LA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE NEL PERCORSO OSPEDALE ... · le cure domiciliari tra utopia e...
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IX CONGRESSO NAZIONALE CARD
LE CURE DOMICILIARI TRA UTOPIA E QUOTIDIANO
Mara Pellizzari
Roma, 12-13-14 maggio2011
LA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE NEL
PERCORSO OSPEDALE, RESIDENZIALITA’,
CASA: L’ESPERIENZA DELL’ASS N. 5
“BASSA FRIULANA”
TEMATICHE
1. ANALISI DEL CONTESTO: EVOLUZIONE DELLA DOMANDA E
DELL’OFFERTA SANITARIA
1. PAROLE CHIAVE: INTEGRAZIONE VS CONTINUITA’
1. LA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE: ANALISI CRITICA
DELL’ATTUALE RISPOSTA
1. L’INFERMIERE DI CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
1. L’INFERMIERE DI COMUNITA’
EVOLUZIONE
DOMANDA SANITARIA
•Cambiamento struttura
demografica , epidem. e
sociale e del welfare
•> richiesta prestazioni
sanitarie indotte dal
sistema
• pz orientato vs >
empowerment
EVOLUZIONE OFFERTA
SANITARIA
• Evoluzione forme
organizzative H-Terr
• H vs Territorio (asimmetria
tra H e Terr)
• Evoluzione professioni
sanitarie e delle competenze
1. IL CONTESTO
INTEGRAZIONE
2. PAROLE CHIAVE
CONTINUITA’
TRA PROFESSIONISTI/ RISORSE
TRA SETTING ASSISTENZIALI
TRA SERVIZI E TRA PROFESSIONISTI ALL’INTERNO
DEGLI STESSI SETTING
TRA AMBITI SANITARIO E SOCIALE
TRA PAZIENTE-PROFESSIONISTI-SERVIZI
INTEGRAZIONE
RIMODULAZIONE DELL’OFFERTA
INTRASTRUTTURALE DEI SERVIZI
GATEKEEPING (ambito di cure)
TRANSITIONAL CARE (fluidita’ del percorso)
FRAMEWORK TEORICO INTEGRAZIONE
QUALE MIX FRA ACUZIE H E OFFERTA
RESIDENZIALE (quanti pl x le Medicine, quanto pl x
le strutture intermedie, quanti pl x la riabilitazione
intensiva o estensiva, quante RSA, CR etc)
QUALE PESO DARE ALL’OFFERTA TERRITORIALE
(+ADI > n. casi complessi; + RSA > n. casi bassa
complessità)
QUANTI UTENTI SI PRENDONO IN CARICO IN ADI
CHI E’ IL CASE MANAGER
RIMODULAZIONE DELL’OFFERTA
INTRASTRUTTURALE DEI SERVIZI
APPROPRIATEZZA DELL’AMBITO DI CURA
DIMENSIONE DINAMICA SUI PERCORSI D’USCITA
DALL’OSPEDALE
GATEKEEPING (ambito di cure)
TRA I DIVERSI SETTING ASSISTENZIALI
IN CASO DI APPROPRIATEZZA DELL’AMBITO DI
CURA E’ NECESSARIO CONSIDERARE IL TEMPO DI
PERMANENZA
TRANSITIONAL CARE (fluidita’ del percorso)
GATEKEEPING E TRANSITIONAL CARE
STADIO PATOLOGIA
FASE DEL PROCESSO DI CURA
RISORSE DELL’INDIVIDUO E DI RETE SOCIALE
ESPERIENZA DELL’INTERAZIONE TRA
INDIVIDUO E OPERATORI CHE FORNISCONO
ASSISTENZA
ASSISTENZA FORNITA NEL CORSO DEL
TEMPO
CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
(Freeman 2003) ELEMENTO CENTRALE DELLA C.A.
IL CONCETTO DI EXPERIENCED CONTINUITY = (esperienza di un’assistenza coordinata e fluente nel tempo dal
punto di vista del pz)
Continuità e coerenza informativa e dei medical record
Efficace comunicazione tra professionisti e servizi e con il pz
Flessibilità per adattarsi ai bisogni del paziente nel tempo
Assistenza assicurata nel tempo
Assistenza garantita da uno specifico professionista con il
quale il pz sviluppa un’alleanza terapeutica
CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
Per la persona e la sua
famiglia:
significa sentirsi presi in
carico da un
professionista che è a
conoscenza del percorso
ospedaliero, che è in
grado di sviluppare un
piano assistenziale e di
seguirlo nel tempo
PRESA IN CARICO
CONTINUITA’ ASSITENZIALE
Per i professionisti:
significa avere sufficienti informazioni e conoscenze
sulla persona e la sua famiglia ed applicare al
meglio le competenze
Per garantire ciò, è necessario che:
• la persona e la famiglia siano adeguatamentepreparati alla dimissione
• venga attivato un percorso clinico-assistenziale cheprosegua anche dopo la dimissione
• venga valorizzato il ruolo della famiglia e dellerisorse informali come partners del teamassistenziale
CONTINUITA’ ASSITENZIALE
PRESA IN CARICO
• Passaggio di informazioni e condivisione della “storia” con altri
