La cicogna si fa in quattro · L’Astrologia, definita Chaldaeorum monstra (9), non si sottrae...

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La cicogna si fa in quattro..... di Lucia Bellizia E lucevan le stelle e olezzava la terra, stridea l'uscio dell'orto... Giacomo Puccini - Tosca (Atto III, scena II) La città di Lipsia, già patria di filosofi e matematici quali Gottfried von Leibniz e di compositori quali Richard Wagner, è balzata agli onori della cronaca - perlomeno di quella tedesca - il 6 gennaio 2012, per aver dato i natali a quelle che sono state ribattezzate le Leipziger Vierlinge e cioè alle prime quattro gemelle monozigoti monocoriali, di cui si abbia notizia in Germania (1). Laura, Jasmin, Sophie e Kim hanno visto la luce, quando erano nella ventottesima settimana, nel Leipziger Universitätsklinikum mediante taglio cesareo; pesavano circa un chilo ognuna ed hanno atteso in incubatrice, nel reparto di terapia intensiva neonatale, la data presunta in cui la madre avrebbe dovuto partorirle. I fortunati genitori sono Janett e Marcus Menhert, rispettivamente parrucchiera ed operaio alla BMW di Lipsia. Questa nascita viene considerata un miracolo, in quanto non solo la probabilità che si verifichi un concepimento del genere è statisticamente di 1 a 13 milioni, ma la gestazione viene di solito accompagnata da minacce varie per la vita dei feti, quali gestosi e tossiemia gravidica, aborto spontaneo o morte perinatale. Nulla di tutto questo per le quattro gemelle né per la loro madre, che non aveva fatto alcuna cura per la fertilità e non ha avuto alcun problema durante la gravidanza. E’stata infatti dimessa in perfetta forma dalla clinica, cinque giorni dopo il parto ed ha fatto ritorno col marito a casa, dove li attendeva il primo figlio Lucas, dell’età di allora cinque anni (Fig. 1). Fig. 1: I Menhert (al centro) ricevono in dono il 7.6.2012 dalla Gerstmann Automobile di Lipsia una monovolume Ford S-MAX in grado di trasportare l’intera famiglia.

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La cicogna si fa in quattro..... di

Lucia Bellizia

E lucevan le stelle

e olezzava la terra,

stridea l'uscio dell'orto...

Giacomo Puccini - Tosca (Atto III, scena II)

La città di Lipsia, già patria di filosofi e matematici quali Gottfried von Leibniz e di

compositori quali Richard Wagner, è balzata agli onori della cronaca - perlomeno di quella tedesca

- il 6 gennaio 2012, per aver dato i natali a quelle che sono state ribattezzate le Leipziger Vierlinge

e cioè alle prime quattro gemelle monozigoti monocoriali, di cui si abbia notizia in Germania (1).

Laura, Jasmin, Sophie e Kim hanno visto la luce, quando erano nella ventottesima settimana, nel

Leipziger Universitätsklinikum mediante taglio cesareo; pesavano circa un chilo ognuna ed hanno

atteso in incubatrice, nel reparto di terapia intensiva neonatale, la data presunta in cui la madre

avrebbe dovuto partorirle. I fortunati genitori sono Janett e Marcus Menhert, rispettivamente

parrucchiera ed operaio alla BMW di Lipsia. Questa nascita viene considerata un miracolo, in

quanto non solo la probabilità che si verifichi un concepimento del genere è statisticamente di 1 a

13 milioni, ma la gestazione viene di solito accompagnata da minacce varie per la vita dei feti,

quali gestosi e tossiemia gravidica, aborto spontaneo o morte perinatale. Nulla di tutto questo per

le quattro gemelle né per la loro madre, che non aveva fatto alcuna cura per la fertilità e non ha

avuto alcun problema durante la gravidanza. E’stata infatti dimessa in perfetta forma dalla clinica,

cinque giorni dopo il parto ed ha fatto ritorno col marito a casa, dove li attendeva il primo figlio

Lucas, dell’età di allora cinque anni (Fig. 1).

Fig. 1: I Menhert (al centro) ricevono in dono il 7.6.2012

dalla Gerstmann Automobile di Lipsia

una monovolume Ford S-MAX in grado di trasportare l’intera famiglia.

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I gemelli monozigoti derivano da una singola cellula uovo fecondata da un singolo spermatozoo.

Tra il quarto e l’ottavo giorno di gravidanza, durante le prime fasi della moltiplicazione cellulare e

per motivi assolutamente casuali ed ancora sconosciuti, avviene la separazione dell'unica massa di

cellule, presente in quel momento, in due o più piccole masse separate, dette morule (Fig. 2).

... e si formano altrettanti gemelli

Fig. 2: Lo zigote si divide

(nel nostro caso in quattro).....

...... procurando lavoro supplementare alla cicogna!

Questi gemelli possono condividere la stessa placenta e in quel caso sono detti monocoriali o

possono sviluppare due o più placente distinte; sono sempre di sesso eguale e si somigliano

moltissimo, sono anzi praticamente identici, in quanto posseggono lo stesso patrimonio genetico.

Hanno quindi gli stessi occhi, gli stessi capelli, lo stesso gruppo sanguigno, gli stessi caratteri

somatici.... in pratica dei cloni, come è accaduto per le Leipziger Vierlinge (Fig. 3).

