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Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trento La Carta dei Servizi Progetto finanziato nell'ambito del Programma Operativo Fondo Sociale Europeo della Provincia Autonoma di Trento 2007 – 2013

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Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trento 

La Carta dei Servizi 

Progetto finanziato nell'ambito del Programma Operativo Fondo Sociale Europeo della Provincia Autonoma di Trento 2007 – 2013

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Gentile Cittadino,  abbiamo il piacere di presentarLe la Carta dei Servizi della Procura di Trento.  

La  Carta  dei  Servizi  è  uno  dei  risultati  a  cui  siamo  giunti  nel  percorso  di  efficienza  organizzativa avviato nel 2010.  Il  nostro  lavoro  di  riassetto  organizzativo,  tra  i  principali  obiettivi,  ha  avuto  quello  di  offrire  al cittadino servizi più efficienti e rispondenti alle sue esigenze.  La Carta Servizi vuole essere uno strumento per accrescere la consapevolezza dei diritti e doveri del Cittadino‐Utente,  il quale  in  tal modo avrà  la possibilità di un controllo effettivo sui servizi da noi erogati, sulla loro qualità e sulla correttezza del nostro agire. 

Il  lavoro di  tutti  i dipendenti ha  consentito di effettuare,   a partire dall’anno 2010, uno  sviluppo  organizzativo  degli  uffici  e  di  avviarci  alla  Certificazione  di Qualità  di  cui  alla Norma UNI  EN  ISO 9001:2008.  

La Carta dei Servizi della Procura di Trento  sarà  soggetta a momenti di verifica, miglioramenti ed integrazioni, ciò non soltanto per  il modificarsi delle situazioni, ma anche per  il perseguimento dei vari obiettivi di potenziamento dei servizi che  la Procura si prefigge:  il nostro sforzo sarà quello di tenere aggiornate le informazioni qui contenute.   

Sarà  possibile  ricevere  eventuali  chiarimenti  ed  ogni  informazione  telefonando  ai  numeri  della Procura  indicati  nell’interno  di  questo  documento.  I  contenuti  del  presente  documento,  inoltre, sono integralmente disponibili sul sito della Procura all’indirizzo www.procura.trento.it  

La  Procura  della  Repubblica  di  Trento  è  aperta  ad  ogni miglioramento  che  possa  contribuire  a rendere  sempre  più  efficace  la  comunicazione  tra  Cittadini  e  Istituzioni.  Ogni  suggerimento  può essere inoltrato ai seguenti recapiti:  per posta, con lettera intestata al Responsabile della Carta dei Servizi, 

Indirizzo: Procura della Repubblica di Trento – Largo Pigarelli, 1 – 38122 – Trento  per  posta  elettronica,  indirizzata  al  Responsabile  della  Carta  Servizi,  al  seguente  indirizzo: 

[email protected]  La nostra Carta Servizi è strutturata nelle seguenti sezioni:  Sez. 1 – La Procura. Descrive la Procura della Repubblica e la sua articolazione organizzativa;  Sez. 2 – Come opera la Procura. Illustra le strutture funzionali della Procura;  Sez.  3  –  I  “numeri”  della  Procura.  Illustra  alcuni  parametri  quantitativi,  di  carattere  statistico, 

inerenti l’attività svolta dalla Procura.  Sez.  4  –  Come  raggiungere  la  procura.  Descrive  alcune  informazioni  utili  per  raggiungere  la 

Procura, gli orari di apertura degli uffici e le attività svolte dagli sportelli per il pubblico.  Sez. 5 – I certificati di maggiore interesse. Descrive alcune dei certificati rilasciati dalla Procura.  Sez. 6 – Informazioni utili.  Sez. 7 – La nostra promessa di efficienza.   Sez.  8  –  Termini  tecnici.  Contiene  una  descrizione  semplice  e  chiara  dei  termini  tecnici  più 

utilizzati in Procura. 

 La Carta dei servizi

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SEZIONE 1 – LA PROCURA  

LA PROCURA DELLA REPUBBLICA COME ISTITUZIONE La Procura della Repubblica fa parte della magistratura. Esercita  pertanto  compiti  giurisdizionali:  assicura  la  tutela  di  diritti  della  collettività  o  dei  singoli, agendo in maniera imparziale ed indipendente.   Agisce, in ordine d’importanza, nel rispetto della Costituzione, delle norme internazionali applicabili nel nostro Stato, delle norme  legittimamente emesse da  istituzioni pubbliche nazionali, siano esse statali o locali. 

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 In particolare la Procura svolge i seguenti compiti.   Indagine penale. Vi sono delle condotte umane che ledono diritti, dei singoli o della collettività. 

Per  tali  lesioni  la  legge  prevede,  talora,  l’applicazione  di  una  sanzione  penale  all’autore  della condotta  (sanzione  detentiva  e/o  pecuniaria  penale).  Si  parla  in  questi  casi  di  condotte  che costituiscono  reato.  Gli  accadimenti  che  potenzialmente  possono  costituire  un  reato  sono segnalati  alla  Procura  della  Repubblica  da  un  cittadino  o  da  una  delle  Forze  di  Polizia.  Per accertare se la lesione vi sia stata e chi ne sia l’autore, la Procura svolge delle indagini (indagini preliminari),  dirette  dai  magistrati  della  Procura  (i  Pubblici  Ministeri)  con  l’indispensabile collaborazione della polizia giudiziaria. Se non emergono elementi sufficienti per ritenere che un reato sia stato commesso o che un soggetto l’abbia perpetrato il Pubblico Ministero (P.M.) chiede al  giudice  l’archiviazione  del  procedimento.  Il  giudice  può  accogliere  la  richiesta  o  rigettarla, indicando, in quest’ultimo caso, al P.M. di svolgere altre indagini o di formulare un’accusa. 

