La costruzione del Partito Socialista nel Friuli ... · 5.4 - L’annessione della...

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Gian Luigi Bettoli La costruzione del Partito Socialista nel Friuli occidentale dalla fine del diciannovesimo secolo alla dittatura fascista. La pianura. La pedemontana fra Livenza e Cellina. Parte seconda: nel vortice della guerra mondiale. 1

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Gian Luigi Bettoli

La costruzione del Partito Socialistanel Friuli occidentale

dalla fine del diciannovesimo secolo alla dittatura fascista.

La pianura. La pedemontana fra Livenza e Cellina.

Parte seconda: nel vortice della guerra mondiale.

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Indice5. La guerra incombe sul confine orientale. Internazionalismo pacifista e patriottismo fra i socialisti friulani e triestini pagina 5

5.1 - La tradizione di fratellanza di un proletariato multinazionale pagina 55.2 - Internazionalismo ed irredentismo pagina 125.3 - I primi atti del gruppo parlamentare socialista triestino pagina 145.4 - Lannessione della Bosnia-Erzegovina pagina 175.5 - Per lUniversit italiana in Austria pagina 185.6 - In difesa dellonore dei socialisti triestini pagina 205.7 - Il Primo Maggio 1910 ad Udine pagina 255.8 - Le elezioni austriache del 1911 pagina 265.9 - Nessun crumiro deve arrivare a Pola! pagina 275.10 - La guerra fratricida pagina 285.11 - Il dopoguerra pagina 29

6. La frattura della guerra pagina 327. Lassalto al cielo? Il dopoguerra pagina 34

7.1 - Tabula rasa pagina 347.1.1 - Il deserto delle Terre Liberate pagina 347.1.2 - Dalle ceneri del radicalismo appare il primo tentativo di Giunta socialista pagina 347.1.3 - Carlo Basso assessore socialista ad Aviano pagina 367.1.4 - Fornasotto commissario prefettizio di Sacile pagina 407.1.5 - La bonifica dei Camolli pagina 447.1.6 - La ricostituzione del partito e dei sindacati pagina 497.1.7 - Le elezioni politiche del 1919 pagina 547.1.8 - Due candidature patriottiche pagina 567.1.9 - Il movimento per la ricostruzione delle terre liberate pagina 607.1.10 - La battaglia per il lavoro e la cooperazione avianese pagina 657.1.11 - Per non emigrare (almeno per ora) pagina 707.1.12 - Ci si prepara per le elezioni amministrative pagina 737.1.13 - Lo sciopero generale pagina 777.1.14 - Riprende lemigrazione pagina 807.1.15 - Scioperano i commessi. Le otto ore per i cotonieri pagina 837.1.16- Fra consigli di fabbrica, soviet e comuni socialisti pagina 857.1.17 - Per la Casa del Popolo a Pordenone pagina 877.1.18 - Primi sintomi di crisi del movimento pagina 907.2 - I comuni socialisti pagina 937.2.1 - Le elezioni amministrative di ottobre pagina 937.2.2 - La bandiera rossa sul municipio pagina 977.2.3 - La Lega dei Comuni Socialisti pagina 997.2.4 - La Giunta Rosso pagina 1037.2.5 - La scissione comunista pagina 1127.2.6 - La riorganizzazione dei due partiti. La lotta contro la disoccupazione pagina 1157.2.7 - Si costituisce la Cooperativa di Borgo Meduna pagina 1197.2.8 - La polemica sul porto del Noncello pagina 1227.2.9 - La costruzione della ferrovia Pordenone-Aviano pagina 126 7.2.10 - Il comune socialista di Aviano pagina 1317.2.11 - Il difficile proseguimento dei lavori della ferrovia pagina 1397.2.12 - Le barricate di Torre ed il commissariamento del comune pagina 1457.2.13 - Vittoria socialista nonostante le violenze pagina 1517.2.14 - Lattacco fascista alle giunte rosse del Portogruarese pagina 1537.2.15 - Primi tentativi di conciliazione e nuove violenze pagina 1577.2.16 - Il patto di pacificazione pagina 1797.2.17 - La battaglia di Treviso e dintorni pagina 1637.2.18 - Controffensiva di classe, fame in Russia e movimento contro la disoccupazione pagina 1717.2.19 - Policreti e Pisenti al servizio dellindustria elettrica (privata) pagina 1787.2.20 - Fra pacifismo e patriottismo: le onoranze al Milite Ignoto a Pordenone pagina 1847.2.21 - Il rientro in scena della Giunta Rosso pagina 1917.2.22 - Si lavora col fiato dei fascisti sul collo pagina 1937.2.23 - Sciopero generale in difesa degli Arditi del Popolo e serrata in difesa dei fascisti pagina 1977.2.24 - La cristianizzazione di Pordenone. Calma apparente. pagina 2007.2.25 - La costruzione delle scuole Gabelli e la politica di opere pubbliche pagina 2027.2.26 - Socialismo e ginnastica pagina 2047.2.27 - Avanti gli ultimi! La ripresa del movimento per i danni di guerra pagina 2067.2.28 - Socialisti affaristi vs. fascisti imboscati? pagina 2087.2.29 - La fine dellamministrazione socialista pagina 2117.2.30 - Vallenoncello: i pochi difficili obiettivi di unamministrazione contadina pagina 2157.2.31 - Cordenons: la bonifica dei magredi pagina 2187.2.32 - Aviano: la lotta contro lemigrazione pagina 2367.2.33 - Fontanafredda: la bonifica dei Camolli pagina 2457.3 - Notizie dalla Vandea: il collegio di San Vito al Tagliamento pagina 2457.3.1 - San Vito al Tagliamento pagina 2457.3.2 - A nord di San Vito pagina 2477.3. 3 - Cordovado: la tassazione dei possidenti pagina 2477.3.4 - Pravisdomini: il soviet contadino pagina 261

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8. Dopo la sconfitta pagina 266 8.1 - La costituzione del Partito Socialista Unitario pagina 2718.2 - I comuni dalla democrazia al fascismo pagina 2648.3 - La fine della Cooperativa Sociale e della Casa del Popolo di Torre pagina 2598.4 - Sotto il tallone di ferro pagina 2718.5 - Ventanni di resistenza. pagina 2768.6 - La contrastata carriera di un imboscato pagina 278

9. Conclusioni pagina 284Appendice documentaria pagina 291

1. Socialisti friulani e socialisti triestini pagina 2512. Una maestra albonese per il proletariato friulano. Articoli di Giuseppina Martinuzzi pagina 2783. Gli amministratori di Aviano dopo Caporetto pagina 2974. Gli amministratori di Montereale Cellina dopo Caporetto pagina 2985. La ricostituzione dellamministrazione di Aviano nel dopoguerra pagina 2976. Ilavori di ricostruzione postbellica pagina 2997. Enrico Fornasotto assume lincarico di commissario prefettizio pagina 3028. Manifesto di Fornasotto per il 4 novembre 1919 pagina 3039. La bonifica dei Camolli pagina 28410. In morte di Enrico Fornasotto pagina 28511. Lo sciopero per le repubbliche sovietiche e la costituzione della Camera del Lavoro pagina 28912. Il risultato elettorale politico del 1919 nel Friuli occidentale pagina 29013. La manifestazione contro la disoccupazione del 7 marzo 1920 a Pordenone pagina 29114. Il programma amministrativo socialista pagina 29215. Il Primo Maggio 1920 a Pordenone ed a Torre pagina 29416. Il commissario Fabris esilia i sovversivi pagina 29617. Comuni e province socialiste autonome, prima tappa verso la conquista del potere sovietico pagina 29718. Ufficiali, non parlate con Pietro Sartor! pagina 36919. Per le Case del Popolo di Pordenone ed Udine pagina 36920. Le istruzioni del Ppi per la giornata elettorale pagina 30321. I risultati delle elezioni amministrative dellautunno 1920 in Italia pagina 30322. I consiglieri provinciali socialisti eletti nellottobre 1920 pagina 30423. Comuni conquistati dai socialisti nellottobre 1920 pagina 30424. Comuni in cui i socialisti entrano come minoranza pagina 30625. Gli eletti al comune di Pordenone nel 1920 pagina 30726. Gli eletti al comune di Aviano nel 1920 pagina 30727. Gli eletti al comune di Fontanafredda nel 1920 pagina 30828. Convegno dei comuni socialisti pagina 30829. Ladesione dei consigli comunali alla Lega dei comuni socialisti pagina 30930. La prima seduta del Consiglio Comunale socialista a Pordenone pagina 31131. Manifesto contro lalcoolismo pagina 31432. Il congresso delle sezioni socialiste pordenonesi del 5 dicembre 1920 pagina 31533. Sanmartino sul congresso socialista pordenonese pagina 31634. La relazione di Sartor al congresso provinciale socialista pagina 31635. Il socialismo ci unisca, non ci divida pagina 31736. Il discorso di Mosca al congresso della Camera del Lavoro del 20/21 febbraio 1921 pagina 31737. Il 2 congresso provinciale socialista pagina 31838. Per il monumento ai caduti pagina 32039. Il porto del Noncello pagina 32140. La costruzione della ferrovia Pordenone-Aviano pagina 33041. Lagitazione contro la disoccupazione pagina 33642. Rastrellamento a Torre pagina 34243. La conquista di Torre secondo i fascisti pagina 34244. Il licenziamento di Pietro Sartor e Francesco Fiorot pagina 34245. Come si vota a Pordenone nel maggio 1921 pagina 34346. Il risultato elettorale politico del 1921 nel Friuli occidentale pagina 34447. Articoli di Pietro Sartor pagina 34548. Dimissioni dal Consiglio Provinciale di Umberto De Gottardo pagina 35349. I primi sei mesi della Giunta Rosso pagina 35350. Ordine del giorno dellassemblea provinciale dei sindaci del 29 agosto 1921 pagina 35651. Lettera del Comitato provinciale per la disoccupazione ai Comuni della provincia di Udine pagina 35852. Lutilizzazione delle forze idrauliche del Friuli pagina 35853. Il Comune di Cordovado aderisce allEfif pagina 35954. Pisenti al servizio della Sade pagina 35955. Trentanni dopo: Candolini fa la storia dellEfif pagina 36056. Il Soldato Ignoto pagina 3641. La commemorazione dei caduti in Libia pagina 365

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57. Il discorso di reinsediamento di Ellero pagina 36558. Il comitato di solidariet con le vittime politiche del fascismo per gli Arditi del Popolo pagina 36659. La conferenza delle cooperative di consumo a Torre pagina 36760. Lettere da Gorizia pagina 36861. Il Consiglio Generale delle Leghe del Pordenonese pagina 37262. Il comizio per i danni di guerra pagina 37663. Lultimo Primo Maggio pagina 37764. Chi Pisenti? pagina 37865. Laccusa fascista contro Ellero pagina 37966. In memoria di Tranquillo Moras pagina 42867. Il caso Cavicchi e le dimissioni dellamministrazione socialista di Pordenone pagina 38368. Il testamento dellAmministrazione Comunale socialista pagina 38369. Il Consiglio Comunale di Cordenons per lassicurazione obbligatoria di malattia pagina 38570. La richiesta di adesione al Psi dei comuni espressione delle organizzazioni economiche pagina 39971. Lettere da San Vito pagina 38672. La politica del lavoro dellAmministrazione Comunale di Cordovado pagina 40173. ... dovremo rimaner ancora alla finestra a guardare, in attesa del colpo di Stato? pagina 38574. Il Consiglio Comunale fascista di Pordenone eletto il 14 ottobre 1923 pagina 39675. Salviamo la Cooperativa pagina 38476. Lo scioglimento della Casa del Popolo di Torre pagina 38577. Un manifestino comunista dopo il delitto Matteotti pagina 40278. Lo sciopero del Primo Maggio 1925 a Torre pagina 44879. I fascisti intransigenti contro limboscato Pisenti pagina 40280. La biblioteca di Guido Rosso pagina 404

