La collera di Bernard Crescete e relazionatevi II pittore ... · nea possa comunicare il modo in...

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IL GIORNALE DELL'ARTE Numero 345, settembre 2014 II Giornale delle Mostre 31 Mostre Taipei Crescete e relazionatevi 50 artisti per divulgare in una biennale la visione estetica del curatore Nicolas Bourriaud Taipei. Il modo in cui gli artisti guarda- no alla natura e alla tecnologia è il tema centrale della nona Biennale d'arte con- temporanea di Taipei, curata da Nicolas Bourriaud, direttore dell'École Nationa- le Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, e aperta dal 13 settembre al 4 gennaio al Taipei Fine Arts Museum. Bourriaud uti- lizzerà l'evento, intitolato «La grande ac- celerazione», per divulgare ulteriormente la sua teoria dell'«estetica relazionale», che propose per la prima volta nel 1995. Boumaud ritiene che l'arte contempora- nea possa comunicare il modo in cui gli esseri umani si connettono con gli ani- mali, le piante, le macchine, i prodotti e gli oggetti dell'era di Internet: *Ho ini- ziato dall'abbinamento macchina-natura per mostrare come gli artisti Io integrino nei loro lavori, spiega. In un certo senso, faccio riparti- re inestetica relazionale" confrontandola con il "realismo speculativo", una tendenza filosofica che rivendica uguali diritti per esseri umani e oggetti naturali o artificiali'. Secondo gli organizzatori, «la mostra evi- denzia Qmodo incui gli artisti si concentrano su legami, concatenazioni, connessioni e muta- zioni, e come immaginino la terra alla stregua di un'enorme rete, incui appaiono nuovi stati deUa materia e nuove forme di relazione, for- mando quel nuovo stato di 'danza fantasma' tra persone e oggetti che Karl Marx descriveva nel XIX secolot. La Biennale, che è larga- mente finanziata dal governo taiwanese, mescola, tra la cinquantina di artisti invi- tati, nomi emergenti, come Tehranborn Tala Madani e la newyorkese Alisa Barem- boym, con figure consolidate come Joan Jonas, Haegue Yang e Josephine Meckse- per. La statunitense Rachel Rose espone il video «Sitting Feeding Sleeping» (2013) ambientato in un laboratorio criogenico, come parte di una nuova installazione, mentre Roger Hiorns, tra i finalisti del Turner Prize, ha incorporato materia cere- brale animale in una serie di rilevi murali scultorei realizzati in polistirolo. Circa un terzo degli artisti ha prodotto nuove ope- re. È il caso dello scozzese Charles Avery, Rachel Rose, «Sitting Feeding Sleeping», 2013 che dovrebbe presentare una piscina in bronzo con un airone, anch'esso in bron- zo, appollaiato lateralmente, da allestire nel Jadindagadendar, il parco nel cuore di Onomatopoeia, capitale di un'immagi- naria isola inventata di Avery. «Una buona ^ biennale è, prima di tutto, una buona mostra, 1 conclude Bourriaud. E ogni interessante = esposizione, secondo me, deve posizionarsi nel | presente, e difendere un'idea di cosa sia l'arte». | • Garetti Hanis ' | Torino II pittore errante Alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Ostrowski e l'apologià dell'errore Torino. F come «fehlermalerei», espressione tedesca che sta per «pittura sbagliata» o «er- rore pittorico». Oppure, F come il più basso voto scolastico, il corrispettivo americano del nostro «inclassificabile». O, ancora, F co- me «frame», cornice, elemento che definisce ogni opera pittorica. La F, per il trentatreen- ne pittore tedesco David Ostrowski (Colo- nia, 1981) rappresenta il fallimento, l'errore e l'imperfezione; ed è proprio questa lettera a dare il nome a una serie di dipinti iniziata nel 2011, in seguito a un incendio che di- strusse il suo studio di Colonia. In quell'occa- sione si salvò una sola tela, macchiata dalla fuliggine. Quest'opera convinse Ostrowski