  Partecipazione al processo penale. Se il magistrato del Pubblico Ministero (P.M.), a conclusione 

delle  indagini,  ritiene  che  vi  siano  prove  della  commissione  del  reato  da  parte  di  uno  o  più soggetti  specifici,  formula  per  iscritto  un’accusa  (tecnicamente:  un‘imputazione),  esercitando l’azione  penale.  L’esercizio  dell’azione  penale  è  la  richiesta  al  giudice  di  verificare  se  le  prove raccolte siano tali da giungere ad una condanna o ad un’assoluzione dell’imputato. Tale verifica vede la necessaria partecipazione dell’imputato e del suo difensore. 

  Esecuzione  delle  sentenze  penali.  Tale  attività  normalmente  inizia  quando  le  sentenze  sono 

divenute  definitive.  L’esecuzione  è  il  procedimento  che  porta  all’applicazione  effettiva  delle sanzioni penali stabilite in sentenza, nei modi e tempi previsti dalla legge. 

  Intervento  in alcuni procedimenti civili.  In alcune specifiche controversie di diritto civile  il P.M. 

interviene in “procedimenti civili”, nei quali si discute di violazioni di diritti che non costituiscono reato. E’ quanto avviene, ad esempio, nelle cause di  separazione e di divorzio.  In alcuni casi  il P.M. può anche promuovere il procedimento civile a tutela di persone deboli che, per motivi fisici o psichici, non sono in grado di curare i propri interessi; trattasi dei procedimenti di interdizione o di nomina di amministratori di sostegno.  Il P.M.,  infine, può anche promuovere  le richieste di fallimento di imprese commerciali che versano in condizioni d’insolvenza. 

 La Carta dei servizi

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  Rilascio di certificazioni. Trattasi dei certificati che attestano la sussistenza o meno di condanne 

penali  per  i  soggetti  interessati  (certificati  penali)  e  dei  certificati  riguardanti  la  pendenza  di procedimenti  penali  per  i  quali  non  è  intervenuta  sentenza  definitiva  (certificati  dei  carichi pendenti). Tali certificati possono essere richiesti anche dai cittadini  in quanto necessari per  la partecipazione a concorsi, a gare d’appalto o per il rilascio di agevolazioni. 

 

COM' È ORGANIZZATA UNA PROCURA A capo della Procura della Repubblica vi è un Magistrato,  il Procuratore della Repubblica che, per assolvere  a  tutti  i  compiti  che  la  legge  gli  attribuisce,  è  affiancato  da  altri Magistrati,  i  Sostituti Procuratori della Repubblica.  4

Nell’esercizio delle attività sopra  indicate d’indagine penale, di partecipazione al processo penale o nei  procedimenti  civili,  i  Sostituti  Procuratore  ed  il  Procuratore  vengono  denominati  Pubblici Ministeri.   

IL PERSONALE AMMINISTRATIVO In Procura il Personale amministrativo opera al fianco dei Magistrati e contribuisce alla produzione e alla gestione di tutte le attività e servizi del Servizio Giustizia attribuito alla Procura. Il  Personale  amministrativo  è  costituito  da  persone  con  qualifiche  diverse:  dirigenti,  cancellieri, operatori giudiziari ed ausiliari.  

LA POLIZIA GIUDIZIARIA Per le attività d’indagine il P.M. si avvale della collaborazione delle Forze di Polizia che, nell’esercizio di  tale  compito,  prendono  il  nome  di  Polizia  Giudiziaria.  Vi  sono  organi  di  Polizia  Giudiziaria all’interno dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di  Finanza  e della Polizia di  Stato.  I  compiti di Polizia  Giudiziaria,  ossia  di  cooperazione  nelle  indagini  del  P.M.,  sono  attribuiti  anche  ad  altri organismi quali, ad esempio, la Polizia Forestale, la Polizia Municipale, gli Ispettori del Lavoro.   

 La Carta dei servizi

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SEZIONE 2 – COME OPERA LA PROCURA  

I MAGISTRATI I magistrati della Procura appartengono all’ordine giudiziario, come previsto dalla Costituzione e, al pari dei giudici, sono nominati per concorso in forza dell’art. 106 della Costituzione.  Sia nell’organizzazione dell’ufficio  che nell’esercizio dell’attività,  i magistrati del Pubblico Ministero sono indipendenti da ogni altro potere dello Stato. La  carriera  del  magistrato,  quindi  anche  del  P.M.,  è  regolata  dalle  legge:  a  decidere  circa  le progressioni di carriera è il Consiglio Superiore della Magistratura. 

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 Il  Procuratore  della  Repubblica  dirige  l’ufficio  per  quanto  concerne  gli  aspetti  organizzativi  e  di distribuzione dei procedimenti  tra  i vari magistrati della Procura. Una volta che  il procedimento è stato assegnato ad uno dei magistrati quest’ultimo agisce  in autonomia, nell’ambito delle direttive impartite dal Procuratore.   

SEZIONI DI POLIZIA GIUDIZIARIA Tra  le  Forze  di  Polizia  che  svolgono  compiti  di  Polizia Giudiziaria  vi  sono  organismi,  previsti  dalla legge,  che  sono  dedicati  esclusivamente  a  svolgere  compiti  investigativi.  Trattasi  delle  sezioni  di Polizia Giudiziaria composte, prevalentemente, da appartenenti ai Carabinieri, alla Polizia di Stato ed alla Guardia di Finanza, che, su loro domanda, sono distaccati a tali compiti a diretto contatto con i pubblici ministeri.  

