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La Bellezza

Il sole, quando nasce, dona ad ogni donna oro per i capelli e risate per l'anima

“Non è bello quello che è bello ma è bello quello che piace” recita un vecchio detto popolare per esprimere un concetto che va al di la del significato esteriore di bello, per ampliarsi verso quello di armonia, efficienza degli organi, serenità d'animo. E' la sintesi perfetta della serenità del pensiero, delle doti del cuore, della bontà d'animo, della prontezza dell'intelletto.

...La Bellezza non è necessità, ma estasi.Non è l'immagine che vedi, né la canzone che ascolti.E' l'immagine che vedi chiudendo gli occhi,è la canzone che ascolti tappandoti le orecchie....Khalil Gibran

Da un punto di vista filosofico, il ramo che si occupa del significato di Bellezza in senso ampio, dell'arte e del giudizio sopra la creazione artistica, indipendentemente dalla natura stessa dell'opera d'arte prende il nome di Estetica. Questo termine cominciò ad essere usato per la prima volta da Alexander Baumgarten nella seconda metà del XVIII sec. prendendo in prestito

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la parola greca “aisthesis” che significa “sensazione”e definì la Bellezza come:

...la perfezione della conoscenza che si acquisisce attraverso i sensi..

e di conseguenza definì l'Estetica come:

... la scienza della percezione cognitiva...

Cos'è la Bellezza? E' la combinazione armonica dell'unità e della varietà che produce negli altri un sentimento gradevole, puro ed estraneo a tutta l'utilità e convenienza. La Bellezza non è assoluta, non esistono standard universali per definire la Bellezza, come già aveva notato in passato Charles Darwin, lamentando l'assenza nella mente dell'uomo di riferimenti universalmente riconosciuti tali da uniformare il concetto di Bellezza, definendo caratteristiche e parametri tali da essere riconoscibili da ogni civiltà e da ogni cultura. A concorrere a creare l'immagine stessa della Bellezza nella letteratura, largo margine è lasciato all'immaginazione senza il coinvolgimento dei sensi, mentre per contro, l'arte pittorica e la scultura non solo sollecitano il senso visivo attraverso la concretizzazione e l'individualizzazione della Bellezza ma contribuiscono essi stessi a creare i canoni della Bellezza sia muliebre che maschile.

... Quando la luce della Bellezzatocca l'aspetto visibile dell'uomosi esprime nell'Eleganza.Quando si riflette nelle sue azioniè Cortesia.Quando impregna le sue emozionie i suoi sentimenti si manifestacome Bontà d'animo.Quando illumina le Ideela Bellezza è Saggezza....

E' proprio da questi modelli ideali che vengono definiti i canoni estetici, cioè gli elementi necessari e caratterizzanti della Bellezza, ad esempio è considerata bella la donna che si avvicina il più possibile a questi parametri. Tuttavia la

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definizione di Bellezza cambia in base alle varie epoche e aree geografiche.

Per Giordano Bruno niente era assolutamente bello, senon agli occhi di qualcun altro.

Di certo è la dimensione personale del gusto che nelcorso dei secoli ha nutrito le idee di filosofi e pensatoricon l'intento di delineare e costruire un proprio concettodi Bellezza. La scuola Pitagorica fu la prima a stabilire uncollegamento tra la matematica e la Bellezza, osservandocome gli oggetti con perfetta simmetria erano quelli cheesercitavano un richiamo maggiore.

Se qualcuno vi chiede:Che cos'è la salute?Rispondete, è armonia.E la virtù? E' armonia.E il buono? E' armonia.E il bello? E' armonia.E che cos'è Dio?Rispondete ancora:E' armoniaPitagora

Per i Greci, il canone di Bellezza nella configurazione ideale di Policleto stabiliva che il corpo umano per essere perfetto doveva oltrepassare di sette volte e mezzo la misura della testa, mentre in quella di Lisippo, doveva oltrepassare otto volte e mezzo la misura del corpo. Gli artisti Greci erano guidati dal concetto di proporzione, la rappresentazione della Bellezza non è piùlimitata alla riproduzione del corpo umano così come lo si osserva ma viene analizzato, misurato, con lo scopo di ricavarne dei rapporti numerici tra una parte e l'altra del corpo e tra le singole parti e l'insieme.Di conseguenza il corpo umano era considerato bello quando tutte le parti eranoproporzionate alla figura intera, come si evince dalle loro arti figurative giunte fino a noi.

