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La campanella Il giornalino on line della S.M.S. “Marcello De Rossi” di Velletri
Numero 2 Commemorazione vittime civili Il 22 gennaio 2016 la città con una solenne cerimonia ricorda il
giorno del bombardamento
Il 22 gennaio 2016 la nostra scuola, tramite una rappresentanza, la classe prima G, ha partecipato
alla cerimonia commemorativa in onore delle vittime civili di guerra, cadute in seguito al bom-
bardamento del 22 gennaio 1944. Nel-
la cattedrale di San Clemente si è svol-
ta la messa commemorativa alla quale
hanno partecipato le autorità cittadine,
le associazioni, le forze armate e il
vescovo monsignor Vincenzo Apicel-
la. Durante la funzione don Paolo ha
ricordato quel triste giorno, leggendo
alcune pagine del diario di frate Italo
Laracca, il diario testimonia come a
quei tempi molti cittadini possedessero
una grotta, scavata in profondità, per
nascondere lì tutti i propri beni, ma
soprattutto per difendersi dai bombar-
damenti, purtroppo la maggior parte
delle volte essi rimanevano intrappola-
ti sotto le macerie.
Sofia Giammatteo 3C
a Pag. 2 l’inedito diario di guerra di Gaetano Leotta
Notizie in rilievo:
Commemorazione vit-
time civili di Velletri
Giornata della memoria
Diario di guerra
Eccidio Martiri di Pra-
tolungo
Progetto Alchimie Ve-
getali
Casa della Cultura e
della Musica
La Festa delle camelie
Anno 2016
L’allora ospedale civile “G. Garibaldi” prima del
bombardamento.
Tratto da, U. Savo, Incantesimo e magia di Velletri
L’edificio dell’ex con-
vento del Carmine, ap-
pena restaurato ed inau-
gurato è stato ora riqua-
lificato in “Casa della
Cultura e della Musica”.
I lavori di restauro han-
no interessato l’intera
struttura. La piccola
chiesa interna al con-
vento è ora divenuta un
bellissimo auditorium.
Pag. 7
L’auditorium della Casa della Cultura
e della Musica
“Casa della Cultura e della Musica”
Le visite didattiche
Roma, Piazza Navona e museo Braschi Pag. 10 Roma, Università Tor Vergata Pag. 10
Sermoneta, Castello Caetani Pag. 11 Tivoli, Villa d’Este Pag. 11
della scuola De Rossi
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Il giornalino on line della S.M.S. “Marcello De Rossi” di Velletri - numero 2 del 2016
La campanella
Il 27 Gennaio è il giorno in cui l’Umanità ricorda milioni di persone a cui è stata strappata la vita, ricorda a tutti che è esi-
stito l’orrore, l’Olocausto, i campi di concentramento. La nostra redazione vuole pubblicare una parte del diario del nonno
di una nostra compagna, Caterina Manni, un sopravvissuto, un documento prezioso da cui emerge tutta la paura, la tristez-
za, l’ingiustizia e la crudeltà della guerra.
Diario di Gaetano Leotta
“prego farlo avere alla signora Leotta Pierina, mia adorata moglie che lo terrà per ricordo di suo marito che l’amò dal 27 Ot tobre 1923
all’ultimo momento della sua vita. Tanto triste dopo il forzato distacco da lei e dagli adorati figli. Il 5 Agosto 1944”.
Ricordi tristi
Durante i mesi che fui costretto a passare in Germania avevo scritto varie pagine di un quaderno che per cause non volute da me ho dovuto
lasciare assieme a quel poco che formava il mio bagaglio abbandonato il lunedì dopo la S. Pasqua del 1945 nei pressi di West falia nel
tentativo - per fortuna riuscitomi - di lasciare i resti del “ potente esercito tedesco” e passare alle formidabili armate anglo americane che
avanzavano verso il cuore della Germania. Su quei fogli vi era il lamento di un povero uomo che dopo essere stato strappato dai tedeschi
il 5 agosto 1944 alla diletta moglie e ai suoi amati tre figli era stato portato molto lontano, a Dusseldorf. In Germania passai quasi 8 mesi
… otto lunghi mesi. Il 25 marzo 1945 si vedeva ormai bene la fine della Germania, tutto faceva capire che l’ultima fase della guerra era
molta vicina. Migliaia di aeroplani di tutte le specie erano notte e giorno sulle nostre teste. La domenica delle palme al mattino fortissime
detonazioni, il campo saltava in aria, le nostre baracche tremavano più del solito … volli assicurarmi di che si trattava e andai da un tede-
sco che parlava in malo modo la nostra lingua e alla mia domanda:”camerata, che succede? ”mi rispose, “caput, nemico avanza, dobbia-
mo fuggire“. Effettivamente avanzava, il cannone faceva tremare la terra tutti coloro che sono stati in guerra sanno cosa significhi ritirata
per un esercito, quindi il mio pensiero si rivolgeva immediatamente alla mia famiglia che forse non avrei più vista e cosi scrivevo sperando
che il destino l’avrebbe fatta avere a mia moglie e ai miei figli.
25 marzo 1945
Mia cara Rinuccia,
sono le ore 9 della domenica delle palme, forse ti prepari per andare alla S. Messa… anch’io mi preparo per andare lontano da questa
Coisfeld distrutta, per andare più distante da te e dai nostri figli … rassegnato parto verso il destino ignoto. Si viaggerà a piedi, i treni non
vanno più, tutte le linee ferroviarie bombardate. Dicono che si devono percorrere oltre 100 chilometri, si marcerà solo di notte per paura
dei mitragliamenti. Anima mia, parto e non so se arriverò, tempo di guerra il morire è la cosa più semplice che esista.
