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Scheda 1 La Bibbia: un libro con tanti libri Che cos'è una biblioteca? È un posto come questo nella fotografia, dove ci sono tanti libri e dove la gente va a leggere e a studiare. Una volta, quando non esistevano i computer e i libri erano scritti tutti a mano, le biblioteche erano tra i posti più importanti di una città e solo quelle più grandi ne avevano una. Che cos'è la Bibbia? La parola Bibbia deriva dall'antichissima parola della lingua greca Biblìa che significa Libri. In questa fotografia ne vediamo una molto antica che aveva ancora il nome come in greco. Con il passare del tempo la parola in italiano è diventata Bibbia. Ed eccola qua una Bibbia moderna. Ce ne sono con copertine molto diverse, ma quello che c'è scritto dentro è sempre uguale. Quindi la Bibbia è un libro dove ci sono tanti libri, proprio come una piccola biblioteca. È un po' come se tutti i tuoi libri di scuola fossero messi insieme a formare un libro molto più grande. Ma quanti libri ci sono nella Bibbia? Ben 69 libri sono contenuti dentro la Bibbia! Non sono tutti lunghissimi, anzi alcuni sono molto corti. Tutti questi libri sono radunati in due grandi parti: ANTICO TESTAMENTO formato da 42 libri NUOVO TESTAMENTO formato da 27 libri Perché c'è questa divisione? Perché tutti libri dell'Antico Testamento sono stati scritti prima che nascesse Gesù, mentre quelli del Nuovo Testamento sono stati scritti dopo la nascita di Gesù.

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Scheda 1La Bibbia: un libro con tanti libri

Che cos'è una biblioteca?È un posto come questo nellafotografia, dove ci sono tanti libri edove la gente va a leggere e a studiare.Una volta, quando non esistevano icomputer e i libri erano scritti tutti amano, le biblioteche erano tra i postipiù importanti di una città e solo quellepiù grandi ne avevano una.

Che cos'è la Bibbia?La parola Bibbia deriva dall'antichissima paroladella lingua greca Biblìa che significa Libri. Inquesta fotografia ne vediamo una molto antica cheaveva ancora il nome come in greco. Con il passaredel tempo la parola in italiano è diventata Bibbia.Ed eccola qua una Bibbia moderna.

Ce ne sono con copertine molto diverse, ma quello che c'èscritto dentro è sempre uguale. Quindi la Bibbia è un libro dove ci sono tanti libri, propriocome una piccola biblioteca. È un po' come se tutti i tuoilibri di scuola fossero messi insieme a formare un libromolto più grande.

Ma quanti libri ci sono nella Bibbia?Ben 69 libri sono contenuti dentro la Bibbia! Non sono tutti lunghissimi, anzialcuni sono molto corti. Tutti questi libri sono radunati in due grandi parti:ANTICO TESTAMENTO formato da 42 libriNUOVO TESTAMENTO formato da 27 libriPerché c'è questa divisione? Perché tutti libri dell'Antico Testamento sono statiscritti prima che nascesse Gesù, mentre quelli del Nuovo Testamento sono statiscritti dopo la nascita di Gesù.

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Perché la Bibbia è molto importante per noi?Se riguardiamo le due fotografie della Bibbia, scopriamo che insieme c'è anchela parola Sacra. Quando la trovate di solito vuol dire che quello di cui si parla èin qualche modo legato a Dio, che parla di Dio, che è stato detto da Dio. Quindi Sacra Bibbia significa raccolta di libri che parlano di Dio.Questo è il motivo per cui la Bibbia è importante per noi! Parla di Dio, racconta cose successe migliaia di anni fa con l'intervento di Dio,racconta la storia di tantissime persone che hanno sentito Dio, hanno credutoin Lui, hanno ascoltato quello che aveva da dire e si sono comportate comechiedeva loro.Tutte le cose che sono raccontate ci sono utili per conoscere Dio, capirlo,poterci sentire vicini a Lui come ad un papà e ad una mamma, anche se non lovediamo.

Michelangelo, un grandissimo pittore di qualche secolo fa, ha immaginato cosìDio: un uomo anziano che si sforza in tutti i modi di aiutare l'umanità,sostenuto dagli angeli che lo tengono per non cadere. Guardate come dalParadiso allunga il braccio: anche dalla faccia si vede che ce la sta mettendotutta. Il ragazzo a sinistra rappresenta invece l'umanità e Michelangelo lo harappresentato come uno con poca voglia di arrivare a Dio: la faccia è rilassata, ilbraccio è appoggiato sul ginocchio per non stancarsi e con la mano non fanessuno sforzo. Potrebbe anche spostarsi verso Dio, ma non lo fa. Ecco, noi siamo un po' così: abbiamo poca voglia di ascoltare Dio e non cisforziamo molto per capirlo e per raggiungerlo.Questo quadro racconta in una sola immagine tutta la Bibbia: Dio che cerca diavvicinarsi a noi e noi che rimaniamo un po' indifferenti...

Compiti a casaRileggi con mamma e papà questa scheda e scopri se conoscono il quadro diMichelangelo e, se lo conoscono, se hanno mai notato le cose che abbiamoosservato insieme al catechismo.

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Scheda 221 ottobre 2013

Le indagini di Samuele: il mistero del Dio invisibile

È difficile credere in Dio?Diceva San Tommaso, uno degli amici di Gesù: «se non vedo non credo».Siamo come lui?Crediamo solo a quello che vediamo?Esiste solo quello che vediamo?Conosci qualcosa che non si vede ma esiste?

Se esistesse solo quello che vediamo, allora non ci sarebbero, per esempio:1. l'aria;2. il vento;3. la fame;4. la sete;5. la gioia;6. la tristezza;7. l'amore;8. l'odio;9. la musica;10. i versi degli animali;11. la nostra voce;12. l'amicizia;13. il freddo;14. il caldo.

Dio è così: non si vede eppure esiste. Come facciamo a saperlo?

Ti vengono in mente cose che possano far pensare che Dio esiste realmente?

Si può provare a cercare nella natura e nell'universo:1. Ciascuno di noi ha due occhi, un naso, una bocca, eppure nessuno di noi ha

deciso di essere così. Se non l'abbiamo deciso noi, com'è possibile che tuttiabbiamo occhi, naso e bocca?

2. Se ci cade un libro, questo sappiamo che continuerà a cadere sino a quandonon troverà qualcosa che lo ferma, come il pavimento. Ma perché quando unlibro cade va giù invece che su?

3. Quando c'è buio non vediamo nulla, ma basta accendere la luce e riusciamo a

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vedere tutto quello che c'è intorno a noi. Perché proprio la luce ci permette divedere?

4. Capita di incontrare o sentir parlare di persone che hanno deciso di occuparsitutta la vita delle persone più sfortunate, rinunciando alle belle cose cheabbiamo noi. Perché decidono di farlo?

La natura che ci circonda e noi stessi siamo la prova dell'esistenza di Dio. Tutta la vitaè così complicata da capire che non sappiamo esattamente nemmeno come noisiamo fatti. Qualche scienziato dice che tutto quello che ci circonda è nato per caso. Un grandescienziato, Albert Einstein, diceva che se fosse tutto nato per caso potrebbebenissimo essere possibile prendere un orologio che funziona perfettamente,smontarlo completamente, mettere tutte le rotelle e le vitine dentro un sacchetto e,dopo aver girato a lungo, tirare fuori dal sacchetto l'orologio che, per caso, ènuovamente montato e funzionante. È possibile? Ovviamente no, quindi se non è possibile con un orologio che è fatto di pochisemplici pezzi, come potrebbe essere possibile con un essere umano, miliardi emiliardi di volte più complicato di qualsiasi orologio?

Ma chi è questo Dio invisibile del quale stiamo parlando?È chi ha permesso che tutto quello che vediamo e non vediamo possa esistere. È il creatore di quasi tutto quello che ci circonda. Perché quasi tutto? Perché una parte di quello che esiste l'abbiamo creata noi, grazie all'intelligenza checi è stata regalata da Dio: le case, le macchine, la TV, i giochi, i cartoni animati, icomputer, i telefonini, eccetera.Ma com'è fatto Dio? Di lui, per esempio, sappiamo che:

a) è puro spirito, cioè non ha un corpo come noi;b) non è solo, ma è una persona fatta da tre persone, tutte uguali tra di loro ma

anche diverse. Non è facilissimo da capire come sia possibile questo, mafacciamo un piccolo esempio: se prendiamo un bicchiere d'acqua e versiamoparte del suo contenuto in due bicchieri uguali, sappiamo che l'acqua deibicchieri è la stessa per tutti e tre. Ora immaginate che dopo aver versatol'acqua dal primo bicchiere questo rimanga sempre pieno. Il primo bicchiere rappresenta Dio, gli altri due rappresentano il Figlio di Dio(Gesù) e lo Spirito Santo.