professionisti
• Tempestività nella raccolta delle informazioni in fase H e
nell’attivazione delle risorse necessarie nel momento
immediatamente successivo alla dimissione
• Pianificazione della dimissione
• Monitoraggio, accompagnamento
• Previsione dei bisogni dell’utente e del caregiver
• Coordinare l’assistenza con modelli che abbiano il focus sulla
persona e la sua famiglia
LA CONTINUITA’ ASSITENZIALE NELL’ASSISTENZA
INFERMIERISTICA
NUOVE FORME DI CURA: DIRETTRICI
OSPEDALIERE TERRITORIALI
cure per livelli di intensita’
> cure ambulatoriali e a ciclo
diurno o week hospital
cure fortemente integrate con
il territorio
per livelli di intensità LEA ADI
pro-attiva
integrazione socio-sanitaria
Sviluppo di comunità
Promozione alla salute
Distretto
Cure
secondarieOspedale
Cure
primarieDomicilio
Cure
residenzial
iCdR - RSA
IL GOVERNO DELL’INTEGRAZIONE
LA DIMISSIONE
• RAPPRESENTA L’ANELLO DEBOLE DELPASSAGGIO DELLA PERSONA ASSISTITA DA UNSERVIZIO ALL’ALTRO
• E’ L’ASPETTO CRUCIALE DEL PIANO DIASSISTENZA CHE RISPONDE AL DIRITTO DELLAPERSONA E DELLA SUA FAMIGLIA DI ESSERECOINVOLTI ED ACCOMPAGNATI IN OGNI SUA FASE
• LA DIMENSIONE CLINICA NON È QUINDI L’UNICOCRITERIO CHE DEFINISCE LA DIMISSIBILITÀ DELPAZIENTE
PIANIFICAZIONE DELLA DIMISSIONE
PROGETTARE ED ORGANIZZARE
UN PIANO INDIVIDUALIZZATO DI DIMISSIONE• non tutte le persone assistite necessitano di una dimissione
pianificata
• il piano di dimissione è un percorso attivato durante la degenzache può risolversi con interventi educativi che rendono lapersona indipendente
• altre volte il piano di dimissione prevede la presa in carico eda quel momento si parla di continuità assistenziale
• MANCANZA DI PIANIFICAZIONE SUI TEMPI DELLA
DIMISSIONE
• CARICO ASSISTENZIALE ELEVATO RICHIESTO AI FAMILIARI
NON PREPARATI ADEGUATAMENTE E LENTA ATTIVAZIONE
DEI SERVIZI TERRITORIALI
• SCARSA ATTENZIONE AI BISOGNI DEI GRUPPI FRAGILI
• CARENZA DEL SISTEMA DELLE CURE INTERMEDIE
• CARENZA DI STRUTTURE RESIDENZIALI
NODI CRITICI DELL’OFFERTA SANITARIA NELLA
CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
LA PRESA IN CARICO ATTUALE
Problemi/ostacoli
PER LA PERSONA ASSISTITA E LA SUA FAMIGLIA
• Scarsa conoscenza dei servizi formali ed informali a
disposizione e sulla modalità di accesso agli stessi
• Difficoltà nel disbrigo delle pratiche burocratiche
• Disagio e senso di abbandono dei care givers
COMPROMISSIONE DELLA LORO PARTECIPAZIONE
ATTIVA AL PROCESSO DI
RIENTRO E PERMANENZA A CASA
CASE MANGER H E TERRITORIALE
TRIAGE IN DEGENZA (SCALA DI BRASS)
PUA
UVM
PROP
PIC
LA CONTINUITA’ ASSITENZIALE:
STRUMENTI PRINCIPALI
LAVORARE SU:
MODELLI ORGANIZZATIVI
RETI
PROCESSI
RUOLI E COMPETENZE
CASE MANAGER
CASE
MANAGER
CM
OSPEDALIERO
CM
H/TERRITOR.
CM
TERRITORIALE
La sua funzione è di supportare l’utente nella
gestione di tutti gli aspetti organizzativi associati
alla permanenza della persona nei diversi nodi della
rete dei servizi ed in particolare nel trasferimento da
un servizio all’altro.
è necessario avviare sperimentazioni che consentano a figure
professionali del distretto di assumere la presa in carico dei
pazienti e la facilitazione dei passaggi di setting già nella fase di
degenza ospedaliera.
Il coordinatore del caso può anche essere inteso come tutor del
cittadino che non è in grado direttamente o attraverso una risorsa
familiare di interfacciarsi con la rete complessiva dell’offerta
IL COORDINATORE DEI CASI: CASE MANAGER
ruolo di mediatore tra i vari professionisti coinvolti e
il cittadino
Funzione di monitoraggio del percorso previsto .
conoscenza approfondita delle reti dei servizi e delle
reti sociali e la capacità di facilitare l’accesso alle
risorse del sistema sociosanitario appropriate ai
diversi bisogni della persona presa in carico. In tal
modo il coordinatore del caso rappresenta un punto di
sintesi dei servizi e nel contempo si pone anche come
“sostenitore di reti”.
