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-i- 2 'arte della stampa ha una storia di circa 1200 anni e sostanzial- mente ripete nei suoi principi generali i metodi di stampa originari. I caratteri o le immagini sono formate in rilievo su blocchi di supporto o lastre. L'invenzione dei caratteri mobili, delle stereotipie e la meccanizzazione delle varie procedure di stampa hanno faci- litato queste operazioni, ma non ne hanno modificato il metodo. Attual- mente la stampa sta subendo radicali innovazioni soprattutto per quanto ri- guarda la composizione. Già nel 1948 è stato introdotto l'uso della fotografia per venire incontro a una sempre più vasta diffusione del metodo di stampa detto foto-offset, ma solo negli ultimi tre anni è stato adottato un procedi- mento tecnico molto più rapido, cioè la composizione elettronica. Nei tempi in cui la composizione ve- niva eseguita esclusivamente a mano da operai specializzati, il ritmo di compo- sizione era di un carattere al secondo; le compositrici meccaniche che comin- ciarono a diffondersi a partire dall'ini- zio del secolo raggiungevano in media i 5 caratteri al secondo. Attualmente le macchine per comporre fotografiche, in cui la selezione dei caratteri avviene meccanicamente, possono raggiungere una velocità di 500 caratteri al secondo. - E evidente la differenza di queste foto- compositrici rispetto agli impianti elet- tronici con cui si possono produrre cir- ca 10 000 caratteri al secondo. Queste macchine, collegate con un calcolatore che ne dirige il funzionamento, hanno introdotto non solo più elevate velocità di composizione, ma nuove possibilità di utilizzazione per l'industria grafica moderna. La tecnica della stampa nel passato Come introduzione sarà utile dare un breve sguardo allo sviluppo storico della composizione. La stampa è origi- naria della Cina e venne introdotta in Europa soltanto alcuni secoli più tardi. Le prime attrezzature e i primi docu- menti stampati, trovati in Cina e in Giappone, risalgono al secolo ottavo e il più vecchio libro a stampa finora co- nosciuto è un'opera cinese datata 11 maggio 868. All'inizio la stampa venne eseguita per mezzo di tavolette di cre- ta o blocchi di legno. Si preparavano le tavolette incidendo gli ideogrammi su una superficie piana di creta ancora umida, che veniva poi fatta asciugare in un forno; successivamente si ricopri- va di creta molle in modo da formare il positivo, cioè l'immagine dell'ideo- gramma in rilievo, che serviva come matrice per la stampa. Con un analogo procedimento si preparavano i blocchi in legno sulla cui superficie veniva in- tagliata l'immagine in rilievo da ripro- durre. Questi due principi elementari sono stati sostanzialmente alla base dei vari sistemi per la preparazione delle matrici da stampa fino ai nostri giorni. Nel secolo undicesimo uno stampa- tore cinese di nome Pi Shéng introdus- se la possibilità di ottenere diverse com- binazioni di matrici nella composizione usando caratteri mobili di creta. Ogni elemento della matrice era costituito da una piccola tavoletta su cui appariva in rilievo l'immagine di un solo ideogram- ma; le singole tavolette venivano rac- colte per la stampa su una superficie piana ricoperta di resina in modo che non si spostassero dal loro posto duran- te l'operazione. Lo stampatore era in grado in questo modo di comporre qua- lunque dicitura prelevando gli ideo- grammi dal magazzino e usando più volte ciascuna unità per ottenere varie composizioni. Già nel Mille i cinesi si servivano delle attrezzature fondamen- tali per la stampa; gli sviluppi di que- st'arte furono conosciuti in Occidente attraverso i contatti che i cinesi intrat- tenevano con gli arabi. La stampa ap- parve in Europa soltanto quattrocento anni dopo. Può sembrare curioso, ma probabil- mente la minor adattabilità tecnica dei nostri alfabeti ha, in un certo modo, causato questo ritardo nell'introduzione della stampa. Gli ideogrammi cinesi so- no quasi tutti della stessa larghezza, quindi Pi Shéng era in grado di usare matrici di stampa aventi dimensioni uniformi e identità di spaziature, e gli riusciva semplice e facile disporre in ordine regolare tutte le matrici per ave- re una pagina piacevolmente equilibra- ta. Nelle lingue europee, la diversità delle lettere e degli altri caratteri non consentiva di avere matrici di dimen- sione uniforme. I caratteri, infatti, va- riano in altezza, in larghezza e, a causa della loro forma differente, anche nella spaziatura fra l'uno e l'altro. Per valutare l'importanza di questa complicazione basterà esaminare la pa- gina che state leggendo. Tutti possono riconoscere i caratteri visibili (ve ne so- no circa 6500 in nero per ogni pagina piena della rivista) però non ci si accor- ge del fatto che la pagina contiene una certa quantità di caratteri invisibili, che sono gli spazi bianchi fra le lettere, gli spazi fra le parole e gli spazi fra riga e riga. Per un compositore questi spazi sono altrettanto importanti dei caratteri stessi; nel suo lavoro, infatti, egli, deve comporre anche questi ultimi. Gli spa- zi bianchi attorno a ciascuna lettera so- no creati dalle dimensioni, cioè dal blocco su cui è appoggiata la lettera stessa detto anche corpo del carattere; questo è leggermente più grande della lettera, la spaziatura fra le singole let- tere risulta rispondente a requisiti este- tici e di leggibilità. Gli spazi fra le ri- ghe sono ottenuti nella fusione del piombo. Invece, gli spazi fra parola e parola presentano il primo problema per chi compone in quanto non sono uguali in ogni riga, ma variano in modo da ottenere che tutte le righe risultino di uguale lunghezza; questo accorgi- mento è chiamato giustificazione della riga. La felice soluzione del problema del- la spaziatura ha reso famoso il nome di Gutenberg e per questo in un certo senso nel mondo occidentale gli è stato attribuito il merito dell'invenzione della stampa stessa. La Bibbia di Gutenberg, stampata nella sua città natale di Ma- gonza, nel 1456, è un modello di com- posizione accurata ed esteticamente molto ben riuscita (si veda l'illustrazio- ne nella pagina seguente). I caratteri mobili preparati da Gu- tenberg fondendo ciascun carattere in rilievo su blocchetti singoli di metallo riproducevano lettere gotiche (quelle della scrittura degli amanuensi) del suo tempo. Le singole lettere non erano centrate ma ciascuna di esse occupava sul blocchetto metallico una posizione appositamente studiata in modo che gli spazi fra le lettere risultassero molto equilibrati e non vi fossero « buchi » o lettere troppo fitte per formare una pa- rola. Anche oggi, pur con gli sviluppi della moderna tecnologia, la spaziatura del carattere sui singoli blocchi è deter- minata empiricamente mediante prove e riprove che consentono valutazioni sempre più approssimate; in altre pa- role è frutto di un'arte diligente e raf- finata. Gutenberg introdusse inoltre la giustificazione delle righe usando spazi bianchi di varia larghezza da collocare fra le singole parole. Per formare una pagina egli collocava i singoli blocchi in un raccoglitore a forma di telaio che serviva anche per tenerli uniti. L'alfabeto di Gutenberg (alfabeto la- tino) era formato da 73 caratteri (let- tere e numeri) a cui si aggiungevano i segni di interpunzione. Gli attuali ma- gazzini dispongono generalmente di 126 caratteri. Un magazzino è una col- lezione completa di simboli aventi dise- gno e dimensione (o corpo) particolari; gli elementi che la compongono sono: le lettere minuscole, le lettere maiusco- le, le lettere maiuscolette, i logotipi (cioè combinazioni di lettere come fi, ffi, fl), le lettere accentate, i numeri, i segni di interpunzione, i segni di richiamo e al- tri simboli. Il corpo del carattere è mi- surato in punti : negli Stati Uniti un punto rappresenta circa 1/72 di pollice e si chiama punto Pica, in Europa è usato il punto Didot che corrisponde approssimativamente a 0,35277 milli- metri. Ogni corpo presenta a sua volta delle variazioni di spessore dell'asta del- le lettere, per cui abbiamo i caratteri neri e i caratteri neretti o grassetti. Lo stesso disegno può variare per ogni let- tera in modo da avere caratteri più verticali detti anche « condensati », o più orizzontali o « espansi ». Un'altra variazione è quella fra il tondo, cioè il carattere normale della composizione di questo articolo, e il corsivo, generalmen- te inclinato come nella scrittura ma- nuale. Fra gli stampatori che apportarono delle variazioni nel campo della stam- pa, dopo Gutenberg, alcuni sono in mo- do particolare legati all'invenzione di nuovi stili e al disegno di nuovi carat- teri. Intorno al 1470 Nicolas Jenson, uno stampatore francese trasferitosi a Venezia, iniziò la cosiddetta serie di ca- ratteri veneziani. Fra il 1720 e il 1726 William Caslon, artista e architetto in- glese, disegnò il carattere che ancora oggi porta il suo nome. Un altro famo- so carattere venne disegnato da John Baskerville, anch'egli di origine inglese, intorno al 1750. Una particolare men- zione merita l'italiano Giambattista Bo- doni che nel 1768 fuse un carattere dalla linea semplice e netta ancora oggi molto usato. La stampa è oggi un'industria a cui fanno capo diverse tecnologie e specia- lizzazioni, e cioè la fabbricazione della carta, degli inchiostri, la composizione, l'incisione delle matrici e la stampa ve- ra e propria; naturalmente questa indu- stria ha sempre mantenuto uno stretto rapporto con l'attività editoriale nei suoi molteplici aspetti. Anche se in questo articolo si prende in esame la sola com- posizione, daremo un breve cenno an- che delle altre attività più o meno con- nesse con l'industria della stampa. La composizione tipografica I nuovi metodi elettronici di composizione tipografica capaci di «scrivere» fino a 10 000 lettere al secondo sullo schermo di un tubo catodico avranno conseguenze rivoluzionarie sull'industria della stampa di Gerard O. Walter L'impiego delle moderne tecniche di fotocomposizione presenta attualmente, per quanto riguarda l'America e l'Europa, un notevole divario a sfavore del vecchio continente. Nell'immediato dopoguerra avevano fatto la loro apparizione negli stabilimenti grafici europei le prime fotocompositrici. fatto, riferiamo qui a una generazione di macchine compositrici tradizionali su cui erano state fatte le opportune modifi- che per sostituire al crogiuolo di fondita del piombo un gruppo fotografico per la riproduzione dei caratteri. Questi impianti non hanno modificato sostanzialmente la velocità e la versa- tilità d'impiego delle vecchie linotype e monotype. Nel momento in cui queste macchine hanno raggiunto, nella loro evoluzione tecnologica, velocità e versa- tilità maggiori, si è presentata la necessità di programmarne il funzionamento collegandole a degli elaboratori elettronici. L'adozione degli elaboratori elettronici a sua volta ha creato le premesse per una ulteriore svolta nel campo della fotocomposizione. Da quel momento i co- struttori di fotocompositrici abbandonarono il principio della matrice unica con le lettere trasparenti da selezionare in rapida successione, per impiegare nella riproduzione immagini come quelle televisive formate su un tubo a raggi cato- dici. Molte di queste ultime attrezzature sono già in funzione in America, solo pochissime in Europa. La grande velocità di produzione richiede naturalmente una mole di lavoro ade- guato per consentire un ragionevole sfruttamento di impianti costosi. Nello stesso tempo però si ravvisa la necessità di programmare il lavoro in modo che il dattiloscritto risulti definitivo al momento dell'invio in composizione. Modifiche, correzioni d'autore o altri pentimenti, data l'elevata velocità e la rigorosa pianifi- cazione delle fasi di lavoro, creerebbero interferenze tali da annullare ogni van- taggio rispetto alla composizione tradizionale con caratteri in piombo. L'adozione su larga scala in Europa di queste nuove tecniche è condizionata an- che da una profonda ristrutturazione delle procedure di lavoro e da un certo mutamento nella mentalità di tutti coloro che comunque partecipano al processo di produzione: autori, editori, redattori, impaginatori e tipografi. Dieci anni fa gli stampatori europei affrontarono analoghi problemi quando pre- sero la decisione di trasformare le loro attrezzature per stampa in tipografia in altre per stampa in offset, più rispondenti alle nuove esigenze del mercato della carta stampata. 96 97

