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La Contrattazione Sociale Territoriale in Piemonte Gli accordi sottoscritti sui bilanci degli Enti Locali

nel biennio 2009-2010

3° Rapporto dell’Osservatorio sulla Contrattazione Sociale

Analisi dei materiali raccolti nella contrattazione, valutazione dei risultati, verifica dello stato di attuazione,

gli accordi significativi.

Coordinamento:

Pietro Passarino – CGIL Piemonte

Francesco Montemurro – IRES Lucia Morosini

Gruppo di Lavoro:

Rapporto a cura di Daniele De Pretto, Giulio Mancini, Francesco Montemurro

Hanno partecipato: Giulia Farfoglia, Nadia Natalucci, Stefania Querio, Maria Rita Scosta

Associazione

iresLucia Morosini

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Introduzione a cura di: CGIL, FP, SPI Piemonte………………………………………….. Pag. 2

PRIMA PARTE Premessa………………………………………………………………………………………. Pag. 4 Il contesto politico-istituzionale e le manovre finanziarie: il biennio 2009 – 2010…………….. Pag. 6 1. La specificità della contrattazione sociale in Piemonte: il quadro regionale delle relazioni

Sindacato-Autonomie locali………………………………………………………………. Pag. 8

Agevolazioni tariffarie e tutela dei redditi più bassi…..………………………………… Pag. 10 1.1. ISEE Istantaneo……………………….………………………………………………. Pag. 10 1.2. Gli Appalti…………………………….………………………………………………. Pag. 13 1.3. I Cantieri Lavoro……………………….………………………………………………. Pag. 13 1.4. La differenziazione delle Tariffe…….………………………………………………. Pag. 14

2. Indagine sullo stato di attuazione della Negoziazione Sociale in Piemonte…………… Pag. 23

2.1. Il campione e le tematiche analizzate………………………………………………….. Pag. 24 2.2. L’attuazione degli accordi……………………………………………………………… Pag. 29 2.3. La valutazione degli accordi…………………………………………………………… Pag. 34 2.4. Suggerimenti…………………………………………………………………………… Pag. 37

3. Gli accordi significativi dell'esperienza di contrattazione sociale realizzata in Piemonte nel 2008/2010 (elenco)………..…………………………………………………………….. Pag. 38

SECONDA PARTE 4. Il quadro statistico generale……………………………………………………………… Pag. 39

5. Le caratteristiche della rappresentanza sindacale……………………………………..… Pag. 52

6. Le aree tematiche della contrattazione…………………………………………………... Pag. 53 6.1. I beneficiari della contrattazione: le aree tematiche…………………………………… Pag. 59

7. La contrattazione in materia di finanza locale ed entrate………………………………. Pag. 60 7.1. I.C.I. – Imposta Comunale sugli Immobili…………………………………………….. Pag. 60 7.2. Addizionale Irpef…………………………………………………………………….... Pag. 61 7.3. T.A.R.S.U. ……………………………………………………………………………. Pag. 64

8. L’andamento della contrattazione in Piemonte……….. ………………………………… Pag. 65

9. Gli stanziamenti di spesa…………………………………………………………………... Pag. 71

10. Appendice - Gli accordi significativi dell'esperienza di contrattazione sociale realizzata in Piemonte nel 2008/2010 (testo integrale)…..………………………………………..…. Pag. 77

INDICE

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INTRODUZIONE Prosegue con la stesura di questo 3° rapporto sviluppato dall'IRES CGIL Piemonte “Lucia Morosini”, che raccoglie gran parte degli accordi e dei verbali derivanti dalla negoziazione sui bilanci degli Enti Locali nel 2010, l'analisi che abbiamo avviato congiuntamente come CGIL, FP e SPI del Piemonte, sulla quantità e qualità della contrattazione con le Autonomie Locali della nostra regione. Il nostro intervento si è dispiegato su qualificate e rilevanti materie: tariffe; tributi e servizi sociali e assistenziali; trasporti; casa; servizi all'infanzia; il lavoro, l'ambiente e il territorio, ecc. Oltre alla continua e significativa iniziativa, su tali materie, svolta insieme a Cisl e Uil verso i comuni della nostra regione, siamo giunti ad un importante accordo con l'Anci e la Lega delle Autonomie del Piemonte relativo al Patto Antievasione. Di grande rilevanza questo Accordo, tanto più, in un contesto dove il peso della crisi economica e finanziaria sconta riflessi rilevanti sull'economia reale e sulle condizioni di vita e di lavoro di fasce ampie di popolazione e dove i tagli pesanti intervenuti sui trasferimenti ed i vincoli imposti dal patto di stabilità, rischiano di assestare colpi pesanti alla spesa sociale ed alla capacità di investimento dei Comuni. Con il Patto si individua, nella definizione di accordi con i comuni, una strada alternativa per far fronte alla crisi ed alla ristrettezza delle risorse a disposizione: Colpire l'evasione fiscale, contributiva e dei tributi nazionali, indirizzando le risorse recuperate ad interventi a garanzia del mantenimento e sviluppo dei servizi ed agli investimenti. Il Patto, inoltre impegna le parti ad intraprendere le opportune iniziative affinché la Regione Piemonte, come già avvenuto in altre regioni (vedi Toscana), definisca un accordo con l'Agenzia delle entrate e con i Comuni per contrastare l'evasione dei tributi regionali destinando quote delle risorse recuperate ai comuni. Vi è, inoltre, l'impegno ad estendere, ai fini della compartecipazione dei cittadini ai costi dei servizi, l'utilizzo della Isee istantanea (che registra la diminuzione del reddito derivante da cassa-integrazione, mobilità o licenziamento) come strumento per accertare la condizione reale di redditto e di privilegiare, nella definizione delle esenzioni e delle curve di progressione, il lavoro dipendente, i pensionati ed i lavoratori precari. Questo permette di estendere esperienze, come quelle fatte in diversi comuni della nostra Regione, dove si sono differenziati i riferimenti Isee fra lavoro dipendente, e pensioni dal lavoro autonomo. Infine, è prevista la definizione di criteri che tengano conto della capacità di consumo dei dichiaranti ed accertamenti sulla veridicità delle autodichiarazioni. Riteniamo pertanto di poter esprimere una valutazione complessivamente positiva della contrattazione che abbiamo saputo, sin qui, sviluppare. E' necessario, però, intervenire sui limiti e sulle criticità ancora presenti nella nostra iniziativa:

Vi è la necessità, a livello regionale, di allargare e rendere più omogeneo il nostro intervento. E' ancora presente una forte differenziazione della nostra iniziativa tra i vari territori, che deve essere recuperata; Definire accordi che abbiano valenza pluriennale e che vincolino alla definizione di bilanci più trasparenti e chiari in merito alle spese di rilevanza sociale; Il nostro intervento deve saper andare oltre la tutela delle fasce più deboli della popolazione, per dare risposte a quei settori di lavoratori dipendenti, precari e pensionati con redditi medio-bassi, le cui difficoltà sono aumentate a causa della crisi. Individuare le priorità, nella definizione delle Piattaforme, attraverso un percorso di partecipazione. Ciò vuole dire, definire percorsi nella costruzione della proposta e della successiva verifica, certi e condivisi, attraverso assemblee e incontri con i delegati e i cittadini. In assenza di risposte

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dobbiamo essere in grado di costruire la mobilitazione e questa non nasce senza un percorso di partecipazione alle scelte; Costruire il rapporto tra contrattazione sociale ed aziendale, con il coinvolgimento diretto delle Categorie, attraverso specifiche forme di coordinamento. Uno dei terreni di intervento, estendendo esperienze già realizzate in alcuni comuni, è quello relativo agli appalti (edilizia; socio assistenziale) finalizzato a garantire trasparenza, legalità, rispetto delle norme contrattuali.

Vi è l'esigenza che si rafforzi la predisposizione di piattaforme, possibilmente unitarie, basate sulle esigenze concrete delle varie realtà territoriali. Questo è ancor più importante se vogliamo respingere l'idea, profusa a piene mani dal Governo Berlusconi e dalla Giunta Cota, del “Welfare dei poveri”, meramente assistenziale, propedeutica a spalancare la strada alla privatizzazione delle prestazioni più qualificanti dello Stato Sociale. E' importante portare avanti nei vari territori, specifici momenti formativi sulla contrattazione territoriale, come è altrettanto necessario, sia nella fase di costruzione delle Piattaforme e nella fase di applicazione degli eventuali accordi, mettere in campo iniziative di informazione che permettano di rendere visibili ed esigibili i risultati acquisiti ai soggetti che vogliamo rappresentare. Il Patto Antievasione, se non mettiamo in campo una forte e coerente iniziativa nei territori utile a tradurlo in accordi e conseguenti atti deliberativi da parte dei Comuni, rischia di restare una bella intesa utile alle nostre discussioni interne anziché strumento utile ad incidere nella vita reale di chi vogliamo rappresentare. Pietro Passarino segr. Cgil Piemonte Eufemia Ribichini segr. Spi-Cgil Piemonte Salvatore Chiaramonte segr.gen. Fp-Cgil Piemonte

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Premessa La “contrattazione sociale” - intesa come attività di negoziazione tra Sindacati ed enti locali sui temi prioritari del welfare e della fiscalità locale, sta acquisendo una importanza sempre più rilevante nell’ambito delle attività sindacali. Questo processo, sperimentato negli anni novanta, subito dopo il varo della riforma delle autonomie locali (legge n. 142 del 1990), ha conosciuto un forte sviluppo in seguito all’attuazione del decentramento amministrativo (legge 59/1997 e decreti attuativi) e, soprattutto, all’approvazione delle modifiche al titolo V della Costituzione (Legge 3/2001). Finalità generale della contrattazione sociale è quella di “affermare responsabilità pubblica e cittadinanza attiva, inclusione sociale e rispetto dei diritti umani, equità nell’allocazione delle risorse pubbliche e uguaglianza nell’accesso alle opportunità, trasformare i favori e le clientele in diritti di cittadinanza, promuovere trasparenza e rispetto delle regole” [Documento approvato dal 16° Congresso Nazionale CGIL 2010]. Negli ultimi anni, inoltre, nel Sindacato è cresciuta la consapevolezza della necessità di far convergere obiettivi e temi della contrattazione sociale con le azioni di contrattazione aziendale. Ciò allo scopo di non separare i diritti di cittadinanza dai diritti del lavoro. Tuttavia, fino ad oggi, le prassi di contrattazione non sono state sufficientemente indagate, specie per quanto riguarda i risultati effettivamente ottenuti dalle popolazioni destinatarie dei benefici. Occorre poi considerare che, sia per quanto riguarda metodo e procedure di attivazione della contrattazione sociale, sia con riferimento alla classificazione delle materie trattate, non c’è ancora accordo tra gli esperti e gli studiosi della materia. Partendo da questi presupposti, sulla base degli indirizzi emanati da CGIL, FP e SPI regionali, il 3° Rapporto sulla contrattazione sociale territoriale realizzato dall’Ires “Lucia Morosini”, ha svolto l’analisi:

• delle caratteristiche principali degli accordi sottoscritti nell’ultimo biennio da organizzazioni sindacali ed enti locali, con particolare riferimento ai Comuni, e sullo stato di attuazione di un campione di essi;

• cercando di innovare metodi di ricerca e contenuti, con particolare riferimento alla individuazione

degli orientamenti sindacali e degli enti locali, all’esame delle tipologie di accordi realizzati, e alla valutazione degli esiti che tali accordi possono determinare e hanno determinato nei confronti delle diverse fasce della popolazione interessata.

Questo terzo rapporto si differenzia dai precedenti per la maggiore attenzione prestata, su indirizzo di CGIL e SPI Piemonte, alle prospettive d’intervento della contrattazione sociale. A questo proposito, gli accordi ritenuti significativi sono stati esaminati in un’ottica di promozione e riportati integralmente nel Rapporto. Ciò allo scopo di contribuire a irrobustire le principali tendenze emerse negli ultimi anni. Le analisi effettuate hanno riguardato il periodo 2009/2010 al confronto con il precedente periodo triennale 2006-2008. Tale scelta è stata adottata sia allo scopo di comparare due fasi di negoziazione sociale molto diverse tra loro - caratterizzate in primo luogo dalle differenti strategie sui temi della finanza locale impostate dal governo di centro-sinistra prima e dall’esecutivo Berlusconi dopo, sia allo scopo di trattare in modo omogeneo le materie di negoziazione sociale classificate dall’Osservatorio. Infatti, a seguito della ri-classificazione dei temi, avvenuta nel 2010, si è reso necessario aggiornare la codifica di tutti gli accordi contenuti nella banca dati.

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A partire dal 2011, le analisi dell’Osservatorio sulla contrattazione sociale verranno finalizzate sempre di più a obiettivi di (ri)programmazione delle attività e di stimolo all’innovazione delle prassi negoziali.

Per questo motivo, sulla base delle indicazioni di CGIL e SPI, l’Ires Lucia Morosini ha messo a punto uno schema, se non un vero e proprio modello, di analisi dei bisogni e delle condizioni sociali delle popolazioni. Tale analisi, infatti, rappresenta il momento fondamentale per la definizione degli obiettivi della contrattazione sociale. L’esame della domanda sociale viene effettuato sia attraverso la predisposizione di un sistema di indicatori sociali (rilevati presso tutti i comuni piemontesi e disponibili presso la banca dati dell’Osservatorio sui bilanci comunali, curato dall’Ires), sia attraverso la sperimentazione, in 19 comuni, di momenti di confronto fra Sindacati, Amministrazioni comunali e cittadini.

Francesco Montemurro Direttore Ires Lucia Morosini

Abbiamo deciso di rendere il rapporto sulla contrattazione sociale territoriale uno strumento utile non soltanto per tracciare un bilancio dell'iniziativa svolta nell'anno di riferimento, ma anche come strumento propulsivo per il prosieguo dell'iniziativa. Per questa ragione oltre ad una lettura articolata dello svolgimento della contrattazione avvenuta nei diversi territori, con tanti dati statistici riferiti alle varie situazioni e condizioni in cui si è determinata, oltre ad un bilancio dei risultati effettivi della contrattazione stessa, abbiamo deciso di pubblicare 27 accordi e tra questi, alcune tra le migliori pratiche realizzate. Vi sono articolate esperienze che vanno dagli accordi sulle relazioni sindacali realizzati in quelle realtà che hanno avviato il percorso nel 2010, alle esperienze dove sono stati realizzati Accordi sugli appalti, a quelli che hanno utilizzato l'Isee come strumento utile a definire il livello di compartecipazione dei cittadini al costo dei servizi, sia ricorrendo all'Isee istantanea, o dove si è diversificato il riferimento tra lavoro dipendente-pensionati dal lavoro autonomo, sino alla realizzazione di accordi che estendono il Patto Antievasione. Uno strumento, quindi, che vuole essere utile a promuovere ed estendere le migliori pratiche e non solo di bilancio di quanto realizzato. Piero Passarino Segr. CGIL Piemonte

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Il contesto politico – istituzionale e le manovre finanziarie: il biennio 2009 - 2010 Le modalità di realizzazione della contrattazione sociale risentono fortemente delle scelte politiche ed economico-finanziarie (con particolare riferimento alle manovre finanziarie annuali) adottate, nel biennio considerato, dal governo nazionale. Nel 2009 e 2010 la finanza locale in Piemonte è stata attraversata da una profonda crisi. Nei Comuni, i problemi riguardano le voci di entrata e quelle di spesa, e in modo particolare il deteriorarsi degli equilibri tra queste due partite di bilancio. Infatti, calcolando nei consuntivi 2009 l’equilibrio economico o di parte corrente – che in sostanza verifica in che misura le entrate correnti riescono a coprire l’aggregato finanziario composto dalle spese correnti e dalle somme necessarie a rimborsare i prestiti – si vede chiaramente come, complessivamente, i comuni presentino sempre serie difficoltà nel raggiungere il pareggio (cioè a 100): pari al 98,3% (il dato della provincia di Torino è invece del 97,4%). Il Comune di Torino presenta un saldo economico di parte corrente del 95,6%, la situazione peggiora nel capoluogo di Novara, dove l’indice raggiunge appena il 90%. Si tratta di problemi seri, che minano gli equilibri finanziari degli enti locali, e che interessano circa il 60% dei comuni piemontesi. Per il 2011, con l’unica certezza dei tagli ai trasferimenti statali decisi dal Governo (d.l. 78), il saldo è destinato a peggiorare. Ciò significa che le spese correnti (quelle cioè destinate al funzionamento della macchina comunale e all’erogazione dei servizi pubblici) rischiano di non trovare copertura finanziaria nel corso dell’anno, se non verranno attivate, da parte delle amministrazioni comunali, azioni “straordinarie” come la destinazione di una parte degli oneri di urbanizzazione (in genere finalizzati alle spese in conto capitale) e dell’avanzo di amministrazione al finanziamento delle spese correnti. Per i comuni piemontesi al di sopra dei 5 mila abitanti, i tagli ai trasferimenti statali previsti dalla manovra “correttiva estiva”, si concretizzeranno, per il 2011, in un ammanco nelle casse degli enti locali di circa 93,5 milioni di euro. Tali problemi si pongono come conseguenza delle recenti manovre finanziarie varate dal governo nazionale; a loro volta, questi nodi strutturali in genere finiscono per amplificare le carenze amministrative e gestionali dei comuni più deboli, penalizzando qualità ed efficienza delle prestazioni rese al cittadino. La progressiva riduzione dei trasferimenti statali e dei Fondi nazionali di carattere sociale e il “blocco” delle aliquote hanno caratterizzato complessivamente le recenti manovre di bilancio In questo contesto, il decreto sul federalismo municipale non inverte questa politica ma la conferma, con la variante che d’ora in avanti le Amministrazioni comunali per autofinanziarsi potranno contare soprattutto su un margine di autonomia finanziaria più ampio, piuttosto invece che su uno spostamento di risorse dal Centro alla Periferia, il Federalismo appunto. Inoltre, i tagli imposti con il decreto legge 78/2010 vengono confermati, anche se in quello stesso decreto era previsto che dei tagli non si sarebbe tenuto conto nell’attuazione del Federalismo. Tutto ciò porterà inevitabilmente a un ulteriore innalzamento della pressione fiscale per cittadini. Basti pensare, che dal 2011 in Italia 3.543 comuni (il 45% del totale) potranno aumentare l’addizionale IRPEF. Molti Sindaci sceglieranno questa leva di entrata, a fronte della riduzione dei trasferimenti statali. A questo proposito, occorre sottolineare che il modello di Federalismo municipale introdotto nei giorni scorsi non fornisce risposte adeguate ad alcune grandi necessità del sistema delle autonomie locali: • il finanziamento delle funzioni fondamentali dei Comuni; • l’accesso equo e uniforme dei cittadini alle prestazioni sociali; • la copertura della domanda sociale, in forte aumento negli ultimi anni. Il nuovo modello federalista manca, poi, di alcuni “blocchi” portanti, e in modo particolare della determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni. Occorreva che il Federalismo fiscale intraprendesse il percorso della qualità dei servizi. Come ha sostenuto il Presidente della Corte dei Conti in una recente audizione, vi è “l´esigenza di individuare adeguati strumenti perequativi per salvaguardare un valore fondamentale che è alla base di un sistema democratico:

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quello di assicurare i livelli essenziali delle prestazioni sia sul piano sanitario, dove operano i "LEA" (Livelli Essenziali di Assistenza), sia sul piano delle prestazioni sociali, laddove, non hanno ancora una definizione compiuta i cosiddetti "LEP" (Liveli Essenziali delle Prestazioni). Solo in tal modo trova concretezza il principio costituzionale di eguaglianza tra cittadini. L´obiettivo è dunque attuare una “quantificazione del fabbisogno economico-finanziario per assicurare i livelli essenziali delle prestazioni, sia nella sanità, sia nel welfare, così come in altri settori, come, ad esempio, la scuola”.

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1. Le specificità della contrattazione sociale in Piemonte: il quadro regionale delle relazioni Sindacato-Autonomie locali

Negli ultimi anni sono state introdotte, nei Comuni piemontesi, diverse tipologie di agevolazioni per tutelare i redditi più bassi e per permettere ai cittadini di fronteggiare la grave situazione di crisi attualmente in atto. Si tratta di provvedimenti adottati grazie alle prassi di contrattazione sociale che hanno coinvolto Amministrazioni Comunali (ed altri enti locali) e Rappresentanze Sindacali.

In linea generale, in Piemonte la contrattazione sociale è stata caratterizzata da almeno due fasi d’intervento.

Nella prima parte degli anni 2000, gli accordi sottoscritti sono stati in larga parte finalizzati ad interventi di promozione e valorizzazione della negoziazione sociale, ai quali, però, si è immediatamente affiancata l’attività di contrattazione sulle politiche bilancio. In questo periodo il confronto con gli enti locali ha interessato in modo particolare i grandi e medi Comuni del Piemonte. Protagonista dell’intervento pioniere è stato lo Spi CGIL (firmatario unico di tutti gli accordi fino al 2005): in conseguenza, le tematiche trattate si sono caratterizzate per una forte attenzione alla popolazione anziana, sebbene in numerosi accordi – anche tra quelli siglati esclusivamente dai Sindacati dei Pensionati – la contrattazione sociale si sia focalizzata sulle tematiche dei giovani e dei disoccupati, sul problema delle abitazioni, sulla necerrità di introdurre sistemi locali di progressività fiscale e, più in generale, sullo sviluppo dei servizi sociali territoriali.

In una seconda fase, che a sua volta ha conosciuto una forte evoluzione nel periodo 2009/2010, gli Accordi si sono caratterizzati soprattutto per: a) la maggiore articolazione dei temi trattati, attraverso la graduale trasformazione delle piattaforme sindacali da generali-rivendicative a specifiche-propositive; b) il forte coinvolgimento dei piccoli comuni nella negoziazione; c) il maggiore protagonismo della componente confederale della CGIL nelle azioni di contrattazione sociale.

I risultati della negoziazione sono evidenti: non è tanto l’evoluzione del numero degli accordi che va qui segnalata, quanto piuttosto alcune caratteristiche qualitative della prassi. Basti pensare, ad esempio, che se nel 2006-2008 ogni 100 euro “stanziati” dai Comuni in base agli accordi sottoscritti con il Sindacato, ben 65 erano indirizzati a interventi sociali di carattere generale, il più delle volte ancora non individuati in sede di negoziazione; nel biennio 2009-2010, invece, tale percentuale è scesa al 17,4%, in conseguenza di una maggiore finalizzazione settoriale delle risorse. In termini di incidenza percentuale, è cresciuta in particolare la quota di risorse destinate a interventi urbanistici e per lo sviluppo delle residenze, a specifici servizi sociali, all’infanzia e alla lotta alla disoccupazione e alla povertà.

Va detto che, proprio a partire dalla seconda metà del decennio scorso, le azioni di contrattazione sociale con gli enti locali sono state sollecitate e accompagnate dall’introduzione di un nuovo sistema – regionale - di relazioni sindacali, con la partecipazione di CGIL, CISL e UIL e delle associazioni delle autonomie locali (Anci e Legautonomie). Esso ha portato alla sottoscrizione di 4 accordi quadro, di indirizzo per gli enti territoriali e le azioni di contrattazione sociale.

Chiave di volta del processo di contrattazione sociale è stato il Protocollo sulle Relazioni Sindacali (riconoscimento e valorizzazione del ruolo della contrattazione sociale) sottoscritto nell’ottobre 2006; in seguito alla sua sottoscrizione, il numero degli Accordi piemontesi è cresciuto immediatamente in maniera considerevole.

Il 22 novembre 2007, con il secondo accordo siglato a livello regionale, la negoziazione sociale in Piemonte ha fatto un enorme passo in avanti nella regolazione dell’ISEE, e in modo particolare nell’”applicazione di criteri di valutazione della situazione economica per la compartecipazione ai costi delle prestazioni sociali”.

Le misure adottate erano finalizzate a promuovere nuove soglie di accesso per difendere i redditi più bassi:

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è stato individuato nel valore ISEE di 8.000 euro la soglia di reddito da considerare esente da ogni compartecipazione. Allo stesso tempo, relativamente all’area di agevolazione, si è auspicato che la soglia di reddito familiare da tutelare si innalzasse fino a 16.000 euro ISEE;

è stata promossa la Tariffa lineare, espressa con una curva che parte dalla soglia di esenzione per arrivare alla tariffa piena, in sostituzione della Tariffa tradizionale a scaglioni di reddito, in base alla quale è sufficiente un euro in più o in meno per passare nello scagliore superiore o inferiore. In sostanza, in questo modo si è sollecitato il superamento della forte disparità di trattamento tra redditi e situazioni praticamente identiche, valorizzando il principio della progressività dell’imposta e di retribuzione a tutela dei redditi più bassi;

è stata potenziata la lotta all’elusione e all’evasione fiscale.

Successivamente, con l’Accordo del 19 dicembre 2008, “Risorse, politiche sociali, concertazione sui bilanci 2009”, a fronte della grave situazione economica e finanziaria che interessato il Paese, le rappresentanze sindacali e delle Autonomie locali hanno promosso lo svilupo di iniziative congiunte per rivendicare lo stanziamento di risorse aggiuntive per gli enti locali e la revisione del Patto di stabilità interno, allo scopo di salvaguardare gli investimenti e le spese di rilevanza sociale.

E’ stato previsto il rafforzamento dell’intervento pubblico di regione ed enti locali a sostegno del reddito e delle politiche di inclusione sociale. Tra le misure promosse:

la tutela del reddito dei lavoratori anche precari, coinvolti nelle crisi aziendali. In questo contesto è stato dato avvio all’esperienza dell’ISEE cosiddetta istantanea: infatti l’Accordo quadro regionale ha previsto il ricalcolo della dichiarazione ISEE per i lavoratori e le famiglie colpiti dalla crisi economica.

la generalizzazione del Protocollo d’indirizzo sull’ISEE (22 novembre 2007) per promuovere le forme di progressività fiscale e tariffaria;

le iniziative sul controllo e la riduzione dei prezzi, con riferimento alle esperienze di pane e latte ad euro, alle tabelle di prodotti con prezzi calmierati, ai mercatini dei produttori con filiera corta e Km 0.

Infine, con l’Accordo quadro sottoscritto il 25 novembre 2010, “Patto antievasione”, rappresentanze sindacali e autonomie locali hanno aperto nuna nuova fase di confronto sui Bilanci di previsone per il 2011. Due sono le misure d’intervento promosse:

la difesa della spesa sociale e dei servizi pubblici;

Assumere la lotta all’elusione fiscale come una vera e propria priorità al fine di reperire nuove risorse e condurre una battaglia di equità e di giustizia sociale.

In particolare, è stato sottoscritto un Patto antievasione, da estendere a tutti i Comuni, promovendo, in accordo con l’Agenzia delle Entrate e gli enti locali, interventi volti a contrastare l’evasione fiscale e dei tributi nazionali. L’Accordo, inoltre, è finalizzato alla lotta all’evasione dei tributi locali e alla definizione di un’intesa con la Regione Piemonte, allo scopo di contrastare l’evasione dei tributi regionali.

Questo Accordo, inoltre, mira a estendere l’utilizzo dell’ISEE come strumento per regolare la compartecipazione dei cittadini al costo dei servizi, sviluppando in modo particolare l’esperienza dell’ISEE istantanea. Attraverso questo strumento si può accertare la condizione reale di reddito “privilegiando sia per le agevolazioni che per la curva di progressione i lavoratori dipendenti, i pensionati e precari”.

In questo contesto di relazioni sindacali, in Piemonte sono state sperimentate e consolidate nuove prassi di negoziazone sociale.

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1. Agevolazioni tariffarie e tutela dei redditi più bassi. Esperienze di ISEE istantaneo, differenziazione delle tariffe, appalti e cantieri-lavoro

Un buon numero di accordi risulta essere di tipo innovativo, tanto a livello di pratica di contrattazione quanto per il contenuto in senso stretto degli accordi. Per questo motivo si è deciso di dare loro un risalto particolare, anche in virtù del fatto che il Piemonte viene visto da altre esperienze sindacali come una sorta di laboratorio della negoziazione sociale, orientato alla sperimentazione e alla messa in pratica di nuove strategie sindacali. . Questi accordi si riferiscono principalmente all’applicazione dell’ISEE istantaneo, adottato da molti Comuni della Provincia di Torino, all'applicazione di particolari tutele relativamente agli appalti assegnati dalle Amministrazioni, ai cantieri-lavoro e alla differenziazione delle tariffe in funzione della tipologia di reddito (tra lavoratori dipendenti e autonomi). Di seguito, cercheremo di ricostruire ed evidenziare le caratteristiche salienti degli accordi stipulati, in modo da valutare anche aspetti ricorrenti ed eventuali differenze nelle contrattazioni con gli enti locali in questione. 1.1 L’ISEE “Istantaneo”.

Uno strumento operativo molto utilizzato dai Comuni per fronteggiare celermente la crisi è l’applicazione dell’ISEE istantaneo. Si tratta di un provvedimento presente in molti accordi stipulati tra le Amministrazioni e le Organizzazioni Sindacali, che permette di modificare “istantaneamente” determinate tariffe se nel corso dell’anno un lavoratore, a causa di mutate condizioni lavorative, si ritrova con un reddito fortemente ridimensionato.. Non stiamo parlando, quindi, di un aiuto economico o di agevolazioni particolari, ma semplicemente di uno strumento che permette di gestire in modo elastico i cambiamenti sempre più frequenti che investono i lavoratori, soprattutto dipendenti, che subiscono gli effetti della crisi. Questo strumento risulta essere particolarmente utilizzato soprattutto in Piemonte, anche in conseguenza dell’applicazione dell’Accordo regionale – CGIL, CISL, UILm ANCI e Legautonomie, sottoscritto nel dicembre 2008. Per questo, nel presente lavoro, riportiamo le caratteristiche salienti dei diversi accordi stipulati, in modo da permettere, in un prossimo futuro, la fuoriuscita di questa tipologia di provvedimenti dal territorio regionale. La Provincia di Torino

Nel triennio 2008/2010, in provincia di Torino sono stati 71 i Comuni che hanno adottato questo provvedimento. Esemplificativa è l’esperienza del Comune di Torino. Nel 2010 si contano nuovi 9 Accordi (Castellamonte, Chieri, Druento, Piscina, Pont Canavese, Rivalta, Vallo, Valperga, Vinovo) che si aggiungono ai 62 precedenti siglati nel biennio 2008/2009. Tra le esperienze significative si segnalano, oltre a Torino, Alpignano, Avigliana, Borgaro, Bruino, Chivasso, Collegno, Grugliasco, Nichelino, Piossasco, Settimo Toriniese, Susa, Venaria, ecc. Di seguito verranno proposte le caratteristiche particolari dei diversi accordi, cercando di metterne in luce i punti di forza e le eventuali criticità. La maggior parte di questi Comuni ha deciso di applicare l’ISEE istantaneo senza particolari limitazioni o specificità. Altri, invece, hanno imposto delle precisazioni all’interno degli accordi, precisazioni che riportiamo sotto, cercando di raggruppare i Comuni che hanno proposto provvedimenti equiparabili. Nel caso del Comune di Torino, con l’Accordo sottoscritto nel 2009 è previsto che, relativamente alla Tarsu, il soggetto colpito dalla crisi (lavoratrice/ore in cassa integrazione a 0 ore da almeno 12 settimane, iscritto alle liste di disoccupazione o di mobilità o sospeso dal lavoro da almeno 3 mesi) possa fruire dello sgravio corrispondente alla fascia di sconto immediatamanete superiore, nel limite massimo del 50%. Le condizioni di disagio occupazionali sono inoltre sufficienti a far applicare l’ISEE istantanea per i servizi di mensa scolastica e asilo nido, con provvedimento a cura dei Servizi Eudcativi del Comune.

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Peculiarità

Destinatari del provvedimento. Buona parte dei Comuni che hanno posto delle specificazioni all’applicazione dell’ISEE istantaneo lo riservano ai lavoratori dipendenti che si siano ritrovati, durante l’anno in corso, in stato di CIGS o CIGO, mobilità o disoccupazione (Airasca, Ciriè, Troffarello e Vallo Torinese). Altri Comuni hanno deciso di ampliare leggermente i destinatari, permettendo di applicare lo strumento anche ai lavoratori precari e atipici (Beinasco), e ai soci di cooperativa (Balangero e Lanzo Torinese). Limite di reddito. Alcuni Comuni, all’interno degli accordi, affermano che l’ISEE istantaneo potrà essere utilizzato sono al di sotto di determinati livelli di reddito (come il Comune di Busano che lo applica per redditi ISEE fino a 12.000€). Servizi. La maggior parte dei Comuni afferma che l’ISEE istantaneo può essere utilizzato solo per il ricalcolo delle tariffe relative ai servizi a domanda individuale offerti dall’Amministrazione. Alcuni specificano, all’interno di questa tipologia di servizi, ulteriori limitazioni, come Frossasco, che utilizza l’Isee istantanea solo per il servizio trasporto scolastico e mensa, e Pont Canavese, per mensa, trasporti e centri estivi. Requisiti per il ricalcolo. Quasi tutti i Comuni che specificano le modalità di utilizzo dell’ISEE istantaneo richiedono le lettera del datore di lavoro che testimoni il licenziamento o lo stato di CIG, o, in alternativa, un’autocertificazione del lavoratore. Alcuni Comuni, invece, prevedono come necessaria, al fine del ricalcolo dell’ISEE, anche una relazione dei Servizi Sociali, che attesti lo stato di necessità del nucleo famigliare. Tra questi Pont Canavese e Samone. Infine, il Comune di Romano Canavese prevede addirittura la relazione dei Servizi sociali come alternativa alla documentazione attestante la situazione economica. Tempo. Alcuni Comuni, soprattutto quelli che permettono l’utilizzo dell’ISEE istantaneo a seguito della messa in CIG, stabiliscono anche un periodo di tempo che deve essere trascorso in quella particolare situazione necessario per poter ricalcolare le tariffe, come il Comune di Piscina, che stabilisce che il lavoratore, per poter effettuare il ricalcolo, deve essere in CIG da almeno 15 giorni. Forme alternative all’utilizzo dell’ISEE istantaneo. In diversi casi i Comuni hanno deciso di non applicare l’ISEE istantaneo, ma di far ricorso ad altre soluzioni per ovviare ai mutamenti repentini di situazione economica delle fasce più povere della popolazione. Il Comune di Rivalta, ad esempio, ha deciso di decurtare l’ISEE del 50% alle famiglie il cui reddito, nel corso dell’anno, si sia ridotto di almeno il 40% rispetto all’anno precedente, e comunque sia sceso sotto la soglia di 20.000€ annui. Il Comune di Condove, invece, ha proposto l’abbattimento del valore ISEE del nucleo famigliare in concomitanza con determinati avvenimenti:

Evento

% abbattimento valore ISEE per famiglie monoreddito

% abbattimento valore ISEE per famiglie plurireddito

Lavoratori dipendenti che siano stati oggetto di risoluzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato senza diritto a percepire l'indennità di disoccupazione o altre indennità 50% 25%

Lavoratori dipendenti che siano stati oggetto di risoluzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato e che percepiscano l'indennità di disoccupazione 30%

Lavoratori dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato posti in cassa integrazione o in mobilità 20%

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Le ragioni per le quali questo Comune ha scelto di non applicare l’ISEE istantaneo sono:

- il fatto che questo non preveda l’invio automatico all’INPS della pratica per un primo controllo di merito; - che l’ISEE istantaneo non viene rilasciato da molti CAF della zona

La Provincia di Cuneo.

Per quanto riguarda la Provincia di Cuneo, a fronte dei numerosi accordi sottoscritti negli ultimi anni tra le Organizzazioni Sindacali e le Amministrazioni Comunali, non risultano essere presenti forme esplicite di ISEE istantanea, perlomeno non con questa denominazione e con le caratteristiche di elasticità ed immediatezza evidenziate per gli accordi sottoscritti in Provincia di Torino. Esistono tuttavia dei casi, simili a quello di Rivalta, di abbattimento dell’ISEE nel caso in cui il lavoratore si ritrovi in una situazione peggiorata rispetto alla dichiarazione dell’anno precedente. Borgo San Dalmazzo: “al fine di sostenere quelle famiglie al cui interno un componente abbia registrato, anche in corso dell’anno scolastico, un cambiamento sostanziale della condizione lavorativa (perdita di lavoro o cassa integrazione), con conseguente riduzione delle condizioni economiche si prevede l’abbattimento del reddito ISEE del 20% (CIGS/CIGO o perdita del lavoro con indennità di disoccupazione ordinaria) o del 35% (perdita del lavoro senza percepimento di indennità di disoccupazione ordinaria). Anche il Comune di Alba, quello di Mondovì, quello di Savigliano, di Ceva e quello di Bra (ma solo limitatamente al servizio mensa) applicano gli stessi provvedimento, modificando solamente i livelli di abbattimento del reddito ISEE, al fine di ridurre le tariffe di mensa e trasporto scolastico per gli aventi diritto. Saluzzo: la misura adottata dal Comune di Saluzzo è particolarmente interessante, in quanto introduce un fattore di novità relativamente ai destinatari del provvedimento. Si afferma infatti che “per avere diritto alle agevolazioni […] gli interessati devono presentare domanda correlata dall’ISEE reddito 2008 e la certificazione comprovante lo stato di cassa integrazione certificata dall’azienda, la mobilità certificata dal Centro per l’Impiego, l’indennità di disoccupazione ordinaria certificata dall’INPS/Centro per l’Impiego, cessazione dell’attività quale lavoratore autonomo che produca autocertificazione attestante la cessazione dell’attività imprenditoriale e/o l’avvenuta cancellazione dal registro per le imprese tenuto dalla CCIAA e/o dall’Albo Professionale di riferimento e/o chiusura partita IVA e attestazione comprovante nell’elenco anagrafico dei disoccupati del Centro per l’Impiego” Fossano: il Comune di Fossano applica le stesse misure sopra menzionate per i Comuni di Borgo San Dalmazzo, Alba e Bra, ma relativamente all’esenzione del ticket sanitario. Considerazioni

L’elenco di peculiarità delle forme di ISEE istantaneo negoziate e utilizzate dai diversi Comuni della Provincia di Torino per far fronte alla crisi in corso ci permette di trarre alcune iniziali conclusioni in merito al provvedimento. In primo luogo deve essere sottolineata la positività dello strumento per introdurre un buon grado di elasticità nelle tutele dei cittadini con reddito più basso, che si troverebbero in enorme difficoltà ad aspettare un anno per vedere modificate le proprie tariffe. In periodo di forte crisi economica, infatti, la situazione reddituale dei lavoratori può mutare (tendenzialmente peggiorare) molto rapidamente, ed è quindi necessario che le Amministrazioni prendano dei provvedimento per venire incontro alle famiglie nel minor tempo possibile. Un aspetto negativo dell’applicazione dello strumento è relativo ai destinatari di questa forma di tutela. In molti casi, infatti, si fa riferimento ai lavoratori dipendenti che si trovano in situazione di CIG, in altri addirittura si specifica che i lavoratori dovevano essere assunti a tempo indeterminato. In questo modo si finisce per ignorare la situazione della fascia più giovane della

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popolazione, che in molti casi lavora con contratti di lavoro precari, e quindi non coperti da questa forma di tutela (tranne che nei pochi comuni che specificano di tutelare anche questa tipologia di lavoratori). Alcune esperienze, pur non ricalcando le specificità tipiche dell’ISEE istantaneo evidenziate con i casi relativi alla Provincia di Torino, introducono qualche aspetto di specificità, come l’allargamento dei possibili destinatari delle agevolazioni previsto dall’accordo di Saluzzo (Cn), o l’applicazione istantanea dell’ISEE all’esenzione del ticket sanitario di Fossano (Cn).