Domenica delle Palme 1945
Si aspetta si faccia buio per potere iniziare il ripiegamento. Alle ore 20, zaino in spalla, si parte, si cammina come un branco di pecore, noi
che si va verso Rain, siamo circa 120, scortati da due marescialli tedeschi, armati di mitra. I primi chilometri si percorrono a passo svelto
Per non dimenticare Inedito il diario di guerra di nonno Gaetano Leotta
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poi la stanchezza si fa sentire, ogni tanto ci si ferma ci sono degli alberi ci si mette sotto e si dorme qualche ora. Alle 20.00 si riprende il
cammino fino alle 24.00. Il mio pensiero rivolto a mia moglie, figli e tutti i miei cari tanto lontani. Le baracche tremavano, tutti i capanno-
ni bruciavano, i depositi di benzina e nafta lo stesso, spettacolo spaventoso, alle 5 radunata, ci portano al campo centrale, si lavora a mi-
nare i fabbricati del campo, gli uffici, i magazzini, ecc. Confusione, si corre a destra e a sinistra, ordini e contrordini , spesso la sirena
d’allarme suona. Un generale che gira in macchina impartisce ordini. Giornataccia della mia triste vita: ho sempre pianto. Perché?, pen-
savo:”potrò ancora rivedere i nostri cari?”.
Alle 5 della domenica, S. Pasqua, ho fatto un
giro per vedere quale fosse la situazione. Gli
americani avanzavano. Anche se non si vuole
bisogna dire che la malinconia è al massimo, i
ricordi si accavallano, l’anno scorso alla stes-
sa ora assieme alla mia Rinuccia e ai miei figli
e la vecchia Carmela, tutti attorno alla stessa
tavola, quest’anno invece lontanissimi.
Alle prime ore del lunedì, 2 aprile, viene un
ufficiale tedesco, ordina la radunata, si deve
ripiegare. Bisogna decidersi, o continuare a
ritirarsi con i tedeschi oppure affrontare
l’imprevisto per cercare di raggiungere la
linea americana e passare a loro. I tedeschi
con le armi in mano facevano la caccia
all’italiano, io ho pensato nuovamente ai miei
cari lontani e poi gettato lo zaino, bustina e la
piccola riserva di viveri, mi sono messo a cor-
rere verso il bosco, allontanandomi dai tede-
schi che per fortuna non videro me e vari altri compagni. Dopo aver percorso strade, saltato fossi, acqua, ecc. fummo scorti dall’artiglieria
americana che ci sparò tre colpi di cannone. Il signore ci volle salvare. Ci gettammo a terra a striscioni ci potemmo portare vicino una
casa. Notte indimenticabile, spaventosa. Bombardamento aereo e granate delle opposte artiglierie passavano sul rifugio che tremava … in
modo impressionante. Mi sono gettato sopra un mucchio di paglia, come al solito ho pensato a lungo alla mia Rinuccia e figli che forse non
avrei più visto. Il pericolo era imminente, ho chiuso gli occhi e in attesa della granata che avrebbe preso in pieno il rifugio. Al mattino
mettemmo un lenzuolo sopra un bastone in segnale di resa. Alle ore 13.30 una piccola automobile e una motocicletta passarono a pochi
metri da noi, era giunta l’ora giusta, qualunque cosa potesse accadere, o vita o morte: si esce fuori, si grida, si alzarono le mani, la resa è
avvenuta. Si cambia padrone.
Incolonnati e scortati da americani armati si
cammina sempre. Verso le ore 4 del 4 aprile si
arriva al campo di concentramento. Il freddo era
intenso, si camminava da un lato all’altro del
campo, nessuno più parlava … muti ci si guarda-
va negli occhi e … Appena si fece giorno gli ad-
detti alla polizia ci perquisirono e cominciarono
a portarci via quel poco che qualcuno era riusci-
to a portare ancora con se e così orologi, penne
stilografiche, denaro, anelli, zucchero, ecc. cam-
biavano anch’essi padrone.
Disinfestazione, distribuzione di carne in scatola
e galletta, ci bollarono con il numero 4 sul collo
… Sono molto stanco, il morale scende sempre.
Alle ore 14 si parte in autocarro, siamo circa 350
uomini. Dopo varie spinte e ingiuste sgridate ci
mettiamo in moto, sul mio autocarro ci sono vari
tedeschi, uno è a terra svenuto, dicono i suoi compagni trattarsi di un epilettico … viaggia lo stesso, siamo in guerra quind i basta. Si per-
corrono oltre 100 chilometri, si vede dove la guerra è passata con tutta la sua strage da solo poche ore, morti dappertutto. Si passa il Reno,
si va verso l’Olanda. Alle 19 circa si arriva in altro campo di concentramento, ci mettono dentro i reparti, le bestie sono a posto. Alle ore
15 del giorno 6 aprile si riparte in autocarro, si percorrono oltre 20 chilometri poi in treno si attraversa buona parte dell ’Olanda e Belgio.