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Il binomio Matematica-Bellezza fu ripresosecoli dopo da Leonardo da Vinci, che con ildisegno dell'Uomo di Vitruvio, stabili le regolematematiche per definire la Bellezza ideale,disegnando un corpo che rispondeva a regolematematiche ottenute partendo dalla divisionedel volto per il numero aureo 1.618. Questeproporzioni matematiche sono i modellimatematici con i quali la Natura cresce e sisviluppa e che, per la visione Occidentale sonostate incorporate con le creazioni estetiche edartistiche La Bellezza si trasforma così in un accordoarmonico, risultato della composizione e dellacombinazione delle sue membra, delle sueproporzioni e del proposito cui sono destinati, estranea a qualsiasi percezione soggettiva e interpretativa. Per Agostino Nifo, la Bellezza perfetta doveva rispondere a cinque elementi in correlazione con i cinque sensi:

La forma con la vista, l'armonia in correlazione con l'udito, la soavità con il gusto, la dolcezza con l'olfatto il biancore con il tatto.

Io non sono il solo a cantare serenate alla Bellezza di una donna dalle guance rosa. Tutt'intorno, ci sono migliaia di usignoli che intonano insieme lo stesso inno.... Hafiz

Ma i Greci non la consideravano tuttavia, solo come il complesso meccanico di perfezioni puramente materiali. Partendo dall'osservazione che tutti i componenti

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della Natura hanno una forma che è loro propria e che gli individui che in qualche maniera si discostavano da queste forme potevano risultare in grado variabile, sgradevole alla vista, giunsero ad osservare che la forma che piaceva in un oggetto poteva essere sgradevole per un altro. Da ciò la conclusione che variando la natura di ciascun oggetto doveva altresì variare la loro Bellezza.

Per Aristotele il concetto del bello risiede nell'armonia, nella proporzione, nelle misure. Siccome la Bellezza varia secondo la natura degli oggetti, la Bellezza non è altro che la perfezione dell'oggetto stesso. Quindi si può affermare che una cosa è bella quando ha le perfezioni della sua forma. Ad esempio le fattezze che rendono piacevole un corpo maschile, risultano sgradevoli in un corpo femminile. Ma il concetto di Bellezza non è solo da ricercare nella perfezione delle forme, ma anche nell'armonia globale, che si manifesta come slancio vitale. La Bellezza non consiste dunque in una forma precisa bensì nel rapporto che questa forma ha con le funzioni alle quali sono destinate.Zenone chiamava la Bellezza “Il fiore delle Virtù”, per Platone la Bellezza era “Il lustro e lo splendore della Bontà” ossia la Bellezza era la manifestazione suprema del Bene inteso come il punto più alto dell'Essere che si conquistava con la Verità e la Giustizia.

La Bellezza sarà di conseguenza lasintesi espressiva di tutte le qualitàfisiche e morali che si addicono alla natura dell'oggetto. La Bellezza è mutevole, relativa,deve essere piacevole a prima vista.Il concetto di Bellezza è un valoreestetico soggettivo, è conoscimentosensitivo, percepibile agli esseriumani con i sensi, come qualcosa di gradevole, presente o assente, in minore o maggior grado, tanto in forma naturale, quanto in forma culturale. Leibniz era solito dire che la Bellezza delle cose è la proprietà delle stesse, in virtù delle quali la sua conoscenza in sé e per sé, contemplata senza fare riferimento ad altra cosa, genera diletto nella nostra anima e questo diletto generato dalla mera contemplazione è il segno principale per mezzo del quale riusciamo a riconoscerla. Per la Grecia dunque, questa ricerca continua della forma e dell'armonia, della bontà e della Bellezza, assunse un rilievo tale da fondere in un concetto unico