Bibliografia pagina 407

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Dapoich esiste il partito internazionale socialista,

il quale in ogni parlamento ha i suoi rappresentanti,vi intesa comune fra essi dimpedire con ogni forzo

una guerra continentale.Dapoich egli sceso fra le masse di tutte le nazioni

ed ha fatto comprendere che gli uomini di qualunque parte del mondo

sono uominie come tali sono nati per amarsi e non per uccidersi,

una guerra continentale si presenterebbe in cattive condizioni.1

PROJECT FUR EINEN GRABSTEINAL PASS DI MONT DI CROS

JOSEPH Schneider von Mauthencha ven a stai sartor

e BEPO di Lanudesc muradorex emigrant in Austria

si son sbugjelatssul Fraikofel

cjocspar difindi la patria.

che DIAZ... us al meriti.2

Da uno studio inedito che ho sottocchi sui miracoli dellindustria tedesca,io vorrei ricavare e comunicarvi soltanto uno specchietto, di sei sole cifre,

che, secondo me, ci illustrano lorigine della guerra mondiale.E il confronto fra i progressi dellindustria inglese

e della industria tedesca fra il 1870, il 1890 e il 1905.Commercio inglese,

nel 1870, 13.5; nel 1890, 17.5, progresso 30 per cento; nel 1905, 24.5, progresso 42 per cento.Commercio tedesco,

nel 1870, 6.5; nel 1890, 9.4, progresso 49 per cento; nel 1905, 16.2, progresso 72 per cento.E evidente che non vi era altro modo, per lInghilterra impigrita, di difendersi,

che sacrificarci e massacrarci tutti quanti.3

1 EN, n. 25 dell1 giugno 1902, FRA ZIO COLONELLO E NIPOTE SOCIALISTA.2 CHE DIAZ... VI RENDA MERITO. PROGETTO PER UNA LAPIDE AL PASSO DI MONTE CROCE CARNICO. Giuseppe Schneider da Mauthen, cio sarto, e Giuseppe di Lanudesc, muratore, gi emigrato in Austria, si sono sbudellati sul Freikofel, sbronzi, per difendere la patria. Che Diaz... vi renda merito. ZANIER, Leonardo, Che Diaz... us al meriti, Aiello del Friuli, Centro Editoriale Friulano, 1979, pagg. 89-90. Merita approfittare delloccasione per ricordare come questa poesia sar letta durante unanimazione in Piazza Fonte Diana a Comiso, nel corso delle iniziative pacifiste contro linstallazione degli euromissili americani (Pershing e Cruise) e sovietici (Ss-20) nel 1984. In quelloccasione Maurizio Fanin del Comitato Friulano per la Pace legge loriginale in carnico ed Alberto Sciortino, segretario del gruppo parlamentare europeo di Democrazia Proletaria la traduzione in siciliano approntata appositamente per loccasione.3 TURATI, Filippo, Rifare lItalia, in: id., Socialismo e riformismo nella storia dItalia (a cura di Franco Livolsi), Milano, Feltrinelli, 1979, pag. 401.

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Capitolo 5.La guerra incombe

sul confine orientale. Internazionalismo pacifista

e patriottismo fra i socialisti friulani e triestini.

5.1 - La tradizione di fratellanza di un proletariato multinazionale.

I legami fra i socialisti friulani e quelli triestini sono ben antecedenti al primo dopoguerra, quando il Friuli orientale, Trieste e lIstria vengono annessi allItalia. I legami fra i due partiti socialisti fratelli sono diversi e frequenti, come testimoniano le periodiche corrispondenze sulla realt triestina pubblicate su LEvo Nuovo ed Il Lavoratore Friulano, ma anche talvolta quelle del radicale Il Paese. Non si tratta di corrispondenze stabili, sotto forma ad esempio di rubrica, ma di periodici interventi dedicati a momenti salienti delle vicende triestine. Oltre alliniziativa legata a questioni di comune interesse, come lorganizzazione dei lavoratori friulani emigranti e la difesa della pace, essi si concentrano sulla questione del rapporto fra lidentit nazionale dei socialisti italo-asburgici e la loro scelta internazionalistica.

La prima notizia si trova sul settimanale radicale allinizio del 1901, quando si prende atto con soddisfazione del fallimento della sottoscrizione contro il socialista on. Todeschini, lanciata dagli irredentisti. Non sappiamo a quale episodio sia legata questa iniziativa contro il deputato veronese commesso viaggiatore per il socialismo, che in quellanno diventer famoso per la battaglia giornalistica per far condannare un tenente di cavalleria per lefferato omicidio di una giovane prostituta della sua citt. Saranno le conseguenze del processo subito per diffamazione a costringere negli anni successivi Mario Todeschini allesilio, prima come segretario della Camera del Lavoro di Trento e poi, sempre in territorio asburgico, della Commissione delle organizzazioni professionali (il sindacato) triestina dal febbraio 1910. Internazionalista e bestia nera dell'irredentismo, Todeschini sar nel 1914 protagonista a Verona di un processo per spionaggio intentatogli dai nazionalisti italiani e triestini.4

Si difende litalianit di Carlo Ucekar5, in polemica con la destra udinese ed il Giornale di Udine, riportando un brano de Il Piccolo di Trieste in cui quello che il primo grande dirigente del socialismo triestino protesta vivamente per lo sciopero organizzato contro gli operai genovesi da maestranze slovene, cui egli replica ricordando non solo che le discriminazioni nazionali contrastano con il socialismo internazionalista, ma che anche loro che parlano tutti italiano sono in fondo italiani come i genovesi che essi boicottano. Si tratta dello sciopero di centottanta ribattitori dello stabilimento San Marco, organizzati dal gruppo dissidente del socialismo triestino capeggiato da Riccardo Camber (accusato da Piemontese di essere corrotto ed al servizio della polizia austriaca) contro la presenza di trenta ribattitori socialisti genovesi, giunti a Trieste in una fase di mancanza di manodopera e grazie ad un preciso accordo sindacale che impedisce di utilizzarli come elemento di ribasso dei salari locali: ma lagitazione di questa minoranza li costringe a rimpatriare, nonostante la solidariet dimostrata dalla maggioranza dei lavoratori del cantiere navale.6

Il primo intervento dedicato al socialismo triestino sulla stampa socialista friulana lo troviamo gi nel secondo numero de LEvo Nuovo nel dicembre 1902. Anche in questo caso si testimonia della battaglia 4 P, n. 268 del 9 febbraio 1901, pag. 3, Buon senso, articolo siglato X.Mario Todeschini, avvocato e noto baritono, uno dei principali propagandisti del socialismo italiano, attivo soprattutto nel Sud, dove merita da un grande proprietario foggiano la definizione sopra riportata, ma anche fra gli emigranti e, dal 1907, incaricato della propaganda per la neocostituita Federazione giovanile socialista. Giornalista e propagandista, diventa sindacalista in esilio, cercando di supplire, come afferma Piemontese, alla mancanza di esperienza nel settore. Deputato quasi ininterrottamente dal 1900 al 1924, esponente intransigente e porta il Psi a conquistare gi nel 1914 lAmministrazione Comunale di Verona.Su Todeschini, cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, cit., quinto volume, pagg. 59-60 (biografia redatta da Anna Rosada, che data al 1911 larrivo di Todeschini a Trieste, a differenza di Piemontese, che lo anticipa di un anno); MALATESTA, Alberto, Ministri, cit., terzo volume, pag. 185; PIEMONTESE, Giuseppe, cit., pagg. 120 e 256-257.5 Nel 1897 Ucekar candidato al Reichstag per la quinta curia: si tratta della prima candidatura socialista a Trieste. Sar candidato anche alle successive elezioni del 1901, quelle cui si riferisce il successivo articolo de LEvo Nuovo. Cfr. CATTARUZZA, Marina, Socialismo adriatico, cit., pagg. 45-47, 77 e 115.6 P, n. 269 del 16 febbraio 1901, pag. 2, Lo slavismo di Carlo Ucekar e le menzogne del Paese.Sulla vicenda cfr.: PIEMONTESE, Giuseppe, cit., pagg. 96-101: Piemontese non fa alcun riferimento alla nazionalit slovena degli scioperanti.6

del dirigente socialista, definito ironicamente lo slavofilo ex candidato trombato nelle ultime elezioni politiche per la quinta curia7, Carlo Ucekar operaio tipografo socialista, a favore dei diritti della nazionalit italiana in Austria. Si tratta del suo intervento al comizio tenutosi a Trieste il 15 dicembre per richiedere lUniversit italiana. Evidenti subito, fin dal tono sarcastico del commento, gli obiettivi polemici. Un operaio triestino si era permesso di candidarsi al parlamento di Vienna, in unepoca in cui il Friuli stesso aveva visto solo le candidature - esterne allambiente regionale - di alcuni dei principali esponenti nazionali del partito socialista, col risultato di raccogliere pochi voti. Lo stesso Partito Socialista Italiano non brilla particolarmente nelle candidature operaie, prendendo i suoi esponenti e parlamentari dalla borghesia intellettuale e delle professioni. Quello stesso operaio, bollato di panslavismo dal nazionalismo italiano, sale in cattedra durante una manifestazione per lUniversit italiana a Trieste. La pubblicazione dellarticolo sul settimanale socialista friulano e la citata partecipazione alla manifestazione triestina da parte della associazione Dante Alighieri sono evidenti testimonianze del carattere transfrontaliero delle accuse dei nazionalisti ai socialisti. Alle quale i socialisti possono rispondere sia con il ruolo ufficiale svolto da Ucekar in quella sede sia con le sue chiare parole. Linternazionalismo - secondo Ucekar, che non a caso tira in ballo il programma sulle nazionalit elaborato a Brno dalla socialdemocrazia asburgica - perfettamente coerente con il libero sviluppo delle culture nazionali; la crescita dellistruzione non potr che portare allo sviluppo degli ideali di fratellanza fra i popoli. Lappoggio ad una rivendicazione nazionale coerente con la politica socialista volta allistruzione delle masse popolari, conculcata da una scuola tedesca ove gli scolari delle altre nazionalit patiscono sotto insegnanti militari o preti.8

Nonostante le speranze rivolte dai socialisti sulla funzione progressiva del sistema scolastico, i fenomeni di nazionalizzazione delle masse useranno invece potentemente il sistema formativo ed informativo in senso opposto alla creazione di ideali di internazionalismo e fratellanza. Questo per non pu far dimenticare che per una fase almeno della storia un grande movimento a carattere mondiale (o almeno nelle parti pi sviluppate del globo) - esso stesso mezzo di comunicazione di massa sui generis - investe le sue risorse in unipotesi alternativa di sviluppo equilibrato e solidale dei vari popoli, in una prospettiva di reciproco arricchimento nella coesistenza. La sconfitta di questa prospettiva e la vittoria dei nazionalismi con lo scoppio della guerra mondiale innescher una serie di sanguinose esplosioni a catena di violenza quasi senza soluzione di continuit, ma riaccender speranze internazionaliste che continueranno a rinascere dalle proprie ceneri come laraba fenice: se nel sanguinoso crogiuolo della prima guerra mondiale sorge il movimento comunista, che riesce - nonostante le stridenti contraddizioni della politica di potenza imperialistica diffusa dal primo stato socialista, lUrss - a far espandere lideale internazionalista anche nei pi speduti angoli del mondo (dove a volte sar tuttaltro che spento allalba del secolo successivo), alla ristrutturazione globale delleconomia e della societ seguita al crollo del blocco sovietico corrisponder la reazione di un grande movimento mondiale contro la globalizzazione.