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-i- 2 'arte della stampa ha una storiadi circa 1200 anni e sostanzial- mente ripete nei suoi principigenerali i metodi di stampa originari. Icaratteri o le immagini sono formate inrilievo su blocchi di supporto o lastre.L'invenzione dei caratteri mobili, dellestereotipie e la meccanizzazione dellevarie procedure di stampa hanno faci-litato queste operazioni, ma non nehanno modificato il metodo. Attual-mente la stampa sta subendo radicaliinnovazioni soprattutto per quanto ri-guarda la composizione. Già nel 1948è stato introdotto l'uso della fotografiaper venire incontro a una sempre piùvasta diffusione del metodo di stampadetto foto-offset, ma solo negli ultimitre anni è stato adottato un procedi-mento tecnico molto più rapido, cioèla composizione elettronica.

Nei tempi in cui la composizione ve-niva eseguita esclusivamente a mano daoperai specializzati, il ritmo di compo-sizione era di un carattere al secondo;le compositrici meccaniche che comin-ciarono a diffondersi a partire dall'ini-zio del secolo raggiungevano in mediai 5 caratteri al secondo. Attualmente lemacchine per comporre fotografiche, incui la selezione dei caratteri avvienemeccanicamente, possono raggiungereuna velocità di 500 caratteri al secondo.-E evidente la differenza di queste foto-compositrici rispetto agli impianti elet-tronici con cui si possono produrre cir-ca 10 000 caratteri al secondo. Questemacchine, collegate con un calcolatoreche ne dirige il funzionamento, hannointrodotto non solo più elevate velocitàdi composizione, ma nuove possibilitàdi utilizzazione per l'industria graficamoderna.

