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La banda larga: base per il nuovo sviluppo economico del territorio veneto Profili economici: 38

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La banda larga:

base per il nuovo

sviluppo economico

del territorio veneto

Profili economici: 38

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La banda larga:

base per il nuovo

sviluppo economico

del territorio veneto

Profili economici: 38

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La pubblicazione è stata elaborata nell’ambito di un progetto co-finanziato dal Fondo di Perequazione, nell’ambito dell’accordo di ProgrammaMinistero Sviluppo Economico e Unioncamere nazionale.Il progetto “Servizi avanzati di IT e banda larga, risparmio energetico e trasferimento tecnologico” è stato realizzato dall’Azienda Speciale Treviso Tecnologia.

Hanno collaborato alla redazione:Elisa Alberti, Franca Bandiera, Dario Bottazzi, Marco Galanti, Roberto Santolamazza

Impaginato a cura di:Treviso Tecnologia

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INDICE

Prefazione 4

Abstract 7

1. Introduzione 8

2. Stato dell’arte delle tecnologie per lo sviluppo di reti a banda larga 14

2.1 L’architettura delle reti in tecnologia FTTC 17

2.2 L’architettura delle reti in tecnologia FTTH 19

2.3 Confronto fra tecnologie FTTC ed FTTH 20

3. Sfide ed opportunità nello sviluppo delle iniziative in tema di banda larga 23

3.1 Le nuove opportunità che emergono nello sviluppo delle reti a banda larga 23

3.2 Le sfide nella realizzazione delle reti a banda larga 25

4. Linee guida per la realizzazione delle reti a banda larga 29

5. Azioni per la realizzazione delle reti 36

5.1 Pubblica Amministrazione 39

5.2 Operatori delle telecomunicazioni 48

5.3 Fornitori di servizi 49

5.4 Associazioni di categoria e società civile 52

6. Conclusioni 54

Ringraziamenti 57

Riferimenti 58

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PREFAZIONE

In questi mesi si è molto discusso del tema della realizzazione di infra-strutture per telecomunicazioni a banda larga. Certamente non possiamo non riconoscere che la diffusione delle tecnologie Internet ha cambiato profondamente le nostre abitudini. Oggi possiamo solo immaginare con fatica come sarebbe la nostra vita quotidiana o il nostro lavoro se non potessimo disporre dei servizi e applicazioni disponibili sul Web. Tuttavia, nonostante i rilevanti sforzi profusi da amministrazioni ed imprese, il territorio veneto non garantisce ancora in modo uniforme la possibilità di beneficiare delle tecnologie Internet. Il problema, di per sé complesso, è ulteriormente amplificato se consideriamo l’impatto delle difficoltà di accesso alle reti da parte del tessuto produttivo regionale. Se da un lato la disponibilità delle nuove infrastrutture è certamente importante per la cittadinanza, è altrettanto vero che le reti a banda larga costi-tuiscono un forte incentivo per le imprese che intendono innovare i loro processi operativi, i prodotti che realizzano o servizi che erogano. Inoltre, le reti a banda larga sono senza dubbio un elemento abilitante tanto per l’internazionalizzazione delle imprese venete, quanto per l’attrazione di investimenti esteri. Tuttavia, la re-alizzazione delle nuove infrastrutture richiede di superare notevoli problemi. L’alto costo di realizzazione delle infrastrutture, insieme all’esigenza di realizzare opere in aree a fallimento di mercato, richiedono di individuare nuovi spazi di collabo-razione fra amministrazioni locali, Regione e operatori delle telecomunicazioni. Inoltre, la necessità di garantire sostenibilità economica alle iniziative in tema di reti a banda larga rende necessario promuovere il mercato dei servizi, e delle applicazioni di ICT permettendo di modulare nel tempo gli investimenti necessari al completamento delle infrastrutture.

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Il presente report parte da queste considerazioni e analizza le molteplici iniziative che si sono sviluppate nei territori, inserendole in un quadro d’insieme in cui diversi attori possono operare in modo sinergico al fine di innescare un circolo virtuoso che permetta di diffondere competenze, servizi, applicazioni, e pro-dotti innovativi che beneficiano delle più moderne tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni. In particolare, in questa prospettiva, l’Amministrazione Pubblica copre il ruolo di facilitatore e garante dei processi di innovazione, non solo dal punto di vista del co-finanziamento di alcune opere, ma soprattutto per quanto concerne il coordinamento e la sintesi delle attività che si articolano sul territorio. Questo, da un lato promuove l’investimento degli operatori delle teleco-municazioni sul territorio e, dall’altro, permette lo sviluppo di attività di impresa nei servizi e nella consulenza avanzata. Infine, ulteriori considerazioni vanno fatte in merito al ruolo di associazioni e società civile che, evidentemente, possono semplificare la realizzazione di processi di formazione e di disseminazione rispetto alle opportunità offerte dalla diffusione delle nuove tecnologie. Il documento non si limita a sintetizzare le numerose attività realizzate negli ultimi anni al fine di favorire la realizzazione di reti a banda larga. Al con-trario, a partire da quanto è stato sinora fatto, e tenendo conto delle peculiarità del territorio veneto, il report mira infatti ad identificare una possibile strategia di breve e medio periodo per la realizzazione delle nuove reti. Infatti, l’agenda di lavoro che si propone non emerge solo dall’analisi della letteratura scientifica di settore, ma ha beneficiato del diretto coinvolgimento di diversi attori del territorio che si occupano del tema innovazione tecnologica.

IL PRESIDENTEDELLA CAMERA DI COMMERCIO DI TREVISO

Nicola Tognana

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ABSTRACT

Le tecnologie Internet hanno modificato le nostre abitudini, il nostro modo di

comunicare, la relazione fra cittadini e Pubblica Amministrazione e hanno creato

nuove opportunità per lo sviluppo di imprese e territori. La crescente rilevanza del

mercato delle tecnologie dell’Informazione e delle Telecomunicazioni (Information

and Communications Technology—ICT), e le previsioni disponibili rispetto alla

loro evoluzione, evidenziano come questo processo, iniziato in tempi relativamente

recenti, sia destinato a proseguire e ad amplificarsi negli anni a venire, consenten-

do la realizzazione di servizi innovativi in diversi scenari applicativi che, solo per

fare alcuni esempi, vanno dalla realizzazione di soluzioni per Smart-City, al mi-

glioramento nella gestione delle risorse ambientali, allo streaming di programmi te-

levisivi, sino all’erogazione di servizi di assistenza domiciliare. Le Piccole e Medie

Imprese (PMI) venete potranno e dovranno essere protagoniste di questo processo,

cogliendo nuove opportunità di sviluppo del loro business con i conseguenti riflessi

sul sistema produttivo locale sia in termini economici, che occupazionali. Sin ora,

tanto Regione Veneto, quanto gli Enti Locali e i principali attori economici pre-

senti sul territorio hanno indirizzato notevoli sforzi volti a promuovere e facilitare

la diffusione delle tecnologie Internet nell’area veneta. Tuttavia, molto lavoro è

ancora necessario per creare le condizioni che consentano al tessuto produttivo

veneto di intraprendere l’importante azione d’innovazione offerta dai più recenti

sviluppi delle discipline dell’ICT. Questo documento parte dall’analisi del lavoro

sin ora svolto sul territorio regionale, e propone un’agenda di lavoro che mira a

innescare un circolo virtuoso composto di azioni sinergiche in grado di favorire i

processi di innovazione coinvolgendo cittadini, Amministrazioni e imprese.

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1. INTRODUZIONE

Sino ad ora, il territorio veneto è stato un indiscusso protagonista

dell’economia nazionale. La realtà produttiva regionale costituisce un

vero e proprio riferimento di livello europeo, con eccellenze in diversi

settori produttivi che spaziano dalla moda, all’ottica, alla nautica, sino

all’artigianato ed al turismo. Le aziende venete sono principalmente PMI

che occupano un numero limitato di collaboratori mentre, nel panorama

regionale, appaiono come decisamente minoritarie, se non addirittura

eccezioni, le imprese di medio/grandi dimensioni. Inoltre, il tessuto pro-

duttivo veneto è caratterizzato da un’imprenditoria estremamente diffusa

e, negli anni, sono fiorite decine di aree e distretti industriali che ormai

coprono il territorio regionale senza soluzione di continuità [1]. Sebbene

queste peculiarità abbiano sin ora facilitato lo sviluppo armonico dell’e-

conomia e della società veneta, consentendo un’ampia distribuzione

della notevole ricchezza prodotta sul territorio, appare evidente come lo

scenario macro-economico in cui le imprese sono chiamate ad operare

sia profondamente mutato negli ultimi anni. Ormai, appare in modo

sempre più chiaro l’esigenza di competere in mercati allargati, in cui le

dinamiche di domanda e offerta travalicano i confini nazionali e conti-

nentali per svilupparsi a livello internazionale [2]. In questo scenario, la

dimensione degli attori economici veneti è, almeno in prospettiva, un

elemento fortemente penalizzante, e si evidenziano già i primi segnali

dell’erosione della capacità competitiva del sistema produttivo regionale,

con notevoli riflessi che si manifestano sia dal punto di vista economico

che da quello occupazionale [3].

Offrire risposte alle nuove sfide aperte dalla necessità di aggredire

mercati emergenti e di competere a livello internazionale è certamente

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un’attività complessa che richiede di identificare e analizzare a fondo le

ragioni alla base del deficit di competitività del tessuto imprenditoriale

regionale, e di definire un’agenda politica in grado di favorire lo svilup-

po dell’economia locale. Infatti, se da un lato alcune delle ragioni del-

la perdita di competitività del sistema produttivo regionale dipendono

certamente da vincoli imposti dallo scenario nazionale quali, ad esem-

pio, l’elevata pressione fiscale sulle imprese, o la difficoltà nell’accesso

al credito, appare d’altro canto evidente come gli attori a livello locale

e regionale possano contribuire molto nella realizzazione di condizioni

operative favorevoli per le imprese: in questo senso è necessario adottare

un approccio pragmatico identificando obiettivi, non solo di breve, ma

anche di medio e lungo periodo che consentano di innescare dinamiche

economiche anti-cicliche con ampie ricadute sull’intera realtà produttiva

della regione. Raccogliere queste sfide richiede certamente una politica

alta e una visione largamente condivisa sul modello di sviluppo della so-

cietà e dell’economia per gli anni a venire. Molte sono le linee operative

che possono essere considerate, a partire, ad esempio, dall’incentivo alla

diffusione di tecnologie di produzione per le energie rinnovabili, alla va-

lorizzazione delle notevoli competenze maturate sul territorio nell’ambito

delle nano-tecnologie o della produzione di beni di lusso. Sebbene queste

considerazioni siano rilevanti, appare comunque evidente come, anche in

virtù della loro applicabilità trasversale, le tecnologie di ICT non possano

non essere uno dei pilastri su cui basare lo sviluppo del territorio veneto.

Le tecnologie di ICT hanno cambiato radicalmente le abitudini e il modo

di vivere e lavorare degli individui, ed oggi offrono nuove opportunità

di sviluppo delle imprese che, solo per fare alcuni esempi, permettono il

miglioramento di controllo e gestione dei cicli produttivi, l’ottimizzazione

dei processi operativi, l’accesso alla conoscenza tecnico-scientifica ed ai

mercati internazionali, e la realizzazione di prodotti e servizi innovativi.

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Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi dall’Amministrazione Regiona-

le, appare abbastanza evidente dall’analisi del territorio veneto la presen-

za di un rilevante deficit in termini di disponibilità di infrastrutture per

le telecomunicazioni, precondizione abilitante per l’implementazione

dei processi di innovazione di processo e prodotto di cui necessita l’e-

conomia regionale [4]. Infatti, non tutte le aree produttive del territorio

sono ancora raggiunte da dorsali di rete. Questo rende preoccupanti le

prospettive delle imprese sulla possibilità, anche nel medio termine, di

accedere a servizi ed applicazioni Internet. Inoltre, anche nei territori in

cui le dorsali sono disponibili, le tecnologie impiegate per le connessioni

di ultimo miglio che servono l’utenza hanno ormai raggiunto i loro limiti

di banda e sono soggette a stringenti vincoli tecnici che non le rendono

adeguate per soddisfare le effettive esigenze delle imprese. Queste consi-

derazioni richiedono di ripensare e riprogettare il modello di sviluppo

del settore delle telecomunicazioni nel territorio regionale. In particola-

re, sosteniamo la necessità di adottare tecnologie di rete a “banda larga”

realizzando infrastrutture in grado di servire cittadini ed imprese. Lungo

questa linea, ed in accordo con opinioni unanimemente condivise nella

comunità tecnico-scientifica, appare evidente la necessità di focalizzare gli

sforzi verso la realizzazione di soluzioni di networking basate su fibra ot-

tica che, come è stato largamente dimostrato, sono in grado di coniugare

alte performance tecniche a bassi costi operativi e di gestione [5].

