Costa meno e rende di più Il mini idroelettrico piace ma...

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24 Novembre 2010 - Anno 3 - Numero 29 energia tradizionale pag. 9 ambiente sostenibile pag. 41 energia alternativa pag. 25 Consuma solo ciò che serve Con l’Ict minuto per minuto il controllo della produzione Il gioco delle scatole cinesi Richieste di nuovi impianti tra autorizzazioni e incentivi Costa meno e rende di più Il mini idroelettrico piace ma chiede tariffe stabili I sistemi di analisi dinamica indispensabili alle imprese per la pianificazione delle risorse Il rebus delle procedure burocratiche frena lo sviluppo delle rinnovabili La situazione in cinque regioni d’Italia Dalle centrali alle connessioni in rete Così si supera il divario tra Nord e Sud ENERGY SUMMIT A PAG. 54 Il Sole24Ore Spa. - Via G. Patecchio, 2 – 20141 Milano

Transcript of Costa meno e rende di più Il mini idroelettrico piace ma...

24Novembre 2010 - Anno 3 - Numero 29

energia tradizionalepag. 9

ambiente sostenibilepag. 41

energia alternativapag. 25

Consuma solo ciò che serveCon l’Ict minuto per minutoil controllo della produzione

Il gioco delle scatole cinesiRichieste di nuovi impiantitra autorizzazioni e incentivi

Costa meno e rende di piùIl mini idroelettrico piacema chiede tariffe stabili

I sistemi di analisi dinamicaindispensabili alle impreseper la pianificazione delle risorse

Il rebus delle procedure burocratichefrena lo sviluppo delle rinnovabiliLa situazione in cinque regioni d’Italia

Dalle centrali alle connessioni in reteCosì si supera il divario tra Nord e Sud

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Storia di copertina:

25 In ordine sparso le richieste d’impianti.Tutti uniti alla ricerca degli incentivi

26 Decreto in porto con sette anni di ritardo.Tutte le novità delle linee guida

29 Corsa a ostacoli verso lo sviluppodel mercato

31 Superfici agricole o coperture d’aziende.I pannelli cercano un posto al sole

33 Nuove tecnologie e politiche industrialiper recuperare i ritardi sulle rinnovabili

Esperienze&Carriere:

35 La cogenerazione oil free nell’HotelQuellenhof in Val PassiriaAltre 800 famiglie con il “sole”di ConergyPiccoli impianti crescono

36 Sul giardino pensile fioriscono i pannellisolari

37 Eurowood diventa produttore di energiaNewLight punta sull’estrema efficienzaA Brunico il solare per la scuola

Tecnologie&Soluzioni:38 Il fotovoltaico cresce a passo di carica.

Con i preassemblati risparmia tempie costi

Finanziamenti&Risparmi:39 Arrivano 114 milioni per i progetti

ecosostenibili

Niente Iva per chi non supera i 20 kW

I fondi delle rinnovabili per il Mezzogiorno

Prestiti per 350 milioni da Bei e UniCreditLeasing

novembre 2010

energia tradizionale

energia alternativa

Storia di copertina:9 Un affare che fa acqua, ma conviene.

Il mini idroelettrico piace alle Pmi

11 Rendimenti più alti e costi moltopiù bassi. Fino a tre anni per ottenerel’autorizzazione

13 Ricerca e sperimentazione per il futuroe stop ai cambi dei regimi tariffari

15 Sito, progetto, simulazione, esercizio.Passo dopo passo con Dassault Systèmes

16 L’acqua ridona vita alla vecchia cartiera

News&Mercati:18 Hanno negato l’accesso alle reti,

l’Autorità multa quattro società

Enel si accorda con le categorieEstra Energia ok, ora pensa al tradingL’Autorità taglia 1.100 vecchie norme

19 Eon punta ai 2 milioni di clienti al 2015Insegnandogli a fare risparmio energetico

Esperienze&Carriere:20 Più elettricità e calore, meno emissioni.

La bionda Peroni si avvale di Siram

21 La sostenibilità è principio e benedurevole. I progetti di Telecomcon Cpl Concordia

23 Il controllo di gestione dimezza i consumi. Gli imballaggi ottengono la certificazioneEn 16001

5 Sommario 7 Energy map

Storia di copertina:

41 La buona informatica crea efficienza.Il segreto è nel controllo dei sistemi

43 Produzione, consumo e percezionedel cliente: le tre facce di un’azienda

44 L’effettiva riduzione dei consumiva misurata sull’intero ciclo di vita

45 Tutto sott’occhio minuto per minutoe un altro 15% di spese viene cancellato

46 Il data center si fa in due, ma le ridondanze si riducono

Due soluzioni software indicanoal cliente la retta via ambientale

47 L’Europa delle Tlc alla ricerca della quartagenerazione

Le Ict inquinano quanto il trasporto aereo.È tempo di Green It

49 Cartuccia ricondizionata non fa risparmio:Hp rispetta ambiente e portafoglio

News&Mercati:

50 La vera minaccia sono le emissioniinquinanti future

Meno smog da autotrazione

51 In volo grazie ai rifiuti della grandeLondra. Biocarburante per gli aereidel City Airport

Auchan mette al bando le borsedi plastica

ambiente sostenibile

Economia&Finanza53 Quando le risorse creano innovazione. Auto che passa, elettricità che nasce

Predictions

54 Dai black out alla sovraproduzione. Le reti oltre il divario tra Nord e Sud

55 La via italiana alle rinnovabili è nelle tecnologie e nell’efficienza

58 Un unico grande progetto Europagrid per sfruttare le ricchezze d’ogni Paese

59 Efficienza fa rima con sostenibilità. I vincitori del premio Energy 2020

61 Professione Energy manager, che rebus. Botta e risposta tra Assoenergy e Fire

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Le risorse del vento sono infinite. Altro che tecnologia di nicchia

Slow Money, il futuro della terra diventa un buon investimento

Impianti e siti regione per regioneLe novità segnalate da Energia24

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RACCOLTA DIFFERENZIATALuogo: LombardiaTecnologia: raccolta differenziataPotenziale produttivo: fissato per il 2011 l’obiettivo del 60% di raccolta differenziataStato progetto: in corsoNote: attualmente la Lombardia conferisce sempre meno rifiuti solidi urbani in discarica, raccogliendo in modo differenziato circa il 50% dei rifiuti totali. Per raggiungere l’obiettivo fissato occorre diminuire, tuttavia, la percentuale di rifiuti speciali: la regione, infatti, produce il 20% di rifiuti speciali non pericolosi e il 30% di quelli pericolosi dell’intero Paese

ELETTRODOTTILuogo: Fusignano e Lugo (Ra), Pomarance e Volterra (Pi), Matera, Bussolengo (Ve)Tecnologia: elettrodottiPotenziale produttivo: quattro nuovi elettrodotti per potenziare la rete nazionaleStato progetto: autorizzato dal ministero dell’Ambiente d’intesa con quello dello Sviluppo economico e con le Regioni interessateNote: saranno costruiti e messi in esercizio raccordi interrati alla cabina primaria di Fusignano, il collegamento della cabina primaria di Saline Volterra all’elettrodotto di Terricola Cecina, la variante interrata all’elettrodotto di Matera e la stazione elettrica con i relativi raccordi di Bussolengo San Salvar

PARCO EOLICOLuogo: Volturino (Fg)Tecnologia: 13 turbine eoliche V90 - 1,8 MWPotenziale produttivo: la capacità totale installata sarà di 23,4 MW, per produrre annualmente circa 78.000 MWh di energia elettricaStato progetto: la consegna delle turbine è prevista per la prima metà del 2011 e il progetto completato entro il 2011Progetto sviluppato da VestasNote: l’energia generata dal parco eolico sarà in grado, secondo le stime, di soddisfare il fabbisogno di circa 32.500 famiglie italiane ed eviterà l’emissione in atmosfera di oltre 30.000 tonnellate di CO2

SOSTITUZIONE AMIANTO Luogo: RomaTecnologia: sostituzione amianto con pannelli fotovoltaiciPotenziale produttivo: l’obiettivo è eliminare le coperture di eternit da almeno 200 capannoni industriali e agricoli, installando minimo 20 MW di fotovoltaico Stato progetto: accordo firmatoProgetto sviluppato da provincia di Roma, che ha deciso di aderire alla campagna nazionale contro l’amianto promossa da Legambiente e AzzeroCO2Note: al momento è la Lombardia la regione che ha sostituito il maggior numero di vecchie coperture d’amianto con pannelli solari arrivando a oltre 165mila metri quadrati complessivamente bonificati (fonte Gse)

CENTRALE FOTOVOLTAICALuogo: Cellino San Marco (Br)Tecnologia: 600mila moduli fotovoltaici Potenziale produttivo: il picco di potenza è pari a 43 MW e produrrà circa 56 GWh annui di energiaStato progetto: in costruzioneProgetto sviluppato da Schneider Electric per Aes Sole ItaliaNote: l’impianto, costruito su un’area di 250 ettari, produrrà energia calcolata per corrispondere teoricamente ai requisiti energetici di una città con 40mila abitanti, evitando l’utilizzo di 28mila Tep

IMPIANTI FOTOVOLTAICILuogo: Cupello (Ch) e Basciano (Te)Tecnologia: due impianti fotovoltaiciPotenziale produttivo: gli impianti produrranno 1.219.375 kWh (Basciano) e 1.239.266 kWh (Cupello) di energiaStato progetto: inauguratiProgetto sviluppato da Bp Solar in collaborazione con Thelyn e SolispowerNote: gli impianti eviteranno l’emissione in atmosfera di 1.400 tonnellate di CO2

TELERISCALDAMENTOLuogo: Pioltello (Mi)Tecnologia: rete di teleriscaldamento per acqua sanitaria e riscaldamento domesticoPotenziale produttivo: la rete prevede di raggiungere inizialmente 13 condomini, il polo sanitario e gli edifici comunali.Il cogeneratore avrà inizialmente una potenza di 1,2 MW, ma si prevede un ampliamento per arrivare a 2,4 MWStato progetto: iniziatoProgetto sviluppato da Cogeser, società energetica partecipata dal Comune di PioltelloNote: il costo del progetto è di 4 milioni di euro, di cui 500mila finanziati dalla Regione Lombardia e i restanti 3,5 milioni a carico di Cogeser

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STORIA DI COPERTINA

Un affare che fa acqua, ma convieneIl mini idroelettrico piace alle PmiSi intensificano le ricerche e lo sviluppo di impianti di piccole dimensioni e a utilizzo multiplo delle risorse. I mutamenti indotti dalla liberalizzazione del mercato. Vantaggi e difficoltà di progettazione nell’analisi degli esperti

Potrebbe piovere sul bagnato. E

sarebbe, una volta tanto, buo-

na cosa, visto che più piove, più

l’argomento che affrontiamo in

queste pagine avrà vita lunga e

prospera. Stiamo parlando della

tecnologia minidrica e di tutte le

potenzialità che essa può offrire al

nostro Paese nei prossimi anni.

“Bernacca” prevede che le precipi-

tazioni saranno abbondanti (se

non torrenziali) al Nord. Esigue,

sempre più esigue al Sud. Sulle Al-

pi, infatti, la tendenza è l’aumento

delle precipitazioni (circa il 10%

rispetto agli attuali 1.000/1.500

mm). Nel Mezzogiorno, il discorso

cambia, visto che si parla di una

diminuzione delle piogge del 30%

(previsioni al 2050). «Una minore

disponibilità d’acqua - riflette in

merito Marco Pigni, direttore di

Aper -, vuol dire anche piogge me-

no frequenti e più intense e non

solo crisi idriche. In caso di piogge

violente, infatti, si va incontro nella

migliore delle ipotesi a un fermo

impianto con conseguente produ-

zione azzerata, poiché attualmente

gli operatori scelgono di spegnere

gli impianti per scongiurare possi-

bili danni alle macchine».

I problemi sono già stati vissuti ne-

energia tradizionale

Con il termine “mini idro” si intendono convenzionalmente (secondo la definizione dall’Organizzazione delle nazioni unite per lo sviluppo industriale - Unido) gli impianti idroelettrici con potenza fino a 10 MW. Tuttavia alcuni Paesi europei basano la propria contabilità su taglie diverse (da 5 a 25 MW), mentre altri non hanno ancora una contabilità esatta dei piccoli impianti, per cui il calcolo della potenza e della produzione in Europa risulta piuttosto aleatorio

storia di copertina

10

11/201024

gli anni scorsi. Come ricorda anco-

ra Pigni: «I piccoli produttori idro-

elettrici hanno dovuto fronteggiare

numerose crisi idriche: ricordiamo

in particolare il 2003 e il 2007 co-

me annate in cui si è registrato il

record negativo della produzione

idroelettrica. E non sono andate

meglio le annate 2005 e 2006 in

cui la scarsa nevosità registrata ha

influito ancora una volta negativa-

mente sulla produzione. La gestio-

ne delle crisi idriche in quegli anni

non è stata facile e ha visto ina-

sprirsi la competizione fra i diversi

usi dell’acqua: è semplice immagi-

nare che in futuro, se non si corre

ai ripari, questa situazione non po-

trà che esacerbarsi».

Eppure conviene

Ma allora conviene investire in

questa tecnologia? Sì, se conside-

riamo che basta un corso d’acqua,

naturale o artificiale come torrenti,

canali d’irrigazione, acquedotti

montani con un salto di pochi me-

tri e una portata d’acqua costante,

per installare una centrale mini

idroelettrica. Tanto più che si può

pensare a un utilizzo multiplo della

risorsa idrica. Pigni lo spiega me-

glio: «Si tratta cioè di combinare la

produzione di energia idroelettrica

con altri usi dell’acqua, come l’irri-

gazione, l’uso ricreativo e l’approv-

vigionamento di acqua potabile.

Gli schemi multifunzionali (come,

per esempio, gli impianti su canali

irrigui e su acquedotto) consento-

no di ottenere il miglior compro-

messo tra i differenti interessi pub-

blici in gioco e, fatto non trascura-

bile, permettono allo stesso tempo

di ridurre gli impatti ambientali.

Sarebbe inoltre auspicabile far

confluire le conoscenze disponibili

sugli effetti dei cambiamenti clima-

tici nella progettazione di impianti

idroelettrici al fine di renderli “a

prova di cambiamento climatico”,

il che equivale a dire progettare im-

pianti capaci di adattarsi alle diver-

se situazioni, che siano quindi mo-

dulari e maggiormente capaci di

lavorare con diversi regimi di af-

flusso».

Installato e potenzialità

Quanto pesa l’idroelettrico nel no-

stro Paese? Secondo i dati del Po-

litecnico di Milano, nel 2008

c’erano 17.600 MW di capacità

complessivamente installata. Os-

servando, però, il Piano nazionale

d’azione per le rinnovabili, recen-

temente inviato a Bruxelles, si nota

che il nostro Governo prevede un

calo della potenza idroelettrica nel

2020, scendendo a 15.732 MW.

Saranno le centrali di capacità su-

periore ai dieci MW a produrre me-

no energia (da 34.500 GWh nel

2005 a 28mila tra dieci anni), pro-

babilmente perché diminuiranno i

livelli dei bacini artificiali. Da più

parti si evince che cresceranno gli

impianti di piccola taglia, tra 1 e 10

MW. Il potenziale italiano nel mini

idroelettrico, come ha affermato

Giancarlo Giudici, analista del Po-

litecnico (vedi anche l’intervento a

pag. 11), è di circa 2.500 MW in

più al 2020; questa tecnologia ha

visto una crescita della potenza in-

stallata pari al 20% dal 2000 al

2008 e del 6% tra 2007 e 2008.

Sostanzialmente, il mini idroelettri-

co può giocare un ruolo da prota-

gonista a livello locale, per esempio

nelle zone agricole, sfruttando i

canali d’irrigazione per produrre

energia elettrica. Sempre secondo

Giudici, «si stima che oggi in Italia

il mini idrico possa valere 150 mi-

lioni di euro». Sia soggetti pubblici

che privati potrebbero quindi divi-

dersi un bel business. Le ricerche

condotte al Politecnico da Giudici

insieme a Matteo Elli, Fulvio Ghi-

sla e Luca Martin mostrano che

entrambi i soggetti sono molto at-

tivi in questo mercato. «Negli ulti-

mi anni si è assistito a un vero e

proprio boom delle concessioni -

ricorda ancora Giudici - e attual-

mente sono in esame ulteriori ri-

chieste per un numero stimabile

intorno a 180, oltre a quelle relati-

ve all’autoconsumo (per rifugi

montani o zone rurali). L’Enea sti-

ma a oggi un potenziale di oltre

900 siti ritenuti “convenienti” che

potrebbero produrre quasi 2 TWh/

anno, con significative localizza-

zioni anche in regioni del Centro

Italia. Gli enti locali, pressati dal

patto di stabilità, cercano in ogni

modo di trovare forme di auto-fi-

Nelle terre del riso si punta sulla generazione distribuitaSulla generazione distribuita sta puntando sempre di più il consorzio d’irrigazione e bonifica che opera sui 210mila ettari del comprensorio Est Sesia, tra Piemonte e Lombardia. È un’area specializzata nella coltivazione del riso, dove la rete irrigua principale conta 400 canali che si sviluppano per 1.700 km. Ci sono 27 impianti che producono circa 116 milioni di kWh l’anno di elettricità. Per quanto riguarda la Lombardia, il Piano d’azione per l’energia prevede di realizzare 93 impianti sugli acquedotti dei comuni montani (con una produzione media annua di quasi 60 GWh) e 106, di cui 18 già esistenti, sui canali irrigui, generando quasi 950 GWh l’anno. lu.re.

11

storia di copertina 11/201024

nanziamento e i ricavi generati da

un impianto mini idroelettrico da

installare, per esempio, sull’acque-

dotto per un comune montano

non sono trascurabili». Una cosa è

certa, rispetto ad altre Fer, il mini

idrico porta con sé una buona filie-

ra “italiana”. Così come buon cre-

dito di fronte alle Pmi. È ancora

Pigni di Aper ad affermarlo: «In

realtà il mondo dell’idroelettrico è

da sempre strettamente connesso

alle Pmi, un legame che è soprav-

vissuto perfino alla nazionalizza-

zione dell’energia elettrica. Sino

agli anni 60 l’elettricità era gestita

da aziende di dimensione media,

talvolta anche piccola, sparse sul

territorio. Erano infatti le Pmi più

energivore che costruivano il loro

impianto per alimentare l’attività

principale: è il caso, per esempio,

delle Cartiere Burgo in Piemonte

o più tardi della società bergama-

sca per la fabbricazione del ce-

mento Italcementi. Con la libera-

lizzazione del mercato sono di

nuovo le Pmi a essere tornate pro-

tagoniste, anche se con un cambio

netto nella gestione, non più pro-

ducendo energia elettrica da auto

consumare, ma per venderla sul

mercato». Da qui anche una più

che prevedibile collaborazione con

il mondo “pubblico”. Comunità

montane in testa.

M.Cristina Ceresa(ha collaborato Luca Re)

Comuni italiani con almeno un impiantomini idroelettrico di potenza inferiore a 3 MW

Fonte: Rapporto Comuni Rinnovabili 2010

L’INTERVISTA

Rendimenti più alti e costi molto più bassiFino a tre anni per ottenere l’autorizzazioneIl professore del Politecnico di Milano Giancarlo Giudici analizza vantaggi e limitidell’investimento. Le incertezze sugli incentivi. Dove e come può funzionare

Da tempo il mini idrico è tenuto

sotto stretta sorveglianza e

analisi dal Politecnico di Milano che

per questo è in grado di individuar-

ne possibili pregi e innegabili difetti.

Incontriamo Giancarlo Giudici,

professore associato di Finanza

aziendale della School of manage-

ment per entrare nel merito di un

possibile business plan.

Rispetto alle altre Fer, perché

e dove il mini idrico può fare

la differenza, ovvero perché

conviene investire in questa

tecnologia?

Dal punto di vista tecnologico il mini

idroelettrico, rispetto ad altre fonti

rinnovabili, offre rendimenti più alti

sia in termini di disponibilità in ore

annue, sia in termini di efficienza

energetica. Inoltre, è una tecnologia

molto più sostenibile rispetto alle

altre rinnovabili in termini di bilancio

fra energia generata dalla turbina e

energia spesa per costruire l’impian-

to, misurato dall’indice Eroei (Ener-

gy return on energy invested). I costi

di manutenzione e gestione sono

molto più bassi, così come la vita

utile dell’impianto è molto alta. Un

buon impianto può costituire una

rendita praticamente infinita. Il mini

idroelettrico è, però, meno “popo-

lare” rispetto all’eolico e al solare

perché ogni impianto è di dimensio-

ni ridotte e necessita di investimenti

contenuti, senza necessità di finan-

ziamento bancario. Quindi è molto

13

storia di copertina 11/201024

L’INTERVISTA

Ricerca e sperimentazione per il futuroe stop ai cambi dei regimi tariffariSecondo il direttore di Aper Marco Pigni è indispensabile offrire stabilità e non creare confusione tra i produttori che perdono fiducia nel mercato

Le sfide che il settore del mini

idroelettrico italiano dovrà af-

frontare in futuro potranno essere

vinte facilmente grazie alla tradizio-

ne d’eccellenza che il nostro Paese

può vantare nel settore, ma anche

con ulteriore ricerca e continua spe-

rimentazione». Così parla Marco

Pigni, direttore di Aper, che si au-

gura che il settore sia sempre più

supportato da «centri di ricerca e

laboratori che sviluppino e testino

Giancarlo Giudicipiù facile e veloce investire in un

parco eolico da 10 MW piuttosto

che in 50 impianti mini hydro da

200 kW.

Quali sono, invece, i possibili

ostacoli che bloccano al palo

lo sviluppo di questa

tecnologia e come superarli?

Gli ostacoli sono prevalentemente

legati al processo autorizzativo, in

funzione delle normative che sono

in vigore in ogni diverso Paese. In

Italia per i piccoli impianti, su cui

hanno competenza le province, il

processo dura mediamente dai due

ai tre anni. Dal punto di vista am-

bientale, vanno inoltre rispettati i

vincoli relativi al deflusso minimo

vitale per i corsi d’acqua naturali.

