La conferenza stampa annuale della CGIL...

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rassegna sindacale nostra politica La conferenza stampa annuale della CGIL vivace e sindacale,, Botta e risposta tra i giornalisti e la Segreteria Confederale Di fronte a un uditorio di giornalisti più folto degli scorsi anni non meno di duecento erano i rappresentanti della stampa italiana ed estera raccolti nel salone del Comitato direttivo della nostra Confe- derazione mercoledì 20 gennaio si è tenuta a Roma la tradizionale conferenza stampa annuale della CGIL. Sedevano di fronte ai giornalisti quasi tutti i membri della Segreteria Confederale: Novella, Montagnani, Lama, Foa, Scheda, Didò, Nicosia, Migliaccio, Forni, Rossi, Stimilli. I compagni Santi e Marconi erano assenti, per malattia l'uno, per impegni di lavoro l'altro. La conferenza si è aperta con brevi parole di saluto di Fernando Montagnani, Vice Segretario confederale, il quale ha detto: II saluto di Montagnani e la lettera di auguri di Santi * Spetta a me, quest'anno, darvi il consueto benvenuto e ringraziarvi per la vostra presenza. Rinnovo gli auguri di buon anno, i quali nell'occa- sione acquistano un significato meno formale del consueto; il 1965 al suo inizio appare difatti gravato da pesanti preoccupazioni in ordine alla situazione economica ed ai prevedibili sviluppi del reddito nazionale e quindi per le possibilità di miglioramento del tenore di vita dei cittadini. « Al tavolo della presidenza manca il compagno Santi ancora seria- mente ammalato. Egli, tuttavia, non ha voluto essere completamente assente da questa annuale conferenza ed ha inviato al compagno Novella una lettera che vi leggo: Caro Novella, ti sarò grato se vorrai scusare la mia assenza dalla tua conferenza stampa di domani, assenza dovuta a ragioni di salute, come sai. Auguro alla manifestazione il più vivo successo e sono con- vinto che in occasione di questo annuale incontro con i rappresentanti della stampa, ai quali rivolgo il mio cordiale saluto, emergerà chiara- mente la linea unitaria, responsabile e combattiva della azione che la CGIL conduce nell'interesse dei lavoratori in questo particolare, impe- gnativo momento. Cordialmente. « Credo di interpretare il pensiero di tutti augurando all'on. Santi una pronta guarigione anche a nome vostro. « A conclusione della esposizione che Novella farà a nome della Se- greteria Confederale, ci attendiamo tutte le domande che voi vorrete ri- volgerci; anch'esse contribuiranno certamente a chiarire, nella maniera più ampia, i principali aspetti dell'attuale situazione sindacale e gli orientamenti della nostra Confederazione ». Dopo l'esposizione di Novella il cui testo integrale viene pubblicato nel Quaderno di Rassegna Sindacale n. 8, in corso di stampa —, è comin- ciata la serie di domande che i rappresentanti della stampa italiana ed estera hanno rivolto ai membri della Segreteria Confederale. Quello che qui pubblichiamo è il testo stenografico del dialogo avutosi tra i gior- nalisti e i dirigenti della CGIL II colloquio a più voci con la stampa MAGNANI di "Le Monde" Lei, on. Foa, ha dichiarato ali'» Epres- so »: Comincino gli industriali, noi sare- mo ragionevoli nella misura in cui essi saranno audaci. E lei, on. Novella, ha detto che non vi sono ragioni per intro- durre elementi di ragionevolezza nella azione della CGIL. Chiederei una spiega- zione. Inoltre, si parla molto, oggi, di armonizzazione salariale sul piano inter- nazionale e soprattutto in seno al MEC; avendo lei dichiarato che i salari unitari italiani sarebbero ancora inferiori a quelli di altri Faesi, chiederei di sentire la sua opinione sulle possibilità e sull'atteggia- mento della CGIL di fronte ad una azione intesa ad una armonizzazione internazio- nale dei salari che, naturalmente, in pra- tica, comporta una certa politica dei redditi. Lei ha confermato, in due occa- sioni, che si sarebbe verificata una ridu- zione della spesa pubblica; mi risulta che nel 1964, salvo l'ultimo mese, di cui non abbiamo i dati, i pagamenti del Tesoro, compresi gli esborsi della Cassa DD.PP., sono aumentati del 17% sulla precedente annata. Infine, Lei ha affermato che le grandi imprese hanno relativamente au- mentato i propri profitti e le proprie possibilità di autofinanziamento. Chiede- rei di sapere come dimostra questa affer- mazione in presenza di una stasi di ven- dite nel settore industriale (rimaste quan- titativamente quasi eguali all'anno pre- cedente), di un aumento dei prezzi di fabbrica di poco più del 3-4% e di un aumento salariale che lei stesso ha detto unitariamente minimo contrattuale del 12,7% nel 1964, sul 1963. Come possono fare le imprese grandi e piccole ad au- mentare i profitti quando una analisi degli elementi componenti il conto pro- fitti-perdite dimostra una riduzione dei profitti? 'La « ragionevolezza » del Sindacato FOA Riguardo alla prima domanda, posso assicurare che sulla "ragionevolezza" del- la CGIL non c'è nessuna differenza fra me e gli altri membri della direzione con- federale. Volendo, in termini strettamente letterali, si può sempre cogliere qualche differenza in una conversazione libera e personale con un giornalista; ma non c'è nessuna differenza di sostanza. La no- stra ragionevolezza consiste nell'impegno ad applicare l'intelligenza alla compren- sione dei fatti e far discendere la nostra azione dalla intelligenza dei fatti. E' un dato costante. Possiamo riuscirci più o meno bene, ma il nostro impegno è in questa direzione. Di fronte ad una pre- occupante situazione nei livelli di occu- pazione, che in queste ultime settimane, ha avuto un ulteriore aggravamento, so- prattutto nel Settentrione, è chiaro che fino a che continua questa politica di sta- gnazione, la nostra "ragionevolezza" può consistere soltanto nell'impegnare le mas- se lavoratrici a lottare contro questa si- tuazione. Il dr. Carli ha rivolto l'invito agli industriali di essere più audaci e di sviluppare, in modo più impegnato, una politica di investimenti; se questo acca- drà, la nostra ragionevolezza troverà un termine di riferimento nuovo che sarà, come sempre, la valutazione dei fatti reali. Armonizzazione salariale europea Sul secondo punto posto dal dr. Ma- gnani sulla procedura e sulle linee possi- bili per una armonizzazione internazio- nale dei livelli salariali, non esiste la possibilità di raggiungere un obiettivo di questo genere attraverso decisioni dal- l'alto, poiché i Paesi del MEC sono Paesi nei quali il livello salariale è frutto di un rapporto di forze e non di decisioni statali. Se i salari fossero il frutto di decisioni dei singoli Stati, si potrebbe cercare, attraverso una cooperazione po- litica interstatale, l'armonizzazione dei salari; ma poiché essi sono frutto di rapporti di forza, bisogna trovare la soluzione attraverso il collegamento delle forze interessate e cioè l'unità sindacale al livello internazionale, indipendentemen- te dalla affiliazione internazionale dei sin- dacati, per marciare insieme e avvicinare i livelli salariali. Quindi l'azione sinda- cale è per noi lo strumento di quello obiettivo. L'andamento della spesa pubblica Terza questione: la nostra denuncia, espressa dall'on. Novella, relativa alla caduta della spesa pubblica, riguarda le misure antinflazionistiche messe in opera dal governo nella prima parte dell'anno, e che hanno avuto degli effetti assai ne- gativi sui livelli della produzione e della occupazione, generando un meccanismo recessivo, di deflazione, che tende ad avere un funzionamento a spirale. E' vero ^ INTERESSE con cui è stata seguita l'esposizione del Segretario Generale della CGIL, ma soprattutto la scom- parsa dal novero delle do- mande — nutrite e alcune an- che insidiose — di quelle aventi mero carattere di di- versione, danno un'idea della considerazione, dell'attesa del- la stampa di ogni colore e tendenza per la tradizionale conferenza annuale della CGIL, per i temi che questo anno essa avrebbe affrontato. Riteniamo che tale interesse sia stato pienamente soddi- sfatto. L'esposizione di Agosti- no Novella a nome della Se- greteria confederale ha valso ad informare la grande stam- pa, in un discorso coerente e unitario, il rifiuto da parte della CGIL della politica dei redditi, la difesa dell'autono- mia e del ruolo della rivendi cazione operaia, il senso e i pericoli dell'alternativa « o sa- lari o occupazione », l'urgenza di una programmazione demo- cratica La linea della CGIL ha rispo- sto a coloro che desideravano onestamente di comprenderne i vari aspetti e anche a co- loro che erano venuti alla con- ferenza stampa con la speran- za o col desiderio di cogliere contraddizioni, rilevare discre- panze, ricercare differenze, con le domande « buccia di banana ». Quando, concludendo la sua esposizione, l'on. Novella in- vitava a tener ben conto della originale esperienza unitaria che si va compiendo nella CGIL, più di uno tra i pre- senti avrà lì per lì pensato al- la frase d'obbligo, ad un ri- chiamo scontato. Ma, succes- sivamente, un'ora e mezza di « botta e risposta » che ha vi- sto alternarsi nel dare i chia- rimenti richiesti tutti i mem- bri della Segreteria della CGIL presenti, deve aver fornito an- che a coloro che all'osserva- zione spassionata dei fatti preferiscono gli schemi pre- giudiziali, copioso materiale di riflessione sulla reale viva, non monolitica unità della CGIL. E poiché ci è parso que- sto il fatto saliente il carat- tere distintivo di questa con- ferenza stampa, ci piace for- nire ai nostri lettori e ai col- leghi della stampa il testo ste- nografico del colloquio a più voci svoltosi tra i giornalisti e i Segretari della nostra CGIL.