Tuttavia, nonostante la rilevanza del tema, la realizzazione delle reti

per le telecomunicazioni a banda larga è un’attività particolarmente com-

plessa che, nonostante i più recenti sviluppi tecnologici, richiede ancora

l’investimento di notevoli risorse. Di conseguenza, oggi nessun operatore

delle telecomunicazioni che opera a livello locale o nazionale è in grado

di fornire le garanzie finanziarie necessarie per avviare l’infrastrutturazio-

ne a banda larga dell’intero territorio veneto. Gli operatori del mercato

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delle telecomunicazioni sono tuttalpiù in grado di realizzare reti su scala

metropolitana e, in ogni caso, solo per i principali centri urbani, dove

l’investimento per la realizzazione delle infrastrutture può essere sogget-

to ad ammortamenti di medio termine. Di conseguenza, appare fonda-

mentale un intervento della Pubblica Amministrazione volto ad abili-

tare la diffusione delle tecnologie favorendo, da un lato, la definizione

di modelli di sviluppo delle infrastrutture di rete basati sul Partenariato

Pubblico-Privato (PPP) e, dall’altro, facilitando la realizzazione di tutte

le condizioni operative che possono promuovere la realizzazione delle

nuove infrastrutture.

Lungo queste direzioni, appare evidente la necessità di un intervento

diretto della Pubblica Amministrazione tramite il co-finanziamento e la

realizzazione di opere in aree in cui non è possibile garantire la redditi-

vità degli investimenti. Il mancato impegno delle Amministrazioni nella

realizzazione di reti a banda larga si tradurrebbe infatti nell’allargamento

del divario nelle opportunità di accesso alla rete Internet fra le aree urba-

ne e le aree rurali, con fortissime ripercussioni sul modello di sviluppo

economico della regione.

Tuttavia, a fianco di questo impegno, appare altrettanto importante

la conduzione di attività che permettano di abbattere i costi di pianifi-

cazione, progettazione e posa delle opere. In particolare, appare cruciale

identificare tutte le soluzioni allo stato dell’arte che consentano di mini-

mizzare le attività di scavo necessarie per la posa delle reti, mirando, per

quanto possibile, al riuso di cavidotti liberi o parzialmente occupati da

infrastrutture tecnologiche del sottosuolo quali, ad esempio, la rete di

distribuzione elettrica, la rete di illuminazione pubblica, la rete fognaria,

la rete di tele-riscaldamento, la rete idrica, ecc. Il riuso delle infrastrutture

del sottosuolo non solo minimizza il costo di realizzazione delle opere,

ma consente di ridurre gli episodi di danneggiamento accidentale delle

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infrastrutture durante gli scavi, e permette di evitare problemi alla viabili-

tà urbana determinati dal protrarsi dei cantieri [6]. Queste considerazioni

sono rilevanti di per sé, ma hanno particolare rilievo nello scenario ope-

rativo veneto dato l’elevatissimo costo che è necessario sostenere quando

si opera in aree caratterizzate da un ricco patrimonio storico, artistico e

culturale.

Infine, insieme ad attività di carattere prettamente tecnico, appare cru-

ciale operare sul lato della domanda delle tecnologie di ICT, con l’obiet-

tivo di promuovere e di consolidare il mercato del settore, riducendo così

in modo significativo il rischio d’impresa per gli operatori e favorendo i

loro investimenti sul territorio. In questo senso, appare cruciale muoversi

su diversi piani che vanno dalla formazione, alla divulgazione tecnico-

scientifica, alla realizzazione e sperimentazione di servizi e applicazioni

pensate e progettate per operare in ambienti di rete a banda larga, sino

alla promozione e valutazione di esperienze pilota orientate alla speri-

mentazione delle tecnologie di ICT nelle PMI del territorio. Ovviamen-

te, benché il vero obiettivo dello sviluppo delle tecnologie sul territorio

sia l’accrescimento della produttività delle imprese, le dinamiche del mer-

cato delle telecomunicazioni sono fortemente influenzate dal segmento

definito dall’utenza domestica, rendendo necessaria ed opportuna una

pianificazione delle iniziative in tema di innovazione che tenga conto an-

che del tessuto sociale regionale, con positivi effetti sia in termini di con-

divisione e partecipazione nella definizione degli obiettivi di progetto, sia

in termini di consenso politico necessario alla realizzazione di complessi

investimenti.

Il presente documento discute questi temi e propone un insieme di

azioni coordinate volte a valutare impatto ed implicazioni della realizza-

zione di reti di accesso a banda larga sul tessuto produttivo delle piccole

e medie imprese venete. Il documento è organizzato come segue. La Se-

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zione 2 mira a chiarire alcuni aspetti tecnologici relativi alla realizzazione

delle reti per le telecomunicazioni a banda larga. La Sezione 3 presenta le

sfide e le opportunità emergenti nello sviluppo delle nuove reti di accesso

a banda larga. La Sezione 4 suggerisce delle linee guida volte a promuove-

re la realizzazione di reti a banda larga, mentre la Sezione 5 propone un

articolato insieme di azioni che, a nostro parere, dovrebbero essere messe

in atto negli anni a venire. Seguono le conclusioni.

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2. STATO DELL’ARTE DELLE TECNOLOGIE PER LO

SVILUPPO DI RETI A BANDA LARGA

In tempi recenti il crescente interesse di Amministrazione e indu-

stria rispetto alla realizzazione di infrastrutture di rete a “banda larga” o

a “banda ultra-larga” ha riscosso una notevole eco sui media nazionali.

Inoltre, le importanti attività svolte a livello Europeo e Nazionale per la

definizione di una “Agenda Digitale” largamente condivisa nella società

hanno portato alla diffusione di un crescente livello di consapevolezza

rispetto alla valenza strategica del tema. Tuttavia, nonostante l’interesse

diffuso, riteniamo opportuno chiarire i principali elementi tecnologici

che caratterizzano le reti a banda larga, evidenziando caratteristiche tecni-

che e differenze delle principali soluzioni ed il rapporto costo/prestazioni

delle diverse opzioni di progetto disponibili.

Anzitutto, con il termine ampiezza di banda intendiamo il numero di

bit che possono essere comunicati in un “intervallo di tempo” attraverso

una determinata sezione di rete e, di conseguenza, la banda viene misu-

rata in bit per secondo (bps). Termini utilizzati per riferirsi alla banda

sono spesso il Kilo-bit per secondo (Kbps), equivalente a 1024 bps, o il

Mega-bit per secondo (Mbps), pari a 1024 Kbps o, infine, il Giga-bit per

secondo (Gbps) che corrisponde a 1024 Mbps. Le reti disponibili per

le aziende del territorio veneto sono normalmente basate su tecnologie

ADSL/HDSL che offrono un’ampiezza di banda dell’ordine del Mbps.

In altri casi, nelle aree in cui reti ADSL/HDSL non sono disponibili, le

aziende venete possono utilizzare connessioni basate su tecnologie wi-

reless quali, ad esempio, la rete HiperLAN che offre ampiezza di banda

dell’ordine delle decine di Mbps. Queste infrastrutture vengono ormai

considerate reti a banda stretta (o narrow band): nel presente documento

intendiamo come reti a banda larga infrastrutture per le telecomunica-

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zioni in grado di fornire all’utenza la disponibilità di ampiezze di banda

dell’ordine delle centinaia di Mbps [7, 8, 9].

Benché l’ampiezza di banda non sia l’unico elemento di qualità che i

tecnici considerano nei progetti di rete, è altrettanto vero che la disponi-

bilità di larghe ampiezze di banda sia facilmente percepibile dall’utenza

finale. Infatti, l’ampiezza di banda della rete è una risorsa condivisa fra

gli utenti che competono per il suo consumo. Questo discorso è partico-

larmente vero nel caso delle aziende, poiché la banda disponibile viene

condivisa fra tutti gli impiegati che accedono a servizi e risorse di rete.

L’ampiezza di banda percepita da un utente è quindi decisamente infe-

riore rispetto a quella resa nominalmente disponibile all’impresa in cui

opera. Per esempio, nel caso di un’impresa di 50 dipendenti l’ampiezza

di banda offerta da una linea ADSL a 20 Mbps dovrebbe essere divisa

fra tutti gli operatori e, in prima approssimazione, possiamo stimare che

la banda disponibile per un utente abbia un lower-bound di 0.4 Mbps,

assolutamente insufficiente per operare in modo agevole con servizi e

applicazioni di rete.

Inoltre, la banda si differenzia in banda disponibile in “upload” ed

in “download”. La banda in download è utilizzata per ricevere (o come

si dice in gergo “scaricare”) informazioni, mentre la banda in upload è

disponibile per comunicare (ovvero “caricare” informazioni). L’utenza

residenziale è particolarmente interessata alla disponibilità di banda in

download, che consente di operare in modo agevole utilizzando applica-

zioni Internet tradizionali quali il Web o la mail. Al contrario le imprese

hanno l’esigenza di operare utilizzando connessioni dette “simmetriche”,

in cui l’ampiezza di banda disponibile in upload sia analoga a quella di

download, requisito disatteso dalle tecnologie di rete diffuse sul territorio

veneto. L’interesse verso soluzioni tecnologiche di networking che garan-

tiscano elevata ampiezza di banda in upload deriva dall’esigenza, sempre

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più evidente per le imprese, di beneficiare di servizi quali, ad esempio, la

videoconferenza, il backup e il failure recovery dei dati, o semplicemente

di gestire e registrare dati e documenti tramite servizi Web allocati al di

fuori del perimetro aziendale.

A partire dai primi anni ‘90, la crescita dei requisiti di banda dei ser-

vizi Internet, insieme all’allargamento dell’utenza hanno promosso lo

sviluppo di tecnologie per la realizzazione di reti a banda larga in grado

di operare in condizioni di simmetria. L’interesse della comunità tecnico-

scientifica si è focalizzato verso la promozione di tre principali tecnologie

per la realizzazione di reti a banda larga:

• Hybrid Fibre-Coaxial (HFC)

• Fiber-To-The-Cabinet (FTTC)

• Fiber-To-The-Home (FTTH)

Tutte le soluzioni condividono l’utilizzo di infrastrutture basate su

portanti in fibra ottica per garantire la possibilità effettuare comunica-

zioni con banda dell’ordine delle decine di Gbps. Inoltre, al di là degli

elementi relativi alle performance, le reti in fibra ottica sono caratteriz-

zate da una maggiore affidabilità, una minore incidenza dei guasti, e si

prestano alla realizzazione di connessioni in modo semplice ed econo-

micamente vantaggioso [10]. Tuttavia, le diverse architetture differisco-

no per la natura del mezzo trasmissivo utilizzato per la connessione de-

gli utenti finali. Nel caso delle reti in tecnologia HFC [11] le connessio-

ni sono realizzate tramite cavo coassiale, le reti FTTC utilizzano invece

il cosiddetto “doppino” in rame che viene impiegato nelle reti ADSL/

HDSL, mentre le reti FTTH prevedono connessioni terminali in fibra

ottica. Queste caratteristiche hanno forte impatto rispetto al costo di

realizzazione delle reti, all’impegno necessario per il loro controllo e

gestione, e ai livelli di servizio che possono essere offerti all’utenza.

Di seguito focalizzeremo la nostra attenzione sulle tecnologie FTTC e

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FTTH tralasciando la discussione della tecnologia HFC, che nello scena-

rio operativo della Regione Veneto, risultano di scarso interesse. Infatti,

a differenza di paesi in cui negli scorsi anni le tecnologie di rete coassia-

le sono state largamente sviluppate, lo scenario regionale del Veneto, al

pari dello scenario nazionale, è caratterizzato dalla disponibilità di reti in

rame utilizzate per realizzare connessioni ADSL/HDSL. Di conseguenza,

le opzioni di progetto per lo sviluppo di reti a banda larga nel territorio

del Veneto si devono orientare principalmente verso:

• architetture FTTC che consentono di riutilizzare le connessioni in

rame esistenti e correntemente impiegate per reti ADSL/HDSL;

• architetture FTTH che richiedono di investire nella posa di por-

tanti in fibra ottica in grado di connettere l’utenza finale.

