ricorda lo stesso Roberto Bozzoni – contrassegnate anche dall’amarezza di constatare che la Provincia di Brescia non solo intendeva investire le proprie risorse in un intervento di questo genere, ma che, nello stesso tempo, mentre alle nostre comunità sono appena stati tolti punti di riferimento importanti come la Polizia Provinciale proprio per la mancanza di fondi di questi anni di crisi, dall’altra parte vengono trovati ugualmente i soldi per rimettere in sicurezza un edificio che al momento si trova in uno stato di abbandono. Recriminazioni che si sono legate pure al numero dei richiedenti asilo che erano stati inizialmente a Pontevico, visto che una cinquantina di profughi rappresenta senza dubbio una quota molto elevata per una comunità come la nostra”. Obiezioni che il sindaco Bozzoni ha fatto sentire con grande forza in quelle ore così delicate, che si sono però trasformate in

una sorta di “brutto spavento” quando in serata il Consiglio di Amministrazione della Cooperativa “Il Gabbiano” ha annunciato la sua intenzione di non sostenere una simile iniziativa: “E’ così venuto meno il presupposto necessario per portare avanti il progetto – ha ricordato Roberto Bozzoni – e questo ha trasmesso piena soddisfazione alla nostra Amministrazione, che ha visto premiata la sua linea, ma più in generale a tutta la comunità di Pontevico, che non ha dovuto trasformarsi in una sorta di capro espiatorio destinato, suo malgrado, a far fronte a problemi che altrove non si riescono a risolvere. Non è possibile affrontare la questione dei richiedenti asilo in questo modo, passando al di sopra delle comunità e trovando soluzioni a dir poco precarie. Sono ben altre le strade che si devono percorrere se non si vuole correre il rischio di aggravare semplicemente il problema. Il tutto, naturalmente, non può e non deve mai prescindere dall’opinione, dalle esigenze e dalle istanze delle nostre comunità, che non devono mai diventare una specie di valvola di sfogo di gravi problematiche che hanno altrove le loro radici”.

Pag . 12 Pontevico Settembre 2015

La scorsa domenica 12 luglio l’Abazia di Pontevico ha ospitato un evento di particolare significato. In quell’occasione, infatti, ha celebrato la sua prima Messa nel suo paese d’origine Alberto Pari, che è diventato frate francescano a Gerusalemme dove tornerà, con il nome di fra Alberto Ioan, per svolgere la sua missione dopo questo breve ritorno tra parenti ed amici. La seguita celebrazione eucaristica ha visto la partecipazione dell’abate, mons.

Antonio Tomasoni, e di alcuni sacerdoti a loro volta originari di Pontevico come don Sergio Mariotti e don Faustino Pari, che quest’anno ricordano rispettivamente il trentacinquesimo e il ventiquattresimo di ordinazione. All’intensa mattinata hanno partecipato, oltre a numerosi pontevichesi, anche le autorità comunali, rappresentate nell’occasione dal vicesindaco Luciano Migliorati, amico d’infanzia del nuovo frate che, a sua volta, è stato il suo testimone

di nozze. Un legame del tutto speciale che lo stesso Migliorati ha sottolineato nel momento di tributare il saluto di tutta la comunità a frate Alberto: “Oggi l’emozione è veramente forte. Personalmente sono qui a salutare e ad incontrare un amico che ha rappresentato e rappresenta una parte importante della mia vita. Siamo cresciuti insieme e questo vincolo non è mai venuto meno. Sono certo che a Gerusalemme, ma più in generale ovunque lo porterà la sua missione, fra Alberto saprà far valere quelle doti umane e di fede che hanno

significato tanto per chi lo ha conosciuto ed apprezzato qui a Pontevico”. Un abbraccio del tutto speciale con tante persone e con altri sacerdoti della zona che è proseguito al termine della Santa Messa, quando il novello frate, che rimarrà a Pontevico fino alla metà di settembre prima di rientrare a Gerusalemme, con un eloquente sorriso ha confermato a tutti i presenti il servizio pastorale che intende portare dove lo chiameranno i percorsi della fede e le necessità dei fratelli che si trovano nel bisogno.