Pochi mesi dopo, alle vicende triestine viene dedicata tutta la prima pagina de LEvo Nuovo: si tratta della grave notizia del massacro compiuto dalle truppe austriache il 14 e 15 febbraio 1902 nei confronti dei lavoratori del Lloyd in sciopero. Larticolo, dopo un commento redazionale, riporta una corrispondenza dei compagni triestini ed un lungo servizio dallArbeiter Zeitung, organo centrale della socialdemocrazia austriaca. Si attaccano i proprietari del Lloyd per la loro intransigenza ottusa in una vertenza economica, e soprattutto il governo di Vienna che ha messo a disposizione i fuochisti della marina militare per sostituire gli scioperanti ed ha inviato le truppe per ucciderli col fuoco e con le baionette. Si giocato a far crescere la tensione contro le masse lavoratrici, ma la faziosit dei poteri pubblici, lungi dal piegare la lotta (conclusasi con la vittoria degli operai), ha provocato almeno quindici morti e numerosi feriti. A testimonianza della

7 La quinta curia viene istituita dalla riforma elettorale austriaca del 1895, che la aggiunge alle quattro curie in cui votano i ceti privilegiati (aristocrazia, Camere di commercio, citt e distretti rurali), per permettere liscrizione alle liste elettorali degli uomini adulti non colpiti da particolari inabilitazioni. Questultima barriera esclude dal voto i servi personali che lavorano nelle propriet fondiarie. La quinta curia, pur avendo di gran lunga il maggior numero di elettori, ha il minor numero di seggi assegnati: 72 su 425. E comunque possibile, grazie a questa riforma, lelezione di deputati socialisti: con le elezioni del 1897 entrano in quattordici al Reichstag. Cfr. COLE, G.D.H., cit., volume III, tomo secondo, pag. 17.8 EN, n. 2 del 22 dicembre 1901, Panslavismo. Cfr. il testo in appendice.Nella principale citt della Moravia asburgica si svolge il congresso in cui i socialisti austriaci adottano il programma che prevede la ristrutturazione dellAustria in una federazione multinazionale, rispettosa delle autonomie nazionali e delle minoranze nei territori misti. Lo stesso partito si autoriforma in sette sezioni nazionali: tedesca, ceca, slovacca, slovena, italiana, polacca e rutena, tutte rappresentate fra i sette membri del Comitato Esecutivo. Cfr. COLE, G.D.H., cit., volume III, tomo secondo, Roma-Bari, Laterza, 1976, pagg. 18-19. In realt poi la sezione italiana viene rappresentata nellesecutivo da Wilhelm Ellenbogen, dirigente socialista austrotedesco tuttaltro che tenero con le capacit degli italiani di mettersi al passo con i compagni tedeschi nellorganizzazione del partito. Cfr. CATTARUZZA, Marina, Socialismo adriatico, cit., pagg. 51 e 139-140.Sulla realt della socialdemocrazia asburgica, cfr. COLE, G.D.H., cit., volume III, tomo secondo, pagg. 5-58 (per lAustria) e 59-81 (per lUngheria). Sui principali esponenti dell austromarxismo e sulle loro originali tesi sulle nazionalit, cfr.: AGNELLI, Arduino, Questione nazionale e socialismo. Contributo allo studio del pensiero di K. Renner e O. Bauer, Bologna, Il Mulino, 1969; id., Socialismo e problema delle nazionalit in Otto Bauer, in: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Storia del marxismo contemporaneo, volume secondo, Milano, Feltrinelli, 1977 e LESER, Norbert, Karl Renner e il marxismo, ibidem. Il principale testo teorico dellaustromarxismo sulle nazionalit stato riprodotto per la prima volta in edizione italiana non integrale nel 1999: cfr. BAUER, Otto, La questione nazionale, Roma, Editori Riuniti, 1999.Sul pensiero, a proposito della questione nazionale, dei principali esponenti della sezione jugoslava della socialdemocrazia asburgica, cfr: CATTARUZZA, Marina, Socialismo adriatico, cit., pagg. 79-90.

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automatica solidariet delle classi dirigenti contro il movimento operaio, la stampa italiana solidale con la repressione: Da qui si vede adunque quanto in errore siano Le Sere, di Milano, Le Gazzette di Venezia, I Secoli XIX, di Genova, i Giornali dItalia, ecc., nel voler dimostrare che le responsabilit delleccidio devono ricadere sui socialisti. In questo caso da parte italiana non si accenna certo alla polemica contro lodiato regime asburgico: quella che conta innanzitutto la lotta contro il sorgente movimento socialista, vero nemico di una borghesia tanto cosciente della sua dimensione internazionale quanto pronta a far scannare le proprie masse popolari per ridefinire i confini dei propri affari. 9

Linternazionalizzazione della classe operaia attraverso lemigrazione viene indirettamente testimoniata dallorigine della maggioranza dei manifestanti uccisi dallesercito. Uno, il pittore ventenne Giuseppe Magris, proviene da Montereale (un immigrato regnicolo dalla Destra Tagliamento quindi); gli altri - quelli di cui stata identificata esattamente la provenienza - dalla valle del Vipacco, dal Friuli asburgico, dallAlta Carniola, dal Carso, dallIstria.10

La solidariet internazionalista non si limita solo a dare con rilievo la notizia del massacro di Trieste: in occasione del comizio pordenonese in favore della proposta di legge Turati-Kuliscioff per la regolamentazione del lavoro notturno delle donne e dei fanciulli, il 23 febbraio 1902, Luigi Scott propone allassemblea di mandare un messaggio di cordoglio alle vittime.11 Poco tempo dopo, LEvo Nuovo avverte della avvenuta pubblicazione a Roma del libro del socialista istriano Lajos Domokos: Trieste. I fatti di febbraio. La politica nazionale e il partito socialista.12

Il 18 maggio viene dato lannuncio della morte improvvisa di Carlo Ucekar. A testimonianza della grande stima per il capo socialista viene riportata la circolare di lutto dei proprietari delle tipografie, i primi e diretti suoi avversari. Difficile immaginare una prova maggiore di stima per un dirigente politico, cui viene riconosciuta dalla controparte una indubbia capacit di contrattazione sindacale, prova di una grande maturit resa vana dalla morte prematura. Tipico invece delle frequenti cadute di stile del settimanale, capace di abbassarsi con il tuffo di un rapace dalle vette della teoria socialista alle bassezze personalistiche, per il prosieguo dellarticolo, che riguarda anche in questo caso le vicende di un socialista italoasburgico: Nel mentre la morte con un insulto uccideva Carlo Ucekar a Trieste per insulto alla morte a Gorizia saffogava LUIGI CANDUTTI tipogr. e militante nel partito socialista. Strane coincidenze, entrambi i defunti lasciano vedova e orfani, ma un senso di piet si rivolga alla vedova CANDUTTI la quale vede il marito nel supremo amplesso con la morte in estremo amplesso con altra donna.

Espressione purtroppo non rimasta isolata e che, come abbiamo avuto occasione di osservare, spia di un atteggiamento a volte incomprensibile di forte polemicit e di scarsa capacit di mediazione, con il risultato di produrre tante inutili lacerazioni.13

Un successivo intervento ritorna sulla questione dei rapporti nazionali a Trieste, a proposito di uno sciopero degli edili. Larticolo, una dura polemica con il giornale veneziano LAdriatico, anche questa volta collocato in modo significativo: nonostante il suo carattere di lettera aperta, viene posto ad editoriale del numero. Come al solito linternazionalismo socialista stato tacciato dagli avversari di panslavismo, visto che le agitazioni della classe operaia multinazionale presente nella citt vengono condotte unitariamente dalle due componenti, italiana ed jugoslava, della socialdemocrazia asburgica. Una categoria come quella degli edili, impegnati in quegli anni nelle grandi opere di ampliamento del porto e del sistema ferroviario, - insieme ai lavori di manovalanza in porto ed alle attivit di servizio domestico - la principale realt che assorbe nel sistema industriale cittadino i lavoratori a bassa qualificazione provenienti dalle aree geografiche contermini, siano queste la Slovenia, il Friuli o lIstria.14

Ecco quindi il ruolo unificante dellorganizzazione sindacale socialista a carattere internazionalistico, oggetto delle feroci polemiche della borghesia italiana (ed anche slovena, che per riuscir, negli anni precedenti la guerra, ad attrarre il proletariato sloveno nellambito dellorganizzazione sindacale nazionalistica). Organizzazione per altro saldamente in mano alla dirigenza della sezione italiana della socialdemocrazia austriaca a Trieste, pur contando su una base costituita per due terzi da operai del territorio contermine di nazionalit slovena. Una serie di spunti ci permettono di ricollegare questa vicenda alla presenza di un crescente numero di emigranti friulani presenti nelle attivit in pieno sviluppo del grande porto adriatico. La cassa di sciopero stata utilizzata anche a favore degli operai regnicoli. La compattezza degli operai edili, asburgici ed immigrati, permette di concludere vittoriosamente lo sciopero.15

Nel 1900 i residenti a Trieste provenienti dal Regno dItalia assommano a 21.699, pari ad unincidenza del 12% sulla popolazione censita di 178.599 abitanti. Si tratta di un dato in piena evoluzione, se lo paragoniamo con i 16.590 regnicoli del 1890 (10,5%) e con i 29.439 cui assommeranno nel 1910 (12,82%). Gli immigrati, in parte provenienti dal Friuli, costituiscono una componente importante della

9 EN, n. 11 del 23 febbraio 1902, pag. 1, Trieste, Dopo la bufera... Il giornale in realt fissa la data del massacro al 16. A quel tempo il Lloyd non si limita ad esercitare lattivit armatoriale, ma dispone di un proprio Arsenale, sorto gi nel 1837; cfr.: APIH, Elio, Trieste, Roma-Bari, Laterza, 1988, pag. 28.10 Cfr. 1902-1982, La lotta dei fuochisti, Trieste, CGIL Friuli-Venezia Giulia, 1982, pag. 33.11 EN, n. 12 del 2 marzo 1902.12 EN, n. 31 del 13 luglio 1902, pag. 2, Nuova pubblicazione.13 EN, n. 23 del 18 maggio 1902. Cfr. il testo del necrologio di Ucekar in appendice.14 Nel 1900 la quota di popolazione triestina nata fuori citt circa del 40%: cfr. CATTARUZZA, Marina, La formazione del proletariato urbano, cit., pag. 6.15 EN, n. 28 del 22 giugno 1902, pagina 1, Da Trieste. Cfr. il testo in appendice.LAdriatico stampato a Venezia: cfr. elenco dei giornali convenzionati per la pubblicit in: P, n. 282 di venerd 27 novembre 1914, pag. 3, HAASENSTEIN & VOGLER. Ufficio Internazionale di Pubblicit.8

popolazione soggetta allaccelerato inurbamento prodotto dallo sviluppo della citt portuale, che nel primo decennio del secolo arriver ad una crescita dai 178.599 abitanti del 1900 ai 229.510 del 1910, con un incremento percentuale del 28,5%, il valore pi consistente dalla met del secolo precedente. Secondo Marina Cattaruzza i dati relativi agli anni 10, immediatamenti precedenti la Grande Guerra, portano a concludere che gli immigrati italiani sono i protagonisti quasi esclusivi del flusso migratorio di quella fase, arrivando essi ad assommare nel 1914 a circa 50.000 su una popolazione di 250.000 abitanti (il 20%).16

