Costa meno e rende di più Il mini idroelettrico piace ma...
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24Novembre 2010 - Anno 3 - Numero 29
energia tradizionalepag. 9
ambiente sostenibilepag. 41
energia alternativapag. 25
Consuma solo ciò che serveCon l’Ict minuto per minutoil controllo della produzione
Il gioco delle scatole cinesiRichieste di nuovi impiantitra autorizzazioni e incentivi
Costa meno e rende di piùIl mini idroelettrico piacema chiede tariffe stabili
I sistemi di analisi dinamicaindispensabili alle impreseper la pianificazione delle risorse
Il rebus delle procedure burocratichefrena lo sviluppo delle rinnovabiliLa situazione in cinque regioni d’Italia
Dalle centrali alle connessioni in reteCosì si supera il divario tra Nord e Sud
ENERGY SUMMIT A PAG. 54
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Perché è così importante avere prestazioni stabili?
Chiedimelo di nuovo fra 25 anni.
I moduli fotovoltaici SCHOTT Solar racchiudono ciò che conta veramente per ottenere rendimenti interessanti nel lungo periodo: elevata stabilità presta-zionale*, la qualità offerta dalla tecnologia di una rinomata azienda tedesca e l‘esperienza nel settore dell‘energia solare sin dal 1958.
Per saperne di più, visitate il sito schottsolar.it/resa-solare
SI PREVEDONO CONDIZIONI STABILI…
* Nel corso di una misurazione delle prestazioni svolta dal Fraunhofer-Institut i moduli fotovoltaici SCHOTT Solar hanno mantenuto in media più del 90% della loro potenza dopo 25 anni.
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Storia di copertina:
25 In ordine sparso le richieste d’impianti.Tutti uniti alla ricerca degli incentivi
26 Decreto in porto con sette anni di ritardo.Tutte le novità delle linee guida
29 Corsa a ostacoli verso lo sviluppodel mercato
31 Superfici agricole o coperture d’aziende.I pannelli cercano un posto al sole
33 Nuove tecnologie e politiche industrialiper recuperare i ritardi sulle rinnovabili
Esperienze&Carriere:
35 La cogenerazione oil free nell’HotelQuellenhof in Val PassiriaAltre 800 famiglie con il “sole”di ConergyPiccoli impianti crescono
36 Sul giardino pensile fioriscono i pannellisolari
37 Eurowood diventa produttore di energiaNewLight punta sull’estrema efficienzaA Brunico il solare per la scuola
Tecnologie&Soluzioni:38 Il fotovoltaico cresce a passo di carica.
Con i preassemblati risparmia tempie costi
Finanziamenti&Risparmi:39 Arrivano 114 milioni per i progetti
ecosostenibili
Niente Iva per chi non supera i 20 kW
I fondi delle rinnovabili per il Mezzogiorno
Prestiti per 350 milioni da Bei e UniCreditLeasing
novembre 2010
energia tradizionale
energia alternativa
Storia di copertina:9 Un affare che fa acqua, ma conviene.
Il mini idroelettrico piace alle Pmi
11 Rendimenti più alti e costi moltopiù bassi. Fino a tre anni per ottenerel’autorizzazione
13 Ricerca e sperimentazione per il futuroe stop ai cambi dei regimi tariffari
15 Sito, progetto, simulazione, esercizio.Passo dopo passo con Dassault Systèmes
16 L’acqua ridona vita alla vecchia cartiera
News&Mercati:18 Hanno negato l’accesso alle reti,
l’Autorità multa quattro società
Enel si accorda con le categorieEstra Energia ok, ora pensa al tradingL’Autorità taglia 1.100 vecchie norme
19 Eon punta ai 2 milioni di clienti al 2015Insegnandogli a fare risparmio energetico
Esperienze&Carriere:20 Più elettricità e calore, meno emissioni.
La bionda Peroni si avvale di Siram
21 La sostenibilità è principio e benedurevole. I progetti di Telecomcon Cpl Concordia
23 Il controllo di gestione dimezza i consumi. Gli imballaggi ottengono la certificazioneEn 16001
5 Sommario 7 Energy map
Storia di copertina:
41 La buona informatica crea efficienza.Il segreto è nel controllo dei sistemi
43 Produzione, consumo e percezionedel cliente: le tre facce di un’azienda
44 L’effettiva riduzione dei consumiva misurata sull’intero ciclo di vita
45 Tutto sott’occhio minuto per minutoe un altro 15% di spese viene cancellato
46 Il data center si fa in due, ma le ridondanze si riducono
Due soluzioni software indicanoal cliente la retta via ambientale
47 L’Europa delle Tlc alla ricerca della quartagenerazione
Le Ict inquinano quanto il trasporto aereo.È tempo di Green It
49 Cartuccia ricondizionata non fa risparmio:Hp rispetta ambiente e portafoglio
News&Mercati:
50 La vera minaccia sono le emissioniinquinanti future
Meno smog da autotrazione
51 In volo grazie ai rifiuti della grandeLondra. Biocarburante per gli aereidel City Airport
Auchan mette al bando le borsedi plastica
ambiente sostenibile
Economia&Finanza53 Quando le risorse creano innovazione. Auto che passa, elettricità che nasce
Predictions
54 Dai black out alla sovraproduzione. Le reti oltre il divario tra Nord e Sud
55 La via italiana alle rinnovabili è nelle tecnologie e nell’efficienza
58 Un unico grande progetto Europagrid per sfruttare le ricchezze d’ogni Paese
59 Efficienza fa rima con sostenibilità. I vincitori del premio Energy 2020
61 Professione Energy manager, che rebus. Botta e risposta tra Assoenergy e Fire
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Impianti e siti regione per regioneLe novità segnalate da Energia24
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RACCOLTA DIFFERENZIATALuogo: LombardiaTecnologia: raccolta differenziataPotenziale produttivo: fissato per il 2011 l’obiettivo del 60% di raccolta differenziataStato progetto: in corsoNote: attualmente la Lombardia conferisce sempre meno rifiuti solidi urbani in discarica, raccogliendo in modo differenziato circa il 50% dei rifiuti totali. Per raggiungere l’obiettivo fissato occorre diminuire, tuttavia, la percentuale di rifiuti speciali: la regione, infatti, produce il 20% di rifiuti speciali non pericolosi e il 30% di quelli pericolosi dell’intero Paese
ELETTRODOTTILuogo: Fusignano e Lugo (Ra), Pomarance e Volterra (Pi), Matera, Bussolengo (Ve)Tecnologia: elettrodottiPotenziale produttivo: quattro nuovi elettrodotti per potenziare la rete nazionaleStato progetto: autorizzato dal ministero dell’Ambiente d’intesa con quello dello Sviluppo economico e con le Regioni interessateNote: saranno costruiti e messi in esercizio raccordi interrati alla cabina primaria di Fusignano, il collegamento della cabina primaria di Saline Volterra all’elettrodotto di Terricola Cecina, la variante interrata all’elettrodotto di Matera e la stazione elettrica con i relativi raccordi di Bussolengo San Salvar
PARCO EOLICOLuogo: Volturino (Fg)Tecnologia: 13 turbine eoliche V90 - 1,8 MWPotenziale produttivo: la capacità totale installata sarà di 23,4 MW, per produrre annualmente circa 78.000 MWh di energia elettricaStato progetto: la consegna delle turbine è prevista per la prima metà del 2011 e il progetto completato entro il 2011Progetto sviluppato da VestasNote: l’energia generata dal parco eolico sarà in grado, secondo le stime, di soddisfare il fabbisogno di circa 32.500 famiglie italiane ed eviterà l’emissione in atmosfera di oltre 30.000 tonnellate di CO2
SOSTITUZIONE AMIANTO Luogo: RomaTecnologia: sostituzione amianto con pannelli fotovoltaiciPotenziale produttivo: l’obiettivo è eliminare le coperture di eternit da almeno 200 capannoni industriali e agricoli, installando minimo 20 MW di fotovoltaico Stato progetto: accordo firmatoProgetto sviluppato da provincia di Roma, che ha deciso di aderire alla campagna nazionale contro l’amianto promossa da Legambiente e AzzeroCO2Note: al momento è la Lombardia la regione che ha sostituito il maggior numero di vecchie coperture d’amianto con pannelli solari arrivando a oltre 165mila metri quadrati complessivamente bonificati (fonte Gse)
CENTRALE FOTOVOLTAICALuogo: Cellino San Marco (Br)Tecnologia: 600mila moduli fotovoltaici Potenziale produttivo: il picco di potenza è pari a 43 MW e produrrà circa 56 GWh annui di energiaStato progetto: in costruzioneProgetto sviluppato da Schneider Electric per Aes Sole ItaliaNote: l’impianto, costruito su un’area di 250 ettari, produrrà energia calcolata per corrispondere teoricamente ai requisiti energetici di una città con 40mila abitanti, evitando l’utilizzo di 28mila Tep
IMPIANTI FOTOVOLTAICILuogo: Cupello (Ch) e Basciano (Te)Tecnologia: due impianti fotovoltaiciPotenziale produttivo: gli impianti produrranno 1.219.375 kWh (Basciano) e 1.239.266 kWh (Cupello) di energiaStato progetto: inauguratiProgetto sviluppato da Bp Solar in collaborazione con Thelyn e SolispowerNote: gli impianti eviteranno l’emissione in atmosfera di 1.400 tonnellate di CO2
TELERISCALDAMENTOLuogo: Pioltello (Mi)Tecnologia: rete di teleriscaldamento per acqua sanitaria e riscaldamento domesticoPotenziale produttivo: la rete prevede di raggiungere inizialmente 13 condomini, il polo sanitario e gli edifici comunali.Il cogeneratore avrà inizialmente una potenza di 1,2 MW, ma si prevede un ampliamento per arrivare a 2,4 MWStato progetto: iniziatoProgetto sviluppato da Cogeser, società energetica partecipata dal Comune di PioltelloNote: il costo del progetto è di 4 milioni di euro, di cui 500mila finanziati dalla Regione Lombardia e i restanti 3,5 milioni a carico di Cogeser
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STORIA DI COPERTINA
Un affare che fa acqua, ma convieneIl mini idroelettrico piace alle PmiSi intensificano le ricerche e lo sviluppo di impianti di piccole dimensioni e a utilizzo multiplo delle risorse. I mutamenti indotti dalla liberalizzazione del mercato. Vantaggi e difficoltà di progettazione nell’analisi degli esperti
Potrebbe piovere sul bagnato. E
sarebbe, una volta tanto, buo-
na cosa, visto che più piove, più
l’argomento che affrontiamo in
queste pagine avrà vita lunga e
prospera. Stiamo parlando della
tecnologia minidrica e di tutte le
potenzialità che essa può offrire al
nostro Paese nei prossimi anni.
“Bernacca” prevede che le precipi-
tazioni saranno abbondanti (se
non torrenziali) al Nord. Esigue,
sempre più esigue al Sud. Sulle Al-
pi, infatti, la tendenza è l’aumento
delle precipitazioni (circa il 10%
rispetto agli attuali 1.000/1.500
mm). Nel Mezzogiorno, il discorso
cambia, visto che si parla di una
diminuzione delle piogge del 30%
(previsioni al 2050). «Una minore
disponibilità d’acqua - riflette in
merito Marco Pigni, direttore di
Aper -, vuol dire anche piogge me-
no frequenti e più intense e non
solo crisi idriche. In caso di piogge
violente, infatti, si va incontro nella
migliore delle ipotesi a un fermo
impianto con conseguente produ-
zione azzerata, poiché attualmente
gli operatori scelgono di spegnere
gli impianti per scongiurare possi-
bili danni alle macchine».
I problemi sono già stati vissuti ne-
energia tradizionale
Con il termine “mini idro” si intendono convenzionalmente (secondo la definizione dall’Organizzazione delle nazioni unite per lo sviluppo industriale - Unido) gli impianti idroelettrici con potenza fino a 10 MW. Tuttavia alcuni Paesi europei basano la propria contabilità su taglie diverse (da 5 a 25 MW), mentre altri non hanno ancora una contabilità esatta dei piccoli impianti, per cui il calcolo della potenza e della produzione in Europa risulta piuttosto aleatorio
storia di copertina
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11/201024
gli anni scorsi. Come ricorda anco-
ra Pigni: «I piccoli produttori idro-
elettrici hanno dovuto fronteggiare
numerose crisi idriche: ricordiamo
in particolare il 2003 e il 2007 co-
me annate in cui si è registrato il
record negativo della produzione
idroelettrica. E non sono andate
meglio le annate 2005 e 2006 in
cui la scarsa nevosità registrata ha
influito ancora una volta negativa-
mente sulla produzione. La gestio-
ne delle crisi idriche in quegli anni
non è stata facile e ha visto ina-
sprirsi la competizione fra i diversi
usi dell’acqua: è semplice immagi-
nare che in futuro, se non si corre
ai ripari, questa situazione non po-
trà che esacerbarsi».
Eppure conviene
Ma allora conviene investire in
questa tecnologia? Sì, se conside-
riamo che basta un corso d’acqua,
naturale o artificiale come torrenti,
canali d’irrigazione, acquedotti
montani con un salto di pochi me-
tri e una portata d’acqua costante,
per installare una centrale mini
idroelettrica. Tanto più che si può
pensare a un utilizzo multiplo della
risorsa idrica. Pigni lo spiega me-
glio: «Si tratta cioè di combinare la
produzione di energia idroelettrica
con altri usi dell’acqua, come l’irri-
gazione, l’uso ricreativo e l’approv-
vigionamento di acqua potabile.
Gli schemi multifunzionali (come,
per esempio, gli impianti su canali
irrigui e su acquedotto) consento-
no di ottenere il miglior compro-
messo tra i differenti interessi pub-
blici in gioco e, fatto non trascura-
bile, permettono allo stesso tempo
di ridurre gli impatti ambientali.
Sarebbe inoltre auspicabile far
confluire le conoscenze disponibili
sugli effetti dei cambiamenti clima-
tici nella progettazione di impianti
idroelettrici al fine di renderli “a
prova di cambiamento climatico”,
il che equivale a dire progettare im-
pianti capaci di adattarsi alle diver-
se situazioni, che siano quindi mo-
dulari e maggiormente capaci di
lavorare con diversi regimi di af-
flusso».
Installato e potenzialità
Quanto pesa l’idroelettrico nel no-
stro Paese? Secondo i dati del Po-
litecnico di Milano, nel 2008
c’erano 17.600 MW di capacità
complessivamente installata. Os-
servando, però, il Piano nazionale
d’azione per le rinnovabili, recen-
temente inviato a Bruxelles, si nota
che il nostro Governo prevede un
calo della potenza idroelettrica nel
2020, scendendo a 15.732 MW.
Saranno le centrali di capacità su-
periore ai dieci MW a produrre me-
no energia (da 34.500 GWh nel
2005 a 28mila tra dieci anni), pro-
babilmente perché diminuiranno i
livelli dei bacini artificiali. Da più
parti si evince che cresceranno gli
impianti di piccola taglia, tra 1 e 10
MW. Il potenziale italiano nel mini
idroelettrico, come ha affermato
Giancarlo Giudici, analista del Po-
litecnico (vedi anche l’intervento a
pag. 11), è di circa 2.500 MW in
più al 2020; questa tecnologia ha
visto una crescita della potenza in-
stallata pari al 20% dal 2000 al
2008 e del 6% tra 2007 e 2008.
Sostanzialmente, il mini idroelettri-
co può giocare un ruolo da prota-
gonista a livello locale, per esempio
nelle zone agricole, sfruttando i
canali d’irrigazione per produrre
energia elettrica. Sempre secondo
Giudici, «si stima che oggi in Italia
il mini idrico possa valere 150 mi-
lioni di euro». Sia soggetti pubblici
che privati potrebbero quindi divi-
dersi un bel business. Le ricerche
condotte al Politecnico da Giudici
insieme a Matteo Elli, Fulvio Ghi-
sla e Luca Martin mostrano che
entrambi i soggetti sono molto at-
tivi in questo mercato. «Negli ulti-
mi anni si è assistito a un vero e
proprio boom delle concessioni -
ricorda ancora Giudici - e attual-
mente sono in esame ulteriori ri-
chieste per un numero stimabile
intorno a 180, oltre a quelle relati-
ve all’autoconsumo (per rifugi
montani o zone rurali). L’Enea sti-
ma a oggi un potenziale di oltre
900 siti ritenuti “convenienti” che
potrebbero produrre quasi 2 TWh/
anno, con significative localizza-
zioni anche in regioni del Centro
Italia. Gli enti locali, pressati dal
patto di stabilità, cercano in ogni
modo di trovare forme di auto-fi-
Nelle terre del riso si punta sulla generazione distribuitaSulla generazione distribuita sta puntando sempre di più il consorzio d’irrigazione e bonifica che opera sui 210mila ettari del comprensorio Est Sesia, tra Piemonte e Lombardia. È un’area specializzata nella coltivazione del riso, dove la rete irrigua principale conta 400 canali che si sviluppano per 1.700 km. Ci sono 27 impianti che producono circa 116 milioni di kWh l’anno di elettricità. Per quanto riguarda la Lombardia, il Piano d’azione per l’energia prevede di realizzare 93 impianti sugli acquedotti dei comuni montani (con una produzione media annua di quasi 60 GWh) e 106, di cui 18 già esistenti, sui canali irrigui, generando quasi 950 GWh l’anno. lu.re.
11
storia di copertina 11/201024
nanziamento e i ricavi generati da
un impianto mini idroelettrico da
installare, per esempio, sull’acque-
dotto per un comune montano
non sono trascurabili». Una cosa è
certa, rispetto ad altre Fer, il mini
idrico porta con sé una buona filie-
ra “italiana”. Così come buon cre-
dito di fronte alle Pmi. È ancora
Pigni di Aper ad affermarlo: «In
realtà il mondo dell’idroelettrico è
da sempre strettamente connesso
alle Pmi, un legame che è soprav-
vissuto perfino alla nazionalizza-
zione dell’energia elettrica. Sino
agli anni 60 l’elettricità era gestita
da aziende di dimensione media,
talvolta anche piccola, sparse sul
territorio. Erano infatti le Pmi più
energivore che costruivano il loro
impianto per alimentare l’attività
principale: è il caso, per esempio,
delle Cartiere Burgo in Piemonte
o più tardi della società bergama-
sca per la fabbricazione del ce-
mento Italcementi. Con la libera-
lizzazione del mercato sono di
nuovo le Pmi a essere tornate pro-
tagoniste, anche se con un cambio
netto nella gestione, non più pro-
ducendo energia elettrica da auto
consumare, ma per venderla sul
mercato». Da qui anche una più
che prevedibile collaborazione con
il mondo “pubblico”. Comunità
montane in testa.
M.Cristina Ceresa(ha collaborato Luca Re)
Comuni italiani con almeno un impiantomini idroelettrico di potenza inferiore a 3 MW
Fonte: Rapporto Comuni Rinnovabili 2010
L’INTERVISTA
Rendimenti più alti e costi molto più bassiFino a tre anni per ottenere l’autorizzazioneIl professore del Politecnico di Milano Giancarlo Giudici analizza vantaggi e limitidell’investimento. Le incertezze sugli incentivi. Dove e come può funzionare
Da tempo il mini idrico è tenuto
sotto stretta sorveglianza e
analisi dal Politecnico di Milano che
per questo è in grado di individuar-
ne possibili pregi e innegabili difetti.
Incontriamo Giancarlo Giudici,
professore associato di Finanza
aziendale della School of manage-
ment per entrare nel merito di un
possibile business plan.
Rispetto alle altre Fer, perché
e dove il mini idrico può fare
la differenza, ovvero perché
conviene investire in questa
tecnologia?
Dal punto di vista tecnologico il mini
idroelettrico, rispetto ad altre fonti
rinnovabili, offre rendimenti più alti
sia in termini di disponibilità in ore
annue, sia in termini di efficienza
energetica. Inoltre, è una tecnologia
molto più sostenibile rispetto alle
altre rinnovabili in termini di bilancio
fra energia generata dalla turbina e
energia spesa per costruire l’impian-
to, misurato dall’indice Eroei (Ener-
gy return on energy invested). I costi
di manutenzione e gestione sono
molto più bassi, così come la vita
utile dell’impianto è molto alta. Un
buon impianto può costituire una
rendita praticamente infinita. Il mini
idroelettrico è, però, meno “popo-
lare” rispetto all’eolico e al solare
perché ogni impianto è di dimensio-
ni ridotte e necessita di investimenti
contenuti, senza necessità di finan-
ziamento bancario. Quindi è molto
13
storia di copertina 11/201024
L’INTERVISTA
Ricerca e sperimentazione per il futuroe stop ai cambi dei regimi tariffariSecondo il direttore di Aper Marco Pigni è indispensabile offrire stabilità e non creare confusione tra i produttori che perdono fiducia nel mercato
Le sfide che il settore del mini
idroelettrico italiano dovrà af-
frontare in futuro potranno essere
vinte facilmente grazie alla tradizio-
ne d’eccellenza che il nostro Paese
può vantare nel settore, ma anche
con ulteriore ricerca e continua spe-
rimentazione». Così parla Marco
Pigni, direttore di Aper, che si au-
gura che il settore sia sempre più
supportato da «centri di ricerca e
laboratori che sviluppino e testino
Giancarlo Giudicipiù facile e veloce investire in un
parco eolico da 10 MW piuttosto
che in 50 impianti mini hydro da
200 kW.
Quali sono, invece, i possibili
ostacoli che bloccano al palo
lo sviluppo di questa
tecnologia e come superarli?
Gli ostacoli sono prevalentemente
legati al processo autorizzativo, in
funzione delle normative che sono
in vigore in ogni diverso Paese. In
Italia per i piccoli impianti, su cui
hanno competenza le province, il
processo dura mediamente dai due
ai tre anni. Dal punto di vista am-
bientale, vanno inoltre rispettati i
vincoli relativi al deflusso minimo
vitale per i corsi d’acqua naturali.