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rassegna sindacale nostra politica

La conferenza stampa annuale della CGIL

vivace esindacale,,

Botta e risposta tra i giornalisti e la Segreteria Confederale

Di fronte a un uditorio di giornalisti più folto degli scorsi anni— non meno di duecento erano i rappresentanti della stampa italianaed estera raccolti nel salone del Comitato direttivo della nostra Confe-derazione — mercoledì 20 gennaio si è tenuta a Roma la tradizionaleconferenza stampa annuale della CGIL. Sedevano di fronte ai giornalistiquasi tutti i membri della Segreteria Confederale: Novella, Montagnani,Lama, Foa, Scheda, Didò, Nicosia, Migliaccio, Forni, Rossi, Stimilli. Icompagni Santi e Marconi erano assenti, per malattia l'uno, per impegnidi lavoro l'altro.

La conferenza si è aperta con brevi parole di saluto di FernandoMontagnani, Vice Segretario confederale, il quale ha detto:

II saluto di Montagnanie la lettera di auguri di Santi

* Spetta a me, quest'anno, darvi il consueto benvenuto e ringraziarviper la vostra presenza. Rinnovo gli auguri di buon anno, i quali nell'occa-sione acquistano un significato meno formale del consueto; il 1965 alsuo inizio appare difatti gravato da pesanti preoccupazioni in ordinealla situazione economica ed ai prevedibili sviluppi del reddito nazionalee quindi per le possibilità di miglioramento del tenore di vita dei cittadini.

« Al tavolo della presidenza manca il compagno Santi ancora seria-mente ammalato. Egli, tuttavia, non ha voluto essere completamenteassente da questa annuale conferenza ed ha inviato al compagno Novellauna lettera che vi leggo:

Caro Novella, ti sarò grato se vorrai scusare la mia assenza dallatua conferenza stampa di domani, assenza dovuta a ragioni di salute,come sai. Auguro alla manifestazione il più vivo successo e sono con-vinto che in occasione di questo annuale incontro con i rappresentantidella stampa, ai quali rivolgo il mio cordiale saluto, emergerà chiara-mente la linea unitaria, responsabile e combattiva della azione che laCGIL conduce nell'interesse dei lavoratori in questo particolare, impe-gnativo momento. Cordialmente.