1.2 Gli appalti

Alcuni Comuni della Provincia di Torino hanno inserito all'interno degli accordi con le Rappresentanze Sindacali anche delle garanzie tese al rispetto di determinati diritti nell'assegnazione degli appalti. Nell'accordo sottoscritto dal Comune di Chieri, ad esempio, c'è un impegno preciso per la “tutela e valorizzazione del lavoro, combattere la precarietà del lavoro nero” per far ciò l'Amministrazione si impegna a “adottare protocolli specifici sull'adozione di pratiche positive e di garanzia sugli appalti e sulla definizione dei bandi, superando la logica del massimo ribasso e adottando adeguati indici di congruità, garantendo l'applicazione del CCNL e della contrattazione di 2° livello e facendo propria la cosiddetta clausola sociale per garantire la continuità di lavoro ai dipendenti, in conformità alle norme di legge”. L'Amministrazione di Chieri si impegna anche ad aprire un confronto con CGIL-CISL-UIL “sul contrasto al lavoro irregolare e il rispetto delle norme di sicurezza nei cantieri pubblici e privati”.Questi accordi sono ribaditi anche dal Comune di Pecetto Torinese e da quello di VillarPerosa in modo pressoché identico, oltre che dall'accordo stipulati dalla Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone. L'importanza di questa tipologia di accordi tra Amministrazioni Comunali e Organizzazioni Sindacali è particolare: si tratta infatti di aumentare la tutela dei lavoratori dipendenti iniziando un dialogo teso a recuperare relazioni sindacali e possibilità di contrattazione con soggetti differenti rispetto alle classiche relazioni sindacali. In questo contesto, occorre citare le misure di contrasto al lavoro irregolare e per il rispetto delle norme di sicurezza nei cantieri pubblici e privati, introdotte dal Comune di Collegno, con l’approvazione del Protocollo d’Intesa sottoscritto il 17 aprile. Tale accordo è finalizzato anche alla realizzazione di interventi di contrasto ai fenomeni del “caporalato” e del lavoro sommerso nell’edilizia. Inoltre, l’Accordo sindacale sottoscritto nel Comune di Nichelino il 22 luglio 2008, è orientato allo stesso tempo a migliorare la qualità dei servizi pubblici locali e a garantire i diritti dei lavoratori impiegati dalle cooperative aggiudicatarie degli appalti pubblici. Entrambi gli accordi costituiscono ottimi esempi di “ricomposizione” della contrattazione sociale e aziendale, di integrazione dei diritti di cittadinanza e del lavoro. 1.3 I Cantieri-lavoro

In Provincia di Torino nel 2010 sono stati stipulati almeno 34 accordi tra Comuni e Organizzazioni Sindacali relativi ai cantieri-lavoro, forme di tutela per i lavoratori che hanno perso il lavoro e che non possono usufruire di altri ammortizzatori sociali. Con questo strumento, infatti, i diversi Comuni bandiscono dei posti di lavoro per le categorie di cittadini più svantaggiati.

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I principali Comuni che hanno operato in questo senso sono:

Almese Chianocco Rivara

Alpignano Collegno Rivoli

Avigliana Corio San Giusto

Banchette Cumiana San Maurizio Canavese

Beinasco Frossasco Sant'Antonino Val di Susa

Borgaro Locana Strambino

Bruzolo Nichelino Torre Pellice

Bussoleno Orbassano Trofarello

Candiolo Orio Canavese Vallo Torinese

Castellamonte Pianezza Venaria

Cavour Piossasco Vigone 1.4 La differenziazione delle tariffe.

Un aspetto di tutela dei redditi più bassi che è stato introdotto nel corso degli ultimi anni riguarda la differenziazione tra ISEE per il lavoro autonomo e ISEE per il lavoro dipendente. La proposta sindacale, progettata nell’area torinese, è stata valorizzata dal l’Accordo quadro regionale Autonomie locali – CGIL, CISL, UIL del 19 dicembre 2008, “Risorse, politiche sociali, concertazione sui bilanci 2009”. In particolare l’accordo ha inteso promuovere, nelle azioni degli enti locali piemontesi, “maggiore equità, a partire dall’invarianza di tariffe e tributi locali”, attraverso lo sviluppo di azioni tese a salvaguardare i redditi dei lavoratori dipendenti e pensionati e delle fasce di popolazione debole e precaria, introducendo forme di differenziazione con il lavoro autonomo. In alcuni Comuni, dunque, sono state introdotte delle scale diverse per avvantaggiare i lavoratori dipendenti nelle agevolazioni tariffarie. Si tratta di una misura in qualche modo innovativa, guardata con interesse dal Sindacato a livello nazionale, che mira a privilegiare i lavoratori dipendenti nelle tariffe. Questa modalità di differenziazione che ambisce a creare una maggior equità sociale, privilegiando a livello di tariffe i lavoratori dipendenti, è stata utilizzata negli ultimi anni da alcuni Comuni delle provincie di Torino (dove ha preso avvio l’esperienza) e Cuneo. A Torino, si segnalano, tra gli altri, i Comuni di: Alpignano – il comune precursore e sperimentatore di altre iniziative innovative - Carignano, Ciriè, Nichelino e Rivalta. Per quanto riguarda la provincia di Cuneo, invece, tra il 2009 e il 2010 occorre segnalare, tra gli altri, sette accordi comunali: Bra, Savigliano, Fossano, Saluzzo, Manta, Vanisca e Piasco. Ulteriori comuni di altre province piemontesi, sollecitati dal Sindacato, hanno mostrato interesse a questa tipologia di accordo. Si tratta quindi di un numero limitato di Comuni, numero che non permette (e non giustifica) un’analisi dei dati a livello aggregato, ma che risulta essere particolarmente importante per la novità rappresentata da questa tipologia di accordi. Una delle ragioni per descrivere positivamente l’introduzione di questa tipologia di contrattazione è relativa al periodo storico in cui stiamo vivendo, che vede una difficoltà crescente a livello di contrattazione aziendale nel trovare soluzioni condivise tra rappresentanti dei lavoratori e datori di lavoro. In questo contesto, l’apertura di nuovi tavoli di contrattazione, anche se in una veste completamente diversa, che coinvolge soprattutto i cittadini con un reddito più basso, rappresenta una nuova possibilità di tutela dei diritti dei cittadini che dà lustro all’iniziativa del Sindacato. Di seguito si riportano le caratteristiche salienti dei principali accordi sottoscritti nel 2010.

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Provincia di Torino

Carignano

All’interno dell’accordo sottoscritto fra le Organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL e il Comune di Carignano sui diritti di cittadinanza, tra i diversi punti, si afferma l’impegno a “garantire, in ordine alla TIA, l’esenzione per i casi segnalati dai servizi sociali e la concessione di un contributo a sostegno della tariffa secondo le seguenti fasce, in via sperimentale:” Reddito nucleo Riduzione da 0€ a 8.000€ 100%ISEE da 8.001€ a 10.000€ 50% da 10.000€ a 12.000€ 30% Reddito nucleo autonomi Riduzione da 0€ a 7.000€ 100%ISEE da 7.000€ a 9.000€ 50% da 9.001€ a 11.000€ 30%

Ciriè

L’accordo sottoscritto il 22/12/2009 dall’Amministrazione Comunale e dalle organizzazioni sindacali confederali e dei pensionati CGIL-CISL-UIL definisce delle fasce differenziate per quanto riguarda le tariffe TARSU per pensionati e lavoratori dipendenti da una parte e per altre fonti di reddito dall’altra.

Fasce ISEE Per lavoratori dipendenti e pensionati Reddito ISEE Riduzione TARSUfino a 6.000€ 60%> 6.000€, fino a 8.000€ 40%>8.000€, fino a 10.500€ 20%>10.500€, fino a 12.000€ 10%

Fasce ISEE per altre tipologie di reddito (lavoratori autonomi,…) Reddito ISEE Riduzione TARSUfino a 6.000€ 60%> 6.000€, fino a 8.000€ 40%>8.000€, fino a 10.500€ 20%

Rivalta di Torino

Per quanto riguarda il Comune di Rivalta di Torino, la differenziazione tra il calcolo delle fasce ISEE dei lavoratori dipendenti e degli autonomi è stata introdotta per le tariffe di alcuni servizi a domanda individuale, come gli asili nido. Esistono due tipologie di rette, per quanto riguarda gli asili nido. La prima, chiamata “retta base”, è di 370€ (320€ per i nuclei con più di un minore in età prescolare). La seconda, la “retta a calcolo”, va da un massimo di 530€ mensili ad un minimo di 62€, e viene calcolata in funzione della formula: ISEE del nucleo famigliare meno franchigia di 2.500€, per 2%. Per i nuclei famigliari composti esclusivamente da lavoratori dipendenti o non occupati si applica in ogni caso la retta a calcolo. Per i nuclei famigliari in cui concorrono redditi da lavoro autonomo o da impresa, si applica la retta a calcolo solo se superiore alla retta base.

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Nichelino

Per quanto riguarda il Comune di Nichelino, la differenziazione relativa alla tipologia di reddito viene messa in pratica per quanto riguarda la tariffa per l’accesso ai centri estivi. Nella delibera si afferma infatti che “al fine di definire azioni di contrasto alla crisi, la tariffa sarà rimodulata in base all’ISEE per tutti i lavoratori con reddito da lavoro dipendente o assimilato secondo il seguente criterio: fino ad un reddito ISEE di 20.250€ la tariffa sarà modulata con un importo minimo che va da 16€ ad un massimo di 50€. Per tutti gli altri redditi verrà applicata la tariffa massima di 50€”. Alpignano

Per quanto riguarda il Comune di Alpignano, l’utilizzo delle tariffe differenziate in funzione della tipologia di reddito è stato già previsto nel 2008 per tutti i servizi a domanda individuale. Con l’Accordo del 2010 si provvede ad innalzare le fasce ISEE della Tariffa di Igiene Ambientale TIA. Nel verbale dell’accordo, si afferma che “su richiesta delle OO.SS., per tutelare i bassi redditi, in particolare quelli da lavoro dipendente, assimilati e da pensione, si è concordato sull’aumento di 1.000€ per le relative fasce di reddito ISEE utili per beneficiare della riduzione della TIA, e cioè:”

Reddito da impresa e lavoro

autonomo Redditi da lavoro dipendente, assimilati e

pensionati % Fino a 10.000 € 13.000 € -25% Fino a 8.000 € 11.000 € -35% Fino a 6.000 € 9.000 € -50%

Provincia di Cuneo Bra

A Bra sono stati sottoscritti due accordi che contengono sistemi di differenziazione delle tariffe in funzione della tipologia di reddito, sia esso derivante da lavoro dipendente o autonomo. Nell’accordo del 28/09/2010 vi sono due disposizioni che vanno in tale direzione. La prima riguarda riduzioni al costo del servizio mensa per gli utenti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, residenti a Bra, che seguono la tabella che riportiamo sotto.

Lavoratori dipendenti e parasubordinati Infanzia Primaria Secondaria di primo

grado ISEE da 0 a 6.000€ 1 1 1,8ISEE da 6.000,1€ a 8.500€,

oppure alunni appartenenti a nuclei famigliari monoparentali a capofamiglia donna nubile; oppure certificati L.140/92; oppure in affidamento famigliare certificato dai servizi sociali; oppure gemelli nati da parto trigemino; oppure appartenenti a nuclei famigliari con 4 figli minorenni conviventi e ISEE fino a 30.000€

1,8 1,9 2,2

ISEE da 8.500,1€ a 10.000€ 2,7 2,8 3,3ISEE da 10.000,1€ a 12.500;

oppure alunni famiglie con tre figli minorenni conviventi e con ISEE fino a 30.000€

3,1 3,2 3,8

ISEE da 12.500,1€ a 15.000€; oppure secondo figlio frequentante mensa scolastica e con ISEE fino a 25.000€

3,5 3,6 4,3

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Lavoratori misti Infanzia Primaria Secondaria di primo

grado ISEE da 0 a 4.700€ 1 1 1,8ISEE da 4.700,1€ a 6.600€,

oppure alunni appartenenti a nuclei famigliari monoparentali a capofamiglia donna nubile; oppure certificati L.140/92; oppure in affidamento famigliare certificato dai servizi sociali; oppure gemelli nati da parto trigemino; oppure appartenenti a nuclei famigliari con 4 figli minorenni conviventi e ISEE fino a 23.400€ 1,8 1,9 2,2

ISEE da 6.600,1€ a 7.800€ 2,7 2,8 3,3ISEE da 7.800,1€ a 9.700;

oppure alunni famiglie con tre figli minorenni conviventi e con ISEE fino a 23.400€ 3,1 3,2 3,8

ISEE da 9.700,1€ a 11.700€; oppure secondo figlio frequentante mensa scolastica e con ISEE fino a 19.500€ 3,5 3,6 4,3

Lavoratori autonomi Infanzia Primaria Secondaria di primo

grado ISEE da 0 a 3.300€ 1 1 1,8ISEE da 3.300,1€ a 4.700€,

oppure alunni appartenenti a nuclei famigliari monoparentali a capofamiglia donna nubile; oppure certificati L.140/92; oppure in affidamento famigliare certificato dai servizi sociali; oppure gemelli nati da parto trigemino; oppure appartenenti a nuclei famigliari con 4 figli minorenni conviventi e ISEE fino a 16.500€ 1,8 1,9 2,2

ISEE da 4.700,1€ a 5.500€ 2,7 2,8 3,3ISEE da 5.500,1€ a 6.900;

oppure alunni famiglie con tre figli minorenni conviventi e con ISEE fino a 16.500€ 3,1 3,2 3,8

ISEE da 6.900,1€ a 8.500€; oppure secondo figlio frequentante mensa scolastica e con ISEE fino a 13.700€ 3,5 3,6 4,3

Sempre nello stesso accordo, c’è un ulteriore provvedimento di differenziazione delle tariffe relativo alla retta di asili nido e micronidi. In questo caso la retta personalizzata si calcola con la seguente formula: Retta personalizzata =(retta massima * ISEE del nucleo famigliare)/Soglia ISEE di accesso ai benefici.) In questo caso la differenziazione viene quindi realizzata definendo diverse soglie ISEE di accesso ai benefici in funzione della tipologia di reddito: 10.000€ per i nuclei famigliari composti da genitori lavoratori autonomi, 14.000€ per i nuclei famigliari composti da un genitore lavoratore autonomo e un genitore lavoratore dipendente o parasubordinato o disoccupato; 18.000€ per i nuclei famigliari composti da uno o entrambi i genitori dipendenti o parasubordinati o disoccupati. Il secondo accordo siglato a Bra, relativo a differenziazioni, è del 20/12/2010, e regola le tariffe della Tassa per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Vengono istituite tre fasce di riduzione della tariffa, pari a: Riduzione del 95% dell'imposta per Isee fino a 7.000 €; Riduzione del 75% dell'imposta per Isee fino a 8.500 €; Riduzione del 50% dell'imposta per Isee fino a 10.000 €. Queste riduzioni sono previste unicamente per i contribuenti titolari solo di redditi da lavoro dipendente, parasubordinato o pensione e che non possiedano immobili sul territorio nazionale con rendita catastale superiore ad 51€.

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Savigliano

Per quanto riguarda il Comune di Savigliano, l’accordo di riferimento è stato stipulato il 20/07/2010 e prevede una differenziazione delle tariffe in base alla posizione reddituale relativamente alle rette per l’Asilo Nido Comunale, il Servizio di Assistenza Educativa, la Mensa Scolastica, il Servizio di Trasporto Scolastico e il Servizio di Accoglienza e Sorveglianza Alunni. Le categorie di reddito sono quelle dei lavoratori dipendenti, autonomi e misti. Per i diversi servizi vengono utilizzate le stesse fasce ISEE, che riportiamo sotto. Per evitare di appesantire eccessivamente il testo si propongono solo le tariffe relative alle rette dell’asilo nido, in modo da poter avere un’idea delle differenze che corrispondono alle diverse fasce.

Lavoratori Autonomi

Misti Dipendenti e

parasubordinatiISEE ISEE ISEE

Orario normale h7,40-h16.00

da € a € da € a € da € a € Retta €0 4800 0 6400 0 8000 150

4801 5400 6401 7200 8001 9000 1855401 6000 7201 7800 9001 10000 2206001 6600 7801 8600 10001 11000 2586601 7200 8601 9400 11001 12000 2927201 7800 9401 10200 12001 13000 3257801 8400 10201 10800 13001 14000 3608401 9000 10801 11600 14001 15000 3939001 9600 11601 12400 15001 16000 4279601 10200 12401 13200 16001 17000 460

10201 10800 13201 14000 17001 18000 49510801 11400 14001 14800 18001 19000 52811401 oltre 14801 oltre 19001 oltre 560

Fossano

A Fossano è stato stipulato un accordo in data 27/05/2010, che va a determinare in modo differenziato le tariffe per i servizi scolastici, stabilendo una retta massima e una minima. Questi servizi sono: Prescuola (retta da 70€ a 160€), Doposcuola (150€/300€), Assistenza mensa (150€/350€), Trasporto alunni (150€/235€), Asilo nido. Tutte le altre rette, comprese tra il massimo e il minimo, risultano personalizzate sulla posizione reddituale di ciascuna famiglia utilizzando la seguente formula: (retta massima x ISEE familiare)/ISEE di riferimento per la tariffa piena L’ISEE di riferimento per la tariffa piena è così determinato: € 19.500,00 per i nuclei di soli lavoratori dipendenti e parasubordinati € 15.000,00 per i nuclei misti € 10.000,00 per i nuclei di soli lavoratori autonomi

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Le tariffe del Servizio Mensa, invece, vengono definiti in base alla seguente tabella

Lavoratori dipendenti e parasubordinati

Lavoratori misti Lavoratori autonomi

Valore ISEE Costo buono pasto

Valore ISEE Costo buono pasto

Valore ISEE Costo buono pasto

Da 0 a 3000€ 0,50 € da 0 a 3000€ 0,50 € da 0 a 2000€ 0,50 €da 3001€ a 6000€ 1 € da 3001€ a 4500€ 1 € da 2001€ a 3000€ 1 €da 6001€ a 8000€ 1,50 € da 4501€ a 6000€ 1,50 € da 3001€ a 4000€ 1,50 €

da 8001€ a 10000€ 2,15 € da 6001€ a 7500€ 2,15 € da 4001€ a 5000€ 2,15da 1001€ a 12000€ 3,40 € da 7501€ a 9000€ 3,40 € da 5001€ a 6000€ 3,40 €

da 12001€ a 16000€ 3,80 € da 9001€ a 12000€ 3,80 € da 6001€ a 8000€ 3,80 €oltre 16000€ 4,25 € oltre 12000€ 4,25 € oltre 8000€ 4,25 €

Saluzzo

Il Comune di Saluzzo ha previsto delle differenziazioni per tipologia di reddito già nel 2008, differenziazioni che sono state poi leggermente modificate con l’accordo del 31/07/2009 che riguarda le fasce ISEE per tipologia di reddito utili per determinare le tariffe relative ad Asili Nido, Mensa Scolastica, Dopo-scuola estate ragazzi. Di seguito viene proposta la tabella relativa alle tariffe per l’Asilo nido, che risulta essere molto simile a quella degli altri servizi per i quali è attivo questo meccanismo di differenziazione. Come si può notare la differenziazione tra le diverse tipologie di reddito è visibile solo per i redditi più bassi, mentre non ci sono differenze per i redditi più alti, che godono di uguali riduzioni.

Asilo Nido Lavoro

dipendente/pensione Misto Lavoro autonomo da € a € Riduzione da € a € Riduzione da € a € Riduzione

0 5500 Esenti 0 3900 Esenti 0 2300 Esenti 5501 7000 Esenti 3901 7000 Esenti 3901 7000 Esenti 7001 9500 Esenti 7001 9500 Esenti 7001 9500 Esenti 9501 12600 95% 9501 12600 95% 9501 12600 95%

12601 13300 75% 12601 13300 75% 12601 13300 75% 13301 16000 60% 13301 16000 60% 13301 16000 60% 16001 20000 40% 16001 20000 40% 16001 20000 40%

Manta

Presso il Comune di Manta è stato introdotto, con l’accordo del 29/05/2009, un sistema di fasce ISEE differenziato a seconda della tipologia di reddito per stabilire le tariffe relative alla Tassa sui rifiuti.

Redditi da lavoro dipendente e da pensione

Redditi misti Redditi da lavoro autonomo

ISEE Riduzione ISEE Riduzione ISEE Riduzione da 0 a 8000€ Esenti da 0 a 6500€ Esenti da 0 a 4800€ Esenti da 8001€ a 10500€ 40% da 6501€ a 10500€ 40% da 4801€ a 10500€ 40% da 10501€ a 13600€ 20% da 10501€ a 13600€ 20% da 10501€ a 13600€ 20%

A seguito di quell’accordo, Organizzazioni Sindacali e Amministrazione hanno convenuto stipularne un secondo, in data 23/11/2009, relativo a fasce di esenzione dal pagamento del ticket sanitario, secondo alcuni parametri. Per poter ricevere questo tesserino si dovrà dimostrare di avere un reddito ISEE del nucleo famigliare:

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-pari o inferiore ai 14.000€ annui per i redditi da lavoro dipendente o da pensione; -pari o inferiore ai 10.500€ annui per i nuclei famigliari con redditi misti da lavoro dipendente e autonomo; -pari o inferiore ai 7.500€ annui per i nuclei famigliari con redditi da lavoro autonomo Venasca

Per il Comune di Venasca, con l’accordo del 24/11/2010 si sono stabilite delle fasce ISEE di riduzione delle tariffe relative alla Tassa sui rifiuti.

Redditi da lavoro dipendente e da pensione

Redditi misti Redditi da lavoro autonomo

ISEE Riduzione ISEE Riduzione ISEE Riduzione da 0 a 8000€ (da 0 a 8500€ per le persone sole)

Esenti da 0 a 6500€ Esenti da 0 a 4800€ Esenti

da 8001€ a 10500€ 40% da 6501€ a 10500€ 40% da 4801€ a 9500€ 40%

da 10501€ a 13000€ 20% da 10501€ a 13000€ 20% da 9501€ a 12000€ 20%

Piasco

Il Comune di Piasco, con l’accordo del 20/10/2009 definisce delle fasce ISEE per la Tassa sui rifiuti differenziate in funzione del tipo di reddito, con fasce molto simili al Comune di Venasca proposto in precedenza.

Redditi da lavoro dipendente e da pensione

Redditi misti Redditi da lavoro autonomo

ISEE Riduzione ISEE Riduzione ISEE Riduzione da 0 a 8000€ 90% da 0 a 6000€ 85% da 0 a 4000€ 85% da 8001€ a 10000€ 50% da 6001€ a 9000€ 50% da 4001€ a 7000€ 50% da 10001€ a 13000€ 30% da 9001€ a 11500€ 30% da 7001€ a 9500€ 30% oltre 13000€ Nessuna oltre 11501€ nessuna oltre 9501€ nessuna

Considerazioni

Per riepilogare, dall’elenco di accordi sopra proposto, emerge che, relativamente al 2010, per la Provincia di Torino, i Comuni di Carignano, Ciriè e Alpignano hanno introdotto la differenziazione delle tipologie di reddito per quanto riguarda la Tassa sui rifiuti (che sia TARSU o TIA), mentre gli altri Comuni, Rivalta di Torino e Nichelino, hanno scelto dei servizi a domanda per applicare la differenziazione: nel primo caso si trattava delle rette dell’asilo nido, nel secondo della tariffa per l’accesso ai centri estivi. Per quanto riguarda la Provincia di Cuneo, gli accordi stipulati risultano essere molto articolati e riguardanti un elevato numero di tariffe. Gli accordi, infatti, riguardano spesso più servizi contemporaneamente, e per alcuni Comuni sono presenti più accordi. Dei Comuni considerati, in questo caso, quattro, Bra, Manta, Venasca e Piasco hanno introdotto accordi sui prezzi della Tassa sui rifiuti; la stessa Bra, assieme a Savigliano, Fossano e Saluzzo, invece, hanno stipulato accordi riguardanti servizi a domanda, destinati perlopiù ai più giovani e alla famiglia: Asili Nido, Mensa Scolastica, Dopo-scuola estate ragazzi, Servizio di Trasporto Scolastico e Servizio di Accoglienza e Sorveglianza Alunni.

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Una terza tipologia di accordi riguarda il Comune di Manta, che ha introdotto delle distinzioni in funzione della tipologia di reddito anche per l’assegnazione del tesserino che concede l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario. Una prima distinzione, quindi, sta nella tipologia di tariffe che i diversi Comuni diversificano. Applicare una differenziazione alle tariffe TARSU, infatti, significa optare per un provvedimento generale che va ad influire su tutti i nuclei famigliari; applicarla a determinati servizi a domanda, invece, significa imporre un ordine di priorità “politiche”, in questo caso la tutela dell’infanzia e delle famiglie. Una seconda interessante riflessione emerge dal testo di uno degli accordi, più precisamente quello di Alpignano (To), in cui si legge che “per tutelare i bassi redditi, in particolare quelli da lavoro dipendente, assimilati e da pensione, si è concordato…”. In questo caso non ci si limita a definire come possibili fruitori di tariffe agevolate i lavoratori dipendenti e i pensionati, ma vi si aggiungono anche i redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente, manifestando così una sensibilità verso tutta quella quota di cittadini che, pur non facendo parte formalmente della categoria dei lavoratori dipendenti, di fatto vi appartengono. Ci si riferisce in questo caso al lavoro parasubordinato, molto diffuso, soprattutto tra i giovani, e a quella parte di persone che hanno aperto una partita IVA, e che quindi figurano come autonomi, ma che invece si ritrovano in posizioni di fatto simili a quelle da lavoro dipendente. Questa distinzione è più chiara negli accordi stipulati in Provincia di Cuneo, all’interno dei quali si suddividono i lavoratori in dipendenti, parasubordinati e pensionati da una parte, autonomi e misti (a Bra, Savigliano e Fossano) dall’altra. Per cercare di cogliere anche ad un livello visibile le differenti tariffe che i cittadini si trovano a dover pagare in funzione della loro situazione reddituale, può essere interessante proporre una semplice simulazione con i dati a nostra disposizione. Per renderla più completa si utilizzerà il Comune di Bra, che presenta la maggior differenziazione dei servizi offerti con tariffe differenziate in funzione della tipologia di reddito. Ipotizziamo di avere due nuclei famigliari identici in tutto tranne che per la tipologia di reddito, composti da due genitori di cui per ridurre la casistica ne faremo lavorare soltanto uno, e due figli, uno alle scuole elementari e uno all’asilo nido. Queste due famiglie dispongono di un reddito ISEE pari a 8000€ annui, la prima proveniente da lavoro dipendente, l’altra da lavoro autonomo. Ipotizzando che il figlio delle elementari usufruisca esclusivamente del servizio mensa, la famiglia con reddito da lavoro autonomo spenderà mensilmente 368€ per la retta dell’asilo nido, e 3,6€ al giorno per il buono pasto che, ipotizzando 22 giorni in cui usufruisce del servizio, fa 79,2€ al mese. Il totale sarebbe quindi di 447,2€ al mese. La famiglia con reddito da lavoro dipendente, grazie a questi accordi differenziati, spenderebbe invece 204€ al mese per l’asilo nido, oltre a 1,8€ al giorno (39,6€ al mese) per la mensa, per un totale di 243,6€ al mese. La differenza, quindi, sarebbe di oltre 200€ al mese, solo per questi due servizi. Inoltre la famiglia con reddito da lavoro dipendente potrebbe usufruire di una riduzione della Tassa sui rifiuti del 75%, a differenza dell’altra famiglia che dovrebbe pagare la tariffa per intero. Come si può vedere da questa semplice simulazione le misure adottate per tutelare le fonti di reddito più deboli, quali il lavoro dipendente (e quello da pensione), forniscono una protezione economica non indifferente alle famiglie considerate. 1.5. Le altre esperienze significative di contrattazione sociale Il Protocollo di Intesa per l’anno 2010 sottoscritto con il Comune di Bellinzago Novarese (No), costituisce un punto qualificante della negoziazione sociale nella provincia di Novara. In particolare, partendo dalla consapevolezza della grave situazione finanziaria, l’Accordo (sottoscritto il 9 febbraio 2010) mira a di contrastare il peggioramento delle condizioni di vita di pensionati, lavoratori, disoccupati e persone che già si trovano in condizioni di indigenza. A fronte del perdurare della crisi economica, l’Amministrazione comunale ha provveduto ad adeguare la quota pro-capite destinata al Consorzio per la gestione dei servizi sociali da 19 a 20,5 euro a cui si aggiunge

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il versamento di un euro per ogni abitante per il finanziamento di un progetto rivolto al sostegno della genitorialità gestite dal consorzio. Inoltre, per quanto riguarda l’Addizionale Irpef, il Comune si è impegnato a far rimanere invariata la percentuale dello 0,5% e a considerare la proposta delle organizzazioni sindacali di portare in via transitoria l’esenzione piena per i cittadini con redditi inferiori a 10.500 euro con l’obiettivo di arrivare nei prossimi anni all’esenzione per redditi inferiori ai 13.000 euro. Da sottolineare, ancora, la riduzione del 20% della retta sulla mensa scolastica, i trasporti e il centro estivo per il secondo figlio di famiglie con meno di 22.000 euro risultanti dalla dichiarazione ISEE. Il Protocollo d’Intesa con l’Amministrazione Comunale di Romagnano Sesia (No), sottoscritto il 16 marzo 2010, prevede che il Comune si impegni a qualificare la rete di interventi e di servizi socio-assistenziali sul territorio per riconoscere a tutti i cittadini il diritto a servizi sociali pubblici qualificati volti a soddisfare i loro reali bisogni. In tale contesto, a tutti i servizi erogati dal Comune che prevedano la compartecipazione alla spesa dei cittadini, si applicano le fasce ISEE concordate con le organizzazioni sindacali, e in particolare la soglia di esenzione fissata a 8.000 euro ISEE. Di rilievo anche le misure adottate sul fronte abitativo. Il Comune nell’intento di favorire sia proprietari che inquilini ed in particolare per favorire una più dinamica politica abitativa e delle locazioni e per rendere fruibili tutte le agevolazioni e le condizioni pattizie, contrattuali e fiscali previste dalla Legge 431/98 e successive integrazioni e modifiche, è impegnato a promuovere incontri fra le parti interessate (Associazioni proprietari e inquilini) per favorire il raggiungimento di patti territoriali e la stipula di canoni convenzionati. A seguito dei quali l’aliquota ordinaria del 7 per mille scenderà al 4. Il patto anti-evasione di Cigliano”, sottoscritto in provincia di Vercelli. Si tratta del primo Accordo di recepimento degli indirizzi del Patto regionale antievasione. Il documento, sottoscritto il 14 febbraio 2011, prevede, infatti, in termini generali “di adottare ogni inziativa utile per la promozione di azioni tese a diffondere la cultura della legalità”. sottoscritto il 25 novembre 2010. Nell’accordo, inoltre, è previsto l’aumento degli stanziamenti finanziari, da parte del Comune, per il supporto alle famiglie disagiate o che negli ultimi anni sono state interessate da una riduzione del reddito causato da disoccupazione o gravi malattie di uno o più componenti. Il Procollo di relazione sindacali con il Comune di Asti. Tale Accordo, sottoscritto il 7 giugno 2010, riveste particolare importanza in quanto non si limita al riconoscimento formale dell’importanza delle relazioni sindacali, ma si spinge a fissare nuove modalità di coinvolgimento del Sindacato nell’ambito della programmazione strategica comunale. In particolare, è previsto che le scelte relative al processo di pianificazione strategica, che coincidono con la messa a punto degli indirizzi di bilancio e dei programmai pluriennali, siano oggetto di confronto preventivo (tra giunta e organizzazioni sindacali) rispetto alla decisione del Consiglio Comunale. Si conviene, che il confronto dovrà, di massima, avviarsi prima del periodo feriale per potersi concludere entro il mese di ottobre di ciascun anno. Anche l’Accordo Sindacale con il Comune di Verbania, sottoscritto il 29 marzo 2010, è finalizzato, tra le altre misure, all’attivazione di un “Tavolo di concertazione”, che si riunirà ogni trimestre (“e ogni volta che se ne ravvisasse la necessità”), per prendere in esame le seguenti tematiche:

stanziamenti per le attività di carattere sociale; politiche tariffarie e ISEE; sperimentazioni relative al trasporto urbano; politiche del lavoro, situazioni di crisi; politiche della casa.

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Questo Accordo contiene, inoltre, ulteriori misure operative allo scopo di promuovere la difesa dei redditi più bassi nel territorio. Il Protocollo d’Intesa sulle relazioni sindacali sottoscritto con il Comune di Casale Monferrato (Al), è orientato anch’esso alla definizione di ambiti, modalità e scadenze dei rapporti bilaterali. In particolare, in tale ambito, il Comune si è impegnato a fornire al Sindacato, relativamente ad alcune materie d’interesse sociale e finanziario, le informazioni necessarie a definire il quadro degli interventi e delle scelte in atto e previste, con riferimento ai dati del Bilancio comunale. L’Accordo sindacale con il Comune di Valle Mosso (Bi), sottoscritto il 9 febbraio 2010, pur prendendo atto della difficile situazione di bilancio dell’Amministrazione comunale (dipendente in modo particolare dalla situazione generale della finanza locale e dall’evoluzione dei bisogni), è orientato ad adottare provvedimenti verso le fasce di popolazione più bisognose. Le parti hanno concordato di non aumentare alcune tariffe relativamente all’anno 2010, di innalzare la fascia ISEE esente dal pagamento per quanto riguarda l’Asilo Nido e di confermare la soglia di esenzione per l’addizionale Irpef a 12.000 euro annui. . In conclusione, gli accordi citati, seppur limitati a livello numerico e di popolazione coinvolta, risultano essere particolarmente interessanti da un punto di vista delle relazioni sindacali a livello di contrattazioni con gli Enti Locali, in quanto introducono una forma di tutela della popolazione più debole a livello di reddito e che ha risentito e continua a risentire fortemente degli effetti della crisi economica. È decisamente interessante, quindi, mantenere alta l’attenzione nei confronti di questo tipo di accordi, anche per poter, in un prossimo futuro, riproporli su scala più ampia, partendo da un’esperienza locale di cui si sono valutate le criticità e gli aspetti positivi. 2. Indagine sullo stato di attuazione della Negoziazione Sociale in Piemonte

Andare a studiare le tematiche degli accordi stipulati tra le Amministrazioni degli Enti Locali e le Rappresentanze Sindacali è senza dubbio particolarmente importante e utile ai fini di una più ampia applicazione di strumenti per fronteggiare la crisi e per tutelare le fasce più deboli della popolazione. Tuttavia, è altrettanto fondamentale cercare di capire come questi accordi vengono poi trasformati in politiche pubbliche realmente efficaci, ed eventualmente valutare le motivazioni che hanno portato alla non attuazione degli accordi. La presente indagine vuole indagare quindi gli aspetti legati grado di attuazione degli accordi di negoziazione sociale stipulati nel 2009 tra alcuni comuni piemontesi e le organizzazioni sindacali presenti sul territorio. I principali temi contenuti all'interno degli accordi sono relativi alle misure di contrasto alla povertà, all’esclusione e alla vulnerabilità sociale, con uno sguardo anche alle misure relative all’infanzia e all’adolescenza. Oltre alla valutazione sul livello di attuazione degli accordi, ci si soffermerà sui giudizi e sui suggerimenti forniti dai referenti comunali in merito alle materie di negoziazione. Il report di ricerca sarà dunque così organizzato: nella prima parte si descriverà il campione, definendo le diverse variabili relative all'universo di riferimento. La seconda parte, invece, si soffermerà prima sul livello di attuazione degli accordi e poi sulla valutazione di efficacia che è stata loro attribuita. La motivazione dell'importanza di queste due tematiche deriva dalla necessità di realizzare una sorta di bilancio dell'esperienza della contrattazione sociale, in modo da valutare aspetti positivi e criticità da tenere in considerazione per le future esperienze.

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2.1 Il campione e le tematiche analizzate

Sono stati analizzati 30 questionari provenienti da parte dei Comuni che hanno stipulato degli accordi. Ogni questionario era composto da una o più parti, in funzione del numero di temi trattati negli accordi. Nei vari accordi sono stati infatti definiti 22 temi più o meno ricorrenti. Ogni Comune doveva quindi rispondere tante volte quanti erano i temi trattati negli accordi stipulati, fornendo dati sull’attuazione degli accordi e una valutandone l'efficacia. L’unità d’analisi dell’indagine è rappresentata, dunque, non tanto dai questionari dei diversi Comuni, ma dai singoli punti di ogni accordo, che ammontano ad un totale di 120. I casi sono così distribuiti sul territorio piemontese: 87 casi Provincia di Torino 11 casi Provincia di Cuneo 10 casi Provincia di Novara 6 casi Provincia di Biella 6 casi Provincia di Vercelli Già a livello grafico (Illustrazione 1) si può notare la netta preponderanza di casi presenti in Provincia di Torino (72,5% dei casi) rispetto al resto del territorio regionale. Le altre province rappresentate, Vercelli, Biella, Novara e Cuneo presentano invece un numero di casi molto simile. Illustrazione 1: Distribuzione dei casi sul territorio regionale

VercelliBiellaTorinoNovaraCuneo

I 22 temi individuati nei diversi questionari sono:

agevolazioni mensa scolastica; ISEE istantaneo; agevolazioni trasporto scolastico; agevolazioni tariffa rifiuti; anticipo CIGS; azioni per l'inserimento lavorativo; agevolazione asili nido e/o scuola dell'infanzia; interventi sugli affitti; contributi agli anziani;

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mensa a domicilio o per bisognosi; esenzione ticket sanitario; agevolazioni imposte comunali; aiuti alimentari; edilizia sociale; agevolazione trasporti per particolari categorie; agevolazioni per il trasporto sanitario; fondo emergenza crisi; contributi per le utenze; graduazioni sfratti; interventi vari di sostegno alla scuola; orientamento scolastico; doposcuola estate ragazzi.

Come si può vedere dall'Illustrazione 2, i temi sono presenti nelle risposte in quantità diversa. Si va infatti dai 19 casi in cui compare il tema “agevolazioni mensa scolastica” (16% del totale dei casi), fino a “graduazioni sfratti”, “interventi vari di sostegno alla scuola”, “orientamento scolastico” e “doposcuola estate ragazzi”, con solo un caso (0,8%).

