La cultura dell’efficienza è il capitolo da riscrivere...

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24 Dicembre 2010 - Anno 3 - Numero 30 energia tradizionale pag. 9 ambiente sostenibile pag. 43 energia alternativa pag. 23 Illuminare senza sprechi Realtà e promesse della rivoluzione Led La sfida delle rinnovabili Storie di aziende giovani raccontate dai giovani La cultura dell’efficienza è il capitolo da riscrivere nel libro dell’industria Luce è anche salute e ambiente I felici esperimenti a Milano e Torino e le nuove proposte del mercato Minieolico, fotovoltaico e Ict Gli studenti della Business School analizzano cinque imprese emergenti Gestione e controllo di consumi e risorse Le soluzioni indicate dai manager nell’Auditing organizzato da Energia24 Il Sole24Ore Spa - Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 Pero (Milano)

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24Dicembre 2010 - Anno 3 - Numero 30

energia tradizionalepag. 9

ambiente sostenibilepag. 43

energia alternativapag. 23

Illuminare senza sprechiRealtà e promessedella rivoluzione Led

La sfida delle rinnovabiliStorie di aziende giovaniraccontate dai giovani

La cultura dell’efficienzaè il capitolo da riscriverenel libro dell’industria

Luce è anche salute e ambienteI felici esperimenti a Milano e Torinoe le nuove proposte del mercato

Minieolico, fotovoltaico e IctGli studenti della Business Schoolanalizzano cinque imprese emergenti

Gestione e controllo di consumi e risorseLe soluzioni indicate dai managernell’Auditing organizzato da Energia24

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Perché è così importante avere prestazioni stabili?

Chiedimelo di nuovo fra 25 anni.

I moduli fotovoltaici SCHOTT Solar racchiudono ciò che conta veramente per ottenere rendimenti interessanti nel lungo periodo: elevata stabilità presta-zionale*, la qualità offerta dalla tecnologia di una rinomata azienda tedesca e l‘esperienza nel settore dell‘energia solare sin dal 1958.

Per saperne di più, visitate il sito schottsolar.it/resa-solare

SI PREVEDONO CONDIZIONI STABILI…

* Nel corso di una misurazione delle prestazioni svolta dal Fraunhofer-Institut i moduli fotovoltaici SCHOTT Solar hanno mantenuto in media più del 90% della loro potenza dopo 25 anni.

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Storia di copertina:

23 Nuovi protagonisti delle rinnovabili visti e raccontati dai giovani

24 Parte dalle vette delle Dolomitiil minieolico che sfida tifonie venti antartici

25 Dal fotovoltaico ai reflui della zootecnica.Brevetti al servizio delle piccole imprese

26 Autosufficienza termica e alimentarenel mondo di Lilliput

27 Dalla consulenza sino alla gestioneremota. I pacchetti ad alta efficienzanella nuova Esco

28 L’incontro dell’universo Energy con l’Icttramite il sistema di controllo Iknogrid

29 Impianti seguiti per l’intero ciclo di vita.Così la specializzazione fa la differenza

Focus:

32 Dove, di quale tipo e con qualedisponibilità. È nato l’atlantedelle biomasse italianeGli algoritmi dell’Emerson processmanagement

33 Agricoltura tutelata e “prezzata”

35 Biocombustibili con garanziadi sostenibilità

36 Quale polizza per il mancato Irraggiamento?

News&Mercati:37 Inizia dal Friuli la via italiana

di Energetica. Porte aperte ai neolaureati del nostro Paese

L’identikit del Parco realizzato in Spagna

39 Sui nostri tetti il fotovoltaico francese.Edf Enr lavorerà con impresee residenziale

Tecnologie&Soluzioni:

40 Su e giù con gli ascensori ThyssenKruppgrazie a un piccolo pannello solare

Evolux.eco accumula energia mentrefunziona

41 Solleva e trasporta i giganti del vento.Chiavi in mano del consorzio Ener.Log

La nuova versione di Direct Drivedi Siemens

Smp: componenti induttivi compattiper offshore

dicembre 2010

energia tradizionale

energia alternativa

Storia di copertina:9 Efficienza energetica voce di spesa?

No, è il futuro delle imprese

10 La competitività è gestione delle risorse.Il controllo dei consumi una priorità

Nessuno tocchi gli incentivi,casomai miglioriamoli

13 Tante opinioni e un solo traguardo:l’efficienza

15 Quanto risparmieremmo solo se sostituissimo il vecchio con il nuovo

News&Mercati:16 La crisi accende le coscienze e l’ingegno.

Meno consumi, più rispetto per l’ambiente

17 La qualità dei servizi pubblici controllata dalle Associazioni dei consumatori

Nuovi beneficiari dei Certificati bianchiper 215 milioni di euro

Non più solo Gpl per il Gruppo ButanGas

Esperienze&Carriere:18 Conti in tasca agli ospedali di Rimini.

Grandi risparmi nati da piccoli interventi

19 Trigenerazione e software di controllonell’Ospedale Unico in Versilia

20 Fatture e gestione dati a misura di cliente.Aeg coniuga risparmio e qualitàdel servizio

Telelettura del gas? Vi spiego perché no

21 Impianto di cogenerazionenello stabilimento Comais di Filago

5 Sommario 7 Energy map

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Storia di copertina:

43 Luci d'autore su Milano e Torino.Anche l’arte s’illumina senza sprechi

44 Non solo vista, ma anche salutee ambiente. Rivoluzione Led tra realtàe promesse

I nuovi modelli di business di Ge Lighting

45 Con Helieon dieci anni di luce continua

Concorso Progetto Luce. C’è tempofino al 31 gennaio

46 Quando il comfort si sposa conil risparmio e l’efficienza. Le soluzionidi BTicino, Osram e Ge Lighting

47 Schneider Electric lavora nell’emergenza,ma in condizioni di massima sicurezza

Sei modelli dal negozio all’hotel

48 Minos System cancella gli sprechi.Efficienza e illuminazione in tempo reale

49 Il polo d’ingegneria del Gruppo Abs'accende con la tecnologia di Philips

Focus:

50 Milano in bike sharing scatta per prima,ma in Europa resta fanalino di coda

51 Mezzi pubblici, piste ciclabili,aree pedonali. Così Friburgo è diventatamodello europeo

News&Mercati:

52 Terni nella sfida del business rifiuti.Con Green riciclo e produzione di energia

Ultimo nato l’impianto sul tettodel Tubificio

53 Carta e vetro raccolta ok, ma attentialla qualità

Sos Internet per togliere i rifiuti Raeedalle strade

54 Finisce l’era dei sacchetti di plastica.Dal 1° gennaio soltanto bio e carta

55 Recupero Raee al traguardo dei 4 kg. Si punta alla raccolta "uno contro uno"

ambiente sostenibile

Economia&Finanza57 Per il petrolio sempre più vicino il sorpasso della domanda sull'offerta

Predictions58 Il nucleare promette prezzi più bassi e un taglio alle emissioni di CO2

60 L'elettricità dall'atomo costerà di più. Lo dimostrano i risultati di otto ricerche61 L'industria italiana chiede certezze sul percorso a ostacoli del nucleare62 L'uranio basterà per i prossimi cent'anni, ma la domanda cresce e il prezzo salirà

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Libri63 L’emergenza cibo minaccia il nostro Pianeta. Il piano B 4 ci spiega cosa fare e perché

Il design che aiuta a mantenere vivo il dialogo con l’ambienteTra credito e sostenibilità c’è di mezzo il Green banking

Agenda64 Le rinnovabili si affacciano sul Mediterraneo

Premi e certificazioni

La posta del lettore65 Commenti e opinioni giunti in redazione

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Impianti e siti regione per regioneLe novità segnalate da Energia24

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IMPIANTI FOTOVOLTAICILuogo: Recetto (No)Tecnologia: moduli fotovoltaici Suntech e inverter PowerOnePotenziale produttivo: la potenza installata è di 2,8 MWpe la produzione stimata è pari a 3.200 MWh di energia elettrica l’annoStato progetto: realizzato e allacciato alla reteProgetto sviluppato da Recetto Energia, società controllata da Zouk Ventures e NextEnergy Capital. La realizzazione è stata portata avanti da TerniEnergiaNote: l’operazione ha richiesto un investimento complessivo di circa 14 milioni di euro ed è stata finanziata in project financing da Centrobanca con una linea di credito di circa 12 milioni

NORMATIVALuogo: AbruzzoAmbito: estrazione petrolifera Note: il Consiglio regionale abruzzese ha approvato una nuova legge, la 166/2010, che limita la ricerca e l’estrazione di petrolio in alcune zone della terraferma abruzzese. La nuova normativa limita fortemente le attività estrattive sul territorio, vincolando le operazioni con valutazione di merito per tutelare realtà peculiari, come l’agricoltura di pregio. Per quanto riguarda l’estrazione offshore vige, invece, una legge nazionale, la 128/2010, che proibisce le perforazioni e le estrazioni di idrocarburi liquidi nella fascia delle 5 miglia dalla costa, mentre in prossimità delle aree protette il limite sale a 12 miglia e include le attività di estrazione di idrocarburi gassosi

PARCO BIOENERGETICOLuogo: Bondeno (Fe)Tecnologia: biogas da digestione anaerobica di biomassa agricola Potenziale produttivo: quattro impianti da 1 MW alimentati da mais, sorgo e triticale saranno in grado di alimentare ogni anno circa 1.500 abitazioniStato progetto: realizzatoProgetto sviluppato da Bioenergy Parks, società detenuta al 50% da Intermedia Finance e al 50% da Holding EnergiaNote: l’operazione ha richiesto un investimento di circa 20 milioni di euro. Ogni anno verranno utilizzate circa 72mila tonnellate di materia prima proveniente dalle zone agricole circostanti

Campionato solare 2010

Legambiente e Klimaenergy 2010 hanno messo in "competizione" i Comuni italiani che hanno installato

pannelli solari e attuato politiche energetiche locali. Dalla prima analisi è emerso che i Comuni più solari d’Italia sono:

Vipiteno (Bz) con 277 kW installatiTorre San Giorgio (Cn) con 575 kW installatiSenigallia (An) con 963,77 kW installatiBolzano con 3.158 kW installati

Approfondimento sul prossimo numero(dati di settembre 2010)

Klimaenergy Award 2010

Ecco i risultati della sfida che vede competere i Comuni italiani impegnati nel risparmio energetico e nella produzione di

energia da fonti rinnovabili.Comuni sotto i 20mila abitanti: Dobbiaco (Bz)Comuni da 20 a 150mila abitanti: Pisa e Sassuolo (Mo)Comuni oltre i 150mila abitanti: TorinoPremio speciale: Santa Luce (Pi)Approfondimento sul prossimo numero

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M.Cristina Ceresa9

STORIA DI COPERTINA

Efficienza energetica voce di spesa?No, è il futuro delle impreseProfessionisti a confronto. Il ritardo è dovuto a una carenza di cultura aziendale. La necessità di rafforzare il ruolo degli Energy manager e dare una precisa identità alle Esco. La spinta di Confindustria per accelerare il cambiamento

Non ci siamo: l’efficienza energetica

è ormai un vero e proprio ossimo-

ro. Ai cittadini italiani sembra non en-

trare in testa che ci sono delle tappe di

riduzione da rispettare volute dalla Ue

entro il 2020 e che quindi non va più

“sprecato” nulla più. E l’industria sta

dimostrando che ha altro cui pensare.

Eppure, i calcoli sono semplici e li fa

Adiconsum: il costo di 1 kWh rispar-

miato è di molto inferiore al medesimo

kWh prodotto (1,8 euro contro i 5 euro

se si parla di fotovoltaico). Ma non pare

che basti e la Iea (International Energy

Agency) lo ha già denunciato: oltre il

40% delle 25 raccomandazioni stilate

due anni fa dall’agenzia per favorire

l’efficienza energetica non sono state

ancora attuate. Anche i Paesi che sono

più attivi in materia di efficienza ener-

getica avrebbero attuato meno del

60% delle raccomandazioni della Iea.

Eppure l’agenzia non demorde e lancia

nuovi piani d’azione che se attuati a li-

vello globale potrebbero evitare l’emis-

sione di 8,2 Gt di CO2 all’anno entro il

2030, circa il doppio delle emissioni

prodotte anno su anno dai Paesi

dell’Unione europea. Residenziale, pic-

cole imprese, trasporti ed enti pubblici

tra le aree che a breve potrebbero pren-

dere spunto da un piano d’azione che

la Commissione europea promette di

rilasciare nei primi mesi del 2011. I ma-

ligni, però, dicono che fino a quando

non ci saranno balzelli da pagare in po-

chi si muoveranno. Ma forse, anche in

quel caso, si troveranno altri escamota-

ge…

energia tradizionale

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storia di copertina

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OPINIONI A CONFRONTO

La competitività è gestione delle risorseIl controllo dei consumi una prioritàLa mancanza di liquidità non basta a spiegare la diffusa sottovalutazione e il gap di conoscenze. Qualcosa si muove. Esempi d’eccellenza del nostro Paese

Efficienza energetica in Italia.

L’ombra principale è ancora il

gap di conoscenza di industria, ban-

che e istituzioni. Costo e non bene-

ficio, ma anche sorella minore delle

più sexy rinnovabili, così sono cata-

logate le operazioni che porterebbe-

ro a riduzione di materie prime ener-

getiche. Eppure qualcosa si muove,

«a partire da Confindustria che sta

chiedendo ai propri associati di in-

camminarsi decisamente verso que-

sta strada - afferma, moderando

l’incontro, M.Cristina Ceresa, vice

direttore di Energia24 -. Il che, secon-

do le stime, potrebbe generare una

domanda di prodotti di circa 130 mi-

liardi di euro e creare 1 milione e

600mila posti di lavoro».

Un ostacolo a investimenti in questa

direzione è sicuramente la mancanza

di liquidità a livello di sistema Paese,

in conseguenza della crisi economica,

ma anche un certo ritardo culturale e

a livello di mentalità da parte degli

Nessuno tocchi gli incentivi, caso mai miglioriamoli

Le proposte per migliorare la macchina degli incentivi - tornati come eco bonus tra i capitoli da discutere nella Legge di stabilità - non

mancano. «La proroga dell’ecobonus del 55% per le ristrutturazioni edilizie è un riconoscimento delle nostre tecnologie - ha affermato Sandro Bonomi, presidente Anima -. Allo stesso tempo, con preoc-cupazione, prendiamo atto del fatto che dilazionare lo strumento del 55%, che è passato da tre, a cinque, fino a oggi a dieci anni rischia di compromettere i vantaggi che ne potrebbero derivare». Adiconsum,intanto, non solo si augura la stabilizzazione della durata della mano-vra, ma vorrebbe anche che fosse introdotta la “portabilità” delle de-trazioni fiscali dai diretti beneficiari alle Esco, alle banche o agli opera-tori che effettuano gli investimenti, e la “finanziabilità” dei progetti da parte del sistema bancario.

stessi imprenditori. Almeno questo è

il parere di Andi Bedi, consulente di

Strategic Management Partners,

società che sta conducendo un son-

daggio per capire cosa sia davvero

l’efficienza energetica. «Al sondag-

gio - spiega Bedi - siamo arrivati dopo

aver condotto uno studio sugli Ener-

gy manager, che mostrava come

questa figura professionale fosse uno

degli anelli deboli della catena. Non

per mancanza di competenze quanto

per una carenza di potere decisionale

e di budget disponibile». Già: le due

cose vanno per forza di pari passo. È

l’Energy manager la figura che do-

vrebbe portare sapere e conoscenza

sui “trucchi” per utilizzare al meglio

l’assetto energetico. Eppure, malgra-

do le bollette inviate dalle Utility siano

punti dolenti per tutte le aziende, si

continua a registrare una notevole

difficoltà nel delegare una parte eco-

nomica così importante a una sola

persona e anche l’outsourcing è an-

cora difficile da accettare.

La gestione dell’energia, insomma, in

ancora troppi casi continua a essere

spalmata su altri reparti dell’azienda:

dall’amministrazione all’ufficio ac-

quisti, al facility management. In più,

come ha sottolineato Armando Bi-

schetti, manager energy efficiency

di Siemens, «nelle Pmi l’Energy ma-

nager è una persona che ha almeno

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storia di copertina 12/201024

altre due o tre mansioni e dedica,

quindi, al problema solo una frazione

del suo tempo». Fortunatamente se-

condo Sandro Picchiolutto, consu-

lente di Uni Cti, la norma dedicata

agli Energy manager c’è: è la Uni

11339, ormai recepita anche in Italia,

che va a integrarsi con una serie di

altre norme sulla gestione dell’ener-

gia. «Questo dovrebbe aiutare l’Italia

a concentrarsi sull’efficienza - auspi-

ca Piccholutto - di gran lunga secon-

do stime Iea la più grossa fonte ener-

getica da oggi al 2030, quasi quanto

tutte le rinnovabili messe insieme.

Paradossalmente fino al 1990 l’Italia

è stato il Paese con la migliore gestio-

ne energetica rispetto all’Europa dei

15. Poi, però, mentre gli altri progre-

divano è rimasta inchiodata. E ora ha

il peggiore rapporto di Tep su Pil di

tutta l’area».

Se spesso l’Energy manager è defi-

lato rispetto al potere decisionale e

senza un budget autonomo, può

comunque agire efficacemente pre-

sentando dei piani di intervento pre-

cisi con un calcolo esatto del Roi.

«Da questo punto di vista la collabo-

razione con le Esco diventa impre-

scindibile - puntualizza Marco

Bianchi, partner di Tep Energy So-

lution -, il budget in questo modo

se lo crea da solo, perché sarà la

Esco ad aiutarlo a stilare un piano e

a fornire i capitali. In questo modo la

gestione dell’energia diventa un ve-

ro affare perché non è più una voce

di spesa, ma una risorsa».

La necessità di presentare un proget-

to complessivo è sottolineata anche

da Vincenzo Albonico, presidente

di Agesi, l’Associazione delle società

che operano nel settore energetico.

«Non dovrebbe esserci una dipen-

denza dall’ufficio acquisti. Nell’indu-

stria questa figura professionale è

spesso un project manager dell’ener-

gia che lavora assieme agli altri per

abbassare l’intensità energetica su

punto di Pil. Certo è necessario che

l’imprenditore sia sensibile ai temi del

risparmio». Purtroppo secondo Gian-

luca Airoldi, area manager di Ab

Energy, «in molte aziende non si sa

neppure cosa sia l’Energy manager: è

incomprensibile - stigmatizza - che

nel 2010 molte aziende non abbiano

neppure preso in considerazione la

cogenerazione».

Il ruolo delle Esco

«Forse il motivo per cui l’efficienza

energetica non è percepita nella sua

importanza è la sua natura elusiva: è

difficile da fare, è difficile da comuni-

care, è difficile da dimostrare - ragio-

na Andrea Tomaselli, presidente di

Assoesco -. Di conseguenza non fa

notizia e i politici non se ne occupa-

no, perché non porta voti. Così le

istituzioni non completano le norme

necessarie, per esempio il fondo di

garanzia. Le Esco sono allora un gri-

maldello molto efficace per superare

questi problemi, perché propongono

un piano, si assumono il rischio

dell’investimento e all’azienda riman-

gono solo i vantaggi». E la compren-

sione dell’efficienza energetica passa

anche attraverso software di gestione

che misurino e rendano chiari i con-

sumi. È questo il parere di Piero Ai-

Cos’è l’efficienza energetica

Energia24 ha chiesto cosa sia l’efficienza energetica a diversi soggetti, appartenenti a società di trasporti, aziende di illuminazione e di edilizia, produttori di impianti fotovoltaici, centri di ricerca e associazioni.

Ognuno ha la propria sensazione. E le risposte sono state varie.

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storia di copertina

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12/201024

masso, solution manager di Das-

sault Systèmes: «I nostri software

per la gestione del ciclo di vita del

prodotto, del processo e della loro

governance servono anche a rendere

più facilmente comunicabile l’effi-

cienza energetica. Sono, in una paro-

la, abilitatori di innovazioni, perché è

necessario che si capisca che l’effi-

cienza è competitività. Siamo una

multinazionale e lavoriamo in tutto il

mondo, possiamo testimoniare che

questo tema è molto sentito negli al-

tri Paesi, anche in Cina e in India».

«Naturalmente occorrerebbe una

maggiore cultura anche da parte

delle istituzioni - sottolinea Ales-

sandro Pascucci, segretario nazio-

nale di Federesco -. Se i soldi stan-

ziati per il nucleare fossero stati de-

dicati all’efficienza energetica, i

vantaggi sarebbero stati maggiori e

i ritorni più veloci. In ogni caso per

innescare un circolo virtuoso è ne-

cessario istituire un fondo di garan-

zia. Così, le banche sarebbero molto

più propense a finanziare progetti di

risparmio energetico. Oggi, invece,

privilegiano i prestiti nell’ambito

delle rinnovabili solo perché capi-

scono meglio di cosa si tratta. Oc-

correrebbe un maggiore dialogo fra

le Esco e le banche».

Confindustria, però, ha chiesto che

accanto agli sgravi fiscali del 55%

per interventi dei privati, si aggiun-

ga uno sgravio del 20% anche per

le aziende. È ciò che è avvenuto in

altri Paesi europei e che ha portato

a buon fine. Come in Olanda, dove

il 95% delle aziende ha già la certi-

ficazione Iso 16001 (in Danimarca

la percentuale è dell’80% e in Sve-

zia al 60% - fonte Uni Cti). «In Ita-

lia, invece, è solo dello 0,8% - am-

mette desolato Picchiolutto -. Que-

sto perché la norma all’estero è

accompagnata da una serie di prov-

vedimenti che ne incentivano l’ado-

zione. Per esempio, in Svezia si ri-

sparmia il 7% sul costo totale

dell’elettricità, in Olanda si possono

contrattare i propri limiti di autono-

mia ambientale, in Danimarca si ri-

sparmia l’80% della carbon tax e in

Irlanda il Governo aiuta finanzian-

do audit e interventi e formando i

dipendenti. In Italia aspettiamo an-

cora che la norma sia completata

dai decreti ministeriali. Non è ne-

cessario inventare nulla in questo

caso, basta copiare quello che han-

no fatto gli altri Paesi».

Le buone pratiche da replicare

Eppure, qualcosa si muove. Il Cestec

(il Centro per lo sviluppo tecnologi-

co, l’energia e la competitività della

Regione Lombardia) ha un progetto

della durata di tre anni per portare

le Pmi lombarde all’efficienza ener-

getica. Cofinanzieranno l’audit a

500 imprese tendendo a fare emer-

gere casi esemplari che siano di sti-

molo. In campo anche la rottama-

zione incentivata dei macchinari

obsoleti e bandi legati alla ricerca e

all’innovazione.

Anche le banche non sono poi così

insensibili all’argomento, per esem-

pio il Gruppo Intesa San Paolo è

stato fra i primi in Italia a ottenere la

certificazione 16001. E soprattutto

ha messo a punto un prodotto dedi-

cato alle Esco per finanziare i proget-

ti dedicati agli enti locali.

A livello imprenditoriale Marco

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storia di copertina 12/201024

a cura di Nadia Tadioli

Bianchi di Tep cita, invece, l’esem-

pio della Confindustria di Cuneo

che ha costituito il Consorzio

Grande Energia. La finalità princi-

pale è quella di aggregare le impre-

se per approvvigionarsi sul libero

mercato dell’energia elettrica alle

migliori condizioni economiche. Il

Consorzio fornisce anche la consu-

lenza necessaria alla gestione dei

rapporti tecnico-legali con i fornito-

ri. Fra i settori più attenti c’è sicura-

mente quello dei cementifici, come

testimonia Filippo Banfichi, re-

sponsabile energia di Cementizillo:

«Nel nostro caso l’energia incide

per il 24% sul fatturato. Dipendia-

mo dai combustibili, perché applica-

re le rinnovabili nel nostro settore

non ha molto senso: un impianto

fotovoltaico da un megawatt sareb-

be solo una briciola. Quindi, abbia-

mo puntato subito all’efficienza:

con un sistema di monitoraggio e

con motori, macchine e bruciatori di

ultima generazione. In cinque anni

abbiamo recuperato fino a 12 milio-

ni di kilowattora, tagliando l’emis-

sione di 1 milione di tonnellate di

CO2. Il ruolo delle Esco in queste

operazioni è fondamentale, sono

loro ad aggiornare sulle innovazioni

e sulle possibilità, perché in azienda

non c’è tempo per questo».