a ripartire, avviando il ciclo di dipinti citato (e tuttora in corso). La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ospita, dall'll settembre al 28 febbraio, una personale del giovane e quotatissimo pittore (Phillips, lo scorso lu- glio, ha battuto un suo lavoro a circa 215mi- la euro), ex allievo di Albert Oehlen a Dus- La leggenda nera dei Borgia irigi. Quella dei Borgia è una delle famiglie più rifluenti nell'Italia del XV eXVI secolo, il cui nome rinvia a storie di potere e ambizioni, omicidi, incesti e tradimenti. Ma fu anche una famiglia di mecenati illuminati che appoggiarono i grandi artisti del Rinascimento. Èproprio all'epoca Borgia che il Musée Malllol dedica, dal 17 settembre al 15 maggio 2015, la mostra «I Bolgia e il loro tempo» in cui, con prestiti delle grandi istituzioni italiane e europee, è allestita un'ottantina di opere, da Bellini, Della Robbia, Dosso Dossi, Mantegna, Michelangelo e Perugino a Pinturicchio, Raffaello, Tiziano e Leonardo. Il Museo Correr di Venezia ha prestato «La trasfigurazione di Cristo» di Bellini, mentre gli Uffizi i famosi ritratti di Luterò e sua moglie di Cranach il Vecchio. Di Michelangelo sono esposti 2 disegni preparatori della Cappella Sistina e della Pietà. «La tradizione associa dasecoli questa famiglia agli aspetti più sinistri del Rinascimento italiano, osserva Barbara Briganti, che ha curato la mostra con Claudio Strinati. Ma che cosa c'è di vero nella leggenda nera dei Borgia?'. Tutto ruota intorno a tre personaggi: Rodrigo Borgia, eletto papa nel 1492 con il nome di Alessandro VI, e i suoi figli, l'ambizioso Cesare, detto il Valentino, e Lucrezia «l'awelenatrice». Tra le curiosità, una reliquia dei capelli di quest'ultima prestata dall'Ambrosiana di Milano (nella foto, Altobello Melone, «Presunto ritratto di Cesare Borgia», 1513), L.D.M. Una delle opere di David Ostrowski in mostra a Torino seldorf. I dipinti, realizzati attraverso strati di vernice spray, polvere e ritagli di tele, ri- velano chiare e delicate composizioni, a cui l'artista giunge attraverso una tecnica che predilige la rapidità esecutiva e integra l'er- rore nel processo creativo. Parallelamente, lo spazio torinese presenta sino al 12 ottobre le opere dei vincitori del contest Re Rebau- dengo Serpentine Grants del 2013, rivolto ad artisti nati dopo il 1989 e frutto della col- laborazione tra Fondazione Sandretto e Ser- pentine Gallery di Londra. Ad aggiudicarsi il premio sono stati il duo americano Niko Ka- ramya & Tierney Finster, autori di unvideo musicale, epilogo di una trilogia sull'amore nell'epoca di internet, e l'artista tedesco Ric- cardo Paratore, in mostra con unvideo e un ciclo di dipinti realizzati con le coperte, gli oggetti e le vivande comunemente servite dalle compagnie aeree ai passeggeri dei voli Infine, nelle stesse date, è possibile vedere le fotografie dei finalisti del Premio Pictet La collettiva, dal titolo «Consumption», racco- glie le opere di undici artisti (tra cui l'appe- na deceduto Michael Schmidt, vincitore del premio, Laurie Simmons, Femando Herràn e Allan Sekula) legate al tema del consumo e della sostenibilità. Federico Ftorian ! La collera di Bernard Parigi. Fu pittore e incisore, ma anche critico d'arte, poeta e scrittore. La mostra «Émlle Bernard (1868-1941). La pittura In collera», al Musée de l'Orangerle dal 17 settembre al 5 gennaio, è la prima retrospettiva parigina dedicata al pittore neoimpressionista originario di Lille, che negli anni 1880 elaborò, insieme a Louis Anquetin, il Cloisonnisme. Un nuovo stile pittorico che influenzò molto Gauguin e Van Gogh (conosciuti nell'atelier di Fernand Cormon e ai quali Bernard fu molto legato), nonché i Nabis. Uno stile riconoscibile per le sue figure dai contorni netti e scuri che racchiudono