La Comunicazione 10 e Lode
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Introduzione
Siamo nell'era della comunicazione. O almeno, così ci dicono gli
esperti. In realtà, sono le macchine che hanno imparato a
comunicare, mentre noi, spesso, abbiamo dimenticato come si fa.
Eppure è facile riuscire a comunicare, non per caso siamo la
specie che più passa tempo a farlo di tutto il pianeta
!llora come mai in tanti non capiscono o non sanno spiegarsi,neanche tra amici o parenti"
I moti#i, come scoprirai, sono pochi, ma molto potenti. Insomma,
non ci #uole moltissimo per migliorare, è che tal#olta sembra così
facile che non gli diamo attenzione, continuando a sbagliare e
pensando, erroneamente, di essere incompresi per moti#i
misteriosi.
$uesto bre#e manuale ha lo scopo di chiarirti cosa c'è che non #a
e cosa pu% essere migliorato, oltre a suggerirti alcune semplicitecniche per s#iluppare al meglio il modo di esprimerti.
&uona lettura
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Sommario
osa si comunica" pag. (
ome si comunica" pag. )
I trucchi del mestiere pag. **
onclusioni pag. *+
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Cosa si comunica?
artiamo, innanzitutto, da cosa #orremmo comunicare.
-a comunicazione, in fondo, cosa è" Si tratta di un messaggio che
il rice#ente percepisce e comprende, e a cui reagisce. utto /ua
Spieghiamoci meglio. 0n insetto stecco o un'ape, comunicano con
noi" O##iamente sì1 il primo imitando uno
stecco, comunicando il messaggio 2sono
uno stecco, non un insetto3. -a seconda
con le tipiche strisce giallo e nere che significano 2attenzione,
sono pericolosa3
4a, obietterai, /uesti sono insetti, /uindi non sanno di
comunicare. $uesto è #ero, non di meno la loro comunicazione è
efficacissima, difatti in pochi sono in grado di ignorarla.
$uindi, un primo punto da scardinare, è proprio il seguente1 non
importa essere consape#oli, ci% che
conta è che il messaggio arri#i. ensa a
un neonato che piange. 5 consape#ole
del suo messaggio" 6ifficile. 7unziona"
Eccome
assiamo ad un altro li#ello, cioè la comunicazione intenzionale.
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!nche /ui dobbiamo fare di#erse distinzioni. 6iciamo per iniziare
che, in /uesto caso, ci% che si #orrebbe comunicare è proprio
un'intenzione, e si cerca di farlo con ci% che abbiamo a
disposizione che, per%, non è all'altezza del compito.
Spieghiamoci meglio1 diciamo che io ti dica che sono stato
inseguito da un cane. osa capisci" Suppongo che il messaggio sia
chiaro, giusto"
4a dimmi la #erità, hai pensato a /ualcosa come /uesto"
6ifficile #ero" 4agari hai immaginato una scena spa#entosa, con
un enorme mastino infuriato. $uesto accade perch8, anche se
siamo ottimi comunicatori, non stiamo nella testa degli altri. 4enche meno nella testa delle altre persone.
Ogni indi#iduo ha le proprie idee, i concetti, le esperienze che
determinano il modo in cui interpretiamo i messaggi che
rice#iamo. -a parola 2cane3 si presta a moltissime interpretazioni
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e /uesto #ale per /uasi tutto, da 2casa3, 2la#oro3, 2strada3 fino a
dettagli come 2centro di arigi3, 2bullone3 e 2calendario 9:*;3.
ossiamo restringere il campo, fornire dettagli, far capire bene ci%
che intendiamo. 4a, anche se siamo maestri in /uest'arte, ci%
che comunicheremo non sarà mai ci% che l'altro comprenderà.
I filtri come l'esperienza, il carattere, i sentimenti, il sesso ecc.
ecc. modificano sempre ci% che il messaggio dice. E /uesto
a##iene anche per le immagini, o gli odori, o persino il tatto.
Ognuno di noi è di#erso, /uindi la realtà che interpreta il nostro
cer#ello è in /ualche modo unica.
Siamo /uindi condannati a non capirci"
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Come si comunica?
erchiamo adesso di capire come funziona /uesta benedetta
comunicazione.