«Il settore più accorto negli acquisti

energetici è, però, quello degli istituti

finanziari, grazie a un accordo qua-

dro che Abi Energia ha siglato con

un consorzio per l’idroelettrico - spie-

ga Andrea Fedriga, presidente di

Fedabo -, al secondo posto si piazza-

no le aziende del settore chimico e al

terzo quelle alimentari. L’Italia è l’uni-

co Paese che compera l’energia a no-

vembre, invece che durante tutto

l’arco dell’anno». Nel terziario, specie

nelle piccole imprese, un ruolo impor-

tante nell’ottimizzazione potrebbe

essere giocato dalla gestione dell’illu-

minazione. «È un aspetto di cui spes-

so ci si dimentica - dice Davide Zan-

zi, responsabile marketing operativo,

domotica e terziario di BTicino -. Gli

uffici spesso consumano energia co-

me negli anni 60. Il problema è che

chi costruisce gli immobili non è chi

poi li occupa, che spesso non ha le

competenze per capire i risparmi che

ne deriverebbero».

RIFLESSIONI ALL’AUDITING DI ENERGIA24

Tante opinioni e un solo traguardo: l’efficienzaSandro Picchiolutto, Uni Cti

--

Marco Bianchi, Tep

-

Vincenzo Albonico, Agesi

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storia di copertina

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Filippo Banfichi, Cementizillo

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Armando Bischetti, Siemens

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Andrea Tomaselli, Assoesco

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Alessandro Pascucci, Federesco

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Piero Aimasso, Dassault Systèmes

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Francesco Morabito, Cestec

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storia di copertina 12/201024

Gianluca Airoldi,Ab Energy

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Rossella Zunino, Rga

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Andrea Fedriga, Fedabo

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Davide Zanzi, BTicino

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Si può fare: basterebbe che cento milioni di apparecchi, che comunemente usiamo per ricaricare le batterie del cellulare, utilizzassero componentistica efficiente per eliminare tre quarti di una centrale elettrica da 300 MW

Fonte: Fairchild

COMPUTER

ILLUMINAZIONE

MOTORI

AUTOMOTIVE

FORNITURE ELETTRICHE

EFFICIENZA ENERGETICA

Quanto risparmieremmo solo se sostituissimo il vecchio con il nuovo

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news&mercati

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Agnese Ananasso

La crisi, due anni bui affrontati in

modo diverso da Paese a Paese,

ma con un filo conduttore: il ridimen-

sionamento dei consumi. Consumi

anche di energia. Sì, perché la crisi ha

toccato anche la bolletta delle fami-

glie italiane. Secondo una recente ri-

cerca di Gfk Eurisko, esposta durante

il XI meeting dei segretari generali

delle Camere di commercio e con-

dotta sui consumatori di 24 Paesi

(compresi Paesi dell’area Bric, Austra-

lia, Estremo Oriente e Russia) l’84%

degli intervistati ha dichiarato di aver

tagliato qualche spesa: a sorpresa,

subito dopo i cosiddetti svaghi (risto-

ranti, viaggi, uscite per divertimento)

e le spese per l’abbigliamento, si col-

locano i tagli per i consumi di energia

domestica (tagliati del 26%). Austra-

lia, Stati Uniti, Regno Unito, Canada

e Germania sono i Paesi che hanno

tagliato di più e anche l’Italia è sopra

la media: in Italia il 42% degli intervi-

stati ha tagliato i propri consumi,

mentre la media è del 36%. Un taglio

che, però, prevede una gratificazione

ogni tanto: come dire “meno quan-

tità e più qualità”. I problemi econo-

mici sono e rimangono la prima pre-

occupazione in 18 Paesi su 24, ma in

Canada e Australia è l’ambiente è

essere al primo posto. E i problemi

legati alla scarsità (68%) e all’inqui-

namento dell’acqua (70%) rimango-

no i primi da risolvere, anche prima di

quello dell’aria (66%), seguito dallo

spreco di risorse (65%), dai cambia-

menti climatici e dal surriscaldamento

globale, dalla perdita di piante e ani-

mali, dalle emissioni delle auto e dai

problemi connessi alla produzione

industriale, al trasporto e all’uso del

petrolio. Azione immediata (70%),

normative stringenti (69%), fiducia in

scienza e tecnologia (56%) sono con-

siderate le soluzioni per risolvere i

problemi ambientali. «La crisi ha por-

tato dunque a una maggiore consa-

pevolezza dell’importanza dell’am-

biente che si manifesta, per esempio,

con una maggiore attenzione alla

scelta della prossima vettura da ac-

quistare - spiega Paolo Anselmi, vi-

ce direttore di Gfk Eurisko -. Nel 2007

solo il 66% ha dichiarato che avrebbe

fatto attenzione a tale caratteristica

nella scelta della vettura futura, nel

2009 la percentuale sale all’81%,

quasi il doppio rispetto all’attenzione

nell’acquisto dell’attuale vettura in

uso». I comportamenti messi in atto

RICERCA GFK EURISKO

La crisi accende le coscienze e l’ingegnoMeno consumi, più rispetto per l’ambientePreoccupazioni economiche in primo piano, ma anche timori per la scarsitàe l’inquinamento delle risorse idriche. Così mutano i comportamenti

negli ultimi sei mesi dai consumatori

sono quelli che hanno conciliato ri-

sparmio e sostenibilità, come il rispar-

mio dell’energia (57%) e dell’acqua

(54%), il riciclo (52%) e il riuso di bu-

ste e borse per fare la spesa (47%).

Non solo, c’è una maggiore attenzio-

ne anche al tipo di prodotto che si

acquista e alla responsabilità sociale

del brand. «In Italia negli ultimi dieci

anni tale attenzione è cresciuta di

quasi il 50%, passando dal 25% del

1999 al 36% del 2009 dei consuma-

tori che hanno premiato aziende so-

cialmente responsabili; negli Stati

Uniti si è passati dal 45% al 59% -

continua Anselmi -. Non solo: si sono

penalizzati quei brand non responsa-

bili, oggi molto più che nel passato. Il

consumatore vuole prodotti sicuri,

sani, etici, che non danneggino l’am-

biente e quindi premia le aziende con

una filiera sostenibile, penalizzando

chi non presta attenzione a questi fat-

tori».

I desiderata dei cittadini del mondo

Fonte: Gfk Eurisko

70% 56%

69%

Dobbiamo agire subitoper salvare il nostro pianeta

Abbiamo bisogno di leggi e norme ambientali più severe

La scienza e la tecnologia giocheranno un ruolo

decisivo nella salvaguardiadell’ambiente

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news&mercati 12/201024

L’Autorità per l’energia destinerà altri 215 milioni di euro

all’efficienza energetica, finanziando le attività di 67 opera-

tori (elettricità e gas) attraverso i Certificati bianchi. In 5 anni (dal

gennaio 2005), gli incentivi hanno superato i 530 milioni di euro,

che si sono tradotti in diversi vantaggi economici e ambientali. I

Certificati bianchi, lo ricordiamo, attestano i minori consumi ot-

tenuti con interventi di efficienza energetica, come l’installazione

di caldaie a elevato rendimento, pompe di calore e altre tecno-

logie. Secondo una nota dell’Autorità, l’Italia ha evitato emissio-

ni di CO2 per 18 milioni di tonnellate, risparmiando circa 6,7

milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (un certificato equi-

vale a un Tep). Sono cifre paragonabili alla produzione annua di

una nuova centrale elettrica da oltre 750 MW o ai consumi an-

nuali di una città con 1,8 milioni di abitanti. Il presidente dell’Au-

torità, Alessandro Ortis, ha ricordato che il sistema dei Certifi-

cati bianchi «si sta dimostrando conveniente, migliore di ogni

altra iniziativa attuata per contribuire a ridurre la nostra dipen-

denza dalle importazioni e a contenere le emissioni di CO2».

Riorganizzazione in casa ButanGas che passa

da capofila a partecipata della neo costituita

Veroniki Holding (13 milioni di euro di capitale

sociale). Tre gli asset della nuova realtà: Gpl,

energie rinnovabili (nasce Verowind) e cultura

(focus sulle attività culturali promosse dalla Fon-

dazione Dragan). A capo della holding Danie-

la Veronica Gusa de Dragan, coadiuvata dal

direttore generale Antonello Bracalello. Butan-

Gas cede alla holding le società estere (una rete

di una dozzina di realtà operative nei Paesi slavi

e mediterranei) per un valore complessivo stima-

to in circa 30 milioni di euro. Il core business del

Gruppo resta l’energia pulita, ovvero la distribu-

zione del Gpl, sebbene enfasi sia stata data al

piano industriale legato alle rinnovabili dove spic-

ca l’investimento di 40 milioni di euro per il parco

eolico da 25 MV realizzato in Romania.

Nuovi beneficiari dei Certificati bianchiper 215 milioni di euro

Non più solo Gpl per il Gruppo ButanGas

ACCORDI NASCE VERONIKI HOLDING

Dopo numerosi incontri Confservizi e Adusbef, Fe-

derconsumatori, Movimento dei consumatori

e altre 14 associazioni di consumatori hanno firmato un

protocollo d’intesa con la Confederazione nazionale

dei servizi pubblici locali e con le Federazioni dei

settori dei trasporti, dell’igiene ambientale,

dell’elettricità, del gas e dell’acqua. Il protocollo dà

attuazione a quanto previsto dall’articolo 2, comma 461,

della legge Finanziaria 2008, ovvero la tutela dei consu-

matori che si avvalgono dei servizi di pubblica utilità, at-

traverso iniziative e procedure che permettono il control-

lo e la partecipazione delle rappresentanze dei cittadini

alla definizione degli obiettivi di efficienza, efficacia e

qualità dei servizi. In particolare, il comma 461 prevede

una serie di obblighi per gli enti locali che includono:

obbligo per il gestore di emanare una «Carta della qua-

lità dei servizi»; consultazione obbligatoria delle Associa-

zioni dei consumatori; verifica periodica dei parametri

quantitativi e qualitativi con la possibilità per ogni citta-

dino di presentare osservazioni e proposte in merito; si-

stema di monitoraggio permanente per il controllo del

rispetto dei parametri di servizio, finanziato mediante un

prelievo a carico dei soggetti gestori. Tra le altre novità,

il protocollo include la verifica, nei tavoli settoriali, del

possibile ricorso a strumenti e procedure di conciliazione

extragiudiziali nei settori che ne sono sprovvisti, ricono-

scendo alla conciliazione paritetica con le Associazioni

dei consumatori il mezzo fondamentale per la risoluzione

delle controversie di consumo.

«Tra le aziende che erogano servizi pubblici locali e i con-

sumatori si è aperto un tavolo di confronto il quale eser-

cita un’azione di promozione verso servizi efficienti e di

buona qualità - ha sottolineato Giancarlo Cremonesi,

presidente di Confservizi -. Ricordo che l’iniziativa, sia

pure sporadica, è già in atto presso alcune aziende e per

quanto riguarda la conciliazione, siamo in anticipo nei

tempi rispetto alla obbligatorietà prevista nel 2011».

ml.fe.

La qualità dei servizi pubblici controllata dalle Associazioni dei consumatori

PROTOCOLLO D’INTESA

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esperienze&carriere

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Il tema della ecosostenibilità e del ri-

sparmio energetico divenne improv-

visamente popolare tra le strutture

sanitarie dell’Emilia Romagna nel

2007, quando cioè furono concesse le

prime incentivazioni governative - ci

racconta Francesco Versari, Energy

manager dell’Asl di Rimini.- Il nostro

direttore generale ci invitò, perciò, a

preparare un piano di intervento, cosa

che il mio ufficio fece, elencando le

diverse possibili azioni secondo il rap-

porto costo di investimento/beneficio

atteso. Una volta ottenuti i fondi ne-

cessari fu, poi, definito un piano di

attività per le varie sedi della nostra

unità sanitaria, ossia principalmente i

cinque ospedali e la sede amministra-

tiva. Data la possibilità di eseguire i la-

vori senza la necessità di rispettare la

quiete degli ammalati, com’è il caso

degli ospedali, è stato proprio l’edificio

amministrativo la prima nostra sede in

cui a fine 2010 abbiamo festeggiato la

conclusione dei lavori».

I dettagli ce li spiega Paolo Bianco,

consulente esterno dell’ufficio

dell’Energy manager, che ha coordi-

nato la definizione delle priorità dei

possibili interventi, la loro progettazio-

ne e il controllo sulle ditte che hanno

vinto gli appalti. «Il nostro è stato un

approccio integrato - spiega Bianco -

per ottenere una riduzione dei consu-

mi di energia elettrica, gas metano,

acqua e delle emissioni di anidride car-

bonica. Dal punto di vista economico i

risparmi maggiori, stimabili sui 30.000

euro all’anno, sono stati forniti dalla

riduzione del consumo di energia elet-

trica, ottenuta grazie a tre diversi pro-

getti. Il primo ha comportato la realiz-

zazione di un impianto fotovoltaico di

360 moduli per una potenza nomina-

le di 81 kWp che, ipotizzando un fun-

zionamento in linea con le medie del

territorio di Rimini, si prevede produrrà

sui 95.000 kWh annui. Il costo dell’im-

pianto è stato stimato pari a 350mila

euro, in realtà la Usl non ha dovuto

sborsare un solo euro. Infatti, la ditta

che si è aggiudicata la gara, ossia Tec-

nologie Ambientali di Rimini, si è

fatta carico del costo della installazio-

ne dei pannelli a fronte della conces-

sione per 20 anni dell’impianto, for-

nendo inoltre la loro manutenzione, il

servizio di produzione dell’energia e

della manutenzione della rete, incas-

ENERGY MANAGER

Conti in tasca agli ospedali di RiminiGrandi risparmi nati da piccoli interventiIl piano realizzato nelle aziende sanitarie ha consentito una riduzionedi consumi e spese per luce, acqua, metano e una minore emissione di CO2

sando come unico corrispettivo gli in-

centivi governativi in Conto energia

che verranno versati». L’impianto,

precisa Bianco, non sarà interconnes-

so con la rete perché l’energia prodot-

ta verrà interamente consumata all’in-

terno dell’edificio.

Sempre nell’area risparmio di energia

elettrica sono stati installati due gruppi

frigoriferi da 425 kW ad alto rendi-

mento per l’impianto di condiziona-

mento, in sostituzione dei vecchi in

cattivo stato di conservazione e poco

efficienti, ed è stato lanciato il pro-

gramma battezzato “Shutdown” per

lo spegnimento dei personal compu-

ter durante la notte. Questa voce, ap-

parentemente trascurabile, ci dice

Bianco, in effetti si stima che porterà

un risparmio annuo di 45.000 kWh

pari a circa 4.800 euro, a fronte non di

investimenti, ma solo di una opera di

sensibilizzazione dei dipendenti.

Poco meno rilevanti sono i risparmi nel

consumo di gas metano, che si preve-

de saranno realizzati grazie a due pro-

getti: «Il primo riguarda la sostituzione

delle caldaie dell’impianto di riscalda-

mento con due nuove caldaie da 350

kW del tipo a condensazione - spiega

Bianco -. Ciò è stato realizzabile sem-

plicemente, e a costi ragionevoli, per-

ché gli elementi radianti erano già a

fan coil e potevano funzionare a bassa

temperatura. Perciò non si è dovuto

rifare tutto l’impianto come sarebbe

Francesco Versari

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esperienze&carriere 12/201024

Luciano Barelli

stato necessario se avessimo avuto dei

normali radiatori. Inoltre, ciascun fan

coil era già dotato di regolazione indi-

viduale, il che ci ha permesso di bene-

ficiare dei contributi statali per il rispar-

mio energetico che presuppongono la

regolazione separata dei singoli locali.

Il secondo intervento è stato l’installa-

zione di 2.500 m² di termocappotto su

tutta la facciata dell’edificio in sostitu-

zione del preesistente rivestimento in

materiale ceramico che era rovinato in

più punti. In totale questi interventi

hanno portato alla riduzione del con-

sumo annuo di metano di 17.800 m³

e della produzione di CO2 di 34,8 ton-

nellate». Ultima voce di risparmio, l’ac-

qua: «Abbiamo sostituito tutte le cas-

sette dei wc con quelle a doppio pul-

sante - precisa Bianco -. Il risparmio

previsto è di 1.500 m³ di acqua, pari a

2mila euro all’anno, ossia nettamente

inferiore ai precedenti, ma per noi era

importante partire con un progetto a

tutto campo». Il tempo di rientro

dall’investimento dell’intero progetto

è stimato sotto i cinque anni.

Viareggio, Camaiore, Pietrasanta

e Seravezza. Queste cittadine

toscane custodiscono oggi un com-

plesso ospedaliero, quello dell’Ospe-

dale Unico di Versilia, con un volu-

me di 190mila metri cubi per circa

500 posti letto e con un flusso gior-

naliero di oltre 3.500 persone tra

operatori, degenze, pazienti in day

ospital o ambulatorio e visitatori.

La collaborazione tra Siram e la di-

rezione tecnica dell’Ausl 12 ha fatto

Trigenerazione e software di controllo nell’Ospedale Unico in Versilia

RECUPERO TERMICO

sì che dal 2008 siano stati realizzati

interventi ecosostenibili che hanno

progressive riduzioni del consumo

energetico. A breve potrebbe anche

essere riqualificato l’impianto di tri-

generazione attraverso l’installazio-

ne di un nuovo gruppo frigo e di un

condensatore fumi per il recupero

termico che permetterebbero un

incremento dell’efficienza energeti-

ca del sistema (6,9 milioni di MJ di

energia primaria recuperata all’an-

Così sono calati i consumi ed è aumentata l’efficienza

no) e un ulteriore risparmio di emis-

sioni di CO2 (386,5 tonnellate/an-

no). Tra le applicazioni di soluzioni

più innovative, si sottolinea la realiz-

zazione di un nuovo software per il

telecontrollo e la telegestione degli

impianti che, grazie a un sistema di

4mila punti di rilevamento dislocati

in tutta la struttura, consente ai tec-

nici di monitorare e intervenire in

tempo reale sugli impianti.

Fonte: Siram

Paolo Bianco

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esperienze&carriere

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12/201024

Anche se la sua attività è diversi-

ficata e copre la gestione di

impianti di teleriscaldamento, cen-

trali termiche, impianti di cogenera-

zione e gassificazione, il core busi-

ness di Aeg Reti Distribuzione, so-

cietà cooperativa di consumo priva-

ta attiva in Piemonte nell’area del

Canavese, è la distribuzione di gas

metano.

Qualche dato numerico: 25 dipen-

denti, un fatturato annuo di 6 milio-

ni di euro, 22mila soci, 60 milioni di

metri cubi di gas distribuiti annual-

mente su una rete propria di 550 km

con oltre 100 cabine di decompres-

sione, 250mila fatture all’anno per

importi che vanno da poche a sva-

riate decine di migliaia di euro.

Il problema principale, spiega il di-

rettore generale Riccardo Casabu-

ri, è la complessità di queste fatture

che hanno 100 campi e che devono

tener conto della grande flessibilità

di condizioni commerciali che Aeg

pratica ai suoi 40mila clienti, oltre la

metà dei quali sono anche soci. «I

clienti vanno distinti per classi di

consumo e per differenti modalità di

pagamento, sconti e tariffe - sotto-

linea Casaburi -. Per esempio, le

aziende di produzione hanno accise

ridotte, mentre i supermercati non

godono di benefici fiscali. Dobbia-

TELERISCALDAMENTO E GAS METANO

Fatture e gestione dati a misura di clienteAeg coniuga risparmio e qualità del servizioLa coop di consumo è in grado di trovare soluzioni personalizzate per i suoi 40mila clienti. Le modalità illustrate dal direttore generale Riccardo Casaburi

mo poi gestire i rapporti con l’Auto-

rità di Vigilanza, un’attività impe-

gnativa sia per i volumi di dati che

periodicamente richiede, sia perché

tali dati, in alcuni casi, devono esse-

re rielaborati e riaggregati per pro-

durre report, come nel caso dei

prezzi medi realizzati sulla base di

requirement.

Un altro esempio è la Denuncia Utf

per il calcolo delle accise, che dob-

biamo produrre a livello regionale,

ma specificandola provincia per pro-

vincia. Per risolvere questi problemi

abbiamo deciso di realizzare, con la

soluzione Infor Erp Baan, un siste-

ma di billing verticalizzato per il set-

tore d’industria della distribuzione

del gas che è il primo in Italia e forse

in Europa».

«Con questo sistema - sottolinea il

direttore generale - abbiamo potuto

realizzare bollette differenti per le

Telelettura del gas? Vi spiego perché no

Da tempo i distributori di energia elettrica utilizzano contatori che permettono la tele-lettura e l’Italia è all’avanguardia in questo campo. Qual è l’opinione di Aeg? Nel

settore del gas è una tecnologia utile?«Anche noi, come molte altre Utility, abbiamo studiato la fattibilità della telelettura dei contatori del gas lanciando un esperimento su 2mila utenze nel centro storico di Ivrea in-stallando sui contatori degli apparecchi per la rilevazione e la trasmissione a distanza dei consumi che, però, non ha dato buoni risultati e perciò non ha avuto seguito - risponde il direttore generale Riccardo Casaburi -. La principale differenza con i contatori dell’energia elettrica è che questi possono utilizzare la rete per la loro alimentazione, mentre i contato-ri del gas devono funzionare a pile. Ciò crea problemi di manutenzione, soprattutto per la necessità di sostituire le pile molto frequentemente, il che rende questa modalità non economica rispetto alla lettura con i letturisti. Senza considerare che i contatori attuali hanno un costo, escluso il montaggio, di circa 30-35 euro, mentre quelli elettronici, che peraltro sono ancora in fase sperimentale, superano i 100-150 euro. Poi nel corso della sperimentazione si sono rilevati errori di lettura. Infine, il prezzo e la disponibilità del gas non sono variabili nel corso della giornata, com’è il caso dell’energia elettrica, perciò non c’è nessun interesse a rilevare i consumi con continuità e a indirizzare i consumi su deter-minate fasce orarie con l’incentivo tariffario. Anche in Olanda sono stati fatti esperimenti analoghi che poi sono stati abbandonati».

Riccardo Casaburi

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esperienze&carriere 12/201024

varie tipologie di aziende clienti, di

contratto, di sconti, di volumi e di

prodotto distribuito, ossia gas meta-

no, energia elettrica, teleriscalda-

mento. Siamo anche in grado di

fornire report particolari ai grandi

clienti industriali e di soddisfare me-

glio le richieste dell’Autorità di Vigi-

lanza».

Un altro problema era la gestione

degli asset ossia della rete del gas,

delle cabine di decompressione, dei

contatori, dei pozzetti con le loro

valvole, delle centrali di odorizzazio-

ne e così via. Questione risolta con

l’installazione di un altro pacchetto

di Infor ossia Eam (Enterprise asset

management) che assicura la ge-

stione operativa degli asset per tutta

la loro vita utile, dall’installazione al

rimpiazzo, e delle risorse umane de-

dite alla manutenzione. Assicura

anche la gestione dei guasti dalla

ricezione delle chiamate, alla sche-

dulazione delle squadre di interven-

to fino alla chiusura della pratica.

Risultato: minori costi di gestione

degli asset, che si traducono in mi-

nori costi per i clienti, e una migliore

qualità del servizio, in particolare

una più efficace gestione delle chia-

mate in emergenza.

Luciano Barelli

Comais, filiale italiana dell’Etex

Group, azienda che opera nel

settore dell’edilizia industrializzata,

ha realizzato all’interno del proprio

stabilimento di Filago, in provincia di

Bergamo, un impianto di cogenera-

zione. Il progetto, condotto in part-

nership con Edf Fenice, filiale italiana

del Gruppo energetico francese Edf

(Electricité de France), ha tra i suoi

punti di forza la diminuzione delle

emissioni in atmosfera di gas serra.

La messa in funzione della nuova

centrale consentirà, infatti, di ridurre

le emissioni di inquinanti e di gas a

effetto serra: si ipotizza una diminu-

zione di più del 30% delle emissioni

di CO2, e dal 40 al 90% dei principa-

li inquinanti locali. La produzione

Impianto di cogenerazione nello stabilimento Comais di Filago

PARTNERSHIP CON EDF FENICE

Le caratteristiche del ciclo semplice

turbina a gas metano Turbomach con caldaia a recupero e post-combustore, con una potenza termica complessiva prodotta di 10,37 MWT termici ed elettrica lorda di 4,6 MWE (potenzialità termica nominale pari a 16,96 MWT)

centrale termica alimentata a gas naturale composta da due generatori di vapore con potenzialità termica nominale complessiva pari a 18,86 MWT

caldaia a recupero alimentata dai prodotti di combustione della turbina a gas per la produzione di circa 11,1 t/h di vapore a media pressione (13 barg e 210 °C)

capacità complessiva nominale del sito pari a 35,82 MWT

annua potenziale dell’impianto

(energia elettrica) è pari a 35.000

MWh elettrici. Fatti quattro conti si-

gnifica che potrebbe soddisfare le

utenze domestiche di due cittadine

come Filago.