Nulla abbiamo visto perché chiusi in vagoni bestiame. Sete, fame, lancio di sassi contro i vagoni, ecc. Per soddisfare bisogni corporali un
grande problema. Si arriva in Belgio, vi si rimane circa 12 giorni. Eravamo oltre 20.000 uomini di tutte le nazionalità. Il 22 aprile, domeni-
ca, alle ore 13 viene dato l’ordine di partire. Si parte a piedi, vento, forte vento, si cammina per varie ore, scortati da soldati armati e mol-
to poco cortesi … spintoni in abbondanza. Dopo appelli e contrappelli ci mettono dentro una vecchia fornace di mattoni. Vi abbiamo trova-
to altre migliaia di prigionieri di varie nazionalità. Si dorme a terra, ormai l’abitudine è stata fatta, pazienza. Come al solito prima di chiu-
dere gli occhi, il mio pensiero vola lontano, tristi pensieri passavano per la mia mente. Adunata, si parte altra tappa a piedi. Dopo avere
scaricata una nave, ci cacciano dentro la stiva, siamo oltre 500 fra italiani, ungheresi e qualche jugoslavo. Dopo circa 5 ore la nave parte.
Colonna di prigionieri italiani, tedeschi, ungheresi e rumeni.
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Il mare è molto agitato, la nave più il tempo passa e s’inoltra nella Manica, più balla. Verso le 9 ci portano in coperta a p iccoli drappelli e
poco dopo ci fanno sbarcare. Si mette piede in Inghilterra. Dal 24 aprile al 30 si sono cambiati vari campi di smistamenti, si è viaggiato
sempre in treno scortati dalla polizia armata e scortese. 1 maggio si parte per il campo 127. Restammo al 13 luglio. Durante tale periodo
molti avvenimenti si sono verificati. La fine della guerra in Europa, ottenuto il permesso di poter scrivere alla famiglia, fare la Comunione,
ascoltare Messe, vedere persone che ritornano in Italia e qualcuno da me incaricato sarebbe venuto a trovare te mia amata compagna per
darti a voce mie notizie. I mesi passano, posta nulla per me. La tristezza cresce, con ansia si aspetta l’ora della distribuz ione della corri-
spondenza, si invidiano quelli che ricevono lettere dall’Italia, 2 agosto. Il postino del campo mi avvicina e mi consegna la lettera n.1. Subi-
to riconosco dalla calligrafia chi l’aveva scritta. Eri tu, mia Rinuccia. L’ho letta mille volte, l’ho baciata, l’ho bagnata delle mie lacrime, il
19 settembre, passo dal campo 129 all’Hostel di Tendring Hall, 14 miglia distante. L’esilio continua dei tanti avvenimenti che in questo
periodo hanno sconvolto l’Italia, vari sono rimasti impressi nella mia mente ed hanno contribuito a creare uno stato d’animo irrequieto.
Italiani che uccidono italiani, si spara sui loro cadaveri, fotografie, cinematografia per la propaganda … il popolo ha perso la testa, ingra-
titudine.
Siamo al 26 settembre 1945
Tutti si sperava che entro settembre si fosse saputa qualche cosa per il rimpatrio, invece nulla. Com’è triste la vita, dover per volere degli
altri passare tanti mesi senza vedersi circondato dai figli. 3 ottobre. Ci viene comunicato che oggi l’ambasciatore d’Italia a Londra, parle-
rà alla radio a noi prigionieri. Forse si avvicina l’ora tanto desiata? Sarà una parola d’incoraggiamento per passare l’inverno? Ore 23 Il
signor Carandini ha parlato. Un raggio di luce si apre anche per noi. Entro il corrente anno comincerà il rimpatrio … il tanto sospirato
rimpatrio. Tutto andando bene spererei che il S. Natale del 1945 possa passarlo accanto a te mia cara e circondato dai nostri amati figli.
Tale speranza mi ha sollevato il morale e vado a letto con la vostra visione. 3 novembre 1945. Alle ore 13 comincia il lungo viaggio di ri-
torno in Italia. Alle 13.15 dell’11 novembre, la nave si muove … finalmente … si lascia l’Inghilterra. Alle ore 7 di giovedì 15 novembre si
arriva a Gibilterra, si respira area europea. Alle ore 18 di domenica 18 novembre si arriva a Napoli dove si sbarca alle ore 9 del 19 suc-
cessivo. Finalmente si mette piede in Italia, mi avvicino sempre di più alla mia cara famiglia. Si comincia a respirare aria di libertà. Dopo
alcuni giorni di disagiato viaggio arrivai a Padova. Assieme ai colleghi andammo a S. Antonio per ringraziarlo del miracolo di averci sal-
vato e fatto rivedere le nostre famiglie. Alle ore 12.35 del giorno 26 novembre, arrivai a Legnaro. Alla stazione mi aspettavano mia moglie,
i miei figli e tanti amici. Finalmente termina la triste odissea cominciata nelle prime ore del 5 agosto 1944 e dopo circa 16 mesi posso libe-
ramente riabbracciare la mia sempre amata famiglia.
Terminato di mettere in bella copia a cura di:
Tommaso Leotta il 2 aprile 1995, 50 anni dopo.
Caterina Manni, Filippo Bizzoni 2C
Dall’estro e dalla creatività di Andrea Di Bella,
la rappresentazione della guerra contro la pace
Pubblichiamo con affetto anche la testimonianza di
“nonno Ettore Feudo”che racconta la storia della guerra
vissuta da suo padre, Daniele Feudo.
“Nonno Ettore” è purtroppo venuto a mancare in questi
giorni.
