La comunicazione con il paziente psichiatrico - irsm.it · la relazione di aiuto È un rapporto...

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LA COMUNICAZIONE CON IL PAZIENTE PSICHIATRICO FORMAZIONE MENSILE APRILE 2017 DOTT.SSA EMANUELA MENICHETTI IRSM

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LA COMUNICAZIONE CON IL PAZIENTE PSICHIATRICO

FORMAZIONE MENSILE APRILE 2017

DOTT.SSA EMANUELA MENICHETTI IRSM

LA RELAZIONE DI AIUTO

ASCOLTO

OSSERVAZIONE

INTERVENTO EFFICACE

RISPETTO

CURA

LA RELAZIONE DI AIUTO È UN RAPPORTO ASIMMETRICO TRA UNA

PERSONA CHE PER SUA MATURITÀ SALUTE E CONOSCENZA È IN

CONDIZIONI DI OFFRIRE E GESTIRE UN AIUTO E METTE CIÒ A

DISPOSIZIONE DI UN’ALTRA PERSONA CHE È IN UNA CONDIZIONE

DI BISOGNO

CLIMA PER UNA RELAZIONE DI AIUTO

SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO

RISPETTO

CURIOSITÀ DELL’OPERATORE

AUTENTICITÀ DELLA RELAZIONE

CENTRALITÀ DELLA RELAZIONE

LA RELAZIONE CON IL PAZIENTE AFFETTO DA DISAGIO PSICHICO

UNO DEI MAGGIORI PROBLEMI CHE IL PERSONALE AFFRONTA LAVORANDO

CON IL PAZIENTE CON DISAGIO PSICHICO è LA «DISTANZA EMOTIVA» DA

TROVARE, MANTENERE E GESTIRE.

FINO A CHE PUNTO E’ GIUSTA UNA PARTECIPAZIONE EMOTIVA?

COSA PARTECIPIAMO IN QUELLA RELAZIONE?

LA COMUNICAZIONE CON IL PAZIENTE PSICHIATRICO

IL RAPPORTO CON IL MALATO PUÒ GENERARE ANSIA E PAURA

E PER TALE MOTIVO SPESSO L’OPERATORE SI TROVA AD ASSUMERE

UN RUOLO RIGIDO

VOLTO A RIDURRE IN MODO NON SEMPRE ADEGUATO LO STRESS DELLA

RELAZIONE.

TRE MECCANISMI DI DIFESDA PER GESTIRE LA RELAZIONE

•DISTACCO

•NEGAZIONE

•PRIOEZIONE

IL DISTACCO

COMPARE NORMALMENTE CON L’ALTRO (MALATO) E TALVOLTA PUO’ ESSERE

ESASPERATO IN MODO ESTREMO AL PUNTO CHE L’OPERATORE CERCHERA’ DI

CONTROLLARE COSTANTEMENTE I PROPRI STATI D’ANIMO, SENTIMENTI

EVITANDO DI FARSI CONVOLGERE, ANCHE IN MODO PARZIALE, DALL’ALTRO.

• Siamo capaci di capire dove siamo rispetto a questo meccanismo?

NEGAZIONE

Si manifesta come il rifiuto di riconoscere una parte della realtà da parte

dell’operatore. Si evidenzia nella minimizzazione del quadro clinico, o della

lamentela presentata dal paziente.

Può presentarsi anche attraverso la minimizzazione dell’importanza della

relazione infermiere - oss/paziente.

PROIEZIONE

Un altro atteggiamento di difesa dall’ansia prodotta dal paziente.

Consiste nel attribuire ad altre persone intenzioni o comportamenti nostri e di

cui neghiamo la presenza in noi stessi.

In questo modo le difficoltà del rapporto con l’altro vengono proiettate

all’esterno, allontanandole da noi. Le responsabilità delle deficienze del

servizio vengono imputate ad altri, ai superiori, al medico, alla

caposala…insomma fuori del rapporto interpersonale con il malato.

Meglio l’infermiere conosce se stesso e

maggiormente sarà in grado di capire i vari tipi di

relazione che si creano tra lui e chi assiste (Hildegarde

Peplau)

Nella relazione con il malato l’infermiere si può trovare in difficoltà a gestire delle situazioni difficili e

rischiose, sia per lui stesso che per il paziente; fondamentale è che l’operatore sia in possesso di una certa

maturità, di una buona conoscenza di sé, di valori personali e di coscienza delle proprie reazioni davanti

alle diverse situazioni.

Un atteggiamento rigido e impositivo dell’infermiere rispetto ad aspettative immaginarie rischia di far

precipitare la situazione irrigidendo magari un rapporto creato in anni di lavoro. Un atteggiamento

troppo permissivo allo stesso modo non risulta terapeutico poiché il malato ha bisogno di sicurezza e di

fermezza.

Di fronte a tali richieste è necessario NEGOZIARE. La negoziazione è basata sul confronto e sulla ricerca

di una convergenza tra le richieste del malato e le risposte terapeutiche che l’operatore può offrire.

La negoziazione quindi è l’unico strumento che l’infermiere può usare per tentare di ottenere la

collaborazione del malato senza avere nei suoi confronti un atteggiamento impositivo, paternalistico o

comunque squalificante.

OGNI CONTATTO VERBALE E NON VERBALE PUO’ FORNIRE PREZIOSE

INFORMAZIONI DI CUI DARE RESOCONTO ALL’EQUIPE

BISOGNA MANTENERE LA GIUSTA DISTANZA

Un’eccessiva vicinanza può angosciare il paziente

Un’eccessiva lontananza non permette di stabilire una relazione di aiuto

LA PRESENZA DELL’OPERATORE E’ FLESSIBILE NEL PASSAGGIO DALLA DIPENDENZA

ALL’AUTONOMIA DEL PAZIENTE

TRE FASI IMPORTANTI NELLA GESTIONE

FASE SOSTITUTIVA DELL’IO : “faccio al posto tuo”

FASE DI SOSTEGNO: “faccio con te”

FASE DELLO STIMOLO ALL’AUTONOMIA: “non faccio io perché vedo che

sei in grado di farlo tu”

E’ FONDAMENTALE CHE L’OPERATORE POSSIEDA LA COMPETENZA DI COGLIERE LO

SCARTO TRA CAPACITA’ E INCAPACITA’ DEL PAZIENTE A SODDISFARE PER SE’ E DA SE’

I PROPRI BISOGNI FONDAMENTALI

INTERVENTI DELL’INFERMIERE NEL DELIRIO

• 1. cercare un rapporto diretto

• 2. evitare di convincere il paziente con motivazioni razionali; ascoltarlo con atteggiamento

comprensivo senza nascondere la difficolta’ a comprendere

• 3. fornire un ascolto attento e non investigativo, incoraggiandolo a parlare

• 4. porre dei limiti ad argomenti ripetitivi e favorire quelli realistici

• 5. evitare di screditare o denigrare: non scherzare se dice cose bizzarre e non minimizzare

• 6 Mantenere un clima sereno nell’ambiente circostante

DOVE SONO IO RISPETTO A TUTTO QUESTO?

Grazie per l’attenzione