Prima messa per Frate Alberto, francescano a Gerusalemme

Dottoressa Subacchi, come ogni anno siamo daccapo… di ritorno dalle vacanze qualche chilo di troppo è scappato e ora siamo alla ricerca della dieta “giusta” per rimetterci in forma. Si parla con la vicina di casa che è dimagrita, la collega d’ufficio sta adottando una nuova tipologia di dieta sperimentale che promette 7 chili in 7 giorni, oppure in palestra ci consigliano intrugli, tisane sgradevoli ma che fanno perdere peso velocemente. Che fare?

Le diete non sono tutte uguali! Ogni individuo è diverso dall’altro. Ogni paziente ha una sua età, un suo fabbisogno calorico (metabolismo basale), una diversa composizione corporea che va misurata (massa grassa/magra), uno stile di vita più o meno sedentario… ma soprattutto ogni paziente ha una sua predisposizione e reazione alle allergie e intolleranze alimentari. Insomma, comprereste mai un vestito visto in vetrina ed indossato da un manichino perfetto senza provarlo?Un buon piano alimentare non può essere fatto su criteri “standard” come purtroppo fin troppo spesso accade. Vanno studiati gli usi ed i costumi del paziente le sue

abitudini alimentari ed il suo stile di vita. La casalinga ha piu’ possibilità di prepararsi quel che vuole al contrario dell’impiegato che è costretto a pranzare in mensa al lavoro, oppure del camionista che non rispetta gli orari classici del pranzo e della cena.Nemmeno possiamo parlare di “dieta” che implica un concetto di privarsi di cibo, ovvero di ridurre l’apporto calorico per dimagrire. Ciò comporterebbe per il paziente il recupero dei chili pesi una volta abbandonata la “dieta”. Non mangiare funziona, fa perdere peso molto velocemente, come in quel vecchio film 7 chili in 7 giorni. Ma poi che accade? Li riprendiamo tutti, anche con gli interessi!Dovremo piuttosto insegnare al paziente a scegliere i cibi giusti da mettere in tavola (spesso il problema non sono nemmeno le quantità ma la qualità di ciò che mangiamo!). Infatti spesso accade che si dimagrisca mangiando!

Dottoressa, ci faccia capire come “personalizzare” il piano alimentare - In primis si analizzano le abitudini alimentari del paziente: giuste o sbagliate si cerca proprio di capire com’è il suo stile di vita più o meno sedentario. Si chiedono i gusti, ciò che piace e ciò che non piace, com’è organizzata la sua giornata tipo e scandita da quali orari. - Come secondo step

viene effettuata la misurazione massa grassa e magra e calcolo ritenzione di liquidi (impedenziometria). A volte accade che i pazienti ingrassino perché mangiano meno rispetto al proprio fabbisogno calorico, rallentando così il metabolismo e bruciando sempre meno. Si va quindi ad indagare il loro stato di idratazione e di ritenzione di liquidi. - Al termine del primo incontro viene impostata una pre-alimentazione (x vedere i primi risultati). Non essendo tutti uguali questa pre-dieta serve per capire come reagisce il corpo agli stimoli

alimentari. Segue un secondo incontro con il piano alimentare definitivo. - A seconda dei casi e dei sintomi si lavora piu’ nello specifico indagando sulla presenza di eventuali intolleranze alimentari (mediante prelievo ematico) o intolleranze genetiche (lattosio, celiachia, nikel). Cerchiamo ed escludiamo i cibi che causano uno stato di infiammazione persistente e che quindi bloccano il metabolismo e non ci fanno perdere peso. - Infine, nei casi più ostinati si procede con il test della calorimetria indiretta (che misura il dispendio energetico a riposo ovvero il metabolismo basale. ovvero la quantità di calorie necessarie per lo svolgimento delle funzioni vitali.Una “dieta su misura” così elaborata permette, oltre alla perdita di peso, una maggiore facilità nel mantenere i risultati raggiunti.