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Fig. 3: Le quattro gemelle Menhert festeggiano il loro primo compleanno

Le nascite gemellari hanno suscitato presso le varie popolazioni del mondo sentimenti ed

atteggiamenti contrastanti, che vanno dal considerarle una vera e propria maledizione ed il frutto

di pratiche sessuali multiple (2) - con conseguente soppressione dei neonati nel timore che la

sventura ne colpisse la famiglia -, all’accoglierle invece con gioia, in quanto si tratterebbe di esseri

immortali, che di tanto in tanto lasciano la loro dimora celeste per portare abbondanza e prosperità

sulla Terra (3). La maggior parte delle civiltà storiche presenta anche esempi di venerazione di

gemelli divini: notissimo il culto dei Dioscuri Castore e Polluce, figli di Zeus (o forse di Tindaro)

e di Leda, che ebbe origine a Sparta e si diffuse in tutto il mondo greco, ove i due venivano

considerati protettori dei naviganti, ed in quello romano, dove invece tutelavano i cavalieri. Ma ci

piace ricordare anche quello dei Palici (Fig. 4), divinità ctonie sicule, presenti nella mitologia

romana (4) ed anche in quella greca: associati ai geyser e al mondo sotterraneo, avevano un loro

santuario vicino a due piccoli laghi che emettevano vapori sulfurei, nei pressi di Palikè, l’odierna

Palagonia ed erano figli forse di Zeus o di Efesto o del dio siculo Adranos e della ninfa Etna o

Talia. Nel loro tempio avevano diritto di asilo gli schiavi maltrattati dai loro padroni, che non

potevano riprenderli prima di aver promesso, con solenne giuramento, di comportarsi

diversamente nei loro confronti; era presente un oracolo; e si esercitava il giuramento ordalico: il

chiamato in giudizio gettava nell’acqua, che sgorgava dal terreno, una tavoletta, sulla quale era

scritta la sua formula di giuramento e veniva ritenuto colpevole di spergiuro nel caso essa non

avesse galleggiato.

Fig. 4: I gemelli Palici o Palisci

(immagine tratta dal Parnassus biceps di J.J. Boissard, 1627)

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I gemelli quale strumento di polemica anti-astrologica

Non possiamo in questo il luogo ripercorrere nel dettaglio le argomentazioni che sono stati rivolte,

dai pagani prima e dai cristiani poi, contro ogni forma di divinazione ed anche contro la nostra

disciplina e con le quali da tempo immemorabile ci si trova a fare i conti. Ci interessano tuttavia in

questa sede, in quanto anche i gemelli ne sono stati parte. Brevemente diremo che esse vengono

fatti risalire dagli studiosi a Carneade di Cirene e che si sono ripetute nei secoli sempre eguali,

talora esasperanti nella loro monotonia (5). Carneade... chi era costui? avrebbe detto Don

Abbondio (6), fu filosofo greco (214 - 129 a.C.) della corrente degli scettici e fondatore della

nuova Accademia, oratore appassionato ed accanito oppositore del fatalismo degli Stoici. Questi

ultimi, con la sola eccezione, nel tempo, di Panezio ed in parte di Diogene di Seleucia (7), avevano

favorito l’ingresso dell’astrologia nel mondo della filosofia e l’avevano in qualche modo

legittimata con le finezze della loro dialettica, legando indissolubilmente ad essa le proprie

dottrine. Contro di essi ed in particolare contro Crisippo di Soli, che era stato deciso difensore

della mantica, si scagliò Carneade, fissando così presso i Greci e i Latini i tratti fondamentali della

polemica anti-fatalista, tratti che poterono da allora in avanti essere ripresi ed utilizzati da tutti i

sostenitori del libero arbitrio, quale che fosse la loro fede o la loro matrice culturale (8).

Impossibilità di determinare il momento esatto della nascita, diversità nell’aspetto e nella vita di

persone che posseggono la medesima genitura, comune destino invece per persone nate in luoghi e

tempi diversi e soprattutto negazione che l’uomo possa auto-determinarsi, se tutto è già scritto

nelle stelle ... ecco solo alcuni dei cavalli di battaglia dei detrattori dell’astrologia. La più sentita di

tutte era ad ogni modo l’argomentazione di carattere morale: se dunque le opere umane sono

guidate dal fato, il singolo non può essere ritenuto responsabile del proprio comportamento e non

è meritevole perciò né di premi né di punizioni. In questa scia si pone il De divinazione, trattato

filosofico in due libri scritto da M. Tullio Cicerone nel 44 a. C., nel quale vengono prese in esame

le varie forme di divinazione, per mostrarne la fallacia e contestarne la validità, se non allo scopo

di mantenere gli equilibri interni allo Stato e salvaguardare le tradizioni. L’Astrologia, definita

Chaldaeorum monstra (9), non si sottrae agli strali dell’Arpinate, che dopo aver citato astronomi e

filosofi, che si rifiutarono di avallare questo genere di predizione, ricorre alle consuete

argomentazioni confutative, una delle quali è appunto la dissomiglianza dei gemelli nel carattere e

nel destino. Egli dice che il sopra ricordato Diogene di Babilonia, che pure aveva concesso che gli

astrologi sappiano predire quale carattere avrà il singolo nato e a quale attività sarà

particolarmente idoneo, aveva già negato che essi potessero prevedere alcuna altra cosa ed aveva

osservato che i gemelli hanno costituzione fisica eguale, ma vita e fortuna per lo più differente;

come accadde a Procle ed Euristene, re degli Spartani, fratelli gemelli, che non vissero lo stesso

numero di anni e non conseguirono gli stessi successi, in quanto il primo morì un anno prima del

secondo e fu di gran lunga superiore a lui nelle imprese.

I gemelli dunque, così simili nell’aspetto, vivono poi vite diverse... come mai? A questa

domanda avrebbe dato risposta Publio Nigidio, senatore, filosofo e grammatico romano del I sec.

a.C., che Svetonio ricorda come Pithagoricus et magus (10), e che ebbe il soprannome di Figulo,

perché tornato dalla Grecia disse di aver imparato che la volta celeste gira con la velocità della

ruota di un vasaio (11). L’episodio è riportato da Agostino di Ippona nel De Civitate Dei (12) con

queste parole: [Nigidio, interrogato sulla questione dei gemelli, prima di rispondere] avendo fatto

girare con tutte le forze la ruota di un vasaio, mentre quella era in piena velocità, la colpì

rapidamente con l’inchiostro per due volte quasi in un sol punto. I segni, che aveva fatto, furono

poi trovati assai distanti l’uno dall’altro, sull’estremità della ruota. “Allo stesso modo - aggiunse

- data la rapidità dei giri del cielo, anche se uno nasce dopo l’altro, con la stessa celerità con cui

io ho toccato due volte la ruota, grandissimo è lo spazio percorso dai corpi celesti. E di qui hanno

origine tutte le disuguaglianze dei corpi e dei vicende dei gemelli”.