Gli addetti ai lavori si incontrano agli

non perdere i prossimi appuntamentiPer saperne di più e partecipare scrivi a: [email protected]

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STORIA DI COPERTINA

Nuovi protagonisti delle rinnovabilivisti e raccontati dai giovaniCinque aziende emergenti analizzate dagli studenti della Business School del Gruppo 24 Ore. Vincitore il team che ha sviluppato il project work su Ropatec, realtà che opera nel settore del minieolico verticale in Alto Adige

energia alternativa

In occasione del decennale dell’Ita-

lian Energy Summit, il Gruppo 24

Ore in collaborazione con Energia24

e con il quotidiano ha promosso la

prima edizione del Premio Energy

2020 (vedi anche Energia24 n.29).

Coinvolti nella kermesse anche i

partecipanti del 2° Master in Mana-

gement dell’energia e dell’ambiente

della Business School del Gruppo 24

Ore di Roma che concorrevano nella

categoria “Telemaco”, volta a indi-

viduare il miglior project work sulle

aziende emergenti con progetti in-

novativi nel settore dell’energia.

I ragazzi, organizzati in cinque grup-

pi di lavoro, sono partiti da una ri-

cerca sulle aziende nel settore ener-

getico, con l’obiettivo di rintracciare

alcune realtà particolarmente inte-

ressanti che avrebbero potuto rap-

presentare l’oggetto di uno studio

più approfondito.

Dopo una prima fase di analisi, scre-

ening delle aziende e proposte di

collaborazione, i ragazzi hanno pre-

so contatti diretti con la realtà inte-

ressata. La giuria coordinata dal di-

rettore di Energia24, Mattia Losi, ha

scelto di premiare il gruppo che ha

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storia di copertina

24

12/201024

sviluppato un progetto sull’azienda

Ropatec, realtà specializzata nel mi-

nieolico.

La seconda fase del project work ve-

de i team di lavoro impegnati nel

preparare un piano di sviluppo per il

futuro, simulando in questo modo

una reale esperienza di attività di

consulenza.

Di seguito vi presentiamo i risultati

dei cinque gruppi di lavoro, a partire

dai vincitori, redatti dagli stessi gio-

vani che hanno partecipato alle sin-

gole ricerche.

I VINCITORI DEL CONCORSO/ROPATEC

Parte dalle vette delle Dolomitiil minieolico che sfida tifoni e venti antarticiLe turbine realizzate per resistere in condizioni meteo estreme conquistano i mercati mondiali. Il ritorno d’immagine con i marchi pubblicitari sulle pale

Ropatec, che opera nel settore del

minieolico verticale (turbine con

potenza inferiore ai 200 kW), nasce

nel 2001 a Bolzano da un’iniziativa di

Robert Niederkofler il quale, dopo

una lunga fase di progettazione e svi-

luppo, ha iniziato a testare delle turbi-

ne ad asse verticale in condizioni me-

teorologiche estreme, soprattutto sui

rifugi d’alta quota.

In principio, c’era, in effetti, l’esigenza

di fornire energia elettrica in aree iso-

late e in un contesto di mercato che si

distingueva per l’assenza di incentivi e

una tecnologia in fase sperimentale.

Oggi Ropatec si presenta come

un’azienda giovane, dinamica e in

fase di crescita; con un organico di

soli 15 elementi, l’azienda può vanta-

re ben 850 impianti sparsi in 34 Paesi

nel mondo, 2 milioni di euro di fattu-

rato e ben 7 milioni di euro investiti

finora in ricerca e sviluppo. Cifre che

fanno capire quanto l’azienda abbia

puntato su qualità e innovazione.

L’esperienza acquisita su prodotti

testati nell’ostile clima di alta monta-

gna ha fatto sì che Ropatec sia diven-

tata sinonimo di resistenza e affida-

bilità, al punto da imporsi sui merca-

ti stranieri e acquisire una dimensio-

ne internazionale. Emblematiche so-

no, a tale proposito, le immagini ri-

prese dalla Cnn di una turbina Ropatec

che gira durante il tifone “Larry” in

Australia nel 2006 o le turbine che

girano sotto i gelidi venti antartici.

I punti di forza dei prodotti Ropatec

sono silenziosità, resistenza, facilità di

installazione (basta mezza giornata) e

minima manutenzione richiesta.

Ciò che rende Ropatec una realtà di

successo, tuttavia, non è solo la qua-

lità dei prodotti, ma anche una note-

vole intelligenza imprenditoriale che

l’ha portata a introdurre nel mercato

mondiale una nuova forma di pubbli-

cità: la Pubblienergia. Quest’idea ge-

niale consente di coniugare la produ-

zione di energia pulita a esigenze di

La ricerca e l’articolo che segue sono stati realizzati da Daniel Giannetti,

Antonella Monaco, Antonello Di Pardo, Simone Simoncelli, Vincenzo Maccione

e Giuseppe Calò

Carlo Zanella di Ropatec riceve il premio

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storia di copertina 12/201024

BLUENERGYCONTROL

Dal fotovoltaico ai reflui della zootecniaBrevetti al servizio delle piccole impreseL’azienda, nata a Vicenza nel 2006, si è imposta per capacità progettuale e innovazione tecnologica. Ultimo nato l’impianto di minibiogas da 25 e 50 kWh

Produrre energia dai reflui zootecni-

ci delle piccole aziende agricole. È

questa l’ultima sfida di BluEnergyCon-

trol che, cogliendo l’enorme potenzia-

le del mercato e la mancanza di un

prodotto che soddisfacesse le esigenze

di questo tipo di clienti, ha brevettato

un impianto di minibiogas disponibile

nelle versioni da 25 e 50 kWh di poten-

za. L’azienda, nata nel 2006 a Vicenza,

si occupava originariamente soltanto

della commercializzazione e dell’instal-

lazione di pannelli fotovoltaici. La lun-

ga esperienza nel settore del suo fon-

datore, Marco Fiorese, e gli incentivi

dati dal Conto energia, hanno consen-

tito a BluEnergyControl di diventare in

pochi anni un leader del mercato foto-

voltaico, realizzando Blucell, un mar-

chio proprietario brevettato di pannel-

li fotovoltaici in silicio policristallino. In

principio BluEnergyControl ha adotta-

to la formula chiavi in mano, dalla pro-

gettazione dell’impianto al customer

service, supportando i propri clienti

marketing, semplicemente ponendo

marchi pubblicitari sulle pale con un

notevole ritorno d’immagine (e di

denaro). Altro fattore vincente è

l’idea degli aerogeneratori integrati

al contesto urbano, per esempio, co-

struendo turbine che possano funge-

re contemporaneamente da lampio-

ni e panchine - come era stato pro-

gettato per il G8 della Maddalena -

con buona pace di chi le ritiene irri-

mediabilmente antiestetiche.

Partendo da questi presupposti è dif-

ficile non immaginare un futuro ro-

seo per questa azienda. Secondo le

stime del centro di ricerca Direction

energy, il volume di affari nel settore

del minieolico in Italia tra il 2011 e il

2014 si aggirerebbe intorno ai 40-60

milioni di euro, con un tasso di cresci-

ta annuo del 5-10% a partire dal

2015. E in azienda stimano che nei

prossimi tre anni verrà raggiunto il

traguardo dei 2.500 impianti realiz-

zati per un totale di 23.000 kW di

potenza installata, con un aumento

degli investimenti fino a ben 9 milio-

ni di euro complessivi. Sono numeri

ambiziosi se si considera che nei

prossimi anni il mercato sarà caratte-

rizzato da una costante crescita della

domanda, da riduzione degli incenti-

vi e da clienti sempre più esigenti.

Ropatec cercherà di affrontare la sfi-

da tramite la standardizzazione dei

prodotti - sempre tenendo conto del-

le esigenze della clientela - nonché

tramite l’acquisizione di grandi com-

messe cui si dovrà necessariamente

accompagnare un maggior potere

contrattuale verso i fornitori. Inoltre

si punterà sulla complementarietà

dei prodotti e sulla “customer sati-

sfaction”. D’altronde a Ropatec le

sfide piacciono: fino a non molti anni

fa costruiva turbine per zone isolate

di montagna, oggi è una realtà di li-

vello internazionale con installazioni

presenti in ogni angolo del globo,

dall’Europa all’America, dall’Asia

all’Australia, dalla Groenlandia

all’Antartide. Il prestigio dell’azienda

è testimoniato anche dalla sua parte-

cipazione alla tavola rotonda perma-

nente - nata nel 2008 su iniziativa

della Fondazione Foet di Jeremy

Rifkin, l’economista statunitense vo-

tato alla causa ambientale - che ha

luogo a Washington e dove si discute

sull’importanza delle energie rinno-

vabili. Ropatec vi partecipa in qualità

di esperta nel campo del minieolico,

nonché come esempio concreto del

principio rifkiniano di produzione dif-

fusa di energia applicato al settore

eolico. Se è vero, dunque, che nel

futuro le energie da fonte rinnovabi-

le giocheranno un ruolo importante,

Ropatec sembra essere la prima a

crederci. Uno dei loro motti preferiti

recita: “Una turbina non cambia il

mondo… ma molte sì”.

La ricerca e l’articolo che segue sono stati realizzati da Francesca Raia,

Gianfranco Chiarenza, Angelo Lombardi, Quinzio Mirabella e Valerio Anastasio

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storia di copertina

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12/201024

nello svolgimento di pratiche talvolta

complesse quali l’ottenimento dei Cer-

tificati verdi, degli incentivi in Conto

energia, dei Certificati bianchi e di fi-

nanziamenti; successivamente è stata

realizzata una rete di franchising a livel-

lo nazionale che, al momento, conta

quattro filiali (Milano, Torino, Brescia e

Palermo) e altre sette in fase di autoriz-

zazione con 60 agenti su tutto il terri-

torio nazionale. Oggi la strategia com-

merciale della società prevede l’esclusi-

va commercializzazione dei pannelli

fotovoltaici demandando ai propri af-

filiati tutti i servizi al cliente. Di recente

è stato messo a punto il progetto “Fi-

lieraCertaSolare”, un Gruppo d’acqui-

sto solidale che ha accorpato numero-

se commesse private di impianti foto-

voltaici, riducendo i costi di gestione.

Sono stati già realizzati circa 400 im-

pianti presso Enti pubblici, aziende e

privati, con una potenza media delle

installazioni di 250 kW. Grazie al busi-

ness del solare, si prevede di generare

un fatturato per il 2010 di circa 40 mi-

lioni di euro.

Questa piccola azienda - di soli 25

dipendenti - è supportata nel proprio

business dalla Blutility, vera e pro-

pria Esco il cui scopo è quello di met-

tere in contatto mondo imprendito-

riale e mondo finanziario al fine di

Autosufficienza termica e alimentarenel mondo di LilliputI continui investimenti in innovazione tecnologica (l’azienda investe l’8% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo) e un’attenta ricerca di mercato hanno recentemente portato allo sviluppo di Lilliput, impianto biogas di piccola taglia, che si alimenta con il liquame di vacche da latte o di suini. L’impianto garantisce l’autosufficienza elettrica e termica delle piccole aziende agricole senza sottrarre biomassa dalla filiera alimentare, infatti i residui della centrale possono poi essere utilizzati come fertilizzante. L’installazione può essere fatta attraverso una semplice Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), con tempi di autorizzazione molto rapidi. Grazie alla tariffa onnicomprensiva, a ogni kilowattora di energia immesso in rete saranno riconosciuti 0,28 euro per 15 anni, riducendo i tempi di ammortamento a 4-6 anni per un impianto di 50 kW e garantendo per l’azienda agricola un’ulteriore fonte di reddito che si attesta intorno ai 60mila euro all’anno. L’impianto è in massima parte preassemblato in maniera seriale, garantendo un prezzo competitivo, manodopera ridotta per l’installazione, bassi costi di progettazione e rapidi tempi per il collaudo e per le prove di funzionamento. Per di più è facilmente estensibile in caso di accresciuto fabbisogno energetico dell’impresa stessa. Nell’ottica della piena sostenibilità ambientale, questo impianto è studiato come soluzione al problema dell’impatto paesaggistico, poiché ha l’aspetto di una vera e propria “casetta” nel cuore della tenuta agricola. Gli esemplari finora venduti sono dieci e diversi progetti sono in fase di sviluppo; il piano industriale per il 2011 prevede la realizzazione di 20 unità.

Il team di BluEnergyControl. In primo piano il fondatore Marco Fiorese

avviare investimenti per il risparmio

energetico; all’interno di BluEnergy-

Control è presente una divisione

Comunicazione & marketing, la

Energy-Life, che organizza convegni,

seminari e corsi di formazione in col-

laborazione con enti pubblici e asso-

ciazioni private.

Tra i progetti in corso c’è una collabo-

razione con l’Università degli Studi

di Perugia e il dipartimento Uomo e

Territorio per riuscire a prototipare,

all’interno di un progetto Life+, un Mi-

niLilliput (vedi box) con una potenza

prevista di 10 kW in funzione delle esi-

genze dei piccolissimi allevamenti; inol-

tre stanno lavorando direttamente a

un nuovo software per il controllo in

remoto e la telegestione degli impianti

fotovoltaici, con l’obiettivo di creare un

prodotto modulare e semplice con am-

pi margini di utilizzo.

Nel medio periodo BluEnergyControl si

è posta l’obiettivo di affinare sempre

più le tecnologie e i sistemi per la pro-

duzione di energia tramite impianti

fotovoltaici e impianti a biogas ad alto

rendimento e aprirsi ai mercati esteri

tramite il consolidamento della propria

rete commerciale e franchising.

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storia di copertina 12/201024

ENERGHERA

Dalla consulenza sino alla gestione remotaI pacchetti ad alta efficienza nella nuova EscoLa recente fusione tra Saveway ed Eureco ha dato vita a un complesso dall’elevato standard tecnologico. Il brevetto Skynet tra i servizi più significativi

Marzo 2010: sono questi il mese e

l’anno di nascita di Energhera

(www.energhera.it), una Esco che si

propone di offrire efficientamento

energetico per il settore pubblico e pri-

vato. In realtà, questa, è solo la più re-

cente evoluzione, dovuta alla fusione

tra Saveway Esco ed Eureco.

La sede è a Ravenna, ma anche Roma

ospita degli uffici operativi. Il capitale

sociale, interamente versato, di 120mi-

la euro, legittima la ragione sociale di

società per azioni. Anche se il dato che

interessa maggiormente è quello delle

previsioni di bilancio. In questo caso il

management afferma di voler raggiun-

gere i 2 milioni di euro di fatturato entro

la fine di quest’anno, puntando a tripli-

carlo per il 2011 e addirittura sestupli-

carlo tra due anni. Tali risultati possono

giustificarsi come il risultato di commes-

se già acquisite e valevoli per esercizi

pluriennali. Le persone chiave si identi-

ficano in Lidio Savioli, che svolge il

ruolo di presidente, e in Alessandro

Bufacchi, amministratore delegato e

direttore tecnico, e la struttura azienda-

le è stata concepita per sfruttare al mas-

simo le competenze di ogni risorsa e

per adeguarsi dinamicamente alle ri-

chieste del mercato. Pur presidiando

l’intera catena del valore, Energhera

ricorre all’apporto dei suoi partner per

fornire il servizio chiavi in mano all’uten-

te finale. Partner come la già citata Eu-

reco, Themindecosolution, Consiel

Energy, Energheia Italia, Gruppo

Manutencoop,San Marco Energia,

Tecnology 4, Ises Euro Energy, Col-

ligo e Phoenix Solar consentono alla

Esco di Ravenna uno standard tecnolo-

gico e soprattutto garantiscono l’affi-

dabilità del servizio.

L’offerta proposta è polifunzionale e,

di fatto, un “pacchetto” appetibile

perché ritagliato su misura al cliente

consentendo di intervenire in modi di-

versi sull’efficientamento. Si parte da

una base fissa che prevede consulenza

e audit energetico, fornitura di energia

e l’installazione di regolatori di flusso

brevettati fino ad arrivare a un inter-

vento completo che considera l’instal-

lazione di lampade a frammenti di Led,

la cogenerazione da fonti rinnovabili e

la gestione remota delle unità produt-

tive mediante Skynet (vedi box).

Inoltre, Energhera si avvale di impor-

tanti collaborazioni con partner scien-

tifici. L’Università La Sapienza, Cnr,

Cirps sono soltanto alcuni dei riferi-

menti con i quali l’azienda ha delle

collaborazioni in corso e in fase di svi-

luppo. Il miglioramento e la ricerca di

nuove tecnologie sono alla base della

strategia aziendale. Una strategia che

è stata pianificata per garantire il 25%

del fatturato annuo in investimenti a

medio e lungo termine.

Per i prossimi anni Energhera mira a

sviluppare il mercato privato per le

grandi commesse, per efficientamento

e produzione e fornitura di energia pro-

dotta da fonti rinnovabili,una strategia

per le Amministrazioni pubbliche che

riguardi l’efficientamento degli edifici e

dell’illuminazione con l’utilizzo dello

Skynet e delle lampade a frammenti di

Led, la produzione di energia da fonte

eolica (minieolico) per edifici e illumina-

zione pubblica, una rete di franchising

per la vendita del microeolico e delle

lampade a frammenti di Led.

La ricerca e l’articolo sono stati realizzati da Elena De Ermanni Ferrari di Valbona,

Luca Tinaburri, Enrico M. Di Giorgio, Dario Cesaretti e Gabriele Lucido

I gioielli dell’azienda di RavennaBrevettato dall’azienda, lo Skynet ha il pregio di adattarsi ai principali software in commercio rendendolo un prodotto facile da gestire per chiunque. I regolatori di flusso (Hi Tes e mini Hi Tes) sono integrabili con impianti preesistenti, mentre le lampade a frammenti di Led rappresentano la nuova dimensione dell’illuminazione efficiente: consumi ridotti, manutenzione azzerata, lunga vita del prodotto. Tra i prodotti dell’azienda, merita una menzione speciale l’aerogeneratore verticale: il minieolico di Energhera che richiede un basso fattore di ventosità per l’innesco (0,8 m/s) e per il raggiungimento della potenza nominale (6 m/s), così come per l’accoppiamento diretto turbina-alternatore (questo brevettato appositamente per la turbina).

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storia di copertina

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12/201024

INTEGRA

L’incontro dell’universo Energy con l’Icttramite il sistema di controllo IknogridL’azienda ha investito tutte le risorse nell’innovazione strutturale rappresentata dalle Smart grid. Risparmio, autoproduzione e reti intelligenti per il futuro

Il prospettarsi di una domanda

crescente di energia e la neces-

sità di adottare politiche, strategie

e programmi energetici environ-

mental friendly e rivolti alla ridu-

zione dei consumi ha indotto buo-

na parte dell’industria energetica

a investire capitale umano e finan-

ziario nella ricerca di soluzioni che

riescano ad avviare un processo di

cambiamento informato a tali

obiettivi. Energie rinnovabili, ridu-

zione dell’impatto ambientale,

autoproduzione di energia e reti

intelligenti sono fattori di un vasto

processo di ristrutturazione eco-

nomico e sociale che, a dispetto di

mode, fedi e credenze avverse,

prima o poi investirà l’intero mon-

do dell’energia e ne ribalterà i ca-

noni.

Dal punto di vista tecnologico,

una delle più agognate attese nel

settore energetico è rappresenta-

ta dalla Smart grid, o anche Inter-

net of energy, innovazione strut-

turale che per le sue enormi po-

tenzialità potrebbe realmente

rappresentare il punto di svolta, la

vera inversione di tendenza nel

mondo delle Utility. Grazie a essa

l’energia sarebbe vissuta in ma-

niera del tutto differente e addirit-

tura diametralmente opposta a

come oggi siamo abituati a viverla

e permetterebbe a ogni singolo

cittadino di diventare vero e pro-

prio soggetto attivo del sistema

energetico. Ciò sarà possibile pro-

prio grazie all’aspettativa di un

cambio di paradigma, di rivoluzio-

ne strutturale e tecnologica verso

una rete capillare, composta da

dispositivi intelligenti e sistemi al-

tamente distribuiti e cooperanti,

che trasporta da un operatore

all’altro energia, informazione e

controllo. La Smart grid dovrà,

quindi, appoggiarsi su una rete di

comunicazione che fornisca non

solo la connettività fra i dispositivi,

ma che abiliti anche un insieme di

nuovi servizi energetici a valore

aggiunto. Se nella realtà ciò è

molto più che una semplice diva-

gazione del pensiero, la vera e

propria sfida consiste nel convin-

cere tutte le parti interessate,

membri di un nuovo e rivitalizzato

servizio di energia, della fattibilità

di una simile prospettiva.

Integra Renewable Energy ci cre-

de. Crede in questo futuro e inve-

stendo tutte le proprie risorse in

questo settore ha fatto dell’ener-

gia rinnovabile e dell’efficienta-

mento energetico il proprio credo

imprenditoriale. Non a caso, così

come tiene a sottolineare Franco

La ricerca e l’articolo che segue sono stati realizzati da Vittoria Galibardi,

Umberto Cocchia, Lucilla Penna, Claudio Zullo e Davide Fortunato

Così si integrano i mondi dell’Energy e dell’Ict

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storia di copertina 12/201024

Rasello, presidente della giovane

azienda, «IntegraRe mira a diven-

tare una grande realtà nella ricer-

ca e nello sviluppo delle energie

rinnovabili per l’ideazione di pro-

dotti non convenzionali da servire

al mercato di tutto il mondo».

Dalle passate esperienze e grazie

al personale contributo dei propri

manager, IntegraRe nasce con

una spiccata vocazione verso la

ricerca e si sta sviluppando all’in-

terno del settore del rinnovabile

con personalità, carisma e solida-

rietà aziendale.

Il sistema di Supervision control

optimization of renewable energy

messo a punto da IntegraRe, Ikno-

grid, è l’emblema, l’integrazione

Franco Rasello, laureato al Politecnico di Torino con specializzazione sui sistemi laser, ha iniziato l’attività al Centro Ricerche della Fiat nel settore della fisica. Qui ha acquisito competenze nell’area dello sviluppo dei sistemi ottici applicati al laser, fibre ottiche, sistemi di metrologia ottica. Ha sviluppato alcuni brevetti nel campo della metrologia ottica con tecnologia laser.

Franco Rasellodel mondo Energy con quello

dell’Ict. D’altro canto, il nuovo

Conto energia, che entrerà in vi-

gore a partire dal 2011, conferma

tale intuizione: in effetti, attraver-

so il monitoring&control si può

massimizzare ancora di più la resa

del proprio impianto di energia

rinnovabile sfruttando al meglio

tutte le possibilità d’incentivo con

un incremento del 20% rispetto

all’incentivo base.

Allora viene da dire che se innova-

zione e imprenditoria innovativa

sono il motore della crescita eco-

nomica, IntegraRe sa rispecchiarsi

in tale ruolo e si assume personal-

mente le responsabilità di questo

slancio verso il futuro.

JONICA IMPIANTI

Impianti seguiti per l’intero ciclo di vitaCosì la specializzazione fa la differenzaL’impresa del minieolico di Lizzano ha fondato sull’alta professionalità il proprio successo. Fiore all’occhiello l’aerogeneratore Jimp25. I progetti in cantiere

Mai come negli ultimi anni si è

avuto in Italia un incremento

di installazioni e produzione energe-

tica da fonti rinnovabili. All’interno di

questo fenomeno, una parte rilevan-

te è svolta dalla microgenerazione:

impianti domestici che, allacciati in

rete, consentono all’utente finale di

trasformarsi in un produttore di ener-

gia. In particolare, al di là dell’esplo-

sione del fotovoltaico veicolata dal

Conto energia, è da segnalare come

anche il minieolico stia conoscendo in

questi anni un incremento esponen-

ziale: tali impianti (massimo 30 metri

di altezza, tra i 20 e i 100 kW di po-

tenza) si stanno rivelando un ottimo

investimento in termini di resa ener-

getica e ritorno economico per fami-

glie e piccole e medie imprese. In

questo segmento di mercato è parti-

colarmente attiva da diversi anni la

cooperativa Jonica Impianti. L’azien-

da, con sede a Lizzano in provincia di

Taranto, spicca per una fortissima po-

sizione sul mercato italiano e dati

economici in crescita costante, con

un fatturato più che quadruplicato

nell’ultimo triennio - da meno di un

milione di euro a quasi cinque. Nata

come società di impiantistica nei pri-

mi anni 90, questa piccola realtà in-

dustriale si è inserita nel panorama

italiano delle rinnovabili da circa un

decennio, riconvertendosi al minieo-

lico con una scelta pionieristica e co-

La ricerca e l’articolo seguenti sono stati realizzati da Dario Pizzuto,

Salvatore Galluzzo, Pasquale Guarracino, Cecilia Ravalli, Angelo Pacileo e Gianpaolo Belmare

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storia di copertina 12/201024

raggiosa, vista l’assenza all’epoca di

un mercato e di un quadro normativo

di riferimento. Da allora l’evoluzione

della produzione è andata di pari pas-

so con la crescita degli indicatori eco-

nomici, passando da poche unità

iniziali a quasi un centinaio nell’anno

in corso, che costituiscono la gran

parte delle turbine di minieolico fra

20 e 100 kW installate in Italia.