IL COORDINATORE DEI CASI: CASE MANAGER
“GESTORE DEL CASO ATTRAVERSO:
1) LA MESSA IN RETE DI TUTTI I SERVIZI SANITARI” E SOCIALI E LE RISORSE INFORMALI PRESENTI SUL
TERRITORIO
2) INTERFACCIA TRA IL PAZIENTE , I SUOI FAMILIARI E LE
DIVERSE STRUTTURE SANITARIE
LA SUA AZIONE SI CONCRETIZZA NEL SUPPORTARE
L’INTEGRAZIONE DELLE RISPOSTE SOCIO-SANITARIE
INTORNO ALL’ASSISTITO
L’INFERMIERE CASE MANAGER IN ITALIA
PROGETTO PERSONALIZZATO/BUDGET INTEGRATO DIPROGETTO/CASE PROJECT MANAGER
Definiscono una strategia di fronteggiamento dei
problemi di una persona e dei suoi sistemi
definiscono chi fa che cosa e quando
Hanno una durata definita e prevedono, nelle
diverse fasi, diversi livelli di investimento (intensità)
Presuppongono l’accordo e la coprogettazione con
il destinatario
Prevedono la definizione congiunta di un budget di
progetto
Il processo di realizzazione è affidato a un case
manager
I progetti personalizzati dovranno indicare:
1. la natura del bisogno,
2. i risultati attesi,
3. l’articolazione degli interventi,
4. le risorse necessarie,
5. le responsabilità professionali e di servizio,
6. i tempi e le modalità di verifica
CONTENUTI DEL PROGETTO PERSONALIZZATO
IL PROGETTO PERSONALIZZATO
ACUZIE
Ricovero H
Operatori P.U.A.
I^ valutazione
Operatori territorio
AS, IC, FKT, MMG
famiglia
Rientro a Domicilio
Progetto Dimissione
istituzionalizzazione
Accesso alla RSA
Fase critica
Segnalazione
tempestiva
Formulazione
ProP
Presa in
carico
anticipata
ICA Coordinatore Inf.co PUA IC
FLUSSO PRESA IN CARICO INTEGRATA
PUA :
IC e AS
LIVELLO
INTEGRATO
1
MMG
Assistente
SocialeH x
intensita’
di cure
Utente e
famiglia
RSACasa di
Riposo
Volontariato
Valutazione SGUARDO
CONGIUNTO
Decisioni 1° LIVELLO
INTEGRATO
ADI
Teles.IISS
LIVELLO
INTEGRATO
2
IC, AS, MMG, FIS, AD etc
+ FAM.+part. informali
Decisioni 2° LIVELLO
INTEGRATO - UMP-
PrOP AD
CdRRSA
FLUSSO PRESA IN CARICO INTEGRATA
RSA
Obiettivo
Garantire la continuità delle cure(percorso territorio-ospedale-territorio),realizzando un processo diempowerment dell’assistito e della suafamiglia, definendo un ProgettoPersonalizzato, al fine di contrastarel’istituzionalizzazione
Definizione
Il progetto intende favorire il rientro adomicilio di persone ricoverate consituazioni socio-sanitarie complessediventate non autosufficienti a causadell’insorgenza di problematicheinvalidanti, attraverso una presa incarico anticipata ed integrata conparticolare coinvolgimento della famiglia.
“PROGETTO INTERVENTI SOCIOSANITARI URGENTI E INTENSIVI PER FAVORIRE LE DIMISSIONI PROTETTE DEI
CASI COMPLESSI”
PROTOCOLLO DI DIMISSIONI PROTETTE - CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
FASI DEL PERCORSO
Partendo dal presupposto che il momento del ricovero é cruciale per la buona riuscita di un percorso di dimissioni protette, è necessario individuare tre fasi:
Per ognuna di queste fasi si individua l’operatore incaricato e responsabile di metterla in atto, le modalità e gli strumenti per farlo, i tempi massimi, i criteri di valutazione del risultato e relativi indicatori e gold standards.
ammissione degenza
-dimissione e presa in carico dal distretto
PROTOCOLLO DI DIMISSIONI PROTETTE - CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
FASE DEL
PERCORSO
responsabile
Modalità/azioni
strumenti
tempi
Criteri di valutazione
Responsabile:
Case Manager H o ICA
Bisogni, competenze
Programma autocura
1° segnalazione PUA
FASI PRESA IN CARICO INTEGRATA
1. VALUTAZIONE MEDIANTE SCALA DI BRASS (PER IL RISCHIO
DI DIMISSIONE DIFFICILE ENTRO 48 ORE DALL’INGRESSO)
1. INVIO SCHEDA DI SEGNALAZIONE AL PUA ENTRO 48 ORE/ING
Valutazione congiunta
del paziente entro 24-48 ore
dalla segnalazione.
Condivisione programma
Pianificazione della dimissione
ADI
ASS.SOC.
PRESIDI
AUSILI
FARMACI
attivazione
percorsi di c.a.