La tecnica della stampa nel passato

Come introduzione sarà utile dareun breve sguardo allo sviluppo storico

della composizione. La stampa è origi-naria della Cina e venne introdotta inEuropa soltanto alcuni secoli più tardi.Le prime attrezzature e i primi docu-menti stampati, trovati in Cina e inGiappone, risalgono al secolo ottavo eil più vecchio libro a stampa finora co-nosciuto è un'opera cinese datata 11maggio 868. All'inizio la stampa venneeseguita per mezzo di tavolette di cre-ta o blocchi di legno. Si preparavanole tavolette incidendo gli ideogrammisu una superficie piana di creta ancoraumida, che veniva poi fatta asciugarein un forno; successivamente si ricopri-va di creta molle in modo da formareil positivo, cioè l'immagine dell'ideo-gramma in rilievo, che serviva comematrice per la stampa. Con un analogoprocedimento si preparavano i blocchiin legno sulla cui superficie veniva in-tagliata l'immagine in rilievo da ripro-durre. Questi due principi elementarisono stati sostanzialmente alla base deivari sistemi per la preparazione dellematrici da stampa fino ai nostri giorni.

Nel secolo undicesimo uno stampa-tore cinese di nome Pi Shéng introdus-se la possibilità di ottenere diverse com-binazioni di matrici nella composizioneusando caratteri mobili di creta. Ognielemento della matrice era costituito dauna piccola tavoletta su cui appariva inrilievo l'immagine di un solo ideogram-ma; le singole tavolette venivano rac-colte per la stampa su una superficiepiana ricoperta di resina in modo chenon si spostassero dal loro posto duran-te l'operazione. Lo stampatore era ingrado in questo modo di comporre qua-lunque dicitura prelevando gli ideo-grammi dal magazzino e usando piùvolte ciascuna unità per ottenere variecomposizioni. Già nel Mille i cinesi siservivano delle attrezzature fondamen-tali per la stampa; gli sviluppi di que-st'arte furono conosciuti in Occidenteattraverso i contatti che i cinesi intrat-

tenevano con gli arabi. La stampa ap-parve in Europa soltanto quattrocentoanni dopo.

Può sembrare curioso, ma probabil-mente la minor adattabilità tecnica deinostri alfabeti ha, in un certo modo,causato questo ritardo nell'introduzionedella stampa. Gli ideogrammi cinesi so-no quasi tutti della stessa larghezza,quindi Pi Shéng era in grado di usarematrici di stampa aventi dimensioniuniformi e identità di spaziature, e gliriusciva semplice e facile disporre inordine regolare tutte le matrici per ave-re una pagina piacevolmente equilibra-ta. Nelle lingue europee, la diversitàdelle lettere e degli altri caratteri nonconsentiva di avere matrici di dimen-sione uniforme. I caratteri, infatti, va-riano in altezza, in larghezza e, a causadella loro forma differente, anche nellaspaziatura fra l'uno e l'altro.

Per valutare l'importanza di questacomplicazione basterà esaminare la pa-gina che state leggendo. Tutti possonoriconoscere i caratteri visibili (ve ne so-no circa 6500 in nero per ogni paginapiena della rivista) però non ci si accor-ge del fatto che la pagina contiene unacerta quantità di caratteri invisibili, chesono gli spazi bianchi fra le lettere, glispazi fra le parole e gli spazi fra riga eriga. Per un compositore questi spazisono altrettanto importanti dei caratteristessi; nel suo lavoro, infatti, egli, devecomporre anche questi ultimi. Gli spa-zi bianchi attorno a ciascuna lettera so-no creati dalle dimensioni, cioè dalblocco su cui è appoggiata la letterastessa detto anche corpo del carattere;questo è leggermente più grande dellalettera, la spaziatura fra le singole let-tere risulta rispondente a requisiti este-tici e di leggibilità. Gli spazi fra le ri-ghe sono ottenuti nella fusione delpiombo. Invece, gli spazi fra parola eparola presentano il primo problema

per chi compone in quanto non sonouguali in ogni riga, ma variano in mododa ottenere che tutte le righe risultinodi uguale lunghezza; questo accorgi-mento è chiamato giustificazione dellariga.

La felice soluzione del problema del-la spaziatura ha reso famoso il nome diGutenberg e per questo in un certosenso nel mondo occidentale gli è statoattribuito il merito dell'invenzione dellastampa stessa. La Bibbia di Gutenberg,stampata nella sua città natale di Ma-gonza, nel 1456, è un modello di com-posizione accurata ed esteticamentemolto ben riuscita (si veda l'illustrazio-ne nella pagina seguente).

I caratteri mobili preparati da Gu-tenberg fondendo ciascun carattere inrilievo su blocchetti singoli di metalloriproducevano lettere gotiche (quelledella scrittura degli amanuensi) del suotempo. Le singole lettere non eranocentrate ma ciascuna di esse occupavasul blocchetto metallico una posizioneappositamente studiata in modo chegli spazi fra le lettere risultassero moltoequilibrati e non vi fossero « buchi » olettere troppo fitte per formare una pa-rola. Anche oggi, pur con gli sviluppidella moderna tecnologia, la spaziaturadel carattere sui singoli blocchi è deter-minata empiricamente mediante provee riprove che consentono valutazionisempre più approssimate; in altre pa-role è frutto di un'arte diligente e raf-finata. Gutenberg introdusse inoltre lagiustificazione delle righe usando spazibianchi di varia larghezza da collocarefra le singole parole. Per formare unapagina egli collocava i singoli blocchi inun raccoglitore a forma di telaio cheserviva anche per tenerli uniti.

L'alfabeto di Gutenberg (alfabeto la-tino) era formato da 73 caratteri (let-tere e numeri) a cui si aggiungevano isegni di interpunzione. Gli attuali ma-gazzini dispongono generalmente di126 caratteri. Un magazzino è una col-lezione completa di simboli aventi dise-gno e dimensione (o corpo) particolari;gli elementi che la compongono sono:le lettere minuscole, le lettere maiusco-le, le lettere maiuscolette, i logotipi (cioècombinazioni di lettere come fi, ffi, fl),le lettere accentate, i numeri, i segni diinterpunzione, i segni di richiamo e al-tri simboli. Il corpo del carattere è mi-surato in punti : negli Stati Uniti unpunto rappresenta circa 1/72 di pollicee si chiama punto Pica, in Europa èusato il punto Didot che corrispondeapprossimativamente a 0,35277 milli-metri. Ogni corpo presenta a sua voltadelle variazioni di spessore dell'asta del-le lettere, per cui abbiamo i caratteri

neri e i caratteri neretti o grassetti. Lostesso disegno può variare per ogni let-tera in modo da avere caratteri piùverticali detti anche « condensati », opiù orizzontali o « espansi ». Un'altravariazione è quella fra il tondo, cioè ilcarattere normale della composizione diquesto articolo, e il corsivo, generalmen-te inclinato come nella scrittura ma-nuale.

