LA CULTURA CHE SI DONA, UN bene di tutti Poste Italiane S.p.A. … · 2015. 11. 30. · miglia...

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UN bene di tutti Dicembre 2014 LA CULTURA CHE SI DONA, Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 e 3, Aut. C/TE/042/2010

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Il Castello Della Monica, rappresen-tato in copertina nella suggestiva foto di Armando Di Antonio, costituisce, a Teramo, un simbolo dal doppio vol-to. Da una parte quello del recupero desiderato, voluto e inseguito come un sogno da amministratori e cittadi-ni. Dall’altra quello del sogno tradito, della volontà travisata e degli sforzi gettati alle ortiche. Anche gli sforzi del Comune, combattuto tra la ne-cessità di reperire ulteriori fondi per completare il restauro e la mancanza di una concreta idea circa la destina-zione e il reale utilizzo del bene. Può uno dei monumenti più affasci-nanti del tessuto urbano restare “a metà del guado”, praticamente senza futuro? C’è chi del problema si oc-cupa tanto da farne una missione. E lo fa, ne parliamo in queste pagine, gratis. Ecco allora che alle due facce del problema si aggiunge una terza possibilità di interpretazione e, dun-que, di soluzione. La via per aggirare gli ostacoli - e quello che circonda il Castello Della Monica non si attra-versa allungando il ponte levatoio fino all’altra estremità dell’ingresso - non passa semplicemente attraverso i corridoi della politica o la scelta di una qualsiasi rappresentanza elettiva. La via per risolvere i problemi è, di solito, più ancorata alla volontà delle singole persone le quali, da sole o in gruppo, affrontano quotidianamen-te le difficoltà disseminate lungo i sentieri che percorrono. Sentieri che implicano bivi e scelte. Scelte che possono diventare contagio di civiltà. Capita così che queste persone deci-dano di unirsi per regalare un po’ del proprio impegno al benessere cultu-rale della comunità.Gli “sherpa” del volontariato cultura-le sono come le guide di montagna, con pazienza aggregano persone e sviluppano consapevolezza. Promo-tori di volontà e idee. E scelte. Ecco perché la cultura che si dona, come scriviamo nel titolo di questo nume-ro speciale di Cuore Volontario, è un bene a cui non si può rinunciare. Per-ché si tratta di un bene che appartiene a tutti. Pensiamoci. Buona lettura, buon Natale e buon 2015!

“Dunque, dove eravamo rimasti?”. Con le parole di Enzo Tortora, pro-vato da una dolorosa vicenda giudi-ziaria, torniamo al 3 ottobre 2013. Un’esplosione, quella della centrale termica della nostra sede, condivisa con la sottostante scuola d’infanzia di Piano d’Accio, poteva trasformare un tranquillo pomeriggio autunnale in tragedia. I bimbi e le maestre, usciti poco prima, e i nostri collaborato-ri ancora in ufficio, tutti scampati. Un miracolo. Ciò che razionalmente sembra una coincidenza, agli occhi della fede assume un significato che fa riflettere. Un significato sorretto dalla ricorrenza del transito al cielo di Francesco di Assisi, patrono d’I-talia. Inoltre dieci giorni prima un Premio Volontariato dedicato al non profit nella protezione civile, il cui protettore è un altro Francesco, quel Francesco Forgione che, con la pro-fessione di fede, assunse il nome di Pio da Pietrelcina.

Cuore Volontario di dicembre è dedi-cato alle associazioni culturali. Un campo vasto. Qualche realtà, pur me-ritevole di attenzione, può sfuggire. Il volontariato culturale, infatti, spesso è un micro volontariato al quale, in questo numero, vorremmo dedica-re maggiore attenzione. Parliamo di coloro che tengono aperto un piccolo museo, dirigono una istituzione mu-sicale, curano una biblioteca o svol-gono mansioni, magari modeste, ma sempre importanti, preziose e utili per custodire e accrescere i valori della cultura; quei valori che, anche in periodi di pesante recessione, se-gnalano la presenza di una civiltà cer-tificandone lo spessore.

Certo “viaggiando” nel non profit, ci accorgiamo che non è tutto limpido. Sul problema si è soffermato Giovan-ni Moro nel recente “Contro il non profit”. Il sociologo, figlio dell’illu-stre statista, ha passato allo “scanner” un “magma indistinto” (espressione

ripetuta più volte dall’autore), non risparmiando pesanti critiche verso associazioni di mera facciata, come pure elargendo stimolanti proposte. Dalla lettura dei quotidiani, tuttavia, emergono segnali incoraggianti. “Il volontariato palestra per la crescita dei giovani”, titola la Repubblica del 25 aprile. Altrettanto lusinghiero il commento di Annachiara Valle (Fa-miglia Cristiana 27 aprile) che defi-nisce: “Non profit spina dorsale del Paese, visto che in dieci anni - sotto-linea la Valle - è cresciuto di circa un milione di volontari”. Sono risultati importanti. Evidenze che non sono sfuggite al presidente Renzi che, dal Festival del Volontariato (Lucca 10 -13 aprile 2014), ha annunciato la ri-forma del Terzo Settore. Una riforma - lo leggiamo nelle linee guida - fi-nalizzata a “dare stabilità e amplia-re le forme di sostegno economico, pubblico e privato, degli enti del terzo settore”. Da questo documento programmatico è nato un disegno di legge. Tornando al Festival lucchese che, alla quarta edizione, ha registra-to un afflusso di oltre 32mila presen-ze, è emerso che occorre “Liberare le energie dell’Italia”. Uno slogan che non vuol essere solo sintesi di un pro-gramma da sottoporre alla classe po-litica, ma pungolo e incoraggiamento al volontariato che il premier defini-sce: “quell’Italia generosa e laborio-sa che tutti giorni opera silenziosa-mente per migliorare la qualità del-la vita delle persone”. Belle parole, buoni propositi, ma dall’esame dei 47 articoli della Legge di Stabilità 2014, non emergono solo le buone notizie, come i cospicui finanziamenti desti-nati al 5 x 1000 e alla scuola, ma an-che la riduzione al Fondo per le non autosufficienze (100 ml) e l’aumento del prelievo fiscale alle Fondazioni che, come è noto, finanziano molte ONLUS e le attività dei 78 Centri di servizio per il volontariato. Ed allora, impellente la domanda: che ne sarà del non profit?

di Nicola Catenaro

di Massimo Pichini, Presidente CSV Teramo

l’Editoriale

LA TERZASOLUZIONE

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I PRESEPI DEI VOLONTARITRA DEDIZIONE E FEDE

Pag. 14

LA BANDA DI MONTORIOE GLI INSEGNANTIVOLONTARIPag. 4

CHARLES PÉGUY A TERAMO: UN UOMO VIVO,UN CONTEMPORANEOPag. 34

SOMMARIOL’EDITORIALE 2

STORIE MUSICALI La banda di Montorio e gli insegnanti volontari 4 Un impegno lungo 229 anni 5

Ars Vocalis, se il coro crea legamiche avvolgono anche l’anima 6

L’amore per il folk di un sarto di Bisenti 8

Le eccellenze teramane cantate nel mondo 10

L’”arte della fuga” scritta in note 12

TRADIZIONI I presepi dei volontari tra dedizione e fede 14 La passione di un artigiano 16 A Montepagano uno tra i più antichi presepi viventi d’Abruzzo 17 E c’è anche il museo contadino 17

ESPERIENZE Teramo Nostra, 1000 battaglie per la città 18

W Scambialibro 20

Nonni all’università, (non si smette mai di imparare e siamo contenti così) 22

Se il mosaico romano torna alla lucegrazie agli studenti-volontari 24

Roseto e la passione per la filatelìa 26

Il sogno di Mimì in una C.A.R.T.A. 28

Il Centro Ricerche Personaliste e la cultura libera dai virus 30

INIZIATIVE FAI un bel Castello, idee per un recupero 32 Charles Péguy a Teramo: un uomo vivo,un contemporaneo 34

TESTIMONIANZE Italia nostra sia Italia vostra 36

Soroptimist, l’entusiasmo di una giovane esperienza 38LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI Le principali associazioni culturaliin provincia di Teramo 39

WEB E DINTORNI Avviso ai naviganti 42

FAI UN BEL CASTELLO,IDEE PER UN RECUPERO

SOMMARIO

Aut. Trib. Teramo n. 624 del 08/03/2010Associazione Pro Volontariato Abruzzo Onlus A.P.V.A.

Anno 5 n.1 Dicembre 2014Direttore Responsabile Nicola CATENARO

RedazioneMauro ETTORRE, Catia DI LUIGI, Valerio PICHINI,

Armando DI ANTONIO (servizi fotografici)

Indirizzo Via Salvo D’Acquisto, 9 Loc. Piano D’Accio · 64100 TeramoTel/Fax 0861.558677 · E-mail: [email protected]

Progetto grafico e stampa MASTERGRAFICA SRL - Teramo

Informativa art.13 Dlgs. 196/03 (T.U. privacy), ai sensi della presente norma si comunica che l’interessato può rifiutare in tutto o parte il trattamento dei suoi dati personali. Tuttavia detto rifiuto potrà causare impossibilità di proseguire le finalità dell’Ass.ne. I dati presenti nel ns. archivio sono tratti da pubblici elenchi o comunque comunicati dai lettori e dagli aderenti alle nostre iniziative. I dati in ns,. possesso sono contenuti su supporto cartaceo o elettronico. Titolare del trattamento è “Associazione pro Volontariato Abruzzo” - Teramo.

CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATODELLA PROVINCIA DI TERAMO La Rivista del NON PROFIT

STORIE MUSICALI

ESPERIENZE

TRADIZIONI

Pag. 32

DICEMBRE 2014 | | 3CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO

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STORIE MUSICALI

La BANDA DI MONTORIOe gli insegnanti volontari

Metti un po’ di musica, aggiungi dei ragazzi con tanta voglia di imparare e poi qualche musicista che spende volontariamente un

po’ del suo tempo per insegnare. Ecco gli ingredien-ti per raccontarvi della scuola di musica della Ban-da di Montorio, che si pone come obiettivo quello di portare avanti questa tradizione formando nuovi musicisti e cercando di sensibilizzare le nuove ge-nerazioni alla cultura musicale, in modo da poter coltivare la passione per la musica ed allargarla nel paese. Un insegnamento, quello della scuola della Banda, puramente amatoriale poiché mirato a for-nire le nozioni necessarie per poter suonare con il complesso bandistico. Ma molti dei musicisti nati nella scuola di musica della Banda hanno poi conti-nuato gli studi nei vari conservatori nazionali, pro-seguendo quindi la carriera musicale nelle bande dei Carabinieri e della Finanza, oppure come importan-ti concertisti da camera e maestri di conservatorio.

I corsi, interamente gratuiti, si svolgono da ottobre a giugno di ogni anno nella sede dell’associazione “Ettore Minervini” - che prende il nome da un giovane musicista scomparso prematuramente il 16 ottobre del 1996 all’età di 20 anni e che alla banda di Montorio ha dedicato tutta la sua gioventù – e vengono effettuati dalla professoressa Annalisa Iachetti (strumenti ad ancia) e dal professore Gianfranco Di Donatantonio (ottoni) per il basso tuba, il clarinetto, il corno, il flauto, il flicorno, l’oboe, le percussioni, il sax, la tromba e il trombone. Insomma ce n’è per tutti i gusti, anche per i più piccini. Proprio a questi ultimi, infatti, la Banda dedicherà parte del suo tempo nel corso di questo anno scolastico, collaborando con la Scuola dell’Infanzia di Montorio nell’ambito del progetto “Arriva la banda e...”. L’obiettivo è quello di conoscere, recuperare e valorizzare le tradizioni del territorio dove la Banda comunale è parte attiva:

di CATIA DI LUIGI

“L’obiettivo è quellodi recuperare e valorizzarele tradizioni del ter ritorio”

La Banda di Montorio in una recente esibizione e, sotto, alcuni dei suoi musicisti durante un altro concerto

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STORIE MUSICALI

il Carnevale morto, la processione del Venerdì Santo, il tradizionale concerto estivo in piazza e le serenate. I nonni musicisti, settimanalmente, diretti dallo storico capobanda Sandro Minervini, saranno a disposizione dei bambini di cinque anni per poterli aiutare, insieme alle insegnanti, nell’esplorazione delle potenzialità sonore del corpo e degli oggetti, nella codifica e decodifica dei suoni attraverso il linguaggio mimico-gestuale, grafico-pittorico e verbale, poiché la musica fa parte del vissuto emotivo del bambino. La stessa Banda si è resa protagonista la scorsa estate di un breve percorso diretto ai bambini dell’Asilo Nido “Nonna Papera”,

teso a far avvicinare i più piccoli alla musica in modo spontaneo e creativo. Esserci, essere fra la gente, essere presenti nei momenti salienti che scandiscono il vivere di una collettività, incrementare una tradizione che continua, dare significato vero al proprio volontariato, contribuire alla coesione della comunità, condividere il proprio tempo con quello degli altri, creare legami con realtà vicine e lontane, promuovere e favorire l’educazione e la formazione musicale dei giovani, tutto questo rappresenta un valore di testimonianza civile e culturale insostituibile. Tutto questo è la Banda di Montorio.

UN IMPEGNO LUNGO 229 ANNIL’Associazione musicale “Et-tore Minervini”, guidata dal presidente Manola Pedicone, si è costituita il 19 maggio del 2000 raccogliendo le tradi-zioni musicali della notissima “Banda Città di Montorio”, con il compito di mantenerne la tradizione e tramandarne la storia. La Banda di Montorio al Vomano può infatti van-tare un passato importante, plurisecolare (la fondazione risale al 1785), che giunge fino a noi senza alcuna interruzio-ne mettendosi in mostra nel panorama musicale italiano. Nel corso degli anni la Banda si è fregiata di tanti maestri, a partire dal 1785, quando fu il medico Vincenzo Parrozzani a costituire un primo numero di musicisti, anche se non si può ancora parlare di un vero e proprio concerto bandistico. Nel 1840 altri giovani monto-riesi vennero avviati alla mu-sica dal frate cappuccino Bar-tolomeo Trulli e dal farmacista organista Pasquale Costanzi. Ma la vera data della fonda-zione della Grande Banda è il 1852, con un decreto del 20 gennaio. A dirigerla fu il mae-stro Gaetano Parmigiani, che

ne prese le redini fino al 1870. Dal 1894 al 1900 la scuola e la banda vennero dirette dal ma-estro Saverio Bestini e dal so-stituto Enrico Petrei. Dal 1900 al 1917, la Banda fu affidata al maestro Francesco Marcacci, noto musicista e compositore. A lui si susseguirono Alvaro De Benedictis, Pasquale Canzane-se, Umberto Gavini, Giuseppe Mancini, Pasquale Nerilli e Dino Testa, che portò la banda tra il 1949 ed il 1951 ad otte-nere fama nazionale. Seguiro-no i maestri Raffaele Diego Ro-berti, Umberto Camerata e di recente Cristiano Formicone. Dal 2010 ad oggi la direzione artistica è affidata al maestro Gianfranco Di Donatantonio, che svolge un’intensa attività concertistica con i principali gruppi orchestrali abruzzesi come l’Orchestra Sinfonica di Pescara, l’Officina Musicale Italiana e l’ Orchestra del Tea-tro Marrucino. Oggi il complesso bandistico è costituito da 42 validi musici-sti del luogo e si esibisce con un vasto repertorio di marce sinfoniche, marce militari, inni religiosi e sinfonie operistiche.

(cdl)

1897

1927

1967

1950

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STORIE MUSICALI

se il coro crea legami che avvolgono anche l’animadi UMBERTO BRACCILI

“ Il regalo più bello che il canto ci ha fatto

è la facilità del passaparola”

Sant’Agostino diceva “chi canta prega due volte”. I componenti di Ars Vocalis,

coro polifonico di Roseto degli Abruzzi, sappiamo per certo, se-guendo la teoria del Santo, che “pregano” almeno due volte alla settimana. Si vedono il lunedì e il giovedì, dopo cena in una scuo-la cortesemente messa a dispo-sizione. «Quando iniziammo il vicinato insorse - ci dice Chiara - poi cresceva il nostro impegno nell’apprendere le tecniche di canto, cresceva la nostra armonia di gruppo e le proteste erano in-versamente proporzionali ai nostri traguardi. Oggi quando arriviamo per le prove, i vicini ci salutano con un sorriso. Siamo diventati la filodiffusione del quartiere».Nessuna voce “professionista” ma a capo un “professionista” che in questo caso si è trasformato in volontario. È il maestro Carmine Leonzi, diplomato in contrabbas-so al conservatorio “Rossini” di Pesaro e poi laureato al D.A.M.S. di Bologna e specializzato in “composizione corale e direzione coro” con lode e menzione d’ono-re. Un curriculum lunghissimo, non basterebbero quattro pagine di Cuore volontario, e la musica non solo come professione ma

come «voglia di un passaparo-la» attraverso l’ugola che fa bene all’anima. «Ho diretto e creato diversi cori ma sentivo che mancava qualco-sa alla mia passione», ci dice il maestro. Eh già, passione. Infat-

ti solo “qualcosa dentro” ti può portare a creare qualcosa in una cittadina come Roseto dove mai si era registrata la nascita di un coro impegnativo come quello polifonico. Se poi tutto va avanti senza professionisti da emulare

Il coro polifonico “Ars Vocalis”. Foto di Elio D’Ascenzo

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STORIE MUSICALI

se il coro crea legami che avvolgono anche l’anima

“Conoscere altre esperienzee far conoscere ai neofiti un’espressione culturale nuova”

all’interno del gruppo, la sfida è proprio bella. Ha vinto la sfida il maestro Carmine Leonzi perché oggi “Ars Vocalis” è composto da quaranta elementi. Insegnare l’ar-te del canto per il solo gusto di far capire a chi di note musicali non

s’intende che, oltre al bel canto, c’è la voglia di amicizia e di col-laborazione, è educazione soprat-tutto per i più piccoli. Infatti, ol-tre ai senior ci sono adolescenti e giovani che preparano i pezzi per poi offrirli in concerti gratuiti. Eh

già, perché l’opera di volontariato che all’inizio fu decisa dal mae-stro Leonzi oggi è entrata in tutti i componenti del coro. Dal 2012 una media di un concerto ogni 40 giorni a Roseto, nei dintorni ma anche a Siena e Chiusi. Poi la ras-segna internazionale di polifonia partita pochi mesi dopo la nascita del coro. Volontariato culturale con auto-finanziamento per ospitare cori italiani, per ora, ma l’esperienza è destinata ad ampliarsi con inviti all’interno della comunità euro-pea, gruppi francesi. Conoscere altre esperienze, far conoscere ai neofiti in platea un’espressione culturale mai vista prima e poi essere uniti, avvicinarsi attraverso la musica. «Quando ospitiamo un coro polifonico - ci dice il presi-dente Fabio Celommi - sembria-mo una società di rugby che deve organizzare il terzo tempo negli spogliatoi. Ognuno porta qualco-sa per mangiare insieme dopo la serata». «Il regalo più bello che il canto ha fatto a noi - aggiunge il tesoriere Marcello Di Febo - è la facilità del passaparola, soprattut-to tra i giovani che sono numerosi. Crescono di mese in mese- Penso che quest’esperienza sarà ricor-data dagli adolescenti cantori di oggi per la loro vita di domani».