FASI PRESA IN CARICO INTEGRATA
1. COPPIA INF/AS PUA EFFETTUA VISITA CONGIUNTA IN H
CON ICA E REDIGONO PRIMO PIANO DI DIMISSIONE
1. ICA STESURA DELLA SCHEDA DI CONTINUITA’
ASSISTENZIALE
1. COPPIA INF/AS/ICA APERTURA DI UN DOSSIER
PROBLEMI-RISORSE DEL PZ
FASI PRESA IN CARICO INTEGRATA
1. ICAEDUCAZIONE TERAPEUTICA DEL PAZ/CAREGIVER
1. ICA VERIFICHE IN ITINERE DEL GRADO DI AUTONOMIA
RAGGIUNTO
1. CONVOCAZIONE UMP + PROP (Prog. Personalizzato)
1. COPPIA INF/AS + MEDICO + ICA PIANO DI ASSISTENZA
POST-DIMISSIONE
RAGIONI SOTTESE ALL’EVOLUZIONE
DELL’INFERMIERISTICA DI COMUNITA’
INFERMIERISTICA DI
COMUNITA’
parte di un programma
di interventi tesi alla
costruzione di un sistema
di CURE DI COMUNITA’
per la realizzazione di un
sistema di salute fondato
sul coinvolgimento attivo
di tutti i soggetti della
società civile = WELFARE
COMMUNITY
propone un nuovo
paradigma di lettura del
ruolo professionale
dell’infermiere
WELFARE:
da welfare state a
welfare community
SOCIETA’:
da società
assistenziale a
molecolarizzata
ORGANIZ.NE:
da modelli
piramidali a
modelli a rete
SALUTE:
da approcci parziali
a ecologico-
sistemici
EVOLUZIONE SISTEMA WELFARE
WELFARE STATE
WELFARE
COMMUNITY
Sistema socio-politico-economico-in cui la
promozione della sicurezza e del benessere
sociale è assunta interamente dallo Stato
Sistema socio-politico economico in cui la
promozione della sicurezza e del benessere
sono espressione di una pluralità di attori e
strumenti (come WM) in cui 3° settore,
famiglie, reti informali sono soggetti attivi che
producono e restituiscono un W riconosciuto e
autonomo
PRESA IN CARICO
DELLA COMUNITA’
DA PARTE
DELLA COMUNITA’
WELFARE
APPROCCIO DIVERSO AI PROBLEMI
DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE
RETI DI INTERVENTI CHE SI BASANO
SULL’INCONTRO CREATIVO TRA SOGGETTI
PRIMARI (FAMIGLIA, VICINATO, GRUPPI AMICALI,
ASSOCIAZIONI LOCALI) E SERVIZI ORGANIZZATI
(SIA PUBBLICI CHE PRIVATI) MEDIANTE
RELAZIONI DI RECIPROCITA’ SINERGICA
CURE DI COMUNITA’
WELFARE DI COMUNITA’
ASSIEME PRODUCONO LE
CURE DI COMUNITA’
RISORSE
FORMALIRISORSE
INFORMALI
PROGETTO INFERMIERE DI COMUNITA’
….NASCE con la ferma convinzione che…
SUPERARE
approccio TECNICO-PRESTAZIONALE
VS approccio RELAZIONALE
• CREARE LE MIGLIORI CONDIZIONI POSSIBILI PER SVILUPPARE UNA CULTURA
SANITARIA FONDATA SULLA PROMOZIONE E MANTENIMENTO DELLA SALUTE DELLA
PERSONA E SULLE SUE CAPACITA’ DI AUTOCURA
• INTEGRARE E PORRE IN UN RAPPORTO DI COMPLEMENTARIETA’ I DIVERSI TIPI DI
CURA FORMALE E INFORMALE PROMUOVENDO LA COMUNITA’, PER ASSICURARE UNA
MIGLIORE QUALITA’ DI VITA
ATTIVAZIONE DI UN SERVIZIO DI ASSISTENZA
INFERMIERISTICA A LIVELLO DI COMUNITA’
1 INFERMIERE
ogni 3000- 4000 abitanti
Costantemente
collaborante con tutti i
professionisti presenti nella
comunità e con le risorse
attive nella comunità
Costantemente presente
nella comunità e
riconosciuto dalla comunità
stessa come figura di
riferimento assistenziale
PROGETTO INFERMIERE DI COMUNITA’ nell’ASS 5 “BF”
Punto di riferimento per la comunità che assicura l’assistenza
generale inferm.ca in collaborazione con tutti gli attori dell’equipe
socio-sanitaria territoriale
Promuove le risorse informali delle reti comunitarie rete del
welfare di comunità
DOMICILIO
AMBULATORIO
RETE
Pazienti non autosufficienti,allettati ad
alta complessità
assistenziale
Pazienti deambulanti a media e bassa
complessità assistenziale
Attivazione delle risorse della comunità
e messa in rete con i servizi sanitari e
sociali
L’INFERMIERE DI COMUNITA’ : AMBITI DI LAVORO
MODELLI ORGANIZZATIVI ASSISTENZIALI PRESTAZIONALE E RELAZIONALE
MODELLO TECNICO-FUNZIONALE/
PRESTAZIONALE
MODELLO PROFESSIONALE/
RELAZIONALE
SID (Servizio Infermieristico Domiciliare)
• Territorialmente accentrato
• Forte centralità delle attività
• Forte enfasi sull’offerta deiservizi anziché sullaaccoglienza della domanda
INF.RE DI COMUNITA’
• Territorialmente decentrato
• Forte centralità della relazionetra persone e tra persone econtesto
• Forte enfasi sulla domandareale:espressa, inespressa,potenziale
…….L’ORGANIZZAZIONE IERI ….E OGGI
NUOVO PROFILO PROFESSIONALE: INFERMIERE DI COMUNITA’
Presa in carico
globale della
situazione di
bisogno
Gestionee
dell’assistenza
infermieristica
generale
nell’ottica
del
self-care Case- manager
Garantire
orientamento
e
informazione
sull’offerta
dei servizi
Garantire
continuità e
integrazione
assistenziale
tra ospedale
e territorio
Sostenere,
valorizzare e
supportare
le famiglie
Promuovere
e attivare
reti informali
Garantire
una presa in
carico anticipata
dei bisogni della
comunità
Attivatore di
interventi
di empowerment
e promozione alla
salute
FUNZIONI GARANTITE
ATTRAVERSO
1. Presenza costante nella
comunità e riconosciuta dalla
comunità stessa come figura
di riferimento
2. Conoscenza del territorio e
delle risorse da poter attivare
3. Collaborazione costante con
tutti i professionisti presenti
nella comunità con le risorse
attive
LAVORO DI RETE
IL LAVORO DI RETE STA
DIVENTANDO SEMPRE PIU’ UNA
NECESSITA’ NON SOLO PER IL
SOCIALE, MA ANCHE PER I
SERVIZI SANITARI SOPRATTUTTO
PER QUELLI DELL’AREA
TERRITORIALE
PROGETTO INFERMIERE DI COMUNITA’:
NASCITA ED EVOLUZIONE
Proposto nel Piano aziendale del 1999, avviato nel
2001
Al 31-12-2009 sono attive 20 sedi di infermiere di
comunità, pari a 29 Comuni afferenti all’ASS n. 5 “BF”
(corrispondente alla soddisfazione del 91,2% del bacino
d’utenza), rispetto alle 23 previste, a copertura dei 32
Comuni afferenti all’ASS 5
Il progetto si riterrà a regime entro il 2011
•LATISANA
LIGNANO SABBIADORO
RONCHIS
PRECENICCO
PALAZZOLO DELLO S.