Le ragioni del successo di Jonica Im-

pianti sono diverse e stratificate nel

tempo. Un primo e originario ele-

mento è l’estrazione del manage-

ment, interamente proveniente da

Vestas e Ansaldo, realtà industriali

di altissima specializzazione del setto-

re eolico tradizionale, con un know

how consolidato. La struttura orga-

nizzativa flessibile e integrata, la com-

posizione del personale particolar-

mente compatta sotto il profilo

dell’estrazione territoriale e sbilancia-

ta sulla componente tecnica specia-

lizzata, hanno risposto con elasticità

alle esigenze della crescita aziendale

negli anni e garantito una costante

attenzione alla qualità e allo sviluppo

del prodotto.

Da non sottovalutare è inoltre l’in-

staurarsi, a partire dalla Finanziaria

2008, di un quadro normativo più

stabile e incentivante nei confronti

del settore della minigenerazione eo-

lica: la possibilità di installare impianti

eolici fino a 60 kW con la sola Dia e la

tariffazione onnicomprensiva di

0,30€/kWh al di sotto dei 200 kW

hanno fatto da volano per un settore

sul punto di esplodere da tempo, fre-

nato spesso soltanto da impedimenti

di natura amministrativa. Infine, in un

panorama nazionale in cui prolifera-

rono aziende che cavalcando i contri-

buti pubblici si occupano esclusiva-

mente di installazione di impianti,

Jonica ha la capacità e la volontà di

seguire il proprio prodotto per l’inte-

ro ciclo di vita: dalla progettazione e

produzione, allo sviluppo e installa-

zione sul territorio, alla manutenzio-

ne, fino allo smantellamento. Ma il

fattore cruciale nel successo

dell’azienda è senz’altro individuabile

nello sviluppo qualitativo e tecnologi-

co del prodotto proposto sul merca-

to, in particolare dell’aerogeneratore

Jimp25, che al momento è il modello

di riferimento di settore. Frutto di una

decennale evoluzione, progettato e

prodotto nelle sue componenti avan-

zate nella sede di Lizzano grazie a li-

nee di produzione interamente robo-

tizzate, garantisce delle ottime rese

dal punto di vista aerodinamico e tec-

nico: le pale presentano degli innova-

tivi profili che ne aumentano l’effi-

cienza e ne riducono la rumorosità,

mentre il rotore, assemblato median-

te una peculiare tecnica a infusione,

rende particolarmente leggero l’insie-

me. Insomma, un prodotto maturo e

competitivo, che ha permesso

all’azienda di valicare i confini nazio-

nali e allargare il proprio mercato alla

Francia e all’altamente concorrenzia-

le bacino nordamericano. Inoltre,

mettendo a frutto il lavoro di sviluppo

svolto sulla Jimp25, Jonica è riuscita

di recente a portare a compimento

un nuovo progetto relativo a una tur-

bina da 60 kW, potenziabile fino a 80

kW: tale prodotto, dotato di ulteriori

evoluzioni tecnologiche, sarà immes-

so sul mercato nel prossimo anno.

Permangono innegabilmente criticità

sistematiche; due su tutte, un quadro

normativo frammentato e incerto e la

scarsa attenzione dei grandi istituti di

credito nazionale, che non hanno an-

cora apprestato un prodotto finan-

ziario specificamente pensato per il

finanziamento dell’installazione di

turbine minieoliche. Tuttavia nel

complesso le prospettive per Jonica

Impianti appaiono più che incorag-

gianti, a conferma che in Italia - anche

nel Sud Italia - si può e si deve rag-

giungere il successo imprenditoriale

perseguendo la strada dell’eccellenza

tecnologica e della qualità del pro-

dotto.

Caratteristiche tecnichedella turbina Jimp25:

Esempio di impianto minieolico

Fonte: Jonica Impianti

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focus

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BANCA DATI

Dove, di quale tipo e con quale disponibilitàÈ nato l’atlante delle biomasse italianeSette le tipologie individuate sul territorio. Intesa per dare più competitività alle imprese agricole sul mercato. A Cuneo, Ferrara e Cremona le nuove installazioni

Grazie al telerilevamento satelli-

tare e aereo, Enea ha creato

l’atlante delle biomasse italiane, un

data base disponibile on line (www.

atlantebiomasse.enea.it) redatto in

modo interattivo con l’utilizzo del

metodo Gis. La banca dati raccoglie i

quantitativi producibili di biogas e

biomassa, distinguendo, in base a

sette geodatabase, le differenti tipo-

logie di biomassa annua potenzial-

mente disponibile a livello provinciale

su tutto il territorio italiano. È così

possibile visualizzare queste catego-

rie: biomassa agricola (paglie, pota-

ture, lolla di riso, gusci di frutta, vi-

nacce e sanse); biomassa forestale

(legno latifoglie, conifere, arboricol-

tura); colture energetiche (sorgo, mi-

scanto, cardo, panico, arundo); bio-

gas da allevamenti suini; biogas da

allevamenti bovini; biogas da Forsu

(frazione organica rifiuti solidi urba-

ni); biogas da scarti di macellazione.

Il censimento viene fondamentalmen-

te redatto con lo scopo di fornire un

supporto alle decisioni della politica

energetica italiana per le scelte agro-

nomiche e per l’installazione degli

impianti a biomassa.

Le biomasse riescono ad attrarre sem-

pre più attenzione insomma: anche

Confagricoltura ha deciso di firmare

un accordo con Agrielectrica ed

Energrid, attraverso il quale contri-

buirà a realizzare una filiera tutta ita-

liana nel settore delle biomasse e for-

nire energia a costi di mercato vantag-

giosi, in base alla convenzione di

compravendita stipulata. L’obiettivo è

rendere le imprese agricole concor-

renziali sul mercato in un momento in

cui è necessario anche attraverso esse

raggiungere gli obiettivi comunitari di

riduzione delle emissioni attraverso

l’utilizzo delle rinnovabili.

Intanto crescono le installazioni di im-

pianti sul territorio italiano.

È stata da poco inaugurata la centrale

realizzata da Marcopolo Environ-

mental Group a Vignolo, in provincia

di Cuneo: nell’ambito del “progetto

ambientale zooagrobioenergetico di

filiera a ciclo chiuso” la società ha de-

ciso di costruire un impianto bioelet-

trico per la valorizzazione delle bio-

masse zootecniche di filiera. La cen-

trale tratta circa 30.000 tonnellate

all’anno di letame, liquame bovino e

pollina, con un recupero di 8.200

m³/d di biogas, che vengono depura-

ti e distrutti all’interno di quattro dige-

stori anaerobici. Il biogas derivante dal

processo passa attraverso un gruppo

di cogenerazione in grado, secondo le

stime, di produrre circa 7.000 MWh

annui di energia, necessari per ali-

Gli algoritmi dell’Emerson process managementEmerson ha ideato nuove soluzioni di gestione, monitoraggio e controllo degli impianti a biomasse che utilizzano algoritmi quali il Model predictive control (Mpc) per determinare il potere calorifico delle biomasse e del combustibile da rifiuto. Lo scopo è quello di riuscire a pianificare una produzione maggiormente pulita e più redditizia. Nel distretto commerciale di Seattle (Stati Uniti) l’impianto di teleriscaldamento “Seattle Steam”, che fornisce calore attraverso il vapore a 200 costruzioni e ospedali a Downtown, utilizza la soluzione Emerson di automazione della combustione per produrre energia dai rifiuti urbani con un processo a basso costo. I dati dell’impianto parlano di una riduzione delle emissioni del 60 per cento.

Via al censimento delle biomasse agricole

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focus 12/201024

Alice Cappelli

mentare 2.500 famiglie, evitando

l’emissione di 3.500 tonnellate di CO2

in atmosfera per ogni anno di funzio-

namento. Oltre all’energia verde deri-

vante dal biogas, il processo anaero-

bico permette la produzione di Humus

Anenzy, ristrutturante microbiologico

dei terreni agricoli.

Il riutilizzo delle biomasse zootecniche

riduce l’inquinamento atmosferico,

ma anche terrestre: la normativa eu-

ropea sui nitrati, in vigore dal 2011,

stabilisce, infatti, parametri restrittivi

per la concentrazione di nitrati, pas-

sando dagli attuali 340 kg per ettaro

a 170. Recuperare le deiezioni anima-

li, dunque, abbatte i componenti in-

quinanti, mentre produce energia e

fertilizzante.

Anche Archea Italia ha in cantiere tre

impianti a biogas operativi nel Paese

con cogeneratori a microturbina:

l’azienda di Cento, in provincia di Fer-

rara, in collaborazione con Turbec, ha

deciso di diminuire l’impatto ambien-

tale dei suoi impianti progettando co-

generatori a turbina rispetto ai tradi-

zionali motori a scoppio. La tecnologia

di Archea consente di diminuire il tem-

po di permanenza della biomassa nel

biodigestore: durante la fase di disin-

tegrazione termica la società ha deciso

di utilizzare la componente ThermDes,

in grado di preparare il substrato par-

zialmente digerito a un’ulteriore e più

rapida digestione. Ciò può consentire

una maggiore produttività di energia

a seconda del materiale utilizzato.

Schmack Biogas conferma sempre

più la sua presenza in Italia con ben 20

impianti in portafoglio, alcuni già atti-

vi e altri in costruzione. Uno degli ulti-

mi cantieri inaugurati è l’impianto di

Castelverde, in provincia di Cremona,

che, con una potenza di 625 kW, tra-

sforma liquami e colture energetiche

prodotte dall’azienda agricola Adel-

franca in energia elettrica pulita per

rifornire circa 1.200 famiglie. Novità

di Schmack Biogas è il container All in

one Tropic Variante: si tratta di un si-

stema di raffreddamento della misce-

la aria-gas molto utile in caso di tem-

perature sopra il 25-30 gradi. Il pro-

blema degli impianti a biogas è, infat-

ti, la perdita di efficienza del cogene-

ratore nei periodi di caldo che può

arrivare a causarne lo spegnimento.

La società ha misurato il funziona-

mento di due impianti equipaggiati

con il nuovo container nel luglio

dell’estate scorsa, uno dei mesi più

caldi degli ultimi trent’anni, riscon-

trando la capacità di lavorare a pieno

regime anche quando le condizioni

atmosferiche erano particolarmente

difficili.

L’impianto bioelettrico realizzato a Vignolo da Marcopolo Environmental Group

Agrimercati è una società a capitale pubblico e senza scopo di lucro, creata dalla Camera di commercio di

Milano e dalle associazioni di rappresentanza del territorio, che ha lo scopo di promuovere e sviluppare la filiera agroa-limentare, lavorando in modo integrato con i soggetti del mondo agricolo e alimentare. Alla base dell’organizzazione c’è l’intento di valorizzare il territorio e l’ambiente, tutelando i mercati agricoli e svilup-pandoli in modo equilibrato per i differenti attori coinvolti. Agrimercati ospita e gestisce alcune commissioni prezzi, tra cui quella relativa ai biocombustibili solidi. La Commissione biocombustibili solidi si riunisce tre volte

l’anno e stila un listino dei prezzi delle biomasse, prendendo in considerazione le diverse tipologie: pellet, cippato, bri-chette, legna da ardere e corteccia. L’incontro tra domanda e offerta di un singolo bene genera un prezzo di riferimento che viene accertato da un funzionario della Camera di com-mercio e definitivamente utilizzato come riferimento nei contratti tra i diversi soggetti economici della filiera. I soci di Agrimercati sono: Camera di commercio di Milano, Unione del commercio di Milano, Associazione granaria di Milano, Associazione industriali delle carni, Assoca-seari, Coldiretti Milano e Lodi e Confagricoltura Mi-lano e Lodi.

Agricoltura tutelata e “prezzata”

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focus 12/201024

Maria Luisa Felici

LA DIRETTIVA COMUNITARIA

Biocombustibili con garanzia di sostenibilitàIl Cti sta sviluppando il nuovo schema di certificazione della filiera

Lavori in corso per certificare la so-

stenibilità dei biocarburanti: è

quanto sta portando avanti il Gruppo

di lavoro Gl 905 del Comitato Termo-

tecnico Italiano (Cti), ente federato

all’Ente Nazionale Italiano di Unifi-

cazione (Uni), cui partecipano nume-

rose associazioni di categoria come

Assitol,Assocostieri,Assoelettrica,

Federchimica, Unione Petrolifera

oltre a istituzioni universitarie, di ricerca

e realtà industriali. Il Gruppo si occupa

da circa un anno di sviluppare uno

schema di certificazione della filiera dei

biocombustibili e bioliquidi (biodiesel,

etanolo, biogas ecc.) che ne garanti-

scano la sostenibilità ai sensi della diret-

tiva europea Red 2009/28/Ce, oltre

che la riduzione dei gas serra. La diret-

tiva definisce espressamente come

bioliquidi i combustibili liquidi per scopi

energetici diversi dal trasporto, com-

presi l’elettricità, il riscaldamento e il

raffreddamento, prodotti a partire dal-

la biomassa, e come biocarburanti i

carburanti liquidi o gassosi per i tra-

sporti ricavati dalla biomassa. La diret-

tiva Red 2009/28/Ce, che dovrà essere

recepita entro questo mese, riguarda

la promozione dell’uso dell’energia da

fonti rinnovabili e a tal fine stabilisce

per ogni stato membro della Comunità

europea la quota di energia derivante

dalle fonti rinnovabili rispetto al consu-

mo finale lordo da raggiungere entro il

2020, obiettivo in linea con il 20-20-20

fissato a livello europeo. La direttiva

prevede, inoltre, sistemi volontari di

certificazione di sostenibilità di tutti i

biocarburanti utilizzati nella Ue, soste-

nibilità che deve essere intesa come

metodi di produzione che non devono

sottrarre risorse all’agricoltura e minac-

ciare la biodiversità, ma rispettare

eventuali vincoli ambientali e tutelare

le acque.

La direttiva Red sostituisce la preceden-

te direttiva 2003/30, la quale, tra le al-

tre norme, aveva statuito l’obbligo di

miscelare al carburante per autotrazio-

ne una quota di biocombustibili, stabi-

lita nel 3% entro il 2009, il 3,5% entro

il 2010 e il 4% entro il 2011.

«Le norme tecniche in elaborazione

riguardano le modalità di gestione del

processo a carico di ogni operatore

della filiera e la certificazione sarà diret-

ta a garantire la tracciabilità del prodot-

to all’interno del singolo processo o

della singola azienda, nonché la sua

validità lungo tutta la filiera garanten-

do, quindi, la veridicità dei valori di Gre-

en house gas saving assegnati ai pro-

dotti finali» spiega Antonio Panvini,

direttore tecnico del Comitato Termo-

tecnico Italiano e coordinatore del

gruppo di lavoro Cti Gl 905. In questo

modo ogni seme, olio, lotto, partita,

autobotte di biocarburante sarà per-

fettamente tracciabile e identificabile

come pure sarà calcolabile il conse-

guente risparmio di gas serra. Poiché

attualmente è in vigore un sistema di

tracciabilità fiscale obbligatorio per tut-

ti i carburanti, ma che non coinvolge

tutti gli operatori della filiera, il sistema

di certificazione proposto nella norma

Uni-Cti si baserà anche sulla documen-

tazione fiscale, evitando un ulteriore

aggravio cartaceo a carico degli opera-

tori. «La quasi unanimità delle diverse

organizzazioni aderenti al Gruppo di

lavoro ha convenuto sulla necessità e il

tipo di lavoro da compiere - sottolinea

Walter R. Mirabella, presidente del

Gruppo Fonti Rinnovabili di Federchi-

mica e responsabile di Efoa, l’Associa-

zione europea carburanti ossigenati -.

Scopi finali della direttiva sono il con-

trasto ai cambiamenti climatici, la ridu-

zione della dipendenza energetica

dell’Unione, lo sviluppo dell’innovazio-

ne, in particolare i biocarburanti di se-

conda generazione, a minor impatto

ambientale. Tra l’altro nel nostro Paese

sono già presenti alcune realtà indu-

striali in cui sono attualmente in corso

realizzazioni di tali prodotti».

Produzione di biodiesel (in ton) 2008 2009PRODUZIONE 670.449 694.000

IMPORTAZIONI 239.887 464.000

ESPORTAZIONI 108.426 90.000

IMMISSIONI IN CONSUMO 747.725 1.174.617

Fonte: ministero dello Sviluppo economico

Produzione di biocarburanti

FATTURATO2008

NUMERODIPENDENTI

CAPACITÀSTOCCAGGIO (TONN.)

MOVIMENTAZIONE(TONN.)

Biodiesel 1.273.203.761 480 1.804.870 629.832

Bioetanolo 26.071.796 15 172.700 36.510

Totale 1.299.275.557 495 1.977.570 666.342

Fonte: ministero dello Sviluppo economico

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focus

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12/201024

Maria Luisa Felici

LA COPERTURA DEI RISCHI FINANZIARI

Quale polizza per il mancato irraggiamento?Le assicurazioni danno garanzie che tengono conto anche delle variabili atmosferiche

Offrire garanzie assicurative al

mercato delle energie rinnova-

bili significa inoltrarsi in un ambito

caratterizzato da luci e ombre, a

causa dei differenti rischi finanziari

che possono presentarsi: produzioni

di energia inferiori a quanto atteso,

errori di progetto, malfunzionamen-

ti, furti o danneggiamenti provocati

da atti vandalici o agenti atmosferi-

ci, o addirittura gli stessi cambia-

menti climatici. Poiché ogni rischio

comporta inevitabilmente una pro-

pria aleatorietà, da cui ne discende

una differente copertura assicurati-

va e l’applicazione di un diverso tas-

so lordo, le compagnie di assicura-

zioni studiano e predispongono

polizze diversificate nella copertura

degli eventi, tenendo anche conto

del costante progresso tecnologico.

Una delle incertezze per un effettivo

rendimento economico dell’impian-

to fotovoltaico è l’irregolarità dell’ir-

raggiamento solare, fa notare Ro-

berto Grattacaso, presidente di

Alliance Broker, intervenuto al

convegno “Rinnovabili, quadro nor-

mativo e soluzioni assicurative e fi-

nanziarie a supporto delle imprese”.

La compagnia, quindi, propone po-

lizze che assicurano ai contraenti il

mancato o parziale funzionamento

dell’impianto per non sufficiente ir-

raggiamento solare. Può, infatti, ve-

rificarsi una perdita finanziaria sotto

forma di un mancato o ridotto incas-

so del contributo previsto dal Conto

energia e dall’eventuale vendita

dell’energia elettrica prodotta a ter-

zi. Una polizza a se stante è la cosid-

detta “Performance Bond” o garan-

zia di prestazione, con la quale il

garante si impegna a pagare qualora

una prestazione non si verifichi o si

manifesti a causa di un particolare

evento, per esempio il mancato ir-

raggiamento solare.

Francesco D’Addato, direttore ge-

nerale di Ariscom, sottolinea come

le coperture assicurative proposte

dalla propria compagnia siano diver-

sificate in base alle diverse fasi tem-

porali di vita dell’impianto, coprendo

danni diretti e indiretti, inclusi terre-

moti, frane, alluvioni e mancato

guadagno dovuto all’interruzione

della vendita dell’energia prodotta.

Poiché il rischio di minore o mancato

irraggiamento solare rientra nell’am-

bito delle garanzie “perdite pecunia-

rie” ramo 16 della tabella dei rami

ministeriali, Ariscom sta predispo-

nendo garanzie assicurative che pre-

vedono l’installazione di un misura-

tore in sito, in grado di fornire un

responso affidabile in impianti foto-

voltaici di medie e grandi dimensio-

ni. Per i piccoli impianti la compagnia

prevede, invece, l’utilizzo di un para-

metro indipendente di misurazione

fornito dall’Enea e applicabile per

tutta la penisola italiana. Un’ulterio-

re forma di garanzia è quella “cata-

strofale” suscettibile di verificarsi in

determinate zone, vedi aree vulcani-

che, le cui eruzioni potrebbero ridur-

re o impedire l’irraggiamento per

periodi variabili.

Rischi e costi delle polizze assicurative

A) FASE MONTAGGIO ( E.A.R. )I PARAMETRI DI VALUTAZIONE SONO:

1) SOMMA ASSICURATA

2) DURATA DEL MONTAGGIO

3) SOTTOLIMITE DANNI DA FURTO ( 20% - 40% )

4) IMPORTO SCOPERTI E FRANCHIGIETASSI LORDI: DA 1,80%° A 2,80%° da moltiplicare per la somma assicurata(PREMIO MINIMO 350 / 400 €)

B) FASE OPERATIVA (ALL RISKS DANNI DIRETTI E INDIRETTI )I PARAMETRI DI VALUTAZIONE SONO:

1) SOMMA ASSICURATA

2) LOCALIZZAZIONE IMPIANTO ( A TERRA O > 4 MT )

3) SOTTOLIMITE DANNI DA FURTO ( 20% - 40% )

4) IMPORTO SCOPERTI E FRANCHIGIETASSI LORDI: DA 2.50%° A 3.50%° da moltiplicare per la somma assicurata(PREMIO MINIMO 500 / 600 €)

Per il rischio irraggiamento (perdite pecuniarie) si distinguono i grandi impianti da quelli piccoli (per esempio domestici) e i costi sono variabili da impianto a impianto per quelli grandi, mentre per i piccoli sono in corso studi di approfondimento

Fonte: Ariscom 2010

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news&mercati 12/201024

Chiara Scalco

AZIENDE FOTOVOLTAICHE

Inizia dal Friuli la via italiana di EnergeticaPorte aperte ai neolaureati del nostro PaeseLa casa austriaca acquista celle e costruisce moduli per impianti professionali e privati. Il responsabile della nuova sede italiana illustra gli obiettivi di mercato

Energetica apre i battenti in Ita-

lia. L’azienda fotovoltaica ha

scelto il Friuli Venezia Giulia come

punto di raccordo tra la casa madre

austriaca e il territorio italiano.

«Dopo aver lavorato in Italia per cir-

ca due anni - spiega Werner Krci-

voj, responsabile della nuova sede

di Tavagnacco, in provincia di Udi-

ne -, abbiamo deciso di stabilire

una filiale in loco per seguire più da

vicino il mercato italiano, che è

sempre molto promettente anche

se con il nuovo Conto energia gli

incentivi sono più bassi. Abbiamo

scelto il Friuli, poiché ci troviamo a

solo un’ora di distanza dalla sede

centrale».

Energetica acquista celle fotovoltai-

che e le assembla costruendo mo-

duli che vanno a comporre impianti

professionali e per privati. «Il nostro

fornitore è Motech, produttore di

Taiwan molto affidabile, che ci con-

sente di assemblare moduli di gam-

ma alta con una percentuale di effi-

cienza che arriva al 17%. Per essere

precisi, il prezzo agli installatori dei

nostri moduli si aggira su 1,95 € al

Watt, mentre i moduli cinesi costa-

no circa 1,57/1,60 € al Watt».

Parte dal Nord Est

l’espansione in Italia

L’azienda austriaca ha deciso di as-

sumere solo personale italiano:

«Abbiamo pensato di dare lavoro ai

neolaureati; anche se è inusuale, ci

sobbarchiamo l’impegno di formar-

li da zero per meglio rispondere alle

nostre esigenze e per farli crescere

professionalmente nel nostro am-

biente di lavoro». Il manager parla

di un’espansione sul territorio ita-

liano step by step: «Puntiamo all’as-

sunzione di una decina di agenti,

partendo dal Friuli e dal Veneto.

L’idea è comunque quella di allar-

garci in Italia arrivando ad avere

uno-due agenti per regione: il no-

stro obiettivo è quello di installare

entro il 2011 dai 6 ai 10 MW, per

questo abbiamo bisogno di muo-

verci bene sul territorio, sia per im-

pianti privati che per grandi parchi

a terra o sui tetti».

Energetica attualmente ha una pro-

duzione annua di 35 MW, ma non

si ferma: «In due anni puntiamo a

raggiungere una produzione di 100

MW totali».

Anche la sede udinese produrrà

energia solare; il fotovoltaico è sta-

to previsto sia per il parcheggio che

per il tetto, ma Krcivoj non si accon-

tenta: «Stiamo trattando con il Co-

mune per installare pannelli solari a

inseguimento anche al centro della

rotonda stradale vicina».