“Mio padre, sei mesi dopo il suo matrimonio, dovette
partire per la guerra. Andò prima in Francia e poi in Alba-
nia.
Mio padre e suo fratello partiti molto giovani per il fronte,
per quanto avevano combattuto e per quanto fossero dav-
vero ridotti male, una sera in Albania, si rincontrarono e
non si riconobbero.
Quando venne fatto prigioniero dai tedeschi,(essendo
barbiere a Velletri) fu obbligato a tagliare i capelli a zero
agli ebrei, prima di essere uccisi, bruciati nei forni crema-
tori.
Gli americani liberarono il campo di concentramento in
maggio e mio padre tornò a casa a settembre, nove mesi
dopo nacqui io, Ettore”.
Fusco Francesco
Il 19 febbraio del 1944 in Contrada Pratolungo, tredici cittadini
italiani vennero trucidati dai soldati tedeschi durante una rap-
presaglia per la morte di un soldato tedesco ucciso da un conta-
dino che voleva difendere la moglie da un tentativo di stupro.
Nell’eccidio morì anche una donna incinta, Artemisia Mammu-
cari. Nel 1994, lungo la strada di “via Vecchia di Napoli” a
poca distanza dal luogo dell’eccidio fu posta una stele a memo-
ria delle vittime, dove sono scolpiti tutti i nomi dei caduti. Ogni
anno l’amministrazione comunale commemora presso la stele il
ricordo dell’avvenimento. I crimini di guerra non sono mai stati
cancellati dalla memoria di molti, abbiamo ancora dopo tanti
anni le vive testimonianze di persone che sono sopravvissute e
che soltanto raccontando i fatti e rivivendo i momenti di quella
terribile guerra, piangono commosse, come nel caso della testi-
monianza di “zia Ines Ambrosetti” di 104 anni, prozia di una
nostra compagna, Giorgia Picca. La signora racconta che du-
rante il conflitto i tedeschi attaccarono brutalmente Velletri e
tutti i suoi cittadini. Quest’ultimi cercarono in tutti i modi di
difendersi, temendo appunto le rappresaglie. Ines ricorda, che
per sfuggire ai plotoni tedeschi si nascondeva presso la ferrovia
dove pensava che fosse più difficile essere scovata.
Numero 2
Eccidio di Pratolungo Velletri commemora i martiri della rappresaglia nazista
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La campanella
La guerra oggi L’emigrazione del popolo siriano
Sono iniziati a gennaio 2012 i primi sbarchi di siriani in Italia,
all’inizio arrivavano in numero ridotto, l’incremento di quest’ultimo
periodo è dovuto al peggioramento della guerra civile nel paese.
Guerra iniziata nel 2011 tra le forze governative appartenenti al regi-
me dittatoriale di Hafiz al-Assad, e quelle dell’opposizione alle quali
si sono aggiunti gruppi estremisti. I gruppi ribelli sono stati accusati
dalle organizzazioni internazionali di abusi dei diritti umani con tor-
ture, sequestri, detenzioni illecite ed esecuzioni. Il problema immi-
grazione è sì di tipo umanitario ma soprattutto politico, e la ragione
per la quale i profughi scappano dalla Siria si chiama Turchia, grazie
all’ambigua politica adottata da Ankara. Ad oggi sono circa nove
milioni le persone che sono state costrette ad abbandonare le proprie
case e imbarcarsi su “barconi“ di fortuna per cercare di raggiungere
l’Europa attraverso la Turchia, la Grecia e l’Italia mettendo a rischio la loro vita e quella dei loro familiari anche molto piccoli. Que-
sti profughi dalla Turchia, dalla Grecia o dalla Bulgaria vengo-
no stipati dentro camion merci per una cifra mai inferiore ai 10
mila euro. Se tutto va bene e non vengono truffati arrivano
nelle loro mete preferite: Germania, Svizzera e Svezia. Tutto
ciò ci fa rendere conto che l’Europa era del tutto impreparata a
ricevere un così alto numero di profughi. Dietro quei barconi
non c’è solo il dramma di un popolo ma c’è una guerra che ci
riguarda da vicino, quella che papa Francesco ha chiamato la
terza guerra mondiale. Perché finisca non basta chiudere gli
occhi o guardare da un’altra parte.
Elisa Mastrostefano 1D
Carol Muscedere, Elisa Fantozzi,
Emily Lollobrigidi, Noemi Rovitelli 1G
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La campanella
Il 15 febbraio nel laboratorio della scuola De
Rossi, è partito il progetto "Le Alchimie Ve-
getali", al quale hanno partecipato le classi
2aC e 2aD, dapprima con una lezione congiun-
ta e poi con due lezioni a settimana, sotto la
guida delle referenti prof.ssa Corrao e Carofa-
no e degli insegnamenti dei farmacisti
dell’Artemisia. Il progetto è stato quindi divi-
so in quattro fasi, la prima fase è consistita
nella programmazione, progettazione del per-
corso, la seconda, invece, comprendeva la
realizzazione di dieci capsule immunostimo-
lanti, una protezione del sistema immunitario.