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l'Etica con l'Estetica. Generalmente il bello è armonico e deve necessariamente conformarsi al concetto generale di Bellezza percepita come unitaria dalle varie culture.La Bellezza si divide in Bellezza fisica, Bellezza intellettuale, Bellezza morale e Bellezza spirituale.La Bellezza fisica si riferisce alla natura nelle sue varietà di forme, colore, suonie movimento, come quella di una selva, un giardino, i fiori, un fiume di acque cristalline. La Bellezza intellettuale è quella che si riferisce alle idee e alla creazione della nostra intelligenza. La Bellezza morale si riferisce al conformarsi delle nostre azioni alle leggi eterne dell'ordine. La Bellezza spirituale, bontà, amore, simpatia è quella che permane per sempre nelle persone, non svanisce con il trascorrere del tempo, è stata paragonata ad una rosa che non sfiorisce mai, al contrario della Bellezza fisica.Il concetto di Bellezza non è mai stato unico; nel corso dei secoli, il modo di rappresentarla e il suo simbolismo ha subito numerose variazioni in base all'epoca storica e ai luoghi. Dalle opere artistiche e letterarie giunte fino a noi da epoche e paesi geograficamente lontani, possiamo dedurre come la percezione della Bellezza è stata soggetto a valutazioni diverse. Alcune società esaltavano le donne magre e minute, altre ledonne opulente. Per altre la Bellezza eraintesa come l'attitudine di una donna a nonmettere in discussione l'autorità maschile,padre, marito o fratelli maschi. Altre societàvalutavano la Bellezza sotto l'aspetto morale,il carattere forte e indipendente, il successo.Tuttavia, indipendentemente dall'epoca in cuisono vissute e dalle loro origini geografiche,le donne di tutto il mondo amano sentirsi bellee molto femminili, adattandosi alla società incui sono vissute, vivono e vivranno. Seconsideriamo un corpo femminile, come entità anatomica e funzionale notiamosenz'altro che il suo modo di rappresentarlo e la sua valorizzazione in termini di canoniestetici diventa un'entità culturalmentecostruita e influenzata dal gruppo sociale diappartenenza. Ad esso sono stati associati neltempo significati socio-culturali diversi, alle

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Veneri preistoriche era associata la fecondità, come nella scultura paleolitica della Venere di Willendorf che immaginiamo sia l'ideale della Bellezza femminile di quell'età.La statua rappresenta una figura femminile dalle forme abbondanti,ventre grosso, grandi seni, glutei molto sviluppati, fianchi larghi, organi genitali in evidenza.L'accentuazione degli attributi femminili più che caratterizzare la Bellezza, né accentua ed esalta l'aspetto riproduttivo, ricoprendosi in questo caso di un significato simbolico e magico; è l'esaltazione della Bellezza femminile nell'aspetto più elevato, è la Bellezza della madre, creatrice e nutrice di un nuovo essere che perpetuerà la specie. Alle donne medioevali era associata la castità, donne dai corpi quasi efebici, esili ed acerbi,fianchi stretti,seno appena pronunciato ma ventre prominenteanche in questo caso simbolo di futura maternità. L'incarnato del viso deve presentare il candore del giglio per enfatizzare il candore virginale della donna.

Alle matrone romane dai corpi giunonici, era associata l'opulenza ricca e sfarzosa, simbolo del potere politico ed economico del consorte. La donna romana curava in maniera quasi ossessiva il proprio corpo ricorrendo largamente a cosmetici e creme e all'infoltimento della capigliatura mediante capelli posticci.Alle donne barocche dalle curve e forme procaci era associata la sensualità.

Ma si è volutamente tralasciato fino ad ora un altro concetto che amplifica e completa la Bellezza.E' questo il concetto di Grazia, che si manifesta nel volto e nel portamento, infondendo nell'animo il senso del bello, della gentilezza e della serenità. La Grazia non si acquista, è aliena da principi e convenzioni, oltrepassa le barriere culturali poiché pur essendo difficile da descrivere, incommensurabile e indeterminabile, è un concetto più fuggitivo della Bellezza. la Grazia accompagna e completa la Bellezza, taluni fanno coincidere la Grazia con le sensazioni interne svelate dal viso, con le movenze esterne, rivelate dall'andatura.La Grazia come la Bellezza non tollerano di essere occultate, entrambe non possono essere confinate nell'ombra, se si chiude loro la porta in faccia, entrano dalla finestra.Ma la Bellezza non è sempre necessaria alla Grazia, il modo sicuro è cercarla lì dove risiede, nell'infanzia, nella gioventù, nella maturità, in un sorriso elargito da un volto sconosciuto, nella gioia, nel dolore, nella natura e nel ciclo delle stagioni.