Come per tutte le altre energie rin-
novabili, vi è poi una incertezza
legata agli incentivi pubblici, che
attualmente in Italia prevedono per
il mini idroelettrico una tariffa uni-
ca onnicomprensiva di ritiro
dell’energia.
Quali le zone italiane che
meglio potrebbero adottare
le tecnologie “idriche”?
Per quanto riguarda nuovi impianti
idroelettrici di grande dimensione,
in Italia ci sono pochi spazi, sebbene
molti non considerano che un even-
tuale ritorno all’energia nucleare
comporterebbe l’individuazione di
siti in cui localizzare nuove centrali
di ripompaggio, in cui l’acqua viene
“turbinata” nelle ore di punta e ri-
pompata a monte di notte, sfruttan-
do la produzione nucleare.
Tornando al mini?
Per quanto riguarda gli impianti di
piccola dimensione, le potenzialità
maggiori sono ovviamente nelle
aree montane, ma anche in pianura,
recuperando rogge per l’irrigazione
e vecchi mulini ormai in disuso.
Oltre ai corsi d’acqua naturali, si
vanno ormai diffondendo gli im-
pianti installati negli acquedotti (re-
cuperando energia che oggi viene
dispersa attraverso valvole e bacini
di laminazione) o a valle degli im-
pianti di depurazione delle grandi
aree urbane. La tendenza è quella di
sfruttare (anche con tecnologie rela-
tivamente poco diffuse come le co-
clee e le turbine “very low head”) le
condizioni limite di salto e portata
dell’acqua. La potenzialità più signi-
ficativa è all’estero e non a caso nu-
merosi investitori italiani stanno in-
stallando centrali nell’Europa dell’Est
e in Sud America.
a cura di M.Cristina Ceresa
modelli matematici in grado di si-
mulazioni sempre più sofisticate; da
officine dei costruttori a studi di pro-
gettazione sempre più interessati
all’argomento».
A questo punto mancano solo gli
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storia di copertina 11/201024
REALIZZAZIONE E GESTIONE D’IMPIANTI
Sito, progetto, simulazione, esercizioPasso dopo passo con Dassault SystèmesI tempi e le modalità di realizzazione con i software e le suite dell’impresa leader nelle soluzioni 3D. Il monitoraggio costante durante l’esercizio
Secondo Alain Floutier, Ener-
gy global industry marketing
di Dassault Systèmes, sono nume-
rosi i fattori che devono essere
presi in considerazione quando si
progetta un impianto mini idrico,
o idrico in generale. Il primo aspet-
to, in ordine cronologico, riguarda
le analisi e le attività di tipo “geo-
metrico”. Bisogna, innanzitutto,
modellare la topografia del sito di
installazione per poter effettuare
analisi e valutazioni il più possibile
corrette e affidabili. Si procede,
quindi, all’individuazione della
posizione ottimale della microdiga
o turbina e alla progettazione dei
singoli componenti. L’ultima fase
menti o ridimensionamenti previsti,
bensì di cambiamenti inattesi dei
regimi incentivanti. La stabilità del
quadro degli incentivi è un punto
cruciale per dare all’industria una
prospettiva chiara e a lungo termi-
ne, che stimoli gli investimenti e
Marco Pigni
I principali operatori italiani nel campo dei piccoli impianti
Fonte: Aper
Costruttori di turbine Cover, Vatech, Voith Siemens, Troyer Turbiner, Zeco, Orengine, Tamanini, Irem
Altri componenti Griglie Baruzzi, Bianco, Promont, Api, Zeco, Cesari, Atb, Calzoni, Camu
Moltiplicatori di giri Pomini, Costa Masnaga
Sgrigliatori Api, Promont, Bianco, Cesarti, Zeco, Baruzzi
Valvole Sava, Lencini, Camu, Baruzzi
Generatori Marelli, Ansaldo
Sistemi elettronicie di controllo
Enco, Bridi Marina, Troyer, Ste, Elettromeccanica Adriatica, Sasso, Cover, Va-Tech, Abb, Siemens
Costruttori di opere civili Pac
Servizi di progettazione e consulenza
Studio Frosio, Ste, Hydrodata, Eusebio Energia, Elc, Adiletta, Hydrowatt, Elettromeccanica Adriatica, Eva, Sistemi di energia
è quella dell’ingegnerizzazione e
della simulazione del microim-
pianto. Tutte queste attività pos-
sono essere gestite con i pacchet-
ti Cad e Cae di una soluzione Plm;
nel caso specifico di Dassault Sy-
stèmes, stiamo parlando dei soft-
ware Catia per la progettazione
virtuale e Simulia per la simulazio-
incentivi che potrebbero aiutare la
diffusione di questo genere di im-
pianti. Pigni a tal proposito afferma:
«Gli incentivi sulla produzione che
esistono attualmente per i piccoli
impianti idroelettrici, come per
esempio la tariffa onnicomprensiva,
sono adeguati. Il problema nel no-
stro Paese non è l’entità degli incen-
tivi, lo è semmai la loro scarsa stabi-
lità, e non parliamo di aggiorna-
promuova innovazioni tecnologi-
che. I cambi frequenti del regime
tariffario generano molta confusio-
ne, con conseguenze negative per i
piccoli produttori che così non han-
no fiducia nelle regole del mercato».
m.c.cer.
storia di copertina 11/201024
IN PROVINCIA DI TORINO
L’acqua ridona vita alla vecchia cartieraStoria di una riconversione nelle Valli di Lanzo. Salvi i 109 operai in cassa integrazione
Nelle Valli dove il fiume spesso toglie e in modo brutale, con il negativo
concorso degli uomini, accade che il fiu-me possa dare con il positivo concorso degli uomini. Lo racconta Il Sole 24 Oresintetizzando una storia di provincia. Sia-mo nel Torinese a Germagnano, nelle Valli di Lanzo dove il fiume Stura, non più tardi di dieci anni fa, ha provocato disa-stri. Maledetta sia l’acqua, si disse allora, benedetta sia l’acqua, si esclama oggi nel paese. La vicenda a lieto fine si sviluppa nell’arco di un anno, dalla metà del 2009 a metà del 2010. In valle c’è una vecchia cartiera che si chiama Santa Lida. I pro-prietari che pure avevano tentato di tene-re in vita l’impianto, alzano bandiera bianca poco prima dell’estate e 109 ope-rai finiscono in cassa integrazione straor-
dinaria. Pare non ci sia nulla da fare. Ma se in campo entrano buona volontà, di-sponibilità e nuovi interessi, possono cambiare anche le situazioni più comples-se. E un pizzico di buona sorte. Rappre-sentato nella fattispecie da una diga e da una vecchia centrale idroelettrica conti-gua alla cartiera che ha trovato l’interesse e la disponibilità della Basik-due creata nel 1980 da Alessandro Barbero. L’im-prenditore, che è anche sindaco di Bos-solasco nel Cuneese ed è presidente della Comunità montana Alta Langa, da alcuni anni, accanto alla sua attività nel settore dei prodotti spugnati, ha svilup-pato un business nel mini idroelettrico per produrre energia rinnovabile. Chia-mato in causa dal collega Francesco Ai-rola, sindaco di Germagnano, che riuni-
sce attorno a un tavolo tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti, Barbero trova la soluzione. Il prezzo chiesto dall’ex pro-prietario, la Leasint del Gruppo Banca Intesa, è troppo alto e a lui interessano in particolare centrale in disuso e diga di proprietà della cartiera. Così individua un socio, nel gruppo cartiero indiano Saber.«Grazie alla buona volontà delle istitu-zioni, provincia e Comune in testa - spie-ga Barbero - si sono create le condizioni per suddividere i costi: noi abbiamo ac-quisito centrale e diga, loro il leasing della cartiera e riavviato l’attività. Dal 23 agosto la produzione è ripartita dopo il rientro dei cassintegrati e si parla di nuo-ve, possibili assunzioni. E di nuovi pro-getti per creare nell’area anche un im-pianto a biomasse.
Gli addetti ai lavori si incontrano agli
Non perdere i prossimi
appuntamenti
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storia di copertina 11/201024
ne con un grado elevato di affida-
bilità e interattività. La simulazio-
ne è arrivata oggi a livelli estrema-
mente avanzati, consentendo, per
esempio, di simulare i movimenti
e smottamenti del terreno per an-
ticipare le conseguenze di possibi-
li disastri naturali. La realizzazione
di un impianto idrico, indipenden-
temente dalle dimensioni, preve-
de poi una seconda fase in cui
vengono svolte simulazioni avan-
zate e viene prodotta tutta la do-
cumentazione tecnica relativa alla
costruzione del sito e alle attività
necessarie a regime, per esempio
interventi di manutenzione ed
eventuali riparazioni. L’operatività
dell’impianto in esercizio può es-
sere simulata a livello virtuale pri-
ma della sua realizzazione fisica,
grazie alla suite Delmia di Dassault
Systèmes per il digital manufactu-
ring. Dunque, parlando di impian-
ti idrici, possiamo individuare due
categorie principali di tempi e co-
sti legati alla realizzazione: da un
lato la modellazione della microdi-
ga o della turbina, che può richie-
dere da alcune settimane ad alcu-
ni mesi a seconda delle dimensioni
del progetto; dall’altra i costi di
simulazione, che variano in rela-
zione ai tempi necessari per svol-
gere simulazioni adeguate alla
portata del progetto, normalmen-
te da pochi giorni ad alcune setti-
mane.
Come si può dedurre da quanto
detto finora, ogni progetto gene-
ra una grande mole di dati che
devono essere gestiti con la mas-
sima efficienza possibile. Qui en-
tra in gioco la componente Pdm
del sistema Plm, che per Dassault
Systèmes è rappresentata dalla
suite Enovia, destinata alla gestio-
ne di tutte le informazioni, dal
singolo articolo all’intero proget-
to, dai fornitori ai terzisti. L’ac-
coppiata Enovia/Delmia consente,
poi, di effettuare tutte le attività
di monitoraggio sull’impianto in
esercizio, con funzionalità avan-
zate di reportistica e dashboard
(cruscotti informativi). Inoltre, con
le soluzioni di Dassault Systèmes i
gestori degli impianti possono
creare flussi di lavoro predefiniti
per la gestione delle attività e del-
le mansioni di tutti gli addetti. In-
fine, con i prodotti a marchio
3dvia i tecnici possono generare
in modo semplice e veloce tutta la
documentazione necessaria per
l’installazione e l’esercizio dell’im-
pianto, sfruttando la ricchezza in-
formativa del linguaggio 3D e ge-
nerando informazioni molto “vi-
suali” che facilitano la spiegazione
e la comprensione immediata di
tutte le procedure operative, ridu-
cendo al minimo le descrizioni te-
stuali. Fra le referenze italiane di
Dassault Systèmes segnaliamo
Elettromeccanica Adriatica, so-
cietà di Ascoli Piceno costituita nel
1962, che a partire dagli anni 80
ha arricchito le attività impiantisti-
che (quadri e apparecchiature
elettriche per le reti pubbliche di
clienti come Enel, Endesa, Edf)
con la ristrutturazione e la realiz-
zazione di impianti idroelettrici
per la produzione di energia, in
particolare turbine per impianti di
piccola taglia concepiti per sfrut-
tare anche le cadute d’acqua più
piccole.
Alain Floutier
Schema di simulazione dell’impianto Dassault gestito dai software Catia e Simulia
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news&mercati 11/2010
Sanzioni per oltre 400mila euro a
quattro società di distribuzione
gas. È quello che ha deciso l’Autorità
per l’energia elettrica e il gas per pu-
nire il comportamento scorretto di
quelle aziende servizio di distribuzio-
ne gas che hanno rifiutato l’accesso
alle reti richiesto da nuovi venditori,
avvantaggiando così illecitamente la
propria attività. Le società colpevoli
sono Ages, che dovrà versare 156mi-
la euro, Asm Vigevano e Lomelli-
na (45mila euro), Metanprogetti
(132mila euro) e Ses Reti (76mila
euro). In particolare, queste imprese
si erano rifiutate di fornire i dati rela-
tivi ai clienti finali, necessari alla nuo-
va società per dare il via alla fornitura.
Sono violazioni particolarmente gra-
vi, perché ledono uno dei principi
fondamentali della liberalizzazione,
cioè l’obbligo di accesso di terzi che
l’Autorità ha il compito di tutelare
per regolare il settore. Nei casi di
Ages, Metanprogetti e Ses Reti, le
sanzioni volevano punire una con-
dotta ancora in essere al momento
della sanzione. E per Ages la violazio-
ne è continuata nel corso del proce-
dimento sanzionatorio, causando
un’ingiunzione da parte dell’Autori-
tà. Le delibere sono disponibili sul si-
to www.autorita.energia.it.
Per evitare cause giudiziarie lunghe e costose in caso
di controversie, Enel e una serie di associazioni di
categoria hanno siglato un accordo di conciliazione
amichevole. L’idea è quella di raggiungere un accordo
veloce e semplice in caso di problemi, lasciando il ricor-
so al giudice come estrema possibilità. Si tratta per il
momento di una sperimentazione che interesserà i
clienti di Enel Servizio Elettrico ed Enel Energia ade-
renti alle confederazioni Cna, Confagricoltura, Con-
fapi, Confartigianato Imprese, Confcommercio-
Imprese per l’Italia e Confesercenti. Passati sei mesi
i partner verificheranno l’efficacia della procedura, con-
cordando eventuali modifiche e la possibilità di esten-
derla ad altre società di Enel, e firmeranno un nuovo
regolamento. Per il momento comunque sono contem-
plate otto controversie: gestione della riduzione di po-
tenza o del distacco della fornitura per morosità; fattu-
re di importi anomali rispetto alla media di quelli fattu-
rati al cliente nei due anni precedenti; ricostruzione dei
consumi a seguito del malfunzionamento del contatore;
consumi presunti in acconto elevati e anomali rispetto
alla media dei consumi; gestione della rateizzazione per
bollette particolarmente elevate, di conguaglio e non;
gestione della rateizzazione e dei rimborsi per bollette
di conguaglio; ri-fatturazioni, ossia gestione della rateiz-
zazione e dei rimborsi in seguito al ricalcolo di fatture
errate; doppia fatturazione.
L’hanno chiamato nucleo per la semplificazione e questo,
in nome del “Progetto semplificazione”, ha operato un
taglio di 1.100 norme legate al settore dell’energia. Ritenu-
te obsolete o non più produttive, la manovra avrebbe sfor-
biciato il 44% del totale delle delibere assunte dall’Autorità
dal 1998 al 2009. Sul sito autorita.energia.it la delibera Gop
46/10 raccoglie tutti i “balzelli” messi in pensione.
C’è il trading nel futuro
di Estra Energia, la so-
cietà del Gruppo che si oc-
cupa della vendita di gas e
che opera principalmente
in Toscana, Umbria e
Abruzzo. Con un giro d’af-
fari nel 2009 di 330 milioni
di euro, la società lo scorso
anno ha più che raddoppia-
to il margine operativo lor-
do e superato i 7 milioni e
600mila euro di Ebidta.
L’incremento è dovuto prin-
cipalmente all’aumento del
fatturato e alla diminuzione
degli oneri finanziari.
Per quanto riguarda l’ener-
gia elettrica, l’andamento
gestionale della società
Estra Elettricità, parteci-
pata per il 51% da Estra e
per il 49% da AceaElec-
trabel, nel 2009 è risultato
positivo. Nel corso del 2009
la società, che ha un fattu-
rato di oltre 99 milioni di
euro, ha venduto, soprat-
tutto in Toscana, circa 815
GWh di energia elettrica.
Hanno negato l’accesso alle reti, l’Autorità multa quattro società
Enel si accorda con le categorie Estra Energia ok, ora pensa al trading
L’Autorità taglia 1.100 vecchie norme
LIBERALIZZAZIONI
CONCILIAZIONI BILANCI
SEMPLIFICAZIONE
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news&mercati 11/201024
m.c.cer.
Mesi caldi per Eon Italia. Con
obiettivi evidenti di conqui-
sta di share di mercato, di sviluppo
e riorganizzazione nel segno dell’ef-
ficienza (anche energetica), di of-
ferte per il mondo residenziale e per
le Pmi, tanto da mettere in evidenza
come il marketing di questa azienda
tedesca non conosca sostanza e
creatività, quasi da fare invidia ad
altri settori merceologici, molto più
avvezzi al mercato libero.
Così, mentre a Energia24 giunge
voce di novità importanti che sta-
rebbero per accadere a livello di
Gruppo nel corso di questo fine
anno, facciamo il punto con il ma-
nagement tra cui spicca Luca Dal
Fabbro, recentemente nominato
amministratore delegato. Dal Fab-
bro parlando dal museo Peggy
Guggenheim di Venezia, dove
l’azienda ha riunito alcuni impor-
tanti clienti della zona (da notare
che il Veneto per Eon è terra assai
fertile: il 70% dei clienti risiede tra
Lombardia, Veneto e Piemonte),
delinea alcuni obiettivi: «Entro il
2015 l’intenzione è quella di rad-
doppiare i clienti che oggi sarebbe-
ro un milione (850mila di Eon e il
STRATEGIE
Eon punta ai 2 milioni di clienti al 2015Insegnandogli a fare risparmio energeticoIn attesa di novità importanti a livello di Gruppo, la filiale italiana guidata da Dal Fabbro assicura tagli in bolletta. Ideate diverse campagne di marketing
restante delle partecipate - ndr)».
Ma non è solo di “pura” vendita di
gas e luce che l’azienda vuole vive-
re. E qui spuntano i servizi di effi-
cienza energetica che significa so-
prattutto «creare un rapporto di
fiducia duraturo tra noi e le Pmi»
spiega Dal Fabbro, che proprio alla
conquista delle realtà aziendali di
piccola taglia vuole andare. Tutto
parte, è evidente, da un audit che
Eon si impegna a fare per poi cala-
re suggerimenti di risparmio e ac-
compagnare anche le aziende
nell’acquisto dei Certificati bian-
chi. Segno che i quasi 45 TWh di
energia elettrica che passa per le
mani di Eon li si vuole somministra-
re al meglio. All’insegna di un ap-
provvigionamento energetico sicu-
ro e a tutela dell’ambiente.
Dal museo Peggy Guggenheim di Venezia Eon ha lanciato nuove offerte commerciali
Offerte a gogòSe si sottoscrive “Eon risparmio premiato Luce” (offerta anche alle Partite Iva) e si riduce il consumo di energia di almeno il 10%, si ottiene uno sconto del 10% sulla prima bolletta del secondo anno (il calcolo vale solo sulla componente energia). Stessa soluzione anche per l’offerta gas abbinata con la sostituzione di caldaia (a condensazione, ovvero ad alta efficienza energetica) per mezzo della rete di installatori Domotecnica.Anche in questo caso si avrà uno sconto sul secondo anno di fornitura gas.
Eon Italia 2009
Fatturato (mln €) 4.964
Produzione di energia elettrica 16,5 TWh
Vendite energia elettrica 44,2 TWh
Vendite di gas 25,7 TWh
esperienze&carriere
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11/201024
Risale al 2005 la collaborazione
tra Peroni e Siram. Obiettivo:
la fornitura di calore ed energia
elettrica sufficiente a garantire
l’intero fabbisogno dello stabili-
mento per la produzione della bir-
ra attivo 24 ore su 24. Un inter-
vento che tra il 2007 e il 2009 ha
comportato una riduzione com-
plessiva delle emissioni di CO2 che
sfiora le 6.800 tonnellate e un ri-
sparmio energetico di oltre 2.300
tonnellate di petrolio equivalenti
(calcolando sia il risparmio di ener-
gia elettrica che quello di energia
termica).
Tutto nasce dalla realizzazione di
una centrale di cogenerazione da 3
MW con recupero termico di acqua
e vapore. L’impianto realizzato ha
una capacità produttiva annua di
16,7 GWh elettrici e 15 GWh ter-
mici. E, grazie al radicale cambia-
mento nel sistema di alimentazione
dello stabilimento, ogni anno Pero-
ni risparmia all’ambiente un quan-
titativo crescente di tonnellate
equivalenti di petrolio (da 700 nel
2007 agli oltre 800 del 2009) e di
emissioni di anidride carbonica
(dalle 2.015 del 2007 alle oltre
2.500 del 2009).
Forte di tali risultati, nel 2007 il
Gruppo Peroni ha raddoppiato il
proprio impegno, siglando con Si-
ram un nuovo contratto novennale
per la realizzazione e la gestione di
una seconda centrale di cogenera-
zione da 1 MW che alimenterà lo
stabilimento Saplo per la lavorazio-
ne del malto. Si tratta di un’appli-
cazione particolarmente interes-
sante della cogenerazione perché
l’acqua calda viene utilizzata per
riscaldare l’aria utilizzata nel pro-
cesso di essiccazione del malto.
Qui si parla di altre 1.450 tonnella-
te di CO2 evitate nel triennio 2007-
2009.
Positivo il bilancio complessivo di
questi primi tre anni di operatività
delle due centrali di cogenerazio-
NUOVI IMPIANTI
Più elettricità e calore, meno emissioniLa bionda Peroni si avvale di SiramIl Gruppo produttore di birra rinnova il contratto per una seconda centrale di cogenerazione che alimenterà lo stabilimento per la lavorazione del malto
ne: quasi 3.880 tonnellate di pe-
trolio equivalenti risparmiate e ol-
tre 11.000 tonnellate di anidride
carbonica che l’azienda non ha im-
messo in atmosfera.
Ma non solo: costi dell’energia più
costanti, il miglioramento del cash
flow aziendale (legato all’incre-
mento del risultato operativo e alla
riduzione degli investimenti per la
manutenzione e l’adeguamento
dell’impianto) e un maggior pote-
re contrattuale nell’acquisto di gas
ed elettricità sono altri aspetti non
banali di questa scelta operativa.