Ecco quindi limportanza del coinvolgimento dei lavoratori immigrati nelle lotte sindacali, anche con forme di sussidio non limitate a quelle tradizionali della resistenza durante gli scioperi, ma volte a favorirne il rientro in patria, in modo da limitarne lutilizzo come crumiri e da non penalizzarli ulteriormente con le conseguenze della forzata astensione dal lavoro. Si tenga inoltre presente che i lavoratori emigranti friulani e veneti usano allepoca portarsi successivamente in varie localit, a seconda delle notizie relative alle offerte lavorative, e quindi possibile per loro utilizzare il sussidio di viaggio per recarsi in altre parti dellImpero. Tale impegno un portato storico dellorganizzazione sindacale socialista austriaca, che non a caso contribuisce alla formazione del socialismo in Friuli ed in particolare in Carnia attraverso lorganizzazione degli emigranti stagionali gi dagli ultimi decenni del Diciannovesimo secolo, impegnando anche appositamente quadri di origine italo-asburgica nel lavoro presso gli emigrati italiani.

E il caso del triestino Antonio Gerin, uno dei fondatori della socialdemocrazia a Trieste, che lavora negli anni 90 a Vienna in stretta collaborazione con Wilhelm Ellenbogen allorganizzazione degli italiani immigrati, attraverso lUnione dei Mattonieri Austriaci. Questa iniziativa si colloca nellambito di un progetto condiviso dallInternazionale Socialista, promosso al congresso di Zurigo nel 1893 da Antonio Labriola e che interessa anche le comunit di emigranti italiani in altri paesi europei. Nel luglio del 1897 lo stesso Gerin partecipa ad un convegno socialista veneto tenutosi a Treviso, per discutervi dellorganizzazione degli emigranti stagionali. Successivamente troveremo in Germania un altro triestino: Giuseppe Podgornik (che in seguito agli interventi fascisti di italianizzazione dei cognomi dei territori alloglotti conquistati nel 1918 muter il cognome in Piemontese) che dal 1907 al 1912, e poi nel 1914 fino allo scoppio della guerra mondiale, dirige LOperaio italiano, il giornale della Confederazione generale dei sindacati tedeschi rivolto agli emigranti italiani ed in particolare alla lotta contro il crumiraggio. Riprendendo le iniziative del suo predecessore, lo svizzero-livornese Giovanni Valr, Podgornik promuove cicli di conferenze invernali nei luoghi di residenza dei lavoratori emigranti italiani, in collaborazione con la Federazione Edilizia italiana, con la Societ Umanitaria e con il Segretariato dellEmigrazione, percorrendo la Carnia, il Cadore, il Comasco, il Varesotto, la montagna piemontese, ecc. I risultati furono ottimi: con tutto questo lavoro combinato, con lausilio di taluni compagni tedeschi che conoscevano a sufficienza litaliano, il triste fenomeno del crumiraggio italiano in cinque anni fu quasi completamente debellato. Non solo, ma numerosissimi furono gli operai italiani che si iscrissero ai sindacati tedeschi e divennero a loro volta ottimi propagandisti sui cantieri di lavoro.17

Se il socialismo triestino fornisce suoi quadri per il lavoro fra gli immigrati italiani negli imperi centrali, il socialismo italiano ricambia inviandone di propri per favorire il lavoro politico dei socialisti di lingua italiana a Trieste. E il caso di Francesco Ciccotti Scozzese, che nel maggio del 1903 si trasferisce a Trieste per assumere la direzione del Lavoratore, compito che mantiene fino al 1906, quando si trasferisce a Venezia per dirigere il quotidiano socialista veneto Il Giornaletto. In tale veste Ciccotti interviene al congresso nazionale del Psi a Bologna nel 1904, portandovi il saluto dei socialisti di lingua italiana della Sezione Socialista Adriatica. Egli dichiar che la citt, pur gravitando verso Vienna per i rapporti politici ed economici, si sentiva tuttavia legata allItalia per quelli culturali e profondamente italiana nel socialismo. Subito prima di Ciccotti interviene Adler per il partito socialdemocratico austriaco, il quale ricord che i socialisti del suo Paese austriaci e non austriacanti hanno gi costituito nel loro Partito una piccola internazionale dove tacciono le lotte nazionaliste e anche gli italiani di Austria trovano la tutela dei loro interessi.18

In occasione del secondo congresso provinciale socialista di Udine del 23 settembre 1902 troviamo la presenza di Raimondo Petronio, intervenuto a nome dei socialisti triestini, il quale porta il suo saluto ai compagni friulani in apertura di seduta, invitandoli a lavorare alacremente attenendosi per quanto possibile al metodo intransigente. Petronio torna ad intervenire successivamente nel corso del dibattito sulla proposta di statuto, quando si entra nel merito della discussione delle funzioni di centralizzazione politica o solamente di coordinamento della propaganda da attribuire alla federazione. Il suo intervento loccasione per una breve testimonianza sullorganizzazione del partito socialdemocratico austriaco, e sul rapporto fra esso e la sua sezione di lingua italiana. Il compagno Petronio di Trieste si manifest contrario alle idee espresse dal Buttazzoni e dal Cosattini19 ritenendo che nulla di buono si potr ottenere senza una disciplina e perci dichiar necessario che la Commissione Federale debba dare ed alloccorrenza imporre lindirizzo sia nel campo economico come in ogni altro campo. Rafforz questo suo parere collesempio di Trieste, sede dapprima di una Federazione ed ora di un Esecutivo che furono sempre ed ancora sono dipendenti ed obbedienti alla Direzione di Vienna. (...) (Il compagno

16 Cfr. CATTARUZZA, Marina, La formazione del proletariato urbano, cit., pagg. 6, 39, 42, 54-55. Sullemigrazione dal Friuli italiano a Trieste si vedano le pagg. 32-41.17 CATTARUZZA, Marina, Socialismo adriatico, cit., pagg. 36-38; PIEMONTESE, Giuseppe, cit., pag. 16; su Gerin cfr. inoltre RENZULLI, Aldo Gabriele, cit., pagg. 225 e 259. Su Giuseppe Podgornik/Piemontese, cfr. la biografia redatta da Enzo Collotti in: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, cit., quarto volume, pagg. 193-195.18 ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, cit., secondo volume, pagg. 38-39; PEDONE, Franco, cit., secondo volume, pag. 13.19 I quali si erano espressi a favore dellautonomia delle sezioni in materia economica e politica, di contro alla proposta centralistica venuta dalla commissione elaboratrice dello statuto.

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Grassi) chiuse ringraziando il compagno Petronio di avere portato in questo Congresso lesempio dellorganizzazione tedesca.20

Della relazione fra i socialisti friulani e quelli triestini rimane traccia anche nelle corrispondenze con Giuseppina Martinuzzi, socialista albonese attiva a Trieste. Nel settembre 1902 troviamo che: La nostra gentile compagna Giuseppina Martinuzzi di Trieste ci sped in dono quattro bellissimi opuscoli di propaganda socialista: Relazione sul movimento femminile nella Regione Giulia; Edmondo De Amicis e la questione sociale; Patria e Socialismo, omaggio di Giuseppina Martinuzzi a Edmondo De Amicis; Libert e schiavit. Nel prossimo numero faremo unampia recensione.21

Il primo scritto lo troviamo solo sul numero 51 del 30 novembre. Ma esce monco, e dovr essere ripubblicato sul numero successivo. Si tratta di una viva testimonianza delle brutali condizioni di vita del proletariato triestino. La Martinuzzi, nel descrivere le tante piaghe connaturate allaccelerato sviluppo portuale ed industriale, antepone la necessit prioritaria di intervenire su di esse al patriottismo borghese.22

Purtroppo LEvo Nuovo, con la ruvidezza cui abbiamo gi accennato, tronca il rapporto con la Martinuzzi. Nel numero successivo infatti, troviamo questo breve e screanzato epitaffio: Giuseppina Martinuzzi - Trieste - I vostri articoli splendidi per una rivista educativa, non rispondono allindole del nostro giornale.23

In realt su LEvo Nuovo, cos come poi su Il Lavoratore Friulano, sono frequenti le note di vita sociale, spesso testimonianza delle stridenti condizioni di vita del tempo, ma ancor pi spesso dellideologia e dei limiti culturali dei redattori. Un esempio per tutti la martellante propaganda anticlericale, condita non solo di polemiche con il clero locale, ma di notizie - tratte con tutta evidenza di seconda mano dalla stampa - provenienti dai pi diversi paesi e citt, anche straniere, a volte paradossali. Molto spesso negli spazi fra gli articoli vengono inseriti come trafiletti brani di dirigenti del socialismo italiano o di intellettuali (con grande preferenza per De Amicis), a carattere pi moraleggiante che politico. Ci sarebbe quindi lo spazio e lopportunit di pubblicare corrispondenze di forte carattere realistico come quelle della Martinuzzi. Si interrompe cos una collaborazione interessante, che avrebbe potuto arricchire il dibattito fra i socialisti a cavallo della frontiera. Ma essa riprender alcuni anni dopo su Il Lavoratore Friulano, fornendoci una serie di testi che non sono finora mai stati compresi nelle raccolte conosciute delle opere della socialista istriana. Per questo motivo ho provveduto a trascriverli ed a raccoglierli in appendice.24

5.2 - Internazionalismo ed irredentismo.Le vicende della comunit italiana di oltreconfine continuano a sollecitare lattenzione dei socialisti

friulani attraverso corrispondenze, commenti ed uno scambio di informazioni che intesse le relazioni fra i rispettivi partiti socialisti nazionali. La fede internazionalista non impedisce ai socialisti friulani di ribadire il loro appoggio alle rivendicazioni culturali degli italiani cittadini asburgici, mettendo in rilievo lipocrisia degli opposti nazionalismi della destra, anche attraverso la denuncia di singoli episodi. Come in questo caso, inserito in un contesto di aneddotica raccolta a scopo di propaganda anticlericale: Ad Aquileia i partecipanti alla festa della Lega nazionale sono stati oggetto da parte dei contadini, di insulti, di prepotenze e di aggressioni. Noi, non sospetti di odi n di feticismi di razza, domandiamo: Chi che spinge questi italiani a dimostrazioni ed a brutalit contro gli italiani? chi li rende o li mantiene nemici della loro patria e della loro lingua, chi soffoca in loro, il sentimento della nazionalit? Non gi il socialismo che mira allevoluzione ed alla fratellanza dei lavoratori di tutti i paesi, ma il prete. E il prete che nei paesi del Litorale compie il nobile mestiere di eccitare i rozzi contadini contro tutto ci che italiano. Ma i liberali quarantottisti di qui, non gridano contro il prete: Gridano contro di noi!25