blocchi compatti di colore, vivace e piatto, senza effetti chiaroscurali (il termine viene dal francese «cloison» che significa «compartimento»). Molte tele esposte appartengono alle collezioni del Musée d'Orsay, come «La moisson d'un champ de blé» (nella foto) del 1888, e l'«Autoportraitavec allegorie sur le siede» detto anche «Visione»del 1891. Collezionisti privati hanno prestato «Le marche au cochons» (1892) e «Femmes à cheval à Robinson» (1887). Dal Musée des Beaux-Arts di Brest giunge «Chffonnières- Clichy» (1887). U LD.M. Il rumoroso futurista Ascona (Svizzera). Luigi Russolo (Portogruaro 1885 - Cerro Laveno, 1947) èconosciuto come pittore e come musicista futurista, autore del manifesto «L'arte dei rumori», e inventore dell'«intonarumori», ingombrante macchinario formato da«sibilatoli», «rombatoli», «scoppiatori» e così via. La sua vicenda artistica era però iniziatanel 1901, nell'ambiente di «Poesia», la rivista simbolista di F.T. Marinetti, che gli aveva aperto anche le porte della pittura, per virare poi verso la sola musica e, dopo le ferite (nel corpo e nella psiche) subite nella Grande Guerra, verso le filosofie orientali e lo yoga. Solo a partire dal 1938 avrebbe ancora dipinto, in uno stile che definiva «classico- moderno». Lamostra «Luigi Russolo. Al di là della materia» curata da Marta Folini, Anna Gasparotto e Franco Tagliapietra per il Museo d'Arte Moderna di Ascona (dal 14 settembre al 7 dicembre) rilegge ogni aspetto della sua produzione, ponendo l'accento sulla costante vena spiritualista e irrazionale e, per la prima volta, sui suoi contatti con la colonia misticoesoterica di Monte Verità. Nella foto, «Autoritratto», 1940. AdJH. Pane Azimuth Venezia. All'epoca il selfìe non esisteva, ma non c'è dubbio che Piero Manzoni ne avrebbe fatto unelemento del suosogno utopistico econcettuale. «De/ resto, afferma Luca Massimo Barbero, l'opera che apre la mostra, "Base magica. Scultura Vivente", del 1961, è esemplare del momento ipertrofico dell'io umano*. La mostra cui si riferisce il curatore è quella alla Collezione Peggy Guggenhelm dal 20 settembreal 19 gennaio, dedicata ad Azimuth nella doppia accezione di galleria e di rivista. Un'esperienza racchiusa dal settembre del 1959 al luglio del 1960, che segna una svolta nell'arte italiana, con il valore performativo dei «fiati» e delle «merde d'artista» di Manzoni, che in quel periodo metteva a punto anche gli «achromes» in diversi materiali, comprese le celebri «rosette» di pane, e leintroflessioni di Castellani. Il gruppo Azimuth era lineacon le ricerche più avanzate: nonsolo con il gruppo ZERO (protagonista dal 10 ottobre al Guggenheim di New York) ma anche con Johns e Rauschenberg. Presenza fondante Lucio Fontana, al quale era stata dedicata l'unica monografia della rivista. L'esposizione si articola in sei sezioni: a un confronto Europa-America seguono Manzoni e Castellani, poi il tema dell'oggetto e i contesti italiano (con opere di Gianni Colombo, Giovanni Anceschi, Alberto Biasi e Manfredo Missironi) ed europeo con Piene, Morellet, Mavigner, Megert e Schoonoven; infine l'influenza che Azimuth ha esercitato negli anni successivi. Prestiti dal Louisiana Museum of Modern Art, dal Philadelphia Art Museum e dall'Herning Museum of Modern Art, che possiede la piùricca collezione di opere di Piero Manzoni. Catalogo Marsilio. ,<j .J Lidia Panieri mouiwitjjn.niijLiJioin;; Presenta questo coupon al cinema per acquistare il biglietto a Iconoclasm reborn with Islamk State fanaticism _J Van Eyck: thè unvarnished truth Special report: Brazil as Bienal de Sào Paulo opens Grand revamp for Louvre U Time runs out for German museums to strike deal over art seized after 1945 Abbonarsi in Italia costa no euro Tei. OH 8199157 Fax 011 8193090 [email protected]