Compiti a casaRileggi con i tuoi genitori la scheda e cerca di trovare una cosa che può provareche Dio esiste veramente.

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Scheda 1G4 novembre 2013

Facciamoci qualche domanda sulla creazione...Credo di notare una leggera flessione del senso sociale la versione scostante dell'essere umano che non aspettavo di cadere su un uomo così divertente ed ingenuo da credere ancora alla favola di Adamo ed Eva.

È il ritornello di La favola di Adamo ed Eva, una canzone di Max Gazzè pubblicata nel 1998, che in qualche modoriassume in poche parole quello che è il pensiero più diffuso sul racconto della creazione, ossia che si tratti di unafavola, di un qualcosa di irreale, forse anche infantile, adatto al massimo ad ingenui creduloni.“Ormai la scienza ha dimostrato che sono tutte fesserie, che siamo il frutto di una lunga evoluzione”. Più o meno èquesto l'argomento utilizzato da tutti. Già, la scienza... agitata come si trattasse di un nemico storico di tutto ciò che èfede!

E poi basta frugare un po' su Internet per trovare cose di questo genere, che riportiamo senza aggiunte o tagli. Abbiatela pazienza di leggerlo sino in fondo, perché veramente apre davanti a noi un mondo tutto nuovo:Analisi per la ricerca delle origini con la genealogia del DNAChi erano i nostri avi? Da dove proveniamo? La maggior parte di noi riesce a completare il proprio alberogenealogico risalendo ad un massimo di tre o quattro generazioni passate. Tramite il test del patrimonio ereditarioè però possibile prolungare la ricerca ed arrivare ad avi vissuti in millenni precedenti.

"La patria non è un concetto geografico, anzi, ognuno di noi la porta dentro con sé." A.D. Sinjawsky

La storia dei nostri progenitori è forse la storia più entusiasmante di tutti i tempi. E’ la storia dell’umanità. Per secoli lepoche ossa ed i pochi oggetti lasciati dai nostri avi nel loro cammino, sono stati gli unici punti di riferimento su cui sisono basati gli antropologi e gli archeologi. Per questo non è stato possibile comprovare in pieno le diverse teorieevoluzionistiche. E’ stato solamente negli ultimi 20 anni che i ricercatori hanno scoperto nel DNA di esseri umani in vita,delle prove inerenti alle migrazioni dei loro avi in tempi remoti.

Il DNA si presenta identico in tutti gli esseri umani nel 99,9 % dei casi. Il rimanente 0,1% sta alla base delle diversitàindividuali (ovvero il colore degli occhi, determinati rischi a determinate malattie o deviazioni senza alcuna funzioneevidente). In tutti i periodi dell’evoluzione si assiste almeno una volta, in differenze non funzionali, alla casuale edinnocua variazione di DNA (mutazione), che viene tramandata a tutti i discendenti di quella stessa persona. La stessamutazione compare generazioni a venire nel DNA di due esseri umani. È quindi chiaro che queste persone hanno avi incomune. Il confronto di determinati segmenti del DNA (geni marker) in vari campioni di popolazione rende possibileosservare ulteriori rapporti di parentela.

La maggior parte del patrimonio ereditario viene combinata tramite una combinazione del DNA della madre e delpadre. Ma ciò non avviene in due sezioni del patrimonio genetico, ovvero:

• nel DNA mitocondriale (mtDNA): il DNA mitocondriale viene tramandato intatto di madre in figlio. Ogni essereumano – sia uomo sia donna – eredita il suo DNA mitocondriale solo ed esclusivamente dalla madre;

• nel cromosoma Y: il cromosoma Y viene tramandato invariato di padre in figlio. Ogni uomo di sesso maschileeredita a sua volta il suo cromosoma Y solo ed esclusivamente dal padre.

Un confronto del DNA mitocondriale e del cromosoma Y in uomini con storie diverse, dà ai genetisti un’idea di quandoe dove questi gruppi si sarebbero suddivisi nelle varie migrazioni di popoli in giro per il mondo. Se confrontiamo adesempio i cromosomi Y di europei ed aborigeni australiani, scopriremo delle differenze peculiari: gli aborigeni di sessomaschile sono frequentemente portatori di un cromosoma Y con una sequenza ben precisa in un punto del DNA. Non èpossibile trovare questo marker, denominato M130, nei soggetti europei, ma se ne trova un altro, conosciuto comeM89, che invece non è presente negli aborigeni. Invece, il marker M168 è riscontrabile in ambo i gruppi. E’ evidente cheesistesse anche un progenitore di sesso maschile comune agli europei ed agli aborigeni, da cui deriva il marker M168. I

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suoi predecessori hanno però preso cammini diversi: gli uni si sono insediati in Asia sudorientale ed in Australia, mentregli altri si sono avvicinati con il passare del tempo, in Europa. Una volta giunti alla fine dei contatti tra i gruppi, sonoemerse ulteriori mutazioni casuali, che sono state trasmesse di generazione in generazione e che sono oggi osservabilisolamente in una delle due popolazioni.

„Out-of-Africa“Secondo la teoria dell’Out of Africa, l’umanità avrebbe avuto inizio in Africa. Da lì l’Homo erectus si sarebbe messo incammino almeno 1,75 milioni di anni fa ed avrebbe popolato l’Asia e l’Europa. Da lui si sono poi sviluppate le diverseforme umane locali come l’Uomo di Neandertal. Al massimo 100.000 anni fa si mise in marcia un altro nuovo essereumano, per farsi suddito del mondo: l’Homo sapiens sapiens evolutosi in Africa circa 200.000 anni fa. Lì ebbe inizio lastoria dell’uomo moderno. Il gruppo di cacciatori e raccoglitori emigranti constava in tutto di solo un paio di centinaiadi uomini, da cui però 200.000 anni più tardi sono provenuti oltre 6,5 miliardi di predecessori: quelli che attualmentepopolano la terra. Sia scoperte archeologiche, sia esami antropologici sul cranio nonché le più recenti informazioniscaturite dalla ricerca del DNA confermano la teoria dell'Out of Africa.

L’originario Homo sapiens sapiens e l’attuale uomo moderno sono divisi da secoli di lotte per la sopravvivenza,migrazioni, isolamento e conquiste. I maggiori dettagli sono però ad oggi sconosciuti. Quel che è certo è che questiuomini si sono allontanati dal loro continente, al fine di popolare il mondo intero. Cosa li ha spinti 50.000, 70.000 annifa, ad emigrare dall’Africa? Chi erano i primi uomini moderni in Africa? In breve: da dove proveniamo?

La migrazione

A 70.000-50.000 anni fa risale la migrazione di un piccolo gruppo di africani verso l’Asia occidentale. Tutti i non-africani possiedono delle particolari sequenze di DNA, che hanno caratterizzato anche questi primi migratori. Alcuniantropologi sostengono che l’emigrazione sia correlata ad una rivoluzione di tipo culturale, la quale includerebbe losviluppo di strumenti migliori, di reti sociali più ampie, di opere d’arte e di ornamentazioni per il corpo. Nellamigrazione verso l’Asia gli si presentarono due vie aperte. Una di queste conduceva alla Valle del Nilo, per poicontinuare verso la penisola del Sinai e verso Nord nel Levante; la seconda, da percorrere in barca, verso le contraffortimeridionali del Mar Rosso in direzione Arabia. Quando ebbe inizio, 70.000 anni fa, l’ultima era glaciale, si assistetteall’abbassamento della superficie del mare. L’idrovia era all’epoca appena più ampia di un paio di chilometri.