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Questi concetti di Grazia e Bellezza, furonoampiamente decantati dai poeti del Dolce StilNovo con la donna angelica, oppure dai poetidel tardo Medioevo i quali decantarono laBellezza femminile in un senso puramentecristiano, immaginandola come opera direttadella creazione divina. Agnolo Firenzuola parlando nel suo “Dialogosulla Bellezza delle donne” si esprimeva così:

...Una donna bella è il più bell'oggetto che sipossa contemplare, e la Bellezza è il dono più prezioso che Dio ha dato allecreature umane, visto che, per suo mezzoeleviamo il nostro spirito alla contemplazionee per mezzo della contemplazione al desideriodelle cose celestiali...

Sparì completamente il ricorso al maquillage, perché era considerato contrario alla morale cristiana, in quanto trasfigurava l'opera della creazione di Dio e perfino l'innocuo specchio divenne l'anticamera delle porte dell'Inferno.San Gregorio era solito dire che l'unico colore che abbellisce una donna è il rosso del pudore. La Bellezza medievale era intesa quindi come splendore di luce ultraterrena che conduce alla via della spiritualità e della comunione con Dio, per non offuscare tale luce la donna non doveva far ricorso a belletti o abitisontuosi i quali avrebbero impedito di cogliere la Bellezza autentica che è solo interiore.

Ma già San Cipriano, vissuto nei primi secoli dell'era cristiana, sconsigliava vivamente alle donne, per scongiurare la dannazione eterna le pratiche della cosmesi e del trucco,Cambiare il colore dei capelli o anche indossarne dei posticci, era oggetto di riprovazione morale perché di ostacolo alle benedizioni. Ma proprio in questo periodo di severità di costumi che iniziarono ad affacciarsi prepotentemente i primi trattati di igiene e di cosmetica femminile, che gà avevano fatto la prima timida comparsa a Costantinopoli nel VI sec. a.C. con il trattato di maieutica di Metrodora, la quale oltre a consigli medici di natura ostetrico-ginecologico, dà consigli sulla Bellezza delle donne.Fu Trotula di Salerno, una donna medico attiva nel XI sec.a.Cnell'ambito della scuola salernitana che, nel suo trattato noto come “Trotula

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minore”giunge a ritenere la Bellezza femminile l'emanazione esteriore di un corpo in salute e in armonia con l'universo, concetto questo che ritroveremo nella visione tutta orientale della bellezza. Ma anche Aldobrandino da Siena nella sua opera “Le Livre pour la santé du corps garder et de chacun membre, pour soi garder et conserver en santé”,tratta e definisce in maniera particolareggiata le regole di igiene e dietetica.

Nell'uomo occidentale, invece il concetto di Bellezza non era da cercare tanto nell'aspetto fisico, ma piuttosto nelle qualità morali, nella lealtà verso i compagni d'armi, nella fierezza, nello sguardo limpido e coraggioso, nella forzaarmonica mai brutale, nella disciplina e nel pieno dominio di sé stesso e delle proprie emozioni. Marmontel definiva così la bellezza maschile:

… Tutto ciò che nella figura e nei tratti lascia trasparire l'agilità, la destrezza,il vigore, il coraggio, membra flessibili e muscolose, articolazioni pronunciate scioltezza di movimenti e agilità; statura medio alta, portamento elegante. Trattiche esprimono nobiltà, franchezza, audacia da una parte e bontà, tenerezza, sensibilità dall'altra.