A questo spirito che coniuga internazionalismo proletario, pacifismo e difesa dei diritti delle minoranze nazionali sono ispirate le cronache del convegno socialista italo-austriaco che si svolge a Trieste il 21 e 22 maggio 1905. Per la prima volta il convegno viene annunciato il 25 marzo: Per accordi presi fra le Direzioni del Partito socialista italiano, di quello dei socialisti dei paesi dellAustria e dei socialisti italiani soggetti allAustria, il convegno, che doveva avere luogo a Lugano, avr luogo in Trieste durante le feste pasquali, per addivenire ad un accordo teorico e pratico circa le questioni irredentiste e concretare un piano di agitazione permanente contro il militarismo in Austria e in Italia e contro i fomentatori dellodio fra lAustria e lItalia. Al convegno parteciperanno i delegati del partito socialista italiano nelle persone degli on. Ferri, Bissolati e Morgari; i rappresentanti della Direzione del Partito di Vienna, quelli dei socialisti italiani in Austria e forse anche qualche rappresentante del partito socialista germanico.26

Il testo inserito proprio a conclusione di una prima pagina tutta dedicata ad articoli e brani di letteratura antimilitarista, in risposta al sequestro di un numero de Il Lavoratore Friulano per le espressioni

20 EN, n. 54 del 21 dicembre 1902, II CONGRESSO SOCIALISTA FRIULANO.21 EN, n. 39 dell8 settembre 1902, Giuseppina Martinuzzi. In realt non comparir alcuna recensione, n in quello successivo, n negli altri numeri. Martinuzzi risulta anche abbonata a LEvo Nuovo: Trieste - Alla compagna Martinuzzi mille ringraziamenti per labbonamento inviatoci. Attendiamo qualche suo scritto. Saluti. Cfr.: EN, n. 41 del 15 settembre 1902, Piccola posta.22 EN, n. 52 del 7 dicembre 1902, pagg. 1 e 2, Amor di patria? Cfr. il testo in appendice.23 EN, n. 53 del 14 dicembre 1902, Piccola posta.24 Cfr.: CETINA, Marija (a cura di ), Giuseppina Martinuzzi. Documenti del periodo rivoluzionario 1896-1925, Pula, Naucna Biblioteka-Biblioteca Scientifica, 1970; MARTINUZZI, Giuseppina, La Lotta nazionale in Istria considerata quale ostacolo al Socialismo, Pola, Editore Il Proletario, 1900.25 LF, n. 42 del 9 settembre 1905, In nome del padre del figliuolo e dello spirito santo.26 LF, n. 18 del 25 marzo 1905, pag. 1, Il Convegno socialista Italo-austriaco.10

contenute in un articolo sullesercito, definito come funzionale a quelli che stanno in alto, e che se ne valgono per i loro interessi, per difendere i padroni contro gli operai ed i contadini, ed i ricchi contro i poveri. Che lavvenimento sia di grande importanza riscontrabile - oltre che dalla presenza annunciata di alcuni dei maggiori esponenti socialisti italiani - da una serie di notizie che ci vengono fornite a mo di editoriale dal settimanale. Nellarticolo dedicato al convegno veniamo informati che, oltre alla partecipazione di una rappresentanza della Direzione nazionale del Psi e del Gruppo parlamentare socialista, sono stati invitati tutti i giornali socialisti dItalia. Dallaltra parte, oltre ai rappresentanti della Direzione socialista austriaca, sono presenti rappresentanze dei socialisti ruteni, ungheresi e croati. A nessuno pu sfuggire lalta importanza che, in merito alla tanto discussa questione irredentista, si connette a questo Convegno. Specialmente da noi, che pi da vicino sentiamo i palpiti dei cuori dei fratelli doltre confine, e deploriamo le ingiuste e crudeli repressioni cui essi sono assoggettati. Questo Convegno internazionale sapr - speriamo - deliberare definitivamente un modus vivendi, che assicuri ai nostri confratelli unera migliore.27

Che il convegno abbia la funzione di appoggiare le rivendicazioni dei socialisti triestini alla libera espressione della comunit italiana di quelle terre, esplicitamente dichiarato fin dallincipit del resoconto del convegno, nel numero successivo del settimanale. Ma il sostegno alle rivendicazioni triestine espresso in un contesto rigorosamente internazionalista, che unisce le rivendicazioni di questa con quelle delle altre nazionalit dellImpero asburgico, contro i nazionalismi guerrafondai dei due stati di appartenenza dei convegnisti. Lafflato internazionalista che unisce le delegazioni socialiste si confronta con i primi potenti passi del riarmo internazionale, che fa cadere pesante lombra della futura guerra mondiale anche sulla manifestazione in corso. Un grande comizio internazionale contro la guerra riunisce una grande folla mentre dal cantiere San Marco giungono i colpi di cannone con i quali viene varata la corazzata Magdala. Ma le speranze non sono perdute, lunione del proletariato sembra capace di erigere un vallo inarrestabile contro la guerra: ci si propone di denunciare di fronte allopinione pubblica le politiche belliciste dei governi borghesi.

Il congresso si conclude con il voto di un programma che vede al primo posto lopposizione alla guerra, ed seguito da tre rivendicazioni legate ai temi delle nazionalit: la difesa dei diritti nazionalitari contro il potere centrale che andr abbattuto; luniversit italiana a Trieste e lautonomia del Trentino. La rivendicazione dei diritti della nazionalit italiana in Austria non esclude una ricongiunzione allo stato comune, ma la scadenza rinviata ad una fase futura, quando al regno sabaudo sar sostituita la repubblica. Una contraddizione importante alligna in seno al socialismo friulano e dietro allidealit internazionalista emerge il sogno risorgimentale della ricongiunzione di tutti gli italiani in un solo stato nazionale. Come questo possa convivere con la presenza contemporanea, su uno stesso territorio, di una pluralit di nazionalit, permessa fino allora dalla monarchia asburgica, non viene detto.28

Il ragionamento viene ripreso in un editoriale la settimana dopo. Si tratta di una disamina della questione dellirredentismo e di una definizione del pensiero socialista friulano a proposito del destino degli italiani dellImpero Asburgico. Quanto viene affermato dai socialisti friulani a proposito della questione nazionale degli italo-asburgici chiaro: lazione nostra non si sogna di intaccare la difesa della nazionalit, nella quale il contributo dei socialisti e dei non socialisti non potrebbero differenziarsi che per il diverso modo di fissare e di seguire le linee di quella difesa. Il partito socialista vanta anzi nel campo dellattivit intellettuale pi atti di buona e forte propaganda e pi segni di elevata coltura italiana in Trieste che non possa fare lo stesso partito nazionale. Basti ricordare la serie fortunata delle conferenze e delle letture che hanno contato, anche fuori del terreno delle dottrine economiche, i successi di Cesare Lombroso, di Enrico Ferri, di Francesco Pastonchi, di Guglielmo Ferrero. I socialisti affermano il diritto dei connazionali sudditi asburgici alla libera espressione culturale ed alla riunione con lo stato nazionale italiano. Ma la rivendicazione nazionale non mobilita le masse in senso irredentista, anzi esse sono in gran parte estranee allagitazione a favore dellunione con lItalia. Al contrario, mentre ogni base di massa per lirredentismo impensabile, e quindi sono da escludere movimenti insurrezionali come quelli risorgimentali, stato proprio il socialismo a muovere le masse, partendo dalle loro esigenze economiche e sociali.

Ma se sul terreno della rivendicazione nazionale socialisti ed irredentisti possono trovarsi daccordo, il contrasto radicale su quello dei mezzi per arrivare alla riunione: Il dissenso serio e profondo verte invece sul principio stesso del lavoro di preparazione di una qualsiasi azione violenta collettiva, avente per fine la liberazione delle provincie italiane soggette allAustria, col mezzo di un conflitto armato. Per i socialisti impossibile condividere la politica del nazionalismo irredentista, perch essa non potrebbe che portare come sbocco alla guerra fra i due paesi. Tale presa di distanza tanto pi significativa in quanto allattivismo nazionalista triestino viene riconosciuto un ruolo positivo, per la sua battaglia per la tutela dei diritti della nazionalit italiana in quella citt. La guerra avrebbe come risultato un ritorno a condizioni di vita preesistenti alle conquiste del movimento operaio di quegli anni: si tratta di una valutazione lungimirante, capace di individuare quello che, poco pi di quindici anni dopo, sar stato il risultato della guerra mondiale ed il mostro della dittatura fascista da essa partorito. Meno lungimirante ed ambigua la valutazione sul nazionalismo a Trieste, del quale si sottolinea il positivo ruolo di espressione della realt degli italiani del luogo, senza accennare alla sua dura politica di negazione dellidentit nazionale degli sloveni. In questa incomprensione sta una debolezza nellanalisi della situazione e delle sue conseguenze nel lungo termine: lungi dal proseguire nella linea mazziniana della concorde e reciproca autodeterminazione dei popoli

27 LF, n. 26 del 20 maggio 1905, pag. 1, IL CONVEGNO SOCIALISTA ITALO-AUSTRIACO.28 LF, n. 27 del 27 maggio 1905, pag. 1, Il convegno dei senza patria. Cfr. il testo in appendice.

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europei, il nazionalismo si evoluto ormai in una politica di potenza che fa assurgere i diritti degli italiani asburgici al di sopra di quelli dei popoli slavi della Venezia Giulia.29

Con soddisfazione viene rilevato il successo che porta nel 1907 allelezione di quattro deputati socialisti triestini al parlamento di Vienna, a fronte del collasso elettorale dei liberal-nazionali. Se pensiamo che lunico altro parlamentare triestino espressione del nazionalismo sloveno maggioritario nelle campagne, possiamo avere la dimensione di quale rivolgimento nei rapporti politici sia intervenuto nella citt adriatica. Loccasione propizia per ricordare ai nazionalisti italiani che solo il partito socialista, sorgendo alto sopra gli altri, ha saputo in questi ultimi dieci anni a Trieste fare larga opera di diffusione di coltura italiana, rendendo popolare, amata la nostra scienza, la nostra letteratura, quanto non era stata mai e quanto il partito nazionalista, custode della quintessenza dellitalianit, mai avrebbe saputo fare (...).30

5.3 - I primi atti del gruppo parlamentare socialista triestino.Il legame fra socialisti italiani ed austriaci non si esprime solo sulle tematiche internazionalistiche e

pacifiste, ma ha espressione nel lavoro, coordinato fra i due partiti, di organizzazione politica e sindacale dei lavoratori migranti italiani. Domenica 4 agosto 1907 ha luogo ad Udine un convegno italo-austriaco sullorganizzazione degli emigranti temporanei nellImpero. Il convegno si svolge presso il Segretariato dellEmigrazione, con la presenza dei quattro deputati socialisti triestini appena eletti, di rappresentanti delle organizzazioni socialiste austriache, friulane e bellunesi, dellon. Angiolo Cabrini, di rappresentanti della Federazione Edilizia e della Cgl, oltre a quelli dellente ospitante.