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IL GIORNALE DELL'ARTE Numero 345, settembre 2014 II Giornale delle Mostre 31

Mostre

Taipei

Crescete e relazionatevi50 artisti per divulgare in una biennalela visione estetica del curatore Nicolas Bourriaud

Taipei. Il modo in cui gli artisti guarda-no alla natura e alla tecnologia è il temacentrale della nona Biennale d'arte con-temporanea di Taipei, curata da NicolasBourriaud, direttore dell'École Nationa-le Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, eaperta dal 13 settembre al 4 gennaio alTaipei Fine Arts Museum. Bourriaud uti-lizzerà l'evento, intitolato «La grande ac-celerazione», per divulgare ulteriormentela sua teoria dell'«estetica relazionale»,che propose per la prima volta nel 1995.Boumaud ritiene che l'arte contempora-nea possa comunicare il modo in cui gliesseri umani si connettono con gli ani-mali, le piante, le macchine, i prodottie gli oggetti dell'era di Internet: *Ho ini-ziato dall'abbinamento macchina-natura permostrare come gli artisti Io integrino nei lorolavori, spiega. In un certo senso, faccio riparti-re inestetica relazionale" confrontandola con il"realismo speculativo", una tendenza filosoficache rivendica uguali diritti per esseri umani eoggetti naturali o artificiali'.Secondo gli organizzatori, «la mostra evi-denzia Q modo in cui gli artisti si concentranosu legami, concatenazioni, connessioni e muta-zioni, e come immaginino la terra alla streguadi un'enorme rete, in cui appaiono nuovi statideUa materia e nuove forme di relazione, for-mando quel nuovo stato di 'danza fantasma'tra persone e oggetti che Karl Marx descrivevanel XIX secolot. La Biennale, che è larga-mente finanziata dal governo taiwanese,mescola, tra la cinquantina di artisti invi-tati, nomi emergenti, come TehranbornTala Madani e la newyorkese Alisa Barem-boym, con figure consolidate come JoanJonas, Haegue Yang e Josephine Meckse-per. La statunitense Rachel Rose esponeil video «Sitting Feeding Sleeping» (2013)ambientato in un laboratorio criogenico,come parte di una nuova installazione,mentre Roger Hiorns, tra i finalisti delTurner Prize, ha incorporato materia cere-brale animale in una serie di rilevi muraliscultorei realizzati in polistirolo. Circa unterzo degli artisti ha prodotto nuove ope-re. È il caso dello scozzese Charles Avery,

Rachel Rose, «Sitting FeedingSleeping», 2013

che dovrebbe presentare una piscina inbronzo con un airone, anch'esso in bron-zo, appollaiato lateralmente, da allestirenel Jadindagadendar, il parco nel cuoredi Onomatopoeia, capitale di un'immagi-naria isola inventata di Avery. «Una buona ^biennale è, prima di tutto, una buona mostra, 1conclude Bourriaud. E ogni interessante =esposizione, secondo me, deve posizionarsi nel |presente, e difendere un'idea di cosa sia l'arte». |• Garetti Hanis ' |

Torino

II pittore erranteAlla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo,Ostrowski e l'apologià dell'errore

Torino. F come «fehlermalerei», espressionetedesca che sta per «pittura sbagliata» o «er-rore pittorico». Oppure, F come il più bassovoto scolastico, il corrispettivo americanodel nostro «inclassificabile». O, ancora, F co-me «frame», cornice, elemento che definisceogni opera pittorica. La F, per il trentatreen-ne pittore tedesco David Ostrowski (Colo-nia, 1981) rappresenta il fallimento, l'erroree l'imperfezione; ed è proprio questa letteraa dare il nome a una serie di dipinti iniziatanel 2011, in seguito a un incendio che di-strusse il suo studio di Colonia. In quell'occa-sione si salvò una sola tela, macchiata dallafuliggine. Quest'opera convinse Ostrowski aripartire, avviando il ciclo di dipinti citato (etuttora in corso). La Fondazione SandrettoRe Rebaudengo ospita, dall'll settembreal 28 febbraio, una personale del giovane equotatissimo pittore (Phillips, lo scorso lu-glio, ha battuto un suo lavoro a circa 215mi-la euro), ex allievo di Albert Oehlen a Dus-