Fra gli stampatori che apportaronodelle variazioni nel campo della stam-pa, dopo Gutenberg, alcuni sono in mo-do particolare legati all'invenzione dinuovi stili e al disegno di nuovi carat-teri. Intorno al 1470 Nicolas Jenson,uno stampatore francese trasferitosi aVenezia, iniziò la cosiddetta serie di ca-ratteri veneziani. Fra il 1720 e il 1726William Caslon, artista e architetto in-glese, disegnò il carattere che ancora

oggi porta il suo nome. Un altro famo-so carattere venne disegnato da JohnBaskerville, anch'egli di origine inglese,intorno al 1750. Una particolare men-zione merita l'italiano Giambattista Bo-doni che nel 1768 fuse un caratteredalla linea semplice e netta ancora oggimolto usato.

La stampa è oggi un'industria a cuifanno capo diverse tecnologie e specia-lizzazioni, e cioè la fabbricazione dellacarta, degli inchiostri, la composizione,l'incisione delle matrici e la stampa ve-ra e propria; naturalmente questa indu-stria ha sempre mantenuto uno strettorapporto con l'attività editoriale nei suoimolteplici aspetti. Anche se in questoarticolo si prende in esame la sola com-posizione, daremo un breve cenno an-che delle altre attività più o meno con-nesse con l'industria della stampa.

La composizione tipografica

I nuovi metodi elettronici di composizione tipografica capaci di«scrivere» fino a 10 000 lettere al secondo sullo schermo di un tubocatodico avranno conseguenze rivoluzionarie sull'industria della stampa

di Gerard O. Walter

L'impiego delle moderne tecniche di fotocomposizione presenta attualmente, perquanto riguarda l'America e l'Europa, un notevole divario a sfavore del vecchiocontinente.

Nell'immediato dopoguerra avevano fatto la loro apparizione negli stabilimentigrafici europei le prime fotocompositrici. fatto, riferiamo qui a una generazione dimacchine compositrici tradizionali su cui erano state fatte le opportune modifi-che per sostituire al crogiuolo di fondita del piombo un gruppo fotografico perla riproduzione dei caratteri.

Questi impianti non hanno modificato sostanzialmente la velocità e la versa-tilità d'impiego delle vecchie linotype e monotype. Nel momento in cui questemacchine hanno raggiunto, nella loro evoluzione tecnologica, velocità e versa-tilità maggiori, si è presentata la necessità di programmarne il funzionamentocollegandole a degli elaboratori elettronici.

L'adozione degli elaboratori elettronici a sua volta ha creato le premesse peruna ulteriore svolta nel campo della fotocomposizione. Da quel momento i co-struttori di fotocompositrici abbandonarono il principio della matrice unica conle lettere trasparenti da selezionare in rapida successione, per impiegare nellariproduzione immagini come quelle televisive formate su un tubo a raggi cato-dici. Molte di queste ultime attrezzature sono già in funzione in America, solopochissime in Europa.

La grande velocità di produzione richiede naturalmente una mole di lavoro ade-guato per consentire un ragionevole sfruttamento di impianti costosi. Nello stessotempo però si ravvisa la necessità di programmare il lavoro in modo che ildattiloscritto risulti definitivo al momento dell'invio in composizione. Modifiche,correzioni d'autore o altri pentimenti, data l'elevata velocità e la rigorosa pianifi-cazione delle fasi di lavoro, creerebbero interferenze tali da annullare ogni van-taggio rispetto alla composizione tradizionale con caratteri in piombo.L'adozione su larga scala in Europa di queste nuove tecniche è condizionata an-che da una profonda ristrutturazione delle procedure di lavoro e da un certomutamento nella mentalità di tutti coloro che comunque partecipano al processodi produzione: autori, editori, redattori, impaginatori e tipografi.Dieci anni fa gli stampatori europei affrontarono analoghi problemi quando pre-sero la decisione di trasformare le loro attrezzature per stampa in tipografia inaltre per stampa in offset, più rispondenti alle nuove esigenze del mercato dellacarta stampata.

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La composizione meccanica, apparsa nell'Ottocento, giunge a un alto grado di sviluppocon le moderne macchine compositrici, quale la Elektron, qui riprodotta, della societàMergenthaler Linotype. La Elektron, sulla falsariga della prima macchina Linotypeinventata da Ottmar Mergenthaler nel 1885, funziona mediante una tastiera; il modellopiú recente lavora anche mediante carta perforata o nastro magnetico. Quando l'ope-ratore (o l'impulso proveniente dall'apparecchio collegato a carta o nastro) preme untasto, la matrice, che reca la lettera richiesta, scende dal magazzino lungo un nastrotrasportatore. La riga viene giustificata con l'inserimento di spazi mobili. La rigacompleta è sospinta in una cella dove riceve una colata di piombo fuso. Dalle matricisi ottiene cosi una riga fusa in un solo pezzo; raffreddata, la riga esce dalla macchi-na, mentre le matrici vengono riportate al loro posto nel magazzino da un meccani-smo selezionatore. Le macchine compositrici fondono fino a cinque caratteri al secondo.

Carta, inchiostro e carattere

L'invenzione e la preparazione dellacarta risale a circa 2000 anni fa e vie-ne localizzata in quello che è oggi unpiccolo stagno dalle acque sporche aLeiyang ai piedi delle montagne Heng,nella Cina centromeridionale. Qui ilprimo cartaio, di cui la storia ha dimen-ticato il nome, facendo bollire insiemecortecce, stracci e vecchie reti da pescainservibili e riducendo in polpa me-diante battitura il ricavato, diede origi-ne alla carta. Dal primo secolo all'otta-vo la preparazione della carta era poconota fuori dei confini della Cina, ma

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tafli mirtg.Jfigatt mti : tt reagii rprana tri med"---7 iintaminii W-q; quagrani mite: ut quia ettígitie nanna,mu mm murino nubrinnit'€t tritatequanta minftraun iio fiittumfmi :ttie erautiet me rít elamattem aa eti.

rafeetníni n nolíte peccare: quieine in mit:dirne neEtete in rubiltbuetube rompimi:Munti. a efficacefartibriti natine i fpxate in tatuino:multi animi q-e attua it n n bie bana.

intorno alla metà del secolo ottavo gliarabi appresero questa tecnica da pri-gionieri cinesi che avevano catturatonella battaglia di Samarcanda. Gli ara-bi sostituirono subito, come materialeper la scrittura, la carta alla pergame-na; già nel secolo nono infatti appaio-no i primi manoscritti arabi su carta.In un primo tempo la carta veniva pro-dotta da fibre di lino, successivamenteda fibre vegetali con l'aggiunta di strac-ci. L'introduzione in Europa della car-ta avvenne nel secolo XII in seguito al-l'invasione dei Mori in Spagna; nel Tre-cento la carta fa la sua apparizioneanche in Gran Bretagna. Il rapido dif-

fondersi di quotidiani, opuscoli, letterenelle colonie dell'America, facilitò lanascita di cartiere anche nel NuovoMondo; la prima fabbrica di carta ven-ne costruita a Germantown, in Pennsyl-vania, nel 1690 per opera di un ambi-zioso cartaio prussiano, William Ritten-house, che si impegnò a fornire lo stam-patore di Filadelfia, William Bradford.