TEOR
RIVIGNANO
MUZZANA DEL T.
MARANO LAGUNARE
CARLINO
POCENIA
PORPETTO
AQUILEIAFIUMICELLO
RUDA
GONARS
BICINICCO
S. MARIA LA L.
CHIOPRIS
VISCONE
S. VITO
AL TORRE
VILLA V.
CERVIGNANO DEL F.
TAPOGLIANO
S. GIORGIO DI N.
•
PALMANOVA●
CAMPOLONGO
AL TORRE
BAGNARIA ARSA AIELLO DEL
FRIULI
VISCO
TRIVIGNANO U.
TERZO
D’AUILEIA
I COMUNI DELLA A.S.S. n°5 “Bassa Friulana” CON LA
PRESENZA DELL’ INFERMIERA DI COMUNITA’
COMUNI NON SERVITI
COMUNI SERVITI
DATA DI ATTIVAZIONE SERVIZIO
GONARS 29/10/2001
AIELLO CAMPOLONGO
TAPOGLIANO 17/12/2001
RIVIGNANO 21/01/2002
BAGNARIA ARSA 24/06/2002
LIGNANO S. 18/11/2002
CARLINO
MARANO L. 16/12/2002
AQUILEIA 28/04/2003
S.VITO AL T.
CHIOPRIS-VISCONE
VISCO 27/10/2003
POCENIA 15/12/2003
RUDA
VILLA V. 1201/2004
MUZZANA DEL T. 15/03/2004
S. MARIA LA L.
BICINICCO 17/05/2004
PALAZZOLO DELLO S.
PRECENICCO 01/08/2004
FIUMICELLO 22/11/2004
TERZO D’ A. 13/12/2004
TORVISCOSA 20/12/2004
TEOR- RONCHIS 28/12/2007
TORVISCOSA
INFERMIERE DI COMUNITA’: DATI ATTIVITA’ 2001-2009
> volumi di attivita’ (n. pazienti seguiti
+319% e n. accessi + 194%)
> ore assistenziali (+ 50%)
< tempi di percorrenza (-32,8%)
> dell’efficienza data dall’> pari al 94%
degli accessi medi x infermiere
imputabile alla > dei tempi di
percorrenza e uso appropriato ambul.
< della media degli accessi x pz(-30%)
come risultato dell’investimento
educativo da parte dell’IC nei
confronti di pz , caregiver e
coinvolgimento attori equipe cura
> attività ambulatoriale (da
11.250/2001 a 34.744 ore 2009
DATI 2001-2009FOCUS DATI ANNO
2009
> delle attività educative e di
autoaddestramento dei pz e
caregiver e dell’attività di rete
> accessi con prestazioni
educative 45,9% a fronte del
dato reg.le 29,2%
> integrazione, lavoro di rete
25% del tempo assistenziale
Stima di copertura
assistenziale per residenti con
età > 65 pari a 14,4,% rispetto a
10,7% media regionale
Tasso di ospedalizzazione 156,
5%
Rapporto attività/numero infermieri SID ASS 5 anni 2001-2009
(Fonte dati: SISSR FVG SIASI SID - Database personale DSE-DSO)
INDICATORI DI ATTIVITA’
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2009/2001 VarVA
N. PAZIENTI 2.787 3.965 4.826 6.965 5.762 6.006 9.258 10.833 11.677 319% 8.890
N. ACCESSI 35.136 45.649 63.753 95.661 95.661 115.786 93.999 98.319 103.325 194% 68.189
N. MEDIO ACCESSI/PAZIENTE
12,6 11,5 13,2 13,7 20,1 21,6 10,7 9,1 8,8 -30% -3,8
N. INFERMIERI* 26,71 33,91 37,74 40,95 39,37 37,37 39,20 37,10 40,51 52% 13,8
N. MEDIO ACCESSI/
INFERMIERE1.315 1.346 1.689 2.336 2.430 3.098 2.398 2.650 2.551 94% 1.236
N. OPERATORI DI SUPPORTO°
0 0 0 0,83 3,83 3,83 3,83 6,66 11,66 11,66 11,66
INFERMIERE DI COMUNITA’: DATI ATTIVITA’ 2001-2009
Copertura assistenziale in % per residenti in FVG con età > di 64 anni ultimo quinquennio
(Fonte dati:SISSR FVG)
AZIENDA DI EROGAZIONE ANNO 2005 ANNO 2006 ANNO 2007 ANNO 2008 ANNO 2009
ASS n. 1 12,5 12,9 10,4 10,5 11,7
ASS n. 2 6,6 7,7 7,5 7,4 7,8
ASS n. 3 16,1 17,7 12 12,3 12,7
ASS n. 4 9,1 9,8 8,3 9,1 9,3
ASS n. 5 14,8 15,0 13.08 14,3 14,4
ASS n. 6 10,6 10,9 10,1 10,5 10,7
MEDIA FVG 10,9 11,4 9,8 10,2 10,7
INFERMIERE DI COMUNITA’: DATI ATTIVITA’ 2001-2009
Rapporto sulle tipologie di processi SID ASS5 2004-2009
(Fonte dati: SIASI SID)
TIPOLOGIA DI PROCESSO ANNO 2004 ANNO 2009