Tracce genetiche ci fanno credere che tale gruppo si fosse diviso al momento dell’arrivo in Asia. Una parte rimase nelVicino Oriente, l’altra si mosse lungo la costa intorno alla penisola arabica, in direzione dell’India e più avanti indirezione Oriente. E’ probabile che ogni generazione si sia spinta avanti solamente di un paio di chilometri, dunque piùche migrazione si trattava piuttosto di pochi passi lungo la costa. 45.000 anni fa hanno raggiunto la parte sudorientaledell’Australia. Ad un certo momento in questo periodo fu sepolto un uomo di sesso maschile in un luogo oggidenominato Lago Mungo. Sotto la tomba sono stati ritrovati nel terreno degli oggetti che risalgono fino a 50.000 annifa. Rappresentano la più antica dimostrazione che esisteva vita umana lontano dall’Africa. Riguardo ai 13.000chilometri che dividono l’Africa e l’Australia, non esistono prove tangibili inerenti alla presenza di vita umanaantecedente quel periodo. E’ probabile che a causa dell’aumento della superficie del mare avvenuta alla fine dell’eraglaciale, non saranno più identificabili. Eppure rimane una traccia genetica: un popolo indigeno sulle isoledell’arcipelago delle Andamane di fronte alle coste della Birmania (Mianmar), in Malesia ed in Papua Nuova Guineaindicherebbe la presenza di una linea di discendenza mitocondriale lasciata dai primi migranti.

Forme di vita umana presenti nel resto del continente asiatico ed in Europa presentano altre linee di discendenza sullabase del cromosoma Y e del DNA mitocondriale, benché anch’esse risalenti a tempi remoti. Indicano l’origine delsecondo ramo dell’emigrazione africana, che lentamente sta prendendo forma. Trattasi di un’emigrazione, la nascitadei cui discendenti fu inizialmente rallentata dal terreno impraticabile e dal clima ostico tipico dell’era glaciale. InEuropa vissero inoltre i neandertaliani, i discendenti di uomini vissuti molto prima in epoca premoderna in Africa. Circa40.000 anni fa l’Homo sapiens sapiens si inoltrò infine nelle terre dei neandertaliani. Il ritrovamento di oggettiappartenenti ai neandertaliani e a forme di vita umana più moderna nel terreno della grotta Le Conte in Francia indicache le due forme di vita umana si sono incontrate. Come siano entrati in contatto è tuttora un gran mistero. Sappiamosolamente che l’uomo moderno, che disponeva di strumenti assai migliori, prese sempre più il posto dell’uomo diNeandertal, finché quest’ultimo non scomparve del tutto. Secondo le conoscenze finora acquisite non è mai esistito undiscendente comune ad ambo i gruppi.

Pressappoco nell’epoca in cui l’uomo moderno giunse in Europa, i membri dello stesso gruppo si espansero dal VicinoOriente verso l’Asia centrale. Approssimativamente 40.000 anni fa riuscirono a raggiungere la Siberia meridionale. Igruppi presero strade diverse e diramarono in questo modo anche le loro linee di discendenza genetica. Alcuni gruppi

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vissero isolati, anche se non completamente separati dagli altri.

Il DNA di indiani in vita può contribuire a chiarificare alcune controversie. La maggior parte di loro possiede dellesequenze di DNA che fanno pensare ad un legame con l’Asia – gli stesso geni sono riscontrabili in persone che vivononella regione dell’Altai nella Siberia meridionale. In tutta probabilità fu lì che ebbe inizio la migrazione attraverso lostretto di Bering. Non sono ancora disponibili prove di tipo genetico che dimostrino se l’America del Nord e l’AmericaLatina siano state popolate in un’unica migrazione iniziale oppure in due o tre ondate migratorie. Inoltre il lasso ditempo in questione è vago e difficile da stabilire: 15.000 oppure 20.000 anni fa. In tutta probabilità i primi americani sisono spostati giù per la costa con il risultato di spingersi da una terra dove trovavano del cibo all’altra, sempre tra ilfreddo mare e le mura di ghiaccio. Con il doppio continente americano gli uomini hanno così popolato la porzione piùampia della terra.

Progenitrice Eva, progenitore AdamoA metà degli anni ottanta il genetista Allan Wilson dell’università della California è riuscito a stabilire, con l’ausilio delDNA mitocondriale, da dove provenivano i primi esseri umani sulla terra. Il confronto di tali segmenti di patrimoniogenetico ha portato alla luce il fatto che donne di origine africana presentano una varietà di varianti di DNA il doppiopiù vasta rispetto alle donne di altra origine. Poiché le mutazioni sopraggiungono in circostanze regolari, egli dedusseche l’Homo sapiens sapiens visse in Africa il doppio del tempo rispetto ad altre parti del mondo.

I ricercatori partono oggi dal presupposto che tutti gli esseri umani siano imparentati con un’unica donna: con l’”Evamitocondriale”. Ha vissuto in Africa circa 150.000 anni fa e non era all’epoca l’unica femmina umana. Ma l’analisi deinostri geni mostra che l’intera umanità deriva da una catena ininterrotta di madri di questa femmina umana. Oltreall’Eva mitocondriale esiste analogamente l’“Adamo del cromosoma Y”, il nostro progenitore, anche lui provenientedall’Africa. Test del DNA sempre più precisi hanno ulteriormente confermato lo stesso capitolo iniziale della nostrastoria ovvero tutti gli esseri umani sulla terra, di qualsiasi co-lore di pelle, trovano le loro origini nei cacciatori eraccoglitori africani.

Sono gli errori di copiatura a determinare le diversitàOgnuna delle cellule del nostro corpo contiene una copia del nostro DNA. Quando una cellula si divide, deve semprecopiare il DNA che contiene, in modo che ogni cellula figlia possa contenere il DNA completo. Questo processo avvienecon estrema precisione. Ciò nondimeno non è perfetto. Quando ad esempio viene copiato il DNA mitocondriale e vieneimpacchettato in una cellula uovo, la sequenza nucleotidica mitocondriale nell’ovulo corrisponde quasi sempreperfettamente a quella delle altre cellule della madre. Può occasionalmente capitare un errore. Un segmento di DNA(nucleotide) viene ad esempio scambiato ed al posto di una A troviamo una G. Ciascuno di questi errori di copiature èconosciuto come mutazione.

Tali mutazioni rappresentano la chiave per la ricostruzione della nostra storia genetica. Supponiamo che l’Evamitocondriale avesse avuto due figlie, di cui una presentava un’unica mutazione casuale nel suo DNA mitocondriale.Tutte le femmine umane oggi viventi, che trovano la loro origine in questa figlia, presenterebbero questo tipo dimutazione, mentre tutte le donne originarie geneticamente dall’altra figlia, non presenterebbero tale mutazione. L’Evamitocondriale avrebbe dunque prodotto due diverse linee di discendenza mitocondriale (aplogruppi). Le due diversesequenze di DNA mitocondriale sono conosciute come aplotipo.

Gli aplotipi e gli aplogruppi sono come delle tavole corrispondenti ai nostri avi che fanno riconoscere ai genetisti chi èparente di chi. L’anello di DNA contenuto nei mitocondri è talmente piccolo che raramente ricorrono delle mutazioni. Lesequenze di DNA dei nostri cromosomi sono 40.000 volte più lunghe rispetto a quelle dei nostri mitocondri.

Quando gli esseri umani crescono, si riproducono le mutazioni che hanno ereditato dai loro genitori, nelle loro celluleuovo o spermatozoi, insieme a nuove mutazioni, che stabiliscono le peculiarità delle generazioni future. Ognigenerazione “conia” dunque il DNA, che ha ereditato tramite nuove mutazioni. Il risultato è una genealogia complessa,un albero genealogico intricato e ramificato di variazioni genetiche.

Il testo è tratto dal sito www.igenea.com: è una società che sfruttando la mappatura del DNA riesce a risalirescientificamente alle più lontane parentele, alla popolazione d'origine delle persone che hanno curiosità e denaro asufficienza per indagare da dove arrivano i propri avi.

Ma allora questi benedetti Adamo ed Eva la scienza ha dimostrato che non sono esistiti o che sono esistiti?

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Alla luce di questo ora diamo uno sguardo alle cose strane e alle incongruenze della GenesiCap. 1Dio disse: "Facciamo l'uomo1 a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugliuccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra".