L'inchiostro è notevolmente più vec-chio della carta; venne prodotto per laprima volta in Egitto e in Cina all'in-circa 2500 anni prima di Cristo. Gliantichi si servivano, per la preparazio-ne dell'inchiostro, di nerofumo misto auna soluzione di sostanza collante o digomma arabica; più tardi fecero ricor-so a sostanze vegetali, minerali e ani-mali, ivi compreso anche il cosiddetto« sangue di drago ». Gli inchiostri at-tuali consistono in un pigmento forma-to da un miscuglio di sali ferrosi e tan-nino dispersi in un veicolo, per esem-pio olio di lino, con aggiunta di sostan-ze ossidanti in modo da facilitare l'a-sciugamento. Per la stampa delle rivi-ste in cui la velocità stessa delle opera-zioni è elevatissima e la qualità dellacarta non è troppo assorbente, si usa-no inchiostri ad asciugamento rapido;l'asciugamento è inoltre facilitato dallapresenza di fonti di calore o da aspira-tori per l'evaporazione. La composizio-ne dell'inchiostro e la sua deposizionesulla carta sono state attentamente stu-diate in rapporto alle varie forme deicaratteri, in modo che la maggiore ominore densità dell'inchiostro non po-tesse alterare lo spessore delle aste deicaratteri stampati sulla carta.

Nella composizione, il primo impor-tante miglioramento avvenne nel Quat-trocento, quando per la prima volta ilmetallo sostituí i blocchi di legno finoallora usati. La stessa sostituzione conil metallo consenti l'uso di matrici perla fusione dei caratteri. Il costo elevatodei caratteri metallici rendeva impossi-bile accantonare tutto il metallo neces-sario per stampare un libro intero; sipensò allora di ottenere una copia diciascuna pagina dopo che questa erastata composta. Sulla pagina, già pron-ta per la stampa, formata dai vari ca-ratteri, veniva passato un foglio di unimpasto di cartone e fibre d'amianto inmodo da ricavarne un'impronta; in que-sta impronta veniva versato del piom-bo fuso che, raffreddato, forniva unamatrice di stampa esattamente corri-spondente alla pagina. I caratteri, cosí,dopo aver ottenuta questa matrice, det-ta sti —eotipia, venivano scomposti eusati per formare altre pagine. Nell'Ot-tocento l'introduzione di macchine dastampa rotative portò alla preparazionedi stereotipie curve che venivano appli-

cate direttamente sui cilindri delle ro-tative. La fusione e preparazione diqueste stereotipie venne ben prestomeccanizzata e nel 1837 il fisico tede-sco Moritz Herman Jacobi inventò ilprocedimento di elettrotipia, cioè la de-posizione elettrolitica sulla matrice dipiombo di uno strato di rame o nichelche, aumentandone la durezza, consen-tiva un più lungo uso nelle operazionidi stampa.

Mentre questi progressi concorreva-no ad aumentare la velocità della com-posizione, l'idea già adottata da Guten-berg di servirsi di caratteri abbinativenne ulteriormente estesa in modo daavere per ogni combinazione di letterefra le più comuni, o addirittura di inte-re sillabe, un unico carattere cioè unlogotipo. Usando i logotipi, un compo-sitore viennese, Leopold Weiss, riuscía ottenere durante una gara di compo-sizione nel 1883 una velocità di 3500caratteri all'ora. La sua cassa per ca-ratteri era composta di 668 comparti-menti (al posto dei comuni 126). Soloperò eccezionali facoltà mnemonichepotevano consentire l'uso di una cassacosí particolareggiata, anche se puòsorprendere che i compositori cinesilavorino ancora oggi con una cassa con-tenente 10 000 ideogrammi.

Altri accorgimenti per aumentare lavelocità della composizione manuale fu-rono introdotti in tempi successivi. Ilcompositore danese Christian Soeren-sen ebbe l'idea di legare davanti a séun compositoio in modo da poter di-sporre di entrambe le mani per la rac-colta dei caratteri. Un ingegnere svede-se, Albert Lagerman, fece un ulteriorepasso avanti e collocò sotto la cassa deicaratteri un imbuto che trasportava isingoli caratteri a un compositoio permezzo di un collettore; il compositorein tale modo poteva servirsi di entram-be le mani per introdurre i caratterinell'imbuto.

Composizione meccanica

Soerensen divenne uno dei pionieridella composizione meccanica. Duran-te tutto l'Ottocento molti inventori ten-tarono di progettare una macchina chescegliesse i caratteri da un magazzino,li raggruppasse in una riga giustifica-ta, cioè di lunghezza ben determinata,e riportasse poi i caratteri usati nel ma-gazzino al proprio posto dopo che lariga era stata fusa. Si costruirono mac-chine molto elaborate (una delle qualirichiedeva addirittura l'intervento di 7operatori) ma che ben presto risultaro-no poco utili. Uno dei più importantiproblemi da risolvere consisteva nel far

riconoscere alla macchina un determi-nato carattere, sia per disporlo ordina-tamente nella riga, sia per riportarlo,dopo l'uso, al posto di partenza. Nel1849 Soerensen riuscí a introdurre unaccorgimento che risolse il problema:incise nel corpo dei caratteri delle tac-che che li differenziavano, e usò corsied'ottone per selezionare e guidare illoro trasporto. La macchina di Soeren-sen fu la prima in grado di selezionaree riportare al proprio posto i caratteridopo l'uso; questo accorgimento è tut-tora usato nelle macchine compositrici.Purtroppo anche questa macchina nondiede risultati soddisfacenti.

Nel 1885 Ottmar Mergenthaler pro-gettò la Linotype, una macchina di no-tevole successo, che ancora oggi è usa-ta largamente per eseguire la composi-

zione. La macchina viene fatta funzio-nare per mezzo di una tastiera. L'ope-ratore preme un tasto e la matrice, olo spazio fra una parola e l'altra, cor-rispondente a quel tasto cade dal ma-gazzino su un nastro trasportatore. Icaratteri formano una riga che l'opera-tore stesso provvede a far « giustifica-re » mediante gli spazi mobili a suotempo inseriti. La riga giustificata incui sono raccolte tutte le matrici passain una camera in cui riceve sotto pres-sione una colata di piombo fuso. Dallematrici che fungono da impronta si ot-tiene una riga in un solo pezzo che, raf-freddandosi, si consolida ed esce dallamacchina. Le matrici vengono riportateal loro posto nel magazzino medianteun meccanismo a vite senza fine. Men-tre avviene l'operazione di fusione il

Con la tecnica della composizione a mano con caratteri mobili Giovanni Gutenberg,nel 1456, riuscí a stampare la Bibbia, una pagina della quale è qui riprodotta. Guten-berg fuse i caratteri in rilievo in blocchetti di metallo in posizione tale per cui, postiuno accanto all'altro, gli spazi tra le lettere risultavano bene equilibrati. Per ottenerepoi la « giustificazione » inseriva tra le parole blocchi senza rilievo, di misura diversa.