IL PERSONALE AMMINISTRATIVO Il Personale amministrativo è composto da cancellieri, operatori giudiziari e ausiliari. Sotto la direzione del Dirigente amministrativo il personale svolge funzioni sia amministrative che di supporto all’attività del magistrato. Si tratta di compiti molto vari e delicati, tra i quali rientrano, ad esempio,  la  documentazione  dell’attività  giudiziaria,  la  registrazione  e  la  custodia  degli  atti, l’assistenza e  la partecipazione alla redazione di atti pubblici,  il rilascio di certificati e  la tenuta dei registri  di  cancelleria,  la  gestione  dei  fascicoli  processuali  e  la  fotocopiatura  degli  atti,  la  tenuta dell’inventario  e  dell’archivio,  il  controllo  della  sicurezza  del  sistema  informatico,  la  gestione  del personale e delle spese d’ufficio. Il Personale amministrativo cura inoltre il rapporto con il pubblico.   

 La Carta dei servizi

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SEZIONE 3 – I “NUMERI” DELLA PROCURA  

Popolazione del circondario di competenza della Procura di Trento: 355.299  

PIANTA ORGANICA NUMERICA (Procuratori) 

Funzione  Organico  Vacanti  Effettivi  Uomini  Donne 

Procuratore della Repubblica   1  1  0  0  0 

Sostituto Procuratore della Repubblica   10  1  9  4  5 

Vice procuratore onorario   11  3  8  4  4 

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NOTIZIE DI REATO (ANNO 2010) 

Pendenti all’iniziodel periodo 

Sopravvenuti nel periodo 

Esauriti nel periodo 

Pendenti alla fine 

del periodo Movimenti 

(A)  (B)  (C)  (A + B ‐ C) 

Notizie di reato con autore identificato  4.000  8.394  8.978  3.416 

Notizie di reato con autore ignoto  4.684  7.208  8.823  3.069 

Atti non costituenti notizie di reato  491  1.361  1.334  518 

Totali  9.175  16.963  19.135  7.003          

Movimenti medi per Magistrato   1.019,44  1.884,78  2.126,11  778,11 

 

INDAGINI CONCLUSE A CARICO DI AUTORI IDENTIFICATI (ANNO 2010) 

Movimenti Movimenti medi per Magistrato  

Richieste di archiviazione  4.495  499,44 

Richieste di decreto penale di condanna  1.340  148,89 

Richieste di rinvio a giudizio  277  30,78 

Totali  6.112  679,11 

 

ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA E DI CERTIFICAZIONE (ANNO 2010) 

Movimenti Rilasciati a privati 

Rilasciati alle PP.AA. 

TOTALE 

Certificati penali  5.671 30.036  35.707 

Carichi pendenti  3.555 2.735  6.290 

Certificati iscrizioni nel registro delle notizie di reato  887 0  887 

Apostille e legalizzazioni  2.789 0  2.789 

Totale  12.902 32.771  45.673 

 

 La Carta dei servizi

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SEZIONE 4 – COME RAGGIUNGERE LA PROCURA  

DOVE SI TROVA LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI TRENTO? La Procura della Repubblica si trova nel Palazzo di Giustizia di Trento al primo piano e ha i seguenti recapiti per il contatto con i cittadini:  Procura della Repubblica di Trento Largo Luigi Pigarelli, 1 38122 – Trento  7  Telefono (centralino):   0461 / 200111 (centralino)  Fax:      0461 / 200352   La  Procura  della  Repubblica  è  comodamente  raggiungibile  con  i  mezzi  pubblici:  la  fermata  (S. Francesco – Porta Nuova) è raggiungibile con le linee “2”, “C”, “A”, “6” e “7”.  La Cartina stradale indica l’area limitrofa a Largo Luigi Pigarelli  

Largo LuigiPigarelli

Via S. Francesco

   

GLI ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO La Procura della Repubblica è aperta al pubblico nei giorni feriali dalle 8.30 alle 13.30  

 La Carta dei servizi

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L’Ufficio assicura comunque la reperibilità di un magistrato di turno per ogni urgenza prevista dalla legge, per tutti i giorni dell’anno e per 24 ore al giorno.  Il nominativo del magistrato di turno è comunicato a tutte le Forze dell’Ordine presenti sul territorio della provincia di Trento.   

DOVE RIVOLGERSI PER RICHIEDERE... La Procura di Trento ha due sportelli per il pubblico:  SPORTELLO 1, che si trova al Piano Terra (Ufficio del Casellario), presso il quale è possibile richiedere le seguenti informazioni/certificazioni:  8

a) Certificato Generale del Casellario Giudiziale; b) Certificato Penale del Casellario Giudiziale; c) Certificato Civile; d) Certificato Elettorale del Casellario Giudiziale; e) Certificato Generale del Casellario Giudiziale per uso adozione; f) Certificato del Casellario Giudiziale per la Pubblica Amministrazione; g) Certificato del Casellario Giudiziale per l’ Autorità Giudiziaria; h) Visura delle iscrizioni del Casellario Giudiziale; i) Certificato richiesto dal difensore; j) Certificato carichi pendenti; k) Certificato d'iscrizione nel registro delle notizie di reato (art. 335 C.P.P. co 3); l) Certificati per i privati generali; m) Apostille e legalizzazioni; n) Fogli complementari. 

 SPORTELLO  2,  che  si  trova  al  1°  piano,  presso  la  Segreteria  Centrale,  ove,  avendone  il  titolo  o  il diritto, è possibile richiedere: 

o) le informazioni relative allo stato di un procedimento; p) le informazioni relative al Magistrato assegnatario del procedimento; q) la copia degli atti; r) la visione del fascicolo archiviato; s) altre informazioni. 