Nella terza fase si è proceduto alla vera e
propria realizzazione di capsule con integratori
alimentari, emulsioni cosmetiche, gel curativo
antinfiammatorio. L’ultima fase ha
previsto un test finale per appurare le
competenze acquisite. Questo progetto
è stata una bella esperienza per gli
alunni che hanno imparato le tecniche
fondamentali utilizzate nei laboratori
di farmacia per la preparazione di
farmaci galenici. Questo lavoro spon-
sorizzato dal Rotary Club di Velletri, è
stato presentato ai genitori degli alunni
partecipanti il 21 marzo con una mani-
festazione presieduta dalla nostra Pre-
side, nell’ambito del quale sono stati
consegnati ai genitori i prodotti galeni-
ci nel laboratorio scientifico, dove è
stata posizionata la bilancia analitica
donata dalla Rotary Club.
Alice Smaniotto 2C
Osservazioni al microscopio nel
laboratorio scientifico
“Le Alchimie Vegetali” Il laboratorio scientifico della scuola impegnato nel progetto alchimie
L’ex convento del Carmine è un edificio seicentesco situato nel
centro storico di Velletri ed esattamente in piazza Trento e Trie-
ste, in passato ha avuto funzione, oltre che di convento, anche di
caserma, di uffici governativi e più recentemente di archivio del
catasto, oggi invece diventa il luogo centrale della cultura e del-
la musica. L’edificio appena restaurato è stato infatti riqualifica-
to in “Casa della Cultura e della Musica”. I lavori di restauro
iniziati il 15 aprile 2014, sono stati completati e hanno interessa-
to la struttura, gli spazi interni, il grande chiostro quadrangolare,
il giardino e soprattutto i pregevoli affreschi. Nell’edificio meri-
tano particolare attenzione alcune grandi opere quali gli affre-
schi di Gaspard Dughet e di Antonio Paticchi, gli stucchi e molti
altri aspetti tipici dell’architettura dell’epoca. All’interno sono
stati allestiti dei pannelli informativi che spiegano ai visitatori le
caratteristiche del progetto realizzato. L’architetto Maurizio
Sallami, responsabile del procedimento, ha ricostruito la storia
dell’edificio mostrando alcune caratteristiche ben evidenti anche
dopo i lavori effettuati. La prima attività ad essere stata trasferi-
ta nei rinnovati ambienti della struttura, è la biblioteca comuna-
le. Il giardino e gli spazi esterni inoltre, sono ora un fiore
all’occhiello della struttura; infatti circa 3000 metri quadri ospi-
teranno luoghi d’incontro, riunioni e manifestazioni all’aperto.
Susanna Cosci, Gaja Ciarla 2G
Numero 2
L’ex convento del Carmine La ristrutturazione dello storico edificio veliterno
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La campanella
La facciata e il portone d’ingresso principale su piazza Trento e
Trieste, come si presentano dopo l’accurato restauro
Nella foto sopra, una veduta della facciata dell’edificio prima della
ristrutturazione, danneggiato da decenni di totale abbandono.
Nella foto in basso, uno scorcio del magnifico giardino.
Nelle foto sopra, due vedute del chiostro quadrangolare con volte a
crociera, dopo l’opera di restauro.
Velletri ricoperta di fiori La “Festa delle Camelie”
La campanella
Il giornalino on line della S.M.S. “Marcello De Rossi” di Velletri - numero 2 del 2016
Da sabato 2 a domenica 3 aprile in occasione della 22^ edizione della
“Festa delle camelie”, Velletri è stata allestita con imponenti piante.
Il termine camelia deriva dal nome latinizzato del missionario gesuita
Georg Joseph Kamel (1661-1706), farmacista e botanico, che per primo
importò la pianta dal Giappone. Il programma della festa è stato
molto ricco: come ogni anno si è tenuto il concerto della banda mu-
sicale città di Velletri “U. Cavola”, allestimento de “Il mercatino
dell’antiquariato e del modernariato”. Ci sono state dimostrazioni
delle varie associazioni cittadine, dallo sport alle attività artigianali e
musicali. I produttori di acidofile hanno allestito una ricca mostra
mercato con l’accompagnamento di melodie classiche, e i giardini
privati più belli del territorio sono stati aperti al pubblico per le visite
guidate. Novità di quest’anno è stata inoltre la partecipazione dei
negozi del centro che sono rimasti aperti di domenica e abbelliti con
preziose composizioni di fiori. La nostra scuola, ha inoltre partecipa-
to alla sfilata con una mostra espositiva presso l’Istituto d’arte Isa
Juana Romani di Velletri.
Melissa Picca 2G
Denis Carapellotti 2G
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La campanella
Il giorno 15 marzo, la scuola “De Rossi” ha ospitato nella propria Aula
Magna due agenti della polizia stradale di Albano Laziale responsabili
del progetto di Educazione stradale nelle scuole. Erano presenti alla
lezione le classi prime dell’istituto, sedute sui gradoni dell’aula princi-
pale della scuola. La lezione ha avuto inizio con la proiezione di un
filmato riguardante il lavoro svolto quotidianamente dalla polizia stra-
dale durante i loro interventi in caso di incidenti stradali, causati da
eccesso di velocità o da guida in stato di ebbrezza; al termine del video,
Educazione Stradale
Lezioni tenute dalla Polizia stradale nella scuola
Il 23 marzo la nostra scuola ha assistito alla
visione del film Interstellar, presso il cinema
Augustus di Velletri. Un film emozionante,
di Christopher Nolan, che sottolinea il valore
della famiglia e allo stesso tempo parla delle
avventure nello spazio. Il papà, Cooper
(Matthew McConaughey), ex pilota della
NASA, ora è contadino, vive con i suoi figli
e il suocero in una Terra diventata arida,
povera. La figlia, Murph, era una bambina
curiosa che credeva in un fantasma, avvertito
proprio nella sua stanza. Il padre la contrad-
diceva, dicendole che in realtà era solo la
forza di gravità. Intanto il cibo scarseggiava
e tempeste di sabbia rendevano l’aria irrespi-
rabile. Un giorno trovarono delle coordinate
che li condussero in una base segreta della
NASA. Cooper era incredulo, ma qui ritrovò
il suo ex capo, dott. Brand, che gli affidò il
compito di tornare nello spazio per salvare
l’umanità. Gli mostrò un’equazione quasi
risolta, convincendolo a partire, e Cooper lo
fece anche a costo di lasciare la famiglia.
