Comunicazione 10 e Lode
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Comunicazione 10e lode
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Introduzione
Siamo nell'era della comunicazione. O almeno, cos ci dicono gli
esperti. In realt, sono le macchine che hanno imparato a
comunicare, mentre noi, spesso, abbiamo dimenticato come si fa.
Eppure facile riuscire a comunicare, non per caso siamo la
specie che pi passa tempo a farlo di tutto il pianeta!
Allora come mai in tanti non capiscono o non sanno spiegarsi,
neanche tra amici o parenti?
I motivi, come scoprirai, sono pochi, ma molto potenti. Insomma,
non ci vuole moltissimo per migliorare, che talvolta sembra cos
facile che non gli diamo attenzione, continuando a sbagliare e
pensando, erroneamente, di essere incompresi per motivi
misteriosi.
Questo breve manuale ha lo scopo di chiarirti cosa c' che non va
e cosa pu essere migliorato, oltre a suggerirti alcune semplici
tecniche per sviluppare al meglio il modo di esprimerti.
Buona lettura!
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Sommario
Cosa si comunica? pag. 3
Come si comunica? pag. 7
I trucchi del mestiere pag. 11
Conclusioni pag. 15
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Cosa si comunica?
Partiamo, innanzitutto, da cosa vorremmo comunicare.
La comunicazione, in fondo, cosa ? Si tratta di un messaggio che
il ricevente percepisce e comprende, e a cui reagisce. Tutto qua!
Spieghiamoci meglio. Un insetto stecco o un'ape, comunicano con
noi? Ovviamente s: il primo imitando uno
stecco, comunicando il messaggio sono
uno stecco, non un insetto. La seconda
con le tipiche strisce giallo e nere che significano attenzione,
sono pericolosa!
Ma, obietterai, questi sono insetti, quindi non sanno di
comunicare. Questo vero, non di meno la loro comunicazione
efficacissima, difatti in pochi sono in grado di ignorarla.
Quindi, un primo punto da scardinare, proprio il seguente: non
importa essere consapevoli, ci che
conta che il messaggio arrivi. Pensa a
un neonato che piange. consapevole
del suo messaggio? Difficile. Funziona?
Eccome!
Passiamo ad un altro livello, cio la comunicazione intenzionale.
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Anche qui dobbiamo fare diverse distinzioni. Diciamo per iniziare
che, in questo caso, ci che si vorrebbe comunicare proprio
un'intenzione, e si cerca di farlo con ci che abbiamo a
disposizione che, per, non all'altezza del compito.
Spieghiamoci meglio: diciamo che io ti dica che sono stato
inseguito da un cane. Cosa capisci? Suppongo che il messaggio sia
chiaro, giusto?
Ma dimmi la verit, hai pensato a qualcosa come questo?
Difficile vero? Magari hai immaginato una scena spaventosa, con
un enorme mastino infuriato. Questo accade perch, anche se
siamo ottimi comunicatori, non stiamo nella testa degli altri. Men
che meno nella testa delle altre persone.
Ogni individuo ha le proprie idee, i concetti, le esperienze che
determinano il modo in cui interpretiamo i messaggi che
riceviamo. La parola cane si presta a moltissime interpretazioni
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e questo vale per quasi tutto, da casa, lavoro, strada fino a
dettagli come centro di Parigi, bullone e calendario 2014.
Possiamo restringere il campo, fornire dettagli, far capire bene ci
che intendiamo. Ma, anche se siamo maestri in quest'arte, ci
che comunicheremo non sar mai ci che l'altro comprender.
I filtri come l'esperienza, il carattere, i sentimenti, il sesso ecc.
ecc. modificano sempre ci che il messaggio dice. E questo
avviene anche per le immagini, o gli odori, o persino il tatto.
Ognuno di noi diverso, quindi la realt che interpreta il nostro
cervello in qualche modo unica.
Siamo quindi condannati a non capirci? No. Come ho detto, la
comprensione totale impossibile, ma un messaggio compreso,
nella maggior parte dei casi, quello che vogliamo ottenere.
Per esempio, un'altoparlante dice vi preghiamo di uscire dal
negozio, non importa come interpretiamo questo messaggio nei
dettagli. C' chi si offender, chi ubbidir senza proteste, chi
penser che sar successo? e cos via. Ma tutti, pi o meno,
capiranno di dover uscire dal negozio in quel momento.
Ricapitolando, qual' lo scopo della comunicazione?
In poche parole, essere capiti. Tutto qua!
Cerchiamo ora di comprendere come riuscirci.
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Come si comunica?
Cerchiamo adesso di capire come funziona questa benedetta
comunicazione.
Fino a poco tempo fa questa parola era sinonimo di messaggio,
andava quindi da un cosiddetto emittente a un ricevente. Ovvero,
due persone si comunicavano qualcosa secondo uno schema
semplice:
emittente ciao, come va? ricevente bene, grazie.
Piuttosto semplice, giusto?
Purtroppo le cose non sono affatto cos lineari! Questo modello
stato pensato sulla base della comunicazione militare, da un
superiore a un subordinato. Quindi il modello era:
sergente (emittente) attenti!
ricevente (soldato) sissignore!