Come per tutte le altre energie rin-

novabili, vi è poi una incertezza

legata agli incentivi pubblici, che

attualmente in Italia prevedono per

il mini idroelettrico una tariffa uni-

ca onnicomprensiva di ritiro

dell’energia.

Quali le zone italiane che

meglio potrebbero adottare

le tecnologie “idriche”?

Per quanto riguarda nuovi impianti

idroelettrici di grande dimensione,

in Italia ci sono pochi spazi, sebbene

molti non considerano che un even-

tuale ritorno all’energia nucleare

comporterebbe l’individuazione di

siti in cui localizzare nuove centrali

di ripompaggio, in cui l’acqua viene

“turbinata” nelle ore di punta e ri-

pompata a monte di notte, sfruttan-

do la produzione nucleare.

Tornando al mini?

Per quanto riguarda gli impianti di

piccola dimensione, le potenzialità

maggiori sono ovviamente nelle

aree montane, ma anche in pianura,

recuperando rogge per l’irrigazione

e vecchi mulini ormai in disuso.

Oltre ai corsi d’acqua naturali, si

vanno ormai diffondendo gli im-

pianti installati negli acquedotti (re-

cuperando energia che oggi viene

dispersa attraverso valvole e bacini

di laminazione) o a valle degli im-

pianti di depurazione delle grandi

aree urbane. La tendenza è quella di

sfruttare (anche con tecnologie rela-

tivamente poco diffuse come le co-

clee e le turbine “very low head”) le

condizioni limite di salto e portata

dell’acqua. La potenzialità più signi-

ficativa è all’estero e non a caso nu-

merosi investitori italiani stanno in-

stallando centrali nell’Europa dell’Est

e in Sud America.

a cura di M.Cristina Ceresa

modelli matematici in grado di si-

mulazioni sempre più sofisticate; da

officine dei costruttori a studi di pro-

gettazione sempre più interessati

all’argomento».

A questo punto mancano solo gli

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storia di copertina 11/201024

REALIZZAZIONE E GESTIONE D’IMPIANTI

Sito, progetto, simulazione, esercizioPasso dopo passo con Dassault SystèmesI tempi e le modalità di realizzazione con i software e le suite dell’impresa leader nelle soluzioni 3D. Il monitoraggio costante durante l’esercizio

Secondo Alain Floutier, Ener-

gy global industry marketing

di Dassault Systèmes, sono nume-

rosi i fattori che devono essere

presi in considerazione quando si

progetta un impianto mini idrico,

o idrico in generale. Il primo aspet-

to, in ordine cronologico, riguarda

le analisi e le attività di tipo “geo-

metrico”. Bisogna, innanzitutto,

modellare la topografia del sito di

installazione per poter effettuare

analisi e valutazioni il più possibile

corrette e affidabili. Si procede,

quindi, all’individuazione della

posizione ottimale della microdiga

o turbina e alla progettazione dei

singoli componenti. L’ultima fase

menti o ridimensionamenti previsti,

bensì di cambiamenti inattesi dei

regimi incentivanti. La stabilità del

quadro degli incentivi è un punto

cruciale per dare all’industria una

prospettiva chiara e a lungo termi-

ne, che stimoli gli investimenti e

Marco Pigni

I principali operatori italiani nel campo dei piccoli impianti

Fonte: Aper

Costruttori di turbine Cover, Vatech, Voith Siemens, Troyer Turbiner, Zeco, Orengine, Tamanini, Irem

Altri componenti Griglie Baruzzi, Bianco, Promont, Api, Zeco, Cesari, Atb, Calzoni, Camu

Moltiplicatori di giri Pomini, Costa Masnaga

Sgrigliatori Api, Promont, Bianco, Cesarti, Zeco, Baruzzi

Valvole Sava, Lencini, Camu, Baruzzi

Generatori Marelli, Ansaldo

Sistemi elettronicie di controllo

Enco, Bridi Marina, Troyer, Ste, Elettromeccanica Adriatica, Sasso, Cover, Va-Tech, Abb, Siemens

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Servizi di progettazione e consulenza

Studio Frosio, Ste, Hydrodata, Eusebio Energia, Elc, Adiletta, Hydrowatt, Elettromeccanica Adriatica, Eva, Sistemi di energia

è quella dell’ingegnerizzazione e

della simulazione del microim-

pianto. Tutte queste attività pos-

sono essere gestite con i pacchet-

ti Cad e Cae di una soluzione Plm;

nel caso specifico di Dassault Sy-

stèmes, stiamo parlando dei soft-

ware Catia per la progettazione

virtuale e Simulia per la simulazio-

incentivi che potrebbero aiutare la

diffusione di questo genere di im-

pianti. Pigni a tal proposito afferma:

«Gli incentivi sulla produzione che

esistono attualmente per i piccoli

impianti idroelettrici, come per

esempio la tariffa onnicomprensiva,

sono adeguati. Il problema nel no-

stro Paese non è l’entità degli incen-

tivi, lo è semmai la loro scarsa stabi-

lità, e non parliamo di aggiorna-

promuova innovazioni tecnologi-

che. I cambi frequenti del regime

tariffario generano molta confusio-

ne, con conseguenze negative per i

piccoli produttori che così non han-

no fiducia nelle regole del mercato».

m.c.cer.

storia di copertina 11/201024

IN PROVINCIA DI TORINO

L’acqua ridona vita alla vecchia cartieraStoria di una riconversione nelle Valli di Lanzo. Salvi i 109 operai in cassa integrazione

Nelle Valli dove il fiume spesso toglie e in modo brutale, con il negativo

concorso degli uomini, accade che il fiu-me possa dare con il positivo concorso degli uomini. Lo racconta Il Sole 24 Oresintetizzando una storia di provincia. Sia-mo nel Torinese a Germagnano, nelle Valli di Lanzo dove il fiume Stura, non più tardi di dieci anni fa, ha provocato disa-stri. Maledetta sia l’acqua, si disse allora, benedetta sia l’acqua, si esclama oggi nel paese. La vicenda a lieto fine si sviluppa nell’arco di un anno, dalla metà del 2009 a metà del 2010. In valle c’è una vecchia cartiera che si chiama Santa Lida. I pro-prietari che pure avevano tentato di tene-re in vita l’impianto, alzano bandiera bianca poco prima dell’estate e 109 ope-rai finiscono in cassa integrazione straor-

dinaria. Pare non ci sia nulla da fare. Ma se in campo entrano buona volontà, di-sponibilità e nuovi interessi, possono cambiare anche le situazioni più comples-se. E un pizzico di buona sorte. Rappre-sentato nella fattispecie da una diga e da una vecchia centrale idroelettrica conti-gua alla cartiera che ha trovato l’interesse e la disponibilità della Basik-due creata nel 1980 da Alessandro Barbero. L’im-prenditore, che è anche sindaco di Bos-solasco nel Cuneese ed è presidente della Comunità montana Alta Langa, da alcuni anni, accanto alla sua attività nel settore dei prodotti spugnati, ha svilup-pato un business nel mini idroelettrico per produrre energia rinnovabile. Chia-mato in causa dal collega Francesco Ai-rola, sindaco di Germagnano, che riuni-

sce attorno a un tavolo tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti, Barbero trova la soluzione. Il prezzo chiesto dall’ex pro-prietario, la Leasint del Gruppo Banca Intesa, è troppo alto e a lui interessano in particolare centrale in disuso e diga di proprietà della cartiera. Così individua un socio, nel gruppo cartiero indiano Saber.«Grazie alla buona volontà delle istitu-zioni, provincia e Comune in testa - spie-ga Barbero - si sono create le condizioni per suddividere i costi: noi abbiamo ac-quisito centrale e diga, loro il leasing della cartiera e riavviato l’attività. Dal 23 agosto la produzione è ripartita dopo il rientro dei cassintegrati e si parla di nuo-ve, possibili assunzioni. E di nuovi pro-getti per creare nell’area anche un im-pianto a biomasse.

Gli addetti ai lavori si incontrano agli

Non perdere i prossimi

appuntamenti

Per saperne di più e partecipare scrivi a: [email protected]

17

storia di copertina 11/201024

ne con un grado elevato di affida-

bilità e interattività. La simulazio-

ne è arrivata oggi a livelli estrema-

mente avanzati, consentendo, per

esempio, di simulare i movimenti

e smottamenti del terreno per an-

ticipare le conseguenze di possibi-

li disastri naturali. La realizzazione

di un impianto idrico, indipenden-

temente dalle dimensioni, preve-

de poi una seconda fase in cui

vengono svolte simulazioni avan-

zate e viene prodotta tutta la do-

cumentazione tecnica relativa alla

costruzione del sito e alle attività

necessarie a regime, per esempio

interventi di manutenzione ed

eventuali riparazioni. L’operatività

dell’impianto in esercizio può es-

sere simulata a livello virtuale pri-

ma della sua realizzazione fisica,

grazie alla suite Delmia di Dassault

Systèmes per il digital manufactu-

ring. Dunque, parlando di impian-

ti idrici, possiamo individuare due

categorie principali di tempi e co-

sti legati alla realizzazione: da un

lato la modellazione della microdi-

ga o della turbina, che può richie-

dere da alcune settimane ad alcu-

ni mesi a seconda delle dimensioni

del progetto; dall’altra i costi di

simulazione, che variano in rela-

zione ai tempi necessari per svol-

gere simulazioni adeguate alla

portata del progetto, normalmen-

te da pochi giorni ad alcune setti-

mane.

Come si può dedurre da quanto

detto finora, ogni progetto gene-

ra una grande mole di dati che

devono essere gestiti con la mas-

sima efficienza possibile. Qui en-

tra in gioco la componente Pdm

del sistema Plm, che per Dassault

Systèmes è rappresentata dalla

suite Enovia, destinata alla gestio-

ne di tutte le informazioni, dal

singolo articolo all’intero proget-

to, dai fornitori ai terzisti. L’ac-

coppiata Enovia/Delmia consente,

poi, di effettuare tutte le attività

di monitoraggio sull’impianto in

esercizio, con funzionalità avan-

zate di reportistica e dashboard

(cruscotti informativi). Inoltre, con

le soluzioni di Dassault Systèmes i

gestori degli impianti possono

creare flussi di lavoro predefiniti

per la gestione delle attività e del-

le mansioni di tutti gli addetti. In-

fine, con i prodotti a marchio

3dvia i tecnici possono generare

in modo semplice e veloce tutta la

documentazione necessaria per

l’installazione e l’esercizio dell’im-

pianto, sfruttando la ricchezza in-

formativa del linguaggio 3D e ge-

nerando informazioni molto “vi-

suali” che facilitano la spiegazione

e la comprensione immediata di

tutte le procedure operative, ridu-

cendo al minimo le descrizioni te-

stuali. Fra le referenze italiane di

Dassault Systèmes segnaliamo

Elettromeccanica Adriatica, so-

cietà di Ascoli Piceno costituita nel

1962, che a partire dagli anni 80

ha arricchito le attività impiantisti-

che (quadri e apparecchiature

elettriche per le reti pubbliche di

clienti come Enel, Endesa, Edf)

con la ristrutturazione e la realiz-

zazione di impianti idroelettrici

per la produzione di energia, in

particolare turbine per impianti di

piccola taglia concepiti per sfrut-

tare anche le cadute d’acqua più

piccole.

Alain Floutier

Schema di simulazione dell’impianto Dassault gestito dai software Catia e Simulia

18

news&mercati 11/2010

Sanzioni per oltre 400mila euro a

quattro società di distribuzione

gas. È quello che ha deciso l’Autorità

per l’energia elettrica e il gas per pu-

nire il comportamento scorretto di

quelle aziende servizio di distribuzio-

ne gas che hanno rifiutato l’accesso

alle reti richiesto da nuovi venditori,

avvantaggiando così illecitamente la

propria attività. Le società colpevoli

sono Ages, che dovrà versare 156mi-

la euro, Asm Vigevano e Lomelli-

na (45mila euro), Metanprogetti

(132mila euro) e Ses Reti (76mila

euro). In particolare, queste imprese

si erano rifiutate di fornire i dati rela-

tivi ai clienti finali, necessari alla nuo-

va società per dare il via alla fornitura.

Sono violazioni particolarmente gra-

vi, perché ledono uno dei principi

fondamentali della liberalizzazione,

cioè l’obbligo di accesso di terzi che

l’Autorità ha il compito di tutelare

per regolare il settore. Nei casi di

Ages, Metanprogetti e Ses Reti, le

sanzioni volevano punire una con-

dotta ancora in essere al momento

della sanzione. E per Ages la violazio-

ne è continuata nel corso del proce-

dimento sanzionatorio, causando

un’ingiunzione da parte dell’Autori-

tà. Le delibere sono disponibili sul si-

to www.autorita.energia.it.

Per evitare cause giudiziarie lunghe e costose in caso

di controversie, Enel e una serie di associazioni di

categoria hanno siglato un accordo di conciliazione

amichevole. L’idea è quella di raggiungere un accordo

veloce e semplice in caso di problemi, lasciando il ricor-

so al giudice come estrema possibilità. Si tratta per il

momento di una sperimentazione che interesserà i

clienti di Enel Servizio Elettrico ed Enel Energia ade-

renti alle confederazioni Cna, Confagricoltura, Con-

fapi, Confartigianato Imprese, Confcommercio-

Imprese per l’Italia e Confesercenti. Passati sei mesi

i partner verificheranno l’efficacia della procedura, con-

cordando eventuali modifiche e la possibilità di esten-

derla ad altre società di Enel, e firmeranno un nuovo

regolamento. Per il momento comunque sono contem-

plate otto controversie: gestione della riduzione di po-

tenza o del distacco della fornitura per morosità; fattu-

re di importi anomali rispetto alla media di quelli fattu-

rati al cliente nei due anni precedenti; ricostruzione dei

consumi a seguito del malfunzionamento del contatore;

consumi presunti in acconto elevati e anomali rispetto

alla media dei consumi; gestione della rateizzazione per

bollette particolarmente elevate, di conguaglio e non;

gestione della rateizzazione e dei rimborsi per bollette

di conguaglio; ri-fatturazioni, ossia gestione della rateiz-

zazione e dei rimborsi in seguito al ricalcolo di fatture

errate; doppia fatturazione.

L’hanno chiamato nucleo per la semplificazione e questo,

in nome del “Progetto semplificazione”, ha operato un

taglio di 1.100 norme legate al settore dell’energia. Ritenu-

te obsolete o non più produttive, la manovra avrebbe sfor-

biciato il 44% del totale delle delibere assunte dall’Autorità

dal 1998 al 2009. Sul sito autorita.energia.it la delibera Gop

46/10 raccoglie tutti i “balzelli” messi in pensione.

C’è il trading nel futuro

di Estra Energia, la so-

cietà del Gruppo che si oc-

cupa della vendita di gas e

che opera principalmente

in Toscana, Umbria e

Abruzzo. Con un giro d’af-

fari nel 2009 di 330 milioni

di euro, la società lo scorso

anno ha più che raddoppia-

to il margine operativo lor-

do e superato i 7 milioni e

600mila euro di Ebidta.

L’incremento è dovuto prin-

cipalmente all’aumento del

fatturato e alla diminuzione

degli oneri finanziari.

Per quanto riguarda l’ener-

gia elettrica, l’andamento

gestionale della società

Estra Elettricità, parteci-

pata per il 51% da Estra e

per il 49% da AceaElec-

trabel, nel 2009 è risultato

positivo. Nel corso del 2009

la società, che ha un fattu-

rato di oltre 99 milioni di

euro, ha venduto, soprat-

tutto in Toscana, circa 815

GWh di energia elettrica.

Hanno negato l’accesso alle reti, l’Autorità multa quattro società

Enel si accorda con le categorie Estra Energia ok, ora pensa al trading

L’Autorità taglia 1.100 vecchie norme

LIBERALIZZAZIONI

CONCILIAZIONI BILANCI

SEMPLIFICAZIONE

19

news&mercati 11/201024

m.c.cer.

Mesi caldi per Eon Italia. Con

obiettivi evidenti di conqui-

sta di share di mercato, di sviluppo

e riorganizzazione nel segno dell’ef-

ficienza (anche energetica), di of-

ferte per il mondo residenziale e per

le Pmi, tanto da mettere in evidenza

come il marketing di questa azienda

tedesca non conosca sostanza e

creatività, quasi da fare invidia ad

altri settori merceologici, molto più

avvezzi al mercato libero.

Così, mentre a Energia24 giunge

voce di novità importanti che sta-

rebbero per accadere a livello di

Gruppo nel corso di questo fine

anno, facciamo il punto con il ma-

nagement tra cui spicca Luca Dal

Fabbro, recentemente nominato

amministratore delegato. Dal Fab-

bro parlando dal museo Peggy

Guggenheim di Venezia, dove

l’azienda ha riunito alcuni impor-

tanti clienti della zona (da notare

che il Veneto per Eon è terra assai

fertile: il 70% dei clienti risiede tra

Lombardia, Veneto e Piemonte),

delinea alcuni obiettivi: «Entro il

2015 l’intenzione è quella di rad-

doppiare i clienti che oggi sarebbe-

ro un milione (850mila di Eon e il

STRATEGIE

Eon punta ai 2 milioni di clienti al 2015Insegnandogli a fare risparmio energeticoIn attesa di novità importanti a livello di Gruppo, la filiale italiana guidata da Dal Fabbro assicura tagli in bolletta. Ideate diverse campagne di marketing

restante delle partecipate - ndr)».

Ma non è solo di “pura” vendita di

gas e luce che l’azienda vuole vive-

re. E qui spuntano i servizi di effi-

cienza energetica che significa so-

prattutto «creare un rapporto di

fiducia duraturo tra noi e le Pmi»

spiega Dal Fabbro, che proprio alla

conquista delle realtà aziendali di

piccola taglia vuole andare. Tutto

parte, è evidente, da un audit che

Eon si impegna a fare per poi cala-

re suggerimenti di risparmio e ac-

compagnare anche le aziende

nell’acquisto dei Certificati bian-

chi. Segno che i quasi 45 TWh di

energia elettrica che passa per le

mani di Eon li si vuole somministra-

re al meglio. All’insegna di un ap-

provvigionamento energetico sicu-

ro e a tutela dell’ambiente.

Dal museo Peggy Guggenheim di Venezia Eon ha lanciato nuove offerte commerciali

Offerte a gogòSe si sottoscrive “Eon risparmio premiato Luce” (offerta anche alle Partite Iva) e si riduce il consumo di energia di almeno il 10%, si ottiene uno sconto del 10% sulla prima bolletta del secondo anno (il calcolo vale solo sulla componente energia). Stessa soluzione anche per l’offerta gas abbinata con la sostituzione di caldaia (a condensazione, ovvero ad alta efficienza energetica) per mezzo della rete di installatori Domotecnica.Anche in questo caso si avrà uno sconto sul secondo anno di fornitura gas.

Eon Italia 2009

Fatturato (mln €) 4.964

Produzione di energia elettrica 16,5 TWh

Vendite energia elettrica 44,2 TWh

Vendite di gas 25,7 TWh

esperienze&carriere

20

11/201024

Risale al 2005 la collaborazione

tra Peroni e Siram. Obiettivo:

la fornitura di calore ed energia

elettrica sufficiente a garantire

l’intero fabbisogno dello stabili-

mento per la produzione della bir-

ra attivo 24 ore su 24. Un inter-

vento che tra il 2007 e il 2009 ha

comportato una riduzione com-

plessiva delle emissioni di CO2 che

sfiora le 6.800 tonnellate e un ri-

sparmio energetico di oltre 2.300

tonnellate di petrolio equivalenti

(calcolando sia il risparmio di ener-

gia elettrica che quello di energia

termica).

Tutto nasce dalla realizzazione di

una centrale di cogenerazione da 3

MW con recupero termico di acqua

e vapore. L’impianto realizzato ha

una capacità produttiva annua di

16,7 GWh elettrici e 15 GWh ter-

mici. E, grazie al radicale cambia-

mento nel sistema di alimentazione

dello stabilimento, ogni anno Pero-

ni risparmia all’ambiente un quan-

titativo crescente di tonnellate

equivalenti di petrolio (da 700 nel

2007 agli oltre 800 del 2009) e di

emissioni di anidride carbonica

(dalle 2.015 del 2007 alle oltre

2.500 del 2009).

Forte di tali risultati, nel 2007 il

Gruppo Peroni ha raddoppiato il

proprio impegno, siglando con Si-

ram un nuovo contratto novennale

per la realizzazione e la gestione di

una seconda centrale di cogenera-

zione da 1 MW che alimenterà lo

stabilimento Saplo per la lavorazio-

ne del malto. Si tratta di un’appli-

cazione particolarmente interes-

sante della cogenerazione perché

l’acqua calda viene utilizzata per

riscaldare l’aria utilizzata nel pro-

cesso di essiccazione del malto.

Qui si parla di altre 1.450 tonnella-

te di CO2 evitate nel triennio 2007-

2009.

Positivo il bilancio complessivo di

questi primi tre anni di operatività

delle due centrali di cogenerazio-

NUOVI IMPIANTI

Più elettricità e calore, meno emissioniLa bionda Peroni si avvale di SiramIl Gruppo produttore di birra rinnova il contratto per una seconda centrale di cogenerazione che alimenterà lo stabilimento per la lavorazione del malto

ne: quasi 3.880 tonnellate di pe-

trolio equivalenti risparmiate e ol-

tre 11.000 tonnellate di anidride

carbonica che l’azienda non ha im-

messo in atmosfera.

Ma non solo: costi dell’energia più

costanti, il miglioramento del cash

flow aziendale (legato all’incre-

mento del risultato operativo e alla

riduzione degli investimenti per la

manutenzione e l’adeguamento

dell’impianto) e un maggior pote-

re contrattuale nell’acquisto di gas

ed elettricità sono altri aspetti non

banali di questa scelta operativa.