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STORIE MUSICALI

L’amore per il folkdi un sarto di Bisenti

Anche a Bisenti, come del resto in quasi tutti i paesi dell’entroterra teramano, l’associazio-nismo, da quello sportivo a quello culturale,

da quello ricreativo a quello sociale, vive un momento di grande difficoltà, sia a causa dell’inesorabile spo-polamento delle aree interne e sia per via delle sempre più carenti risorse economiche disponibili. Tuttavia, nonostante le numerose problematiche che intralciano la sfera associazionistica, in paese continuano ad ope-rare diversi sodalizi di volontariato i quali, ognuno nel proprio ambito di interesse, svolgono una funzione sociale di fondamentale importanza.Il segreto di tali associazioni, nel proseguire la loro opera sociale malgrado le tante complicazioni, risiede probabilmente nel fatto che alcuni dei sodalizi del pa-ese, come ad esempio il gruppo corale, non sono di re-cente istituzione e quindi sembra quasi che nell’animo dei bisentini alberghi un certo scrupolo a far scompa-rire una creatura concepita dai propri antenati.Il primo gruppo folcloristico di Bisenti nacque nel 1936 su iniziativa di Elio Forcellese, un sarto che, come molti altri artigiani del paese, suonava nella banda musicale del paese: la grande passione per la musica lo invogliò a fondare e dirigere un piccolo gruppo di cantori che inizialmente eseguiva la mes-

sa cantata in chiesa in occasione delle principali feste comandate. In breve tempo, intorno a questo piccolo coro crebbe l’entusiasmo e così l’organico man mano si rafforzò in tutti i suoi reparti. Il repertorio, divenuto nel frattempo più nutrito e completo, cominciò a com-prendere, oltre che brani di musica sacra, anche i canti della tradizione folcloristica e popolare abruzzese. Il gruppo corale conquistò in poco tempo una discreta fama, ma il sopraggiungere degli eventi bellici ne in-terruppe bruscamente l’attività artistica.Superato il difficile periodo del dopoguerra, con la ri-presa socio-economica che caratterizzò i primi anni ’60, in paese si rinnovò l’interesse per il recupero del-le tradizioni popolari e folcloristiche. In quegli anni venne istituita l’Associazione Pro Loco e subito dopo fu fondata, alle dipendenze dell’Istituto di Filologia Moderna dell’Università de L’Aquila, una Sezione dell’Istituto Dialettologico Abruzzese intitolata al po-eta bisentino Umberto Mattucci. Nel 1965, dall’alacre attività di questi due organismi, scaturì la ricostitu-zione del gruppo corale nei costumi tipici abruzzesi, diretto dal maestro Bruno Massimi. Il ricostituito Gruppo Folcloristico Corale di Bisenti nel giro di alcuni anni riuscì ad affermarsi e a farsi co-noscere in tutta la regione grazie alla interpretazione

“La passione per la musicainvogliò Elio Forcellese

a fondareun gr uppo di cantori”

di ANGELO PANZONE

Il “Gruppo Folkloristico Corale” di Bisenti in una foto d’archivio

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STORIE MUSICALI

del “Corteo nuziale negli antichi costumi e canti tra-dizionali”, un’opera con versi di Lamberto De Carolis e musiche di Antonio Di Jorio che ebbe ampia riso-nanza con spettacoli presentati nelle principali città abruzzesi fino ad essere proposta nel 1968 a Pescara nell’ambito della Settembrata Abruzzese, con grande consenso da parte degli esperti di folclore. Il “Cor-teo Nuziale” riproponeva, nella più stretta aderenza al passato, le usanze, i costumi e i canti anticamente in uso in occasione delle nozze, impiegando come at-tori quasi esclusivamente dei contadini i quali, nella interpretazione artistica dell’opera, rivivevano con fascinosa ebbrezza eventi vissuti in prima persona nei tempi andati.Sino alla fine degli anni ’60, sulle ali degli strepitosi successi riportati con la rappresentazione del “Corteo nuziale”, il Gruppo Corale continuò con grandi ap-prezzamenti l’attività artistica partecipando a diverse manifestazioni.Nei primi anni ’70, dopo una momentanea interruzio-ne dell’attività artistica, la corale si ricompose sotto la guida del maestro Sergio De Carolis, fondendosi con una formazione folk di Cermignano e dando vita al Gruppo Folkloristico Corale “CerBis”, che per l’ap-punto traeva l’appellativo dalla fusione dei gruppi di Cermignano e Bisenti. Per la ricchezza delle canzoni proposte, armonizzate dal nuovo direttore Sergio De Carolis, e grazie ad una approfondita ricerca etnogra-fica svolta da Lido Panzone, che meticolosamente procedette alla registrazione di antichi canti popolari raccolti nell’area vestina dalla viva voce delle persone più anziane, il Gruppo Folcloristico Corale “CerBis” presto si affermò come una delle più rappresentative realtà folk d’Abruzzo.Sul finire degli anni ’70, il Gruppo Folcloristico si sciolse per dare luogo alla formazione di una com-pagnia teatrale ma terminata l’esperienza teatrale, nei primi anni ’80, il gruppo folk riprese l’attività con la denominazione “Corale Lamberto De Carolis”, continuando ad esibirsi fino ai giorni nostri sempre sotto l’impeccabile direzione del maestro Sergio De Carolis. Attualmente la corale, oltre ad aver ampliato il repertorio di canti popolari e ad aver ripreso, arric-

chendola, la rappresentazione del “Corteo Nuziale”, svolge anche una intensa attività culturale soprattutto nel campo della canzone abruzzese. Da diversi anni, infatti, ha istituito il concorso di canzone dialettale “Premio A. Di Francesco” il quale vede la partecipa-zione dei maggiori compositori e poeti della regione.Nell’appena trascorsa stagione estiva, la Corale “L. De Carolis” ha arricchito il proprio curriculum artisti-co con la partecipazione al prestigioso progetto musi-cale «Parsifal... un po’ del “nostro” tempo migliore», un concerto curato dal maestro Leonardo Quadrini per celebrare il quarantesimo anniversario dell’inci-sione dell’indimenticabile album dei Pooh, nel cor-so del quale Roby Facchinetti, fondatore e tastierista dello storico gruppo musicale italiano, ha riproposto i brani più famosi che da oltre 40 anni accompagnano la vita degli italiani.Per questo straordinario spettacolo Roby Facchinet-ti ha cantato in formazione con i Palasport, la cover band ufficiale dei Pooh, avvalendosi dell’accompa-gnamento di un maestoso organico musicale, un en-semble di 150 elementi diretto dal maestro Leonardo Quadrini e costituito dall’Orchestra Sinfonica russa di Udmurtia, dal coro rumeno “Carmina Nova” e dalla Corale “L. De Carolis” di Bisenti. Il debutto è avve-nuto il 5 agosto scorso a Francavilla al Mare. Da qualche mese inoltre, la Corale “L. De Carolis” è confluita nell’associazione culturale “A.MORE.S. – Aprutienses in mores studentes”, istituita dal “nucleo storico” della corale con lo scopo di mettersi “a servi-zio” di tutti coloro che a Bisenti desiderano occuparsi di una materia, la cosiddetta “cultura popolare”, da sempre ritenuta un argomento di secondaria impor-tanza. D’altronde, già il nome attribuito al sodalizio, un acronimo della dicitura “Aprutienses in mores studentes”, lascia intuire le finalità dell’associazione: si tratta di abruzzesi impegnati nello studio di come le tradizioni popolari possano aver “contaminato” le diverse forme di espressione artistica. Naturalmente, essendo costituita da abruzzesi, l’associazione si con-centrerà soprattutto sulla cultura locale abruzzese, ma comunque non disdegnerà assolutamente di appro-fondire anche le tradizioni popolari di altri territori.

Il coro di Bisenti oggi

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STORIE MUSICALI

Le eccellenze teramanecantate nel mondo

Teramo si sa, è una cittadi-na di provincia poco co-nosciuta perfino in Italia,

un po’ defilata, ma pur tuttavia non priva di eccellenze. Questo non dovrebbe meraviglia-re se pensiamo che Leonardo era di Vinci, San Benedetto di Nor-cia, Ignazio Silone di Pescina, Benedetto Croce di Pescasseroli, Gabriele D’Annunzio di Pesca-ra... anzi di Porta Nuova!... e così via... evidentemente la tranquilli-tà della provincia ispira gli animi e le menti.Delle “virtù” teramane, non solo gastronomiche, hanno già scritto in tanti più autorevolmente. Io mi limiterò, in questa mia disser-tazione, ad una realtà culturale della quale mi onoro far parte fin

dall’ ormai lontano 1972, si trat-ta dell’ associazione Corale “G. Verdi”. Nata appunto a Teramo nel 1948 per merito di quegli esponen-ti della cultura teramana tra cui spicca la figura del maestro En-nio Vetuschi, vera anima della Corale.La Teramanità tutta dovrà essere riconoscente a questo artista ed alla sua titanica opera didattica. La grande notorietà della Corale “G. Verdi” arriverà nel 1957-58 grazie ad una giovane Rai-Tv che diffonderà nell’ etere i suoni e le immagini dal Politeama di Pa-lermo in quella che era una sorta di Canzonissima ante litteram, “Voci e Volti della Fortuna”. Il canto “Maremmaje” di lontane

origini illiriche, in stretto dialetto vastese, col suo carico di pathos, magistralmente armonizzato dal maestro Ennio Vetuschi, nella coinvolgente interpretazione del coro e della superba solista Ame-lia Palazzesi Pompa, non temeva confronti ed avrebbe emozionato anche il più severo dei critici.Ecco che una Teramo quasi asso-pita balza agli onori delle crona-che non sempre benevoli di quei primi anni ‘60 ed il riferimento al sacrificio del vecchio Teatro Comunale è tutt’ altro che ca-suale. La storia successiva della Corale “G. Verdi” è costellata di successi in Italia, Europa, Libia, Canada, Russia, incisioni disco-grafiche, prestigiose apparizioni in tv e tanto altro, sempre sotto

di LEOPOLDO DI PAOLANTONIO

“Una Teramo assopita balzò agli onoridelle cronache

nei primi anni ‘60”In questa pagina: concerto per il sessantennale del Coro Verdi (2008); il maestro Ennio Vetuschi innalza la coppa vinta dalla corale al concorso Rai “Voci e volti della fortuna” (1958). Nella pagina accanto: Ennio Ve-tuschi (nel tondo) e il coro sulla terrazza del Municipio di Teramo in una foto recente

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STORIE MUSICALI

“Ci si stupisce di come tutto questo

sia possibile grazie ai volontari”

la sapiente dire-zione di Ennio Vetuschi a cui dal Duemila si affiancheranno altri pregevoli maestri.Cosa si può anco-ra dire o scrivere su questa esaltante espe-rienza umana e culturale, una storia che si è dipanata a ca-vallo di due secoli? Forse la per-cezione di qualcuno tra i tanti, un corista come me, che ne ha vis-suto una parte di questa storia ed ancora offre il proprio contributo nell’ organico del coro, perché è proprio questo l’aspetto che mi preme mettere in evidenza. Ri-chiamando alla mente tutto quel-lo che la Corale ha prodotto, i grandi concerti, le messe solenni, le opere liriche, le collaborazioni con grandi orchestre e maestri di fama senza sottovalutare lo scon-finato repertorio folkloristico a baluardo delle nostre tradizioni abruzzesi, ebbene ci si stupisce di come tutto questo sia possibile col semplice apporto volontario ed a carattere dilettantistico-ama-toriale dei singoli cantori. E mi è caro ricordare le collaborazioni

con i compian-ti maestri Nino A n t o n e l l i n i , Piergiorgio Ri-ghele ed Ivan Graziani.

Si potrebbe dire che il concetto de

“l’ unione fa la for-za” trova qui la sua su-

blimazione, quello che a po-chi non è concesso, sia per limiti di numero che di capacità artisti-che, diventa possibile a tanti pur-ché sottoposti ad una autorevole guida. Non si creda però che in un tale contesto il professionismo sia assente o limitato alla figura del maestro, anzi. Tanti hanno iniziato studi musicali, accademi-ci o privati, magari interrotti per seguire altre strade, ma la musica una volta entrata nella nostra vita diventa un’esigenza che facendo parte di un coro può essere sod-disfatta. Inoltre, e contrariamente a quel che sarebbe lecito suppor-re, cantare insieme, che pure ri-chiede un certo spirito gregario, non sminuisce le individualità ed esalta l’autostima, perché rema-re tutti insieme coordinatamente è molto più difficile che farlo da soli!

La musica, come il teatro, è quella forma d’arte che vive nel momen-to in cui viene eseguita, la parti-tura è un canovaccio e il risultato è unico e irripetibile, brillante o scadente che sia. Per chi ama la polifonia poter dare suono alle note sublimi di autori come Pale-strina, Gesualdo, Monteverdi, Des Pres... e poi Bach, Mozart, Verdi, tanto per citarne alcuni, è un as-soluto privilegio. Tutto questo, sembra incredibile, è possibile ovunque e sempre, semplicemen-te riunendo un gruppo di persone animate da un sano spirito di vo-lontaria disponibilità, il risultato è un reciproco arricchimento cultu-rale e spirituale che coinvolge sia l’ esecutore che il fruitore. Mi piace concludere con un afo-risma di innegabile attualità, attri-buito a Leopold Sedar Senghor: “Là dove senti cantare fermati, gli uomini malvagi non hanno canzoni.”

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STORIE MUSICALI

di GIANFRANCO LUPIDIIe CHIARA PIERSANTI

“Un vero capolavoro che si configura

come omaggio della ragione alla fede”

Musica e sociale, musica e volontariato, l’Asso-ciazione “Benedetto

Marcello” non è certo nuova a esperienze del genere visto che nei suoi trent’anni di attività ha proposto importanti iniziative quali Musica per la vita e Musica nel sociale di cui la prima desti-nava gli incassi di volta in volta a diverse associazioni umanitarie, la seconda portava la musica ai detenuti delle carceri abruzzesi.Ultima esperienza in cui l’Asso-ciazione è stata protagonista con la sua orchestra di 14 elementi, il 28 settembre presso il carcere di Rebibbia a Roma. Un progetto importante e di am-pio respiro, quello dell’Arte della

Fuga di Johann Sebastian Bach nelle carceri italiane, ideato dal M° teramano Mario Ruffini.Nato come desiderio di portare a nuova luce un capolavoro che per oltre 250 anni è stato letto solo come cattedrale della ragio-ne, l’Arte della Fuga si configura come omaggio della ragione alla fede nel momento supremo della morte. Per questo si è deciso di eseguirla nelle carceri, luoghi di sofferenza ma anche di profon-da riflessione che lo stesso Bach ebbe la sventura di conoscere in prima persona: fu infatti impri-gionato a Weimar dal Principe Leopoldo Augusto, poiché vo-leva lasciare la corte dove era a servizio.