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L’opinione di Nigidio, profondo conoscitore dei moti degli astri e della loro influenza sugli

accadimenti umani, era dunque quella che la rota mundi si muova con tale speditezza che

nemmeno due persone nate a brevissima distanza possono avere un egual destino. Questa risposta

non soddisfece Agostino di Ippona, come vedremo più avanti, e prima di lui nemmeno Favorino di

Arelate (Arles). Fu quest’ultimo un filosofo greco del I/II sec. d. C. appartenente alla “Seconda

sofistica”, abile retore particolarmente ostile allo Stoicismo. Della sua opera non restano che

frammenti citati da altri autori; Aulo Gellio (Fig. 5) riporta nelle Noctes Atticae (13), ponderosa

opera in venti libri scritta verso il 159-170 d.C. e ricca di informazioni del sapere umano della sua

epoca, il resoconto di una dissertazione, che gli udì pronunciare a Roma e della quale prese nota,

indirizzata appunto contro coloro che son chiamati Caldei e promettono di prevedere il destino

degli uomini dalla congiunzione e dai moti dei corpi celesti e delle stelle.

Fig. 5: Aulo Gellio così come raffigurato

nel frontespizio dell’edizione delle Noctes Atticae,

pubblicata nel 1706 dai filologi Johann Friedrich e Jacob Gronov

Favorino ripercorre tutti i topoi della polemica anti-astrologica e giunto all’argomento dei gemelli,

così replica a Nigidio Figulo: “Se lo spazio di tempo in cui l’uomo al suo nascere riceve il destino

è così piccolo e veloce che, in quel medesimo punto e nello stesso cerchio zodiacale, non possano

nascere contemporaneamente altri sotto un medesimo aspetto del cielo, e se perciò neppure i

gemelli hanno la stessa sorte nella vita, poiché non sono stati partoriti nel medesimo istante,

chiedo - disse - rispondano in che modo possano tener dietro a quella corsa velocissima del tempo

che vola via e che a stento può esser afferrato con l’immaginazione o come possano essi stessi

penetrarla con lo sguardo e trattenerla, quando dicono che in un così vertiginoso susseguirsi dei

giorni e delle notti anche un piccolissimo spazio di tempo è causa di grandi cambiamenti?”. Si

vede bene che ormai entrambe le parti avevano affilato le armi e le argomentazioni si facevano

sempre più sofisticate... ma il continuo confronto dialettico non ebbe a nuocere all’astrologia, in

quanto finì col suggerirle continui ripensamenti, nonché perfezionamenti nei procedimenti e nei

metodi. Si pensi ad esempio a quanto Claudio Tolemeo ben precisa nel secondo capitolo del I libro

della Tetrábiblos ove dimostra come la previsione sia possibile e fino a qual punto, argomentando

che anche chi si rivolge all’arte astrologica con accurata indagine e nel modo più puro, può

sovente incorrere in errore per la natura stessa dell’argomento e per la sua debolezza di fronte

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alla grandezza della dottrina. In generale, ogni scienza che tratta della qualità è congetturale e

non certa, soprattutto se contempera in sé molti elementi dissimili (14). Ed aggiunge che

l’interprete deve tener conto, quando esamina la genitura di un individuo, di variabili quali la

regione in cui è egli nato, le consuetudini, la stirpe e consimili concause, che producono

necessariamente esiti diversi.

Ma nemmeno un’opera così strutturata ed organica, quale quella del maestro alessandrino ed

il suo richiamarsi a cause naturali, valse a fermare la polemica anti-astrologica, che come

dicevamo, contò sempre nuovi paladini, senza distinzione di nazionalità o di fede: ad es. il filosofo

scettico greco Sesto Empirico (attivo tra il 180 e il 220 d.C.), che riprese nel V libro del Pròj

maθhmatikoúj (Adversus Mathematicos) tutte le argomentazioni di Favorino e pur senza citare i

gemelli, dissentì dalla convinzione astrologica, secondo la quale ad una medesima disposizione

astrale corrispondono gli stessi eventi nella vita, mentre invece sono evidenti i casi di destini

radicalmente opposti (15); o Filone di Alessandria (20 a.C. - 45 d.C. ca.), filosofo ellenistico di

cultura ebraica, che in un’opera apologetica dal titolo De Providentia, giunta a noi in lingua

armena e poi tradotta in latino, concluse il primo sermone con un netto rifiuto, attraverso i

consueti loci, della genetliaca, colpevole di deresponsabilizzare l’uomo (16).

Passando attraverso Padri della Chiesa quali Tertulliano, Ippolito, Origene, Gregorio di Nissa

ed altri (17), che opposero all’astrologia, con l’aiuto di esempi tratti dalle Sacre Scritture, le

consuete obiezioni e la considerarono un prodotto diabolico, giungiamo al prima menzionato

Agostino di Ippona (354-430), dottore della Chiesa e santo, filosofo e grande teorico della fede.

Nel De Civitate Dei, scritto a difesa del Cristianesimo contro l’accusa di aver provocato la caduta

dell’Impero Romano, non mancano gli ormai abituali anatemi contro l’astrologia. Il libro V si apre

con la categorica affermazione che non va prestato alcun ascolto a coloro che sostengono che gli

astri determinino la personalità del singolo, le azioni che egli compirà, il bene che gli toccherà in

sorte, il male che subirà. E questo sia che costoro sostengano che ciò è indipendente dalla volontà

di Dio, sia che ciò dipende dal suo volere: ed è soprattutto contro questi ultimi che Agostino

rivolge la sua polemica. Ritengono che gli astri abbiano questo potere perché è stato concesso loro

da Dio? Offendono il cielo, perché è come dire che nel suo divino consesso si deliberi anche

l’esecuzione di delitti, così grandi talora, che se li avesse decisi il senato di una città terrena, essa

dovrebbe senz’altro esser distrutta. Ritengono invece che nell’esercitare tale influsso gli astri

facciano solo da tramite e che eseguano integralmente i comandi di Dio? Peggio ancora, perché

rimproverano a Dio quel che, nel caso precedente, rimproveravano agli astri. Ci sono quelli poi

che affermano che le stelle sono segni piuttosto che cause e tra essi uomini di alta cultura (18), ma

prosegue l’Ipponate, non così si esprimono gli astrologi; ma se anche così si esprimessero, come

spiegare il fatto che non sono mai riusciti a dire perché si abbia tanta diversità nella vita dei

gemelli, nelle loro attività, eventi, professioni, mestieri, cariche e nelle altre cose di pertinenza

della vita umana e nella stessa morte? (19).