La leggenda nera dei Borgiairigi. Quella dei Borgia è una delle famiglie più

rifluenti nell'Italia del XV e XVI secolo, il cui nomerinvia a storie di potere e ambizioni, omicidi, incestie tradimenti. Ma fu anche una famiglia di mecenatiilluminati che appoggiarono i grandi artisti delRinascimento. È proprio all'epoca Borgia che ilMusée Malllol dedica, dal 17 settembre al 15 maggio2015, la mostra «I Bolgia e il loro tempo» in cui, conprestiti delle grandi istituzioni italiane e europee, èallestita un'ottantina di opere, da Bellini, Della Robbia,Dosso Dossi, Mantegna, Michelangelo e Perugino

a Pinturicchio, Raffaello, Tiziano e Leonardo. Il Museo Correr di Venezia ha prestato «Latrasfigurazione di Cristo» di Bellini, mentre gli Uffizi i famosi ritratti di Luterò e sua mogliedi Cranach il Vecchio. Di Michelangelo sono esposti 2 disegni preparatori della CappellaSistina e della Pietà. «La tradizione associa da secoli questa famiglia agli aspetti più sinistridel Rinascimento italiano, osserva Barbara Briganti, che ha curato la mostra con ClaudioStrinati. Ma che cosa c'è di vero nella leggenda nera dei Borgia?'. Tutto ruota intorno a trepersonaggi: Rodrigo Borgia, eletto papa nel 1492 con il nome di Alessandro VI, e i suoifigli, l'ambizioso Cesare, detto il Valentino, e Lucrezia «l'awelenatrice». Tra le curiosità, unareliquia dei capelli di quest'ultima prestata dall'Ambrosiana di Milano (nella foto, AltobelloMelone, «Presunto ritratto di Cesare Borgia», 1513), • L.D.M.

Una delle opere di David Ostrowski inmostra a Torino

seldorf. I dipinti, realizzati attraverso stratidi vernice spray, polvere e ritagli di tele, ri-velano chiare e delicate composizioni, a cuil'artista giunge attraverso una tecnica chepredilige la rapidità esecutiva e integra l'er-rore nel processo creativo. Parallelamente,lo spazio torinese presenta sino al 12 ottobrele opere dei vincitori del contest Re Rebau-dengo Serpentine Grants del 2013, rivoltoad artisti nati dopo il 1989 e frutto della col-laborazione tra Fondazione Sandretto e Ser-pentine Gallery di Londra. Ad aggiudicarsi ilpremio sono stati il duo americano Niko Ka-ramya & Tierney Finster, autori di un videomusicale, epilogo di una trilogia sull'amorenell'epoca di internet, e l'artista tedesco Ric-cardo Paratore, in mostra con un video e unciclo di dipinti realizzati con le coperte, glioggetti e le vivande comunemente servitedalle compagnie aeree ai passeggeri dei voliInfine, nelle stesse date, è possibile vedere lefotografie dei finalisti del Premio Pictet Lacollettiva, dal titolo «Consumption», racco-glie le opere di undici artisti (tra cui l'appe-na deceduto Michael Schmidt, vincitore delpremio, Laurie Simmons, Femando Herràne Allan Sekula) legate al tema del consumo edella sostenibilità. • Federico Ftorian !

La collera di BernardParigi. Fu pittore e incisore, ma anchecritico d'arte, poeta e scrittore. La mostra«Émlle Bernard (1868-1941). La pitturaIn collera», al Musée de l'Orangerle dal17 settembre al 5 gennaio, è la primaretrospettiva parigina dedicata al pittoreneoimpressionista originario di Lille,che negli anni 1880 elaborò, insiemea Louis Anquetin, il Cloisonnisme.Un nuovo stile pittorico che influenzòmolto Gauguin e Van Gogh (conosciutinell'atelier di Fernand Cormon e aiquali Bernard fu molto legato), nonchéi Nabis. Uno stile riconoscibile per lesue figure dai contorni netti e scuri cheracchiudono blocchi compatti di colore,vivace e piatto, senza effetti chiaroscurali(il termine viene dal francese «cloison»che significa «compartimento»). Moltetele esposte appartengono alle collezionidel Musée d'Orsay, come «La moissond'un champ de blé» (nella foto) del1888, e l'«Autoportraitavec allegoriesur le siede» detto anche «Visione» del1891. Collezionisti privati hanno prestato

«Le marche aucochons» (1892)e «Femmes àcheval à Robinson»(1887). Dal Muséedes Beaux-Artsdi Brest giunge«Chffonnières-Clichy» (1887).U LD.M.