Lincontro - al quale Il Lavoratore Friulano della settimana successiva dedica tutta la prima pagina - ha luogo a poca distanza da quello fra i due ministri degli esteri avvenuto a Desio, e non a caso introducendo il convegno Angiolo Cabrini annuncia il sorgere di una nuova diplomazia, la diplomazia del proletariato. Obiettivo del convegno quello di affidare ai deputati socialisti italiani a Vienna e ottenere dal Governo e dal Parlamento di col, quella protezione e quei provvedimenti, che gi tante volte furono dai Congressi operai sollecitati a favore della enorme mano dopera italiana annualmente emigrante nelle regioni austriache. Cos a lato della vecchia e cadente diplomazia borghese, che al pari del diroccato edificio capitalista, va man mano dissolvendosi e morendo, gi sorge, dietro limpulso animatore e fecondo del pensiero socialista, la diplomazia del lavoro, il nuovo organismo destinato a sovrapporsi e ad evolversi nella societ futura, mentre il misterioso processo di infiltrazione e disintegrazione sociale fatalmente si compie! Ma noi ci domandiamo: perch la diplomazia sinora ha sempre, costantemente sdegnato occuparsi dellumile folla del proletariato? Perch i lavoratori che pur dallItalia emigrano a milioni per lestero, cos scarso interesse prestano a codesti convegni internazionali delle grandi Potenze? E facile la risposta: cos sentono che codesta diplomazia non mai stata per loro, ma sempre, ma sistematicamente stata o al di fuori di loro, o contro di loro.

Cabrini mette a confronto le diverse attenzioni con le quali le classi contrapposte guardano al crescere del fenomeno migratorio: I borghesi simpressionano della crescente grandezza dellemigrazione, in quanto essa causa della rarefazione della mano dopera, e del conseguente rialzo straordinario dei salari che precluse la via al profitto. Gli operai invece debbono preoccuparsi della ripercussione dellemigrazione nei mercati di lavoro, verso cui si sbocca. Cabrini contesta le opinioni diffuse a livello internazionale sulle tendenze dellemigrazione italiana, che tuttaltro che un fenomeno destinato a decadere a breve termine, e ne fa il punto fermo per i dibattiti imminenti dellInternazionale Socialista e di quella dei sindacati: Molti specialmente in Germania suppongono che il fenomeno migratorio italiano sia cosa del tutto transitoria; - sia come una esplosione di miseria, che cesser con la rapida trasformazione economica del paese, di cui gi si avvertono i sintomi. Questo un equivoco che bisogna chiarire: lItalia ha innanzi a s decine e decine danni ancora di emigrazione sempre crescente. Un alleato importante in questopera di chiarificazione (nella quale il Psi interviene prevalentemente sul piano dellorganizzazione sindacale internazionale, riservando solo una minima parte dello sforzo allazione assistenziale) sono ora i deputati socialisti triestini, i primi esponenti politici di quella citt che abbiano preso a cuore i problemi dei lavoratori migranti italiani.

Il convegno si articola poi in sessioni tematiche, dedicate alla legislazione sugli infortuni, allemigrazione dei fornaciai (la categoria pi refrattaria allorganizzazione sindacale), alla tutela del diritto dei minorenni di completare listruzione fino al quarto anno di scuola elementare prima di emigrare, allemigrazione dal Bellunese nel Trentino (interviene oltre al relatore rag. Del Fabbro, del Segretariato dellEmigrazione di Belluno31, lon. Todeschini di Verona). La parte finale del convegno dedicata allorganizzazione sindacale degli emigranti italiani in Austria, ponendo il problema di utilizzare in questo paese le stesse risorse che sono state usate dal sindacato tedesco per organizzare gli emigranti friulani e stroncare il crumiraggio: da parte dei triestini si riconosce limportante principio che le organizzazioni che contano una adeguata presenza italiana abbiano anche una corrispondente rappresentanza di italiani nella direzione.32

29 LF, n. 28 del 3 giugno 1905, pag. 1, IRREDENTISMO E SOCIALISMO. Cfr. il testo in appendice.30 LF, n. 133 dell8 giugno 1907, Quei cari irredentisti...!.31 E, anno III, n. 2 del 15 febbraio 1908, Il primo Congresso Internazionale dei Segretariati e Uffici dEmigrazione.32 LF, n. 142 del 10 agosto 1907, pag. 1, Il Convegno italo-austriaco pro emigrazione temporanea; P, n. 187 di marted 6 agosto 1907, pag. 1, Limportante convegno di domenica pro emigrazione temporanea . Cfr. il testo in appendice.12

Il settimanale socialista friulano viene venduto a Trieste, al pari di altre localit di emigrazione in Europa ed in Sud America. E da Trieste vediamo giungere al giornale le sottoscrizioni degli emigranti.33

Il primo intervento al parlamento di Vienna del capo socialista triestino Valentino Pittoni oggetto di notevole attenzione da parte della stampa di sinistra friulana. Secondo Il Paese egli interviene criticando minutamente il discorso del presidente del consiglio e parlando delle questioni nazionali, visto che i socialisti ora hanno lonere di rappresentare gli italiani di Trieste e non intendono lasciare queste problematiche ai borghesi. Al suo rilevare che tutta la rappresentanza parlamentare triestina socialista, dai banchi socialisti sorgono grida di: Viva Trieste! Pittoni nota come il governo abbia aumentato la spesa scolastica delle altre nazionalit ma calato quella per gli italiani; richiede in tale contesto listituzione dellUniversit italiana e chiede la fine della politica poliziesca dellAustria nella Venezia Giulia, dove recentemente sono state proibite tutte le commemorazioni di Garibaldi. Il redattore ricorda di non essersi mai accodato alle preponderanti voci della stampa italiana che annunciavano la fine della rappresentanza della nazionalit italiana con la vittoria dei socialisti internazionalisti, e si compiace di aver visto giusto; semmai questo primo intervento di Pittoni, del quale bisogner vedere gli atti successivi, viene messo a confronto con il pochissimo appoggio che i socialisti italiani danno alla causa dei connazionali in Austria.34 Il riassunto dellintervento di Pittoni collocato sulla prima pagina de Il Lavoratore Friulano del 27 luglio 1907. Un intervento di grande respiro, intitolato Socialismo ed italianit in Austria: particolarmente significativa in questo contesto la commemorazione, contemporanea a quella che avviene in Italia da parte dei compagni del Psi, di Giuseppe Garibaldi, leroe della lotta nazionale combattuta proprio contro la potenza di cui Pittoni ora parlamentare. Punto centrale della rivendicazione di Pittoni quella dellUniversit italiana a Trieste.35

Sempre polemizzando con le accuse dei nazionalisti, Il Paese nellottobre 1907 riprende da Vita una lettera dellavvocato Giuseppe Romualdi, che risponde alle accuse rivolte su quel giornale dal collega Ciraolo ai socialisti triestini. Romualdi dichiara che solo chi non conosce la realt triestina pu figurarsi che i nazionalisti locali siano diversi da quello che sono, cio degli opportunisti che mascherano con il loro nazionalismo lo spirito di conservazione sociale. Al contrario, i socialisti, i cui capi sono tutti usciti dallirredentismo locale prooprio per la sua totale ignavia, hanno contribuito a diffondere la cultura nazionale grazie al Circolo di Studi Sociali. Si pubblica anche la risposta di Ciraolo, che afferma che i socialisti triestini avranno compiuto il loro dovere nazionale solo quando avranno rotto con le razze ed i poteri ostili al popolo, alla civilt, alla lingua dItalia, alleandosi invece con gli esponenti della politica irredentistica triestina.36

Con linizio della stagione migratoria del 1908 la collaborazione fra socialisti italiani ed austriaci produce un rafforzamento delle iniziative nel settore. Il Segretariato dellEmigrazione apre a ottobre un ufficio di assistenza e di cambio valute a Pontebba, nel principale punto di transito frontaliero con lImpero asburgico. Molti poveri lavoratori non ancora compresi dalla necessit di organizzarsi, sono vittime di ingordi che speculano sulla loro ignoranza, e sulla pelle dei loro bambini, conducendoli in lontane regioni, senza regolari contratti di lavoro, e in barba alle leggi che proteggono il lavoro dei fanciulli. Altri, strozzini di diverso genere ma non meno nocivi e disprezzabili, attendono come cacciatori alpini, gli emigranti al ritorno, e nel cambio della moneta, compiono i loro loschi affari. Lufficio stato istituito nonostante il boicottaggio dellAmministrazione Comunale e della direzione della stazione delle ferrovie, deliberatamente impegnate a coprire gli interessi degli speculatori, che nel frattempo si spacciano addirittura per emissari del Segretariato. Non ci si limita ad effettuare il cambio ad un tasso decisamente pi vantaggioso di quello usurario praticato finora dai privati. Lufficio gestisce pratiche amministrative di vario tipo, d informazioni sui paesi stranieri ed indicazioni sulle organizzazioni sindacali cui rivolgersi nelle varie citt di destinazione.37

Nella vicina Villach intanto stata organizzata nellestate 1907 la Lega dei segantini collegata al Segretariato dellEmigrazione, presieduta su mandato della Commissione Esecutiva di Udine da Antonio Bellina, con gruppi rappresentativi delle varie realt della categoria in Carinzia, Tirolo e Stiria. Il Lavoratore Friulano sottolinea come questa, che la prima affermazione importante di organizzazione di classe degli italiani allestero, un esempio positivo rispetto alla situazione di grave spaccatura nellorganizzazione dei lavoratori friulani, a causa delle contese ideologiche fra socialisti e sindacalisti. La Lega dei segantini invece connotata dalla pluralit di orientamento politico dei suoi esponenti: in qualche modo la situazione di isolamento geografico in cui vivono nelle localit di coltivazione boschiva, oltre che lo spaesamento rispetto alla comunit nazionale, che produce lesigenza dellunit di classe fra questi lavoratori, costretti per lunghi mesi allisolamento in fondo a valli inaccessibili. La Lega pu prosperare grazie allazione di connazionali emigrati che offrono la loro attivit, ma soprattutto allesperienza ed autorevolezza acquisita in

33 Cfr.: LF, n. 142 del 10 agosto 1907, riquadro a pag. 4; n. 143 del 17 agosto 1907, SOTTOSCRIZIONE PERMANENTE. Le sottoscrizioni di emigranti friulani a Trieste si ripetono con continuit negli anni fino alla guerra, come dalle altre localit di emigrazione dellEuropa centro-orientale.34 P, n. 188 di mercoled 7 agosto 1907, pag. 1, I SOCIALISTI AL PARLAMENTO DI VIENNA, articolo del dott. Antonio Ghislanzoni.35 LF, n. 140 del 27 luglio 1907, pag. 1 Socialismo ed italianit in Austria. Un discorso dellonorevole V. Pittoni . Cfr. il testo in appendice.36 P, n. 237 di venerd 4 ottobre 1907, pag. 1, Una lettera di Romualdi sul socialismo triestino.37 LF, nn. 210 del 24 ottobre 1908, pag. 4, Lufficio del Segretariato di Emigrazione in Pontebba.. La ferocia degli speculatori, 212 del 7 novembre 1908, pag. 3, PONTEBBA. Cfr. inoltre lavviso pubblicitario, pubblicato ad esempio sul n. 213 del 14 novembre 1908, a pag. 4, Emigranti!