« Credo di interpretare il pensiero di tutti augurando all'on. Santiuna pronta guarigione anche a nome vostro.

« A conclusione della esposizione che Novella farà a nome della Se-greteria Confederale, ci attendiamo tutte le domande che voi vorrete ri-volgerci; anch'esse contribuiranno certamente a chiarire, nella manierapiù ampia, i principali aspetti dell'attuale situazione sindacale e gliorientamenti della nostra Confederazione ».

Dopo l'esposizione di Novella — il cui testo integrale viene pubblicatonel Quaderno di Rassegna Sindacale n. 8, in corso di stampa —, è comin-ciata la serie di domande che i rappresentanti della stampa italiana edestera hanno rivolto ai membri della Segreteria Confederale. Quello chequi pubblichiamo è il testo stenografico del dialogo avutosi tra i gior-nalisti e i dirigenti della CGIL

II colloquio a più voci con la stampaMAGNANI di "Le Monde"

Lei, on. Foa, ha dichiarato ali'» Epres-so »: Comincino gli industriali, noi sare-mo ragionevoli nella misura in cui essisaranno audaci. E lei, on. Novella, hadetto che non vi sono ragioni per intro-durre elementi di ragionevolezza nellaazione della CGIL. Chiederei una spiega-zione. Inoltre, si parla molto, oggi, diarmonizzazione salariale sul piano inter-nazionale e soprattutto in seno al MEC;avendo lei dichiarato che i salari unitariitaliani sarebbero ancora inferiori a quellidi altri Faesi, chiederei di sentire la suaopinione sulle possibilità e sull'atteggia-mento della CGIL di fronte ad una azioneintesa ad una armonizzazione internazio-nale dei salari che, naturalmente, in pra-tica, comporta una certa politica deiredditi. Lei ha confermato, in due occa-sioni, che si sarebbe verificata una ridu-zione della spesa pubblica; mi risulta che

nel 1964, salvo l'ultimo mese, di cui nonabbiamo i dati, i pagamenti del Tesoro,compresi gli esborsi della Cassa DD.PP.,sono aumentati del 17% sulla precedenteannata. Infine, Lei ha affermato che legrandi imprese hanno relativamente au-mentato i propri profitti e le propriepossibilità di autofinanziamento. Chiede-rei di sapere come dimostra questa affer-mazione in presenza di una stasi di ven-dite nel settore industriale (rimaste quan-titativamente quasi eguali all'anno pre-cedente), di un aumento dei prezzi difabbrica di poco più del 3-4% e di unaumento salariale che lei stesso ha dettounitariamente minimo contrattuale del12,7% nel 1964, sul 1963. Come possonofare le imprese grandi e piccole ad au-mentare i profitti quando una analisidegli elementi componenti il conto pro-fitti-perdite dimostra una riduzione deiprofitti?

'La « ragionevolezza »del Sindacato

FOARiguardo alla prima domanda, posso

assicurare che sulla "ragionevolezza" del-la CGIL non c'è nessuna differenza frame e gli altri membri della direzione con-federale. Volendo, in termini strettamenteletterali, si può sempre cogliere qualchedifferenza in una conversazione libera epersonale con un giornalista; ma non c'ènessuna differenza di sostanza. La no-stra ragionevolezza consiste nell'impegnoad applicare l'intelligenza alla compren-sione dei fatti e far discendere la nostraazione dalla intelligenza dei fatti. E' undato costante. Possiamo riuscirci più omeno bene, ma il nostro impegno è inquesta direzione. Di fronte ad una pre-occupante situazione nei livelli di occu-pazione, che in queste ultime settimane,ha avuto un ulteriore aggravamento, so-prattutto nel Settentrione, è chiaro chefino a che continua questa politica di sta-gnazione, la nostra "ragionevolezza" puòconsistere soltanto nell'impegnare le mas-se lavoratrici a lottare contro questa si-tuazione. Il dr. Carli ha rivolto l'invitoagli industriali di essere più audaci e disviluppare, in modo più impegnato, unapolitica di investimenti; se questo acca-drà, la nostra ragionevolezza troverà untermine di riferimento nuovo che sarà,come sempre, la valutazione dei fattireali.

Armonizzazionesalariale europea

Sul secondo punto posto dal dr. Ma-gnani sulla procedura e sulle linee possi-bili per una armonizzazione internazio-nale dei livelli salariali, non esiste lapossibilità di raggiungere un obiettivo diquesto genere attraverso decisioni dal-l'alto, poiché i Paesi del MEC sono Paesinei quali il livello salariale è frutto diun rapporto di forze e non di decisionistatali. Se i salari fossero il frutto didecisioni dei singoli Stati, si potrebbecercare, attraverso una cooperazione po-litica interstatale, l'armonizzazione deisalari; ma poiché essi sono frutto dirapporti di forza, bisogna trovare lasoluzione attraverso il collegamento delleforze interessate e cioè l'unità sindacaleal livello internazionale, indipendentemen-te dalla affiliazione internazionale dei sin-dacati, per marciare insieme e avvicinarei livelli salariali. Quindi l'azione sinda-cale è per noi lo strumento di quelloobiettivo.

L'andamentodella spesa pubblica

Terza questione: la nostra denuncia,espressa dall'on. Novella, relativa allacaduta della spesa pubblica, riguarda lemisure antinflazionistiche messe in operadal governo nella prima parte dell'anno,e che hanno avuto degli effetti assai ne-gativi sui livelli della produzione e dellaoccupazione, generando un meccanismorecessivo, di deflazione, che tende adavere un funzionamento a spirale. E' vero