  

 La Carta dei servizi

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SEZIONE 5 –I CERTIFICATI DI MAGGIORE INTERESSE  I certificati rilasciati dalla Procura possono essere richiesti e ritirati negli sportelli sopra indicati, dove sono disponibili anche i moduli prestampati da compilare.  In alternativa, visitando  il sito  internet all'indirizzo www.procura.trento.it è possibile consultare ed effettuare il download di tutta la modulistica in formato elettronico. La modulistica inserita nel sito è rinvenibile sia in italiano che in inglese.   9 Certificati  del  Casellario  Giudiziale:  tali  certificati  possono  essere  richiesti  a  qualunque  Ufficio Locale del Casellario presso le Procure della Repubblica, indipendentemente dal luogo di nascita o di residenza del richiedente.  Essi sono suddivisi in:  Certificato Generale (art. 24 T.U.) 

Riporta le iscrizioni risultanti in materia penale, civile ed amministrativa. Costituisce l’unione dei dati  risultanti  dal  certificato  penale  e  del  certificato  civile  (v.  sotto)  e  contiene,  pertanto,  le iscrizioni esistenti nel casellario giudiziale ad eccezione di quelle previste dall’art. 24 del D.P.R. 313/2002 – Testo Unico del Casellario. 

Certificato Penale (art. 25 T.U.)  Contiene  le  iscrizioni  relative  ai  provvedimenti  penali  previste  agli  artt.  3  e  25   del  D.P.R. 313/2002 – Testo Unico del Casellario. Essenzialmente  trattasi dell’attestazione delle condanne penali  subite  da  un  determinato  soggetto.  In  assenza  di  condanne  il  certificato  recherà l’indicazione “NULLA”. 

Certificato Civile (art. 26 T.U.),  Riporta  le  iscrizioni  relative  ai  provvedimenti  relativi  alla  capacità  della  persona  (interdizione giudiziale,  inabilitazione,  interdizione  legale),  i  provvedimenti  relativi  ai  fallimenti,  i provvedimenti riguardanti la perdita o la revoca della cittadinanza. 

Certificato Visura (art. 33 T.U.) Il  D.P.R.  14/11/2002  n.  313  (Testo  unico  sul  Casellario)  prevede,  all'art.  33,  la  possibilità  di prendere  semplice  visione  di  tutte  le  iscrizioni  presenti  nel  Casellario  Giudiziale  a  carico dell'interessato esistenti presso il casellario giudiziale. La visura non ha efficacia certificativa, quindi non può essere esibita per finalità amministrative o  per  ragioni  di  lavoro ma  consente  il mero  controllo  da  parte  dell'interessato  dell'esattezza delle iscrizioni contenute nei registri del casellario, ai fini di eventuali richieste di rettifica. 

Certificato d'iscrizione nel registro delle notizie di reato (art. 335 Codice Procedura Penale) Consente di conoscere le iscrizioni a carico di una persona per fatti di rilevanza penale. Va segnalato che  la certificazione che non riporta alcuna notizia di reato non esclude  in modo assoluto  l'iscrizione nel registro notizie di reato. Infatti, sussiste  il divieto di comunicare notizie relativamente  ai  reati  previsti  dall'art.  407,  secondo  comma,  lett.  a)  del  codice  di  procedura penale  (trattasi  di  una  lunga  lista  di  reati  di  particolare  gravità).  Inoltre,  non  è  consentito comunicare notizie relative a procedimenti per i quali il P.M. ravvisa, con provvedimento scritto, 

 La Carta dei servizi

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la sussistenza di specifiche esigenze attinenti alle attività di indagine.  Certificato dei carichi pendenti 

Attesta eventuali procedimenti penali  in corso, nei quali  l’indagato abbia assunto  la qualità di imputato. 

 Assicuriamo  il  termine  di  due  giorni  lavorativi  per  il  rilascio  dei  certificati  non  urgenti, mentre prevediamo il rilascio nella stessa giornata della richiesta se il certificato richiesto è urgente.  Unica  eccezione  è  il  certificato  d'iscrizione  nel  registro  delle  notizie  di  reato  per  il  quale  siamo normalmente  in  grado  di  rilasciare  il  certificato  entro  sette  giorni  lavorativi  e  non  è  prevista  la richiesta con urgenza. Ciò dipende dal numero dei procedimenti a carico del soggetto richiedente o per  il  quale  lo  stesso  sia  persona  offesa;  quando  sono  numerosi  e  sono  trattati  da  P.M.  diversi, ciascun magistrato deve autorizzare  la comunicazione, con conseguente passaggio  in diversi uffici. Garantiamo che in caso di ritardi forniremo adeguata giustificazione.  

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 Tutti i certificati del Casellario Giudiziale hanno validità di sei mesi dalla data del rilascio.  I suddetti certificati possono essere richiesti on‐line registrandosi al sito e compilando direttamente via internet i moduli per la richiesta dei certificati (solo nel caso di richiesta non urgente).  Certificato  di  chiusura  inchiesta:  attesta  che  il  procedimento  penale  contro  ignoti,  iscritto  in relazione  ad  un  reato  avvenuto  nel  territorio  di  competenza  della  Procura  è  stato  archiviato  dal giudice per le indagine preliminari. Normalmente viene richiesto per fini assicurativi. Il  certificato  si può  richiedere alla  segreteria  centrale  che  girerà  la  richiesta  al magistrato  che ha seguito il caso. Se  il  procedimento  è  stato  archiviato,  il  certificato  è  rilasciato  normalmente  nell'arco  di  7  gg. lavorativi dalla richiesta. Se il procedimento non è stato archiviato, occorre attendere la definizione del procedimento.  