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quel luogo; Antonio Bellina, fra i pi attivi, originario di Venzone e gestisce un avviato commercio di legnami in tutto il Land.38

Ma lazione della Lega, con i risultati che si iniziano a vedere nel contrastare lo sfruttamento degli emigranti, produce un pesante e vasto intervento repressivo. Antonio Bellina viene espulso dallAustria il 1 novembre 1908, nonostante il suo ruolo di imprenditore e di presidente della Societ dei segantini - realt associativa di nazionalit tedesca che opera, oltre che nelle tre regioni prima ricordate, anche nella Carniola - ed il ricorso al console italiano di Klagenfurt. Dunque chiaro: nessun movente politico: il Bellina infatti non si mai occupato di politica, n mai ha fatto questione nazionalistica, essendo anzi contrario al movimento degli irredentisti patriottardi: nessuna giustificazione data da scioperi o da agitazioni di nessun genere; non vi furono infatti n dimostrazioni n scioperi. Niente di tutto ci; soltanto un disinteressato patrocinio degli operai che a lui ricorrevano quale uomo di cuore e quale rappresentatnte la Commissione Esecutiva del Segretariato dellEmigrazione di Udine, per essere difesi da speculatori ingordi e ladri. Di Bellina viene ricordata la scelta di inviare i figli a studiare presso la scuola tedesca. Ma quello che conta laver portato 92 volte in causa ditte che sfruttano gli emigranti italiani, vincendo praticamente tutte le cause in rappresentanza di circa 200 operai. Le cause vinte e lattivit sempre prestata in forma legale e pacifica, senza provocare agitazioni, fanno affluire le iscrizioni numerose degli operai emigrati.

Due degli appaltatori condannati (Mssinger ed Antonio Sandri) denunciano Bellina al Capitanato di Villach, sostenendo che con lazione della Lega viene ostacolata la realizzazione delle opere pubbliche. Laspetto paradossale della vicenda che Bellina non viene espulso dallAustria perch mette in discussione lesistenza dellimpero multinazionale, ma perch si batte per risolvere, per via rigorosamente legale ed a nome di un ente morale italiano, sussidiato dal nostro governo, il contenzioso degli operai migranti nei confronti di imprese spesso impiantate da altri emigranti italiani. Lespulsione di Bellina produce lintervento dei socialisti nei parlamenti italiano ed austriaco. Il Lavoratore di Trieste d ampio risalto alla vicenda ed assicura lintervento dei deputati socialisti al Reichsrat. Nei giorni successivi viene sequestrato il pacco de Il Lavoratore Friulano inviato a Villach e poi lo sar anche Il Lavoratore di Trieste, questa volta per aver pubblicato un articolo (ripreso dal settimanale friulano) sulle torture sistematicamente inflitte ai detenuti nel carcere di Capodistria ed in particolare ad un emigrante bellunese.39

5.4 - Lannessione della Bosnia-Erzegovina.Il 1908 lanno in cui lImpero Austroungarico annette la Bosnia-Erzegovina, provincia slava

dellImpero turco che trentanni prima era stata assegnata in amministrazione agli Asburgo da una conferenza internazionale. E una scelta che porter in pochi anni allesplosione della guerra europea, che inizier proprio nella capitale bosniaca Sarajevo, con luccisione dellerede al trono di Vienna da parte di indipendentisti serbi.

Nellottobre 1908 leditoriale de Il Lavoratore Friulano dedicato ad una riflessione di Giuseppe Ricchieri, che argomenta come solo la politica austriaca che conculca i diritti degli italiani dia spazio allirredentismo e quindi - per garantire la pace internazionale - sia comune interesse il riconoscimento delle richieste della minoranza nazionale, ed in primo luogo lUniversit italiana a Trieste e lautonomia del Trentino. Lopinione del geografo socialista per altro espressione di una visione classicamente geopolitica della situazione internazionale, in cui alle grandi potenze coloniali viene assegnato il compito di intervenire nelle zone di crisi con le loro forze di occupazione militari per garantire lo status quo. Si tratta di un approccio, che lascer le sue tracce nella futura filosofia postmoderna della cosiddetta guerra umanitaria praticata dalla Nato alle soglie del Ventunesimo Secolo, ma che gi a questepoca dimostra le sue crepe. Ne un indizio il giudizio positivo sullintervento austroungarico in Bosnia- Erzegovica nel 1878, che invece linizio di una fase di scivolamento verso il precipizio della guerra, sia per lazione di sgretolamento della potenza turca, sia per la sottovalutazione della forza del nazionalismo jugoslavo.40

Pochi giorni dopo Il Paese, che ha ormai iniziato a cambiare linea votandosi alla propaganda bellicistica per il riarmo al confine orientale in funzione antiaustriaca, pubblica un articolo di Gino Piva, direttore del giornale socialista Grido del Popolo di Torino. Anchegli fa riferimento alla vicenda della Bosnia-Erzegovina, ma non come Ricchieri per invocare il diritto di intervento internazionale nelle vicende interne di un paese per diminuire i pericoli di tensione, bens per giudicare lannessione avvenuta quellanno da parte dellImpero bicipite come un atto di rapacit. Per questo Piva polemizza duramente con Valentino Pittoni, che ha giustificato invece pubblicamente la rapina commessa dal suo padrone e signore Francesco Giuseppe dimenticando gli interessi dei popoli soggetti ad una compravendita che ne nega ogni diritto; accusa inoltre il socialismo giuliano - se daccordo con Pittoni - di essere entrato in una fase di degenerazione e di acquiescenza al centralismo asburgico, che ha conquistato dallinterno la socialdemocrazia austriaca grazie al suffragio universale ed alla cooptazione del partito nelle istituzioni parlamentari dellimpero. A cosa mirasse

38 LF, n. 210 del 24 ottobre 1908, pag. 4, PER LORGANIZZAZIONE DEI SEGANTINI.39 LF, nn. 212 del 7 novembre 1908, pagg. 1 e 2, Antonio Bellina espulso dallAustria e 213 del 14 novembre 1908, pag. 213, REAZIONE FEROCE. Il Lavoratore sequestrato - Solidariet socialista internazionale e Incredibili torture in un reclusorio; P, nn. 251 di luned 2 novembre 1908, pag. 1, Lespulsione dallAustria del rappresentante del Segretariato dellEmigrazione e 253 di mercoled 4 novembre 1908, pag. 1,40 LF, n. 209 del 18 ottobre 1908, pag. 1, Lirredentismo che fa? Cfr. il testo in appendice.14

lelargizione ripetiamo con intenzione la parola del suffragio universale in Austria, viene luminosamente dimostrato da questi deputati socialisti che si sono assunti il compito della conservazione dello Stato austriaco, anche se tale conservazione significa violenza ai naturali diritti dei popoli. Casa dAsburgo in questi ultimi tempi non ha avuto, cos, migliori alleati dei socialisti che, passati da un regime elettorale di privilegio al suffragio universale, hanno inconsciamente esagerata la importanza del fatto nuovo tanto da considerarlo pi che mezzo di trasformazione, fine a s stesso.

Ecco come la critica al riformismo, unita alla rivendicazione delle aspirazioni nazionali degli italiani dellAustria, inizia a formare quella miscela esplosiva che fa progressivamente slittare una parte del socialismo intransigente verso posizioni nazionaliste ed interventiste. Mentre il riformista Ricchieri difende la ragion di stato come elemento di sicurezza internazionale, da preservare e modificare attentamente in sede di trattative internazionali, Piva attacca la tattica parlamentare della socialdemocrazia diventata strumento e prova del cedimento agli interessi del regime autoritario della monarchia, cui in un anno di legislatura i neoparlamentari si sono prosternati in ogni occasione. In tal modo il programma di Brno, basato sullautodeterminazione interna od esterna dei popoli austroungarici, definitivamente messo in soffitta a pro della fedelt dinastica.41

5.5 - Per lUniversit italiana in Austria.Gli scontri a Vienna attorno alla fine di novembre 1908, fra duecento studenti italiani, che

manifestano per lUniversit italiana in Austria ed un numero dieci volte superiore di studenti tedeschi, provocano unondata di sdegno e manifestazioni in tuttItalia. Ad Udine domenica 29 novembre si tiene una grande manifestazione al Teatro Minerva, indetta dalla Dante Alighieri e dalla Trento Trieste con lintervento principale dellon. Girardini. Parla anche il socialista prof. Felice Momigliano, che ricorda come i partiti socialisti da una parte e dallaltra del confine riconoscano la legittimit della richiesta dellUniversit italiana in Austria. Ricorda il convegno internazionale socialista svoltosi a Trieste, e dichiara che la classe operaia a fianco degli studenti: loffesa allo spirito nazionale italiano ugualmente patita dagli emigranti privi di tutela, da un dirigente sindacale espulso come Bellina, cos come dagli studenti aggrediti. Labile intervento dellesponente socialista di origine ideologica mazziniana riesce a spostare lattenzione del comizio sulla questione della rivendicazione dellUniversit italiana, evitando che prevalgano i sentimenti irrendentisti: la manifestazione termina quindi con la votazione di un ordine del giorno in tal senso, concordato fra Momigliano e la presidenza del comizio.42

Leco degli scontri di Vienna giunge anche in Consiglio Comunale a Pordenone mercoled 25 novembre, dove occasione per un attacco del capogruppo socialista Ellero alla politica del governo Giolitti.43

Alla lotta per luniversit italiana in Austria dedicato un successivo intervento di Ricchieri, dal titolo quanto mai significativo: Lagitazione contro lAustria. Laggressione agli studenti italiani loccasione per rivendicare il diritto della nazionalit italiana ad esprimersi nella sua lingua, e per condannare un governo monarchico che soffoca le stesse esigenze di sviluppo della propria borghesia, fra le quali il progresso culturale e tecnico rappresentato proprio dallistituzione universitaria. La solidariet con gli studenti italiani - spinta fino al punto da condividere la reazione armata degli stessi allaggressione - loccasione per una riflessione interessante sul ruolo sociale degli studenti. Ad unanalisi di classe (gli studenti come elementi in formazione della borghesia che si riproduce attraverso listruzione superiore) si affianca una valutazione sul ruolo in qualche modo neutrale svolto dalla scienza e dalla cultura nella crescita globale della societ. Gli studenti non sono quindi solo lavversario di classe in nuce, ma anche un potenziale utilizzabile dal movimento dei lavoratori.