E completamente inutile si rivela ai suoi occhi la motivazione addotta da Nigidio Figulo, che

abbiamo sopra trascritto, in quanto figmentum più fragile dei vasi che vengono modellati con i giri

di quella ruota (20). Non lo convince infatti che gli astrologi spieghino la grande diversità che si

riscontra nella vita di taluni gemelli (come ad esempio Esaù e Giacobbe) adducendo a pretesto che

nel piccolo spazio di tempo che separa le loro nascite, così grande fu il movimento dei cieli, che

non può essere rappresentato: infatti, al contrario, essi continuano a far predizioni a non gemelli in

base al momento in cui sono nati. Diviene in questo caso il movimento dei cieli osservabile?

La polemica cristiana continuò mutatis mutandis a servirsi per secoli dei medesimi argomenti di

quella dei pagani e non si rivelò proprio per questo più efficace. La vera minaccia per l’astrologia,

crediamo, vada altrove ravvisata...

Lasciamo dunque questo breve excursus per tornare alle quattro gemelle.

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Esame della genitura

Fig. 6 - Laura Menhert, la prima nata

l b Casa Q d a DH CH (p) AM q

Sole 285,93 0,00 4 3 -22,49 287,29 1,88 22,21 277,56 285,93

Luna 77,31 -0,29 10 1 22,54 76,24 0,34 4,22 74,49 77,36

Mercurio 267,97 0,13 4 3 -23,29 267,79 0,90 11,17 262,92 268,00

Venere 321,01 -1,77 6 3 -16,17 323,98 4,02 40,29 309,75 320,24

Marte 171,38 3,10 1 4 6,27 173,31 5,56 49,19 166,00 169,85

Giove 30,61 -1,20 8 2 10,56 28,92 2,35 26,23 34,19 30,48

Saturno 208,63 2,44 2 4 -8,70 207,49 2,49 27,53 212,06 208,32

Nodo L. 254,08 0,00 4 3 -22,31 251,22 0,09 1,11 250,76 254,08

MC 71,00

IC 251,00

Laura Menhert

Fig. 7: Laura Menhert - Tabellina dei dati astronomici à la manière dell’astrologia antica

(posizione degli astri nella sfera celeste e nella sfera locale)

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Apprendiamo dal sito del Leipziger Universitätsklinikum (1) che le quattro gemelle sono venute al

mondo nell’arco di cinque minuti, tra le 21 e 45 e le 21 e 50: la prima è stata Laura, l’ultima Kim.

Presentiamo dunque la genitura e la tabellina dei dati astronomici (Fig. 6 e Fig. 7) ed effettuiamo

la raccolta dati solo per la prima, vista l’assenza di sostanziali differenze, ai fini del giudizio, negli

argomenti che andremo a toccare.

* Sorge 15° e 28‘ della Vergine, domicilio ed esaltazione di Mercurio, triplicità notturna della

Luna e confini di Venere. Marte (dh. 5,57) è presente all’ascendente.

* culmina 11° dei Gemelli, domicilio e triplicità notturna di Mercurio, confini di Giove.

Congiunto alla Luna (dh. 0,33); e ad Aldebaran, a Tauri, natura Marte/Venere (dh. 0,02 in 9°

luogo) e alle Hyades ovvero g, d, e, q1 e q2 Tauri, natura Saturno/Mercurio (dh. 0,12).

* il Sole è a 15° 56‘ del Capricorno e avendo dh. 1,87 deve essere considerato tecnicamente

ancora in 5° luogo (succedente ed operoso); domicilio di Saturno, esaltazione di Marte,

triplicità notturna della Luna e confini di Venere. In aspetto di trigono con Marte nello Zodiaco;

in parallelo di declinazione con Mercurio, in antiparallelo con la Luna; in trigono a Giove (dht

= 7,78) e in sestilio con Saturno (dht 4,36) nel mondo.

* la Luna è a 17° 18‘ dei Gemelli in X luogo, cardinale; domicilio e triplicità notturna di

Mercurio, confini di Marte. E‘ visibile, crescente e luminosissima, nella fase detta della prima

gibbosità; latitudine 0° 17‘ S, prossima al Nodo. Si applica con trigono a Venere nello Zodiaco

e nel mondo; con quadrato sovreminente a Marte nello Zodiaco e gli impone la decima nel

mondo; è in antiparallelo di declinazione con Mercurio.

* Mercurio è a 27° 58‘ del Sagittario in IV luogo, cardinale; domicilio e triplicità notturna di

Giove, confini di Marte. Nel proprio esilio. Orientale, diretto, velocissimo, è ancora visibile, ma

in calo di luminosità e nell’arco di sette giorni compirà il tramonto eliaco mattutino. Nello

Zodiaco si applica a Giove con trigono, si separa da Marte con quadrato (Marte sovreminente)

e si applica a Saturno con sestilio. E‘ con Aculeus M7 (dh. 0,76), natura Marte/Luna.

* Venere è a 21° Aquario in 6° luogo, cadente ed inoperoso; domicilio di Saturno, triplicità

notturna di Mercurio e confini di Marte. Occidentale, velocissima, luminosa, ha superato il

sorgere eliaco mattutino. Si applica a Saturno nello Zodiaco.

* Marte è a 21° 22‘ della Vergine nel I luogo, cardinale; domicilio ed esaltazione di Mercurio,

triplicità notturna della Luna. E‘ nei propri confini. Diretto, orientale, visibile, luminoso, è

prossimo alla prima stazione mattutina. Per gli aspetti vedi quanto detto nei paragrafi che

precedono.