Alcuni certificati possono essere richiesti, oltre che dal diretto  interessato, anche da persona da  lui delegata. In questo caso, la persona delegata dovrà presentarsi allo sportello munita sia di un proprio documento d’identità (originale e in corso di validità) che di un documento d’identità (originale e in corso di validità) della persona interessata. Il costo dei certificati deve essere corrisposto in marche da bollo. Il certificato richiesto con urgenza comporta  un maggior  costo.  Il  personale  allo  sportello  non  accetta  e  non  può  ricevere  denaro contante.   

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SEZIONE 6 – INFORMAZIONI UTILI   

DENUNCIA La  denuncia  è  un  atto  con  il  quale  chiunque  abbia  notizia  di  un  reato  perseguibile  d'ufficio  ne informa il pubblico ministero o un ufficiale di polizia giudiziaria. La denuncia è un importante strumento di collaborazione da parte del cittadino che consente alla Magistratura ed alle Forze di polizia di perseguire gli autori dei reati.  

La denuncia può essere presentata da un privato  cittadino, oppure dal  suo avvocato, da pubblico ufficiale e da un incaricato di un pubblico servizio.  11

 

La denuncia può essere presentata  ai Carabinieri,  alla Polizia di  Stato,  alla Guardia di  Finanza.  La denunzia scritta può anche essere depositata nei nostri uffici di Procura, piano I, presso lo sportello aperto al pubblico. Il denunziante deve essere munito di documento di identificazione in originale da esibire e di copia fotostatica dello stesso da unire alla denuncia.  

QUERELA La querela è prevista dagli artt. da 336 a 340 del Codice di Procedura Penale e riguarda  i reati non perseguibili d'ufficio. Si tratta della dichiarazione con la quale la persona che ha subito il reato (o il suo legale rappresentante) esprime la volontà che si proceda per punire il colpevole. Non sono previste  regole particolari per  il contenuto della querela; è necessario però che ci sia  la descrizione del “fatto‐reato”, e che risulti chiara  la manifestazione di volontà del querelante che si proceda in ordine al fatto e se ne punisca il colpevole.  

La querela può essere presentata dalla persona offesa o da altra persona munita di procura speciale rilasciata dalla persona offesa entro:  3 mesi dal giorno in cui si ha notizia dl fatto che costituisce reato  6 mesi per reati contro la libertà sessuale (violenza sessuale o atti sessuali con minorenne).  

La querela presentata per iscritto deve recare la firma del querelante, debitamente autenticata. Può essere depositata presso  le  forze dell’ordine  (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza) o  in Procura, ufficio di sportello aperto al pubblico posto al primo piano del palazzo di giustizia. La querela può anche essere presentata oralmente;  in  tal  caso  le dichiarazioni  rese dalla persona offesa devono essere raccolte per iscritto da un ufficiale di polizia giudiziaria (normalmente presso i Carabinieri,  la  Polizia  di  Stato  o  la Guardia  di  Finanza).  Anche  il  Pubblico Ministero  è  abilitato  a raccogliere la querela; potrà delegare allo scopo un ufficiale di polizia giudiziaria.   

La legge italiana prevede la remissione della querela, ossia il suo ritiro da parte del querelante o del suo  avvocato,  dandone  notizia  in  forma  orale  o  scritta  all’autorità  giudiziaria  procedente  o all’ufficiale di polizia giudiziaria. Per alcune ipotesi di reato (violenza sessuale o atti sessuali con minori) la querela risulta irrevocabile. La  remissione per avere effetto deve essere accettata dal querelato  che,  se  innocente, potrebbe avere invece interesse a dimostrare, attraverso il processo, la sua completa estraneità al fatto.  

 La Carta dei servizi

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RILASCIO PERMESSI DI COLLOQUIO Ai  sensi  dell’art.  18  dell’Ordinamento  Penitenziario,  i  prossimi  congiunti  della  persona  in  stato  di detenzione (ed anche altre persone, ma particolare favore viene accordato ai colloqui con i familiari), in relazione a procedimenti penali  instaurati dalla Procura, possono chiedere al Pubblico Ministero competente per  il procedimento di essere autorizzati al colloquio con il proprio congiunto in stato di detenzione.  

E’ possibile richiedere il rilascio di un permesso:  PERMANENTE, ossia valido per più visite;  SINGOLO, valido per una sola visita;  12 STRAORDINARIO, valido per una sola visita senza incidenza sul monte ore.  

Il numero di colloqui  (giornaliero, settimanale o mensile) e  le modalità  (orari,  tempi, prescrizioni), una  volta  rilasciato  il  permesso,  dipendono  dalla  normativa  applicata  dagli  istituti  penitenziari  di pena, presso i quali devono essere ottenute le relative informazioni.   

NULLA OSTA AL SEPPELLIMENTO Il nulla osta al seppellimento o alla cremazione è l’autorizzazione del Pubblico Ministero, titolare del procedimento, al  seppellimento o alla cremazione di una  salma posta “a disposizione dell’autorità giudiziaria”. Questo accade in tutti i casi in cui la morte sia dovuta a reato o anche quando vi sia il semplice  sospetto di  reato o quando  la morte è avvenuta per  causa violenta, o  comunque non naturale.  In  tali  casi,  la  procedura  di  accertamento  sulle  cause  del  decesso  si  avvia  a  seguito  di segnalazione  delle  forze  dell’ordine  o  delle  strutture  sanitarie  ove  è  avvenuto  il  decesso.  Più raramente  il P.M. può disporre autonomamente accertamenti  sulla causa della morte disponendo  indagini. Normalmente  la  procura  rilascia  il  nulla  osta  anche  senza  richiesta  sulla  base  delle  informazioni raccolte. Il nulla osta dell’autorità  giudiziaria è  in  tali  casi  condizione  indispensabile per  il  rilascio da parte dell’ufficiale di stato civile del permesso di seppellimento.  