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PRISMA

PELLICOLA O CARTA FOTOSENSIBILE

LENTE MOBILESPECCHIO

LENTI

CARRELLOMATRICE DEI

CARATTERI

La fotocomposizione, messa a punto fra il 1940 e il 1950, è rap-presentata qui da uno schema del Photon 713, della societàPhoton. Un supporto cilindrico, che raccoglie tutti i caratteri sudi esso disegnati in dimensioni minuscole, viene analizzato dauna lampada stroboscopica, che illumina i caratteri scelti inrapida successione. Il raggio, passando attraverso un sistema dilenti, va a colpire una pellicola fotosensibile. Questa servirà poiper preparare la lastra per la stampa. La lastra, di metallo,

viene sottoposta a un trattamento tale per cui tratterrà l'inchio-stro solo in corrispondenza delle immagini e dei testi riportatisu di essa; dopo l'inchiostrazione la lastra viene a contatto conuna superficie di gomma che raccoglie l'inchiostro e lo depo-sita sulla carta. È questo il sistema di stampa offset. Le appa-recchiature sono azionate da un operatore alla tastiera ma an-che mediante impulsi da nastri perforati o magnetici. La mac-china più recente raggiunge i cinquecento caratteri al secondo.

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Qualche esempio di caratteri prodotti col sistema Videocomp della RCA. Nella com-posizione per mezzo di calcolatori del tipo Videocomp si può anche compilare indici,impaginare tavole e disegni e preparare pure illustrazioni retinate pronte per la stampa.compositore continua la battitura sulla

tastiera per mettere insieme la rigasuccessiva.

La Linotype si presta in modo par-ticolare per la composizione di giornaliil cui testo è molto lineare e in colonneregolari, cioè di uguale giustezza. Nonè altrettanto pratico l'impiego di questamacchina quando l'impaginazione pre-vede giustezze diverse o addiritturaquando nel testo sono inseriti simbolispeciali o si prevedono molte corre-zioni. La macchina è piuttosto rumoro-sa ed emana calore in quanto devemantenere in un crogiolo il piombo co-stantemente allo stato fuso. Quest'ulti-mo inconveniente venne eliminato nel-la Monotype, una macchina per com-porre progettata alla fine del secoloscorso. Nella Monotype la battitura deltesto avviene in un primo tempo su unnastro di carta per mezzo di una per-forazione in codice.

La Monotype venne inventata dal-l'americano Tolbert Lanston che ebbel'idea di sviluppare il principio delleschede perforate introdotto da HermanHollerith nel 1890 per l'elaborazionemeccanica dei dati del censimento.Lanston parti dal principio che le per-forazioni eseguite su un nastro di cartapotevano corrispondere, secondo un de-terminato codice, ai vari caratteri, enello stesso tempo ogni carattere tro-

vava l'esatta posizione nella riga secon-do l'ordine in cui veniva eseguita laperforazione stessa. Il nastro perforatoda un operatore su una tastiera passavain una seconda unità della macchinadetta fonditrice in cui veniva eseguitala fusione comandata dal nastro. Conl'aiuto di John Sellers Bancroft mise inseguito a punto una macchina che in-contrò molto successo. In questa mac-china l'operatore perfora un nastro ser-vendosi della tastiera; alla fine dellariga può leggere su un indice la larghez-za degli spazi che dovranno essere in-trodotti fra parola e parola per ottenereuna riga perfettamente giustificata. Ter-minata la battitura del nastro, questoviene inserito nella macchina fonditricealla rovescia, cioè cominciando dallafine della riga in modo che durante lafusione la riga viene a formarsi pergiustapposizione delle singole lettere, dadestra a sinistra anziché viceversa. Leperforazioni del nastro emettono deicomandi ben determinati in modo chela matrice di ogni singola lettera pre-scelta venga a trovarsi davanti all'ugel-lo da cui esce il piombo fuso; assiemealle singole lettere vengono fusi anchei relativi spazi fra parola e parola. Tut-te le righe, dopo che sono state com-pletate, sono allineate meccanicamentedalla macchina su un piano da cuil'operaio le preleva. Ogni macchina fon-

ditrice generalmente può seguire il rit-mo di produzione di due tastiere perfo-ratrici.

La macchina Monotype ha adottatomolte matrici, fra cui quelle del carat-tere disegnato da Frederic W. Goudy.Parecchie altre macchine, con maggio-re o minore successo, hanno continuatoil progresso della composizione mecca-nica e fra queste possiamo ricordare lamacchina compositrice McMillan, laRogers Typograph, la St. John Typo-bar, la Ludlow Typograph e l'Intertype.Tuttavia il più grande progresso nellacomposizione è dovuto all'introduzionedei procedimenti fotografici, che ebbeinizio una ventina d'anni fa.

Composizione fotografica

Vi sono oggi in commercio parecchiemacchine fotocompositrici. Esse diffe-riscono nel modo di funzionamento, masono tutte basate su un unico principio.Una matrice generale trasparente incui sono raccolti tutti i caratteri vieneanalizzata da una lampada stroboscopi-ca che illumina in rapida successione leimmagini dei caratteri nell'ordine sele-zionato. Nel caso particolare dellastampa foto-offset le stesse immaginifotografiche sono direttamente riporta-te su una lastra sensibilizzata che, unavolta sviluppata, dà una matrice da

stampa piana (si veda l'illustrazione apagina 100). Nella stampa foto-offset lalastra viene trattata in modo tale chel'inchiostro si depositi solo sulle imma-gini. Dopo l'inchiostratura, la lastraviene premuta su un rivestimento digomma che raccoglie le immagini e ser-ve come superficie stampante. Questosistema elimina la fusione dei caratteria rilievo in metallo e il metodo di stam-pa a pressione; inoltre le lastre per fo-to-offset sono prodotte con molta ra-pidità.

Nelle macchine fotocompositrici gliobiettivi consentono l'ingrandimentodelle immagini dei caratteri per cui unasola matrice può servire per ottenerecaratteri più o meno grandi, cioè neivari corpi desiderati, eseguendo unasemplice messa a fuoco dell'apparec-chiatura. Queste macchine possono fun-zionare tramite nastro perforato oppuredirettamente per mezzo di una tastierao di un calcolatore.

Le macchine fotocompositrici rag-giungono velocità di composizione paria 500 caratteri al secondo. Nel caso incui sono fatte funzionare da un opera-tore la loro velocità è limitata alla ve-locità di battuta sulla tastiera dell'ope-ratore stesso: in relazione alle varie ne-cessità operative della macchina unbuon operatore non può, però, in ognicaso, superare la media di un caratteree mezzo al secondo. É possibile au-mentare notevolmente questa velocitàcollegando a una macchina diversi ope-ratori che lavorino contemporaneamen-te, ma anche in questo caso la mac-china viene sfruttata per una capacitàinferiore alla sua velocità effettiva. Ilimiti di produzione di questa macchi-na, che sono determinati, come si èdetto, dalla velocità della macchinastessa e dalla velocità di alimentazioneda parte di operatori manuali, hannoportato a un nuovo sistema di compo-sizione, quello elettronico, in cui l'im-missione dei segnali avviene per mezzodi un calcolatore.