Cogenerazione anche per l’essiccazione del malto nello stabilimento Peroni

21

esperienze&carriere 11/201024

Un’azienda come la nostra sce-

glie di essere sostenibile non

soltanto perché crede nel rispetto

di certi principi e li mette in prati-

ca, ma anche perché la sostenibili-

tà facilita la creazione di valore

durevole per gli azionisti e gli altri

stakeholder». Così il presidente

della società, Gabriele Galateri,

spiega la scelta di Telecom Italia di

attuare una serie d’importanti in-

vestimenti finalizzati alla salva-

guardia dell’ambiente. Per conse-

guire la riduzione delle emissioni di

CO2 dell’1,39%, Telecom è inter-

venuta su diversi aspetti che vanno

dal miglioramento dell’efficienza

energetica all’utilizzo di fonti ener-

getiche alternative.

Fra le diverse soluzioni adottate,

spiccano la piccola cogenerazione

e la trigenerazione.

Il partner selezionato da Telecom

Italia è Cpl Concordia. L’importo

complessivo dei lavori è di 11 mi-

lioni di euro, suddiviso in tre pro-

getti denominati di macrocogene-

razione (per 6,5 milioni di euro) e

sette progetti denominati di micro

cogenerazione (4,5 milioni). I pro-

getti di macro cogenerazione si

basano sul cogeneratore Sincro

2000, avente una produzione ora-

ria di 2.019 kWh di energia elettri-

ca e 1.755 kWh di energia termica.

Inviata in un gruppo ad assorbi-

mento, l’energia termica si conver-

te d’estate in energia frigorifera

con una produzione oraria pari a

1.228 kWh. I progetti di micro co-

generazione, invece, sono formati

dall’abbinamento di uno o due Bi-

bloc 240 con un assorbitore Tyfon

60 o due assorbitori Tyfon 30. La

produzione oraria di energia elet-

trica è di 245 kWh; quella termica

di 344 kWh; quella frigorifera di

240 kWh. Su base annua, ciascun

impianto funzionerà per 8mila ore

producendo complessivamente 72

milioni di kWh di energia elettrica,

pari al consumo di 20mila famiglie.

I siti d’installazione potranno recu-

perare complessivamente 75 mi-

lioni di kWh di energia termica o,

in alternativa, 52 milioni di kWh

d’energia frigorifera.

L’operazione “Telecom” è stata un

NUOVI INVESTIMENTI

La sostenibilità è principio e bene durevoleI progetti di Telecom con Cpl ConcordiaRiduzione delle emissioni e rinnovata efficienza con tre siti di macro cogenerazione e sette di micro. Performance in costante controllo

vero e proprio banco di prova

dell’organizzazione Cpl e, in parti-

colare, dell’interazione fra le strut-

ture produttive sulle aree e il coor-

dinamento centrale della sede di

Concordia.

Diverse le difficoltà incontrate e

risolte. Si ricordano, in particolare:

le soluzioni d’insonorizzazione; il

reticolo in carpenteria metallica a

Padova per ripartire il peso dell’im-

pianto sulle strutture portanti

dell’interrato; il riutilizzo dei locali

gruppi elettrogeni esistenti nella

sede di Mestre, al fine di ridurre

l’impegno dei volumi; la ristruttu-

razione del locale di Bari.

La gestione di questi impianti è af-

fidata per i prossimi tre anni con la

possibilità di rinnovo con un con-

fronto di benchmark. Cpl non po-

trà accontentarsi di operare nel

Telecom ha investito 11 milioni di euro per ridurre le emissioni di CO2

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23

esperienze&carriere 11/201024

Ha ottenuto la certificazione

En 16001 convalidando il

metodo di controllo e gestione dei

consumi energetici iniziato da

tempo. È New Box, società di Ca-

misano Vicentino, in provincia di

Vicenza, che produce imballaggi

metallici, dai tappi corona a barat-

toli e scatole in latta. Il processo

produttivo è piuttosto energivoro,

tanto che il 4% del costo dei pro-

dotti è rappresentato dal consumo

di energia. «Con un investimento

di 4 milioni di euro - spiega Otta-

viano Lucatello, presidente di

New Box tra i soci fondatori del

Consorzio Pmi Energia Vene-

to -, ci siamo dotati di un sistema

di trigenerazione a olio vegetale

che produce elettricità, calore e

freddo che l’azienda usa per il ciclo

produttivo. L’efficienza energetica

realizzata ha consentito all’impre-

sa di abbattere quasi il 50% del

costo energetico del processo pro-

duttivo, mentre circa il 40%

dell’elettricità prodotta viene ven-

duta. Il ritorno dell’investimento è

previsto in cinque anni a partire

dal 2009, anche se il rispetto del

business plan dipende da molti

fattori come il prezzo della materia

prima e la vendita dei Certificati

verdi, il cui futuro è al momento

alquanto incerto». L’ultima inizia-

tiva per migliorare ulteriormente

l’efficienza è il Sistema integrato di

MONITORAGGIO IN TEMPO REALE

Il controllo di gestione dimezza i consumiGli imballaggi ottengono la En 16001Trigenerazione a olio vegetale e un sistema di software e sensori alla base dei risultati e dei risparmi ottenuti dall’azienda di imballaggi metallici

contabilità energetica (Sice) un si-

stema di software e sensori basato

su un modello matematico modu-

lare capace di monitorare in tempo

reale l’uso dell’energia nei punti

critici dell’impresa, segnalando al

responsabile aziendale i consumi

eccessivi e proponendo un diverso

assetto operativo con costi minimi

e impatti ambientali ridotti.

na.ta.

Lo stabilimento di New Box di Camisano Vicentino

pieno rispetto degli adempimenti

contrattuali. Dovrà dimostrare di

aver operato scelte che hanno pro-

dotto un continuo miglioramento

nelle performance e nell’economi-

cità degli impianti. Efficienza e mi-

glioramento indispensabili per il

riconoscimento dei Titoli di effi-

cienza energetica (i cosiddetti Cer-

tificati bianchi) proporzionale alla

quantità di fonti fossili non rinno-

vabili risparmiate nei cinque anni.

La manutenzione, abbinata al tra-

ding dei Tee riconosciuti agli im-

pianti, ha un valore economico an-

nuale di circa un milione di euro. Per

meritarlo Cpl dovrà assicurare il fun-

zionamento degli impianti per il

95% delle ore disponibili in un an-

no, al netto dei fermi programmati

per la manutenzione.

25

STORIA DI COPERTINA

In ordine sparso le richieste d’impiantiTutti uniti alla ricerca degli incentiviTroppi i soggetti coinvolti nei procedimenti, mentre manca il coordinamento tra Stato, Regioni ed Enti locali. Al boom delle richieste non si accompagna un’adeguata programmazione e lo snellimento delle procedure burocratiche

energia alternativa

L’autorizzazione di nuovi impian-

ti energetici in Italia è come il

gioco delle scatole cinesi. Sono trop-

pi i soggetti coinvolti nei procedi-

menti per costruire una centrale,

indipendentemente dalla fonte im-

piegata (rinnovabile, come l’eolico,

o fossile, come il carbone). L’ostaco-

lo principale per gli investimenti nel

nostro Paese è la mancanza di coor-

dinamento tra lo Stato e le Regioni.

L’hanno ricordato diversi relatori al

convegno sulla disciplina del settore

energetico, organizzato da Criet

(Centro di ricerca in Economia del

territorio) all’Università di Milano

Bicocca.

I comuni che possiedono almeno un

impianto a fonti alternative sono più

che raddoppiati negli ultimi due an-

ni, passando da poco più di 3mila a

quasi 7mila. Questi numeri, avverte

uno studio di Camilla Buzzacchi e

Luciano Salomoni, ricercatori pres-

so la facoltà di Economia della Bi-

cocca, non devono però ingannare,

perché gli intoppi burocratici riman-

gono un problema rilevante. C’è

innanzitutto lo scollamento tra Sta-

to e Regioni sugli obiettivi per le rin-

storia di copertina

26

11/201024

novabili nel 2020. Mauro Fabrizio

Fasano (direzione generale Am-

biente, energia e reti della Regione

Lombardia) ha ricordato che il Piano

nazionale per le rinnovabili non ha

stabilito come distribuire la produ-

zione di energia verde tra le varie

zone del nostro Paese. Così ogni Re-

gione agisce per conto suo e ciò si

riflette nel numero eccessivo di ri-

chieste per nuovi impianti. Per

esempio, a ottobre dello scorso an-

no, la Sicilia doveva gestire quasi

1.200 domande, di cui 146 per l’eo-

lico e un migliaio per il fotovoltaico.

La Puglia, nel biennio 2006/2008,

ha ricevuto oltre 7mila richieste solo

per l’eolico. A livello nazionale, ci

sono domande per produrre circa

100mila MW di energia rinnovabile,

più di quella generata da tutte le

centrali esistenti in Italia.

Il silicone del mercato arriva dai ge-

nerosi incentivi pagati a chi realizza

impianti a fonti alternative. Poi, pe-

rò, ci sono le strozzature: non solo la

burocrazia e le scatole cinesi dei vari

livelli dell’amministrazione pubblica,

ma anche l’inadeguatezza delle reti

elettriche che non possono assorbi-

re l’energia intermittente generata

dai pannelli solari e dalle turbine eo-

liche. Per costruire impianti e reti

serve una strategia condivisa dallo

Stato e dagli Enti locali, altrimenti il

sistema energetico rimane troppo

frammentato. Spesso, tra ministeri,

funzionari, sindaci e amministratori,

è impossibile capire chi è il vero re-

sponsabile di un procedimento di

autorizzazione; con il risultato che i

tempi si allungano e, soprattutto,

manca una data certa per iniziare i

lavori. La sicurezza di quando poter

aprire un cantiere è ancora più im-

portante della velocità per ottenere

il via libera, secondo Luca France-

schini di Eni. Ci sono decine di pro-

getti fermi nell’esplorazione e pro-

duzione degli idrocarburi, perché il

quadro normativo è incerto e gli in-

vestimenti delle imprese (stimati in

circa cinque miliardi di euro) sono

bloccati.

Il campanilismo è un’altra piaga del

nostro sistema energetico, come

ha ricordato Alessandro Noce

dell’Autorità antitrust. Un esem-

pio sono le compensazioni pagate ai

comuni per costruire impianti sui

loro territori: troppi sindaci le consi-

derano delle royalty sulla futura pro-

duzione di energia, mentre una

compensazione dovrebbe remune-

rare soltanto l’impatto ambientale

di una determinata opera. L’ultima

nota dolente riguarda l’informazio-

ne ai cittadini: l’assenza di dibattiti

pubblici sulla necessità e i vantaggi

di un nuovo impianto, rafforza la già

scarsa fiducia della popolazione ver-

so gli amministratori locali, con rea-

zioni tipiche come la sindrome Nim-

by (not in my backyard, non nel mio

cortile).

LO SVILUPPO DEL FOTOVOLTAICO

Decreto in porto con sette anni di ritardoTutte le novità delle linee guidaRimossi molti ostacoli, restano dubbi sul potere di veto e le connessioni in rete.Le procedure semplificate hanno premiato solo piccoli impianti del Centro Nord

Mancanza di uniformità delle

leggi regionali, scarsità del

personale addetto e sette anni di ri-

tardo nell’emanazione delle linee

guida autorizzative. Sono queste al-

cune delle cause segnalate da Asso-

solare all’apertura di Pv Rome Medi-

terranean, il salone internazionale

delle tecnologie nell’ambito di Zero-

Emission Rome, che potrebbero far

perdere ad alcune regioni italiane il

treno nello sviluppo del fotovoltaico.

Sicilia, Molise e Calabria ne sono un

esempio, ma anche la Puglia è in una

situazione critica, sebbene sia la re-

gione prima nella classifica italiana

per potenza installata. Un primato

che potrebbe essere minato dalla bu-

rocrazia e dall’entrata in vigore delle

linee guida nazionali, approvate a

luglio e in attesa di pubblicazione in

.com

27

storia di copertina 11/201024

Gazzetta ufficiale. «Con ben sette

anni di ritardo quindi rispetto al de-

creto 387/2003, che conteneva la

bozza delle linee guida per i processi

autorizzativi alla realizzazione degli

impianti fotovoltaici - dice Gianni

Chianetta, presidente di Assosola-

re -. Un ritardo che ha fatto prolifera-

re leggi diversissime da regione a re-

gione, avendo il decreto lasciato alle

singole regioni la possibilità di emet-

tere provvedimenti a livello locale per

l’attuazione del decreto stesso. Que-

sto ha portato a una completa etero-

geneità legislativa e la burocrazia è la

peggior nemica per quegli imprendi-

tori, siciliani e pugliesi in particolare,

che hanno creduto e investito nel fo-

tovoltaico. I costi della burocrazia

possono incidere anche per il 30%

sul totale dei costi dell’impianto». Le

regioni che quel treno non lo hanno

perso sono quelle che hanno ben in-

terpretato il decreto 387/2003, come

Lombardia, Veneto, Friuli Venezia

Giulia, Piemonte e Lazio. «Occorre,

però, fare una distinzione - spiega

Giuseppe Velluto, avvocato dello

studio Gianni, Origoni, Grippo &

Partners - tra numero di impianti e

potenza installata. Nelle regioni set-

tentrionali si registra un record di nu-

mero di impianti autorizzati e instal-

lati, ma si tratta in larga parte di im-

pianti fino a 20 kW, concessi con

procedura edilizia semplificata, per la

copertura di edifici e capannoni in

aree industriali. Al Sud il discorso

cambia perché qui si registra, invece,

il primato per potenza installata. In

regioni come la Puglia si parla di

grandi impianti, qui si è costruito un

vero sistema imprenditoriale del fo-

tovoltaico, con un indotto di cinque-

mila posti di lavoro. Non tutte le re-

gioni del Sud hanno saputo sfruttare

le potenzialità geografiche e quindi ci

ritroviamo con la Sicilia che fino al

2010 ha autorizzato pochissimi im-

pianti di dimensioni industrialmente

rilevanti; con la Sardegna che è rima-

sta alla finestra per la miriade di osta-

coli burocratici sul fronte autorizzati-

vo delle rinnovabili in genere; con

Regione per regione la potenza cumulata degli impianti in esercizio

Fonte: Atlasole - dati al 28/02/2010

Giuseppe Velluto

storia di copertina

28

11/201024

Agnese Ananasso

Calabria, Molise, Abruzzo e Basilicata

dove tutto è stato fermo per anni. Un

caso interessante è, invece, rappre-

sentato dal Lazio: qui, a Montalto di

Castro (Vt), c’è uno degli impianti più

grandi d’Europa in esercizio, con una

potenza installata di 24 MW ed altri

50 MW verranno presto realizzati.

Infine in Veneto, a Rovigo è in corso

il finanziamento e la realizzazione di

un mega impianto di quasi 70 MW».

Entro 90 giorni dalla pubblicazione in

Gazzetta ufficiale le linee guida na-

zionali dovranno essere recepite dalle

regioni, dopodiché le prime avranno

la meglio sulle leggi regionali.

Tante le novità: il tetto massimo dei

costi istruttori è fissato allo 0,02%

dell’investimento; verrà dedicata

maggiore attenzione al problema

speculativo (i cosiddetti progetti “di

carta” con autorizzazione unica pos-

sono valere anche 500mila euro per

Gli impianti per classe di potenza

Fonte: Gse - dati al 31/05/2010

MW); i termini per ottenere le esen-

zioni dalla Dia sono più chiari e defi-

niti e gli impianti fino a un MW avran-

no bisogno solo della Dia, secondo

quanto prevede la legge comunitaria

del 2009. Verranno, inoltre, puniti

anche i ritardi amministrativi. Allo

stato attuale delle cose l’Autorizza-

zione unica (Au) è causa di rallenta-

menti (i tempi autorizzativi vanno da

180 giorni fino a oltre 4 anni) e di un

costo pari anche del 10% della spesa

per l’impianto. Poi, da regione a re-

gione, varia anche il numero di attori

coinvolti (enti e autorità che devono

dare il loro nullaosta), che possono

andare da 25 fino a 40 da regione a

regione. Attori, alcuni dei quali anche

con potere di veto, che possono rive-

larsi un ostacolo al normale e traspa-

rente svolgimento dell’iter autorizza-

tivo. Spesso, inoltre, il personale degli

enti e delle regioni non è sufficiente

a evadere le pratiche né è adeguata-

mente formato. Nonostante le linee

guida nazionali risolvano diverse in-

cognite, rimangono comunque sul

piatto alcuni problemi, come la valu-

tazione di impatto ambientale (Via),

le cui procedure si inseriscono in mo-

do poco trasparente in quelle per

l’Au; il delicato passaggio dell’auto-

rizzazione paesaggistica che eviden-

zia tensioni tra ministero dello Svilup-

po economico e ministero dei Beni

culturali quando si entra nel campo

minato delle rinnovabili. «Rimane

inoltre il problema delle connessioni

alla rete - conclude Chianetta - che fa

emergere le speculazioni compiute

finora, la mancata efficacia delle nor-

me e le debolezze infrastrutturali del-

la rete. Rimane da chiarire infine an-

che la questione dell’Ici per gli im-

pianti a terra».

29

storia di copertina 11/201024

LA SITUAZIONE IN CINQUE REGIONI

Corsa a ostacoli verso lo sviluppo del mercatoTrentino Alto AdigeL’Alto Adige ha deciso: non saranno installati pannelli fotovoltaici sulle aree

verdi. La proposta dell’assessore provinciale all’Ambiente, energia e urbani-

stica di Bolzano Michl Laimer ha avuto successo: i pannelli solari vanno in-

stallati sui tetti degli edifici, ma non in aree di paesaggio libere. Soprattutto

nelle zone produttive non ci sono limiti all’installazione, per sfruttare superfi-

ci di industrie e aziende quasi sempre inutilizzate. Il regolamento di esecuzio-

ne della legge provinciale urbanistica è molto rigido per quanto riguarda la

posa dei pannelli: su edifici sottoposti a tutela dei beni culturali il solare è

vietato, mentre nei centri storici è necessaria l’autorizzazione apposita. Nelle zone residenziali gli impianti fotovoltaici sono

ammessi solo se installati parallelamente a tetti e facciate, mentre la posa inclinata è fattibile solo sui tetti piani e con altezza

di non oltre 1,20 metri.

UmbriaLa Giunta regionale umbra ha emanato i nuovi indirizzi per minimizzare l’impatto paesaggistico degli impianti fotovoltaici. Nelle aree non giudicate di particolare in-teresse agricolo è consentita la realizzazione di impianti al suolo fino a 1 MW di potenza, senza vincoli specifici. Se è l’imprenditore agricolo a costruire l’impianto su un’area adibita ad agricoltura, può arrivare fino a una potenza di 200 kW instal-lati anche in pieno campo e senza vincoli particolari, a patto che i terreni siano nella disponibilità dell’impresa agricola. L’assessore all’ambiente Silvano Romet-ti ha affermato che «per la localizzazione degli impianti fotovoltaici sono da prefe-rire le aree produttive e le aree compromesse come quelle di pertinenza o adiacenti alle reti infrastrutturali viarie, ferroviarie, alle reti elettriche di alta tensione, alle aree produttive artigianali e industriali, a quelle utilizzate per depuratori, impianti di trattamento, recupe-ro e smaltimento rifiuti e aree di cava e di giacimento cava, con specifici criteri. Preclusi all’installazione sono invece i centri storici, gli edifici di particolare interesse architettonico e paesaggistico, le aree boscate e i parchi, i terreni con produzioni agricole di qualità, le aree classificate come beni paesaggistici».

MarcheLa Giunta regionale delle Marche ha individuato le aree non idonee a ospitare

impianti fotovoltaici a terra, come disposto dalla legge regionale 12, entrata in

vigore il 27 agosto 2010. Secondo le parole dell’assessore all’Energia e fonti rin-

novabili, Sandro Donati, «la produzione di energia da impianti fotovoltaici ha

conosciuto una notevole diffusione sul territorio regionale, generando, però, alcu-

ne ripercussioni negative per il paesaggio e l’agricoltura. In particolare, la diffusio-

ne non controllata degli impianti fotovoltaici su suolo agricolo comporta consumo

di territorio, il potenziale utilizzo di diserbanti, la sottrazione di terreno produttivo

con la potenziale riduzione dei prodotti agricoli della filiera corta locale». Decisione che ha provocato il disaccordo di Aper, che non

condivide né il metodo seguito per l’individuazione delle aree non idonee, né il contenuto del documento finale: l’Associazione critica

il fatto di essere stata coinvolta nel tavolo tecnico regionale solo a lavori già iniziati; ha chiesto, dunque, di riconvocare il tavolo poiché

sembra che i criteri utilizzati si traducano nell’imposizione di divieti di installazione fotovoltaica su gran parte del territorio regionale.

storia di copertina

30

11/201024

PugliaLa legge regionale pugliese 31/2008 prevede l’estensione della Dia anche a impianti superiori a 1 MW di potenza, in deroga a quanto prescritto dalla de-creto legislativo 387/2003. La norma regionale è stata giudicata illegittima dalla Corte costituzionale, sollevando non pochi problemi per gli impianti già in costruzione o addirittura già in esercizio, con grande danno per gli impren-ditori che si sono avvalsi della legge regionale. Per cercare di sanare tali situa-zioni è stata approvata ad agosto del 2010 la cosiddetta legge “salva Dia” 105/2010 che dà la possibilità, nei casi toccati dalla sentenza di incostituzio-nalità, di ripresentare la Dia, a patto che gli impianti siano messi in esercizio entro 150 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, termine che scade il 16 gennaio 2011. «La “salva Dia”, a mio parere, dà la possibilità a quegli imprenditori che hanno già iniziato i lavori e sono a buon punto, di comple-tare l’impianto - dice Giuseppe Velluto - e al tempo stesso di fare un repulisti di quelle iniziative (che giacciono nel limbo) le-gate a impianti che forse non saranno mai realizzati perché non finanziabili dalle banche. Se tutti gli impianti autorizzati in Puglia (pari a 4mila MW) con la sola Dia venissero collegati alla rete si saturerebbe la rete. Quindi questa salva Dia va vista come una legge per salvare i buoni progetti che si trovano ora a metà del guado. D’altra parte i tempi sono talmente stretti da non consen-tire la realizzazione da zero di un nuovo impianto sfruttando il vantaggio della deroga regionale». Lo scorso ottobre, inoltre, è stata approvata una nuova legge regionale relativa alla Via. Essa stabilisce che: la Via è obbligatoria per tutti gli impianti di potenza superiore a 1 MW; per i siti industriali e dismessi la soglia è innalzata a 3 MW; per gli impianti realizzati in aree protette, beni paesaggistici e di pregio la Via è obbligatoria oltre la soglia di 0,5 MW di potenza.