Ci rendiamo subito conto che noi di
solito non seguiamo questo schema!
La comunicazione molto pi complessa, soprattutto da quando
si compreso che non conta molto ci che l'emittente trasmette,
quanto ci che il ricevente, appunto, riceve. Quello che importa
la reazione del ricevente, o in inglese feedback.
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Pensiamo ad esempio di dover parlare con un bambino di pochi
anni. Vogliamo chiedergli di non fare chiasso. Immaginiamo di
dire scusa, sarebbe opportuno che non facessi tanto rumore e, al
contrario, stessi composto e in atteggiamento quieto.
La comunicazione, dal punto di vista dell'emittente, del tutto
corretta, e nessuno potrebbe obiettare su questo. Ma il ricevente
cosa far? Possiamo dar la colpa al bambino se non capisce?
Ovviamente no. Dobbiamo quindi adattarci al suo linguaggio,
magari fare un sorriso, abbassarci alla sua altezza e, con voce
calma e tranquilla, dirgli qualcosa che capisca tipo adesso, da
bravo, fai un gioco come il disegno.
La scoperta importante stata questa qua. Lo sapevi gi? Certo
che s, tutti sanno che con i bambini si parla cos. Ma con gli adulti
le cose sono diverse giusto? Sbagliato!
Certo, non devi fare con un adulto come con un bambino, ma c'
qualcosa che dovresti fare per riuscire a farlo bene: adattarti al
suo feedback. Quello che conta la sua reazione, non il tuo modo
di parlare.
ovvio che se parli a una platea di dottori dovrai parlare in modo
impeccabile, e usare parole adeguate e tecniche che il contesto
richiede. Ma se non questo il caso, forse sarebbe utile mediare
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con un linguaggio pi semplice e comune.
E quindi arriviamo a un altro punto importante: in cosa consiste la
comunicazione? Possiamo farlo solo attraverso le parole? Certo
che no. Anzi, le parole sono il mezzo meno adatto a comunicare,
anche se di certo sono il pi semplice e diffuso.
Fino all'invenzione degli audio-visivi, ovvero fino al XX secolo, si
sempre usato il mezzo della scrittura per lasciare un messaggio
che potesse arrivare ai posteri. Ma non solo.
Messaggi molto importanti sono
stati lasciate dall'arte: i pi
antichi risalgono alle pitture
rupestri lasciate decine di
migliaia di anni fa.
L'arte comunica bene, ma ha un difetto: imprecisa. Per i filtri
descritti prima, ognuno la interpreta in un modo diverso. La
scrittura ha il vantaggio di essere molto pi pratica, per questo
che ho scritto un manuale invece di usare una sequenza di quadri
e sculture per spiegarmi.
L'invenzione degli audio-visivi ci ha permesso di tornare alle
origini e sfruttare ogni canale comunicativo. Per questo, come
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detto all'inizio, siamo nell'era della comunicazione.
Infatti, non si comunica solo con le parole ma anche con le
immagini (che funzionano molto meglio, specie in alcuni casi) e
con la voce.
Quest'ultima molto sottovalutata, e anche tra i
miei colleghi esperti non gli si concede grandi
spazi. Eppure conta tantissimo!
Quanto impieghi a capire se un amico, al
telefono, triste? Basta il modo in cui dice pronto, giusto?
Se dovessimo fare uno schema sull'uso della comunicazione, ci
rendiamo conto che la parte non verbale (immagini, gesti,
espressioni facciali, vestiti, uso della voce) contano almeno
quanto le parole, se non di pi.
Le parole per, specie scritte, si comunicano con pi certezza e
sono pi semplici da usare, motivo per cui a scuola si insegna a
scrivere e leggere (grammaticamente parlando) e non a vestirsi, a
sorridere, a usare la voce in modo corretto.
Persino la scrittura un esercizio meccanico, mentre la scrittura
per comunicare non viene per nulla insegnata.
L'effetto quello di generare adulti che di fatto non sanno
comunicare. Cerchiamo di risolvere questo problema!
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I trucchi del mestiere
Veniamo al dunque: come si deve fare per comunicare in modo
efficace e corretto?
Analizziamo qui le regole cardine su cui si regge tutto, e
cerchiamo di applicarle in modo pratico.
1. Non si pu non comunicare la regola pi famosa di tutte,
e forse l'hai gi sentita nominare. Cosa significa per?
Immagina di ascoltare qualcuno che parla.
Comunichi anche tu?
Ebbene s, con il tuo feedback. Magari hai
la faccia annoiata, magari le braccia incrociate e guardi altrove. In
tutti i casi, si comunica sempre. Tieni conto di questo quando
cerchi di parlare con qualcuno, anche il silenzio ha un peso
importante!
2. Non conta solo cosa ma anche come questo lo spiego con
un esempio gi visto: il pronto telefonico.
Lo si pu dire in modo allegro, triste,
arrabbiato ecc. ecc. La parola rimane la
stessa, ma il messaggio cambia del tutto.