Il rumoroso futuristaAscona (Svizzera). Luigi Russolo (Portogruaro1885 - Cerro Laveno, 1947) è conosciutocome pittore e come musicista futurista,autore del manifesto «L'arte dei rumori», einventore dell'«intonarumori», ingombrantemacchinario formato da «sibilatoli»,«rombatoli», «scoppiatori» e così via. Lasua vicenda artistica era però iniziata nel1901, nell'ambiente di «Poesia», la rivistasimbolista di F.T. Marinetti, che gli avevaaperto anche le porte della pittura, per virarepoi verso la sola musica e, dopo le ferite (nelcorpo e nella psiche) subite nella GrandeGuerra, verso le filosofie orientali e lo yoga.Solo a partire dal 1938 avrebbe ancoradipinto, in uno stile che definiva «classico-moderno». La mostra «Luigi Russolo. Al di làdella materia» curata da Marta Folini, AnnaGasparotto e Franco Tagliapietra per il Museo

d'Arte Modernadi Ascona (dal 14settembre al 7dicembre) rileggeogni aspetto dellasua produzione,ponendo l'accentosulla costantevena spiritualistae irrazionale e, perla prima volta, sui

suoi contatti con la colonia misticoesotericadi Monte Verità. Nella foto, «Autoritratto»,1940. • AdJH.

Pane AzimuthVenezia. All'epoca il selfìe non esisteva,ma non c'è dubbio che Piero Manzoni neavrebbe fatto un elemento del suo sognoutopistico e concettuale. «De/ resto, affermaLuca Massimo Barbero, l'opera che aprela mostra, "Base magica. Scultura Vivente",del 1961, è esemplare del momentoipertrofico dell'io umano*. La mostra cui siriferisce il curatore è quella alla CollezionePeggy Guggenhelm dal 20 settembre al19 gennaio, dedicata ad Azimuth nelladoppia accezione di galleria e di rivista.Un'esperienza racchiusa dal settembredel 1959 al luglio del 1960, che segnauna svolta nell'arte italiana, con il valoreperformativo dei «fiati» e delle «merded'artista» di Manzoni, che in quel periodometteva a punto anche gli «achromes»in diversi materiali, comprese le celebri«rosette» di pane, e le introflessioni diCastellani. Il gruppo Azimuth era linea conle ricerche più avanzate: non solo con ilgruppo ZERO (protagonista dal 10 ottobreal Guggenheim di New York) ma anchecon Johns e Rauschenberg. Presenzafondante Lucio Fontana, al quale erastata dedicata l'unica monografia dellarivista. L'esposizione si articola in seisezioni: a un confronto Europa-Americaseguono Manzoni e Castellani, poi il temadell'oggetto e i contesti italiano (con operedi Gianni Colombo, Giovanni Anceschi,Alberto Biasi e Manfredo Missironi) edeuropeo con Piene, Morellet, Mavigner,Megert e Schoonoven; infine l'influenzache Azimuth ha esercitato negli annisuccessivi. Prestiti dal Louisiana Museumof Modern Art, dal Philadelphia Art Museume dall'Herning Museum of Modern Art, chepossiede la più ricca collezione di opere diPiero Manzoni. Catalogo Marsilio. ,<j

.J Lidia Panieri mouiwitjjn.niijLiJioin;;

Presenta questocoupon al cinemaper acquistareil biglietto a

• Iconoclasm reborn with

Islamk State fanaticism_J Van Eyck:

thè unvarnished truth• Special report: Brazil

as Bienal de Sào Paulo

opens

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for German museums

to strike deal over

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