Dottoressa Subacchi AnnalisaNutrizionista

Specialista in diete personalizzate,Test intolleranze alimentari

Master in Nutrizione Fitness e SportPresidente ALIAC Onlus Crema e Cremona

Autunno alle porte... Le diete non sono tutte uguali

La dott.ssa Subacchi riponde alle Vs domande scrivendo a: [email protected] Riceve a: MANERBIO (BS) Poliambulatorio MINERVIUM di Via Verdi n.64 tel. 030/9937552 CREMONA Cell. 366 4759134 CREMA Cell. 366 4759134

Settembre 2015 Pag . 13Pontevico

Il tema dei profughi, visti anche gli sbarchi ormai quotidiani sulle coste italiane, è perennemente al centro dell’attenzione. Un tema a dir poco molto “caldo”, che ha coinvolto in maniera profonda la provincia di Brescia e le sue comunità e che è stato ulteriormente accentuato dalla diffusione della voce (poi seccamente smentita) di possibili denunce in arrivo per quei sindaci che si sono fattivamente adoperati per non accogliere nel loro territorio nuovi richiedenti asilo. Una ipotesi sulla quale si è espresso il primo cittadino di Pontevico, Roberto Bozzoni, uno tra i primi ad esprimere la sua ferma contrarietà in merito all’arrivo in terra pontevichese dei profughi: “Devo ribadire – è la spiegazione lo stesso Bozzoni – che più che verso queste ipotetiche denunce (delle quali si è fatto un gran parlare spesso più a fini propagandistici che per reali contenuti) la mia attenzione si concentra verso il mio ruolo di sindaco. Sono infatti attento a svolgere nel migliore dei modi l’incarico che i miei concittadini mi hanno affidato e, quindi, il mio primo interesse è il bene della comunità di Pontevico che cerco di servire ogni giorno al meglio”. Una presa

di posizione chiara, che inquadra con altrettanta chiarezza l’intricata vicenda che sta suscitando infinite discussioni. “Il fatto di aver manifestato la nostra contrarietà all’arrivo dei profughi a Pontevico non è certo dovuto al razzismo. Il problema di fondo dev’essere mirato in un’altra direzione. In questo momento gli enti locali hanno a disposizione risorse così ridotte che si devono industriare per rispondere alle esigenze delle proprie comunità. In una situazione del genere, con la quale ci dobbiamo confrontare ogni giorno e per la quale dobbiamo impegnarci in tutti i modi per offrire risposte concrete ed efficaci ai bisogni sempre crescenti degli abitanti dei nostri paesi, pensare di poter accogliere i profughi e mettere a loro disposizione risorse è davvero impossibile. Prima vengono i problemi e le difficoltà dei pontevichesi e in un periodo come questo, tra disoccupazione, perdita di lavoro, famiglie sempre più in crisi e tante altre importanti esigenze ancora, non c’é davvero spazio per mettere a disposizione dei profughi risorse così scarse come quelle attuali”. La fondamentale priorità riservata alla propria comunità non è la

sola a spingere nella direzione di negare il rifiuto all’accoglienza di questi profughi che ogni giorno variano nei numeri: “Le risorse limitate a disposizione e la volontà di impegnarsi per servire innanzitutto i bisogni dei propri concittadini – conclude il sindaco Bozzoni – sono le ragioni alla base della nostra posizione. Non dobbiamo però dimenticare un altro valido motivo per essere contrari. In questo senso l’esempio che per fortuna ha solo sfiorato Pontevico è chiarificatore. E’ stata avanzata l’ipotesi di accogliere i profughi in una tendopoli che sarebbe stata realizzata nel giardino dell’ex caserma della Polizia Provinciale di via Brescia, un’area di proprietà della Provincia di Brescia. Un’opzione che ha

trovato immediatamente la nostra ferma opposizione anche perché trascurava completamente il fatto di trovarsi accanto ad un’altra zona problematica come la cosiddetta moschea attigua. Se a questo aggiungiamo poi la condizioni igienico-sanitarie nelle quali sarebbero stati ospitati i profughi (specie durante l’inverno), mi viene da chiedermi se i veri razzisti sono quelli che si oppongono all’arrivo dei profughi nei nostri territori oppure tutte quelle persone che, magari seguendo interessi di parte (compresi quelli economici) vorrebbero attirare queste persone in luoghi che di umano non hanno davvero niente…”.