La scelta del modello di networking più opportuno per soddisfare le

esigenze dei cittadini e delle imprese del Veneto non è un’attività sempli-

ce ma, al contrario, come sarà evidente nel seguito, richiede di prendere

in considerazione una molteplicità di fattori e di considerare l’impatto

delle scelte anche nel medio/lungo termine nei diversi scenari operativi.

Infatti, indipendentemente dal modello di rete che si intende adottare

sottolineiamo la necessità di valutare con attenzione caratteristiche e pe-

culiarità delle soluzioni, tenendo conto sia del costo di realizzazione delle

infrastrutture, sia del costo di gestione operativa dei sistemi, e identifi-

cando i più opportuni compromessi costo/prestazioni.

2.1 L’architettura delle reti in tecnologia FTTC

L’architettura di una rete FTTC è rappresentata in Figura 1. Come

evidente dalla figura a partire dalla backbone (o dorsale) in fibra ottica

si diramano rilegamenti di rete che arrivano alle cosiddette centraline.

Le centraline consentono di connettere l’utenza finale alla rete in fibra

ottica utilizzando “doppini” in rame. In particolare, ad ogni utenza è

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associato un singolo cavo, e una centralina è tipicamente in grado di

connettere 1000/2000 utenze alla rete. La centralina è un apparato attivo

e conseguentemente richiede di essere continuamente alimentata e gesti-

ta dal punto di vista sistemistico. Infatti, non sono infrequenti guasti e

malfunzionamenti ad apparati elettronici installati in ambienti outdoor

in prossimità delle abitazioni, ed è necessario effettuare regolari ispezioni

per garantirne il corretto funzionamento. Inoltre, i limiti di attenuazione

dei doppini in rame possono richiedere di rigenerare il segnale in ulte-

riori apparati attivi che consentono una corretta trasmissione dei segnali.

Nel tempo le soluzioni

di rete in tecnologie FTTC

si sono evolute in maniera

significativa rendendo pos-

sibile l’erogazione di con-

nettività a banda larga per

l’utenza finale sino a bit

rate dell’ordine delle deci-

ne di Mbps nel caso delle

“very high-speed Digital

Subscriber Line” (vDSL) e,

più recentemente, delle centinaia di Mbps per la tecnologia vDSL2. In

ogni caso, è difficile pensare che le tecnologie di tipo FTTC possano nel

tempo consentire consistenti miglioramenti nella disponibilità di banda

verso l’utenza. Infatti, all’aumento dell’ampiezza di banda corrisponde

un aumento del rumore nella trasmissione. Di conseguenza aumentare

in modo significativo la banda richiede di operare con tratte in rame dal-

la lunghezza sempre minore, oppure di rigenerare il segnale tramite una

molteplicità di dispositivi attivi posizionati in prossimità delle utenze,

Legenda

dorsale rilegamento doppino centralina

Fig. 1. Architettura di rete in tecnologia FTTC

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con evidente aumento nei costi di realizzazione, gestione e manutenzione

dei sistemi.

2.2 L’architettura delle reti in tecnologia FTTH

La Figura 2 mostra l’architettura di un’infrastruttura di rete in tecno-

logia FTTH [12]. La figura evidenzia anzitutto una backbone da cui si

diramano vari rilegamenti. I rilegamenti non terminano in apparati attivi

ma, al contrario, arrivano a dispositivi passivi detti “splitter” che hanno il

compito di saldare con la backbone le fibre che arrivano all’utenza finale

[13]. Ogni fibra del rilegamento consente di connettere sino a 32 utenze

finali. La tecnologia di networking è basata su Passive Optical Network

che, dati i bassi livelli di attenuazione del segnale garantiti dal mezzo ed

al basso livello di rumore nello spettro utilizzato per le comunicazioni,

consentono di operare con fibre di notevole lunghezza, senza la necessità

di amplificare o rigenerare il segnale trasmesso.

L’ampiezza di banda ero-

gabile all’utenza è partico-

larmente rilevante. Infatti

è oggi molto ragionevole

ipotizzare di potere operare

erogando connettività con

banda dell’ordine delle cen-

tinaia di Mbps. Tuttavia, le

caratteristiche tecnologiche

del mezzo consentono di

raggiungere in modo relati-

vamente semplice ampiezze di banda dell’ordine di grandezza del Gbps [14].

Legenda

dorsale rilegamento splitter

Fig. 2. Architettura di rete in tecnologia FTTH

Page 22: La banda larga: base per il nuovo sviluppo economico del ... · 3.2 Le sfide nella realizzazione delle reti a banda larga 25 4. Linee guida per la realizzazione delle reti a banda

20

2.3 Confronto fra tecnologie FTTC ed FTTH

Le tecnologie FTTC ed FTTH costituiscono certamente interessanti

opportunità per la realizzazione di infrastrutture di rete in banda larga.

L’adozione delle diverse tecnologie suggerisce diverse scelte nel rapporto

costi/benefici e richiede un’attenta pianificazione delle infrastrutture

[15, 5]. Certamente, nel contesto operativo definito dal territorio veneto

la realizzazione di reti in fibra ottica in tecnologia FTTC richiede inve-

stimenti iniziali molto minori di quelli che sarebbero necessari per la

realizzazione delle infrastrutture in tecnologia FTTH. Le connessioni in

rame necessarie per la realizzazione di connessioni in tecnologia FTTC

sono infatti largamente disponibili, rendendo necessario limitare gli in-

vestimenti all’estensione delle dorsali ed all’acquisizione ed installazione

delle centraline. Nel caso in cui si intenda focalizzare l’attenzione verso

le reti in tecnologia FTTH, il costo di realizzazione delle infrastruttu-

re deve considerare le importanti opere civili necessarie alla posa della

fibra sino alle utenze finali. Inoltre, la notevole ampiezza delle opere

civili necessarie per la posa delle fibre richiede di considerare tempi di

realizzazione relativamente più lunghi, data la necessità di ottenere il

permesso per le opere di scavo necessarie alla posa delle reti, avviare i

cantieri, ecc.

In termini economici tuttavia, il confronto fra le tecnologie FTTC ed

FTTH sarebbe parziale se non affrontassimo il tema dei costi operativi e

di gestione della rete. Il confronto rispetto ai costi operativi di gestione

delle reti in tecnologia FTTC ed FTTH è mostrato in Figura 3. Come

evidente in figura, il costo operativo delle reti FTTH risulta notevolmen-

te inferiore rispetto alla loro controparte FTTC [16]. La natura “passiva”

delle reti in tecnologia FTTH consente infatti la realizzazione di una in-

frastruttura composta da elementi molto semplici che difficilmente sono

soggetti a guasti durante l’esercizio, minimizzando i costi per:

Page 23: La banda larga: base per il nuovo sviluppo economico del ... · 3.2 Le sfide nella realizzazione delle reti a banda larga 25 4. Linee guida per la realizzazione delle reti a banda

21

• manutenzione

• assistenza

• customer care

In particolare, studi re-

centi hanno evidenziato

come il costo operativo di

gestione delle reti FTTH

sia circa la metà rispetto

alle tecnologie in rame di

ADSL/HDSL corrente-

mente utilizzate, mentre

per quanto concerne le

tecnologie FTTC la ridu-

zione del costo operativo

raggiunge circa il 40% annuo per utente.

Ulteriori elementi di confronto sono determinati dalle differenze

tecnologiche percepite da parte dell’utente finale per quanto concerne

l’accesso alle reti in fibra ottica. Le tecnologie FTTH forniscono cer-

tamente in prospettiva performance più interessanti rispetto alle tec-

nologie FTTC. Tuttavia, le reti FTTH richiedono di portare la fibra

direttamente nei locali in cui l’utente vive o lavora. Di conseguenza,

per potere beneficiare dell’ampiezza di banda offerta dalle reti, è ne-

cessario che questi installi una rete locale in tutti gli ambienti in cui

intende operare. Le tecnologie Wi-Fi, o anche le recentissime soluzioni

basate su femto-celle in tecnologia LTE, infatti costituirebbero un vero

e proprio “collo di bottiglia” nell’accesso alla rete, e non permettereb-

bero di utilizzare pienamente le risorse offerte dalle nuove soluzioni di

networking.

Costo operativo per utenza

Costo in Euro

Tecnolo

gia

FTTC

FTTH

ADSL/HDSL

0 50 100 150 200 250 300

Fig. 3. Confronto sul costo operativo per utenza per la gestione della rete

Page 24: La banda larga: base per il nuovo sviluppo economico del ... · 3.2 Le sfide nella realizzazione delle reti a banda larga 25 4. Linee guida per la realizzazione delle reti a banda

22

Le considerazioni fin qui fatte evidenziano quindi come non esista una

sola tecnologia utilizzabile per la realizzazione delle reti. Al contrario è ne-

cessario considerare soluzioni ibride in grado di fornire connettività alle

diverse aree del territorio tenendo conto dei diversi contesti operativi e

di utilizzo. Mentre per le aree residenziali, la disponibilità di reti a banda

larga in tecnologia FTTC è adeguata, per quanto concerne invece le aree

industriali, appare evidente l’opportunità di investire per la realizzazione

di soluzioni in tecnologia FTTH, che consentono di fornire livelli di ser-

vizio adeguati alle esigenze delle imprese anche nel medio-lungo periodo.

Page 25: La banda larga: base per il nuovo sviluppo economico del ... · 3.2 Le sfide nella realizzazione delle reti a banda larga 25 4. Linee guida per la realizzazione delle reti a banda

23

3. SFIDE ED OPPORTUNITÀ NELLO SVILUPPO DELLE

INIZIATIVE IN TEMA DI BANDA LARGA

3.1 Le nuove opportunità che emergono nello sviluppo delle reti a

banda larga

Diverse ricerche suggeriscono che lo sviluppo di reti di accesso a banda

larga possa costituire una leva per lo sviluppo economico del territorio.

Un recente studio della Commissione Europea ha elaborato una stima

dell’impatto sull’economia determinato dalla realizzazione di infrastrut-

ture a banda larga. L’analisi storica dei dati del periodo che va dall’anno

2004 all’anno 2006 ha evidenziato come gli investimenti in reti a banda

larga in Europa abbiano contribuito alla creazione di circa 100.000 posti

di lavoro che, in larga misura, sono concentrati nell’area dello sviluppo

di servizi e applicazioni di rete. Secondo queste ricerche il settore ICT ha

consentito una crescita media del PIL pari allo 0,71% a livello europeo.

Inoltre, questi dati sono rafforzati dalla constatazione del fatto che il con-

tributo alla crescita del PIL legato all’ICT nei Paesi con una maggiore

diffusione di tecnologie a banda larga è stato il doppio rispetto ai Paesi

con una minore diffusione. Lo sviluppo delle infrastrutture di rete si con-

figura quindi come un’azione economica “anticiclica” che consente la

produzione di posti di lavoro sia per le attività di sviluppo, progettazione,

posa e gestione delle nuove reti, sia per la produzione dei materiali e dei

componenti impiegati, sia per lo sviluppo di servizi ed applicazioni rivolti

a cittadini, imprese ed amministrazioni pubbliche. Infine, ulteriori ricer-

che dimostrano come la produzione di ricchezza e la creazione di posti di

lavoro qualificato possano avere un effetto moltiplicatore sull’economia

del territorio, permettendo la creazione di un indotto in grado di portare

ulteriore occupazione anche al di fuori del settore ICT, con forti ricadute

su edilizia, commercio, turismo, ecc. [17, 18].

Page 26: La banda larga: base per il nuovo sviluppo economico del ... · 3.2 Le sfide nella realizzazione delle reti a banda larga 25 4. Linee guida per la realizzazione delle reti a banda

24

Infine, la disponibilità di reti di accesso a banda larga deve essere consi-

derata anche nell’ottica del marketing territoriale. Le ricerche disponibili

evidenziano come la realizzazione delle reti e la fornitura di servizi abbia-

no un forte impatto sulle imprese del territorio. L’introduzione di nuove

soluzioni tecnologiche nelle imprese che operano nei territori consente

infatti di aumentare il livello di flessibilità dell’azienda e la produttività

media dei suoi addetti [19]. L’incremento della ricchezza prodotta inne-

sca un circolo virtuoso in grado di sostenere anche sul lungo periodo

i processi di innovazione tecnologica, sia di prodotto, sia di processo,

andando a definire un vero e proprio elemento chiave di successo per le

imprese che operano sul territorio.