Cap. 2Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne unessere vivente.Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fecegermogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo algiardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì sidivideva e formava quattro corsi.2 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero dellaconoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovraimorire".

Cap. 4Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino e disse: "Ho acquistato un uomo grazie al Signore". Poi partorì ancora Abele, suo fratello. Ora Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo.Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: "Dov'è Abele, tuo fratello?". Egli rispose: "Non lo so. Sono forse io il custode di miofratello?". Riprese: "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Disse Caino al Signore: "Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono. Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo edovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà". Ma ilSignore gli disse: "Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!". Il Signore impose a Caino un segno,perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse. Caino si allontanò dal Signore e abitò nella regione di Nod, a oriente di Eden.Ora Caino conobbe sua moglie, che concepì e partorì Enoc; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoc, dalnome del figlio. A Enoc nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamec.Lamec si prese due mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata Silla. Ada partorì Iabal: egli fu il padre di quanti abitanosotto le tende presso il bestiame. Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e diflauto. Adamo di nuovo conobbe sua moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set. "Perché - disse - Dio mi ha concesso un'altradiscendenza al posto di Abele, poiché Caino l'ha ucciso".Anche a Set nacque un figlio, che chiamò Enos. A quel tempo si cominciò a invocare il nome del Signore.Abbiamo saltato la parte del peccato originale, che vedremo dopo, per concentrarci sulle anomalie.Riassumiamo le principali:

1) Nel cap. 1 si dice “Dio disse” al singolare e subito dopo “facciamo l'uomo” al plurale. Perché?2) Ancora: Dio crea l'uomo a sua immagine e somiglianza, ma essendo puro spirito in cosa ci potrà somigliare?3) Cosa avrà avuto di così particolare l'albero con il frutto proibito tanto da essere definito della conoscenza del

bene e del male?4) Nel cap. 4 Caino dice “chiunque mi incontrerà mi ucciderà”. La Genesi racconta della creazione da parte di Dio

di Adamo ed Eva, con Caino e Abele loro figli. Quindi in quel momento sulla terra ci sarebbero dovute esserein totale 4 persone, una delle quali fatta fuori da Caino. A chi si riferisce Caino quando usa il termine“chiunque”? Al padre e alla madre?

5) Poco oltre si dice “Caino conobbe sua moglie”. Il verbo “conoscere” nella Bibbia indica l'unione sessuale econsiderato che l'unica donna citata sin qui è Eva, significa che ha preso in moglie sua madre?

6) A Caino nasce un figlio, Enoc, il quale a sua volta ha figli, nipoti e pronipoti. Tra questi vi è Lamec che, cosainteressante, prende due mogli: Ada e Silla. E queste da dove vengono fuori?

Cerchiamo di dare delle risposte. 1. Dio è uno ma formato da 3 persone. Il Dio unico si articola nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo e tutte le

persone hanno operato nella creazione dell'umanità. 2. Ma quella dell'umanità non è una creazione paragonabile al resto del creato, ha la caratteristica di somigliare

1 - Il termine uomo, in ebraico adam, può essere fatto derivare da adamah, terra, da cui l’uomo, secondo cfr. Gen 3,23, fu tratto. Qui adam ha valorecollettivo: maschio e femmina (cfr. Gen 27)2 - Si possono identificare con certezza solo Tigri, Eufrate (fiumi della Mesopotamia), Assur (la terra e il popolo degli Assiri, o forse la località di Assur)ed Etiopia (possibile traduzione di un termine che indica una parte dell’Africa). Nell’insieme comunque si vuol dire che i fiumi dell’Eden irrigano tuttala terra (il numero quattro allude ai quattro punti cardinali)

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a Dio. E Dio, per quanto sia sempre sé stesso, è articolato in 3 persone uguali e distinte. Uguali nell'esseretutte e tre Dio, distinte perché hanno peculiarità proprie. Se quindi le parole della Genesi ci dicono che lavolontà di Dio è stata espressa nella frase facciamo l'uomo a nostra immagine (…) e somiglianza, significa chela nostra somiglianza è con tutte le tre persone divine. Siamo un riflesso di Dio nella sua interezza! Ma in cosa somigliamo a Dio? Nella capacità di ragionare, di poter dialogare con Lui, nel saper amare oltrel'istinto animale, nel desiderio di eternità, nella voglia di sentirsi utili per sé stessi e per gli altri, ma soprattuttonell'essere così liberi da poter decidere di stare lontani da Lui, di combatterlo e di uccidere suo Figlio e, quindi,Lui stesso!

3. Non si trattava affatto di un albero speciale, con un frutto “magico” capace di dare il potere di distinguere ciòche è bene da ciò che è male. La simbologia è molto meno banale e decisamente più profonda, entra sinonella parte più intima dell'animo umano. In essa si intrecciano una quantità incredibile di elementi, tutti legatialla nostra vita ed al rapporto umanità-Dio. Osserviamo: a) L'albero affonda le radici nella terra ma con le foglie e i rami tende verso il cielo e cerca la luce, simbolo di

ciò che dovrebbe fare l'umanità; b) Non ci viene detto nemmeno di che albero si tratta: il fatto che fosse un melo è una tradizione nata dall'

esigenza di rappresentare pittoricamente la scena del peccato originale inserendo un frutto concreto. Ciòsignifica che ciò che conta è quel che succede non con cosa succede;

c) Dio all'umanità ha messo tutto a disposizione ed ha chiesto solo una cosa: lasciar perdere uninsignificante albero, oltretutto molto facilmente individuabile. Ma perché Dio ha chiesto questo adAdamo ed Eva? Viene da pensare che sarebbe bastato non fare questa piccola richiesta per evitare ilpeccato originale o che Dio, in alternativa, avrebbe potuto renderci incapaci di fare il male, così comesiamo incapaci di vivere senza ossigeno: la morte non sarebbe diventata parte della nostra esistenza etutto sarebbe andato diversamente! Ma così i nostri progenitori non sarebbero stati liberi ma costretti ascegliere Dio per mancanza di alternative o per incapaci a fare diversamente... E se così fosse stato cisarebbe mancata una delle caratteristiche che più ci fanno somigliare a Dio, ossia la libertà di sceglierecosa fare, con chi stare. Dio non vuole avere un rapporto dispari con noi ma alla pari, vuole poterdialogare, vuole confrontarsi, apprezza la nostra intelligenza, la nostra acutezza intellettuale, tutto ciò chedi buono siamo in grado di creare, perché in noi vede più dei figli che delle creature, degli interlocutoripiù che dei semplici ascoltatori passivi.

d) conoscere il bene ed il male non è un premio, anche se così verrà presentato dal serpente tentatore.Adamo ed Eva conoscevano già il bene, il male lo conosceranno scegliendo di non rimanere con Dio e ilmale massimo è la morte. Quindi Dio non punisce i progenitori: semplicemente sono loro che decidono diconoscere il male, ma per conoscerlo veramente (ricordiamo il significato della parola “conoscere” nellaBibbia) devono possederlo, sperimentarlo fisicamente, nulla viene loro impedito e risparmiato con unintervento che sarebbe stato anche provvidenziale ma in violazione della nostra libertà;

4. Il chiunque di Caino credibilmente è rivolto ad altri esseri umani, non ai suoi genitori, per cui si devenecessariamente concludere che, contemporaneamente ai nostri progenitori, vi fossero intere popolazioniche già vivevano sulla Terra.

5. È quasi banale dire che Caino non ha certo preso in moglie la madre, del resto il racconto ci dice che va adabitare a Nod, ad oriente di Eden. Molti sostengono che si tratti di una sorella o di una nipote, delle quali nonci dice nulla il racconto biblico, in quanto è omesso anche il tempo intercorso tra la nascita di Caino ed il suomatrimonio, per cui Adamo ed Eva nel frattempo avrebbero potuto aver avuto molti altri figli e figlie.