ATTIVITA' DI RETE 1751 3168
INTERVENTI EDUCATIVI PER ADDESTRAMENTO FINALIZZATOALL'AUTOGESTIONE 22764 27550
GESTIONE CURA DELLE LESIONI (DA DECUBITO, VASCOLARIE CHIRURGICHE) 24648 47349
GESTIONE PAZIENTE IN NUTRIZIONE PARENTERALE 114 438
GESTIONE PAZIENTE CONTROLLO DEL DOLORE 523 1404
MONITORAGGIO CLINICO 15262 33005
PRELIEVO BIOLOGICO 15814 50146
ESAMI STRUMENTALI 0 7304
INFERMIERE DI COMUNITA’: DATI ATTIVITA’ 2001-2009
ATTIVITA' DI RETE 1751 3168
INTERVENTI EDUCATIVI PER ADDESTRAMENTO FINALIZZATOALL'AUTOGESTIONE 22764 27550
I SERVIZI DI ACCOGLIENZA E DI CONTINUITA’ ASSITENZIALE ASS N. 5
PS INFERMIERE DI
TRIAGE
REPARTOINFERMIERE
DI CONTINUITA’
ASSISTENZIALE
REPARTO COMPONENTI
DEL PUA (INF. E ASS. SOC)
OSPEDALE TERRITORIO
ACCOGLIMENTOPUA
(INF. COORD. E ASS. SOC)
UN NODO DELLA RETE
INFERMIERE DI COMUNITA’
RETE DI SERVIZI RSA –
ADI – CASA DI RIPOSO
•LATISANA
LIGNANO SABBIADORO
RONCHIS
PRECENICCO
PALAZZOLO DELLO S.
TEOR
RIVIGNANO
MUZZANA DEL T.
MARANO LAGUNARE
CARLINO
POCENIA
PORPETTO
AQUILEIAFIUMICELLO
RUDA
GONARS
BICINICCO
S. MARIA LA L.
CHIOPRISVISCONE
S. VITOAL TORRE
VILLA V.
CERVIGNANO DEL F.
TAPOGLIANO
S. GIORGIO DI N.
•
PALMANOVA
●
CAMPOLONGO AL TORRE
BAGNARIA ARSA AIELLO DELFRIULI
VISCO
TRIVIGNANO U.
TERZO D’AUILEIA
TORVISCOSA
Distretto Sanitario Est Distretto Sanitario Ovest
Pop. (31.12.08): 112.360
(TOT 31 Comuni)
ASS 5 BF pop. > 65: 22,1%FVG pop > 65: 23%
ASS 5 Indice di vecchiaia: 187FVG indice vecchiaia 189
Bacino popolazione: 112.360
% Popolazione > 65 anni: 22,1%
Indice di vecchiaia: 187.
Numero distretti: 2
Numero comuni: 31
Numero ospedali: 2
Numero posti letto :351
Tasso di ospedalizzazione:156,5%
EVOLUZIONE SISTEMA WELFARE
WELFARE STATE
WELFARE
COMMUNITY
Sistema socio-politico-economico-in cui la
promozione della sicurezza e del benessere
sociale è assunta interamente dallo Stato
Sistema socio-politico economico in cui la
promozione della sicurezza e del benessere
sono espressione di una pluralità di attori e
strumenti (come WM) in cui 3° settore,
famiglie, reti informali sono soggetti attivi che
producono e restituiscono un W riconosciuto e
autonomo
PRESA IN CARICO
DELLA COMUNITA’
DA PARTE
DELLA COMUNITA’
WELFARE
APPROCCIO DIVERSO AI PROBLEMI
DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE
RETI DI INTERVENTI CHE SI BASANO
SULL’INCONTRO CREATIVO TRA SOGGETTI
PRIMARI (FAMIGLIA, VICINATO, GRUPPI AMICALI,
ASSOCIAZIONI LOCALI) E SERVIZI ORGANIZZATI
(SIA PUBBLICI CHE PRIVATI) MEDIANTE
RELAZIONI DI RECIPROCITA’ SINERGICA
CURE DI COMUNITA’
WELFARE DI COMUNITA’
ASSIEME PRODUCONO LE
CURE DI COMUNITA’
RISORSE
FORMALIRISORSE
INFORMALI
PROGETTO INFERMIERE DI COMUNITA’
….NASCE con la ferma convinzione che…
SUPERARE
approccio TECNICO-PRESTAZIONALE
VS approccio RELAZIONALE
• CREARE LE MIGLIORI CONDIZIONI POSSIBILI PER SVILUPPARE UNA CULTURA
SANITARIA FONDATA SULLA PROMOZIONE E MANTENIMENTO DELLA SALUTE DELLA
PERSONA E SULLE SUE CAPACITA’ DI AUTOCURA
• INTEGRARE E PORRE IN UN RAPPORTO DI COMPLEMENTARIETA’ I DIVERSI TIPI DI
CURA FORMALE E INFORMALE PROMUOVENDO LA COMUNITA’, PER ASSICURARE UNA
MIGLIORE QUALITA’ DI VITA
ATTIVAZIONE DI UN SERVIZIO DI ASSISTENZA
INFERMIERISTICA A LIVELLO DI COMUNITA’
1 INFERMIERE
ogni 3000- 4000 abitanti
Costantemente
collaborante con tutti i