L’identikit del Parco realizzato in Spagna

Nella foto accanto un’immagine del Parco fotovoltaico Los Arcos (Sun-stroom, Spagna) realizzato da Ener-getica. La superficie solare dell’im-pianto è di 22.344 metri quadrati, 6mila kWh annui la produzione di energia elettrica, 2.600 le tonnellate di CO2 evitate ogni anno, mentre la potenza installata in due fasi è di 1,268 MWp+1,851MWp.

Werner Krcivoj

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news&mercati 12/201024

NUOVA SOCIETÀ

Sui nostri tetti il fotovoltaico franceseEdf Enr lavorerà con imprese e residenzialeL’azienda con sede a Rivoli offre sul mercato installazioni business to consumer. Si propone di sfruttare superfici con potenze variabili da 1 kWp fino a 5 MWp

Arrivano i francesi nel solare foto-

voltaico piemontese. Con una

nuova società, Edf Enr Solare, nata

dalla joint venture tra Edf Enr, filiale

di Edf - Electricitè de France e l’ita-

liana E++, azienda attiva da circa due

anni nelle energie rinnovabili e in ra-

pida espansione anche Oltreoceano:

la nuova realtà opererà sul territorio

nazionale con il brand Edf Enr (65%

francese e 35% italiano). «Installare-

mo impianti fotovoltaici esclusiva-

mente sui tetti degli edifici - spiega

Andrea Sasso, amministratore dele-

gato di Edf Enr Solare -. L’intento è

quello di sfruttare le superfici libere

non utilizzate con potenze variabili

da 1 kWp fino a 5 MWp. La nostra

clientela di riferimento, quindi, è re-

sidenziale, ma anche imprese, azien-

de agricole, enti pubblici e privati». I

pannelli sono acquistati a livello cen-

tralizzato da Edf e provengono da

grandi produttori come Sma e Sun-

tech. L’operatore francese si appog-

gia, poi, al Fraunhofer Institute per

condurre test di efficienza, resistenza

e durata di tutti i componenti. «Il

mercato solare italiano per noi è mol-

to promettente - sottolinea Sasso -:

entro il 2011 prevediamo un poten-

ziale di installazione di 1 GW. Anzi,

possiamo dire che i risultati italiani

potrebbero superare quelli francesi.

Le stime parlano di 2,5 GW installati

in Francia entro il 2013 contro i 5 GW

previsti per l’Italia». Il nostro Paese è

reputato strategico da Edf, proprio

perché c’è più sole rispetto al territo-

rio francese: «L’ammortamento delle

spese dell’impianto - afferma Jero-

me Chauvet, direttore commerciale

di Edf Enr -, in Italia è più veloce. In

8-10 anni si ripaga l’investimento,

mentre in Francia siamo nell’ordine

dei 10-12 anni».

La sede italiana è a Rivoli, alle porte

di Torino. L’azienda ha deciso di of-

frire sul mercato installazioni busi-

ness to consumer, standardizzate e

concentrate inizialmente nell’area

del Nord Ovest, per poi coprire tutto

il Paese con l’apertura di altre sedi

regionali; l’offerta business to busi-

ness, invece, è già pronta per soddi-

sfare la domanda su tutto il territorio

nazionale.

Chiara Scalco

Andrea Sasso

Lavorerà sui tetti la nuova Edf Enr Solare

Credit Thomas Bartel

La carta d’identità dell’impresa d’Oltralpe

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tecnologie&soluzioni

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12/201024

Luciano Barelli

IMPIANTI CONDOMINIALI

Su e giù con gli ascensori ThyssenKruppgrazie a un piccolo pannello solareElevator ha messo a punto un programma con il Consorzio italiano di settore. La sostituzione dei motori obsoleti. Previsti finanziamenti bancari

La filiale italiana di ThyssenKrupp

Elevator, società del noto colosso

tedesco da 40 miliardi di euro di fattu-

rato annuo, ha lanciato un programma

di efficientamento energetico specifico

per la sua linea di ascensori condomi-

niali molto originale.

«ThyssenKrupp Elevator si occupa di

movimentazione di persone, ossia di

ascensori, scale e corsie mobili, ponti di

imbarco passeggeri - ci dice l’ammini-

stratore delegato e direttore generale

Roberto Rossi -. Come tutte le società

del Gruppo ThyssenKrupp, anche la

nostra divisione ha sempre posto una

particolare attenzione all’innovazione.

Se fino a pochi anni fa innovare signifi-

cava migliorare le prestazioni, l’affida-

bilità e la sicurezza dei nostri prodotti,

oggi, per la crescente attenzione ai te-

mi dell’ecosostenibilità, significa anche

aumentarne l’efficienza energetica e

utilizzare energie alternative».

Quello degli ascensori condominiali è

stato valutato uno dei settori più pro-

mettenti per un processo di efficienta-

mento. È stato, perciò, messo a punto

un programma battezzato Kit Efficien-

za Energetica per sostituire i motori

con modelli più recenti ad alta efficien-

za, con in più una particolarità che Ros-

si reputa unica sul mercato: «Per ren-

derla più interessante e meglio giustifi-

cabile economicamente soprattutto in

prospettiva, abbiamo pensato di ag-

giungere alla nostra offerta di sostitu-

zione dei motori obsoleti anche una

voce originale, ossia l’installazione di

un pannello solare di 3 kW, piccolo ma

sufficiente ad alimentare l’impianto.

Ciò non significa che ThyssenKrupp si

sia lanciata sul mercato del fotovoltai-

co, tant’è vero che i pannelli non siamo

noi che li produciamo ma li commissio-

niamo al Cxsi, Consorzio per il solare

italiano. Abbiamo solo voluto sfruttare

la possibile sinergia tra la manutenzio-

ne degli ascensori, che è uno dei punti

forti della nostra offerta che il mercato

ci riconosce, e quella dei pannelli solari

che verrebbe presa in carico da noi,

così da offrire ai nostri clienti un’oppor-

tunità di risparmio e di riduzione dell’in-

quinamento senza alcuna preoccupa-

zione. Il progetto sarà poi finanziabile

da una primaria banca italiana con cui

stiamo stipulando un accordo. Notare

che si tratta di un programma che è

stato messo a punto dalla nostra filiale

italiana che, a quanto ne sappiamo,

non ha nessun corrispettivo di nostri

concorrenti in nessun Paese».

Evolux.eco accumula energia mentre funziona Funziona anche con fonti rinnovabili il nuovo ascensore di Ceam, battezzato Evolux.eco. È alimentato dalla normale rete elettrica a 220 V monofase ed è sufficiente una potenza inferiore a 1 kW per farlo funzionare. L’ascensore consente di risparmiare energia rispetto a un sistema elettrico tradizionale (vedi tabella) e dispone di un sistema rigenerativo in grado di accumulare l’energia necessaria per il funzionamento dell’impianto. Gli spazi sono ottimizzati: non è previsto il locale macchine e il posizionamento dell’impianto negli edifici è flessibile e integrabile in differenti contesti. al.ca.

Roberto Rossi

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tecnologie&soluzioni 12/201024

Alice Cappelli

EOLICO

Solleva e trasporta i giganti del ventoChiavi in mano del consorzio Ener.LogUna flotta di 250 camion e 25 gru in grado di sollevare sino a 600 tonnellate.Dal carico dei componenti allo stoccaggio nei porti sino alla posa in loco

Spesso non pensiamo che i grandi

impianti di energia rinnovabile

necessitano di una filiera di trasporto

e sollevamento ben organizzata. In

particolare gli impianti eolici, compo-

sti da grandi componenti, devono

poter contare su una logistica adatta:

Ener.Log è un consorzio nato proprio

per offrire questo servizio. Si occupa

di sollevamenti integrati, trasporti

marittimi ed eccezionali su gomma e

ferroviari, stoccaggio e montaggio.

Tutto con una metodologia di inter-

modalismo tra terra e mare. Il diretto-

re Marc Gelardini, managing direc-

tor di Ener.Log, ci racconta qualcosa

di più della società: «Si tratta di un

consorzio costituito da Geo Traspor-

ti, Adp - La Molisana Trasporti,

Sicilia Shipping e Arduino. La no-

stra specialità è il sollevamento e il

trasporto marittimo dei grandi com-

ponenti degli impianti, in particolare

eolici. Dopo aver stipulato la com-

messa, organizziamo una perizia sul

materiale da trasportare, in modo da

prevedere ogni caratteristica e scam-

pare eventuali danni derivanti da cal-

coli sbagliati». Non dimentichiamo

che stiamo parlando di pesi e gran-

dezze davvero massicce. È per questo

che i mezzi a disposizione del consor-

zio devono essere ben dimensionati

rispetto al loro utilizzo: «Possediamo

una flotta - sottolinea Gelardini - di

circa 250 camion e 20-25 gru in gra-

do di sollevare dalle 40 alle 600 ton-

nellate. Il nostro lavoro consiste, in-

fatti, nel caricare i componenti e stoc-

carli nel porto più vicino (solitamente

Bari, Napoli o Taranto, punti nodali

del trasporto marittimo italiano) per

essere poi sistemati sulle navi. All’ar-

rivo ci occupiamo del sollevamento e

del trasporto di essi su mezzi speciali.

Ultimo passaggio importante è il de-

posito sul sito finale: dobbiamo posi-

zionare i componenti in zone precise

per consentire un corretto assem-

blaggio elettrico e meccanico. Insom-

ma, cerchiamo di concordare e orga-

nizzare ogni particolare della filiera

logistica di questi grossi materiali».

Ener.Log, quindi, segue tutto ciò che

viene prima dell’installazione di un

impianto. Si occupa anche degli

aspetti burocratici, di stabilire gli arrivi

e le partenze delle navi. I maggiori

clienti degli ultimi anni sono stati Ve-

stas, Enercon, Repower, Siemens

e Leitwind.

Componenti induttivi compatti per offshore

Smp ha ideato nuovi componenti induttivi per i convertitori statici di frequenza delle turbine eoliche, i quali trasformano la corrente alter-nata prodotta dalle pale per l’immis-sione nella rete elettrica. I nuovi in-duttori possono essere utilizzati ora anche negli impianti offshore, poi-ché sono più compatti e studiati per avere perdite e dispersioni ridotte. La manutenzione è dunque minima, il che rappresenta un vantaggio per le installazioni offshore, che spesso sono gravate da elevati costi deri-vanti dagli interventi tecnici.

La nuova versione di Direct Drive di Siemens

Siemens ha presentato recentemente la nuova turbina eolica Direct drive Swt-3.0-101. È costituita da meno componenti, quindi pesa meno rispetto alla precedente versione perché è più semplice e compatta; ha una potenza nominale di 3 MW e il diametro del rotore misura 101 metri. La nuova tec-nologia drive train è composta da magneti permanenti che muovono un generatore sincrono, senza l’utilizzo di un moltiplicatore di giri: quindi non è necessaria energia per l’eccitamento. È disponibile sul mercato internazio-nale per impianti onshore e offshore.

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M.Cristina Ceresa43

ambiente sostenibileSTORIA DI COPERTINA

Luci d’autore su Milano e TorinoAnche l’arte s’illumina senza sprechiEsempi di manifestazioni che accendono le opere d’ingegno a base di Led. Consistente riduzione di consumi con le nuove soluzioni offerte dal mercato. Realtà e promesse di una rivoluzione che abbatte i vecchi criteri

Una Torino che si è appena illumi-

nata con luci d’autore per la

manifestazione “Luci d’artista” (in

programma lo scorso novembre) e

una Milano che rimarrà illuminata a

giorno per tutto il mese di dicembre.

Due città simbolo per una Nazione

che fa i conti con la voce “illumina-

zione artificiale”. Voce da contenere,

ovviamente. Se è vero che circa 50

TWh è l’energia usata per illuminare

l’Italia, va anche detto che senza

grandi sforzi si possono mutare usi e

abusi visto che le soluzioni sul merca-

to, ormai, ci sono. E sono pure artisti-

che. Tanto che il capoluogo lombar-

do ne dà mostra, avendo chiamato al

suo seguito artisti di fama internazio-

nale. La città, allontanandosi anni

luce dal periodo dell’austerity, ha de-

ciso di proporre per il secondo anno

consecutivo un vernissage sotto le

stelle, accendendo opere artistiche a

base di Led. A consumo ridotto. Per-

ché Milano si è incamminata sulla

strada dell’efficienza energetica: i

dati resi noti dal Comune parlano di

consumi energetici che sarebbero

passati dai 1.424 kWh del 2008 ai

360 kWh del 2009.

Così, badando alle spese in questo

mese di scarsa luce naturale, anche i

grattacieli si stanno illuminano di im-

menso. L’area della Stazione Centra-

le è un tripudio di lucciole artificiali

disegnate da Paolo Cesaretti, Guen-

dalina Di Lorenzo, Antonella Dedini.

Perché la luce possa trasformare la

città, dicono gli organizzatori. E ne

dia, in un certo senso, una scossa be-

nefica.

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storia di copertina 12/2010

GLI STUDI DEL POLITECNICO DI MILANO

Non solo vista, ma anche salute e ambienteRivoluzione Led tra realtà e promesseLe straordinarie opportunità offerte da una tecnologia che punta a superare i criteri della semplice illuminazione e che ha trasformato il mercato

Anche se spesso non facciamo

caso al gesto di accendere o

spegnere la luce, i numeri ci ricorda-

no come l’illuminazione abbia un

peso non trascurabile all’interno del

fabbisogno elettrico: in Italia, secon-

do i dati Enea, rappresenta ben il

16,4% dei consumi annuali di elettri-

cità del Paese (pari a 309,8 TWh), per

un totale di 50,8 TWh. Ma da alcuni

anni a questa parte una rivoluzione

neanche troppo silenziosa sta attra-

versando questo settore, creando

nuove opportunità che vanno anche

oltre il risparmio energetico: si tratta

della sempre più massiccia diffusione

dell’illuminazione Led (Light emitting

diode), di cui si è parlato in occasione

del convegno Color&Texture, orga-

nizzato dal Politecnico di Milano.

Questa tecnologia, in pratica, è costi-

tuita da piccoli microchip in grado di

inserirsi facilmente in un circuito elet-

trico. Al contrario delle normali lam-

pade incandescenti, i Led non possie-

dono un filamento che si illumina e

producono pochissimo calore, tra-

sformando in luce buona parte

dell’energia consumata.

Grazie a queste caratteristiche tecni-

che i Led stanno rapidamente conqui-

stando il mondo dell’illuminazione,

soprattutto in ambito artistico e archi-

tettonico: «I Led stanno provocando

una rivoluzione nel mondo della luce

paragonabile a quella che fu per la Tv

il passaggio dal bianco e nero al colo-

re - ha spiegato Chiara Bertolaja,

docente del master del Politecnico in

lighting design -. Penso, per esempio,

all’architettura, che siamo tradizional-

mente abituati a considerare mono-

croma, perché sinora la colorazione

con la luce era molto difficile. I sistemi

tradizionali di illuminazione a colori

necessitavano, infatti, di filtri e appa-

recchi molto voluminosi. I Led ad alta

potenza, invece, stravincono per po-

tenza e uniformità rispetto alle solu-

zioni a fluorescenza». Più cauta sotto

questo aspetto l’opinione di Laura

Cinquarla di iGuzzini, secondo cui

«per l’illuminazione notturna dei

grandissimi progetti, come per esem-

pio le torri commerciali, i Led sono

ancora indietro rispetto ai sistemi clas-

sici». Per quanto riguarda invece l’illu-

minazione residenziale e retail, negli

ultimi anni tutte le principali aziende

del settore hanno sfornato cataloghi

di apparecchi Led, puntando spesso

sulla luce come elemento fondamen-

I nuovi modelli di business di Ge Lighting

Da quando Nino Piredda è stato nominato country manager

(non più tardi di un anno fa), la con-correnza ha raddrizzato le orecchie. Che Ge Lighting voglia fare sul se-rio? Effettivamente il manager am-mette che sta mettendo mano «a delle specificità da risolvere». E tra queste ha in mente la relazione con i clienti e il commitment a lungo ter-mine con il canale. Per supportare meglio i prodotti in roadmap, la filia-le italiana sta progettando un nuovo modello di business «dove - secondo Piredda - si possa lavorare in modo che il rebate sia una “clausola” aggiuntiva». Ciò si aggiunge a un forte investimento effettuato in area commerciale. «Abbiamo intenzione di vendere luce non come commodity, ma come emozione d’acquisto». La luce, insomma, è sempre più fattore di business, ma con un occhio at-tento a tutto ciò che è light design. Infine, non sono escluse acquisizioni di realtà locali, segnalate proprio dalla sede italiana. Ma su questo fron-te, impera ancora il riserbo. In fondo, siamo comunque di fronte a una business unit della grande Ge. m.c.cer.

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storia di copertina 12/2010

Alice Cappelli

Gianluigi Torchiani

tale per la salute psicofisica dell’essere

umano. «Sino a non molto tempo

anni fa l’individuo si serviva della luce

artificiale per vedere - ha spiegato Al-

berto Seassaro, preside della facoltà

di Design - e gli standard erano anco-

ra abbastanza semplici. Oggi invece

non ci si accontenta più della semplice

illuminazione e si pretende di più dal

lato qualitativo ed emozionale».

Non tutti i consumatori, però, sem-

brano padroneggiare al meglio questi

nuovi apparecchi: «La semplicità sarà

la parola chiave della tecnologia Led

del futuro - ha spiegato Federica

Orioni di Philips -. Occorre creare

delle interfacce semplici per gli utenti.

Noi ci stiamo impegnando per rag-

giungere questo risultato». Tra i con-

sumatori regna anche un po’ di con-

fusione: le pubblicità degli apparecchi

Led promettono risparmi al 50, 60,

70%, ma il problema è che nessuno

spiega bene rispetto a cosa. «Questa

tecnologia ha introdotto una vera

rivoluzione in un mercato sino a ora

ingessato - ha spiegato Gianni Dri-

saldi, presidente di Aidi (Associazio-

ne italiana di illuminazione) -. Si sono

inseriti nuovi produttori dal mondo

dell’elettronica, spesso promettendo

risparmi pazzeschi. Dal momento che

tra gli utenti c’è molta ignoranza in

materia, sarebbe importante che

quando si parla di rendimento, tutti

quanti i produttori si riferissero alla

luce che esce effettivamente dall’ap-

parecchio e non al singolo Led».

Concorso Progetto Luce. C’è tempo fino al 31 gennaio

C’è tempo fino al 31 gennaio 2011 per presentare i propri progetti di luce inno-vativa e “sostenibile” al concorso Progetto Luce Ecosostenibile di Simes (www.simes.it, dove è possibile scaricare anche il bando).Con questo concorso Simes punta a offrire un contributo concreto per la salva-guardia del pianeta affinché l’emissione di CO2 sia ridotta di 25.000 tonnellate, calcolate sulla base di un’ipotesi di 1.000 progetti pervenuti. Progettisti e studenti sono chiamati a sviluppare competenze e conoscenze adeguate a interpretare al meglio la luce utilizzando apparecchi a Led (Simes ovviamente), coniugando in modo efficace una buona progettazione illumino-tecnica con una sapiente ricerca del risparmio energetico.

Bridgelux e Molex hanno lavo-

rato insieme per una nuova

illuminazione: da questa partner-

ship è nata Helieon, la soluzione

che integra la tecnologia Solid-

state lighting con la connessione

twist & lock di Molex. «Puntiamo

a sviluppare la rete di installazione

italiana soprattutto nei mercati

retail, negozi, alberghi, supermer-

cati - afferma Tom Van Den Bus-

sche, European marketing direc-

tor -. La soluzione è pensata per

semplificare le modalità di instal-

lazione dei nostri clienti. È, inoltre,

un prodotto ecologico che arriva

fino all’80% di efficienza energe-

IL SISTEMA A MODULI VARIABILI

Con Helieon dieci anni di luce continuaLa soluzione ideata da Bridgelux e Molex per supermercati, alberghi e negozi

tica, funziona per 50mila ore e

dopo questo tempo emette anco-

ra il 70% della luce. La durata me-

dia è stimata comunque in circa

dieci anni, sulla base di utilizzo di

12 ore al giorno». La particolarità

di questa soluzione è che si tratta

di un sistema plug & play, che per-

mette alle aziende clienti, ai desi-

gner o ai singoli utenti di inter-

cambiare e sostituire i moduli,

variando gli ambienti grazie alle

diverse configurazioni di fissaggio

e all’integrazione di essi in diffe-

renti sistemi di illuminazione. La

luminosità di questo prodotto è

compresa tra i 500 e i 1.500 lu-

men operativi, equivalente secon-

do le aziende alla performance

delle lampadine a incandescenza

fra i 40 e i 75 watt.

Una vetrina di negozio illuminata da Helieon

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storia di copertina 12/2010

Effetti e atmosfere del sistema BTicino

Negli uffici le luci si accendono solo in presenza di persone e l’intensità

della luce si autoregola per consentire una visibilità ottimale. Nelle attività commerciali si creano effetti scenogra-fici che mettono in risalto i prodotti e creano l’atmosfera voluta. Nelle scuole si garantisce il giusto comfort visivo agli studenti, mentre lo scheduling orario disincentiva presenze indesiderate. Nei corridoi e nei luoghi di passaggio l’ac-censione e lo spegnimento automatici evitano gli sprechi. Sono queste gli scenari possibili del si-stema Lighting management BTicino dedicato agli ambienti del terziario, che si declina in tre diverse soluzioni, tutte accomunate da risparmi energetici dav-vero sensibili. Il sistema Bus permette una gestiona centralizzata delle luci dell’edificio con l’utilizzo delle funzioni più avanzate come l’impo-stazione di programmi orari e la gestione di scenari. Room Controller, invece, è più adatto a una gestione locale; Switch Sensor è una gamma di sensori combinati di movimento e illuminazione per una soluzione immediata in ambienti già esistenti.

Osram punta sugli Oled e non prende abbagli

Una tecnologia sicuramente innovativa è quella degli Oled (Organic light emitting diode), cioè un diodo organico a

emissione di luce, che sfrutta la capacità di alcuni polimeri a base di carbonio per emettere luce. La particolarità è quella di generare una luce calda, delicata che, a differenza di tutti gli altri tipi di lampadina, non abbaglia. Date le sue caratteristiche è adatta soprattutto a realizzazioni architettoniche di qualità. Osram Opto Semiconductors sta investendo molto su questa tecnologia, anche se al momento l’unico prodotto disponibile sul mercato è l’Oled Orbeos. È una sorgente luminosa quasi piatta e rotonda, del diametro di 8 centimetri, adatta quindi per luci d’interni, musei, ristoranti e hotel. Dura meno di una sor-gente a Led, circa 5mila ore, ma può essere accesa o spenta senza ritardi e ha un’efficienza di 25lumen/watt, superiore quindi alle convenzionali lampade alogene. La sua gestione del calore è molto semplice. Non contiene mercurio e non produce radiazioni UV o infrarosse. Il livello di luminosità è generalmen-te di 1.000 cd/mq con 1 W di potenza.

Addio al faretto, benvenuta Energy Smart

Il limite dei Led è sempre stata quella di un’illuminazione direzionale, da faretto. La nuova lampadina Energy Smart

di Ge Lighting risolve proprio questo problema. Consuma 9 watt, illumina come una lampadina a incandescenza da 40 watt e ha una durata stimata di 25mila ore (17 anni con un utilizzo medio di 4 ore al giorno). La forma è particolare, ca-ratterizzata da alette che svolgono una funzione di raffredda-mento: sono collegate ai Led all’interno del bulbo per estrarre il calore e disperderlo all’esterno, mantenendo bassa la tem-peratura, condizione indispensabile per garantire una vita più lunga e una maggiore efficienza. Con queste caratteristiche il prodotto si candida per la certificazione Energy Star come lampada Led omnidirezionale sostitutiva: produce infatti 470 lumen, prevede il 77% di risparmio energetico e dura oltre 25 volte più a lungo dei prodotti a incandescenza.

Quando il comfort si sposa con il risparmio e l’efficienza

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storia di copertina 12/2010

ILLUMINAZIONE

Schneider Electric lavora nell’emergenzama in condizioni di massima sicurezzaLe nuove lampade della serie Exiway progettate e realizzate nello stabilimento di Pieve di Cento. Alta affidabilità e rispetto della regolamentazione del settore

Schneider Electric ha annunciato la

disponibilità sul mercato nostrano

di Exiway, una nuova gamma di dispo-

sitivi per il settore dell’illuminazione di

emergenza, visto come «un mercato

molto legato alla nuova edilizia, so-

prattutto per quanto riguarda il rinno-

vamento connesso alla ristrutturazio-

ne degli immobili - ha dichiarato Ore-

ste Ballarini, responsabile marketing

apparecchi di emergenza di Schneider

Electric -. In particolare, si tratta di un

settore che, nell’ambito della strategia

aziendale tesa a fare del marchio un

punto di riferimento mondiale per la

gestione dell’energia, ci sta dando

l’opportunità di allargare il portafoglio

di offerta». Nello specifico, la nuova

linea di lampade della serie Exiway è

prodotta nello stabilimento emiliano

di Pieve di Cento (Fe), eletto dalla so-

cietà come centro di competenza a li-

vello mondiale per l’offerta nel settore

dell’illuminazione di emergenza, e ri-

sponde all’esigenza di garantire le

condizioni di sicurezza per ambienti

residenziali e pubblici prescritte dalle

normative comunitarie in materia.