Sicilia È il tipico esempio di regione che ha perso, o almeno ha rischiato di perdere, il treno dello sviluppo del mercato del fotovoltaico. Qui i tempi per ottenere l’Au possono superare i quattro anni: i continui ricorsi al Tar per inefficienza e ritardi amministrativi, la povertà degli organici della Pa competente e la mancanza di consenso politico hanno portato al moltiplicarsi dei costi e al prolungarsi dei tempi di attesa. Lasciando, così, in fase di stallo tutti i pro-cedimenti di Dia avviati sulla base di leggi regionali, poi giudicate incostitu-zionali dallo stesso Tar siciliano. Come nel caso dell’accoglimento, da parte del Tar, del ricorso contro il decreto di adozione del piano energetico ambientale regionale (Pears). Il tribunale ha giudica-to incostituzionali diversi punti del piano, lasciando a metà del guado tutti i procedimenti autorizzativi in corso. Tutto fermo quindi: dagli imprenditori alle banche, dai lavoratori ai fornitori.

Per favorire l’abbattimento delle barriere burocratiche nei

processi autorizzativi e ridurre i costi per chi investe nel fo-

tovoltaico, in Europa è stato avviato, alla fine dello scorso

anno, il progetto Pv Legal.

Si tratta di un’iniziativa cofinanziata dal programma Energia

intelligente Europa (Eie) della Commissione europea, che

coinvolge dodici Paesi (Bulgaria, Germania, Francia, Grecia,

Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna,

Repubblica Ceca e Gran Bretagna) nell’analisi dei passaggi

e dei costi da sostenere per ottemperare agli obblighi buro-

cratico-amministrativi per la realizzazione di impianti foto-

voltaici. Ogni membro inserisce in un database comune,

disponibile on line, esempi pratici di casi critici. Dall’analisi

delle practice vengono, poi, formulate delle raccomandazio-

ni per il miglioramento del quadro normativo. Le associazio-

ni italiane coinvolte sono 13, tra queste Assosolare, re-

sponsabile della parte italiana della ricerca, l’Associazione

dell’industria fotovoltaica europea (Epia) ed Eclareon

(management). Nel database è stato inserito il caso sicilia-

no, proprio perché caso tipico italiano di come burocrazia e

lacune normative possono ledere il tessuto imprenditoriale

locale.

Con Pv legal alleanza europea contro la burocrazia

31

storia di copertina 11/201024

IMPIANTI E TERRITORIO

Superfici agricole o coperture d’aziendeI pannelli cercano un posto al soleI pro e i contro delle diverse soluzioni all’esame di tecnici ed esperti. Inquinamento paesaggistico e convenienza alla base delle differenti scelte

Il notevole sviluppo del settore so-

lare e fotovoltaico in Italia negli

ultimi anni pone oggi la necessità di

arrivare a un equilibrio tra buon uti-

lizzo del territorio agricolo e aumen-

to del numero di installazioni. Molte

voci si sono, infatti, levate contro i

danni causati da un utilizzo non ade-

guato dei terreni ai fini delle fonti

rinnovabili e dal conseguente inqui-

namento paesaggistico.

Sia il solare che il fotovoltaico rap-

presentano interessanti alternative

di diversificazione per i proprietari di

terreni, soprattutto se poco produt-

tivi, non utilizzabili per colture di pre-

gio o addirittura incolti: oltre 6 milio-

ni di ettari non sono utilizzati e at-

tualmente il fotovoltaico occupa

soltanto lo 0,045% della complessi-

va superficie agricola, stimata in

13.200.000 ettari.

Per quanto riguarda il fotovoltaico,

circa 80.000 km2 sarebbero disponi-

bili per questo tipo di impianti. Ma

come ha sottolineato Luca Rubini,

professore del Cirps, Centro Interdi-

sciplinare di ricerca per lo sviluppo

sostenibile dell’Università degli

Studi La Sapienza di Roma, inter-

venuto alla conferenza “Solare,

Agricoltura e Territorio: opportunità

e precauzioni” nell’ambito di ZeroE-

mission Rome 2010, la novità po-

trebbe essere rappresentata dal fatto

che, invece di sfruttare le superfici

Il punto dolente: troppi pareri e un iter senza fine

Pur trattandosi di impianti di tipo non invasivo e temporanei, e che non comportano un costo sociale di urbanizzazione (reti fognarie, di

telecomunicazione, gas, parcheggi ecc.), né volumetrie aggiuntive, il punto dolente per le installazioni solari e fotovoltaiche è rappresentato dagli adempimenti amministrativi che è necessario seguire per ottenere la necessaria autorizzazione. Come evidenziato da Andrea Fontana,amministratore delegato per l’Italia di Fotowatio Renewable Ventu-res, l’iter previsto per gli impianti fotovoltaici è regolato dalla legge 387/2003. Gli enti (Comune, Sovraintendenza beni architettonici, Ufficio parchi, Arpa regionale, Provincia e altri) che per ogni impianto devono esprimere un parere sulla richiesta sono numerosi e molti di essi focaliz-zano la loro istruttoria su aspetti paesaggistici e ambientali. Ognuno di questi enti ha il potere di modificare o di esprimere parere contrario al progetto nel caso esso non sia ritenuto rispondente ai vincoli previsti dalla normativa attuale. Tutto questo comporta inevitabilmente un’in-certezza di fondo negli investimenti e nella fattibilità dei progetti.

agricole, si potrebbero usare le co-

perture delle aziende presenti nelle

aree in questione. In media, tali co-

perture rappresentano lo 0,06%

delle aree agricole, la cui sfruttabilità

ammonta a circa 48 km2. A questo

valore occorre, però, detrarre le su-

perfici la cui esposizione alla radia-

zione solare non è ottimale, la pre-

senza di ostacoli ambientali, le co-

struzioni fatiscenti o comunque non

in grado di ospitare i moduli fotovol-

taici, gli spazi necessari per le fasi di

installazione, per cui soltanto il 10%

della superficie utile potrebbe essere

utilizzabile dai nuovi impianti, quindi

circa 4,8 km2.

Tenendo conto che le coperture po-

trebbero ospitare impianti sia solari

che fotovoltaici, questi ultimi per il

75% dell’area in questione, la super-

ficie utile scenderebbe a 3,4 km2,

ottenendo in ultimo, come potenza

installabile sulle coperture degli edi-

fici costruiti su aree agricole non irri-

gue, un valore di 1,060 GWp e una

produttività annua di circa 1.300

GWh/anno. A fronte di una superfi-

cie teorica di 13.000 km2 derivanti

da altre tipologie di superfici, come

coperture in tessuto urbano e di aree

industriali e commerciali, reti strada-

li e ferroviarie, aree portuali, l’area

effettivamente disponibile per gli im-

pianti fotovoltaici ammonterebbe a

soli 44,1 km2, ai quali occorre ag-

giungere la potenza installabile sulle

facciate degli stabili, per un totale di

storia di copertina

32

11/201024

5,600 GWp. Complessivamente,

sommando le potenze relative ai ter-

reni agricoli con le altre tipologie di

coperture si arriva a una stima di po-

tenziale fotovoltaico installabile pari

a 6,660 GW, molto prossimo

all’obiettivo del Piano d’azione na-

zionale per le energie rinnovabili fis-

sato in 8 GW entro il 2020.

Rubini ha anche sottolineato che raf-

frontando le tipologie di impianti al

Nord e Sud Italia, si osserva nelle re-

gioni settentrionali equilibrio tra in-

stallazioni integrate nel patrimonio

architettonico e a terra, mentre nelle

regioni meridionali si assiste a una

netta prevalenza di queste ultime. A

livello nazionale il 44% della poten-

za installata non è integrata, il 30%

è integrata parzialmente e solo il

26% è totalmente integrata.

Maria Luisa Felici

Le serre di Tecno Spot

Produrre meglio in quantità e qualità, e in più tutelare l’ambiente: queste in sintesi le finalità delle moderne serre fotovoltaiche realizzate da Tecno Spot.«Circa un anno e mezzo fa abbiamo riunito esperti agricoli, docenti, produttori di serre, analizzato le problematiche connesse a questo tipo di strutture, ai necessari moduli fotovoltaici e alle esigenze degli agricoltori» spiega Gert Gremes,amministratore delegato di Tecno Spot. Come risultato è stato realizzato un modulo laminato, prodotto appositamente, impermeabile all’acqua, con strutture di fissaggio certificate, La costruzione della serra richiede spesso l’installazione sul lato nord del tetto di un vetro speciale in grado di migliorare la diffusione della luce all’interno della struttura e limitare l’ombra, fattore che potrebbe impedire una corretta crescita delle piante.Complessivamente Tecno Spot ha installato 10-12 GW di potenza in serre fotovoltaiche presenti in varie aree del territorio italiano e offerte ai clienti “chiavi in mano”. «Le serre fotovoltaiche non sono soltanto un sistema per incrementare la produttività agricola, ma possono rappresentare anche un buon investimento - continua Gremes -. Purtroppo le nuove tariffe incentivanti del 2011 saranno ridotte di circa il 20%, penalizzando questo settore, ma ritengo che l’ottimizzazione dei vari fattori permetterà di mantenere il giusto equilibrio».

Potenza percentuale secondo tipologiadi integrazione architettonica nel 2009

Fonte: Gse Gert Gremes

33

storia di copertina 11/201024

RAPPORTO ENEA 2010

Nuove tecnologie e politiche industrialiper recuperare i ritardi sulle rinnovabiliL’Agenzia: è fondamentale sviluppare le capacità produttive e gli investimenti del nostro sistema per migliorare la posizione dell’Italia nei mercati emergenti

Energia da fonti rinnovabili, sem-

bra questa la panacea di tutti i

mali: dalla crisi economica che non

sembra finire mai all’insicurezza

dell’approvvigionamento energetico

- male cronico dell’Italia - fino ai cam-

biamenti climatici che sembra subi-

ranno un’accelerazione superiore alle

previsioni da oggi fino al 2050. Ma

l’Italia rimane al palo, nonostante un

mercato “drogato” da incentivi e

sussidi per lo sviluppo delle rinnova-

bili. Qualche dato, rilasciato dall’Enea

(l’agenzia nazionale per le nuove tec-

nologie, l’energia e lo sviluppo eco-

nomico sostenibile): nel settore foto-

voltaico la nuova capacità installata

nel 2009 (574 MWp) è stata larga-

mente superiore a quella cumulata

complessivamente fino all’anno pre-

cedente (458 MWp), facendo supe-

rare la soglia di 1 GWp; nell’eolico

l’Italia risulta il terzo paese in Europa

nel 2009, sia per nuova potenza in-

stallata (1.113 MW) che per potenza

cumulata (4.850 MW). Ma, tolti que-

sti due settori, il Bel Paese risulta pa-

recchio indietro rispetto al resto

dell’Europa, specialmente nella bio-

massa e nel solare termico. In

quest’ultimo ambito è assurdo che

l’Italia sia al 14° posto nella classifica

Ue, con i suoi 23,4 kWth (kW termal)

ogni mille abitanti, mentre un paese

come l’Austria - dove il sole fa capoli-

no pochi giorni all’anno - ne registra

ben 362. L’Italia quindi non si sta

muovendo al passo con il resto dei

paesi dell’Ue, dove secondo Euro-

stat la capacità installata per la pro-

duzione elettrica è salita del 54% dal

1997 al 2007 e l’elettricità da rinno-

vabili è arrivata a coprire nel 2008

una quota pari al 16,4% del totale

(EurObserv’ER 2010). Un’accelerazio-

ne forte c’è stata tra il 2008 e il 2009:

ben il 61% della nuova capacità in-

stallata era alimentata da fonti rinno-

vabili, mentre nel 1995 era solo del

14%. L’obiettivo da raggiungere en-

tro il 2020 rimane comunque quel

17% di energia da rinnovabili stabili-

to dal protocollo di Kyoto. Ma la sfida

si giocherà a questo punto, come in

ogni competizione, nel rush finale,

quello più difficile. E qui entrano in

ballo temi come l’efficienza, la pro-

duttività, gli investimenti lungimiran-

ti in tecnologie low carbon.

Un’accelerazione tecnologica, che,

secondo Enea, insieme all’efficienza

energetica e al ricorso alle rinnovabi-

li, permetterebbe di dimezzare entro

il 2040 le emissioni di anidride carbo-

nica rispetto ai valori del 2005. Risul-

tati che potrebbero già vedersi, pun-

tando sulle rinnovabili (biocombusti-

bili e rinnovabili elettriche), entro il

2020, con la riduzione del 25% delle

emissioni di CO2. Peccato che il no-

stro Paese, pur adeguandosi alle di-

namiche europee, invece di sviluppa-

re all’interno dei propri confini una

filiera produttiva adeguata, incre-

menta le sue importazioni nel campo

delle tecnologie per rinnovabili: le

importazioni sono aumentate del

50%, mentre nel resto dell’Ue si è

fermi a livelli del 12%.

ag.an.

Le rinnovabili e la riduzione di CO2(Scenario di accelerazione tecnologica - 2020)

Altre opzioni77%

Totalerinnovabili

23%

Solare elettrico 4%

Altre rinnovabilielettriche 6%

Solare termico 2%

Altre rinnovabilitermiche 4%

Biocombustibili 7%

Fonte: elaborazione Enea

35

esperienze&carriere 11/201024

Sempre più impegnata nel-

le energie alternative, la

Regione Puglia ha da poco

inaugurato due nuovi impian-

ti fotovoltaici in provincia di

Taranto e precisamente a San

Marzano e a San Giuseppe. Si

tratta di un parco solare che

complessivamente ha una po-

tenza installata di quasi 2 MW

e che produrrà circa 2.800

MWh all’anno. Una quantità

di energia che andrà a soddi-

sfare il bisogno energetico di

800 famiglie, scongiurando

l’immissione in atmosfera di

1.500 tonnellate di CO2 ogni

anno. Sviluppati e realizzati da

Conergy Italia, i due impianti

sono stati acquisiti dalla socie-

tà tedesca Plain Energy che,

fondata nel 2005, è oggi un

produttore di energia solare di

rilevanza internazionale. Il pro-

getto è stato finanziato dalla

Cassa di Risparmio di Bol-

zano e dalla Cassa Centrale

Raiffeisen. La Puglia rafforza

così il suo primato, visto che

già oggi è la regione italiana

con la maggiore potenza in-

stallata nel fotovoltaico.

La collaborazione

fra il produtttore

Canadian Solar e

l’installatore Blue-

Tech ha dato vita a 4

nuovi impianti foto-

voltaici. Il più impor-

tante è a Siziano (Pv),

presso un’area logi-

stica recentemente inaugurata. Qui sono state re-

alizzate due coperture fotovoltaiche totalmente

integrate da 670 kWp e da 811 kWp, entrambe

implementate con la collaborazione di altre due

società: Sea e Arca Service. Sono complessiva-

mente di 6.440 moduli con una capacità nominale

di 1.629 kWh. Invece i due impianti residenziali,

realizzati rispettivamente a Sirmione (2,92kWp) e

a Cremona (5,52 kWp), hanno la particolarità di

sfidare le nebbie padane. Con i moduli Cs6p da

230 Watt, infatti, garantiscono capacità di conver-

sione dell’energia anche in condizioni di scarsa lu-

minosità. È così possibile garantire la copertura del

fabbisogno energetico degli abitanti, grazie anche

all’allacciamento diretto alla rete, in cui si prevede

verranno immessi 2,7 MWh l’anno.

Altre 800 famiglie con il “sole” di Conergy Piccoli impianti crescono

PUGLIA LOMBARDIA

Un resort di lusso con una voca-

zione all’ecologia e al benesse-

re. È l’hotel Quellenhof di Val Passi-

ria in Trentino Alto Adige, che ha

completato una struttura costruita

all’insegna della bioarchitettura con

una centrale di cogenerazione. La

particolarità sta nel fatto che l’im-

pianto utilizza una tecnologia a tur-

bina “senza olio”, un brevetto di

Capstone Turbine, installato da

Ibt Group, concessionaria in esclu-

siva per l’Italia.

La centrale produce, infatti, i 125

kW elettrici e 224 kW termici neces-

sari ad alimentare i carichi dell’hotel

grazie a due turbine, con un rispar-

mio energetico di circa il 30% e una

riduzione delle emissioni di CO2 di

800 tonnellate l’anno. Sviluppata

dapprima per l’industria aerospa-

ziale, questa tecnologia utilizza par-

ticolari cuscinetti ad aria che con-

sentono di ottenere impianti di co-

generazione con bassi costi di ma-

nutenzione, emissioni contenute e

una notevole riduzione dei consumi

energetici, grazie alla possibilità di

impostare la potenza elettrica in ba-

se alla reale necessità.

La cogenerazione oil free nell’hotel Quellenhof in Val Passiria

ALTO ADIGE

esperienze&carriere 11/201024

Un giardino pensile profumato

dalle mediterranee essenze di

timo, rosmarino, salvia e caratterizza-

to dalla presenza di pannelli solari.

Succede a Taranto sul tetto della sede

di Kino House, lo studio d’architettu-

ra di Bernardo Ippolito, che sostiene

una filosofia dell’abitare incentrata

sull’innovazione e sulla creazione di

nuove zone verdi. Su un’area di 200

mq, di cui 130 di giardino, trovano

spazio anche 50 moduli fotovoltaici

Schüco per un impianto da oltre 10

kW che prevede una produzione di

13.869.000 kWh l’anno, gestiti con il

Conto energia. Profilati in alluminio e

realizzati in silicio, i pannelli, che han-

no una resa pari al 14%, si integrano

con la struttura alta tre metri in accia-

io zincato. Il progetto stima una ren-

dita del Conto energia di 6.241 euro

l’anno e prevede di fornire energia sul

posto per 2.219 euro. Si prevede che

dopo 12 anni il modulo fornisca anco-

ra il 90% della potenza nominale e

dopo 25 anni almeno l’80%, tanto

che secondo i calcoli la resa ultima

dell’impianto sarà di 169.200 euro.

Sul giardino pensile fioriscono i pannelli solari

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37

esperienze&carriere 11/201024

Tre impianti fotovoltaici rende-

ranno più verde la provincia di

Fermo, nelle Marche, grazie a una

potenza installata di oltre 2 MW su

un’area complessiva di 45mila metri

quadri. L’iniziativa consentirà di im-

mettere in rete 2.700 kWh l’anno e

di risparmiare contemporaneamen-

te 1.430 tonnellate di anidride car-

bonica. Sarà Mx Group a occupar-

si della realizzazione per conto di

Eurowood, un’azienda friulana

dell’arredamento che ha deciso di

diventare produttore di energia.

L’investimento pari a 6,5 milioni di

euro ha un rientro previsto nel giro

di sette anni. Intanto, nel comune di

Campofilone, su un’area di 15mila

metri quadri, è già stato portato a

termine il primo impianto di tremila

moduli, per una potenza pari a 690

kWp e una produzione prevista di

917 kWh l’anno. È dotato anche di

un sistema di monitoraggio diretto

per visualizzare i dati di produttività

e permettere la gestione, sempre

affidata a Mx Group. Le altre due

realizzazioni interesseranno i comu-

ni di Altidona e Monterubbiano.

Ogni impianto sarà dotato di tre in-

verter trifase ad alto rendimento del

modello Wave Plus 320Hv, mentre

le strutture di montaggio per instal-

lazioni a terreno in alluminio e ac-

ciaio sono Ms Line.

Dimezzare la spesa elettrica con un investimento di 330mila euro e un

rientro previsto in sei anni. È quello che permetterà l’impianto fotovol-

taico da 100 kW di potenza realizzato chiavi in mano da New Light per

un’azienda di Sedico, in provincia di Belluno. La particolare conformazione

del tetto non ha consentito di costruire una soluzione completamente inte-

grata, ma è stato tuttavia possibile garantire buone performance puntando

su qualità, competitività, anni di garanzia del rendimento e del materiale.

Sono stati scelti moduli fotovoltaici S-Energy 225 Plo con una performance

dell’80% dopo 30 anni (la media del mercato è 20-25), combinati a una

tipologia di inverter con un altissimo rendimento, superiore al 97%, e dieci

anni di garanzia. I 710 metri quadri dell’impianto dovrebbero così garantire

una produzione media mensile di 14.500 kWh e una copertura del fabbiso-

gno energetico che oscilla dal 50 al 60 per cento.

Sarà Elpo a realizzare i nuovi im-

pianti fotovoltaici voluti dalla cit-

tà di Brunico. Saranno installati sui

tetti della scuola elementare Josef

Bachlechner e su quelli della caserma

circondariale dei vigili del fuoco. Il

primo avrà una potenza nominale di

32 kWp e il secondo di 64 kWp, in

modo da rendere i due edifici auto-

nomi dal punto di vista energetico e

da permettere al comune di rispar-

miare. I lavori per Elpo sono iniziati a

settembre, subito dopo aver termi-

nato un impianto da 1.000 kW per il

comune di Rossano Veneto e l’instal-

lazione dell’impianto da 1.000 kWp

per la società di allevamento Finipar.

La peculiarità di quest’ultima installa-

zione è l’utilizzo di sei moduli di tipo

diverso, che permetterà di monito-

rarne e confrontarne le prestazioni.

Eurowood diventa produttore di energia

New Light punta sull’estrema efficienza

A Brunico il solareper la scuola

MARCHE

VENETO

ALTO ADIGE

tecnologie&soluzioni

38

11/201024

Alice Cappelli

AZIENDE FOTOVOLTAICHE

Il fotovoltaico cresce a passo di caricaCon i preassemblati risparmia tempi e costiLe nuove soluzioni SunPower Oasis e Solon Velocity si basano su sistemi modulari per installazioni rapide e spese di esercizio e manutenzione contenute

Le installazioni fotovoltaiche cre-

scono a vista d’occhio e ormai è

giunta l’ora di automatizzare i pro-

cessi di realizzazione. Non si pensa

più quindi al singolo impianto, ma si

creano soluzioni standard già preco-

stituite che velocizzano le fasi di co-

struzione e fanno risparmiare costi

di esercizio e manutenzione.