La difesa degli interessi legittimi della comunit italiana non deve per portare a giustificare lirredentismo, pericoloso perch pu essere la miccia dalla quale pu scoppiare un conflitto, che

41 P, n. 251 di luned 2 novembre 1908, pag. 1, Socialismo dAustria. Cfr. il testo in appendice.Giovanni Piva, detto Gino, figlio di un generale garibaldino poi diventato militare di carriera, diventa socialista insieme al pi giovane fratello Vittorio. Si iscrive al Psi a Rovigo, abbandonando la carriera militare. Condannato e costretto allesilio dopo il 1898, nel 1900 il segretario della ricostituita federazione socialista polesana, per poi assumere incarichi ad Alessandria e Ravenna, dove viene esautorato nel 1903 per motivi legati alla sua vita sentimentale; soprattutto in Romagna Piva, riformista di formazione democratico-radicale, si scontra con repubblicani, anarchici e socialisti rivoluzionari. Nel periodo successivo (nel 1902 secondo Piemontese, nel 1903-1905 secondo il dizionario di Andreucci-Detti) direttore prima de Il Lavoratore a Trieste, e poi del settimanale Il Proletario di Pola, citt dalla quale viene espulso poich la sua attivit entrata nel mirino del comando della marina militare austriaca (cfr.: PIEMONTESE, Giuseppe, cit., pag. 192). Dal 1907 riprende la sua attivit giornalistica in Italia, non pi limitata solo alla stampa socialista, iniziando a scrivere per il Grido del Popolo. Nel 1911 certi suoi atteggiamenti nazionalisti lo portarono a gravi contrasti con il partito: egli ne usc; sar propagandista interventista nel 1914-1915 in Veneto, poi corrispondente dal fronte ed addetto al comando supremo dellesercito per Il Resto del Carlino ed il Corriere della Sera. Nel dopoguerra sosterr limpresa dannunziana di Fiume; allontanatosi dalla politica, manterr un atteggiamento indifferente rispetto al fascismo e, pur rimanendo vigilato dalla polizia, si dedicher allattivit di scrittore; morir nel 1946. Cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, cit., quarto volume, pagg. 184-187;42 P, nn. 270 di marted 24 novembre 1908, pag. 1, Un sanguinoso conflitto fra studenti italiani e tedeschi. La bestiale violenza degli studenti austriaci. Duemila tedeschi respinti da duecento italiani e segg., fino al 275 di luned 30 novembre 1908, pagg. 1 e 2, La protesta a Udine contro i fatti di Vienna . Cfr. il testo dellintervento di Felice Momigliano e lordine del giorno approvato in appendice.43 ACPn, Atti del Consiglio Comunale di Pordenone, 1908-1910, pagg. 82-83.

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danneggerebbe innanzitutto le classi lavoratrici. Per questo i socialisti si oppongono a quegli ambienti italiani che uniscono lagitazione irredentista alla politica di riarmo italiano in funzione anti-asburgica. Ma - in opposizione al quotidiano nazionale del partito - i socialisti friulani ritengono che non sia giunto il momento per passare allincasso di quella cambiale di sostegno agli interessi della comunit italiana dAustria che stata sottoscritta negli incontri fra socialisti italiani ed austro-ungarici. E cos che si prendono le distanze da quellappello alla mobilitazione generale contro il governo di Vienna, rivolto dallAvanti! ai compagni dellImpero. Iniziano cos a percepirsi quelle incertezze, fra una linea estrema ma inconcludente ed una pi quietistica, che lacereranno non solo il socialismo italiano e friulano, ma lintera Internazionale nel momento cruciale dello scoppio della guerra mondiale.44

Allagitazione irredentistica per luniversit italiana viene dedicato un editoriale, tratto dallAvanguardia e scritto da Sylva Viviani, lesperto militare del Psi.45 Lintroduzione redazionale contestualizza tale movimento come un tentativo di contrastare londata di antimilitarismo seguita al terremoto sullo Stretto di Messina ed alla storica inefficienza delle istituzioni dello Stato di fronte ai disastri nazionali. Decisamente la storia si ripete: mentre la gente muore, sepolta dai terremoti o travolta dalle alluvioni, le cifre spaventose destinate alle spese militari appaiono nella loro paradigmatica inutilit, di fronte allincapacit operativa ed alla stupidit dei comandi, dimostrata da ultimo, alla fine del Ventesimo Secolo, dalle vicende dei terremoti friulano ed irpino del 1976-1980.

Larticolo di Viviani ripercorre le vicende della politica estera italiana, dando una lettura interessante della politica delle alleanze dei governi post-risorgimentali. Pur nellambito di un ragionamento duramente antimilitarista, colpisce il giudizio favorevole del ruolo della Francia, che porta a sottolinearne lappoggio al Risorgimento italiano ai tempi della seconda guerra dindipendenza ed a dimenticare gli interventi a difesa del potere temporale dei papi nel 1848-49 e nel 1867. Ci troviamo di fronte ad un atteggiamento su cui pesa probabilmente il giudizio favorevole verso la Francia contemporanea governata dalla sinistra radicale e la proiezione su di essa della tradizione rivoluzionaria. Al contrario c un giudizio negativo sulla funzione guerrafondaia della Triplice: sembra di vedere anticipate le scelte dellinterventismo democratico al momento dellentrata in guerra nel 1914-1915, con il rovesciamento delle alleanze e lo schieramento contro gli Imperi centrali. La tradizione risorgimentale viene quindi recuperata e selezionata ad usum delphini, aprendo una prospettiva destinata a produrre scelte impensate e drammatiche di l a pochi anni.

Ma, se questa la prospettiva su cui scivoler tanta parte della sinistra e dello stesso socialismo italiano, non vi cade uno stratega di mestiere come Viviani: larticolo prosegue dando conto della modifica della politica estera italiana nei primi anni del Novecento, modifica che per non comporta alcun effetto in senso pacifista. E qui che entra in scena larea adriatica, ove una parte della borghesia italiana ha deciso di intervenire in concorrenza con lAustria. Alle idealit risorgimentali, valide fino al 1870, si sostituisce un nazionalismo imperialistico, che si carica di toni razzistici ed antigermanici, che provocano quasi automaticamente uneguale reazione da parte dellavversario. Certo questa valutazione ha molto del profetico: due guerre mondiali accompagnate dallo sterminio di interi popoli, come quello armeno e quello ebraico, e lo scenario di scontri etnici seguiti alla fine della guerra fredda, testimoniano ad abundantiam di come il virus del nazionalismo abbia scavato a fondo nelle strutture della societ civile europea, lacerando secolari equilibri. Il passaggio dalla rivendicazione storica del nazionalismo romantico, legata ai movimenti democratici ottocenteschi, al violento e reazionario nazionalismo etnocentrico viene colto con acume da Viviani.

Da questo momento tutto un fervore di iniziative militari e dei centri dellindustria pesante; Zanardelli convoca incontri fra lo stesso sovrano e gli irredenti sudditi italiani degli Asburgo; il fervore italiano provoca dallaltra parte il riarmo austriaco al confine italiano. Con rigore pacifista Viviani prende per buone le ragioni austroungariche: questa la parte oggettivamente provocata dalla propaganda nazionalista italiana. La conclusione politica la condanna dellirredentismo come di un movimento bellicista, di natura prettamente strumentale agli interessi della classe dominante: E lirredentismo per se stesso una provocazione, ed ha natura essenzialmente aggressiva. Altro che universit a Vienna e tafferugli universitari! E tutta roba da borghesia. Lasciategliela! 46

Sempre di Sylva Viviani un articolo di alcuni mesi posteriore, in cui si ricollega lopposizione alla visita in Italia dello zar di Russia alle vicende balcaniche e del confine orientale. Viviani si chiede come mai, a differenza del governo francese e di quello inglese, quello italiano minacci duramente lopposizione

44 LF, n. 215 del 28 novembre 1908. Cfr. il testo in appendice.45 Sotto lo pseudonimo di Sylva Viviani si nasconde Gioacchino Martini, ufficiale di stato maggiore e docente della scuola ufficiali di Modena fino al maggio 1898, quando abbandona lesercito e si avvicina al movimento socialista, probabilmente spinto dalla sanguinosa repressione militare nei confronti del movimento popolare a Milano. Di formazione risorgimentale e massonica, Martini inizia una lunga collaborazione con la stampa socialista, assumendo il ruolo di maggiore esperto di problematiche militari del partito. La sua influenza contribuisce ad orientare lantimilitarismo socialista su posizioni riformistiche, di critica tecnica allirrazionalit della spesa ed allinefficienza dello strumento militare: una posizione che porta allincapacit del Psi di guidare il movimento popolare contro la guerra di Libia e la successiva guerra mondiale. Martini al momento della sua iscrizione al partito nel 1912 si avvicina alle posizioni della sinistra rivoluzionaria e contribuisce attivamente alla campagna contro lentrata in guerra nel 1914-1915, commentando poi sulle pagine dellAvanti! landamento della guerra, limpreparazione e le errate scelte strategiche dellesercito. Cfr.: ANDREUCCI, Franco e DETTI, Tommaso, cit., quinto volume, pagg. 252-255, biografia redatta da G.Isola. In questa biografia Sylva Viviani (come labbiamo sempre trovata nelle nostre fonti) viene trascritta invece come Sylvia.46 LF, n. 226 del 13 febbraio 1909, pag. 1, LUniversit italiana in Austria. Irredentismo e proletariato. Cfr. il testo in appendice.16

socialista che si prepara a contestare la venuta nel nostro paese dellautocrate massacratore. La risposta in un motivo inconfessabile, comune al governo ed ai radicali nostrani: Egli vede nello czar non gi una tutela, come vi scorge il governo francese, ma una mano minacciosa e auguratamente aiutatrice nella guerra dirredentismo con lAustria, e in quel desiderio lo confortava e lo spingeva test, al tempo dellimbroglio balcanico, la stampa nostrana di molti colori, non eccettuata nemmeno quella che noi vorremmo, a titolo di coerenza almeno eccettuata. Il nostro suocero di Montenegro47, laltro parente della Serbia criminale sarebbero, assieme ai russi, i nostri alleati naturali, naturali perch slavi, contro lAustria-Ungheria per riscattare la costa dalmata contro gli slavi. (...) Il proletariato inglese, francese, italiano, si mostrano oggi internazionalmente solidali col popolo russo, contro il dilaniatore suo. Ma litaliano ha una ragione di pi degli altri per commuoversi e insorgere, una ragione, che senza enfasi, si potrebbe dire di vita o di morte.

A questo punto la riflessione di Viviani si rivolge ai ritardi del movimento operaio veneto, che non riuscito a manifestare la sua opposizione alloggettiva alleanza imperialistica fra la monarchia italiana e quella russa, lasciando liniziativa allirredentismo. Nessuno pu credere che il proletariato nostro, specie lorganizzato, sia macchiato di irredentismo, ma fu fatto pesare su lui il sospetto di essere irredentista a cagione della acquiescenza morbosa che artatamente il patriottismo intellettuale (chiamiamolo cos a dispregio) riusc a fargli subire nel corso di questi ultimi anni di vita dalla visita reale a Udine, Belluno del 1905. Il silenzio colpevole di tanti, mentre le gazzarre irredentiste salivano provocanti e sciocche dai giornali al Parlamento, hanno fatto supporre che il proletariato nostro non solo fosse divenuto irredentista, ma stesse persino macchiandosi di tabe militarista. Abbasso lo czar, vuol dire riprendere onestamente, senza infingimenti e senza abbandoni ed equivoci, la via socialista sgombra di ostacoli fratricidi e militaristi. Questo dovrebbe essere pel proletariato il doppio fine confessato della sua agitazione contro lo czar.48

5.6 - In difesa dellonore dei socialisti triestini.Nel gennaio 1909 si d notizia della crisi del quotidiano socialista triestino Il Lavoratore, costretto a

ridurre la sua uscita a due volte la settimana, poich le vendite non riescono a ripagare la gestione.49In giugno, in occasione delle elezioni amministrative locali, avviene una scissione allinterno del

socialismo triestino, con luscita dal partito e la rinuncia al mandato parlamentare del deputato Silvio Pagnini, che esce su posizioni nazionaliste in polemica con la decisione di candidare dei socialisti sloveni nelle liste. Dopo linsuccesso della sua successiva candidatura autonoma per le elezioni suppletive (dove rice