«Da sempre il marchio Schneider Elec-

tric è sinonimo di sicurezza per ogni

prodotto e soluzione che propone. Un

valore che si unisce al know how pre-

sente a Pieve di Cento, dove vengono

progettati e realizzati sistemi ad alta

affidabilità e nel rispetto della legisla-

zione che regola il settore» spiega il

responsabile marketing.

La produzione di soluzioni per l’illumi-

nazione di emergenza, infatti, è sotto-

posta a una rigida regolamentazione,

che fa riferimento, nello specifico, ai

decreti ministeriali antincendio, alle

leggi ordinarie sulla sicurezza emanate

dai Paesi in cui le lampade sono attive

e alle norme Cei e Uni sulle tecniche di

costruzione e le modalità di manuten-

zione. «Per quanto riguarda il proces-

so di sostituzione - prosegue Ballarini -

Sei modelli dal negozio all’hotel

Sono sei i modelli della gam-ma Exiway. Apre la serie

Exiway One, per ambienti di piccole dimensioni, come ne-gozi e appartamenti, che ri-chiedono prestazioni di sicu-rezza standard; per gli edifici di uso pubblico, che necessita-no di uno sviluppo illuminotecnico specifico, Exiway One Hf permette, invece, di distribuire in maniera uniforme il flusso luminoso sulle super-fici. Exiway Plus, invece, è la soluzione ideale per ambienti prestigiosi, come gli hotel. Sulla stessa falsariga, poi, Exiway Plus Hf è il modello adatto per centri direzionali ed edifici storici, capace di coniugare cura del design e elevati livelli di sicurezza. Exiway Plus Led (nella foto), grazie allo sviluppo di tecnologia Led di classe ottica certificata esente, riduce al minimo i rischi fotobiologici per gli utilizzatori, mentre Exiway Class è la soluzione con cui l’azienda punta al primato di mercato nell’ambito del design di progetto (disegno dei prodotti destinati al mercato profes-sionale). Disponibili nelle tre diverse estetiche “tradizionale”, “design”, “architetturale”, le lampade Exiway sono dotate di due tecnologie per la sicurezza: diagnosi locale, con l’effettuazione di test funzionali in auto-matico, e diagnosi centralizzata, con monitoraggio delle funzionalità attraverso il sistema Dardo. gia.ste.

Oreste Ballarini

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storia di copertina 12/2010

Giammaria Stefanìa

gia.ste.

il recepimento della direttiva europea

Raee sul recupero delle apparecchia-

ture elettroniche ci ha portato a con-

cludere un accordo con il consorzio

specializzato Ecolight». Sul fronte

della commercializzazione nel merca-

to della nuova linea di prodotti, infine,

Schneider conta di ricorrere al tradizio-

nale canale della rivendita, con focaliz-

zazione sui grossisti di materiale elet-

trico, e, tramite la distribuzione, sugli

installatori, vero punto di contatto con

l’utente finale. La società, tuttavia, non

sembra puntare su determinate carat-

teristiche dei rivenditori. Conclude in-

fatti il marketing manager: «Un instal-

latore ideale non esiste. Nella prassi,

lavoriamo essenzialmente con due tipi

di installatori. Da una parte, ci sono gli

operatori che lavorano in collaborazio-

ne con gli studi di progettazione e che

si limitano a installare componenti di

impianti elettrici già selezionate dal

progettista; dall’altra, invece, ci sono i

piccoli liberi professionisti, autonomi

nelle scelte degli acquisti e, quindi, in

relazione diretta con noi e i grossisti

per la selezione delle lampade da

montare».

SERVIZI A IMPRESE E PA

Minos System cancella gli sprechiEfficienza e illuminazione in tempo realeL’architettura per la telegestione offerta da Umpi Elettronica consente di ridurre i consumi sino al 45%. L’impiego in autostrade, stazioni e aeroporti

Adisposizione di imprese e Pa

già da qualche mese, Minos

System è l’architettura per la telege-

stione dell’illuminazione pubblica

ed esterna prodotta da Umpi Elet-

tronica.

Peculiarità di Minos System sono il

risparmio di energia e la riduzione

dell’inquinamento atmosferico e lu-

minoso (riduzione dei consumi fino

al 45%, grazie alla possibilità di pro-

grammare i comandi di accensione

e di spegnimento); prerogative an-

cora più centrali nell’attività

dell’azienda dopo la firma, con Te-

lecom Italia, di un accordo di coo-

perazione per l’offerta congiunta di

servizi finalizzati al contenimento

del consumo di energia elettrica nei

settori pubblico e privato.

Nel dettaglio, il software Syra per-

mette di effettuare analisi in tempo

reale circa lo stato di efficienza delle

lampade collegate al sistema, con

focalizzazione sulle problematiche

dovute all’assenza di corrente o alle

lampade in esaurimento, mentre la

centrale di telecontrollo quadro An-

dros supporta la configurazione di

1.022 lampade per armadio e la co-

municazione con Ios via Gsm/Gprs,

Rtg e Tcp/Ip, con memorizzazione

fino a 2.048 eventi su memoria non

volatile e tre numeri telefonici per

chiamate di emergenza.

Sul fronte della visualizzazione del-

le funzioni di controllo, invece,

l’applicativo Minos X è finalizzato a

notificare all’utente eventi e ano-

malie e a sviluppare statistiche au-

tomatiche sulle performance

dell’infrastruttura.

Adatto per l’impiego in relazione a

autostrade, aeroporti e stazioni fer-

roviarie, Minos System è inoltre in

grado di trasformare gli impianti di

illuminazione che gestisce in una

Rete Lan munita di connettività

wireless, tramite la creazione di hot

spot Wi-fi e offre opzioni supple-

mentari di videosorveglianza grazie

alla possibilità di installare teleca-

mere di sicurezza sui lampioni della

rete di illuminazione.

Infine, per quanto riguarda la manu-

tenzione degli impianti, l’infrastrut-

tura fornisce informazioni in tempo

reale sullo stato delle componenti e

le modalità di intervento, a benefi-

cio di un Roi misurabile in un perio-

do di tempo compreso tra i tre e gli

otto anni.

Lo schema di videosorveglianza

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storia di copertina 12/2010

CASE HISTORY

Il polo d’ingegneria del Gruppo Abs’accende con la tecnologia di PhilipsL’impianto realizzato in provincia di Brescia accoglierà 100 specialisti del settore biogas. Si prevedono risparmi del 20-25% rispetto ai sistemi tradizionali

Accoglierà circa 100 ingegneri,

tecnici e specialisti del settore

biogas il nuovo polo di engineering

del Gruppo Ab. L’azienda, nata nel

1981, progetta e realizza impianti di

cogenerazione con potenza tra i 100

e i 10.000 kW e ha raggiunto il nume-

ro di 300 addetti impiegati nel 2010.

Dal 2005 al 2009 la capacità produt-

tiva del Gruppo è aumentata del

300%. Nel frattempo a Orzinuovi, in

provincia di Brescia, il Gruppo ha “co-

lonizzato” quasi un’intera area indu-

striale, realizzando, in aggiunta alla

sede iniziale, un grande stabilimento

produttivo, un biocogeneratore e ap-

punto il menzionato polo di ingegne-

ria. La particolarità di questa nuova

struttura è l’attenzione al risparmio

energetico: con quest’idea è stato sti-

pulato un accordo con Philips per rea-

lizzare un impianto di illuminazione

moderno ed efficiente.

«Abbiamo scelto e concordato insie-

me a Philips la tecnologia Led per gran

parte degli spazi - spiega Caio Pezzo-

la, marketing manager di Ab -. L’inve-

stimento ha richiesto un esborso di

circa 80mila euro e contiamo di rag-

giungere un risparmio energetico del

20-25% rispetto a un sistema di illu-

minazione tradizionale».

I prodotti utilizzati fanno parte della

gamma Philips: Led Dayzone, Led Lux-

space, Neon Rotaris e Occuplus. «Il Led

non è stato utilizzato dovunque - affer-

ma Marco Baronchelli, direttore tec-

nico Ab -: abbiamo trovato un buon

compromesso economico e tecnico».

Dayzone e Luxspace, i Led come quelli

installati in Ab, sono progettati per

avere una durata di 50mila ore al flusso

minimo del 70%. Rispetto alla tecno-

logia a fluorescenza, con durata intor-

no alle 17-19mila ore, le performance

ottenute permettono di ridurre i costi

di manutenzione di circa il 70%.

Secondo i calcoli di Philips Lighting la

tecnologia Led aumenterà nei prossi-

mi anni. Nel 2008 i Led coprivano il

7% del mercato, mentre l’illumina-

zione tradizionale era ancora ferma al

93%. Per il 2020 è previsto un ribal-

tamento: i Led raggiungeranno il

75%, mentre il tradizionale scenderà

al 25%. «I vantaggi dei Led Philips

sono prima di tutto la durata - confer-

ma Fabio Checchi, segment mana-

ger office & industry di Philips Ligh-

ting -. Inoltre hanno il marchio Green-

flagship, non contengono mercurio e

sostanze nocive e comportano ridotti

costi ambientali derivanti da produ-

zione, smaltimento, trasporto e im-

ballaggio».

Il biocogeneratoread alto rendimento

Il biocogeneratore costruito nell’area industriale Ab di Orzinuovi è un impianto ad alto rendimento che rende lo stabilimento produttivo autosufficiente dal punto di vista termico. Provvede, quindi, al riscaldamento a pavimento, alla climatizzazione generale, dell’officina e degli uffici, e al fabbisogno dei forni di verniciatura grazie al calore prodotto dal processo di digestione di biomasse agricole.

Il nuovo polo engineering del Gruppo Ab realizzato a Orzinuovi, in provincia di Brescia

Chiara Scalco

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focus 12/2010

CITTÀ SOSTENIBILI

Milano in bike sharing scatta per primama in Europa resta fanalino di codaI successi di Berlino, Londra e Barcellona che hanno potenziato il servizio.In Italia bene in molti piccoli centri, poco a Roma, nulla a Napoli e a Firenze

BarcellonaInizio servizio: giugno 2007Bici disponibili: 6.000Stazioni: 425Viaggi giornalieri: 40.000Abbonati: 130.000Tecnologia: tessera magneticaInvestimento annuale: 9 milioni

ParigiInizio servizio: 2007Bici disponibili: 20.600Punti prelievo: 1.451Tecnologia: tessera magnetica

LondraInizio servizio: luglio 2010Bici disponibili: 6.000Punti prelievo: 425Tecnologia: tessera magnetica

BerlinoInizio servizio: 2002Bici disponibili: 1.750Utilizzatori: 50.000Tecnologia: codice pin

RomaInizio servizio: giugno 2009Bici disponibili: 150Stazioni: 19Tecnologia: tessera magnetica

MilanoInizio servizio: dicembre 2008Bici disponibili: 1.400Stazioni: 105Abbonati: 15.500 annuali, 4.000 settimanali, 17.500 giornalieriViaggi giornalieri: 4.000Tecnologia: tessera magnetica

In Italia il bike sharing, pur soffrendo di carenza d’investimenti, si sta diffondendo (fonte Legambiente) e oggi esistono 151 servizi sul territorio italiano. Tra le medie città va segnalato il caso di Brescia, dove il bike

sharing è in atto dal 2008 con 120 biciclette disponibili e 24 stazioni in servizio 24 ore su 24. A parte la leadership indiscussa di Milano, mancano all’appello i grandi centri urbani: Roma dispone di un servizio non in linea con le aspettative di cittadini, residenti e turisti. A Napoli e a Firenze il bike sharing non esiste.

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focus 12/2010

CITTÀ SOSTENIBILI

Mezzi pubblici, piste ciclabili, aree pedonaliCosì Friburgo è diventata modello europeoL’esperienza del centro tedesco che conta 220mila abitanti in oltre 40 anni di pianificazione urbana. Il segreto? Porsi nuovi traguardi e saperli rispettare

Mobilità sostenibile: se c’è riu-

scita Friburgo, può farcela an-

che Milano... Con le dovute differen-

ze (la città tedesca conta 220mila

abitanti contro più di un milione e

300mila del capoluogo lombardo), il

paragone tra i due centri urbani evi-

denzia luci e ombre delle nostre poli-

tiche ambientali. Sulle prospettive

per l’area metropolitana di Milano si

è discusso al IV convegno nazionale

di Rinenergy. Tra un Ecopass che

funziona a ranghi ridotti, car sharing

in via di sperimentazione, biciclette

strozzate dal traffico e parcheggi sel-

vaggi, Milano si sta interrogando su

come migliorare la qualità della vita

dei suoi cittadini. Il direttore dell’In-

novation Academy di Friburgo,

Hans-Jörg Schwander, ha illustrato

le iniziative promosse nel centro te-

desco negli ultimi 40 anni di pianifi-

cazione urbana.

Sono 54mila i pendolari che ogni

giorno entrano a Friburgo, mentre

16mila persone si spostano quotidia-

namente fuori città per lavoro. In più

bisogna contare i circa 29mila stu-

denti universitari. Il primo piano co-

munale dei trasporti è del 1969; nel

1972 si decide di mantenere in fun-

zione le reti tramviarie e l’anno dopo

di creare una zona pedonale intorno

al Duomo (una delle più estese della

Germania). Nel 1991 arriva la Regio-

karte, che permette di viaggiare su

2.800 km di 90 linee urbane/extraur-

bane a Friburgo e in due province li-

mitrofe, coinvolgendo 17 aziende di

trasporto. Sono 36 i km della rete

tramviaria cittadina, con altri collega-

menti in costruzione; i viaggi dei pas-

seggeri coprono quasi il 90% dei

costi d’esercizio. Per quanto riguarda

le strade ciclabili, sono 500 i km ora

disponibili (erano appena 29 nel

1970). L’amministrazione comunale,

inoltre, vuole triplicare l’area pedona-

le entro il 2015, includendo la stazio-

ne ferroviaria. L’obiettivo contro l’in-

quinamento è ridurre la CO2 del 40%

entro il 2030, rispetto ai livelli del

1992. Il piano energetico ha favorito

gli investimenti nel fotovoltaico, pas-

sato da 0,008 MW a 14,4 MW dal

1989 al 2009; cinque turbine eoliche

aggiungono quasi 13 MW di potenza

disponibile nelle fonti rinnovabili, ol-

tre a 7 MW di biomasse. Complessi-

vamente, l’energia verde soddisfa il

3,5% della domanda elettrica di Fri-

burgo. Uno strumento utile - suggeri-

sce - può essere la competizione tra

città diverse; in Germania, per esem-

pio, molte amministrazioni locali si con-

frontano continuamente sui risultati

ottenuti in vari settori (trasporto pub-

blico, piste ciclabili, fonti alternative),

dove anche Monaco sta giocando la

sua partita. Il cambiamento deve parti-

re dai cittadini: di ciò è convinto Edoar-

do Croci, ex assessore alla Mobilità del

comune di Milano e ora presidente Ar-

pa. Croci è tra i promotori dei cinque

referendum ambientali per Milano. Gli

obiettivi toccano i punti critici dello svi-

luppo urbano entro il 2012-2015: rad-

doppio delle zone pedonali e di quelle

a traffico rallentato (30 km/h), 300 km

di percorsi ciclabili, corsie preferenziali

per tutti i mezzi pubblici, estensione di

car e bike sharing. L’Ecopass dovrebbe

diventare una vera “congestion char-

ge” come a Londra, con accesso a pa-

gamento (la proposta è di cinque euro)

per tutti i veicoli tranne quelli a zero

emissioni, allargando il pedaggio alla

cerchia ferroviaria. Gli altri quesiti ver-

tono sull’ampliamento del verde pub-

blico, la conservazione del futuro parco

agroalimentare di Expo 2015, interven-

ti di riqualificazione nell’edilizia e il ripri-

stino della Darsena.

Edoardo Croci

l.re

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news&mercati 12/2010

PIANO INDUSTRIALE

Terni nella sfida del business rifiutiCon Green riciclo e produzione d’energiaNasce una nuova divisione e investe senza timori sull’ambiente dopo il successo nel fotovoltaico. Stefano Ricci: «Così cerchiamo d’immaginare il futuro»

Vinta la scommessa del foto-

voltaico, il Gruppo Terni vuo-

le affrontarne un’altra: quella del

business dei rifiuti.

Lo ha affermato il numero uno

dell’azienda, Stefano Neri, di

fronte alla comunità finanziaria

incontrata a fine estate. Dopo

aver acquisito negli scorsi mesi lo

storico stabilimento chimico di

Nera Montoro, in provincia di Ter-

ni, dalla multinazionale norvegese

Yara, una vasta area industriale

di circa 30 ettari, TerniResearch

(la società che controlla Terni-

Energia) ha trasformato la con-

trollata TerniTecnologie in Ter-

niGreen, che avrà tre diverse ar-

ticolazioni di business.

Le prime due, Metals (decomissio-

ning e bonifica) e Tecnologie, so-

no eredità delle due vecchie so-

cietà, mentre la terza rappresenta

la vera novità e il vero cuore di

TerniGreen: il focus di questa bu-

siness unit sarà, infatti, l’ambien-

te, ovvero il riciclo di materia e

materiale e la produzione di ener-

gia dai rifiuti.

La scelta di entrare in un compar-

to ancora così pieno di difficoltà,

come dimostrano le recenti vicen-

de campane, è così spiegata:

«TerniEnergia ha costruito il suo

successo nel fotovoltaico parten-

do completamente da zero, caso

rarissimo nel nostro Paese - com-

menta Neri -. Come per il fotovol-

taico, anche nel caso dell’ingresso

del business dei rifiuti abbiamo

cercato di immaginare il futuro.

Abbiamo individuato, cioè, un

settore in cui ci sono delle anoma-

lie che non possono durare in

eterno. Penso, per esempio, ai

problemi di illegalità che ancora

colpiscono il comparto o alla pre-

senza distorsiva della Pubblica

amministrazione che, tra munici-

palizzate e società miste, control-

la quasi i due terzi del mercato.

Per non parlare dello sbilancia-

mento Nord-Sud in materia di re-

cupero energetico dei rifiuti. Si

tratta, perciò, di affrontare que-

sta sfida con serietà, credibilità,

capacità manageriale e passione.

Siamo convinti che sarà un suc-

Stefano Ricci

Ultimo nato l’impianto sul tetto del Tubificio

Per quanto riguarda, invece, il tradizionale business di TerniEnergia, il fotovoltaico, la società umbra ha annunciato di aver già centrato nei primi nove mesi dell’anno i target fissati per il 2010: il numero di impian-ti realizzati o avviati a completamento è salito a 44, per una potenza complessiva pari a 43,7 MW, di cui 21,2 destinati alle joint venture per le attività di generazione. Intanto è recente il collegamento alla rete di di-stribuzione dell’impianto di circa 2,2 MWp che TerniEnergia ha realizza-to sul tetto del Tubificio di Terni, società del gruppo ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni, specializzata nella produzione di tubi in acciaio inox saldati per marmitte catalitiche e per usi decorativi.L’impianto sorge su una superficie di circa 45.000 metri quadrati coperta da 9.724 pannelli Yingli Solar e sette inverter PowerOne. Calcolata la produzione di circa 2,3 GW/anno di energia elettrica, che potranno sod-disfare i bisogni energetici di mille famiglie contribuendo a ridurre le emissioni di anidride carbonica di 1.378 tonnellate l’anno.

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news&mercati 12/2010

Gianluigi Torchiani

m.c.cer.

cesso, tanto che abbiamo già in

programma per il 2012 la quota-

zione di TerniGreen».

Il piano industriale illustra nel det-

taglio gli obiettivi della nuova bu-

siness unit ambiente, a cui saranno

destinati nei prossimi tre anni 14

dei 18,5 milioni di euro di investi-

menti previsti per TerniGreen.

Un’importante fetta di fatturato

sarà garantita dal recupero dei

Pfu, ovvero dei pneumatici fuori

uso che, opportunamente tratta-

ti, possono restituire materiali co-

me granulato, frazione metallica

e altro. Ogni anno in Italia si pro-

ducono circa 350mila tonnellate

di pneumatici da gettare, di cui

soltanto il 20% è avviato al recu-

pero, anche per l’assenza di im-

pianti avanzati in grado di garan-

tire uno standard qualitativo ele-

vato. TerniGreen punta ad arriva-

re in breve tempo a un target di

10mila tonnellate l’anno.

L’altro pezzo forte è il recupero

dei rifiuti biodegradabili. Grazie a

una joint venture siglata il 2 no-

vembre scorso con Asm Terni, il

Gruppo umbro prevede di arrivare

a una produzione di elettricità da

biogas pari a 4.800 GWh l’anno

(generata da 35mila tonnellate di

rifiuti). L’inizio dell’attività è pre-

visto nel 2011 con una quantità

trattata pari a circa 15mila ton-

nellate nel primo anno.

Un altro impianto di questo tipo

potrebbe presto essere realizzato

nel Salento, grazie alla recente ac-

quisizione di Gr Ambiente. L’obiet-

tivo della neonata società è, infatti,

quello di espandere il business in

ogni parte d’Italia, come accaduto

per il solare, grazie a partnership e

joint venture ad hoc.

Ai Comuni che non disdegna-

no la raccolta differenziata

segnaliamo alcune opportunità,

anche economiche, per innestare

nuove politiche di raccolta.

Vetro: il recente accordo siglato

tra Anci e Conai prevede la rac-

colta differenziata per colore del

vetro di scarto. I progetti, già av-

viati hanno interessato i Comuni

del Circondario Empolese Valdel-

sa, di Verona, di Latina e della

Versilia. Vero è che oggi si ricicla

il 66% di tutto il vetro immesso

nel mercato italiano, ma gli ad-

detti ai lavori denunciano il fatto

che a fronte di un miglioramento

della quantità, spesso si assiste a

un peggioramento della qualità

del materiale. E, intanto hanno

detto di sì anche Venezia, La Spe-

zia, Lecce e Arzano (Napoli). «Le

iniziative avviate sul territorio -

spiega Filippo Bernocchi, vice

ACCORDO TRA ANCI, CONAI E COMIECO

Carta e vetro raccolta okma attenti alla qualità L’impegno dei Comuni per migliorare il recuperoe il riciclaggio del materiale di scarto

presidente Anci e delegato alle

politiche sui rifiuti -, sono finan-

ziate mediante l’erogazione di un

incentivo economico per lo svilup-

po dei sistemi di raccolta, destina-

to a iniziative, studi, ricerche e

progetti innovativi per migliorare

il riciclaggio e il recupero dei rifiu-

ti da imballaggi in vetro».

Carta: anche il materiale di scarto

proveniente dalla cellulosa deve

essere raccolto “meglio”. È quan-

to chiedono le cartiere che si tro-

vano spesso di fronte a un prodot-

to recuperato, ma mal lavorabile.

Ecco allora l’impegno di Anci e

Comieco secondo il quale i mate-

riali estranei alla carta dovranno

essere ridotti al 3% (è ora il 5%).

I Comuni, quindi, devono attener-

si a nuovi standard a costo di una

decurtazione degli incentivi (an-

che meno 25%).

Sos Internet per togliere i rifiuti Raee dalle strade

Intanto, fino alla fine di dicembre, tutti i cittadini che si trovassero di fronte a un elettrodomestico (o similare) abbandonato sul ciglio della strada, pos-sono collegarsi sul sito www.raeeporter.it fornendo i propri dati, una breve descrizione del Raee abbandonato, l’indicazione del luogo e caricando una foto dell’obbrobrio. Ecodom, che in collaborazione con Legambiente ha lanciato l’iniziativa, si occuperà di inviare una segnalazione all’ente compe-tente (il Comune o la società di igiene urbana che effettua la raccolta dei rifiuti), affinché provveda al recupero del materiale e al suo trasporto al Centro di raccolta più vicino. Questa iniziativa, una vera e propria caccia al rifiuto ingombrante mal gestito, è stata chiamata Raeeporter.