Nella tradizione Orientale, il concetto di Bellezza è strettamente legato all'equilibrio interiore, condizione necessaria per il pieno raggiungimento di unaperfetta conoscenza del sé, affinché la Bellezza si mantenga sempre viva, fedeleriflesso di uno spirito elevato, figlia naturale della Bellezza interiore. Essa non è solo la perfezione delle linee del viso, del colore degli occhi o dei capelli, né tanto meno deve necessariamente rispecchiare i concetti di Bellezza che ispirarono le regolarità delle forme dei modelli antichi.La Bellezza è la capacità di guardarsi dentro per armonizzare sé stessi con il mondo circostante, in questo modo l'esterno è lo specchio dell'interno, e il Tao èla sua virtù che regala la Bellezza fatta di consapevolezza e armonia. Il Tao è la forza primigenia che produce tutti i fenomeni dell'universo dall'infinito all'infinitesimale. E' una realtà ultima, eterna e immutabile che si manifesta sotto forma di due principi contrapposti, lo Yang e lo Yin.Da questa relazione dinamica dipende il corso ciclico e tutte le caratteristiche peculiari dei processi naturali. Il Tao è invisibile però onnipresente, impregna il mondo con il suo alito di vita e tutti coloro che imparano a vivere nella sua armonia possono utilizzare questa Forza per migliorare se stessi e la propria vita,imparando a guardare dentro se stessi.

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Questa capacità di guardarsi dentro si chiama Neishi, mentre nella tradizione giapponese la capacità di guardare l'essenza del proprio essere si chiama Kensho che letteralmente significa “vedere la propria Natura” o il “vero Io”,frequentemente usato come sinonimo di Satori, si riferisce alla “realizzazione della non dualità tra soggetto ed oggetto”. Neishi è armonizzazione tra corpo e mente, tra l'uomo e l'ambiente in cui vive, tra le sue relazioni e la sua affettività; Per Joseph Lee (Li Jingtang) questa "visione interiore" non significa soltanto l’introspezione psicologica o spirituale, ma significa anche la capacità dell’uomo antico (che c’è in ognuno di noi) di guardare dentro il proprio corpo in modo quasi reale. Ma per vedere chiaramente dentro se stessi, continua Joseph Lee occorre sottostare a certe condizioni:

...Una di queste condizioni è la necessità di sciogliere i nodi, le tensioni, le contraddizioni o gli spigoli del corpo e della mente. Eliminare gli spigoli non significa smussarli dall'esterno con "coerenza" perché essa stessa può essere uno spigolo, o può nascondere altri spigoli ancora. Significa entrare dentro le contraddizioni e vivere il loro mutamento. Solo quando non ci sono "spigoli" nel corpo e nella mente, corpo e mente possono essere un tutt'uno e la "visione interna" diventa anche corporea...

Questa visione porterebbe a sciogliere i nodi, a limare le asperità del carattere, ad allontanare i dubbi e le contraddizioni mentali accettandone i mutamenti, condizione necessarie per il raggiungimento dell'unità perfetta tra corpo e mente.

La salute e la Bellezza per le popolazioni orientali si manifesta nella brillantezza e vivacità dello sguardo. Gli occhi non sarebbero quindi solo la finestra aperta sul mondo, ma anche lo specchio che rifletterebbe la salute interna e la bellezza esterna, risultato della perfetta armonia tra mente, corpo e spirito. E gli occhi sono la luce dello Shen, l'insieme cioè delle funzioni vitali, intese in senso organico e che si manifestano con la vivacità dello sguardo, il colorito del viso, il tono di voce, il portamento, ma anche l'insieme delle funzioni mentali, capacità di sintesi, di concretizzazione, forza di volontà, arte di guardarsi dentro, determinazione; è Shen Ming, lo splendore dell'intelletto, la chiarezza dell'eloquio, la capacità del cuore di conoscere e comprendere gli aspetti fisici e psichici dell'organismo;rappresenta in definitiva la coscienza vivificante dell'uomo, è l'autentica