Cogenerazione anche per l’essiccazione del malto nello stabilimento Peroni
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esperienze&carriere 11/201024
Un’azienda come la nostra sce-
glie di essere sostenibile non
soltanto perché crede nel rispetto
di certi principi e li mette in prati-
ca, ma anche perché la sostenibili-
tà facilita la creazione di valore
durevole per gli azionisti e gli altri
stakeholder». Così il presidente
della società, Gabriele Galateri,
spiega la scelta di Telecom Italia di
attuare una serie d’importanti in-
vestimenti finalizzati alla salva-
guardia dell’ambiente. Per conse-
guire la riduzione delle emissioni di
CO2 dell’1,39%, Telecom è inter-
venuta su diversi aspetti che vanno
dal miglioramento dell’efficienza
energetica all’utilizzo di fonti ener-
getiche alternative.
Fra le diverse soluzioni adottate,
spiccano la piccola cogenerazione
e la trigenerazione.
Il partner selezionato da Telecom
Italia è Cpl Concordia. L’importo
complessivo dei lavori è di 11 mi-
lioni di euro, suddiviso in tre pro-
getti denominati di macrocogene-
razione (per 6,5 milioni di euro) e
sette progetti denominati di micro
cogenerazione (4,5 milioni). I pro-
getti di macro cogenerazione si
basano sul cogeneratore Sincro
2000, avente una produzione ora-
ria di 2.019 kWh di energia elettri-
ca e 1.755 kWh di energia termica.
Inviata in un gruppo ad assorbi-
mento, l’energia termica si conver-
te d’estate in energia frigorifera
con una produzione oraria pari a
1.228 kWh. I progetti di micro co-
generazione, invece, sono formati
dall’abbinamento di uno o due Bi-
bloc 240 con un assorbitore Tyfon
60 o due assorbitori Tyfon 30. La
produzione oraria di energia elet-
trica è di 245 kWh; quella termica
di 344 kWh; quella frigorifera di
240 kWh. Su base annua, ciascun
impianto funzionerà per 8mila ore
producendo complessivamente 72
milioni di kWh di energia elettrica,
pari al consumo di 20mila famiglie.
I siti d’installazione potranno recu-
perare complessivamente 75 mi-
lioni di kWh di energia termica o,
in alternativa, 52 milioni di kWh
d’energia frigorifera.
L’operazione “Telecom” è stata un
NUOVI INVESTIMENTI
La sostenibilità è principio e bene durevoleI progetti di Telecom con Cpl ConcordiaRiduzione delle emissioni e rinnovata efficienza con tre siti di macro cogenerazione e sette di micro. Performance in costante controllo
vero e proprio banco di prova
dell’organizzazione Cpl e, in parti-
colare, dell’interazione fra le strut-
ture produttive sulle aree e il coor-
dinamento centrale della sede di
Concordia.
Diverse le difficoltà incontrate e
risolte. Si ricordano, in particolare:
le soluzioni d’insonorizzazione; il
reticolo in carpenteria metallica a
Padova per ripartire il peso dell’im-
pianto sulle strutture portanti
dell’interrato; il riutilizzo dei locali
gruppi elettrogeni esistenti nella
sede di Mestre, al fine di ridurre
l’impegno dei volumi; la ristruttu-
razione del locale di Bari.
La gestione di questi impianti è af-
fidata per i prossimi tre anni con la
possibilità di rinnovo con un con-
fronto di benchmark. Cpl non po-
trà accontentarsi di operare nel
Telecom ha investito 11 milioni di euro per ridurre le emissioni di CO2
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esperienze&carriere 11/201024
Ha ottenuto la certificazione
En 16001 convalidando il
metodo di controllo e gestione dei
consumi energetici iniziato da
tempo. È New Box, società di Ca-
misano Vicentino, in provincia di
Vicenza, che produce imballaggi
metallici, dai tappi corona a barat-
toli e scatole in latta. Il processo
produttivo è piuttosto energivoro,
tanto che il 4% del costo dei pro-
dotti è rappresentato dal consumo
di energia. «Con un investimento
di 4 milioni di euro - spiega Otta-
viano Lucatello, presidente di
New Box tra i soci fondatori del
Consorzio Pmi Energia Vene-
to -, ci siamo dotati di un sistema
di trigenerazione a olio vegetale
che produce elettricità, calore e
freddo che l’azienda usa per il ciclo
produttivo. L’efficienza energetica
realizzata ha consentito all’impre-
sa di abbattere quasi il 50% del
costo energetico del processo pro-
duttivo, mentre circa il 40%
dell’elettricità prodotta viene ven-
duta. Il ritorno dell’investimento è
previsto in cinque anni a partire
dal 2009, anche se il rispetto del
business plan dipende da molti
fattori come il prezzo della materia
prima e la vendita dei Certificati
verdi, il cui futuro è al momento
alquanto incerto». L’ultima inizia-
tiva per migliorare ulteriormente
l’efficienza è il Sistema integrato di
MONITORAGGIO IN TEMPO REALE
Il controllo di gestione dimezza i consumiGli imballaggi ottengono la En 16001Trigenerazione a olio vegetale e un sistema di software e sensori alla base dei risultati e dei risparmi ottenuti dall’azienda di imballaggi metallici
contabilità energetica (Sice) un si-
stema di software e sensori basato
su un modello matematico modu-
lare capace di monitorare in tempo
reale l’uso dell’energia nei punti
critici dell’impresa, segnalando al
responsabile aziendale i consumi
eccessivi e proponendo un diverso
assetto operativo con costi minimi
e impatti ambientali ridotti.
na.ta.
Lo stabilimento di New Box di Camisano Vicentino
pieno rispetto degli adempimenti
contrattuali. Dovrà dimostrare di
aver operato scelte che hanno pro-
dotto un continuo miglioramento
nelle performance e nell’economi-
cità degli impianti. Efficienza e mi-
glioramento indispensabili per il
riconoscimento dei Titoli di effi-
cienza energetica (i cosiddetti Cer-
tificati bianchi) proporzionale alla
quantità di fonti fossili non rinno-
vabili risparmiate nei cinque anni.
La manutenzione, abbinata al tra-
ding dei Tee riconosciuti agli im-
pianti, ha un valore economico an-
nuale di circa un milione di euro. Per
meritarlo Cpl dovrà assicurare il fun-
zionamento degli impianti per il
95% delle ore disponibili in un an-
no, al netto dei fermi programmati
per la manutenzione.
25
STORIA DI COPERTINA
In ordine sparso le richieste d’impiantiTutti uniti alla ricerca degli incentiviTroppi i soggetti coinvolti nei procedimenti, mentre manca il coordinamento tra Stato, Regioni ed Enti locali. Al boom delle richieste non si accompagna un’adeguata programmazione e lo snellimento delle procedure burocratiche
energia alternativa
L’autorizzazione di nuovi impian-
ti energetici in Italia è come il
gioco delle scatole cinesi. Sono trop-
pi i soggetti coinvolti nei procedi-
menti per costruire una centrale,
indipendentemente dalla fonte im-
piegata (rinnovabile, come l’eolico,
o fossile, come il carbone). L’ostaco-
lo principale per gli investimenti nel
nostro Paese è la mancanza di coor-
dinamento tra lo Stato e le Regioni.
L’hanno ricordato diversi relatori al
convegno sulla disciplina del settore
energetico, organizzato da Criet
(Centro di ricerca in Economia del
territorio) all’Università di Milano
Bicocca.
I comuni che possiedono almeno un
impianto a fonti alternative sono più
che raddoppiati negli ultimi due an-
ni, passando da poco più di 3mila a
quasi 7mila. Questi numeri, avverte
uno studio di Camilla Buzzacchi e
Luciano Salomoni, ricercatori pres-
so la facoltà di Economia della Bi-
cocca, non devono però ingannare,
perché gli intoppi burocratici riman-
gono un problema rilevante. C’è
innanzitutto lo scollamento tra Sta-
to e Regioni sugli obiettivi per le rin-
storia di copertina
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11/201024
novabili nel 2020. Mauro Fabrizio
Fasano (direzione generale Am-
biente, energia e reti della Regione
Lombardia) ha ricordato che il Piano
nazionale per le rinnovabili non ha
stabilito come distribuire la produ-
zione di energia verde tra le varie
zone del nostro Paese. Così ogni Re-
gione agisce per conto suo e ciò si
riflette nel numero eccessivo di ri-
chieste per nuovi impianti. Per
esempio, a ottobre dello scorso an-
no, la Sicilia doveva gestire quasi
1.200 domande, di cui 146 per l’eo-
lico e un migliaio per il fotovoltaico.
La Puglia, nel biennio 2006/2008,
ha ricevuto oltre 7mila richieste solo
per l’eolico. A livello nazionale, ci
sono domande per produrre circa
100mila MW di energia rinnovabile,
più di quella generata da tutte le
centrali esistenti in Italia.
Il silicone del mercato arriva dai ge-
nerosi incentivi pagati a chi realizza
impianti a fonti alternative. Poi, pe-
rò, ci sono le strozzature: non solo la
burocrazia e le scatole cinesi dei vari
livelli dell’amministrazione pubblica,
ma anche l’inadeguatezza delle reti
elettriche che non possono assorbi-
re l’energia intermittente generata
dai pannelli solari e dalle turbine eo-
liche. Per costruire impianti e reti
serve una strategia condivisa dallo
Stato e dagli Enti locali, altrimenti il
sistema energetico rimane troppo
frammentato. Spesso, tra ministeri,
funzionari, sindaci e amministratori,
è impossibile capire chi è il vero re-
sponsabile di un procedimento di
autorizzazione; con il risultato che i
tempi si allungano e, soprattutto,
manca una data certa per iniziare i
lavori. La sicurezza di quando poter
aprire un cantiere è ancora più im-
portante della velocità per ottenere
il via libera, secondo Luca France-
schini di Eni. Ci sono decine di pro-
getti fermi nell’esplorazione e pro-
duzione degli idrocarburi, perché il
quadro normativo è incerto e gli in-
vestimenti delle imprese (stimati in
circa cinque miliardi di euro) sono
bloccati.
Il campanilismo è un’altra piaga del
nostro sistema energetico, come
ha ricordato Alessandro Noce
dell’Autorità antitrust. Un esem-
pio sono le compensazioni pagate ai
comuni per costruire impianti sui
loro territori: troppi sindaci le consi-
derano delle royalty sulla futura pro-
duzione di energia, mentre una
compensazione dovrebbe remune-
rare soltanto l’impatto ambientale
di una determinata opera. L’ultima
nota dolente riguarda l’informazio-
ne ai cittadini: l’assenza di dibattiti
pubblici sulla necessità e i vantaggi
di un nuovo impianto, rafforza la già
scarsa fiducia della popolazione ver-
so gli amministratori locali, con rea-
zioni tipiche come la sindrome Nim-
by (not in my backyard, non nel mio
cortile).
LO SVILUPPO DEL FOTOVOLTAICO
Decreto in porto con sette anni di ritardoTutte le novità delle linee guidaRimossi molti ostacoli, restano dubbi sul potere di veto e le connessioni in rete.Le procedure semplificate hanno premiato solo piccoli impianti del Centro Nord
Mancanza di uniformità delle
leggi regionali, scarsità del
personale addetto e sette anni di ri-
tardo nell’emanazione delle linee
guida autorizzative. Sono queste al-
cune delle cause segnalate da Asso-
solare all’apertura di Pv Rome Medi-
terranean, il salone internazionale
delle tecnologie nell’ambito di Zero-
Emission Rome, che potrebbero far
perdere ad alcune regioni italiane il
treno nello sviluppo del fotovoltaico.
Sicilia, Molise e Calabria ne sono un
esempio, ma anche la Puglia è in una
situazione critica, sebbene sia la re-
gione prima nella classifica italiana
per potenza installata. Un primato
che potrebbe essere minato dalla bu-
rocrazia e dall’entrata in vigore delle
linee guida nazionali, approvate a
luglio e in attesa di pubblicazione in
.com
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storia di copertina 11/201024
Gazzetta ufficiale. «Con ben sette
anni di ritardo quindi rispetto al de-
creto 387/2003, che conteneva la
bozza delle linee guida per i processi
autorizzativi alla realizzazione degli
impianti fotovoltaici - dice Gianni
Chianetta, presidente di Assosola-
re -. Un ritardo che ha fatto prolifera-
re leggi diversissime da regione a re-
gione, avendo il decreto lasciato alle
singole regioni la possibilità di emet-
tere provvedimenti a livello locale per
l’attuazione del decreto stesso. Que-
sto ha portato a una completa etero-
geneità legislativa e la burocrazia è la
peggior nemica per quegli imprendi-
tori, siciliani e pugliesi in particolare,
che hanno creduto e investito nel fo-
tovoltaico. I costi della burocrazia
possono incidere anche per il 30%
sul totale dei costi dell’impianto». Le
regioni che quel treno non lo hanno
perso sono quelle che hanno ben in-
terpretato il decreto 387/2003, come
Lombardia, Veneto, Friuli Venezia
Giulia, Piemonte e Lazio. «Occorre,
però, fare una distinzione - spiega
Giuseppe Velluto, avvocato dello
studio Gianni, Origoni, Grippo &
Partners - tra numero di impianti e
potenza installata. Nelle regioni set-
tentrionali si registra un record di nu-
mero di impianti autorizzati e instal-
lati, ma si tratta in larga parte di im-
pianti fino a 20 kW, concessi con
procedura edilizia semplificata, per la
copertura di edifici e capannoni in
aree industriali. Al Sud il discorso
cambia perché qui si registra, invece,
il primato per potenza installata. In
regioni come la Puglia si parla di
grandi impianti, qui si è costruito un
vero sistema imprenditoriale del fo-
tovoltaico, con un indotto di cinque-
mila posti di lavoro. Non tutte le re-
gioni del Sud hanno saputo sfruttare
le potenzialità geografiche e quindi ci
ritroviamo con la Sicilia che fino al
2010 ha autorizzato pochissimi im-
pianti di dimensioni industrialmente
rilevanti; con la Sardegna che è rima-
sta alla finestra per la miriade di osta-
coli burocratici sul fronte autorizzati-
vo delle rinnovabili in genere; con
Regione per regione la potenza cumulata degli impianti in esercizio
Fonte: Atlasole - dati al 28/02/2010
Giuseppe Velluto
storia di copertina
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11/201024
Agnese Ananasso
Calabria, Molise, Abruzzo e Basilicata
dove tutto è stato fermo per anni. Un
caso interessante è, invece, rappre-
sentato dal Lazio: qui, a Montalto di
Castro (Vt), c’è uno degli impianti più
grandi d’Europa in esercizio, con una
potenza installata di 24 MW ed altri
50 MW verranno presto realizzati.
Infine in Veneto, a Rovigo è in corso
il finanziamento e la realizzazione di
un mega impianto di quasi 70 MW».
Entro 90 giorni dalla pubblicazione in
Gazzetta ufficiale le linee guida na-
zionali dovranno essere recepite dalle
regioni, dopodiché le prime avranno
la meglio sulle leggi regionali.
Tante le novità: il tetto massimo dei
costi istruttori è fissato allo 0,02%
dell’investimento; verrà dedicata
maggiore attenzione al problema
speculativo (i cosiddetti progetti “di
carta” con autorizzazione unica pos-
sono valere anche 500mila euro per
Gli impianti per classe di potenza
Fonte: Gse - dati al 31/05/2010
MW); i termini per ottenere le esen-
zioni dalla Dia sono più chiari e defi-
niti e gli impianti fino a un MW avran-
no bisogno solo della Dia, secondo
quanto prevede la legge comunitaria
del 2009. Verranno, inoltre, puniti
anche i ritardi amministrativi. Allo
stato attuale delle cose l’Autorizza-
zione unica (Au) è causa di rallenta-
menti (i tempi autorizzativi vanno da
180 giorni fino a oltre 4 anni) e di un
costo pari anche del 10% della spesa
per l’impianto. Poi, da regione a re-
gione, varia anche il numero di attori
coinvolti (enti e autorità che devono
dare il loro nullaosta), che possono
andare da 25 fino a 40 da regione a
regione. Attori, alcuni dei quali anche
con potere di veto, che possono rive-
larsi un ostacolo al normale e traspa-
rente svolgimento dell’iter autorizza-
tivo. Spesso, inoltre, il personale degli
enti e delle regioni non è sufficiente
a evadere le pratiche né è adeguata-
mente formato. Nonostante le linee
guida nazionali risolvano diverse in-
cognite, rimangono comunque sul
piatto alcuni problemi, come la valu-
tazione di impatto ambientale (Via),
le cui procedure si inseriscono in mo-
do poco trasparente in quelle per
l’Au; il delicato passaggio dell’auto-
rizzazione paesaggistica che eviden-
zia tensioni tra ministero dello Svilup-
po economico e ministero dei Beni
culturali quando si entra nel campo
minato delle rinnovabili. «Rimane
inoltre il problema delle connessioni
alla rete - conclude Chianetta - che fa
emergere le speculazioni compiute
finora, la mancata efficacia delle nor-
me e le debolezze infrastrutturali del-
la rete. Rimane da chiarire infine an-
che la questione dell’Ici per gli im-
pianti a terra».
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storia di copertina 11/201024
LA SITUAZIONE IN CINQUE REGIONI
Corsa a ostacoli verso lo sviluppo del mercatoTrentino Alto AdigeL’Alto Adige ha deciso: non saranno installati pannelli fotovoltaici sulle aree
verdi. La proposta dell’assessore provinciale all’Ambiente, energia e urbani-
stica di Bolzano Michl Laimer ha avuto successo: i pannelli solari vanno in-
stallati sui tetti degli edifici, ma non in aree di paesaggio libere. Soprattutto
nelle zone produttive non ci sono limiti all’installazione, per sfruttare superfi-
ci di industrie e aziende quasi sempre inutilizzate. Il regolamento di esecuzio-
ne della legge provinciale urbanistica è molto rigido per quanto riguarda la
posa dei pannelli: su edifici sottoposti a tutela dei beni culturali il solare è
vietato, mentre nei centri storici è necessaria l’autorizzazione apposita. Nelle zone residenziali gli impianti fotovoltaici sono
ammessi solo se installati parallelamente a tetti e facciate, mentre la posa inclinata è fattibile solo sui tetti piani e con altezza
di non oltre 1,20 metri.
UmbriaLa Giunta regionale umbra ha emanato i nuovi indirizzi per minimizzare l’impatto paesaggistico degli impianti fotovoltaici. Nelle aree non giudicate di particolare in-teresse agricolo è consentita la realizzazione di impianti al suolo fino a 1 MW di potenza, senza vincoli specifici. Se è l’imprenditore agricolo a costruire l’impianto su un’area adibita ad agricoltura, può arrivare fino a una potenza di 200 kW instal-lati anche in pieno campo e senza vincoli particolari, a patto che i terreni siano nella disponibilità dell’impresa agricola. L’assessore all’ambiente Silvano Romet-ti ha affermato che «per la localizzazione degli impianti fotovoltaici sono da prefe-rire le aree produttive e le aree compromesse come quelle di pertinenza o adiacenti alle reti infrastrutturali viarie, ferroviarie, alle reti elettriche di alta tensione, alle aree produttive artigianali e industriali, a quelle utilizzate per depuratori, impianti di trattamento, recupe-ro e smaltimento rifiuti e aree di cava e di giacimento cava, con specifici criteri. Preclusi all’installazione sono invece i centri storici, gli edifici di particolare interesse architettonico e paesaggistico, le aree boscate e i parchi, i terreni con produzioni agricole di qualità, le aree classificate come beni paesaggistici».
MarcheLa Giunta regionale delle Marche ha individuato le aree non idonee a ospitare
impianti fotovoltaici a terra, come disposto dalla legge regionale 12, entrata in
vigore il 27 agosto 2010. Secondo le parole dell’assessore all’Energia e fonti rin-
novabili, Sandro Donati, «la produzione di energia da impianti fotovoltaici ha
conosciuto una notevole diffusione sul territorio regionale, generando, però, alcu-
ne ripercussioni negative per il paesaggio e l’agricoltura. In particolare, la diffusio-
ne non controllata degli impianti fotovoltaici su suolo agricolo comporta consumo
di territorio, il potenziale utilizzo di diserbanti, la sottrazione di terreno produttivo
con la potenziale riduzione dei prodotti agricoli della filiera corta locale». Decisione che ha provocato il disaccordo di Aper, che non
condivide né il metodo seguito per l’individuazione delle aree non idonee, né il contenuto del documento finale: l’Associazione critica
il fatto di essere stata coinvolta nel tavolo tecnico regionale solo a lavori già iniziati; ha chiesto, dunque, di riconvocare il tavolo poiché
sembra che i criteri utilizzati si traducano nell’imposizione di divieti di installazione fotovoltaica su gran parte del territorio regionale.
storia di copertina
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11/201024
PugliaLa legge regionale pugliese 31/2008 prevede l’estensione della Dia anche a impianti superiori a 1 MW di potenza, in deroga a quanto prescritto dalla de-creto legislativo 387/2003. La norma regionale è stata giudicata illegittima dalla Corte costituzionale, sollevando non pochi problemi per gli impianti già in costruzione o addirittura già in esercizio, con grande danno per gli impren-ditori che si sono avvalsi della legge regionale. Per cercare di sanare tali situa-zioni è stata approvata ad agosto del 2010 la cosiddetta legge “salva Dia” 105/2010 che dà la possibilità, nei casi toccati dalla sentenza di incostituzio-nalità, di ripresentare la Dia, a patto che gli impianti siano messi in esercizio entro 150 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, termine che scade il 16 gennaio 2011. «La “salva Dia”, a mio parere, dà la possibilità a quegli imprenditori che hanno già iniziato i lavori e sono a buon punto, di comple-tare l’impianto - dice Giuseppe Velluto - e al tempo stesso di fare un repulisti di quelle iniziative (che giacciono nel limbo) le-gate a impianti che forse non saranno mai realizzati perché non finanziabili dalle banche. Se tutti gli impianti autorizzati in Puglia (pari a 4mila MW) con la sola Dia venissero collegati alla rete si saturerebbe la rete. Quindi questa salva Dia va vista come una legge per salvare i buoni progetti che si trovano ora a metà del guado. D’altra parte i tempi sono talmente stretti da non consen-tire la realizzazione da zero di un nuovo impianto sfruttando il vantaggio della deroga regionale». Lo scorso ottobre, inoltre, è stata approvata una nuova legge regionale relativa alla Via. Essa stabilisce che: la Via è obbligatoria per tutti gli impianti di potenza superiore a 1 MW; per i siti industriali e dismessi la soglia è innalzata a 3 MW; per gli impianti realizzati in aree protette, beni paesaggistici e di pregio la Via è obbligatoria oltre la soglia di 0,5 MW di potenza.