Avrebbe dovuto trovare un nuovo pianeta in
cui la vita fosse migliore. Intraprese così un
viaggio verso Saturno insieme ad altri a-
stronauti, che durò due anni, attraversò il
tunnel spaziale per arrivare poi ad un pia-
neta che risultava così vicino a Gargantua,
la gravità del buco nero rallentava lo scor-
rere del tempo. Infatti ogni ora che pas-
sava corrispondeva a sette anni sulla
terra. Il pianeta si rivela inospitale, infat-
ti era formato da sola acqua attraversato
da gigantesche e distruttive onde di ma-
rea. A causa di un’onda Doyle, uno degli
astronauti, morì per salvare Miller. In-
tanto Murph è cresciuta e lavora come
scienziata per la NASA. Aiutava Brand
nel suo lavoro che sembrava percorrere
un punto cieco; solo in punto di morte
Brand confida alla ragazza di aver risol-
to quell’equazione ben prima della par-
tenza di Cooper e di aver capito che la
soluzione non permetteva di sviluppare
le navi che avrebbero potuto portare in
salvo gli abitanti della terra. L’unica
soluzione era far nascere una nuova po-
polazione umana in un altro pianeta,
abbandonando alla morte gli abitanti
della Terra. Il film è piaciuto molto ai
ragazzi soprattutto per gli straordinari
effetti speciali che vi sono.
Giorgia Marinelli 1H
Sofia Montellanico 1A
Interstellar Successo del film diretto dal regista C. Nolan, molto apprezzato dai ragazzi
gli agenti hanno parlato dell’importanza di allacciare le cinture di
sicurezza in automobile, anche qui approfondendo e commentando
l’argomento con l’aiuto di un filmato. Dopo aver parlato
dell’importanza delle cinture di sicurezza e del casco integrale per
i motociclisti, i due poliziotti hanno spiegato come comportarsi in
strada, mostrandoci anche quale sia il comportamento corretto che
devono tenere i pedoni, soprattutto durante l’attraversamento della
strada sulle strisce pedonali, dove è opportuno non distrarsi con
apparecchi elettronici e cuffiette audio. Si è visionato poi un video
creato in grafica computerizzata, che riproduceva un incidente
motociclistico avvenuto sulle strisce pedonali, mettendo in risalto
le caratteristiche tecniche di durezza e resistenza del casco da mo-
tociclista di fronte a sollecitazioni del genere. Alla fine
dell’incontro, gli agenti di polizia si sono resi molto disponibili
gentili e pazienti nel rispondere a tutte le domande dei ragazzi,
anche a quelle più curiose. Il 18 marzo la Polizia Stradale ha poi
incontrato allo stesso modo gli alunni delle classi seconde.
Elisa Mastrostefano 1D
Dawid Drozdowski 1D
Francesco Fusco 1G
Flavio Carletti 1G
Sara Andolfi 1G
Numero 2
Le nostre gite a Roma
Pagina 10
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La campanella
-neoclassico che ha l’ingresso principale su piazza San Pantaleo. Vi
si trova all’interno un cortile quadrangolare dal quale ci si immette
nel museo, dove vi si accede tramite una scalinata dalle caratteristi-
che monumentali e barocche. All’entrata è esposta una carrozza
d’epoca che ha attirato subito la
nostra attenzione grazie alla sua
bellezza. Il palazzo è costituito da
due piani oltre al pianterreno e la
sottotetto. Nelle sale del palazzo è
esposta una svariata quantità di
dipinti,affreschi,sculture e fotogra-
fie per testimoniare e raccontare ai
visitatori tutte le trasformazioni
subite da Roma tra il XVII e il XIX
secolo. Infatti in una sala abbiamo
ammirato il dipinto di Piazza Navo-
na che era completamente diversa
da quella attuale, tanto è vero che si
poteva riconoscere solo la chiesa di
Sant’Agnese. Come ultima cosa abbiamo visitato una stanza che
viene chiamata anche l’ ”Alcova,ricostruzione fedele dell’omonima
pre-sala da letto dell’ex Palazzo Torlonia di piazza Venezia. Finita la
nostra “piccola” visita turistica abbiamo raggiunto i pullman e siamo
ripartiti, accompagnati dalla pioggia. E’ stato molto bello poter co-
noscere qualcosa di più sulla nostra stupenda città eterna, Roma.