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conoscenza di sé e delle cose. E' l'origine delle facoltà intellettuali e psichiche del soggetto umano, che devono essere coltivate seguendo l'evoluzione della persona verso la perfezione: rappresenta in un certo senso il mistero dell’esistenza, il segreto significato della vita individuale che deve essere decifrato ed accolto per realizzare consapevolmente la propria vita . Qualunque disfunzione degli organi interni oppure una mente perturbata da problemi emozionali avrebbe come prima conseguenza una ripercussione sullo Shen e naturalmente sulla vivacità dello sguardo. E' la serenità, raggiunta attraverso la consapevolezza di sé stessi che permette di conservare l' energia vitale, e quindi a mantenere o almeno a farci sentire più giovani e più belli. con sguardo limpido, i tatti del viso privo di rughe, senza le tracce che le emozioni represse o a lungo rimuginate lasciano incise sul nostro viso.Il nostro corpo è in perfetta armonia solo quando per raggiungere un equilibrio energetico perfetto con ripercussioni positive generali, viene considerato come l'insieme di Corpo, Mente e Spirito.Ma l'armonia perfetta del corpo umano è anche il frutto del rapporto equilibrato tra Yin e Yang, Il primo, principio femminile rappresentato dal colore nero, il secondo principio maschile rappresentato dal colore bianco. Queste due polaritàcostituiscono la legge base dell'universo, simbolo e fondamento della dualità del cosmo., base alla base del pensiero taoista che considera il corpo formato daun microcosmo attivo che vive e si riproduce intrattenendo una relazione strettamente vincolante con il microcosmo universo secondo l'idea di un mondoumano e fenomenico che ricalca idealizzandolo l'ambiente stesso in cui l'uomo vive. Questi principi fondamentali del pensiero cinese non sono venuti mai meno nel corso dei secoli, perché alla base della loro filosofia e dei loro paradigmi si trova la natura, con la certezza assoluta che è lo specchio nel quale ci guardiamo e ci comprendiamo.

Una pelle sana è il riflesso inequivocabile di un equilibrio emozionale e di una attitudine mentale positiva, una pelle vitale, luminosa, curata con metodi naturali contribuisce a creare da sola un immagine di bellezza e gioventù.Nella MTC la pelle è la manifestazione esterna dell'elemento Metallo, di cui fanno parte l'organo Polmone e il viscere Intestino crasso, la cura prestata a questi due organi si riflette anche sulla pelle. Comminare in mezzo alla natura, respirando aria buona e facendo esercizio fisico come ad esempio praticando il TaiChi all'aria aperta permetterà all'organo polmone di mantenersi in forma, il corpo ossigenato e la pelle splendente e luminosa.

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Per le donne orientali il concetto di Bellezza parte dalla consapevolezza che per raggiungere un buon aspetto esterno è imprescindibile prestare attenzione all'aspetto interno dell'organismo. Una dieta equilibrata a base di alimenti sani egenuini, associata ad esercizi fisici e mentali, l'uso di cosmetici a formulazione naturale è la formula che applicano per conseguirla. La Cina ad esempio aveva una tradizione antichissima in fatto di cosmetica. I suoi canoni estetici si basavano su una donna delicatamente truccata e con una pelle curatissima tantoda assumere l'aspetto della loro delicatissima porcellana. Il make-up consisteva in polvere finissima di colore rosato, e gli occhi venivano delineati con sottilissimi bastoncini intinti di inchiostro. Per la cura della pelle si usavano creme elaborate con estratti di frutta, olio di tè o grassi di origine animali. I profumi erano derivati da essenze floreali come gelsomino, mirra, camelia o legni aromatici come il patchouli. La poesia e l'arte cinese ha rispecchiato l'attenzione delle donne cinesi per l'estetica. Nello Shijing il classico dello lodi, viene celebrata una bellezza minuta e curve dolci, per comunicare un senso di fragilità e femminilità, la Bellezza era definita come un cigno con un fiore in bocca.La Bellezza della donna, andava cercata nel suo cuore, nella sua anima, nelle sue passioni, purezza, sincerità e bontà. La Bellezza fisica esteriore è solo la manifestazione della Bellezza interiore in forma di virtù. Il trattato Lienuzhuan, potrebbe essere interpretato come un tentativo di mettere in guardia le donne contro un l'uso inappropriato della Bellezza per ottenere favori e potere dai potenti della loro epoca. Le donne belle e prive di virtù, sono descritte come intriganti che usano la Bellezza come un'arma idonea a far indugiare gli uomini in piaceri sensuali con il fine di distrarli per favorire gli intrighi politici o per realizzare propri interessi egoistici.Sembra quindi che, la Bellezza nella Cina antica sia legata indissolubilmente alla virtù femminile, alla forza del carattere e all'indole morale Le movenze dovevano essere particolarmente aggraziate, dotato della flessibilità di un giunco e senza rigidità apparente. Quando una ragazza cammina si deve muovere come fanno i rami del giuncoquando sono sfiorati dal vento, quando è ferma deve rimanere immobile come ilriflesso di un fiore su un tranquillo specchio d'acqua. Il concetto di Bellezzacinese femminile si riferisce ad un essere delicato e fragile dalle spalle strette edalla linea cadente.