Questo conta moltissimo! Quasi tutti i comunicatori mediocri non
si rendono conto di questo punto. Ho un amico che usa sempre11
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un tono di voce molto aggressivo, anche quando allegro.
Quanto conta nel suo modo di approcciarsi agli altri? Ti pare
strano che abbia spesso problemi a fare amicizia?
3. Rispetta sempre la punteggiatura non stiamo parlando di
punti e virgole qui, ma di pause nel discorso. Ci sono persone
che ne fanno troppe, altre che non ne fanno alcuna. La
nostra tendenza, in entrambi i casi, interrompere l'altro,
ma questo molto negativo! A nessuno piace essere
interrotto mentre esprime un concetto. Cosa fare in questi
casi? Usare i segnali corretti, come annuire o dissentire, fare
dei gesti per chiedere la parola o, nel peggiore dei casi,
chiedere se puoi intervenire. In tutti i casi mai interrompere
chi parla, o ci siamo giocati la sua attenzione!
4. Ognuno interpreta a modo suo ne abbiamo gi parlato
prima. Significa che tutti hanno dei filtri e attribuiscono ad
essi gran parte del messaggio. Dire ho
cambiato auto cambia molto se chi ci
ascolta ama o detesta le macchine.
Devi sempre dare per scontato che tutti la pensano in modo
diverso da te, quindi anche una cosa che per te molto bella
magari non lo per chi ascolta.
5. Tieni conto dei rapporti con l'altro ci sono persone che
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hanno un grado sociale diverso dal nostro, devi sempre
tenerne conto. Se parli con un bambino o con un ministro la
tua comunicazione deve sempre adattarsi.
Quello che spesso non si considera che questa regola vale
sempre, non solo in questi due casi estremi. L'altro pi giovane?
pi anziano? Che lavoro fa? Che rapporto ho con lui/lei? Questi
elementi vanno sempre tenuti a mente.
Passiamo in breve all'applicazione di queste regole. Esatto,
rispondono tutte a una sola, semplicissima, tecnica d'uso:
concentrati sul ricevente.
Semplice vero? Vuol dire anche seguirne il ritmo, la modalit
espressiva, i gesti ecc. ecc.
Sai che ci sono persone che parlano pi in fretta e altre pi piano?
Che c' chi tocca e chi non vuole contatti? Chi parla a voce alta e
chi quasi bisbiglia?
A parte le regole di educazione comune (non si ride ad alta voce
durante un funerale per esempio) devi sempre adattarti all'altro.
Se alza la voce, fallo anche tu. Se evita il contatto fisico, evitalo
anche tu. Questa regola, che sembra semplicissima, in effetti
difficile da eseguire in modo cosciente. In modo automatico,
invece, lo facciamo tutti. Guarda gli innamorati, noterai che
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camminano allo stesso passo, e se sono seduti hanno la stessa
posizione del corpo. Lo stesso avviene con gli amici.
Quando siamo simili il cervello ci
identifica come amici. Pi qualcuno
simile a noi, magari ha gusti in comune,
parla come noi, ha esperienze simili, pi
lo riteniamo un amico.
Gli opposti si attraggono solo geneticamente. Siamo attratti da chi
diverso da noi. Vale per molti gli animali, e lo scopo evitare il
reincrocio, cio avere figli con fratelli e sorelle, dato che questo
porta molte malattie ereditarie.
In realt, vogliamo come partner e amici persone simili a noi: se
adoriamo i viaggi, o il cinema, o la musica, non staremo con chi li
detesta. Cosa hai in comune con amici e partner? impossibile
che siate del tutto opposti, o non passereste tempo insieme!
Cosa succede se incontriamo qualcuno che ci piace? Seguiamo i
suoi ritmi, magari finiamo per utilizzare i suoi modi di dire.
automatico e aumenta la nostra affinit con l'altra persona.
La tecnica che ti suggerisco qui questa, con la differenza che ora
devi farlo in modo attivo e non a pelle. Provaci e dopo
pochissimo tempo ti accorgerai di essere molto pi amichevole.
La buona comunicazione parte da qui.
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Conclusioni
Ora conosci le regole per migliorare la tua comunicazione, devi
solo applicarle.
Non facile in un primo momento, ma se ci provi sono sicuro che
otterrai da subito notevoli miglioramenti con tutti. Tutto quello
che occorre un po' di pratica, ma non temere: ce l'hai nel
sangue! La nostra specie comunica sempre, non riesce a vivere
senza farlo mai.
Se hai avuto dei problemi in questo campo perch nessuno ti ha
insegnato a farlo in modo corretto, mentre invece magari hai
passato un'infinit di ore a studiare come coniugare i verbi.
Spero di averti aiutato e di aver chiarito alcuni tuoi dubbi su
questo importante e talvolta sottovalutato aspetto della nostra
vita.
Mi auguro che ti sia piaciuta la lettura di questo manuale, e di
poterti un giorno incontrare di persona, magari ad uno dei miei
corsi.
A presto!
Antonio Meridda
www.neosapiens.it
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