Oasis

È il caso di SunPower, azienda con

oltre 300 MW di fotovoltaico instal-

lato alle spalle, che ha annunciato il

lancio dell’impianto Oasis: dappri-

ma disponibile solo per il mercato

statunitense, è ora progettato e svi-

luppato anche in Europa, ma le atti-

vità di costruzione inizieranno solo a

2011 inoltrato. La soluzione inte-

grata è formata da “power block”

preassemblati. Ogni blocco è costi-

tuito da un inseguitore solare T10,

un modulo da 425 Watt, un cablag-

gio standardizzato, un inverter e un

sistema operativo specifico. Per con-

sentire l’installazione rapida sul sito

prescelto, i power block sono conse-

gnati già assemblati, dotati inoltre di

un sistema, basato su tecnologia wi-

reless, per il monitoraggio in remoto

dell’impianto solare. Questo pro-

dotto è pensato per applicazioni

commerciali a partire da 1 MW, ma

anche e soprattutto per centrali di

grandi dimensioni.

Velocity

Sempre nell’ottica di costruire velo-

cemente i grandi parchi solari, un’al-

tra azienda produttrice, la tedesca

Solon, ha ideato un sistema costitu-

ito da un pool di componenti pre-

configurati in modo standard. Si

chiama Solon Velocity e consente di

accelerare le procedure di progetta-

zione, approvazione e realizzazione

delle grandi centrali, che fino a oggi

sono sempre state pensate indivi-

dualmente. L’azienda ha costruito,

dunque, un sistema modulare fatto

da singole unità base da 1 MW.

Ogni componente è dotato di una

struttura per sistema fisso o mono-

assiale, moduli fotovoltaici, inverter,

cablaggio e sistema di monitoraggio

e controllo Solon Scada. Le unità so-

no ripetibili: l’azienda spiega che

non devono essere adattate e mo-

dulate tra loro perché sono già state

testate per interagire con gli altri

singoli blocchi nel momento in cui

vengono affiancate e montate.

Questo sistema, oltre a velocizzare

le fasi di installazione, sembra richie-

dere minore manutenzione. Un ri-

sparmio di tempi e costi.

Solon Velocity offre sistemi modulari da 1 MW

SunPower Oasis impianta per “power block”

39

finanziamenti&risparmi 11/201024

Se non si superano i 20kW di pro-

duzione di energia non si deve

pagare l’Iva. Lo sancisce la risoluzione

n. 88/e: l’Agenzia delle entrate ha fi-

nalmente chiarito che le persone fisi-

che e gli enti non commerciali, che

producono energia per alimentare la

propria abitazione o uno stabile e la

immettono in rete, non devono cor-

rispondere alcuna imposta.

Èstato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 212 del

10/09/10 il nuovo decreto del ministero dello Svi-

luppo economico recante le modalità di accesso ai fon-

di di 300 milioni di euro, per incentivare la produzione

di beni strumentali nel Mezzogiorno funzionali allo svi-

luppo delle fonti di energia rinnovabili e al risparmio

energetico nell’edilizia (vedi Energia24 n.27). Possono beneficiare del ban-

do le piccole, medie e grandi imprese delle regioni Campania, Calabria,

Puglia e Sicilia presentando domanda (esclusivamente in formato elettro-

nico) direttamente al Ministero (www.sviluppoeconomico.gov.it).

Un recente accordo siglato tra

Banca europea degli investimen-

ti (Bei) e UniCredit Leasing consentirà

di portare a oltre un miliardo di euro le

risorse messe a disposizione delle im-

prese italiane nel corso del solo 2010.

I nuovi accordi prevedono risorse per

350 milioni per il finanziamento degli

investimenti delle Pmi attraverso pre-

stiti della durata massima di 15 anni e

ulteriori 200 milioni andranno a sup-

portare progetti nel campo delle ener-

gie rinnovabili e dell’efficienza energe-

tica tramite finanziamenti con oriz-

zonte temporale fino a 20 anni. En-

trambe le linee di credito sono garan-

tite dalla holding del Gruppo UniCre-

dit. Il ricorso strutturato agli organismi

sovranazionali consentirà di mettere a

disposizione delle imprese risorse ag-

giuntive in maniera continuativa e a

condizioni competitive. I contratti so-

no stati firmati presso il quartier gene-

rale di UniCredit a Milano.

No Iva per chi non supera i 20kW I fondi delle rinnovabili per il Mezzogiorno

Prestiti per 350 milioni da Bei e UniCredit Leasing

AGENZIA DELLE ENTRATE GAZZETTA UFFICIALE

FINANZIAMENTI ALLE PMI

Nuovi fondi, pari a 114 milioni

di euro, arrivano dall’Unione

europea e sono riservati a tutte

quelle autorità municipali, provin-

ciali o regionali (ma anche a struttu-

re private) impegnate sul fronte

ambientale. A deciderlo la Com-

missione per l’industria, ricerca

ed energia (Itre) che ha riallocato

risorse ricavate dai fondi non spesi

nel programma energetico europeo

per la ripresa del 2009. L’obiettivo

è finanziare progetti ecosostenibili

che creeranno a loro volta posti di

lavori: trasporto pubblico più ecolo-

gico, progetti urbani a basso impat-

to ambientale, illuminazione stra-

dale alimentata da fonti di energia

rinnovabili, contatori intelligenti.

Finanziare l’efficienza energetica e

progetti di energia rinnovabile con-

tribuisce, inoltre, a conseguire gli

obiettivi dell’Unione europea di

produrre il 20% dell’energia da

fonti rinnovabili e la riduzione del

consumo totale di energia del 20%

entro il 2020. Il programma energe-

tico europeo, iniziato nel 2009, mi-

ra a promuovere il recupero econo-

mico, finanziando progetti energe-

tici come il gas transfrontaliero, di

energia elettrica di interconnessio-

ne, parchi eolici e progetti volti alla

raccolta di carbone.

Arrivano 114 milioni per i progetti ecosostenibili

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ambiente sostenibileSTORIA DI COPERTINA

La buona informatica crea efficienzaIl segreto è nel controllo dei sistemiPer un’effettiva riduzione dei consumi è necessario coordinare ogni componente. Dai software di gestione Sap al progetto di Info Solution. Il caso delle cartucce ricondizionate delle stampanti

Ict ed efficienza energetica: il bino-

mio porta con sé opportunità che

fanno rima anche con risparmio am-

bientale. Così, come ha più volte

espresso anche dalle pagine di questa

rivista, Diego Ragazzi, responsabile

practice Green Ict di Cefriel, «l’Ict of-

fre strumenti di grande potenza per la

riduzione dei consumi in altri settori. Il

contributo più rilevante risiede proba-

bilmente nella capacità di controllo

dei sistemi. Come dire che alla base di

tutto è necessaria un’intelligenza “su-

periore” in grado di controllare preve-

dere aree di minor consumo; trucchi

di minor impatto ambientale. Così la

pensa Ragazzi: «A livello di singolo

componente, le tecnologie Ict posso-

no realizzare, per esempio, sistemi di

controllo automatico della velocità

che in tempo reale adattano quella del

motore alle effettive esigenze e con-

sentono di realizzare apprezzabili ri-

sparmi energetici. A uno stadio inter-

medio, è possibile coordinare il fun-

zionamento di più componenti per

ottimizzarne l’efficienza, per esempio

nella domotica, dove la singola abita-

zione è vista come parte di un sistema

più vasto. È, inoltre, possibile ottimiz-

zare il consumo energetico comples-

sivo, coerentemente con gli obiettivi

globali del sistema, che possono spa-

ziare dalla garanzia della qualità del

servizio all’affidabilità, dal rispetto dei

vincoli legali alla tutela dell’immagine

dell’azienda». In queste pagine, una

panoramica, non esaustiva, permette-

rà di riflettere su quanto sia pervasiva

la buona informatica nel contesto

elettrico/energetico “efficiente”.

43

storia di copertina 11/2010

Luciano Barelli

SOFTWARE DI GESTIONE

Produzione, consumo e percezionedel cliente. Le tre facce di un’aziendaLa pianificazione delle risorse crea soluzioni per ottimizzare i processi dell’impresa in più direzioni. Ne parla Gianni Giacomelli, dirigente del settore strategico Sap

Erp e ambiente, ovvero consumi

energetici sotto controllo; confron-

ti tra buone pratiche e situazioni analo-

ghe; allerta in caso di superamento dei

limiti stabiliti; reingegnerizzazione dei

processi nel senso della ecocompatibi-

lità. A che punto siamo? Energia24 lo

ha chiesto a Sap che vanta l’installazio-

ne del proprio software gestionale in

97mila aziende a livello mondiale e

che, a quanto parrebbe, si ritrova nel

ruolo di portabandiera del verbo eco-

logico, senza un grande sforzo aggiun-

tivo, visto che queste funzionalità in

larga misura sono presenti da sempre

nelle soluzioni targate Walldorf. L’ap-

proccio consigliato per sfruttarle al me-

glio è triplice, indirizzato cioè verso tre

aspetti del problema, ci spiega Gianni

Giacomelli, head of strategy sustaina-

bility core team presso la sede centrale

di Sap a Walldorf: «Per considerare

l’aspetto ambientale delle operazioni

bisogna innanzitutto rilevare i dati con

una valenza ambientale come i consu-

mi di energia e di risorse naturali e la

produzione di CO2. E non solo nelle

proprie fabbriche e uffici, ma anche da

parte dei partner sulla supply chain -

precisa Giacomelli -. Ma quello am-

bientale non è il solo aspetto rilevante.

Ce n’è anche uno sociale che riguarda

il modo in cui l’azienda è percepita

all’esterno, dai possibili clienti, che so-

no sempre più attenti a giudicare se

un’azienda si comporta da brava citta-

dina del mondo oppure no. Al giorno

d’oggi le aziende non possono più te-

nere nascosti aspetti poco virtuosi del

loro comportamento, come l’inquina-

mento dei loro stabilimenti, l’utilizzo di

sostanze tossiche o eventuali modalità

predatorie di approvvigionamento del-

le materie prime come le deforestazio-

ni selvagge. Infine, c’è un aspetto eco-

nomico da considerare, nel senso che

tra i possibili interventi bisogna sceglie-

re quelli che non siano semplici costi,

ma investimenti produttivi».

A supporto di una strategia Green, Sap

offre innanzitutto le funzionalità di ba-

se dei suoi prodotti, con i quali è possi-

bile raccogliere, organizzare e analizza-

re i dati transazionali, per passare poi a

una fase successiva di creazione di in-

dici significativi - key performance indi-

cator - di modellazione, di simulazione

dell’impatto sul sistema aziendale degli

interventi ipotizzati prima di metterli

effettivamente in atto. Si possono poi

misurare i risultati, confrontarli con gli

obiettivi, individuare gli scostamenti,

confrontare le proprie pratiche azien-

dali con le best practice dell’industria e

mettere in atto eventuali reingegneriz-

zazioni dei processi, ove necessario. Si

possono, dunque, utilizzare le funzio-

nalità tipiche degli Erp per ottimizzare

i processi non solo dal punto di vista

economico, ma anche ambientale. Ci

sono, poi, soluzioni Sap specifiche per

l’ambiente e l’energia ossia Sap Envi-

ronment, health and safety manage-

ment (Ehs) per controllare e gestire

tutti gli aspetti della produzione legati

all’ambiente, alla salute e alla sicurez-

za, compreso il rispetto delle norme

ambientali e quelle che regolano l’im-

piego di prodotti pericolosi e due solu-

zioni della linea Businessobjects ossia

governance, risk, and compliance so-

lution; c’è Carbon impact, offerta co-

me servizio on demand, e Sustainabili-

ty performance management per la

definizione degli obiettivi di sostenibili-

tà e il tracking dei risultati, il risk mana-

gement e il monitoraggio.

«Ma oltre a ciò, entro cinque anni -

promette Giacomelli - tutti i moduli di

Business suite, l’Erp di alta gamma di

Sap, saranno integrati con componen-

ti specifici per la sostenibilità ambienta-

le, come funzioni automatiche di otti-

mizzazione per ridurre l’impatto.

Gianni Giacomelli

44

storia di copertina 11/2010

ANALISI ICT

L’effettiva riduzione dei consumiva misurata sull’intero ciclo di vitaIl grado d’efficienza si valuta considerando prodotti e dispositivi, anelli di una catena che tiene anche conto di usi e comportamenti

Sei regole per non cadere nella trappoladel falso beneficio

Molte delle sfide poste dai progetti di riduzione dei consumi energetici sono collegate alla necessità di questo “approccio olistico”. Alcuni punti che vale la pena evidenziare sono:

1.Necessità di un’analisi energetica completa del sistema da ottimizzare, che richiede spesso competenze multi-disciplinari difficili da reperire in una singola organizzazione o team di progetto

2.Disponibilità di dati precisi e accurati, preferibilmente derivanti da misure sul campo, per caratterizzare i consumi del sistema e stimarne i margini di miglioramento, nonché, a posteriori, per verificare l’effetto delle misure di risparmio adottate

3.Disponibilità di metodi efficaci e completi per la caratterizzazione delle diverse soluzio-ni di risparmio energetico e la stima precisa delle riduzioni ottenibili

4.Complessità della logica e dell’infrastruttura di controllo, che cresce con la complessità del sistema da controllare, fino al punto in cui l’investimento e i tempi richiesti per la rea-lizzazione e l’utilizzo supera i benefici ottenibili (anche quando l’infrastruttura di controllo risultasse un investimento conveniente sul medio-lungo periodo, il costo iniziale di imple-mentazione potrebbe costituire una barriera all’adozione, in particolare in periodi di crisi economica, quando l’obiettivo di molte imprese è la riduzione dei costi sul breve-brevissi-mo periodo a fronte di investimenti minimi

5.Problema di mantenimento del pregresso. Non è pensabile una sostituzione comples-siva con tecnologie eco-friendly in quanto il costo sarebbe superiore ai benefici consegui-bili in risparmio energetico

6.Necessità di considerare sempre anche gli aspetti non tecnologici, in particolare quelli legati alla gestione delle risorse umane e all’organizzazione aziendale, che necessariamen-te devono accompagnare le soluzioni tecniche. In particolare, tenere presente che:

a. In molti casi, la soluzione impone una revisione dei processi e un nuovo “modus operandi” che va a impattare sull’organizzazione e richiede un ripensamento di ruo-li e competenze

b. Molte soluzioni tecnologicamente avanzate, ed estremamente vantaggiose sulla carta, non sono poi utilizzate perché non adeguatamente presentate, supportate, inquadrate in servizi opportunia cura di Diego Ragazzi

(manager Ict di Cefriel)

Quasi invariabilmente l’introdu-

zione di nuovi prodotti, veicoli

o dispositivi che consumano meno

energia viene presentata come un

miglioramento del consumo ener-

getico complessivo. Ma altrettanto

invariabilmente non viene presenta-

to il quadro nella sua interezza. Il

problema è quindi tener presente

che, affinché un nuovo prodotto,

sostituendo un prodotto di largo

consumo, possa effettivamente por-

tare a un miglioramento nell’effi-

cienza energetica complessiva, oc-

corre considerarne l’intero ciclo di

vita su un periodo di tempo adegua-

tamente lungo (Life cycle energy

assessment). Non basta che il pro-

dotto “consumi meno” durante la

fase d’uso, perché tale fase è solo

un tassello del mosaico.

Occorre, poi, verificare che un tasso

di sostituzione troppo serrato di

vecchi prodotti (che potrebbero du-

rare ancora molti anni) con nuovi e

più efficienti, non generi sul medio/

lungo periodo un’inefficienza com-

plessiva. Quindi, è necessario con-

siderare eventuali nuovi usi o com-

portamenti sociali indotti dal nuovo

prodotto, che potrebbero vanifica-

re il miglioramento atteso a causa

di un utilizzo più intenso, diffuso o

prolungato.

45

storia di copertina 11/2010

Luciano Barelli

PROGETTO ENERGETICA MENTE

Tutto sott’occhio minuto per minutoe un altro 15% di spese viene cancellatoInfo Solution ha ideato, in collaborazione con il Politecnico di Milano, un sistema di controllo dinamico. L’esperimento su un edificio di sei piani

Realizzare un sistema automa-

tizzato per il monitoraggio, la

gestione e il controllo efficiente di

impianti di climatizzazione centra-

lizzati a uso abitativo e commercia-

le: questo è quanto si era proposto

Info Solution (società milanese di

progettazione di sistemi elettronici

fondata nel 1998) con il progetto

Energetica Mente, il cui prototipo,

finanziato dalla Regione Lombar-

dia, è stato recentemente presen-

tato dalla Fondazione Politecnico

di Milano.

Per realizzare questo progetto, che

segna l’ingresso di Info Solution nel

mercato delle soluzioni di efficienza

energetica dopo un periodo iniziale

di rapida crescita nei settore aero-

spaziale e telecomunicazioni, grazie

a importanti forniture a clienti come

Finmeccanica, Alcatel ed Erics-

son, è stato creato lo spin off Save

Energy ed è stato stretto un rap-

porto di collaborazione di fondo con

il dipartimento di Elettronica e infor-

mazione del Politecnico di Milano.

«Alla base del progetto - spiega il

direttore generale di Info Solution,

Gaetano Moschetto - sta la con-

statazione che i pacchetti di ristrut-

turazione e di efficientamento oggi

sul mercato vengono progettati ri-

ferendosi ai parametri ambientali

prefissati corrispondenti alle condi-

zioni estreme, come i mesi inverna-

li, e a ipotesi di carico standard e

pertanto realizzano un controllo

che si può definire statico. Perciò

sono meno efficienti negli altri pe-

riodi dell’anno e in situazioni di

utenza fuori della media prescelta.

Il progetto Energica Mente ha, inve-

ce, realizzato un sistema di control-

lo dinamico, che ha alla base un

controllore elettronico, progettato

utilizzando un modello di simula-

zione dell’impianto realizzato dal

dipartimento di Elettronica e infor-

mazione del Politecnico di Milano

che ha messo a punto la legge di

controllo, dopo averla testata per

vari tipi di carico secondo i profili

degli utenti e che tiene conto dei

parametri ambientali variabili nel

tempo». Il prototipo, realizzato da

Save Energy su un edificio abitativo

di sei piani ristrutturato di recente

secondo una metodologia di buon

livello che potremo definire stan-

dard, ha dato come risultato una

ulteriore riduzione dei consumi del

12-15%, con un ritorno dell’investi-

mento stimato in tre anni.

Info Solution è oggi pronta a offrire

sul mercato soluzioni analoghe e lo

farà in partnership con EnerTech

Solution, una start up del Politecni-

co di Milano che si occuperà dell’of-

ferta della componente di servizio,

per esempio dell’auditing energeti-

co, mentre Save Energy fornirà la

componente impiantistica.Gaetano Moschetto, direttore generale di Info Solution

46

storia di copertina 11/2010

Èpossibile ristrutturare un data

center aziendale, aumentando

potenza, affidabilità e disponibilità

riducendo al tempo stesso l’impatto

ambientale e i consumi.

Lo dimostra il caso di Cva (Compa-

gnia Valdostana delle Acque), un

gruppo che produce annualmente

2.800 milioni di kWh di energia idro-

elettrica che, volendo dotarsi di una

infrastruttura informatica ad alta affi-

dabilità e con funzioni di disaster re-

covery, ha recentemente sdoppiato il

suo data center in due strutture spe-

culari distanti 30 km l’una dall’altra.

Nonostante l’aumento della potenza

elaborativa e della memoria installata

i consumi di ciascun centro risultano

inferiori del 30% di quelli del centro

di partenza. «Abbiamo virtualizzato

30 server Windows dedicati all’infor-

matica individuale su solo tre server

fisici e i tre server Unix su cui girano le

applicazioni aziendali su una sola uni-

tà più potente - spiega Erik Capec-

chi, responsabile It del Gruppo -. Ciò

ci ha consentito di ridurre considere-

volmente il consumo energetico e lo

spazio occupato. Abbiamo poi realiz-

zato un nuovo data center gemello a

Pont Saint Martin collegato alla sala

server della nostra sede di Chatillon

da un collegamento in fibra ottica a

basso impatto ambientale, visto che

non è amplificata e che non produce

inquinamento elettromagnetico.

Questo nuovo data center è stato re-

alizzato da Ibm che nel progetto ha

utilizzato vari accorgimenti riguardo

al flusso dell’aria dell’impianto di con-

dizionamento in modo da minimiz-

zarne i consumi».

Con la suite Ca ecoSoftware, giunta ormai alla versione

2.0, Ca Technologies si propone di aiutare ancora di

più i clienti a valutare l’impatto ambientale delle proprie at-

tività, allineando al contempo i programmi di sostenibilità

agli obiettivi del business aziendale. La suite, che il produt-

tore dichiara pienamente integrabile con l’infrastruttura

software aziendale, è composta da due soluzioni. La prima,

Ca ecoGovernance, presenta un framework di reporting

che consentirà agli utenti di precompilare i report standard,

riducendo il tempo e l’impegno solitamente richiesti per la

loro creazione. Con l’automazione di tale processo, le orga-

nizzazioni potranno reperire più facilmente dati sempre

aggiornati e coerenti senza essere costrette a rinunciare alla

flessibilità necessaria per l’inserimento di eventuali testi de-

scrittivi o di documentazione d’appoggio. È possibile realiz-

zare vari report evidenzianti, per esempio, l’andamento dei

consumi per le varie fonti energetiche o il comportamento

dei fornitori dal punto di vista della sostenibilità. Ca ecoGo-

vernance permette, inoltre, di realizzare una reportistica

internazionale in 9 lingue, compreso l’italiano, registrando i

dati nelle varie unità di misura e valute locali per poi selezio-

narne una globale per uniformare il bilancio a livello mon-

diale. La seconda soluzione, Ca ecoMeter, promette una

gestione energetica migliorata grazie all’interazione bidire-

zionale con un’ampia serie di dispositivi e sistemi, anche

eterogenei e operanti con protocolli diversi, che vengono

rilevati automaticamente grazie al processo automatico di

discovery, con la possibilità di accedere ai dati energetici

relativi a impianti distanti fra loro, che è stato potenziato.