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Illustrazione 2: Distribuzione dei casi per tema ag

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Per una lettura più agevole, sono stati raggruppati i casi in macrocategorie, come messo in evidenza dall'Illustrazione 3 sottostante. Illustrazione 1: Distribuzione casi per macro-categoria

Sono ricondotte alla Politiche socio sanitarie ed assistenziali interventi quali gli aiuti alimentari, le mense per bisognosi, i contributi agli anziani per i soggiorni marini o i contributi per il pagamento delle utenze alle fasce svantaggiate. Questo gruppo conta 18 casi, pari al 15% del totale. All’interno della macro-categoria Politiche del lavoro si trovano azioni per l’inserimento lavorativo, quali borse e cantieri lavoro, l’anticipo della CIGS e lo stanziamento di denaro in fondi per fronteggiare le emergenze conseguenti alla crisi economica in atto. In questo secondo gruppo rientrano 19 casi, pari a circa il 16%. Meritano di essere considerati in una categoria a se stante i 41 casi riconducibili ai servizi scolastici, pari al 34% delle unità in esame. Ci si riferisce a agevolazioni o esenzioni sulle refezione scolastica, il servizio scuolabus, le rette per gli asili nido, ma anche ad attività di orientamento o il servizio di doposcuola ed estate ragazzi. Al quarto raggruppamento fanno capo i provvedimenti relativi alla politica locale dei redditi e delle entrate, esclusi ovviamente i già citati servizi scolastici. Nei 33 casi, pari quasi a circa il 27% del totale, sono inclusi agevolazioni ed esenzioni sulla tariffa rifiuti, sul pagamento di ticket sanitari, sui tributi comunali e la possibilità di ricorrere all’ISEE istantaneo. La categoria meno numerosa, 9 casi (8 %circa), è quella delle Politiche per la casa e la condizione abitativa, che comprende gli interventi sugli affitti, la graduazione degli sfratti ed azioni di edilizia sociale. Per avere un'indicazione più completa del campione dei casi in esame è interessante anche andare a vedere il valore relativo alla somma stanziata per i vari progetti. Purtroppo non tutti i questionari che sono stati riconsegnati forniscono il dato, quindi il valore calcolato può essere utilizzato solo come mero valore esemplificativo. Il valore medio di spesa dei diversi accordi è pari a 107.882€. Bisogna però ricordare che questa cifra risulta particolarmente deviata dallo stanziamento per un accordo di edilizia sociale che prevede un investimento di 2.200.000€. Per avere una panoramica più significativa, quindi, riportiamo il valore della mediana che è di 8.000€.

servizi scolasticipolitica locale dei redditi e delle entrate

politiche del lavoro politiche socio sanitarie ed assistenziali

politiche per la casa e la condizione abitativa

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

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Tabella 1: Spesa impegnata per macro-tema

Macro-tema Spesa impegnata

media mediana n. casi

Servizi scolastici € 19.500 € 19.500 € 19.500 1

Politica locale dei redditi e delle entrate € 8.000 € 8.000 € 8.000 1

Politiche del lavoro € 160.092 € 17.788 € 17.592 9

Politiche socio-sanitarie ed assistenziali € 28.623 € 4.089 € 1.750 7

Politiche per la casa e la condizione abitativa € 2.372.957 € 395.492 € 18.228 6

Suddividendo la spesa a livello di macro-tematiche, possiamo notare come le politiche per la casa e la condizione abitative siano quelle a cui sono state assegnate le cifre più considerevoli. Per i servizi scolastici e per le politiche locali dei redditi e delle entrate è presente solo un dato relativo alla spesa impegnata, più precisamente il primo è relativo ad agevolazioni per gli asili nido derivanti da un accordo stipulato dal Comune di Caluso, mentre il secondo dato è relativo ad un accordo sull'esenzione dei ticket sanitari del Comune di Vinovo. Un ulteriore dato interessante per descrivere al meglio il campione è relativo al numero dei richiedenti delle diverse iniziative portate avanti dalle Amministrazioni a seguito degli accordi. Sul totale del campione1, il numero medio dei richiedenti delle diverse politiche definite dalle Amministrazioni è pari a 51,58, mentre i beneficiari sono stati mediamente 41,57, con una percentuale dell'80% di accettazione delle richieste. Distinguendo i dati a livello di macro-temi emergono delle situazioni interessanti. In primo luogo, su un piano di valori assoluti, si può vedere come una gran quota di richiedenti faccia domanda per i servizi scolastici (2970 su 4073, il 73%). In secondo luogo, se ci spostiamo ad osservare la percentuale di richiedenti che riesce ad usufruire del servizio, notiamo come le politiche socio-sanitarie ed assistenziali e le politiche locali dei redditi e delle entrate presentino un livello di accettazione delle richieste pari quasi al 100% delle domande. Molto più basse, invece, le percentuali di accettazione relative alle politiche del lavoro (58%), ai servizi scolastici (78%) e alle politiche per la casa e la condizione abitativa (65%). Tabella 2: Richiedenti e beneficiari per macro-tema

Macro-temi Richiedenti Destinatari % richiedenti che beneficiano

dell'iniziativa

politiche socio-sanitarie ed assistenziali 227 227 100%

politiche del lavoro 156 90 58%

servizi scolastici 2970 2331 78%

politica locale dei redditi e delle entrate 465 463 100%

politiche per la casa e la condizione abitativa 255 167 65%

Totale 4073 3278 80%

Come si è visto in questa breve descrizione della popolazione di riferimento, fatta a partire dai temi ai quali possono essere ricondotti i diversi accordi stipulati dalle Amministrazioni Comunali con le Rappresentanze Sindacali e dalla successiva attuazione dei suddetti accordi, gli argomenti trattati sono piuttosto eterogenei, ed è quindi necessario, per capire in modo organico la questione, procedere a delle aggregazioni, come è stato fatto costruendo i cinque macro-temi. Allo stesso tempo, però, due fattori impongono di non perdere troppo di vista i singoli casi. In primo luogo, l'esiguità del campione, composto sì da 120 casi, ma con un livello di diversità delle tematiche trattate tale da non permettere analisi statistiche elaborate; di seguito

1 Anche in questo caso è necessario ricordare che non tutti i questionari hanno riportato i valori di richiedenti e beneficiari, quindi i dati qui esposti non sono completi, ma relativi ai quei Comuni che hanno risposto in maniera completa al questionario.

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anche l'interesse a non dimenticare i singoli casi che presentano peculiarità tali da meritare di essere analizzati quasi singolarmente, in alcuni casi. Per questi motivi, gli approfondimenti che seguiranno sul livello di attuazione degli accordi e sulla relativa valutazione si muoveranno su due binari paralleli, cercando allo stesso tempo di dare un'immagine generale e complessiva dei fenomeni, ma anche di focalizzare l'attenzione su alcuni casi particolari. 2.2 L'attuazione degli accordi

Come si è detto nell'introduzione, il focus del presente report è collocabile nel livello di attuazione dei diversi temi trattati e nella loro valutazione. L'importanza di queste due tematiche giustifica degli approfondimenti per cercare di capire al meglio le tendenze e le sfide che dovranno essere vinte per approcciarsi ancora alla pratica della contrattazione sociale in futuro. Come mostra la tabella sottostante, 79 dei 120 accordi stipulati (pari al 66%), sono stati totalmente attuati. Allargando la valutazione positiva anche agli accordi parzialmente attuati, vediamo come 107 dei 120 punti degli accordi (89%) siano stati attuati. Gli accorsi non attuati sono 13 su 120, pari all'11%. Successivamente si vedranno anche le motivazioni che hanno portato gli Enti locali in questione a non attuare gli accordi o a farlo solo parzialmente. Tabella 3: Distribuzione stato di attuazione accordi

Distribuzione di frequenza per stato di attuazione

Frequenza Percentuale Percentuale cumulata

totalmente attuato 79 65,8 65,8

parzialmente attuato 28 23,3 89,2

non attuato 13 10,8 100,0

Totale 120 100,0 Se andiamo ad osservare lo stesso dato da una prospettiva territoriale, come esplicitato dalla tabella 4, notiamo che a Torino e a Novara ci sono il 70% di accordi totalmente attuati, che sommati al 20% di parzialmente attuati porta alla più alta percentuale tra le province analizzate, al pari di Vercelli che non ha alcun accordo rimasto inattuato. Biella e Cuneo, invece, presentano risultati meno incoraggianti: Biella, su 6 temi trattati, ne ha 3 di totalmente attuati e altrettanti tra parzialmente e non attuati. Così anche Cuneo, su 11 temi trattati, ne ha 4 di completamente attuati (il 36,4%), e ben 7 di attuati in parte o non attuati. Tabella 4: Stato di attuazione accordi per Provincia

Provincia

Attuazione Vercelli Biella Torino Cuneo Novara

Totalmente attuato 66,7 50 70,1 36,4 70

Parzialmente attuato 33,3 16,7 20,7 45,5 20

Non attuato 0 33,3 9,2 18,2 10

Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%

N. Casi 6 6 87 11 10

Oltre alla distribuzione territoriale del livello di attuazione dei diversi temi contenuti negli accordi, è importante anche andare ad osservare quali di questi temi siano stati maggiormente attuati e quali invece sono andati incontro a difficoltà nell'attuazione.

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Questo tipo di descrizione è introdotto dalla tabella 5 che differenzia il livello di attuazione in funzione dei macro-temi individuati a partire dalla 120 tematiche trattate negli accordi. Tabella 5: Macro-temi e stato di attuazione progetti

Macrotemi

Attuazione Politiche socio sanitarie ed assistenziali

Politiche del lavoro Servizi scolastici Politica locale dei redditi e delle

entrate

Politiche per la casa e la

condizione abitativa

totalmente attuato 72,2 68,4 68,3 66,7 33,3

parzialmente attuato 16,7 15,8 26,8 18,2 55,6

non attuato 11,1 15,8 4,9 15,2 11,1

Total 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%

Numero casi 18 19 41 33 9

Dalla tabella 5 si può vedere come il livello di attuazione dei macro-temi sia pressoché identico, con valori di “totalmente attuato” tra il 66% e il 72% e di “parzialmente attuato” tra il 15% e il 26%. L'unica macro-categoria che si discosta da questa tendenza è quella delle politiche per la casa e la condizione abitativa, la più esigua, che su 9 casi, ne ha 3 di totalmente attuati (33,3%), 5 di parzialmente (55,6%) e 1 di non attuato (11,1%). In questa macro-categoria ricadono i temi relativi agli interventi sugli affitti, alla graduazione degli sfratti ed alle azioni di edilizia sociale. Al fine di ottenere un'immagine più puntuale del fenomeno che stiamo studiando, è importante ritornare ad un livello più basso e disaggregato, per capire quali siano i temi che hanno ottenuto un maggior livello di attuazione e quali, invece, siano stati in difficoltà. Con la tabella 6 viene infatti messo in evidenza ogni singolo tema, con la percentuale di accordi che sono stati attuati o meno.

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Tabella 6: Temi e stato di attuazione progetti

Tema

Attuazione aiuti

alimentari

azioni per l'inserimento

lavorativo

agevolazioni mensa

scolastica

agevolazioni trasporto scolastico

esenzione ticket

sanitario

edilizia sociale

agevolazioni tariffa rifiuti

dopo scuola ed estate ragazzi

totalmente attuato 100 62,5 68,4 66,7 50 0 80 0

parzialmente attuato 0 25 31,6 25 25 100 10 0

non attuato 0 12,5 0 8,3 25 0 10 100

Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%

Numero casi 2 8 19 12 4 2 10 1

Tema

Attuazione agevolazioni trasporti per particolari categorie

agevolazioni imposte

comunali

anticipo CIGS

ISEE istantaneo

interventi sugli affitti

contributi agli anziani

agevolazioni per il

trasporto sanitario

orientamento scolastico

totalmente attuato 50 75 66,7 61,5 50 50 100 100

parzialmente attuato 0 0 11,1 30,8 50 33,3 0 0

non attuato 50 25 22,2 7,7 0 16,7 0 0

Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%

Numero casi 2 4 9 13 6 6 2 1

Tema

Attuazione fondo

emergenza crisi

agevolazioni asilo nido e/o scuola

dell'infanzia

mensa a domicilio o

per bisognosi

graduazione sfratti

contributi per le utenze

interventi vari di

sostegno alla scuola

totalmente attuato 100 71,4 100 0 0 100

parzialmente attuato 0 28,6 0 0 50 0

non attuato 0 0 0 100 50 0

Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%

Numero casi 2 7 6 1 2 1

Questa modalità di mostrare il livello di attuazione degli accordi ci permette di vedere come, a fronte di molti temi completamente attuati (“aiuti alimentari”, “agevolazioni per il trasporto sanitario”, “orientamento scolastico”, “fondo emergenza crisi”, “mensa a domicilio o per bisognosi” e “interventi vari di sostegno alla scuola” sono stati attuati al 100%), ve ne sono alcuni che sono rimasti perlopiù inattuati, come “doposcuola ed estate ragazzi” e “graduazione sfratti”. Le ragioni della non attuazione, tuttavia, sono molto eterogenee. Non è quindi possibile limitarci alla percentuale di attuazione o meno dell'accordo, senza prima aver osservato le motivazioni che hanno portato a questa situazione. Ad esempio, come si è visto in tabella 3, la percentuale di attuazione totale delle politiche per la casa è molto bassa (33%), ma andando a vedere i temi che la compongono e le motivazioni legate alla non attuazione ma vanno considerati i casi attuati parzialmente (5 su9), dovuti alla presenza in questa categoria di 2 casi di edilizia sociale, entrambi attuati solo in parte perché si trovano ancora in una fase di progettazione. Nella tabella 7 si riportano le principali ragioni di non attuazione o di parziale attuazione degli accordi.

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Tabella 7: Principali motivazioni per la non attuazione o l'attuazione parziale degli accordi suddivisi per tema

Tema Principali ragioni di non attuazione o attuazione parziale

azioni per l'inserimento lavorativo • stanziamento inferiore a quello previsto; • azione non attivata per limiti finanziari imposti dalle leggi

agevolazioni mensa scolastica • modifica fasce ISEE

agevolazioni trasporto scolastico • su proposta dei servizi sociali, perché pochi casi • fasce ISEE diverse da quelle previste

esenzione ticket sanitario • modifica criterio accesso • se ne occupano servizi sociali

edilizia sociale • in fase di progettazione

agevolazioni tariffa rifiuti • mancanza fondi • fasce ISEE diverse da quelle previste dall'accordo

agevolazioni imposte comunali • assenza richieste

anticipo CIGS • solo raccolta dati trasmessi al patto territoriale • assenza richieste

ISEE istantaneo • non applicato il ricalcolo ISEE, ma in caso di perdita del lavoro o CIG sono state applicate agevolazioni

• servizio esterno non effettuato dal comune • applicato solo ad un bando • data l'esiguità dei casi, non si utilizza ISEE ma analisi più accurate

interventi sugli affitti • attuato fino al 1/2/2009 per cessazione di trasferimenti economici dalla regione che non riteneva il progetto conforme al dettame del bando

• il comune integra il contributo regionale • solo utilizzo fondi regionali

contributi agli anziani • solo furti e scippi • assenza richieste • non si usa il criterio di contributi per fasce ISEE, ma il comune si accolla tutte

le spese di trasporto, mentre il soggiorno resta del tutto a carico dei fruitori

agevolazioni asilo nido e/o scuola dell'infanzia

• il comune integra la retta in base a fasce ISEE

graduazione sfratti • assenza richieste

contributi per le utenze • non c'è stato bando, ma su segnalazione dell'assistente sociale

doposcuola e estate ragazzi • assenza richieste

Come si vede dalla tabella 7, non tutte le motivazioni hanno la stessa natura. In alcuni casi la ragione che ha portato alla non attuazione è legata all'assenza di richieste pervenute all'Amministrazione. Ben 5 dei 13 casi di non attuazione, infatti non sono stati messi in atto per assenza di richieste. Tra queste, ad esempio, gli accordi sull'anticipo della CIGS stipulato dal Comune di Locana, quello sull'IRPEF afferente al tema agevolazioni imposte Comunali del Comune di Trivero o l'accordo sulla graduazione degli sfratti di Pancalieri. Gli altri casi di mancata attuazione sono relativi alla mancanza di fondi (accordo sull'agevolazione tassa rifiuti del Comune di None), ai limiti finanziari imposti dalla legge per quanto riguarda l'accordo stipulato da San Giorgio Canavese riguardante iniziative per l'inserimento lavorativo. In altri casi la mancata attuazione è legata ad una distribuzione di competenze tra diversi organismi. Fan riferimento a questa tipologia di non attuazione gli accordi di Castello Oleggio che non si è occupato di esenzione del ticket sanitario in quanto ritenuto di competenza dei servizi sociali, piuttosto che l'accordo di San Giorgio Canavese relativo ai contributi per le utenze di cui se ne occupa la Regione. Per quanto riguarda i casi parzialmente attuati, si sono già evidenziati i due progetti di edilizia sociale, non completamente attuati in quanto in fase di progettazione, relativi ai Comuni di Nole e Cigliano. Altri casi parzialmente attuati fanno riferimento ai contributi alla locazione: in questi casi i comuni non hanno affiancato una loro spesa ai contributi provenienti dalla Regione, ma si sono limitati a distribuirli secondo i requisiti convenuti. In altri due casi, relativi a politiche per il lavoro, è stata impegnata una spesa inferiore a

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quella prevista dall’accordo. Gli altri casi fanno quasi tutti riferimento a modifiche effettuate sulle fasce ISEE. Qui l’incompletezza dell’attuazione ha ragioni differenti. Per quanto riguarda le agevolazioni sui servizi a domanda individuale in 6 casi si è trattato di una modifica del criterio di ammissione agli sgravi: in alcuni punti si prevedeva l’accesso a differenti gradi di facilitazione con riferimento al parametro ISEE documentato dell’utenza, mentre nella pratica concreta si è sostituito questo criterio con altri tipi di accesso, ad esempio su segnalazione dei servizi sociali (3 casi), con la conseguenza di restringere il numero dei beneficiari possibili alle sole famiglie in condizione di disagio conclamato. In altri casi (8) in cui l’accordo prevedeva fasce ISEE cui corrispondeva una diversa percentuale di agevolazione sulla compartecipazione al costo, si sono in seguito applicate fasce o percentuali di sgravio differenti. . Come si è visto in questa sezione, in conclusione, non tutti gli accordi che non sono stati attuati hanno subito delle limitazioni causate da fattori di competenza delle amministrazioni coinvolte. In buona parte degli accordi completamente inattuati, infatti, si è visto che la causa principale è stata l'assenza di richieste. Ora, non potendo sapere se la pubblicizzazione dell'iniziativa è stata fatta correttamente dalle Amministrazioni, si può imputare la mancata attuazione dell'accordo ad una non necessità dello stesso, piuttosto che ad un'errata costruzione delle soglie di accesso.

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2.3 La valutazione degli accordi

Dopo aver osservato e descritto il livello di attuazione dei diversi accordi sottoscritti dalle Amministrazioni Comunali, è importante cercare di capire la valutazione di questi accordi fatta ex-post dalle stesse Amministrazioni. Si tratta quindi, soprattutto per quegli Enti Locali che per la prima volta si approcciavano alla contrattazione sociale, di capire il livello di soddisfazione per gli accordi stipulati con le Organizzazioni Sindacali, e la loro impressione relativamente all'efficacia degli stessi. Nel questionario, oltre ad una domanda che mira a “misurare” l'efficacia dell'accordo, si richiedeva alle Amministrazioni di indicare eventuali spiegazioni in caso di risposte che mettessero in luce la poca o nulla efficacia degli accordi, oltre a dei suggerimenti per migliorarli in futuro.

La distribuzione dei casi rispetto al grado di efficacia ipotizzato per i diversi punti degli accordi è incoraggiante: il 92% dei punti attuati è considerato pienamente o abbastanza efficace (90 casi) di cui 39 casi pienamente. Solo 2 casi sono considerati del tutto inefficaci: un intervento per il sostegno agli affitti attivo solo fino a febbraio 2009 per via della cessazione dei trasferimenti economici della Regione da cui era supportato e un servizio di mensa per anziani bisognosi, che ha un solo beneficiario, quindi l’efficacia di questo punto è probabilmente da considerarsi alla luce della scarsa richiesta del servizio. La tabella 8 mette in evidenza la distribuzione territoriale della valutazione dell'efficacia dei diversi accordi portati avanti dalle Amministrazioni. Come si può vedere, nelle Province di Biella, Cuneo e Novara tutti gli accordi sono stati valutati pianamente o abbastanza efficaci, mentre in Provincia di Vercelli c'è un caso (pari al 16,7% dei 6 casi rilevati) di “poco efficace”, e in Provincia di Torino, su 73 accordi valutati2, 2 sono stati valutati inefficaci (2,7%) e 5 poco efficaci (6,8%).

2 Anche in questo caso è doveroso ricordare che non tutti i questionari specificavano una valutazione, quindi il numero totale dei casi trattati si discosta da quello dei temi individuati all'inizio

pienamente efficace abbastanza eff icace poco efficace ineff icace0

10

20

30

40

50

60

Valutazione

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Tabella 8: Valutazione dell'efficacia: distribuzione territoriale

Provincia

Valutazione Vercelli Biella Torino Cuneo Novara

pienamente efficace 66,7 25 39,7 44,4 16,7

abbastanza efficace 16,7 75 50,7 55,6 83,3

poco efficace 16,7 0 6,8 0 0

inefficace 0 0 2,7 0 0

Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%

Numero casi 6 4 73 9 6

Ripercorrendo lo stesso tragitto logico utilizzato per descrivere il livello di attuazione degli accordi, può essere interessante, ora, aggregare le tematiche nei macro-temi sopra descritti e osservare quindi la valutazione in merito all'efficacia degli accordi. Tabella 9: Valutazione di efficacia per macro-temi

Macrotemi

Valutazione politiche socio sanitarie ed assistenziali

politiche del lavoro servizi scolastici politica locale dei redditi e delle

entrate

politiche per la casa e la

condizione abitativa

pienamente efficace 50 25 54,3 29,6 16,7

abbastanza efficace 35,7 68,8 45,7 59,3 50

poco efficace 7,1 6,2 0 11,1 16,7

inefficace 7,1 0 0 0 16,7

Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%

Numero Casi 14 16 35 27 6

La tabella 9 ci mostra come tra i servizi scolastici tutti gli accordi siano stati valutati positivamente (54,3% di pienamente efficaci e 45,7% di abbastanza efficaci). Per quanto riguarda le politiche del lavoro, un solo caso su 16, pari al 6,2% è stato valutato poco efficace, mentre per le politiche locali dei redditi e delle entrate troviamo 3 casi in cui l'accordo è stato valutato poco efficacie, pari all'11,1% del totale. In entrambi i casi, comunque, la percentuale di abbastanza efficace supera nettamente quella di pienamente efficace. Le politiche socio-sanitarie ed assistenziali presentano, su 14 casi, un accordo ritenuto poco efficace ed uno completamente inefficace, così come le politiche per la casa e la condizione abitativa. Prima di analizzare singolarmente i casi in cui la valutazione è stata peggiore, per addentrarci maggiormente nella tematica, è interessante riportare la valutazione anche a livello di singoli temi disaggregati, come evidenziato nella tabella sottostante. Come si può vedere, gli 8 casi in cui gli accordi sono stati valutati poco o per nulla efficaci ricadono dentro i temi aiuti alimentari, agevolazioni tariffa rifiuti, ISEE istantaneo, interventi sugli affitti, fondo emergenza crisi e mensa a domicilio.

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Tabella 10: valutazione di efficacia per temi

Tema

Valutazione aiuti

alimentari

azioni per l'inserimento

lavorativo

Agevolazioni mensa

scolastica

agevolazioni trasporto scolastico

esenzione ticket

sanitario

edilizia sociale

agevolazioni tariffa rifiuti

agevolazioni trasporti per particolari categorie

interventi vari di

sostegno alla

scuola

pienamente efficace 0 28,6 55,6 54,5 66,7 0 33,3 0 100

abbastanza efficace 50 71,4 44,4 45,5 33,3 100 55,6 100 0

poco efficace 50 0 0 0 0 0 11,1 0 0

inefficace 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%

Numero casi 2 7 18 11 3 1 9 1 1

Tema

Valutazione anticipo

CIGS ISEE

istantaneo interventi

sugli affitti contributi

agli anziani

agevolazioni per il

trasporto sanitario

fondo emergenza

crisi

agevolazioni asilo nido e/o scuola

dell'infanzia

mensa a domicilio o

per bisognosi

pienamente efficace 28,6 27,3 20 50 100 0 40 40

abbastanza efficace 71,4 54,5 40 50 0 50 60 40

poco efficace 0 18,2 20 0 0 50 0 0

inefficace 0 0 20 0 0 0 0 20

Totale 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%

Numero casi 7 11 5 4 2 2 5 5

Si è detto che gli accordi valutati poco o per nulla efficaci sono stati 8. In un questionario relativo ad uno di questi, più precisamente nell'accordo contenente misure per la mensa a domicilio del Comune di Vinovo non sono state fornite motivazioni che spiegassero l'inefficacia dell'accordo. Gli altri sette accordi valutati negativamente sono riportati nella tabella 11 con le relative motivazioni. Si parla di aiuto esiguo fornito ai cittadini per quanto riguarda l'accordo relativo agli aiuti alimentari chiamato “Banco alimentare” del Comune di Cigliano, che prevedeva un aiuto per le famiglie meno abbienti. Per quanto riguarda il tema interventi sugli affitti ci sono stati due accordi valutati negativamente. Il primo è relativo all'accordo del Comune di Alpignano sul “fondo casa” interrotto a febbraio e quindi valutato inefficace, il secondo ad un accordo del Comune di Clauso giudicato poco efficace per la scarsità di risorse allocate. Rispetto allo strumento dell'ISEE istantaneo troviamo due casi di accordi valutati poco efficaci: il primo relativo al Comune di Nole, in cui si spiega che l'efficacia è risultata essere limitata perché lo strumento sarebbe “valido solo per le agevolazioni comunali; ai nuclei già in difficoltà cambia poco, chi è per la prima volta in difficoltà non conosce la possibilità”. Il secondo accordo è relativo al Comune di Villastellone, in cui si lamenta la mancanza di riferimenti normativi per il ricalcolo dell'ISEE come giustificazione per la poca efficacia. L'ultimo caso è relativo ad agevolazioni sulla tariffa dei rifiuti e riguarda un accordo considerato poco efficace sempre dal Comune di Nole che spiega come “a fianco del parametro ISEE si considera anche il numero di occupanti la casa rispetto alla sua superficie: questo secondo criterio è troppo limitativo, perché alcuni rientrano solo per il parametro ISEE”.

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Tabella 11: Progetti valutati poco o per nulla efficaci

Accordi risultati poco o per nulla efficaci

Principali motivazioni fornite dagli intervistati Valutazione

Aiuti alimentari aiuto esiguo poco efficace

Cessazione del servizio a febbraio inefficaceInterventi sugli affitti

risorse scarse rispetto al bisogno poco efficace

Efficacia limitata perché valido solo per le agevolazioni comunali; ai nuclei già in difficoltà cambia poco, chi è per la prima volta in difficoltà non conosce la possibilità.

poco efficaceIsee istantaneo

limitazione ad un solo bando, mancanza di riferimenti normativi per il ricalcolo dell'ISEE

poco efficace

Agevolazione tariffa rifiuti a fianco del parametro ISEE si considera anche il numero di occupanti la casa rispetto alla sua superficie: questo secondo criterio è troppo limitativo, perché alcuni rientrano solo per il parametro ISEE

poco efficace

2.4 Suggerimenti

L'ultima parte del questionario riguarda, come anticipato, eventuali suggerimenti per migliorare la situazione degli accordi stipulati. I consigli dati dai rispondenti in merito al servizio valutato sono riassumibili in una maggior spesa per i servizi sociali, qualora sia possibile, nel controllo delle certificazioni ISEE pervenute e nell’implementazione della conoscenza dei servizi al cittadino Alcuni dei suggerimenti riportano migliorie già attuate nel corso del 2010. I suggerimenti per il miglioramento della negoziazione sociale sono stati molto esigui: ammontano soltanto a tre consigli per il miglioramento degli accordi di negoziazione sociale. Un primo appunto riguarda il criterio ISEE che non sarebbe una fotografia esaustiva della condizione economica delle famiglie, per cui si rendono necessarie valutazioni che integrino il parametro. Inoltre questo criterio presenterebbe forti limiti di attendibilità, in quanto gli strumenti di verifica a disposizione non consento un controllo adeguato. In secondo luogo si sottolinea come il singolo servizio o la particolare agevolazione contribuiscano in minima parte ad alleviare le difficoltà delle famiglie che vivono un disagio ormai conclamato, per fronteggiare il quale si dovrebbero pensare misure di più ampio respiro, che ovviamente richiedono una spesa più corposa. Un ultimo suggerimento è quello di omogeneizzare la negoziazione e di conseguenza le politiche sociali e le misure che le compongono in modo da evitare fratture consistenti sul territorio che si tradurrebbero in disparità di possibilità e risorse tra i cittadini.

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3. Gli accordi significativi dell'esperienza di contrattazione sociale realizzata in Piemonte nel 2008/2010 Elenco degli accordi:

ANCI –Legautonomie, CGIL, CISL, UIL: Patto Antievasione, 25 novembre 2010

Provincia Comune Anno

Lega Autonomie Locali Piemonte 2010 Alessandira Casale Monferrato 2011

Asti Asti 2010 Biella Valle Mosso 2010 Cuneo Bra 2010 Cuneo Bra 2010 Cuneo Cuneo 2010 Cuneo Saluzzo 2009 Cuneo Saluzzo 2008 Cuneo Venasca 2010 Novara Bellinzago Novarese 2010 Novara Conferenza dei Sindaci, Enti Gestori, ASL 2010 Novara Galliate 2010 Novara Novara 2010 Novara Novara 2011 Novara Romagnano Sesia 2010 Torino Alpignano 2010 Torino Caselle Torinese - Torino Collegno 2008 Torino Ciriè 2009 Torino Nichelino 2008 Torino Pinerolo 2009 Torino Proposte per l’Isee 2009 Torino Rivalta 2009 Torino Settimo Torinese 2010

Verbania Verbania 2010 Vercelli Cigliano 2011

Il testo integrale degli accordi in elenco viene riportato nell’appendice del presente rapporto.

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SECONDA PARTE 4. Il quadro statistico generale

L’osservatorio sulla contrattazione sociale territoriale istituito presso l’Ires Lucia Morosini nel 2004 ha ormai consolidato la propria attività e dopo un primo rapporto sperimentale realizzato nel 2005, che analizzava gli accordi firmati a partire dall’anno 2000. Nel 2009 è stato poi presentato un secondo rapporto che analizzava l’attività di contrattazione avvenuta nel triennio 2006-2008, periodo nel quale risultavano firmati 425 accordi pervenuti all’Osservatorio. Ad oggi l’analisi viene aggiornata con i documenti in materia di contrattazione sociale territoriale firmati durante il biennio 2009/20103. A partire dal 2010, inoltre, in maniera retroattiva, è stata rivista la classificazione per quel che concerne le tematiche trattate negli accordi, si in modo da rendere più precisa ed attuale l’analisi degli stessi, sia allo scopo di armonizzare le attività con la nuova classificazione nazionale. L’aggiornamento della classificazione anche degli accordi pregressi, si è resa necessaria al fine di descrivere in maniera puntuale le dinamiche ed il confronto tra i vari tra i vari periodi temporali.

L’osservatorio raccoglie in totale 972 accordi, che esemplificano l’attività di contrattazione svolta tra il 2000 ed il 2010, il cui andamento per anno viene rappresentato nel grafico 1. L’andamento dell’attività a partire dall’anno 2000 risulta chiaramente in crescita fino al 2008, anche se si registrano lievi cadute nel 2003 e 2005. Si segnalano in particolare i picchi positivi del 2004 e del 2007/2008. Il netto calo del 2009, con il passaggio dai 180 accordi del 2008 ai soli 109 dei 2009, può essere dovuto ad una maggior difficoltà a negoziare coi Comuni a seguito dell’inasprimento sia dei vincoli del Patto di Stabilità sia della crisi economica internazionale. Nel 2010, infine, assistiamo ad un nuovo incremento, con 129 accorid siglati. Si sottolinea in questa sede, come più volte verrà ribadito in nota, che gli accordi presi in esame sono “i soli” pervenuti all’osservatorio entro il dicembre 2010; la totalità degli accordi siglati, potrebbe quindi essere superiore a quella effettivamente riportata nell’analisi.

Grafico 1: Distribuzione degli "accordi" per anno

43

129

180

167

101 109

95

3427

5

82

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

3 Si informa il lettore che l’analisi riguarda esclusivamente gli accordi pervenuti all’osservatorio entro dicembre 2010

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Analizziamo il risultato in ordine alle province dove si è svolta la contrattazione. Il “tasso di diffusione” dell’attività di contrattazione riportato nel grafico 2, rappresenta il rapporto tra i Comuni oggetto di negoziazione appartenenti a una determinata provincia e il totale dei Comuni appartenenti alla stessa provincia ai 3 periodi corrispondenti alle 3 tornate contrattuali: 2000-2005, 2006-2008 e 2009/2010. Si può notare come in alcuni territori l’attività si sia decisamente ampliata durante il triennio 2006/2008; soprattutto nelle province di Novara, dove relativamente al periodo, il tasso di diffusione della contrattazione si attesta al 34,1% (a fronte del 27,3% registrato tra il 2000-2005), e di Torino, dove si registra la crescita più elevata di tale indice (dal 9,5% al 28,9%). Anche la giovane provincia del VCO (Verbano, Cusio, Ossola) ha registrato una buona diffusione della prassi di contrattazione, specie tra il 2006 ed il 2008. Per contro, in altri territori, come Vercelli, pare che l’attività contrattuale abbia subito un rallentamento a partire dal 2006, registrando nel triennio 2006/2008 un livello di diffusione decisamente inferiore a quello del periodo 2000-2005. Infine, nelle province di Cuneo e Biella, nelle prime 2 tornate contrattuali, il tasso di diffusione è rimasto pressoché costante. Nel biennio 2009/2010, invece, il tasso di diffusione è diminuito in molte realtà, come nel Verbano-Cusio-Ossola, dove, dopo l’incoraggiante 13,0% registrato nel 2006-2008, il tasso è sceso al 9,1%; a Torino, passa da 28,9% a 26,7%; Biella, da 11,0% a 9,8%; a Novara, dove il tasso è diminuito fortemente, passando dal 34,1% al 12,5%. A Vercelli il tasso in questione è invece aumentato dal 3,5% al 4,7%, così come a Cuneo, dove è passato dal 4,0% al 6,8%. Grafico 2: Tasso di diffusione provinciale della contrattazione (confronto tra tornate cotnrattuali) - (valori %)

13,0%

23,7%

2,4%

27,3%

9,5%

0,0%

5,8%

6,8%

9,1%

9,8%

26,7%

4,7%

12,5%

5,1%

1,1%

28,9%

3,5%

11,0%

4,0%

21,6%

34,1%

0,8%0,9%

9,8%

Alessandria

Asti

Biella

Cuneo

Novara

Torino

Verbano-Cusio-Ossola

Vercelli

Tasso di diffusione 2000-2005Tasso di diffusione 2006-2008Tasso di diffusione 2009-2010

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Le seguenti tabelle (Tab.1/a e Tab.1/b) illustrano in modo dettagliato il numero degli accordi firmati in ciascuna provincia tra il 2006-2008 e nel biennio 2009-2010. Tab. 1/a: Distribuzione degli accordi per territorio e per anno (valori %). Anni 2006/2008*

PROVINCIA

Anno Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino

Verbano Cusio-Ossola

Vercelli TOTALE

40 0 11 2 11 36 1 0 101 2006

39,6% 0,0% 10,9% 2,0% 10,9% 35,6% 1,0% 0,0% 100,0% 40 0 15 4 25 78 1 3 166

2007 24,1% 0,0% 9,0% 2,4% 15,1% 47,0% 0,6% 1,8% 100,0%

34 1 5 12 32 77 10 8 179 2008

19,0% 0,6% 2,8% 6,7% 17,9% 43,0% 5,6% 4,5% 100,0% 114 1 31 18 68 191 12 11 446 (*) Totale

25,6% 0,2% 7,0% 4,0% 15,2% 42,8% 2,7% 2,5% 100,0%

* Esclusi i 2 accordi Regionali sottoscritti da Sindacati, ANCI e Legautonomie, nel 2007 e 2008. Nel 2008 nella provincia di Biella, in diversi Comuni, il Sindacato non ha sottoscritto accordi, per la scelta delle Amministrazioni di aumentare unilateralmente l’addizionale Irpef. Tab. 1/b: Distribuzione degli accordi per territorio e per anno (valori %). Anni 2009/2010

PROVINCIA

Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino

Verbano Cusio-Ossola

VercelliTOTALE

2009 0 0 6 27 13 60 0 3 109 0,0% 0,0% 5,5% 24,8% 11,9% 55,0% 0,0% 2,8% 100,0%

2010 2 7 6 26 4 76 7 1 129 1,6% 5,4% 4,7% 20,2% 3,1% 58,9% 5,4% 0,8% 100,0%

Totale 2 7 12 53 17 136 7 4 238 0,8% 2,9% 5,0% 22,3% 7,1% 57,1% 2,9% 1,7% 100,0%

Il 96,9% degli accordi raccolti tra il 2006 ed il 2008 risultano siglati con i Comuni mentre nell’ultimo biennio tale percentuale risulta in diminuzione, attestandosi attorno al 94,5%. In crescita risultano essere invece gli accordi firmati con le ASL (il 2,1%), oltre ad un ulteriore 2,9% con “altri enti”, nello specifico Banche e Grande Distribuzione. Tab. 2: Distribuzione degli enti con cui si è contrattato nel triennio 2006-2008 e nel biennio 2009-2010

2006/2008 2009/2010 Tipo Ente Numero

Accordi %

Numero Accordi

%

Comune 434 96,9% 225 94,5% Comunità Montana 6 1,3% 1 0,4% Asl 3 0,7% 5 2,1% Consorzio 2 0,4% 0 0,0% Circoscrizione 1 0,2% 0 0,0% Anci 2 0,4% 0 0,0% Altro 0 0,0% 7 2,9% Totale 448 100,0% 238 100,0%

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Nel dettaglio, nel triennio 2006-2008, la contrattazione ha riguardato 195 distinti comuni, per lo più concentrati nell’area Torinese (91 casi) e con buona partecipazione delle amministrazioni locali dell’Alessandrino e del Novarese; nel biennio 2009/2010, sono state invece coinvolte 138 Amministrazioni Comunali, la cui distribuzione territoriale differisce in alcuni casi anche in maniera sostanziale rispetto al periodo precedente. Nella provincia di Alessandira, solamente 2 comuni infatti siglano almeno un accordo con le OO.SS., così come in decisa flessione risulta la partecipazione delle amministrazioni della provincia di Novara (da 30 ad 11 casi). Nel complesso comunque, tra il 2000 ed il 2010, l’attività di contrattazione ha coinvolto ben 252 distinti Comuni. Tab. 3:Numero comuni coinvolti nell’attività di contrattazione, per provincia

Comuni coinvolti nalla contrattazione Provincia

2006/2008 2009/2010 Alessandria 41 2 Asti 1 6 Biella 9 8 Cuneo 10 17 Novara 30 11 Torino 91 84 Verbano-Cusio-Ossola 10 7 Vercelli 3 3

Totale 195 138

Nella tavola sinottica sottostante abbiamo riassunto l’attività contrattuale generale indicando per ciascun comune coinvolto l’anno in cui si è firmato l’accordo. Questo lavoro ci permette di evidenziare situazioni molto eterogenee; esistono infatti comuni con una attività contrattuale consolidata (ad esempio Borgomanero, Carmagnola, Collegno) nei quali negli ultimi anni sono stati firmati accordi in modo pressoché continuativo (anche se per il 2010 non sono ancora disponibili gli accordi relativi a questi enti). Esistono poi comuni in cui invece l’attività contrattuale è frammentata, si interrompe e poi riprende lungo il corso degli anni (ad esempio Chieri, Grugliasco, Nichelino, ecc…). Un’altra tipologia che spicca è quella dei comuni con attività contrattuale recente dove gli accordi sono stati firmati solo a partire dal 2006/2007 (ad esempio Albano d’Ivrea, Banchette, Caselette, Gavi, Locana, Lucerna San Giovanni, Mazzè ecc…) Questi sono i comuni di nuova acquisizione, importanti come segnale di divulgazione e diffusione della pratica negoziale, nella maggior parte dei casi confermata anche per l’anno 2009. L’ultima tipologia di comuni è quella con attività contrattuale bloccata; si tratta di comuni nei quali l’attività contrattuale ben partita nei primi anni del duemila, si è improvvisamente bloccata (tra questi in particolare segnaliamo i comuni di Alice Bel Colle, Denice, Merana, Melazzo, ecc…)4. In questi comuni l’attività contrattuale ha subito negli anni una battuta d’arresto, le cui cause sarebbe bene analizzare.