^ INTERESSE con cui èstata seguita l'esposizione delSegretario Generale d e l l aCGIL, ma soprattutto la scom-parsa dal novero delle do-mande — nutrite e alcune an-che insidiose — di quelleaventi mero carattere di di-versione, danno un'idea dellaconsiderazione, dell'attesa del-la stampa di ogni colore etendenza per la tradizionaleconferenza annuale della CGIL,per i temi che questo annoessa avrebbe affrontato.Riteniamo che tale interessesia stato pienamente soddi-sfatto. L'esposizione di Agosti-no Novella a nome della Se-greteria confederale ha valsoad informare la grande stam-pa, in un discorso coerente eunitario, il rifiuto da partedella CGIL della politica deiredditi, la difesa dell'autono-mia e del ruolo della rivendicazione operaia, il senso e ipericoli dell'alternativa « o sa-lari o occupazione », l'urgenzadi una programmazione demo-craticaLa linea della CGIL ha rispo-sto a coloro che desideravanoonestamente di comprendernei vari aspetti e anche a co-loro che erano venuti alla con-ferenza stampa con la speran-za o col desiderio di coglierecontraddizioni, rilevare discre-panze, ricercare differenze,con le domande « buccia dibanana ».Quando, concludendo la suaesposizione, l'on. Novella in-vitava a tener ben conto dellaoriginale esperienza unitariache si va compiendo nellaCGIL, più di uno tra i pre-senti avrà lì per lì pensato al-la frase d'obbligo, ad un ri-chiamo scontato. Ma, succes-sivamente, un'ora e mezza di« botta e risposta » che ha vi-sto alternarsi nel dare i chia-rimenti richiesti tutti i mem-bri della Segreteria della CGILpresenti, deve aver fornito an-che a coloro che all'osserva-zione spassionata dei fattipreferiscono gli schemi pre-giudiziali, copioso materiale diriflessione sulla reale viva,non monolitica unità dellaCGIL. E poiché ci è parso que-sto il fatto saliente il carat-tere distintivo di questa con-ferenza stampa, ci piace for-nire ai nostri lettori e ai col-leghi della stampa il testo ste-nografico del colloquio a piùvoci svoltosi tra i giornalistie i Segretari della nostra CGIL.

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nostra politica 23 gennaio 1 >65

che negli uliimi tempi vi sono siali ileitentativi ili accelerazione della spesapubblica, ma tutto è rimasto senza ellenopia lieo.

Un esempio: nella prima parte dell'an-no, nel quadro di una politica ani infla-zionistica, tu deciso di ridimensionare 1programmi delle partecipa/ioni statali,sopprimendo la seconda parte del pro-gramma quadriennale e riducendo la spe-sa per il primo biennio. Ora, negli ultimitempi, ci risulta che le imprese a parteci-pazione statale stanno accelerando larealizzazione degli impegni di investimenti,ma ciò non inodilìca il quadro originanodi investimento che non allargano l'in-tervento pubblico nel settore manifat-turiero, ma lo delimitano ai servizi fon-damentali: completamento dei programmidell'acciaio, sviluppo dei servizi telefonicie un aumento del piano di autostrade pertener conto della situazione recessiva...

MAGNANI

Ma la spesa pubblica globale è forte-mente aumentata...

FOA

Novella ha detto essere mollo negativialcuni specifici interventi politici esterniper quello che riguai da l'impiego di stru-menti di politica economica. Mentre nelperiodo fra le due guerre la situazionecongiunturale veniva affrontata con stru-menti differenziati ipolitica monetaria,dogane e contingenti, operazioni banca-rie e manovra del bilancio) nell'ultimoanno si è manifestato un elemento dirigidità, per la riduzione degli strumenti«ii decisione. K' rimasto solo lo strumentodel contenimento della domanda globale,a carico delle masse lavoratrkri. La GranBretagna ha seguilo un'altra linea. Nonapproviamo la sua politica doganale, maè un fatto positivo che quando essa hadovuto affrontare una situazione inflazio-nistica molto tesa, non si è messa a chie-«Jere autorizzazioni, ma ha deciso sullabase dei propri interessi... Il governo ita-liano ha perduto un tempo enorme a chie-dere autorizzazioni e si è mosso solo«quando ha avuto tulli i timbri e le linnenecessarie, delle autorità comunitarie, colrisultalo di farci cadere nella recessione.

Aulofi ini n zia menio.

.recessione, e profittiSull'ultima domanda, non credo die

Novella desse dei giudizi di cai atterequantitativo, monetario; egli dava un giu-dizio qualitativo molto giusto e moltoimportante. Dato il carattere dillercn-ziale dei profitti, le grandi aziende hannouna resistenza molto maggiore agii elicitidella recessione, e ne è prova l'intensolavoro di riorganizzazione aziendale incorso. Ma quale è il senso più prulondodel pensiero espresso dal nostro Segre-tario generale? Oggi gli investimenti nonavvengono non già perché non ci sono iprofitti, ma perché non ci sono prospet-tive dì sbocco, per la caduta della do-manda del mercato interno. E' dunqueassurdo prendersela con i salari.

MODICA,«Iella "Libera Stampa" di Lugano

E' stata affermata la necessità di unamassima espansione del mercato interno,e quindi di una politica di alti salari.Ma c'è un latto economico di tondo: l'Ita-lia deve raggiungere una certa quota diesportazioni per garantire la continuitàdella produzione, perché l'Italia è tribu-taria del mercato estero di materie prime.Ora, come si concilia l'espansione mas-sima del mercato interno atlraverso mag-giori salari, con la esigenza dell'aumentodelle esportazioni, che richiede prezzi compelilivi e quindi bassi costi del lavoro?

A proposito della politica dei redditi,secondo il ministro Colombo essa non èsoltanto una esigenza dei capitalisti, manella struttura italiana, è un incentivoalla produzione e agli investimenti. Oraio voglio sapere dalla CGIL: con qualealtro mezzo pratico ed economico potreb-be essere soddisfatta l'esigenza di mag-giori investimenti imposti dalla situazionedi l'atto esistente nel regime capitalisticoitaliano?

A proposito po' dell'unità sindacale,in questi giorni ho intervistato il segre-tario del partito socialdemocratico, Ta-nassi e si è parlato della interdipendenza

fra processi di unificazione, e di unitàpolitica e di unificazione e unità sinda-cale. Questo problema è slato qui pun-tualizzato bene dall'oli. Novella quandoegli ha affermato la conlraddillorielà el'assurdità di far dipendere l'unità sinda-cale dalla maturazione di fattori politici,di rapporti tra i parliti. Tuttavia vorreiche questo punto venisse di nuovochiarito.