Inoltre, la discovery automatica può accelerare la configura-

zione e manutenzione della procedura di gestione dei dati

operativi riguardanti i consumi energetici - con benefici che

si evidenziano soprattutto nel caso di più impianti. Ca eco-

Meter è stato concepito per l’integrazione con sistemi di

Building management system tradizionali per la gestione

integrata dell’impiantistica degli edifici.

Il data center si fa in due, ma le ridondanze si riducono

Due soluzioni software indicano al cliente la retta via ambientale

COMPAGNIA VALDOSTANA DELLE ACQUE

CA TECHNOLOGIES

47

storia di copertina 11/2010

L’Europa delle Tlc alla ricerca della quarta generazione

Le Ict inquinano quanto il trasporto aereo. È tempo di Green It

ALCATEL-LUCENT E SOCI

OSSERVATORIO INTERNAZIONALE

Le Tlc di quarta generazione sono

alle porte e saranno sempre più

Green grazie a un programma lan-

ciato da un consorzio composto da

due costruttori di reti, ossia Alcatel-

Lucent, con il ruolo di coordinatore,

ed Ericsson, un operatore, ossia Te-

lecom Italia presente con la sua

struttura di ricerca e sviluppo, e dodi-

ci tra produttori di componenti e or-

ganismi di ricerca. Battezzato Energy

Aware Radio and Network Technolo-

gies (Earth), il programma è finanzia-

to dall’Unione europea, con 9,5 mi-

lioni di euro nell’ambito del settimo

Programma quadro, mentre altri 5,3

milioni sono forniti dai membri del

consorzio. L’impegno dei partner è

quello di definire nuovi scenari tec-

nologici che permettano, entro la

metà del 2012, almeno il dimezza-

Navigare su Internet o

accedere alla posta

elettronica, elaborare con-

tenuti on line o accedere ai

social networking non so-

no operazioni indolori.

Ognuna delle singole ope-

razioni citate comporta

consumo di energia e

quindi inquina. E che per la

legge dei grandi numeri si

tratti di un consumo assai

elevato, lo testimonia il

Global Green It report rea-

lizzato dal Centro studi

CrEsit dell’Università In-

subria di Varese, in colla-

borazione con la San

Francisco State Univer-

sity, curato da Pricewa-

terhouseCoopers per la

verifica dei risultati. In ter-

mini di CO2 l’Ict determina

il 2% delle emissioni totali

e raggiungerà il 3% entro

il 2020. Inoltre, come testi-

monia una stima dell’Epa,

l’Agenzia di protezione

dell’ambiente americana,

dal 2002 al 2006 i consumi

energetici dei data center

sono raddoppiati.

Il Git report si propone di

monitorare con cadenza

annuale gli orientamenti e

le strategie delle imprese

sull’impatto delle It, indivi-

duando tutte le iniziative

(hardware e software) che

permettono di ridurre il

consumo energetico.

Il report analizza le princi-

pali iniziative di Green It e

il grado di diffusione nelle

imprese: si va dall’ottimiz-

zazione dei flussi d’aria ai

miglioramenti del sistema

di raffreddamento fino al

consolidamento dei server.

I comportamenti delle im-

prese sono, poi, misurati

sulla base dell’ampiezza

dell’iniziativa e i motivi alla

base della scelta. Le azien-

de in cui le iniziative sono

diffuse all’intera organiz-

zazione sono meno del

25%, quelle in cui sono li-

mitate a singole unità sono

il 50%. Il movente è nel

50% dei casi il risparmio

dei costi e non ancora un

obiettivo strategico di re-

sponsabilità ambientale.

mento dei consumi a parità di presta-

zioni delle reti Lte (Long term evolu-

tion). Il programma si prefigge di ot-

tenere risparmi energetici nel campo

delle reti wireless, dei loro compo-

nenti e dell’interfaccia radio svilup-

pando una nuova generazione di

apparati e di componenti ad alta ef-

ficienza energetica, e progettando

soluzioni per la gestione delle reti

energeticamente consapevoli.

Questo progetto non è l’unica inizia-

tiva sul fronte della sostenibilità am-

bientale e del risparmio energetico

che vede coinvolta Alcatel-Lucent:

«Abbiamo sviluppato un approccio

multidisciplinare indirizzato agli ope-

ratori di Tlc che copre varie voci,

dall’ottimizzazione dei consumi alle

strategie di backup, all’uso delle fon-

ti alternative, ai centri dimostrativi -

ha dichiarato Stefano Lorenzi, am-

ministratore delegato di Alcatel-Lu-

cent Italia -. In particolare, un pro-

gramma ad hoc, che ha ricevuto

dalla Commissione europea il premio

Europa energie sostenibili e renderà

possibile l’accesso ai servizi di telefo-

nia e alla banda larga al miliardo e

oltre di utenti che oggi ne sono esclu-

si, dato che permetterà di portare

questi servizi in aree non servite dalla

rete elettrica. E ciò senza utilizzare

fonti di generazione inquinanti. Inol-

tre in Italia abbiamo sviluppato un

sistema di controllo e ottimizzazione

per l’efficientamento energetico di

impianti, edifici e campus, che sarà

tra l’altro adottato all’Università

dell’Aquila nell’ambito dei pro-

grammi di ricostruzione post-terre-

moto».

49

storia di copertina 11/2010

Luciano Barelli

STAMPANTI

Cartuccia ricondizionata non fa risparmioHp rispetta ambiente e portafoglioIl cattivo funzionamento delle laser erode i benefici di una buona “produzione”. Risultati e progetti del Gruppo illustrati dal marketing manager Jochem Ziegler

Hp ha da sempre a cuore il ri-

spetto dell’ambiente e il ri-

sparmio energetico, in particolare

nella linea Imaging&printing ma,

ammonisce Jochem Ziegler, mar-

keting manager Hp Imaging&prin-

ting Group, non può farsi carico del

problema da sola: anche il cliente

deve fare la sua parte. Come? Per

esempio evitando di scegliere le

cartucce ricondizionate: «Una certa

corrente di pensiero sostiene che

per aiutare l’ambiente bisogna evi-

tare di produrre cartucce nuove

fintanto che si possono utilizzare

cartucce vecchie, riempiendole di

nuovo inchiostro o toner - com-

menta Ziegler -. Niente di più falso.

La ragione è semplice: l’impatto

ambientale delle stampanti dipen-

de solo per il 7% del totale dalla

fase di produzione di una cartuccia

laser, mente l’utilizzo è responsabi-

le del 76%. Ciò significa che è suf-

ficiente un funzionamento non più

al 100% di una cartuccia ricondi-

zionata, con conseguente necessità

di rifare parte delle stampe, per

erodere il beneficio della mancata

produzione della cartuccia. Se a ciò

si aggiunge l’impatto ambientale

dell’operazione di riempimento e

dello smaltimento a fine vita di

queste cartucce che non sono smal-

tite da Hp, è chiaro che la scelta

diventa perdente». Da notare poi,

sottolinea Ziegler, che i toner non

originali accorciano la vita delle car-

tucce laser soprattutto per quanto

riguarda il cilindro che fissa termi-

camente il toner sulla pagina, il co-

siddetto fuser: non per nulla Hp

investe annualmente un miliardo di

dollari per mantenere al massimo

livello tecnologico la sua linea di

consumabili.

Ziegler non ha dati specifici per le

inkjet, ma sostiene che i numeri

sono analoghi: in particolare, la

criticità delle inkjet sta nei 1.248

ugelli di ogni cartuccia che si de-

teriorano progressivamente con

l’uso e non garantiscono un per-

fetto funzionamento oltre la cari-

ca originale e che possono ostru-

irsi se la qualità dell’inchiostro di

riempimento, che non è l’originale

perché Hp non lo fornisce, non è

adeguata.

Anche Hp fa la sua parte, sul fron-

te della progettazione, dello smal-

timento e del riuso. «Innanzitutto

le nostre laser diventano sempre

più rispettose dell’ambiente e og-

gi consumano circa un terzo di

energia in meno rispetto a model-

li analoghi della nostra concorren-

za - sottolinea Ziegler -. Poi, il

70% della plastica utilizzata nelle

nostre cartucce inkjet è riciclata

(20% della laser jet) e le confezio-

ni del 2010 sono ridotte del 40%

rispetto a quelle del 2006. Infine,

Hp garantisce il recupero gratuito

delle cartucce esauste dei clienti

business attraverso la rete degli

Hp Planet Partner, che operano in

53 Paesi e che nei 21 anni della

loro esistenza hanno ritirato 320

milioni di cartucce laser jet e inkjet

pari a 770.000 tonnellate di pro-

dotti. In quasi tutti i Paesi Hp ritira

anche le cartucce utilizzate dai

clienti consumer per posta o pres-

so i rivenditori. Ciò non è sfortu-

natamente possibile in Italia per-

ché la legge, ahimé, lo vieta».

Xerox estende Iso 14001 a nuovi sitiLa gestione documentale di Xerox si è fatta sostenibile. Lo certifica l’estensione della Iso 14001 ai siti Xgs Xerox di Calco (Lc), Perignano (Pi) e Fabriano (An), che si occupano di gestione documentale e business process outsourcing: al loro interno, i processi produttivi si sono adeguati totalmente a questa normativa, implementando azioni e procedure con particolare attenzione nei confronti dell’ambiente.

50

news&mercati 11/2010

I CAMBIAMENTI CLIMATICI

La vera minaccia sonole emissioni inquinanti futureDue studiosi di Stanford respingono le tesi catastrofiste: non siamo al punto di non ritorno

LA RICERCA

Meno smogda autotrazione

La principale minaccia per i cam-

biamenti climatici del nostro Pia-

neta è nelle tecnologie che decidere-

mo di utilizzare nei prossimi decenni.

Come chiarisce uno studio di Steven

Davis e Ken Caldeira (Università di

Stanford), lo scenario non è così ca-

tastrofico come si potrebbe pensare.

I due ricercatori hanno calcolato

quanta CO2 emetterà l’attuale siste-

ma energetico mondiale da qui al

2060: automobili, aeroplani, indu-

strie, centrali termoelettriche, ogni

tipo di struttura o veicolo che brucia

fonti fossili e genera inquinamento.

Il modello di Davis e Caldeira ha ipo-

tizzato di sfruttare tutti gli elementi

del sistema energetico esistente fino

al termine della loro vita media (per

esempio, 40 anni per una centrale a

carbone), senza più costruire niente

di nuovo. Si scopre così che l’atmo-

sfera riceverebbe ancora circa 500

miliardi di tonnellate di CO2; ciò fa-

rebbe aumentare la temperatura

media terrestre di 1,3 gradi centigra-

di rispetto ai livelli preindustriali, con

Cala l’inquinamento da “quat-

tro ruote”? Il Centro Ricerche

Continental Autocarro azzarda

una risposta positiva evidenziando

che nei primi nove mesi di quest’an-

no nel nostro Paese le emissioni di

CO2 derivate dall’uso di benzina e

gasolio per autotrazione sono dimi-

nuite di più di 1.300.000 tonnellate

rispetto allo stesso periodo dello

scorso anno. In termini percentuali il

calo è stato pari all’1,8 per cento. Il

calo della CO2 deriva principalmente

dalla netta diminuzione delle emis-

sioni provenienti dall’uso di benzina,

che in agosto sono calate del 4,6%,

mentre nei primi otto mesi del 6,5%

(per effetto di una diminuzione del-

la stessa entità nei consumi). In so-

stanziale equilibrio rispetto allo

scorso anno, invece, il dato sulle

emissioni di CO2 derivate dall’uso di

gasolio per autotrazione, combusti-

bile utilizzato in larga misura per i

mezzi addetti al trasporto merci. Ad

agosto è stato, infatti, registrato un

aumento del 3,3%, mentre la situa-

zione a otto mesi dall’inizio dell’an-

no evidenzia una lieve crescita dello

0,3%, che non è riuscita, però, a

compensare il decremento dei con-

sumi di benzina.

La mappa dell’efficienza di FederlegnoArredo

FederlegnoArredo è diventato partner di un progetto di mappatura ener-getico-ambientale delle aziende. Promosso da Asdi (Agenzia per lo svilup-po del distretto industriale del mobile di Livenza), ha lo scopo di rilevare, in uno spazio temporale di dieci mesi, i fabbisogni energetici di circa 800 imprese del settore mobile/arredamento: inizialmente verrà fatta una map-patura dell’efficienza energetica e ambientale delle aziende, per poi con-durre un’analisi delle necessarie migliorie tecnologiche applicate o da apportare. Attraverso un sistema di monitoraggio energetico sarà possibi-le valutare il conferimento dei Titoli di efficienza energetica, calcolando i benefici che ne derivano per le aziende.

una concentrazione di CO2 in atmo-

sfera inferiore a 430 ppm (parti per

milione). Potremmo dunque evitare

gli effetti nefasti del riscaldamento

globale, che gli scienziati fanno scat-

tare con un innalzamento della tem-

peratura media di oltre due gradi

centigradi e una concentrazione di

CO2 superiore a 430 ppm. In altri ter-

mini, la minaccia per l’ecologia è nel-

le emissioni che produrremo in futu-

ro, con i veicoli e le centrali ancora da

costruire. Il vero problema è allora

l’inerzia tecnologica: fabbricare vei-

coli, centrali e infrastrutture che in-

quinano troppo. Posto che non si

può bloccare lo sviluppo dell’econo-

mia mondiale, bisogna orientare tut-

ti gli sforzi sul miglioramento tecno-

logico. Non possiamo dormire sugli

allori solo perché siamo ancora lon-

tani dal punto di non ritorno, ammo-

niscono gli autori dello studio. Ogni

nuova centrale a carbone, per esem-

pio, è un passo avanti verso un cam-

biamento climatico che potrebbe

diventare irreversibile.

.com

51

news&mercati 11/2010

GRANDI STRUTTURE

In volo grazie ai rifiuti della grande LondraBiocarburante per gli aerei del City AirportBiomasse, alghe e pneumatici di scarto: l’investimento si aggira sui 250 milioni di euro. Prevista la costruzione di altri cinque impianti simili in Europa

Al London City Airport i velivoli

utilizzeranno biocarburante da

biomassa. Il progetto, frutto dell’ac-

cordo tra British Airways, Solena,

Greater London Authority e Next

Energy Capital, prevede la costru-

zione di un impianto in grado di gas-

sificare le biomasse per scomposizio-

ne molecolare ad alta temperatura

con lo scopo di produrre un gas sinte-

tico a impatto zero, poi usato per la

produzione di biocarburante per aerei

attraverso il procedimento Fisher-

Tropsch. Le materie prime utilizzabili

per questo processo sono prima di

tutto i rifiuti della città di Londra, ma

anche biomasse vegetali, alghe, pneu-

matici di scarto, rifiuti urbani, com-

merciali e industriali. Il biocarburante

di risulta può essere mescolato fino al

50% con altri carburanti tradizionali,

senza la necessità di variare le compo-

nenti del motore. L’impianto, oltre a

produrre 16 galloni di biocarburante,

è in grado di generare anche 20 MWp

di energia elettrica e calore per uso

industriale o teleriscaldamento. L’in-

vestimento per una centrale di questo

tipo si aggira sui 250 milioni di euro:

NextEnergy Capital e Solena stanno

istituendo una piattaforma di investi-

mento per la costruzione di 5 impian-

ti simili in Europa. Ciascun impianto

crea 1.000 posti di lavoro nella fase di

costruzione e 400 per la gestione.

British Airways fa parte anche del

Consorzio Surf (Sustainable Use of

Renewable Fuels) insieme ad Airbus

e all’Università di Cranfield: attra-

verso un impianto pilota, il consorzio

è impegnato nell’ottenere biocarbu-

rante dalle alghe.

L’impegno ambientale di Auchan sta dando buoni

risultati. Basti pensare che da giugno 2009 a luglio

2010, mettendo al bando il

sacchetto di plastica, è riuscita

a risparmiare 30 milioni di

shopper grandi e 180 milioni

di quelle piccole, per un totale

di 1.458 tonnellate di plastica.

Al posto dei sacchetti in polie-

tilene sono state proposte borse riutilizzabili: da inizio

settembre è, inoltre, disponibile presso i supermerca-

ti una versione di borsa milleusi con illustrazioni di

Fulco Pratesi, fondatore italiano del Wwf. In vendita

al prezzo di 2,50 euro, darà la possibilità, attraverso

tutti i ricavi, di adottare 13 Oasi Wwf da parte di 52

ipermercati. I clienti che acquisteranno la borsa spe-

ciale avranno diritto a un ingresso gratuito per visitare

le Oasi.

RIUTILIZZO

Auchan mette al bando le borse di plastica

Un’immagine delle piste di atterraggio e decollo del London City Airport

53

di Guido Plutino

LA SPERIMENTAZIONE

Quando le risorse creano innovazioneAuto che passa, elettricità che nasceGeneratori piezoelettrici posti sotto l’asfalto messi in funzione dal peso delle vetture. Le ricerche alimentate dagli investimenti

Nel mercato finanziario - come

nel resto del mondo - pro e

contro sono strettamente intreccia-

ti. L’interesse degli investitori (e de-

gli speculatori) per un settore del

listino o dell’economia aumenta la

volatilità e i pericoli di formazione

di bolle. Ma l’abbondanza di risorse

che si riversano sul comparto aiuta

- tra l’altro - ricerca e innovazione.

Insomma, è la vecchia storia del

bicchiere mezzo pieno o mezzo

vuoto a seconda dei punti di vista.

Il caso delle energie pulite è, tra

quelli recenti, il più significativo. La

pressione del mercato sta, infatti,

contribuendo a produrre risultati

che ai profani sembrano fanta-

scienza. Gli esempi sono numerosi.

Eccone alcuni che hanno il pregio

di essere sperimentati (e di funzio-

nare) o che hanno già raccolto in-

vestimenti di rilievo. Il primo caso

degno di menzione è quello del

traffico di veicoli e persone che vie-

ne trasformato in energia elettrica.

Considerando che le auto sono

“colpevoli” di gravi forme di inqui-

namento, il loro sfruttamento co-

me fonti di energia pulita ha in sé

qualcosa di etico.

Il sistema è stato già sperimentato

e applicato in Israele (dalla società

Innowatech), ma presto arriverà in

Italia, in un tratto dell’autostrada

A4. Come funziona? La risposta è:

grazie a materiale piezoelettrico di

ultima generazione, declinato in

varie forme. In pratica, piastre di

generatori piezoelettrici vengono

inserite appena sotto l’asfalto, op-

pure lungo le corsie di decelerazio-

ne delle rampe di uscita, o prima

dei caselli (in questo caso il brevet-

to, battezzato “Lybra”, è italiano),

e sono messe in funzione dal peso

delle auto in transito. Variazioni

sullo stesso tema sono rappresen-

tate da marciapiedi (sperimentati a

Tolosa, dove grazie ai passi dei pe-

doni alimentano i lampioni), tornel-

li di ingresso della metropolitana (a

Tokyo) e piste da ballo (in due di-

scoteche, a Londra e a Rotter-

dam).

Ci sono, poi, due casi ancora più

particolari che rinviano al mondo

del clima e a quello del fitness. Il

primo parla francese: i ricercatori di

un istituto di Grenoble, Cea/Leti-

Minatec, hanno sviluppato un si-

stema che - attraverso una struttura

piezoelettrica - riesce a recuperare

l’energia prodotta dalla vibrazione

generata da una goccia di pioggia

che cade. Il sistema funziona con

gocce di pioggia di diametro varia-

bile tra 1 e 5 millimetri. Alcune si-

mulazioni hanno dimostrato che

dall’impatto di una delle gocce più

grandi è possibile recuperare fino a

12 milliwatt. Il secondo caso è stato

realizzato a Copenhagen, nella pa-

lestra dell’Hotel Crown Plaza To-

wer: qui le cyclette sono state col-

legate a una dinamo, così gli sforzi

salutistici dei clienti alleggeriscono

la bolletta, oltre che la bilancia.

Chi ha detto che per l’eolico servono le pale?Tra le tante certezze che cadono c’è anche quella della necessità delle pale per produrre energia eolica. La nuova frontiera si chiama “aerogeneratore”, o “windbelt”, ed è stata raggiunta grazie all’invenzione di uno scienziato californiano di 28 anni, Shawn Frayne.L’apparecchiatura è già uscita dallo stadio di prototipo ed è stata realizzata dalla società Humdinger Wind Energy.Funziona sfruttando le vibrazioni create dal vento sui materiali sottili. In questo caso, una striscia di tessuto speciale tesa tra due magneti e due bobine. L’aerogeneratore può essere costruito in diverse dimensioni (anche di soli 5 centimetri) e collocato ovunque, perfino in località dove non sono disponibili quantità elevate di vento.

54

Potrà parere strano che oggi si de-

nunci uno stato di sovracapacità,

con tutto il parlare che si è fatto, dopo

il famoso black out del 2003, della

necessità di aumentare la produzione

di energia elettrica in Italia.

Invece, nel corso del recente 10° Ener-

gy Summit organizzato da Il Sole 24

Ore, sono state molte le voci a denun-

ciare proprio questo fenomeno.

La situazione è impietosamente illu-

strata dai dati di Terna che dichiara

pari a 101,4 GW, al 31 dicembre

2009, la somma della potenza effi-

ciente netta di tutti gli impianti di pro-

duzione attivi in Italia, a fronte della

domanda massima storica, verificata-

si il 18 luglio 2007, di 56,8 GW.