4 Come si vede dalla tavola sinottica si tratta per lo più dei comuni situati in provincia di Alessandria.

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Tavola sinottica: Comuni in cui è stato firmato almeno un accordo da 2000 al 2010

Comune Prov. 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Totale

Acqui Terme AL X X X X 4 Agrate Conturbia NO X X X 3 Airasca TO X X X X X 5 Alba CN X X X 3 Albiano d'Ivrea TO X X 2 Alessandria AL X X X X X 5 Alice Bel Colle AL X X X 3 Almese TO X X X X X 5 Alpignano TO X X X X X X 6 Andorno micca BI X X X X X 5 Antrona Schieranco VB X 1 Armeno NO X 1 Arona NO X X X X X X 6 Arquata Scrivia AL X X X X 4 Asti AT X X X 2 Avigliana TO X X X X X X X 7 Balangero TO X X 2 Baldissero Torinese TO X X X 3 Balzala AL X X X 3 Banchette TO X X X X 4 Bardonecchia TO X 1 Barge CN X X 2 Bassignana AL X X X 3 Baveno VB X X 2 Beinasco TO X X X X X 5 Bellinzago Novarese NO X X X X 4 Biella BI X X X X 4 Ristagno AL X X X X X X 6 Boca NO X 1 Bolzano Novarese NO X X 2 Borgaro Torinese TO X X X X X X 6 Borgo San Dalmazzo CN X X X X 3 Borgo Ticino NO X X 2 Borgo Vercelli VC X 1 Borgofranco d'Ivrea TO X X 2 Borgolavezzaro NO X X 2 Borgomanero NO X X X X X X X X X X 10 Borgone Susa TO X X X 3 Borgosesia VC X 1 Bosco Marengo AL X X X X 4 Bosconero TO X X 2 Bra CN X X X 3 Brandizzo TO X 1 Briona NO X X 2 Bruino TO X X X X X 5 Brufolo TO X X 2 Busano TO X 1 Busca CN X 1 Bussoleno TO X X X X X 5 Caluso TO X X X X 4 Cameri NO X X 2 Candelo BI X X X X 4 Candiolo TO X 1 Canelli AT X 1

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Comune Prov. 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Totale

Cannobio VB X X 1 Caraglio CN X 1 Carignano TO X X X X 4 Carmagnola TO X X X X X X X X 8 Carpignano Sesia NO X X X 3 Cartosio AL X X X 3 Casalbeltrame NO X X 2 Casale Corte Cerro VB X 1 Casale Monferrato AL X X X X X 5 Casalvolone NO X X 2 Caselette TO X X X X 4 Caselle Torinese TO X X X X X X 6 Cassine AL X X X X 4 Castellamonte TO X X 2 Castellazzo Bormida AL X X X X X 5 Castelletto d'Erro AL X 1 Castelletto Monferrato AL X 1 Castelletto sopra Ticino NO X X X X X 5 Castelnuovo Bormida AL X X X X 4 Castelnuovo Scrivia AL X X X X 4 Cavaglia' BI X X X 3 Cavaglio d'Agogna NO X 1 Cavatore AL X 1 Cavour TO X 1 Cerano NO X X X X 4 Cerrina AL X X X 3 Ceva CN X 1 Chianocco TO X X X X 4 Chiaverano TO X 1 Chieri TO X X X X X 5 Chiasso TO X X X X X 5 Cigliano VC X X X X 3 Cirie' TO X X X X X X 6 Collegno TO X X X X X X X X X 9 Condove TO X X X X 4 Corio TO X X 2 Cossato BI X X X X X 5 Costigliole d'Asti AT X 1 Cressa NO X X X X X 5 Cumiana TO X X X 3 Cuneo CN X X X X X X 6 Cuorgne' TO X 1 Cureggio NO X X X 3 Denice AL X 1 Dogliani CN X 1 Domodossola VB X 1 Dormelletto NO X 1 Cruento TO X 1 Favria TO X X 2 Felizzano AL X 1 Fiorano Canavese TO X X 2 Fontaneto d'Agogna NO X X X X X 5 Forno Canavese TO X X X X X 5 Fossano CN X X X X X 5 Frassineto Po AL X X X 3

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Comune Prov. 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Totale

Frossasco TO X X X X 4 Frugarolo AL X X X 3 Fubine AL X X X 3 Gaglianico BI X X X X X 5 Galliate NO X X X X X 5 Garessio CN X 1 Gavi AL X 1 Giaveno TO X 1 Gozzano NO X X X X X 5 Gravellona Toce VB X X 1 Grignasco NO X 1 Grognardo AL X X 2 Grugliasco TO X X X X X 5 Invorio NO X X 2 Ivrea TO X X X X 4 La Loggia TO X X X X X X X 7 Lanzo Torinese TO X X 2 Leini' TO X 1 Lesa NO X X 2 Livorno Ferraris VC X 1 Locana TO X X X 3 Lombriasco TO X 1 Luserna San Giovanni TO X 1 Malvicino AL X 1 Manta CN X X 2 Mazze' TO X X 2 Melazzo AL X X X 3 Marana AL X 1 Miasino NO X 1 Mirabello Monferrato AL X 1 Molare AL X 1 Momo NO X X 2 Mompantero TO X 1 Moncalieri TO X X X X X X 6 Mondovi' CN X X X 3 Montalto Dora TO X X X X 4 Montechiaro d'Acqui AL X X 2 Montecrestese VB X 1 Morano sul Po AL X X 2 Morbello AL X 1 Moretta CN X X X 3 Morsasco AL X X X 3 Murisengo AL X 1 Nichelino TO X X X X X X X 7 Nizza Monferrato AT X 1 Nole TO X X X X 4 None TO X X X X X X X 7 Novara NO X X X X X X 6 Novi ligure AL X X X X X X 6 Occimiano AL X X X 3 Oleggio NO X X X 3 Oleggio Castello NO X X X X X X 6 Omega VB X X X 3 Orbassano TO X X X X X 5 Orio Canavese TO X 1

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Comune Prov. 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Totale

Ormea CN X 1 Orsara Bormida AL X X X X 4 Ovada AL X X X X X X 6 Pancalieri TO X X X 3 Pareto AL X X 2 Pavone Canavese TO X X 2 Pecetto di Valenza AL X X 2 Pecetto Torinese TO X X X 3 Perosa Argentina TO X 1 Pianezza TO X X 2 Piasco CN X 1 Pinerolo TO X X X X X X X 7 Pino Torinese TO X X X X 4 Piossasco TO X X X X 4 Piscina TO X X X X 4 Pombia NO X X 2 Pont-Canavese TO X X X 3 Pontecurone AL X X X X 4 Ponti AL X X 2 Ponzone AL X X 2 Pozzolo Formigaro AL X X X X 4 Prasco AL X X X 3 Prato Sesia NO X 1 Pray BI X 1 Predona AL X 1 Quargnento AL X X X 3 Quattordio AL X 1 Recetto NO X 1 Ricaldone AL X X X 3 Riva Presso Chieri TO X X 2 Rivalta Bormida AL X X X 3 Rivalta di Torino TO X X X X X 5 Rivara TO X 1 Rivoli TO X X X X X X X 7 Robassomero TO X X X 3 Rocca grimalda AL X X X 3 Romagnano Sesia NO X X X X X X X 7 Romano Canavese TO X X 2 Romentino NO X X X 3 Rubiana TO X X 2 Sale AL X X X 3 Saluggia VC X X 2 Saluzzo CN X X X X X X 6 Samone TO X X X X 4 San Benigno Canavese TO X 1 San Damiano D'Asti AT X 1 San Giorgio Canavese TO X X 2 San Giusto Canavese TO X X X X 4 San Maurizio Canavese TO X X X X X 5 San maurizio d'Opaglio NO X X X X 4 San Salvatore Monferrato AL X X X 3 San Secondo di Pinerolo TO X 1 Sant'Ambrogio di Torino TO X 1 Sant'Antonino di Susa TO X X X X X 5 Santona TO X 1

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Comune Prov. 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Totale

Savigliano CN X X X X 4 Serravalle Scrivia AL X X X 3 Sestriere TO X X 2 Settimo Torinese TO X X X X X 5 Silvano d'Orba AL X 1 Sozzago NO X X 2 Sparone TO X 1 Spigno Monferrato AL X X X 3 Strambino TO X X X X 4 Stresa VB X X 1 Stremi AL X X X 3 Suno NO X X 2 Susa TO X X X 3 Terdobbiate NO X X 2 Terzo AL X X 2 Ticineto AL 0 Torino TO X X X X X X X X 8 Torrazza Piemonte TO X X 2 Torre Pellice TO X X 2 Tortona AL X X X X X 5 Trecate NO X X X X X X X 7 Trivero BI X X X X 4 Trofarello TO X X X X X X X X 8 Vaie TO X 1 Valduggia VC X 1 Valenza AL X X X 3 Valle Mosso BI X X X X X X 6 Vallo Torinese TO X 1 Valperga TO X 1 Varallo Pombia NO X X 2 Venaria Reale TO X X X X X X X 7 Venasca CN X 1 Venaus TO X X 2 Verbania VB X X X 3 Vercelli VC X X 2 Vigliano biellese BI X X X X X X 6 Vignale Monferrato AL X X 2 Vigone TO X X 2 Villadossola VB X 1 Villafranca Piemonte TO X X X X X 5 Villanova D'Asti AT X 1 Villanova Monferrato AL X X 2 Villar Dora TO X 1 Villar Perosa TO X X 2 Villastellone TO X X X X 4 Vinoso TO X X X X 4 Visone AL X X X 3 Volpedo AL X X X X 4 Volpiano TO X X X X 4 Voliera TO X X 2

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Nel primo rapporto, riferito al periodo 2000-2005, si era visto come l’attività contrattuale territoriale piemontese coinvolgesse soprattutto i comuni medio-grandi, dove il sindacato è più presente. Nel triennio seguente poi (2006/2008) la pratica contrattuale ha iniziato a diffondersi in modo capillare anche nei comuni medio–piccoli, tendenza che ha avuto conferme anche negli accordi riguardanti il biennio 2009/2010. Il grafico 3 evidenzia la distribuzione degli accordi firmati nei periodi 2000-2005, 2006-2008 e 2009/2010, con gli enti classificati per ampiezza demografica; si nota in particolare il significativo aumento, come già detto, dell’incidenza percentuale dei piccoli Comuni (con popolazione compresa tra i 1.000 e i 5.000 abitanti). Dal 30% rilevato nel 2000-2005, si supera la soglia del 45% circa del triennio successivo, per poi tornare su valori comunque elevati (37%) nel 2009/2010; in costante crescita è inoltre la quota dei Comuni con popolazione compresa tra 5.000 e 15.000 abitanti (dal 16,1% al 28,4%.). Diminuisce invece la quota percentuale dei Comuni “piccolissimi” con meno di mille abitanti (dal 17,5% fino al 2005, al 4,4% del 2006/2008, fino praticamente ad annullarsi nell’ultimo biennio) e dei Comuni più grandi (dal 9% al 6% circa). Tab.4: Distribuzione degli accordi sottoscritti con i Comuni per ampiezza demografica

2006/2008 2009/2010 Ampiezza demografica

Comuni Numero Accordi

% Numero Accordi

%

fino a 1.000 Abitanti 18 4,1% 3 1,3% 1.001 - 5.000 Abitanti 196 45,2% 83 36,9% 5.001 - 15.000 Abitanti 104 24,0% 64 28,4% 15001 - 50.000 Abitanti 90 20,7% 61 27,1% oltre 50.001 Abitanti 26 6,0% 14 6,2%

Totale 434 100,0% 225 100,0% Grafico 3: Distribuzione degli accordi per ampiezza demografica (confronto con 2000-2005) valori %

27,5%

1,3%

36,9%

28,4%

27,1%

6,2%

16,1%

17,5%

29,9%

9,0%

24,0%

20,7%

4,1%

45,2%

6,0%

fino a 1.000 Abitanti

1.001 - 5.000 Abitanti

5.001 - 15.000 Abitanti

15001 - 50.000 Abitanti

oltre 50.001 Abitanti

Distribuzione 2009-2010Distribuzione 2006-2008Distribuzione 2000-2005

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Nelle tabelle 5/a e 5/b evidenziamo il numero degli accordi firmati nelle ultime 2 tornate contrattuali, ulteriormente suddivise in ciascun anno cui fanno riferimento i documenti in nostro possesso, secondo le classi di ampiezza demografica del comune firmatario. Relativamente al periodo 2006/2008, si può notare, anche su base annua, la diminuzione dei “grandi comuni” coinvolti nell’attività di contrattazione, con un conseguente aumento, sia a livello assoluto che percentuale, dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti (da 41 casi del 2006 a 98 del 2008). Tra il 2009 ed il 2010 poi, tale tendenza appare confermata, nonostante la contrattazione coinvolga solo marginalmente (1,3%) i comuni fino a 1.000 abitanti, e si sposti invece verso una facia demografica che va tra i 1.000 ed i 15.000 abitanti, nella quale ricadono oltre il 75% degli accordi siglati con i comuni.

Tab. 5/a. Distribuzione degli accordi per anno e ampiezza demografica dei Comuni. Anni 2006/2008

AMPIEZZA DEMOGRAFICA

fino a 1.000 Abitanti

1.001 - 5.000 Abitanti

5.001 - 15.000 Abitanti

15001 - 50.000 Abitanti

oltre 50.001 Abitanti

TOTALE

2 39 23 27 9 100 2006

2,0% 39,0% 23,0% 27,0% 9,0% 100,0% 8 67 42 32 10 159

2007 5,0% 42,1% 26,4% 20,1% 6,3% 100,0%

8 90 39 31 7 175 2008

4,6% 51,4% 22,3% 17,7% 4,0% 100,0% 18 196 104 90 26 434

Totale 4,1% 45,2% 24,0% 20,7% 6,0% 100,0%

Tab. 5/b. Distribuzione degli accordi per anno e ampiezza demografica dei Comuni. Anni 2009/2010

AMPIEZZA DEMOGRAFICA

fino a 1.000 Abitanti

1.001 - 5.000 Abitanti

5.001 - 15.000 Abitanti

15.001 - 50.000 Abitanti

oltre 50.001 Abitanti

TOTALE

0 37 28 28 8 101 2009

0,0% 36,6% 27,7% 27,7% 7,9% 100,0% 3 46 36 33 6 124

2010 2,4% 37,1% 29,0% 26,6% 4,8% 100,0%

3 83 64 61 14 225 Totale

1,3% 36,9% 28,4% 27,1% 6,2% 100,0%

La tabella 6 invece evidenzia il tasso di copertura della contrattazione calcolato in ogni territorio sulla base della popolazione residente5.

5 Per gli anni 2008/2009/2010 la copertura è stata calcolata sulla popolazione di ciascuna provincia al 31.12.2007.

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Tab. 6: Copertura dell’attività di contrattazione: % popolazione coperta dall’attività di contrattazione per anno e per provincia

Provincia 2006 2007 2008 2009 2010 Alessandria 69,6% 69,5% 49,0% 0,0% 12,8% Asti 0,0% 0,0% 34,8% 0,0% 53,7% Biella 23,6% 52,8% 33,0% 44,4% 10,6% Cuneo 12,5% 11,2% 29,1% 39,1% 39,4% Novara 21,1% 58,5% 72,7% 46,9% 10,6% Torino 27,5% 76,6% 71,2% 72,2% 75,9% Verbano-Cusio-Ossola 9,9% 19,2% 57,9% 0,0% 47,5% Vercelli 0,0% 4,9% 6,2% 11,5% 2,6%

Totale 25,9% 55,9% 57,0% 48,7% 51,5%

* si ricorda che per l’anno 2010 il numero degli accordi firmati acquisiti potrebbe non essere completo In numerosi comuni piemontesi la pratica contrattuale è ormai consolidata; tanto che, a volte, nel corso dello stesso anno amministrazione e sindacati sottoscrivono più di un accordo. L’analisi dei dati (Tab.7) mostra come questa tendenza sia stata particolarmente rilevante nel triennio 2006/2008, periodo nel quale ben 66 enti hanno siglato con le OO.SS. almeno 3 accordi.. Tra il 2009 ed il 2010, invece, questo andamento appare decisamente mitigato, e si registra una netta diminuzione del numero di Comuni che hanno sottoscritto 2 o più accordi. Scendono infatti da 72 a 55 i Comuni con 2 accordi all’attivo nel biennio, da 48 a 5 quelli con 3 accordi e da 9 a 3 quelli con 3 accordi. Allo stesso tempo, però, è interessante registrare che il numero di Comuni con un solo accordo è in crescita, da 57 a 72, dato che probabilmente ci spiega come i Comuni che nei periodi passati sottoscrivevano più accordi non abbiamo smesso di siglarne, ma si siano limitati ad uno, in larga parte. Bisogna comunque considerare come il confronto diretto sia a svantaggio dell’ultima tornata contrattuale anche a causa del periodo temporale più breve (2 anni anziché 3). Tab. 7: numero di accordi firmati in ciascun comune nei tre periodi di riferimento.

n° comuni Numero di accordi sottoscritti per ciascun

comune 2000-2005 2006-2008 2009-2010

1 58 57 72 2 34 72 55 3 20 48 5 4 5 9 3 5 1 5 2 6 0 1 1 7 0 2 0 8 0 1 0

Totale comuni coinvolti 118 195 138

Allo stesso tempo, nel 2006 – 2008 è cresciuto notevolmente il numero dei Comuni che hanno sperimentato per la prima volta le prassi della contrattazione territoriale. Infatti, la sperimentazione ha riguardato ben 104 Comuni, cioè il 54% delle (191) Amministrazioni che hanno sottoscritto accordi con i sindacati nel periodo considerato. Nel 2008 le “new entry” sono state 32. Nel 2009/2010 ulteriori 12 nuove amministrazioni comunali sono state poi coinvolte dall’attività di contrattazione territoriale. Come si evince dalla tabella 8 e dal grafico 4, tra il 2006 ed il 2008, le Amministrazioni comunali che hanno sperimentato per la prima volta la contrattazione territoriale, sono localizzate soprattutto nelle province di Torino, Alessandria e Novara.

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Negli anni successivi, invece, i Comuni che hanno svolto per la prima volta la contrattazione territoriale sono localizzati principalmente nella provincia di Torino (15 Comuni nel 2008 e 14 tra il 2009 ed il 2010); in provincia di Asti, inoltre, 5 comuni hanno avviato l’attività di negoziazione nel biennio 2009/2010, oltre a 7 in provinicia di Cuneo, 1 nel territorio del Verbano e 2 nella zona diVercelli. Il successivo grafico 4 rende efficacemente visibile la concentrazione in Provincia di Torino dei Comuni che sperimentano la contrattazione sociale per la prima volta nell’arco di tempo considerato. Tab. 8: Comuni nei quali la contrattazione sociale si è svolta per la prima volta, suddivisi per periodo temporale e per province*

Nuovi Comuni nel periodo 2006-2008

Nuovi Comuni nell’anno 2008

Nuovi Comuni nel biennio 2009/2010

Alessandria 20 5 0 Asti 0 0 5 Biella 1 0 0 Cuneo 4 2 7 Novara 12 1 0 Torino 54 15 14 Verbano-Cusio-Ossola 10 8 1 Vercelli 3 1 2 TOTALE 104 32 29

* 87 dei 191 Comuni che hanno negoziato con il Sindacato nel periodo 2006-2008, hanno avviato la contrattazione nel 2000-2005 Grafico 4: Comuni che per la prima volta hanno sperimentato la contrattazione territoriale suddivisi per periodo temporale e provincia

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbano-Cusio-Ossola

Vercelli

2006/2008 2008 2009/2010

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5. Le caratteristiche della rappresentanza sindacale I dati analizzati segnalano alcune importanti variazioni emerse tra l’analisi del periodo 2000-2005, quella che ha per oggetto la contrattazione svolta nel 2006-2008, e l’ultimo aggiornamento riguardante il biennio 2009/2010. La variazione più rilevante osservabile dal grafico 5 è relativa alla tendenza in corso che vede la pratica contrattuale divenire sempre più appannaggio confederale6. Diminuiscono infatti, in maniera decisa, gli accorsi firmati esclusivamente dallo SPI, così come, seppur con modalità meno accentuate, quelli firmati esclusivamente dalla CGIL. Il dato più rilavante, tuttavia, è dato dall’aumento, avvenuto dopo una leggera flessione nel periodo precedente, degli accordi firmati in modo congiunto, che passano dal 58,7% del periodo 2006/2008 al 78,8% del biennio 2009/2010. Grafico 5 – I soggetti Cgil firmatari degli accordi (confronto 2000-2005 / 2006-2008 / 2009/2010) (valori %)

60,1%

18,3%

21,6%

58,7%

25,8%

15,5%

78,8%

19,9%

1,3%

0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% 80,0% 90,0%

Cgil-Spi

Cgil

Spi

Soggetti Firmatari 2000/2005 Soggetti Firmatari 2006/2008 Soggetti Firmatari 2009/2010

6 L’analisi è relativa ai 515 accordi (sottoscritti con Comuni, Asl, Comunità montane e altri enti territoriali) pervenuti in tempo utile al fine di elaborare le informazioni rilevate

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6. Le aree tematiche della contrattazione Sino ad ora abbiamo analizzato la pratica contrattuale dal punto di vista dell’estensione e della penetrazione territoriale. Passiamo ora ad osservare ed analizzare le caratteristiche riguardanti i contenuti degli accordi stessi, secondo la nuova classificazione di temi ed argomenti, introdotta nei primi mesi del 2011. D’ora in avanti l’analisi prenderà in considerazione i dati relativi ai 515 accordi sottoscritti dagli enti territoriali nel periodo 2006-2010, quelli cioè acquisiti in tempo utile al fine di elaborare le informazioni rilevate. Nel dettaglio si tratta di 277 accordi sottoscritti nel triennio 2006/2008 (266 gli accordi firmati con i Comuni) mentre i restanti 238 interessano il biennio 2009/2010 (225 sottoscritti con i Comuni). Facciamo precedere la descrizione delle tematiche affrontate negli accordi da una puntualizzazione necessaria: ciascun documento affronta ormai un numero sempre maggiore di argomenti. In questo quinquennio abbiamo raccolto accordi che facevano riferimento anche a 30 temi contemporaneamente; risulta quindi evidente come spesso, ad oggi, il momento di stipula dell’accordo divenga momento non solo importante, ma unico, di incontro tra le parti, momento in cui si affrontano tutte in una volta tematiche diverse ma ugualmente importanti per la qualità della vita dei cittadini. Come accennato nell’introduzione l’osservatorio ha recentemente modificato, ma non stravolto, il criterio di analisi dei temi utilizzati, aggiornando la classificazione anche per gli accordi siglati in precedenza.; tale criterio conserva comunque l’impostazione l’analisi sulla codifica delle argomentazioni basate sulla suddivisione in aree tematiche; ciascuna area tematica comprende, secondo uno schema ad albero, più sottotemi. L’operazione effettuata è stata quella di rivisitare ed aggiungere laddove mancanti alcune tematiche, così come quella di aggregare/disaggregare alcuni temi ridondanti o spesso di codifica non univoca. Seppur minime, queste modifiche rendono difficoltoso il confronto immediato con la situazione precedente il 2006, che tuttavia è possibile nelle linee di massima consultando il 1° Rapporto 2005. Distintamente per il periodo 2006/2008 ed il biennio 2009/2010, riportiamo nelle tabelle seguenti (tab.9/a e tab.9/b) le aree tematiche trattate dagli accordi e la frequenza con cui esse si ripetono. Come è facilmente intuibile, ciascun accordo può trattare più aree tematiche. Tab. 9/a - Distribuzione delle aree tematiche negoziate. 2006/2008 (aggiornata)

E’ stata trattata

n° volte % sul totale degli accordi raccolti

Sistema fiscale e agevolazioni 249 89,9% Premessa politica, relazioni sindacali, modalita' procedurali 215 77,6% Infanzia e adolescenza, politiche educative e dell'istruzione 166 59,9% Politiche socio assistenziali 164 59,2% Politiche abitative e del territorio 142 51,3% Esclusione, poverta' e vulnerabilita' 131 47,3% Politiche socio sanitarie 127 45,8% Politiche di bilancio 115 41,5% Politiche del lavoro e dello sviluppo 97 35,0% Discriminazione, pari opportunita', immigrazione 30 10,8% Pubblica amministrazione e politiche del personale 17 6,1% Politiche e strumenti della partecipazione e cittadinanza attiva 11 4,0% Sicurezza 5 1,8% Politiche per la cultura, lo sport e il tempo libero 1 0,4%

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Nel triennio 2006/2008 l’area tematica più frequente è quella relativa al “Sistema fiscale e agevolazioni”, trattata in 249 accordi su 277 (89,9%); segue poi il tema delle relazioni sindacali, le premesse politiche e più in genere le modalità procedurali (77,6%) ed il tema dell’infanzia ed adolescenza, comprensivo anche delle politiche educative e dell’istruzione (59,9%); appena inferiore la quota di accordi in merito delle politiche socio-assistenziali (59,2%). Va sottolineato, inoltre, tra il 2006 ed il 2008 si rilevano nuove materie oggetto di contrattazione, come ad esempio la sicurezza urbana, e si riscontra un marcato aumento della contrattazione inerente politiche per il lavoro e per l’occupazione, argomento affrontato nel 34,7% degli accordi.

Tab. 9/b - Distribuzione delle aree tematiche negoziate. 2009/2010

L'argomento è stato trattato n°. volte

% sul totale degli accordi raccolti nello stesso anno Area Tematica negoziata

2009 2010 2009-2010 2009 2010 2009-2010 Sistema fiscale e agevolazioni 89 112 201 81,7% 86,8% 84,5% Politiche del lavoro e dello sviluppo 64 92 156 58,7% 71,3% 65,5% Premessa politica, relazioni sindacali, modalita' procedurali 52 98 150 47,7% 76,0% 63,0% Infanzia e adolescenza, politiche educative e dell'istruzione 60 86 146 55,0% 66,7% 61,3% Politiche socio assistenziali 63 67 130 57,8% 51,9% 54,6% Politiche di bilancio 27 81 108 24,8% 62,8% 45,4% Politiche abitative e del territorio 32 60 92 29,4% 46,5% 38,7% Esclusione, poverta' e vulnerabilita' 23 65 88 21,1% 50,4% 37,0% Politiche socio sanitarie 17 23 40 15,6% 17,8% 16,8% Discriminazione, pari opportunita', immigrazione 4 9 13 3,7% 7,0% 5,5% Sicurezza 2 8 10 1,8% 6,2% 4,2% Politiche per la cultura, lo sport e il tempo libero 0 5 5 0,0% 3,9% 2,1% Politiche e strumenti della partecipazione e cittadinanza attiva 0 1 1 0,0% 0,8% 0,4% Pubblica amministrazione e politiche del personale 0 0 0 0,0% 0,0% 0,0% Nell’ultimo biennio considerato (2009/2010) permane la presenza frequente di tematiche inerenti il sistema fiscale e le agevolazioni (84,5%) e delle relazioni sindacali, seppure in diminuzione (63,0%). Sulla scia della crisi economica internazionale, aumentano gli accordi che si interessano di “Politiche del lavoro e dello sviluppo” (57,0%). Riguardo quest’area tematica, da sottolineare anceh il trend 2009/2010, con un aumento dell’incidenza del tema sulla totalità degli accordi di circa il 30%. Abbiamo già evidenziato che ogni argomento al suo interno contiene più temi la cui frequenza è riportata in tabella 10/a (per il periodo 2006/2008) ed in tabella 10/b (per il biennio 2009/2010):

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Tab. 10/a - Distribuzione degli temi negoziati. 2006/2008

Il tema è stato trattato n° volte

% sul totale degli accordi raccolti

ICI aliquote, detrazioni, recupero evasione 186 67,1% IRPEF 148 53,4% Certificazione ISEE, Criteri, regolamenti, monitoraggio 135 48,7% Relazioni sindacali 135 48,7% Premessa politica 131 47,3% TARSU, TIA, esenzioni, agevolazioni 113 40,8% Sostegno economico (forme diverse di assegni di cura, minimo vitale) 92 33,2% Azioni di contenimento degli aumenti di rette, tariffe 89 32,1% Piani sociali di zona - ruolo lpab 87 31,4% Confronto preventivo sul bilancio 82 29,6% Verifiche periodiche nel corso dell'anno 82 29,6% Interventi di sostegno alla disabilita' (anche attraverso l'utilizzo di volontari) 80 28,9% Fondo per l'affitto, Fondi di garanzia, 79 28,5% Passaggio da TARSU a tariffa esenzioni, agevolazioni, FONDI 69 24,9% Azioni a favore di domiciliarita' 65 23,5% Politiche di lotta all'evasione 63 22,7% Programmazione socio-sanitaria, delega ai consorzi 60 21,7% Misure di contrasto alla poverta' e prevenzione rischio sociale 57 20,6% Politiche giovanili 56 20,2% Mense scolastiche 52 18,8% Emergenza abitativa,sfratti,morosita' 48 17,3% Piani di Edilizia residenziale pubblica-incremento patrimonio 47 17,0% Asili nido:rette 46 16,6% Centri estivi 45 16,2% Servizi ed erogazioni per la promozione dell'occupazione 45 16,2% Politiche per la prima infanzia 44 15,9% Tariffe trasporti locali 44 15,9% Strutture residenziali - case protette 40 14,4% Mobilita' urbana - traffico- piste ciclabili - trasporto collettivo 37 13,4% Attivazione tavoli di confronto-tecnici 35 12,6% Integrazione scolastica bambini disabili 34 12,3% Soggiorni climatici 33 11,9% Centri sociali anziani-educazione-orti-lavori 32 11,6% Politiche di sostegno casa, integrazione sociale e scolastica - immigrati 30 10,8% Giudizi sulla finanziaria del Governo 30 10,8% Lotta al lavoro irregolare-equiparazione trattamenti-monitoraggio 30 10,8% Politiche di sostegno alla famiglia 29 10,5% Scuole dell'infanzia materne 28 10,1% Sviluppo sostenibile, ambiente, raccolta differenziata 25 9,0% Diritto allo studio pre e post scuola 24 8,7% Asili nido:ampliamento servizio 21 7,6% Piani per la salute 19 6,9% Tariffe MultiUtility acqua,gas,luce,telefono 19 6,9% Sostegno ai lavoratori CIG o in mobilita' 18 6,5% Centri diurni 17 6,1% Asili nido:mense scolastiche 17 6,1% Politiche del lavoro e dello sviluppo 17 6,1%

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Rete integrata degli sportelli sociali 16 5,8% Valutazioni sugli indirizzi e le linee di bilancio-bilanci 16 5,8% Definizione delle procedure di confronto 15 5,4% ERP a canone calmierato per anziani-ERP anziani 14 5,1% Liste d'attesa per strutture residenziali e/o semiresidenziali 13 4,7% Altre fonti di finanziamento 13 4,7% Asili nido:riduzione liste d'attesa 12 4,3% Asili nido:costruzione nuovi nidi 12 4,3% Telesoccorso 11 4,0% Fondi per l'ampliamento servizi scolastico-educativi 11 4,0% Carta dei servizi, informazioni 11 4,0% Arredo urbano-barriere architettoniche 10 3,6% Valutazione e ricadute costi del personale 10 3,6% Fondo non autosufficienza 8 2,9% Assistenza domiciliare integrata (Adi) 8 2,9% Infanzia e adolescenza, politiche educative e dell'istruzione 8 2,9% Valorizzazione e regolarizzazione del lavoro di cura 7 2,5% Monitoraggio, Osservatori) 6 2,2% Accordi sui prezzi (Osservatorio e prezzi calmierati) 6 2,2% Politiche di sviluppo dei Patti territoriali 6 2,2% Convenzione strutture private (riduzione di liste di attesa) 5 1,8% Piano Regolatore generale 5 1,8% Contratti di quartiere 5 1,8% Aree per insediamenti industriali 5 1,8% Rinvio a contrattazione di comparto 5 1,8% Interventi in infrastrutture 4 1,4% Politiche a favore di detenuti ed ex detenuti 3 1,1% Tassazione di scopo 3 1,1% Contratti atipici 3 1,1% Politiche socio assistenziali 2 0,7% Diritti di cittadinanza 2 0,7% Sistema fiscale e agevolazioni 2 0,7% Piani per la sicurezza urbana, attivita' culturali 2 0,7% Polizze assicurative per anziani e vittime di reati 2 0,7% Politiche socio sanitarie 1 0,4% Politiche abitative e del territorio 1 0,4% Sviluppo ambientale 1 0,4% Sicurezza 1 0,4% Politiche per la cultura, lo sport e il tempo libero 1 0,4% Premessa politica, relazioni sindacali, modalita' procedurali 1 0,4% Nel complesso, tra il 2006 ed il 2008, in 277 accordi vengono trattati 2.982 temi, in media circa 11 temi per accordo; i più trattati riguardano l’ICI, presente nel 67% degli accordi, seguito dall’Irpef (53%), dalla “certificazione ISEE, Criteri, regolamenti, monitoraggio” e dalle “relazioni sindacali”, con entrambe le tematiche presenti in circa il 49% dei casi. Rispetto al periodo 2000-2005, in generale tutti i temi vengono trattati un numero di volte superiore proprio perché, come abbiamo osservato, aumenta decisamente la gamma di argomenti di cui si occupa ciascun accordo.