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news&mercati 12/2010

Camilla Galli Macricè

LA CONFERMA DEL GOVERNO

Finisce l’era dei sacchetti di plasticaDal 1° gennaio soltanto bio e cartaGli industriali del settore replicano chiedendo di fermare il provvedimento: “I nostri prodotti sono già a norma”. Eppure c’è chi si è subito adeguato

Il Governo ha confermato che dal

primo gennaio 2011 i sacchetti di

plastica per l’asporto delle merci sa-

ranno messi al bando per essere so-

stituiti da quelli biodegradabili. A di-

sposizione dell’operazione “Sacchet-

ti inquinanti al bando” c’è la somma

di un milione di euro, che sarà utiliz-

zata anche per accompagnare “un

radicale cambiamento dei comporta-

menti e del costume”.

Ma gli industriali del settore (Union-

plast, Ippr e Federazione Gomma

Plastica) non ci stanno e hanno pub-

blicato un documento dove si chiede

ai parlamentari di modificare la nor-

mativa, perché «i tradizionali sac-

chetti in plastica sono realizzati in

polietilene, materiale che non provo-

ca danni di particolare entità all’am-

biente e che, anzi, è il polimero più

riciclato e più riciclabile. Lo shopper

in plastica rispetta inoltre le direttive

europee e le relative norme circa i

requisiti essenziali degli imballaggi

(norma Uni En 13430-Riciclo)». Gli

industriali della plastica passano, poi,

all’attacco del sacchetto in bioplasti-

ca o in carta che, essendo meno resi-

stente e performante, «provoche-

rebbe un uso “limitato” al solo tra-

sporto delle merci senza che lo stes-

so, quindi, possa essere successiva-

mente impiegato per la raccolta dei

rifiuti».

Comunque sia, si stima che in Italia

ben 430mila tonnellate di petrolio

siano bruciate solo per produrre

200mila tonnellate di sacchetti. Ogni

consumatore, infatti, ne utilizza circa

30 kg l’anno. Legambiente ha salu-

tato con soddisfazione la presa di

posizione dell’esecutivo: «Una vitto-

ria dell’ambientalismo - ha commen-

tato il vice direttore di Legambiente,

Andrea Poggio -. Da tempo chiedia-

mo di vietare a livello nazionale la loro

produzione e distribuzione. Con la

sua decisione, l’Italia si pone all’avan-

guardia, su questo fronte, tra i Paesi

industrializzati. E il provvedimento è

di grande importanza anche per far

progredire la raccolta differenziata

dei rifiuti organici, per la quale la bio-

degradabilità dei sacchetti è indispen-

sabile». «Siamo certi - aggiunge Pog-

gio - che il ministero dell’Ambiente

stia lavorando per definire le norme

transitorie per l’esaurimento delle

scorte residue di sacchetti e ci mettia-

mo a sua disposizione per contribuire

alla loro definizione».

Intanto, anche le aziende corrono ai

ripari. Soprattutto quelle che hanno

iniziato a produrre molto più bio. È il

caso di Taffarello, azienda veneta

da sempre nel settore dell’imballag-

gio. E che tra l’altro afferma come i

sacchetti di carta possono diventare

un eccellente compost. La Stazione

sperimentale carta e il Consorzio

italiano compostatori hanno com-

piuto per conto di Comieco (Consor-

zio italiano recupero e riciclo degli

imballaggi a base cellulosica) una

sperimentazione (eseguita in colla-

borazione con Assografici-Gruppo

ShoppingBags) per confermare la

biodegradabilità e la compostabilità

degli oltre 850 milioni di ‘’shopping

bag’’ di carta che ogni anno vengono

prodotti in Italia.

Secondo il direttore generale di Co-

mieco Carlo Montalbetti, «grazie a

queste verifiche la carta si conferma

un materiale ecocompatibile a 360

gradi: riciclabile, biodegradabile e

compostabile, nel 2008 abbiamo av-

viato al riciclo il 70% degli imballag-

gi. Con queste nuove opportunità

potremo gestire in modo compatibi-

le con l’ambiente anche il fine vita dei

sacchetti sporchi».

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news&mercati 12/201024

ECOMONDO 2010

Recupero Raee al traguardo dei 4 kgOra si punta sulla raccolta “uno contro uno”Il buon risultato di quest’anno stimolo alla rimonta italiana per allinearsialla media europea (6 kg). I problemi del recupero degli autoveicoli a fine vita

Rottamare è bello. Lo hanno detto

in tanti a Ecomondo 2010, il sa-

lone, organizzato da Rimini Fiera,

dedicato al recupero di materia ed

energia e allo sviluppo sostenibile.

Gli obiettivi per i Raee

Nel corso del Forum Raee promosso

dal Centro di coordinamento Raee,

Anci, Anie, Federambiente, Fise-

AssoRaee, sono stati trasmessi alcuni

dati: prima di tutto l’obiettivo ormai

raggiunto per il 2010 di recuperare

una media di 4 kg annui procapite di

Raee (rifiuti da apparecchiature elettri-

che ed elettroniche). Un buon risultato

se paragonato ai 3,2 kg dell’anno scor-

so; ma comunque lontano dagli stan-

dard di altri Paesi europei che hanno

raggiunto i 6 kg medi procapite, guida-

ti dalla Svezia con ben 18 kg recupera-

ti a persona. La rimonta italiana secon-

do gli operatori deve essere portata

avanti dalla raccolta “uno contro uno”,

stabilita nel mese di giugno 2010: si

tratta del ritiro da parte dell’esercizio

commerciale di un prodotto analogo

dismesso dal cliente. Le imprese del

settore chiedono, però, che il registro

nazionale dei produttori sia più auto-

matico e oggettivo e che si stili una

circolare per stabilire l’utilizzo delle iso-

le ecologiche per conferire i Raee.

I veicoli a fine vita

Altra problematica da risolvere è quel-

la del recupero degli autoveicoli a fine

vita. Ogni anno in Europa, secondo i

dati diffusi da Fiat Group su elabora-

zione Ispra, vengono rottamati circa

12 milioni di veicoli; in Italia la cifra su-

pera il milione e mezzo. La filiera che

opera in questo ambito comprende la

grande industria automobilistica italia-

na ed estera, 1.600 imprese di demo-

lizione anche a livello familiare, oltre

350 aziende di commercio di rottame

e più di 50 imprese di frantumazione.

Tutto queste realtà sono attive per se-

parare milioni di tonnellate di materia-

le metallico per il riciclaggio e per fran-

tumare il residuo. Gli operatori della

filiera hanno un obiettivo per il 2015:

arrivare a una quota di recupero degli

autoveicoli a fine vita del 95% (ora

87,1%), con un reimpiego e riciclag-

gio dell’85% (ora 84,3%) in peso.

Le bonifiche dei siti inquinati

Altro ambito importante per ridurre

l’impatto ambientale sono le bonifiche

dei siti inquinati italiani. Federambien-

te ha presentato un rapporto sui siti

nazionali contaminati, a seguito di un

censimento regionale, per il quale, pe-

rò, non sono pervenuti diversi dati dal

Sud. Sono stati censiti 12.638 siti: la

buona notizia è che già il 30% di essi

è stato bonificato. Sul totale il 36% è

lombardo. In Toscana l’88% dei Co-

muni è interessato da almeno un sito

contaminato. La causa dell’inquina-

mento di 1.800 siti è l’attività indu-

striale, invece 1.400 sono punti vendi-

ta carburanti. 800 siti sono vecchi im-

pianti per la gestione rifiuti. In 1.000

casi circa l’inquinamento è provocato

da idrocarburi, mentre per 500 siti i

responsabili sono i metalli pesanti.

Chiara Scalco

Credit Thomas Bartel

La fiera produce energia pulita dal fotovoltaico

Rimini Fiera, dopo l’in-stallazione di un impianto fotovoltaico sulla cupola della hall, ha deciso di procedere con un’altra centrale: si tratta della copertura dei parcheggi dell’ingresso ovest, su un’area di 14mila metri quadri. Con una potenza di 1 MW, l’impianto, realizzato da Adria Green Solutions,sarà in grado di produrre in un anno circa un milione e 200mila kWh di energia elettrica, risparmiando l’emissione di 560mila kg di CO2 in atmosfera.

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di Guido Plutino

LA GRANDE CORSA

Per il petrolio sempre più vicinoil sorpasso della domanda sull’offertaSecondo l'Aie, già a partire da quest'anno, la crescita riprenderà a ritmi elevati. Il dibattito sulle ipotesi di consumi e produzione mondiale e sulla stima delle riserve

Si fa fatica a pensare che presto

l’aumento dei consumi mondiali

di energia possa mettere in difficoltà i

produttori di greggio. Oggi la priorità

sembra piuttosto fare fronte a una ri-

duzione della domanda di petrolio

(-1,2% nel 2008 e -2,2% nel 2009)

causata dalla recessione. Eppure il sor-

passo della domanda sull’offerta po-

trebbe essere dietro l’angolo, con un

forte squilibrio già nel 2015.

Secondo l’Agenzia internazionale

dell’energia (Aie), nel 2011 la doman-

da mondiale di greggio tornerà a cre-

scere (+1,6%) sfiorando gli 88 milioni

di barili al giorno (Mb/g). Un dato che,

da solo, può fare poca impressione,

ma che se incrociato con la stima del-

le riserve planetarie accertate e con la

capacità produttiva mondiale assume

tutt’altro significato. Sulle riserve

mondiali, infatti, è in corso da tempo

un acceso dibattito. Le stime più dif-

fuse parlano di 1.150-1.350 miliardi

di barili, ma un recente studio realiz-

zato da tre scienziati dell’Università

di Oxford abbassa la cifra a 850-900

miliardi di barili. Su consumi e produ-

zione, invece, le opinioni sono più

concordi. I consumi mondiali di ener-

gia cresceranno notevolmente nei

prossimi anni: secondo una valutazio-

ne dell’Energy information admi-

nistration (Eia), aumenteranno di

quasi il 50% tra 2007 e 2035. A fron-

te di questo, la capacità produttiva,

come si sa, è poco elastica. Gli esperti

si dividono, però, sulla collocazione e

sulla durata del cosiddetto “plateau”.

Cioè sul raggiungimento e sul mante-

nimento del picco produttivo, prima

dell’inevitabile progressiva diminuzio-

ne. Secondo alcune importanti istitu-

zioni - come appunto Aie ed Eia - il

picco produttivo sarà raggiunto solo

dopo il 2030, ma altri osservatori sono

molto meno ottimisti. Oltre alla citata

Università di Oxford, va segnalata in

proposito una recente ricerca dello

Stato maggiore interforze degli Stati

Uniti. Secondo lo Us Joint Forces

Command, già nel 2015 l’offerta

mondiale di petrolio greggio potreb-

be essere inferiore di ben 10 milioni di

Mb/g a una domanda che dovrebbe

raggiungere i 90 Mb/g.

Se queste previsioni si rivelassero esat-

te, le conseguenze potrebbero essere

gravi, e tanto più a causa della scarsa

consapevolezza del pericolo. Non so-

no in gioco solo i destini dell’economia

(uno shock energetico potrebbe cau-

sare una nuova crisi dagli esiti impre-

vedibili), ma anche gli equilibri geopo-

litici (e questo naturalmente spiega

l’interesse delle forze armate statuni-

tensi), già alle prese con una difficile

evoluzione dovuta alla costante cre-

scita dei fabbisogni cinesi.

Il duello impari tra scoperte e produzione

Mili

ardi

di b

arili

di p

etro

lio a

ll’an

no (G

b/a)

Fonte ExxonMobil (2002)

Scoperte passate

Scoperte future

Produzione

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Con il nucleare, nel 2030 l’ener-

gia elettrica costerà meno e si

ridurranno le emissioni di CO2. Sono

questi i principali benefici delle future

centrali italiane, secondo la ricerca

commissionata dal consorzio Enel-

Edf al gruppo The European House-

Ambrosetti. Per le stesse ragioni, il

Governo tedesco ha deciso in questi

giorni di prolungare il funzionamento

delle sue vecchie centrali per una doz-

zina d’anni. La Germania considera il

nucleare una tecnologia ponte, indi-

spensabile per garantire la sicurezza

energetica del Paese, aspettando il

pieno sviluppo delle rinnovabili.

L’Italia è l’unica potenza mondiale

rimasta senza l’atomo; ma quanto si

continuerà a investire nelle fonti al-

ternative? Lo studio Ambrosetti ha

elaborato tre scenari ipotetici per il

mix energetico italiano nel 2030:

quello di riferimento include le politi-

che attuali (Piano d’azione nazionale

per le rinnovabili e obiettivo europeo

per il 2020), mentre il secondo con-

sidera il massimo potenziale raggiun-

gibile dalle rinnovabili tra vent’anni.

Il terzo scenario, infine, integra il nu-

cleare nella produzione elettrica na-

zionale.

Il terzo mix, più integrato, vede un

25% di nucleare, un 27% di rinnova-

bili e il 48% di fonti fossili; la percen-

tuale delle rinnovabili è la stessa dello

scenario di riferimento attuale (27%),

che per il restante 73% conta sulla

produzione di energia da petrolio,

gas e carbone. Sfruttando al massi-

mo le tecnologie alternative come

eolico e solare, si potrebbe arrivare

invece al 38% di fonti verdi nel 2030

(secondo scenario): un buon appiglio

per le critiche ambientaliste, nel so-

stenere che il nucleare amputerebbe

le gambe alla “Green economy”, di-

rottando altrove gli investimenti pub-

blici e privati.

Ambrosetti cerca di dimostrare i

maggiori benefici della strategia nu-

cleare, perché con il 25% di atomo si

potrebbe ridurre al 48% la quota

delle fonti fossili, che rimarrebbe, in-

vece, al 62% nello scenario dell’ener-

gia il più rinnovabile possibile.

L’integrazione del nucleare assicure-

rebbe diversi vantaggi, calcolati nel

decennio 2020-2030: produrre

energia elettrica, secondo Ambro-

setti, costerà dai 32 ai 57 miliardi di

euro in meno rispetto ai due mix

senza nucleare. Le emissioni di CO2

del settore elettrico sarebbero infe-

riori di 236 milioni di tonnellate ri-

spetto al quadro di massimo svilup-

po delle rinnovabili (381 milioni in

meno rispetto alle politiche esisten-

ti). L’Italia potrebbe così risparmiare

tra i 43 e i 69 miliardi grazie all’ato-

mo, secondo i diversi costi delle

emissioni di CO2 stimati dalla Com-

missione europea e dall’Agenzia

internazionale dell’energia.

L’interesse delle imprese

Edison pronta a investire

Quel 25% di nucleare darebbe più

stabilità e sicurezza al sistema ener-

getico italiano, riducendo la sua di-

pendenza dall’estero (ora dobbiamo

importare l’86% dell’energia prima-

ria). L’attuale mix elettrico è troppo

sbilanciato sulle fonti fossili come

gas, petrolio e suoi derivati (oltre il

60% del totale). L’industria italiana

possiede le competenze per costruire

fino al 60% di una nuova centrale

Epr, per un valore pari a circa 2-3 mi-

liardi di euro, che potrebbero salire a

quattro miliardi con gli opportuni in-

vestimenti per adeguare gli impianti

produttivi. Ogni centrale darebbe la-

voro a oltre 10mila persone, tra oc-

cupati diretti e indiretti, consideran-

do l’intero ciclo di vita (costruzione,

funzionamento per 60 anni, sman-

tellamento).

Commentando il rapporto Ambro-

setti, l’amministratore delegato di

Edison, Umberto Quadrino, ha

dichiarato che il suo Gruppo è pronto

a rilevare una quota del 20% del pro-

LE SCELTE STRATEGICHE

Il nucleare promette prezzi più bassie un taglio alle emissioni di CO2European House-Ambrosetti delinea le ricadute economiche sul sistema. Ruolo delle rinnovabili, tecnologie e costo dell’uranio i problemi controversi

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59

Tre diverse ipotesi e le ricadute economiche al 2030

SCENARIO SENZA NUCLEARE

ATTUALEScenario con mantenimento delle politiche attuali e Piano d’azione nazionale per le rinnovabili (Pan) e raggiungimento del “Pacchetto clima Ue 2020”

439

49 miliardi31 miliardi5,1-9,0 mld

407439

53 miliardi27 miliardi4,3-7,7 mld

407439

44 miliardi21 miliardi3,6-6,4 mld

407

Scenario con fonti rinnovabili al massimo del potenziale raggiungibile al 2030

Scenario con inserimentodel nucleare come fonte integrativa(in linea con l’attuale Piano del Governo)

Domanda di energiaelettrica (TWh)

Produzione lordadi energia elettrica (TWh)

Costo di generazionedi energia elettrica

Importazione di energia fonti primarie al 2030

Mix di generazione

Costo della CO2 al 2030

ALTERNATIVO INTEGRAZIONE

CON NUCLEARE

getto Enel-Edf per gli impianti Epr da

1.600 MW, investendo circa quattro

miliardi di euro. Quadrino ha, poi,

aggiunto che circa 200 aziende, tra

operatori dell’energia e grandi grup-

pi industriali, sarebbero interessate al

programma nucleare italiano.

Nonostante tutti i numeri citati dal

rapporto, restano molte questioni

sulle quali riflettere. In primo luogo

sul ruolo delle rinnovabili, cui servono

cospicui incentivi e finanziamenti per

competere con le fonti tradizionali. La

loro crescita futura dipende dalla sta-

bilità di tali incentivi, senza eliminare

risorse riversandole su altre tecnolo-

gie (come il nucleare). È per questo,

secondo gli scenari del rapporto Am-

brosetti, che le rinnovabili non posso-

no svilupparsi al massimo coesistendo

con l’atomo? Inoltre: la tecnologia

Epr promette potenza e sicurezza,

ma continuano a moltiplicarsi proble-

mi e ritardi sui cantieri dei primi due

reattori di ultima generazione, a Fla-

manville in Normandia e Olkiluoto in

Finlandia. L’Epr sarà davvero pronto

tra due anni o si dovrà ripiegare su

progetti meno ambiziosi e costosi ma

magari anche meno sicuri?

Infine: le stime più recenti hanno ele-

vato la disponibilità dei giacimenti di

uranio, ma potrebbero aumentare i

costi di questa materia prima, dovu-

ti alle maggiori spese per le attività

minerarie e all’aumentare della do-

manda da qui al 2035. Circola voce

che lo studioso indiano Yogi Go-

swami del Clean Energy Research

Centre (Università della Florida),

pensi che le riserve di uranio potreb-

bero esaurirsi già entro il 2050. Sen-

za contare che sulla minore o mag-

giore redditività del nucleare pese-

ranno le quotazioni future del petro-

lio e dei suoi derivati. C’è, infine, il

problema delle scorie: identificare

luoghi idonei per conservare in tutta

sicurezza i rifiuti radioattivi, ricor-

dando che Sogin ha speso oltre 217

milioni di euro nel solo 2009 per le

attività legate allo smantellamento

delle nostre vecchie centrali.

l.re

Fonte: Il Sole 24 Ore

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60

Una delle principali critiche sul ri-

torno italiano al nucleare si con-

centra sui costi dell’energia. Secondo

una nota della Fondazione per lo svi-

luppo sostenibile, presieduta dall’ex

ministro dell’Ambiente Edo Ronchi,

l’elettricità prodotta dall’atomo coste-

rà mediamente il 16% in più di quella

generata con impianti a gas, e il 21%

in più di quella proveniente dal carbo-

ne. La Fondazione ha confrontato

otto ricerche pubblicate dal 2008 al

2010 da vari organismi internazionali,

tra cui il Dipartimento Usa dell’ener-

gia, il Mit e la Commissione europea.

I risultati sono concordi: 72,8 euro in

media per un MWh di elettricità nu-

cleare, contro 61 per la stessa produ-

zione da impianti a gas e 57,5 per

quella dal carbone.

Investimenti a rischio

La tesi di Ronchi prende le mosse dai

costi stimati per l’atomo dal rapporto

Enel-Edf-Ambrosetti presentato lo

scorso settembre: 60 euro per MWh.

È la stessa cifra indicata dall’Agenzia

per l’energia nucleare dell’Ocse (Nea,

Nuclear energy agency), ipotizzan-

do un costo inferiore al 10% del capi-

tale investito nei nuovi reattori. La

bozza del Governo sul nuovo pro-

gramma nucleare italiano, segnala

l’ex ministro dell’Ambiente, cita come

unica fonte proprio i valori della Nea.

Tuttavia, sostiene Ronchi, «quel costo

basso del capitale investito in nuove

centrali nucleari, non trova riscontri in

altri studi indipendenti e dovrebbe,

quindi, essere considerato in maniera

critica e non utilizzato come base di

un programma di Governo».

Si scopre, invece, che il costo medio

del nucleare secondo le altre sette ri-

cerche esaminate dalla Fondazione,

Nea esclusa, sfiora i 73 euro per MWh,

circa il 20% in più del rapporto Am-

brosetti e della bozza governativa. In

definitiva, suggerisce Ronchi, è meglio

non affidarsi all’oste (la Nea) per sape-

re se il suo vino è buono, perché il

giudizio sarà ovviamente di parte. Dai

sette studi indipendenti, si capisce che

il prezzo del nucleare sarà molto più

elevato del previsto, assumendo un

costo del capitale di almeno il 10%,

che dovrebbe riflettere i rischi associa-

ti a questo genere d’investimenti.

La rivincita del gas

Il nucleare ha bisogno di sussidi pub-

blici per rimanere a galla, come gli

otto miliardi di dollari destinati lo scor-

so febbraio da Obama alla costruzio-

ne di due reattori Ap 1.000 di We-

stinghouse in Georgia. Proprio dagli

Stati Uniti emerge la crescente con-

correnza del gas all’atomo, grazie so-

prattutto ai nuovi giacimenti del co-

siddetto gas non convenzionale, si-

tuato in depositi molto profondi di

rocce poco permeabili (shale gas). I

prezzi dell’oro azzurro sono destinati

a scendere continuamente, mentre i

progetti del nucleare Usa rischiano

uno standby per parecchi anni, salvo

ottenere qualche generoso finanzia-

mento federale. Le riserve mondiali di

gas dovrebbero aumentare fino al

35% con il progressivo sfruttamento

dei giacimenti non convenzionali, tra

cui anche le sabbie bituminose.

Problemi in più per l’Italia

I vari confronti di costo si basano sulla

costruzione di nuove centrali delle va-

rie tecnologie; quindi, avverte la Fon-

dazione, i conti potrebbero peggiora-

re per l’Italia, che sul nucleare deve

ripartire da zero, diversamente da Pa-

esi come la Francia che punta da de-

cenni su questa fonte. Inoltre, l’Italia

ha in cantiere diversi progetti per nuo-

vi impianti a gas e a fonti rinnovabili

entro il 2020: considerando una cre-

scita modesta dei consumi elettrici

(grazie anche all’efficienza energeti-

ca), l’atomo rischia di aggiungere una

potenza installata che l’Italia non sarà

in grado di sfruttare. Si va, quindi, ver-

so un numero eccessivo di centrali

elettriche, mentre sarebbe più saggio

puntare sull’energia alternativa e i si-

stemi per catturare la CO2 prodotta

dagli impianti a carbone. Senza con-

tare che, in Italia, il costo del capitale

investito nel nucleare potrebbe supe-

rare quel 10% indicato dai rapporti

internazionali, proprio perché il nostro

Paese dovrà affrontare molti più osta-

coli: opposizione delle comunità loca-

li, scelta dei siti per le centrali e i depo-

siti di stoccaggio delle scorie, per citar-

ne alcuni.

DI PARERE CONTRARIO/FONDAZIONE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

L’elettricità dall’atomo costerà di piùLo dimostrano i risultati di otto ricerche

.com

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61

Competitività dell’industria ita-

liana: ancora una volta gli in-

dustriali incontrati al convegno “La

manifattura Made in Italy per una

politica industriale europea” (orga-

nizzato nell’ambito della 27ª edizio-

ne della Bimu) hanno ribadito ne-

cessità e strategie.

«Il primo fattore di incertezza sono i

nuovi programmi relativi al nucleare

e preoccupano le dichiarazioni di

molti governatori delle regioni del

Nord Italia che si dicono indisponibi-

li a ospitarle nei loro territori» è la

posizione di Giuseppe Pasini, pre-

sidente di Federacciai.

Sul piano della sicurezza Pasini non

ha, invece, dubbi evidenziando co-

me i protocolli siano diventati più

restrittivi e rigidi riducendo al mini-

mo la percentuale di incidenti. «Il

vero problema è quello rappresen-

tato dalle scorie - ha affermato Pasi-

ni -, individuare il sito adatto rappre-

senta sicuramente una difficoltà da

prendere in considerazione, sia per

l’iter e i criteri autorizzativi, sia per le

reazioni che le comunità del circon-

dario potrebbero avere».

Chi paga Kyoto?