Prezzi coni pel il ivi

e bassi sa la l i

LAMA

Non credo che dalla conferenza stampadel nostro Segretario generale si possadedurre che la CGIL, mentre è favorevolead una politica di aumento dei salarisarebbe contraria ad una politica di au-mento delle esportazioni. Al contrario:noi siamo dell'opinione che si debba svi-luppare anche la politica delle esportazio-ni, ma in tutte le direzioni e non in unasoli! direzione come lino a questo mo-mento si è latto. Ma non rileniamo cheun reale sviluppo delle esportazioni sidebba fondare su una politica di bassisalali all'interno del nostro Paese. Ferchéè vero che una politica di aumento delleesportazioni è agevolala da una politicadi bassi costi di produzioni: ma si trattapoi di sapere se è vero che per averedei bassi costi di produzione si debbaunicamente ridurre il costo del lavoro, sidebba seguitare all'indefinito e necessa-riamente su una politica di bassi salari;ci sono dei Paesi esportatori che nonfanno una politica di bassi salari e invecevi sono degli altri, tradizionalmente espor-tatori, che fondano la loro fortuna inquesto campo sui bassi costi di produ-zione attraverso un aumento della pro-duttjvità, attraverso la utilizzazione piùcompleta delle tecniche avanzate di pio-duzione (il che (ino ad oggi non si èlatto). Solo con la utilizzazione dei mo-derni mezzi di produzione si può costruireuna politica di prezzi competitivi a lungotermine.

Politica (I investimentie spinta sindacale

Sulla seconda domanda, devo dire cheIra la nostra posizione e quella di Colom-bo che fonda la sua linea su una politicadei redditi e di tregua salariale, non esi-ste alcuna compatibilita. Per svilupparegli investimenti è necessaria la centra-lizzazione dei salari. Una politica degliinvestimenti l'abbiamo avuta, in Italia,negli anni del cosiddetto "miracolo" an-che se si è trattato di una politica cao-tica; allora, si ebbe una contrattazionelibera dei salari, a tutti i livelli (da quellointcrconfederale di cui in quel periodosi è fatto mollo spesso uso, a quello dicategorie, di settore e di azienda). Noisiamo convìnti che una politica di inve-stimenti e di iniziativa imprenditoriale inquesta materia, sollecitata, coordinata ediretta anche dall'intervento pubblico,possa essere non ostacolata ma addirit-tura agevolata dalle spinte che in questocampo si possono determinare anche at-traverso una libera iniziativa dei sinda-cati e una libertà contrattuale non sol-tanto per la parte salariale ma anche perla parie normativa del 1 apporto di lavoro.

Unificazione socialislae unità sindacale

MONTAGNANI

All'ultima domanda posta dal giorna-lista di Lugano risponderò brevemente,anche se l'argomento è notoriamentecomplesso e richiederebbe una rispostaabbastanza lunga.

Che Tanassi, attuale segretario delpartito socialdemocratico, esprima, co-me sembra, opinioni assai discutibili inmateria sindacale e specie sulle strut-ture sindacali, non mi crea particolaritravagli.

Il concetto di interdipendenza fra uni-tà politica e unità sindacale nel sensoda lui dello, appare assolutamenteestraneo ai « possibili » modi di faravanzare il movimento sindacale versol'uniti) e la sua concreta autonomia.Ciò che invece sorprende è il fatto chetali concetti trovino riscontro in unaconferenza, stampa sindacale. Mi riferi-

sco evidentemente alla Conferenza Slam-pa della UIL.

A questo proposilo il senatore Viglia-nesi fa una confusione tremenda Iramomento sindacale e momento politicoe sembra prospettare una struttura sin-dacale, tutt'allro che autonoma ed uni-taria, ma invece basata su una plura-lità di sindacati, espressione diretta edinevitabilmente subordinata di altret-tanti partiti politici.

Il problema, per me e per la correlilesocialista, si pone in termini sostanzial-mente diversi. La corrente socialista siè costantemente battuta perché la CGILassumesse una posizione di completaautonomia da partiti, padroni e governo.Questa posizione non costituisce solo ilfondamento di una concezione realmenteoriginale del sindacato, ma rappresentaun momento essenziale di una reale ar-ticolazione democratica della società ita-liana.

!l/impegno «Ielle correnti

nella ( ' ( i l i .

Di qui il ttosiro impegno, della cor-rente socialista, diretto a perseguile at-tivamente l'unità organica dei lavoratoriitaliani in un solo sindacalo, la ricercaappassionala dei momenti di unità d'a-zione con le altre organizzazioni sinda-cali e sopì attinto la ricerca — che èperaltro, un problema lui l'altro chechiuso —, dei modi reali, concreti in cuisi affermi l'autonomia effettiva del sin-dacato da ispirazioni di carattere ester-no, da momenti dì carattere politico, damomenti di carattere governativo.

Se voi scorrete le tesi per il nostroVI Congresso, questo troverete. Si trat-ta fra l'altro di definire in maniera an-cora più precisa (naturalmente, non èquestione di ordine teorico, ma pratico)i! ruolo che debbono avere i sindacatiin uni» società modernamente organiz-zala. E' probabile che il momento dellapossibile unificazione dei diversi sinda-cati, possa più agevolmente ritrovarsi,quando siano definiti più esattamente icompiti del sindacato in una società mo-derna. Noi ci siamo assegnati questoCompito insieme alle altre correnti del-la CGIL, di perseguire costantementeuna ìihéà di piena autonomia del nostrosindac'à'tò, "pvòriti a discuterne fraterna-mente e cordialmente cori gli altri sin-dacati i modi è i mezzi al line di unamarcia più spedita verso l'obiettivo dèl-ia unità e dello sviluppo del poterecontrattuale del sindacato. Viglianésiparlava poi, come di consueto, della su-bordinazione della corrente socialistanella CGIL. Sono affermazioni queste,che possono colpire soltanto immagina-zioni sterili, incapaci di cogliere com-piutamente i complessi momenti, reali econcreti, dell'iniziativa sindacale. Certa-mente, esistono fra noi all'interno dellaCGIL, momenti di divergenza e di di-versità — anche acute — di opinioni;ma questo è un t'alio peculiare dellanostra organizzazione, ove le correnti,che sono tramite di democrazia, sonoelementi e strumenti di più larga parte-cipazione degli organizzati alle scelte delsindacato, di interna ricerca democra-tica, del momento « del modo migliorein cui si possa sviluppare l'iniziativa perl'avanzamento delle condizioni di la-voro e di vita delle grandi masse la-voratrici.