7ino a poco tempo fa /uesta parola era sinonimo di messaggio,
anda#a /uindi da un cosiddetto emittente a un rice#ente. O##ero,
due persone si comunica#ano /ualcosa secondo uno schema
semplice1
emittente “ciao, come va?” rice#ente “bene, grazie”.
iuttosto semplice, giusto"
urtroppo le cose non sono affatto così lineari $uesto modello è
stato pensato sulla base della comunicazione militare, da un
superiore a un subordinato. $uindi il modello era1
sergente >emittente? “attenti!”
rice#ente >soldato? “sissignore!”
i rendiamo subito conto che noi di
solito non seguiamo /uesto schema
-a comunicazione è molto più complessa, soprattutto da /uando
si è compreso che non conta molto ci% che l'emittente trasmette,
/uanto ci% che il rice#ente, appunto, rice#e. $uello che importa è
la reazione del rice#ente, o in inglese feedback.
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ensiamo ad esempio di do#er parlare con un bambino di pochi
anni. @ogliamo chiedergli di non fare chiasso. Immaginiamo di
dire 2scusa, sarebbe opportuno che non facessi tanto rumore e, al
contrario, stessi composto e in atteggiamento /uieto3.
-a comunicazione, dal punto di #ista dell'emittente, è del tutto
corretta, e nessuno potrebbe obiettare su /uesto. 4a il rice#ente
cosa farà" ossiamo dar la colpa al bambino se non capisce"
O##iamente no. 6obbiamo /uindi adattarci al suo linguaggio,
magari fare un sorriso, abbassarci alla sua altezza e, con #oce
calma e tran/uilla, dirgli /ualcosa che capisca tipo 2adesso, da
bra#o, fai un gioco come il disegno3.
-a scoperta importante è stata /uesta /ua. -o sape#i già" erto
che sì, tutti sanno che con i bambini si parla così. 4a con gli adulti
le cose sono di#erse giusto" Sbagliato
erto, non de#i fare con un adulto come con un bambino, ma c'è
/ualcosa che do#resti fare per riuscire a farlo bene1 adattarti al
suo feedbacA. $uello che conta è la sua reazione, non il tuo modo
di parlare.
5 o##io che se parli a una platea di dottori do#rai parlare in modo
impeccabile, e usare parole adeguate e tecniche che il contesto
richiede. 4a se non è /uesto il caso, forse sarebbe utile mediare
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con un linguaggio più semplice e comune.
E /uindi arri#iamo a un altro punto importante1 in cosa consiste la
comunicazione" ossiamo farlo solo attra#erso le parole" erto
che no. !nzi, le parole sono il mezzo meno adatto a comunicare,
anche se di certo sono il più semplice e diffuso.
7ino all'in#enzione degli audioB#isi#i, o##ero fino al CC secolo, si è
sempre usato il mezzo della scrittura per lasciare un messaggio
che potesse arri#are ai posteri. 4a non solo.
4essaggi molto importanti sono
stati lasciate dall'arte1 i più
antichi risalgono alle pitture
rupestri lasciate decine di
migliaia di anni fa.
-'arte comunica bene, ma ha un difetto1 è imprecisa. er i filtri
descritti prima, ognuno la interpreta in un modo di#erso. -a
scrittura ha il #antaggio di essere molto più pratica, è per /uesto
che ho scritto un manuale in#ece di usare una se/uenza di /uadri
e sculture per spiegarmi.
-'in#enzione degli audioB#isi#i ci ha permesso di tornare alle
origini e sfruttare ogni canale comunicati#o. er /uesto, come
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detto all'inizio, siamo nell'era della comunicazione.
Infatti, non si comunica solo con le parole ma anche con le
immagini >che funzionano molto meglio, specie in alcuni casi? e
con la #oce.
$uest'ultima è molto sotto#alutata, e anche tra i
miei colleghi esperti non gli si concede grandi
spazi. Eppure conta tantissimo
$uanto impieghi a capire se un amico, al
telefono, è triste" &asta il modo in cui dice 2pronto3, giusto"
Se do#essimo fare uno schema sull'uso della comunicazione, ci
rendiamo conto che la parte non #erbale >immagini, gesti,
espressioni facciali, #estiti, uso della #oce? contano almeno
/uanto le parole, se non di più.
-e parole per%, specie scritte, si comunicano con più certezza e
sono più semplici da usare, moti#o per cui a scuola si insegna a
scri#ere e leggere >grammaticamente parlando? e non a #estirsi, a
sorridere, a usare la #oce in modo corretto.
ersino la scrittura è un esercizio meccanico, mentre la scrittura
per comunicare non #iene per nulla insegnata.