Un gigante della musica e il suo capolavoro incompiuto proposto ai detenuti per donare loro un forte motivo di riflessione sulle potenzialità di rinascita che ogni luogo appartato, anche quello estremo della reclusione, può ge-nerare. Un disegno che ha preso le mosse nel 2013, quando è stata eseguita, il 25 marzo, nella Casa Circon-dariale di Sollicciano, a Firenze, in concomitanza del grandioso evento World Bach-Fest, tre gior-ni di musica dedicati al grande compositore che hanno visto ol-tre diecimila presenze, a cui l’Or-chestra “Benedetto Marcello” ha partecipato attivamente con due esibizioni. Lo stesso progetto era

“L’arte della fuga”

scritta in note

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STORIE MUSICALI

“Una riflessione per gli stessi esecutori che of frono anche un momento di confor to”

stato proposto alla città di Firen-ze nella Basilica di Santa Croce davanti a duemila persone. Nean-che un mese dopo, il 5 aprile, a Teramo, nella Casa Circondariale di Castrogno al mattino e nella Cattedrale la sera, accolta bene-volmente dal Vescovo Monsi-gnore Michele Seccia, anch’egli presente al carcere di Castrogno.Infine, il 28 settembre scorso, nelle Carceri di Rebibbia, con due esecuzioni, una al mattino per la sezione maschile e un’altra nel pomeriggio per quella femminile; le due esecuzioni, come nelle al-tre occasioni, sono state preparate dal M° Ruffini con incontri tema-tici destinati ai partecipanti. Non soltanto sull’aspetto musicale, ma anche sulla Fuga come evento dello spirito, della ragione, della fede, e come via di fuga portata ai detenuti, messaggio di speranza e rinascita dal luogo dove la libertà è forzatamente limitata. “Voci che corrono, si rincorrono e si inseguono, diverse tra loro eppur perfettamente integrate, voci che si avvicinano e si al-lontanano. Un grande specchio dell’universo pulsa nelle vene delle linee parallele che formano il tessuto della polifonia…Voci polifoniche che aspirano all’in-finito…la Fuga di Bach è un pensiero che, correndo da voce a voce, si sublima e si innalza, e si appaga nel divino” (Mario Ruf-fini). In questo senso l’Arte della Fuga è una preghiera che invita alla preghiera. Un momento di riflessione anche per gli stessi esecutori che hanno vissuto come un’opportunità di offrire non sol-tanto delle note ma anche un mo-mento di conforto e raccoglimen-

to ad un pubblico attento in tutte le occasioni. Trent’anni quindi, per l’Associa-zione “Benedetto Marcello” che, nata il 29 settembre 1984, ad oggi ha tenuto più di 1.050 concerti in Italia e all’estero. Ha iniziato la propria attività concertistica interessandosi prevalentemente del vasto repertorio italiano, so-prattutto inedito, del XVIII seco-lo. Il lavoro di ricerca, condotto su composizioni di G.B. Martini, G. e G.B. Sammartini, G.B. Per-golesi, J. Quantz, M. Mascitti, T. Albinoni, L.Leo, N. Porpora, si è concretizzato in diverse incisio-ni discografiche per le etichette Bongiovanni, Mondo Musica-Emi, Nuova Era, con riconosci-menti lusinghieri da parte della critica specialistica nazionale ed estera. Ha inciso, per l’etichetta Tactus, lo Stabat Mater di Pergo-lesi e lo Stabat Mater di L. Boc-cherini con la direzione di F. E. Scogna. L’Orchestra ha partecipato a di-versi festival italiani e stranieri e ha curato gli allestimenti degli Intermezzi “Livietta e Tracollo”, “Il Maestro di Musica”, “La Ser-va Padrona” di G.B. Pergolesi e delle opere “L’Italiana in Lon-dra” e il “Matrimonio Segreto”

di D. Cimarosa, quest’ultima in occasione del bicentenario della sua prima esecuzione. Successivamente l’Orchestra ha allargato il suo campo di interes-se inserendo nel proprio reperto-rio autori del periodo classico, ro-mantico e contemporaneo di cui ha realizzato prime esecuzioni e incisioni discografiche. Importanti le collaborazioni con i più affermati concertisti interna-zionali quali Francesco Manara, Franco Petracchi, Giuseppe Et-torre, Corrado Giuffredi, Luisa Prandina, Marco Rogliano, En-rico Dindo, Francesco Di Rosa, Bruno Canino, Danilo Rossi, Sandro Verzari, Franco Pavan, Dorina Frati, Luigi Piovano ecc.Numerose le tournée all’Este-ro (Austria, Germania, Francia, Svizzera, Belgio, Stati Uniti, Egitto, Palestina, Argentina, Sud Africa) sempre con rilevanti ri-scontri di pubblico e di critica.Di recente, infine, la XXI Sta-gione Concertistica con le due rassegne Il Solista e l’Orchestra e Concerti Aperitivo-Domeni-che d’Autunno al Museo, presso l’Auditorium San Carlo del Mu-seo Archeologico a Teramo.

Nella pagina accanto: l’orchestra “Benedetto Marcello”. Sopra: il concerto tenuto nel carcere di Rebibbianell’ambito del progetto “L’arte della fuga” ideato dal maestro teramano Mario Ruffini

DICEMBRE 2014 | | 13CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO

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TRADIZIONI

dei volontaritra dedizione e fede di VALERIO PICHINI

“Udii tra il sonno le ciaramelle, ho udito un suono di ninne nan-ne”. Non c’è poesia, come quel-la del Pascoli, che renda meglio l’atmosfera e il sapore del Natale. Ma anche dinanzi ad un presepe ritroviamo, pur quando il dubbio tenta la fede, quelle stesse sensa-zioni, quello stesso clima suscitati dalla struggente lirica del grande poeta romagnolo. Alla ricerca di presepi, nella nostra provincia ne abbiamo individuato alcuni e, tra questi, segnaliamo il Presepe Genti della Laga di Torricella Sicura e il Presepe vivente di Montepagano.

L’allestimento di Torricella, giunto alla sua undicesima edi-zione, è un luogo unico, un posto dove il visitatore può rivivere lo stile di vita degli avi. Il collega Lorenzo Colantonio lo ha defi-nito: “Storie e mestieri d’Abruz-zo raccontati a mo’ di presepe”. Un lavoro imponente, quello di Gino Di Benedetto, che si avvale della collaborazione di volontari e artigiani del posto. Tra questi, menzione particolare all’opera dello scenografo Antonio Fla-

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TRADIZIONI

giello (scomparso nel 2012) che, innamoratosi di Teramo e del suo territorio, scelse trent’anni orsono di trasferirsi nella nostra città vin-cendo le comprensibili resistenze della sua famiglia, ci racconta, con un filo di commozione, la fi-glia Orsola.La passione è il vero motore di chi opera nel volontariato. Un volontariato, quello di Gino, che vanta trent’anni di ricerche nei paesi e nei vecchi cascinali della Laga. L’imponente costruzione è divisa in tre sezioni: a) le minia-ture con riproduzione di scene ed oggetti in scala 1:5; b) gli oggetti d’epoca e antichi ambienti a gran-dezza reale; c) la sezione virtuale

costituita dal sito internet (www.cmgransasso.it). Gino, inoltre, ha un segreto: il quotidiano soste-gno della moglie Fabrizia, dotata di una pazienza proverbiale. Già, perché il nostro autore vive in una sorta di casa-museo che egli stes-so ha costruito, riempiendola di tanti oggetti antichi ed interessan-ti. Nell’edizione 2004 il monu-mentale presepe è stato allestito presso alcuni locali dell’ex ma-nicomio. Un complesso, quello di S. Antonio abate, il cui nucleo originario risale al medioevo e sul cui recupero c’è un vivace di-battito. La particolarità di questo presepe (che è anche un museo et-nografico), consiste nella capacità

di attirare visitatori di tutte le età, suscitando ricordi negli anziani e nuove emozioni nei più piccini. Dall’edizione 2013 sono stati in-trodotti alcuni miglioramenti tra i quali ricordiamo la ricostruzione di facciate di antiche case rurali, utilizzando portali ed infissi origi-nali recuperati da vecchi cascina-li abbandonati nel teramano. Un nuova illuminazione a led, inol-tre, rappresenta una attenzione dell’autore alle più recenti istanze di risparmio energetico. Si segna-la, infine, la collaborazione del museo con l’Istituto comprensivo di Torricella per la gestione di un progetto di ricerca sulle tradizioni locali.

“Quella di Gino Di Benedettoè una passione che vanta30 anni di ricerche sui Monti della Laga”

Alcuni particolari del presepe allestito a Torricella Sicura (Teramo) da Gino Di Benedetto che lo cura ormai da undici anni

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TRADIZIONI

Annoverato tra le “eccellenze nazionali”, il pre-sepe artistico del maestro artigiano Giovanni Gavioli quest’anno spegne la sua quarantacin-

quesima candelina. All’epoca era appena un trenten-ne Giovannino - come tutti lo chiamano a Montorio – e decise di portare avanti la passione per i presepi che coltivava sin da bambino. Iniziò con pochi pezzi, facendosi aiutare da un anziano pastore, Aliano Alle-va, con il quale ricostruì minuziosamente gli interni delle case di un tempo e le miniature degli oggetti utilizzati in passato. Giovanni Gavioli, muratore di professione ma artista per passione, iniziò pian piano ad ingrandire il suo presepe, che presto trasferì dalla sua abitazione al fondaco e poi al garage. Era il 1969 e fu a quel punto che decise di aprirlo al pubblico. Dal 2004 il suo presepe è stato trasferito al chiostro degli Zoccolanti, dove ogni anno viene arricchito di ambienti e scene nuove che rappresentano un vero spaccato della tradizione contadina e della cultura teramana, articolato in una infinità di rappresenta-zioni e miniature, condite dalla presenza di proverbi

e massime che fanno cogliere ancor meglio al visita-tore lo spirito dello scomparso mondo rurale e delle ingegnosità che i suoi componenti erano costretti ad escogitare nell’affrontare la durezza della vita di al-lora. Centinaia le statuine, dotate di effetti meccanici e sonori, rigorosamente realizzate a mano dall’artista montoriese, ripropongono i mestieri e i riti della vita contadina. Le scene in scala 1:5 sono in gran parte animate e danno uno spaccato della vita tipica del-le popolazioni abruzzesi della fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento riproducendo molti anti-chi mestieri ormai scomparsi. Adiacente al presepe, pregiata opera di artigianato artistico, è situato un piccolo museo, che raccoglie la collezione privata di Gavioli, che nel tempo ha recuperato migliaia di anti-chi attrezzi della civiltà contadina. Il museo e il prese-pe, ad ingresso libero, permetteranno al visitatore di fare un tuffo nel passato nel quale l’artista Giovanni Gavioli sarà lieto di accompagnarvi durante la sugge-stiva visita. Per informazioni è possibile contattare il numero 0861.591520. (cdl)

LA PASSIONEDI UN ARTIGIANO

Montorio al Vomano

Giovanni Gavioli

Gino Di Benedetto e sua moglie Fabriziae le suggestive ricostruzioni allestite nel presepe

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AMontepagano sco-priamo anche una straordinaria rac-

colta di oggetti dedicata alla civiltà contadina dell’Abruz-zo. Il museo, la cui fonda-zione la si deve all’impegno alcuni volontari, guidati dalla straordinaria compe-tenza etnografica di Gigino Braccili, giornalista e scrit-tore rosetano recentemente scomparso, si trova presso il vecchio municipio. Parliamo del Museo civico della cultu-ra materiale.

Al suo interno troviamo esposti oggetti di vario ge-nere: strumenti musicali, macchine da scrivere, libri e foto antiche, attrezzi da lavo-ro, sia agricolo che artigiano. Inoltre sono stati fedelmente ricostruiti due ambienti con-tadini d’epoca: una cucina con tutti gli oggetti casalin-ghi ed una camera da letto completa di lavabo e corredo da sposa; entrambi contribu-iscono a rendere più realisti-ca, agli occhi del visitatore, l’esposizione degli oggetti

interni al museo. In tempi più recenti il museo si è amplia-to con altre due sezioni, una dedicata alle erbe officinali, curative e per usi culinari, l’altra dedicata ai santini ed alle immaginette sa-cre, dall’800 ai tempi moderni.Nel periodo estivo il Museo è aperto tutti i giorni dalle 16,00 alle 22,00. Nel periodo in-

vernale dalle 15.30 alle 18.30 , la mattina è aperto su pre-notazione per le scolaresche. L’ingresso è libero.

(vp)

A MONTEPAGANO UNO TRA I PIÙ ANTICHI

A Montepagano di Roseto - la più antica frazione di Roseto degli Abruzzi, e sino al 1927 sede municipale - si svolge, grazie all’associazione Borgo Antico nata nel 1972, un presepe vivente, il più antico nella nostra regione dopo quello di Rivisondoli. Anzi, dovremmo dire si svolgeva. Infatti, sino allo scorso anno, si sno-dava per le antiche vie del borgo illuminate da torce un bellissimo presepe vivente con dei costumi realiz-zati, grazie al sostegno del Comune di alcuni privati, dagli stessi volontari. «Quest’anno abbiamo deciso di non fare la manifestazione», dichiara con tono accora-to la presidente Anna Maria Rapagnà, che aggiunge: «Mancano fondi, mancano le comparse; altre frazioni organizzano eventi simili sottraendo risorse e forze». Ha ragione Anna Maria, paganese da generazioni, donna semplice, sincera e sempre disponibile. L’amo-re di Anna Maria per la sua terra è, infatti, smisurato. È l’amore per quell’“Abruzzo forte e gentile”, come re-cita lo slogan di Primo Levi e caro al D’Annunzio, di cui lei, la nostra simpatica amica, che è anche catechi-sta in parrocchia, è l’esempio vivente. Nel volontaria-to vince chi fa, chi si “corcia”, e non si limita alle sole chiacchiere. Vince chi si rimette in discussione, non chi dorme sugli allori. Vince (ma capite il senso) chi ha un cuore generoso, che si traduce in un impegno a 360 gradi, e dove è importante (anzi vitale) l’unione che, da sempre, fa la forza. Da parte nostra un since-ro augurio all’associazione “Vecchio Borgo” perché possa ritrovare, nelle persone e nelle istituzioni, quel sostegno, non solo morale, per non interrompere un cammino, lungo 43 anni, verso la grotta di Betlemme.

TRADIZIONI

d’AbruzzoPRESEPI VIVENTI

E c’è anche il MUSEO CONTADINO

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ESPERIENZE

L’associazione Teramo Nostra nasce nel 1987 su iniziativa di intellettuali e artigiani locali “per la difesa, la promozione e la valorizza-

zione del patrimonio culturale, sociale ed ambienta-le del territorio teramano”. Le attività svolte sono a carattere locale, ma non mancano appuntamenti di rilievo come il Premio internazione della fotogra-fia cinematografica “Gianni Di Venanzo” giunto, nel 2014, alla diciannovesima edizione. Questo pre-mio, unico nel suo genere, è dedicato al concittadino Gianni Di Venanzo, maestro indiscusso nella foto-grafia sul set cinematografico e conteso, a motivo del suo straordinario talento, da registi come Anto-nioni e Fellini. Presidente di Teramo Nostra è, ancora oggi, Piero

Chiarini. Un piccolo imprenditore che, con l’aiuto dei soci, dedica al volontariato le energie migliori. Forti e coraggiose, infatti, le iniziative per il recu-pero e il riutilizzo del Teatro romano, quelle rovine del teatro d’Interamnia che, con le parole di Gabriele D’Annunzio, “testimoniano romanamente l’antica grandezza”. Emergenze archeologiche di un’opera risalente ad Adriano (II sec.), l’imperatore originario di Atri. Nel Medioevo il teatro fu (abitudine diffusa un po’o-vunque in Italia, da cui l’adagio “quod non fecerunt barbari …”) vittima di manomissioni e saccheggi, il cui materiale di spoglio ha alimentato la costruzio-ne di edifici e persino di una parte della Cattedrale. Oggi, nonostante queste depredazioni, il teatro tera-

TERAMO NOSTRA,1000 battaglie per la città

di VALERIO PICHINI

“L’associazione è nata nel 1987,su iniziativa di intellettuali e cittadini,

per valorizzare e promuovereil patrimonio culturale del capoluogo”

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ESPERIENZE

mano è tra i meglio conservati del Piceno. Consa-pevole di ciò, Teramo Nostra si batte per ultimare un progetto di recupero del sito. Un intervento che contempla anche la demolizione di edifici (Adamo-li e Salvoni), ancora insistenti sull’area. Nel parlare con Piero, un uomo dotato di buonsenso e altrettanta saggezza o con lo storico Sandro Melarangelo, già docente del locale Liceo artistico, figlio dell’illustre Giovanni e pittore apprezzato anch’esso, scopriamo una caratteristica, una peculiarità che - ammettia-molo - poche associazioni possiedono. Gli amici di Teramo Nostra non cercano primati né si mostrano gelosi dei propri spazi. Al contrario, e con nostra enorme soddisfazione, sono sempre disponibili ad accogliere altre associazioni per creare utili sinergie. Insomma, dall’unione scaturisce un’enorme forza propulsiva, una forza idonea a garantire risultati positivi. È il caso di “Scambialibro”, un simpatico appuntamento curato da Detto tra noi, un giovane sodalizio che, a cadenza mensile, si riunisce nella sede di via Fedele Romani per scambiare libri e pre-sentare qualche novità editoriale. In un recente passato, in occasione delle festività in onore di S. Antonio Abate (17 gennaio), il santo con il porcellino, descritto nel deserto da celebri versi popolari in musica, l’associazione organizzava una messa presso la chiesa dell’ex manicomio. In tale occasione non solo veniva ricordato e onorato il pro-tettore degli animali (alla funzione ne partecipavano svariate razze), ma veniva posto un accento, peraltro doveroso, sul vetusto complesso dedicato al santo e sul suo stato di perdurante e colpevole abbandono. Da 15 anni, infine, l’associazione si adopera per i festeggiamenti laici, collocati a margine dei riti reli-giosi del 2 luglio, in onore della Madonna delle Gra-zie, compatrona della città ed effigiata nella stupen-da statua lignea del ‘400, opera di quel Giovanni Di Biasuccio che condivise arte e bottega con il più noto e giovane Silvestro. Giacomo della Marca, commit-tente di codesta pregevole scultura, fu riformatore dell’ordine francescano osservante. Un ordine che il dotto frate di Monteprandone, molto devoto alla

Vergine, volle attivo anche a Teramo, in-torno al 1470, nel luogo dove sorgeva un monastero benedettino femminile.