La disponibilità di infrastrutture e soprattutto di competenze diffu-

se nel settore dell’ICT può avere inoltre un forte impatto per quanto

riguarda l’internazionalizzazione dell’economia. Su questa linea voglia-

mo evidenziare come i processi di internazionalizzazione debbano esse-

re considerati sia per quanto riguarda le imprese locali che intendono

operare sui principali mercati internazionali, ad esempio predisponendo

nuove sedi operative e di rappresentanza in paesi caratterizzati da econo-

mie floride quali Canada e Stati Uniti, o emergenti quali Brasile, Russia,

India, Cina o Sud Africa (BRICS), sia nell’ottica di attrarre capitali ed

imprese multinazionali verso il territorio regionale. Diverse aziende di

rilevanza internazionale vedono infatti nel mercato italiano un elemento

importante per lo sviluppo del loro business. Infatti, il territorio veneto

è particolarmente interessante nella prospettiva della logistica, anche in

virtù della prossimità con i paesi del nord e dell’est Europa. Di conse-

guenza, qualora fossero disponibili infrastrutture di telecomunicazioni a

banda larga, il Veneto sarebbe l’allocazione ideale per imprese con forte

vocazione internazionale. La possibilità di attrarre investimenti interna-

zionali potrebbe costituire per il Veneto un elemento di particolare in-

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25

teresse, consentendo la creazione di numerosi posti di lavoro nei servizi,

nell’outsourcing, nella filiera di prodotto e nell’economia indotta.

3.2 Le sfide nella realizzazione delle reti a banda larga

La principale difficoltà che è necessario superare per lo sviluppo di reti

per le telecomunicazioni a banda larga è costituita dall’elevato costo di

progettazione e posa delle infrastrutture. In passato, tuttavia, il paese ha

affrontato sfide analoghe per la realizzazione di opere di urbanizzazione

primaria quali, ad esempio, le reti telefoniche, o le reti di distribuzione

elettrica. Tuttavia, a differenza di quanto è avvenuto in passato, appare

oggi molto difficile individuare un attore istituzionale o economico in

possesso delle risorse economiche necessarie per la realizzazione di un’in-

frastruttura per le telecomunicazioni a banda larga di scala regionale.

Infatti, lo scenario economico di riferimento e i vincoli di bilancio che

la politica del paese deve rispettare non permettono di liberare con ra-

pidità i capitali necessari per la realizzazione di un’importante opera di

infrastrutturazione dei territori. Inoltre, gli operatori del mercato delle

telecomunicazioni non hanno forte interesse nella realizzazione di opere

di largo respiro che mirino a fornire copertura universale a tutti i cittadi-

ni, e sono inclini a focalizzare i loro sforzi verso le principali aree urbane,

che garantiscono redditività agli investimenti e minimizzano il rischio

d’impresa. Questo può potenzialmente portare a una forte accentuazione

della disparità nelle opportunità di accesso alla rete da parte dei territori

limitando la diffusione della banda larga alle principali aree urbane e

commerciali e penalizzando le aree industriali e i distretti produttivi.

Il rischio derivante da un possibile allargamento del digital divide po-

trebbe avere un impatto così rilevante sulle aspirazioni di sviluppo dei

territori, che politica ed amministrazioni non possono non mirare alla

definizione di linee di sviluppo ambiziose che mirino a raggiungere alti

Page 28: La banda larga: base per il nuovo sviluppo economico del ... · 3.2 Le sfide nella realizzazione delle reti a banda larga 25 4. Linee guida per la realizzazione delle reti a banda

26

livelli di copertura delle reti. Al di là dei problemi di budget, è possibile

iniziare una rilevante attività di analisi dei principali ostacoli che compli-

cano lo sviluppo delle reti, per identificare strategie in grado di promuo-

vere lo sviluppo tecnologico e l’innovazione nel territorio regionale. Lun-

go queste direttrici, a partire dagli anni ‘80, numerosi lavori di ricerca

hanno mirato ad identificare ed affrontare in modo rigoroso lo studio di

modelli avanzati di pianificazione e progettazione delle reti di telecomu-

nicazioni [20]. Lungo questa linea, molteplici studi hanno mirato anzi-

tutto a identificare gli approcci più adatti per prevedere la dinamica della

domanda delle tecnologie di rete sulla base di considerazioni di natura

socio-economica. Il tratto comune dei diversi modelli di previsione che

vengono applicati nell’ambito delle reti di telecomunicazione è l’idea per

cui la disponibilità di una tecnologia di rete ne determini la domanda di

accesso. Partendo da questa ipotesi, e sulla base di informazioni di carat-

tere demografico relative al territorio di interesse, i modelli disponibili

consentono di stimare il numero di utenti che potenzialmente potreb-

bero richiedere accesso alla rete in una determinata area [20, 21, 22].

Nonostante gli sforzi di ricerca nel settore però, le assunzioni alla base dei

modelli di pianificazione e progettazione disponibili sollevano notevoli

problemi e sembrano difficilmente applicabili allo scenario delle reti a

banda larga [20, 23]. Sebbene esistano eccezioni di notevole interesse, i

modelli disponibili tendono infatti ad assumere condizioni di mercato in

cui sono assenti dinamiche di concorrenza. Al contrario, la penetrazione

di mercato delle reti a banda larga si scontra con la concorrenza costitu-

ita da reti esistenti, quali la rete in rame attraverso cui vengono erogati

servizi ADSL e HDSL, o le reti wireless emergenti in tecnologia LTE,

che possono essere ritenute dall’utenza residenziale opzioni adeguate per

garantire l’accesso ai servizi Internet di Web e E-mail [24]. Il problema

è amplificato dal fatto che una significativa frazione del fatturato degli

Page 29: La banda larga: base per il nuovo sviluppo economico del ... · 3.2 Le sfide nella realizzazione delle reti a banda larga 25 4. Linee guida per la realizzazione delle reti a banda

27

operatori di telecomunicazione è attribuibile all’utenza domestica. Di

conseguenza, non è possibile pensare di fornire reti e servizi di interesse

per le imprese del territorio prescindendo dal forte coinvolgimento dei

cittadini e della società civile.

Se da un lato è evidente la necessità di promuovere l’adozione delle

nuove tecnologie da parte dei cittadini, è altrettanto necessario affron-

tare il tema del supporto e della promozione dell’innovazione tecnolo-

gica nelle imprese, attività particolarmente complessa specialmente per

le PMI. Diversi studi quali, ad esempio Arbore e Ordanini [25], hanno

evidenziato la presenza di un vero e proprio digital divide fra le piccole e

le medie imprese. Questo fenomeno è ben conosciuto in letteratura ed

è stato ampiamente studiato negli anni passati [26]. Infatti, la capacità

di un’azienda di beneficiare dell’adozione delle tecnologie dipende in

modo molto significativo dalle sue dimensioni [27, 28]. Mentre i proces-

si di innovazione per le imprese di medio-grandi dimensioni vengono

tipicamente intrapresi in tempi ragionevolmente rapidi, le piccole im-

prese con un numero di addetti inferiore alle 50 unità si caratterizzano

come “late adopters” di strumenti e soluzioni innovative [25]. Questi dati

non devono stupire, infatti l’adozione di strumenti di ICT nelle imprese

è un’attività complessa che richiede di prendere in considerazione una

molteplicità di fattori [29], ed è correlata all’esigenza di consolidamento

ed ottimizzazione dei processi organizzativi e di produzione. Di conse-

guenza, le piccole e piccolissime imprese che evidenziano bassi livelli di

organizzazione tendono a manifestare resistenze rispetto all’innovazione.

Inoltre, vere e proprie barriere culturali e diffidenza rispetto alla valenza di

nuovi strumenti e tecnologie non consentono di evidenziare pienamente

a tutti i livelli delle organizzazioni il valore strategico del cambiamen-

to di processo e dell’innovazione. I processi di innovazione infatti, non

solo richiedono un forte impegno da parte delle imprese, ma necessitano

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28

dell’allineamento dell’intera struttura produttiva, poiché le “resistenze

all’adozione” possono minare alla base le iniziative in tema di innova-

zione. Di conseguenza, appare necessario orientare il lavoro rispetto ad

un’innovazione percepita da tutti gli attori interessati, che renda palese il

miglioramento delle condizioni produttive, della redditività dell’impresa,

e lo sgravo per dipendenti di attività tediose che (spesso) non sono legate

alle loro mansioni.

Abilitare la realizzazione di una nuova rete per le telecomunicazioni

a banda larga di dimensione regionale richiede di superare significati-

vi problemi di pianificazione e progettazione delle infrastrutture. Lungo

questa direzione vogliamo sottolineare come l’estensione delle opere che

è necessario prevedere debba, almeno in prospettiva, consentire la con-

nessione di ogni casa ed ogni impresa sul territorio. Questo richiede di

avviare un piano di notevole infrastrutturazione del territorio per rende-

re disponibili le nuove tecnologie di rete all’utenza finale. Il problema è

decisamente importante e il principale driver di costo nella realizzazione

della rete sarà determinato dalle opere civili necessarie per la sua posa.

Tuttavia, questo costo può essere abbattuto qualora sia possibile posare

le infrastrutture in cavidotti liberi o parzialmente occupati da altre utility

quali, ad esempio, la rete di illuminazione elettrica, la rete idrica o quella

di teleriscaldamento. Allo stato attuale però è molto difficile avere una

visione compiuta dello stato di infrastrutturazione del sottosuolo. Anche

in virtù della loro natura sensibile, queste informazioni sono custodite

dai gestori delle infrastrutture tecnologiche e, a meno di una forte azione

da parte dell’Amministrazione, appare improbabile che vengano condivi-

se a livello regionale. Tuttavia, la valorizzazione degli asset esistenti, insie-

me alla definizione di accordi quadro per il loro riuso, possono semplifi-

care enormemente il lavoro di realizzazione delle reti e dovrebbero essere

a pieno titolo considerati un patrimonio per la collettività.

Page 31: La banda larga: base per il nuovo sviluppo economico del ... · 3.2 Le sfide nella realizzazione delle reti a banda larga 25 4. Linee guida per la realizzazione delle reti a banda

29

4. LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE DELLE RETI

A BANDA LARGA

Superare gli elementi di complessità che emergono nella realizzazione

delle nuove reti a banda larga richiede di considerare una molteplicità di

fattori: il deficit nella disponibilità delle infrastrutture scoraggia la realiz-

zazione di nuovi servizi che porterebbero notevoli vantaggi per il sistema

sociale ed economico e, allo stesso tempo, la mancanza di servizi pensati

per le nuove infrastrutture rende particolarmente rischiosa la realizzazio-

ne di nuove opere. Le strategie per la realizzazione delle reti a banda larga

devono quindi innescare un circolo virtuoso che, a partire da investimen-

ti ragionevoli, possa portare alla crescita della domanda ed alla riduzione

del costo di realizzazione delle opere. Questo approccio non solo pro-

muove l’avvio dei progetti di rete a banda larga, ma consente di reperire

risorse che potrebbero essere proficuamente reinvestite nell’estensione

delle infrastrutture verso territori rurali, che altrimenti rischierebbero di

rimanere esclusi dai processi di innovazione.

Raccogliere queste sfide richiede un forte impegno e una larga parteci-

pazione dei diversi attori a vario titolo coinvolti nella realizzazione delle

infrastrutture di rete, a partire dalle Amministrazioni, sino ad arrivare

alle associazioni, alle imprese ed ai cittadini. Da un lato è necessario ope-

rare al fine di creare le condizioni di mercato necessarie alla realizzazione

delle reti e, dall’altro, è necessario operare nell’ottica della sostenibilità

economica delle iniziative indirizzando il lavoro sia verso la riduzione

dei costi che devono essere sostenuti per la realizzazione delle opere, sia

verso la definizione di modelli di business, raggruppamenti di impresa e

partenariati fra Pubblica Amministrazione e privati che garantiscano la

solidità finanziaria dei progetti.

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30

Creare le condizioni di mercato per la realizzazione di reti a banda

larga. Creare le condizioni di mercato necessarie per la realizzazione delle

reti a banda larga richiede di operare lungo una molteplicità di direzioni.

In particolare, appare evidente la necessità di fornire a cittadini e imprese

servizi ed opportunità di formazione che promuovano l’accesso a servizi

ed applicazioni di rete. Le competenze necessarie per accedere ai servizi

di rete sono distribuite in modo fortemente eterogeneo nella società e i

fattori socio-economici influenzano in modo importante l’effettiva pos-

sibilità per un individuo di poter beneficiare di servizi ed applicazioni

Internet. Intere fasce di popolazione, e in particolare le fasce più deboli,

sono di fatto escluse dall’accesso ai servizi di rete. Inoltre, anche fra le

persone in grado di utilizzare gli strumenti, la maggior parte utilizza solo

specifiche applicazioni Web, per esempio Facebook, e solo una frazione

minoritaria dei cittadini è effettivamente in grado di ricercare e correlare

informazioni provenienti da una molteplicità di sorgenti, e di valutarne

l’effettiva rilevanza. Simili considerazioni valgono per le imprese che, an-

cora oggi, faticano nel cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie In-

ternet. Appare quindi fondamentale favorire la crescita delle competenze

nelle imprese individuando percorsi formativi che riducano la curva di

apprendimento dei servizi e delle applicazioni enterprise più diffuse, sia

in ambito gestionale, sia per quanto concerne la collaborazione azien-

dale, la video-conferenza, la gestione dei processi, la Customer Relation

Management, la Posta Elettronica Certificata, ecc.