Sicilia È il tipico esempio di regione che ha perso, o almeno ha rischiato di perdere, il treno dello sviluppo del mercato del fotovoltaico. Qui i tempi per ottenere l’Au possono superare i quattro anni: i continui ricorsi al Tar per inefficienza e ritardi amministrativi, la povertà degli organici della Pa competente e la mancanza di consenso politico hanno portato al moltiplicarsi dei costi e al prolungarsi dei tempi di attesa. Lasciando, così, in fase di stallo tutti i pro-cedimenti di Dia avviati sulla base di leggi regionali, poi giudicate incostitu-zionali dallo stesso Tar siciliano. Come nel caso dell’accoglimento, da parte del Tar, del ricorso contro il decreto di adozione del piano energetico ambientale regionale (Pears). Il tribunale ha giudica-to incostituzionali diversi punti del piano, lasciando a metà del guado tutti i procedimenti autorizzativi in corso. Tutto fermo quindi: dagli imprenditori alle banche, dai lavoratori ai fornitori.
Per favorire l’abbattimento delle barriere burocratiche nei
processi autorizzativi e ridurre i costi per chi investe nel fo-
tovoltaico, in Europa è stato avviato, alla fine dello scorso
anno, il progetto Pv Legal.
Si tratta di un’iniziativa cofinanziata dal programma Energia
intelligente Europa (Eie) della Commissione europea, che
coinvolge dodici Paesi (Bulgaria, Germania, Francia, Grecia,
Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna,
Repubblica Ceca e Gran Bretagna) nell’analisi dei passaggi
e dei costi da sostenere per ottemperare agli obblighi buro-
cratico-amministrativi per la realizzazione di impianti foto-
voltaici. Ogni membro inserisce in un database comune,
disponibile on line, esempi pratici di casi critici. Dall’analisi
delle practice vengono, poi, formulate delle raccomandazio-
ni per il miglioramento del quadro normativo. Le associazio-
ni italiane coinvolte sono 13, tra queste Assosolare, re-
sponsabile della parte italiana della ricerca, l’Associazione
dell’industria fotovoltaica europea (Epia) ed Eclareon
(management). Nel database è stato inserito il caso sicilia-
no, proprio perché caso tipico italiano di come burocrazia e
lacune normative possono ledere il tessuto imprenditoriale
locale.
Con Pv legal alleanza europea contro la burocrazia
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storia di copertina 11/201024
IMPIANTI E TERRITORIO
Superfici agricole o coperture d’aziendeI pannelli cercano un posto al soleI pro e i contro delle diverse soluzioni all’esame di tecnici ed esperti. Inquinamento paesaggistico e convenienza alla base delle differenti scelte
Il notevole sviluppo del settore so-
lare e fotovoltaico in Italia negli
ultimi anni pone oggi la necessità di
arrivare a un equilibrio tra buon uti-
lizzo del territorio agricolo e aumen-
to del numero di installazioni. Molte
voci si sono, infatti, levate contro i
danni causati da un utilizzo non ade-
guato dei terreni ai fini delle fonti
rinnovabili e dal conseguente inqui-
namento paesaggistico.
Sia il solare che il fotovoltaico rap-
presentano interessanti alternative
di diversificazione per i proprietari di
terreni, soprattutto se poco produt-
tivi, non utilizzabili per colture di pre-
gio o addirittura incolti: oltre 6 milio-
ni di ettari non sono utilizzati e at-
tualmente il fotovoltaico occupa
soltanto lo 0,045% della complessi-
va superficie agricola, stimata in
13.200.000 ettari.
Per quanto riguarda il fotovoltaico,
circa 80.000 km2 sarebbero disponi-
bili per questo tipo di impianti. Ma
come ha sottolineato Luca Rubini,
professore del Cirps, Centro Interdi-
sciplinare di ricerca per lo sviluppo
sostenibile dell’Università degli
Studi La Sapienza di Roma, inter-
venuto alla conferenza “Solare,
Agricoltura e Territorio: opportunità
e precauzioni” nell’ambito di ZeroE-
mission Rome 2010, la novità po-
trebbe essere rappresentata dal fatto
che, invece di sfruttare le superfici
Il punto dolente: troppi pareri e un iter senza fine
Pur trattandosi di impianti di tipo non invasivo e temporanei, e che non comportano un costo sociale di urbanizzazione (reti fognarie, di
telecomunicazione, gas, parcheggi ecc.), né volumetrie aggiuntive, il punto dolente per le installazioni solari e fotovoltaiche è rappresentato dagli adempimenti amministrativi che è necessario seguire per ottenere la necessaria autorizzazione. Come evidenziato da Andrea Fontana,amministratore delegato per l’Italia di Fotowatio Renewable Ventu-res, l’iter previsto per gli impianti fotovoltaici è regolato dalla legge 387/2003. Gli enti (Comune, Sovraintendenza beni architettonici, Ufficio parchi, Arpa regionale, Provincia e altri) che per ogni impianto devono esprimere un parere sulla richiesta sono numerosi e molti di essi focaliz-zano la loro istruttoria su aspetti paesaggistici e ambientali. Ognuno di questi enti ha il potere di modificare o di esprimere parere contrario al progetto nel caso esso non sia ritenuto rispondente ai vincoli previsti dalla normativa attuale. Tutto questo comporta inevitabilmente un’in-certezza di fondo negli investimenti e nella fattibilità dei progetti.
agricole, si potrebbero usare le co-
perture delle aziende presenti nelle
aree in questione. In media, tali co-
perture rappresentano lo 0,06%
delle aree agricole, la cui sfruttabilità
ammonta a circa 48 km2. A questo
valore occorre, però, detrarre le su-
perfici la cui esposizione alla radia-
zione solare non è ottimale, la pre-
senza di ostacoli ambientali, le co-
struzioni fatiscenti o comunque non
in grado di ospitare i moduli fotovol-
taici, gli spazi necessari per le fasi di
installazione, per cui soltanto il 10%
della superficie utile potrebbe essere
utilizzabile dai nuovi impianti, quindi
circa 4,8 km2.
Tenendo conto che le coperture po-
trebbero ospitare impianti sia solari
che fotovoltaici, questi ultimi per il
75% dell’area in questione, la super-
ficie utile scenderebbe a 3,4 km2,
ottenendo in ultimo, come potenza
installabile sulle coperture degli edi-
fici costruiti su aree agricole non irri-
gue, un valore di 1,060 GWp e una
produttività annua di circa 1.300
GWh/anno. A fronte di una superfi-
cie teorica di 13.000 km2 derivanti
da altre tipologie di superfici, come
coperture in tessuto urbano e di aree
industriali e commerciali, reti strada-
li e ferroviarie, aree portuali, l’area
effettivamente disponibile per gli im-
pianti fotovoltaici ammonterebbe a
soli 44,1 km2, ai quali occorre ag-
giungere la potenza installabile sulle
facciate degli stabili, per un totale di
storia di copertina
32
11/201024
5,600 GWp. Complessivamente,
sommando le potenze relative ai ter-
reni agricoli con le altre tipologie di
coperture si arriva a una stima di po-
tenziale fotovoltaico installabile pari
a 6,660 GW, molto prossimo
all’obiettivo del Piano d’azione na-
zionale per le energie rinnovabili fis-
sato in 8 GW entro il 2020.
Rubini ha anche sottolineato che raf-
frontando le tipologie di impianti al
Nord e Sud Italia, si osserva nelle re-
gioni settentrionali equilibrio tra in-
stallazioni integrate nel patrimonio
architettonico e a terra, mentre nelle
regioni meridionali si assiste a una
netta prevalenza di queste ultime. A
livello nazionale il 44% della poten-
za installata non è integrata, il 30%
è integrata parzialmente e solo il
26% è totalmente integrata.
Maria Luisa Felici
Le serre di Tecno Spot
Produrre meglio in quantità e qualità, e in più tutelare l’ambiente: queste in sintesi le finalità delle moderne serre fotovoltaiche realizzate da Tecno Spot.«Circa un anno e mezzo fa abbiamo riunito esperti agricoli, docenti, produttori di serre, analizzato le problematiche connesse a questo tipo di strutture, ai necessari moduli fotovoltaici e alle esigenze degli agricoltori» spiega Gert Gremes,amministratore delegato di Tecno Spot. Come risultato è stato realizzato un modulo laminato, prodotto appositamente, impermeabile all’acqua, con strutture di fissaggio certificate, La costruzione della serra richiede spesso l’installazione sul lato nord del tetto di un vetro speciale in grado di migliorare la diffusione della luce all’interno della struttura e limitare l’ombra, fattore che potrebbe impedire una corretta crescita delle piante.Complessivamente Tecno Spot ha installato 10-12 GW di potenza in serre fotovoltaiche presenti in varie aree del territorio italiano e offerte ai clienti “chiavi in mano”. «Le serre fotovoltaiche non sono soltanto un sistema per incrementare la produttività agricola, ma possono rappresentare anche un buon investimento - continua Gremes -. Purtroppo le nuove tariffe incentivanti del 2011 saranno ridotte di circa il 20%, penalizzando questo settore, ma ritengo che l’ottimizzazione dei vari fattori permetterà di mantenere il giusto equilibrio».
Potenza percentuale secondo tipologiadi integrazione architettonica nel 2009
Fonte: Gse Gert Gremes
33
storia di copertina 11/201024
RAPPORTO ENEA 2010
Nuove tecnologie e politiche industrialiper recuperare i ritardi sulle rinnovabiliL’Agenzia: è fondamentale sviluppare le capacità produttive e gli investimenti del nostro sistema per migliorare la posizione dell’Italia nei mercati emergenti
Energia da fonti rinnovabili, sem-
bra questa la panacea di tutti i
mali: dalla crisi economica che non
sembra finire mai all’insicurezza
dell’approvvigionamento energetico
- male cronico dell’Italia - fino ai cam-
biamenti climatici che sembra subi-
ranno un’accelerazione superiore alle
previsioni da oggi fino al 2050. Ma
l’Italia rimane al palo, nonostante un
mercato “drogato” da incentivi e
sussidi per lo sviluppo delle rinnova-
bili. Qualche dato, rilasciato dall’Enea
(l’agenzia nazionale per le nuove tec-
nologie, l’energia e lo sviluppo eco-
nomico sostenibile): nel settore foto-
voltaico la nuova capacità installata
nel 2009 (574 MWp) è stata larga-
mente superiore a quella cumulata
complessivamente fino all’anno pre-
cedente (458 MWp), facendo supe-
rare la soglia di 1 GWp; nell’eolico
l’Italia risulta il terzo paese in Europa
nel 2009, sia per nuova potenza in-
stallata (1.113 MW) che per potenza
cumulata (4.850 MW). Ma, tolti que-
sti due settori, il Bel Paese risulta pa-
recchio indietro rispetto al resto
dell’Europa, specialmente nella bio-
massa e nel solare termico. In
quest’ultimo ambito è assurdo che
l’Italia sia al 14° posto nella classifica
Ue, con i suoi 23,4 kWth (kW termal)
ogni mille abitanti, mentre un paese
come l’Austria - dove il sole fa capoli-
no pochi giorni all’anno - ne registra
ben 362. L’Italia quindi non si sta
muovendo al passo con il resto dei
paesi dell’Ue, dove secondo Euro-
stat la capacità installata per la pro-
duzione elettrica è salita del 54% dal
1997 al 2007 e l’elettricità da rinno-
vabili è arrivata a coprire nel 2008
una quota pari al 16,4% del totale
(EurObserv’ER 2010). Un’accelerazio-
ne forte c’è stata tra il 2008 e il 2009:
ben il 61% della nuova capacità in-
stallata era alimentata da fonti rinno-
vabili, mentre nel 1995 era solo del
14%. L’obiettivo da raggiungere en-
tro il 2020 rimane comunque quel
17% di energia da rinnovabili stabili-
to dal protocollo di Kyoto. Ma la sfida
si giocherà a questo punto, come in
ogni competizione, nel rush finale,
quello più difficile. E qui entrano in
ballo temi come l’efficienza, la pro-
duttività, gli investimenti lungimiran-
ti in tecnologie low carbon.
Un’accelerazione tecnologica, che,
secondo Enea, insieme all’efficienza
energetica e al ricorso alle rinnovabi-
li, permetterebbe di dimezzare entro
il 2040 le emissioni di anidride carbo-
nica rispetto ai valori del 2005. Risul-
tati che potrebbero già vedersi, pun-
tando sulle rinnovabili (biocombusti-
bili e rinnovabili elettriche), entro il
2020, con la riduzione del 25% delle
emissioni di CO2. Peccato che il no-
stro Paese, pur adeguandosi alle di-
namiche europee, invece di sviluppa-
re all’interno dei propri confini una
filiera produttiva adeguata, incre-
menta le sue importazioni nel campo
delle tecnologie per rinnovabili: le
importazioni sono aumentate del
50%, mentre nel resto dell’Ue si è
fermi a livelli del 12%.
ag.an.
Le rinnovabili e la riduzione di CO2(Scenario di accelerazione tecnologica - 2020)
Altre opzioni77%
Totalerinnovabili
23%
Solare elettrico 4%
Altre rinnovabilielettriche 6%
Solare termico 2%
Altre rinnovabilitermiche 4%
Biocombustibili 7%
Fonte: elaborazione Enea
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esperienze&carriere 11/201024
Sempre più impegnata nel-
le energie alternative, la
Regione Puglia ha da poco
inaugurato due nuovi impian-
ti fotovoltaici in provincia di
Taranto e precisamente a San
Marzano e a San Giuseppe. Si
tratta di un parco solare che
complessivamente ha una po-
tenza installata di quasi 2 MW
e che produrrà circa 2.800
MWh all’anno. Una quantità
di energia che andrà a soddi-
sfare il bisogno energetico di
800 famiglie, scongiurando
l’immissione in atmosfera di
1.500 tonnellate di CO2 ogni
anno. Sviluppati e realizzati da
Conergy Italia, i due impianti
sono stati acquisiti dalla socie-
tà tedesca Plain Energy che,
fondata nel 2005, è oggi un
produttore di energia solare di
rilevanza internazionale. Il pro-
getto è stato finanziato dalla
Cassa di Risparmio di Bol-
zano e dalla Cassa Centrale
Raiffeisen. La Puglia rafforza
così il suo primato, visto che
già oggi è la regione italiana
con la maggiore potenza in-
stallata nel fotovoltaico.
La collaborazione
fra il produtttore
Canadian Solar e
l’installatore Blue-
Tech ha dato vita a 4
nuovi impianti foto-
voltaici. Il più impor-
tante è a Siziano (Pv),
presso un’area logi-
stica recentemente inaugurata. Qui sono state re-
alizzate due coperture fotovoltaiche totalmente
integrate da 670 kWp e da 811 kWp, entrambe
implementate con la collaborazione di altre due
società: Sea e Arca Service. Sono complessiva-
mente di 6.440 moduli con una capacità nominale
di 1.629 kWh. Invece i due impianti residenziali,
realizzati rispettivamente a Sirmione (2,92kWp) e
a Cremona (5,52 kWp), hanno la particolarità di
sfidare le nebbie padane. Con i moduli Cs6p da
230 Watt, infatti, garantiscono capacità di conver-
sione dell’energia anche in condizioni di scarsa lu-
minosità. È così possibile garantire la copertura del
fabbisogno energetico degli abitanti, grazie anche
all’allacciamento diretto alla rete, in cui si prevede
verranno immessi 2,7 MWh l’anno.
Altre 800 famiglie con il “sole” di Conergy Piccoli impianti crescono
PUGLIA LOMBARDIA
Un resort di lusso con una voca-
zione all’ecologia e al benesse-
re. È l’hotel Quellenhof di Val Passi-
ria in Trentino Alto Adige, che ha
completato una struttura costruita
all’insegna della bioarchitettura con
una centrale di cogenerazione. La
particolarità sta nel fatto che l’im-
pianto utilizza una tecnologia a tur-
bina “senza olio”, un brevetto di
Capstone Turbine, installato da
Ibt Group, concessionaria in esclu-
siva per l’Italia.
La centrale produce, infatti, i 125
kW elettrici e 224 kW termici neces-
sari ad alimentare i carichi dell’hotel
grazie a due turbine, con un rispar-
mio energetico di circa il 30% e una
riduzione delle emissioni di CO2 di
800 tonnellate l’anno. Sviluppata
dapprima per l’industria aerospa-
ziale, questa tecnologia utilizza par-
ticolari cuscinetti ad aria che con-
sentono di ottenere impianti di co-
generazione con bassi costi di ma-
nutenzione, emissioni contenute e
una notevole riduzione dei consumi
energetici, grazie alla possibilità di
impostare la potenza elettrica in ba-
se alla reale necessità.
La cogenerazione oil free nell’hotel Quellenhof in Val Passiria
ALTO ADIGE
esperienze&carriere 11/201024
Un giardino pensile profumato
dalle mediterranee essenze di
timo, rosmarino, salvia e caratterizza-
to dalla presenza di pannelli solari.
Succede a Taranto sul tetto della sede
di Kino House, lo studio d’architettu-
ra di Bernardo Ippolito, che sostiene
una filosofia dell’abitare incentrata
sull’innovazione e sulla creazione di
nuove zone verdi. Su un’area di 200
mq, di cui 130 di giardino, trovano
spazio anche 50 moduli fotovoltaici
Schüco per un impianto da oltre 10
kW che prevede una produzione di
13.869.000 kWh l’anno, gestiti con il
Conto energia. Profilati in alluminio e
realizzati in silicio, i pannelli, che han-
no una resa pari al 14%, si integrano
con la struttura alta tre metri in accia-
io zincato. Il progetto stima una ren-
dita del Conto energia di 6.241 euro
l’anno e prevede di fornire energia sul
posto per 2.219 euro. Si prevede che
dopo 12 anni il modulo fornisca anco-
ra il 90% della potenza nominale e
dopo 25 anni almeno l’80%, tanto
che secondo i calcoli la resa ultima
dell’impianto sarà di 169.200 euro.
Sul giardino pensile fioriscono i pannelli solari
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esperienze&carriere 11/201024
Tre impianti fotovoltaici rende-
ranno più verde la provincia di
Fermo, nelle Marche, grazie a una
potenza installata di oltre 2 MW su
un’area complessiva di 45mila metri
quadri. L’iniziativa consentirà di im-
mettere in rete 2.700 kWh l’anno e
di risparmiare contemporaneamen-
te 1.430 tonnellate di anidride car-
bonica. Sarà Mx Group a occupar-
si della realizzazione per conto di
Eurowood, un’azienda friulana
dell’arredamento che ha deciso di
diventare produttore di energia.
L’investimento pari a 6,5 milioni di
euro ha un rientro previsto nel giro
di sette anni. Intanto, nel comune di
Campofilone, su un’area di 15mila
metri quadri, è già stato portato a
termine il primo impianto di tremila
moduli, per una potenza pari a 690
kWp e una produzione prevista di
917 kWh l’anno. È dotato anche di
un sistema di monitoraggio diretto
per visualizzare i dati di produttività
e permettere la gestione, sempre
affidata a Mx Group. Le altre due
realizzazioni interesseranno i comu-
ni di Altidona e Monterubbiano.
Ogni impianto sarà dotato di tre in-
verter trifase ad alto rendimento del
modello Wave Plus 320Hv, mentre
le strutture di montaggio per instal-
lazioni a terreno in alluminio e ac-
ciaio sono Ms Line.
Dimezzare la spesa elettrica con un investimento di 330mila euro e un
rientro previsto in sei anni. È quello che permetterà l’impianto fotovol-
taico da 100 kW di potenza realizzato chiavi in mano da New Light per
un’azienda di Sedico, in provincia di Belluno. La particolare conformazione
del tetto non ha consentito di costruire una soluzione completamente inte-
grata, ma è stato tuttavia possibile garantire buone performance puntando
su qualità, competitività, anni di garanzia del rendimento e del materiale.
Sono stati scelti moduli fotovoltaici S-Energy 225 Plo con una performance
dell’80% dopo 30 anni (la media del mercato è 20-25), combinati a una
tipologia di inverter con un altissimo rendimento, superiore al 97%, e dieci
anni di garanzia. I 710 metri quadri dell’impianto dovrebbero così garantire
una produzione media mensile di 14.500 kWh e una copertura del fabbiso-
gno energetico che oscilla dal 50 al 60 per cento.
Sarà Elpo a realizzare i nuovi im-
pianti fotovoltaici voluti dalla cit-
tà di Brunico. Saranno installati sui
tetti della scuola elementare Josef
Bachlechner e su quelli della caserma
circondariale dei vigili del fuoco. Il
primo avrà una potenza nominale di
32 kWp e il secondo di 64 kWp, in
modo da rendere i due edifici auto-
nomi dal punto di vista energetico e
da permettere al comune di rispar-
miare. I lavori per Elpo sono iniziati a
settembre, subito dopo aver termi-
nato un impianto da 1.000 kW per il
comune di Rossano Veneto e l’instal-
lazione dell’impianto da 1.000 kWp
per la società di allevamento Finipar.
La peculiarità di quest’ultima installa-
zione è l’utilizzo di sei moduli di tipo
diverso, che permetterà di monito-
rarne e confrontarne le prestazioni.
Eurowood diventa produttore di energia
New Light punta sull’estrema efficienza
A Brunico il solareper la scuola
MARCHE
VENETO
ALTO ADIGE
tecnologie&soluzioni
38
11/201024
Alice Cappelli
AZIENDE FOTOVOLTAICHE
Il fotovoltaico cresce a passo di caricaCon i preassemblati risparmia tempi e costiLe nuove soluzioni SunPower Oasis e Solon Velocity si basano su sistemi modulari per installazioni rapide e spese di esercizio e manutenzione contenute
Le installazioni fotovoltaiche cre-
scono a vista d’occhio e ormai è
giunta l’ora di automatizzare i pro-
cessi di realizzazione. Non si pensa
più quindi al singolo impianto, ma si
creano soluzioni standard già preco-
stituite che velocizzano le fasi di co-
struzione e fanno risparmiare costi
di esercizio e manutenzione.