La festa della Madonna delle Gra-zie, alla quale Teramo Nostra tanto tiene, sintetizza una fede

semplice, ma profondamente radicata. Una fede, quella dei teramani, che scaturisce dalla memoria di un miracolo: l’apparizione (17 novembre 1521) del-la Vergine, accanto al patrono Berardo da Pagliara, sulle mura della città all’altezza di Porta Melatina. Evento che mise in fuga le milizie di Andrea Matteo III Acquaviva, ottavo duca di Atri, al quale Carlo V aveva venduto la città. Questo prodigio, dal quale si deve lo scampato assedio, è ritratto in una tela di Giuseppe Bonolis (1847), custodita nella sacrestia della Cattedrale. Nel presentare alla stampa i festeg-giamenti 2014, a cui si sono aggiunti, nel chiostro recentemente restaurato, mostre di pittura e recital di poesia, il presidente Chiarini ha voluto esprimere un certo disappunto sia per la presenza, nell’antistante piazzale del santuario, di giostre troppo invadenti e rumorose, sia per il disinteresse manifestato, dal ceto politico, verso questo secolare evento di pietà e di fede.

Nella pagina accanto: sit-in di “Teramo nostra” davanti al Teatro romano di Teramo nel 2012. Sopra: il direttore artistico Sandro Melarangelo (a sinistra) e il presidente Piero Chiarini presentano il premio “Gianni Di Venanzo”

DICEMBRE 2014 | | 19CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO

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ESPERIENZE

Il bookcrossing (dai termini in lingua inglese book, libro, e crossing, passaggio) è un’i-

niziativa di distribuzione gratuita di libri che consiste nel rilasciare libri nell’ambiente urbano affin-ché possano essere presi e letti da altri che poi li faranno proseguire nel loro viaggio, fino a rendere il mondo intero una biblioteca. La definizione deriva da bookcros-sing.com, un club gratuito di libri on-line fondato nel 2001, l’uso del termine è divenuto così dif-fuso da meritare dal 2004 una voce nel Concise Oxford English Dictionary. Contrariamente alla pura lettura, la pratica del bookcrossing non è affatto solitaria: nonostante pre-veda la liberazione e il ritrova-mento di libri senza un contatto diretto tra i partecipanti, fare par-te di una comunità che condivide un metodo ed una certa visione della condivisione porta spesso alla realizzazione di ritrovi sul territorio.Negli anni e a seconda delle esi-genze nei vari contesti sociali e culturali, l’idea iniziale del rila-scio di un libro ha subito varia-zioni, mantenendo comunque tre principi base: la passione per la

Wdi PAOLA MOSCA

“L’onda virale del fenomenoar riva a Teramo nel 2011

ad opera dell’associazioneDetto tra noi”

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ESPERIENZE

lettura, la disponibilità alla con-divisione della cultura e la libertà di iniziativa. L’onda virale di questo feno-meno internazionale arriva a Teramo nel novembre 2011 ad opera dell’Associazione culturale Detto tra noi e risponde al nome “Scambialibro”: nel primo incon-tro svolto nella sala di un bar e pubblicizzato con locandine non professionali, si ritrovano alcuni membri del direttivo e un paio di amici, sui tavoli i libri e una gran voglia di condividerli con lettori appassionati, tutti animati dall’e-sigenza di trascorrere del tempo di qualità e contenti di relazionar-si grazie a un fine comune.La lettura quindi risponde effica-cemente alla necessità di socializ-zare in quanto aiuta a migliorare il lessico, ad apprendere nozioni nuove e ad approfondire quello che già si sa, ogni libro letto aiuta a migliorare se stessi e la capacità di interagire con gli altri. A questo incontro ne sono seguiti altri, stavolta nella sede dell’As-

sociazione culturale Teramo Nostra, sempre con cadenza mensile e sempre più partecipati, fino a diventare un appuntamento fisso per molti teramani che ne apprezzano l’atmosfera familiare e coinvolgente, la possibilità di incontrare in maniera disinteres-sata persone con matrici culturali e storie diverse, la disponibili-tà di Detto tra noi a collaborare con altre associazioni presenti nel territorio e la versatilità delle pre-sentazioni: si passa con facilità e senza pregiudizio dalla narrativa a vere e proprie lezioni di storia, dal dibattito sulla rivalorizzazio-ne di edifici storici abbandonati al reading di poesie con accom-pagnamento musicale.Scambialibro è divenuto, per autori affermati e non, l’appun-tamento ideale in cui presenta-re ai teramani i propri libri e al contempo, momento dedicato a chiunque abbia voglia di condivi-dere, diffondere una lettura parti-colarmente apprezzata. Dalle pri-me sparute presenze degli esordi,

si è giunti a contare su un pubbli-co “fisso” di almeno settanta uni-tà e i libri messi in circolo sono sempre di più. La biblioteca associativa si arric-chisce settimanalmente di nuovi volumi, donati da amici e par-tecipanti, poi catalogati e suddi-visi per genere, un membro del direttivo si occupa del prestito e della restituzione. Lo scambio non scoraggia l’acquisto di libri nuovi, anzi lo incentiva perché il confronto con altri lettori crea cu-riosità verso autori e titoli fino a quel momento sconosciuti.L’associazione non dispone di finanziamenti pubblici perciò ognuno è invitato a contribui-re raccogliendo libri dismessi e aiutando nella preparazione degli incontri, le locandine stesse sono realizzate da un grafico non pro-fessionista a titolo gratuito.Per conoscere i nuovi arrivi nella biblioteca e le date degli incon-tri è attiva la pagina Facebook “Scambialibro – Associazione culturale Detto tra noi”.

L’associazione culturale “Detto tra noi” di Teramo, operante da circa quattro anni nella città aprutina, è nata con l’intento di offrire ai teramani una proposta culturale nuova e diversa dalle precedenti, introducendo iniziative a carattere letterario (Scambialibro, appuntamento mensile con il libro e la lettura che ha visto ospiti a Teramo scrittori di fama nazionale), turistico (Abruzzo on the coast, viaggio a piedi lungo tutta la costa abruzzese in sei giorni, ed. 2011, 2012, 2013) e musicale (Shape music fest 2011 e 2012, 2013 e 2014, festival musicale all’interno della Coppa Interamnia). Collabora inoltre alle iniziative nazionali di Telefono Azzuro e con il gruppo locale di volontari Emergency.

Il pubblico presente a una delle edizioni di “Scambialibro”

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(non si smette mai di imparare e siamo contenti così)di VALERIO PICHINI

“A lezioni accademiche si alter nano gradevoli momenti di svago…”

Quando impegni lavorativi e familiari si fanno meno pressanti cresce, talvolta,

la tentazione di impigrirsi o d’i-solarsi. Condizioni queste che, non raramente, possono farci sci-volare nella depressione, in quel “male oscuro” raccontato in tante pagine di letteratura e cronaca. Onde scongiurare quanto sopra è consigliabile coltivare un interes-se: come iscriversi, ad esempio, ai corsi delle Università della terza età dove a vere e proprie lezioni accademiche si alternano grade-voli momenti di svago e interes-santi viaggi d’istruzione. Nella nostra provincia ne abbiamo tre. La prima a Giulianova a cura dell’associazione “Sergio Libe-rovici”. «Siamo partiti diciasette anni fa - ci racconta la presidente Emilia Meloni, già insegnante di lingua inglese - con un progetto di musicoterapia diretta ai bambini disabili e sull’esempio di Sergio Liberovici (musicista di origini ebraiche cui si deve l’introduzio-ne della musica nella scuola ele-mentare, ndr) che credeva molto nella medicina del suono. Fu su-

bito un successo. I bimbi, infatti, erano impazienti perché l’incon-tro non era con i camici bianchi, ma con il mondo delle sette note. Dopo questa esperienza ci siamo chiesti perché non rivolgere l’at-tenzione alla terza età - ci raccon-ta, con partecipazione emotiva, la nostra amica presidente -. Così abbiamo iniziato questa esperien-za, dapprima eravamo un grup-petto di sole 20 persone, ma man mano il gruppo è cresciuto dietro un percorso da inventare. Ogni anno le cinque persone del diretti-vo scelgono un tema. Il program-ma 2014-2015 prevede il Nove-cento con un approfondimento storico sulle guerre mondiali ed artistico con una la visita alle vil-le del Liberty. Seguiamo anche il teatro lirico, ma prima - e qui emerge l’approccio metodologi-co dell’insegnate di lungo corso - analizziamo l’opera, studiamo l’autore».Ascoltare il racconto della profes-soressa Meloni è un piacere per-ché dalle sue parole emerge uno slancio, indizio - a parer nostro - di un appassionato interesse, vero

motore per concretizzare progetti culturali come quelli dell’Uni-versità della terza età e del tem-po libero della ridente cittadina adriatica che fu contea degli Ac-quaviva. Nel tracciare il bilancio di questi diciasette anni, Emilia sottolinea il ruolo di inclusione sociale che l’Università ha svolto e svolge nei confronti di persone sole o sradicate dal proprio terri-torio come i terremotati aquilani. «Molte persone sole, provenienti da altre località, hanno trovato a Giulianova delle radici. Incon-trarsi, condividere interessi e pas-sioni, insomma fare gruppo è una gioia», aggiunge, congedandosi.Anche nel capoluogo, sin dal 1990, l’esperienza dell’università della terza età è curata da un af-fiatato gruppo di amici, già col-leghi presso la locale Università. Direttore dei corsi de l’Univer-sità popolare Medio Adriatica Teramo, questa l’esatta denomi-nazione del sodalizio, è Adelmo Marino Pace, per anni docente di storia presso l’Ateneo teramano. Socio della Deputazione di Storia patria e artefice del Centro Abruz-

Università popolare Medio-Adriatica: inaugurazione dell’annoaccademico 2014 - 2015. Da sinistra: Alessandra Gasparroni,Adelmo Marino e il presidente Gino Battistella

ESPERIENZE

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(non si smette mai di imparare e siamo contenti così)

zese di Ricerche Storiche, il pro-fessor Adelmo è una vera miniera di notizie e sempre disponibile ad elargire preziosi consigli. L’11 novembre scorso è stato inaugu-rato il XXV Anno Accademico con una dotta prolusione, a cura del direttore dell’Osservatorio di Collurania “V. Cerulli” Roberto Buonanno, sulla figura di Galileo Galilei, cui è seguita la presenta-zione del ricco programma di le-zioni di Storia, Medicina, Musica, Sociologia, Letteratura, Diritto ed Economia, Tradizioni popola-ri e religiose, svolte da esperti e

docenti universitari (lezioni dal 18 novembre 2014 al 26 mag-gio 2015, ogni martedì ore 17,00 presso la sala Caraciotti via Torre Bruciata, 14). Roseto degli Abruzzi, Rosburgo sino al 1927, vanta un passato culturale di tutto rispetto. In pri-mo luogo, grazie al contributo of-ferto dalle pubblicazioni del gior-nalista e scrittore Gigino Braccili, e per la presenza, nella stagione balneare, di attori del calibro di Renato De Carmine, Tino Buaz-zelli, Giuliana Lojodice ed altri. L’UTER è l’università della terza

età della “città delle rose”, il cui diciannovesimo anno accademi-co è stato inaugurato (23 ottobre) con una prolusione del professsor Giovanni Di Giannatale, preside dell’istituto liceale “G. Milli” di Teramo, sul tema: “La scuo-la secondaria nella provincia di Teramo dalla seconda metà del XVIII secolo agli albori dell’U-nità d’Italia: aspetti istituzionali, pedagogico - didattici e politico-sociali”.Direttore dei corsi, dal 4 novem-bre 2014 al 5 maggio 2015, è An-tonio Di Felice, già preside del Liceo “Saffo” e apprezzato stu-dioso del casato degli Acquaviva di Atri. Le lezioni bisettimanali, che interessano ben dodici disci-pline, si tengono presso la scuola elementare “G. Milli” v. G. Milli, 24 - Roseto .

“Molte persone sole, provenienti da altre località, hanno trovato qui delle radici”

La docente universitaria Giuseppina Bizzarri con il direttore dell’osservatorio astronomico di Collurania, Roberto Buonanno, e l’antropologa Alessandra Gasparroni

ESPERIENZE

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Se il MOSAICO ROMANOtorna alla luce

grazie agli studenti-volontari

ESPERIENZE

Il mosaico romano torna alla luce grazie agli studenti vo-lontari. Non sempre la bu-

rocrazia - intendendosi per tale l’insieme delle regole (a volte complicate, illogiche e lente) im-poste dall’apparato amministrati-vo - offre il suo lato peggiore alla nostra sensibilità. Nel caso del li-

ceo Saffo di Roseto degli Abruz-zi, è addirittura una burocrazia dolce quella che ha consentito a una trentina di ragazzi di accede-re volontariamente a un percorso formativo che consentirà loro di apprendere le tecniche del restau-ro “dal vivo”. Saranno gli studen-ti delle prime due classi del liceo

scientifico ad indirizzo ambienta-le e biomedico ad operare, sotto la direzione di un addetto della Soprintendenza ai beni archeo-logici, il recupero del pavimento appartenente a un’antica domus romana . Il mosaico è stato ritrovato a Ro-seto nel corso dei lavori di am-

di NICOLA CATENARO

“A Roseto trenta ragazzidel liceo “Saf fo”

apprenderanno “dal vivo”le tecniche di restauro”

I ragazzi del Liceo “Saffo” con il preside Viriol D’Ambrosio e la docente Gina Martella (alla sua sinistra) e, nella pagina accanto, alcuni particolari del mosaico e la veduta d’insieme del luogo del ritrovamento

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DELLA PROVINCIA DI TERAMO La Rivista del NON PROFIT

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pliamento dello svincolo che dalla Statale 16 porta a Santa Petronilla (nei pressi dell’azienda Rolli) ed è costituito, dice la relazione ar-cheologica, da tessere bianche di circa un centimetro che poggiano su un pavimento in cocciopesto. Potrebbe appartenere a una villa romana databile approssimativa-mente tra la tarda età repubblica-na e la prima età imperiale. Se ne saprà sicuramente di più durante il recupero previsto dal progetto “Dialogo col Passato”, iniziativa che non costringerà gli studenti a spostarsi dato che il mosaico sarà trasferito all’interno della scuo-la. Con il placet della Soprinten-denza, che svolgerà funzioni di supervisione e controllo, il liceo “Saffo” di Roseto si è impegnato a restaurare il mosaico in più anni tramite il lavoro congiunto di studenti, docenti e tecnici esper-ti. Gli studenti che parteciperan-no alle varie attività formative e di tirocinio saranno garantiti da un’apposita polizza assicurativa ed infortuni. Il recupero, che tra i propri so-stenitori annovera la Fondazione Tercas, è stato possibile grazie a una convenzione firmata dal preside del liceo “Saffo”, Viriol D’Ambrosio, che sottolinea come siano «punti di forza del liceo il rapporto forte e proficuo con il territorio e le numerose attività di laboratorio», e dal sindaco di Roseto Enio Pavone, soddisfatto

insieme all’assessore alla Cultura Maristella Urbi-

ni di poter «coinvol-gere i ragazzi in

un progetto cul tura-

le di

spessore che li aiuterà nel-la proprie attività formati-va» . «Già l’anno scorso – ci racconta durante la visita a scuola Gina Martella, archeologo e docente di italiano, latino e storia al “Saffo”, oltre che referente del progetto - portammo a termine un’esperienza simile partecipando a San Salvo allo scavo di una cella vinaria sotto la direzione del dottor Davide Aquilano della cooperativa Parsifal. I ragazzi hanno impa-rato ad usare gli stru-menti e a redigere la documentazione ar-cheologica. Ora ripe-teranno l’esperienza facendo uno scavo vero, reale, in cui ciò che emerge è ciò che loro scavano. Con l’unica differenza che il mosaico verrà spostato qui e a scuola verrà una restauratrice della Soprintendenza a insegnare agli studenti alcune tecniche di re-stauro pavimentale. Ci avvarremo anche del laboratorio di scienze per scoprire l’esistenza di eventuali funghi che hanno colpito il reperto». L’incontro a scuola termi-na. Sorrisi aperti e pieni di belle speranze davanti all’obiettivo e al futuro. Sono loro, i ragazzi volon-tari.