PASQUARELLI, de "11 Popolo-Prima vorrei tare una osservazione e

poi porre una domanda. La politica anti-congiunturale del governo si è concre-tizzata in una specie di rastrellamentodella massa monetaria, attraverso leaziende pubbliche, nel suo impiego ininvestimenti. A me sembra che una similepolitica possa portare anche ad un au-mento di beni di consumo e quindi ri-tengo che, a breve scadenza, anche ladomanda di beni di consumo tornerà acrescere e quindi portare ad un incre-mento di investimenti. La domanda chevorrei rivolgere all'on. Novella è questa:se in Italia venissero attuate tutte leriforme di struttura volute dalla CGIL,l'assetto economico, sociale e politico delnostro Paese somiglierebbe a quello scan-dinavo, a quello iugoslavo, a quello so-vietico o a quello britannico?

Cudtiin della domandae cicli occupazione

FOARispondo solo alla prima questione.

Lei ha l'atto una osservazione molto otti-mistica; vorrei esprimere l'augurio chesia esalto quello che lei dice, ma io homolte riserve. Nella realtà, la cadutadella domanda globale é una realtà ma-croscopica, e la possibile ripresa non ap-pare cosi a breve scadenza come puòsembrare. E faccio un solo esempio, quel-lo relativo all'edilizia: abbiamo 160.000disoccupati nell'edilizia e. secondo i datirelativi ai lavori programmati e in corso,se non interverranno l'atti nuovi moltorilevanti e molto accelerati, potremo ar-rivare a 320.000 disoccupati nel mese diaprile. E' diritto di ciascuno di noi diessere ottimista o pessimista nella valù-tazione della politica economica, ma cre-do che sia molto raccomandabile nonscambiare i nostri desideri con quellache è la realtà. Poiché la linea da noiproposta non è slata minimamente ascol-tata dal governo, oggi vediamo che lasituazione si é mollo aggravata. Assistiamoad una impressionante caduta degli oraridi lavoro nel settore tessile in lutti icentri del nord (Lombardia e Piemontein modo particolare); vediamo che il set-tore della industria alimentare, che erarimasto fuori dal processo di rallenta-mento, adesso é stalo investito anchelui; e la stessa cosa si dica per l'indu-stria dell'abbigliamento.* Non credo chei modesti investimenti decisi per le par-tecipazioni statali possano bastar»' a mo-dificare la situa/ione.

Perche' riferirsiii modelli stranieri?

NOVELLAlo risponderò alla seconda domanda»:

credo che non sia obbligatorio, per lasoluzione dei nostri problemi, prenderea riferimento i sistemi di altri Paesi. Noipotremo trovare, per quanto si rilerisccai nostri problemi nazionali, delle solu-zioni originali, nuove, che non hanno ne-,cessariamxnle una .identificazione, con ivari sistemi; la soluzione a cui si po-trebbe arrivare potrebbe essere anchesostanzialmente diversa. Del resto, io cre-do che nel dibattito su tale questione, visono delle posizioni di grande insoddisfa-zione nei confronti di tulli i sistemi chelei ha citalo; queste insoddisfazioni nonsono uniformi, ma nel panorama delleopinioni che si hanno in proposito, visono delle posizioni critiche verso questisistemi, da ogni parte.

Io credo che, d'altra parte, non siagiusto neanche per delle correnti sinda-cali (ma in modo particolare per dellecorrenti politiche, per dei partili politicio delle forze politiche), partire dal quesitose la soluzione dei problemi essenzialidel nostro Paese ci porti o no verso solu-zioni di questo o di quell'altro tipo Iraquelle esistenti in campo internazionale,e decidere per il si o per il no soltantose si somigliano più o meno a questo o.a quel sistema.

Noi ci dobbiamo preoccupare soprat-tutto di vedere se la soluzione che noiindichiamo corrisponde alla soluzione deiproblemi che ci stanno di Ironie. E que-sto è soprattutto importante per un mo-vimento sindacale che, partendo necessa-riamente dalla posizione in cui si trova,dalle funzioni che esplica nella societànazionale, é portato inevitabilmente adallargare la sua visione, i suoi obiettivigenerali: senza invadere il campo deipartiti, certo, ma non dimenticando laragione fondamentale della sua esisten-za, della sua vita.

« Noi guardiamoalla Costituzione »

Partendo da questo punto di vista, lechiedo: le proposte che come CGIL fac-ciamo affrontano i problemi reali delPaese? e le soluzioni che come CGIL pro-poniamo corrispondono all'interesse nondi un partito ma delle grandi masse delpopolo italiano? Questo è quello che sideve discutere e non se il futuro sistemache potrebbe venire enucleandosi si avvi-cini a questo o quel modello straniero...

PASQUARELLINel momento in cui il sindacato fa

delie scelte di politica economica le quali

Page 3: La conferenza stampa annuale della CGIL sindacale,,dellarepubblica.it.s3.amazonaws.com/Legislature/IV... · riflessione sulla reale viva, non monolitica unità della CGIL. E poiché

rassegna sindacale nostra politica

hanno determinanti riflessi in una certasitua/ione governativa e parlamentare,come in questo momento l'azione sinda- :

cale entro certi limiti si politicizza...

NOVELLA

Tutte le proposte di politica economicache noi facciamo, e che indubbiameutasono di natura politica, non sono in con-traddizione con la Costituente del nostroPaese; anzi, crediamo di muoverci pro-prio nell'ambito della sostanza rirorma-tricc che vi è nella Costituzione. Potreiio rivolgere a lei la stessa domanda checi ha rivolto qui: Ciò che prevede laCostituzione (e che è molto lontano daciò che è in atto) verso quale societàci porta? L'applicazione coerente dei prin-cipii previsti dalla Costituzione versoquale tipo di società di porta? Credo, inuna società molto diversa da quella incui oggi ci muoviamo...