La promessa che le quattro centrali

previste dovrebbero riuscire a forni-

re circa il 20% del fabbisogno na-

zionale a costi di produzione ridot-

ti rimane per Pasini valida: «Il con-

fronto con il costo medio europeo

dell’energia per il nostro Paese ri-

mane impietoso, 30% in più. E con

la solita Francia: 50% in più». Inol-

tre, il contributo all’abbattimento

della produzione di CO2 sarebbe

significativo, mentre oggi «l’Italia

sta pagando troppo sul fronte Kyo-

to, i cui costi tra l’altro ricadono sul

comparto industriale produttivo e

non su altri settori ad alto tasso

d’inquinamento, come il traffico

automobilistico e il riscaldamento

degli edifici».

Gas e rinnovabili

Un secondo fronte è stato aperto da

Emilio Mussini, vice presidente di

Confindustria Ceramiche, che ha

indicato come il prezzo del gas sia

ancora troppo elevato e quindi invo-

ca una liberalizzazione più forte an-

che con interventi legislativi puntua-

li: «Nelle norme attuative del decre-

to di agosto si può affrontare il tema

dello stoccaggio del gas nei mesi

estivi quando costando di meno si

possono realizzare scorte in modo

più conveniente».

Dubbi sulla capacità di sviluppare in

Italia una filiera industriale sulle rin-

novabili sono stati espressi, infine,

da Enrico Frigerio, presidente di

Assofond: «Il costo delle incentiva-

zioni che oggi ricadono solo sui con-

sumatori italiani, nel caso del foto-

voltaico stanno andando a favore

della Cina». Complessivamente

Mussini stima il costo delle incenti-

vazioni in una cifra superiore ai 3

miliardi di euro, ma quanto di questi

si traduce in investimenti per lo svi-

luppo del Paese? Una domanda che

attende risposte.

Ruggero Vota

COMPETITIVITÀ

L’industria italiana chiede certezzesul percorso a ostacoli del nucleare

Emilio Mussini

Giuseppe Pasini

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IL RED BOOK DI NEA E IAEA

L’uranio basterà per i prossimi cent’annima la domanda cresce e il prezzo saliràSi punta sui reattori dell’ultima generazione per ridurre i consumi

Ma la materia prima, ovvero l’uranio, sarà disponi-

bile il giorno in cui l’Italia dovesse acquistarlo per

le nuove centrali nucleari? Sì, ma costerà sempre di più.

Lo sostiene l’ultima edizione del cosiddetto Red Book,

pubblicato da due agenzie di questo settore energetico:

Nea (Nuclear energy agency) e Iaea (International atomic

energy agency). Lo studio “Uranium 2009: resources,

production and demand”, aggiornato al primo gennaio

2009, ha evidenziato una crescita dell’industria minera-

ria, in linea con i nuovi investimenti previsti nell’energia

nucleare per i prossimi anni.

La domanda potrebbe raddoppiare nel 2035

L’uranio commercialmente sfruttabile è salito a 6,3 mi-

lioni di tonnellate secondo il rapporto (+15,5% rispetto

all’edizione precedente del 2007). Bisogna ricordare che

il Red Book non ha censito tutte le riserve conosciute:

per esempio, ci sono giacimenti in Russia e Australia il

cui potenziale economico non è ancora stato valutato.

Considerando solo i depositi citati dalle due agenzie,

l’uranio dovrebbe bastare per

almeno cento anni con gli attua-

li ritmi di consumo. Il nucleare

potrebbe passare da 375 GW di

potenza installata nel 2009 a

500 o addirittura 785 GW entro

il 2035, facendo lievitare la do-

manda di uranio, che ora è di

66.500 tonnellate l’anno, a ol-

tre 87mila tonnellate. Il consu-

mo potrebbe addirittura più che

raddoppiare (138mila tonnella-

te), se la potenza supererà i 700

GW come nello scenario di mag-

giore crescita elaborato dalle

due agenzie. Anche in questo caso, comunque, si esau-

rirà meno della metà delle riserve già rilevate.

Attività minerarie sempre più costose

«La sfida - si legge nello studio - è sviluppare le miniere

in modo tempestivo e sostenibile all’aumentare della

domanda di uranio».

Il problema rimane principalmente quello dei costi: «C’è

stata una rilevante riduzione dei depositi più economici,

dovuta ai maggiori costi delle attività minerarie».

Le spese per l’esplorazione e lo sviluppo delle miniere di

uranio hanno sforato il miliardo e mezzo di dollari nel

2008 a livello mondiale (+133% rispetto al 2006); mol-

ti Paesi stanno cercando d’identificare nuovi giacimenti

per soddisfare la richiesta di uranio dei prossimi decenni.

Ciò potrebbe portare a successive esplorazioni e a stime

più consistenti sulle riserve future di uranio. Senza con-

tare che i reattori di ultima generazione potranno dimi-

nuire i consumi di questa materia prima, estendendo la

sua disponibilità ben oltre i cento anni.

Ancora inesplorate le miniere in Russia e in Australia

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L’USO DELLE RISORSE

L’emergenza cibo minaccia il nostro PianetaIl piano B 4 ci spiega che cosa fare e perché

C’era una volta un pianeta che pareva in grado di compensare con le proprie

risorse anche le più grandi catastrofi na-turali. Così, se la siccità o i monsoni scon-volgevano la produzione dei cereali e fa-cevano impennare i prezzi, si era confor-tati dal raccolto successivo o dalla messa a coltura di terreni lasciati a riposo. Oggi ciò non è più possibile perché tutti quei terreni sono già stati utilizzati, per-ché le bocche da sfamare nel mondo sono vicine ai 7 miliardi di individui, perché il cibo per nutrire immense popolazioni fini-sce nei serbatoi delle nostre macchine. Abbiamo oltrepassato la soglia del non ritorno e raggiunto un tale livello di com-plessità da non essere più in grado di ge-stire la cosiddetta civiltà. Che fare dunque per combattere questo pessimismo cosmi-co? Agire, darsi da fare come Paesi, Stati, organizzazioni, ma anche come singoli

individui, mai pensando che sia inutile, mai ponendosi la fatale domanda: io che ci posso fare da solo? L’invito all’azione viene rivolto nella circostanza da un gran-de studioso, Lester Brown, presidente dell’Earth Policy Institute di Washing-ton e del Worldwatch Institute, auto-revole osservatorio sui trend ambientali del nostro Pianeta. Un uomo di scienza che trova nell’osservazione e nel dato concreto la spinta all’azione, come con-ferma l’ampia disamina messa in atto nel suo Piano B 4. Perché Piano B 4? Piano B perché, dati alla mano, è indispensabile per l’intera umanità pensare a percorsi socioeconomici radicalmente diversi ri-spetto a quelli sin qui perseguiti, con dif-ferenti modalità di attuazione. Quattro, poi, sono gli obiettivi da raggiungere: ab-bassare le emissioni di Co2 dell’80% en-tro il 2020; stabilizzare la popolazione

mondiale al di sotto degli otto miliardi; sconfiggere la povertà; ripristinare lo sta-to di salute degli ecosistemi, includendo in questa definiziuone terreni, falde ac-quifere, foreste, praterie e zone di pesca. C’è un’alternativa all’immobilità del mo-dello businnes as usual. Che non sia un’utopia lo si comprende al termine del-la stimolante lettura proposta da Brown. Si può fare se ciascuno di noi s’impegna.

Mario Valsecchi

Lester R. BrownPiano B 4.0Edizioni Ambiente375 pagine20,00 euro

a cura di Laura Marinoni Marabelli

Gli alti prezzi delle materie prime e l’esplosione demografica rendono necessaria una mobilitazione che coinvolge tutti noi come singoli individui

Tra credito e sostenibilitàc’è di mezzo il Green banking

Il mondo bancario vive un’epoca di trasformazione accelerata dal-la crisi finanziaria. In questo scenario emergono tuttavia nuove

opportunità di grande portata. È il caso del Green banking, ovvero la responsabilità sociale d’impresa declinata in approcci economica-mente efficienti. Il marketing bancario supera il tradizionale concet-to di mercato e si interfaccia con una community ampia che le ban-che si apprestano a soddisfare con offerte innovative e basate sulla sostenibilità ambientale. Il libro di Marco Fedeli, docente di mar-keting all’Università di Genova, delinea l’approccio Green banking e contribuisce alla definizione della relazione tra sistema bancario e sostenibilità anche grazie a una nutrita serie di interventi di perso-nalità eccellenti dei più svariati ambiti culturali e aziendali. Casi concreti e best practice completano l’analisi di questo innovativo fenomeno di marketing.

Marco FedeliGreen BankingFranco Angeli editore174 pagine24,00 euro

Il design che aiuta a mantenerevivo il dialogo con l’ambiente

Il degrado dell’ambiente è la conseguenza del degrado sociale, dell’incapacità di instaurare relazioni positive tra gli uomini e le

cose. Occorre, perciò, ripensare il mondo in cui viviamo, dalla pro-gettazione delle città a quella degli oggetti di uso quotidiano. Al designer spetta il compito di riequilibrare il rapporto tra produzione, ambiente e società, per mantenere vivo un legame reciproco e un fertile dialogo multidisciplinare. Il Design sistemico, proposto da Luigi Bistagnino, è soprattutto un modello differente di economia che attiva, in un contesto locale, una rete di relazioni per trasforma-re gli output di un sistema produttivo in una risorsa per un altro: una collaborazione virtuosa tra processi produtti, agricoli e industriali e il sistema dei regni naturali, il contesto territoriale e la comunità. Il designer deve, quindi, essere curioso della Natura e scovare le solu-zioni presenti nei sistemi che ci circondano.

Luigi BistagninoDesign sistemico Slow Food Editore270 pagine16,50 euro 63

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a cura di Laura Marinoni Marabelli

MANIFESTAZIONE B2B

Le rinnovabili si affacciano sul MediterraneoDal 24 al 27 febbraio 2011 la neonata rassegna alla Fiera del Levante di Bari

Nasce una nuova manifestazio-

ne B2b dedicata alle energie

rinnovabili e focalizzata sugli opera-

tori (architetti, costruttori, distribu-

tori, general contractor, installatori,

progettisti e Pubblica amministra-

zione) del Centro Sud e del Bacino

del Mediterraneo: stiamo parlando

di Ekologia 2011 - Energia e futu-

ro, che si svolgerà dal 24 al 27 feb-

braio alla Fiera del Levante di Bari.

Tre i macro settori: energy, building

e processi ecosostenibili. L’area

espositiva è integrata da un calen-

dario convegni, curato da docenti

delle Università di Ferrara e di Bari,

per la parte scientifica, e da una se-

rie di workshop dedicati a installato-

ri e progettisti che si tengono a ro-

tazione durante l’arco della giornata

(vedi box) e che sono curati dalla

società di formazione Rener. Gli ar-

gomenti trattati durante la mostra

spaziano dalla produzione di ener-

gia alternativa (fotovoltaico, termi-

co, eolico, idraulico, bioenergie e

biomasse) al risparmio energetico e

le tecnologie atte a migliorare l’effi-

cienza energetica degli edifici, con

uno speciale focus sulla domotica e

la building automation.

La manifestazione sarà presentata

in anteprima da un roadshow con

momenti di formazione e aggiorna-

mento professionale.

La partecipazione agli incontri è gra-

tuita, ma occorre registrarsi al sito di

riferimento: www.ekologia.it, do-

ve si possono anche reperire altre

informazioni sulla manifestazione.

Ekologia prevede quattro giornate

espositive, di cui tre riservate agli

operatori di settore, mentre l’ultima

aprirà le porte al pubblico.

Premi e certificazioni

Terna per l’arte contemporanea

Arte ed energia si sono incontrati al premio Terna per

l’Arte contemporanea. Il tema di quest’anno era

“(+150) Visione: Origine e Potere. Energia attraverso le

Generazioni” con l’obiettivo di celebrare la forza della

visione, dell’intuizione, la capacità di proiettare se stessi e

gli altri nel futuro, prendendo spunto al contempo

dall’esempio storico di visione che nel periodo dell’Unità

d’Italia ha originato e dato energia al nostro Paese. Il pri-

mo classificato tra i partecipanti a Terawatt, categoria

dedicata agli artisti già affermati, è stato Ettore Spalletti,

con l’opera “Torso”. Il primo premio tra gli oltre 900 par-

tecipanti nella categoria Gigawatt, dedicata agli artisti

under 35, è andato ad Andrea Nacciariti con l’opera

“Boundaries”. La categoria Megawatt, tra gli oltre 1.800

artisti che hanno partecipato, ha visto vincitore Giancarlo

Norese, con l’opera “Precarious Home”.

La Start Cup Milano Lombardia

Promuovere l’innovazione e la creazione di nuove idee:

con questo intento si è mossa l’ottava edizione della

Start Cup Milano Lombardia promossa da sei università

milanesi. 57 i business plan che hanno partecipato aderen-

do alle tre sezioni tecnologiche in gara: Ict, Biotech ed

Energia e Ambiente sezione, per cui è stato premiato un

progetto che vede la nascita di una pilotina per impianto

di separazione delle emulsioni oleose, sia vegetali che mi-

nerali, e il recupero del prodotto oleoso per il riciclo nelle

centrali di termo-combustione, per la produzione di ener-

gia elettrica. Premio speciale alla migliore idea imprendi-

toriale dell’area di Como è stato dato a Voltalink, un siste-

ma di monitoraggio dei singoli pannelli fotovoltaici per

individuare i consumi, eventuali malfunzionamenti, perdi-

te di efficienza e tentativi di furto. I risultati del monitorag-

gio vengono pubblicati su un sito dedicato.

Workshop di Ekologia

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Scrivete a [email protected]

Necessari dati realiper pagare lo scambio sul posto

Leggendo gli articoli relativi agli in-

centivi, sembra che vada tutto bene

e forse è veramente così, ma quanto

si farà una corretta riflessione sull’ap-

plicazione della legge su detti incen-

tivi? Ovvero quanto tempo ci vuole

affinché il Gse incominci a pagare, o

a scambiare sul posto, i kW che stia-

mo mettendo in rete? Il contributo

statale dell’impianto è puntuale, ma

i kW prodotti e non usati immediata-

mente invece no; stiamo ancora pa-

gando le bollette bimestrali Enel an-

che se invece siamo a credito.

Angelo Imperia

Risponde l’Ufficio stampa del Gse

Nella sua lettera il sig. Imperia spie-

ga che mentre per gli incentivi in

Conto energia il pagamento è pun-

tuale, per lo Scambio sul posto ci

sono ritardi. Il motivo è semplice: a

differenza del Conto energia, che

può essere erogato con cadenza

mensile o bimestrale anche su dati

stimati dal Gse stesso (in caso di

mancanza dei dati reali), lo Scambio

sul posto ha bisogno necessaria-

mente dei dati reali, che vengono

inviati al Gse dalle imprese di vendi-

ta (fornitura energia) e dal Gestore

di Rete (misura energia immessa e

prelevata). In caso di ritardo o man-

cato invio dei dati da parte di questi

soggetti, il Gse non può erogare il

contributo con la prevista cadenza

trimestrale. La complessità di questo

meccanismo è tale che, per il 2009,

l’Aeeg ha previsto che venga eroga-

to un corrispettivo di acconto, in

attesa dei dati reali. Infine è impor-

tante sottolineare che la bolletta

elettrica e lo Scambio sul posto sono

oggetto di due rapporti contrattuali

totalmente diversi. Quindi anche in

caso di ritardo del contributo stata-

le, la bolletta deve essere comunque

pagata.

Le risposte ai quesiti legali sul fotovoltaico

Abbiamo chiesto al servizio legale di

Anie/Gifi di rispondere ad alcuni que-

siti giunti in redazione

D: Per impianti fotovoltaici sopra i

200 kW, a terra o su pensiline o su

serra, le nuove linee guida prevedo-

no sempre il procedimento di Auto-

rizzazione unica?

R: Attualmente per gli impianti fino

a 20 kW è necessaria la Dia, per

quelli di potenza superiore è neces-

saria l’autorizzazione unica. Va, pe-

rò, precisato che la legge 22 maggio

2010 n. 73 di conversione del decre-

to legge 25 marzo 2010 n. 40, all’art

5 “attività di edilizia libera” ha sta-

bilito che gli impianti fotovoltaici su

edifici esistenti e loro pertinenze, a

servizio degli edifici stessi, fuori dei

centri storici, potranno essere realiz-

zati senza Dia (adesso Scia) tramite

una comunicazione al Comune di

inizio lavori. Le linee guida hanno,

poi, precisato che il limite di potenza

per tali impianti è compatibile con la

disciplina dello scambio sul posto:

quindi 200 kW.

D: Per le serre fotovoltaiche si po-

trebbe assumere che, visto che il ti-

tolo autorizzativo per una nuova

“normale” serra è il permesso a co-

struire, non c’è motivo per cui una

nuova serra con la copertura realiz-

zata con pannelli fotovoltaici debba

avere un iter più complesso: qual è

la vostra posizione in merito?

R: Le linee guida mettono in capo

alle Regioni (che delegheranno le

Province) al rilascio dell’Autorizza-

zione unica per la realizzazione di

un impianto fotovoltaico. Pertanto

se il permesso a costruire una serra

è normalmente rilasciato dal Comu-

ne, per l’impianto fotovoltaico della

serra sarà necessaria l’autorizzazio-

ne rilasciata da Regione o Provincia.

È, però, un problema di carattere

transitorio in quanto nel decreto le-

gislativo di recepimento della nuova

direttiva europea sulle fonti rinnova-

bili che dovrebbe essere approvato

a dicembre 2010 è previsto (dalla

Legge comunitaria) l’inserimento di

un provvedimento semplificativo

per la realizzazione degli impianti da

fonte rinnovabile che consentirà di

realizzare tali impianti fino a 1 MW

di potenza con la semplice Dia

(adesso Scia).

24

La creatività c’è, eccome

Per un refuso di stampa, l’articolo pubblicato su Energia24 di novembre sulle nuove strategiedi marketing di Eon riportavauna frase sconnessa. La giusta interpretazione è “come il marketing di questa azienda tedesca non conosca sosta per quanto riguarda la creatività, quasi da fare invidia ad altri settori merceologici, molto più avvezzial mercato libero”.Ce ne scusiamo con i lettorie con i diretti interessati.

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66

A Ab Energy - 11Abi Energia - 13Adelfranca - 33Adiconsum - 10Adp-La Molisana Trasporti - 41Adria Green Solutions - 55Adusbef - 17Aeg - 20Aie (Iea) - 11, 57, 58Agesi - 11Agrielectrica - 32Agrimercati - 33Aidi - 45Alliance Broker - 36Anci - 53, 55Anie - 55Ansaldo - 31Archea Italia - 33Arduino - 41Ariscom - 36Arpa - 51Asm Terni - 53Assitol - 35Assocaseari - 33Associazione granaria di Milano - 33Associazione industriali delle carni - 33Assocostieri - 35Assoelettrica - 35Assoesco - 11Assofond - 61Assografici - GruppoShoppingBags - 54Autorità per l’energia elettrica e il gas - 17

B Bioenergy Parks - 7BluEnergyControl - 25Blutility - 26Bridgelux - 45BTicino - 13, 46ButanGas - 17

C Camera di commercio di Milano - 33Ceam - 40Cementizillo - 13Centro di coordinamento Raee - 55Centrobanca - 7Cestec - 12Cirps - 27Clean Energy Research Centre - 59Cnr - 27Coldiretti Milano e Lodi - 33Colligo - 27Comieco - 53, 54Comitato Termotecnico Italiano - 35Conai - 53Confagricoltura - 32Confagricoltura Milano e Lodi - 33Confederazione nazionale dei servizipubblici locali - 17Confindustria - 10Confindustria Ceramiche - 61Confservizi - 17Consiel Energy - 27Consorzio Grande Energia - 13Consorzio italiano compostatori - 54Cxsi - 40

D Dassault Systèmes - 12Direction Energy - 25

E E++ - 39Earth Policy Institute - 63Ecodom - 53Ecolight - 48

Ecomondo - 55Edf - 21, 39Edf Enr - 39Edf Enr Solare - 39Edf Fenice - 21Edison - 58Efoa - 35Ekologia 2011-Energia e futuro - 64Emerson process management - 32Enea - 32, 36, 44Enel-Edf - 58Enel-Edf-Ambrosetti - 60Ener.Log - 41Enercon - 41Energetica - 37Energheia Italia - 27Energhera - 27Energrid - 32Energy information administration - 57Ente Nazionale Italianodi Unificazione - 35Etex Group - 21Eureco - 27European House-Ambrosetti - 58

F Fairchild - 15Fedabo - 13Federacciai - 61Federambiente - 55Federazione Gomma Plastica - 54Federazioni dei settori dei trasporti,dell’igiene ambientale, dell’elettricità,del gas e dell’acqua - 17Federchimica - 35Federconsumatori - 17Federesco - 12Fiat Group - 55Fise-AssoRaee - 55Fondazione Foet - 25Fondazione per lo svilupposostenibile - 60Fraunhofer Institute - 39

G Ge Lighting - 44, 46Geo Trasporti - 41Gfk Eurisko - 16Gr Ambiente - 53Gruppo Ab - 49Gruppo Manutencoop - 27

H Holding Energia - 7

I Iaea - 62iGuzzini - 44Infor - 20Innovation Academy - 51IntegraRe - 28Intermedia Finance - 7Intesa San Paolo - 12Ippr - 54Ises Euro Energy - 27Ispra - 55

J Jonica Impianti - 29

K Klimaenergy - 7

L La Sapienza - 27Legambiente - 7, 50, 53, 54Leitwind - 41

MMarcopolo Environmental Group - 32Minos System - 48Mit - 60Molex - 45

Motech - 37Movimento dei consumatori - 17

N NextEnergy Capital - 7Nuclear energy agency - 60, 62

O Osram - 46

P Philips - 45Philips Lighting - 49Phoenix Solar - 27Politecnico di Milano - 44PowerOne - 7, 52

R Recetto Energia - 7Rener - 64Repower - 41Rga - 15Rimini Fiera - 55Rinenergy - 51Ropatec - 24

S San Marco Energia - 27Saveway Esco - 27Schmack Biogas - 33Schneider Electric - 47Sicilia Shipping - 41Siemens - 10, 41Simes - 45Siram - 19Sma - 39Smp - 41Sogin - 59Start Cup Milano Lombardia - 64Stazione sperimentale carta - 54Strategic Management Partners - 10Suntech - 7, 39

T Taffarello - 54Tecnologie Ambientali - 18Tecnology 4 - 27Telecom Italia - 48Tep Energy Solution - 11Terna - 64Terni - 52Terni Green - 52Terni Tecnologie - 52TerniEnergia - 7, 52TerniResearch - 52Themindecosolution - 27ThyssenKrupp - 40ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni - 52Turbec - 33

U Umpi Elettronica - 48Uni Cti - 11Unione del commercio di Milano - 33Unione Petrolifera - 35Unionplast - 54Università degli studi di Perugia - 26Università di Oxford - 57Us Joint Forces Command - 57

V Veroniki Holding - 17Verowind - 17Vestas - 31, 41

WWestinghouse - 60Worldwatch Institute - 63

Y Yara - 52Yingli Solar - 52Yogi Goswami - 59

Z Zouk Ventures - 7

Ne abbiamo parlato a pagina:

anno III - n. 30 - dicembre 2010

DIRETTORE RESPONSABILE:Mattia Losi

REDAZIONE:M.Cristina Ceresa (vicedirettore)

SEGRETERIA DI REDAZIONE:Laura Marinoni Marabelli

COLLABORATORI:Agnese Ananasso, Luciano Barelli,Alice Cappelli, Maria Luisa Felici,

Camilla Galli Macricè, Guido Plutino, Luca Re, Chiara Scalco, Giammaria Stefanìa,Nadia Tadioli, Gianluigi Torchiani,

Mario Valsecchi, Ruggero Vota

PROGETTO GRAFICO:Claudio Codazzi

[email protected]

DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA:Mattia Losi

PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A.

SEDE LEGALE:Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano

PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti

AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu

SEDE OPERATIVA:Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 Pero (Milano)

Tel. +39 02 3022.1

UFFICIO PUBBLICITÀ:Tel. +39 02 3022.6836

UFFICIO TRAFFICO:Tel. +39 02 3022.6060

STAMPA: Faenza Industrie Grafiche (RA)

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Abbonamento annuo Italia: 40 euroAbbonamento annuo estero: 80 euro.

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L’abbonamento avrà iniziodal primo numero raggiungibile.

Registrazione Tribunale di Milanon. 221 del 08.04.2008

ROC n. 6553 del 10 dicembre 2001

Associato a:

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Indice inserzionisti pubblicitari

Ab Energy - IV di cop.Ansaldo Energia - 22Csad Centro Studi Ambientali e Direzionali - 42Elettronica Santerno - 4Ibm - 30

Schott Solar - II di cop.Siram - 38Sistema Fiera - 3Turbinenbau Troyer - 34Unicredit Leasing - 8

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