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ESPERIENZE

Roseto e la passioneper la FILATELÌA

Era il 22 maggio del 1860 quando la chiesa ricetti-zia dell’allora Comune di

Montepagano murava una lapide in cui si scriveva che nella marina venivano concesse in enfiteusi 12 quote. È questa la data di nascita della città di Roseto degli Abruz-zi. Cent’anni dopo, nello stesso giorno, ci furono i festeggiamenti del primo centenario della Città delle Rose. A organizzarli il sin-daco Pio D’Ilario, l’azienda di soggiorno, e lo storico Raffaele D’Ilario. Fu per tale occasione organizzata una mostra dei pitto-ri della luce rosetana, Pasquale e Raffaello Celommi. Un annullo filatelico fu predisposto dalle Po-ste Italiane a ricordo dell’evento. Da quel giorno alcuni amici rose-tani cominciarono a raccogliere, insieme a quella busta timbrata con quell’annullo, anche altre cartoline e buste con altri timbri.A dieci anni di distanza, nel mese di luglio del 1970, l’associazione nautica Carlo Vallonchini, in oc-casione del campionato mondiale di off-shore, 4° trofeo Rosa d’O-ro, predispose un annullo specia-le. Molti curiosi, e appassionati di nautica, si recarono al locale circolo nautico, anche per am-

mirare i motoscafi d’altura, dove gareggiava con lo scafo “Aug 33” il rosetano Eligio Valentini. La Capitaneria di Porto predispose un aliscafo per chi volesse segui-re in mare la gara che arrivava a Makarska, nell’allora Jugoslavia (oggi Croazia).Il 16 aprile del 1975, fu approva-to lo statuto e il primo direttivo del nascente Circolo Filatelico Numismatico Rosetano. A luglio dello stesso anno fu organizzata la prima mostra filatelica nazio-nale a Roseto. L’evento era col-legato al Torneo di pallacanestro “Trofeo Lido Delle Rose”. Una esperienza indimenticabile per la città di Roseto e per gli appassio-nati di filatelìa, fu l’occasione per visitare per la prima volta villa

Ponno, acquistata dall’ammini-strazione e diventata poi Villa Comunale. Era stata organizzata da un circolo privato cittadino la prima mostra culturale alla villa comunale, che fu anche premiata con una coppa d’argento inviata a Roseto da parte del presidente della Repubblica Sandro Pertini.Nel 1977, in occasione della mostra filatelica aquilana, il pre-sidente e il vice presidente del circolo conobbero il giornalista Sabelli Fioretti, che faceva parte della Consulta Filatelica. Si par-lò della possibilità di una emis-sione filatelica dedicata alla città di Roseto, visto il fermento sulla filatelìa e la passione dei soci del circolo nei confronti dei dentella-ti. Fu subito scritta una domanda,

“Dopo varie riunioni, il 16 aprile del 1975,

fu approvato lo statuto ”

di EMIDIO D’ILARIO *

Nelle foto, alcune iniziative del Circolo Filatelico Numismatico Rosetano e, nel tondo della pagina accanto, Emidio D’Ilario

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ESPERIENZE

“Un sodalizio di amici, collezionisti, storiciappassionati della ricerca”

a firma del sindaco, in-dirizzata al Ministero delle Poste e Teleco-municazioni circa la richiesta. Il Coni, grazie all’interessamento del giornalista Sabelli, assegnò alla città di Roseto la mostra per la selezione filateli-ca sportiva. Arrivarono in città da tutta Italia le varie collezioni che furono esposte all’interno della Villa comunale. Nello stesso anno a Roma e pre-cisamente sede del Ministero PT all’EUR, sono le ore 9,00 di mattina del 14 giugno, in seduta plenaria la Consulta per la fila-telìa, sotto la presidenza del mi-nistero PT onorevole Vittorino Colombo, approvò il programma di emissione di francobolli per l’anno 1980. Il pomeriggio dello stesso giorno, il giornalista Giu-seppe Sabelli Fioretti comunicò al circolo che la Consulta fila-telica aveva a approvato l’emis-sione di un francobollo per Ro-seto degli Abruzzi unitamente a Salsomaggiore, Erice e Ravello, per la serie ordinaria a soggetto turistico.Nel 1980 il Circolo venne pre-miato per la sua attività associa-tiva dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni con l’emis-sione di un francobollo dedicato a Roseto degli Abruzzi delle serie “Turistica”, con un valore nomi-nale di lire 200 e con una tiratura di otto milioni di pezzi. Nel mese di maggio il Circolo, il Comune e l’Azienda di soggiorno, per dare maggior risalto all’evento pensa-rono di coinvolgere anche la città di Makarska, grazie ai preceden-

ti rapporti di amicizia, culturali e sportivi. Anzi, per rafforzare tutto questo fu deci-so di gemellarsi con la cittadina jugosla-

va. Una delegazione rosetana composta da

rappresentanti comunali, azienda di soggiorno e circolo fi-latelico si recarono il 18 giugno a Makarska per definire il proto-collo sia del gemellaggio che per l’emissione filatelica. Quando sbarcarono al porto di Spalato fu-rono accolti dalle autorità locali e solo successivamente si venne a sapere che gli autisti delle auto di rappresentanza facevano parte dei servizi segreti… Un’acco-glienza calorosa da parte della cittadinanza e dell’amministra-zione che riservò stanze singole a ciascun ospite in hotel di lusso, oltre a visite guidate nel territo-rio, per completare poi l’ufficia-lità della visita al municipio. Il 28 giugno presso la villa comunale fu attivato l’ufficio postale per la vendita del francobollo. Gli slavi predisposero un annullo speciale e furono presenti, con il sindaco in primis a Roseto degli Abruzzi per ricambiare la visita e ufficializzare il gemellaggio Ma-karska - Roseto. Ma tanti sono gli esempi di quello che un sodalizio di amici, collezionisti, storici, ap-passionati della ricerca, giornali-sti, soci e non, propongono atti-vamente alla comunità, affinché la divulgazione della storia, delle tradizioni popolari abruzzesi av-venga tramite il francobollo, la moneta, le cartoline e i tanti con-vegni e mostre a tema che il cir-colo in tutti questi anni ha realiz-

zato e continua a propagandare. Vogliano segnalare che nel 1986, per soddisfare le tante esigenze dei collezionisti, le Poste Italiane hanno deciso di aprire sportello filatelico. Nel 1988 le Poste han-no dedicato a Pasquale Celommi l’emissione del francobollo di Natale, con la riproduzione del suo dipinto “La Sacra Famiglia”.Dal 1990 a oggi il circolo orga-nizza ogni anno la manifestazio-ne chiamata “Abruzzophil”, che accoglie migliaia di visitatori nella città delle rose. Il circolo svolge anche attività nelle scuole abruzzesi per divulgare la cono-scenza del francobollo non solo ai fini collezionistici, ma anche come veicolo culturale.

* Presidente Circolo Filatelico Numismatico Rosetano

Abruzzo Fil edizione 2005/2006

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Il primo ricordo che ho di mio nonno è un odore. Quello del rivolo di fumo prodotto dallo

stagno che fonde sul saldatore. Il secondo è un’ immagine. Un uomo magro con pochi capelli chiari solo ai lati e con gli occhi grandi, blu, profondi. Mi guar-da da sopra la montatura dorata degli occhiali appoggiati alla punta del naso. È seduto, som-merso da una miriade di schede elettroniche verdi piene di pic-coli puntini argentati. È nel suo laboratorio nello scantinato di casa. Gli fa compagnia “Bracco-Baldo-Show”, il suo cane che fa la guardia e gli assomiglia tanto. È la fine degli anni ‘70 e ad Atri io ci tornavo solo per le vacan-ze estive. Nelle giornate calde e immobili mi nascondevo con lui dentro a quel luogo incomprensi-bile e sognavo di essere un giova-ne esploratore che aveva scoper-to una terra popolata di oggetti misteriosi. Lo scantinato di casa era il suo regno. Lì aggiustava te-levisori e costruiva strumenti che sembravano antenne ma che non

sapevo a cosa ser-vissero.

Lì mio nonno Mimí, al secolo Domenico Muscianese, stava concependo il suo progetto. Il so-gno di una vita.C.A.R.T.A. Onlus, Club Ama-tori Radio Televisione Atriani è un’associazione culturale e so-ciale di volontariato, senza fini di lucro, nata nel 1975 ad Atri in provincia di Teramo dal deside-rio di mio nonno Mimí e di mia nonna Elvira Ferrari. Volevano condividere esperienze e infor-mazione con la comunità locale che li aveva sempre supportati in tutte le avventure imprenditoriali, politiche e sociali.Domenico Muscianese, classe 1925, fu perito tecnico elettroni-co ed esperto in telecomunicazio-ni. Fondò nei primi anni Sessanta Hatria Elettronica, un’azienda che forniva apparecchiature elet-triche ed elettromagnetiche ai Ministeri civili e militari e che diede lavoro ad oltre 400 cittadini atriani.Ma la sua passione era la tv. Quel-la scatola magica che lo aveva sedotto e affascinato e alla quale voleva “rubare” anche il più pic-colo dei segreti. Già prima di ter-

minare gli studi superiori acqui-stò un costoso proiettore 35mm, uno schermo cinematografico trasportabile ed un furgone e por-tò cinema, notiziari e “bollettini” nelle piazze e negli oratori abruz-zesi. Mia nonna Elvira mi rac-conta spesso che avevano un fur-goncino beige e giravano dapper-tutto, senza sosta. Era un piccolo lavoro, un impegno per sbarcare il lunario, che però forgiò la pas-sione del nonno per la tecnica au-diovisiva e le telecomunicazioni.Diplomatosi a Milano dopo aver studiato a Berna in Svizzera, tor-nò al paese natale, Atri, di cui fu vicesindaco per un breve periodo. Arrivarono anni difficili per la famiglia ma Domenico fu capa-ce di reinventare la propria vita, continuò a lavorare e studiare, a sperimentare il comportamento di quelle onde elettromagnetiche in grado di portare un messaggio di novità e cambiamento. Dopo la chiusura di Hatria Elettronica decise di non abbandonare il suo sogno, quello di dare a tutti la possibilità di esprimersi pubbli-camente, condividere esperienze, progetti, problemi e soluzioni. Il

ESPERIENZE

di FRANCESCO POLACCHINI

Il sogno di Mimìin una C.A.R.T.A.

“ Il primo ricordo di mio nonnoè l’odore del rivolo di fumo

prodotto dallo stagno che fonde...”

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ESPERIENZE

sogno di dare a tutti una voce ed un volto, attraverso la televisione.Un tiepido giorno di aprile del 1975, dallo scantinato di casa in Viale Risorgimento, inviò all’ete-re il segnale zero, la scintilla che avrebbe acceso la tv nelle case degli atriani. L’emittente prese il nome di Tv Atri. Fu la prima d’Abruzzo e tra le prime televi-sioni libere in Italia (c’è chi dice la prima). All’ inizio si trasmise-ro immagini fisse dei monumenti o della vita di piazza sui i canali 81–88 banda prima, che era li-bera e non utilizzata dalla Rai, all’epoca la sola autorizzata a trasmettere via etere. Solo suc-cessivamente fu costituita l’as-sociazione C.A.R.T.A., che ha in seno la titolarità di TV Atri e del-la testata giornalistica “Tele Atri Notizie”, registrata al tribunale di Teramo nel 1989, diretta per anni dalla giornalista pubblicista Elvi-ra Ferrari, mia nonna, ed ora sotto la guida di Rosario di Blasio.Gli scopi dell’associazione sono stati fin dagli albori la promozio-ne della cittadinanza attiva per una più attenta lettura e valoriz-zazione della realtà locale. Obiet-tivo importante è il sostegno a distanza degli anziani ai quali si è tentato di portare informazione e svago direttamente “dentro casa” quando non fossero in grado di presenziare alle manifestazioni folcloristiche o ai consigli co-munali, ai convegni scientifici o in generale agli eventi cittadini. I programmi, privi di pubblicità, sono rivolti in modo particolare a loro, ai malati, ai diversamente abili e ai bambini, con assoluto rispetto del codice di autorego-lamentazione per la “tv dei mi-

nori”. L’inserimento di soggetti svantaggiati nella vita sociale at-tiva, le pari opportunità, la sensi-bilizzazione alla legalità e corre-sponsabilità, sono i punti cardine della vita associativa.Nell’Auditorium C.A.R.T.A., gli “studios” dell’emittente, han-no studiato e si sono formate persone e cittadini consapevoli, portatori di quelle capacità pro-fessionali richieste nel mondo del lavoro. I corsi di formazione e l’apprendimento continuo sono al centro della programmazione delle attività. Autofinanziamento e gratuità dei servizi offerti sono il comune denominatore dell’e-tica del “club”, i cui aderenti continuano ad offrire il proprio tempo e le proprie insostituibili energie senza nulla pretendere in cambio. Questo storico grup-po associativo atriano e la sua emittente,continuano con enormi sforzi la loro attività di produzio-ne e di conservazione dell’ archi-vio storico (oltre 10.000 cassette e dvd parzialmente digitalizzate). Nei 39 anni di vita sono stati re-datti più di 10.000 telegiornali, trasmessi quattro volte al giorno; realizzati oltre 400 servizi sui

consigli comunali; immortala-te 1.500 manifestazioni e 1.800 eventi sportivi con dibattiti e tra-smissioni di approfondimento. Con assoluto disinteresse, l’as-sociazione no profit di Tv Atri ha garantito e garantisce pluralismo, democrazia, confronto e scambio e ha consentito la libera espres-sione del pensiero con totale imparzialità a quanti, associati o spettatori, hanno partecipato nel tempo a questa iniziativa.La situazione è oggi molto com-plessa, la prospettiva di un ridi-mensionamento delle emittenze locali è lo spettro contro il quale si sta lottando giorno dopo giorno e l’indeterminatezza fiscale e le-gislativa nel settore delle teleco-municazioni rende difficile inve-stire in innovazione e nel lavoro. Mio nonno è scomparso lo scorso marzo lasciando un vuoto enorme ma C.A.R.T.A. Onlus continua a portare avanti la sua opera filan-tropa di promozione culturale e sociale, con impegno e determi-nazione e con il pensiero sempre rivolto a tutte le battaglie portate avanti da Domenico ed Elvira che non hanno mai voluto rinunciare ai loro sogni.

Festa per i trent’anni di Tv Atri con l’intervento del patron Domenico “Mimì” Muscianese, scomparso lo scorso mese di marzo

“La sua passione era la tv,quella scatola magicache lo aveva sedotto e affascinato”

DICEMBRE 2014 | | 29CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO

DELLA PROVINCIA DI TERAMO La Rivista del NON PROFIT

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ESPERIENZE

La nascita del Centro Ricer-che Personaliste si collega all’esperienza personale di

Attilio Danese e Giulia Paola Di Nicola, come ricercatori univer-sitari e come coppia. “Dopo aver studiato Hegel siamo passati ad una filosofia più impegnata e at-tenta alle persone nella loro unicità e nelle loro relazoni. L’approfon-dimento dei testi del personalismo francese (Mounier, Maritain…) ci ha affascinato unitamente ai perso-nalisti italiani (Sturzo, I. Giordani, La Pira, Capograssi, Stefanini, Pa-reyson) ed europei. Le nuove lettu-re hanno dato un nuovo slancio al nostro insegnamento e sollecitato un impegno nella prassi”.Il Centro Ricerche Personaliste è

stato registrato ufficialmente come Associazione senza fine di lucro nel 1988, ma era già attivo di fatto sin dal 1985 (I Convegno interna-zionale nel 1986), precedentemen-te nei rapporti che si andavano cre-ando.Il CRP é costituito da persone che svolgono attività di promozione culturale, senza scopo di lucro, nella convinzione che proprio sul-la persona si possa convergere pur provenendo da diverse ideologie e fedi. Già dai primi anni ’90 è stato iscritto all’Albo provinciale delle Associazioni di volontariato cultu-rale, campo nel quale continua ad operare.