-'effetto è /uello di generare adulti che di fatto non sanno
comunicare. erchiamo di risol#ere /uesto problema
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I trucchi del mestiere
@eniamo al dun/ue1 come si de#e fare per comunicare in modoefficace e corretto"
!nalizziamo /ui le regole cardine su cui si regge tutto, e
cerchiamo di applicarle in modo pratico.
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un tono di #oce molto aggressi#o, anche /uando è allegro.
$uanto conta nel suo modo di approcciarsi agli altri" i pare
strano che abbia spesso problemi a fare amicizia"
3. =ispetta sempre la 2punteggiatura3 D non stiamo parlando di
punti e #irgole /ui, ma di pause nel discorso. i sono persone
che ne fanno troppe, altre che non ne fanno alcuna. -a
nostra tendenza, in entrambi i casi, è interrompere l'altro,
ma /uesto è molto negati#o ! nessuno piace essere
interrotto mentre esprime un concetto. osa fare in /uesti
casi" 0sare i segnali corretti, come annuire o dissentire, fare
dei gesti per chiedere la parola o, nel peggiore dei casi,
chiedere se puoi inter#enire. In tutti i casi mai interrompere
chi parla, o ci siamo giocati la sua attenzione
;. Ognuno interpreta a modo suo D ne abbiamo già parlato
prima. Significa che tutti hanno dei filtri e attribuiscono ad
essi gran parte del messaggio. 6ire 2ho
cambiato auto3 cambia molto se chi ci
ascolta ama o detesta le macchine.
6e#i sempre dare per scontato che tutti la pensano in modo
di#erso da te, /uindi anche una cosa che per te è molto bella
magari non lo è per chi ascolta.
+. ieni conto dei rapporti con l'altro D ci sono persone che
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hanno un grado sociale di#erso dal nostro, de#i sempre
tenerne conto. Se parli con un bambino o con un ministro la
tua comunicazione de#e sempre adattarsi.
$uello che spesso non si considera è che /uesta regola #ale
sempre, non solo in /uesti due casi estremi. -'altro è più gio#ane"
5 più anziano" he la#oro fa" he rapporto ho con luiFlei" $uesti
elementi #anno sempre tenuti a mente.
assiamo in bre#e all'applicazione di /ueste regole. Esatto,
rispondono tutte a una sola, semplicissima, tecnica d'uso1
concentrati sul ricevente.
Semplice #ero" @uol dire anche seguirne il ritmo, la modalità
espressi#a, i gesti ecc. ecc.
Sai che ci sono persone che parlano più in fretta e altre più piano"
he c'è chi tocca e chi non #uole contatti" hi parla a #oce alta e
chi /uasi bisbiglia"
! parte le regole di educazione comune >non si ride ad alta #oce
durante un funerale per esempio? de#i sempre adattarti all'altro.
Se alza la #oce, fallo anche tu. Se e#ita il contatto fisico, e#italo
anche tu. $uesta regola, che sembra semplicissima, è in effetti
difficile da eseguire in modo cosciente. In modo automatico,
in#ece, lo facciamo tutti. Guarda gli innamorati, noterai che
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camminano allo stesso passo, e se sono seduti hanno la stessa
posizione del corpo. -o stesso a##iene con gli amici.
$uando siamo 2simili3 il cer#ello ci
identifica come 2amici3. iù /ualcuno è
simile a noi, magari ha gusti in comune,
parla come noi, ha esperienze simili, più
lo riteniamo un amico.
Gli opposti si attraggono solo geneticamente. Siamo attratti da chi
è di#erso da noi. @ale per molti gli animali, e lo scopo è e#itare il
reincrocio, cioè a#ere figli con fratelli e sorelle, dato che /uesto
porta molte malattie ereditarie.
In realtà, #ogliamo come partner e amici persone simili a noi1 se
adoriamo i #iaggi, o il cinema, o la musica, non staremo con chi li
detesta. osa hai in comune con amici e partner" 5 impossibile
che siate del tutto opposti, o non passereste tempo insieme
osa succede se incontriamo /ualcuno che ci piace" Seguiamo i
suoi ritmi, magari finiamo per utilizzare i suoi modi di dire. 5
automatico e aumenta la nostra affinità con l'altra persona.
-a tecnica che ti suggerisco /ui è /uesta, con la differenza che ora
de#i farlo in modo atti#o e non 2a pelle3. ro#aci e dopo
pochissimo tempo ti accorgerai di essere molto più amiche#ole.
-a buona comunicazione parte da /ui.
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Conclusioni
Ora conosci le regole per migliorare la tua comunicazione, de#i
solo applicarle.