Bozzoni: “Prima il bene della comunità di Pontevico”

La Sala Consiglio del Comune di Pontevico nelle scorse settimane ha ospitato una cerimonia di indubbio rilievo. Una duplice premiazione che ha voluto valorizzare da una parte gli studenti meritevoli della comunità e dall’altra una squadra di sportivi davvero speciale che si sono distinti per i risultati conseguiti. In questo senso da una parte sono state consegnate le borse di studio a 25 ragazzi pontevichesi iscritti dalla Classe Terza della Scuola Secondaria di Primo Grado ai primi anni delle Superiori (20 studenti più cinque allievi della Banda Musicale per la precisione). Un riconoscimento, come ha sottolineato il sindaco Roberto Bozzoni, che “punta soprattutto a celebrare l’impegno e la voglia di migliorare di questi ragazzi che rappresentano il futuro del nostro paese. Giovani che non si limitano a “sopravvivere”, ma si stanno dando da fare con tenacia per crescere nel migliore dei modi e preparare un futuro positivo”. Un plauso altrettanto meritato è stato quello tributato ai giovani calciatori della

cooperativa “Il volo del Gabbiano”, che sono stati brillanti protagonisti sia a livello provinciale che regionale. Vittorie che non si limitano alle soddisfazioni raccolte sul campo, ma si trasformano immediatamente nello slancio per tutti questi ragazzi per guardare avanti con rinnovata fiducia e nuovo entusiasmo. Ed è senza dubbio proprio questa la vittoria più bella ed importante per tutti questi splendidi giocatori e per i loro istruttori. “Non si tratta soltanto di una gioia più che meritata per i ragazzi de “Il volo del Gabbiano” – è stato il commento del primo cittadino di Pontevico – Quello che questi giovani sono riusciti a fare ha un valore del tutto speciale. In effetti, da una parte, si tratta della conferma più bella del cammino che tutti loro stanno svolgendo, ma dall’altra possiamo vederlo anche come un esempio per tutti noi non solo di quello che si può fare con la tenacia e l’impegno, ma pure di quello che si riesce a fare quando si decide di “giocare” per la vita”.

Premi per studenti di valore e calciatori speciali

CalendarioPag . 14

1 MARTEDÌS. EGIDIO ABATELa micìnä frisùsä la gà fàt i micì òrb.La gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi (agire con calma).

2 MERCOLEDÌS. ELPIDIO VESCOVOChi lès sa tant, chi osèrva amò dè piö.Chi legge sa tante cose, chi osserva sa ancor di più.

3 GIOVEDÌS. GREGORIO MAGNOVal migä córèr, val rià a ùrä.Non conta correre, conta arrivare in tempo.

4 VENERDÌS. ROSALIAFa andà ‘n tréèrs èl mangià.Far andare di traverso il pasto (non discutere a tavola).

5 SABATOS. VITTORINO VESCOVONigólä rósä, o chèl piöf o chè ‘l bófä.Nuvola rossa, o piove o ansima (perchè vuol piovere).

6 DOMENICAS. UMBERTOÈl spusàs l’è ‘l paradìs dèi poarècc.Il matrimonio è il paradiso dei poveri.

7 LUNEDÌS. REGINASetèmber sitimbrì prépàrä le tine pèr ‘l vì.Settembre settembrino prepara le tinozze per il vino.

8 MARTEDÌS. NATIVITÀ BEATA VERGINE MARIAL’aquä la fa smarsì i pai.L’acqua fa marcire i pali.

9 MERCOLEDÌS. SERGIO PAPAChi völ tacà a tribülà, èl töé moér e l’empiànte cà.Chi vuol cominciare a tribulare, prenda moglie e metta su casa.

10 GIOVEDÌS. NICOLA DA TOLENTINOGrassä cüsìnä maghèr tèstamènt.Grassa cucina magro testamento.

11 VENERDÌS. EMILIANODéèntando ècc vé förä i caröi.Invecchiando escono i tarli (spuntano gli acciacchi).

12 SABATOS.S. NOME DI MARIAAndà förä dè stròpä.Uscire dai gangheri.

13 DOMENICAS. GIOVANNI CRISOSTOMOAsèn dè natürä chi nò cónóss la sò scritürä.Asino di natura chi non conosce la propria scrittura.