Per il popolo Giapponese il concetto di Bellezza non risiede nella forma ma nelsignificato che racchiude. L''estetica giapponese è quindi tutta interiore e lachiave di lettura sta in tre termini per noi intraducibili:

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Wabi, Sabi, Shibumi che racchiudono in sé l'essenza della Bellezza delle cose imperfette, mutabili e incomplete. E' la Bellezza delle cose umili, riflesso speculare della modestia, dell'imperfezione della vita, di un'allegria melanconica prodotta dalla contemplazione del disordine fugace delle nuvole che si rincorrono nel cielo, dalle foglie che ricoprono disordinatamente il suolo di un bosco, la patina che il tempo lascia sugli oggetti, i rami spogliati dalle foglie in inverno. E' la Bellezza delle cose non convenzionali che ci invita a vedere la vita in modo completamente differente. La Bellezza sta nell'apparente imperfezione. E' una forma di eleganza, basata sulla semplicità, sulla non ostentazione, sulla tenuità. Nella letteratura, l'arte dell'eleganza trova la sua manifestazione nell'impeto che scaturisce dai moti del cuore quando ci trova di fronte ad un fiore, ad un paesaggio, è un'espressività non ricercata ma spontanea che si avvicina al silenzio, nell'arte è una pittura monocromatica che si avvicina al vuoto, sono aspetti della vita e dell'arte che causano emozioni intense, con la presa di coscienza della caducità delle cose, che genera malinconia o al contrario ammirazione. E' il ritrovare e il ricercare la Bellezza nell'impermanenza, è “mono no aware” che rimarca così profondamente il pensiero giapponese.E' Shibumi, la raffinatezza nascosta sotto le cose più comuni, è comprensione più che conoscenza, è silenzio più che eloquenza, è Sabi, elegante semplicità,articolata brevità, è serenità spirituale dell'essere senza angoscia per il divenire

L'arte giapponese di cercare la Bellezza in tutto quanto c'è di impermanente, di

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imperfetto,di incompiuto è Wabi e si può applicare a qualsiasi cosa, un'operad'arte, un'opera architettonica, una pittura, alla natura, ad un corpo femminile.La Bellezza non è quindi uno stato perennemente ancorato alla sua staticità,la sua comparsa, il suo apparire, costituisce un modo di essere, un'istante unico, un istante nuovo.

Bibliografia:

Joseph Lee-Spigoli e Curve. Neishi:l'Arte Cinese di guardare dentro i corpo. Ed. CET

Franco Volpi-Dizionario delle opere Filosofiche. Ed. Mondadori

Trevanian-Il ritorno delle gru. Trad. Vincenzo Mantovani, Ed. Bompiani

Richie Donald- A Tractate on Japonese Aestetics, Stone Bridge Press.

El Arte y la Belleza-Miguel Angel Padilla Moreno Ed.N.A Madrid.

Cho Kyo-The Search for the Beautiful Woman. A Cultural History of Japanese and Chinese BeautyEd.Rowman &Littlefield

Dominique Paquet-Une Histoire de la Beute'. Miroir mon beau miroir Ed.Gallimard

www.Agopuntura.org. Carlo Di Stanislao, Marialucia Semizzi & Rosa Brotzu. La Mandorla Agopuntura e Tuina: i trattamenti di bellezza in MTC

Thomas Cleary. Kensho-Il cuore dello Zen. Ed. Mediterranee

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