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Tab. 10/b - Distribuzione degli temi negoziati. 2009/2010

Il tema è stato trattato n° volte

% sul totale degli accordi raccolti nello

stesso anno Tema specifico negoziato

2009 2010 2009-2010 2009 2010 2009-2010

Certificazione ISEE, Criteri, regolamenti, monitoraggio 75 100 175 68,8% 77,5% 73,5% Sostegno ai lavoratori CIG o in mobilita' 55 64 119 50,5% 49,6% 50,0% Mense scolastiche 26 59 85 23,9% 45,7% 35,7% TARSU, TIA, esenzioni, agevolazioni 32 40 72 29,4% 31,0% 30,3% Confronto preventivo sul bilancio 7 64 71 6,4% 49,6% 29,8% Servizi ed erogazioni per la promozione dell'occupazione 20 48 68 18,3% 37,2% 28,6% IRPEF 27 34 61 24,8% 26,4% 25,6% Asili nido:rette 16 41 57 14,7% 31,8% 23,9% Tariffe trasporti locali 22 31 53 20,2% 24,0% 22,3% Azioni di contenimento degli aumenti di rette, tariffe 4 49 53 3,7% 38,0% 22,3% Premessa politica, relazioni sindacali, modalita' procedurali 32 17 49 29,4% 13,2% 20,6% Premessa politica 17 32 49 15,6% 24,8% 20,6% ISEE istantanea 20 28 48 18,3% 21,7% 20,2% Attivazione tavoli di confronto-tecnici 11 35 46 10,1% 27,1% 19,3% Definizione delle procedure di confronto 9 36 45 8,3% 27,9% 18,9% ICI aliquote, detrazioni, recupero evasione 15 29 44 13,8% 22,5% 18,5% Relazioni sindacali 5 38 43 4,6% 29,5% 18,1% Misure di contrasto alla poverta' e prevenzione rischio sociale 18 24 42 16,5% 18,6% 17,6% Azioni a favore di domiciliarita' 17 24 41 15,6% 18,6% 17,2% Valutazioni sugli indirizzi e le linee di bilancio-bilanci 19 20 39 17,4% 15,5% 16,4% Centri estivi 11 26 37 10,1% 20,2% 15,5% Politiche socio assistenziali 23 13 36 21,1% 10,1% 15,1% Sostegno economico (forme diverse di assegni di cura, minimo vitale) 23 10 33 21,1% 7,8% 13,9% Giudizi sulla finanziaria del Governo 9 23 32 8,3% 17,8% 13,4% Fondo per l'affitto, Fondi di garanzia, 5 27 32 4,6% 20,9% 13,4% Piani di Edilizia residenziale pubblica-incremento patrimonio 5 23 28 4,6% 17,8% 11,8% Verifiche periodiche nel corso dell'anno 5 22 27 4,6% 17,1% 11,3% Emergenza abitativa,sfratti,morosita' 10 16 26 9,2% 12,4% 10,9% Strutture residenziali - case protette 13 12 25 11,9% 9,3% 10,5% Fondi per l'ampliamento servizi scolastico-educativi 10 15 25 9,2% 11,6% 10,5% Soggiorni climatici 9 15 24 8,3% 11,6% 10,1% Passaggio da TARSU a tariffa esenzioni, agevolazioni, FONDI 4 20 24 3,7% 15,5% 10,1% Politiche giovanili 8 15 23 7,3% 11,6% 9,7% Centri diurni 3 19 22 2,8% 14,7% 9,2% Politiche di sostegno alla famiglia 9 12 21 8,3% 9,3% 8,8% Lotta al lavoro irregolare-equiparazione trattamenti-monitoraggio 12 9 21 11,0% 7,0% 8,8% Integrazione scolastica bambini disabili 6 15 21 5,5% 11,6% 8,8% Interventi di sostegno alla disabilita' (anche attraverso l'utilizzo di volontari) 7 13 20 6,4% 10,1% 8,4% Tariffe MultiUtility acqua,gas,luce,telefono 6 11 17 5,5% 8,5% 7,1% Politiche di lotta all'evasione 5 12 17 4,6% 9,3% 7,1% Piani per la salute 6 10 16 5,5% 7,8% 6,7% Politiche del lavoro e dello sviluppo 4 11 15 3,7% 8,5% 6,3% Diritto allo studio pre e post scuola 3 11 14 2,8% 8,5% 5,9% Asili nido:ampliamento servizio 6 8 14 5,5% 6,2% 5,9% Asili nido:mense scolastiche 2 11 13 1,8% 8,5% 5,5% Rete integrata degli sportelli sociali 4 8 12 3,7% 6,2% 5,0% Piani sociali di zona - ruolo lpab 2 10 12 1,8% 7,8% 5,0% Accordi sui prezzi (Osservatorio e prezzi calmierati) 5 7 12 4,6% 5,4% 5,0% Sistema fiscale e agevolazioni 5 6 11 4,6% 4,7% 4,6% Politiche abitative e del territorio 7 4 11 6,4% 3,1% 4,6%

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Mobilita' urbana - traffico- piste ciclabili - trasporto collettivo 9 2 11 8,3% 1,6% 4,6% Sviluppo sostenibile, ambiente, raccolta differenziata 1 9 10 0,9% 7,0% 4,2% Scuole dell'infanzia materne 3 7 10 2,8% 5,4% 4,2% Telesoccorso 4 5 9 3,7% 3,9% 3,8% Polizze assicurative per anziani e vittime di reati 1 8 9 0,9% 6,2% 3,8% Infanzia e adolescenza, politiche educative e dell'istruzione 4 5 9 3,7% 3,9% 3,8% Politiche di sostegno casa, integrazione sociale e scolastica - immigrati 4 4 8 3,7% 3,1% 3,4% Politiche socio sanitarie 7 0 7 6,4% 0,0% 2,9% Asili nido:riduzione liste d'attesa 3 4 7 2,8% 3,1% 2,9% Centri sociali anziani-educazione-orti-lavori 6 0 6 5,5% 0,0% 2,5% Politiche per la prima infanzia 5 0 5 4,6% 0,0% 2,1% Politiche per la cultura, lo sport e il tempo libero 0 5 5 0,0% 3,9% 2,1% ISEE diversificazione redditi 0 5 5 0,0% 3,9% 2,1% Sviluppo ambientale 2 2 4 1,8% 1,6% 1,7% Fondo non autosufficienza 1 3 4 0,9% 2,3% 1,7% Diritti di cittadinanza 0 4 4 0,0% 3,1% 1,7% Asili nido:costruzione nuovi nidi 1 3 4 0,9% 2,3% 1,7% Partecipazione alla vita democratica - immigrati 0 3 3 0,0% 2,3% 1,3% ERP a canone calmierato per anziani-ERP anziani 3 0 3 2,8% 0,0% 1,3% Programmazione socio-sanitaria, delega ai consorzi 0 2 2 0,0% 1,6% 0,8% Piani per la sicurezza urbana, attivita' culturali 1 1 2 0,9% 0,8% 0,8% Liste d'attesa per strutture residenziali e/o semiresidenziali 0 2 2 0,0% 1,6% 0,8% Interventi in infrastrutture 2 0 2 1,8% 0,0% 0,8% Arredo urbano-barriere architettoniche 0 2 2 0,0% 1,6% 0,8% Piano Regolatore generale 1 1 2 0,9% 0,8% 0,8% Tassazione di scopo 0 1 1 0,0% 0,8% 0,4% Esclusione, poverta' e vulnerabilita' 0 1 1 0,0% 0,8% 0,4% Discriminazione, pari opportunita', immigrazione 0 1 1 0,0% 0,8% 0,4% Convenzione strutture private (riduzione di liste di attesa) 0 1 1 0,0% 0,8% 0,4% Bilanci sociali 0 1 1 0,0% 0,8% 0,4% Assistenza domiciliare integrata (Adi) 1 0 1 0,9% 0,0% 0,4% Altre fonti di finanziamento 1 0 1 0,9% 0,0% 0,4%

Nel biennio 2009/2010 vengono complessivamente sviluppati 2.043 temi, pari a circa, in media, circa 8 temi per ciascun accordo; i più trattati riguardano la “certificazione ISEE, Criteri, regolamenti, monitoraggio” la cui presenza risulta essere pari al 73,5% dei casi; Imposta Comunale sugli Immobili ed IRPEF, a causa, rispettivamente, dell’abolizione dell’imposta sulla prima casa ed il blocco delle aliquote, hanno perso la loro valenza come temi di negoziazione, pur restando presenti, almeno nel caso dell’addizionale, in 61 casi, principalmente sotto forma di negoziazione relativa all’applicazione delle fasce isee in merito. Sono inoltre ben 119 i casi in cui si è contrattato in materia di “sostegno ai lavoratori CIG o in mobilità”, segnale forte di come gli interventi siano mirati a superare le difficoltà dello specifico momento di crisi attraversato tra il 2009 ed il 2010. Proprio la specificità di alcune tematiche potrebbe infatti essere la causa di una diminuzione generale, rispetto al periodo precedente, del numero di temi trattati in ciascun accordo. Una di queste tematiche, destinata al supporto delle eventuali difficoltà economiche improvvise un nucleo familiare, potrebbe essere per l’appunto l’ISEE istantanea, argomentazione di nuova introduzione che ha interessato ben 48 accordi nel biennio, in crescita tra il 2009 ed il 2010.

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6.1 I beneficiari della contrattazione Nel corso di un decennio, le tematiche legate alla contrattazione, come si è visto, si sono fortemente modificate, oltre al fatto che l’ammontare dei temi trattati in ogni accordo sia fortemente aumentato. Ciò ha comportato che anche i principali beneficiari della contrattazione siano cambiati nel corso del tempo. Il grafico 6 riporta le principali categorie beneficiate dalla contrattazione nei tre periodi considerati (2000/2005, 2006/2008, 2009/2010). Nonostante questo, i principali beneficiari rientrano nella categoria trasversale chiamata “Tutti-famiglie”, che in tutti e tre i periodi ha registrato la percentuale più alta (31,1% nel 2000/2005, 35,2% nel 2006/2008 e 36,1% nel 2009/2010). Nell’arco di tempo considerato sono diminuiti gli anziani come beneficiari principali, dal 23,8% prima al 17,1% ed infine al 13,7%. Le altre categorie perlomeno comparando il 2009/2010 con il 2006/2008 sono rimaste pressoché stabili, salvo un aumento di circa 3-4 punti percentuali dei giovani, come destinatari. Interessante, invece, notare come la categoria dei disoccupati, scesa tra il 2000/2005 e il 2006/2008 dal 17,2% al 7,7%, nel corso dell’ultimo periodo considerato sia tornata al 15,9%, probabilmente a causa dell’attenzione crescente che le Amministrazioni Comunali e gli altri Enti Locali stanno riservando ad una categoria che, con la crisi economica, è diventata sempre più importante a livello di incidenza sulla popolazione Grafico 6 - I beneficiari della contrattazione

31,1%

23,8%

10,3%

7,9%

8,0%

1,6%

0,0%

17,2%

35,2%

17,1%

17,6%

7,6%

10,8%

3,9%

0,1%

7,7%

36,1%

13,7%

14,4%

11,0%

7,2%

0,9%

0,8%

15,9%

0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0% 40,0%

Tutti-famiglie

Anziani

Bambini

Giovani

Disabili

Immigrati

Detenuti

Disoccupati

Beneficiari 2000/2005 Beneficiari 2006/2008 Beneficiari 2009/2010

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7. La contrattazione in materia di finanza locale ed entrate 7.1 ICI Aliquota ordinaria Nel triennio 2006-2008, l’aliquota ordinaria ICI è stata contrattata in 1527 comuni e l’andamento segna una crescita progressiva di anno in anno del numero dei comuni in cui è stata contrattata; precisamente nel 2006 è stata contrattata nel 68,8% dei comuni dove si è fatta contrattazione; nel 2007 la percentuale sale al 75,3% e nella prima parte del 2008 registriamo la contrattazione dell’aliquota nel il 64% dei comuni coinvolti. Nel successivo biennio 2009-2010 si registra invece una netta contrazione del numero di Comuni in cui è avvenuta la contrattazione. Nel 2009, soprattutto, l’aliquota è stata contrattata solo nel 10,5% dei Comuni, mentre nel 2010 ci sono stati segnali di ripresa, con la percentuale che sale al 22,6%.

Tab. 11/a:Aliquota media ICI ordinaria contrattata 2006/2008

ICI - Aliquota Ordinaria Contrattata ANNO

N. Comuni % sul totale dei comuni

Totale Comuni Oggetto di

Contrattazione

2006 33 68,8% 48 2007 64 75,3% 85 2008 55 64,0% 86

Triennio 2006/2008 152 69,4% 219 Tab. 11/b: Aliquota media ICI ordinaria contrattata 2009/2010

ICI - Aliquota Ordinaria Contrattata ANNO

N. Comuni (1) % sul totale dei comuni

Totale Comuni Oggetto di

Contrattazione (1)

2009 9 10,5% 86 2010 24 22,6% 106

Biennio 2009/2010 33 17,2% 192

(1) Nel totale del biennio sono compresi i comuni che hanno ripetuto la contrattazione in entrambi gli anni Aliquota ICI sulla seconda casa Per quanto riguarda l’aliquota sulla seconda casa, seguendo i dati in nostro possesso, possiamo vedere che nel biennio 2009-2010 è stata contrattata nel 4,7% dei Comuni, con modalità per lo più analoghe sia nel 2009 che nel 2010, come si può osservare nella tabella sottostante. Tab. 12: Aliquota ICI Seconda Casa Contrattata 2009/2010

ICI - Aliquota Seconda Casa ANNO

N. Comuni (1) % sul totale dei comuni

Totale Comuni Oggetto di

Contrattazione (1) 2009 4 4,7% 86 2010 5 4,7% 106

Biennio 2009/2010 9 4,7% 192

(1) Nel totale del biennio sono compresi i comuni che hanno ripetuto la contrattazione in entrambi gli anni

7 Tra questi sono compresi i comuni che hanno ripetuto la contrattazione nei tre anni

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7.2 Addizionale IRPEF Partendo sempre dal triennio 2006/2008, la seconda tematica maggiormente trattata nel periodo risulta essere quella relativa all’addizionale Irpef. Dai dati disponibile nell’osservatorio si evince che nel triennio 2006-2008 il tema è stato contrattato in 1398 comuni. Anche in questo caso assistiamo alla tendenza a contrattare il tema in un numero sempre maggiore di comuni. Si passa dal 29% dei comuni ove si è svolta la contrattazione nel 2006, al 80% nel 2007, mentre nel 2008 tale percentuale si attesta al 66%. Tab. 13: Aliquota addizionale Irpef contrattata 2006/2008

Addizionale IRPEF Contrattata ANNO

N. Comuni % sul totale dei comuni

Totale Comuni Oggetto di

Contrattazione

2006 14 29,2% 48 2007 68 80,0% 85 2008 57 66,3% 86

Triennio 2006/2008 139 63,5% 219

Per quanto riguarda il biennio successivo, invece, vediamo come ci sia stata una netta diminuzione nel numero di Comuni in cui è stata contrattata l’addizionale IRPEF; naturalmente, cil fenomeno va collegato al blocco delle aliquote imposto nel periodo che rende di fatto, almeno in parte, superflua l’attività di contrattazione in merito.. Il dato all’interno del periodo considerato appare comunque piuttosto stabile; infatti nel 2009 assistiamo a contrattazione nel 32,6% dei Comuni, valore che scende al 32,1% nell’anno successivo. Per quanto riguarda questo periodo, sono stati presi in considerazione anche i Comuni che hanno contrattato, relativamente al calcolo dell’IRPEF, anche le fasce ISEE. Nel biennio, a fronte di 64 Comuni che avevano contrattato l’addizionale IRPEF, ne troviamo 42 che hanno contrattato anche il sistema di fasce ISEE, pari al 21,2% dei Comuni oggetto di contrattazione. Tab. 14: Aliquota e sistema fasce ISEE dell’ addizionale Irpef contrattati 2009/2010

Addizionale IRPEF Contrattata Sistema fasce ISEE, in materia

di IRPEF contrattato ANNO

N. Comuni (1) % sul totale dei comuni

N. Comuni (1) % sul totale dei comuni

Totale Comuni Oggetto di

Contrattazione (1)

2009 28 32,6% 22 25,6% 86 2010 36 32,1% 20 17,9% 112

Biennio 2009/2010 64 32,3% 42 21,2% 198

'(1) Nel totale del biennio sono compresi i comuni che hanno ripetuto la contrattazione in entrambi gli anni Tab. 15: Aliquota addizionale irpef – Valore medio 2006/2008

Aliquota IRPEF ANNO

Valor Medio Var.% anno precedente 2006 0,34 -0,012007 0,43 0,092008 0,42 0,02

Triennio 2006/2008 0,42 0,05

8 Tra questi sono compresi i comuni che hanno ripetuto la contrattazione nei tre anni

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Per ciò che riguarda più da vicino l’aliquota dell’addizionale Irpef contrattata, riscontriamo una tendenza della stessa all’aumento. Il 2006 appare l’ultimo anno nel quale non si verifica questo fenomeno, con nessun comune che ha contrattato l’aumento dell’aliquota. Nel 2007, invece, la percentuale impenna fino al 41,2%, rispetto all’anno precedente. Per i comuni che nei primi mesi del 2008 hanno contrattato l’aliquota dell’addizionale IRPEF, il 14% già evidenzia un aumento. Come è noto la leva impositiva dell’addizionale Irpef, almeno fino al 2008, risultava di vitale nelle dinamiche della finanza locale. Tuttavia, l’iniziativa del Sindacato, in via preventiva, ha teso ad impedire o limitare gli aumenti delle aliquote Irpef, e a sollecitare un aumento degli impegni di spesa sociale. A tale proposito, occorre tenere presente che, in base ai dati rilevati dalla Fondazione IFEL - Istituto per la finanza e l’economia locale – ente strumentale dell’ANCI, nel periodo 2006/2007, l’aliquota dell’addizionale Irpef è cresciuta complessivamente in Piemonte dallo 0,343 allo 0,458, raggiungendo un valore medio finale più elevato di quello rilevato tra i Comuni dove la contrattazione ha avuto luogo (0,43). Tab. 16/a: Variazione aliquote addizionale irpef. 2006/2008

Addizionale IRPEF - aliquota contrattata

ANNO Aumentata rispetto anno precedente

Diminuita rispetto anno precedente

Invariata rispetto anno precedente TOTALE

2006 0,0% 7,1% 92,9% 100,0%2007 41,2% 1,5% 57,4% 100,0%2008 14,0% 3,5% 82,5% 100,0%

Triennio 2006/2008 25,9% 2,9% 71,2% 100,0%

Per quanto riguarda l’aliquota addizionale IRPEF nel biennio 2009-2010, questa è rimasta invariata in quasi tutti i Comuni in cui è stata contrattata, con l’eccezione del Comune di Baldissero Torinese, in cui risulta essere, per il 2009, aumentata, assieme al comune di Arona, in cui invece è diminuita. Per il 2010, l’unica variazione che emerge è nel Comune di Pianezza, in cui l’aliquota è diminuita rispetto all’anno precedente, come si vede nella tabella sottostante.

Tab. 16/b: Addizionale Irpef aliquota contrattata 2009/2010

Addizionale IRPEF - aliquota contrattata (1) ANNO Aumentata rispetto

anno precedente Diminuita rispetto anno

precedente Invariata rispetto anno

precedente TOTALE

2009 4,0% 4,0% 92,0% 100% 2010 0,0% 2,9% 97,1% 100%

Biennio 2009/2010 1,7% 3,4% 94,9% 100%

(1) Percentuali definite sui soli accordi nei quali viene esplicitamente indicato l'andamento dell'aliquota rispetto all'anno precedente

Di questi Enti che hanno contrattato in materia di fasce ISEE, nel 2009, in 11 hanno ampliato le fasce di esenzione ISEE, mentre 3 Enti hanno introdotto il sistema per la prima volta. Nel 2010, invece, 8 Enti hanno ampliato le fasce di esenzione e solo uno (Bellinzago Novarese) ha introdotto il sistema.

Tab. 17: Intriduzione della Multialiquota nell'applicazione dell'Addizionale IRPEF nei Comuni che hanno effettuato la contrattazione e totale regione Piemonte. Anno 2010

Totale comuni Contrattazione 51Multialiquota Comuni Contrattazione 14Incidenza % 27,5%Totale Comuni Piemonte 1205Multialiquota Comuni Piemonte 61Incidenza % 5,1%

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Un dato interessante che emerge andando a comparare i dati rilevati relativi ai Comuni oggetto di contrattazione e il totale dei Comuni della Regione Piemonte è quello relativo all’introduzione della Muntialiquota nell’applicazione dell’addizionale IRPEF. Risulta infatti che l’incidenza della multi aliquota nei Comuni che hanno contrattato l’Irpef sia decisamente superiore a quella degli altri Comuni. Infatti, su 52 Comuni che hanno contrattato l’IRPEF ben 14, il 27,5%, risulta applicare la multi aliquota. A livello regionale, invece, su 1205 Comuni, solo 61 la adottano, il 5,1%. Rimane da capire se questa differenza è influenzata dall’azione del sindacato all’interno della contrattazione, considerando soprattutto che la multi aliquota attribuisce maggior importanza alle diverse situazioni reddituali, differenziando le aliquote in funzione del reddito e creando delle fasce di esenzione al di sotto di determinate soglie. Nella fattispecie, i Comuni che 14 Comuni che hanno adottato la multi aliquota nel 2010 vengono riportati nella tabella sottostante, assieme alle misure relative alle fasce di esenzione. Va sottolineato, inoltre, che Alpignano si segnala per aver introdotto, nel 2008, agevolazioni multiple (4 fasce di reddito ISEE) per i redditi da lavoro dipendente, assimilati e da pensione. Tab. 18: Comuni che hanno Contrattato in materia di Addizionale IRPEF ed hanno applicato nel 2010 la Multialiquota

COMUNE DESCRIZIONE Soglia di

Esenzione/RIDUZIONE

Alpignano Riduzione aliquota applicabile a contribuenti con un reddito imponibile

derivante da reddito di lavoro dipendente assimilato e da pensione fino ad euro 10.000,00

10.000

Arona Esenzione per i contribuenti il cui reddito sia inferiore od uguale ad euro10.000,00 10.000

Baldissero Torinese Esenzione per solo pensione e redditi lav. dip. per redditi annui inf. 10.000,00

euro (art. 3 reg add.le irpef come modificato con delibera c.c. n. 19 del 30 maggio 2008)

10.000

Borgaro Torinese Esenzione per reddito inferiore o uguale a Euro 14.000,00 14.000

Borgomanero Esenzione per reddito imponibile irpef euro 8.347,00

8.347

Bra Esenzione per tutti i contribuenti il cui reddito imponibile sia inferiore ad euro 9.000,00 9.000

Candiolo Esenzione per redditi imponibili inferiori o uguali a euro 10.000,00

10.000

Locana Esenzione per tutti i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione guadagni. la

decorrenza parte dal mese successivo di messa in mobilità o in cassa integrazione guadagni.

Pianezza Esenzione per esenzione per redditi fino a euro 11.071,35, ai sensi dell'art. 6 del

regolamento approvato con delibera del consiglio comunale n. 13 del 27/02/2007

11.071

Sant'Antonino Di Susa Esenzione per redditi inferiori a euro 7.500,00

7.500 Torino Esenzione per redditi fino ad euro 10.750,00

10.750 Torre Pellice Esenzione per reddito annuo complessivo inferiore ad euro 7.500,00

7.500 Vigone Esenzione per redditi fino ad euro 8.000,00

8.000 Vinovo Esenzione per redditi fino ad euro 10.000,00

10.000

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7.3 Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu) Nel triennio 2006-2008, in ben 96 comuni di quelli in cui si e contrattato nellos tesso periodo, si è toccato il tema della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu). In particolare sono state negoziate le variazioni rispetto a ciò che vigeva l’anno precedente. Secondo i dati raccolti in questi 96 comuni, 12 hanno negoziato una riduzione percentuale che varia dal –4 al –15%; 50 hanno negoziato il mantenimento della situazione esistente; nei restanti 34 le amministrazioni hanno deciso un aumento della Tassa, a fronte del quale in numerosi casi sono stati negoziate riduzioni a valere sulle famiglie a basso reddito e “compensazioni” in termini di impegni di spesa nel settore sociale. Grafico 7: Variazioni TARSU 2006-2008

In particolare, nel triennio 2006-2008 in 16 Comuni diversi sono state contrattate fasce di esenzione per lo più legate al criterio di appartenenza ad una soglia ISEE specifica entro la quale scatta l’esenzione. Ancora parlando di Tarsu segnaliamo che in 53 comuni sono state negoziate riduzioni applicate secondo criteri diversi, per lo più relative anch’esse a fasce di appartenenza ISEE, e anche dedicate a fasce specifiche di popolazione (anziani con pensione minima, famiglie con disabili, anziani solo, single, users di compostaggio ecc…). Per quanto riguarda il biennio successivo, il 2009-2010, troviamo che per la maggior parte dei casi la situazione è rimasta invariata (77,2% dei casi), con una tendenza all’aumento (19%) che supera i casi in cui le tariffe sono diminuite (3,8% dei casi nel biennio), come si può notare dalla Tabella 19 e dal grafico 8.

2008

35,71%

11,90%

52,38%

2007

32,61%

15,22%

52,17%

2006

50,00%50,00%

AumentoDiminuzioneMantenimento

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Tab. 19: Tarsu/TIA - Variazione a seguito dell'attività di contrattazione

TARSU/TIA contrattata ANNO Aumentata rispetto anno

precedente Diminuita rispetto anno

precedente Invariata rispetto anno

precedente TOTALE

2009 16,7% 3,3% 80,0% 100% 2010 20,4% 4,1% 75,5% 100%

Biennio 2009/2010 19,0% 3,8% 77,2% 100%

'(1) Percentuali definite sui soli accordi nei quali viene esplicitamente indicato l'andamento della Tassa/Tariffa rispetto all'anno precedente Grafico 8: Variazioni Tarsu-Tia 2009-2010

8. L’andamento della contrattazione in Piemonte Di seguito proveremo a ricostruire le dinamiche principali della contrattazione sociale, proponendo delle Tabelle riassuntive relative alle tipologie di contrattazione nei diversi anni presi in considerazione. Vengono proposte sia le diverse tipologie di contrattazioni che l’andamento derivante dall’accordo. Le tabelle relative ai due periodi presi in considerazione dalle rilevazioni, il triennio 2006-2008 e il biennio 2009-2010, pur apperendo similari, presentano delle differenze a livello di costruzione che permettono una comparazione che può essere assunta solo come esemplificativa. Tuttavia riteniamo interessante proporre una visione d’insieme dell’intero periodo preso in esame dalla rilevazione, quindi vengono proposte di seguito.

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Variazioni delle aliquote tributarie e tariffarie, nei Comuni oggetto di contrattazione

Anno 2006

La leva delle entrate Totale contrattazioni Aumento di almeno

un'altra imposta o tariffa rifiuti

Diminuzione di almeno una imposta o

tariffa rifiuti

Le altre imposte e la tariffa rifiuti non aumentano né diminuiscono

Detrazioni e riduzioni a valere su imposta di riferimento (anche

attraverso l'applicazione dell'ISEE)

Assunzione stanziamenti di

spesa

N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni

Aumento aliquote Ici 0 0 0 0 0 0 Diminuzione aliquote Ici 4 0 1 3 4 1 Mantenimento aliquote Ici 28 1 0 27 27 17 Aumento aliquote add. Irpef 0 0 0 0 0 0 Diminuzione aliquote add. Irpef 1 0 1 0 0 0 Mantenimento aliquote Add. Irpef 13 1 0 12 0 8 Aumento tassa/tariffa rifiuti 4 0 0 4 0 3 Diminuzione tassa/tariffa rifiuti 0 0 0 0 0 0 Mantenimento tassa/tariffa rifiuti 4 0 1 3 0 0 Negli accordi del 2006, la contrattazione sulla variazione di Ici e/o addizionale Irpef e/o Tarsu, viene presa in considerazione 9 volte. Solo in 4 casi si verifica un aumento di un tributo/tariffa, sempre quello relativo ai rifiuti solidi urbani. In tre Comuni sui quattro che hanno disposto l’aumento si registra un intervento “compensativo” sollecitato dai Sindacati, in termini di innalzamento della spesa sociale. Va sottolineato che, nella maggior parte dei Comuni che non hanno “ritoccato” Ici, addizionale Irpef e Tarsu/Tia (28 su 45), le Amministrazioni locali hanno contrattato con il Sindacato impegni di spesa nel campo sociale (nei diversi settori delle politiche sociali, quali mense scolastiche, asili nido, ecc.) e/o l’aumento di detrazioni e riduzioni a valere su imposte e tariffe.

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Anno 2007

La leva delle entrate Totale contrattazioni Aumento di almeno

un'altra imposta o tariffa rifiuti

Diminuzione di almeno una

imposta o tariffa rifiuti

Le altre imposte e la tariffa rifiuti non aumentano né diminuiscono

Detrazioni e riduzioni a valere su imposta di riferimento (anche

attraverso l'applicazione dell'ISEE)

Assunzione stanziamenti di

spesa

N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni

Aumento aliquote Ici 2 1 0 1 2 1 Diminuzione aliquote Ici 9 4 0 4 9 5 Mantenimento aliquote Ici 54 20 7 27 53 32 Aumento aliquote add. Irpef 30 6 6 18 13 17 Diminuzione aliquote add. Irpef 1 0 0 1 0 1 Mantenimento aliquote Add. Irpef 40 5 8 27 2 21 Aumento tassa/tariffa rifiuti 15 7 1 7 3 8 Diminuzione tassa/tariffa rifiuti 7 1 0 6 2 6 Mantenimento tassa/tariffa rifiuti 24 8 3 13 6 15 Negli accordi del 2007, (si ricorda che proprio in quest’anno le Amministrazioni pubbliche locali hanno avuto via libera per l’aumento delle aliquote dell’addizionale Irpef, a fronte di una ulteriore riduzione dei trasferimenti erariali introdotta dalla manovra finanziaria di fine anno) la contrattazione sulla variazione di Ici e/o addizionale Irpef e/o Tarsu, viene presa in considerazioni 64 volte; spesso nello stesso accordo si stabiliscono riduzioni e/o esenzioni a valere sull’imposta o tariffa contrattata, e/o stanziamenti di spesa per servizi o interventi. Va sottolineato che nella quasi totalità dei Comuni che hanno deciso un aumento di imposta/tariffa (Ici, addizionale Irpef e Tarsu/Tia) (40 su 47), le stesse Amministrazioni locali hanno approvato, a seguito della contrattazione, detrazioni e riduzioni a valere su imposte e tariffe, e/o nuovi stanziamenti di spesa.

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Anno 2008

La leva delle entrate Totale contrattazioni Aumento di almeno

un'altra imposta o tariffa rifiuti

Diminuzione di almeno una

imposta o tariffa rifiuti

Le altre imposte e la tariffa rifiuti non aumentano né diminuiscono

Detrazioni e riduzioni a valere su imposta di riferimento (anche

attraverso l'applicazione dell'ISEE)

Assunzione stanziamenti di spesa

N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni

Aumento aliquote Ici 0 0 0 0 0 0 Diminuzione aliquote Ici 1 0 0 1 1 1 Mantenimento aliquote Ici 57 12 5 40 53 29 Aumento aliquote add. Irpef 8 5 1 2 4 5 Diminuzione aliquote add. Irpef 2 0 0 3 1 1 Mantenimento aliquote Add. Irpef 47 8 3 36 8 23 Aumento tassa/tariffa rifiuti 15 5 0 10 3 10 Diminuzione tassa/tariffa rifiuti 5 1 1 3 0 2 Mantenimento tassa/tariffa rifiuti 22 1 0 21 6 13 Negli accordi del 2008, la contrattazione sulla variazione di Ici e/o addizionale Irpef e/o Tarsu, viene presa in considerazione 31 volte, spesso nello stesso accordo si stabiliscono riduzioni e/o esenzioni a valere sull’imposta o tariffa contrattata, e/o stanziamenti di spesa per servizi o interventi. Anche in questo caso va sottolineato come nella quasi totalità dei Comuni che hanno deciso un aumento di imposta/tariffa (Ici, addizionale Irpef e Tarsu/Tia) (21 su 23), le stesse Amministrazioni locali abbiano approvato, a seguito della contrattazione, detrazioni e riduzioni a valere su imposta e/o nuove assunzioni di stanziamenti di spesa.

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Anno 20099

La leva delle entrate Totale

contrattazioni

Aumento di almeno un'altra imposta o tariffa

rifiuti

Diminuzione di almeno una

imposta o tariffa rifiuti

Le altre imposte e la tariffa rifiuti non aumentano né diminuiscono

Detrazioni e riduzioni a valere su imposta di riferimento (anche

attraverso l'applicazione dell'ISEE)

Assunzione stanziamenti di

spesa

N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni Aumento aliquote Ici (ordinaria e 2° Casa) 0 0 0 0 0 0 Diminuzione aliquote Ici (ordinaria e 2° Casa) 0 0 0 0 0 0 Mantenimento aliquote Ici (ordinaria e 2° Casa) 12 3 1 8 0 1 Aumento aliquote add. Irpef 1 0 0 0 1 1 Diminuzione aliquote add. Irpef 1 0 0 0 1 0 Mantenimento aliquote Add. Irpef 23 4 0 13 10 6 Aumento tassa/tariffa rifiuti 5 0 0 4 1 1 Diminuzione tassa/tariffa rifiuti 1 0 0 1 1 0 Mantenimento tassa/tariffa rifiuti 24 0 0 14 14 8 Negli accordi del 2009, la contrattazione sulla variazione di Ici e/o addizionale Irpef e/o Tarsu, viene presa in considerazione 8 volte, e in nessuno di questi casi si stabiliscono riduzioni e/o esenzioni a valere sull’imposta o tariffa contrattata, e/o stanziamenti di spesa per servizi o interventi. L’unico accordo adottato in concomitanza con aumenti o riduzioni delle tariffe citate è relativo all’applicazione del sistema ISEE all’imposta di riferimento, che avviene in 2 degli 8 casi richiamati.

9 L’analisi fa riferimento ai soli accordi nei quali viene esplicitamente indicato l’andamento degli indicatori in esame.

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Anno 201010

La leva delle entrate Totale

contrattazioni

Aumento di almeno un'altra imposta o tariffa

rifiuti

Diminuzione di almeno una

imposta o tariffa rifiuti

Le altre imposte e la tariffa rifiuti non aumentano né diminuiscono

Detrazioni e riduzioni a valere su imposta di riferimento (anche

attraverso l'applicazione dell'ISEE)

Assunzione stanziamenti di

spesa

N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni N. contrattazioni Aumento aliquote Ici (ordinaria e 2° Casa) 0 0 0 0 0 0 Diminuzione aliquote Ici (ordinaria e 2° Casa) 1 0 1 0 0 0 Mantenimento aliquote Ici (ordinaria e 2° Casa) 26 3 0 20 0 1 Aumento aliquote add. Irpef 0 0 0 0 0 1 Diminuzione aliquote add. Irpef 1 0 1 0 0 0 Mantenimento aliquote Add. Irpef 33 5 0 20 7 6 Aumento tassa/tariffa rifiuti 10 0 0 5 5 1 Diminuzione tassa/tariffa rifiuti 2 0 0 0 2 0 Mantenimento tassa/tariffa rifiuti 37 0 0 21 14 8 Negli accordi del 2010, la contrattazione sulla variazione di Ici e/o addizionale Irpef e/o Tarsu, viene presa in considerazione 14 volte, e in 10 casi si stabiliscono riduzioni e/o esenzioni a valere sull’imposta o tariffa contrattata, e/o stanziamenti di spesa per servizi o interventi. La maggior parte degli aumenti si è verificata a livello di tassa/tariffa rifiuti, che è stata contrattata 10 volte, anche se in 5 casi si è proceduto anche a Detrazioni e riduzioni a valere su imposta di riferimento (anche attraverso l'applicazione dell'ISEE) e in un caso a stanziamenti di spesa.

10 L’analisi fa riferimento ai soli accordi nei quali viene esplicitamente indicato l’anamento degli indicatori in esame.

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9. Gli stanziamenti di spesa Talvolta, negli accordi raccolti dall’osservatorio e già analizzati precedentemente, i temi affrontati vengono sostentuti da impegni di spesa, esplicitamente quantificati, da parte della amministrazioni a favore di politiche specifiche o più generali. Gli impegni di spesa oggetto di contrattazione diventano un importante segnale di strategie contrattuale attive e pragmatiche, oltre che propositive, nelle quali sindacato rivendica risorse per l’attivazione dei servizi e degli interventi indicati. Nel triennio 2006-2008 gli impegni di spesa contrattati sono evidenziati in tabella 20/a insieme al numero di enti in cui questo impegno viene programmato; notiamo che l’impegno più frequente è quello relativo allo stanziamento della quota destinata alla spesa sociale generale, spesso da destinare in quota procapite agli enti gestori (contrattata in 75 accordi); seguono gli accordi che prevedono stanziamenti per il fondo per l’affitto (contrattato in 30 enti diversi). Ventinove accordi contengono invece previsioni di stanziamento finanziario finalizzate ad “agevolare” o a calmierare il passaggio da tarsu a Tia (29); seguono impegni di spesa destinati a fasce specifiche di popolazione. Tab. 20/a: Impegni di spesa contrattati e numero di enti coinvolti (2006-2008)

Gli impegni di spesa contrattati dal 2006-2008 N° di enti in cui è stato contrattato

Impegno di spesa sociale generale (quota enti gestori) 75 Fondo per l'affitto, Fondi di garanzia, 30 Passaggio da TARSU a tariffa esenzioni, agevolazioni, FONDI 29 Servizi ed erogazioni per la promozione dell'occupazione 19 Politiche giovanili 17 Emergenza abitativa,sfratti,morosita' 15 Sostegno economico (forme diverse di assegni di cura, minimo vitale) 13 Interventi di sostegno alla disabilita' (anche attraverso l'utilizzo di volontari) 13 Politiche per la prima infanzia 13 Integrazione scolastica bambini disabili 10 Centri estivi 6 Scuole dell'infanzia materne 5 Azioni a favore di domiciliarita' 4 Politiche di sostegno alla famiglia 4 Fondi per l'ampliamento servizi scolastico-educativi 4 Misure di contrasto alla poverta' e prevenzione rischio sociale 3 Diritto allo studio pre e post scuola 3 Tariffe MultiUtility acqua,gas,luce,telefono 3 Strutture residenziali - case protette 2 Politiche di sostegno casa, integrazione sociale e scolastica - immigrati 2 Tariffe trasporti locali 2 Programmazione socio-sanitaria, delega ai consorzi 1 Piani sociali di zona - ruolo lpab 1 Fondo non autosufficienza 1 Politiche socio assistenziali 1 Centri sociali anziani-educazione-orti-lavori 1 Soggiorni climatici 1 Politiche a favore di detenuti ed ex detenuti 1 Asili nido:ampliamento servizio 1 Contratti di quartiere 1 Sicurezza 1 Aree per insediamenti industriali 1

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La tabella 21/a propone invece il totale degli impegni di spesa complessivamente contrattati nei tre anni considerati dall’indagine precedente (2006/2008). Come si può vedere, tra il 2006e il 2008, gli stanziamenti di spesa totali sono passati da 13 milioni a più di 23, con un incremento pari quindi a quasi l’80% del valore iniziale. Nel periodo considerato, inoltre, il valore medio pro-capite degli stanziamenti è passato dai 22,59€ del 2006 ai 40,06€ del 2008. Tab. 21/a: Gli stanziamenti di spesa contrattati (valore complessivo) (2006-2008)

ANNI 2006 2007 2008*

€ € €

Stanziamenti di spesa totali valore assoluto 13.002.970 17.744.181 23.303.803

Stanziamenti medi totali valori pro - capite 22,59 33,94 41,06Mediana (pro-capite) 14,65 23,65 27,11Primo quartile (pro-capite) 3,40 9,50 19,37Terzo quartile (pro-capite) 34,70 33,56 49,09* dal dato 2008 è stato escluso quello relativo a Torino per omogeneità statistica Analogamente a quanto visto per il triennio 2006/2008, proponiamo di seguito i dati relativi al biennio 2009/2010. La tabella 20/b, quindi, riporta i diversi impegni di spesa concordati oltre al numero di enti coinvolti. Al primo posto troviamo i “servizi ed erogazioni per la promozione dell’occupazione”, tematica trattata in 19 enti distinti, mentre le polithce socio-assistenziali hanno trovato in ben 16 enti uno stanziamento di spesa in merito. Al terzo posto troviamo gli impegni di spesa relativi alle “misure di contrasto alla povertà e prevenzione del rischio sociale”, concordati in 15 casi, mentre le quote erogate agli enti gestori per ciò che concerne il “sociale generale”, hanno trovato spazio in 13 accordi. In ben 12 casi, inoltre, il sindacato ha concordato con gli enti pubblici degli interventi di spesa a sostegno del avoratori in CIG o in mobilità.. Il fatto di trovare nei primi posti sia gli imegni di spesa a favore della promozione dell’occupazione, sia quelli a sostegno di lavoratori in CIG o in mobilità è probabilmente motivato dalla crisi economica cui hanno dovuto far fronte, negli ultimi anni, i diversi enti pubblici che si sono ritrovati con una quantità di lavoratori in situazione di Cassa Integrazione o di mobilità sempre maggiori. La diminuzione sostanziale degli interventi sostenuti da impegno di spesa relativi al “sociale generale” è dovuto al fatto che, nei nuovi accordi (2009/2010), dalla voce “spesa sociale generale” sono stati isolati alcuni temi, poi spostati nella categoria “politiche socio assistenziali generiche”. In “spesa sociale generale” sono rimasti quindi solamente gli importi esplicitamente erogati agli Enti-Gestori dei servizi socio assistenziali senza altra indicazione in merito.