6. A Nod Caino evidentemente ha trovato popolazioni umane, delle quali era chiaramente a conoscenza, comedimostrato dal timore espresso di finire assassinato. Qui si sarebbe trasferito non è ben chiaro se già conmoglie al seguito (ma la Genesi non lo dice) o solo, ed in tal caso la moglie necessariamente sarebbe dovutaessere estranea alla sua parentela, almeno a quella molto stretta. Se così fosse la popolazione di Nod dovevaessere geneticamente compatibile con lui tanto da poter procreare. Ma di queste persone il libro della Genesinon ci dice niente. Sono state anch'esse create da Dio ma il testo ne ha solo omesso il racconto? Oppure,anche se geneticamente esseri umani, non erano “somiglianti” a Dio e, quindi, non facevano parte dellacreazione raccontata?Ci sono teologi che sostengono che Dio con l'essere umano in realtà sia intervenuto alla fine della creazioneperché ne ha apprezzato l'evoluzione intellettuale come animale, ha visto che era diventato capace diragionamenti complessi, di elaborare concetti impossibili per gli altri animali. Questo lo avrebbe persuaso afare ad alcuni di loro il dono della somiglianza con sé stesso, quasi una primizia coltivata amorevolmente,dotata di spirito cosciente simile a Dio, a differenza degli altri dotati “solo” di vita. Questi ultimi potrebberoessere gli abitanti di NOD. E tutto sembra incastrare, non solo allegoricamente ma anche scientificamente!

Approfondimenti sull'argomento sono disponibili nella pagina di Samuele del sito parrocchiale www.rosarioalghero.org

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Scheda 2G2 dicembre 2013

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Torniamo La Genesi ci dice che dopo aver creato l'uomo Dio pensò di preparargli un posto dove potesse viveresenza problemi, con alberi e piante di ogni genere che producessero frutta in abbondanza. Si dice che fosse un grande giardino chiamato Eden, sistemato in Asia, più o meno nell'attuale Iraq. Ma sempre laGenesi ci parla di un'area molto più grande, compresa tra l'Africa e l'Asia. Questa zona oggi è quasi tutta unenorme deserto, ma sappiamo per certo che a quei tempi era una grandissima e lussureggiante foresta.Nell'Eden, o “Paradiso terrestre”, Dio fece crescere anche l'albero della vita proprio in mezzo al giardino insiemeall'albero della conoscenza del bene e del male.

Adamo ed Eva erano i primi esseri umani ad abitare nel giardino di Eden, in cambio lo avrebbero dovuto coltivaree custodire.Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'alberodella conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamentedovrai morire". Potendo mangiare dall'albero della vita, Adamo ed Eva potevano vivere per sempre, senza bisogno di lavorare.Non avevano bisogno di niente, tutti e due erano nudi e non provavano vergogna.

Nel giardino abitavano anche molti animali, compreso il serpente, il più furbo di tutti gli animali selvatici che Dioaveva fatto. Adamo ed Eva sapevano che era l'animale più astuto, lo avevano osservato tante volte e avevanovisto come riusciva a prendersi da mangiare. Forse lo credevano anche molto intelligente e per questo lorispettavano. Probabilmente anche per questo Eva non si meravigliò quando le disse: "È vero che Dio ha detto:"Non dovete mangiare di alcun albero del giardino"?". Un animale così intelligente avrebbe anche potuto parlare, ma quello che incontrò Eva non era un serpente comegli altri, era un angelo che si era ribellato a Dio e voleva che si ribellassero anche tutti gli altri angeli e gli esseriumani. Si era presentato all'uomo e alla donna sotto forma di serpente solo perché era un animale conosciuto erispettato.

Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'alberoche sta in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete"". Ma il serpente, raccontando una bugia, disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cuivoi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male". Allora la donna vide che l'albero produceva frutti buoni da mangiare, era bello a vedersi e poi pensò che sarebbestato interessante somigliare di più a Dio, diventare come Lui. Così prese un frutto e lo mangiò. Poi ne diedeanche al marito, che era con lei, e anche lui mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e per la prima volta si accorsero di essere nudi; intrecciarono quindifoglie di fico e si coprirono.La tradizione dice che l'albero proibito era un melo, ma questo non ha importanza. E' invece importante capirebene cosa hanno fatto Adamo ed Eva: decisero di non ascoltare Dio, credendo che avrebbero potuto fare a menodi Lui.Dopo poco arrivò Dio. Adamo ed Eva sentirono il rumore dei passi del Signore Dio che, anche per nonspaventarli, aveva preso l'aspetto di un normale essere umano. Dio passeggiava nel giardino e l'uomo, con suamoglie, si nascosero in mezzo agli alberi. Ma il Signore Dio chiamò Adamo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Hosentito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto". Riprese Dio: "Chi ti hafatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?". RisposeAdamo: "Eva mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato". Il Signore Dio disse alla donna: "Che hai fatto?".Rispose la donna: "Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato".

Allora il Signore Dio disse al serpente:"Poiché hai fatto questo,

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maledetto tu fra tutto il bestiamee fra tutti gli animali selvatici!Sul tuo ventre cammineraie polvere mangeraiper tutti i giorni della tua vita.Io porrò inimicizia fra te e la donna,fra la tua stirpe e la sua stirpe:questa ti schiaccerà la testae tu cercherai di morsicarle il calcagno".

La donna destinata a schiaccare la testa al serpente, all'angelo ribelle, era Maria, la mamma di Gesù.

Il Signore Dio fece all'uomo e a sua moglie abiti di pelli e li vestì.

Poi il Signore Dio disse: "Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male.D'ora in poi non dovrà mangiare la frutta dell'albero della vita, perché non potrà più vivere per sempre!". Il Signore Dio mandò via l'uomo dal giardino di Eden, perché lavorasse la terra per coltivarsi le cose che avrebbedovuto mangiare. A fare la guardia al giardino di Eden, ed in particolare all'albero della vita, Dio mise i cherubini.

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Scheda 318 novembre 2013

Le indagini di Samuele: Dio è nostro babbo

Gesù ha raccontato ai suoi una storia molto simile a quella scritta qui sotto. L'abbiamo solo “modernizzata” per capire meglio quanto bene un genitore vuole ai propri figli.

La parabola del padre misericordioso LUCA 15,11-32Versione rivista per gruppo Samuele

Un uomo aveva due figli, Marco di 18 anni e Luigi di 25. La loro mamma purtroppo era morta già da qualche anno ed il padre con i due figlierano rimasti soli. Avevano abbastanza soldi da potersi permettere molte cose, anche quelle più inutili. Erano padroni di un grande centro commerciale con tanti negozi dove lavoravanotutti e tre. Tutto sembrava andare bene, quando un giorno, all'improvviso, Marco, il figlio piùgiovane, disse al padre: "Papà, dammi la parte del negozio mi spetta". Gli chiedeva quindi di avere quello che avrebbe potuto avere solo dopo la morte delpadre, che però era vivo e che, senza discutere, decise di dargli in soldi il valore dellaparte del centro commerciale che gli sarebbe spettata e gli versò tutto, ben5.000.000,00 di euro, nel conto corrente, dandogli anche la carta di credito.Pochi giorni dopo Marco preparò una valigia dove mise tutte le cose più interessantiper lui: un bel giubbotto Frankie Garage, 3 paia di pantaloni Scorpion Bay, duemaglie Adidas e al polso un orologio Breil. Nessuna fotografia.Prese l'aereo e partì per un paese lontano: andò ad abitare in un albergo di lusso, apranzo e cena mangiava nei ristoranti più cari e, senza nemmeno rendersene conto,in poco tempo riuscì a spendere tutto quello che aveva nel conto corrente, anchecercando di farsi un sacco di amici con regali costosi. Quando ebbe speso tutto, in quel paese arrivò una grande crisi e non avendo piùsoldi avrebbe dovuto andare a lavorare, ma non c'erano più posti di lavoro e anchechi già lavorava veniva licenziato. Fu allora che iniziò a soffrire la fame. L'unica cosache trovò da fare era il guardiano in una porcilaia.

Avrebbe voluto mangiare il mangime che dava ai maiali, ma non poteva farlo perchéil padrone lo controllava sempre. Dimagrì tanto e una notte, non riuscendo adormire, pensò: "Quanti dipendenti di mio padre hanno uno stipendio e pane inabbondanza e io qui muoio di fame! Basta, andrò da mio padre e gli dirò: Papà, misono comportato male con Dio e con te. Non posso nemmeno più essereconsiderato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi dipendenti". E così fece, si alzò e

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chiedendo dei passaggi, dopo due settimane ritornò nella sua città.