* Giove è a 0° 36‘ del Toro, nell‘8° luogo, succedente e pigro; domicilio e confini di Venere,

esaltazione e triplicità notturna della Luna. Occidentale, diretto, lento, visibile e luminoso, ha

superato la seconda stazione vespertina. Oltre a quanto detto parlando di Mercurio, si separa

con diametro da Saturno nello Zodiaco e nel mondo.

* Saturno è a 28° 37‘ della Bilancia, nel 2° luogo, succedente e pigro; domicilio di Venere,

confini di Marte, triplicità notturna di Mercurio, nella propria esaltazione. Orientale, visibile,

luminoso, veloce, si avvia al moto medio. Per gli aspetti vedi quanto già detto nei paragrafi che

precedono.

La prima cosa che ci interessa indagare è quali siano gli indizi di gemellarità in questa genitura e

per farlo ricorriamo al III libro della Tetrábiblos, nel quale figura un capitolo, l’ottavo, dal titolo

Perì didumogónwn (Dei gemelli). Anche Claudio Tolemeo considerò eventi del genere come una

stranezza della natura: non a caso li collocò tra le anomalie del nascere, insieme ai parti

mostruosi, cui sono riconducibili anche i cosiddetti gemelli siamesi, ed insieme alle morti

perinatali.

Il dettato (21) del maestro alessandrino al riguardo è inequivocabile: non si nasce da soli

quando la genitura presenta una sovrabbondanza di bicorporeità e cioè almeno due tra Sole, Luna

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ed oroscopo sono in segni bicorporei, meglio ancora quando anche i dominatori di questi luoghi lo

sono e/o fanno aspetto a due o più astri. Se poi anche Sole, Luna ed oroscopo fanno più aspetti,

più di due sono i concepiti. La stessa cosa accade se invece che l’oroscopo, è il Medio Cielo a

trovarsi in siffatta situazione. Nella genitura di Laura & C. notiamo che non solo l’oroscopo, bensì

tutti e quattro gli assi sono in segni bicorporei; lo è anche la Luna, luminare del tempo. Il

dominatore dell’oroscopo, del Medio Cielo e della Luna, è Mercurio [pianeta che di per sé solo,

secondo Ali ibn Ridwan (Haly), configurato ai luoghi tende ad aumentare il numero di chi nasce],

che è in segno bicorporeo e fa aspetto con tre astri; la Luna stessa si applica a tre pianeti. Il Sole ed

il suo dominatore, Saturno sono in segni tropici, ma quest’ultimo riceve l’aspetto di tre astri.

Notiamo inoltre che:

* all’oroscopo è presente Marte, che deve ancor sorgere, anch’esso in segno bicorporeo e sotto il

dominio di Mercurio, mentre è da poco sorta Coma Berenices (dh. 5,50 in XII luogo);

* al discendente troviamo Aqua Aquarii (dh. 5,91 in 6° luogo) e la Sorte dei Fratelli (dh. 5,86 in

VII luogo):

* al Medio Cielo ci sono in X luogo, oltre alla menzionata Aldebaran, anche le Hyades.

Coma Berenices, natura Luna/Venere, è una piccola costellazione a nord della Vergine, composta

da una “chioma” di stelle di quarta e quinta magnitudo, alcune delle quali fanno parte di un

ammasso aperto conosciuto come Mel 111; viene recensita nel catalogo dei vizi della parte

sensibile dell’animo e di quelli corporei per la sua eccessiva umidità. Aqua Aquarii, natura

Saturno/Giove, è la più brillante (y1) di tre piccole stelle di quarta e quinta magnitudo nella

Cascata d’acqua dell’Aquario ed è ricompresa anch’essa tra le nocive alla salute e le suscitatrici di

passioni. Le Hyades inoltre, gruppo di stelle disposto a V presso il muso del Toro (vicinissime ad

Aldebaran), sono ritenute portatrici di pioggia e suscitatrici anch’esse di passioni. Tutti questi

asterismi indicano gli eccessi libidinosi, se in una genitura si presentano particolari configurazioni

tra Venere, Marte e Saturno: ma il loro significato primo è quello dell’abbondanza. Moltiplicano

cioè l’influsso del significatore cui si uniscono o cui si configurano, che nel nostro caso è

l’oroscopo. Aqua Aquarii è inoltre con la Sorte dei Fratelli (22), andando quindi ad indicarne per

ciascuna delle nate la pluralità. Quanto a Mercurio, astro di per sé duplice, lo dicevamo con

Aculeus M7, la nebulosa presso l’aculeo dello Scorpione, un brillante ammasso aperto formato da

alcune centinaia di stelle, un'ottantina circa delle quali sono più brillanti della decima magnitudo.

Ci sembra dunque che quella moltiplicazione dell’influsso, che sempre dovrebbe essere

presente in una nascita pluri-gemellare, sia qui abbondantemente testimoniata.

Dal Sole, dalla Luna e dall’Hor possiamo acquisire anche un’altra informazione: quella

riguardante il parto. Se in una nascita femminile Sole, Luna ed Hor sono in segni femminili, il

parto è veloce e senza danno (23); Sole ed oroscopo sono qui in segni femminili. C’è poi Marte

angolare in segno femminile, che rafforza sua volta l’indicazione di rapidità della nascita... e

quindi ad un esame superficiale potrebbe apparire che tutto dovesse andare motu proprio per il

verso giusto. Alla resa dei conti il parto è stato veloce, perché si è svolto nell’arco di cinque

minuti; ed inoltre non c’è stato danno per le gemelle, che sono nate con tutti gli organi in ordine ed

hanno subito iniziato a respirare... ma dalla disamina più approfondita, che faremo più avanti sul

grado di mascolinizzazione e femminilizzazione dei significatori, vedremo emergere una marcata

componente maschile in genitura femminile e quindi il pericolo di distocia. La Luna è inoltre in

segno curvo, nei confini di Marte e gli si configura. Non deve perciò stupire il concomitante

impiego del cesareo e il soggiorno di dieci settimane nel reparto di terapia intensivo neonatale.