Oasis
È il caso di SunPower, azienda con
oltre 300 MW di fotovoltaico instal-
lato alle spalle, che ha annunciato il
lancio dell’impianto Oasis: dappri-
ma disponibile solo per il mercato
statunitense, è ora progettato e svi-
luppato anche in Europa, ma le atti-
vità di costruzione inizieranno solo a
2011 inoltrato. La soluzione inte-
grata è formata da “power block”
preassemblati. Ogni blocco è costi-
tuito da un inseguitore solare T10,
un modulo da 425 Watt, un cablag-
gio standardizzato, un inverter e un
sistema operativo specifico. Per con-
sentire l’installazione rapida sul sito
prescelto, i power block sono conse-
gnati già assemblati, dotati inoltre di
un sistema, basato su tecnologia wi-
reless, per il monitoraggio in remoto
dell’impianto solare. Questo pro-
dotto è pensato per applicazioni
commerciali a partire da 1 MW, ma
anche e soprattutto per centrali di
grandi dimensioni.
Velocity
Sempre nell’ottica di costruire velo-
cemente i grandi parchi solari, un’al-
tra azienda produttrice, la tedesca
Solon, ha ideato un sistema costitu-
ito da un pool di componenti pre-
configurati in modo standard. Si
chiama Solon Velocity e consente di
accelerare le procedure di progetta-
zione, approvazione e realizzazione
delle grandi centrali, che fino a oggi
sono sempre state pensate indivi-
dualmente. L’azienda ha costruito,
dunque, un sistema modulare fatto
da singole unità base da 1 MW.
Ogni componente è dotato di una
struttura per sistema fisso o mono-
assiale, moduli fotovoltaici, inverter,
cablaggio e sistema di monitoraggio
e controllo Solon Scada. Le unità so-
no ripetibili: l’azienda spiega che
non devono essere adattate e mo-
dulate tra loro perché sono già state
testate per interagire con gli altri
singoli blocchi nel momento in cui
vengono affiancate e montate.
Questo sistema, oltre a velocizzare
le fasi di installazione, sembra richie-
dere minore manutenzione. Un ri-
sparmio di tempi e costi.
Solon Velocity offre sistemi modulari da 1 MW
SunPower Oasis impianta per “power block”
39
finanziamenti&risparmi 11/201024
Se non si superano i 20kW di pro-
duzione di energia non si deve
pagare l’Iva. Lo sancisce la risoluzione
n. 88/e: l’Agenzia delle entrate ha fi-
nalmente chiarito che le persone fisi-
che e gli enti non commerciali, che
producono energia per alimentare la
propria abitazione o uno stabile e la
immettono in rete, non devono cor-
rispondere alcuna imposta.
Èstato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 212 del
10/09/10 il nuovo decreto del ministero dello Svi-
luppo economico recante le modalità di accesso ai fon-
di di 300 milioni di euro, per incentivare la produzione
di beni strumentali nel Mezzogiorno funzionali allo svi-
luppo delle fonti di energia rinnovabili e al risparmio
energetico nell’edilizia (vedi Energia24 n.27). Possono beneficiare del ban-
do le piccole, medie e grandi imprese delle regioni Campania, Calabria,
Puglia e Sicilia presentando domanda (esclusivamente in formato elettro-
nico) direttamente al Ministero (www.sviluppoeconomico.gov.it).
Un recente accordo siglato tra
Banca europea degli investimen-
ti (Bei) e UniCredit Leasing consentirà
di portare a oltre un miliardo di euro le
risorse messe a disposizione delle im-
prese italiane nel corso del solo 2010.
I nuovi accordi prevedono risorse per
350 milioni per il finanziamento degli
investimenti delle Pmi attraverso pre-
stiti della durata massima di 15 anni e
ulteriori 200 milioni andranno a sup-
portare progetti nel campo delle ener-
gie rinnovabili e dell’efficienza energe-
tica tramite finanziamenti con oriz-
zonte temporale fino a 20 anni. En-
trambe le linee di credito sono garan-
tite dalla holding del Gruppo UniCre-
dit. Il ricorso strutturato agli organismi
sovranazionali consentirà di mettere a
disposizione delle imprese risorse ag-
giuntive in maniera continuativa e a
condizioni competitive. I contratti so-
no stati firmati presso il quartier gene-
rale di UniCredit a Milano.
No Iva per chi non supera i 20kW I fondi delle rinnovabili per il Mezzogiorno
Prestiti per 350 milioni da Bei e UniCredit Leasing
AGENZIA DELLE ENTRATE GAZZETTA UFFICIALE
FINANZIAMENTI ALLE PMI
Nuovi fondi, pari a 114 milioni
di euro, arrivano dall’Unione
europea e sono riservati a tutte
quelle autorità municipali, provin-
ciali o regionali (ma anche a struttu-
re private) impegnate sul fronte
ambientale. A deciderlo la Com-
missione per l’industria, ricerca
ed energia (Itre) che ha riallocato
risorse ricavate dai fondi non spesi
nel programma energetico europeo
per la ripresa del 2009. L’obiettivo
è finanziare progetti ecosostenibili
che creeranno a loro volta posti di
lavori: trasporto pubblico più ecolo-
gico, progetti urbani a basso impat-
to ambientale, illuminazione stra-
dale alimentata da fonti di energia
rinnovabili, contatori intelligenti.
Finanziare l’efficienza energetica e
progetti di energia rinnovabile con-
tribuisce, inoltre, a conseguire gli
obiettivi dell’Unione europea di
produrre il 20% dell’energia da
fonti rinnovabili e la riduzione del
consumo totale di energia del 20%
entro il 2020. Il programma energe-
tico europeo, iniziato nel 2009, mi-
ra a promuovere il recupero econo-
mico, finanziando progetti energe-
tici come il gas transfrontaliero, di
energia elettrica di interconnessio-
ne, parchi eolici e progetti volti alla
raccolta di carbone.
Arrivano 114 milioni per i progetti ecosostenibili
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ambiente sostenibileSTORIA DI COPERTINA
La buona informatica crea efficienzaIl segreto è nel controllo dei sistemiPer un’effettiva riduzione dei consumi è necessario coordinare ogni componente. Dai software di gestione Sap al progetto di Info Solution. Il caso delle cartucce ricondizionate delle stampanti
Ict ed efficienza energetica: il bino-
mio porta con sé opportunità che
fanno rima anche con risparmio am-
bientale. Così, come ha più volte
espresso anche dalle pagine di questa
rivista, Diego Ragazzi, responsabile
practice Green Ict di Cefriel, «l’Ict of-
fre strumenti di grande potenza per la
riduzione dei consumi in altri settori. Il
contributo più rilevante risiede proba-
bilmente nella capacità di controllo
dei sistemi. Come dire che alla base di
tutto è necessaria un’intelligenza “su-
periore” in grado di controllare preve-
dere aree di minor consumo; trucchi
di minor impatto ambientale. Così la
pensa Ragazzi: «A livello di singolo
componente, le tecnologie Ict posso-
no realizzare, per esempio, sistemi di
controllo automatico della velocità
che in tempo reale adattano quella del
motore alle effettive esigenze e con-
sentono di realizzare apprezzabili ri-
sparmi energetici. A uno stadio inter-
medio, è possibile coordinare il fun-
zionamento di più componenti per
ottimizzarne l’efficienza, per esempio
nella domotica, dove la singola abita-
zione è vista come parte di un sistema
più vasto. È, inoltre, possibile ottimiz-
zare il consumo energetico comples-
sivo, coerentemente con gli obiettivi
globali del sistema, che possono spa-
ziare dalla garanzia della qualità del
servizio all’affidabilità, dal rispetto dei
vincoli legali alla tutela dell’immagine
dell’azienda». In queste pagine, una
panoramica, non esaustiva, permette-
rà di riflettere su quanto sia pervasiva
la buona informatica nel contesto
elettrico/energetico “efficiente”.
43
storia di copertina 11/2010
Luciano Barelli
SOFTWARE DI GESTIONE
Produzione, consumo e percezionedel cliente. Le tre facce di un’aziendaLa pianificazione delle risorse crea soluzioni per ottimizzare i processi dell’impresa in più direzioni. Ne parla Gianni Giacomelli, dirigente del settore strategico Sap
Erp e ambiente, ovvero consumi
energetici sotto controllo; confron-
ti tra buone pratiche e situazioni analo-
ghe; allerta in caso di superamento dei
limiti stabiliti; reingegnerizzazione dei
processi nel senso della ecocompatibi-
lità. A che punto siamo? Energia24 lo
ha chiesto a Sap che vanta l’installazio-
ne del proprio software gestionale in
97mila aziende a livello mondiale e
che, a quanto parrebbe, si ritrova nel
ruolo di portabandiera del verbo eco-
logico, senza un grande sforzo aggiun-
tivo, visto che queste funzionalità in
larga misura sono presenti da sempre
nelle soluzioni targate Walldorf. L’ap-
proccio consigliato per sfruttarle al me-
glio è triplice, indirizzato cioè verso tre
aspetti del problema, ci spiega Gianni
Giacomelli, head of strategy sustaina-
bility core team presso la sede centrale
di Sap a Walldorf: «Per considerare
l’aspetto ambientale delle operazioni
bisogna innanzitutto rilevare i dati con
una valenza ambientale come i consu-
mi di energia e di risorse naturali e la
produzione di CO2. E non solo nelle
proprie fabbriche e uffici, ma anche da
parte dei partner sulla supply chain -
precisa Giacomelli -. Ma quello am-
bientale non è il solo aspetto rilevante.
Ce n’è anche uno sociale che riguarda
il modo in cui l’azienda è percepita
all’esterno, dai possibili clienti, che so-
no sempre più attenti a giudicare se
un’azienda si comporta da brava citta-
dina del mondo oppure no. Al giorno
d’oggi le aziende non possono più te-
nere nascosti aspetti poco virtuosi del
loro comportamento, come l’inquina-
mento dei loro stabilimenti, l’utilizzo di
sostanze tossiche o eventuali modalità
predatorie di approvvigionamento del-
le materie prime come le deforestazio-
ni selvagge. Infine, c’è un aspetto eco-
nomico da considerare, nel senso che
tra i possibili interventi bisogna sceglie-
re quelli che non siano semplici costi,
ma investimenti produttivi».
A supporto di una strategia Green, Sap
offre innanzitutto le funzionalità di ba-
se dei suoi prodotti, con i quali è possi-
bile raccogliere, organizzare e analizza-
re i dati transazionali, per passare poi a
una fase successiva di creazione di in-
dici significativi - key performance indi-
cator - di modellazione, di simulazione
dell’impatto sul sistema aziendale degli
interventi ipotizzati prima di metterli
effettivamente in atto. Si possono poi
misurare i risultati, confrontarli con gli
obiettivi, individuare gli scostamenti,
confrontare le proprie pratiche azien-
dali con le best practice dell’industria e
mettere in atto eventuali reingegneriz-
zazioni dei processi, ove necessario. Si
possono, dunque, utilizzare le funzio-
nalità tipiche degli Erp per ottimizzare
i processi non solo dal punto di vista
economico, ma anche ambientale. Ci
sono, poi, soluzioni Sap specifiche per
l’ambiente e l’energia ossia Sap Envi-
ronment, health and safety manage-
ment (Ehs) per controllare e gestire
tutti gli aspetti della produzione legati
all’ambiente, alla salute e alla sicurez-
za, compreso il rispetto delle norme
ambientali e quelle che regolano l’im-
piego di prodotti pericolosi e due solu-
zioni della linea Businessobjects ossia
governance, risk, and compliance so-
lution; c’è Carbon impact, offerta co-
me servizio on demand, e Sustainabili-
ty performance management per la
definizione degli obiettivi di sostenibili-
tà e il tracking dei risultati, il risk mana-
gement e il monitoraggio.
«Ma oltre a ciò, entro cinque anni -
promette Giacomelli - tutti i moduli di
Business suite, l’Erp di alta gamma di
Sap, saranno integrati con componen-
ti specifici per la sostenibilità ambienta-
le, come funzioni automatiche di otti-
mizzazione per ridurre l’impatto.
Gianni Giacomelli
44
storia di copertina 11/2010
ANALISI ICT
L’effettiva riduzione dei consumiva misurata sull’intero ciclo di vitaIl grado d’efficienza si valuta considerando prodotti e dispositivi, anelli di una catena che tiene anche conto di usi e comportamenti
Sei regole per non cadere nella trappoladel falso beneficio
Molte delle sfide poste dai progetti di riduzione dei consumi energetici sono collegate alla necessità di questo “approccio olistico”. Alcuni punti che vale la pena evidenziare sono:
1.Necessità di un’analisi energetica completa del sistema da ottimizzare, che richiede spesso competenze multi-disciplinari difficili da reperire in una singola organizzazione o team di progetto
2.Disponibilità di dati precisi e accurati, preferibilmente derivanti da misure sul campo, per caratterizzare i consumi del sistema e stimarne i margini di miglioramento, nonché, a posteriori, per verificare l’effetto delle misure di risparmio adottate
3.Disponibilità di metodi efficaci e completi per la caratterizzazione delle diverse soluzio-ni di risparmio energetico e la stima precisa delle riduzioni ottenibili
4.Complessità della logica e dell’infrastruttura di controllo, che cresce con la complessità del sistema da controllare, fino al punto in cui l’investimento e i tempi richiesti per la rea-lizzazione e l’utilizzo supera i benefici ottenibili (anche quando l’infrastruttura di controllo risultasse un investimento conveniente sul medio-lungo periodo, il costo iniziale di imple-mentazione potrebbe costituire una barriera all’adozione, in particolare in periodi di crisi economica, quando l’obiettivo di molte imprese è la riduzione dei costi sul breve-brevissi-mo periodo a fronte di investimenti minimi
5.Problema di mantenimento del pregresso. Non è pensabile una sostituzione comples-siva con tecnologie eco-friendly in quanto il costo sarebbe superiore ai benefici consegui-bili in risparmio energetico
6.Necessità di considerare sempre anche gli aspetti non tecnologici, in particolare quelli legati alla gestione delle risorse umane e all’organizzazione aziendale, che necessariamen-te devono accompagnare le soluzioni tecniche. In particolare, tenere presente che:
a. In molti casi, la soluzione impone una revisione dei processi e un nuovo “modus operandi” che va a impattare sull’organizzazione e richiede un ripensamento di ruo-li e competenze
b. Molte soluzioni tecnologicamente avanzate, ed estremamente vantaggiose sulla carta, non sono poi utilizzate perché non adeguatamente presentate, supportate, inquadrate in servizi opportunia cura di Diego Ragazzi
(manager Ict di Cefriel)
Quasi invariabilmente l’introdu-
zione di nuovi prodotti, veicoli
o dispositivi che consumano meno
energia viene presentata come un
miglioramento del consumo ener-
getico complessivo. Ma altrettanto
invariabilmente non viene presenta-
to il quadro nella sua interezza. Il
problema è quindi tener presente
che, affinché un nuovo prodotto,
sostituendo un prodotto di largo
consumo, possa effettivamente por-
tare a un miglioramento nell’effi-
cienza energetica complessiva, oc-
corre considerarne l’intero ciclo di
vita su un periodo di tempo adegua-
tamente lungo (Life cycle energy
assessment). Non basta che il pro-
dotto “consumi meno” durante la
fase d’uso, perché tale fase è solo
un tassello del mosaico.
Occorre, poi, verificare che un tasso
di sostituzione troppo serrato di
vecchi prodotti (che potrebbero du-
rare ancora molti anni) con nuovi e
più efficienti, non generi sul medio/
lungo periodo un’inefficienza com-
plessiva. Quindi, è necessario con-
siderare eventuali nuovi usi o com-
portamenti sociali indotti dal nuovo
prodotto, che potrebbero vanifica-
re il miglioramento atteso a causa
di un utilizzo più intenso, diffuso o
prolungato.
45
storia di copertina 11/2010
Luciano Barelli
PROGETTO ENERGETICA MENTE
Tutto sott’occhio minuto per minutoe un altro 15% di spese viene cancellatoInfo Solution ha ideato, in collaborazione con il Politecnico di Milano, un sistema di controllo dinamico. L’esperimento su un edificio di sei piani
Realizzare un sistema automa-
tizzato per il monitoraggio, la
gestione e il controllo efficiente di
impianti di climatizzazione centra-
lizzati a uso abitativo e commercia-
le: questo è quanto si era proposto
Info Solution (società milanese di
progettazione di sistemi elettronici
fondata nel 1998) con il progetto
Energetica Mente, il cui prototipo,
finanziato dalla Regione Lombar-
dia, è stato recentemente presen-
tato dalla Fondazione Politecnico
di Milano.
Per realizzare questo progetto, che
segna l’ingresso di Info Solution nel
mercato delle soluzioni di efficienza
energetica dopo un periodo iniziale
di rapida crescita nei settore aero-
spaziale e telecomunicazioni, grazie
a importanti forniture a clienti come
Finmeccanica, Alcatel ed Erics-
son, è stato creato lo spin off Save
Energy ed è stato stretto un rap-
porto di collaborazione di fondo con
il dipartimento di Elettronica e infor-
mazione del Politecnico di Milano.
«Alla base del progetto - spiega il
direttore generale di Info Solution,
Gaetano Moschetto - sta la con-
statazione che i pacchetti di ristrut-
turazione e di efficientamento oggi
sul mercato vengono progettati ri-
ferendosi ai parametri ambientali
prefissati corrispondenti alle condi-
zioni estreme, come i mesi inverna-
li, e a ipotesi di carico standard e
pertanto realizzano un controllo
che si può definire statico. Perciò
sono meno efficienti negli altri pe-
riodi dell’anno e in situazioni di
utenza fuori della media prescelta.
Il progetto Energica Mente ha, inve-
ce, realizzato un sistema di control-
lo dinamico, che ha alla base un
controllore elettronico, progettato
utilizzando un modello di simula-
zione dell’impianto realizzato dal
dipartimento di Elettronica e infor-
mazione del Politecnico di Milano
che ha messo a punto la legge di
controllo, dopo averla testata per
vari tipi di carico secondo i profili
degli utenti e che tiene conto dei
parametri ambientali variabili nel
tempo». Il prototipo, realizzato da
Save Energy su un edificio abitativo
di sei piani ristrutturato di recente
secondo una metodologia di buon
livello che potremo definire stan-
dard, ha dato come risultato una
ulteriore riduzione dei consumi del
12-15%, con un ritorno dell’investi-
mento stimato in tre anni.
Info Solution è oggi pronta a offrire
sul mercato soluzioni analoghe e lo
farà in partnership con EnerTech
Solution, una start up del Politecni-
co di Milano che si occuperà dell’of-
ferta della componente di servizio,
per esempio dell’auditing energeti-
co, mentre Save Energy fornirà la
componente impiantistica.Gaetano Moschetto, direttore generale di Info Solution
46
storia di copertina 11/2010
Èpossibile ristrutturare un data
center aziendale, aumentando
potenza, affidabilità e disponibilità
riducendo al tempo stesso l’impatto
ambientale e i consumi.
Lo dimostra il caso di Cva (Compa-
gnia Valdostana delle Acque), un
gruppo che produce annualmente
2.800 milioni di kWh di energia idro-
elettrica che, volendo dotarsi di una
infrastruttura informatica ad alta affi-
dabilità e con funzioni di disaster re-
covery, ha recentemente sdoppiato il
suo data center in due strutture spe-
culari distanti 30 km l’una dall’altra.
Nonostante l’aumento della potenza
elaborativa e della memoria installata
i consumi di ciascun centro risultano
inferiori del 30% di quelli del centro
di partenza. «Abbiamo virtualizzato
30 server Windows dedicati all’infor-
matica individuale su solo tre server
fisici e i tre server Unix su cui girano le
applicazioni aziendali su una sola uni-
tà più potente - spiega Erik Capec-
chi, responsabile It del Gruppo -. Ciò
ci ha consentito di ridurre considere-
volmente il consumo energetico e lo
spazio occupato. Abbiamo poi realiz-
zato un nuovo data center gemello a
Pont Saint Martin collegato alla sala
server della nostra sede di Chatillon
da un collegamento in fibra ottica a
basso impatto ambientale, visto che
non è amplificata e che non produce
inquinamento elettromagnetico.
Questo nuovo data center è stato re-
alizzato da Ibm che nel progetto ha
utilizzato vari accorgimenti riguardo
al flusso dell’aria dell’impianto di con-
dizionamento in modo da minimiz-
zarne i consumi».
Con la suite Ca ecoSoftware, giunta ormai alla versione
2.0, Ca Technologies si propone di aiutare ancora di
più i clienti a valutare l’impatto ambientale delle proprie at-
tività, allineando al contempo i programmi di sostenibilità
agli obiettivi del business aziendale. La suite, che il produt-
tore dichiara pienamente integrabile con l’infrastruttura
software aziendale, è composta da due soluzioni. La prima,
Ca ecoGovernance, presenta un framework di reporting
che consentirà agli utenti di precompilare i report standard,
riducendo il tempo e l’impegno solitamente richiesti per la
loro creazione. Con l’automazione di tale processo, le orga-
nizzazioni potranno reperire più facilmente dati sempre
aggiornati e coerenti senza essere costrette a rinunciare alla
flessibilità necessaria per l’inserimento di eventuali testi de-
scrittivi o di documentazione d’appoggio. È possibile realiz-
zare vari report evidenzianti, per esempio, l’andamento dei
consumi per le varie fonti energetiche o il comportamento
dei fornitori dal punto di vista della sostenibilità. Ca ecoGo-
vernance permette, inoltre, di realizzare una reportistica
internazionale in 9 lingue, compreso l’italiano, registrando i
dati nelle varie unità di misura e valute locali per poi selezio-
narne una globale per uniformare il bilancio a livello mon-
diale. La seconda soluzione, Ca ecoMeter, promette una
gestione energetica migliorata grazie all’interazione bidire-
zionale con un’ampia serie di dispositivi e sistemi, anche
eterogenei e operanti con protocolli diversi, che vengono
rilevati automaticamente grazie al processo automatico di
discovery, con la possibilità di accedere ai dati energetici
relativi a impianti distanti fra loro, che è stato potenziato.