Andò subito al supermercato e, quando era ancora lontano, suo padre lo vide: eravestito di stracci, sporco, con i capelli lunghi, la barba lunga. Il papà si commosse nelvederlo e gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Marco si scusò con lui, ma il padre non lo fece nemmeno finire e disse ai suoidipendenti: “Presto, portate qui il vestito più bello che abbiamo e fateglieloindossare, portate l'anello d'oro più prezioso e metteteglielo al dito e un paio discarpe nuove. Prenotate nel ristorante migliore e andiamo a fare festa, perchécredevo che Marco fosse morto ed è tornato in vita, era perduto ed è statoritrovato". Il padre cercò Luigi, il figlio più grande, ma il suo cellulare era spento. Glilasciò un messaggio in segreteria, andarono in ristorante e cominciarono a far festa.

Luigi, il figlio più grande, era fuori per fare delle commissioni, non aveva riacceso ilcellulare e, rientrando al centro commerciale, passò per caso davanti al ristorante.Riconobbe la macchina del padre e di altri dipendenti e si incuriosì, perchè sentivaarrivare anche della musica di festa e vedeva gente che ballava. Allora si fermò, scesedalla macchina e chiamò uno dei dipendenti e gli domandò che cosa stessesuccedendo. Quello gli rispose: "Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto organizzareuna grande festa perché lo ha riavuto sano e salvo!". Luigi si adirò molto e nonvoleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: "Ecco, io lavoro conte da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo ordine, e tu non hai maiorganizzato nemmeno una festicciola per me ed i miei amici. Ma ora che è tornatoMarco, questo tuo figlio, che ti ha trattato come se fossi morto ed ha per di piùbuttato tutto quello che gli avevi dato ed avevi lavorato con tanta fatica,spendendolo in stupidaggini e cose inutili, per lui hai organizzato una festa enorme.”Gli rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; mabisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato invita, era perduto ed è stato ritrovato".

Compiti a casaLeggi con i tuoi genitori questa scheda e rispondi con il loro aiuto sul quaderno alledomande che abbiamo dettato.Ricordati di portare i compiti lunedì 25 novembre.

Chi avrà fatto i compiti bene guadagnerà l'adesivo dell'angioletto per arricchirel'album delle figurine

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Scheda 425 novembre 2013

Le indagini di Samuele: Dio è nostro amico e ci aiuta

Nell'incontro di lunedì scorso abbiamo letto il racconto di Marco che ha voluto a tutti i costilasciare la sua famiglia e, andato lontano, ha sprecato una montagna di soldi in fesserie, ma poipentito è ritornato a casa ed il babbo, anche se era stato trattato malissimo, lo perdonaimmediatamente ed è felice di rivederlo. Gesù ha raccontato una storia molto simile ai suoiamici, per far capire che Dio è così, è un babbo che è pronto a perdonarci, non vuole ricordare inostri errori ma solo fare festa quando ci pentiamo e ritorniamo da lui.

Ma Dio è anche un amico, il più sincero, quello che non ci tradirà mai, pronto a darci l'aiuto checi serve, pronto a fare di tutto perché siamo felici.

Il racconto che leggiamo ora non è una parabola, cioè non è un racconto inventato da Gesù perfar capire qualcosa, ma è un fatto veramente successo e ce lo racconta San Giovannievangelista, uno degli apostoli, gli amici che stavano sempre con Gesù, e che quindi eranopresenti quanto le cose che stiamo per sentire sono accadute.

A Betània, un villaggio a 3 chilometri da Gerusalemme, nella Giudea, c'era un uomoche si chiamava Lazzaro, molto amico di Gesù, e fratello di Maria e di Marta. Lazzaroun giorno si ammalò gravemente e le sorelle mandarono dunque a dirgli: "Gesù,Lazzaro, il tuo amico a cui vuoi tanto bene, è molto malato".Sentendo questo, Gesù disse: "Questa malattia non porterà alla morte, ma è per lagloria di Dio, perché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato". Gesù amavaMarta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorninel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: "Andiamo di nuovo in Giudea!". Idiscepoli gli dissero: "Rabbì (che significa maestro), poco fa i Giudei cercavano dilapidarti (cioè di ucciderti a colpi di pietra) e tu ci vai di nuovo?". Disse loro: "Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo". Glidissero allora i discepoli: "Signore, se si è addormentato, si salverà". Gesù avevaparlato della morte di lui; essi invece pensarono che stesse solo dormendo. AlloraGesù disse loro apertamente: "Lazzaro è morto e io sono contento per voi di nonessere stato là, perché voi crediate; ma andiamo da lui!". Allora Tommaso, chiamatoDìdimo, disse agli altri discepoli: "Andiamo anche noi a morire con lui!".Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nella tomba. Da Gerusalemme molti Giudei erano andati a Betània per consolare Marta e Mariaper il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stavaseduta in casa. Marta disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello nonsarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la

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concederà". Gesù le disse: "Tuo fratello risorgerà". Gli rispose Marta: "So cherisorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno". Gesù le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore,vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?". Gli rispose:"Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio venuto nel mondo".Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: "IlMaestro è qui e ti chiama". Allora Maria si alzò subito e andò da lui. Gesù non eraentrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro.Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in frettae uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedidicendogli: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!". Gesùallora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, sicommosse profondamente e, molto turbato, domandò: "Dove lo avete messo?". Glidissero: "Signore, vieni a vedere!". Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei:"Guarda come lo amava!". Ma alcuni di loro dissero: "Lui, che ha aperto gli occhi alcieco, non poteva anche far sì che Lazzaro non morisse?".Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, andò al cimitero dovec'era la tomba di Lazzaro: era una grotta chiusa con una grande pietra. Disse Gesù: "Togliete la pietra!". Gli rispose Marta, la sorella del morto: "Signore,manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni". Le disse Gesù: "Non ti ho detto che,se crederai, vedrai la gloria di Dio?". Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gliocchi e disse: "Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi daisempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tumi hai mandato". Detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!". Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un lenzuolo. Gesùdisse loro: "Liberàtelo e lasciàtelo andare".Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto,credettero in lui.

Cosa ci dice d'importante questo racconto? Che Gesù ci vuole veramente bene, si commuoveper noi, ci aiuta e fa anche cose straordinarie come far ritornare in vita chi è morto!Ma non vuole fare tutto da solo, chiede a noi di aiutarlo. Pensiamo al disastro che è successo inquesti giorni in diversi paesi della Sardegna: tutti i sardi, in modi molto diversi, stanno aiutandoquelle povere persone che hanno perso tutto. È Gesù che ci fa sentire la necessità di nonrimanere indifferenti ai problemi degli altri e ci spinge ad aiutarci tra di noi. E lui intervieneattraverso noi, attraverso il nostro impegno.

Compiti a casaDa lunedì prossimo prepareremo un nuovo cartello con le frasi più importanti che troveremoin quest'anno di catechismo. Ricopia nel quaderno la frase del racconto di Lazzaro che,secondo te, è la più importante. Tra tutte quelle scritte nei quaderni insieme sceglieremoquale mettere nel cartello.

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Scheda 52 Dicembre 2013

Le indagini di Samuele: scopriamo cos'è l'Avvento

Ieri è iniziato il periodo dell'anno che si chiama AVVENTO e che finirà a Natale.E oggi Samuele indaga per scoprire che cos'è e perché a dicembre tutti gli anni cisono alcune settimane chiamate di Avvento.Dopo aver cercato su tanti importanti libri, dopo aver frugato nelle più grandibiblioteche del mondo, dopo aver passato giorni e giorni a fare ricerche su Internetha scoperto che “Avvento” significa “venire” o meglio racconta di qualcosa che deveavvenire.Così Samuele ha capito che l'Avvento può essere pargonato al periodo in cui siattende qualcosa di importante che deve succedere, come quando i genitori, dopoaver scoperto che stanno per avere un figlio o una figlia o dei gemelli, aspettano chearrivi il momento della nascita. Samuele ha chiesto al babbo e alla mamma di raccontargli come hanno trascorsoquei mesi prima che lui nascesse:

«Quando abbiamo saputo che saresti arrivato nella nostrafamiglia, abbiamo provato una gioia grandissima, nonpossiamo nemmeno trovare le parole giuste per descriverla...Qual'è stato il tuo momento più felice?». E Samuele rispose asuo babbo Elkanà e a sua mamma Anna: «Credo quando miavete regalato quel giocattolo che desideravo tanto!» E allorala mamma disse: «Adesso prendi quella felicità e moltiplicalaper tutte le volte che vuoi e non basterà ancora a descriverela nostra gioia».