Susanna Rinaldi, Alice Smaniotto 2C
partendo dall’analisi di un semplice uovo, che costituisce la più
grande cellula visibile ad occhio nudo. Prima abbiamo preso un
uovo e lo abbiamo immerso in un bicchiere pieno di aceto. Dopo
pochi minuti abbia-
mo visto formarsi
delle bolle sul gu-
scio a causa della
fuoriuscita di anidri-
de carbonica. Poi ci
hanno mostrato un
uovo che era già
stato precedente-
mente immerso
nell’aceto (da circa due/tre giorni). Il guscio si era sciolto, così ab-
biamo potuto osservare la membrana semipermeabile, molto sottile
ma resistente alle sollecitazioni tanto che, l’uovo, era a quel punto
in grado di rimbalzare senza rompersi. Durante lo svolgimento
degli esperimenti noi ragazzi siamo stati coinvolti anche attraverso
domande e continui inviti a partecipare attivamente. Abbiamo così
vissuto un’esperienza interessante e stimolante grazie alla speri-
mentazione di un metodo che insegna e diverte.
Noemi Rovitelli 1G
Il giorno 10 marzo, le classi prime della scuola media “De Rossi”,
si sono recate presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Verga-
ta” per assistere alla lezione-spettacolo “ la cellula come una fabbri-
ca”. Attraverso questa lezione, gli studenti, hanno avuto
l’opportunità, di sperimentare un diverso e coinvolgente metodo
didattico. La lezione è consistita in uno spettacolo di intrattenimen-
to scientifico il cui scopo è stato quello di avvicinare noi ragazzi
alla scienza in modo divertente. Abbiamo avuto l’occasione di os-
servare e conoscere la cellula attraverso affascinanti esperimenti,
Alle 7.30 del 15 marzo tutte le classi seconde della scuola erano
pronte alla stazione ferroviaria di Velletri per partire verso Roma.
Arrivati a Roma e raggiunta Piazza Navona, mentre le guide spiega-
vano, abbiamo visitato quest’antica e splendida piazza. Tra le tre
fontane presenti la predominante e simbolo del vecchio stadio di
Dominiziano, quello
che anticamente era
Piazza Navona, è la
Fontana dei quat-
tro Fiumi. Questa
fontana, magnifica
opera barocca, è stata
realizzata da Bernini e
rappresenta, grazie a
figure scolpite nel
marmo levigato, i
quattro più fiumi im-
portanti che indicano
quattro continenti : il Danubio per l’ Europa, il Nilo per l’ Africa, il
Gange per l’ India ed il Rio della Plata per l’ America. Sulla sommità
della vasca, scolpita come un massiccio roccioso, è posto un obeli-
sco. Ad ornare la roccia troviamo vegetazione, belve feroci e animali
fantastici, ma non possono mancare le varie bocche dalle quali sgor-
ga l’ acqua. Dietro questo splendido capolavoro sorge, con la sua
imponente architettura, l’affascinante chiesa di Sant’Agnese. Dopo
uno spuntino abbiamo proceduto verso l’estremità della piazza dove
si colloca il museo “Palazzo Braschi”. Si tratta di un palazzo barocco
Università di Tor Vergata
Piazza Navona e museo Braschi
gegno meccanico, ma sol-
tanto dalla pressione natu-
rale delle acque provenien-
ti dal fiume Aniene e il
principio dei vasi comuni-
canti. Il risultato è solo in
parte visibile ai giorni
nostri, e i numeri sono
sorprendenti: 35.000 m2
complessivi di giardini,
250 zampilli, 60 polle
d'acqua, 255 cascate, 100
vasche, 50 fontane, 20
esedre e terrazze, 300 para-
toie, 30.000 piante a rota-
zione stagionale, 150 pian-
te secolari ad alto fusto,
15.000 piante ed alberi
ornamentali perenni, 9.000 m2 di viali, vialetti e rampe.
Denis Carapellotti, Antonio Lauro,
Gianmarco Cuculo, Gianmarco Antonetti
Numero 2
Le meraviglie di villa d’Este
Pagina 11
Il giornalino on line della S.M.S. “Marcello De Rossi” di Velletri - numero 2 del 2016
La campanella
Castello Caetani di Sermoneta
Dal mese di marzo a quello di maggio le classi prime, avvicendandosi,
hanno visitato il castello di Sermoneta. Il castello di origine medieva-
le, appartenne alla chiesa fino all’anno 1222 quando diventò feudo
della famiglia Annibaldi e nel 1297 fu acquistato dalla famiglia Caeta-
ni che ne rimase proprietaria. L’ultima discendente dei Caetani, Lelia
Caetani, è scomparsa nel 1977. Il castello è uno dei più noti esempi di
architettura del tempo. Le pareti possono essere larghe circa tre metri,
e sono anche molto alte. Della costruzione originaria rimangono solo il
maschio e il maschietto che sono le due torri di guardia. Quando il
castello diventò proprietà
della famiglia Caetani,
venne ristrutturato e furo-
no apportate diverse mo-
difiche che lo resero di-
verso quindi dal progetto
iniziale. Il castello fu
attaccato più volte dai
Borgia che non riuscirono
a conquistarlo; ma non
appena fu eletto papa
Alessandro VI (Borgia)
egli scomunicò i Caetani.