E il progressivo contenimento dei con-

sumi, ridotti dal 2008 al 2009 di 19

TWh secondo l’Autorità per l’ener-

gia elettrica e il gas -, risultato non

solo della crisi economica, ma anche

dei primi successi delle buone pratiche

di efficientamento e di risparmio ener-

getico - non fa che esacerbare ulterior-

mente il fenomeno, specie in prospet-

tiva. Naturalmente la potenza disponi-

bile deve essere ben oltre il picco di ri-

chiesta atteso per tener conto dei

possibili fuori esercizio per guasti o

manutenzione degli impianti e della

loro non ottimale distribuzione sul ter-

ritorio. Sembra, però, chiaro che la si-

tuazione attuale sia troppo sbilanciata

tanto che le centrali a gas, che secon-

do dati Assoelettrica rappresentano

il 51% della potenza installata, nel

corso del 2010 sono state spesso

spente per lasciare il passo all’energia

prodotta da fonti rinnovabili, in parti-

colare a quel 7% generato dal foto-

voltaico e dall’eolico. E capita che le

centrali da spegnere siano state quel-

le più moderne, efficienti e pulite, e

ciò per pure ragioni geografiche.

Da qui i commenti preoccupati di tut-

ti i produttori di centrali presenti

all’Energy Summit che, dopo il boom

post 2003, devono oggi far fronte a

una grave stasi del mercato delle cen-

trali convenzionali, mentre la dinami-

cità del mercato delle fonti rinnovabi-

li non è di per sé tranquillizzante visto

che non ci sono certezze normative e

incentivazioni a medio, e ancor meno

a lungo, termine.

Il vero problema non è tanto (o sol-

tanto) il quanto, ma il dove. In altre

parole, non ci si deve fermare a con-

siderare la produzione nazionale nel

suo complesso, ma analizzare dove

questa è localizzata e qual è lo stato

delle reti che la interconnettono alla

rete nazionale. In particolare, sugge-

risce Costantino Lato, direttore stu-

di, statistiche e servizi del Gse, «no-

nostante l’attuale sovracapacità biso-

gna comunque far crescere la produ-

zione al Sud ed eliminare le difficoltà

di trasmissione verso il Nord».

«Cosa può succedere con l’attuale

stato delle reti e distribuzione delle

centrali lo si è visto il 17 luglio scorso

- ricorda Roberto Malaman, diret-

tore generale dell’Autorità per l’ener-

gia elettrica e il gas -: in occasione di

quello che è stato il picco della do-

manda del 2010, il Sud nella sua glo-

balità è sempre rimasto in sovracapa-

cità, ma la Sicilia è andata in crisi per-

ché le reti verso la Penisola hanno

fatto da collo di bottiglia. E anche nel-

le regioni centro settentrionali le cose

non sono andate poi benissimo per-

ché mentre il Nord è rimasto in sovra-

capacità, il Centro Nord è risultato in

sottocapacità». Il problema si sposta

perciò dalle centrali alla rete. «Prima

di altre nuove centrali bisogna costru-

ire le reti» sottolinea il direttore ope-

rations Italia di Terna Gianni Vittorio

Armani, che dichiara in un miliardo

di euro il volume di investimenti 2010

della sua azienda. «Non basta, però,

stanziare fondi per risolvere il proble-

ma, prova ne sia che ci sono ben 10

elettrodotti da 380 kV in attesa di au-

torizzazione, un processo che - com-

menta Armani - coinvolge ogni volta

un centinaio di diversi soggetti».

Luciano Barelli

10° ENERGY SUMMIT/1

Dai black out alla sovraproduzioneLe reti oltre il divario tra Nord e Sud Crisi economica e pratiche di risparmio hanno ridotto i consumi di energia elettrica. Ora occorre creare connessioni snellendo l’itinerario burocratico

55

Come si sta evolvendo il settore

delle energie rinnovabili in Ita-

lia? A che punto siamo e cosa ne sarà

del nostro futuro?

Si è parlato anche di questo durante

l’Energy Summit nella mattinata co-

ordinata da Energia24 e si è cercato

di capire, attraverso le opinioni di dif-

ferenti attori del settore, qual è la

condizione del nostro Paese e come

deve agire per essere energetica-

mente pulito.

L’Italia deve raggiungere, in base agli

accordi comunitari, la soglia del 17%

di produzione di energia da fonti rin-

novabili entro il 2020. «È tra i cinque

Paesi che non riusciranno a rispettare

i target assegnati - spiega Carlo Co-

razza, direttore della rappresentan-

za a Milano della Commissione euro-

pea -. Probabilmente arriverà a una

quota del 16% e il restante 1% lo

acquisterà dall’estero».

Perché un Paese ricco di inventiva e

con ottime possibilità nelle rinnova-

bili ha già deciso di “non farcela”?

I nostri vicini d’Europa non reputano

i target di Kyoto così difficili da rag-

giungere. Alcuni Paesi, anzi, supere-

ranno senza problemi il 20%.

«L’Unione europea mette a disposi-

zione fondi per lo sviluppo delle rin-

10° ENERGY SUMMIT/2

La via italiana alle rinnovabiliè nelle tecnologie e nell’efficienzaLe scelte per fotovoltaico ed eolico devono tenere conto delle capacitàdelle imprese. La carta della riduzione dei consumi nelle aree metropolitane

Produzione di rinnovabili in Italia - anno 2009(in percentuale assoluta e regione per regione)

Fonte: Gse 2010

Carlo Corazza

20,4% 7,7%

3,3%16,1%

4,9%

0,6%3,2%

11,0%

2,1%

2,1%

2,7%

3,7%0,9%

2,5%

0,8%2,7%

1,0%2,1%

1,8%

10,5%

56

novabili italiane - afferma Corazza -:

saranno stanziati 16 miliardi di euro

per il fotovoltaico (70%) e il solare a

concentrazione (30%). La biomassa

costituirà una buona fetta del mix

energetico, per il 14-15%. Il nucleare

fa parte delle risorse utilizzabili. L’Ue

non lo impone, lo decidono gli Stati e

l’Italia ha scelto di utilizzare questa

fonte. Infine, nei prossimi dieci anni

l’Unione metterà a disposizione circa

10-12 miliardi di euro per le Smart

city, quei centri urbani che decideran-

no di superare il 20% di target, arri-

vando al 40%, attraverso trasporti

sostenibili, case passive, smart grid,

cogenerazione e uso di materiali non

inquinanti».

Il Gse ha in corso uno studio per ana-

lizzare la filiera delle rinnovabili in Ita-

lia: per esempio, l’energia fotovoltai-

ca ha come base il silicio e produrlo in

Italia è impossibile, «perché necessita

di un costo di energia molto basso e

nel nostro Paese è proprio il contra-

rio» spiega il presidente del Gse Emi-

lio Cremona. Meglio specializzarsi

L’elettricità dalle rinnovabili(Ipotesi di sviluppo entro il 2020 in base al Piano d’azione nazionale)

Fonte: Gse 2010Valori espressi in MW per la potenza installata e in GWh per la produzione lorda

sull’assemblaggio, per essere parte

attiva delle nuove soluzioni tecnolo-

giche e sviluppare una filiera che sia

da traino per l’industria italiana. Stes-

so discorso per l’eolico: «In Italia non

si producono turbine - afferma Cre-

mona -, ma solo i componenti. Si sta,

invece, sviluppando il minieolico che

può avere un ottimo incremento so-

prattutto per le coste e i piccoli centri

dove l’impatto delle grandi pale dan-

neggerebbe l’ambiente».

Il mercato italiano è molto interessan-

te dal punto di vista delle prospettive

e il sistema incentivante è tra i miglio-

ri al mondo. Ed è proprio questo il

punto. Opinione comune è che gli

alti incentivi italiani non aiutano a cre-

scere: devono calare in modo gra-

duale e l’industria deve essere accom-

pagnata per lo sviluppo della tecno-

logia fino a quando gli incentivi non

saranno più necessari. Certo è asso-

lutamente da evitare un’interruzione

brusca, com’è successo in Spagna.

«Auspichiamo che ci sia una norma-

tiva chiara e tempestiva che conduca

l’energia rinnovabile a camminare

con le sue gambe. Il mercato può ac-

cettare che gli incentivi scendano, ma

dobbiamo sapere di quanto con cer-

tezza per costituire business plan ri-

gorosi» spiega Carlo Del Conte,

partner dello Studio legale Pavia e

Ansaldo.

Emilio Cremona

57

Intervenendo dal pubblico Sandro

Clerici di Anie afferma: «Nessuno

ha parlato di quanto costano gli in-

centivi. Attualmente il sistema incen-

tivante per le rinnovabili costa 3 mi-

liardi di euro sulla bolletta italiana.

Nel 2020 saranno 10 miliardi. Sup-

ponendo che calino, l’Italia si troverà

comunque un balzello di 7,5 miliardi

in bolletta. Che sono da dividere non

per 330 TWh, ma su 240 TWh. Ciò

perché i grandi consumatori sono ri-

usciti a non farsi applicare la tassa. In

conclusione questo significa veder

aumentare tra 15 anni la bolletta

energetica del 30%».

Insomma rinnovabili sì, ma con la

certezza da tempo auspicata e con la

voglia di crescere autonomamente

nelle tecnologie. L’Unione europea

comunque punta molto sulla ricerca:

per il fotovoltaico è fondamentale lo

studio di celle che durino almeno 40

anni e con efficienza intorno al 30%;

per i biocarburanti è necessario ba-

sarsi su quelli di seconda generazio-

ne, più legati alla cellulosa che alle

coltivazioni. Infine, è stato deciso di

sostenere progetti per il nucleare di

quarta generazione, «ma potremo

vederlo in attività forse nel 2040»

conclude Corazza.

Una soluzione sostenuta da molti

sembra l’efficienza energetica, che

se effettivamente implementata po-

trebbe permettere di sorpassare i

target europei. Ridurre i consumi fi-

nali, questa è la chiave di volta. D’al-

tronde “l’efficienza energetica rap-

presenta la risorsa più grande, più

economica e più veloce da mettere

in pratica, ma allo stesso tempo la

meno capita, la meno sfruttata e la

meno visibile”, citazione di Amory

Lovins del Rocky Mountain Insti-

tute. L’ambiente urbano sembra la

giusta opportunità per iniziative di

efficienza energetica: «Le aree me-

tropolitane hanno una grande rile-

vanza nel consumo di energia - spie-

ga Sandra Magnani, presidente di

Samares -. Esse possono avere un

peso considerevole per applicare i

concetti di efficientamento energe-

tico. Le smart grid nelle città posso-

no essere utilizzate, poiché è il luogo

dove si trovano la maggior parte dei

consumatori». E il nucleare? Per ri-

spondere ai dubbi sull’energia ato-

mica è intervenuto il sottosegretario

allo Sviluppo economico Stefano

Saglia: «Dopo i black out degli anni

scorsi si è notato che in Italia aveva-

mo un deficit di produzione. Ci sia-

mo svegliati come se fossimo un

Paese del Terzo mondo incapace di

rifornirsi di energia elettrica. Per que-

sto motivo si è agito velocemente.

Con poco tempo a disposizione ab-

biamo dovuto rincorrere la produ-

zione di energia, invece che pro-

grammarla attentamente. Io credo

che le rinnovabili e il nucleare siano

fonti complementari e necessarie: il

programma nucleare, tuttavia, è una

sistema complesso. Se entro il 2020

saranno in attività due centrali po-

tremo dire di aver fatto una grande

operazione. La nostra grave colpa è

comunque quella di non aver ancora

costituito l’Agenzia nucleare».

Chiara Scalco

Stefano Saglia

Alfonso Pecoraro Scanio è stato ospite dell’Energy Summit per spiegare cosa intende fare con la sua nuova Fondazione Univerde. «Aiutare la filiera delle energie alternative perché si formi con forza un’industria italiana» spiega l’ex ministro verde che ha nel suo personale carnet l’aver in-trodotto nel nostro Paese il Conto energia.

58

Le fonti rinnovabili sono una risorsa fondamentale per l’Europa per-ché solo grazie a esse sarà possibile raggiungere gli obiettivi di ri-

duzione del CO2 che la Comunità europea si è data. Senza contare che sono fonti energetiche liberamente disponibili in natura e che perciò nel giro di un certo numero di anni, una volta ammortizzati gli ahinoi alti costi degli impianti, saranno in grado di fornire energia elettrica a prezzi competitivi, oltre a rendere l’Europa più indipendente da altri Paesi per il rifornimento energetico. È quanto ha sostenuto Antonel-la Battaglini, senior scientist presso il Potsdam Institute of Cli-mate Impact Research. Ma le fonti alternative non sono uniforme-mente distribuite. A grandi linee, il solare ha i suoi siti d’elezione nella penisola Iberica, nel meridione d’Italia e in Grecia, l’eolico è più giusti-ficabile sulle coste attorno al mare del Nord e del Sud della Francia, l’idroelettrico è giustificato nelle valli alpine e delle montagne scandi-nave, il geotermico lo troviamo solo in Toscana mentre le regioni cen-tro europee hanno un buon potenziale di biomasse.«Già oggi c’è un potenziale di scambio di energia da fonti rinnova-bili tra Paesi confinanti che non può essere soddisfatto per la man-canza di una rete adeguata - sostiene Battaglini -. L’esempio più tipico è la Spagna che è un Paese particolarmente avanzato nelle produzione di energia solare, ma questa energia non può essere

trasferita in Portogallo o in Francia per l’inadeguatezza delle inter-connessioni. Servirebbe perciò una Super smart grid collegante tutti i Paesi europei». Magari facendo entrare in gioco anche i Pa-esi del Sud Mediterraneo, che hanno un grande potenziale di sola-re termodinamico, come messo in risalto dal progetto Desertec, un

potenziale che potrebbe essere sfruttato realizzando impianti inter-connessi alle reti dei Paesi europei con nuove linee a corrente con-tinua ad alta tensione (Hvdc) come quelle ipotizzate dal progetto Eu-Mena (Europa-Middle East North Africa).Le reti Hvdc sono alla base anche di un altro progetto, l’Europagrid, una rete allo studio per collegare wind farm off shore lungo le coste di Uk, Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Germania e Norve-gia. «L’importante - sottolinea Battaglini - è che l’Europa cominci a ragionare come una singola entità, sotto una guida univoca che potrebbe essere l’Entso-E (European network of transmission sy-stem operators for electricity) ossia il consorzio degli operatori che oggi gestiscono la rete sincrona dell’Europa Continentale, che do-vrebbe promuovere i progetti di interesse europeo anche contro il parere di singoli Paesi, lasciando che questi, invece, si accordino tra loro per realizzare merchant line transfrontaliere per soddisfare specifici interessi comuni». lu.ba.

10° ENERGY SUMMIT/3

Un unico grande progetto Europagridper sfruttare le ricchezze d’ogni Paese

Le connessioni tra le diverse fonti dell’operazione Desertec

Fonte: Desertec 2010

59

Nell’ambito del decimo Energy

Summit organizzato da Il Sole

24 Ore quotidiano e da Energia24,

si è svolta la prima edizione del

Premio Energy 2020 con l’obietti-

vo di conferire un riconoscimento

alle aziende private e pubbliche

che si sono distinte per i progetti

più significativi in campo di effi-

cienza energetica e sostenibilità

ambientale.

Tre le categorie del concorso: pre-

mio “Demetra” per il miglior pro-

getto industriale sostenibile; pre-

mio “Prometeo” per il miglior pro-

getto di innovazione; premio

“Atena” per il miglior progetto di

corporate social responsibility.

È stato, inoltre, assegnato il Pre-

mio “Telemaco” al miglior proget-

to realizzato dai partecipanti al 2°

Master energia e ambiente della

Business School de Il Sole 24 Ore.

In questa categoria ha vinto il lavo-

ro svolto sull’azienda Ropatec.

Sul prossimo numero di Energia24

10° ENERGY SUMMIT/4

Efficienza fa rima con sostenibilitàI vincitori del premio Energy 2020Le aziende che si sono distinte per innovazione e minore impatto ambientale. Un riconoscimento anche ai giovani della Business School de Il Sole 24 Ore

La giuria del premio

Hanno dato il loro contributo al premio: Alberto Biancardi,direttore generale della Cassaconguaglio settore elettrico,Nando Pasquali, amministratore delegato del Gse, e PaoloVigevano, amministratore delegato dell’Acquirente unico.Coordinavano la giuria MattiaLosi, direttore editoriale Il Sole 24 Ore Business Media e direttore di Energia24, e Jacopo Giliberto,giornalista de Il Sole 24 Ore.

A Intesa Sanpaolo il premio Demetra

Ad aggiudicarsi il premio collegato a Demetra - dea greca dell’agricoltura

e della terra da cui discende il ciclo delle stagioni, a garanzia del rispetto

per l’ambiente - è stata Intesa Sanpaolo grazie al suo programma completo

di investimenti e soluzioni gestionali sinergiche che assicurano un minore

impatto ambientale dell’attività. Tra le principali iniziative: sistemi di

monitoraggio e analisi di dettaglio dei consumi energetici, acquisti Green e

gestione ottimizzata degli impianti tecnologici e delle macchine di ufficio.

Queste azioni sinergiche portano avanti il progressivo miglioramento delle

performance aziendali, supportato da procedure ispirate da criteri di gestione

ambiente Iso 14001 ed energia En 16001 applicate su un campione

significativo di siti strumentali, con benefici in termini di risparmio energetico

e di risorse primarie e conseguente riduzione dei costi.

(previsto per dicembre) proporre-

mo ai lettori un’analisi completa

del lavoro svolto dal team della Bu-

siness School (qui nella foto).

60

Al Gruppo Mossi & Ghisolfi il premio Prometeo

Il premio associato a Prometeo - figura mitologica greca che rubò

agli dei il fuoco, l’invenzione più “innovativa” della storia, per

donarlo agli uomini - è stato assegnato a Gruppo Mossi & Ghisolfi per

il programma di ricerca industriale sull’etanolo di seconda generazione

(Proesa) che conta di dare una risposta alla problematica della

produzione sostenibile dei biocarburanti e degli intermedi chimici. La

ricerca ha, infatti, dimostrato la fattibilità del processo di conversione

delle biomasse in etanolo e la possibilità di produrre zuccheri

fermentabili dalle biomasse, a partire da una filiera di produzione

agricola sostenibile e complementare alle colture alimentari.

Siemens Italia vince il premio Atena

ÈSiemens Italia la vincitrice del premio legato ad Atena - dea della

sapienza e della saggezza, simbolo dell’equilibrio sociale - per il

progetto “Energy for life”, che fornisce assistenza medica in mobilità

nei Paesi in via di sviluppo. Innovazione tecnologica e impegno per

uno sviluppo sostenibile hanno portato, infatti, all’allestimento di un

ambulatorio medico mobile, destinato all’Etiopia e donato alla Ong

Worldwide Orphans Foundation, organizzazione specializzata nella

lotta contro l’Aids.

Il premio Cofely alle amministrazioni pubbliche

Nella stessa cornice dell’Energy Summit è stato

assegnato il conferimento del Premio Cofely

per l’efficienza energetica e ambientale dedicato

alla Pubblica amministrazione.

Cofely, Gruppo Gdf Suez, ha premiato i cinque

migliori progetti di efficienza energetica all’interno

delle seguenti categorie: Comuni piccoli e medi,

Province, Sanità e Infrastrutture.

Di seguito tutti i vincitori:

Comune di Monzuno (Bo) per il servizio energia integrato

alla manutenzione e riqualificazione degli impianti e all’impiego di fonti rinnovabili.

Comune di Giaveno (To) con il progetto di riqualificazione

degli impianti termici integrati a pannelli solari e a un sistema di telecontrollo.

Provincia del Medio Campidano con il progetto di adeguamento e messa

a norma degli impianti monitorati da un sistema di telecontrollo.

Ospedale Giambattista Rossi di Borgo Roma (Vr), impegnato

nell’utilizzo della cogenerazione e nella riqualificazione impiantistica degli apparati termici e tecnologici.

Università di Catania per il suo progetto

di ottimizzazione degli impianti grazie a fonti rinnovabili e al telecontrollo di tutte le utenze energetiche.

61

Potremmo definirla una crocia-

ta quella che Diego Caiazzo

ha iniziato a intraprendere. Par-

tendo dal suo sito (www.energy-

manager.net) ha fondato una

nuova associazione.

Gli scopi di Assoenergy sono nobi-

li: dare voce agli Energy manager

in Italia e provvedere alla loro for-

mazione e certificazione. Ma così

fosse, Fire, la Federazione italiana

per l’uso razionale dell’energia,

che ci starebbe a fare?

«Assoenergy vuole dare risposte a

molte domande - spiega Caiazzo -:

come divento Energy manager?

Esiste un albo professionale? Qua-

li studi devo compiere? Che futuro

ha la professione nel mondo del

lavoro? Noi proveremo a risponde-

re radunando gli esperti del setto-

re e creando specifici corsi di for-

mazione e aggiornamento».

Ma siamo sicuri che queste rispo-

ste proprio nessuno le abbia anco-

ra date?

Caiazzo intanto ha enunciato cosa

intende offrire ai suoi associati: in

primis aggregare i vari operatori di

settore (Energy manager, ma non

solo. Anche Esco, progettisti, inge-

gneri, architetti, geometri); fornire

strumenti di supporto tecnico e

normativo on line e in sede (con

seminari, corsi di formazione, e-

learning); strutturare un sistema di

interazione diretta con le autorità

per concertare con esse gli sviluppi

normativi per gli Energy manager

(albo professionale, aggiornamen-

to della legge 10/91); fare da col-

lante tra offerta e domanda di la-

voro attinente allo sviluppo dei

Green jobs. «La questione più de-

licata è proprio quella relativa

all’albo dei professionisti - spiega

Caiazzo -. Noi vorremmo sviluppa-

re due albi paralleli, uno per gli

Energy renewable manager e un

altro proprio per gli Energy mana-

ger di settore civile, industriale e

Pubblica amministrazione».

La replica di Fire

Ovviamente la Fire non si è fatta

attendere e ha risposto. «Ai sensi

della legge 10/91, Fire gestisce gli

Energy manager italiani, grazie alla

partecipazione a tavoli tecnici e di

confronto con le istituzioni - ha sot-

tolineato Francesco Belcastro,

ingegnere di Fire -. Per quanto ri-

guarda la certificazione, il nostro

organismo ha attivato nel 2009 Se-

cem, struttura senza scopo di lucro

che garantisce attraverso una pro-

cedura rigorosa il rispetto delle abi-

lità degli Energy manager richieste

dalla norma Uni Cei 11339. In que-

sta sede è stato creato un elenco,

non un albo, degli esperti in gestio-

ne dell’energia, che viene control-

lato ogni cinque anni perché la pro-

fessione sia esercitata nel modo

corretto. La formazione, infine, vie-

ne portata avanti da Fire in collabo-

razione con Enea attraverso pro-

grammazioni didattiche specifiche

e seminari; ha partecipato inoltre ai

corsi e-Quem e a diversi master uni-

versitari».