professionisti presenti nella
comunità e con le risorse
attive nella comunità
Costantemente presente
nella comunità e
riconosciuto dalla comunità
stessa come figura di
riferimento assistenziale
PROGETTO INFERMIERE DI COMUNITA’ nell’ASS 5 “BF”
Punto di riferimento per la comunità che assicura l’assistenza
generale inferm.ca in collaborazione con tutti gli attori dell’equipe
socio-sanitaria territoriale
Promuove le risorse informali delle reti comunitarie rete del
welfare di comunità
DOMICILIO
AMBULATORIO
RETE
Pazienti non autosufficienti,allettati ad
alta complessità
assistenziale
Pazienti deambulanti a media e bassa
complessità assistenziale
Attivazione delle risorse della comunità
e messa in rete con i servizi sanitari e
sociali
L’INFERMIERE DI COMUNITA’ : AMBITI DI LAVORO
MODELLI ORGANIZZATIVI ASSISTENZIALI PRESTAZIONALE E RELAZIONALE
MODELLO TECNICO-FUNZIONALE/
PRESTAZIONALE
MODELLO PROFESSIONALE/
RELAZIONALE
SID (Servizio Infermieristico Domiciliare)
• Territorialmente accentrato
• Forte centralità delle attività
• Forte enfasi sull’offerta deiservizi anziché sullaaccoglienza della domanda
INF.RE DI COMUNITA’
• Territorialmente decentrato
• Forte centralità della relazionetra persone e tra persone econtesto
• Forte enfasi sulla domandareale:espressa, inespressa,potenziale
…….L’ORGANIZZAZIONE IERI ….E OGGI
LAVORO DI RETE
IL LAVORO DI RETE STA
DIVENTANDO SEMPRE PIU’ UNA
NECESSITA’ NON SOLO PER IL
SOCIALE, MA ANCHE PER I
SERVIZI SANITARI SOPRATTUTTO
PER QUELLI DELL’AREA
TERRITORIALE
PROGETTO INFERMIERE DI COMUNITA’:
NASCITA ED EVOLUZIONE
Proposto nel Piano aziendale del 1999, avviato nel
2001
Al 31-12-2009 sono attive 20 sedi di infermiere di
comunità, pari a 29 Comuni afferenti all’ASS n. 5 “BF”
(corrispondente alla soddisfazione del 91,2% del bacino
d’utenza), rispetto alle 23 previste, a copertura dei 32
Comuni afferenti all’ASS 5
Il progetto si riterrà a regime entro il 2011
•LATISANA
LIGNANO SABBIADORO
RONCHIS
PRECENICCO
PALAZZOLO DELLO S.
TEOR
RIVIGNANO
MUZZANA DEL T.
MARANO LAGUNARE
CARLINO
POCENIA
PORPETTO
AQUILEIAFIUMICELLO
RUDA
GONARS
BICINICCO
S. MARIA LA L.
CHIOPRIS
VISCONE
S. VITO
AL TORRE
VILLA V.
CERVIGNANO DEL F.
TAPOGLIANO
S. GIORGIO DI N.
•
PALMANOVA●
CAMPOLONGO
AL TORRE
BAGNARIA ARSA AIELLO DEL
FRIULI
VISCO
TRIVIGNANO U.
TERZO
D’AUILEIA
I COMUNI DELLA A.S.S. n°5 “Bassa Friulana” CON LA
PRESENZA DELL’ INFERMIERA DI COMUNITA’
COMUNI NON SERVITI
COMUNI SERVITI
DATA DI ATTIVAZIONE SERVIZIO
GONARS 29/10/2001
AIELLO CAMPOLONGO
TAPOGLIANO 17/12/2001
RIVIGNANO 21/01/2002
BAGNARIA ARSA 24/06/2002
LIGNANO S. 18/11/2002
CARLINO
MARANO L. 16/12/2002
AQUILEIA 28/04/2003
S.VITO AL T.
CHIOPRIS-VISCONE
VISCO 27/10/2003
POCENIA 15/12/2003
RUDA
VILLA V. 1201/2004
MUZZANA DEL T. 15/03/2004
S. MARIA LA L.
BICINICCO 17/05/2004
PALAZZOLO DELLO S.
PRECENICCO 01/08/2004
FIUMICELLO 22/11/2004
TERZO D’ A. 13/12/2004
TORVISCOSA 20/12/2004
TEOR- RONCHIS 28/12/2007
TORVISCOSA
INFERMIERE DI COMUNITA’: DATI ATTIVITA’ 2001-2009
> volumi di attivita’ (n. pazienti seguiti
+319% e n. accessi + 194%)
> ore assistenziali (+ 50%)
< tempi di percorrenza (-32,8%)
> dell’efficienza data dall’> pari al 94%
degli accessi medi x infermiere
imputabile alla > dei tempi di
percorrenza e uso appropriato ambul.