14 LUNEDÌESALTAZIONE DELLA S. CROCE

Padrù comandä caàl tròtä.Padrone comanda cavallo trotta.

15 MARTEDÌBEATA VERGINE ADDOLORATALa fómna pènsadä quant chè ‘l piöf la fa bögàdä.La donna giudiziosa quando piove fa il bucato.

16 MERCOLEDÌSS. CORNELIO E CIPRIANOChi tól moér fa bé e chi nó la töl fa mèi.Chi prende moglie fa bene, chi non la prende fa meglio.

17 GIOVEDÌS. ROBERTO BELLARMINOChi gà moér, gà pènsér.Chi ha moglie, ha grattacapi.

18 VENERDÌS. GIUSEPPE DA COPERTINOÈl la èt come ‘l föm èn dèi öcc.La vede come il fumo negli occhi.

19 SABATOS. GENNAROSè dal föc vé zó ‘n stisù, ta ghét ‘n viàs argót dè bu.Se da fuoco cade una scintilla c’è in viaggio qualcosa di buono per te.

20 DOMENICAS. CANDIDAL’è migä farinä dè fa òstié.Non è farina per fare ostie.

21 LUNEDÌS. MATTEO APOSTOLOCiapà ‘n gambèr.Prendere un granchio (fare una gaffe).

22 MARTEDÌS. MAURIZIOMiga töcc i padrù dè chitàrä jè bu dè sunàlä.Non tutti i possessori di una chitarra la sanno suonare.

23 MERCOLEDÌS. PIO DA PIETRELCINAChi gà tròpä mercansìä tante ólté ‘l la bàt via.Chi ha troppa mercanzia tante volte la butta via.

24 GIOVEDÌS. PACIFICOChi manté migä i cà manté i ladèr.Chi non mantiene i cani mantiene i ladri.

25 VENERDÌS. AURELIAChi parlä trop spèss strapàrlä.Chi parla troppo spesso straparla.

26 SABATOSS. COSMA E DAMIANOTant ‘l ciàpä tant ‘l maiä.Tanto prende tanto mangia (spende).

27 DOMENICAS. VINCENZO DÉ PAOLII sólcc, i galantòm, j-à cöntä dò ólte.I soldi, i galantuomini, li contano due volte.

28 LUNEDÌBEATO INNOCENZO DA BERZOFomne e ròbä dei altèr j-è sèmpèr mèi dè la nossä.Donne e roba degli altri è sempre meglio della nostra.

29 MARTEDÌSS. MICHELE, GABRIELE E RAFFAELEGràs e fadìgä i s’èncònträ migä.Grasso e fatica non si incontrano mica.

30 MERCOLEDÌS. GIROLAMO DOTTOREPiantà la nùs grandä e ‘l fìc picinì.Piantare il noce grande e il fico piccolo.

CALENDARIO BRESCIANO: SETTEMBRE

Settembre 2015

• Caffe’ e brioche 1,50€ cappuccio e brioche 1,90€ Aperitivo 2,50€

• Ampia gamma prodotti artigianali pronto forno surgelati

• Aperti da lunedì a venerdì con orario continuato, anche la domenica mattina con pane fresco

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Bassano Bresciano loc. Bettolino, zona industriale rotonda Verolacenter

Pag . 15Ricette ed il nostro dialettoSettembre 2015

Protagonista di alcune ricette regionali è il riso che viene usato sia in minestra che preparato come risotto.

RISOTTO ALLO ZAFFERANO (Lombardia)

Ingredienti: 300 g di riso superfino, 50 g di burro, 50 g di midollo di manzo, 1 cipolla, zafferano in pistilli oppure 1 bustina di polvere, brodo di manzo e grana grattugiato.

Procedimento: si pongano in una padella il burro (meno una noce dello stesso da usare per la mantecatura finale), la cipolla e il midollo tritati, lasciando che perdano di consistenza. Quindi si aggiungono: il riso, rimestando per far prendere sapore; il brodo a mano a mano che viene assorbito; lo zafferano, quasi alla fine, per non disperderne l’aroma; la noce di burro e il grana grattugiato per la mantecatura a fiamma spenta e pentola coperta. Al giorno d’oggi però è sempre più raro il ricorso al midollo, sostituito dal burro o dall’olio d’oliva. Due ingredienti d’altri tempi: il “cervellato” misto di strutto e midollo, e il grasso d’arrosto utilizzati per il soffritto iniziale. Il risotto allo zafferano si serve spesso con l’ossobuco in gremolada di cui diamo di seguito la ricetta.