Potremmo ancora chiederci se vi sono indizi nella genitura che potevano far temere una morte

perinatale: essa avviene quando al momento del parto vi è una sovrabbondanza di corruzione,

che così si manifesta secondo Tolemeo: (...) In breve, se uno dei luminari è posto in un angolo ed

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una delle stelle malefiche gli si unisce o gli è diametralmente opposta, producendosi codeste

figure per grado e per figura equicruria, non essendovi alcuna stella benefica partecipe alla

configurazione, mentre chi domina sui luminari è trattenuto nei luoghi delle malefiche, il nativo

non può esser nutrito, ma morrà ben presto (24). Sulla figura equicruria abbiamo già scritto (25) e

ne riproponiamo qui brevemente il significato: si tratta di figura di congiunzione o di opposizione

precisa sia per longitudine che per latitudine o di equidistanza meridiana, in cui si crea un

triangolo isoscele che ha due lati tra loro identici, come vuole il nome della figura stessa (26).

Nella genitura proposta, Marte testimonia entrambi i luminari con quadrato, più significativo nel

caso della Luna, in quanto la figura si ripropone nel mondo e l’astro è crescente; Saturno

testimonia il Sole soltanto. La Luna tuttavia è soccorsa da Venere, che è anzi il primo pianeta cui

si applica. Quanto ai dominatori dei luminari, il Sole è sotto il dominio di Saturno e Marte, che

però lo ricevono, stando Saturno in luogo di Venere e con essa in receptio mutua; la Luna è sotto

il dominio di Mercurio, che a sua volta è in aspetto con i malefici, tuttavia è nei confini di Marte e

stando nel domicilio di Giove a lui si applica. Concludendo, gli influssi di Marte e Saturno sono

stati contrastati dai quelli dei benefici e nonostante un parto avventuroso, c’è stato il lieto fine.

Sulla robustezza del corpo, può dirci invece qualcosa la sizigia prenatale, la cui figura è sempre

importante nella genetliaca, in quanto inizio di un ciclo che dura due settimane e cioè fino alla

sizigia successiva. I nati in questo spazio di tempo trovano in essa, pur nella diversità delle proprie

geniture, una sorta di matrice comune, dalla quale hanno origine gli eventi particolari che li

caratterizzeranno, soprattutto per quanto riguarda il corpo, la salute, le malattie. Esaminiamo

dunque molto volentieri - mancando quella del concepimento - la figura della sizigia plenilunica

(Fig.8) che precedette la nascita delle Vierlinge.

Fig. 8: Sizigia novilunica precedente la nascita delle gemelle Menhert

Leipzig, 24 dicembre 2011, h. 19:06:21

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Dominus è Saturno, che ha diritti per dignità e per figura sul sinodo dei luminari, che sono tuttavia

in luogo non alieno, e per dominio sull’OCC, che è l‘angolo seguente. Il pianeta è ben posto per

essere nella propria esaltazione, orientale, visibile, in crescita di luminosità, in casa angolare;

Marte è in casa succedente, fuori dalle proprie dignità, ma ha qualche diritto di parola, sia sui

luminari, che se ne separano nel mondo (dht. 5,71), stando in luogo non alieno, sia sull’OCC, col

quale è in trigono perfetto (dh 8,00). Il benefico Giove soccorre i luminari e mitiga dall’alto

l’influsso di Saturno. Abbiamo insomma i malefici forti in sizigia che lasciano presagire un

pericolo per il corpo, ma anche l’aiuto che viene dall’esterno, diremmo dai medici. Questa figura

inoltre è contraddetta in parte da quella di natività, nella quale Saturno perde l‘angolarità, e

acquista forza invece Marte; e nella quale i benefici consolidano la propria posizione.

Tolemeo precisa più avanti nel capitolo sui gemelli che il sesso dei nati può esser congetturato

dagli astri configurati al Sole, alla Luna e all'oroscopo secondo i modi predetti della mascolinità e

femminilità; in particolare danno tre femmine, come nella genitura della Grazie, la Luna, Venere e

Mercurio femminilizzato. In realtà questo esame andrebbe fatto non sulla genitura di un neonato,

ma sul suo tema di concepimento, ricavare il quale nel nostro caso appare quanto mai arduo.

Siamo di fronte ad un parto non naturale, bensì indotto, a leggere le notizie di cronaca, “nella

ventottesima settimana” e dunque metodi quali la “trutina di Ermete”, aleatori di per sé,

finirebbero qui col dare risultati opinabili. Osservando la genitura invece secondo i metodi predetti

(27) della mascolinità e femminilità si possono avere informazioni di massima sul temperamento

di chi nasce, si può dire cioè se nascono uomini virili o molli, donne femminili o particolarmente

energiche. I luoghi dei quali valutare il grado di mascolinizzazione o femminilizzazione sono i

soliti tre e cioè il Sole, la Luna e il grado che ascende ed inoltre gli astri che su di loro hanno

diritto. Per die phantatischen Vier abbiamo:

* il Sole in segno femminile, in quadrante maschile (il III)

* la Luna in segno e quadrante maschile (il I)

* l’Hor in segno femminile

* il Sole è nel domicilio e nell’esaltazione di Saturno e Marte, i quali lo ricevono (Saturno nello

Zodiaco e Marte nel mondo) e sono entrambi orientali; fa aspetto con Giove e Mercurio

mascolinizzato (per essere mattutino in segno e quadrante maschile, in aspetto a tutti i pianeti

maschili);

* la Luna è sotto il dominio di Mercurio, che la riceve con antiparallelo di declinazione; in

aspetto con Marte e con Venere.

* l’Hor è sotto il dominio di Mercurio

Ci sembra dunque che si possa dire vi è una forte prevalenza dell’elemento maschile (cosa che

avevamo anticipato parlando del parto) e dunque, siccome la genitura è femminile, le fanciulle

saranno dinamiche, attive, prenderanno l’iniziative e non saranno non troppo morbide o

accondiscendenti.

Guardiamo tuttavia il temperamento con esame più specifico: osserveremo così che il pianeta

che domina sia sull’Hor che sulla Luna è Marte, in quanto è presente all’oroscopo e fa aspetto sia

con la Luna che con Mercurio, che è il signore di Luna ed oroscopo. Marte, è pianeta secco e

caldo ed è in Vergine, segno freddo e secco; è orientale, prossimo alla I stazione mattutina e la

sua luce crescendo lo rende umido; è sinistro rispetto alla Luna, che per fase è calda ed umida. Si

conferma il caldo, qualità prima, che non può essere cambiata e il secco ne risulta mitigato. Il

temperamento è collerico, dunque irascibile, superbo, senza comunque cadere nell’eccesso. E

siccome Hor e Luna danno informazioni anche sulla complessione, il corpo sarà robusto, gli occhi

azzurro-verdi e la capigliatura folta.