Allora Samuele capì che l'arrivo di una nuova vita deve essere una cosa di non pococonto, ma non gli era ancora chiara una cosa e così chiese: «Ma com'è possibile!Quando avete saputo di me non mi conoscevate, ero in pancia di mamma grandecome una lenticchia, non avevo ancora né braccia, né gambe, né occhi, né orecchie...eppure eravate felici. Perchè?». Babbo Elkanà sorridendodisse: «Lo potrai capire completamente solo quando anche tuavrai un figlio o una figlia, ma se un uomo ed una donnadiventano padre e madre sentono che la loro vita cambieràper sempre e da quel momento non avranno altro pensieroche essere di aiuto al proprio figlio, perché possa crescerebene e diventare grande, magari anche genitore e nonno, ebisnonno...».«Ecco spiegato l'Avvento» - pensò Samuele - «è il periodo in

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cui ci si prepara a quello che sta per accadere». È che Samuele si era dimenticato dicercare che cosa sarebbe dovuto accadere... E di nuovo si mise sui libri e gli bastòaprire un Vangelo per scoprirlo. Tornò da babbo e mamma e disse loro: «Hoscoperto che l'Avvento è il periodo che precede il Natale e che il Natale è il ricordoimportantissimo della nascita di Gesù». «Bravissimo Samuele!» gli disse la mamma. «E vi dico anche un'altra cosa: che anch'io provo felicità nell'aspettare l'arrivo diGesù. È un po' come se stessi diventando babbo anch'io?».«Vedi Samuele», riprese il babbo, «direi che dovrebbe essere più come se stessi peravere un fratellino molto speciale, mandato direttamente da Dio. Anche lui Dio.Quando fai il segno della croce lo fai nel nome del Padre, del Figlio e dello SpiritoSanto. Quel Figlio è proprio Gesù e per questa nascita abbiamo molti motivi peressere felici. Ricorda che la sua venuta ha cambiato il mondo e continua a cambiarlogiorno per giorno. Il Natale vuole farci ricordare che Gesù è come se nascesse ognianno, perché ogni anno abbiamo bisogno di cambiare».Ora mancava solo da capire un'ultima cosa: «Mamma, mamma, voglio farti unadomanda difficile: mi sento felice per la venuta di Gesù e anche perché ogni anno afine dicembre lo ricordiamo. Ma non ho capito perché è venuto.»«Per aiutarci. Per dirci che Dio è nostro babbo, che Dio è nostro amico, ci vuoleveramente bene ed è sempre pronto ad aiutarci. Venendo sulla Terra come unnormalissimo bambino è stato per lui più facile raccontarci quanto sia meravigliosostare in paradiso e come dobbiamo comportarci per poterci arrivare. E anzi, ti dicoanche un'altra cosa: Gesù è sempre con noi nelle ostie consacrate durante la Messama un giorno, non sappiamo quando, ritornerà dal cielo. Per questo prima di Natalec'è l'Avvento, perché bisogna essere sempre pronti ad accoglierlo».Samuele se ne andò soddisfatto delle risposte trovate e di aver concluso un'altraindagine importante.

Compiti a casaFatti raccontare dai tuoi genitori come hanno vissuto l'attesa della tua nascita e scrivila inpoche parole sul quaderno. A chi farà bene il compito spetterà un angioletto adesivo.

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Scheda 69 Dicembre 2013

Le indagini di Samuele: Giovanni il battista

Più di 2.000 anni fa in Palestina, nella regione della Giudea, c'era un re che si chiamavaErode. I sacerdoti allora non si occupavano sempre del tempio, come succede nelle nostrechiese, ma facevano a turno, anche perché esisteva solo il tempio di Gerusalemme. ●In quel periodo di occuparsi del tempio toccò ad un uomo che si chiamava Zaccaria cheaveva come moglie una donna che si chiamava Elisabetta. Erano molto credenti e nonavevano figli, perché Elisabetta non poteva averne. ● Per di più erano già abbastanzaanziani e quindi ormai avevano perso le speranze di essere genitori. Allora non avere figliera una vergogna, perché per molti era il segno della punizione di Dio a quella famiglia.●Nel tempio c'era una sala dove poteva entrare solo il sacerdote incaricato e nessun'altro:qui veniva bruciato dell'incenso per offrirlo a Dio mentre fuori tutte le persone pregavano. Un giorno toccò a Zaccaria fare l'offerta dell'incenso e mentre era dentro gli apparve unangelo: stava in piedi, alla destra dell'altare.● Quando Zaccaria vide l'angelo si spaventòtantissimo. Ma l'angelo gli disse: «Non avere paura, Zaccaria, la tua preghiera è stataascoltata e Dio ha esaudito il desiderio tuo e di tua moglie Elisabetta.● Lei ti darà un figlio,e tu lo chiamerai Giovanni. Vi darà tanta gioia e molti saranno felici per la sua nascita,perché sarà un uomo di grande importanza per Dio;● non berrà vino né bevande cheubriacheranno, sarà pieno di Spirito Santo già prima di nascere e aiuterà molti a credere dinuovo nel Signore loro Dio. ●Giovanni sarà di esempio per tutti, come lo è stato il profeta Elia, per preparare al Signoreche verrà un popolo pronto ad accoglierlo». Zaccaria disse all'angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e anche miamoglie non è giovane».●

L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, sto sempre davanti a Dio e sono stato mandatodirettamente da lui a portarti questa bella notizia. Ma ti dico anche che tu sarai muto e nonpotrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mieparole».●Intanto il popolo aspettava che Zaccaria uscisse e si meravigliava perché era nella saladell'incenso da molto tempo. Quando poi uscì e videro che non poteva parlare, capironoche nel tempio aveva avuto una visione. ●Finiti i giorni del suo turno al tempio, tornò a casa. Dopo poco tempo dal suo rientroElisabetta, sua moglie, si accorse che aspettava un bambino ma non lo disse in giro per bencinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, ha tolto la mia vergognadandomi la possibilità di diventare mamma».●

Al sesto mese di gravidanza, l'angelo Gabriele ritornò sulla Terra. Fu mandato da Dio in unacittà della Galilea, chiamata Nàzaret, ad una ragazza, promessa sposa di un uomo dellafamiglia di re Davide, di nome Giuseppe. La ragazza si chiamava Maria.●

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Entrando in casa sua, disse: «Devi essere felice, piena di grazia: il Signore è con te».A queste parole Maria si preoccupò e si domandava che senso avesse un saluto comequesto. L'angelo le disse: «Non avere paura, Maria, perché Dio è dalla tua parte. Ed ecco,avrai un figlio e lo chiamerai Gesù. ●Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davidesuo antenato e il suo regno non avrà fine».Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, considerato che non sono nemmenosposata?». ●Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza di Dio ti coprirà con lasua ombra. Perciò Gesù sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. ● Devi sapere cheElisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia aspetta anche lei un figlio da 6 mesi, eppuretutti dicevano che non sarebbe mai diventata madre: nulla è impossibile a Dio». ●

Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore: avvenga per mesecondo la tua parola». In quel momento il Figlio di Dio entrò in Mariae l'angelo si allontanò da lei.●In quei giorni Maria, pensando ad Elisabetta, decise di andarla atrovare e andò in fretta verso la regionemontuosa, in una città della Giudea.●

Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. AppenaElisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino cheaspettava saltò in pancia. ● In quel momento su Elisabettascese lo Spirito Santo e, anche se non sapeva assolutamenteniente di quello che l'angelo Gabriele aveva detto a Maria dissea voce molto alta: «Benedetta tu fra le donne e benedetto ilfrutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mioSignore venga da me? ● Ecco, appena il tuo saluto è giunto aimiei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che ilSignore le ha detto».●Dopo 3 mesi Elisabetta partorì e tutti volevano chiamarlo con ilnome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervennedicendo: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela chesi chiami con questo nome». ● Allora domandavano con cenni a suo padre come volevache si chiamasse. E Zaccaria scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e riprese a parlare benedicendo Dio.●Tutti i loro vicini si spaventarono, e nella regione della Giudea si parlava di queste cose. Chile sentiva diceva: «Chi sarà mai questo bambino?». E davvero il Signore era con lui.A Zaccaria, suo padre, lo Spirito Santo gli suggerì queste parole:●«Benedetto il Signore, Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo,e ha suscitato per noi un Salvatore potente ●E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimoperché avrai il compito di preparare la strada al Signore.»Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Dopo diversi anni si presentò sul fiume Giordano, dove battezzò migliaia di persone.●