RISOTTO ALLO ZAFFERANOcon ossobuco in gremolada

Ingredienti (per 4 persone): 4 ossibuchi di vitello, 50 g di burro, brodo, prezzemolo, farina, limone, aglio, sale e pepe.

Preparazione: mondate e lavate una manciata di prezzemolo e tritatelo finemente con mezzo spicchio d’aglio e la scorza di un limone non trattato. Prendete gli ossibuchi, tagliati piuttosto alti e infarinateli da entrambe le parti. In una padella, fate soffriggere il burro con mezzo spicchio d’aglio che toglierete appena sarà dorato. Disponete in padella gli ossibuchi uno accanto all’altro e fateli rosolare bene dai due lati salando e pepando secondo il vostro gusto. Quando saranno ben dorati, aggiungete mezzo mestolo di brodo o del vino bianco che nella cottura evaporerà, in parte, formando il fondo di cottura. Distribuite su ogni pezzo di carne una cucchiata di salsa di pomodoro e fate cuocere a fuoco lento per un’ora circa, rigirandoli di tanto in tanto. Poco prima della fine della cottura, cospargete gli ossibuchi con la gremolada di prezzemolo e aglio e lasciate rosolare per altri 10 minuti. Toglieteli dal fuoco e deponeteli sul risotto allo zafferano posto su un piatto di portata oppure disponeteli su un piatto di portata e accompagnateli con piselli saltati al burro.

RISI E BISI (RISO E PISELLI)Veneto

Ingredienti: 300 g di riso Vialone Nano, 1 kg di piselli freschi, 1 cipolla, 1 spicchio d’aglio, 1 carota, 1 costa di sedano, 40 g di burro, olio d’oliva e grana grattugiato.

Preparazione: innanzitutto i piselli vanno sgusciati e avviata la loro cottura nel soffritto di burro, aglio e cipolla (accantonare una noce di burro per la mantecatura). I baccelli, assieme alla carota e sedano, servono per preparare un brodo vegetale. Quando i piselli sono quasi cotti, unire il riso e il brodo in adeguata quantità. A cottura ultimata, si spegne la fiamma per mantecare con burro e grana grattugiato. Una variante tipica della cucina contadina è “risi e bisi con l’oco in onto” aggiungendo alla minestra, che risulterà un po’ densa, pezzetti di carne d’oca conservata sotto il suo grasso per tutto l’inverno. Piatto primaverile per eccellenza, il 25 aprile era sulla tavola del Doge di Venezia per festeggiare il patrono di Venezia (S. Marco) badando di non lesinare con l’ingrediente di stagione in onore del proverbio “ogni riso un biso”.

RISOTTO DI PATATE

Ingredienti: 300 g di riso, 4 patate, 100 g di pancetta, 40 g di burro, olio, 1/2 cipolla, prezzemolo, rosmarino e parmigiano.

Preparazione: preparate un trito a base di cipolla e pancetta di maiale. A parte tritate finemente il prezzemolo e il rosmarino che avrete prima pulito e lavato. Sbucciate e lavate le patate, asciugatele e tagliatele in pezzi non troppo grossi. Ponete i due triti in una casseruola con olio e burro e lasciateli rosolare per qualche minuto a fuoco moderato. Aggiungete al soffritto le patate e lasciatele insaporire fino a che non si saranno dorate. Versate il riso nella casseruola e mescolando fate in modo che si impregni di condimento. Unite il brodo bollente fino a ricoprire il tutto rimestando di tanto in tanto affinchè non si attacchi sul fondo. Se tendesse ad asciugare troppo aggiungete altro brodo. Quando il riso sarà cotto, aggiustatelo di sale, incorporatevi il burro e qualche manciata di parmigiano grattugiato e lasciatelo riposare a fuoco spento e a casseruola coperta per 5 minuti.