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Per quanto riguarda l’animo ecco la tabellina (Fig. 9):

/ I S(Molto luminosa,

in casa angolare)

(Invisibile,

angolare)

D S v

E == ==

T S v

C U UFigure con

dignità 7 U S 7 U S

4 v A

Figure senza

dignità AP d S AP d /

4 t A 3 w S

Stelle

Aculeus M7

(natura U /)

Fig. 9: La tabellina delle qualità dell’animo

Notiamo subito che la Luna e Mercurio non sono configurati tra di loro, se si esclude l’anti

parallelo di declinazione, che è debole testimonianza. Ci chiediamo dunque chi tra i due sia più

forte: senza dubbio Mercurio, perché se entrambi sono angolari, l’uno è in segno retto, l’altra in

segno curvo. Inoltre la Luna è sotto il dominio di Mercurio, così come l’Hor, se volessimo

aggiungerlo, secondo il costume degli astrologi medievali, ai due significatori tolemaici. E questo,

se da una parte compone in qualche modo le due parti dell’animo, ne fa prevalere nettamente la

parte razionale a scapito di quella emotiva.

L’essere Mercurio da qualche giorno invisibile non lede l’intelligenza: al contrario

l’invisibilità favorisce l’ingegno e più precisamente la celerità nell’intendere; l’essere mattutino

inclina anche all’agire; l’astro è sotto il dominio di Giove, il quale lo riceve con pulsatio naturae.

L’essere però Giove occidentale, fuori dalle proprie dignità, in luogo pigro, contro hairesis

appanna un po’ i doni del benefico e li rende più incerti. L’animo sarà più che magnificente,

prodigale; non completamente liberale nel pensiero e talora disaccorto; restano tuttavia la bontà

d’animo, l’onestà di fondo e l’amore per l’erudizione e per la tecnica.

Abbiamo detto che tra i significatori non vi è figura. Questo non determina di per sé malattie

dell’animo, è solo indice di assenza di proporzione tra le parti: l’anima razionale e la sensitiva non

si compongono tra loro; la circostanza però che i due dominatori, Mercurio (sulla Luna) e Giove

(su Mercurio) siano configurati tra di loro impedisce a sua volta alle due componenti dell’animo di

agire ognuna senza l’accordo dell’altra. Anche Marte ha diritto di parola, in quanto detiene i

confini sia di Mercurio che della Luna e si configura loro: abbiamo qui quella che si definisce

collectio luminis; Mercurio è inoltre con stelle di natura Marte/Luna. Questa riunione di luci è

particolarmente forte, in quanto il pianeta rosso è anche nelle dignità di entrambi i significatori;

inoltre è angolare, ma contro hairesis. I suoi effetti si faranno ben sentire, in termini di

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avventatezza ed impulsività.... e guai a pestare i piedi alle quattro fanciulle! E questo ben si

accorda con l’essere Marte anche il signore del temperamento.

Quando i significatori sono in segni bicorporei, quando i dominatori sono più d’uno, l’animo

non si rivela mai semplice ed univoco, ma vario e mutevole, difficile a conoscersi.

Quanto all’almuten, il signore dell’intera genitura, calcolato col metodo del Rex (pianeta che ha

maggior dominio sui luoghi e vitali) e Miles (pianeta che ha più forza), Rex è Mercurio, Miles è

Marte. Nulla di nuovo in casa Menhert.......

Prima di separarci da questo interessante caso vogliamo comunque ancora dire qualcosa sui tempi

futuri: uno degli argomenti della polemica anti-astrologica abbiamo visto essere proprio i gemelli

dal diverso destino. Ora se, come abbiamo visto, spostando di cinque minuti l’ora di nascita la

genitura o le rivoluzioni solari o le profezioni delle quattro gemelle subiscono solo trascurabili

variazioni, non così accade per le direzioni. Una differenza infatti di un minuto può spostare di

molti mesi il compiersi delle direzioni degli astri nel mondo, andandole a collocare in un diverso

anno di rivoluzione e in un diverso ciclo di profezione e produrre esiti molto dissimili, come ben

sa chi con queste tecniche ha confidenza.

Sarebbe dunque interessante poter seguire le vicende di queste quattro fanciulle... per ora

possiamo solo dire che stanno bene e che crescono felici, circondate dall’amore della loro famiglia

(Fig. 10).

Fig. 10: Le gemelle festeggiano il loro secondo compleanno:

a sinistra il padre, sull’estrema destra la madre con in braccio una delle piccole.

Auf wiedersehen, Leipziger Vierlinge .... und alles Gute!

Genova, 18 aprile 2014

[email protected]

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Note

1) Cfr. http://www.uniklinikum-leipzig.de/r-pressemitteilungen.html?modus=detail&pm_id=358

2) Questa l’opinione degli antichi Yoruba, che vivono tuttora nel sud-ovest della Nigeria, in numero di

20 milioni di unità ca.; essi hanno poi mutato idea. Intorno al primo quarto del XIX sec., queste

credenze ed usi cruenti cessarono in modo radicale, presumibilmente a seguito di un decreto del 1820

a firma del Re di Oyo, che governava su tutti gli Yoruba. L’infanticidio dei gemelli fu così proibito in

tutto il territorio e la loro nascita venne accolta da allora come segno di prosperità e di benevolenza

divina. Cfr. Gian Carlo Matta (con la collaborazione di Vittorio Carini, Federico Carmignani), Ere

Ibeji Yoruba Gaspari Editore, Udine 2009

3) Ad es. i Mohave del Nord America (cfr. l’Enciclopedia Treccani alla voce “gemelli”).

4) I Palici sono menzionati nelle Metamorfosi di Ovidio V, 406 e nell'Eneide di Virgilio, IX, 585.