“Abbiamo voluto promuovere una cultura libera da cinque virus principali che ci paiono particolar-mente diffusi specie nell’ambiente accademico: 1. La cultura come strumento di potere, che ragiona in termini di “So, dunque posso”. Si pensi alla selezione della classe dirigente, che produce l’avanzamento nella carriera di persone incompeten-ti e immorali che riprodurranno i guasti sulle giovani generazioni, a danno del merito.2. La cultura come strumento di guadagno. Evidentemente chi fa ricerca merita di ricevere una giu-sta paga, ma il guadagno non può essere elevato a criterio unico, sen-za discernimento

3. Cultura e visibilità. “Sono visto, dunque sono” è lo slogan di chi considera importante, vero, degno di attenzione, solo ciò che i mass media pubblicizzano. Ne consegue che le persone di cultura fanno a gara per apparire nei mass media.4. Cultura e neutralità. Questo “virus” inietta la convinzione che la ragione sia neutra e come tale imponga a tutti verità razionali e oggettive cui sottostare. 5. Frammentazione del sapere. Questo virus contrasta l’antropolo-gia integrale che ha della persona una visione olistica corpo, psiche, anima”.Attorno al primo nucleo di amici

che si sono riconosciuti nel CRP si è via via aggregata una rete di pre-ziosi collaboratori e si sono svilup-pate numerose attività, tra le quali le più importanti sono:• la rivista “Prospettiva Persona” nata nel 1992 in ideale continuità con la rivista francese “Esprit”. Si occupa di scienze umane, di musi-ca, letteratura, cinema orientando gli articoli al bene della persona. Si articola in diverse rubriche di studi, dibattiti, confronti, recensio-ni, interventi, profili, interviste. Il comitato direttivo è composto da circa 50 studiosi di 11 nazioni di 33 Atenei. All’interno di “Prospet-tiva Persona” ci sono: “Prospettiva Donna” che affronta i problemi re-lativi alle relazioni di genere e alle

tematiche più pressanti del mondo femminile; “Prospetttiva Bam-bino”, curato dalCentro studi “I bambini” di Scerne di Pineto, con la pubblicazione di studi e ricer-che sulle problemtiche dell’infan-zia; “Prospettiva civitas”, curata dal Centro “Tocqueville Acton “ e dall’Ufficio comunicazione della Fondazione Tercas, con particola-re attenzione all’economia civile e sociale nonché a ricerche e studi sul welfare;• il mensile d’informazione e cultu-ra “La Tenda”, nato a Teramo ad opera di don Giovanni Saverioni nel 1973 e ripreso poi da Attilio Danese, direttore responsabile a

“La nascita del Centro si collega all’esperienza

di Attilio Danese e Giulia Paola Di Nicola”

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partire dal 2003. Attualmente si avvale di una qualificata redazione locale che ha come caporedatto-re la professoressa Margherita Di Francesco; • la Biblioteca. La sala di lettura (inaugurata il 20 dicembre 2001), situata in centro storico nei locali dell’Arciconfraternità SS. Annun-ziata, ha per responsabile la pro-fessoressa Marisa Adamoli e com-prende attualmente più di 10.000 volumi, soprattutto di orientamen-to personalista. Il nucleo fondativo è costituito dal Fondo Danese-Di Nicola, a cui si aggiungono circa 300 volumi all’anno, acquistati o che arrivano per recensioni alla ri-vista “Prospettiva Persona”. La Bi-blioteca fa parte del circuito delle

Biblioteche Diocesane Ceibib ed è consultabile anche su internet: www.ceibib.it.Lo spazio della biblioteca è anima-to da circa 10 volontari, che col-laborano all’animazione di questo spazio tenendolo aperto al pubbli-co tutte le mattine dei giorni feria-li, a disposizione degli interessati. Singolare la collaborazione con al-tre associazioni del Territorio, anzi si potrebbe parlare di vero e pro-prio “incubatore culturale” per il sostegno attivo e la collaborazione negli anni con l’Università Popola-re Medio-Adriatica, con l’ADMO (con presenza settimanale e mo-stre di pittura e rassegna di giovani

talenti), con Genitori si Diventa, AIRC, Alcolisti Anonimi, Archeo-club sezione di Teramo, Serra club, il coro “Sine nomine”, la Dioce-si di Teramo, l’Arciconfraternita “SS. Annunziata”;

• il Salotto culturale. Nella Sala di lettura si organizzano iniziative di carattere culturale, incontri con autori e con rappresentanti istitu-zionali, dibattiti, letture d’autore, cineforum, concerti, momenti vari di socializzazione. Ogni mercoledì da novembre a giugno è possibi-le godere e offrire ai concittadini un momento di approfondimen-to culturale che per l’accoglienza del luogo e delle persone è anche occasione di amicizia e rende più vivo e interessante il vivere nella nostra città. Il progetto del Salotto culturale giunto alla XV edizione organizza ogni due anni circa gran-di eventi nazionali che portano a

Teramo studiosi ed esperti di varie università italiane e straniere.Quest’anno ad es. Il Salotto ha ospitato e organizzato a fine agosto 2014 una tre giorni di Workshop sul tema “Simone Weil e la Chie-

sa” che ha visto interloquire 15 studiosi di livello nazionale e inter-nazionale portando a compimento il progetto di un volume di studi e ricerche in via di edizione presso la casa editrice Effatà di Torino.Si è inoltre organizzato il progetto “Péguy a Teramo” in fattiva col-laborazione con il CSV, l’Ufficio Diocesano per il progetto cultura-le, l’associazione culturale “Gente Gente “ e l’associazione culturale “Charles Péguy”. Il 7 novembre si è svolta una giornata di studio che ha coronato l’insieme delle manifestazioni (tra cui la mostra Un’anima carnale nel centenario di Charles Péguy”).

“Il CRP é costituito da personeche svolgono quest’attivitànella convinzioneche la persona sia al centro”

Attilio Danese, a destra, con la moglie Giulia Paola Di Nicola, il vescovo della Diocesidi Teramo-Atri, S.E.M. Mons. Michele Seccia e Gino Mecca

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INIZIATIVE

È da oltre un anno che nella stampa locale si dibatte il pro-blema del recupero di un mo-

numento che è il simbolo, nell’imma-ginario collettivo, della città di Tera-mo: il Castello Della Monica, oggi proprietà del Comune.È un monumento che, dopo aver su-bito un primo intervento strutturale, è rimasto abbandonato a se stesso dati i tempi di crisi che attraversiamo e la cronica mancanza di fondi da desti-nare a un serio e definitivo restauro. Privati cittadini, cultori di storia loca-le, comitati civici e anche la Delega-zione FAI di Teramo, da ultimo nel-la Giornata FAI di Primavera 2014, hanno segnalato lo stato di degrado del monumento portando all’atten-zione della cittadinanza con manife-stazioni, eventi e articoli la necessità di portare a termine un intervento che restituisca alla cittadinanza un luogo e un monumento ai quali i terama-ni sono particolarmente affezionati. Nell’ultima edizione della Giorna-ta FAI di Primavera è stato il luogo

più visitato tra quelli aperti per l’oc-casione al pubblico a dimostrazione del particolare interesse che suscita il Castello della Monica, costruito su uno dei colli che guardavano Te-ramo oggi fagocitato in un contesto di cemento e palazzi che lo hanno degradato da “Castello” a “Castellet-to”, come lo ha definito il simpatico e dotto critico d’arte Phlippe Daverio in occasione di una bellissima sera-ta organizzata dalla nostra Direttrice dei Musei Civici. Ibrido di stili, co-struito agli inizi del Novecento da un proprietario singolare che vi profuse moltissimi denari, il pittore teramano Gennaro Della Monica, maestro del-la corrente del Realismo Napoletano. Strano miscuglio di stili, il Castello è evocativo della vita e degli interessi di un artista, con un forte sentimento romantico e portato agli eccessi e alla bizzarria, che volle vivere in un Suo mondo costruito sui miti del mondo cavalleresco, mondo che era ormai da tempo tramontato.Il Castello, pur non essendo secondo

alcuni un’opera d’arte (ma ci sarebbe comunque da discutere), ha un suo fa-scino fatto di misteri e di evocazioni singolari che è poi quello che voleva il suo primo proprietario e ideatore.Le emozioni sono fortissime per cui si spiega il successo di pubblico e l’interesse che storici locali e oggi anche le Istituzioni dimostrano per un artista e per il luogo che visiva-mente lo ha immortalato per sempre.È un monumento che parla al “cuore” dei teramani ma non solo, anche i tu-risti che vengono a Teramo dimostra-no di conoscerlo e di volerlo visitare. Il FAI, in sintonia con i suoi scopi: contribuire alla tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio d’ar-te, natura e paesaggio italiano, non poteva non considerare anche il no-stro monumento come un luogo che per la sua fortissima carica emotiva di rappresentazione della città di Te-ramo dovesse essere promosso a ide-ale “Luogo del Cuore” dei teramani. È in atto una campagna che intende raccogliere firme nell’ambito dell’i-

FAIun bel Castello,ideeper unrecupero

“Adottare il monumento per farne luogo di incontrodella Bellezza con i nostri sogni.

Chiedere a tutti un impegno, volontario e gratuito”

di EUGENIO GIANNELLA *

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INIZIATIVE

niziativa FAI “I Luoghi del Cuore” e partecipare, quindi, se si raccolgo-no un significativo numero di firme, alla possibilità di vedere - addirittu-ra - restaurato il monumento - sotto la direzione del FAI - dagli sponsor nazionali dell’evento. Se le ragioni di un restauro ci sono tutte, ci dobbiamo ora proporre un ulteriore problema e chiederci quale destinazione dare al monumento una volta restaurato. Il FAI, come è noto, si caratterizza per l’insieme dei Beni di alto valore storico, culturale, paesaggistico e na-turalistico che gestisce in proprietà o in uso per concessione o comodato. Non si limita al restauro ma soprat-tutto alla valorizzazione del Bene restaurato in modo da consentire allo stesso Bene con le risorse che si pos-sono trarre di mantenersi restaurato ed integro al godimento della collet-tività. Nel nostro caso non ci si può fermare al recupero del monumento ma bisogna - da subito - avere le idee chiare sul che fare. Purtroppo succe-de spesso che i Beni pubblici, restau-rati, restino beni sigillati in modo che si impedisca al pubblico di visitarli ma soprattutto che si riaprano proble-mi di restauro e di recupero.In questo il FAI si propone come uno dei soggetti che possono dare una mano nella futura gestione del sito. Parlo dei volontari FAI, ma anche dei Giovani FAI, gruppo di recente costi-tuzione anche a Teramo, proprio per il grande interesse che la nostra De-legazione con le sue iniziative, pic-cole ma significative (campagne di sensibilizzazione su temi di comune interesse, organizzazioni dell’evento Giornata FAI di Primavera, restau-ri di tele e opere d’arte nella città di Teramo e in provincia), ha saputo su-scitare intorno a sè. Educare e sensi-bilizzare è uno degli obiettivi del FAI Nazionale e anche noi a Teramo vo-gliamo con azioni concrete richiama-re l’attenzione delle Istituzioni sulle opportunità di crescita culturale ed

economica della no-stra città, sfruttando al meglio le risorse che le generazioni passate ci hanno la-sciato in eredità e che è nostro impera-tivo categorico non abbandonare alle or-tiche. Ora, tornando alla destinazione, mi permetto di lancia-re un’idea che è poi quella che forse gui-dò chi lo costruì.Ricreare un ambiente e un luogo dove la fantasia e l’imma-ginazione siano portatori di emozioni legate a personaggi fantastici, storie, avventure e favole, che abbiamo vis-suto nella nostra infanzia ma che ci ritroviamo a rivivere solo nei nostri sogni. Un luogo dove regni la bel-lezza dei sogni e il fantasticare sen-za scopo. Un laboratorio interattivo dove ciascuno possa riscoprire le sue qualità artistiche e rivivere i suoi so-gni. Ma la mia è solo un’idea perché le Istituzioni devono, secondo me, aprire immediatamente un confronto tra tutti coloro che hanno a cuore il monumento. Lanciare una campagna di comunicazione che abbia come scopo l’adozione del monumento.Adottare il nostro Castello per far-ne luogo di incontro della Bellezza con i nostri sogni. Chiedere a tutti un impegno, volontario e gratuito, per dare un contributo alla realizza-zione del restauro ma soprattutto alla destinazione del sito come sintesi di un percorso culturale che faccia ri-scoprire l’identità di una città, la città di Teramo, ricca di storia e di cultura. Rivolgo un appello alle Istituzioni, in particolare al Sindaco Brucchi, per farsi promotore di un’iniziativa che restituisca ai teramani l’orgoglio di un’appartenenza e di un’identità.

* Delegato FAI Teramo

“Il Castello Della Monica, oggi proprietà del Comune, dopo aver subito un primo intervento strutturale,

è rimasto abbandonato”

LE POESIE DE“I BAMBINI DI BETANIA”

“I Bambini di Betania” è un volume che raccoglie poesie, racconti e disegni di bimbi che abitano nella casa famiglia di Tortoreto Lido “La casa di Lorenzo”. Il libro è edito da Ricerche&Redazioni e a cura di Maria Luisa Giangiulio e Laura De Berardinis. Le prefazioni sono a firma del Presidente del Tribunale dei minori L’Aquila Vittoria Cor-rea, del Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso e dell’Assessore regio-nale al Sociale Marinella Sclocco. Hanno inoltre collaborato al laboratorio le figure istituzionali e volontari della casa famiglia e gli esterni che si sono fatti coinvolgere dall’entusiasmo delle due curatrici. Il costo per l’acquisto del libro è devoluto alla casa famiglia e le due curatrici sono

p e r s o n a l m e n t e garanti di tutte le iniziative che di-pendono “solo” direttamente da loro e che andran-no ad organizzarsi nel territorio. Il libro è disponibile in tutte le librerie e il costo è di 15 euro.

Alcuni volontari del FAI Teramo con Phlippe Daverioe il sindaco Maurizio Brucchi in occasione della sua visita

al Castello Della Monica (nella pagina accanto)

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A differenza di quanto ap-parentemente potrebbe credersi, l’uomo, per sua

natura, è votato al cambiamento. Non è un essere statico, l’uomo. Ha bisogno di essere sfidato con-tinuamente, di mettersi in discus-sione, ha bisogno di non cadere nell’abitudine. Ha bisogno, ap-punto, di “vita”.Questo è quanto abbiamo sco-perto ultimamente con Charles Péguy, filosofo e poeta francese del XX secolo, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla morte e che abbiamo voluto approfondire e celebrare attraverso un ciclo di eventi culturali dal 12 settembre al 9 novembre, in collaborazione con il Centro Servizi per il Volon-tariato di Teramo, l’Associazione Prospettiva Persona e l’Ufficio Diocesano per la Cultura.Quella di Péguy è stata una vera e propria sfida alla ragione e al de-siderio: rievocare, mettere a tema, suscitare riflessioni su un perso-naggio storicamente “scomodo”, poiché in palese contrasto con l’allora pensiero dominante, oltre ad un lavoro personale di cono-scenza, ci ha richiesto un’im-medesimazione, un amore, una condivisione intima del dramma

esistenziale del genio di Orléans.La febbre di vita di Péguy ci ha rimessi in gioco, ci ha sfidati, ci ha fatto riprendere coscienza del-la nostra intima natura umana. In una parola: ci ha contagiati.E ci siamo stupiti nel cogliere la contemporaneità del suo pensie-ro, dei suoi interrogativi di senso, della sua tensione alla verità, del suo sguardo sul reale.Il pregio immenso di Péguy è l’aver riletto in chiave “umana” ogni aspetto della vita: il lavoro, la politica, il rapporto coniugale e filiale, l’amicizia. Ogni circo-stanza, anche la più piccola (ed

apparentemente inutile) può es-sere vissuta per l’ideale supremo della verità.Nulla va censurato o rinnegato nell’avvenimento permanente della vita.Attraverso questo metodo pro-fondamente ragionevole, Péguy, da socialista convinto e militante, è arrivato a riconoscere la verità degli insegnamenti del catechi-smo, riscoprendosi profonda-mente ed intimamente cattolico.Ecco, un uomo così ci ha con-quistati, ci ha strappati da quella specie di torpore in cui, inevita-bilmente, si tende, di volta in vol-

“Péguy ha molto da dire a noi, specie in quei momenti in cui,

più o meno consapevoli, ci troviamo stretti

nella morsa del relativismo”

INIZIATIVE

CHARLES PÉGUY a Teramo:un uomo vivo, un contemporaneo

di SARA VOCALE *

Lo spettacolo conclusivo sulla vita di Charles Péguy allestito nella sala San Carlo del Museo Archeologico, a Teramo, e, nella pagina accanto, una foto del grande pensatore francese

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INIZIATIVE

ta, a ricadere.Péguy, insomma, ha molto da dire all’uomo moderno.Péguy ha molto da dire a noi, spe-cie in quei momenti in cui, più o meno consapevoli, ci troviamo stretti nella morsa del relativi-smo, che oggi, come allora, tenta di spogliare l’uomo della sua di-gnità di “essere pensante”, ridu-cendolo ad un numero.Abbiamo scommesso tutto sulla portata dirompente ed incredi-bilmente attuale di quest’uomo, al punto da implicarci, anche come guide, nella mostra itine-rante che è stata ospitata presso la sala espositiva di Teramo, titola-ta “Storia di un’anima carnale. A cent’anni dalla morte di Charles Péguy.”È stato impressionante leggere negli occhi dei numerosi visitato-ri (arrivati da tutto Abruzzo) una commozione che solo un avveni-mento presente è capace di susci-tare.Péguy, seppur storicamente igno-rato dal mondo accademico e filosofico per la sua posizione “dissidente”, ha lasciato un segno indelebile nelle coscienze di chi l’ha conosciuto. Anche oggi, a di-stanza di 100 anni dalla sua mor-te, la sua persona si pone come esempio da guardare, compren-dere e seguire, così come ci han-no testimoniato l’incontro con le

forze produttive dello scorso 3 novembre “Non si guadagnava; non si spendeva e tutti vivevano” e la successiva giornata di studi del 7 novembre “Non si era mai parlato così cristiano”, a cui han-no partecipato alcuni fra i mag-giori studiosi di Péguy a livello internazionale.L’evento teramano è culminato con la salmodia teatrale del 9 no-vembre titolata “Lei, la giovane, la piccola Speranza”, della Com-pagnia teatrale di Guglionesi “L’Altro Cantiere”, svoltasi pres-so la Sala San Carlo di Te-ramo, ove, attraverso un geniale accostamento di musica e recita-zione abbiamo vi-sto e sentito vibrare l’anima del Péguy poeta.E adesso? Cosa ci resta, ora, che è “calato il sipario”? Cosa ci portiamo a casa, dopo un’e-sperienza di prepara-zione e condivisione dell’iniziativa, tanto intensa e parteci-pata?Anzitutto tan-ta gioia e g r a t i t u -dine. E poi una

maggiore certezza del fatto che ciò che colpisce noi, ciò che su-scita la nostra attenzione ed il no-stro interesse può essere un’occa-sione di crescita per tutti.La vera portata rivoluzionaria dell’attività culturale è, infatti, la scoperta di una coscienza nuova, che si afferma come proposta per tutti.Del resto, ce l’hanno testimoniato le persone che hanno partecipato agli incontri e visitato la mostra: sono usciti con degli occhi nuovi, stupiti, commossi.Una commozione che solo un uomo contemporaneo, un amico, può suscitare.Insomma, uno come Péguy.