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Tab. 20/b: Impegni di spesa contrattati e numero di enti coinvolti (2009-2010)

N° Enti con cui è stato contrattato Tema Specifico Negoziato

2009 2010 2009/2010

Servizi ed erogazioni per la promozione dell'occupazione 3 16 19 Politiche socio assistenziali 11 5 16 Misure di contrasto alla poverta' e prevenzione rischio sociale 1 14 15 Impegno di spesa sociale generale (quota enti gestori) 6 7 13 Sostegno ai lavoratori CIG o in mobilita' 6 6 12 Fondo per l'affitto, Fondi di garanzia, 1 10 11 Fondi per l'ampliamento servizi scolastico-educativi 2 6 8 Centri estivi 3 5 8 Asili nido:rette 3 5 8 Politiche di sostegno alla famiglia 2 5 7 Integrazione scolastica bambini disabili 1 6 7 Emergenza abitativa,sfratti,morosita' 3 4 7 Piani di Edilizia residenziale pubblica-incremento patrimonio 2 4 6 Politiche del lavoro e dello sviluppo 1 5 6 Interventi di sostegno alla disabilita' (anche attraverso l'utilizzo di volontari) 2 3 5 Sostegno economico (forme diverse di assegni di cura, minimo vitale) 2 2 4 Centri diurni 0 4 4 Soggiorni climatici 1 3 4 Infanzia e adolescenza, politiche educative e dell'istruzione 2 2 4 Politiche socio sanitarie 3 0 3 Strutture residenziali - case protette 1 2 3 TARSU, TIA, esenzioni, agevolazioni 1 2 3 Fondo non autosufficienza 1 1 2 Azioni a favore di domiciliarita' 1 1 2 Scuole dell'infanzia materne 0 2 2 Diritto allo studio pre e post scuola 0 2 2 Politiche giovanili 0 2 2 Mense scolastiche 0 2 2 Certificazione ISEE, Criteri, regolamenti, monitoraggio 1 1 2 Tariffe trasporti locali 1 1 2 Polizze assicurative per anziani e vittime di reati 0 2 2 Esclusione, poverta' e vulnerabilita' 0 1 1 Politiche per la prima infanzia 1 0 1 Convenzione strutture private (riduzione di liste di attesa) 0 1 1 Asili nido:costruzione nuovi nidi 0 1 1 Passaggio da TARSU a tariffa esenzioni, agevolazioni, FONDI 0 1 1 Politiche abitative e del territorio 1 0 1 Arredo urbano-barriere architettoniche 0 1 1 Sviluppo sostenibile, ambiente, raccolta differenziata 0 1 1 Mobilita' urbana - traffico- piste ciclabili - trasporto collettivo 0 1 1 Lotta al lavoro irregolare-equiparazione trattamenti-monitoraggio 1 0 1 Politiche per la cultura, lo sport e il tempo libero 0 1 1 Bilanci sociali 0 1 1 La tabella 21/b mostra gli impegni di spesa complessivi contrattati nel biennio considerato (2009/2010). Come si può vedere, nei due anni presi in considerazione, gli stanziamenti di spesa totali sono sono stati rispettivamente di 11 milioni per il 2009 e di oltre 18 per il 2010. si può quindi notare un buon incremento tra il primo ed il secondo anno analizzato. Come si è detto è difficile comparare queste cifre con gli anni precedenti a causa di una diversa codifica di alcune tematiche, ma soprattutto la diversa consistenza degli accordi relativi al periodo precedente. Interessante, invece, è notare il fatto che,

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nonostante diminuisca il numero complessivo degli accordi, assistiamo ad un aumento degli stanziamenti tra il 2009 e il 2010, e contestualmente ad una diminuzione del loro valore pro-capite; questo ci porta a verificare come, nell’ultima tornata contrattuale, oltre agli stanziamenti totali siano aumentati gli accordi che, a sostegno delle tematiche trattate, riportano esplicitamente degli impegni di spesa.

Tab. 21/b: Gli stanziamenti di spesa contrattati (valore complessivo) (2009-2010)

2009 2010 2009/2010 € € €

Stanziamenti di spesa totali valore assoluto 11.404.310 18.346.044 29.750.354Stanziamenti medi totali valori pro - capite 34,98 29,66 31,57 Mediana (pro-capite) 17,13 11,30 12,29 Primo quartile (pro-capite) 3,10 3,93 3,60 Terzo quartile (pro-capite) 49,53 33,89 36,94 Le due tabelle seguenti (tabella 22/a e 22/b) riportano la composizione percentuale degli Impegni di spesa, per singolo tema, contrattati nei due periodi presi in esame (il triennio 2006/2008 ed il biennio 2009/2010). Come è possibile vedere, tra il 2006 ed il 2008, la voce di spesa che incide maggiormente, con oltre il 65% del totale degli stanziamenti previsti, è quella relatica alla spesa sociale generale, seguita dai fondi per l’ampliamento dei servizi scolastico-educativi (7,5%) e da quelli per il passaggio da TARSU a TIA (6,18%). Anche in questo contesto bisogna ricordare che all’interno della voce “impegno di spesa sociale generale” ricadevano interventi in seguito codificati in maniera più puntuale.

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Tab.22/a - Impegni di Spesa per Tematica – Anno 2006/2008

Incidenza % sul totale degli Impegni Voce di Spesa

2006 2007 2008 Triennio 2006/2008

Impegno di spesa sociale generale (quota enti gestori) 66,38% 59,60% 70,06% 65,74%Fondi per l'ampliamento servizi scolastico-educativi 0,00% 20,11% 2,10% 7,51%Passaggio da TARSU a tariffa esenzioni, agevolazioni, FONDI 14,61% 4,57% 2,70% 6,18%Servizi ed erogazioni per la promozione dell'occupazione 1,51% 3,27% 4,27% 3,28%Fondo per l'affitto, Fondi di garanzia, 2,96% 1,45% 3,63% 2,76%Azioni a favore di domiciliarita' 3,00% 2,24% 1,67% 2,18%Emergenza abitativa,sfratti,morosita' 3,77% 0,62% 1,49% 1,75%Integrazione scolastica bambini disabili 2,06% 1,49% 1,60% 1,67%Sostegno economico (forme diverse di assegni di cura, minimo vitale) 1,72% 1,40% 1,58% 1,55%Politiche per la prima infanzia 1,69% 0,89% 1,79% 1,47%Politiche giovanili 0,08% 1,41% 1,65% 1,19%Strutture residenziali - case protette 0,00% 0,00% 2,15% 0,93%Contratti di quartiere 0,00% 0,00% 1,72% 0,74%Interventi di sostegno alla disabilita' (anche attraverso l'utilizzo di volontari) 0,40% 0,37% 0,88% 0,59%Scuole dell'infanzia materne 1,08% 0,14% 0,27% 0,42%Aree per insediamenti industriali 0,00% 0,00% 0,86% 0,37%Politiche di sostegno alla famiglia 0,00% 0,08% 0,56% 0,27%Programmazione socio-sanitaria, delega ai consorzi 0,00% 0,67% 0,00% 0,22%Asili nido:ampliamento servizio 0,00% 0,62% 0,00% 0,20%Politiche di sostegno casa, integrazione sociale e scolastica - immigrati 0,00% 0,28% 0,21% 0,18%Centri estivi 0,50% 0,02% 0,11% 0,17%Tariffe MultiUtility acqua,gas,luce,telefono 0,00% 0,43% 0,00% 0,14%Misure di contrasto alla poverta' e prevenzione rischio sociale 0,00% 0,36% 0,03% 0,13%Fondo non autosufficienza 0,00% 0,00% 0,21% 0,09%Politiche a favore di detenuti ed ex detenuti 0,00% 0,00% 0,17% 0,07%Sicurezza 0,00% 0,00% 0,13% 0,06%Piani sociali di zona - ruolo lpab 0,17% 0,00% 0,00% 0,04%Diritto allo studio pre e post scuola 0,03% 0,00% 0,07% 0,04%Tariffe trasporti locali 0,00% 0,00% 0,05% 0,02%Politiche socio assistenziali 0,00% 0,00% 0,03% 0,01%Soggiorni climatici 0,04% 0,00% 0,00% 0,01%Centri sociali anziani-educazione-orti-lavori 0,00% 0,00% 0,01% 0,00%

La Tabella 22/b ci mostra quindi analoga tabella, questa volta relativamente biennio 2009/2010. Nell’ultimo biennio trattato, al primo posto troviamo ancora l’impegno di spesa “sociale generale (quota enti gestori)”, sebbene la sua incidenza percentuale, per le considerazioni già fatte, scenda al 17%; la voce di spesa “aree urbanistica-arredo urbano-barriere architettoniche”, con il 16% (in realtà si tratta di un singolo intervento in atto nel 2010), risulta la seconda tematica con i più elevati impegni di spesa previsti, seguita dai fondi stanziati per l'ampliamento servizi scolastico-educativi” con il 10%.

Un valore che potrebbe apparire dubbio è quello relativo alle spese dell’area urbanistica, assenti nel 2009 e particolarmente alte nel 2010. Questo dato, in realtà, è dovuto principalmente ad un accordo con il comune di Borgaro Torinese del 2010, in materia di Opere e lavori pubblici per un totale di circa 5 milioni di euro.

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Tab.22/b - Impegni di Spesa per Tematica – Anno 2009/2010

Incidenza % sul totale degli Impegni Voce di Spesa

2009 2010 Biennio 2009/2010

Impegno di spesa sociale generale (quota enti gestori) 22,98% 13,97% 17,42% Arredo urbano-barriere architettoniche 0,00% 27,25% 16,81% Fondi per l'ampliamento servizi scolastico-educativi 12,98% 8,62% 10,29% Piani di Edilizia residenziale pubblica-incremento patrimonio 7,30% 9,50% 8,65% Politiche socio assistenziali 17,72% 2,66% 8,43% Certificazione ISEE, Criteri, regolamenti, monitoraggio 14,03% 0,05% 5,41% Asili nido:rette 5,25% 4,36% 4,70% Strutture residenziali - case protette 1,75% 3,22% 2,66% Interventi di sostegno alla disabilita' (anche attraverso l'utilizzo di volontari) 2,54% 1,90% 2,15% Lotta al lavoro irregolare-equiparazione trattamenti-monitoraggio 5,30% 0,00% 2,03% Servizi ed erogazioni per la promozione dell'occupazione 0,26% 3,13% 2,03% Mobilita' urbana - traffico- piste ciclabili - trasporto collettivo 0,00% 3,22% 1,98% Politiche di sostegno alla famiglia 0,36% 2,75% 1,83% Diritto allo studio pre e post scuola 0,00% 2,53% 1,56% Centri estivi 0,53% 2,08% 1,49% Sostegno ai lavoratori CIG o in mobilita' 2,00% 0,99% 1,38% Azioni a favore di domiciliarita' 0,04% 2,18% 1,36% Integrazione scolastica bambini disabili 0,68% 1,39% 1,12% Misure di contrasto alla poverta' e prevenzione rischio sociale 0,44% 1,38% 1,02% Fondo per l'affitto, Fondi di garanzia, 0,05% 1,37% 0,87% Infanzia e adolescenza, politiche educative e dell'istruzione 0,76% 0,66% 0,70% TARSU, TIA, esenzioni, agevolazioni 0,26% 0,87% 0,64% Politiche socio sanitarie 1,51% 0,00% 0,58% Emergenza abitativa,sfratti,morosita' 0,48% 0,55% 0,53% Centri diurni 0,00% 0,80% 0,50% Sostegno economico (forme diverse di assegni di cura, minimo vitale) 0,42% 0,53% 0,49% Politiche giovanili 0,00% 0,75% 0,47% Politiche del lavoro e dello sviluppo 0,16% 0,60% 0,43% Fondo non autosufficienza 0,33% 0,38% 0,36% Esclusione, poverta' e vulnerabilita' 0,00% 0,55% 0,34% Tariffe trasporti locali 0,66% 0,10% 0,31% Asili nido:costruzione nuovi nidi 0,00% 0,45% 0,28% Mense scolastiche 0,00% 0,42% 0,26% Politiche abitative e del territorio 0,63% 0,00% 0,24% Politiche per la prima infanzia 0,51% 0,00% 0,19% Convenzione strutture private (riduzione di liste di attesa) 0,00% 0,14% 0,09% Passaggio da TARSU a tariffa esenzioni, agevolazioni, FONDI 0,00% 0,14% 0,08% Sviluppo sostenibile, ambiente, raccolta differenziata 0,00% 0,14% 0,08% Scuole dell'infanzia materne 0,00% 0,13% 0,08% Soggiorni climatici 0,06% 0,08% 0,07% Politiche per la cultura, lo sport e il tempo libero 0,00% 0,08% 0,05% Bilanci sociali 0,00% 0,05% 0,03% Polizze assicurative per anziani e vittime di reati 0,00% 0,04% 0,03%

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10. Appendice Di seguito si riportano i testi degli accordi significativi dell'esperienza di contrattazione sociale realizzata in Piemonte tra il 2008 ed il 2010.

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Accordo sulle politiche fiscali comunali anno 2011 Considerato che:

• le politiche fiscali e contributive incidono profondamente sul tessuto sociale ed economico del territorio nelle quali vengono applicate;

• in ossequio ai principi di decentramento fiscale, nel rispetto dei vincoli imposti dal patto di stabilità interno, le amministrazioni degli enti locali territoriali dispongono di margini di azione che impattano su aspetti non unicamente connessi alle politiche finanziarie ma che coinvolgono le tematiche sociali, le politiche del lavoro, le azioni a sostegno del reddito familiare e delle imprese;

• la crisi economica di sistema, in atto alla stipula del presente accordo, impone alle amministrazioni pubbliche un adeguamento delle proprie politiche fiscali affinché le stesse non siano penalizzanti nei confronti dei soggetti più esposti agli effetti della situazione recessiva;

• è necessaria una definizione di dette iniziative in collaborazione con le forze sociali del territorio affinché le stesse possano dare un contributo significativo a determinare condizioni di ciclo economico virtuoso.

Al fine di determinare tale risultati, l'Amministrazione comunale di Bra, in accordo con le organizzazioni sindacali confederali Cgil, Cisl e Uil e i rispettivi sindacati dei pensionati Spi, Fnp e Uilp, conviene di prevedere le seguenti misure sulle sottoelencate imposte comunali:

Addizionale comunale all'Irpef Progressivo aumento della soglia di esenzione fissandola per l'anno 2011 in 10.000 € con impegno ad un aggiornamento della soglia predetta a cadenza annuale in funzione dell'indice Istat Foi.

Tassa per la raccolta dei rifiuti solidi urbani Cambio del parametro per il riconoscimento delle agevolazioni in base al reddito, adottando l'indicatore Isee (l'indice della situazione economica equivalente) in luogo del reddito, con un indice aumentato di un terzo per ogni componente aggiuntivo del nucleo familiare. Al fine di garantire un concreto aiuto alle fasce più deboli della popolazione, vengono introdotte nuove casistiche di riduzione, ovvero:

• Riduzione del 95% dell'imposta per Isee fino a 7.000 €; • Riduzione del 75% dell'imposta per Isee fino a 8.500 €; • Riduzione del 50% dell'imposta per Isee fino a 10.000 €.

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Tali riduzioni sono previste unicamente per i contribuenti titolari solo di redditi da lavoro dipendente, parasubordinato o pensione e che non possiedano immobili sul territorio nazionale con rendita catastale superiore ad 51 €, come previsto dal vigente regolamento. Le parti si incontreranno nuovamente entro il mese di maggio 2011 per verificare l'incidenza delle fasce concordate nel presente accordo. Letto e sottoscritto in Bra lì 20 dicembre 2010.

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VERBALE DI ACCORDO

Il giorno 19 dicembre 2008 l’Amministrazione Comunale di Saluzzo, rappresentata da • Alida Anelli Assessore alle Politiche sociali; • Fulvia Artusio Assessore alla Programmazione economica; • Marcella Risso Assessore all’Istruzione;

e le Organizzazioni Sindacali CGIL-CISL-UIL rappresentate da • Lina Chialva Segretario Lega SPI Cgil Saluzzo; • Ezio Freguglia Segretario Lega FNP Cisl Saluzzo; • Giovanni Corazza Segretario Lega UILP Uil Saluzzo

Si sono riunite per concludere il confronto sull’ampliamento e differenziazione delle fasce ISEE per meglio sostenere i redditi più bassi, ciò in relazione alla perdita del potere d’acquisto delle pensioni e dei redditi da lavoro e dell’accentuarsi della crisi economica che si ripercuote sulla occupazione e sui redditi dei lavoratori interessati.

Ciò premesso

Le parti concordano le seguenti fasce ISEE per l’anno scolastico 2009/2010 :

ASILO NIDO Nuclei familiari con redditi da

Lavoro dipendente/pensione Redditi Misti Redditi autonomi

0 5500 Pagheranno 10% tariffa

piena 0 3900

Pagheranno 10% tariffa

piena 0 2300

Pagheranno 10% tariffa

piena

5501 7000 Pagheranno 20% tariffa

piena 3901 7000

Pagheranno 20% tariffa

piena 2301 7000

Pagheranno 20% tariffa

piena

7001 9500 Pagheranno 30% tariffa

piena 7001 9500

Pagheranno 30% tariffa

piena 7001 9500

Pagheranno 30% tariffa

piena

9501 12600 Pagheranno 45% tariffa

piena 9501 12600

Pagheranno 45% tariffa

piena 9501 12600

Pagheranno 45% tariffa

piena

12601 13300 Pagheranno 65% tariffa

piena 12601 13300

Pagheranno 65% tariffa

piena 12601 13300

Pagheranno 65% tariffa

piena

13301 16000 Pagheranno 80% tariffa

piena 13301 16000

Pagheranno 80%tariffa

piena 13301 16000

Pagheranno 80%tariffa

piena

16001 Pagheranno 100% tariffa

piena 16001

Pagheranno 100%tariffa

piena 16001

Pagheranno 100%tariffa

piena

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MENSA SCOLASTICA

Nuclei familiari con redditi da Lavoro dipendente/pensione Redditi Misti Redditi autonomi

0 7000 Pagheranno 10% tariffa

piena 0 5400

Pagheranno 10% tariffa

piena 0 3800

Pagheranno 10% tariffa

piena

7001 9500 Pagheranno 40% tariffa

piena 5401 7000

Pagheranno 20% tariffa

piena 3801 7000

Pagheranno 20% tariffa

piena

9501 12600 Pagheranno 60% tariffa

piena 7001 9500

Pagheranno 40% tariffa

piena 7001 9500

Pagheranno 40% tariffa

piena

12601 16000 Pagheranno 80% tariffa

piena 9501 12600

Pagheranno 60% tariffa

piena 9501 12600

Pagheranno 60% tariffa

piena

16001 Pagheranno 100% tariffa

piena 12601 16000

Pagheranno 80% tariffa

piena 12601 16000

Pagheranno 80% tariffa

piena

16000 Pagheranno 100%tariffa

piena 16000

Pagheranno 100%tariffa

piena

DOPOSCUOLA-ESTATE RAGAZZI Nuclei familiari con redditi da

Lavoro dipendente/pensione Redditi Misti Redditi autonomi

0 7000 Quota

iscrizione10% tariffa piena

0 5400 Quota

iscrizione10% tariffa piena

0 3800 Quota

iscrizione10% tariffa piena

7001 9500 Pagheranno 40% tariffa

piena 5401 7000

Pagheranno 20% tariffa

piena 3801 7000

Pagheranno 20% tariffa

piena

9501 12600 Pagheranno 60% tariffa

piena 7001 9500

Pagheranno 40% tariffa

piena 7001 9500

Pagheranno 40% tariffa

piena

12601 16000 Pagheranno 80% tariffa

piena 9501 12600

Pagheranno 60% tariffa

piena 9501 12600

Pagheranno 60% tariffa

piena

16001 Pagheranno 100% tariffa

piena 12601 16000

Pagheranno 80% tariffa

piena 12601 16000

Pagheranno 80% tariffa

piena

16000 Pagheranno 100%tariffa

piena 16000

Pagheranno 100%tariffa

piena Dalle rilevazioni effettuate dalla Amministrazione Comunale circa la frequenza ai servizi di doposcuola ed estate ragazzi, risulta che la fruizione dei servizi e la frequenza da parte dell’utenza che si collocava nella fascia esente dal pagamento, non corrispondeva in numerosi casi alle iscrizioni. Pertanto si è ritenuto opportuno introdurre una quota di iscrizione pari al 10% del costo sulla prima fascia ISEE al fine di scoraggiare tali comportamenti. Rimane confermata l’esenzione dal pagamento sulla tassa dei rifiuti per i nuclei familiari con reddito ISEE pari o inferiore a € 8500,00 annui, come definito nell’accordo del 18 marzo 2006.

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BILANCIO DI PREVISIONE PER IL 2009 Durante l’incontro l’Amministrazione Comunale ha illustrato le linee guida del bilancio di previsione per il 2009. • Le tariffe dei servizi a domanda individuale verranno unicamente adeguate

all’indice Istat. Confermando una politica di contenimento dei costi a carico degli utenti.

• L’addizionale Irpef resta dello 0,2%. • L’Amministrazione, visti i risultati positivi degli anni precedenti, proseguirà

la sua attività di controllo all’evasione fiscale allo scopo di una maggiore equità fiscale per tutelare le fasce deboli della popolazione e per realizzare obiettivi di sviluppo economico e sociale.

• Nell’ambito delle politiche sociali verrà aperto un centro famiglia con annessa ludoteca autogestita dai genitori che potrà costituire un punto di riferimento per lo sviluppo di politiche rivolte alle famiglie, alle donne ed ai giovani.

Qualita’ urbana Proseguiranno anche nel 2009 le iniziative legate alla riqualificazione della qualità urbana e della mobilità sostenibile con :

• Servizio bus navetta gratuito. • Pedibus per gli allievi della scuola primaria al fine di sensibilizzare ad una

cultura del movimento e della sicurezza stradale. • Realizzazione del progetto “Bici in città” con alcune postazioni di biciclette

in affitto. • Aumento del numero dei parcheggi a corona per liberare il centro dal

traffico. • Riqualificazione del centro commerciale naturale (Corso Italia).

Sperimentazione dell’isola pedonale in Corso Italia nelle sue diverse possibilità.

Ambiente Nel campo delle politiche ambientali proseguono le iniziative di risparmio energetico nel settore dell’illuminazione, del riscaldamento e di maggiore efficienza nella riduzione e nella raccolta dei rifiuti. Per rafforzare comportamenti virtuosi è stata introdotta una riduzione del 5% della tariffa Tarsu applicata alle utenze domestiche che aderiscono al progetto della raccolta differenziata dell’umido. p. l’Amministrazione Comunale p. CGIL-CISL-UIL gli Assessori

Fulvia Artusio Lina Chialva

Alida Anelli Ezio Freguglia

Marcella Risso Giovanni Corazza

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PROTOCOLLO DI INTESA PER L’ANNO 2010 TRA L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BELLINZAGO NOVARESE E LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI CONFEDERALI E DEI PENSIONATI In data 9 febbraio 2010 l’Amministrazione Comunale di Bellinzago Novarese e le Organizzazioni Sindacali Provinciali Cgil, Cisl e Uil Confederali e di categoria hanno concordato il seguente protocollo d’intesa che costituisce aggiornamento e rinnovo di quelli precedentemente definiti. Il protocollo sarà formalizzato con atto deliberativo della Giunta Comunale. Premessa La grave situazione finanziaria che si è manifestata negli ultimi mesi del 2008 ha avuto forti ripercussioni economiche per tutto il 2009 e sta producendo nel 2010 effetti sociali che portano ad un aggravamento nelle condizioni di lavoro e di vita di ampie fasce della popolazione. Il forte aumento, anche nella nostra provincia delle ore di cassa integrazione e lo stato di crisi denunciato da numerose aziende, mette a rischio il posto di lavoro di molti lavoratori, non solo precari e impone il rafforzamento dell’intervento pubblico della Regione e degli enti locali a sostegno del reddito e delle politiche di promozione sociale. La generale incertezza che caratterizza i trasferimenti delle risorse e l’entità del gettito delle entrate configura un quadro di difficoltà per tutte le amministrazioni. L’obiettivo che gli enti locali e il sindacato condividono è quello di contrastare il peggioramento delle condizioni di vita di pensionati, lavoratori, disoccupati e persone che già si trovano in condizioni di indigenza: la contrattazione confederale con gli enti locali ha come contenuto un insieme di tematiche (tariffe, criteri per la compartecipazione, politiche per l’integrazione, ecc.) che determinano il livello del salario sociale. In coerenza con queste premesse il punto di partenza è la comune valutazione positiva della pratica concertativa, fino ad oggi sviluppata tra sindacato ed Enti Locali, nel territorio della provincia novarese. Pratica che si ritiene debba essere ulteriormente incrementata, rafforzata e qualificata, attraverso la stipula o l’aggiornamento di protocolli di intesa nella fase di definizione delle scelte finanziarie e sociali dei vari comuni della provincia di Novara: bilancio preventivo, consuntivo e assestamento. Si concorda sull’impegno a fornire alle Organizzazioni Sindacali copia delle delibere comunali riguardanti materie di interesse sociale, fiscale, tariffario e copia dei bandi pubblici aventi per oggetto prestazioni o interventi a carattere sociale. Per quanto riguarda nello specifico il Comune di Bellinzago Novarese:

1) Bilancio: L’Amministrazione comunica che il Bilancio 2010 presenta diverse problematiche in riferimento alla necessità di rispettare il cosiddetto “Patto di stabilità”.

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In primo luogo l’anno assunto come riferimento per la definizione della cifra di bilancio, il 2007, presentava entrate extratributarie derivate dall’installazione di un rilevatore di velocità. Dal 2009 questa apparecchiatura non è più presente sul territorio comunale. In secondo luogo in seguito alle ripercussioni della crisi economica anche sul settore dell’edilizia si registra una contrazione per le entrate relative agli oneri di urbanizzazione di 90.000 euro. In terzo luogo l’Amministrazione segnala che la tassa sulla raccolta e smaltimento rifiuti copre solo l’82% dei costi complessivi. In quarto luogo l’Amministrazione ha deciso di corrispondere ai fornitori le spettanze concordate per evitare il peggioramento della situazione economica di aziende e artigiani del territorio. Per tutte queste ragioni l’Amministrazione ha optato per derogare il Patto di stabilità.

2) Addizionale IRPEF: l’Amministrazione si impegna a far rimanere invariata la percentuale dello 0,5% e a considerare la proposta delle OO.SS. di portare in via transitoria l’esenzione piena per i cittadini con redditi inferiori a 10.500 euro con l’obiettivo di arrivare nei prossimi anni all’esenzione per redditi inferiori ai 13.000 euro.

3) Servizi rivolti a bambini: In ordine ai servizi socio educativi per minori, sulla base di quanto concordato tra le parti, nel protocollo 2008, l’Amministrazione comunica che dal mese di Marzo verrà realizzato un micro-nido con la disponibilità di 25 posti per dare soluzione alle numerose richieste delle famiglie presenti sul territorio (62 bambini in lista d’attesa). Contestualmente viene comunicata l’intenzione da parte di alcune organizzazione private di attivare micronidi aziendali di cui uno aperto al territorio. Le parti concordano la riduzione del 20% della retta sulla mensa scolastica, i trasporti e il centro estivo per il secondo figlio di famiglie con meno di 22.000 euro risultanti dalla dichiarazione ISEE.

4) Servizi rivolti ad anziani: Rispetto all’assistenza in struttura per gli anziani non autosufficienti, a gestione diretta da parte del Comune, l’Amministrazione comunica il progetto di riconversione della struttura da RAF a RSA. Le quote sanitarie riconosciute sono, in questo momento, 23 su 42 posti convenzionati.

5) Consorzio per la gestione dei servizi sociali: L’Amministrazione ha provveduto ad adeguare la quota pro-capite destinata al Consorzio per la gestione dei servizi sociali da 19 a 20,5 euro a cui si aggiunge il versamento di un euro per ogni abitante per il finanziamento di un progetto rivolto al sostegno della genitorialità gestite dal consorzio. . Bellinzago Novarese 9 Febbraio 2010

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AMMINISTRAZIONE COMUNALE

INCARICO COGNOME E NOME FIRMA

ORGANIZZAZIONI SINDACALI

INCARICO COGNOME E NOME FIRMA

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DIPARTIMENTO ASSISTENZA SANITARIA E SOCIO SANITARIA INTEGRATA

DIRETTORE: Dott. Gianfranco Zulian S.C. MEDICINA LEGALE – S.C. SER.T. – S.C. P.A.S.S.I. – S.C. FARMACIA TERRITORIALE – S.S.V. DIP. ALCOLOGIA

S.S.V. DIP. PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO ATTIVITÀ ESTERNE – S.S.V. DIP. SANITÀ PENITENZIARIA

S.C. PROGRAMMAZIONE ATTIVITÀ SOCIO SANITARIE INTEGRATE VIA DEI MILLE, 2 – 28100 NOVARA

TEL. 0321/374529- [email protected]

OGGETTO: Verbale dell’ incontro del 12.10.2010 tra Rappresentanza Conferenza dei Sindaci, Enti Gestori, Organizzazioni Sindacali e Direzione Generale dell’ASL “NO”. Martedì alle ore 9.30 si è svolto presso la sala riunioni del V piano dell’ASL “NO” - in Via dei Mille 2 un incontro tra la Rappresentanza della Conferenza dei Sindaci, i rappresentanti degli EE.GG. delle funzioni socio-assistenziali, le OO.SS.Confederali, i Direttori di Distretto e la Direzione Generale dell’ASL “NO”, avente all’ordine del giorno:

1. Percorso di adeguamento tariffario previsto dalla D.G.R. 64 – 13649 del 22 marzo

2010. Bozza ipotesi avanzata di applicazione da parte del gruppo di lavoro dirigenti ASL NO e direttori degli enti gestori dei servizi socio-assistenziali.

2. Situazione applicazione DD.GG.RR. 39 – 11190/2009 e 56 – 13332/2010 –

Contributo economico alla domiciliarità. (Anziani non autosufficienti e disabili).

3. Varie ed eventuali. Presenti: come da prospetto firme allegato al presente verbale.

Apre la riunione il Direttore Generale dell’ ASL NO che chiede al gruppo di lavoro, identificato nel corso dell’incontro precedente, avvenuto venerdì 01.10.u.s. , di presentare la proposta di progressione elaborata dai componenti del gruppo stesso, per avviare gradualmente il percorso di adeguamento tariffario previsto dalla DGR 64-13649 del 22 marzo 2010.

Dopo la presentazione della proposta di progressione ha così inizio un’ampia ed articolata discussione i cui punti fondamentali possono essere così riassunti:

Gli Enti Gestori delle funzioni socio-assistenziali chiedono come primo obiettivo di

chiarire bene quale sia il massimo dell’aumento possibile; come 2° obiettivo portare la percentuale di residenzialità dall’attuale 1,41% per anziani di età ≥ ai 65 anni a quello richiesto dalla regione Piemonte ( 2% ) ed infine come terzo ed ultimo obiettivo quale strumento metodologico attraverso UVG per verificare la qualità dell’assistenza nelle strutture accreditate ritenendo inoltre importante la creazione di un team tra UVG e Commissione di Vigilanza che dia atto alla DGR che prevede incrementi tariffari per pazienti che hanno bisogni assistenziali elevati (RSA) pur essendo in strutture a media intensità assistenziale (RAF).

REGIONE PIEMONTE AZIENDA SANITARIA LOCALE “NO” - NOVARA

Via Dei Mille 2 – 28100 Novara P. IVA:01522670031

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DIPARTIMENTO ASSISTENZA SANITARIA E SOCIO SANITARIA INTEGRATA

DIRETTORE: Dott. Gianfranco Zulian S.C. MEDICINA LEGALE – S.C. SER.T. – S.C. P.A.S.S.I. – S.C. FARMACIA TERRITORIALE – S.S.V. DIP. ALCOLOGIA

S.S.V. DIP. PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO ATTIVITÀ ESTERNE – S.S.V. DIP. SANITÀ PENITENZIARIA

Il Direttore Amministrativo dell’ASL NO, Dott. Bertone evidenzia la necessità che gli adeguamenti tariffari siano finalizzati all’applicazione della D.G.R. 64 e successivamente venga valutata la possibilità di uniformare le tariffe delle diverse strutture.

Le OOSS fanno presenti le seguenti criticità: • nell’ ambito del territorio provinciale non esiste solo una disomogeneità tariffaria

fra le varie strutture residenziali per anziani non autosufficienti di età ≥ ai 65 anni ma anche di qualità, in quanto alcune strutture RAF (a media intensità assistenziale) si ritrovano ad ospitare soggetti non autosufficienti destinati a strutture RSA (ad alta intensità assistenziale).

• è possibile identificare quale criticità di partenza il fatto che a fine anno 2009 ci si è posti come obiettivo prioritario il raggiungimento di un tasso di occupazione dei posti letto per anziani non autosufficienti di età ≥ ai 65 anni omogeneo in tutti e quattro i Distretti dell’ ASL NO pari all’ 1,7 %, ma in realtà allo stato attuale si è regrediti all’ 1,4%

• si ritiene doveroso invitare la Rappresentanza della conferenza dei Sindaci a sostanziare all’ Assessore Regionale alla Salute, D.ssa Ferrero, questa criticità ed il fatto che nel nostro territorio non si riesce ad incrementare la qualità dei servizi resi facendo pagare sempre di più al cittadino.

• ritengono doveroso ed importante segnalare in Regione l’attuale fotografia del territorio novarese , in modo da non subire passivamente il nuovo Piano di Rientro previsto per il 30.11.2010 ma proponendosi attivamente nella segnalazione delle situazioni critiche.

Alla fine della discussione si concorda di avviare il percorso di adeguamento tariffario in applicazione alla D.G.R. 64 secondo le seguenti modalità:

1. Riconoscimento alle strutture dell’ incremento ISTAT, pari all’ 1’5% sulla parte della quota sanitaria della retta in vigore al 31.12.2009 e per il periodo dal 01.1.2010 al 31.12.2010.

2. Stabilito quale livello di riferimento delle tariffe di norma, il limite di 76 euro per le

R.A.F. e di 90 euro per le R.S.A. in base a valutazioni ponderali sul sistema tariffario delle strutture residenziali socio-sanitarie per anziani non autosufficienti di età ≥ ai 65 anni insistenti sul territorio dell’ ASL NO, l’applicazione dal 01.01.2011 di tariffe che prevedono un incremento sino ad un massimo di 4 euro per le R.A.F. e di 6 euro per le R.S.A. per raggiungere tali livelli di riferimento di 76 euro e 90 euro. Alle strutture residenziali che con detto incremento o che al 31.12.2009 risultano avere rette superiori ai suddetti limiti di riferimento, viene comunque garantito un incremento minimo di 2 euro per le R.A.F. e di 3 euro per le R.S.A.

. In particolare viene riconosciuto per le : RSA :

A. un aumento di 3 euro per le strutture che al 31/12/2009 hanno rette uguali o superiori a 87 euro;

B. l’aumento necessario per raggiungere i 90 euro alle strutture che hanno

tariffe, al 31/12/2009 pari o superiori a 84 euro;

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DIRETTORE: Dott. Gianfranco Zulian S.C. MEDICINA LEGALE – S.C. SER.T. – S.C. P.A.S.S.I. – S.C. FARMACIA TERRITORIALE – S.S.V. DIP. ALCOLOGIA

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C. l’aumento di 6 euro per le strutture che hanno tariffe al 31/12/2009 inferiori a 84 euro;

RAF:

A. un aumento di 2 euro per le strutture che al 31/12/2009 hanno rette uguali o superiori a 74 euro;

B. l’aumento necessario per raggiungere i 76 euro alle strutture che hanno tariffe,

al 31/12/2009 pari o superiori a 72 euro;

C. l’aumento di 4 euro per le strutture che hanno tariffe al 31/12/2009 inferiori a 72 euro.

Le parti concordano che eventuali ulteriori incrementi tariffari saranno oggetto di successivo confronto.

L’Assessore Contaldo per la Rappresentanza della Conferenza dei Sindaci dell’ ASL NO sottolinea che è, di fondamentale importanza avere idee chiare nell’esporre all’ Assessore alla Salute circa le situazioni critiche e sollecitarLa a risolverle.

Per cui preso atto di quanto sinora discusso si propone di redigere un documento

che illustri l’attuale situazione di difficoltà della nostra realtà territoriale con il supporto tecnico garantito dai dirigenti ASL NO, per sottoporlo poi all’ Assessore Regionale alla Salute in occasione del prossimo incontro.

Le OO.SS. chiedono infine che , stante l’estrema difficoltà ad incontrare l’Assessore Regionale alla Salute , quale è la situazione attuale sui contributi economici per la domiciliarità.

Allo stato attuale la situazione dei singoli Distretti può essere così riepilogata: Distretto di Novara : in carico 120 casi con 243 in Lista di attesa ed il nuovo finanziamento permette di erogare contributi fino al 31.01.2012; Distretto di Galliate: in carico 86 casi con 117 in Lista di attesa ed il nuovo finanziamento permette di erogare contributi fino al 31.01.2012; Distretto di Arona: in carico 158 casi (di cui 103 a media intensità e 55 ad alta intensità) per non esaurire i fondi a metà anno 2011 si è costretti a fare una scelta tra quelli a media ed alta intensità per poter arrivare al 31.01.2012 con 160 in Lista di attesa; Distretto di Borgomanero: in carico casi con 98 in Lista di attesa 148 ed il nuovo finanziamento permette di erogare contributi fino alla fine dell’anno 2011; In tutti e quattro i Distretti si è deciso di adottare come linea comune e condivisa con gli Enti Gestori:

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1. di non inserire nuovi casi se non per l’eventuale turn-over in caso di decesso dove ciò è possibile e portare a termine i progetti attivi fino al 31.01.2012;

2. mentre per i contributi economici per il mantenimento a domicilio dei soggetti

disabili (adulti e/o minori), di non utilizzare la stessa metodologia individuata per i soggetti anziani non autosufficienti di età ≥ ai 65 anni, ma con un avviso ai cittadini (Bando) con chiusura dello stesso al 30.11.2010, con stesura della graduatoria con individuazione delle priorità e dei soggetti eligibili.

La riunione si conclude alle 12.30 circa e si concorda che la prossima è rinviata a data da destinarsi e successivamente all’incontro con l’Assessore Regionale alla Salute. Il Segretario Verbalizzante (Dr. Gianni Valzer)

Per le OO.SS. Confederali:

CGIL : CISL : UIL :

L’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Novara ( Prof. Massimo Contaldo)

IL DIRETTORE GENERALE DELL’ASL “NO” ( Dott. Mario Minola)

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VERBALE DI CONCERTAZIONE PER L’ANNO 2010 TRA L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GALLIATE E LE ORGANIZZAZIONI

SINDACALI CONFEDERALI E DEI PENSIONATI In data 7/04/2010 l’Amministrazione Comunale di Galliate e le Organizzazioni Sindacali Provinciali Cgil, Cisl e Uil Confederali e di categoria hanno concordato il seguente protocollo d’intesa che costituisce aggiornamento e rinnovo di quelli precedentemente definiti. Il protocollo sarà formalizzato con atto deliberativo della Giunta Comunale. Premessa La grave situazione finanziaria che si è manifestata negli ultimi mesi del 2008 ha avuto forti ripercussioni economiche per tutto il 2009 e sta producendo nel 2010 effetti sociali che portano ad un aggravamento nelle condizioni di lavoro e di vita di ampie fasce della popolazione. Il forte aumento, anche nella nostra provincia delle ore di cassa integrazione e lo stato di crisi denunciato da numerose aziende, mette a rischio il posto di lavoro di molti lavoratori, non solo precari e impone il rafforzamento dell’intervento pubblico della Regione e degli enti locali a sostegno del reddito e delle politiche di promozione sociale. La generale incertezza che caratterizza i trasferimenti delle risorse e l’entità del gettito delle entrate configura un quadro di difficoltà per tutte le amministrazioni. L’obiettivo che gli enti locali e il sindacato condividono è quello di contrastare il peggioramento delle condizioni di vita di pensionati, lavoratori, disoccupati e persone che già si trovano in condizioni di indigenza: la contrattazione confederale con gli enti locali ha come contenuto un insieme di tematiche (tariffe, criteri per la compartecipazione, politiche per l’integrazione, ecc.) che determinano il livello del salario sociale. In coerenza con queste premesse il punto di partenza è la comune valutazione positiva della pratica concertativa, fino ad oggi sviluppata tra sindacato ed Enti Locali, nel territorio della provincia novarese. Pratica che si ritiene debba essere ulteriormente incrementata, rafforzata e qualificata, attraverso la stipula o l’aggiornamento di protocolli di intesa nella fase di definizione delle scelte finanziarie e sociali dei vari comuni della provincia di Novara: bilancio preventivo, consuntivo e assestamento. Si concorda sull’impegno a fornire alle Organizzazioni Sindacali copia delle delibere comunali riguardanti materie di interesse sociale, fiscale, tariffario e copia dei bandi pubblici aventi per oggetto prestazioni o interventi a carattere sociale. Quadro generale: L’Amministrazione Comunale di Galliate come altre amministrazioni si trova in una contingenza in cui deve rispondere al vincolo del patto di stabilità e alla forte diminuzione delle entrate collegate agli oneri di urbanizzazione. In particolare questa seconda voce risente di una contrazione dovuta, oltre alla crisi, anche al rientro in un trend di normalità di

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una voce caratterizzata da una forte espansione negli anni precedenti, in virtù degli investimenti della società Nova Coop. Addizionale Irpef e Tarsu L’amministrazione ha stabilito di mantenere anche per il 2010 l’Addizionale IRPEF nella misura dello 0,7% e l’esenzione dal pagamento della stessa per redditi fino a 13.000. Per quanto riguarda la TARSU l’Amministrazione ha portato la copertura della tariffa alla percentuale piena (100%) calcolando gli incrementi così di seguito: 1 euro al mese per nucleo familiare composto da una persona 0,75 per persona per nuclei composti da due persone 0,63 per persona per nuclei composti da tre persone 0,58 per persona per nuclei composti da quattro persone Indicatore Situazione Economica Equivalente Le parti convengono sulla necessità di trovare criteri omogenei, almeno per quanto riguarda il territorio del consorzio dei servizi socio-assistenziali di riferimento, per quantificare la compartecipazione dei cittadini ai costi del servizio. Per la compartecipazione alla spesa per i servizi a domanda individuale a gestione diretta le OO.SS. richiedono di considerare l’esenzione per i redditi ISEE inferiori a 8.000 euro. L’Amministrazione si impegna a predisporre uno studio di fattibilità e a darne comunicazione. Interventi diretti per fronteggiare la crisi economica Le difficoltà che caratterizzano questa fase economica hanno portato all’attenzione dell’Amministrazione un fenomeno nuovo: oltre ai destinatari tradizionali degli interventi di sostegno al reddito, accedono ai servizi sociali nuovi richiedenti che non sempre hanno conoscenza e dimestichezza con gli strumenti di aiuto. Per questo motivo l’Amministrazione ha deciso di predisporre interventi ad hoc:

• lo stanziamento di un fondo per sostenere le persone che si trovano in situazioni di emergenza atipiche

• lo stanziamento di un fondo per la predisposizione di voucher da lavoro (10 euro di cui 7,5 per lavoro occasionale e 2,5 per contributi e INAIL).