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Scheda 723 Dicembre 2013

Il Figlio di Dio diventa GesùIn quei giorni un decreto dell'imperatore di Roma Cesare Augusto ordinò che si facesse ilcensimento di tutta la terra. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. ●Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di re Davidechiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsicensire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta già da 9 mesi. ● Dovevano trovare unposto dove stare, ma per loro non c'era posto nell'albergo e così andarono in una grottausata come stalla e casa di pastori.●C'erano in quella regione alcuni pastori che la notte facendo la guardia al loro gregge. Unangelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furonopresi da grande timore, ma l'angelo disse loro:● "Non temete: ecco, vi annuncio unagrande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi unSalvatore, che è Cristo Signore.● Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto infasce, adagiato in una mangiatoia". E subito apparve con l'angelo molti altri angelidell'esercito celeste, che lodavano Dio e dicevano:●"Gloria a Dio nel più alto dei cielie sulla terra pace agli uomini, che egli ama".Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro:●"Andiamo a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".Andarono, senza perdere tempo, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, sistematonella mangiatoia.● E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori che se ne tornarono,glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato dettoloro.●Ed ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: "Dov'è colui che ènato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo".All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.● Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cuidoveva nascere il Cristo. Gli risposero: "A Betlemme di Giudea, perché così è scritto permezzo del profeta:●

E tu, Betlemme,terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda:

da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele".●

Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cuiera apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: "Andate e informatevi accuratamentesul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga adadorarlo".●

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Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, era davanti a loro,finché arrivò e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella,provarono una gioia grandissima. ●Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si inginocchiarono e loadorarono, riconoscendolo come Figlio di Dio. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono indono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra stradafecero ritorno al loro paese.

Questa è la storia del Figlio di Dio che ha deciso di diventare Gesù, uomo e Dio insieme. ●

AUGURI di buon Natale da Maria e Gianfranco

COMPITI PER LE VACANZE:Quando vai a dormine, pensa al Figlio di Dio diventato Gesù e ringrazialo dicendogli:Grazie Gesù perché sei mio amico.

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Scheda 3G – Parte A13 gennaio 2014

Le conseguenze della venuta del Figlio di Dio Nell'incontro di dicembre abbiamo visto in estrema sintesi il piano di Dio per salvarci. Abbiamoosservato come lungo la storia vi siano state diverse tappe di avvicinamento, fatte di eventi, profetie dimostrazioni di fiducia, nonostante i numerosi e continui tradimenti di quello che fu un vero eproprio accordo tra il Padre ed il popolo ebraico.

Il Piano di Dio possiamo suddividerlo in tre fasi:Prima faseDalla costituzione del popolo ebraico all'annunciazione a Maria, con una durata nell'ordine dellemigliaia di anni.

Seconda faseDal sì di Maria (e quindi dal concepimento di Gesù in lei) alla fine della vita pubblica di Gesùconclusasi con la sua Ascensione al Cielo, con durata di circa 33 anni.

Terza faseDall'effusione dello Spirito Santo (Pentecoste) ad oggi, con durata indefinita ma non infinita.

Guardiamo in maniera più dettagliata alla fase nella quale viviamo, confrontandoci con alcunedomande che possono aiutare la riflessione e a dare risposte ai propri figli e figlie quandochiederemo loro di “interrogarvi” su questi argomenti.

Le domande1) Le prime due fasi del Piano di Dio sono state caratterizzate da vicende ben definite. Cosa

caratterizza la fase attuale?2) Quali effetti, in questa terza fase della storia, ha prodotto il Figlio di Dio diventato Gesù?3) Se Gesù non fosse vissuto tra noi, come uno di noi, sarebbe stata la stessa cosa?4) Come si concretizza oggi il Piano di Dio? In cosa consiste la nostra salvezza?

Sin qui la “Parte A” della scheda. La “Parte B” sarà pubblicata sul sito parrocchiale e riporterà le riflessioni che scaturirannodall'incontro di oggi.

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Scheda 3G – Parte B13 gennaio 2014

Le conseguenze della venuta del Figlio di DioDurante l'incontro delle quattro domande-guida siamo riusciti ad analizzare solo le prime due. Ecco cosa ne è venuto fuori.

1) Le prime due fasi del Piano di Dio sono state caratterizzate da vicende ben definite. Cosacaratterizza la fase attuale?

Se nella prima fase del piano di salvezza per secoli Dio ha costruito pazientemente il percorso diavvicinamento dell'umanità, creando dal nulla un popolo di dimensioni contenute ma che potesse esserelievito per il resto dell'umanità, mandando profeti, mostrando importanti aperture anche verso i non ebrei,nella seconda fase è intervenuto per un periodo molto limitato (circa 33 anni) ma con un'efficaciastraordinaria, inserendo nella storia umana sé stesso attraverso il Figlio, diventato lui stesso un essereumano in Gesù.Ma cosa caratterizza la terza fase, quella che nella quale viviamo?Innanzitutto è stata rilevata la presenza della Chiesa, fondata da Cristo e caratteristica che attraversa tutti icirca duemila anni già trascorsi della fase attuale. Presenza nel bene e nel male, con le dovute distinzioni trala Chiesa fatta da noi fedeli e l'organizzazione ecclesiastica, quest'ultima fatta anche di persone che hannocommesso atti a dir poco indegni. Eppure anch'essa ha avuto enormi meriti, favorendo l'istruzione,aiutando le persone nella ricerca di Dio, dando aiuti anche materiali e sopperendo alle mancanze deigoverni laici.Altra caratteristica dei tempi moderni, soprattutto del post seconda guerra mondiale, è la presenza di unperiodo di relativa pace, senza conflitti di larga portata, come raramente si ricorda.Si riscontra anche un dilagante materialismo, un continuo rincorrere piaceri spiccioli ed immediati, frutto dimancata riflessione, sana abitudine sempre meno utilizzata a favore di proposte “take away” già pronte dautilizzare. In sostanza sembra di vivere in un “fast food” dell'esistenza, dove si prende e porta via ciò che c'ènel menù, senza verificare il contenuto del pacchetto, senza badare agli ingredienti contenuti... Tutto èridotto a valore economico: il tempo è quindi denaro in senso reale e il fermarsi a riflettere e meditare, lostare insieme in maniera “improduttiva” diventano un male, per cui i rapporti tra persone sono cambiati,togliendo alla vita il gusto di scambiare qualche parola per il piacere di farlo, cosa che sta uccidendoqull'interazione per porta naturalmente ad aiutarsi vicendevolmente. Ancora sulla Chiesa: salta agli occhi la fuga degli uomini, sempre meno presenti, così come i giovani,allontanati dal disinteresse verso gli argomenti di fede e dall'interesse verso altre attrattive (sport in primis)un tempo tipiche attività da oratorio ed ora quasi esclusivamente prerogativa di organizzazioni extra-ecclesiale. Hanno anche contribuito al dileguarsi gli atteggiamenti di molti sacerdoti, distaccati dai fedeli,lontani dai problemi e dalla vita reale.Per contro si vede la luce portata da Papa Francesco, considerato unanimemente una novità epocale, chelascerà il segno, nonostante i pochi mesi di pontificato, e quella costante e paziente di Maria, presenteovunque nel mondo e riferimento per miliardi di persone.

2) Quali effetti, in questa terza fase della storia, ha prodotto il Figlio di Dio diventato Gesù?L'avvio di una missione lunga tutta la vita, durante la quale ci ha dato il “potere” di parlare ed agire in nomesuo.Il rafforzamento straordinario del ruolo della famiglia, esaltato vivendo per 30 nella casa di Maria eGiuseppe. L'importanza della famiglia è chiara: sostiene i propri membri, contribuisce allo sviluppo dellasocietà, prepara le nuove generazioni. E forse anche per queste ragioni gli attacchi sono continui e feroci,favoriscono la disgregazione, sempre più marcata e frequente.