Nel  caso  di  cremazione  è  necessario  un  nullaosta  specifico.  In  ogni  caso,  per  poter  ottenere  il permesso di cremazione è necessario che si verifichi almeno uno dei seguenti casi:  la richiesta deve essere fatta dal parente più prossimo (moglie o marito vedova/o; in mancanza, i 

figli tutti e all'unanimità; in mancanza anche di questi, i parenti più prossimi di pari grado tutti e all'unanimità). Il richiedente è tenuto a firmare un documento in presenza dell'Ufficiale di Stato Civile che attesti le condizioni prescritte; 

il defunto è iscritto ad una società di cremazione nazionale;  il defunto ha depositato un atto presso studio notarile con firma autenticata;  esiste testamento olografo del defunto (datato e sottoscritto di mano dal testatario) che esprime 

tale volontà in seguito al decesso.  

ISTANZA DI DISSEQUESTRO   Il proprietario di un bene sequestrato, o il suo difensore e, inoltre, il possessore che legittimamente lo detiene o il suo difensore, nell’ambito di un procedimento penale, ne può chiedere il dissequestro 

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al magistrato titolare del procedimento stesso.  

NOMINA DEL DIFENSORE La nomina è l’atto mediante il quale l’interessato, o altri per lui, investe un avvocato del mandato di rappresentarlo e assisterlo nella tutela dei propri interessi oggetto delle indagini e del processo.  

Nel  caso  in  cui  non  venga  nominato  un  difensore  di  fiducia,  o  ne  è  rimasto  privo,  l’indagato  e l’imputato sono assistiti da un difensore d’ufficio il quale:  ha l’obbligo di prestare il patrocinio e può essere sostituito solo per giustificato motivo;  cessa dalle sue funzioni se viene nominato un difensore di fiducia;  deve essere retribuito dall'assistito salvo che non ricorrano i presupposti del gratuito patrocinio.  13 

PATROCINIO A SPESE DELLO STATO IN MATERIA PENALE Per essere ammessi al patrocinio a spese dello Stato in ambito penale è necessario che il richiedente sia titolare di un reddito annuo imponibile, risultante dall'ultima dichiarazione, non superiore a euro 10.628,16. Se  l’interessato  convive  con  il  coniuge  o  altri  familiari,  il  reddito,  ai  fini  della  concessione  del beneficio,  è  costituito  dalla  somma  dei  redditi  di  tutti  i  componenti  la  famiglia.  Solo  nell’ambito penale il limite di reddito è elevato di euro 1.032,91 per ognuno dei familiari conviventi. Si tiene conto del solo reddito personale quando sono oggetto della causa diritti della personalità, ovvero  nei  processi  in  cui  gli  interessi  del  richiedente  sono  in  conflitto  con  quelli  degli  altri componenti il nucleo familiare con lui conviventi. La persona offesa dai  reati di violenza sessuale, atti sessuali con minorenne e violenza sessuale di gruppo può essere ammessa al Patrocinio a  spese dello Stato anche  in deroga ai  limiti previsti di reddito annuo imponibile.  Purché le loro pretese non risultino manifestatamene infondate possono richiederlo:  i cittadini italiani;  gli stranieri e gli apolidi residenti nello Stato che  siano  indagati,  imputati,  condannati,  persone  offese  dal  reato,  danneggiati  che  intendano costituirsi parte civile, responsabili civile o civilmente obbligati per l'ammenda;  Il beneficio non è ammesso:  nei procedimenti penali per evasione di imposte;  se il richiedente è assistito da più di un difensore.  Ulteriori  informazioni possono essere  reperite  consultando  l’apposita pagina del  sito  alle  sezione “Notizie Utili”.  

INFORMAZIONI PER I TESTIMONI La testimonianza secondo la legge italiana costituisce un dovere, a cui la persona non può sottrarsi. Una volta citato, il testimone ha l’obbligo di presentarsi, di attenersi alle prescrizioni date dal giudice in relazione alle esigenze processuali e di rispondere secondo verità alle domande che gli vengono poste, non nascondendo nulla di ciò di cui è a conoscenza sui fatti del processo e per  i quali viene 

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richiesto di riferire. L’affermazione del falso dinanzi al giudice od  il tacere  in tutto od  in parte di ciò che si sa  intorno ai fatti sui quali si viene sentiti come testimoni costituisce reato e sono puniti in base all’art. 372 c.p.. L’affermazione del falso dinanzi al P.M. od il tacere in tutto od in parte di ciò che si sa intorno ai fatti sui quali si viene sentiti come testimoni, costituisce reato ai sensi dell’art. 371 bis c.p.. Se  il  testimone  ritratta  il  falso o afferma  il vero prima che  la  sentenza sia  stata pronunciata viene dichiarato non punibile. In base all’art 384 c.p., non è punibile chi commette falsa testimonianza per esservi stato costretto dalla necessità di salvare se stesso o un prossimo congiunto da una condanna penale.  Per  il  testimone che  regolarmente citato non compaia, senza addurre un  legittimo  impedimento, potrà essere disposto  l’accompagnamento coattivo e potrà altresì essere condannato al pagamento di una somma da € 51 a € 516 a  favore della cassa delle ammende nonché alle spese alle quali  la mancata comparizione ha dato causa, ai sensi dell'art. 133 C.P.P.. 