5) Cfr. l’imponente lavoro di Dom David Amand Fatalisme et liberté dans l’Antiquité grecque.

Recherches sur la survivance de l’argumentation morale antifataliste de Carnéade chez les

philosophes grecs et les Théologiens Chrétiens des quatre premiers siècles, Université de Louvain,

recueil de Travaux d’Histoire et de Philologie, 3° serie, 19° fasc.) Louvain, Bibliothèque de

l’Université, 1945,

6) Alessandro Manzoni, I promessi sposi, inizio cap. VIII.

7) Cfr. Bouché-Leclercq, L’astrologie grecque, Paris, Ernest Leroux Éditeur, 1899, pag. 544-545 e

comunque l’intero capitolo XVI L’astrologie dans le mond romain.

8) August Schmeckel, Die philosophie der mittleren Stoa, Berlin, Weidmannsche Buchhandlung, 1892,

pag. 321-323. Vedi anche Theodore Otto Wedel, The Mediaeval Attitude toward astrology, 1920, Yale

University Press, pag. 5-7.

9) Cicerone, De divinatione, II, 47 e segg.

10) C. Suetoni Tranquilli praeter Caesarum libros relìquiae, ed. Augustus Reifferscheid, Lipsia, Teubner,

1860, pag. 95 (Fr. 85).

11) Scholia in Lucani Bellum Civile Pars prior, edidit Hermannus Usener, In aedibus B.G. Teubneri, 1869,

pag. 41-42. (I, 639: Nigidium Figulum dicit, qui ideo hoc nomen accepit, quia regressus a Graecia

dixit se didicisse orbem ad celeritatem rotae figuli torqueri). Figulus vuol dire “vasaio”. Agostino

d’Ippona (nel passo più avanti citato) sostiene invece che il soprannome gli derivò invece dall’aver

usato la ruota del vasaio per spiegare le dissomiglianze della vita dei gemelli. Per una più puntuale

discussione sulla questione ed anche su Nigidio pithagoricus et magus cfr. anche Nuccio D’Anna,

Publio Nigidio Figulo, Arché - Edizioni PiZeta, 2008.

12) Agostino d’Ippona , De civitate Dei contra paganos Libri XXII, V, 3.

13) Aulo Gellio, Noctes Atticae, Libro XIV, cap. I.

14) Claudio Tolemeo, Tetrábiblos, nella traduzione di Giuseppe Bezza, Milano 1995, I, 2.

15) Sestus Empiricus, ex recensione Immanuelis Bekkeri, Berolini, Typis et impensis Ge. Reimeri, 1842,

Libro V, § 88, pag. 744; Emidio Spinelli, Sesto Empirico e l’astrologia, in Traditions of Theology,

Brill 2002, pag. 239 e segg.

16) Philonis Judeai sermones tres hactenus inediti I et II De providentia, et III De animalibus, ex Armena

versione antiquissima per P. Jo. Baptistam Aucher Ancyranum, Venetiis, MDCCCXXII, pag. 36 e

segg.

17) Tamysn Barton, Ancient Astrology, Routledge, London 1994, pag. 71 e segg.

18) Il riferimento è alla scuola neo-platonica, che al contrario di quella Stoica, nega agli astri la qualità di

causa prima e le declassa al rango di segni divinatori; e a Plotino che nelle Enneadi (I,3) insegna che il

corso degli astri annuncia per ogni cosa l’avvenire, ma non lo compie.

19) Agostino d’Ippona , op. cit. V, 1.

20) Abbiamo qui un gioco di parole, in quanto figmentum significa al tempo stesso “immagine”, “statua”,

“vaso” ed anche in senso figurato “finzione”.

21) Claudio Tolemeo, Tetrábiblos (Libro III, cap. 8), nella traduzione di Giuseppe Bezza, Milano, 1995.

22) Sorte che si trae da Saturno a Giove e non muta nella notte. Si trova in pratica nel luogo in cui

sarebbe Giove se sorgesse Saturno.

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23) Dell’argomento ci siamo occupati nel saggio Ritratti cfr. http://www.apotelesma.it/upload/Ritratti.pdf.

Cfr Efestione Tebano in Hephaestio Thebanus Apotelesmatica edidit D. Pingree Vol. I, Teubner,

Leipzig 1973, pag.300 [traduzione a nostra cura]: “Il Sole, l’oroscopo e la Luna, quando sono in

segni maschili, danno parto felice al momento del parto, se i nascituri sono maschi; il parto di costoro

infatti è facile. E se le nasciture sono di sesso femminile, se cadono in segni femminili il Sole,

l’oroscopo ed anche la Luna, egualmente il parto procede veloce e senza danno. Al contrario invece il

parto procede in maniera tortuosa e non conveniente se Saturno è angolare, soprattutto se il luogo nel

quale si trova è un segno femminile. Infatti porta pericolo alle partorienti. Similmente anche Marte

essendo angolare, e soprattutto se il segno che lo ospita è femminile, rende il parto agevole al punto

che la donna gravida partorisce all’improvviso anche durante i viaggi o nei bagni pubblici. Occorre

poi anche porre attenzione ai segni, se sono retti o curvi: retti sono quelli che vanno dal Cancro al

Sagittario, curvi invece dal Capricorno ai Gemelli; se la Luna si trova in segni retti, il parto diviene

facile poiché il feto esce dritto, diviene invece difficile nei curvi, essendo l’uscita obliqua. Manetone

dice invero: la Luna circondata da Saturno e Marte reca dolore alle partorienti, soprattutto se questi

astri (Saturno e Marte) fossero in segni curvi, laddove la Luna fosse angolare, e similmente anche se

questi (astri) pure fossero angolari.”

24) Tetrábiblos Libro III, cap. 10 Perì ἀtrófwn (Dei non nutriti).

25) Cfr. il saggio Sofia Benedetta al link http://www.apotelesma.it/upload/Sofia_Benedetta.pdf.

26) Il termine equicrurio (da crus - cruris, gamba) significa "dalle gambe uguali".

27) Tetrábiblos Libro III, cap. 7 Perì ἀrrenikῶn kaì qhlukῶn (Dei maschi e delle femmine).