Inoltre, la discovery automatica può accelerare la configura-
zione e manutenzione della procedura di gestione dei dati
operativi riguardanti i consumi energetici - con benefici che
si evidenziano soprattutto nel caso di più impianti. Ca eco-
Meter è stato concepito per l’integrazione con sistemi di
Building management system tradizionali per la gestione
integrata dell’impiantistica degli edifici.
Il data center si fa in due, ma le ridondanze si riducono
Due soluzioni software indicano al cliente la retta via ambientale
COMPAGNIA VALDOSTANA DELLE ACQUE
CA TECHNOLOGIES
47
storia di copertina 11/2010
L’Europa delle Tlc alla ricerca della quarta generazione
Le Ict inquinano quanto il trasporto aereo. È tempo di Green It
ALCATEL-LUCENT E SOCI
OSSERVATORIO INTERNAZIONALE
Le Tlc di quarta generazione sono
alle porte e saranno sempre più
Green grazie a un programma lan-
ciato da un consorzio composto da
due costruttori di reti, ossia Alcatel-
Lucent, con il ruolo di coordinatore,
ed Ericsson, un operatore, ossia Te-
lecom Italia presente con la sua
struttura di ricerca e sviluppo, e dodi-
ci tra produttori di componenti e or-
ganismi di ricerca. Battezzato Energy
Aware Radio and Network Technolo-
gies (Earth), il programma è finanzia-
to dall’Unione europea, con 9,5 mi-
lioni di euro nell’ambito del settimo
Programma quadro, mentre altri 5,3
milioni sono forniti dai membri del
consorzio. L’impegno dei partner è
quello di definire nuovi scenari tec-
nologici che permettano, entro la
metà del 2012, almeno il dimezza-
Navigare su Internet o
accedere alla posta
elettronica, elaborare con-
tenuti on line o accedere ai
social networking non so-
no operazioni indolori.
Ognuna delle singole ope-
razioni citate comporta
consumo di energia e
quindi inquina. E che per la
legge dei grandi numeri si
tratti di un consumo assai
elevato, lo testimonia il
Global Green It report rea-
lizzato dal Centro studi
CrEsit dell’Università In-
subria di Varese, in colla-
borazione con la San
Francisco State Univer-
sity, curato da Pricewa-
terhouseCoopers per la
verifica dei risultati. In ter-
mini di CO2 l’Ict determina
il 2% delle emissioni totali
e raggiungerà il 3% entro
il 2020. Inoltre, come testi-
monia una stima dell’Epa,
l’Agenzia di protezione
dell’ambiente americana,
dal 2002 al 2006 i consumi
energetici dei data center
sono raddoppiati.
Il Git report si propone di
monitorare con cadenza
annuale gli orientamenti e
le strategie delle imprese
sull’impatto delle It, indivi-
duando tutte le iniziative
(hardware e software) che
permettono di ridurre il
consumo energetico.
Il report analizza le princi-
pali iniziative di Green It e
il grado di diffusione nelle
imprese: si va dall’ottimiz-
zazione dei flussi d’aria ai
miglioramenti del sistema
di raffreddamento fino al
consolidamento dei server.
I comportamenti delle im-
prese sono, poi, misurati
sulla base dell’ampiezza
dell’iniziativa e i motivi alla
base della scelta. Le azien-
de in cui le iniziative sono
diffuse all’intera organiz-
zazione sono meno del
25%, quelle in cui sono li-
mitate a singole unità sono
il 50%. Il movente è nel
50% dei casi il risparmio
dei costi e non ancora un
obiettivo strategico di re-
sponsabilità ambientale.
mento dei consumi a parità di presta-
zioni delle reti Lte (Long term evolu-
tion). Il programma si prefigge di ot-
tenere risparmi energetici nel campo
delle reti wireless, dei loro compo-
nenti e dell’interfaccia radio svilup-
pando una nuova generazione di
apparati e di componenti ad alta ef-
ficienza energetica, e progettando
soluzioni per la gestione delle reti
energeticamente consapevoli.
Questo progetto non è l’unica inizia-
tiva sul fronte della sostenibilità am-
bientale e del risparmio energetico
che vede coinvolta Alcatel-Lucent:
«Abbiamo sviluppato un approccio
multidisciplinare indirizzato agli ope-
ratori di Tlc che copre varie voci,
dall’ottimizzazione dei consumi alle
strategie di backup, all’uso delle fon-
ti alternative, ai centri dimostrativi -
ha dichiarato Stefano Lorenzi, am-
ministratore delegato di Alcatel-Lu-
cent Italia -. In particolare, un pro-
gramma ad hoc, che ha ricevuto
dalla Commissione europea il premio
Europa energie sostenibili e renderà
possibile l’accesso ai servizi di telefo-
nia e alla banda larga al miliardo e
oltre di utenti che oggi ne sono esclu-
si, dato che permetterà di portare
questi servizi in aree non servite dalla
rete elettrica. E ciò senza utilizzare
fonti di generazione inquinanti. Inol-
tre in Italia abbiamo sviluppato un
sistema di controllo e ottimizzazione
per l’efficientamento energetico di
impianti, edifici e campus, che sarà
tra l’altro adottato all’Università
dell’Aquila nell’ambito dei pro-
grammi di ricostruzione post-terre-
moto».
49
storia di copertina 11/2010
Luciano Barelli
STAMPANTI
Cartuccia ricondizionata non fa risparmioHp rispetta ambiente e portafoglioIl cattivo funzionamento delle laser erode i benefici di una buona “produzione”. Risultati e progetti del Gruppo illustrati dal marketing manager Jochem Ziegler
Hp ha da sempre a cuore il ri-
spetto dell’ambiente e il ri-
sparmio energetico, in particolare
nella linea Imaging&printing ma,
ammonisce Jochem Ziegler, mar-
keting manager Hp Imaging&prin-
ting Group, non può farsi carico del
problema da sola: anche il cliente
deve fare la sua parte. Come? Per
esempio evitando di scegliere le
cartucce ricondizionate: «Una certa
corrente di pensiero sostiene che
per aiutare l’ambiente bisogna evi-
tare di produrre cartucce nuove
fintanto che si possono utilizzare
cartucce vecchie, riempiendole di
nuovo inchiostro o toner - com-
menta Ziegler -. Niente di più falso.
La ragione è semplice: l’impatto
ambientale delle stampanti dipen-
de solo per il 7% del totale dalla
fase di produzione di una cartuccia
laser, mente l’utilizzo è responsabi-
le del 76%. Ciò significa che è suf-
ficiente un funzionamento non più
al 100% di una cartuccia ricondi-
zionata, con conseguente necessità
di rifare parte delle stampe, per
erodere il beneficio della mancata
produzione della cartuccia. Se a ciò
si aggiunge l’impatto ambientale
dell’operazione di riempimento e
dello smaltimento a fine vita di
queste cartucce che non sono smal-
tite da Hp, è chiaro che la scelta
diventa perdente». Da notare poi,
sottolinea Ziegler, che i toner non
originali accorciano la vita delle car-
tucce laser soprattutto per quanto
riguarda il cilindro che fissa termi-
camente il toner sulla pagina, il co-
siddetto fuser: non per nulla Hp
investe annualmente un miliardo di
dollari per mantenere al massimo
livello tecnologico la sua linea di
consumabili.
Ziegler non ha dati specifici per le
inkjet, ma sostiene che i numeri
sono analoghi: in particolare, la
criticità delle inkjet sta nei 1.248
ugelli di ogni cartuccia che si de-
teriorano progressivamente con
l’uso e non garantiscono un per-
fetto funzionamento oltre la cari-
ca originale e che possono ostru-
irsi se la qualità dell’inchiostro di
riempimento, che non è l’originale
perché Hp non lo fornisce, non è
adeguata.
Anche Hp fa la sua parte, sul fron-
te della progettazione, dello smal-
timento e del riuso. «Innanzitutto
le nostre laser diventano sempre
più rispettose dell’ambiente e og-
gi consumano circa un terzo di
energia in meno rispetto a model-
li analoghi della nostra concorren-
za - sottolinea Ziegler -. Poi, il
70% della plastica utilizzata nelle
nostre cartucce inkjet è riciclata
(20% della laser jet) e le confezio-
ni del 2010 sono ridotte del 40%
rispetto a quelle del 2006. Infine,
Hp garantisce il recupero gratuito
delle cartucce esauste dei clienti
business attraverso la rete degli
Hp Planet Partner, che operano in
53 Paesi e che nei 21 anni della
loro esistenza hanno ritirato 320
milioni di cartucce laser jet e inkjet
pari a 770.000 tonnellate di pro-
dotti. In quasi tutti i Paesi Hp ritira
anche le cartucce utilizzate dai
clienti consumer per posta o pres-
so i rivenditori. Ciò non è sfortu-
natamente possibile in Italia per-
ché la legge, ahimé, lo vieta».
Xerox estende Iso 14001 a nuovi sitiLa gestione documentale di Xerox si è fatta sostenibile. Lo certifica l’estensione della Iso 14001 ai siti Xgs Xerox di Calco (Lc), Perignano (Pi) e Fabriano (An), che si occupano di gestione documentale e business process outsourcing: al loro interno, i processi produttivi si sono adeguati totalmente a questa normativa, implementando azioni e procedure con particolare attenzione nei confronti dell’ambiente.
50
news&mercati 11/2010
I CAMBIAMENTI CLIMATICI
La vera minaccia sonole emissioni inquinanti futureDue studiosi di Stanford respingono le tesi catastrofiste: non siamo al punto di non ritorno
LA RICERCA
Meno smogda autotrazione
La principale minaccia per i cam-
biamenti climatici del nostro Pia-
neta è nelle tecnologie che decidere-
mo di utilizzare nei prossimi decenni.
Come chiarisce uno studio di Steven
Davis e Ken Caldeira (Università di
Stanford), lo scenario non è così ca-
tastrofico come si potrebbe pensare.
I due ricercatori hanno calcolato
quanta CO2 emetterà l’attuale siste-
ma energetico mondiale da qui al
2060: automobili, aeroplani, indu-
strie, centrali termoelettriche, ogni
tipo di struttura o veicolo che brucia
fonti fossili e genera inquinamento.
Il modello di Davis e Caldeira ha ipo-
tizzato di sfruttare tutti gli elementi
del sistema energetico esistente fino
al termine della loro vita media (per
esempio, 40 anni per una centrale a
carbone), senza più costruire niente
di nuovo. Si scopre così che l’atmo-
sfera riceverebbe ancora circa 500
miliardi di tonnellate di CO2; ciò fa-
rebbe aumentare la temperatura
media terrestre di 1,3 gradi centigra-
di rispetto ai livelli preindustriali, con
Cala l’inquinamento da “quat-
tro ruote”? Il Centro Ricerche
Continental Autocarro azzarda
una risposta positiva evidenziando
che nei primi nove mesi di quest’an-
no nel nostro Paese le emissioni di
CO2 derivate dall’uso di benzina e
gasolio per autotrazione sono dimi-
nuite di più di 1.300.000 tonnellate
rispetto allo stesso periodo dello
scorso anno. In termini percentuali il
calo è stato pari all’1,8 per cento. Il
calo della CO2 deriva principalmente
dalla netta diminuzione delle emis-
sioni provenienti dall’uso di benzina,
che in agosto sono calate del 4,6%,
mentre nei primi otto mesi del 6,5%
(per effetto di una diminuzione del-
la stessa entità nei consumi). In so-
stanziale equilibrio rispetto allo
scorso anno, invece, il dato sulle
emissioni di CO2 derivate dall’uso di
gasolio per autotrazione, combusti-
bile utilizzato in larga misura per i
mezzi addetti al trasporto merci. Ad
agosto è stato, infatti, registrato un
aumento del 3,3%, mentre la situa-
zione a otto mesi dall’inizio dell’an-
no evidenzia una lieve crescita dello
0,3%, che non è riuscita, però, a
compensare il decremento dei con-
sumi di benzina.
La mappa dell’efficienza di FederlegnoArredo
FederlegnoArredo è diventato partner di un progetto di mappatura ener-getico-ambientale delle aziende. Promosso da Asdi (Agenzia per lo svilup-po del distretto industriale del mobile di Livenza), ha lo scopo di rilevare, in uno spazio temporale di dieci mesi, i fabbisogni energetici di circa 800 imprese del settore mobile/arredamento: inizialmente verrà fatta una map-patura dell’efficienza energetica e ambientale delle aziende, per poi con-durre un’analisi delle necessarie migliorie tecnologiche applicate o da apportare. Attraverso un sistema di monitoraggio energetico sarà possibi-le valutare il conferimento dei Titoli di efficienza energetica, calcolando i benefici che ne derivano per le aziende.
una concentrazione di CO2 in atmo-
sfera inferiore a 430 ppm (parti per
milione). Potremmo dunque evitare
gli effetti nefasti del riscaldamento
globale, che gli scienziati fanno scat-
tare con un innalzamento della tem-
peratura media di oltre due gradi
centigradi e una concentrazione di
CO2 superiore a 430 ppm. In altri ter-
mini, la minaccia per l’ecologia è nel-
le emissioni che produrremo in futu-
ro, con i veicoli e le centrali ancora da
costruire. Il vero problema è allora
l’inerzia tecnologica: fabbricare vei-
coli, centrali e infrastrutture che in-
quinano troppo. Posto che non si
può bloccare lo sviluppo dell’econo-
mia mondiale, bisogna orientare tut-
ti gli sforzi sul miglioramento tecno-
logico. Non possiamo dormire sugli
allori solo perché siamo ancora lon-
tani dal punto di non ritorno, ammo-
niscono gli autori dello studio. Ogni
nuova centrale a carbone, per esem-
pio, è un passo avanti verso un cam-
biamento climatico che potrebbe
diventare irreversibile.
.com
51
news&mercati 11/2010
GRANDI STRUTTURE
In volo grazie ai rifiuti della grande LondraBiocarburante per gli aerei del City AirportBiomasse, alghe e pneumatici di scarto: l’investimento si aggira sui 250 milioni di euro. Prevista la costruzione di altri cinque impianti simili in Europa
Al London City Airport i velivoli
utilizzeranno biocarburante da
biomassa. Il progetto, frutto dell’ac-
cordo tra British Airways, Solena,
Greater London Authority e Next
Energy Capital, prevede la costru-
zione di un impianto in grado di gas-
sificare le biomasse per scomposizio-
ne molecolare ad alta temperatura
con lo scopo di produrre un gas sinte-
tico a impatto zero, poi usato per la
produzione di biocarburante per aerei
attraverso il procedimento Fisher-
Tropsch. Le materie prime utilizzabili
per questo processo sono prima di
tutto i rifiuti della città di Londra, ma
anche biomasse vegetali, alghe, pneu-
matici di scarto, rifiuti urbani, com-
merciali e industriali. Il biocarburante
di risulta può essere mescolato fino al
50% con altri carburanti tradizionali,
senza la necessità di variare le compo-
nenti del motore. L’impianto, oltre a
produrre 16 galloni di biocarburante,
è in grado di generare anche 20 MWp
di energia elettrica e calore per uso
industriale o teleriscaldamento. L’in-
vestimento per una centrale di questo
tipo si aggira sui 250 milioni di euro:
NextEnergy Capital e Solena stanno
istituendo una piattaforma di investi-
mento per la costruzione di 5 impian-
ti simili in Europa. Ciascun impianto
crea 1.000 posti di lavoro nella fase di
costruzione e 400 per la gestione.
British Airways fa parte anche del
Consorzio Surf (Sustainable Use of
Renewable Fuels) insieme ad Airbus
e all’Università di Cranfield: attra-
verso un impianto pilota, il consorzio
è impegnato nell’ottenere biocarbu-
rante dalle alghe.
L’impegno ambientale di Auchan sta dando buoni
risultati. Basti pensare che da giugno 2009 a luglio
2010, mettendo al bando il
sacchetto di plastica, è riuscita
a risparmiare 30 milioni di
shopper grandi e 180 milioni
di quelle piccole, per un totale
di 1.458 tonnellate di plastica.
Al posto dei sacchetti in polie-
tilene sono state proposte borse riutilizzabili: da inizio
settembre è, inoltre, disponibile presso i supermerca-
ti una versione di borsa milleusi con illustrazioni di
Fulco Pratesi, fondatore italiano del Wwf. In vendita
al prezzo di 2,50 euro, darà la possibilità, attraverso
tutti i ricavi, di adottare 13 Oasi Wwf da parte di 52
ipermercati. I clienti che acquisteranno la borsa spe-
ciale avranno diritto a un ingresso gratuito per visitare
le Oasi.
RIUTILIZZO
Auchan mette al bando le borse di plastica
Un’immagine delle piste di atterraggio e decollo del London City Airport
53
di Guido Plutino
LA SPERIMENTAZIONE
Quando le risorse creano innovazioneAuto che passa, elettricità che nasceGeneratori piezoelettrici posti sotto l’asfalto messi in funzione dal peso delle vetture. Le ricerche alimentate dagli investimenti
Nel mercato finanziario - come
nel resto del mondo - pro e
contro sono strettamente intreccia-
ti. L’interesse degli investitori (e de-
gli speculatori) per un settore del
listino o dell’economia aumenta la
volatilità e i pericoli di formazione
di bolle. Ma l’abbondanza di risorse
che si riversano sul comparto aiuta
- tra l’altro - ricerca e innovazione.
Insomma, è la vecchia storia del
bicchiere mezzo pieno o mezzo
vuoto a seconda dei punti di vista.
Il caso delle energie pulite è, tra
quelli recenti, il più significativo. La
pressione del mercato sta, infatti,
contribuendo a produrre risultati
che ai profani sembrano fanta-
scienza. Gli esempi sono numerosi.
Eccone alcuni che hanno il pregio
di essere sperimentati (e di funzio-
nare) o che hanno già raccolto in-
vestimenti di rilievo. Il primo caso
degno di menzione è quello del
traffico di veicoli e persone che vie-
ne trasformato in energia elettrica.
Considerando che le auto sono
“colpevoli” di gravi forme di inqui-
namento, il loro sfruttamento co-
me fonti di energia pulita ha in sé
qualcosa di etico.
Il sistema è stato già sperimentato
e applicato in Israele (dalla società
Innowatech), ma presto arriverà in
Italia, in un tratto dell’autostrada
A4. Come funziona? La risposta è:
grazie a materiale piezoelettrico di
ultima generazione, declinato in
varie forme. In pratica, piastre di
generatori piezoelettrici vengono
inserite appena sotto l’asfalto, op-
pure lungo le corsie di decelerazio-
ne delle rampe di uscita, o prima
dei caselli (in questo caso il brevet-
to, battezzato “Lybra”, è italiano),
e sono messe in funzione dal peso
delle auto in transito. Variazioni
sullo stesso tema sono rappresen-
tate da marciapiedi (sperimentati a
Tolosa, dove grazie ai passi dei pe-
doni alimentano i lampioni), tornel-
li di ingresso della metropolitana (a
Tokyo) e piste da ballo (in due di-
scoteche, a Londra e a Rotter-
dam).
Ci sono, poi, due casi ancora più
particolari che rinviano al mondo
del clima e a quello del fitness. Il
primo parla francese: i ricercatori di
un istituto di Grenoble, Cea/Leti-
Minatec, hanno sviluppato un si-
stema che - attraverso una struttura
piezoelettrica - riesce a recuperare
l’energia prodotta dalla vibrazione
generata da una goccia di pioggia
che cade. Il sistema funziona con
gocce di pioggia di diametro varia-
bile tra 1 e 5 millimetri. Alcune si-
mulazioni hanno dimostrato che
dall’impatto di una delle gocce più
grandi è possibile recuperare fino a
12 milliwatt. Il secondo caso è stato
realizzato a Copenhagen, nella pa-
lestra dell’Hotel Crown Plaza To-
wer: qui le cyclette sono state col-
legate a una dinamo, così gli sforzi
salutistici dei clienti alleggeriscono
la bolletta, oltre che la bilancia.
Chi ha detto che per l’eolico servono le pale?Tra le tante certezze che cadono c’è anche quella della necessità delle pale per produrre energia eolica. La nuova frontiera si chiama “aerogeneratore”, o “windbelt”, ed è stata raggiunta grazie all’invenzione di uno scienziato californiano di 28 anni, Shawn Frayne.L’apparecchiatura è già uscita dallo stadio di prototipo ed è stata realizzata dalla società Humdinger Wind Energy.Funziona sfruttando le vibrazioni create dal vento sui materiali sottili. In questo caso, una striscia di tessuto speciale tesa tra due magneti e due bobine. L’aerogeneratore può essere costruito in diverse dimensioni (anche di soli 5 centimetri) e collocato ovunque, perfino in località dove non sono disponibili quantità elevate di vento.
54
Potrà parere strano che oggi si de-
nunci uno stato di sovracapacità,
con tutto il parlare che si è fatto, dopo
il famoso black out del 2003, della
necessità di aumentare la produzione
di energia elettrica in Italia.
Invece, nel corso del recente 10° Ener-
gy Summit organizzato da Il Sole 24
Ore, sono state molte le voci a denun-
ciare proprio questo fenomeno.
La situazione è impietosamente illu-
strata dai dati di Terna che dichiara
pari a 101,4 GW, al 31 dicembre
2009, la somma della potenza effi-
ciente netta di tutti gli impianti di pro-
duzione attivi in Italia, a fronte della
domanda massima storica, verificata-
si il 18 luglio 2007, di 56,8 GW.