Composizione elettronica

Questo nuovo metodo è basato sul-l'impiego di un tubo a raggi catodici si-mile a quelli usati nelle apparecchiatu-re televisive, il quale riesce a riprodur-re sul proprio schermo i caratteri po-sti uno accanto all'altro in modo daformare una riga nella giustezza desi-derata; la riga viene poi fotografata daun'apparecchiatura che ne registra l'im-magine su pellicola sensibile. I carat-teri possono venire formati dal pennel-lo elettronico che traccia sullo schermopiccoli tratti, uno accanto all'altro, inmodo da formare l'immagine del carat-

tere (si vedano le figure a pagina 106).Parecchie società nel campo dell'elet-tronica e della stampa, quasi contempo-raneamente, cercarono di svilupparequesta idea fondamentale e già dal1966 sono state introdotte sul mercatoun certo numero di macchine costruiteseguendo questo concetto. Citiamo laRCA (che ha prodotto delle macchinesu sistemi un tempo sviluppati dallasocietà tedesca Rudolf Hell), la Mer-genthaler Linotype Company (che harimesso sul mercato una macchina pro-gettata dall'inglese K.S. Paul e una pro-gettata in collaborazione con i Labora-tori CBS), la Intertype Company e laInternational Business Machines (chedistribuisce una macchina progettatadalla Alphanumeric Incorporated).

In alcune di queste macchine il ca-rattere viene formato dal pennello elet-tronico mediante escursioni verticali, inaltre con escursioni orizzontali. Loschermo è rappresentato da un discootticamente piano, rivestito di strati dialluminio e fosforo. Durante ogniescursione il pennello elettronico pro-duce un tratto molto sottile, inferiore aun cinquecentesimo di millimetro. Laescursione prodotta dal movimeno delpennello elettronico ha una brevissimadurata, non superiore all'altezza o alla

larghezza delle componenti del carat-tere. Poiché la velocità del pennelloelettronico è di 25 000 centimetri al se-condo o anche superiore, il disegno delcarattere viene riprodotto sullo scher-ni° in tempi eccezionalmente brevi.

Le macchine RCA, alcune delle qua-li riescono a produrre caratteri di circa4 cm d'altezza, funzionano a velocitàcomprese fra 100 e 1000 caratteri alsecondo e questa velocità varia natu-ralmente secondo i vari modelli e se-condo l'altezza del carattere. Un certonumero di queste macchine RCA è giàin funzione in alcune industrie grafichedegli Stati Uniti. Le macchine prodottesecondo il sistema Alphanumeric rie-scono a raggiungere velocità di 6000caratteri al secondo. Un modello di fo-tocompositrice progettato dalla Mer-genthaler Linotrons può produrre 10mila caratteri al secondo ma sarà cer-tamente possibile, in futuro, grazie al-l'ulteriore sviluppo della tecnica di fo-tocomposizione elettronica, raggiunge-re velocità di 60 000 e più caratteri alsecondo.

Queste macchine, pur adottando si-stemi diversi, provvedono inoltre a re-gistrare fotograficamente i caratteri co-si ottenuti su pellicola sensibile. Per laproiezione talune di queste macchine

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utilizzano obiettivi fissi, altre obiettivimobili; alcune impiegano addiritturapellicole in costante movimento, altreriescono a fotocomporre un'intera pa-gina di testo per ogni ripresa fotografi-ca riportandola su una pellicola sensi-bile che rimane ferma durante la ri-presa: altre ancora fanno avanzare lapellicola alla ripresa fotografica di ogniriga. Uno dei principali vantaggi offertida questi sistemi è quello che, median-te la riproduzione elettronica non solosi possono ottenere su pellicola i carat-teri, ma si può riprodurre ogni altro ti-po di materiale grafico; è possibile com-porre in tabella o in colonna, riprodur-re disegni e, anche, illustrazioni a mez-za tinta pronte per la stampa.

L'alta velocità delle fotocompositricielettroniche non solo si adegua al fun-zionamento della macchina collegata aun calcolatore, ma ne rende addiritturanecessario l'impiego. Anzitutto il pro-cedimento richiede una memoria paria quella di un calcolatore che possa for-nire dettagliate istruzioni per la stampadi ogni carattere, altrimenti un opera-tore alla tastiera sarebbe costretto a in-trodurre nella battitura una serie di se-gnali in codice che determinino ognivolta il funzionamento anche del pen-nello elettronico oltre che la scelta delcarattere. Nel caso del calcolatore undeterminato settore delle memorie con-tiene le istruzioni per la formazionedella lettera a, un altro per quelle dellalettera b e cosí via. Non solo un interomagazzino di caratteri può essere rac-colto nella memoria di un calcolatore,ma addirittura una serie di caratteri divario disegno possono essere scelti divolta in volta soltanto premendo il bot-tone selettore.

Questo è solo il primo passo ell'in-troduzione dei calcolatori per il ftìnzio-namento delle fotocompositrici. Nelcomporre il testo su una tastiera l'ope-ratore si limiterà alla battitura del testocome se questo fosse composto di unasola lunga riga; infatti successivamenteil calcolatore, secondo le istruzioni ri-

Il fotomontaggio pubblicato nella paginaa fronte è stato preparato per dimostrarecome si « dipinge » per mezzo di un rag-gio elettronico in movimento. Questi di-versi fotogrammi, scelti da un film, simu-lano le singole lettere composte da unaspeciale macchina sperimentale costruitadai tecnici della RCA per dimostrare al-cune delle capacità del sistema da lorostudiato per la composizione elettronica.Nella macchina realmente costruita dallaRCA, la Videocomp, la risoluzione è mol-to migliore ma la formazione dei caratte-ri è troppo veloce per essere captata foto-graficamente. Le sei G maiuscole dell'ul-tima riga in basso sono nei caratteri, dasinistra a destra, tondo, corsivo, tondo ecorsivo stretto, tondo e corsivo largo.

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Il Videocomp RCA, un calcolatore predisposto per la composizione, si basa su unsistema messo a punto dalla società tedesca Rudolf Hell. Complessi come il Video-

comp operano a velocità che vanno da qualche centinaio a pa- apparecchiature di questo genere, fabbricate da diverse ditterecchie migliaia di caratteri al secondo. Un certo numero di produttrici, è già in funzione in alcune industrie editoriali.

Questo schema di calcolatore Videocomp mostra come lavorano gli elementi che conì.pongono l'impianto. I due apparecchi a sinistra suggeriscono il testo in codice aglielementi successivi. L'intero sistema è in grado di ricevere contemporaneamente un'ali-mentazione di informazioni in codice addirittura da trentadue tastiere. I successivi dueelementi comprendono un calcolatore e una memoria; questa contiene programmi per

la stampa di tutti i caratteri. Il calcolatore Videocomp è pro-gettato in modo da essere capace di scindere il testo in righedella giustificazione richiesta, di suddividere le parole in sil-labe a fine riga e di risolvere anche compiti redazionali diimpaginazione. I caratteri prodotti elettronicamente sono ripor-

tati su un tubo a raggi catodici (a destra). Dal tubo, con unsistema di lenti, l'immagine viene proiettata su un supporto fo-tosensibile (pellicola o carta), che avanza riga dopo riga o pagi-na per pagina. In genere la carta viene adoperata per le bozze,mentre la pellicola serve per preparare la lastra di stampa.