* Presidente AssociazioneCulturale “Gente Gente”

“La febbre di vita di Péguy ci ha rimessi in gioco, ci ha sfidati, ci ha fatto riprendere coscienza della nostra intima natura”

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TESTIMONIANZE

Non è facile appurare da quando Italia Nostra abbia avuto una sezione a Teramo. Ma non è la storia dell’associazione che vale la pena

di ricordare oggi. Basterà pescare a caso nella me-moria di chi scrive in poco più di una ventina d’anni addietro; per parlare poi subito del presente. Non tutti ricordano (o forse non sanno) che il primo ricorso al TAR contro il Lottozero fu fir mato da un socio di ItaliaNostra sulla base del Decreto Galasso appena approvato (ma poi stravolto in sede di con-versione); e che, lui stesso, fu il primo a piantarsi davanti alla ruspa che cominciava i lavori di sterro, con la mente ed il cuore a Fulvia Celommi, già presi-dente della sezione teramana, che aveva pronunciato questo impegno qualche mese prima. La direzione nazionale intervenne poi “ad adiuvandum” e scop-piò allora in tutta la città la lunga battaglia; che non è riuscita a salvare la localizzazione, ma ha determi-nato un bel po’ di importanti mutamenti del progetto, riducendo da quattordici ad una mezza dozzina i via-dotti che serpeggiavano sul Tordino; e salvandone una sostanziale (ma non impeccabile) funzionalità. Le battaglie e le realizzazioni hanno sempre pre-valso, nell’associazione, sulle liturgie e le cerimo-nie. Un’altra presidente al femminile, Maria Ma-netta, inventò e realizzò una originalissima mostra a Giulianova dei ricordini di Prima Comunione di un paio di secoli, da lei raccolti in una amplissima cerchia e censiti in un prezioso catalogo che oggi è un’autentica rarità bibliografica. A Teramo invece si organizzarono, soprattutto per merito di Ettore Ca-vone, da poco scomparso, un paio di mostre in tema urbanistico: “Segni di paesaggio rurale” e qualche mese dopo “Segni di paesaggio urbano”; anch’esse corredate di raffinati cataloghi dei quali si conserva ancora qualche raro esemplare. Ma la professoressa Manetta era una acuta cacciatrice di opere dimenti-cate. Tra le tante, la “pala Mezucelli”, abbandonata

in un ripostiglio sotterraneo del Duomo, che fu re-staurata magistralmente qualche anno dopo, a cura e spese dell’associazione (su finanziamento regio-nale) e figura oggi nella sala di “reception” degli uffici del Vescovado. Per essa era nata nel direttivo della sezione una vivacissima polemica per via di un precedente finanziamento che si volle destinare al la… “esumazione” di ciò che, nascosto da migliaia di metri cubi di terreno di riporto (ma erano in realtà veri rifiuti), erano i resti del così (malamente)detto “Ponte degli impiccati”, tuttora riparato dalla impal-catura di lavoro e dove, di recente, si è ricordato il principale artefice dell’o perazione, Ettore Cavone; ma anche l’impegno (non mantenuto!) del Comune, a portarlo fino ad un vero e brillante restauro fun-zionale. Ma torniamo al presente; anzi al futuro. Italia No-stra a Teramo è in crisi (inutile nascondersi dietro un dito). Il carisma non si compra al mercato, ma anche la (pur benedetta!) concorrenza di ormai tan-tissime associazioni ambientaliste (quasi tutte figlie della nostra), le ragioni biologiche, la pesante età media del corpo sociale (nonostante gli sforzi della piccola Antonia D’Annunzio, che è la più giovane e puntuale di tutti gli iscritti), ed infine qualche evento dell’anno scorso (comprese due tragiche dipartite) hanno ridotto non solo l’ultimo direttivo, ma forse l’intera sezione ai limiti della sopravvivenza. A ben due assemblee praticamente deserte, ne seguirà pre-sto una cittadina, convocata dalla Direzione nazio-nale, con qualche presenza importante, e forse anche qualche altro elemento di persuasione. Il titolo di questo testo è ovviamente una battuta (raccattata dal marito della presidente Manetta), ma soprattutto un invito: l’associazione più antica della cultura e della bellezza, con tanti meriti e tanti successi deve vivere (e non solo sopravvivere) anche a Teramo. Se siete capaci di farla diventare ITALIAVOSTRA.

sia

di PEPPINO SCARSELLI

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TESTIMONIANZE

Gli scatti della protesta che a metà degli anni ‘80 vide protagonisti a Teramo, tra gli altri, i volontari di Italia Nostra (nella foto insieme al leader radicale Marco Pannella) contro i lavori del Lotto Zero. Nella foto accanto, un giovane Peppino Scarselli è ritratto in piedi accanto a Pannella

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TESTIMONIANZE

Mi chiamo Chiara Ricci, ho ventotto anni e sono la socia più giovane del club So-roptimist di Teramo. È la prima volta che

faccio parte di un’ associazione ed è quindi per me un’esperienza tutta nuova. Il Soroptimist International è un’organizzazione di sole donne, impegnate in attività manageriali e pro-fessionali, che opera attraverso progetti per la pro-mozione dei diritti umani, l’avanzamento della con-dizione femminile e l’accettazione delle diversità.Mi entusiasma far parte del Soroptimist perché so-stiene i diritti umani per tutti, la pace nel mondo, il potenziale delle donne, il volontariato e l’amicizia. Questo club mi sta dando l’opportunità di arricchir-mi, sia con i frequenti incontri e service, sia attraver-so lo scambio culturale fra i club.In particolare, grazie al mio ruolo di vice-delegata sono andata a maggio di quest’anno a Trieste al consiglio nazionale delle delegate, dove ho capito il vero significato del far parte di un’associazione: tante erano le socie provenienti da tutta Italia con le quali ho potuto avere uno scambio di idee e anche stringere amicizia. Nel corso di quest’anno, da soroptimista, ho parte-cipato con entusiasmo ed interesse a vari progetti e iniziative organizzati dal mio club sul territorio, che sposano cultura, attualità e solidarietà.Ad esempio a marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, abbiamo organizzato una con-ferenza sul tema a cui è seguita una cena di solida-rietà per finanziare due borse di studio per il master di patologie psichiatriche in gravidanza.Non sono mancati incontri dove sono stati trattati argomenti a carattere scientifico di grande attualità, come “l’uso e la disciplina degli OGM in agricoltu-ra” e “l’evoluzione delle nostre abitudini alimentari”. Molto coinvolgente è stata la serata dal tema “tango

sotto le stelle”, organizzata a luglio, per raccogliere fondi per il Banco alimentare di Teramo. Gli eventi organizzati nel mio primo anno da socia mostrano come il mio club sia molto attivo, sebbene sia così giovane. Infatti nean-che un mese fa abbiamo spento le candeline per i 5 anni di fondazione. È stimolante stare a contatto con socie che hanno voglia di fare qualcosa di bello e utile per il loro territorio, cose che da sole sarebbero difficilmente realizzabili. Con le socie c’è un continuo scambio di opinioni idee e cultura. Questa è la cosa più piacevo-le perché arricchisce ognuno di noi. E specialmente arricchisce me, dato che ho tanto da imparare essen-do la più giovane.Spero, per il futuro, di poter dare sempre il mio con-tributo non solo economico ma soprattutto di idee e di impegno nel sociale con profondo spirito di ser-vizio.

SOROPTIMIST, l’entusiasmo di una giovane esperienza

di CHIARA RICCI

Le volontarie del Soroptimist di Teramo. In piedi, a destra,l’autrice dell’articolo

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ASSOCIAZIONE CULTURALE TERAMANA“TERAMO NOSTRA”“La Teramo demolita impazza sul web”. Questo il tenore di alcuni titoli che, da qualche tempo, circolano sui media locali. Leggiamo, ad esempio, del vivace dibattito sul Castello Della Monica. edificato, tra Eclettismo e Gothic Revival, dal 1889 al 1917, e che oggi versa in uno stato di abbandono. Condi-zioni di trascuratezza, quelle dell’originale maniero costruito anche con molto materiale della diruta chiesa di S. Venanzo, che non sono sfuggite al “Comitato Castello Aperto” e al cri-tico Philippe Daverio che, nella visita con il F.A.I. del 17 aprile scorso, lo ha definito ”opera geniale, ma rovinata da restauri errati”. Ancora sollecitazioni sul tema dall’associazione Tera-mo nostra che, da anni, chiede interventi su l’Antico Teatro d’Interamnia e Il restauro, viste le precarie le condizioni del tetto, dell’antica chiesa di S. Giuseppe (pregevole altare ba-rocco e tela del Majewski). In altre parole parliamo di quella Teramo com’era, città cancellata, in alcune zone già a partire dagli ’30, nell’intento di risolverne l’evidente degrado. Erano queste le problematiche che angustiavano i teramani, e lo sono ancora. Parlando di teatri, frequenti le polemiche, anzi un vero tormentone, sull’abbattimento (chiesto, nel 1959, dalla maggioranza dei cittadini) del Comunale di Nicola Me-zucelli, e che ora taluni vorrebbero venisse ricostruito dov’e-ra e com’era. Infine, spinti da un rinato interesse per l’antico ospedale di S. Antonio Abate, ci spostiamo a Porta Melatina. Qui l’esteso complesso, fondato nel 1323 da Bartolomeo Zal-fone, è chiuso dal 1998. Triste epilogo, dopo la riforma Basa-glia, di una struttura che può narrarci dell’operosa generosità delle suore e delle dame di S. Vincenzo De’ Paoli, e dove, nel 1881, nacque un ospedale psichiatrico d’avanguardia. Merita una menzione l’iniziativa di Fabrizio Primoli, giovane culto-re di storia locale, volta alla promozione di alcune visite alle aree consentite (www.ospedalepsichiatrico.it) .Fondata nel 1987. Tra le iniziative, di particolare interesse il “Premio Internazionale della Fotografia cinematografica Gianni Di Venanzo”, giunto alla sua 19a edizione.

Sede: via Fedele Romani, 1 - 64100 Teramo Presidente: Piero Chiarini Tel. 0861/241900 - Fax 0861/250312E-mail: [email protected] Web: www.teramonostra.it

ASSOCIAZIONE ORCHESTRALE DA CAMERA“BENEDETTO MARCELLO” Trentanni di buona musica. Il programma che, dal 29 settem-bre 1984, la Benedetto Marcello continua a proporre agli ap-passionati. Tra le iniziative recenti la musica del sommo Bach nelle carceri con “l’arte della fuga”. No, non è uno scherzo, ma una felice sinergia tra “La Pasqua di Bach”, l’associazione del musicista e concittadino Mario Ruffini e l’orchestra tera-mana per gestire un progetto di alto profilo socio-culturale. Tornando alla Benedetto Marcello, non dimentichiamo gli appuntamenti storici: “Musica nei chiostri”, che offre, nelle afose serate estive, momenti di rara elevazione; “Il solista e l’orchestra”, rassegna inaugurata il 18 ottobre alla sala San Carlo (Museo archeologico) in collaborazione con Unicef e Fi-das. Alla citata Rassegna, giunta nel 2014 alla XXI edizione, si affianca “Aperitivo in Musica”, un originale matinée (termine preso in prestito dal lessico bandistico) che coniuga musica, arte figurativa ed enogastronomia del territorio. Tutti i salmi finiscono in gloria!

Sede: via Taraschi, 12 - 64100 Teramo Presidente: Gianfranco LupidiiTel e fax: 0861/252874 - Mob. 334/8314329 E-mail: [email protected] Web: www.benedettomarcello.it

ASSOCIAZIONE MUSICALE “CHERUBINO”BELLANTE (TERAMO) Nel 1997, i cittadini di Bellante, memori di un passato illu-stre, hanno costituito la BellanteBand “Primo Riccitelli”. Alla guida del complesso, completo anche di sezioni sax e forte di un repertorio classico, jazz e da film, il M° Michele Furia, un clarinettista che dirige, con incomparabile tenacia, una quarantina di giovani talenti locali che si sono fatti conosce-re anche in ambito internazionale. La Banda musicale è una delle più popolari forme di musica d’insieme. Grato è il ri-cordo nei confronti di Francesco Fedele (1914-2003), eccel-lente trombettista di origini calabresi, noto a Teramo per il motto “la musica è vita e terapia”; verso le famiglie De Bap-tistis e Di Giannatale, per l’impegno sempre generoso nella banda di Forcella, e verso quanti, ancora oggi, si prodigano nelle formazioni bandistiche di Ancarano, Campli, Canzano, Montorio, Notaresco, e in quella giovanile Castelnuovo Vo-mano. Anche Primo Riccitelli (1875 -1941) è vissuto in banda. Infatti, ancora giovanissimo, giunse nel “Concerto musicale di Bellante” e, tra flauti e clarinetti, trombe e flicorni, bassi e grancasse, il futuro operista, allievo di Mascagni, acquisì i fondamentali rudimenti assieme ad una rinnovata coscienza del proprio talento.

Sede: viale dei Martiri, s.n.c. – 64020 Bellante (TE)Direttore: M° Michele Furia Mob. 347/0104499E-mail: [email protected]

ASSOCIAZIONE CORALE “GIUSEPPE VERDI” - TERAMOLa voce è uno strumento naturale che, se ben educato, può dare molte soddisfazioni. Le formazioni corali, tante anche nel nostro territorio, non sono tutte facilmente censibili. Buo-na parte dei cori, infatti, ha vita breve e travagliata. Occorre perseveranza ed anche un minimo di professionalità, almeno da parte di chi assume l’onere, è più raramente l’onore, di di-rigerne uno. Tra le numerose ricordiamo: l’Associazione Cora-le “G. Verdi“ Teramo Fondata nel 1948 da Ennio Vetuschi che, giovanissimo, vantava un eccellente curriculum e una gran passione per il canto corale. All’epoca il M° Vetuschi pensava di curare unicamente il canto lirico. Solo in seguito maturò la decisione di approfondire il repertorio folcloristico. Mai scelta fu più felice. Infatti, in un crescendo di successi, l’asso-ciazione farà conoscere in tutto il mondo, anche con incisioni discografiche ed esibizione in RAI, il talento dei suoi coristi e il nome di Teramo. Il calendario ordinario degli eventi prevede la “Rassegna polifonica Aprutina” e “Giugno in coro”.

Sede: piazza Verdi, 25 (presso chiostro Istituto G. Braga) 64100 Teramo Presidente: Dalmazio Di Dalmazio Direttore musicale: M° Antonio Di Marco Tel. 0861/241898E-mail: [email protected]: www.coroverditeramo.it

ASSOCIAZIONE CORALE “SANTA CECILIA” - TERAMOIl Coro Santa Cecilia nasce, nel 1984, dall’esigenza di un’enti-tà corale che “rappresentasse ben più di una esclusiva realtà musicale e culturale”. Decisivo fu l’incoraggiamento del padre domenicano Reginaldo Mazzei. Obiettivo dell’associazione è la promozione culturale, la crescita morale e spirituale attra-verso il canto corale polifonico nelle celebrazioni solenni in S. Domenico, dove il compianto religioso fu priore. Il maestro del coro è Maurizio Vaccarili. Chirurgo toracico da sempre “malato di musica”, Vaccarili cura puntigliosamente la prepa-razione, sia teorica che tecnica di ciascun corista e, quando se ne ravvisi la necessità - qui riemerge la sensibilità del medico -, affronta problematiche foniatriche. Grazie a questo rigoro-

Le principali associazioni culturali in provincia di Teramo LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI

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so impegno che la corale può vantare una professionalità di tutto rispetto. Fra rassegne e manifestazioni di riconosciuto rilievo, ricordiamo: l’“Israel in Egypt” di Haendel nel 2013.

Sede: Corso Porta Romana, 66 (chiesa S. Domenico) 64100 Teramo Presidente: Valeria Nina FranceschiniMaestro del coro: Maurizio VaccariliE-mail: [email protected] Web: www.corosantacecilia.net

CORO “SINE NOMINE”L’associazione corale “Sine Nomine” (denominazione che rin-via a Pierluigi da Palestrina) nasce nel 2001 come laboratorio corale e si sviluppa per avvicinare i giovani alla polifonia an-tica. Direttore della corale è Ettore Sisino, docente nei licei e musicista dilettante. Una passione, quella di Sisino, che si svi-luppa grazie agli insegnamenti di Vetuschi, Speca e Molisani. Tra gli appuntamenti, ricordiamo, per rimanere in tema nata-lizio, “Polyphonia in Praesepio”in collaborazione con Diocesi Sulmona -Valva e l’Associazione Regionale Cori dell’Abruzzo (A.R.C.A.) e il recente “Monteverdi fra la prima e la seconda Prattica”. Un progetto (Atri il 25 ottobre - Teramo il 1 novem-bre) che ha inteso riproporre, attraverso la scelta e l’esecu-zione di una selezioni di brani, la polemica tra l’Artusi, teorico osservante le regole del contrappunto rinascimentale (prima Prattica). e Claudio Monteverdi, promotore di un nuovo modo di intendere la musica (seconda Prattica).

Sede: via Nicola Palma, 33(c/o Centro Ricerche Personaliste) - 64100 Teramo Presidente: Cinzia D’Angelosante (339/8250700)Direttore artistico: Ettore Sisino (380/7255191)Tel. 0861/412827E-mail: [email protected] [email protected] Web: sinenomineteramo.wordpress.com

ASSOCIAZIONE CULTURALE DETTO TRA NOI Un gruppo di giovani uniti, dal 2010, dalla passione per i li-bri. Un interesse che, mensilmente, si da appuntamento con Scambialibro”. Un evento letterario che ha conferito al sodali-zio una certa notorietà. Da apprezzare, in particolare, la siner-gia con Teramo Nostra; la presentazione di un libro (9 ottobre 2014) su Sergio Leone nell’ambito del XIX Premio Di Venanzo 2014, tra le iniziative in tandem.