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 Il Testo Unico delle disposizioni  legislative e regolamentari  in materia di spese di giustizia (D.P.R. 30 maggio  2002,  n.  115,  pubblicato  sulla  G.U.  n.  139  Suppl.Ord.  del  15/06/2002),  agli  artt.  45‐48, prevede il diritto per i testimoni ad ottenere un’indennità per l’impegno prestato. La legge prevede che per  i  testimoni residenti nel comune ove  la  testimonianza deve essere resa o che risiedono  in comune  distante  non  oltre  2,5  km.  possano  ricevere,  a  loro  richiesta,  un’indennità  di  €  0,36  al giorno.  Ai testimoni non residenti spetta il rimborso delle spese di viaggio pari al prezzo di seconda classe dei servizi di linea o, se autorizzato dall’autorità giudiziaria, al prezzo in classe economica del biglietto aereo. In aggiunta la legge prevede un’indennità pari ad € 0,72 per ogni giorno di viaggio e di € 1,29 per ogni giornata di soggiorno nel luogo dell’esame testimoniale.  Il datore di lavoro non può impedire al suo dipendente di assentarsi dal posto di lavoro per andare a testimoniare. Nel caso sia necessario, il Cancelliere presso il Tribunale potrà rilasciare un apposito certificato per giustificare tale assenza.  Alcuni soggetti possono astenersi dal testimoniare, pur avendo l'obbligo di comparire:  i  prossimi  congiunti  dell'imputato  (art.307,c.4  C.P.P.)  che  hanno  la  facoltà  e  non  l'obbligo  di 

testimone salvi i casi disposti dall'art.199,c.1 C.P.P.  gli  ecclesiastici  cattolici  e  i  ministri  delle  confessioni,  i  cui  statuti  non  contrastino  con 

l'ordinamento  giuridico  italiano  salvi  i  casi  in  cui  hanno  l'obbligo  di  riferirne  all'autorità giudiziaria (art.200 C.P.P.) 

gli avvocati,  i notai,  i medici e tutte  le categorie tenute ad osservare  il segreto d'ufficio, fatti salvi i casi in cui gli stessi hanno l'obbligo di riferirne all'autorità giudiziaria (art.200 C.P.P.) 

i pubblici ufficiali sulle materie coperte dal segreto d'ufficio salvi i casi in cui hanno l'obbligo di riferirne all'autorità giudiziaria (art.201 C.P.P..), politico o militare. 

 Ulteriori  informazioni possono essere  reperite  consultando  l’apposita pagina del  sito  alle  sezione “Notizie Utili”.  

 La Carta dei servizi

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SEZIONE 7 – LA NOSTRA PROMESSA DI EFFICIENZA  

POLITICA PER IL MIGLIORAMENTO La politica per il miglioramento della qualità dei servizi erogati si fonda sui seguenti concetti:   I nostri valori 

Ogni nostra risorsa umana deve essere consapevole che il proprio lavoro si svolge: 

nel rispetto dei valori etici condivisi di lealtà, integrità, fiducia reciproca, e professionalità; 

nel rispetto della Costituzione Italiana e delle sue leggi;  15

nella tutela dell’immagine e credibilità della nostra Procura; 

nella ricerca del miglioramento continuo; 

nel perseguire la soddisfazione delle esigenze di tutte le parti interessate.  

In particolare: 

noi crediamo nel rispetto della persona umana; 

la collaborazione reciproca rappresenta il nostro stile di vita; 

apprezziamo l’esperienza e le capacità personali; 

cerchiamo il giusto equilibrio tra le esigenze dei singoli e il servizio alla giustizia; 

siamo consapevoli del dovere della riservatezza.   La nostra missione 

La funzione fondamentale della Procura della Repubblica è quella di assicurare che: 

le leggi dello Stato la cui inosservanza costituisce reato siano applicate correttamente ed in tempi ragionevoli. 

  Il miglioramento dei tempi della Giustizia 

Il nostro principale obiettivo di miglioramento si concretizza nel concetto di “tempestività” dei servizi erogati, nella convinzione che “una giustizia lenta o tardiva è una giustizia quasi sempre negata”. Dobbiamo far presente che i procedimenti che trattiamo sono di diversa complessità e difficoltà.  I  tempi  di  definizione  dei  procedimenti,  quindi,  dipendono  da  tali  caratteristiche. Desideriamo giungere alla conclusione di ogni indagine previo il necessario approfondimento. Il nostro  criterio  guida,  pertanto,  è  quello  della  definizione  del  procedimento  in  tempi ragionevoli,  che  tenga  cioè  presente  la  necessità  che  ogni  procedimento  abbia  la  giusta attenzione.  

Il nostro impegno, pertanto, è principalmente indirizzato verso:   la conclusione dei procedimenti d’indagine penale in tempi ragionevoli;  il mantenimento degli attuali tempi di rilascio dei certificati.  

 La Carta dei servizi

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La tabella illustra i tempi medi di conclusione dei procedimenti.  

NUMERO DEI PROCEDIMENTI ESAURITI SUDDIVISI PER DURATA 

Tempi medi  Richieste di archiviazione  Inizio Azione penale  Altre richieste definitorie 

Entro 6 mesi  3.476  1.559  1.195 

Da 6 mesi a 1 anno  705  702  73 

Da 1 a 2 anni  272  727  35 

Oltre 2 anni  108  121  5 16

  

La tabella illustra i tempi (giorni lavorativi) per il rilascio dei certificati.  

IMPEGNI PER I TEMPI DI RILASCIO DEI CERTIFICATI (Giorni Lavorativi) 

Certificati  Tempi di rilascio Tempi di rilascio

(urgenza) 

Certificato di chiusura inchiesta 7 GG 

(procedimenti archiviati) non previsto 

Certificato d'iscrizione registro notizie di reato 3 GG  non previsto 

Altri Certificati  2 GG Stessa giornata della richiesta 

     

 La Carta dei servizi

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SEZIONE 8 – TERMINI TECNICI  Segue una descrizione dei termini tecnici più utilizzati. 