Le OO.SS e l’Amministrazione concordano nell’istituzione di un tavolo di coordinamento per confrontarsi sui criteri da adottare per redigere il regolamento di attuazione. Servizi per l’infanzia Il Comune di Galliate registra un tasso annuo di crescita intorno all’1%. Sul territorio sono presenti tre strutture di asili nido: una in gestione diretta e due in convenzione. Le liste d’attesa non registrano in questo momento richieste inevase. Le parti concludono l’incontro concordando:

• sulla necessità di monitorare i processi di esternalizzazione per implementare nel modo più esteso possibile la logica della stabilizzazione nei rapporti di lavoro per garantire anche una maggiore qualità del servizio

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• sulla necessità di istituire un tavolo di coordinamento per redigere un regolamento per la destinazione di fondi anti-crisi

• sulla necessità di fare uno studio di fattibilità sulla possibilità di introdurre l’esenzione ISEE per redditi inferiori a 8.000 euro ISEE

Galliate 07/04/2010 AMMINISTRAZIONE COMUNALE

INCARICO COGNOME E NOME FIRMA

ORGANIZZAZIONI SINDACALI

INCARICO COGNOME E NOME FIRMA

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Via Mameli 7/b- Novara Tel.0321-665200- fax 399597

Via dei Caccia 7/b- Novara Tel.0321-6751000-fax 6751040

Via.le Dante 23- Novara Tel.0321-626189-fax 392682

Novara, 18 Ottobre 2010

Spett.le Comune di Novara

Al dirigente dell’Area

Servizi Sociali- Servizi Educativi-Servizi alle persone

Dott Maurizio Bisoglio

Assessore alle Politiche Sociali Prof. Massimo Luigi Contaldo

Assessore all’Istruzione Sig. Raimondo Giuliano

OGGETTO: PROTOCOLLO DI INTESA TRA IL COMUNE DI NOVARA E LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI PROVINCIALI CGIL-CISL-UIL PER LA DEFINIZIONE DELLE RELAZIONI SINDACALI IN ORDINE ALLE POLITICHE SOCIALI Con il presente protocollo di intesa tra il Comune di Novara con sede a Novara in Via Rosselli 1 e le Organizzazioni Sindacali Provinciali CGIL-CISL-UIL Confederali e di Categoria PREMESSO CHE In conformità con l’art 14 della Legge Regionale 1/2004 e sulla base di una valutazione positiva dei momenti di concertazione fino ad ora sviluppatisi in materia, le OOSS e l’Ente intendono proseguire il confronto nel corso del 2010 Concordando il seguente protocollo:

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Nel corso di questi mesi numerose aziende, in provincia di Novara, hanno fatto ricorso alla cassa integrazione e hanno dichiarato lo stato di crisi. Nei prossimi mesi nel nostro territorio sono a rischio i posti di lavoro e di conseguenza il benessere di molti cittadini italiani e stranieri residenti e delle loro famiglie . Questo quadro socio-economico, peggiorato dalle restrizioni imposte a Regioni, Province e Comuni dalla recente manovra finanziaria, impone un rafforzamento dell’azione pubblica a sostegno dei redditi e un impegno costante nel rendere più efficace la rete pubblica dei servizi sociali oggi esistente, sviluppandone e qualificandone gli interventi. IL COMUNE DI NOVARA riconosce il Sindacato come soggetto di confronto e di concertazione sui temi riguardanti: le politiche socio-assistenziali, le politiche di integrazione socio-sanitaria e i servizi a domanda individuale e collettiva si impegna a fornire al Sindacato tutti gli elementi e le informazioni necessarie a definire il quadro degli interventi e delle scelte in atto, previa apposita richiesta sindacale in merito alle delibere riguardanti materie in oggetto si dichiara disponibile ad intrattenere periodici incontri con il Sindacato per un confronto, una consultazione e una concertazione sulle scelte di welfare locale. In particolare le parti concordano che per il 2010-2011 proseguiranno il confronto sui seguenti temi:

- verifica dello stato di attuazione delle azioni di piano individuate nel Piano di Zona 2006-2008, in funzione della predisposizione del nuovo Piano di zona nel corso del 2010-2012;

- integrazione tra servizi sociali e sanitari;

- tariffe e criteri di compartecipazione alla spesa;

- modalità e criteri relativi alla gestione in esternalizzazione dei servizi in

oggetto In attuazione di quanto previsto nel presente protocollo, saranno calendarizzati,di norma, tre incontri annuali coincidenti con le diverse fasi di bilancio. I confronti saranno verbalizzati e si potranno concludere, se necessario, con protocolli d’intesa per fissare i reciproci impegni vincolanti. Il protocollo verrà assunto con atto deliberativo da parte della Giunta Comunale e successivamente sottoscritto dalle parti.

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AMMINISTRAZIONE COMUNALE INCARICO COGNOME E NOME FIRMA

ORGANIZZAZIONI SINDACALI INCARICO COGNOME E NOME FIRMA

Cordiali saluti. p. CGIL p. CISL p. UIL Teruggi Ugazio Passero [email protected] [email protected] [email protected] 3355978680 3355788037 3356221104

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Via Mameli 7/b‐ Novara Tel.0321‐665200‐fax    399597 

Via dei Caccia 7/b‐           Novara Tel.0321‐6751000‐fax 6751040 

Via.le  Dante  23‐ Novara Tel.0321‐626189‐fax 392682 

  Novara 10/01/2011   OGGETTO: ADESIONE AL PROTOCOLLO ANTIEVASIONE  CGIL‐CISL‐UIL, ANCI e Lega delle Autonomie Locali del Piemonte hanno sottoscritto  il 25/11/2010 

un patto antievasione e si sono  impegnati ad estendere  la proposta di adesione a tutti  i comuni 

della regione. 

Presentiamo in breve l’iter, i contenuti e le modalità del patto 

 

La partecipazione dei Comuni all’attività di accertamento dei redditi delle persone fisiche era già 

stata prevista dagli articoli 44 e 45 del DPR n. 600 del 1973 

L’art. 1 del D.L. 203/2005, convertito con Legge 248/2005, ha previsto che “per potenziare l'azione 

di contrasto all'evasione fiscale la partecipazione dei Comuni all'accertamento fiscale è incentivata 

mediante il riconoscimento di una quota pari al 30% delle maggiori somme relative a tributi statali 

riscosse  a  titolo  definitivo,  a  seguito  dell'intervento  del  Comune  che  abbia  contribuito 

all'accertamento stesso.” 

La manovra correttiva per  il 2010, varata dal governo con  il decreto  legge 31 maggio 2010 n. 78, 

prevede  alcune  modifiche,  tra  cui  l’innalzamento  dell’incentivo  ai  Comuni  dal  30%  al  33%  e 

l’obbligo,  per  i  Comuni  con  più  di  5.000  abitanti,  di  costituire  il  Consiglio  tributario  che  avrà 

compiti consultivi e operativi. 

Il  25/06/2009  la  Direzione  Regionale  del  Piemonte  e  l’ANCI  Piemonte  hanno  sottoscritto  un 

protocollo d’intesa finalizzato a potenziare la lotta all’evasione attraverso una fitta collaborazione 

amministrativa. 

Il protocollo definisce  le modalità attraverso  le quali  i Comuni possono  contribuire al  contrasto 

all’evasione mediante segnalazioni qualificate (cioè le posizioni soggettive in relazione alle quali si 

possono riscontrare comportamenti evasivi e/o elusivi) agli uffici dell’Agenzia delle Entrate. 

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In coerenza con il provvedimento n 187461/07 gli ambiti in oggetto sono i seguenti: 

commercio e professioni 

urbanistica e territorio 

proprietà edilizia e patrimonio immobiliare 

residenze fittizie all’estero 

disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva 

 

La trasmissione delle segnalazioni da parte dei Comuni è effettuata utilizzando un’apposita 

applicazione realizzata in ambiente WEB e disponibile sul sistema S.I.A.T.E.L. 

Il  12/11/2009  è  stato  sottoscritto  il  protocollo  d’intesa  tra  ANCI,  Agenzia  delle  Entrate  e  IFEL 

(Istituto  per  le  finanze  e  l’economia  locale)  con  l’obiettivo  di  uniformare  il  coinvolgimento  dei 

comuni nell’attività di partecipazione all’accertamento  fiscale e  implementare strumenti e azioni 

che possano favorirla o accelerarla. 

I Comuni possono aderire al protocollo inviando una delibera di giunta all’ANCI o all’Agenzia delle 

Entrate, senza la necessità quindi di sottoscrivere apposite convenzioni. 

 

Le scriventi OO.SS richiedono all’Amministrazione Comunale di: 

formalizzare l’adesione al protocollo attraverso una delibera di Giunta 

inviare la delibera all’ANCI Piemonte e per conoscenza alle OO.SS. 

impegnarsi a destinare le risorse provenienti dalla riscossione dell’evasione dei tributi per 

interventi in ambito sociale  

          p. CGIL                                                                          p. CISL                                                                  p. UIL  Teruggi  Cristiano                                                      Ugazio Elena                                                       Passero Diego  [email protected]                                            [email protected]                         [email protected]          3355978680                                   3355788037                                                       3356221104         

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PROTOCOLLO D’INTESA PER L’ANNO 2010 TRA L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI ROMAGNANO E I SINDACATI CONFEDERALI E DEI PENSIONATI

In data 16/03/2010 fra l’Amministrazione Comunale di Romagnano e le Organizzazioni Sindacali Provinciali Cgil Cisl Uil Confederali e di categoria, si è pervenuti al seguente protocollo d’intesa che costituisce aggiornamento e rinnovo di quelli precedentemente definiti. Il protocollo sarà formalizzato con atto deliberativo della Giunta Comunale o del Consiglio.

PREMESSA La grave situazione finanziaria che si è manifestata negli ultimi mesi del 2008 ha avuto forti ripercussioni economiche per tutto il 2009 e sta producendo nel 2010 effetti sociali che portano ad un aggravamento nelle condizioni di lavoro e di vita di ampie fasce della popolazione. Il forte aumento, anche nella nostra provincia delle ore di cassa integrazione e lo stato di crisi denunciato da numerose aziende, mette a rischio il posto di lavoro di molti lavoratori, non solo precari e impone il rafforzamento dell’intervento pubblico della Regione e degli enti locali a sostegno del reddito e delle politiche di promozione sociale. La generale incertezza che caratterizza i trasferimenti delle risorse e l’entità del gettito delle entrate configura un quadro di difficoltà per tutte le amministrazioni. L’obiettivo che gli enti locali e il sindacato condividono è quello di contrastare il peggioramento delle condizioni di vita di pensionati, lavoratori, disoccupati e persone che già si trovano in condizioni di indigenza: la contrattazione confederale con gli enti locali ha come contenuto un insieme di tematiche (tariffe, criteri per la compartecipazione, politiche per l’integrazione, ecc.) che determinano il livello del salario sociale. In coerenza con queste premesse il punto di partenza è la comune valutazione positiva della pratica concertativa, fino ad oggi sviluppata tra sindacato ed Enti Locali, nel territorio della provincia novarese. Pratica che si ritiene debba essere ulteriormente incrementata, rafforzata e qualificata, attraverso la stipula o l’aggiornamento di protocolli di intesa nella fase di definizione delle scelte finanziarie e sociali dei vari comuni della provincia di Novara: bilancio preventivo, consuntivo e assestamento. Si concorda sull’impegno a fornire alle Organizzazioni Sindacali copia delle delibere comunali riguardanti materie di interesse sociale, fiscale, tariffario e copia dei bandi pubblici aventi per oggetto prestazioni o interventi a carattere sociale. ADDIZIONALE COMUNALE Le Organizzazioni Sindacali, richiedono di non ricorrere, all’aumento della pressione fiscale locale, ma di in seguito al confronto l ’’AMMINISTRAZIONE” nel 2008 ha ridotto l’addizionale comunale dal 3 al 2 per mille, nel 2009 ha introdotto in accordo con CGIL, Cisl e UIL l’esenzione dei redditi fino a 15.000,00 Euro a beneficio di circa 700 cittadini di Romagnano. Per il 2010 restano invariate le applicazione delle addizionali e delle relative esenzioni . RAPPORTI CON LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI CONFEDERALI Ciò premesso il confronto con le OO.SS avrà lo scopo di: - informare e consultare le OO. SS sulle politiche di bilancio e di sviluppo locale, sulle politiche socio-

assistenziali e sulle scelte in materia di politiche fiscali, tariffarie, parafiscali, locali; - concertare con le OO.SS. gli orientamenti sugli stessi argomenti, ricevere pareri, proposte ed

osservazioni, pervenire a possibili intese comuni, attivare verifiche congiunte sulla realizzazione dei contenuti delle medesime, individuare forme di collaborazione su tematiche di interesse comune.

- A questo scopo si concorda anche sull’impegno a fornire tempestivamente alle OO. SS. copia delle Delibere Comunali riguardanti materie di interesse sociale, fiscale, tariffario (es. Isee, Ici,Tarsu, addizionale IRPEF.) e copia dei Bandi pubblici aventi per oggetto prestazioni e/o interventi a carattere sociale.

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POLITICHE SOCIALI L’Amministrazione Comunale si impegna a qualificare la rete di interventi e di servizi socio-assistenziali sul territorio per riconoscere a tutti i cittadini il diritto a servizi sociali pubblici qualificati volti a soddisfare i loro reali bisogni. All’interno di tale percorso si conviene di prestare particolare attenzione al disagio sociale ed alle fasce più deboli della popolazione (per reddito, per condizione sociale e familiare, per condizioni fisiche, per età, per condizione giuridica) individuando e promuovendo scelte mirate di tutela, recupero, integrazione e sostegno economico Il Comune dopo la sottoscrizione degli accordi di programma per l’ attuazione del Piano di Zona si impegna, a mantenere con le OO.SS., firmatarie del presente protocollo, un percorso di concertazione al Tavolo di Coordinamento Politico di Piano e ad attivare i singoli tavoli tematici per il monitoraggio della realizzazione dei contenuti di suddetto Piano. Le parti concordano che obiettivo primario è attivare il processo d’integrazione con i servizi sanitari territoriali per garantire la necessaria continuità assistenziale. Si attesta inoltre la comune volontà di prevenire, contrastare, controllare ed accompagnare la non autosufficienza mediante una politica socio-assistenziale orientata a favorire la permanenza del cittadino più a lungo possibile al proprio domicilio A tale proposito, in attuazione del PSR (Legge di Piano Socio- Sanitario) le Organizzazioni sindacali chiedono che prosegua la concertazione ad un tavolo congiunto distrettuale con la presenza di tutti soggetti coinvolti: Asl, Comuni, Enti gestori , OO.SS. Il sindacato chiede che eventuali aumenti a carico dell’utenza siano coperti con contributo regionale, finalizzato a garantire livelli di assistenza omogenei in tutto il territorio provinciale. SERVIZI SOCIO EDUCATIVI PER MINORI Nell’ ambito di attuazione dei piani di zona, si chiede concertare un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema dei servizi socio educativi. In tema di rette degli Asili nido si chiede inoltre di applicare criteri di compartecipazione alla spesa che esentano le fasce più deboli (ISEE 8000 €) ed agevolino lavoratori dipendenti con redditi Isee nella media della loro categoria, e la riduzione al 50% della quota fissa mensile per il secondo figlio iscritto. ACCOGLIENZA E SOSTEGNO AI CITTADINI STRANIERI Si chiede che prosegua la concertazione per un Piano territoriale di interventi specifici nella fase di prima attuazione dei Piani di Zona. INDICATORE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA (ISEE) Con l’intento di adottare criteri di equità e trasparenza nella valutazione del diritto di accesso alle prestazioni e ai servizi sociali Comunali e per stabilire equi criteri di compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini, a seguito di ampio confronto con le OO. SS., il Comune adotta – a norma del D.Lgs. 109/98 e successive integrazioni –il Regolamento Isee con Delibera di Consiglio Comunale. Il regolamento Isee si applica a tutti i Servizi erogati dal Comune che prevedano la compartecipazione alla spesa dei cittadini concordata come segue: DA A % della tariffa massima A Fino a 8000.00 € Esente B Fino a 13.000.00 € 50% di esenzione C Fino a 15.000.00 € 30% di esenzione POLITICHE TARIFFARIE Per quanto riguarda le tariffe dell’ Asilo Nido e del pre e post scuola , della refezione scolastica, dei pasti, del trasporto scolastico l’Amministrazione non adotterà nessun aumento per tutto il 2010). POLITICA ABITATIVA Il Comune nell’intento di favorire sia proprietari che inquilini ed in particolare per favorire una più dinamica politica abitativa e delle locazioni e per rendere fruibili tutte le agevolazioni e le condizioni pattizie, contrattuali e fiscali previste dalla Legge 431/98 e successive integrazioni e modifiche, è impegnato a promuovere incontri fra le parti interessate (Associazioni proprietari e inquilini) per favorire il raggiungimento di patti territoriali e la stipula di canoni convenzionati. A seguito dei quali l’aliquota ordinaria del 7 per mille scenderà al 4. Le parti concordano di promuovere un Osservatorio Comunale sulla situazione abitativa con compiti di monitoraggio finalizzati alla analisi della situazione sfratti e dell’emergenza abitativa locale e ad un più puntuale censimento prime e le seconde case.

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Il Comune si impegna alla tempestiva pubblicazione e diffusione dei Bandi relativi ai contributi Regionali tesi a ridurre il peso dell’affitto sulle famiglie a più basso reddito. Per favorire un nuovo flusso abitativo il Comune ha istituito un fondo per l’assegnazione di contributi finalizzati all’acquisto dell’abitazione principale da parte di nuovi nuclei famigliari. E mantiene un ulteriore fondo per l’erogazione di contributi per interventi di recupero della tinteggiatura degli edifici esistenti. POLITICHE SANITARIE L’Amministrazione comunale conferma l’impegno, richiamato nel PSR vigente, a verificare il rientro della comunità romagnanese nell’ambito del Servizio sanitario della Provincia di Novara. A tale scopo le parti s’incontreranno e favoriranno un percorso unitario con gli altri 2 Comuni nella stessa condizione. RAPPORTI COL VOLONTARIATO E ASSOCIAZIONISMO LOCALE Le parti nel riconoscere il valore etico e sociali del volontariato, la sua funzione insostituibile anche a supporto dell’intervento pubblico, si impegnano – in sintonia con i principi della L. 328/2000 - a valorizzare e promuovere il contributo del volontariato nella progettazione, nella realizzazione e nella gestione degli interventi, dando ampio spazio alla solidarietà sociale (es. Convenzione con Ass. ANTEAS e Ass.ne Auser per svolgimento di attività di volontariato in ambito sociale, Convenzione con l’Ass,ne Centro Incontro per la Terza Età per la gestione del Centro Incontro Anziani cittadino, Convenzione con l’Associazione AVO per attività di volontariato nel settore socio-sanità).

Letto, confermato e sottoscritto.

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Città di Caselle Torinese

Regolamento per l'erogazione di contributi a titolo di “prestito d'onore” a sostegno del reddito in

caso di sopraggiunto licenziamento o CIGS o mobilità.

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Città di Caselle Torinese .............................................................................................................1

ART. 1.........................................................................................................................................3

OGGETTO...................................................................................................................................3

ART. 2.........................................................................................................................................3

SOGGETTI BENEFICIARI E REQUISITI DI AMMISSIBILITA' .......................................3

ART. 3.........................................................................................................................................4

DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE ..............................................................................4

ART. 4.........................................................................................................................................5

ENTITA’ DEL CONTRIBUTO..................................................................................................5

ART. 5.........................................................................................................................................5

MODALITA' DI PAGAMENTO DEL CONTRIBUTO............................................................5

ART. 6.........................................................................................................................................5

RESTITUZIONE DEL CONTRIBUTO ....................................................................................5

ART. 7.........................................................................................................................................6

CONTROLLI ED ACCERTAMENTI........................................................................................6

ART. 8..........................................................................................................................................6

FINANZIAMENTO DEL CONTRIBUTO................................................................................6

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ART. 1

OGGETTO

Il Comune di Caselle Torinese stanzia, sulla base delle disponibilità del bilancio di ciascun anno, un apposito fondo per l’anticipazione di somme destinate a politiche di sostegno al reddito di famiglie con difficoltà economiche per fronteggiare le conseguenze sociali della crisi economica che investe il territorio ed il sistema produttivo casellese.

Il presente regolamento disciplina la concessione e la gestione dei contributi erogati, a titolo di “prestito d’onore” dalla Città di Caselle Torinese, a favore delle lavoratrici e dei lavoratori che, disoccupati o sospesi privi di trattamenti previdenziali, a causa dell’involontaria interruzione, definitiva o temporanea, del contratto di lavoro con imprese localizzate in Piemonte, si trovano in una situazione economica pari o inferiore alla soglia minima di cui all’art.3 del presente regolamento.

ART. 2 SOGGETTI BENEFICIARI E REQUISITI DI AMMISSIBILITA'

Sono da considerarsi possibili beneficiari del contributo economico erogato a titolo di “prestito d’onore” le lavoratrici e i lavoratori residenti nella Città di Caselle Torinese in temporanea difficoltà economica e in possesso di tutti i seguenti requisiti:

1. Avere la residenza anagrafica nella città di Caselle Torinese.

2. Possedere un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) in corso di validità, relativo ai redditi dell’anno precedente, ricalcolato sulla base della situazione reale, con un importo minore o uguale ad € 13.000,00. Il ricalcolo potrà essere effettuato, in fase di istruttoria delle domande, su richiesta della Città di Caselle Torinese.

3. Non essere occupati al momento della presentazione della domanda, ad

eccezione delle persone poste in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS).

4. Aver reso al Centro per l’Impiego, ai sensi dell’art. 3 del D.Lgs. 181/2000 e successive modifiche, la dichiarazione di immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa o di servizi di politica attiva del lavoro.

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Inoltre i soggetti beneficiari devono obbligatoriamente rientrare in una delle seguenti condizioni:

A. Lavoratori a tempo indeterminato licenziati a partire dal 1° gennaio

dell’anno precedente, avendo maturato un’anzianità lavorativa presso la stessa azienda di almeno 90 giorni. Da tale condizione si esclude il licenziamento per giusta causa, per giustificato motivo soggettivo, per mancato superamento del periodo di prova, per superamento del periodo di comporto e le dimissioni volontarie non connesse a causa di crisi aziendale.

B. Titolari di contratto di collaborazione a progetto (D.Lgs. 276/2003) o di collaborazione coordinata continuativa, giunto a scadenza naturale o interrotto dal committente in seguito a crisi aziendale nel periodo decorrente a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente avendo maturato un’anzianità lavorativa di almeno 90 giorni, anche con più committenti (tutti ubicati in Piemonte). Da tale condizione si escludono le dimissioni volontarie non connesse a causa di crisi aziendale.

C. Lavoratori con contratto a tempo determinato subordinato (compresi i

contratti di somministrazione), giunto a scadenza naturale o interrotto prima della scadenza naturale dal datore di lavoro in seguito a crisi aziendale nel periodo decorrente a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente, avendo maturato un’anzianità lavorativa di almeno 90 giorni e non superiore ai 12 mesi, anche con più datori di lavoro. Da tale condizione si esclude il licenziamento per giusta causa, per giustificato motivo soggettivo, per mancato superamento del periodo di prova, per superamento del periodo di comporto e le dimissioni volontarie non connesse a causa di crisi aziendale.

D. Nuclei familiari monoreddito in CIGS o mobilità indennizzata, con figli a carico minori e/o disabili.

ART. 3 DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE

Il richiedente il contributo erogato a titolo di “prestito d’onore” dovrà

presentare la seguente documentazione: 1. Copia della lettera di licenziamento o documentazione relativa alla CIGS o

mobilità indennizzata. 2. Copia del contratto di lavoro.

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3. Dichiarazione ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente) in corso di validità, relativo ai redditi dell’anno precedente e ricalcolato sulla base della situazione reale. Per il calcolo ISEE si fa riferimento a quanto stabilito dal decreto lgs 109/98, e s.m.i.

ART. 4

ENTITA’ DEL CONTRIBUTO

Previa verifica della sussistenza dei requisiti da parte dell’ Ufficio competente, il contributo erogato a titolo di “prestito d’onore” verrà accordato per un importo pari a un tetto massimo di € 2.000,00 per nucleo familiare.

Per l’istruttoria della pratica verrà acquisita anche eventuale relazione dei Servizi Sociali operanti sul territorio.

Il contributo verrà erogato, a conclusione dell’istruttoria e previo direttiva favorevole della Giunta Comunale, a seguito di determinazione del Responsabile del Settore Servizi alla Persona, in conformità a quanto previsto al comma 3, punto d), dell' art. 107 del DLgs. 267/2000, nei limiti dello stanziamento nell'apposita risorsa di bilancio.

ART. 5 MODALITA' DI PAGAMENTO DEL CONTRIBUTO

1. All'interessato verrà data comunicazione scritta, anche in caso di parere

negativo, entro 30 giorni dalla presentazione della domanda.

2. Il beneficiario del contributo s'impegna alla restituzione della somma ricevuta senza interessi, sottoscrivendo il piano di rimborso rateale nel quale è indicata la frequenza con la quale provvederà a versare le rate di rimborso. Sarà cura del beneficiario stesso trasmettere all’ufficio comunale competente copia delle ricevute dei singoli versamenti non appena effettuati.

3. L' erogazione del contributo avverrà attraverso mandato di pagamento

presso la Tesoreria Comunale, direttamente al richiedente, o nel caso di impossibilità fisica del richiedente, ad un suo delegato.

ART. 6 RESTITUZIONE DEL CONTRIBUTO

1. Il contributo erogato dovrà essere restituito con versamenti mensili nel

periodo limite di 36 mesi, secondo le modalità che saranno concordate caso per caso, prima dell’erogazione del contributo stesso, in base alle

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esigenze e alle possibilità del beneficiario sulla base del piano personalizzato.

2. Il periodo per la restituzione avrà come decorrenza il giorno 10 del terzo

mese successivo alla data di erogazione.

3. Il contributo non prevede nessun tipo di interesse, è a tasso zero, senza alcuna spesa od onere a carico del beneficiario.

4. Le rate di rimborso devono essere versate entro il giorno 10 del mese

tramite bollettino postale sul c/c del Comune o presso la Tesoreria senza necessità di preavviso. I ritardi nei versamenti devono essere comunicati in forma scritta al Settore Servizi alla Persona. E' considerato ritardo il mancato versamento alla data fissata.

5. In caso di mancato versamento delle rate di rimborso per un periodo

superiore a 60 giorni, si darà avvio alla procedura per la riscossione coattiva, con i relativi interessi legali, decorrenti dalla data di scadenza delle singole rate.

ART. 7 CONTROLLI ED ACCERTAMENTI

La Città di Caselle Torinese si riserva la facoltà di effettuare in qualsiasi

momento controlli e verifiche per accertare la veridicità delle dichiarazioni e della documentazione presentata dai soggetti richiedenti il contributo economico.

ART. 8 FINANZIAMENTO DEL CONTRIBUTO

Il contributo viene concesso dalla Città di Caselle Torinese nell’ambito

delle disponibilità finanziarie messe annualmente a bilancio. Le somme restituite dai beneficiari del contributo vengono destinate ad incrementare la disponibilità del fondo e rese quindi immediatamente disponibili per lo stesso scopo.

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CITTA’ DI COLLEGNO Provincia di Torino

Protocollo d’intesa sui contrasto al lavoro irregolare e il rispetto delle norme di sicurezza nei cantieri pubblici e privati

17 aprile 2008 II lavoro irregolare, caratterizzato dal mancato rispetto delle norme di sicurezza nei cantieri, dall'evasione contributiva e fiscale nel settore dell'edilizia sta assumendo dimensioni rilevanti. Tale fenomeno è pregiudizievole sia per le condizioni di lavoro dei dipendenti sia per la sopravvivenza stessa delle imprese che rispettano le normative di legge e contrattuali. Nei confronti di queste imprese si determinano situazioni di concorrenza sleale e d’alterazione della regolarità del mercato oggi non più sopportabili in termini di costi. Nei confronti dei lavoratori, il mancato rispetto delle regole, determina situazioni di "ricattabilità" e sempre più spesso infortuni più o meno gravi. Le statistiche disponibili (fonte Eurastat e lio) dicono che in Italia ci sono ogni anno sei incidenti mortali ogni 100mila lavoratori, un incidenza sei volte più alta degli incidenti nel Regno Unito, quattro volte la Svezia, due volte la Germania. . . . L'obiettivo primario delle parti firmatarie di questa protocollo d'intesa, è garantire i migliori livelli di prevenzione, sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro per tutti i lavoratori impegnati nei cantieri edili. A tal fine si definiscono i seguenti obiettivi: .

• controlla della sicurezza nei cantieri al fine di ridurre infortuni e morti bianche: clausole di salvaguardia dei lavoratori; . .

• contrasto al fenomeno del caporalato e del lavoro sommerso; .. • dare piena attuazione.alle Leggi e alle normative sulla Regolarità e sicurezza ed in

particolare al D.Lgs. 06.03.2008. .

Clausole di salvaguardia del lavoratori . . 1. Nel bando di gara sarà inserita la dicitura : “in caso di scioglimento anticipato del contratto d'appalto per qualunque motivo, la nuova. impresa dovrà adottare, di concerto con l’Amministrazione Comunale e le OO.SS. firmatarie del presente protocollo, le iniziative più opportune per garantire l'impiego dei lavoratori eventualmente messi in disponibilità"; . 2. fermo restando quanto previsto dalla vigente normativa per il rispetto degli obblighi in materia di tutela dei lavoratori, l' Amministrazione Comunale di Nichelino è tenuta a prevedere nel bando di gara, nel contratto, nel capitolato speciale d'appalto nonché nelle convenzioni, le seguenti clausole a tutela dei lavoratori;

a) obbligo di applicare e far applicare integralmente nei confronti di tutti i lavoratori dipendenti impiegati nell'esecuzione dell'appalto, anche se assunti al di fuori della Provincia di Torino,

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le condizioni economiche e normative previste dai contratti collettivi nazionali e territoriali di lavoro della categoria delle imprese edili (fatto salvo l'applicazione di quanto previsto dall'allegato 25 del CCNL Industria del 20/05/2004 in materia di "Concertazione per le Grandi Opere"), vigenti nella Provincia di Torino, durante tutto lo svolgimento dei lavori, ivi compresi i versamenti alla Cassa Edile di Torino;

b) obbligo dell'appaltatore di rispondere dell'osservanza di quanto previsto dalla normativa ed al precedente punto a) da parte degli eventuali subappaltatori o ditte in qualsivoglia forma di sub-contrattazione e aventi dipendenti, per le prestazioni rese nell'ambito dell'appalto;

c) le imprese di qualsiasi natura che eseguano lavori edili e non applichino il contratto edile devono essere segnalate alla D.P.L. al fine di procedere a ispezioni e alle OO.SS. di categoria al fine di procedere a verifiche;

d) obbligo in base al quale, nei cantieri pubblici, il pagamento dei corrispettivi a titolo di acconto e di saldo finale da parte dell'ente appaltante o concedente per le prestazioni oggetto del contratto o della convenzione sia subordinato all'acquisizione del DURC concernente la regolarità e congruità retributiva, previdenziale e assistenziale ivi compresi il versamento alla Cassa Edile di Torino, rilasciata dagli enti competenti e di auto dichiarazioni attestanti l'avvenuto pagamento delle retribuzioni. La dichiarazione acquisita produce i suoi effetti ai fini dell'acconto successivo. In caso di mancato, pagamento delle retribuzioni o versamenti agli enti previdenziali, assistenziali e alla Cassa Edile, su istanza anche solo di un'organizzazione sindacale firmataria del CCNL e qualora da tale dichiarazione risultino irregolarità dell'impresa appaltatrice o concessionaria o anche di una sola delle ditte presenti nell'esecuzione dell'appalto o della concessione, l'ente appaltante o concedente si attivi rivalendosi sugli importi a qualunque titolo spettanti, all'impresa affidataria, anche incamerando la cauzione fidejussoria;

e) il DURC, documento unico attestante la regolarità contributiva e retributiva del rapporto di lavoro relativamente alle imprese esecutrici di lavori sia pubblici che privati (L. 266/2002 - D.l. 276/2003 - Avviso Comune 16/1212003, 15/04/2004, 17/05/2007), certifica, in occasione di ogni pagamento ed alla conclusione dei lavori, l'adempimento da parte delle imprese, degli obblighi relativi ai versamenti contributivi, previdenziali ed assicurativi dovuti all'Inps, all'Inail e alla Cassa Edile. A tal fine è fatto obbligo ad ogni impresa edile e affine di applicare o far applicare integralmente nei confronti di tutti i lavoratori dipendenti impegnati nella esecuzione dei lavori il trattamento economico e normativo stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e dal Contratto Provinciale di Lavoro per i lavoratori dipendenti da imprese edili ed affini (CPL) di Torino, ivi compresa l'iscrizione dei lavoratori stessi ed il versamento delle relative contribuzioni alla Cassa Edile di Torino. Per accertare tale obbligo il Direttore del lavori verificherà ad ogni SAL il DURC dell'impresa affidataria dei lavori, interessata alla liquidazione dello Stato Avanzamento Lavori. Nel caso di autorizzazione a cedere a terzi fasi di lavoro, servizi o forniture in regime di subaffidamento. L'impresa affidataria dovrà presentare anche il DURC delle imprese subaffidatarie. In caso di riscontrate omissioni, e/o irregolarità, è fatto obbligo al Direttore dei Lavori di applicare nei confronti dell'appaltatore e/o subaffidataria, le misure di tutela contrattualmente previste dalla normativa e quelle derivanti dal presente protocollo. Per i lavori privati, stante l'obbligo posto dalla Legge n. 266/2002 e dal D.lgs n., 276/2003 di produrre il DURC anche nei lavori privati soggetti al rilascio di permesso a costruire ovvero di denuncia di inizio attività, l'Amministrazione di Nichelino si impegna a verificare con le OO.SS. l'efficacia delle procedure ai fini dell'applicazione della norma. Quanto sopra al fine di rafforzare l'azione di controllo e contrasto alle forme di irregolarità, lavoro nero e grigio.

f) In attuazione dell'Avviso Comune del 16/12/2003 e 17/05/2007 in materia di procedure di assunzione e contrasto al lavoro nero ed alla sicurezza, la Stazione appaltante, attraverso l'Ufficio della Direzione Lavori, garantirà un sistema efficace di controllo sulla forza lavoro

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occupata nei cantieri direttamente dall'affidatario dell'appalto ed eventualmente dalle imprese in regime di subaffidamento o forniture, verificando anche la congruità tra i lavoratori addetti alla realizzazione dell'opera, l'ammontare della quota lavoro da eseguire, le ore di lavoro necessarie, prendendo a parametro il montante ore contrattuale del CCNL edile.

g) In riferimento al punto f) inoltre tutte le nuove assunzioni, siano esse effettuate dall'appaltatore e/o dalle imprese in regime di subaffidamento, dovranno avvenire ed essere formalizzate il giorno prima dell'inizio del lavoro.

h) Al fine di evitare che nei luoghi di lavoro accedano persone senza un regolare rapporto di lavoro, sia istituito un tesserino identificativo del lavoratore, da tenere sempre ben esposto, completo di foto, numero di matricola, nome e cognome, ditta di appartenenza, data di assunzione, mansione e gruppo, sanguigno.

Contrasto al fenomeno del caporalato e del lavoro sommerso

Le parti firmatarie del presente protocollo concordano e si adopereranno nell'adozione di tutte le misure volte ad evitare infiltrazioni della criminalità organizzata , in qualsiasi forma possono essere poste in essere, nella esecuzione dei lavori. Particolare attenzione sarà posta alle problematiche legate al mondo del lavoro sommerso, con riguardo, ai lavoratori stranieri e alla loro regolarizzazione a fronte di denunce che consentiranno di contrastare il fenomeno, senza produrne un danno al lavoratore stesso. Le stazioni appaltanti, i committenti, gli appaltatori. sano tenuti a dare notizia senza ritardo alla Prefettura di ogni illecita richiesta di denaro o altra utilità, ovvero caporalato o offerta di protezione che venga avanzata all'atto dell'assunzione o nel corso dell'esecuzione dei lavori nei confronti di un suo rappresentante o di un suo dipendente. Il medesimo obbligo viene assunto dalla stazione appaltante o dal committente nei riguardi di ogni illecita interferenza nelle procedure di affidamento alle imprese terze. L'assolvimento di quanto sopra, non esime dalla presentazione di autonoma denuncia per i medesimi fatti all'Autorità Giudiziaria. La stazione appaltante, il committente o l'appaltatore si impegnano ad assumere ogni opportuna misura organizzativa, anche attraverso ordini di servizio al proprio personale, per l'immediata segnalazione dei tentativi di estorsione o condizionamento di natura criminale, in qualunque forma essi vengano posti in essere. L'Amministrazione, al fine di facilitare il compito delle OO.SS. di categoria e poterle mettere in condizione di operare in sinergia con gli organi ispettivi, darà corso all'applicazione dell'art. 14 del CCNL Edilizia Industria, trasmettendo direttamente alle federazioni provinciali di categoria le informazioni previste dallo stesso. L'Amministrazione Comunale di Collegno condivide l'iniziativa assunta dalle OO.SS. del settore edile di aver inserito nella piattaforma del rinnovo del CCNL la richiesta di prevedere, all'interno del sistema degli Enti Paritetici di settore, il governo della formazione e dell'incontro tra domanda ed offerta di lavoro, (attraverso il convenzionamento con il Ministero del Lavoro), che ha l'obiettivo di contrastare il fenomeno del lavoro irregolare e, per la sua parte, è disponibile fin d'ora a promuovere nell'ambito delle proprie competenze, quanto verrà concordato a tal proposito tra le Parti.