Un ulteriore aspetto da tenere in forte considerazione è determinato

dalla disseminazione di informazioni di natura tecnico-scientifica. I citta-

dini e le imprese faticano ad ottenere dai media le informazioni sui servi-

zi avanzati di loro possibile interesse. Tanto le riviste di settore, quanto i

quotidiani, semplificano enormemente il tema che, normalmente, viene

trattato in modo molto retorico e senza evidenziare chiaramente l’impor-

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31

tante impatto dell’ICT nella semplificazione della relazione fra cittadini,

imprese e Pubblica Amministrazione, e come questo abbia un forte ri-

flesso sullo sviluppo dei territori. Di conseguenza, appare necessario che

tutti gli attori interessati alla definizione e alla realizzazione di processi

di innovazione si impegnino nell’azione di divulgazione tramite eventi,

campagne e tavole rotonde che consentano di informare correttamente il

tessuto sociale rispetto alle reali opportunità, potenzialità e limiti espressi

dagli strumenti correntemente disponibili.

A fianco delle attività di coinvolgimento di cittadini e imprese appare

particolarmente rilevante operare sul lato della realizzazione di servizi.

La realizzazione di nuovi servizi è difficilmente sostenibile di per sé in

scenari in cui le infrastrutture necessarie per la loro erogazione non siano

ancora disponibili, o che siano comunque diffuse in modo non soddi-

sfacente. Questo elemento è di estrema rilevanza, poiché la domanda

del mercato delle reti per le telecomunicazioni è guidata dalla possibilità

per i cittadini e per le imprese di accedere ai nuovi servizi. La letteratura

del settore riconosce infatti come la possibilità di accedere a nuovi con-

tenuti, applicazioni e servizi (ad es. video-on-demand), porti il potenziale

utente a considerare l’adozione di nuove tecnologie di rete a banda larga,

data l’impossibilità di accedervi in modi alternativi. Inoltre la letteratura

evidenzia come l’adozione delle nuove tecnologie si caratterizzi in termi-

ni di economia di rete: infatti il beneficio che gli utenti possono trarre

dall’adozione delle tecnologie aumenta con il consolidarsi dei mercati,

promuovendo ed amplificando nel tempo la domanda di accesso alle

tecnologie. Per esempio, la disponibilità di reti a banda larga, di servizi

collaborativi e di soluzioni per videoconferenza potrebbe consentire di

riorganizzare i processi aziendali favorendo il telelavoro ed il co-working.

Evidentemente, l’opportunità di lavorare una frazione significativa del

proprio tempo senza la necessità di recarsi nella sede aziendale costituisce

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32

un forte incentivo per gli impiegati rispetto alla sostituzione dell’ADSL

domestica con una nuova rete a banda larga, che consentirebbe loro di

sfruttare appieno i benefici derivanti dalla riorganizzazione del lavoro,

senza diminuire il livello di produttività.

Sebbene questi scenari siano interessanti, allo stato attuale sono anco-

ra poche le soluzioni di classe enterprise in grado di fornire il ricco insie-

me di funzionalità abilitate dalla disponibilità di reti a banda larga. Di

conseguenza appare importante promuovere e favorire la progettazione,

la realizzazione e la sperimentazione di servizi ed applicazioni innovative

ed allo stato dell’arte, che consentano di facilitare il lavoro delle PMI,

migliorandone flessibilità e redditività. Appare però evidente che la rea-

lizzazione delle soluzioni deve mirare fondamentalmente al trasferimen-

to tecnologico piuttosto che allo studio e alla sperimentazione di nuove

soluzioni sviluppate interamente sul territorio. Infatti, la ricerca nell’ICT

ha prodotto negli ultimi anni una notevole letteratura scientifica e solu-

zioni tecnologiche innovative con possibili forti ricadute sulla vita dei

cittadini e sul business delle imprese. Di conseguenza appare cruciale

valorizzare quanto sin ora prodotto a livello internazionale, mirando alla

sintesi delle proposte più interessanti per la definizione e il ripensamento

delle caratteristiche di prodotti e servizi. Su questa linea, appare cruciale

mirare alla valorizzazione delle professionalità esistenti sul territorio o in

aree limitrofe che siano in grado di declinare gli sviluppi più recenti della

tecnologia in prodotti e servizi di forte impatto sull’economia locale.

Tuttavia, la conduzione di azioni di formazione ed informazione ri-

spetto alle tecnologie di ICT emergenti è condizione necessaria ma non

sufficiente per la realizzazione dei profondi processi di innovazione tec-

nologica che le aziende del territorio veneto dovranno affrontare negli

anni a venire. In particolare, appare cruciale per le organizzazioni la di-

sponibilità di partner tecnologici con esperienza e capacità nel controlla-

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re i processi di innovazione [30]. In questo senso diverse ricerche hanno

evidenziato come l’adozione delle tecnologie sia notevolmente favorita

nelle aree in cui operano aziende di consulenza e fornitori di servizi di

ICT. Se questo discorso è vero in generale, assume una particolare rile-

vanza quando si considera la prospettiva delle PMI che, tipicamente, non

possono disporre di tutte le competenze necessarie per la definizione e

l’implementazione dei processi di innovazione tecnologica, e che non

sono in grado di internalizzare completamente questa attività. Inoltre,

sempre su questa linea, i recenti sviluppi delle tecnologie di cloud compu-

ting permettono di ridurre le esigenze di gestione e i costi necessari per

l’avviamento dei processi di adozione di nuove tecnologie nell’impresa,

consentendo la definizione di modelli di tariffazione dei servizi non ba-

sati sulle licenze, ma sull’utilizzo di risorse computazionali allocate in

data center remoti. Questo, se da un lato abbatte le barriere in ingresso

per l’adozione delle tecnologie, richiede però la disponibilità di centri di

servizio e data center attivi sul territorio, in grado di individuare le solu-

zioni più adeguate per le organizzazioni che operano a livello locale, e di

adattare i servizi in base alle loro effettive esigenze.

Mirare alla sostenibilità nella realizzazione delle opere. Garanti-

re sostenibilità nella realizzazione delle reti per le telecomunicazioni è

un’attività complessa. Il primo elemento che deve essere considerato è

certamente la minimizzazione del costo di realizzazione degli interventi.

Anzitutto appare evidente l’urgenza di avviare una precisa ricognizione

delle infrastrutture presenti nel sottosuolo al fine di identificare cavidotti

liberi o parzialmente occupati, e di valorizzare il patrimonio esistente in

termini di “fibra spenta”, ovvero di connessioni in fibra ottica esistenti

ma non utilizzate. Il censimento degli asset esistenti è un elemento cru-

ciale per la realizzazione delle reti a banda larga, specialmente in virtù

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34

dell’abbondanza di infrastrutture esistenti e sotto-utilizzate nei territori.

Appare quindi necessario istituire tavoli di lavoro e progetti pilota che

permettano di avviare la raccolta e la centralizzazione nella gestione di

tutte le informazioni disponibili sulle infrastrutture tecnologiche del sot-

tosuolo coinvolgendo tutti gli attori istituzionali interessati, gli operatori

delle telecomunicazioni e le aziende multi-servizi che operano sul terri-

torio. In questo senso, è necessario evidenziare il comune interesse nel

censimento del sottosuolo da parte di tutti gli stakeholder che possono

così disporre di un preciso quadro d’insieme delle condizioni operative

che caratterizzano le aree su cui lavorano, con potenziali ricadute in ter-

mini di pianificazione congiunta degli interventi, e riduzione del rischio

di danneggiamento accidentale dei loro asset.

Un ulteriore elemento che deve essere considerato per garantire la so-

stenibilità delle iniziative in tema di realizzazione di reti a banda larga è

determinato dalla necessità di identificare modelli di business adeguati

per la promozione dei progetti. Sebbene i singoli attori coinvolti nella re-

alizzazione delle nuove reti non possano finanziare interamente le opere,

è pur vero che un piano strategico congiunto che miri alla realizzazione

delle nuove infrastrutture possa essere effettivamente implementato. Di

conseguenza appare cruciale identificare le opportunità di raggruppa-

mento di impresa da un lato e di Partenariato Pubblico-Privato dall’altro,

che consentano la realizzazione delle opere. Poiché la rete che dovrà es-

sere realizzata si caratterizza come monopolio naturale, è evidente l’esi-

genza di coinvolgere tanto i leader di mercato, quanto gli operatori locali,

valorizzando al massimo le loro risorse, sia in termini di asset disponibili,

sia in termini di competenze, esperienze e professionalità che esprimono.

In questo senso, l’Amministrazione deve operare in modo molto rigoro-

so mirando a promuovere un quadro di intesa largamente condiviso, che

può essere sottoscritto a fronte di garanzie sull’impegno dell’Ammini-

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35

strazione nello sviluppo delle tecnologie sull’intero territorio, rendendo

possibile la crescita del mercato anche nelle aree in cui oggi non appare

sostenibile lo sviluppo di nuove infrastrutture [31].

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36

5. AZIONI PER LA REALIZZAZIONE DELLE RETI

A partire dagli anni 2000 le politiche di sviluppo territoriale di Regio-

ne Veneto hanno evidenziato come l’Amministrazione possa ricoprire il

ruolo di facilitatore nella promozione dei processi di innovazione e di in-

clusione, con importanti risultati che hanno portato sia alla definizione

di un insieme di azioni sinergiche volte al consolidamento ed estensione

delle infrastrutture per le telecomunicazioni a banda larga, sia allo svilup-

po e all’adozione di servizi e applicazioni innovative. L’impegno dell’Am-

ministrazione regionale sul tema è stato certamente è testimoniato dalla

definizione di diversi piani di sviluppo e innovazione tecnologica, a parti-

re dal “Piano di Sviluppo Informatico e Telematico del Veneto” dei primi

anni 2000 sino al “Piano di Sviluppo della Società Veneta dell’informa-

zione”, ed al più recente “Piano di sviluppo della banda larga in Veneto”.

Queste iniziative hanno portato alla progettazione e alla conduzione di

diversi piani operativi che si sono concretizzati nella implementazione di

numerose azioni volte a coinvolgere e a stimolare l’azione dei principali

attori sociali ed economici del territorio.

A nostro avviso, il lavoro svolto da Regione Veneto è in linea con le

esperienze più avanzate condotte a livello nazionale e internazionale. A

differenza di altre amministrazioni regionali, l’attività svolta in Veneto ha

lodevolmente mirato al forte coinvolgimento di una rilevante parte della

società, consentendo l’identificazione dei principali attori coinvolti nei pro-

cessi di innovazione. In questo senso vogliamo ricordare come, al di là di

azioni molto convenzionali di incentivo all’imprenditoria, Regione Veneto

abbia anche iniziato un’opera di sensibilizzazione e di social empowerment,

valorizzando il ricco capitale sociale disponibile a livello locale e regionale

con l’obiettivo di promuovere le attività delle organizzazioni che operano

sul territorio. In quest’ottica appare estremamente rilevante il modello di

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37

co-finanziamento identificato per la realizzazione di centri di pubblico ac-

cesso ad Internet denominati P3@ che sono stati realizzati nelle aree in cui

volontari ed associazioni hanno garantito il loro impegno nella gestione

del servizio. L’interesse di questo approccio deriva dal fatto che il coinvol-

gimento della società civile rende possibile il raggiungimento di una mol-

teplicità di obiettivi quali la minimizzazione del costo operativo che le am-

ministrazioni coinvolte sarebbero costrette a sostenere per la gestione dei

centri Internet, l’identificazione di un modello di sostenibilità economica

che garantisce continuità all’iniziativa, e l’incremento del capitale umano

(ovvero del livello di competenze nel settore ICT) disponibile sul territorio.