E il progressivo contenimento dei con-
sumi, ridotti dal 2008 al 2009 di 19
TWh secondo l’Autorità per l’ener-
gia elettrica e il gas -, risultato non
solo della crisi economica, ma anche
dei primi successi delle buone pratiche
di efficientamento e di risparmio ener-
getico - non fa che esacerbare ulterior-
mente il fenomeno, specie in prospet-
tiva. Naturalmente la potenza disponi-
bile deve essere ben oltre il picco di ri-
chiesta atteso per tener conto dei
possibili fuori esercizio per guasti o
manutenzione degli impianti e della
loro non ottimale distribuzione sul ter-
ritorio. Sembra, però, chiaro che la si-
tuazione attuale sia troppo sbilanciata
tanto che le centrali a gas, che secon-
do dati Assoelettrica rappresentano
il 51% della potenza installata, nel
corso del 2010 sono state spesso
spente per lasciare il passo all’energia
prodotta da fonti rinnovabili, in parti-
colare a quel 7% generato dal foto-
voltaico e dall’eolico. E capita che le
centrali da spegnere siano state quel-
le più moderne, efficienti e pulite, e
ciò per pure ragioni geografiche.
Da qui i commenti preoccupati di tut-
ti i produttori di centrali presenti
all’Energy Summit che, dopo il boom
post 2003, devono oggi far fronte a
una grave stasi del mercato delle cen-
trali convenzionali, mentre la dinami-
cità del mercato delle fonti rinnovabi-
li non è di per sé tranquillizzante visto
che non ci sono certezze normative e
incentivazioni a medio, e ancor meno
a lungo, termine.
Il vero problema non è tanto (o sol-
tanto) il quanto, ma il dove. In altre
parole, non ci si deve fermare a con-
siderare la produzione nazionale nel
suo complesso, ma analizzare dove
questa è localizzata e qual è lo stato
delle reti che la interconnettono alla
rete nazionale. In particolare, sugge-
risce Costantino Lato, direttore stu-
di, statistiche e servizi del Gse, «no-
nostante l’attuale sovracapacità biso-
gna comunque far crescere la produ-
zione al Sud ed eliminare le difficoltà
di trasmissione verso il Nord».
«Cosa può succedere con l’attuale
stato delle reti e distribuzione delle
centrali lo si è visto il 17 luglio scorso
- ricorda Roberto Malaman, diret-
tore generale dell’Autorità per l’ener-
gia elettrica e il gas -: in occasione di
quello che è stato il picco della do-
manda del 2010, il Sud nella sua glo-
balità è sempre rimasto in sovracapa-
cità, ma la Sicilia è andata in crisi per-
ché le reti verso la Penisola hanno
fatto da collo di bottiglia. E anche nel-
le regioni centro settentrionali le cose
non sono andate poi benissimo per-
ché mentre il Nord è rimasto in sovra-
capacità, il Centro Nord è risultato in
sottocapacità». Il problema si sposta
perciò dalle centrali alla rete. «Prima
di altre nuove centrali bisogna costru-
ire le reti» sottolinea il direttore ope-
rations Italia di Terna Gianni Vittorio
Armani, che dichiara in un miliardo
di euro il volume di investimenti 2010
della sua azienda. «Non basta, però,
stanziare fondi per risolvere il proble-
ma, prova ne sia che ci sono ben 10
elettrodotti da 380 kV in attesa di au-
torizzazione, un processo che - com-
menta Armani - coinvolge ogni volta
un centinaio di diversi soggetti».
Luciano Barelli
10° ENERGY SUMMIT/1
Dai black out alla sovraproduzioneLe reti oltre il divario tra Nord e Sud Crisi economica e pratiche di risparmio hanno ridotto i consumi di energia elettrica. Ora occorre creare connessioni snellendo l’itinerario burocratico
55
Come si sta evolvendo il settore
delle energie rinnovabili in Ita-
lia? A che punto siamo e cosa ne sarà
del nostro futuro?
Si è parlato anche di questo durante
l’Energy Summit nella mattinata co-
ordinata da Energia24 e si è cercato
di capire, attraverso le opinioni di dif-
ferenti attori del settore, qual è la
condizione del nostro Paese e come
deve agire per essere energetica-
mente pulito.
L’Italia deve raggiungere, in base agli
accordi comunitari, la soglia del 17%
di produzione di energia da fonti rin-
novabili entro il 2020. «È tra i cinque
Paesi che non riusciranno a rispettare
i target assegnati - spiega Carlo Co-
razza, direttore della rappresentan-
za a Milano della Commissione euro-
pea -. Probabilmente arriverà a una
quota del 16% e il restante 1% lo
acquisterà dall’estero».
Perché un Paese ricco di inventiva e
con ottime possibilità nelle rinnova-
bili ha già deciso di “non farcela”?
I nostri vicini d’Europa non reputano
i target di Kyoto così difficili da rag-
giungere. Alcuni Paesi, anzi, supere-
ranno senza problemi il 20%.
«L’Unione europea mette a disposi-
zione fondi per lo sviluppo delle rin-
10° ENERGY SUMMIT/2
La via italiana alle rinnovabiliè nelle tecnologie e nell’efficienzaLe scelte per fotovoltaico ed eolico devono tenere conto delle capacitàdelle imprese. La carta della riduzione dei consumi nelle aree metropolitane
Produzione di rinnovabili in Italia - anno 2009(in percentuale assoluta e regione per regione)
Fonte: Gse 2010
Carlo Corazza
20,4% 7,7%
3,3%16,1%
4,9%
0,6%3,2%
11,0%
2,1%
2,1%
2,7%
3,7%0,9%
2,5%
0,8%2,7%
1,0%2,1%
1,8%
10,5%
56
novabili italiane - afferma Corazza -:
saranno stanziati 16 miliardi di euro
per il fotovoltaico (70%) e il solare a
concentrazione (30%). La biomassa
costituirà una buona fetta del mix
energetico, per il 14-15%. Il nucleare
fa parte delle risorse utilizzabili. L’Ue
non lo impone, lo decidono gli Stati e
l’Italia ha scelto di utilizzare questa
fonte. Infine, nei prossimi dieci anni
l’Unione metterà a disposizione circa
10-12 miliardi di euro per le Smart
city, quei centri urbani che decideran-
no di superare il 20% di target, arri-
vando al 40%, attraverso trasporti
sostenibili, case passive, smart grid,
cogenerazione e uso di materiali non
inquinanti».
Il Gse ha in corso uno studio per ana-
lizzare la filiera delle rinnovabili in Ita-
lia: per esempio, l’energia fotovoltai-
ca ha come base il silicio e produrlo in
Italia è impossibile, «perché necessita
di un costo di energia molto basso e
nel nostro Paese è proprio il contra-
rio» spiega il presidente del Gse Emi-
lio Cremona. Meglio specializzarsi
L’elettricità dalle rinnovabili(Ipotesi di sviluppo entro il 2020 in base al Piano d’azione nazionale)
Fonte: Gse 2010Valori espressi in MW per la potenza installata e in GWh per la produzione lorda
sull’assemblaggio, per essere parte
attiva delle nuove soluzioni tecnolo-
giche e sviluppare una filiera che sia
da traino per l’industria italiana. Stes-
so discorso per l’eolico: «In Italia non
si producono turbine - afferma Cre-
mona -, ma solo i componenti. Si sta,
invece, sviluppando il minieolico che
può avere un ottimo incremento so-
prattutto per le coste e i piccoli centri
dove l’impatto delle grandi pale dan-
neggerebbe l’ambiente».
Il mercato italiano è molto interessan-
te dal punto di vista delle prospettive
e il sistema incentivante è tra i miglio-
ri al mondo. Ed è proprio questo il
punto. Opinione comune è che gli
alti incentivi italiani non aiutano a cre-
scere: devono calare in modo gra-
duale e l’industria deve essere accom-
pagnata per lo sviluppo della tecno-
logia fino a quando gli incentivi non
saranno più necessari. Certo è asso-
lutamente da evitare un’interruzione
brusca, com’è successo in Spagna.
«Auspichiamo che ci sia una norma-
tiva chiara e tempestiva che conduca
l’energia rinnovabile a camminare
con le sue gambe. Il mercato può ac-
cettare che gli incentivi scendano, ma
dobbiamo sapere di quanto con cer-
tezza per costituire business plan ri-
gorosi» spiega Carlo Del Conte,
partner dello Studio legale Pavia e
Ansaldo.
Emilio Cremona
57
Intervenendo dal pubblico Sandro
Clerici di Anie afferma: «Nessuno
ha parlato di quanto costano gli in-
centivi. Attualmente il sistema incen-
tivante per le rinnovabili costa 3 mi-
liardi di euro sulla bolletta italiana.
Nel 2020 saranno 10 miliardi. Sup-
ponendo che calino, l’Italia si troverà
comunque un balzello di 7,5 miliardi
in bolletta. Che sono da dividere non
per 330 TWh, ma su 240 TWh. Ciò
perché i grandi consumatori sono ri-
usciti a non farsi applicare la tassa. In
conclusione questo significa veder
aumentare tra 15 anni la bolletta
energetica del 30%».
Insomma rinnovabili sì, ma con la
certezza da tempo auspicata e con la
voglia di crescere autonomamente
nelle tecnologie. L’Unione europea
comunque punta molto sulla ricerca:
per il fotovoltaico è fondamentale lo
studio di celle che durino almeno 40
anni e con efficienza intorno al 30%;
per i biocarburanti è necessario ba-
sarsi su quelli di seconda generazio-
ne, più legati alla cellulosa che alle
coltivazioni. Infine, è stato deciso di
sostenere progetti per il nucleare di
quarta generazione, «ma potremo
vederlo in attività forse nel 2040»
conclude Corazza.
Una soluzione sostenuta da molti
sembra l’efficienza energetica, che
se effettivamente implementata po-
trebbe permettere di sorpassare i
target europei. Ridurre i consumi fi-
nali, questa è la chiave di volta. D’al-
tronde “l’efficienza energetica rap-
presenta la risorsa più grande, più
economica e più veloce da mettere
in pratica, ma allo stesso tempo la
meno capita, la meno sfruttata e la
meno visibile”, citazione di Amory
Lovins del Rocky Mountain Insti-
tute. L’ambiente urbano sembra la
giusta opportunità per iniziative di
efficienza energetica: «Le aree me-
tropolitane hanno una grande rile-
vanza nel consumo di energia - spie-
ga Sandra Magnani, presidente di
Samares -. Esse possono avere un
peso considerevole per applicare i
concetti di efficientamento energe-
tico. Le smart grid nelle città posso-
no essere utilizzate, poiché è il luogo
dove si trovano la maggior parte dei
consumatori». E il nucleare? Per ri-
spondere ai dubbi sull’energia ato-
mica è intervenuto il sottosegretario
allo Sviluppo economico Stefano
Saglia: «Dopo i black out degli anni
scorsi si è notato che in Italia aveva-
mo un deficit di produzione. Ci sia-
mo svegliati come se fossimo un
Paese del Terzo mondo incapace di
rifornirsi di energia elettrica. Per que-
sto motivo si è agito velocemente.
Con poco tempo a disposizione ab-
biamo dovuto rincorrere la produ-
zione di energia, invece che pro-
grammarla attentamente. Io credo
che le rinnovabili e il nucleare siano
fonti complementari e necessarie: il
programma nucleare, tuttavia, è una
sistema complesso. Se entro il 2020
saranno in attività due centrali po-
tremo dire di aver fatto una grande
operazione. La nostra grave colpa è
comunque quella di non aver ancora
costituito l’Agenzia nucleare».
Chiara Scalco
Stefano Saglia
Alfonso Pecoraro Scanio è stato ospite dell’Energy Summit per spiegare cosa intende fare con la sua nuova Fondazione Univerde. «Aiutare la filiera delle energie alternative perché si formi con forza un’industria italiana» spiega l’ex ministro verde che ha nel suo personale carnet l’aver in-trodotto nel nostro Paese il Conto energia.
58
Le fonti rinnovabili sono una risorsa fondamentale per l’Europa per-ché solo grazie a esse sarà possibile raggiungere gli obiettivi di ri-
duzione del CO2 che la Comunità europea si è data. Senza contare che sono fonti energetiche liberamente disponibili in natura e che perciò nel giro di un certo numero di anni, una volta ammortizzati gli ahinoi alti costi degli impianti, saranno in grado di fornire energia elettrica a prezzi competitivi, oltre a rendere l’Europa più indipendente da altri Paesi per il rifornimento energetico. È quanto ha sostenuto Antonel-la Battaglini, senior scientist presso il Potsdam Institute of Cli-mate Impact Research. Ma le fonti alternative non sono uniforme-mente distribuite. A grandi linee, il solare ha i suoi siti d’elezione nella penisola Iberica, nel meridione d’Italia e in Grecia, l’eolico è più giusti-ficabile sulle coste attorno al mare del Nord e del Sud della Francia, l’idroelettrico è giustificato nelle valli alpine e delle montagne scandi-nave, il geotermico lo troviamo solo in Toscana mentre le regioni cen-tro europee hanno un buon potenziale di biomasse.«Già oggi c’è un potenziale di scambio di energia da fonti rinnova-bili tra Paesi confinanti che non può essere soddisfatto per la man-canza di una rete adeguata - sostiene Battaglini -. L’esempio più tipico è la Spagna che è un Paese particolarmente avanzato nelle produzione di energia solare, ma questa energia non può essere
trasferita in Portogallo o in Francia per l’inadeguatezza delle inter-connessioni. Servirebbe perciò una Super smart grid collegante tutti i Paesi europei». Magari facendo entrare in gioco anche i Pa-esi del Sud Mediterraneo, che hanno un grande potenziale di sola-re termodinamico, come messo in risalto dal progetto Desertec, un
potenziale che potrebbe essere sfruttato realizzando impianti inter-connessi alle reti dei Paesi europei con nuove linee a corrente con-tinua ad alta tensione (Hvdc) come quelle ipotizzate dal progetto Eu-Mena (Europa-Middle East North Africa).Le reti Hvdc sono alla base anche di un altro progetto, l’Europagrid, una rete allo studio per collegare wind farm off shore lungo le coste di Uk, Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Germania e Norve-gia. «L’importante - sottolinea Battaglini - è che l’Europa cominci a ragionare come una singola entità, sotto una guida univoca che potrebbe essere l’Entso-E (European network of transmission sy-stem operators for electricity) ossia il consorzio degli operatori che oggi gestiscono la rete sincrona dell’Europa Continentale, che do-vrebbe promuovere i progetti di interesse europeo anche contro il parere di singoli Paesi, lasciando che questi, invece, si accordino tra loro per realizzare merchant line transfrontaliere per soddisfare specifici interessi comuni». lu.ba.
10° ENERGY SUMMIT/3
Un unico grande progetto Europagridper sfruttare le ricchezze d’ogni Paese
Le connessioni tra le diverse fonti dell’operazione Desertec
Fonte: Desertec 2010
59
Nell’ambito del decimo Energy
Summit organizzato da Il Sole
24 Ore quotidiano e da Energia24,
si è svolta la prima edizione del
Premio Energy 2020 con l’obietti-
vo di conferire un riconoscimento
alle aziende private e pubbliche
che si sono distinte per i progetti
più significativi in campo di effi-
cienza energetica e sostenibilità
ambientale.
Tre le categorie del concorso: pre-
mio “Demetra” per il miglior pro-
getto industriale sostenibile; pre-
mio “Prometeo” per il miglior pro-
getto di innovazione; premio
“Atena” per il miglior progetto di
corporate social responsibility.
È stato, inoltre, assegnato il Pre-
mio “Telemaco” al miglior proget-
to realizzato dai partecipanti al 2°
Master energia e ambiente della
Business School de Il Sole 24 Ore.
In questa categoria ha vinto il lavo-
ro svolto sull’azienda Ropatec.
Sul prossimo numero di Energia24
10° ENERGY SUMMIT/4
Efficienza fa rima con sostenibilitàI vincitori del premio Energy 2020Le aziende che si sono distinte per innovazione e minore impatto ambientale. Un riconoscimento anche ai giovani della Business School de Il Sole 24 Ore
La giuria del premio
Hanno dato il loro contributo al premio: Alberto Biancardi,direttore generale della Cassaconguaglio settore elettrico,Nando Pasquali, amministratore delegato del Gse, e PaoloVigevano, amministratore delegato dell’Acquirente unico.Coordinavano la giuria MattiaLosi, direttore editoriale Il Sole 24 Ore Business Media e direttore di Energia24, e Jacopo Giliberto,giornalista de Il Sole 24 Ore.
A Intesa Sanpaolo il premio Demetra
Ad aggiudicarsi il premio collegato a Demetra - dea greca dell’agricoltura
e della terra da cui discende il ciclo delle stagioni, a garanzia del rispetto
per l’ambiente - è stata Intesa Sanpaolo grazie al suo programma completo
di investimenti e soluzioni gestionali sinergiche che assicurano un minore
impatto ambientale dell’attività. Tra le principali iniziative: sistemi di
monitoraggio e analisi di dettaglio dei consumi energetici, acquisti Green e
gestione ottimizzata degli impianti tecnologici e delle macchine di ufficio.
Queste azioni sinergiche portano avanti il progressivo miglioramento delle
performance aziendali, supportato da procedure ispirate da criteri di gestione
ambiente Iso 14001 ed energia En 16001 applicate su un campione
significativo di siti strumentali, con benefici in termini di risparmio energetico
e di risorse primarie e conseguente riduzione dei costi.
(previsto per dicembre) proporre-
mo ai lettori un’analisi completa
del lavoro svolto dal team della Bu-
siness School (qui nella foto).
60
Al Gruppo Mossi & Ghisolfi il premio Prometeo
Il premio associato a Prometeo - figura mitologica greca che rubò
agli dei il fuoco, l’invenzione più “innovativa” della storia, per
donarlo agli uomini - è stato assegnato a Gruppo Mossi & Ghisolfi per
il programma di ricerca industriale sull’etanolo di seconda generazione
(Proesa) che conta di dare una risposta alla problematica della
produzione sostenibile dei biocarburanti e degli intermedi chimici. La
ricerca ha, infatti, dimostrato la fattibilità del processo di conversione
delle biomasse in etanolo e la possibilità di produrre zuccheri
fermentabili dalle biomasse, a partire da una filiera di produzione
agricola sostenibile e complementare alle colture alimentari.
Siemens Italia vince il premio Atena
ÈSiemens Italia la vincitrice del premio legato ad Atena - dea della
sapienza e della saggezza, simbolo dell’equilibrio sociale - per il
progetto “Energy for life”, che fornisce assistenza medica in mobilità
nei Paesi in via di sviluppo. Innovazione tecnologica e impegno per
uno sviluppo sostenibile hanno portato, infatti, all’allestimento di un
ambulatorio medico mobile, destinato all’Etiopia e donato alla Ong
Worldwide Orphans Foundation, organizzazione specializzata nella
lotta contro l’Aids.
Il premio Cofely alle amministrazioni pubbliche
Nella stessa cornice dell’Energy Summit è stato
assegnato il conferimento del Premio Cofely
per l’efficienza energetica e ambientale dedicato
alla Pubblica amministrazione.
Cofely, Gruppo Gdf Suez, ha premiato i cinque
migliori progetti di efficienza energetica all’interno
delle seguenti categorie: Comuni piccoli e medi,
Province, Sanità e Infrastrutture.
Di seguito tutti i vincitori:
Comune di Monzuno (Bo) per il servizio energia integrato
alla manutenzione e riqualificazione degli impianti e all’impiego di fonti rinnovabili.
Comune di Giaveno (To) con il progetto di riqualificazione
degli impianti termici integrati a pannelli solari e a un sistema di telecontrollo.
Provincia del Medio Campidano con il progetto di adeguamento e messa
a norma degli impianti monitorati da un sistema di telecontrollo.
Ospedale Giambattista Rossi di Borgo Roma (Vr), impegnato
nell’utilizzo della cogenerazione e nella riqualificazione impiantistica degli apparati termici e tecnologici.
Università di Catania per il suo progetto
di ottimizzazione degli impianti grazie a fonti rinnovabili e al telecontrollo di tutte le utenze energetiche.
61
Potremmo definirla una crocia-
ta quella che Diego Caiazzo
ha iniziato a intraprendere. Par-
tendo dal suo sito (www.energy-
manager.net) ha fondato una
nuova associazione.
Gli scopi di Assoenergy sono nobi-
li: dare voce agli Energy manager
in Italia e provvedere alla loro for-
mazione e certificazione. Ma così
fosse, Fire, la Federazione italiana
per l’uso razionale dell’energia,
che ci starebbe a fare?
«Assoenergy vuole dare risposte a
molte domande - spiega Caiazzo -:
come divento Energy manager?
Esiste un albo professionale? Qua-
li studi devo compiere? Che futuro
ha la professione nel mondo del
lavoro? Noi proveremo a risponde-
re radunando gli esperti del setto-
re e creando specifici corsi di for-
mazione e aggiornamento».
Ma siamo sicuri che queste rispo-
ste proprio nessuno le abbia anco-
ra date?
Caiazzo intanto ha enunciato cosa
intende offrire ai suoi associati: in
primis aggregare i vari operatori di
settore (Energy manager, ma non
solo. Anche Esco, progettisti, inge-
gneri, architetti, geometri); fornire
strumenti di supporto tecnico e
normativo on line e in sede (con
seminari, corsi di formazione, e-
learning); strutturare un sistema di
interazione diretta con le autorità
per concertare con esse gli sviluppi
normativi per gli Energy manager
(albo professionale, aggiornamen-
to della legge 10/91); fare da col-
lante tra offerta e domanda di la-
voro attinente allo sviluppo dei
Green jobs. «La questione più de-
licata è proprio quella relativa
all’albo dei professionisti - spiega
Caiazzo -. Noi vorremmo sviluppa-
re due albi paralleli, uno per gli
Energy renewable manager e un
altro proprio per gli Energy mana-
ger di settore civile, industriale e
Pubblica amministrazione».