TERMINE  DEFINIZIONE 

Archiviazione  Atto con il quale viene chiusa un’indagine preliminare perché il fatto investigato non è un reato o perché l’indagato non l’ha commesso o, infine, perché non è stato individuato l’autore.  L’archiviazione è richiesta dal Pubblico Ministero (P.M.) ed è decisa dal Giudice. 

Arresto  Atto con cui la Polizia Giudiziaria priva della libertà personale una persona colta nella flagranza di un reato per il quale la legge prevede l’arresto. La polizia giudiziaria deve immediatamente informare il P.M. mettendo la persona arrestata a sua disposizione. 

Azione penale  Atto con cui il P.M. conclude l’indagine preliminare nel caso in cui ritiene di aver raccolto sufficienti prove della colpevolezza dell’imputato e, formulando l’imputazione, ne chiede il processo penale. L’esercizio dell’azione penale è obbligatorio ed è prerogativa del P.M. 

Convalida di arresto o fermo 

Atto con cui il Giudice verifica se l’arresto o il fermo di una persona siano avvenuti nel rispetto della legge. 

Casellario giudiziale 

Ufficio istituito presso la Procura della Repubblica che raccoglie e custodisce i precedenti giudiziari, in particolare quelli penali, delle persone fisiche e dei soggetti collettivi e che rilascia, a richiesta, il relativo certificato. 

Fermo  Atto con cui la Polizia giudiziaria, se esiste il pericolo di fuga, priva della libertà personale una persona gravemente sospettata di aver commesso un grave reato con l’obbligo di informarne immediatamente il P.M. 

Giudice   L’organo che da solo (Giudice monocratico) o in collegio (Giudice collegiale) decide un processo o una fase del processo dopo aver ascoltato in contraddittorio le ragioni dell’accusa e della difesa. 

Imputato  E’ la persona nei confronti della quale il P.M. instaura il processo al termine dell’indagine preliminare perché lo ritiene responsabile di un determinato fatto che è punito dalla legge. 

Indagato  È la persona sospettata nei cui confronti il P.M. svolge un’indagine preliminare per accertare se è responsabile o meno, a suo giudizio, di un determinato fatto la cui violazione è punita dalla legge (reato). 

Indagine preliminare 

Fase del procedimento penale durante la quale il P.M., con l’aiuto della Polizia giudiziaria, raccoglie ogni possibile elemento di prova per accertare se un determinato fatto costituisce reato e se l’indagato lo ha commesso. 

Interdizione  Provvedimento con cui viene tolta la capacità di agire ad una persona che, per malattia fisica o psichica, non è più in grado di gestirsi. 

Istanza  Atto con cui l’indagato o l’imputato si rivolgono al P.M. o al Giudice per ottenere una decisione interlocutoria. 

Magistrato  È colui che esercita una funzione giudiziaria. Il termine comprende sia i Giudici sia i Pubblici Ministeri. La differenza tra le due figure è sostanzialmente la seguente: Il Giudice esercita una funzione giudicante e cioè decide le controversie, il Pubblico Ministero invece esercita la funzione requirente, vale a dire svolge e dirige le indagini. 

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 La Carta dei servizi

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La Carta dei servizi

TERMINE  DEFINIZIONE 

Notizia di reato  E’ l’informazione trasmessa o acquisita dal P.M. di un avvenimento storico che, ove accertato, potrebbe costituire reato.  La Polizia giudiziaria ha, tra i suoi compiti istituzionali quello di raccogliere le notizie di reato e trasmetterle al P.M.. La notizia di reato può essere contenuta anche in una denunzia, in una querela, in un articolo di giornale ed in qualsiasi atto, pubblico o privato. 

Procedimento penale 

Insieme di stati e gradi di un procedimento giudiziario penale in cui una persona può venire a trovarsi dall’iscrizione nel registro delle notizie di reato, detto anche registro degli indagati, fino alla sentenza definitiva. 

Processo penale  Fase  del  procedimento  penale  in  cui,  chiusa  l’indagine  preliminare,  viene discusso  davanti  ad  un  Giudice,  in  contraddittorio  tra  accusa  e  difesa,  della colpevolezza o innocenza dell’imputato. 

Pubblico Ministero 

Organo dello Stato  che  conduce  le  indagini preliminari, alla  fine delle quali,  se non  richiede  l’archiviazione,  esercita  l’azione  penale,  e  sostiene  la  Pubblica Accusa nel processo penale. 

Reato  È  quel  fatto  umano  che  consiste  nella  violazione  di  un  comando  o nell’inosservanza di un divieto e che la legge punisce con una sanzione penale. 

Registro delle notizie di reato 

Registro esistente presso la segreteria Centrale della Procura della Repubblica in cui  per  legge  deve  essere  iscritta  ogni  persona  nei  cui  confronti  viene  svolta un’indagine preliminare. 

Rinvio a giudizio  Atto con cui il P.M. conclude l’indagine preliminare e formulando un’imputazione chiede  al  giudice  che  verifichi  la  colpevolezza  od  innocenza  della  persona accusata. 

Sentenza  Atto  con  cui  il  Giudice  conclude  il  processo.  Può  essere  di  condanna  quando riconosce  la  colpevolezza  dell’imputato  o  di  assoluzione  quando  ne  riconosce l’innocenza. 

Udienza  Luogo in cui si svolge la fase del processo davanti al Giudice e nel contraddittorio tra accusa e difesa.  

  

RINGRAZIAMO il Fondo Sociale Europeo la Provincia Autonoma di Trento il Comune di Trento la Fondazione Formit  Un  ringraziamento  speciale  va  inoltre  a  tutto  il  personale  che  direttamente  ha  collaborato  alla stesura di questa Carta dei Servizi realizzata dalla Procura della Repubblica di Trento.  Il Responsabile: Pasquale Profiti