Tuttavia, nonostante l’impegno e la rilevanza delle iniziative sino a

qui condotte, appare evidente come sia mancata in alcuni attori la piena

consapevolezza rispetto al ruolo che possono e devono ricoprire nella dif-

fusione di tecnologie e innovazione. Di conseguenza, come evidenziato

da recenti studi dell’osservatorio Banda Larga di Between, negli anni pas-

sati non è stato possibile realizzare sul territorio veneto le infrastrutture

di rete per le telecomunicazioni che sarebbero necessarie per lo sviluppo

dell’economia locale [4]. Infatti, benché una notevole frazione dei cittadi-

ni della regione possano usufruire di connettività Internet, lo studio evi-

denzia come solo il 48% delle aziende venete possa accedere connessioni

ADSL Plus a 20Mps, il 30% possa beneficiare di una connessione ADSL

a 2Mbps, e che addirittura il 22% delle aziende venete sia oggi escluso da

ogni copertura di rete. Superare questi problemi richiede una forte e co-

esa azione della società veneta, che si deve concretizzare in un articolato

insieme di proposte rivolte a diversi interlocutori quali:

• Pubblica Amministrazione

• Operatori delle telecomunicazioni

• Fornitori di servizi ICT

• Associazioni di categoria e società civile

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Il tema dello sviluppo delle tecnologie di ICT deve infatti essere af-

frontato con un approccio estremamente pragmatico, minando alla base

i meccanismi di mutuo disincentivo che impediscono la concreta rea-

lizzazione dei processi di innovazione. Questo chiaramente presuppone

l’ampia condivisione nella società di una comune base programmatica

che, a partire dalla condivisione di responsabilità rispetto al tema della

diffusione dei processi di innovazione, consenta ad istituzioni, attori eco-

nomici e sociali la conduzione di attività sinergiche in grado di rinforzar-

si mutuamente con benefici per l’economia locale e la società civile sia

nel breve periodo che a medio e lungo termine. Ovviamente, operare in

questa prospettiva presuppone che i diversi attori istituzionali, a partire

dal livello nazionale, sino a quello regionale e locale intendano esercitare

il loro ruolo di guida nella promozione dei processi di innovazione. Le

istituzioni sono quindi chiamate ad amplificare i loro sforzi nella pianifi-

cazione dello sviluppo dei territori, sia reperendo le risorse necessarie per

il co-finanziamento delle opere, sia operando sul lato normativo, sia pro-

muovendo (anche dal punto di vista fiscale) la conduzione dei processi di

modernizzazione e di innovazione. Gli operatori delle telecomunicazio-

ni dovranno impegnare notevoli energie nello sviluppo delle tecnologie

di rete. In questo senso sarà necessario ripensare il modello organizza-

tivo e di business mirando alla realizzazione di partenariati fra privati

e Pubblica Amministrazione, ed alla definizione di raggruppamenti di

impresa necessari per garantire nel tempo la sostenibilità delle attività di

realizzazione delle infrastrutture per le telecomunicazioni. I fornitori di

servizi sono centrali nella crescita del mercato ICT e dovranno operare

in diversi settori che vanno dalla consulenza organizzativa e gestionale,

alla realizzazione di servizi ed applicazioni, all’outsourcing nella gestio-

ne di soluzioni ICT (es. fornitori di servizi di cloud computing). Infine,

associazioni di categoria e società civile avranno un fondamentale ruolo

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nella promozione delle tecnologie e di innalzare il livello di sensibilità di

cittadini ed imprese sul tema, precondizioni per raggiungere l’obiettivo

di consolidare il tema dell’ICT nell’agenda politica regionale e nazionale.

5.1 Pubblica Amministrazione

Anzitutto è necessario un forte impegno delle istituzioni nella realizza-

zione di importanti azioni sul fronte normativo. Infatti la normativa che

regola il settore dell’ICT non mira a promuovere e sostenere iniziative

consistenti volte a favorire il suo rapido sviluppo. Per esempio, allo stato

attuale le reti per le telecomunicazioni non sono considerate opere di urba-

nizzazione primaria del territorio al pari di strade, reti elettriche e acquedotti

(Art. 4, legge 29 Settembre 1964, n. 847). Tuttavia, l’esigenza di fornire

risposte adeguate alle richieste qualificate provenienti dal mondo im-

prenditoriale e società venete rende indispensabile sancire che l’indispo-

nibilità di strumenti per le telecomunicazioni costituisca oggi una vera e

propria lesione ai diritti di cittadinanza degli individui, e un elemento di

forte penalizzazione per l’attività delle imprese. Realizzare investimenti

volti allo sviluppo dell’ICT sul territorio non è un’azione virtuosa ma, al

contrario, deve essere considerata la diretta conseguenza dei nuovi one-

ri e delle nuove responsabilità cui oggi è chiamata l’Amministrazione.

Se le istituzioni, a partire dal livello centrale sino a quello regionale e

locale, facessero proprie queste considerazioni al di là dell’affermazione

di principi condivisi da una crescente frazione della società, certamente

evidenzierebbero la presa di coscienza rispetto alla reale rilevanza delle

tecnologie di ICT per lo sviluppo della società.

Come diretta conseguenza di questi discorsi appare perciò necessa-

rio un forte impegno dell’Amministrazione che è chiamata ad operare

nell’ottica di garante, facilitatore e promotore delle iniziative in tema di

innovazione che si sviluppano sui territori. Partendo da queste conside-

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razioni, riteniamo necessario suggerire alcune semplici e concrete azioni.

Anzitutto appare molto opportuno che lo Stato centrale istituisca un fon-

do da cui le amministrazioni regionali possano attingere per la realizzazio-

ne di opere strategiche nell’ambito delle telecomunicazioni. La disponibi-

lità di un fondo in grado di garantire i notevoli investimenti necessari per

la realizzazione delle reti a banda larga è certamente una precondizione

per avviare e consolidare il mercato delle telecomunicazioni nel paese, ed

è senza dubbio un’importante leva per stimolare gli operatori del settore

nel considerare il tema delle tecnologie di ICT nella sua connotazione

più ampia, e affrontandolo nella prospettiva dello sviluppo dei territo-

ri. Questo consente di pianificare le azioni volte alla realizzazione delle

reti considerando sin dalle prime fasi di progettazione l’esigenza di rag-

giungere e garantire copertura a banda larga anche per le aree che, nelle

condizioni attuali, sono a fallimento di mercato, e che senza una forte

azione delle istituzioni vedrebbero allargato il divario nelle opportunità

di accesso alle infrastrutture per le telecomunicazioni. In questo senso

appare rilevante l’ipotesi di lavoro di promuovere la realizzazione di reti

di dorsale di proprietà pubblica che potrebbero essere affittate o affidate

in gestione agli operatori mediante normali procedure di gara. Anche in

virtù del rispetto delle condizioni di accesso al mercato, rimarrebbe inve-

ce prerogativa degli operatori delle telecomunicazioni la connessione di

ultimo miglio e la gestione della rete.

Regione Veneto ha fatto proprie queste considerazioni e, nel quadro

generale della condivisione degli obiettivi strategici promossi dall’A-

genda Digitale Europea, nell’Agosto del 2009 ha siglato un Accordo di

Programma per lo sviluppo di infrastrutture di rete nel territorio regio-

nale con il Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE). Gli obiettivi

proposti dall’Agenda Digitale Europea sono molto ambiziosi e mirano a

fornire entro il 2020 livelli di servizio molto elevati per quanto concerne

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41

la connettività di base offerta a cittadini ed imprese. In particolare, l’o-

biettivo è fornire a tutti i cittadini la possibilità di beneficare di connes-

sioni affidabili con ampiezza di banda superiore a 30 Mbps, garantendo

al contempo che almeno la metà di cittadini/imprese possano utilizzare

infrastrutture di rete avanzate con ampiezza di banda non inferiore ai 100

Mbps. Questa attività è particolarmente rilevante per il territorio e pre-

vede la realizzazione di dorsali a fibra ottica che verranno rese disponibili

agli operatori delle telecomunicazioni, permettendo la copertura di aree

in cui oggi non è ancora disponibile la connettività di rete. L’obiettivo del

progetto è la copertura del 95% del territorio regionale con connessioni

a 20 Mbps entro il 2014.

Il progetto congiunto di Regione Veneto e MISE è coordinato dall’Am-

ministrazione regionale tramite il Centro di Competenza per la Banda

Larga della Regione del Veneto e prevede la realizzazione di 273 interven-

ti di posa di fibra ottica che consentiranno la copertura di 188 comuni,

coinvolgendo un bacino di circa 415 mila persone. Le risorse per la realiz-

zazione del progetto, stimate in 40 milioni di euro, provengono da diver-

se fonti di finanziamento sia a livello regionale, che a livello nazionale ed

europeo, ed è un progetto organizzato in quattro distinte fasi (vedi Figura

4). La prima fase degli interventi, già avviata e con un finanziamento di

10 milioni di euro interamente a carico di MISE, prevede la realizzazione

di interventi nelle province di Belluno, Padova, Treviso, Venezia, Vicenza

e Verona, dedicati alla realizzazione di 400 km di infrastrutture. La secon-

da fase è volta a realizzare infrastrutture di rete a banda larga nelle aree

rurali con densità di popolazione inferiore a 150 abitanti per km2 (aree

rurali di classe C) e con densità di popolazione inferiore a 54 abitanti

per km2 (aree di classe D) che non possono ancora beneficiare di alcuna

connettività di rete. La terza fase, finanziata con le risorse FESR POR

CRO 2007-2013, prevede invece la realizzazione delle infrastrutture di

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una rete di dorsale nelle restanti aree regionali non coinvolte nella prima

e nella seconda fase. La quarta e ultima fase fa riferimento alle risorse a

favore delle PMI operanti nei distretti produttivi veneti, per una spesa

complessiva di oltre 10 milioni di euro, di cui metà a carico del Ministe-

ro e metà finanziata con le risorse regionali. Tuttavia allo stato attuale,

problemi di natura burocratica, hanno permesso la conclusione del la-

voro in soli 16 cantieri dei 273 previsti, con la realizzazione di 67 Km di

rete in fibra ottica. Ulteriori 30 nuovi cantieri sono stati recentemente

avviati e consentiranno la posa di circa 120 km di rete a fibra ottica, ed

altri 13 verranno prossimamente avviati consentendo la realizzazione di

ulteriori 45 km di infrastruttura. Nonostante i ritardi nella conduzione

del progetto, nei prossimi mesi l’approvazione contestuale delle conven-

zioni operative tra Regione Veneto e MISE consentirà l’avviamento delle

anche le fasi 2 e 3 del programma, per un importo di circa 20 milioni di

euro a carico del Fondo per lo Sviluppo Rurale e del Fondo Europeo di

Sviluppo Regionale.

Mirare alla riduzione del

costo di realizzazione delle

infrastrutture per le teleco-

municazioni è un ulteriore

aspetto che deve essere con-

siderato dalle amministra-

zioni. In questo senso un

eccellente esempio è costi-

tuito dal progetto del 2009

condotto dall’Amministra-

zione comunale di Venezia,

in partnership con Venis S.p.A, per la realizzazione di un’infrastruttura

REGIONE DEL VENETOIntervento per fonte finanziamento

Fase 1 (FAS-MISE)

Fase 2 (FEASR)

Fase 1 (FESR)

Fase 1 (DISTRETTI)

Fig. 4. Interventi per fonti di finanziamento

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43

di rete a banda larga con l’obiettivo di ammodernare la Pubblica Ammi-

nistrazione e le relazioni con la cittadinanza, ridurre il divario digitale

per i residenti e chi lavora o studia a Venezia e per rendere maggiormen-

te competitivo ed attraente il territorio. Il progetto ha avuto inizio con

la definizione da parte del Comune di Venezia del Piano Generale di

Cablatura, che ha consentito di posare infrastrutture che sono rimaste

di proprietà pubblica e rappresentano oggi una risorsa strategica nel-

la realizzazione di complesse infrastrutture di rete. Questo progetto di

ammodernamento della PA e delle istituzioni Pubbliche ha consentito

l’interconnessione di 80 sedi comunali, delle aziende comunali, delle

Università e dei centri di ricerca serviti dal GARR. Per il progetto di

infrastrutturazione di rete sono stati sfruttati gli scavi utilizzati per la ma-

nutenzione urbana e per nuove opere sul territorio, quali le reti tramvia-

rie ed antincendio, che hanno consentito un significativo contenimento

dei tempi e dei costi: 3 soli anni e 12 milioni di euro per posare dorsali

per 124 Km di cavo a 144 fibre e derivazioni per 50 Km di cavo a 12/24

fibre, assieme a 215 punti di accesso Wi-Fi che forniscono connettività

wireless a cittadini e turisti. Sulle dorsali è stata attivata connettività con

ampiezza di banda di 10 Gbps, mentre sulle derivazioni di collegamento

alle utenze la banda è limitata a 1 Gbps, in quanto largamente suffi-

cienti per il traffico attuale. La scelta di valorizzazione di tutti gli asset

pubblici preesistenti ha consentito alla Pubblica Amministrazione non

solo di ottimizzare la copertura e di risparmiare costi e tempi di realiz-

zazione dell’infrastruttura, ma anche di estendere il progetto dal centro

storico della città di Venezia alla terra ferma e alle isole (vedi Figura 5).