UNA VOCEMa sarà sempre una società libera!

NOVELLA

Certo, ma libera anche da tutti gliimpacci che oggi impediscono un effet-tivo, reale pieno sviluppo delle libertàdemocratiche. dell'esercizio dei dirittisindacali, delle libertà civili e politiche,ecc. Si tratta perciò di attuare tutte quel-le misure costituzionali che infrangono ipesanti impedimenti e gli ostacoli di varianatura che ci sono alla utilizzazione com-pleta di tutte le risorse cconomiche edumane del nostro Paese.

MARTUCCI. di "Azione Sindacale"

L'on. Novella ha parlato della necessi-tà che al sindacato si riconosca un ruolodeterminante nella vita nazionale, cosagiusta e spiegabile dato soprattutto chesiamo in elima di programmazione. Co-me concilia questa istanza con il fattoche la CGIL atlida al sindacato un ruolonell'azienda che è subordinato alla com-missione interna?

Seconda, domanda: vorrei sapere sele aziende IRI, quelle pubbliche assolvonouna loro pretesa funzione-pilota nel cam-po della politica economica e sociale.

Terza questione: la CGIL ha rivendi-cato giustamente la necessità che il go-verno mantenga l'impegno di aumentalele pensioni. Siccome in sede di commis-sione dei «75» ha detto che non ci sonoi mezzi, chiedo di sapere con quali mezzifinanziari questi aumenti possono essereattuati.

Legge, Sindacato( OHI in ission i i n terne

e « Statuto dei diritti »SCHEDA

Rispondo alla prima domanda; alle al-tre due risponderà Lama. Il nostro atteg-giamento va proprio nel senso di evitareuna contusione di competenze tra com-missione interna e sindacato, come qual-che volta oggi avviene. Il mancato rico-noscimento per legge di una presenza deisindacato nel Paese e perciò anche nellaazienda, ha certamente portato a unaestensione, a uno sconlinamento di fattodei compiti della commissione interna,che e andata al di là delle sue specifichecompetenze di tutela dei lavoratori, divigilanza sulla applicazione dei contraltie delle leggi sociali in vigore. Ora, quandonoi esigiamo il riconoscimento giuridicodella CI., lo vogliamo esattamente perfar rienUare questo istituto nel quadrodelle sue prerogative, della sua naturaspecilica, che è quella di essere un orga-nismo aziendale, rappresentante della to-talità dei lavoratori iscritti e non iscrittiai sindacati con compiti di tutela nondi iniziativa contrattuale.

In questo modo noi veniamo a preci-sare lo spazio che deve occupare ilsindacato nell'azienda, che non può esserepiù invaso dall'attività della CI., unavolta che questa sia regolamentata dallalegge. E, lo ripeto, lo spazio del sindacatoè quello della contrattazione all'intornodell'azienda sulle questioni che via viamaturano nel rapporto di lavoro azien-dale...

MARTUCCIMa la CGXL viene cosi a porre il pro-

blema di dare presenza giuridica valida

alle commissioni interne, ma non al sin-dacato...

I,'articolo 39della Costituzione

SCHEDA

Non è vero: lei sa che noi siamo fa-vorevoli all'art. 39 della Costituzione, checioè chiediamo per il sindacato quel rico-noscimento giuridico che è costituzional-mente corretto. Il riconoscimento dell'ar-ticolo 39 va infatti nella direzione che leidiceva. Ma c'è di più: quando noi chie-diamo e ci battiamo per uno "statuto dèidiritti" dei lavoratori, vogliamo dei prov-vedimenti di legge che regolamentino inmodo avanzato l'esercizio delle preroga-tive, delle libertà, dei diritti di contratta-zione del sindacato nell'azienda; questova nella dilezione di dare anche al sin-dacato, oltre che alla CI., un autonomoruolo riconosciuto dalla legge, protettodalla legge.

Il ruolo pilotadelle aziende pubbliche

LAMA

Circa la prima delle altre sue domandeconfermo che la CGIL ritiene che le par-tecipazioni statali dovrebbero assolveread una funzione-pilota anche in materiadi politica sociale e sindacale. Devo dire,per dovere di oggettività, che in deter-minati casi, anche importanti, ciò è av-venuto (mi riferisco, per esempio allaesperienza positiva compiuta durante lagrande battaglia dei metallurgici di unpaio di anni orsono, quando le aziendea partecipazione statali, prima in con-trapposizione con la Conlindustria, tro-varono, insieme con i sindacati, una solu-zione al problema del rinnovo contrat-tuale che poi fu possibile estendere allacontrattazione col padronato privato). Maun orientamento avanzato dal punto divista della politica sociale delle aziendea partecipazione statale non è un fattoacquisito definitivamente. Per esempio,per l'applicazione dello stesso contrattodei metallurgici in materia di premio diproduzione, abbiamo trovato nella primametà del 1964, una residenza notevole daparte delle aziende à partecipazione sta-tale, anche se è stato possibile superarlapoi con una serie di accordi che hannocoperto tutta l'arca delle aziende mecca-niche a partecipazione statale. Noi cre-diamo che rapporti più civili fra dire;zione e sindacato, oltre tutto, dovrebberoagevolare il processo di sviluppo di questeaziende nell'interesse non soltanto deilavoratori ma d'ella loro stessa gestioneeconomica.