Nessuna possibilità di collabora-

zione? Entrambe le realtà non

sembrano interessate a trovare

punti in comune e preferiscono

mantenere l’autonomia.

Chiara Scalco

LA POLEMICA

Professione Energy manager, che rebusBotta e risposta tra Assoenergy e FireLa neonata associazione propone una nuova formazione e la creazione di due albi. La replica: siamo noi gestori degli elenchi nel rispetto delle norme di legge

Tecnico, ma anche esperto di mercato

«L’Energy manager - secondo Francesco Belcastro - non è più soltanto un professionista tecnico: deve conoscere i mercati energetici, le procedure di autorizzazione, i finanziamenti. Da ciò si è fatta largo la nuova figura dell’esperto in gestione dell’energia, una combinazione di diversi ruoli: Energy manager, operatore in strutture Esco, Energy auditor e certificatore energetico».

24

62

LA GUIDA DE IL SOLE 24 ORE

Tutti ne parlano, ma pochi li conoscono Come si leggono i mercati finanziari

Quante volte abbiamo sentito ripetere: “Lo dice il mercato”? Una frase che

ha nel sostantivo mercato la chiave di volta magica che sembra non possa esse-re messa in discussione. Il mercato diven-ta così un’entità misteriosa che ci gover-na. I guai nascono proprio da quest’im-provvida sottomissione. Se l’ignoranza della legge non è ammessa, anche l’eco-nomia è governata da regole e modalità che vanno conosciute.Con questo spirito due giornalisti de Il Sole 24 Ore hanno esercitato la profes-sionalità acquisita sul campo per compi-lare questa preziosa agenda che ha la sua forza nella chiarezza espositiva e nella completezza. A chi si rivolge? A profes-sionisti, ma anche a semplici risparmiato-ri che vogliano compiere le scelte di inve-stimento più corrette.Di qui l’importanza attribuita dagli autori

alla parola agenda, intesa nel senso let-terale del termine, “le cose da trattare” poiché “conoscere in anticipo la data di un evento ci mette nelle condizioni di ar-rivarci più preparati predisponendo per tempo le strategie di comportamento”.Il calendario dei mercati è denso di ap-puntamenti che riversano una fitta piog-gia informativa. Dati macroeconomici si intrecciano con indicatori che provengo-no da ogni parte del mondo e ora, più che mai decisivi, dal colosso “Cindia” ovvero Cina e India. Le variabili da tenere sotto controllo sono cresciute in modo espo-nenziale e influenzano mercati sempre più integrati e quanto mai volatili. Le mo-dalità d’incidenza di tali dati sulle quota-zioni degli strumenti finanziari sono il cuore del racconto di Stefano Natoli e Guido Plutino.Offrire agli investitori un’agenda così

concepita, osserva nella presentazione l’ex direttore e ora editorialista de Il Sole 24 Ore Salvatore Carrubba, significa esaltare il valore del mercato quale stru-mento di libertà e insieme terreno d’eser-cizio di responsabilità. È come mettere ordine in una ridda di voci contrastanti, sottolinea nella prefazione il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini: “Sembra facile leggere le statistiche...”.

Mario Valsecchi

Stefano NatoliGuido PlutinoCome si leggono i mercatiIl Sole 24 Ore197 pagine25,00 euro

a cura di Laura Marinoni Marabelli

Stefano Natoli e Guido Plutino hanno compilato un’agenda ragionata per operare nei tempi opportuni le scelte di investimento più corrette

Slow Money, il futuro della terradiventa un buon investimento

Si chiama Investors’ Circle ed è una rete no profit di investitori, imprenditori e fondazioni che dal 1992 ha facilitato il flusso di

denaro ad aziende e a fondi investiti in azioni di società dedicate alla sostenibilità. Il presidente di questo circolo virtuoso, Woody Tasch, ha ora creato un’altra Ong dall’emblematico nome di Slow Money. Al denaro presto, tanto e tutto subito, Tasch contrappone un’altra logica, legata in questo caso a un’imprenditorialità che promuove la fertilità del suolo, l’agricoltura biologica, le piccole imprese alimentari e che fa da catalizzatore di fondi mirati a dare appoggio all’agricoltura sostenibile, a sviluppare strategie di inve-stimento basate sull’attenzione per la collettività, il senso del luogo e della diversità culturale. «Denaro usato come letame» come spie-ga con efficace sintesi nella prefazione Carlo Petrini, per creare un’economia basata su rapporti durevoli e sani.

Woody TaschSlow moneySlow Food Editore227 pagine13,50 euro

Le risorse del vento sono infiniteAltro che tecnologia di nicchia

Un’industria che cresce al ritmo annuo del 28% e che dà lavoro a 200mila addetti. Bastano un paio di essenziali cifre per defi-

nire il processo che ha portato l’energia del vento in poco più di un decennio a essere una delle principali opzioni di crescita dell’ener-gia elettrica. Testimoni e narratori di questa evoluzione sono due appassionati studiosi, Luciano Pirazzi e Antonio Gargini, che hanno saputo compendiare nella loro fatica le necessarie compe-tenze tecniche e l’altrettanto indispensabile capacità divulgativa. Così l’illustrazione dell’evoluzione tecnologica si accompagna a quella del mercato senza trascurare gli aspetti normativi. Davvero un’opera di indispensabile ricognizione che ci fa capire come l’eo-lico sia non solo una fonte pulita e inesauribile per definizione, ma affidabile e costante, senza impatti rilevanti sul nostro ecosistema. Impeccabili il corredo documentario e le scelte fotografiche.

a cura di Luciano Pirazzi e Antonio GarginiVie del vento 2010Gruppo editoriale Muzzio399 pagine29,00 euro

63

Scrivete a [email protected]

Perché conviene installareil tetto fotovoltaico

Sto cercando di capire se mi

conviene installare un tetto fo-

tovoltaico sul mio stabilimento

di Erba. Ma quali sono i dati che

devo fornire per avere un busi-

ness plan? A chi mi conviene ri-

volgermi?

Risponde Francesco Bolasco,

responsabile marketing Solon

Installare un impianto fotovoltaico

è sempre conveniente specialmen-

te per un’azienda che, oltre a di-

minuire i costi energetici e ottene-

re l’incentivo statale previsto dal

Conto energia per ogni kilowatto-

ra di energia pulita prodotta, ne

trae notevole beneficio in termini

di visibilità nel settore e nella co-

munità in cui opera per aver intra-

preso una scelta di alto valore eco-

logico. Poiché si tratta di un’ope-

razione che comporta lo studio di

un progetto ad hoc, è consigliabi-

le parlare direttamente con un re-

ferente dell’azienda fornitrice

scelta.

Questo procederà a eseguire una

valutazione iniziale, richiedendo

all’interessato alcuni dati, tra i quali

l’ubicazione dell’azienda e il suo

fabbisogno energetico, una plani-

metria e alcune foto dell’edificio, la

tipologia del tetto, la sua capacità

statica, l’orientamento e la superfi-

cie disponibile per la realizzazione

dell’impianto.

A questa analisi seguirà anche una

valutazione finanziaria che delinea

il piano economico-finanziario che

può supportare l’investimento.

Grazie Greenpeace per l’appello a Facebook

Apprezzo l’iniziativa di Greenpea-

ce che ha chiesto a Mark Zucke-

berg, direttore generale di Facebo-

ok, di impegnarsi ad abbandonare

gradualmente l’uso di elettricità

sporca, per esempio quella pro-

dotta bruciando carbone, per ali-

mentare il proprio data center si-

tuato negli Stati Uniti.

Credo veramente che sia impor-

tante che si inizi a muovere e a

promuovere un processo di infor-

mazione/marketing per sollecitare

i cambiamenti nelle politiche sul

clima e l’energia a livello locale. E

credo che le aziende più famose e

che meglio stanno debbano inizia-

re a impegnarsi seriamente.

Giovanni Uggeri

Due decretie i dubbisugli incentivi

Ho un dubbio circa la coniugazio-

ne di due decreti recentemente

pubblicati in materia di fotovoltai-

co. I due decreti sono:

- decreto legge 105/2010, che di-

spone una proroga per l’applica-

zione delle tariffe incentivanti

previste dal Conto energia 2007

(Dm 19/02/2007). Tale proroga

prevede il rispetto di alcune con-

dizioni: fine lavori e loro comuni-

cazione entro 31.12.2010; messa

in esercizio impianto fotovoltaico

entro 30.06.2011.

- decreto ministeriale del 6 agosto

2010 (Conto energia 2011) che

definisce le regole e le tariffe in-

centivanti per gli impianti fotovol-

taici che entrano in esercizio in

data successiva al 31/12/2010.

La mia domanda è la seguente: di

quali tariffe incentivanti potrà be-

neficiare un impianto che entra in

funzione tra il 01/01/2011 e il

30/06/2011? Quelle relative al

Conto energia 2007 o quelle rela-

tive al Conto energia 2011?

Lettera firmata

Risponde Anie/Gifi

Il decreto legge 105/2010 (che

modifica la legge 129/2010, la co-

siddetta “Salva-Dia”), come anche

da lei evidenziato, dispone una

proroga per l’applicazione delle

tariffe Anie/Gifi incentivanti previ-

ste dal Conto energia 2007 (Dm

19/02/2007), purché siano rispet-

tate le condizioni previste dall’art

1-septies (fine lavori e loro comu-

nicazione entro il 31.12.2010;

messa in esercizio impianto foto-

voltaico entro il 30.06.2011).

Tale proroga non può essere su-

perata dal Conto energia 2011

(Dm 6 agosto 2010), ancorché

successivo alla legge 129/2010, in

quanto un decreto ministeriale

non può né derogare, né superare

quanto previsto con legge o atto

avente forza di legge.

Segue che il periodo tra gennaio

e giugno 2011 si configura come

una sorta di transitorio in cui sono

applicabili sia le tariffe del Conto

energia 2007 che quelle del Con-

to energia 2011, in alternativa le

une alle altre e purché per quelle

del Conto energia 2007 siano ri-

spettate le condizioni previste

dall’art. 1-septies citato.

24

64

24

Eccesso di domanda e cambi instabilifrenano il “Conto”

Per quanto in qualità di produttori

siamo assolutamente soddisfatti di

aver ottenuto finalmente il rinnovo

dell’attuale sistema incentivante ita-

liano - ovvero il Conto energia - per

il periodo 2011-2013, pensiamo di

contro che nel definire le nuove ta-

riffe incentivanti il legislatore non

abbia considerato alcuni fattori che,

fatto salvo l’obiettivo di ridurre sem-

pre di più i costi di produzione e di

raggiungere un trend decrescente

dei prezzi, a volte possano condizio-

nare il prezzo finale con conseguen-

te tendenza al rialzo.

In particolare parliamo della forte

instabilità nel cambio euro-dollaro

Usa verificatasi a partire dal secondo

quadrimestre di quest’anno (visto

che molte industrie producono in

area dollaro Usa) e dall’eccesso di

domanda del mercato superiore di

quattro-cinque volte le attuali capa-

cità produttive dei vari attori dell’in-

dustria fotovoltaica, che hanno con-

dizionato l’andamento dei prezzi

attuali. Infine non dimentichiamoci

che nel quarto trimestre del 2009

eravamo nel pieno della crisi finan-

ziaria mondiale, con conseguente

ribasso dei prezzi dovuto a inevitabi-

li contraccolpi derivanti dal recente

periodo d’incertezza mondiale.

Fabio Patti, sales manager Yingli Green Energy Italia

Anie preoccupataper i rincaridelle materie prime

Riceviamo e pubblichiamo l’opi-

nione di Anie, la Federazione na-

zionale imprese elettrotecniche ed

elettroniche

Anie esprime forte preoccupazio-

ne per le tensioni che stanno inte-

Indice ponderato dei prezzi delle materie primesul mercato internazionale

Fonte: elaborazioni Servizio centrale Studi economici Anie sui dati Lme

ressando in questi ultimi mesi il

mercato delle materie prime.

Fra la fine del 2009 e la prima me-

tà del 2010 a livello internaziona-

le, di pari passo con le prime indi-

cazioni di ripresa dei livelli di attivi-

tà industriali, sono emersi segnali

di rialzo nei prezzi delle materie

impiegate nel processo produttivo.

Le dinamiche rialziste hanno ri-

guardato la quasi totalità delle

materie prime industriali - metalli

ferrosi e non ferrosi, rame, acciaio,

resine e materie plastiche - ripor-

tando in molti casi le quotazioni

agli elevati livelli del periodo pre-

crisi. L’impennata nelle quotazioni

delle commodity colpisce trasver-

salmente i comparti Anie - dai cavi

ai motori elettrici, dal materiale da

installazione agli ascensori e scale

mobili, dagli apparecchi domestici

alle tecnologie per l’automazione.

Queste tensioni suscitano preoc-

cupazione perché si sommano a

una situazione già critica. I rincari

si riflettono negativamente sui co-

sti di approvvigionamento degli

input produttivi e, di conseguen-

za, sui margini aziendali, già forte-

mente compromessi dalla crisi. Il

rischio è che i moderati segnali di

ripresa dei mesi più recenti venga-

no di fatto annullati da questa cor-

sa al rialzo che sembra non desti-

nata ad attenuarsi nel futuro pros-

simo.

Per saperne di più sui vantaggi delle pompe di calore

Diversi lettori ci hanno chiesto

informazioni sui vantaggi della

tecnologia in pompa di calore

per il riscaldamento delle abita-

zioni. Qui risponde Luca Gorno,

65

24

responsabile area marketing di

prodotto di Daikin Italy propo-

nendo un confronto tra questo e

altri sistemi, tra cui la caldaia tra-

dizionale.

Per il riscaldamento, la climatiz-

zazione e la produzione di acqua

calda sanitaria di unità abitative

singole (villette, case monofami-

liari ecc.), la soluzione migliore

attualmente sul mercato è quella

che comporta uno sfruttamento

completo dell’energia solare. La

combinazione di solare termico,

fotovoltaico e pompa di calore

permette di utilizzare l’energia

del sole in forma sia diretta, sia

indiretta con grandi vantaggi in

termini di ecocompatibilità, ri-

sparmio energetico e dei costi di

esercizio.

L’abbinamento di fotovoltaico al-

la pompa di calore consente di

moltiplicare l’energia prodotta

tramite fotovoltaico. Se produ-

ciamo un kWh elettrico con il fo-

tovoltaico e disponiamo di una

pompa di calore altamente per-

formante con Cop (coefficiente

di performance) pari a 4 possia-

mo produrre gratuitamente 4

kWh termici di calore da utilizza-

re per il riscaldamento ambiente

o la produzione di acqua calda

sanitaria. Il binomio solare termi-

co- pompa di calore consente di

ottimizzare ulteriormente le per-

formance della pompa di calore

perché, grazie al solare, i tempi in

cui la pompa di calore lavora con

minore efficienza per la produ-

zione di acqua calda a tempera-

tura superiore vengono ridotti.

L’evoluzione dell’elettronica nelle

pompe di calore a Inverter ha re-

so le macchine aria-acqua (con

unità esterna uguale a quella dei

climatizzatori tradizionali e quella

interna che effettua il trasferi-

mento dell’energia all’acqua per

l’alimentazione dei terminali di

riscaldamento) estremamente ef-

ficienti anche con temperature

esterne alquanto rigide (fino a

-15°C).

Inoltre, rispetto alla tecnologia

geotermica che presenta elevati

costi di installazione, fino al dop-

pio, questi sistemi comportano

investimenti senza dubbio più

contenuti e, quindi, tempi di rien-

tro ridotti.

A questo si aggiunge il vantaggio

di disporre in un unico impianto

di tre servizi: il riscaldamento, la

climatizzazione e l’acqua calda

sanitaria. L’integrazione dei siste-

mi di climatizzazione e riscalda-

mento (per il cui funzionamento

si utilizza un’unica pompa di ca-

lore) risulta, quindi, effettivamen-

te conveniente sia in termini di

costo delle macchine, sia di in-

stallazione e sia per gli spazi de-

dicati che risultano ridotti. Basti

pensare che avvalendosi di siste-

mi tradizionali, per offrire gli

stessi servizi a un’abitazione, è

necessaria l’installazione di una

caldaia e di un sistema multisplit

per il condizionamento.

Nel caso di nuove costruzioni e

quindi in abbinamento a termina-

li a bassa temperatura, le pompe

di calore risultano estremamente

efficienti (con Cop maggiore di 4

con mandata a 35°C).

Anche per la combinazione con

terminali ad alta temperatura, co-

me i vecchi radiatori, l’attuale of-

ferta include pompe di calore al-

tamente performanti (con Cop

pari a 3 anche con mandata a

65°C) che producono acqua cal-

da fino a 80°C.

Nel caso di integrazione con il fo-

tovoltaico, per l’installazione del-

le pompe di calore si può sceglie-

re se richiedere la detrazione del

55% o incrementare il Conto

energia fino al 30% grazie alla

riduzione dell’energia primaria

necessaria a soddisfare il fabbiso-

gno termico.

La posta dei lettori di è a vostra disposizione

Scrivete pareri, inoltrate quesiti, prendete posizione: la redazione vi risponderà e pubblicherà le lettere

più interessanti nelle pagine dedicate

Via email: [email protected] Via posta: redazione Energia24, via Patecchio 2 - 20141 Milano

66

A AceaElectrabel - 18Acquirente unico - 59Aes Sole Italia - 7Agenzia delle entrate - 39Ages - 18Airbus - 51Alcatel - 45Alcatel-Lucent - 47Anie - 57Aper - 9, 13, 29Arca Service - 35Asdi - 50Asm Vigevano e Lomellina - 18Associazione dell’industriafotovoltaica europea - 30Assoelettrica - 54Assoenergy - 61Assosolare - 26Atlasole - 27Auchan - 51Autorità antitrust - 26Autorità per l’energia elettricae il gas - 18, 54AzzeroCO2 - 7

B Basik-due - 16Bei - 39BlueTech - 35Bp Solar - 7British Airways - 51

C Ca Technologies - 46Canadian Solar - 35Capstone Turbine - 35Cartiere Burgo - 11Cassa Centrale Raiffeisen - 35Cassa conguaglio settore elettrico - 59Cassa di Risparmio di Bolzano - 35Cea/LetiMinatec - 53Cefriel - 41, 44Centro Ricerche ContinentalAutocarro - 50Cirps - 31Cna - 18Cofely - 60Cogeser - 7Commissione per l’industria,ricerca ed energia - 39Compagnia Valdostanadelle Acque - 46Conergy - 35Confagricoltura - 18Confapi - 18Confartigianato Imprese - 18Confcommercio-Impreseper l’Italia - 18

Confesercenti - 18Consorzio Pmi Energia Veneto - 23Cpl Concordia - 21CrEsit - 47Criet - 25

D Dassault Systèmes - 15Domotecnica - 19

E Eclareon - 30Elettromeccanica Adriatica - 17Elpo - 37Enea - 10, 33, 61Enel - 18Enel Energia - 18Enel Servizio Elettrico - 18EnerTech Solution - 45Eni - 26Entso-E - 58Eon - 19Epa - 47Ericsson - 45, 47Estra Elettricità - 18Estra Energia - 18Eurostat - 33Eurowood - 37

F FederlegnoArredo - 50Finmeccanica - 45Fire - 61Fondazione Univerde - 57Fotowatio Renewable Ventures - 31

G Greater London Authority - 51Gruppo editoriale Muzzio - 62Gruppo Gdf Suez - 60Gruppo Mossi & Ghisolfi - 60Gse - 7, 28, 54, 56, 59

H Hotel Quellenhof - 35Hp - 49Humdinger Wind Energy - 53

I Ibm - 46Ibt Group - 35Info Solution - 45Innowatech - 53Intesa Sanpaolo - 59Istat - 62Italcementi - 11

K Kino House - 36

L Leasint - 16Legambiente - 7London City Airport - 51

M Metanprogetti - 18

Mx Group - 37

N New Box - 23New Light - 37Next Energy Capital - 51

P Peroni - 20Plain Energy - 35Politecnico di Milano - 10, 11, 45Postdam Institute of Climate ImpactResearch - 58PricewaterhouseCoopers - 47Pv Legal - 30

R Rocky Mountain Institute - 57Ropatec - 59

S Saber - 16Samares - 57San Francisco State University - 47Sap - 43Save Energy - 45Schneider Elecrtric - 7Schüco - 36Sea - 35Secem - 61Ses Reti - 18Siemens Italia - 60Siram - 20Slow Food Editore - 62Solena - 51Solispower - 7Solon - 38Studio Gianni, Origoni, Grippo& Partners - 27Studio legale Pavia e Ansaldo - 56SunPower - 38

T Tecno Spot - 32Telecom - 21, 47Terna - 54Thelyn - 7

U UniCredit - 39Università degli Studi La Sapienza - 31Università dell’Aquila - 47Università di Cranfield - 51Università di Milano Bicocca - 25Università di Stanford - 50Università Insubria di Varese - 47

V Vestas - 7

W Wwf - 51

X Xerox - 49

Ne abbiamo parlato a pagina:

anno III - n. 29 - novembre 2010

DIRETTORE RESPONSABILE:Mattia Losi

REDAZIONE:M.Cristina Ceresa (vicedirettore)

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Ethic Award premia l’impegno che le imprese stanno portando avanti attraverso iniziative di “sviluppo sostenibile”, atte ad un miglioramento della qualità della vita, dell’ambiente, del lavoro, delle relazioni sociali e della cultura.

Premioper un futuro sostenibile

Cerimonia di Premiazionemercoledì 24 novembre 2010 ore 17.00

Auditorium del Gruppo 24 OREVia Monte Rosa 91 Milano

La partecipazione è libera e gratuita. Il numero di posti è limitato.RSVP: [email protected]

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