RISOTTO CON GLI SCAMPIAlto Adriatico

Ingredienti: 700 g di scampi, 350 g di riso, 1 cipolla, 30 g di burro, 1/2 bicchiere d’olio d’oliva, prezzemolo, sedano, 1 bicchierino di Brandy, sale e pepe.

Cucina bresciana: Pranz iPreparazione: preparare dapprima un soffritto con parte del burro e olio e un trito di cipolla e sedano. Aggiungete il riso, fatelo tostare e versate il bicchierino di Brandy che evaporerà durante la prima cottura. Bagnate il riso con l’acqua di cottura degli scampi, che andrà filtrata, invece di usare del brodo e lasciare cuocere lentamente. Poco prima che il riso sia cotto aggiungete, dopo averle tolte dai gusci, le code di scampi, aggiustate di sale e di pepe, lasciate insaporire e togliete dal fuoco. Aggiungete il burro rimasto, il trito di prezzemolo fresco e servite.

RISOTTO PRIMAVERA

Ingredienti: 300 g di fave, 200 g di piselli, 200 g di pomodori, 200 g di riso, 1 bicchiere d’olio d’oliva, 50 g di pancetta, 1 zucchina, sedano, prezzemolo, basilico, sale e pepe.

Preparazione: sul tagliere, tritate separatamente cipolla, carota, sedano, basilico e prezzemolo. Mettete 3 cucchiai d’olio in una casseruola ed unitevi le verdure tritate e la pancetta tagliata a dadini. Fate soffriggere il tutto mescolando con un cucchiaio di legno. Quando le verdure saranno ben rosolate, aggiungetevi i pomodori pelati, tagliati a pezzetti, i piselli e le fave. Dopo aver lavato e raschiato una zucchina, tagliatela a pezzetti e unitela al soffritto di verdure. Lasciate cuocere per circa 20 minuti a fuoco moderato. Versate il riso e lasciatelo tostare per qualche minuto. Salate e pepate secondo il vostro gusto. Bagnate il riso con un mestolo di acqua bollente, mescolate ed unite, di tanto in tanto, dell’altra acqua, e portate il risotto a completa cottura. Prima di togliere il recipiente dal fuoco, incorporatevi una bella manciata di parmigiano, una noce di burro e un cucchiaio di panna liquida.

Aldo Cibaldi, poeta dialettale

Setèmber

Setèmber l’ha sunàt le ciöche,le malghe l’è sé mala dè passiù.

Setèmber có le fórbes dè velutèl scürta la camiza a le zornàde;i bósc i par dè préda, i fura ‘l célcó le pónte dèi làres za strinàde.

Söl fil dèi móncc camina öna strachèssachè filtra dè pèr töt come velöm,perfina la memoria l’è ‘n balanzatridada da la ràssega dèl fiöm.

Sè pènsa sentomila ròbe róte,chè sé sa mia come tigniga drètöt ön perdis e ‘n ricuzìs ensèma,coriàndoi dè pensèr chè va e chè vé.

Él dificil sté mond o sé ridüzela la semplicità dè la rozàda?Ghala tré sécoi la zènt chè sé ricorda,gh’él da mezùra chèl che passa ‘n strada?

Somèa chè l’aria la trategne ‘l fiat.Somèa chè ‘l ciél èl piéghe e ‘l mète ‘n bandai so visticc enfiochetàcc dè nìgoicòl so seré smaltat dè festa granda.

L’istat cól tir a quater dè farfalel’è zamò pronta a parter còl biròcce töta la sò orchestra dè sigale.

Röda dèl temp che gira e che mulinachi pöl comprala ‘ndré la tò farina?

Settembre

Settembre l’hanno suonato i campanacci,le malghe si sono ammalate di dolore.

Settembre con le forbici di vellutoaccorcia la camicia alle giornate;i boschi paiono di pietra, bucano il cielocon le punte dei larici già bruciacchiate.

Sulle creste dei monti cammina una stanchezzache filtra dappertutto come una pioggia velenosa,persino la memoria va e vienemacinata dal mulino da legna sul fiume.