Disponibilità finanziarieper le pensioni

In materia di aumento delle pensionie di finanziamento della riforma pensio-nistica, il bilancio del 1964, del fondopensioni della Previdenza Sociale per ilavoratori dipendenti, presenta una ecce-denza "attiva" di oltre mille miliardi;somma che non è oggi tutta disponibilein quanto, in parte notevole, questo de-naro è stato utilizzato ad altri scopi (pen-sioni di lavoratori non dipendenti, pre-stiti, acquisto di obbligazioni di entipubblici, comuni, aziende a partecipazionestatale, ecc). Il rientro di questo denaroche è stato prestato ad altri enti è, se-condo noi, non solo possibile ma neces-sario, come diceva nella sua relazionel'on. Novella. Vi è. quindi, la possibilitànon teorica ma pratica di realizzare unaumento delle pensioni in atto e la rifor-ma del sistema pensionistico a vicinis-sima scadenza. Affrontare questa que-stione è una scelta anche di politica eco-nomica da parte del governo. Noi ci ren-diamo conto che risolvere questo pro-blema in modo positivo vuoi dire nonsoltanto fare giustizia nei confronti diuna categoria numerosa di vecchi lavo-ratori, che hanno tanti e tanto antichidiritti da far valere, ma vuoi dire affron-tare positivamente dei problemi che ri-guardano una politica economica di svi-luppo in senso più lato, anche per quantoriguarda il sostegno al mercato internoattraverso un aumento della domanda.

MARTUCCIL'on. Delle Fave ha detto che aumen-

tando in una eerta misura i minimi pre-

videnziali, si sarebbe creato un deficitpauroso nel bilancio...

LAMASe l'on. Delle Fave ha detto, questo,

ha detto cosa inesatta: la nostra propo-sta di aumento e di riforma delle pen-sioni garantisce l'autonomia e l'autofinan-ziamento del fondo pensioni fino allafine del 1969. Credo che nessuna pensio-ne, per quanto lungimirante dell'attivitàeconomica possa oggi andare oltre i cin-;que anni, in termini pratici. Ebbene! Noisiamo in grado di fare quesla pressionecon assoluta certezza: nessun ulterioreonere ne per lo Stato né per i privatici sarebbe fino al 1969, accogliendo lenostre proposte per le pensioni dei lavo-ratori dipendenti.

RIBICHINIdi « Lavoro Italiano >

Circa la situazione nella FSM, l'Avan-H! ha pubblicato un articolo in cui siparla dei cinesi e dei sovietici in senoa quella organizzazione. Vorrei saperequale eco ha avuto questo articolo esoprattutto quale eco avrà nel prossimocongresso della CGIL.

La politica della CGILsul piano internazionale

DIDO'

Per rispondere compiutamente a que-sta domanda, bisogna fare riferimentoalla linea che la CGIL ha autonoma-mente definito e ha cercato di portareavanti in tutte le sedi, anche negli orga-nismi internazionali a cui appartiene,cioè nella FSM. La posizione che la CGILdovrà assumere all'interno della FSMin futuro sarà definitivamente stabilitadal dibattito precongressuale che si svi-lupperà nelle prossime settimane. Noitutti abbiamo la consapevolezza che iproblemi dei lavoratori italiani sonosempre più determinati da fattori inter-nazionali: quanto sta avvenendo nellaComunità europea (ed è già stato quirilevato) comporta e comporterà sempredi più un'azione per il miglioramentodelle condizioni dei lavoratori del nostroPaese e per lo sviluppo dell'economianazionale.

La CGIL ha impostato una propria li-nea di politica internazionale, che sipone con serietà il problema della rico-stituzione della unità sindacale al li-vello mondiale e di una iniziativa uni-taria al livello della Comunità europea,senza trascurare i rapporti che all'in-terno di questa divengono sempre piùimportanti. Questa linea della CGIL com-porta uii dibattito serio e impegnato

nei confronti di tutte le centrali sinda-cali esistenti, compresa la stessa FSMalla quale siamo aderenti, che portiamoavanti, ritenendo che queste organizza-zioni hanno ancora una posizione deter-minata soprattutto da schemi ideologicie politici ormai superati o inaccettabili,come nel caso citalo dalla domanda, delgiornalista, della disputa cinosovietica.

CGILeFSMLa CGIL in ripetute occasioni (e sin dalcongresso tenuto a Mosca dalla FSMqualche anno fa) ha impostato moltoseriamente il discorso di riportare laorganizzazione sindacale internazionale aun tipo di organizzazione autonoma da-gli Stati. La CGIL ha anche affermaloche lo scopo che si prefigge di ricosti-tuire una unità sindacale al livello eu-ropeo unitario non potrà essere condi-zionato, nel suo sviluppo, dalla sua stes-sa affiliazione alla FSM; essa cioè invitale allre organizzazioni a condurre unacomune azione critica per gli aspetti ne-gativi che sono ancora presenti in que-sta organizzazione e sono tali da impe-dire un rapporto di unità. La CGIL liaavanzato delle proposte precise ancheper un adeguamento delle strutture edella posizione della FSM per riuscire-a lare di quesla organizzazione, una or-ganizzazione capace di tutelare effetti-vamente gli interessi di tutti i lavoratoriche sono organizzati dalle centrali sin-dacali aderenti. La CGIL ha una posi-zione estremamente chiara che non èdi acquiescienza, di accetlazione dellasituazione negativa oggi esistente; iaCGIL porta avanti una azione criticanei confronti di tutte le organizzazioni,compresa la stessa FSM, e non intendoessere condizionata, nello sviluppo dellasua attività politico-sindacale a livellointernazionale neanche dalla sua appar-tenenza oggi alla FSM che, evidente-mente, rimane l'organizzazione nellaquale essa milita.

La nostra iniziativaa livello europeo

Riteniamo quindi che la CGIL abbiauna posizione estremamente chiara ecoerente su questo problema. Essa devepurtroppo constatare la mancanza diuna posizione altrettanto coerente, chia-ra ed impegnala da parie delle altre or-ganizzazioni sindacali italiane. Ora. èdifficile, per non dire impossibile, por-tare avanti un colloquio che riesca atrasferire al livello internazionale e so-prattutto europeo l'unità d'azione, che,pure, all'interno del nostro Paese riu-

(continua a pag. 28, in contro copertina)

Con la stessa meccanica facilità con cui si regolano i becchi di una chiave registrabiie.il padronato vorrebbe, imponendo ai sindacati la "politica dei redditi", regolare dall'altoI livelli salariali e le condizioni di vita degli operai e di tutti i lavoratori italiani