La replica di Fire
Ovviamente la Fire non si è fatta
attendere e ha risposto. «Ai sensi
della legge 10/91, Fire gestisce gli
Energy manager italiani, grazie alla
partecipazione a tavoli tecnici e di
confronto con le istituzioni - ha sot-
tolineato Francesco Belcastro,
ingegnere di Fire -. Per quanto ri-
guarda la certificazione, il nostro
organismo ha attivato nel 2009 Se-
cem, struttura senza scopo di lucro
che garantisce attraverso una pro-
cedura rigorosa il rispetto delle abi-
lità degli Energy manager richieste
dalla norma Uni Cei 11339. In que-
sta sede è stato creato un elenco,
non un albo, degli esperti in gestio-
ne dell’energia, che viene control-
lato ogni cinque anni perché la pro-
fessione sia esercitata nel modo
corretto. La formazione, infine, vie-
ne portata avanti da Fire in collabo-
razione con Enea attraverso pro-
grammazioni didattiche specifiche
e seminari; ha partecipato inoltre ai
corsi e-Quem e a diversi master uni-
versitari».
Nessuna possibilità di collabora-
zione? Entrambe le realtà non
sembrano interessate a trovare
punti in comune e preferiscono
mantenere l’autonomia.
Chiara Scalco
LA POLEMICA
Professione Energy manager, che rebusBotta e risposta tra Assoenergy e FireLa neonata associazione propone una nuova formazione e la creazione di due albi. La replica: siamo noi gestori degli elenchi nel rispetto delle norme di legge
Tecnico, ma anche esperto di mercato
«L’Energy manager - secondo Francesco Belcastro - non è più soltanto un professionista tecnico: deve conoscere i mercati energetici, le procedure di autorizzazione, i finanziamenti. Da ciò si è fatta largo la nuova figura dell’esperto in gestione dell’energia, una combinazione di diversi ruoli: Energy manager, operatore in strutture Esco, Energy auditor e certificatore energetico».
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LA GUIDA DE IL SOLE 24 ORE
Tutti ne parlano, ma pochi li conoscono Come si leggono i mercati finanziari
Quante volte abbiamo sentito ripetere: “Lo dice il mercato”? Una frase che
ha nel sostantivo mercato la chiave di volta magica che sembra non possa esse-re messa in discussione. Il mercato diven-ta così un’entità misteriosa che ci gover-na. I guai nascono proprio da quest’im-provvida sottomissione. Se l’ignoranza della legge non è ammessa, anche l’eco-nomia è governata da regole e modalità che vanno conosciute.Con questo spirito due giornalisti de Il Sole 24 Ore hanno esercitato la profes-sionalità acquisita sul campo per compi-lare questa preziosa agenda che ha la sua forza nella chiarezza espositiva e nella completezza. A chi si rivolge? A profes-sionisti, ma anche a semplici risparmiato-ri che vogliano compiere le scelte di inve-stimento più corrette.Di qui l’importanza attribuita dagli autori
alla parola agenda, intesa nel senso let-terale del termine, “le cose da trattare” poiché “conoscere in anticipo la data di un evento ci mette nelle condizioni di ar-rivarci più preparati predisponendo per tempo le strategie di comportamento”.Il calendario dei mercati è denso di ap-puntamenti che riversano una fitta piog-gia informativa. Dati macroeconomici si intrecciano con indicatori che provengo-no da ogni parte del mondo e ora, più che mai decisivi, dal colosso “Cindia” ovvero Cina e India. Le variabili da tenere sotto controllo sono cresciute in modo espo-nenziale e influenzano mercati sempre più integrati e quanto mai volatili. Le mo-dalità d’incidenza di tali dati sulle quota-zioni degli strumenti finanziari sono il cuore del racconto di Stefano Natoli e Guido Plutino.Offrire agli investitori un’agenda così
concepita, osserva nella presentazione l’ex direttore e ora editorialista de Il Sole 24 Ore Salvatore Carrubba, significa esaltare il valore del mercato quale stru-mento di libertà e insieme terreno d’eser-cizio di responsabilità. È come mettere ordine in una ridda di voci contrastanti, sottolinea nella prefazione il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini: “Sembra facile leggere le statistiche...”.
Mario Valsecchi
Stefano NatoliGuido PlutinoCome si leggono i mercatiIl Sole 24 Ore197 pagine25,00 euro
a cura di Laura Marinoni Marabelli
Stefano Natoli e Guido Plutino hanno compilato un’agenda ragionata per operare nei tempi opportuni le scelte di investimento più corrette
Slow Money, il futuro della terradiventa un buon investimento
Si chiama Investors’ Circle ed è una rete no profit di investitori, imprenditori e fondazioni che dal 1992 ha facilitato il flusso di
denaro ad aziende e a fondi investiti in azioni di società dedicate alla sostenibilità. Il presidente di questo circolo virtuoso, Woody Tasch, ha ora creato un’altra Ong dall’emblematico nome di Slow Money. Al denaro presto, tanto e tutto subito, Tasch contrappone un’altra logica, legata in questo caso a un’imprenditorialità che promuove la fertilità del suolo, l’agricoltura biologica, le piccole imprese alimentari e che fa da catalizzatore di fondi mirati a dare appoggio all’agricoltura sostenibile, a sviluppare strategie di inve-stimento basate sull’attenzione per la collettività, il senso del luogo e della diversità culturale. «Denaro usato come letame» come spie-ga con efficace sintesi nella prefazione Carlo Petrini, per creare un’economia basata su rapporti durevoli e sani.
Woody TaschSlow moneySlow Food Editore227 pagine13,50 euro
Le risorse del vento sono infiniteAltro che tecnologia di nicchia
Un’industria che cresce al ritmo annuo del 28% e che dà lavoro a 200mila addetti. Bastano un paio di essenziali cifre per defi-
nire il processo che ha portato l’energia del vento in poco più di un decennio a essere una delle principali opzioni di crescita dell’ener-gia elettrica. Testimoni e narratori di questa evoluzione sono due appassionati studiosi, Luciano Pirazzi e Antonio Gargini, che hanno saputo compendiare nella loro fatica le necessarie compe-tenze tecniche e l’altrettanto indispensabile capacità divulgativa. Così l’illustrazione dell’evoluzione tecnologica si accompagna a quella del mercato senza trascurare gli aspetti normativi. Davvero un’opera di indispensabile ricognizione che ci fa capire come l’eo-lico sia non solo una fonte pulita e inesauribile per definizione, ma affidabile e costante, senza impatti rilevanti sul nostro ecosistema. Impeccabili il corredo documentario e le scelte fotografiche.
a cura di Luciano Pirazzi e Antonio GarginiVie del vento 2010Gruppo editoriale Muzzio399 pagine29,00 euro
63
Scrivete a [email protected]
Perché conviene installareil tetto fotovoltaico
Sto cercando di capire se mi
conviene installare un tetto fo-
tovoltaico sul mio stabilimento
di Erba. Ma quali sono i dati che
devo fornire per avere un busi-
ness plan? A chi mi conviene ri-
volgermi?
Risponde Francesco Bolasco,
responsabile marketing Solon
Installare un impianto fotovoltaico
è sempre conveniente specialmen-
te per un’azienda che, oltre a di-
minuire i costi energetici e ottene-
re l’incentivo statale previsto dal
Conto energia per ogni kilowatto-
ra di energia pulita prodotta, ne
trae notevole beneficio in termini
di visibilità nel settore e nella co-
munità in cui opera per aver intra-
preso una scelta di alto valore eco-
logico. Poiché si tratta di un’ope-
razione che comporta lo studio di
un progetto ad hoc, è consigliabi-
le parlare direttamente con un re-
ferente dell’azienda fornitrice
scelta.
Questo procederà a eseguire una
valutazione iniziale, richiedendo
all’interessato alcuni dati, tra i quali
l’ubicazione dell’azienda e il suo
fabbisogno energetico, una plani-
metria e alcune foto dell’edificio, la
tipologia del tetto, la sua capacità
statica, l’orientamento e la superfi-
cie disponibile per la realizzazione
dell’impianto.
A questa analisi seguirà anche una
valutazione finanziaria che delinea
il piano economico-finanziario che
può supportare l’investimento.
Grazie Greenpeace per l’appello a Facebook
Apprezzo l’iniziativa di Greenpea-
ce che ha chiesto a Mark Zucke-
berg, direttore generale di Facebo-
ok, di impegnarsi ad abbandonare
gradualmente l’uso di elettricità
sporca, per esempio quella pro-
dotta bruciando carbone, per ali-
mentare il proprio data center si-
tuato negli Stati Uniti.
Credo veramente che sia impor-
tante che si inizi a muovere e a
promuovere un processo di infor-
mazione/marketing per sollecitare
i cambiamenti nelle politiche sul
clima e l’energia a livello locale. E
credo che le aziende più famose e
che meglio stanno debbano inizia-
re a impegnarsi seriamente.
Giovanni Uggeri
Due decretie i dubbisugli incentivi
Ho un dubbio circa la coniugazio-
ne di due decreti recentemente
pubblicati in materia di fotovoltai-
co. I due decreti sono:
- decreto legge 105/2010, che di-
spone una proroga per l’applica-
zione delle tariffe incentivanti
previste dal Conto energia 2007
(Dm 19/02/2007). Tale proroga
prevede il rispetto di alcune con-
dizioni: fine lavori e loro comuni-
cazione entro 31.12.2010; messa
in esercizio impianto fotovoltaico
entro 30.06.2011.
- decreto ministeriale del 6 agosto
2010 (Conto energia 2011) che
definisce le regole e le tariffe in-
centivanti per gli impianti fotovol-
taici che entrano in esercizio in
data successiva al 31/12/2010.
La mia domanda è la seguente: di
quali tariffe incentivanti potrà be-
neficiare un impianto che entra in
funzione tra il 01/01/2011 e il
30/06/2011? Quelle relative al
Conto energia 2007 o quelle rela-
tive al Conto energia 2011?
Lettera firmata
Risponde Anie/Gifi
Il decreto legge 105/2010 (che
modifica la legge 129/2010, la co-
siddetta “Salva-Dia”), come anche
da lei evidenziato, dispone una
proroga per l’applicazione delle
tariffe Anie/Gifi incentivanti previ-
ste dal Conto energia 2007 (Dm
19/02/2007), purché siano rispet-
tate le condizioni previste dall’art
1-septies (fine lavori e loro comu-
nicazione entro il 31.12.2010;
messa in esercizio impianto foto-
voltaico entro il 30.06.2011).
Tale proroga non può essere su-
perata dal Conto energia 2011
(Dm 6 agosto 2010), ancorché
successivo alla legge 129/2010, in
quanto un decreto ministeriale
non può né derogare, né superare
quanto previsto con legge o atto
avente forza di legge.
Segue che il periodo tra gennaio
e giugno 2011 si configura come
una sorta di transitorio in cui sono
applicabili sia le tariffe del Conto
energia 2007 che quelle del Con-
to energia 2011, in alternativa le
une alle altre e purché per quelle
del Conto energia 2007 siano ri-
spettate le condizioni previste
dall’art. 1-septies citato.
24
64
24
Eccesso di domanda e cambi instabilifrenano il “Conto”
Per quanto in qualità di produttori
siamo assolutamente soddisfatti di
aver ottenuto finalmente il rinnovo
dell’attuale sistema incentivante ita-
liano - ovvero il Conto energia - per
il periodo 2011-2013, pensiamo di
contro che nel definire le nuove ta-
riffe incentivanti il legislatore non
abbia considerato alcuni fattori che,
fatto salvo l’obiettivo di ridurre sem-
pre di più i costi di produzione e di
raggiungere un trend decrescente
dei prezzi, a volte possano condizio-
nare il prezzo finale con conseguen-
te tendenza al rialzo.
In particolare parliamo della forte
instabilità nel cambio euro-dollaro
Usa verificatasi a partire dal secondo
quadrimestre di quest’anno (visto
che molte industrie producono in
area dollaro Usa) e dall’eccesso di
domanda del mercato superiore di
quattro-cinque volte le attuali capa-
cità produttive dei vari attori dell’in-
dustria fotovoltaica, che hanno con-
dizionato l’andamento dei prezzi
attuali. Infine non dimentichiamoci
che nel quarto trimestre del 2009
eravamo nel pieno della crisi finan-
ziaria mondiale, con conseguente
ribasso dei prezzi dovuto a inevitabi-
li contraccolpi derivanti dal recente
periodo d’incertezza mondiale.
Fabio Patti, sales manager Yingli Green Energy Italia
Anie preoccupataper i rincaridelle materie prime
Riceviamo e pubblichiamo l’opi-
nione di Anie, la Federazione na-
zionale imprese elettrotecniche ed
elettroniche
Anie esprime forte preoccupazio-
ne per le tensioni che stanno inte-
Indice ponderato dei prezzi delle materie primesul mercato internazionale
Fonte: elaborazioni Servizio centrale Studi economici Anie sui dati Lme
ressando in questi ultimi mesi il
mercato delle materie prime.
Fra la fine del 2009 e la prima me-
tà del 2010 a livello internaziona-
le, di pari passo con le prime indi-
cazioni di ripresa dei livelli di attivi-
tà industriali, sono emersi segnali
di rialzo nei prezzi delle materie
impiegate nel processo produttivo.
Le dinamiche rialziste hanno ri-
guardato la quasi totalità delle
materie prime industriali - metalli
ferrosi e non ferrosi, rame, acciaio,
resine e materie plastiche - ripor-
tando in molti casi le quotazioni
agli elevati livelli del periodo pre-
crisi. L’impennata nelle quotazioni
delle commodity colpisce trasver-
salmente i comparti Anie - dai cavi
ai motori elettrici, dal materiale da
installazione agli ascensori e scale
mobili, dagli apparecchi domestici
alle tecnologie per l’automazione.
Queste tensioni suscitano preoc-
cupazione perché si sommano a
una situazione già critica. I rincari
si riflettono negativamente sui co-
sti di approvvigionamento degli
input produttivi e, di conseguen-
za, sui margini aziendali, già forte-
mente compromessi dalla crisi. Il
rischio è che i moderati segnali di
ripresa dei mesi più recenti venga-
no di fatto annullati da questa cor-
sa al rialzo che sembra non desti-
nata ad attenuarsi nel futuro pros-
simo.
Per saperne di più sui vantaggi delle pompe di calore
Diversi lettori ci hanno chiesto
informazioni sui vantaggi della
tecnologia in pompa di calore
per il riscaldamento delle abita-
zioni. Qui risponde Luca Gorno,
65
24
responsabile area marketing di
prodotto di Daikin Italy propo-
nendo un confronto tra questo e
altri sistemi, tra cui la caldaia tra-
dizionale.
Per il riscaldamento, la climatiz-
zazione e la produzione di acqua
calda sanitaria di unità abitative
singole (villette, case monofami-
liari ecc.), la soluzione migliore
attualmente sul mercato è quella
che comporta uno sfruttamento
completo dell’energia solare. La
combinazione di solare termico,
fotovoltaico e pompa di calore
permette di utilizzare l’energia
del sole in forma sia diretta, sia
indiretta con grandi vantaggi in
termini di ecocompatibilità, ri-
sparmio energetico e dei costi di
esercizio.
L’abbinamento di fotovoltaico al-
la pompa di calore consente di
moltiplicare l’energia prodotta
tramite fotovoltaico. Se produ-
ciamo un kWh elettrico con il fo-
tovoltaico e disponiamo di una
pompa di calore altamente per-
formante con Cop (coefficiente
di performance) pari a 4 possia-
mo produrre gratuitamente 4
kWh termici di calore da utilizza-
re per il riscaldamento ambiente
o la produzione di acqua calda
sanitaria. Il binomio solare termi-
co- pompa di calore consente di
ottimizzare ulteriormente le per-
formance della pompa di calore
perché, grazie al solare, i tempi in
cui la pompa di calore lavora con
minore efficienza per la produ-
zione di acqua calda a tempera-
tura superiore vengono ridotti.
L’evoluzione dell’elettronica nelle
pompe di calore a Inverter ha re-
so le macchine aria-acqua (con
unità esterna uguale a quella dei
climatizzatori tradizionali e quella
interna che effettua il trasferi-
mento dell’energia all’acqua per
l’alimentazione dei terminali di
riscaldamento) estremamente ef-
ficienti anche con temperature
esterne alquanto rigide (fino a
-15°C).
Inoltre, rispetto alla tecnologia
geotermica che presenta elevati
costi di installazione, fino al dop-
pio, questi sistemi comportano
investimenti senza dubbio più
contenuti e, quindi, tempi di rien-
tro ridotti.
A questo si aggiunge il vantaggio
di disporre in un unico impianto
di tre servizi: il riscaldamento, la
climatizzazione e l’acqua calda
sanitaria. L’integrazione dei siste-
mi di climatizzazione e riscalda-
mento (per il cui funzionamento
si utilizza un’unica pompa di ca-
lore) risulta, quindi, effettivamen-
te conveniente sia in termini di
costo delle macchine, sia di in-
stallazione e sia per gli spazi de-
dicati che risultano ridotti. Basti
pensare che avvalendosi di siste-
mi tradizionali, per offrire gli
stessi servizi a un’abitazione, è
necessaria l’installazione di una
caldaia e di un sistema multisplit
per il condizionamento.
Nel caso di nuove costruzioni e
quindi in abbinamento a termina-
li a bassa temperatura, le pompe
di calore risultano estremamente
efficienti (con Cop maggiore di 4
con mandata a 35°C).
Anche per la combinazione con
terminali ad alta temperatura, co-
me i vecchi radiatori, l’attuale of-
ferta include pompe di calore al-
tamente performanti (con Cop
pari a 3 anche con mandata a
65°C) che producono acqua cal-
da fino a 80°C.
Nel caso di integrazione con il fo-
tovoltaico, per l’installazione del-
le pompe di calore si può sceglie-
re se richiedere la detrazione del
55% o incrementare il Conto
energia fino al 30% grazie alla
riduzione dell’energia primaria
necessaria a soddisfare il fabbiso-
gno termico.
La posta dei lettori di è a vostra disposizione
Scrivete pareri, inoltrate quesiti, prendete posizione: la redazione vi risponderà e pubblicherà le lettere
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Via email: [email protected] Via posta: redazione Energia24, via Patecchio 2 - 20141 Milano
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A AceaElectrabel - 18Acquirente unico - 59Aes Sole Italia - 7Agenzia delle entrate - 39Ages - 18Airbus - 51Alcatel - 45Alcatel-Lucent - 47Anie - 57Aper - 9, 13, 29Arca Service - 35Asdi - 50Asm Vigevano e Lomellina - 18Associazione dell’industriafotovoltaica europea - 30Assoelettrica - 54Assoenergy - 61Assosolare - 26Atlasole - 27Auchan - 51Autorità antitrust - 26Autorità per l’energia elettricae il gas - 18, 54AzzeroCO2 - 7
B Basik-due - 16Bei - 39BlueTech - 35Bp Solar - 7British Airways - 51
C Ca Technologies - 46Canadian Solar - 35Capstone Turbine - 35Cartiere Burgo - 11Cassa Centrale Raiffeisen - 35Cassa conguaglio settore elettrico - 59Cassa di Risparmio di Bolzano - 35Cea/LetiMinatec - 53Cefriel - 41, 44Centro Ricerche ContinentalAutocarro - 50Cirps - 31Cna - 18Cofely - 60Cogeser - 7Commissione per l’industria,ricerca ed energia - 39Compagnia Valdostanadelle Acque - 46Conergy - 35Confagricoltura - 18Confapi - 18Confartigianato Imprese - 18Confcommercio-Impreseper l’Italia - 18
Confesercenti - 18Consorzio Pmi Energia Veneto - 23Cpl Concordia - 21CrEsit - 47Criet - 25
D Dassault Systèmes - 15Domotecnica - 19
E Eclareon - 30Elettromeccanica Adriatica - 17Elpo - 37Enea - 10, 33, 61Enel - 18Enel Energia - 18Enel Servizio Elettrico - 18EnerTech Solution - 45Eni - 26Entso-E - 58Eon - 19Epa - 47Ericsson - 45, 47Estra Elettricità - 18Estra Energia - 18Eurostat - 33Eurowood - 37
F FederlegnoArredo - 50Finmeccanica - 45Fire - 61Fondazione Univerde - 57Fotowatio Renewable Ventures - 31
G Greater London Authority - 51Gruppo editoriale Muzzio - 62Gruppo Gdf Suez - 60Gruppo Mossi & Ghisolfi - 60Gse - 7, 28, 54, 56, 59
H Hotel Quellenhof - 35Hp - 49Humdinger Wind Energy - 53
I Ibm - 46Ibt Group - 35Info Solution - 45Innowatech - 53Intesa Sanpaolo - 59Istat - 62Italcementi - 11
K Kino House - 36
L Leasint - 16Legambiente - 7London City Airport - 51
M Metanprogetti - 18
Mx Group - 37
N New Box - 23New Light - 37Next Energy Capital - 51
P Peroni - 20Plain Energy - 35Politecnico di Milano - 10, 11, 45Postdam Institute of Climate ImpactResearch - 58PricewaterhouseCoopers - 47Pv Legal - 30
R Rocky Mountain Institute - 57Ropatec - 59
S Saber - 16Samares - 57San Francisco State University - 47Sap - 43Save Energy - 45Schneider Elecrtric - 7Schüco - 36Sea - 35Secem - 61Ses Reti - 18Siemens Italia - 60Siram - 20Slow Food Editore - 62Solena - 51Solispower - 7Solon - 38Studio Gianni, Origoni, Grippo& Partners - 27Studio legale Pavia e Ansaldo - 56SunPower - 38
T Tecno Spot - 32Telecom - 21, 47Terna - 54Thelyn - 7
U UniCredit - 39Università degli Studi La Sapienza - 31Università dell’Aquila - 47Università di Cranfield - 51Università di Milano Bicocca - 25Università di Stanford - 50Università Insubria di Varese - 47
V Vestas - 7
W Wwf - 51
X Xerox - 49
Ne abbiamo parlato a pagina:
anno III - n. 29 - novembre 2010
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Cerimonia di Premiazionemercoledì 24 novembre 2010 ore 17.00
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La partecipazione è libera e gratuita. Il numero di posti è limitato.RSVP: [email protected]
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