< della media degli accessi x pz(-30%)
come risultato dell’investimento
educativo da parte dell’IC nei
confronti di pz , caregiver e
coinvolgimento attori equipe cura
> attività ambulatoriale (da
11.250/2001 a 34.744 ore 2009
DATI 2001-2009FOCUS DATI ANNO
2009
> delle attività educative e di
autoaddestramento dei pz e
caregiver e dell’attività di rete
> accessi con prestazioni
educative 45,9% a fronte del
dato reg.le 29,2%
> integrazione, lavoro di rete
25% del tempo assistenziale
Stima di copertura
assistenziale per residenti con
età > 65 pari a 14,4,% rispetto a
10,7% media regionale
Tasso di ospedalizzazione 156,
5%
Rapporto attività/numero infermieri SID ASS 5 anni 2001-2009
(Fonte dati: SISSR FVG SIASI SID - Database personale DSE-DSO)
INDICATORI DI ATTIVITA’
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2009/2001 VarVA
N. PAZIENTI 2.787 3.965 4.826 6.965 5.762 6.006 9.258 10.833 11.677 319% 8.890
N. ACCESSI 35.136 45.649 63.753 95.661 95.661 115.786 93.999 98.319 103.325 194% 68.189
N. MEDIO ACCESSI/PAZIENTE
12,6 11,5 13,2 13,7 20,1 21,6 10,7 9,1 8,8 -30% -3,8
N. INFERMIERI* 26,71 33,91 37,74 40,95 39,37 37,37 39,20 37,10 40,51 52% 13,8
N. MEDIO ACCESSI/
INFERMIERE1.315 1.346 1.689 2.336 2.430 3.098 2.398 2.650 2.551 94% 1.236
N. OPERATORI DI SUPPORTO°
0 0 0 0,83 3,83 3,83 3,83 6,66 11,66 11,66 11,66
INFERMIERE DI COMUNITA’: DATI ATTIVITA’ 2001-2009
Copertura assistenziale in % per residenti in FVG con età > di 64 anni ultimo quinquennio
(Fonte dati:SISSR FVG)
AZIENDA DI EROGAZIONE ANNO 2005 ANNO 2006 ANNO 2007 ANNO 2008 ANNO 2009
ASS n. 1 12,5 12,9 10,4 10,5 11,7
ASS n. 2 6,6 7,7 7,5 7,4 7,8
ASS n. 3 16,1 17,7 12 12,3 12,7
ASS n. 4 9,1 9,8 8,3 9,1 9,3
ASS n. 5 14,8 15,0 13.08 14,3 14,4
ASS n. 6 10,6 10,9 10,1 10,5 10,7
MEDIA FVG 10,9 11,4 9,8 10,2 10,7
INFERMIERE DI COMUNITA’: DATI ATTIVITA’ 2001-2009
Rapporto sulle tipologie di processi SID ASS5 2004-2009
(Fonte dati: SIASI SID)
TIPOLOGIA DI PROCESSO ANNO 2004 ANNO 2009
ATTIVITA' DI RETE 1751 3168
INTERVENTI EDUCATIVI PER ADDESTRAMENTO FINALIZZATOALL'AUTOGESTIONE 22764 27550
GESTIONE CURA DELLE LESIONI (DA DECUBITO, VASCOLARIE CHIRURGICHE) 24648 47349
GESTIONE PAZIENTE IN NUTRIZIONE PARENTERALE 114 438
GESTIONE PAZIENTE CONTROLLO DEL DOLORE 523 1404
MONITORAGGIO CLINICO 15262 33005
PRELIEVO BIOLOGICO 15814 50146
ESAMI STRUMENTALI 0 7304
INFERMIERE DI COMUNITA’: DATI ATTIVITA’ 2001-2009
ATTIVITA' DI RETE 1751 3168
INTERVENTI EDUCATIVI PER ADDESTRAMENTO FINALIZZATOALL'AUTOGESTIONE 22764 27550
INFERMIERE DI TRIAGE INFERMIERE CHE SELEZIONA
I PAZIENTI IN BASE AL LIVELLO DI GRAVITA’ E PRIORITA’
ASSISTENZIALE
INFERMIERE DI CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
INFERMIERE CHE PRENDE IN CARICO IL PZ ENTRO MAX
24-48 ORE DALL’INGRESSO PER PIANIFICARE LA
DIMISSIONE PROTETTA E GARANTIRE LA CONTINUITA’
ASSISTENZIALE TRA H E TERRITORIO
COORDINATORE INF.CO E ASS. SOC PUA AVVIANO
LA PRIMA VALUTAZIONE DEL PZ E I PRIMI CONTATTI
CON PZ, FAMIGLIA E/O CARE-GIVER
ACCOGLIENZA E CONTINUITA’ ASSISTENZIALE IN OSPEDALE
COORDINATORE INF.CO E ASS. SOC. PUA
APPROFONDISCONO LA VALUTAZIONE DEL PZ E I
CONTATTI CON PZ, FAMIGLIA E/O CARE-GIVER E
MAPPANO LE RISORSE. ATTIVANO L’UMP CHE DECIDE IL
TIPO DI SERVIZIO PIU’ CONSONO ALLA SITUAZIONE
RETE DI SERVIZI ADI- RSA- CASA DI RIPOSO ETC
INFERMIERE DI COMUNITA’ INFERMIERE DI
RIFERIMENTO RESPONSABILE DELL’ASS.ZA INF.CA
GENERALE DI UNA DETERMINATA COMUNITA’
ACCOGLIENZA E CONTINUITA’ ASSISTENZIALE SUL TERRITORIO