Dal punto di vista infrastrutturale, a oggi nell’intera provincia di Vene-

zia si contano più di 25.500 km di fibra, 30.000 residenti che possono

usufruire della rete e 6.300 cittadini che per motivi di lavoro o studio

vivono o transitano nella città.

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44

L’approccio di riuso degli

asset ha consentito la crea-

zione di una nuova relazione

sinergica tra Pubblica Am-

ministrazione e società di

multi-servizi da un lato, e tra

Pubblica Amministrazione e

cittadini dall’altro. Il lodevo-

le caso di studio veneziano a

nostro parere costituisce

l’approccio tecnologico più

corretto per quanto concer-

ne pianificazione e progetta-

zione delle moderne infra-

strutture per le telecomuni-

cazioni. Le importanti espe-

rienze in questo senso sono

state pionieristiche e sono

ora largamente condivise

nella comunità scientifica

[6]. Tuttavia, operare su scala

regionale complica notevol-

mente le attività di riuso delle infrastrutture. Infatti, non esiste ancora un

servizio di natura catastale di livello regionale in grado di sistematizzare

censimento e gestione di tutte le informazioni su caratteristiche tecniche,

topologia e allocazione delle infrastrutture tecnologiche del sottosuolo. Seb-

bene non sia stata ancora istituita una norma specifica che regola il tema, è

altrettanto vero che il quadro normativo nazionale è favorevole e consente

sin da ora la realizzazione del servizio. La realizzazione del catasto delle in-

Fig. 5. Interventi effettuati sulle isole (A) e sulla terra ferma (B)

A

B

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45

frastrutture del sottosuolo dovrebbe coinvolgere tutti gli attori che operano

sul territorio a partire dalle società multi-servizi, agli operatori di telecomu-

nicazione, ai comuni, e dovrebbe prevedere una regia di livello regionale e

provinciale, sia per quanto concerne la gestione del servizio, sia per quanto

concerne il raccordo operativo e di coordinamento rispetto a questo tema.

Sebbene la realizzazione del catasto delle infrastrutture (ed in particolare il

censimento degli asset esistenti) sia un’attività onerosa, è altrettanto vero

che può abbattere i costi di realizzazione delle reti per le telecomunicazioni

e consente l’erogazione di nuovi servizi a cittadini ed imprese. Infatti, ana-

logamente a quanto oggi avviene in paesi quali il Giappone e gli Stati Uniti,

il catasto delle infrastrutture del sottosuolo abilita la realizzazione di servizi

di assistenza scavi che consentono di ridurre fortemente il rischio di dan-

neggiamenti accidentali alle infrastrutture durante la realizzazione degli sca-

vi. Inoltre, il catasto delle infrastrutture consente di migliorare la definizio-

ne dei piani di protezione civile, migliorando la sicurezza per la collettività

e abilita la pianificazione delle attività di scavo sul territorio, evitando il

susseguirsi di attività di scavo nelle stesse aree, che tipicamente portano al

danneggiamento di risorse di pubblico interesse e protraggono per lunghi

periodi i disagi per la cittadinanza, soprattutto in termini di mobilità.

Inoltre, se si condivide l’idea di valorizzare il patrimonio infrastrutturale

esistente, e si ritiene importante la realizzazione di un servizio catastale de-

dicato alle infrastrutture tecnologiche del sottosuolo, appare naturale sug-

gerire alle amministrazioni di includere la realizzazione delle reti per le tele-

comunicazioni nell’ambito degli oneri di urbanizzazione. Includere fra gli

oneri di urbanizzazione la realizzazione di reti o comunque la posa di cavi-

dotti non solo è un buon investimento per l’Amministrazione, ma è anche

un modesto costo per le aziende che operano sul territorio. Se quando si

effettuano scavi si posassero le condutture necessarie per la realizzazione del-

le reti per telecomunicazioni l’Amministrazione verrebbe a disporre di un

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patrimonio che le consentirebbe sia la realizzazione di nuove infrastrutture,

sia la concessione d’uso di questi asset agli operatori interessati, con notevo-

li benefici in termini di promozione delle tecnologie di ICT sul territorio.

Per meglio apprezzare queste considerazioni, vogliamo fare notare come la

posa di una rete possa richiedere investimenti di circa 60 Euro al metro nel

caso sia necessario effettuare scavi (prezzo che può superare i 100 Euro nel

caso in cui si operi su pavimentazioni di pregio o qualora sia necessario uti-

lizzare tecniche di scavo costose, es. no-dig), mentre questo prezzo si riduca

a 2 Euro al metro qualora non sia necessario effettuare nuove opere civili.

Come evidenziato in precedenza, le istituzioni hanno sino ad ora rico-

perto il ruolo di facilitatore e di garante, promuovendo iniziative volte allo

sviluppo delle infrastrutture per le telecomunicazioni. Questo approccio,

a nostro parere molto interessante, dovrebbe però essere per quanto pos-

sibile esteso e rafforzato negli anni a venire. In parallelo alla realizzazione

delle reti è infatti necessario creare le condizioni per il loro pieno utilizzo,

specialmente da parte delle imprese locali. Lungo questa direzione la Re-

gione ha recentemente promosso la realizzazione di servizi ed applicazioni

di cloud computing a cui il tessuto produttivo ha risposto con grande in-

teresse. Tuttavia questa azione non può che essere un primo passo verso

la realizzazione di una strategia articolata volta a favorire la larga adozione

delle tecnologie di ICT sul territorio. In questo senso appare evidente l’op-

portunità di favorire la creazione di business in settori diversi che vanno

dalla consulenza, all’outsourcing di servizi di ICT, alla realizzazione di data

center e di servizi applicativi destinati a cittadini ed imprese. I meccanismi

di incentivazione adottati sino ad ora però non hanno portato i benefici

sperati per l’economia. Di conseguenza riteniamo fondamentale suggerire

due principali linee operative che possono essere semplicemente imple-

mentate dall’Amministrazione, ovvero la realizzazione delle iniziative in

tema di trasferimento tecnologico e la definizione di incentivi di natura

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fiscale alla realizzazione ed alla diffusione delle tecnologie.

Il modello di incentivi per le imprese che operano in settori ad alto

contenuto tecnologico sono stati focalizzati su progetti di ricerca e svilup-

po. Tuttavia, le attività di ricerca condotte dalle piccole medie imprese

non hanno sin ora avuto l’impatto sperato. Condurre una seria attività

di ricerca richiede infatti la disponibilità di professionalità fortemente

qualificate, tipicamente Dottori di Ricerca, che sono difficilmente repe-

ribili sul mercato professionale. Inoltre, le attività di ricerca si articolano

in comunità internazionali ed hanno un potenziale impatto industriale

solo nel medio periodo. Di conseguenza appare cruciale creare dei centri

servizi e trasferimento tecnologico sul modello del Fraunhofer Institute

tedesco a cui le imprese possano rivolgersi per ottenere la conoscenza ne-

cessaria per l’innovazione di prodotto. Realizzare centri di trasferimento

tecnologico di valenza regionale è, nel caso del territorio veneto, un’atti-

vità abbastanza agevole data da un lato la possibilità di attingere al forte

capitale umano disponibile nelle Università e negli Enti di Ricerca pre-

senti sul territorio e, dall’altro, considerando la possibilità di valorizzare

il sistema di parchi scientifici e tecnologici presenti sul territorio.

Infine, promuovere in modo rilevante la nuova economia legata

all’ICT, e favorirne la massima diffusione a livello locale, appare parti-

colarmente opportuno mettere in grado le aziende venete di accedere ai

nuovi servizi in modo economicamente vantaggioso. Una prospettiva di

lavoro interessante in questo senso potrebbe essere costituita dall’utilizzo

della leva fiscale, per esempio utilizzando lo strumento del credito di

imposta o la riduzione dell’IVA su prodotti e servizi di ICT. Questo non

solo ridurrebbe il costo di approvvigionamento di prodotti e servizi ma,

nel caso del Veneto, consentirebbe una forte crescita del sistema produt-

tivo locale legato all’ICT favorendo il suo ingresso nei mercati esteri dei

paesi prossimi quali, ad esempio, Austria, Svizzera e Slovenia.

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48

5.2 Operatori delle telecomunicazioni

Il lavoro degli operatori delle telecomunicazioni è particolarmente im-

portante. Appare fondamentale che gli operatori ripensino il loro ruolo

mirando alla realizzazione delle infrastrutture in un mercato che ormai

è evoluto, ed in cui non è possibile pensare di operare in completa au-

tonomia senza collocare la propria attività in un quadro d’insieme più

ampio. Se da un lato gli investimenti degli operatori sono per ovvie ragio-

ni diretti verso i principali centri, l’intervento dell’Amministrazione e la

sua con-partecipazione nella realizzazione delle infrastrutture permetterà

di allargare il mercato consentendo la realizzazione di reti in grado di

fornire copertura all’intero territorio. Appare tuttavia evidente come sarà

necessario operare nell’ottica di una progettazione di lungo periodo mi-

rando a reperire una larga frazione delle risorse necessarie all’estensione

della rete utilizzando il canone delle aree in cui si è effettuata la coper-

tura. Questa attività, che in termini astratti può sembrare complessa, in

realtà si innesta in uno scenario in cui gli operatori possono operare in

sinergia valorizzando asset in loro possesso o su cui hanno intenzione di

investire negli anni a venire. Per esempio, la diffusione della rete LTE può

beneficiare fortemente della disponibilità di infrastrutture di backbone

a banda larga in grado di garantire l’ampiezza di banda necessaria per

sopportare l’accresciuto carico di rete generato dai dispositivi mobili e

dal pervasive computing. Inoltre, la possibilità per gli utenti di disporre di

connessioni domestiche a fibra ottica rende possibile ipotizzare la rapida

introduzione sul mercato di soluzioni a femto-cella che permettono la de-

finizione di modelli di business innovativi che garantiscono una notevole

fidelizzazione degli utenti rispetto ai servizi offerti dagli operatori.

L’articolazione dei piani di realizzazione delle opere dovrà consenti-

re di reperire nel tempo le risorse necessarie per completare i lavori. In

sostanza appare cruciale che, anche a fronte di precisi impegni delle isti-

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tuzioni, gli operatori definiscano piani operativi di lungo periodo che mi-

rino alla copertura completa dei territori. Ovviamente, in questo senso

appare cruciale la definizione di raggruppamenti d’impresa fra gli opera-

tori e partenariati fra gli operatori e l’Amministrazione Pubblica di livello

locale e regionale, che deve intervenire su diversi fronti per predisporre le

necessarie condizioni per la crescita del mercato delle ICT anche in zone

rurali in cui non sarebbe possibile garantire un adeguato ritorno agli in-

vestimenti necessari per la realizzazione delle infrastrutture. In sostanza,

gli operatori possono beneficiare da un lato del business generato dalla

gestione delle reti e, dall’altro possono ridurre il rischio d’impresa nella

realizzazione di investimenti importanti per la realizzazione di nuove in-

frastrutture. Il combinato di questi due elementi chiaramente promuove

l’impegno dell’industria delle telecomunicazioni e consente di avviare in

tempi rapidi la realizzazione di nuovi progetti di infrastrutturazione.

5.3 Fornitori di servizi

I fornitori di servizi sono certamente fra i principali attori che devono

essere coinvolti nel processo di realizzazione delle nuove infrastrutture

di rete. Infatti, i fornitori di servizi hanno un ruolo di facilitazione dei

processi di innovazione e determinano l’andamento e la crescita del mer-

cato del settore. Gli ambiti operativi in cui è necessario promuovere le

attività degli operatori che si occupano di sviluppo di servizi e di appli-

cazioni sono molteplici. Anzitutto è necessario promuovere le attività di

fornitura di servizi di consulenza integrata orientati alle piccole e medie

imprese del territorio. Approcciare in modo rigoroso l’introduzione di

tecnologia ed innovazione nelle PMI del territorio richiede anzitutto una

forte determinazione rispetto alla definizione, ri-definizione e consolida-

mento dei processi organizzativi delle aziende. Infatti, la vera barriera

all’adozione delle tecnologie è determinata anzitutto dalla scarsa cultura

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50

d’impresa che porta le aziende a formalizzare in modo lasco le loro orga-

nizzazioni, con conseguenti deficit in termini di flessibilità e di coscienza

rispetto ai margini di ottimizzazione dei processi. Il problema è amplifi-

cato quando si analizza la prospettiva di accorpamento produttivo e di

fusione delle imprese. Infatti, se da un lato, è sempre più necessario fa-

vorire la definizione di raggruppamenti in grado di operare su mercati di

livello nazionale ed europeo, è tuttavia frequente per le aziende scontrarsi

con le difficoltà che derivano dalla definizione di processi operativi inter-

organizzativi formalizzati ed efficienti, che consentano di organizzare e

condurre il lavoro fra una molteplicità di attori.