Si pensano centomila cose rotteche non si sa come star loro dietrotutto un perdersi e un ricucirsi insiemecoriandoli di pensieri che vanno e vengono.

E’ difficile questo mondo o si riducealla semplicità della rugiada?Ha tre secoli la gente che si ricorda,esiste da mezz’ora colui che passa in strada?

Sembra che l’aria trattenga il fiato.Sembra che il cielo pieghi e ripongai suoi vestiti infiocchettati di nuvolecon il suo sereno smaltato di festa grande.

L’estate col tiro a quattro di farfalleè già pronta a partire col calessee tutta la sua orchestra di cicale.

Ruota del tempo che gira e macinachi può comperarla indietro la tua farina?

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Ingredienti per 50 triangolini:250 g di burro ammorbidito + il necessario per la placca, 150 g di zucchero, 200 g di noce di cocco grattugiata, cannella in polvere, 2 albumi, 275 g di farina, 100 g di farina integrale e 1 cucchiaio di lievito chimico.

Preparazione:Lavorate il burro con un cucchiaio di legno fino a ridurlo in crema, unite lo zucchero e mescolate bene.Aggiungete la noce di cocco grattugiata e una bella presa di cannella, continuando a lavorare l’impasto con il cucchiaio di legno, finchè sarà omogeneo.Battete leggermente gli albumi con una forchetta, quindi incorporateli nel composto precedente.

Mescolate le due farine e il lievito.Unite la miscela di farine agli altri ingredienti e lavorate ancora per ottenere una pasta omogenea.Staccate un pezzettino di pasta e, lavorando direttamente con le mani, formate un triangolino alto circa 3 cm e spesso 5 mm. Ripetete l’operazione fino a esaurire la pasta.Allineate i triangolini su una placca da forno imburrata e picchiettateli in superficie con i rebbi di una forchetta.Cuoceteli per 10 minuti in forno preriscaldato a 210 °C.Levate la placca dal forno quando i triangolini al cocco si saranno appena dorati; staccateli subito dalla placca con una spatolina, disponeteli su una griglia, distanziandoli bene, e lasciateli raffreddare prima di gustarli.

Il nostro dialettoTermini in via d’estinzione

TRIANGOLINI AL COCCO

N

Naàsa, neàsa: palmento, navaccia, conca di legno oblunga per il trasporto dell’uva, vasca per la pigiatura e formazione del mosto.Naèt: liuto.Naèta (naezèla): arnese del telaio che contiene la spola, ma anche l’ampollina.Nàpola: combinazione di carte di spade al gioco della scopa o della cicera.Nàs-bolognì (cagnì, schìs): naso camuso.Nàsa: nassa, trappola a cesto di rete metallica o di vimini per catturare pesci o uccelli.Nàta: cisti sebacea del cuoio capellutto.Naù: macaco, credulone, navone (rapa dei Ronchi).Nazèla: narice, frogia.Neàsa: bigoncia, tino per l’uva.Nèch: mofeta, luogo donde provengono esalazioni.Negotà: barcollare, traballare, altanelarsi.Nèo: un non nulla, un pochino, manca un pelo.Nequìsia: malvagità, nequizia.Nerbégn: robusto, nerboruto.Nervàda: percossa con nerbo, frusta di

nervi di bue intrecciati (vedi scuria).Netacasècc: mangia pane a tradimento, scansafatiche.Netapè: zerbino, stoino (vedi sturì).Nichia, nicia: tana.Nicià: tergiversare, titubare, nicchiare.Nigutì: niente nulla.Nöca: nuca (vedi cupì).Nöche: articolazioni delle dita.Nodèl: ingrossamento anulare di una canna di bambù.Nóma, nomadès: da poco, appena, nonostante (vedi nomösta).Nosà: annoiare, stancare, seccare.Nösarola: nocciolino dei melograni.Notaröl: taccuino, blocco.Nozèta: malleolo, pollice valgo, noce del piede e per alcuni la rotula (vedi anche nozì e nozìna).

O

Òbet, òbit: funerale.Oblegàt: contadino obbligato.Öc del brod: scandella.Öc del védre: pulica.Öciaa, öciada, öcial, öcialer, öcialina, öcialù: guardare ma nel senso di spiare.

Settembre 2015