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NASTRI MAGNETICI

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cevute per la larghezza delle righe, te-nendo presente un dizionario e una se-rie di regole ben precise raccolte nellesue memorie, provvederà a riprodurreil testo in righe giustificate con la sud-divisione in sillabe là dove questa sirende necessaria. Mediante un brevesegnale in codice, introdotto nella bat-titura dall'operatore, il calcolatore prov-vederà addirittura a riprodurre il testoiniziando il nuovo capitolo di un libro,oppure passando a pagina nuova sele-zionando il carattere adatto per un ti-tolo, collocandolo a un'altezza nellapagina bianca, come era previsto dal-l'impaginazione. Il calcolatore può ad-dirittura provvedere all'impaginazioneraccogliendo gli spazi fra testo e illu-strazione, regolando la lunghezza dellecolonne e delle pagine, inserendo il nu-mero di pagina e provvedendo a tuttiquegli accorgimenti che un diligentecompositore a mano svolge durante laimpaginazione.

E stato fatto un considerevole lavo-ro per lo sviluppo di programmi det-tagliati sia nel campo della composizio-ne sia di altre operazioni relative alcampo grafico. e la RCA ha introdottouno speciale linguaggio che consenteagli stampatori di comunicare con icalcolatori in termini tecnici di produ-zione. Inoltre, l'afflusso di informazio-ni alle macchine è stato di molto faci-litato, semplificando il lavoro dell'ope-ratore. Programmi prestabiliti e rapidi-tà di funzionamento delle macchinehanno acconsentito addirittura l'alimen-tazione contemporanea della macchinacon 32 tastiere diverse.

Il calcolatore ha inoltre iniziato l'e-spletamento di attività redazionali. Neisuoi programmi è prevista, per esem-pio, la compilazione di indici, biblio-grafie, elenchi di note e altri elenchidi consultazione particolarmente richie-sti per volumi e pubblicazioni tecniche.A mano a mano che si svolge la batti-tura del testo il calcolatore prepara unindice analitico di termini e cose note-voli, le colloca nella propria memoriae alla fine della composizione, dopoaverli disposti in ordine alfabetico, liripresenta composti.

Esistono ulteriori interessanti appli-cazioni collegate all'impiego del calco-latore elettronico : per esempio, quan-do un elenco telefonico è stato com-posto seguendo normalmente l'ordinealfabetico degli abbonati, il calcolatorepuò, servendosi della memoria, ripro-durre lo stesso elenco suddividendo gliabbonati per zona, indirizzo, o addirit-tura secondo il numero progressivo del-l'apparecchio telefonico. Lo stesso ag-giornamento degli elenchi telefonici

con aggiunte e sostituzioni di abbona-ti può essere eseguito molto facilmenteinserendo le nuove informazioni nelcalcolatore che provvede automatica-mente al loro inserimento secondo l'e-satto ordine alfabetico. Un'altro impor-

tante esempio di applicazione del restogià attuato, è la pubblicazione in volu-mi di determinati settori di un'enciclo-pedia la cui composizione sia stata ese-guita per mezzo di calcolatori. Si puòricavare, cioè, secondo determinate

istruzioni, tutto il materiale, testi e il-lustrazioni, relativo a soggetti specificiche il calcolatore raccoglie. Il calcola-tore provvede anche alla compilazionedegli indici e delle note di rinvio diquesto materiale.

Prospettive editoriali

Le prospettive in campo editorialedella composizione elettronica per mez-zo di calcolatori sono molto incorag-gianti. La fame di carta stampata non

sembra cessare e se volgiamo lo sguar-do indietro constatiamo che la doman-da è sempre stata superiore all'offerta.Nei soli Stati Uniti, negli ultimi diecianni, la produzione di libri è raddop-piata; anche le vendite di quotidiani e

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I caratteri, e quindi le parole, appaiono sullo schermo del Videocomp a una riga pervolta. Lo schermo è costituito da un disco rivestito di alluminio e fosforo. La fo-tografia è stata eseguita con l'aiuto di uno specchio inserito tra schermo e lenti.

Il carattere è disegnato sullo schermo a raggi catodici mediante escursioni verticaliravvicinate del pennello elettronico. A ogni escursione il pennello traccia una lineasottilissima, inferiore a un cinquecentesimo di millimetro. La riga viene compostafacendo scorrere il pennello fino a che esso ha analizzato uno spazio corrispondenteall'altezza del carattere. Il pennello si muove alla velocità di oltre 25 000 cm al secondo.

pubblicazioni periodiche sono aumen-tate più del 50 %. L'industria grafica,che occupava l'ottavo posto nell'ordinedelle grosse industrie degli Stati Uniti,ha un tasso di sviluppo superiore aquello di tutte le altre industrie mani-fatturiere. Il totale del fatturato am-monta ora a più di 15 miliardi di dol-lari l'anno, di cui 5 miliardi e mezzoper i quotidiani, 5,3 miliardi per lastampa commerciale, 2,5 miliardi perpubblicazioni periodiche e 2 miliardiper libri.

La composizione elettronica dovreb-be certamente portare a un considere-vole aumento della domanda e del vo-lume del materiale stampato, in primoluogo perché riduce i costi di produzio-ne e in secondo luogo perché accelerail ritmo della stessa produzione. Si pos-sono anche fare altre previsioni per tut-ti quei fenomeni che sono collegati allosviluppo della stampa.

Le nuove tecniche elettroniche han-no consentito di accorciare notevolmen-te i tempi di preparazione di un testoscolastico molto complicato o di unlibro tecnico: libri che avevano la ge-stazione di un anno o più, partendodalla consegna del manoscritto, richie-dono ora anche meno di tre mesi peressere pubblicati. Questo significa chesi possono avere in breve tempo libridi carattere scolastico e professionalesempre più aggiornati. Ancora più im-portanti saranno i progressi nella com-posizione per i quotidiani e le pubbli-cazioni periodiche. È stato già speri-mentato che una piena pagina di unquotidiano, comprese le illustrazioni,può essere composta in meno di cin-que minuti; in tal modo le notizie at-traverso la stampa potrebbero egua-gliare per rapidità quelle delle informa-zioni offerte dalla radio e dalla televi-sione.

Ma vi è un'ulteriore possibilità, im-portante quanto la rapidità di composi-zione: la distribuzione delle pubblica-zioni su scala continentale senza doverprovvedere alla spedizione nei vari pun-ti del globo di enormi quantità di cartastampata. Il contenuto di un giornaleo di una rivista composto elettronica-mente presso una redazione centralepuò essere trasmesso per mezzo del te-lefono o della radio in tutti i paesi delmondo dove compositrici elettronicheazionate da un centro unico produrran-no matrici per la stampa da impiegarenegli stabilimenti locali. In tale modo ilettori di New York, Chicago, Roma,S. Francisco, Honolulu, Londra, Tokyoe altre città nei vari continenti potran-no leggere lo stesso quotidiano o lostesso periodico senza le sfasature ditempo dovute alla distribuzione.

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