Per accedere al castello è
necessario passare attra-
verso due ponti levatoi,
rialzati qualche metro da terra con delle catene. Per accedere invece
alla parte superiore del castello, bisogna salire alcune rampe di strette
e ripide scalette. Per tornare all’entrata del castello gli alunni hanno
attraversato degli stretti corridoi chiusi da mura molto spesse e aperte
solamente ai lati con delle piccole feritoie dalle quali gli arcieri sca-
gliavano frecce con potenti archi. La guida ha portato poi gli alunni a
visitare le antiche stalle,
dove trovavano riparo e
si abbeveravano i cavalli
di corte. Al piano terra
del castello, al lato destro
della piazza d’armi, si
trova quella che era un
tempo la cucina, caratte-
rizzata dalla enorme can-
na fumaria e dal pavi-
mento costruito in pen-
denza, così quando veni-
va gettata acqua sul fuo-
co per spegnerlo, la stes-
sa poteva fuoriuscire
agevolmente dalla porta
trasportando via la cenere
rimasta. Nel 1798 il ca-
stello fu saccheggiato dai
soldati di Napoleone e
per questo motivo oggi
nel castello non sono
presenti armi e gli arredi
sono quasi del tutto as-
senti. Il castello si è prestato spesso a fare da scenario per numerose
riprese cinematografiche, una di queste ha coinvolto simpaticamente
anche noi alunni come spettatori.
Francesco Fusco 1G
Dawid Drozdowski 1D
Il 22 aprile è stata la volta della
2G e 2H che hanno visitato Villa
d’Este, a Tivoli, uno dei capola-
vori rinascimentali d’Italia, fa-
cente parte dei patrimoni
dell’umanità dell’UNESCO. La
realizzazione della villa fu com-
missionata all’architetto Pirro
Ligorio dal cardinale Ippolito II
d’Este. Nel 1918, dopo la prima
guerra mondiale, la villa passò
allo Stato Italiano che diede inizio ad alcuni lavori di restauro, ripristi-
nandola e aprendola al pubblico. Particolarmente interessanti sono gli
interni che sono stati decorati dagli affreschi di grandi artisti. La Villa
è divisa in due appartamenti: quello nobile (superiore) e quello inferio-
re in cui è presente il salone detto ora della Fontanina o Concilio degli
Dei. La villa è caratterizzata anche dallo splendido giardino anch’esso
opera mirabile di Pirro Ligorio, che articolato fra terrazze e pendii si
estende a partire dalla facciata posteriore della villa. Le fontane con i
loro splendidi giochi d'acqua, i lussureggianti alberi e le piante di varie
specie rendono il giardino di Villa d'Este, uno dei più belli e famosi
esistenti. Tutte le fontane erano poi alimentate senza uso di alcun con-
La campanella
Il giornalino on line della S.M.S. “Marcello De Rossi” di Velletri - numero 2 del 2016
La nostra redazioneLa nostra redazione
Docenti responsabiliDocenti responsabili
Prof.sse Isabella Giammatteo e Maria StrisciulloProf.sse Isabella Giammatteo e Maria Strisciullo
Alunni della redazioneAlunni della redazione
Wonder: il caso letterario dell’anno! “Non giudicare una persona dalla faccia”
Le professoresse di lettere hanno proposto di leggere un libro. Il suo nome è “Wonder”. Il libro parla di Auggie un ragazzo normale, ma con una faccia fuori dal comune! August è nato con il volto deforme, la sua famiglia lo adora per quello che è ma cerca di proteggerlo. Adesso per la prima volta deve affrontare la scuola, è un ragaz-zo simpatico, ma le persone lo giudicano dalle apparenze. Tuttavia pian piano Auggie riesce a fare amicizia con alcuni compagni di scuola, tra questi Summer, una ragazza che non lo giudica dall’ apparenza ma lo accetta semplicemente per quello che è. Alcune persone invece sono vicino ad Auggie solo per compassione, questa cosa fa molto male al ragazzo ma continua comunque ad andare dritto avanti per la sua strada. August adora la festa di Halloween ed uno dei motivi
cui l’adora è dovuto al fatto che tutti si mascherano, così nessuno può vedere la vera faccia di nessuno. E’ un amante del film ”Star Wars” e il suo personag-gio preferito è ”Boba Fett “! Il libro “Wonder“ è stato scritto da R.J. Palacio, pseudonimo di Raquel Janerilla, che ha avuto l’ispirazione in un giorno particolare: si trovava seduta su una panchina insie-me ai suoi due figli, vide passare una bambina affet-ta dalla sindrome di Teacher-Collins, una malattia ereditaria che deforma le parti del corpo, e dovette portare via i propri figli che si spaventarono. Si sentì in colpa per questa sua reazione e non poté dimenti-care il volto della bimba. Ma colmò questo suo pentimento scrivendo un libro così bello.
Carol Muscedere, Elisa Fantozzi, Emily Lollobrigidi 1G
Andolfi Sara
Antonetti Gianmarco
Bizzoni Filippo
Carapellotti Denis
Carapellotti Enrico
Carletti Flavio
Cataldi Naima
Ciarla Gaja
Colonnelli Sara
Cosci Susanna
Costanti Marco
Cuculo Alessandro
Cuculo Gianmarco
Di Bella Andrea
Drozdowski Dawid
Fantozzi Elisa
Sergio Federico
Felici Luca
Fusco Francesco
Giammatteo Sofia
Lauro Antonio
Lollobrigidi Emily
Manni Caterina
Marinelli Giorgia
Mastrostefano Elisa
Merlusca Andrea
Montellanico Sofia
Muscedere Carol
Orsolini Manuel
Picca Giorgia
Picca Melissa
Ranauro Asia
Rea Giorgia
Rigoli Arianna
Romagnoli Giacomo
Rosatelli Camilla
Rovitelli Noemi
Smaniotto Alice
Tamburri Chiara
Vicario Giulia Maria
Zarra Alice