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Disposizioni in materia di sicurezza 1. Applicazione delle norme di cui ai Decreti Legislativi 626/94, 494/96, 528/99 ,494/96 bis,

L.123 03/08/2007 e successive. 2. L'appaltatore dovrà dimostrare la regolarità dei lavoratori e l'applicazione delle norme di

sicurezza prima dell'inizio dei lavori e prima del pagamento dei SAL. L'appaltatore dovrà inoltre richiederla e verificarla per i suoi subappaltatori e per ogni lavoro affidato a terzi.

3. In conformità alle disposizioni di legge verranno predisposti tutti gli adempimenti in materia di salute, sicurezza sui lavoro, con particolare attenzione anche a mense, spogliatoi, servizi igienici, alloggiamenti, refettori. È fatto obbligo, affinché tutti i lavoratori impegnati nei cantieri del Comune di Nichelino, siano sottoposti a visita medica periodica con le cadenze previste dal medico competente in funzione delle caratteristiche definite da ogni tipologia di lavoro.

4. In materia di sicurezza sui lavoro per le imprese edili, oltre all'attività di formazione prevista per gli RLS, saranno svolte otto ore di formazione obbligatoria annua, certificata per tutti i lavoratori, da tenere presso la Scuola Edile di Torino od altro Ente nazionale riconosciuto nell'ambito del sistema formativo nazionale paritetico regolato dall'art. 90 del Contratto nazionale di lavoro per le imprese edili. Detta formazione dovrà essere svolta, per i nuovi assunti, con qualsiasi contratto di lavoro, applicato entro il primo mese di lavoro, fatto salvo il termine del periodo di prova.

5. II committente o la Stazione Appaltante, deve disporre affinché la Direzione Lavori, il Responsabile dei Lavori ed il Coordinatore per la Sicurezza di ogni singolo appalto, controllino gli adempimenti delle misure di sicurezza del complesso delle attività che l'opera da realizzare comporta. È suo il compito di verificare che quanta previsto dal contratto di appalto in materia di sicurezza sul lavoro, sia interamente rispettato.

1. In materia di regolarità delle imprese esecutrici dei lavori sia pubblici. Che privati il comune di Collegno formerà il personale dipendente affinché. abbia una formazione continua, adeguata alle funzioni di verifica e controllo, in grado di essere sempre aggiornato sulle norme eventualmente modificate in materia di regolarità degli appalti, sicurezza nei cantieri e salvaguardia del lavoro regolare.

Conclusioni

In considerazione dei punti su esposti, le parti convengono quanto segue: il presente protocollo troverà applicazione in tutti i capitolati di appalti, concessioni, convenzioni di qualsiasi genere attivate dal Comune di Collegno. II Comune di Collegno e le OO.SS. convengono di incontrarsi semestralmente per una verifica sugl'impegni assunti nel presente protocollo di intesa.

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Letto e sottoscritto:

• Comune di Collegno Sindaco della città di Collegno

• Comune di Collegno Assessore alla qualità della Città

• Comune di Collegno

Assessore al Lavoro

• Filca Cisl

• Feneal Uil

• Fillea Cgil

• Cgil Torino

• Cisl Torino

• Uil Torino Collegno, 17 aprile 2008 Le firme in calce sono mancanti a causa di problemi nella scansione del documento

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CITTA’ DI COLLEGNO Provincia di Torino

PROTOCOLLO D’INTESA TRA LA CITTA’ DI COLLEGNO E LE OO.SS. CONFEDERALI E DEI PENSIONATI CGIL, CISL, UIL SUI DIRITTI DI CITTADINANZA E LA

CONCERTAZIONE

17 APRILE 2008

Visti i Protocolli di Relazioni Sindacali siglati tra i rappresentanti per il Piemonte di CGIL, CISL, UIL e L' ANCI e LEGA DELLE AUTONOMIE LOCALI, che qui si richiamano interamente, in cui si riafferma l'ineludibilità del metodo concertativo nella valutazione dei bisogni, individuazione degli obiettivi e delle priorità nelle scelte. Considerato che questa Amministrazione da tempo persegue obiettivi di reciproca responsabilizzazione nelle scelte di bilancio e pertanto ogni anno sottopone a1le OO.SS del proprio territorio la valutazione preventiva della proposta di Bilancio della Giunta; Tenuto conto degli incontri di questi mesi che hanno accompagnato l'elaborazione del bilancio di previsione 2008, Preso atto che le questioni emerse nei suddetti incontri tenutisi con le suddette OO.SS. per la stipula di un protocollo, sono da ritenersi tutte meritevoli di attenzione e massima considerazione . nell'attività di governo del presente anno amministrativo, Si stabilisce per alcune questioni specifiche quanto segue: La tassazione locale degli ultimi anni è stata tenuta sotto controllo, nonostante la continua e progressiva riduzione delle risorse a disposizione dei comuni, anche per l’anno 2008 restano invariate tutte le imposte comunali e i tributi. Per contro grande attenzione viene posta alla tutela dei redditi delle famiglie più deboli con l'introduzione di ulteriori fasce di reddito, diversificando la quota di compartecipazione ai servizi, come avviene già dallo scorso anno anche per le quote dei servizi scolastici. Per quanto riguarda la T.I.A. (tariffa applicata dal Consorzio CADOS) anche in questo caso non verrà praticato alcun aumento rispetto alla tariffa dello scorso anno, neppure l' adeguamento istat, previsto dal contratto con il gestore, in quanto lo stesso verrà "assorbito" da risparmi di spesa. Inoltre si intende potenziare le esenzioni parziali ed ampliare le fasce di reddito già introdotte e praticate nei precedenti esercizi finanziari, cercando di alleggerire ulteriormente l'impatto sulle

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famiglie della Tariffa per la raccolta rifiuti, senza abbandonare l'obiettivo primario della copertura dei costi di gestione del servizio. Pertanto le nuove fasce di agevolazione per i lavoratori dipendenti e inoccupati, diventeranno: . .

• per la prima fascia con reddito ISEE fino a 8.000 si applicherà uno sgravio del 70% • per la seconda fascia con reddito ISEE da 8.001 a 10.000 si applicherà uno sgravio del 40% • per la terza fascia con reddito ISEE da 10.001 a 13.000 verrà applicato lo sgravio del 20% • per la terza fascia con reddito ISEE da 13.001 a 16.000 lo sgravio è del 10%

Infine si ribadisce che i costi per l'introduzione delle cosiddette 'isole ecologiche' che integreranno il vigente sistema di raccolta 'porta a porta' verranno sostenuti interamente a valere . suI bilancio generale della Città di Collegno senza gravare sulla tariffa. Su queste misure, in particolare, occorrerà sviluppare un'adeguata campagna informativa sulle variazioni, esenzioni o riduzioni praticate sulle tariffe locali. SuI fronte della lotta all'evasione fiscale locale, nell'apprezzare i risultati fin qui raggiunti, si ritiene assolutamente necessario intensificare la collaborazione tra i Caaf locali (che raccolgono le dichiarazioni) ed il Comune, al fine di assicurare la massima equità tra i cittadini. . A tal fine si. ritiene utile approfondire tale collaborazione in un incontro tecnico tra le parti, per verificare la concreta fattibilità di una più stretta collaborazione nell'individuazione di idonea modulistica di rilevazione dell'ISEE e sinergia nell'attuazione delle forme di controllo, sulla scorta di quanto già messo in atto anche da altre amministrazioni comunali. A questo proposito è importante rilevare che, dando seguito agli impegni assunti, l'Amministrazione ha bandito una gara ad evidenza pubblica con la quale ha già individuato i professionisti che collaboreranno con gli uffici comunali per attuare il progetto di lotta all'evasione ICI e T.A.R.S.U. L' Amministrazione si impegna, inoltre, a mantenere ed estendere i servizi alla persona, dei quali ne citiamo solo alcuni a titolo esemplificativo:

• Per i Centri estivi è stato ampliato il periodo in cui si può usufruire del servizio, 'coprendo' completamente i mesi estivi;

• Le liste d'attesa per gli Asili nido sono state ridotte lo scorso anno, sulla base di un impgno, che ha portato all'ampliamento della disponibilità dei posti nido in convenzione, sulla base di accordi specifici tra Comune e OO.SS., per l'anno in corso si conferma l'esperienza della sezione Primavera, riservata ai bambini che hanno compiuto i due di età.

• Il servizio di mensa scolastica è garantito per lI'intero anno scolastico, senza partenze posticipate;

• Per il trasporto handicap, anche quest'anno, si prevede un aumento dell'impegno finanziario fino a 44.000.Euro per far fronte alle crescenti esigenze rilevate;

• Si conferma l’impegno del comune suI fronte del "recupero alimentare" in favore degli indigenti;

• Trasporto anziani si confermano le agevolazioni agli ultrasessantacinquenni, che si intendono confermare nella misura di 15 biglietti mensili alle famiglie con ISEE fino a 9.000 euro, oltre all’istituzione del nuovo servizio Mobilità Gratuita Garantita (MGG), il cui avvio è previsto nel secondo semestre dell'anno, che prevede la messa a disposizione di un pulmino per la mobilità gratuita degli anziani e gestito in convenzione dall' Ass. Le Misericordie

• Tariffe di abbonamento degli studenti collegnesi delle scuole superiori: a partire dal prossimo anno scolastico verranno sperimentate forme di sostegno agli studenti medi,

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tramite la concessione di buoni trasporto interamente finanziati dal bilancio Comunale, l'impegno finanziario iniziale è pari a 5.000 euro.

In particolare sulla spesa sociale il contributo annuo al CISAP è stato aumentato con uno stanziamento a bilancio pari a complessivi 1.354.000 euro, ai quali si aggiungono circa 41.000 euro derivanti da! gettito del 5 per mille dell’Irpef destinati dai contribuenti collegnesi a favore del Comune di Collegno. Per quanta riguarda il Piano di Zona registrando con soddisfazione i risultati raggiunti in merito all'aumento di: Posti Letto per anziani non autosufficienti e gli Assegni di Cura, nel rispetto dell'accordo di Programma siglato tra ASL 5 e Consorzi sui Servizi alla Persona, le parti ribadiscono l'impegno reciproco e le linee guida che hanno portato ai suddetti risultati. La nostra Città è impegnata con un Piano Casa, alla realizzazione di alloggi di E.R.P., oltre ad ipotesi di nuove costruzioni con affitti agevolati e di edilizia convenzionata, per i quali le procedure sono già in corso. Nel bilancio di previsione si prevede un'ulteriore incremento pari a complessivi 580.000 euro per il sostegno alla locazione, raggiunti grazie ad uno sforzo finanziario comunale che ha indotto poi ad un trasferimento regionale premiante. Per sostenere i redditi medio bassi, inoltre, accanto all'esenzione dell'ICI per i proprietari che affittano in regime di affitto 'agevolato', già in atto dallo scorso anno, si affianca un altro strumento di sostegno all1'affitto con l'adesione del Comune all'agenzia "locare", prevedendo uno stanziamento di 31.000 euro. Sul fronte Lavoro e Occupazione la nostra Amministrazione promuove interventi riferiti agli accordi intervenuti in sede del Patto Territoriale della Zona Ovest di Torino riferiti sia ad aspetti preventivi sia ad aspetti di sostegno degli occupati ( progetti europei, anticipo della CIGS, progetto per lavoratori in mobilità 1euro per abitante, cantieri lavoro ecc.). Si conferma l'attivazione di interventi rivolti alle fasce deboli del mercato del lavoro quali: cantieri lavoro per disoccupati ultra cinquantenni, casi sociali e giovani; tirocini di inserimento lavorativo per adolescenti svantaggiati, disabili, adulti in difficoltà ultra quarantacinquenni. In particolare si prevede un cantiere di lavoro autofinanziato, che si aggiunge a quello attualmente in atto, per n. 23 persone ultracinquantenni, ex LSU e mobilieri non indennizzati, per la durata di 40 giornate lavorative alle medesime condizioni economiche previste dalla legge 55/84. Prosegue, inoltre, un intervento mirato che, in collaborazione con la Provincia di Torino e il Centro per l'Impiego, si prefigge la stabilizzazione occupazionale degli ex LSU per i quali è stato predisposto un progetto 'ad hoc' e sono state conferite risorse dalla Regione Piemonte a titolo di incentivo all'assunzione per le aziende disposte ad assumerli. Infine si è provveduto a stipulare nuovi protocolli d'intesa con le aziende di nuovo insediamento nel nostro territorio, al fine di favorire l' assunzione di personale tra tutti i cittadini col1egnesi iscritti al Centro per l'Impiego. Per l'anno 2008, in specifico, sono stati condotti accordi con Prime Industrie e IKEA. In merito alla materia degli appalti delle Opere Pubbliche, le parti convengono sull'opportunità di stipulare un apposito protocollo al fine di contrastare il lavoro irregolare ed assicurare il puntale rispetto delle norme di sicurezza nei Cantieri pubblici e privati. Le parti, infine, concordano di incontrarsi a Settembre 2008 per 1a verifica delle risultanze del bilancio consuntivo 2007 e dell'applicazione del presente accordo ed avviare il confronto per il 2009.

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ACCORDO PER LA QUALITÀ DEI SERVIZI E PER LA GARANZIA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI IMPIEGATI DALLE COOPERATIVE AGGIUDICATARIE DEGLI APPALTI PUBBLICI ( Comune di NICHELINO, ASL TO 5, CISA 12, Confcooperative, Legacooperative, CGIL-CISL-UIL e FP Cgil, FP Cisl, FPL Uil ) Negli ultimi anni, a seguito dei processi di esternalizzazione da parte delle Pubbliche Amministrazioni nel campo dei servizi, sia per rispondere ai bisogni emergenti dei cittadini, sia per sopperire ai continui tagli imposti dalle leggi finanziarie, la cooperazione, in particolare quella sociale, ha dato un contributo importante nelle politiche di welfare rappresentando anche un fattore di sviluppo sociale ed economico e di crescita occupazionale per l’intero sistema locale. Al fine di tutelare i percorsi di qualità che la cooperazione ha saputo in questi anni realizzare, affiancando l’ente locale in iniziative e attività d’interesse generale per i cittadini, è necessaria un’azione che eviti una sua impropria strumentalizzazione da parte dei diversi attori sociali coinvolti. Accanto a esperienze significative e di qualità, vanno evitate e combattute su tutti i fronti situazioni di segno opposto, in particolar modo quando il terzo settore viene assunto come mero strumento di compressione dei costi, di aumento di aree di lavoro precario, di riduzione dei diritti del lavoro dipendente. Tutto ciò rende non più rinviabile un impegno comune da parte degli Enti locali e delle parti sociali per il riconoscimento, il sostegno, la promozione dei soggetti operanti nel campo del welfare e della pubblica utilità, in una prospettiva di implementazione e di arricchimento, non di sostituzione, delle prestazioni a carattere universalistico e senza cessioni di responsabilità da parte dei pubblici poteri, per la tutela dei diritti dei lavoratori e degli utenti. Le parti firmatarie ritengono, pertanto, prioritaria l’esigenza di valorizzare e rafforzare gli strumenti esistenti in materia di garanzia nella gestione dei servizi e delle attività in affidamento da parte delle Pubbliche Amministrazioni, nonché di tutela dei diritti dei lavoratori, di salvaguardia dell’occupazione e di contrasto al lavoro irregolare. Tanto premesso le parti firmatarie della presente intesa, per la tutela della leale concorrenza tra imprese, per la qualità dei servizi e per la garanzia dei diritti dei lavoratori impiegati dalle aziende aggiudicatarie degli appalti o affidatarie dei servizi, convengono: 1) sulla necessità di avviare un confronto in ordine alle esternalizzazioni e alle loro modalità di messa a bando ad evidenza pubblica tra l'Amministrazione Comunale di Nichelino e le parti sociali per la corretta applicazione dei CCNL, sottoscritti dalle parti più rappresentative a livello nazionale, negli appalti, sulla scorta del settore di attività oggetto dell'appalto, delle normative regionali e degli accordi territoriali in materia; 2) sulla necessità che tali linee guida recepiscano i seguenti punti:

procedure d’appalto premianti dei parametri qualitativi, con prevalenza al punteggio assegnato ai parametri della qualità e dell’organizzazione rispetto a quello economico;

verifica della congruità dell’offerta economica, nel rispetto della normativa nazionale e regionale, con applicazione dei criteri di cui all’art. 87 comma 2) del D.lgs 163/2006 per la verifica delle offerte anormalmente basse e tenendo altresì conto dei seguenti elementi:

a) costo contrattuale, derivante dall’applicazione integrale del CCNL sottoscritto dalle parti più rappresentative a livello nazionale, corrispondente ai profili degli operatori impiegati, compresi eventuali integrativi territoriali, come da tabelle emanate dal

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Ministero del lavoro e della Previdenza Sociale, o, in loro assenza, sottoscritte dalle Organizzazioni Sindacali e Datoriali firmatarie dello stesso CCNL (art. 86 D. Lgs 163/2006 così come modificato dall’art. 8 L. 123/2007);

b) costi di coordinamento; c) costi di ammortamento dei mezzi e delle attrezzature e dei prodotti necessari all’espletamento del servizio, in caso di utilizzo da parte del lavoratore/trici del mezzo proprio, il costo dovrà prevedere il tempo di spostamento, il rimborso chilometrico e idonee modalità di tutela assicurativa dei lavoratori e delle lavoratrici dai rischi derivanti dall’utilizzo dei mezzi propri per ragioni di servizio senza nessun onere aggiuntivo per il lavoratore;

d) costi generali (nelle percentuali previste per il settore dei servizi);

e) costi inerenti l’applicazione della normativa sulla sicurezza del lavoro, che dovranno essere specificamente indicati nel contratto; f) riferimento all’utile di impresa; I costi di cui alle lett. b-c-d-e devono risultare congrui rispetto all’entità ed alle caratteristiche dei servizi appaltati o affidati;

durata degli appalti e/o degli affidamenti adeguata a garantire la qualità degli interventi

e/o degli eventuali investimenti e tale da consentire alle società aggiudicatrici o affidatarie una idonea programmazione del servizio e della formazione degli operatori;

previsione, nei contratti e nelle convenzioni, di durata superiore all’anno, di meccanismi

di adeguamento dei prezzi, in ossequio alla normativa nazionale e regionale, per il recupero, nei contratti e nelle convenzioni sottoscritte, dei maggiori oneri derivanti dalla sottoscrizione ed applicazione di nuovi CCNL ed integrativi di ogni livello;

garanzia, da parte delle Amministrazioni, a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici in

forza negli appalti, per effetto di inadempienze retributive e contributive, secondo le forme e le modalità definite dalle leggi attualmente in vigore;

richiamo, nei capitolati d’appalto, alle norme contrattuali sui cambi d’appalto e previsione

di clausole sociali laddove non previste nel contratto applicato;

richiamo, nell’ambito dei requisiti per la qualificazione, dell’avvenuto adempimento, all’interno della propria azienda, degli obblighi di sicurezza previsti dalla normativa vigente;

in caso di appalti aggiudicati ad ATI o consorzi, gli stessi dovranno dichiarare in sede di offerta come ed a chi intendono affidare il servizio;

individuazione nei bandi di gara delle prestazioni e servizi subappaltabili al fine di

garantire l’organicità e la qualità del servizio e a salvaguardia dei diritti dei lavoratori, delle lavoratrici e dell’utenza;

le parti concordano sull'esigenza di evitare il ricorso ai rapporti di lavoro atipico,

comunque denominati, laddove non ricorrano espressamente le condizioni previste per il lavoro autonomo;

In particolare, i capitolati di appalto o di affidamento dovranno quindi prevedere i seguenti obblighi e/o oneri e/o clausole:

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obbligo di applicazione integrale del CCNL di riferimento sottoscritto dalle parti più rappresentative a livello nazionale, tenendo conto: del settore di attività oggetto dell’appalto, delle disposizioni dei CCNL, delle normative regionali, degli accordi territoriali in materia, e degli accordi integrativi di tutti i livelli anche dopo la loro scadenza e fino alla loro sostituzione. I suddetti obblighi vincolano l’appaltatore anche se non è aderente alle associazioni stipulanti o se recede da esse e indipendentemente dalla struttura e dimensione della sua impresa e da ogni altra sua qualificazione giuridica, economica o sindacale;

obbligo di applicare, nei confronti dei lavoratori, compresi i soci lavoratori, tutte le

disposizioni legislative e regolamentari concernenti le contribuzioni e le assicurazioni sociali; obbligo di corrispondere le retribuzioni e applicare le parti normative previste da leggi, CCNL ed integrativi di tutti i livelli stipulati dalle OO.SS. e dalle Organizzazioni Datoriali maggiormente rappresentative su base nazionale;

obbligo per l’impresa aggiudicataria di risultare in regola con i versamenti contributivi dei

propri dipendenti e soci lavoratori e di certificare l’avvenuto pagamento dei contributi assicurativi e previdenziali e la regolare corresponsione delle retribuzioni ai lavoratori, pena la sospensione del pagamento delle fatture e, nei casi di inottemperanza grave o reiterata, la possibilità di risoluzione unilaterale del contratto. L’Impresa dovrà, pertanto, produrre all’atto dell’emissione delle fatture pertinente certificazione;

Obbligo di osservare le disposizioni dettate DECRETO LEGISLATIVO 9 aprile 2008, n.

81 in attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pena, nei casi di inottemperanza grave e reiterata , la risoluzione unilaterale del contratto;

obbligo di osservare tutte le norme e prescrizioni vigenti in materia di assicurazioni

sociali, infortuni sul lavoro, ecc..;

favorire l’assorbimento del personale in forza in caso di aggiudicazione a impresa diversa e a tal proposito sarà indicato che:

- il passaggio dovrà avvenire senza il periodo di prova e con pari condizioni economiche, normative e regolamentari applicando integralmente il CCNL nazionale ed integrativi stipulati dalle OO.SS. e dalle Organizzazioni Datoriali maggiormente rappresentative su base nazionale, fatto salvo il confronto tra le parti interessate in caso di riduzione di appalto;

- verrà riconosciuta la medesima anzianità economica di servizio maturata e qualifica, a parità di mansioni;

- a tal fine la stazione appaltante si obbliga ad inserire nei capitolati di appalto tutte le informazioni relative all'anzianità economica raggiunta dai singoli operatori/trici presenti nel servizio in gara e gli oneri relativi all’anzianità economica (se superiori a 3 scatti), come da comunicazione della ditta appaltatrice uscente entro tre mesi dalla scadenza dell'appalto medesimo;

- la pubblica amministrazione verificherà, per il/i soggetto/i interessato/i, che le procedure di passaggio siano state correttamente avviate e concluse, pena l’esclusione dall’appalto stesso, qualora ad essa venisse segnalata la non osservanza delle stesse;

obbligo di esplicitare la richiesta di un programma dettagliato e riferito alla formazione del personale.

Letto e sottoscritto,

Nichelino, 22 luglio 2008

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LA CONTRATTAZIONE SOCIALE PER IL SOSTEGNO DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI COLPITI DALLA CRISI ECONOMICA

PROPOSTE SULL’I.S.E.E. Tra le misure di sostegno al reddito delle lavoratrici e dei lavoratori contro gli effetti della crisi, assumono un ruolo importante le tariffe ed i tributi versati alle amministrazioni locali. La diffusione dell’ISEE come modalità di compartecipazione dei cittadini alla spesa dei servizi locali e l’innalzamento delle soglie di esenzione o di agevolazione, ottenuto in questi anni con la contrattazione sociale, ci ha permesso di superare le tradizionali aree di povertà ed estendendo le tutele anche ad aree più consistenti del lavoro dipendente. L’obiettivo di adottare criteri più equi ed efficaci anche differenziando le agevolazioni a vantaggio dei pensionati e dei lavoratori dipendenti rispetto agli Autonomi, puntando ad alzare le soglie dell’Isee per tutelare fasce più ampie di lavoratori, è senza dubbio la nostra priorità. UNA ISEE PIU’ TEMPESTIVA PER PROTEGGERSI DALLA CRISI Tuttavia la crisi, la sua rapidità di espansione e la sua profondità, ci impone di adeguare gli strumenti di intervento per tentare di svolgere tempestivamente un ruolo di protezione dei redditi e delle condizioni di chi è colpito oggi con la crisi perde il lavoro o va in CIG e che l’Isee Standard non riesce a tutelare. L’ISEE certificando i redditi dell’anno precedente, fotografa una situazione del nucleo familiare differente da quella odierna, finendo per risultare indifferente ai mutamenti determinati dalla crisi sul reddito del lavoratore (Cig, Licenziamento, ecc.) e quindi inefficace di fronte alla necessità di una protezione immediata. La necessità di individuare modalità applicative che consentano di tutelare in tempo reale l’accesso ai servizi è un’esigenza largamente condivisa, d'altronde già nel recente passato i Comuni hanno realizzato interventi contro la povertà che senza modificare i Regolamenti comunali, davano assistenza a singoli nuclei familiari con i propri uffici o indirizzandoli all’assistente sociale. Oggi, a causa della crisi, la situazione è totalmente diversa perché le dimensioni del fenomeno si sono enormemente allargate. Il numero potenziale delle famiglie da sostenere insieme alle risorse disponibili, assai meno di quelle probabilmente necessarie, impongono criteri condivisi e trasparenti nell’accesso ai benefici del Welfare Locale, rimodulando i Regolamenti delle tariffe e dell’accesso ai servizi votati dai Consigli Comunali. I SOGGETTI DA TUTELARE Intanto è necessario individuare in via prioritaria le figure sociali che intendiamo tutelare che sono:

- i lavoratori che perdono il lavoro (licenziati, in mobilità indennizzata o giuridica, con l’indennità di disoccupazione o senza i requisiti per l’indennità),

- i lavoratori precari a cui non viene rinnovato il contratto (tempi determinati, apprendisti, in somministrazione o con altre forme di lavoro temporaneo, compresi i collaboratori)

- i lavoratori a cui viene ridotto l’orario di lavoro e il reddito senza il ricorso ad ammortizzatori sociali (cooperative, imprese di servizi, ecc.)

- i lavoratori sospesi dal lavoro (che hanno diritto alla CIGO/CIGS, che ricevono l’integrazione in deroga, che sono senza integrazione, ecc.)

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Riteniamo utile fissare alcuni criteri supplementari:

- proponiamo Settembre 2008 come data di partenza dalla quale riconoscere la mutata condizione di lavoro e di reddito, che è il mese nel quale sono stati avviati i primi processi di riduzione del personale che hanno interessato innanzitutto i lavoratori precari a cui non è stato rinnovato il contratto e che sono privi tanto di ammortizzatori a tutela del reddito quanto di visibilità sociale,

- per i lavoratori precari si potrebbe definire come soglia di accesso quella di poter vantare un periodo minimo di lavoro per poter accedere ai benefici che, ad esempio potrebbe essere di almeno 6 mesi in un arco di tempo definito,

- il secondo criterio da prendere in considerazione riguarda la Cassa Integrazione, per la quale è necessario porre un limite nell’utilizzo delle risorse che punti a salvaguardare insieme ai lavoratori sospesi senza ammortizzatori e a quelli in Cassa Integrazione a Zero ore, anche le lavoratrici ed i lavoratori in CIGO settimanale o CIGS a rotazione, che vedono prevalere la CIG nell’arco del mese rispetto alle ore lavorate e che perdono per questa via anche i ratei di ferie e 13a con una forte riduzione del reddito.

Naturalmente ciascuna di queste condizioni varia e si aggrava se il nucleo familiare è monoparentale o monoreddito, a seconda del numero dei figli o di altre persone a carico, per la presenza di soggetti diversamente abili o di anziani. Così come grande attenzione va dedicata alle cosiddette spese incomprimibili che il nucleo familiare deve affrontare: l’affitto o il Mutuo per la casa, così come la cessione del 5° dello stipendio o altri debiti, dove il mancato rispetto delle scadenze produce morosità e ritorsione dei creditori. I SERVIZI E LE TARIFFE SU CUI INTERVENIRE Ora è necessario individuare su quali servizi, tariffe e tributi bisogna garantire le agevolazioni e in che modo strutturarle anche in ragione della diversa cadenza temporale dei pagamenti (tariffe mensili, tasse annuali o rateizzate, ecc.). I servizi a domanda individuale che prioritariamente devono prevedere le agevolazioni riguardano innanzitutto i servizi all’infanzia e all’istruzione (gli asili nido, le mense e i trasporti, i corsi extrascolastici), che generalmente hanno cadenza mensile, mentre invece gli altri servizi hanno di norma tariffe annuali (le colonie, estate ragazzi e i soggiorni stagionali per gli anziani). Nei Comuni vi sono poi tariffe e contributi, come nel caso della raccolta dei rifiuti con la Tarsu o la Tia che generalmente ha due momenti di riscossione, o dei contributi per il riscaldamento, che devono essere ricompresi nel sistema di agevolazioni. Naturalmente ci sono anche altre tariffe o contributi (buoni scuola, sostegno agli affitti, sostegno al reddito, abbonamenti trasporti e ferroviari, bollette acqua, gas, elettricità, ecc.) che a seconda del livello istituzionale che li gestisce (nazionale, regionale, territoriale, ecc.) richiedono interventi analoghi a quelli che stiamo definendo con i comuni. LE MODALITA’ DI RICALCOLO DELL’ISEE Per intervenire tempestivamente a sostegno del reddito è necessario individuare modalità e meccanismi gestibili direttamente dagli uffici comunali, attualizzando la dichiarazione ISEE Standard (quella sui redditi dell’anno precedente) con un meccanismo di ricalcolo che registri le mutate condizioni di lavoro e di reddito. L’obiettivo deve essere quello di difendere immediatamente l’accesso ai servizi per i nuclei familiari che finiscono improvvisamente in una condizione di povertà, il più delle volte, senza risparmi da cui attingere per ricostruire una condizione di equilibrio.

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1° ESEMPIO - Ricavando dalla DSU Standard (quella sui redditi 2007): Imponibile lordo fiscale annuo

il Reddito lordo mensile = ---------------------------------- 12 mesi

Valore dell’ISEE annuo

il Valore ISEE mensile = ---------------------------- 12 mesi E poi, rapportando questi valori mensili dell’ultima Isee (redditi 2007) al reddito percepito nel mese o nel periodo preso in esame (gennaio e febbraio 2009) dove il reddito è mutato (reddito del mese in CIGS, o del periodo successivo al licenziamento, ecc.) con un equazione che consente di calcolare la nuova ISEE Mensile e ricalcolare l’ISEE annuale di riferimento. Facciamo l’esempio di un nucleo di 3 persone Monoreddito con un Reddito di 24.480 Euro ed una ISEE annuale di (€.24.480 : 2,04 coefficiente Isee = €. 12.000) € 24.480 : 12 = € 2.040 Reddito Lordo Mensile € 12.000 : 12 = € 1.000 Valore Isee Mensile Nuovo Reddito Lordo Mensile Febbraio 2009 = € 834,55 (CIGS a Zero ore)

Reddito Lordo Mensile Nuovo Reddito Lordo Mensile Isee Standard 2007 Febbraio 2009 (CIGS a 0 ore)

2.040 Euro 834,55 Euro ---------------------------- = -----------------------------------------

1.000 Euro X Valore ISEE Mensile 2007 Nuovo Valore ISEE Mensile 2009

Il nuovo Valore ISEE Mensile diventa € 409,09 che equivale ad una ISEE annuale pari a € 5890,94. La nuova ISEE è quella che consente al nucleo familiare di accedere alle agevolazioni per i vari servizi a domanda individuale, per il periodo definito dal regolamento comunale e comunque fino al presentarsi di nuove condizioni reddituali (rientro al lavoro, o avvio di un nuovo contratto di lavoro) che, ovviamente modificheranno la situazione. 2° ESEMPIO Un’altra possibilità e data dall’utilizzo, da parte degli Uffici Comunali preposti, del Software presente nel sito internet dell’INPS https://servizi.inps.it/servizi/isee/default.htm che mette a disposizione un simulatore dell’ISEE che consente il ricalcolo istantaneo dell’ISEE con i nuovi parametri del reddito risultante dalla mutata situazione del lavoratore e del nucleo familiare. Lo strumento è quello generalmente in uso per gli Enti che prevedono l’accesso alle agevolazioni nei profili tariffari con l’ISEE e consente operazioni semplici e standardizzate che non richiedono particolari problemi di competenza e di tempo. Il lavoratore si presenta agli uffici comunali attestando la mutata condizione di reddito (lettera di collocazione in CIGS a Zero Ore, busta paga, ecc.) accompagnata dalla certificazione ISEE valida in suo possesso. L’addetto dell’ufficio inserisce nella maschera Isee del Sito INPS tutti i dati già riportati sulla DSU Standard ad eccezione del reddito del lavoratore che, nel Quadro F4, va sostituito con il nuovo reddito annuo (nel caso della CIGS è di poco superiore ai 10.000 euro, così come è definibile per la Mobilità indennizzata o per gli istituti della disoccupazione). Il software fa automaticamente il calcolo definendo anche in questo caso una ISEE ricalcolata valida fintanto che la condizione del nucleo non muta nuovamente.

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In tutti e due i casi si tratta di un approccio semplice e gestibile anche nelle piccole realtà (senza comunque dimenticare che si può ricorre ad enti sovracomunali che possono svolgere un ruolo di sostegno organizzativo come nel caso delle Comunità Montane). Nel caso che la lavoratrice o il lavoratore non disponga già di una DSU valida è necessario farsi compilare l’ISEE Standard dai CAAF o dagli Enti preposti da presentare poi in Comune per operare il ricalcolo attualizzato. Ci sono, naturalmente anche altre possibilità, come quella di fare riferimento per costruire la nuova ISEE ai 12 mesi precedenti anche a cavallo del 2008/2009, oppure a meccanismi che non prevedono operazioni di ricalcolo ma esclusivamente la certificazione della nuova condizione. Come ad esempio la decisione di prevedere la gratuità dei servizi per i nuclei monoreddito che pagano o l’affitto o il mutuo per la casa, oppure quello di prevedere il passaggio da una fascia di esenzione a quella immediatamente inferiore in presenza di una condizione definita (licenziamento, Cassa Integrazione, ecc.). Queste ultime modalità sono certamente semplici ma con qualche controindicazione, come quella di non distinguere tra i redditi complessivi dei nuclei familiari, oppure di non considerare chi già è in una condizione di basso reddito ma non ha avuto mutamenti di condizione da vantare per accedere ai benefici. CRITERI DI ACCESSO ALLE AGEVOLAZIONI I meccanismi di ricalcolo dell’ISEE per evitare contenziosi con i Comuni (richieste di rimborso, contestazioni sui requisiti, ecc.) devono prevedere modalità di certificazione della nuova condizione reddituale e requisiti di accesso per la domanda definiti e trasparenti. Per farlo è necessario distinguere nelle modalità di ricalcolo le condizioni reddituali prevedibili da quelle non prevedibili garantendosi comunque modalità di certificazione della mutata condizione lavorativa. Mentre nei casi di lavoratrici o lavoratori che hanno perso il lavoro senza reddito o con integrazione definita, di precari a cui non è stato rinnovato il contratto (con almeno 6 mesi di lavoro nell’ultimo anno) o di lavoratori sospesi a zero ore senza ammortizzatori oppure con integrazione definita, la condizione è generalmente certificabile (lettera di CIGS a zero ore o busta paga, iscrizione alle liste di mobilità o al centro per l’impiego, ecc.) e il reddito è prevedibile (l’indennità di Mobilità, l’integrazione per la CIG o per la Cassa in deroga, la disoccupazione con tetti analoghi, sono tutte definite formalmente), lo stesso metodo non è praticabile nel caso delle riduzioni di orario o di CIG con sospensioni settimanali. Le CIG settimanali non sono prevedibili e sono certificabili nella grande maggioranza dei casi solo a consuntivo, cioè dopo che la sospensione dal lavoro è avvenuta ed ha prodotto con la busta paga la variazione del reddito mensile. E’ per questa ragione che nel caso di sospensioni dal lavoro non continuative si può pensare di intervenire a consuntivo, rivolgendosi agli uffici dopo 2 o 3 mesi in modo che il ricalcolo dell’ISEE qualora i requisiti di accesso vengano soddisfatti (prevalenza delle ore di CIG sulle ore lavorate) determini un rimborso sui costi sostenuti per i servizi nei 2 o 3 mesi già trascorsi, evitando così il rischio di contenziosi.

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FONDI, TETTI DI SPESA E CONTROLLI Bisogna prevedere un sistema di controllo che trimestralmente o quadrimestralmente metta il Comune nella condizione di verificare la permanenza della condizione che ha dato origine alle agevolazioni, fatto salvo, ovviamente, il principio di responsabilità che impegna il lavoratore (pena le sanzioni previste a suo carico dalla Legge) a comunicare rapidamente agli uffici preposti ogni variazione di reddito e di condizione lavorativa. I Comuni, da un lato per l’esiguità delle risorse e dall’altro per l’imprevedibilità degli effetti della crisi tendono a definire Fondi specifici da destinare a queste agevolazioni con il risultato di prevedere una sorta di diritto ad “esaurimento” che distingue più sui tempi di presentazione della domanda che non sulla effettiva gravità della propria condizione. Dove la spesa prevista non ha tetto il problema, ovviamente, non si pone perché nel periodo di vigenza del Regolamento Comunale il diritto è sempre esigibile, nel caso invece dei Fondi ad hoc il rischio di iniquità è palese. Il modo per superare questa criticità non è semplice, si potrebbe ad esempio pensare a rateizzare le risorse in corso di anno in modo da non escludere gli “ultimi” che si presentano. E’ bene considerare questo problema e sperimentare soluzioni anche pragmatiche che permettano di preservare il massimo di equità possibile. Torino, aprile 2009

a cura di CGIL-CISL-UIL di Torino

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Cgil Piemonte Via Pedrotti, 5 10152 – Torino Tel. 011-2442.479 Fax 011-2442.210 e-mail: [email protected]

Spi Cgil Piemonte Via Pedrotti, 5 10152 – Torino Tel. 011-2442.485 Fax 011-2442.262 e-mail: [email protected]

Fp Cgil Piemonte Via Pedrotti, 5 10152 – Torino Tel. 011-2442.520 Fax 011-2442.314 e-mail: [email protected]

Associazione Ires L.Morosini Istituto di Ricerche Economiche e Sociali P.zza Vittorio Veneto, 1 10124 – Torino Tel. 011-8359.39 Fax 011-812.5001 e-mail: [email protected] www.irescgilpiemonte.it