Sede: 64100 - frazione Viola di Teramo Referente: Giuseppe Tellone Mob. 328/6786538E-mail: [email protected] Web: www.dettotranoi.org

ASSOCIAZIONE CULTURALE “SERGIO LIBEROVICI“ Costituita nel 1998 per essere un utile supporto alle fasce sociali più deboli. L’attività più importante dell’associazione è l’Università della terza età e del tempo libero con circa di 160 iscritti. Un’occasione, quella dei corsi, per un incontro, un arricchimento e una crescita con lezioni accademiche e viaggi d’istruzione. In data 25 ottobre l’inaugurazione del XVII anno accademico (presso Kursaal) con recital di poesie a cura di Mario De Bonis e della buona musica con il tenore Nunzio Fazzini e il chitarrista teramano Massimo Di Gaetano.

Sede: via Gramsci, 131 – 64021 Giulianova Lido (TE) Corrispondenza (c/o Presidente via Giardino, 43)Presidente: Emilia Meloni Tel. 085/8005048 - Mob. 333/6437275E-mail [email protected]

ASSOCIAZIONE MUSICALE F. J. HAYDN L’Associazione, costituita nel 1989, organizza numerosi eventi culturali nel territorio abruzzese, nazionale e all’estero, anche in collaborazione con altre associazioni. Numerosi i festival di musica classica, lirica e jazz e varie masterclass. Tra questi, se-gnaliamo il “Festival dell’intermezzo e dell’Opera buffa”.

Sede: via Liguria, 24 - 64014 Martinsicuro (TE) Presidente: Sara TorquatiTel. 0861/760.818 - Mob. 335/66.27.564E-mail: [email protected]

ASSOCIAZIONE PENTAGRAMMA Voluta, nel 1987, da musicisti interessati alla diffusione dell’ar-te delle sette note tra giovani e giovanissimi. Oltre ai progetti con alcune scuole e il Comune di Bellante, una menzione su: “La musica al tempo della Shoah”- la vita musicale nei campi di concentramento, una preziosa evasione peer gli internati. Conferenza – concerto, in occasione del Giorno della memoria (27 gennaio 2012), con una prolusione del compositore M° Claudio Tornaboni, e intervalli musicali a cura della violinista Sara Di Giorgio.

Sede: via Giorgio Perlasca n°6/C - 64100 Teramo fraz. PutignanoPresidente: Claudio TornaboniTel. 0861/28.67.62 - Mob 333/28.87.121 – 347/65.87.751E- mail: [email protected] [email protected]

CENTRO CULTURALE “GENTE GENTE” - TERAMO Il Centro Culturale “Gente Gente” nasce a Teramo, nel 2003, nell’ambito dell’esperienza del carisma di Comunione e Libe-razione, da un gruppo di amici che, “provocati dalla Bellezza del reale” (espressione questa molto cara ai seguaci di Don Giussani), decidevano di unire le forze e darsi una forma asso-ciativa, proprio per approfondire l’origine di questo comune stupore.Tra le iniziative ricordiamo: mostra “La Sapienza risplende - Madonne d’Abruzzo tra Medioevo e Rinascimento” (2012); presentazione del libro “L’infanzia di Gesù” di Benedetto XVI (2013). Infine, in occasione del centenario della morte del poeta e filosofo personalista Charles Péguy, l’evento (unico in Italia): “Péguy – Storia di un’anima carnale - cent’anni dalla morte”, con appuntamenti dal 12 settembre al 9 novembre (di rilievo quello del 7 novembre); in collaborazione con la Diocesi di Te-ramo-Atri, l’associazione Prospettiva Persona, l’associazione Charles Péguy di Alba Adriatica (TE) e il C.S.V. di Teramo (www.centoannipeguy.it).

Sede: via Salvo D’Acquisto , 9 (c/o CSVTeramo) 64100 - Teramo Presidente: Sara Vocale Mob. 347/8181457E-mail: [email protected]

ITALIA NOSTRA ONLUS - SEZ. “VALERIO CROCE”TERAMOSodalizio nazionale con una missione tra ambiente e cultura. Numerose le iniziative e le pubblicazioni curate dal presidente della sezione Croce Hector J. Cavone Felicioni, scomparso nel 2013. La prematura perdita dell’architetto Felicioni ha aperto una difficile successione. Al momento la presidenza è vacante.

Sede (provvisoria): via Felice Barnabei, 3 - 64100 Teramo Presidente: carica vacanteTel. 0861/240421E-mail: [email protected] Web: www.italianostra.org

LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI

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ITALIA NOSTRA ONLUSSEZ. “G. BASSANI” ATRI E TERRE DEL CERRANO”Molto attivi i diversamente giovani della sezione atriana che, nel giugno scorso, ha celebrato 26 anni di battaglie civili a tutela di un importante territorio naturale, storico e artistico, con un convegno, presso l’Auditorium di S. Agostino, alla pre-senza degli esponenti nazionali dell’associazione.

Sede: viale Emilio Mattucci, 18 - 64032 Atri (TE) Presidente: Domenico Zenobio Segretario: Antonio Mutoschi Mob. 328/0893664

ITALIA NOSTRA ONLUS – SEZ. GIULIANOVA“Cammina …cammina … e scopri il territorio!”. L’interessante iniziativa, messa a punto dalla sezione giuliese e articolata in sei appuntamenti domenicali (dal 23 marzo all’8 giugno) per riscoprire, camminando, il proprio territorio e le tracce lascia-te, nel bene e nel male, dagli insediamenti umani.

Sede :via Rossini, 9 - 64021 Giulianova (TE)Presidente: Archimede MelchiorreE-mail: [email protected] Tel. 085/8002107 - Mob. 328/7321396Web: www.italianostra-giulianova.blogspot.it

MUSEO CIVICO DELLA CULTURA MATERIALEMONTEPAGANO – ROSETO DEGLI ABRUZZI Fondato nel 1987 ad opera di alcuni cittadini di Montepaga-no, guidati dalla competenza etnografica del compianto gior-nalista e scrittore rosetano Luigi (Gigino) Braccili. Il Museo custodisce una raccolta straordinaria di oggetti dedicati alla civiltà contadina dell’Abruzzo.

Sede: Corso Umberto I, 1 (c/o vecchio Municipio)Referente: Anna Maria RapagnàApertura: lunedì-sabato 9-12, 15.30-18.30.Info: tel. 085/893.60.53

PRESEPE E MUSEO ETNOGRAFICO“LE GENTI DELLA LAGA”Sin dalla prima edizione (2003) il museo, distribuito su una superficie di 850 mq, ha attirato la curiosità di pubblico e stampa. Suddiviso in tre sezioni, beneficia di continui miglio-ramenti. Si segnalano le scenografie dell’artista napoletano Antonio Flagiello.

Sede: via Giorgio Romani (sotto parcheggio Municipale) Referenti: Gino Di Benedetto - Fabrizia Di Girolamo Info e prenotazioni: 338/3316641E-mail: oggettidel [email protected] Web: www.cmgransasso.it Blog: presepelegentidellalaga.blogspot.it Facebook Presepe Genti della Laga – Torricella Sicura Inaugurazione:Il presepe viene inaugurato in data 8 dicembre e osserva i seguenti orari: feriali 17,00 – 20,00/ festivi 10,00 - 13,00 e 16,00 - 20,00.

SHOP ART Rivitalizzare le vie del centro con entusiasmo e originali idee, come la riscoperta delle antiche botteghe artigiane, è l’o-biettivo di questa associazione che, dopo la pausa estiva, è tornata il 4 ottobre con “Teramo si racconta” (lungo via C. Forti e via D’Annunzio) con mostre di pittura, artigianato artistico, labo-ratori creativi per ragazzi e una conferenza sul Polittico di Ja-cobello Del Fiore, pregevole opera lignea del ‘400 custodita in Cattedrale. A concludere in bellezza, l’intervento dell’attrice teramana Grazia Scuccimarra e tanta buona musica. L’8 no-

vembre, inoltre, il benvenuto all’autunno con “Castagnando”. Alla consuete esposizioni: “Dal Vesuvio al Gran Sasso”, recital di poesie di Eduardo De Filippo, a 30 anni dalla scomparsa del grande commediografo napoletano. Per finire caldarroste per tutti.

Sede: via Gabriele D’Annunzio, 70 - 64100 Teramo Presidente: Grazia Ricci Tel. 0861/221264 - 0861/242778Mob.. 329/3068917 - 339/5371236E-mail: [email protected] Web: www.shop-art.it

SOCIETÀ DELLA MUSICA E DEL TEATRO“PRIMO RICCITELLI”Fondata nel 1978 da Giuseppe Lettieri, apprezzata toga del Foro aprutino, e da altri autorevoli concittadini. Oggi l’asso-ciazione, grazie all’esemplare impegno del Presidente Mauri-zio Cocciolito, ha affiancato alla storica stagione dei concerti, una rassegna di prosa che, ogni anno e grazie all’esperienza di Ugo Pagliai, registra un vero record di presenze. Ultima nata la stagione del balletto, il cui cartellone è curato da Sil-vio Paolini, uno dei pochi esperti del settore. Parlando della danza, non possiamo dimenticare l’importante contributo di Liliana Merlo (1925 – 2002), étoile italo - argentina di ricono-sciuto talento che, chiamata nella nostra città dal Movimento Femminile, fondò (anni ’60) una importante scuola, palestra di straordinari talenti.

Sede: via N. Sauro, 27 – 64100 TeramoPresidente: Maurizio CocciolitoTel. 0861/243777 - Fax 0861/254265E-mail: [email protected] www.primoriccitelli.it

SOROPTIMIST INTERNATIONAL D’ITALIA - CLUB TERAMOIl club di Teramo, costituito nel 2009, fa parte di una orga-nizzazione mondiale di donne impegnate, in svariati settori, per la crescita del proprio territorio. Il sodalizio si prefigge missioni culturali, come la presentazione di un libro o l’orga-nizzazione di un vernissage etc. Spazio anche al sociale con il recente “Tango sotto le stelle”, serata di raccolta fondi per il Banco di Solidarietà di Teramo.

Sede: SS 81 64100 - Villa Vomano di Teramo(c/o Corte dei Tini)Presidente: Piera De Antoniis Mob 349/8792926E-mail: [email protected] Web: www.soroptimist.it/club/Teramo

U.P.M. - UNIVERSITÀ POPOLARE MEDIO ADRIATICACostituita, nell’ormai lontano 1990, da un gruppo di amici, docenti del locale Ateneo. L’Università opera culturalmente su tutta la provincia teramana da quasi venticinque anni.

Sede: via Nicola Palma, 37 - 64100 Teramo(c/o Centro Ricerche Personaliste)Presidente: Gino Battistella Direttore corsi: Adelmo Marino PaceSegreteria: Sandra D’Antonio (340/2420734)Tel. 0861/249266 - Mob. 339/4621358

LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI

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Torna la consueta rubrica per gli appassionati del-la navigazione sul web. Il restaurato natante (leggi sede CSV), dopo la forzata sosta, è ormai pronto per il varo. Quindi vele al vento e prora puntata verso il volontariato culturale. L’arcipelago cul-turale aprutino è ricco di associazioni, soprattutto musicali. Un’esagerazione? Non proprio.

Per restare in argomento, quello delle sette note, clicchiamo su www.benedettomarcello.it e con sorprendente rapidità entriamo nella home page dell’associazione che, proprio quest’anno (29 set-tembre, come la celebre canzone portata al succes-so dagli Equipe 84) ha spento le 30 candeline. Un lusinghiero traguardo, soprattutto perché gli amici della Benedetto Marcello li hanno trascorsi dandosi molto da fare. Qualcuno ha abbandonato. Qualcu-no, come la violinista Liliana De Dominicis, non è più tra noi. L’amore di Liliana per la musica e la sua impareggiabile tenacia, restano un pungolo per tut-ti coloro che, nella Benedetto Marcello, desiderano andare avanti. Il sito presenta (a sinistra) lo storico logo, creato nel 1984 da un grafico locale già allora molto promettente. Occorre dire che da un sito di un’associazione che fa musica ci saremmo aspettati più colore, più movimento e più fantasia. Ma l’av-viso in bella evidenza: “A breve online il nuovo sito completamente rinnovato!” ci rassicura. Torneremo a trovarvi.

Spesso la semplicità è vincente. È il primo pensiero entrando con www.corosantacecilia.net nello spazio web dell’Associazione Corale “Santa Cecilia” di Teramo, di cui Maurizio Vaccarili è, sin dalla fon-dazione, il direttore. L’impostazione grafica scelta è

gradevolissima, di gusto. Se vogliamo essere pigno-li avremmo gradito - rischiando d’apparir grossola-ni - l’impiego, nei testi, di un corpo maggiore.

Quanta acqua sotto i ponti è passata da quando, dall’intuizione e dalla passione di Ennio Vetu-schi, nacque l’istituzione musicale forse più antica (1948) della nostra provincia, l’Associazione Co-rale G. Verdi. Entriamo con www.coroverditeramo.it. Ed ecco la home page ci offre, come in prosce-nio, una gradevole sorpresa: il coro (molti i vetera-ni) che applaude. L’occasione è quella dei 60 anni dalla fondazione. Osserviamo: Ennio è commosso, e lo siamo pure noi. Basta questo per intenerire, per citare il sommo poeta, il cuore del navigante.

Con www.prospettivapersona.it entriamo in un mondo dove l’uomo, la persona è al centro. Il Cen-tro Ricerche Personaliste, fornito di una ricca biblioteca specializzata, approfondisce e divulga il pensiero personalista. Una corrente, quella per-sonalista, che pone l’uomo al centro, prendendo le mosse, nella Francia d’inizio ‘900, dal pensiero del filosofo E. Mounier, al quale l’associazione ha de-dicato nel 2005, centenario della nascita, un impor-tante convegno di studi. Nel sito possiamo consulta-re “Prospettiva Persona”, un trimestrale di cultura, etica e politica (diffusione cartacea in abbonamento) che ospita, ormai da ben 23 anni, saggi e riflessioni di altissimo profilo culturale. Avvertenza. Chi, clic-cando, si aspettasse pagine tutto colore, movimento e tridimensionalità, ebbene, ne rimarrà deluso. Ma, lo ripetiamo, chi bussa (o clicca) in prospettiva per-sona lo fa per la sostanza. Navigatore avvisato!

a cura di VALERIO PICHINI

NaViGaNTiAvviso ai

WEB & DINTORNI

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NaViGaNTi

WEB & DINTORNI

Spesso nel descrivere gli spazi web abbiamo ap-prezzato la funzionalità e incoraggiato scelte gra-ficamente di gusto sobrio. Tuttavia questa volta e – Detto tra noi – i volontari hanno un po’ esagera-to: in www.dettotranoi.org. Il minimalismo la fa da padrone. Simpatico, comunque, il logo del pupazzo stilizzato con sopra una lampadina che brilla, pro-prio come le iniziative dei nostri giovani amici.

Italia Nostra ONLUS, realtà tra ambiente e cultu-ra a diffusione nazionale con tre sezioni in provin-cia, rispettivamente a Teramo, Giulianova ed Atri. Purtroppo, dopo la prematura scomparsa (dicembre 2013) dello zelante architetto Cavone, presidente della sezione di Teramo, non sembra profilarsi una successione facile. Che dire? Fare del volontariato, quello vero intendiamo, non è facile. Occorre tem-po, salute, idee, coraggio e, non raramente, occor-re tirar fuori del denaro dalle proprie tasche. Ora, dallo Stato arriva poco e gli sponsor, specie quelli locali, sono pochi. Insomma l’affanno è generale. Per quanto concerne il web, www.italianostra.org ci introduce nelle pagine nazionali e da qui, con un ulteriore “colpo” di mouse, entriamo nella sezione che ci interessa. Perdonateci la franchezza, ma dal sito di una associazione così importante ci saremmo aspettati di più. Qui è tutto un po’ mediocre e l’im-paginazione poco razionale. Ne discende, pertanto, una lettura difficile.

Ripreso il mare la prua punta dinanzi ad uno stori-co approdo. Non potendo eluderle accettiamo, con www.primoriccitelli.it, le piacevoli lusinghe di Eu-terpe, Melpomene e Tersicore, rispettivamente le Muse della musica, del teatro e della danza. L’home page della Società della Musica e del Teatro pri-mo Riccitelli (in realtà a dispetto del nome è un’as-sociazione non profit a tutti gli effetti sin dal 1978) si apre velocemente e, se la prima impressione è quella che conta, la nostra è un’ottima impressione. Pagine sobrie ed eleganti, decisamente glamour, ma con studiata misura. È una soddisfazione constata-re, anche in questi spazi virtuali, il livello raggiunto dall’associazione, la cui governance continua ad of-frirci, nonostante - è inutile negarlo - la drastica ri-duzione di contributi e finanziamenti, un cartellone da far invidia a città con tradizioni più consolidate.

Un clic è facile. Molto meno operare, nel quoti-diano, valorizzando con passione il presente, e ri-scoprendo, con la stessa passione, il passato della propria città. È ciò che fanno i volontari di Tera-mo Nostra, guidati dai fondatori Piero Chiarini e Sandro Melarangelo. Incontrarli, parlare con loro, e già ci si sente contagiati dalla stessa passione che, dal 1987, li sostiene in tante manifestazioni, in tante battaglie civili per la salvaguardia e la valorizzazio-ne del capoluogo. Le pagine web che apriamo con www.teramonostra.it non ci fanno particolarmente impazzire. Oggi la fantasia grafica può fare di più.

Gli spazi, tuttavia, sono ben leggibili e ordinati. L’associazione cura molto la comunicazione at-

traverso le tv locali e un periodico trimestrale (distribuzione gratuita).

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CuoreCENTRO SERVIZI PER IL VOLONTARIATO

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