A valle della ridefinizione dei processi risulta cruciale la consulenza per

quanto concerne l’adozione di strumenti di lavoro innovativi in grado

di facilitare la conduzione di processi organizzativi ed inter-organizzativi

complessi, abilitando la collaborazione e consentendo di ottimizzare la

gestione del lavoro, incrementando la flessibilità delle organizzazioni e la

loro capacità di operare per il raggiungimento di obiettivi comuni. Appa-

re tuttavia evidente che in questo senso sia necessario da un lato lavorare

nell’ottica di definizione di nuovi strumenti applicativi in grado di adat-

tarsi alle specifiche esigenze delle piccole aziende nel corrente scenario

socio-tecnico. Nei prossimi anni, al pari dei sistemi gestionali necessari

all’amministrazione aziendale sarà infatti sempre più necessario dotar-

si di soluzioni di Unified Communications, di gestione della logistica

avanzata, di Customer Relation Management e di e-commerce. Inoltre, la

gestione di soluzioni di social computing sarà un’esigenza emergente sia

per le Amministrazioni che per le imprese, nell’ottica di semplificare la

relazione con la società e di valorizzare la gestione delle relazioni.

Infine è necessario lavorare sul lato dell’outsourcing. In questo senso

è auspicabile la crescita nel tessuto regionale di data center in grado di

fornire alle imprese le infrastrutture necessarie per abilitare l’erogazione

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di servizi basati su cloud computing, consentendo alle società più piccole

l’adozione a prezzi competitivi di strumenti enterprise per la gestione e

collaborazione aziendale. Il vantaggio delle tecnologie di cloud compu-

ting per le piccole imprese è determinato dalla possibilità di accedere

a servizi e applicazioni avanzate e allo stato dell’arte pagando solo un

canone proporzionale all’effettivo uso delle risorse. La disponibilità di

partner tecnologici sul territorio è un elemento centrale nell’approvvi-

gionamento di servizi avanzati. Infatti, nonostante il mercato interna-

zionale consenta di ottenere offerte molto competitive, la disponibilità

di partner locali permette alle aziende di avere una maggiore flessibilità

nella personalizzazione, gestione ed erogazione dei servizi di loro interes-

se. Inoltre, diverse esigenze di carattere normativo rendono improprio e

talvolta rischioso affidare i dati dell’azienda a partner che operano al di

fuori del territorio nazionale o europeo. Per esempio, in caso di malfun-

zionamenti o violazioni dei livelli di servizio concordati con un fornitore

di servizi straniero appare molto difficile condurre un’azione di rivalsa a

parziale rimborso dei danni o del mancato profitto patito dall’azienda.

Infine, se si intende operare promuovendo l’introduzione delle tecno-

logie nelle imprese appare evidente come sia necessario operare nell’am-

bito della gestione integrata dei sistemi informativi aziendali. Infatti,

garantire alti livelli di continuità dei servizi non può prescindere dal co-

stante controllo dei componenti del sistema operando tutte le necessarie

azioni correttive qualora si presentino situazioni anomale o di guasto.

Questo tipo di attività deve certamente essere effettuata all’interno dei

data center, ma non può non coinvolgere i sistemi allocati all’interno

dei confini aziendali, dedicando particolare attenzione ai servizi ed agli

apparati più importanti nella conduzione delle attività di core business.

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5.4 Associazioni di categoria e società civile

Come è apparso sino ad ora evidente, la realizzazione degli investimen-

ti per la realizzazione delle nuove infrastrutture di rete necessarie per la

definizione dei profondi piani di innovazione che dovranno consentire

di migliorare i servizi per i cittadini, le amministrazioni e le imprese ri-

chiedono una larga partecipazione degli attori sociali del territorio. Di

conseguenza, appare prezioso il contributo di associazioni di categoria e

società civile che, in un ambiente come il territorio veneto in cui è forte

il capitale sociale, possono essere preziosi alleati delle istituzioni nella

promozione dell’uso delle nuove tecnologie.

Le istituzioni e il mondo industriale faticano nel condurre importan-

ti opere di sensibilizzazione di cittadini ed imprese rispetto alle nuove

opportunità offerte dalle tecnologie. Sebbene molte informazioni siano

disponibili, manca ancora un quadro preciso ed esaustivo dell’uso delle

tecnologie nella società veneta e delle competenze di cittadini rispetto

all’uso di applicazioni e servizi Internet. Di conseguenza, appare neces-

sario un’importante attività di rilevazione che consenta di definire una

precisa offerta formativa volta a coinvolgere cittadini e imprese locali nel

processo di sviluppo tecnologico e innovazione del Veneto.

A valle di quest’attività, è necessario fornire alle imprese informazio-

ni volte a promuovere l’adozione di strumenti e tecnologie in grado di

semplificare il lavoro e di incrementare il livello di produttività degli im-

piegati. Giornate di studio, convegni e tavole rotonde potranno essere

organizzate per divulgare informazioni di base e per raccogliere pareri

dalle aziende più sensibili e interessate al tema. L’obiettivo è quello di

dimostrare con casi di studio concreti l’effettivo impatto dell’adozione

delle tecnologie di ICT nell’impresa, evidenziando il costo in termini

di risorse umane ed economiche, il tempo necessario per la realizzazio-

ne delle attività e i benefici ottenuti nel medio e lungo termine. Lungo

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queste direzioni nel 2011, Confindustria SI Veneto ha realizzato il Road

Show “Veneto Digitale” al quale hanno aderito imprese, privati e PA.

La manifestazione, organizzata in tutte le province del Veneto, aveva l’o-

biettivo di fare informazione sia sull’infrastruttura della banda larga, sia

sull’utilizzo delle nuove tecnologie digitali presso la PA e presso le impre-

se, per diffondere una nuova cultura d’impresa. Questa iniziativa ha avu-

to un riscontro e un’adesione superiore alle aspettative che testimoniano

l’interesse emergente sui temi legati all’ICT.

Sul versante della società civile, sarà invece opportuno operare su mol-

teplici fronti. A partire dall’idea che l’accesso alle tecnologie di ICT faccia

parte dei diritti di cittadinanza degli individui, sarà necessario promuovere

giornate di studio e corsi che, in partnership con le istituzioni, consentano

di accrescere il livello medio di competenze dei cittadini. I corsi dovranno

essere principalmente indirizzati alle categorie più fragili quali, ad esempio

gli anziani, che oggi risultano ancora scarsamente coinvolti nella società

dell’informazione. Inoltre, sarà necessario effettuare una forte opera di

divulgazione rispetto alle famiglie, fugando i dubbi e le diffidenze più co-

muni rispetto al tema dell’uso dei servizi Internet, ad esempio chiarendo

i benefici derivati dalla diffusione delle tecnologie di ICT nel semplificare

la relazione con la Pubblica Amministrazione, nel reperimento di beni e

servizi, o nella raccolta di notizie ed informazioni di interesse.

Infine, sia per quanto concerne le associazioni di categoria, che la so-

cietà civile, appare cruciale concorrere nell’innalzare il livello di coscienza

della società rispetto alla rilevanza del tema dell’ICT in relazione allo svi-

luppo del territorio. Gli alti investimenti necessari alla realizzazione delle

reti, si traducono infatti sia in rischi di impresa, sia in rischi in termini

di consenso politico, che però possono essere superati qualora la società

intera si mostri coesa nella volontà di realizzare le nuove infrastrutture.

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6. CONCLUSIONI

Lo sviluppo delle reti di telecomunicazioni a banda larga è certamente

un elemento di particolare rilevanza per il sistema economico e produtti-

vo regionale. Le nuove reti abilitano lo sviluppo di servizi e applicazioni

innovative in grado di rilanciare l’economia della regione con positivi

impatti sull’intero sistema produttivo. Tuttavia, raggiungere questi im-

portanti obiettivi richiede di operare in uno scenario caratterizzato da

forti vincoli di natura socio-economica. Da un lato infatti, la particolare

struttura del territorio e la diffusione dell’imprenditoria nel territorio re-

gionale rendono complesso identificare aree di sviluppo prioritarie su cui

iniziare a concentrare le risorse. Inoltre, la natura del tessuto industriale

regionale, dominato dalla presenza di PMI rende difficile l’adozione delle

tecnologie nel breve/medio termine.

Di conseguenza, è necessario allargare il mercato delle tecnologie di

ICT operando su una molteplicità di fattori. Anzitutto, in virtù della

rilevanza degli investimenti, appare necessario coinvolgere la cittadinan-

za nella realizzazione delle infrastrutture, mettendo al centro dell’attivi-

tà un’intensa azione volta ad accrescere le competenze sugli strumenti

di ICT. Inoltre, appare importante lavorare sul lato della divulgazione

tecnico-scientifica, per consentire alle aziende di sperimentare l’adozione

di nuovi strumenti nei loro processi produttivi.

A fianco di quest’attività è altrettanto rilevante predisporre tutti gli

elementi che possono facilitare la realizzazione delle reti. In questo senso,

appare sempre più importante aggiornare il quadro normativo che regola

la materia includendo le reti per le telecomunicazioni fra le infrastrutture

di urbanizzazione primaria dei territori. Inoltre, è evidente l’opportunità

di istituire il catasto delle infrastrutture tecnologiche del sottosuolo che

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permetta di registrare tutte le informazioni relative ad allocazione e carat-

teristiche degli asset dispiegati nel sottosuolo, promuovendone il riuso,

riducendo il rischio di danneggiamenti e consentendo la pianificazione

delle opere di scavo sul territorio a livello regionale.

Se da un lato il ruolo dell’Amministrazione Pubblica è certamente cen-

trale alla realizzazione delle condizioni abilitanti per la realizzazione dei

progetti di reti a banda larga, è altrettanto vero che l’industria deve ope-

rare in modo saggio e lungimirante. In particolare, il costo delle opere è

così elevato da rendere le reti a banda larga un monopolio naturale. Di

conseguenza è necessario promuovere nuovi modelli di business legati

principalmente all’erogazione di servizi, e promuovere raggruppamenti

d’impresa e partenariati pubblico privato che consentano di operare an-

che in aree a “fallimento di mercato”.

Infine, associazioni di categoria e società civile dovranno operare sul

fronte della sensibilizzazione, della divulgazione e dell’incremento delle

competenze medie di cittadini e imprenditori rispetto ai temi delle ICT.

Il ruolo di questi attori è molto rilevante in uno scenario in cui da un lato

è necessario agire con i principali attori sociali ed economici nell’ottica di

favorire la massima partecipazione ed inclusione nella definizione ed ar-

ticolazione dei progetti, dall’altro per garantire alle istituzioni il supporto

necessario per perseguire obiettivi onerosi che potranno portare risultati

importanti solo nel medio/lungo periodo.

Le precedenti considerazioni sostanzialmente evidenziano come la re-

alizzazione di una rete a banda larga non sia un processo puramente tec-

nico ma che, al contrario, debba essere preceduto da un articolato piano

di azione che richiede la collaborazione dell’intero tessuto sociale. Non

è possibile prescindere da queste considerazioni in uno scenario operati-

vo di riferimento caratterizzato dalla forte incertezza rispetto alle risorse

disponibili. In sostanza, appare sempre più evidente come la realizzazio-

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ne delle reti passi per la realizzazione di un circolo virtuoso in grado di

premiare le politiche e le amministrazioni che dedicano risorse all’ICT,

che aprono ed abilitano nuovi mercati, e che consentono uno sviluppo

armonico del tessuto economico e sociale del territorio.

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RINGRAZIAMENTI

Si ringraziano per la disponibilità dimostrata e le informazioni fornite

durante le interviste:

Giuseppe Bincoletto,

Presidente del Gruppo Terziario Innovativo di Unindustria Treviso

Stefano Miotto,

Direttore Confindustria Veneto SIAV Spa

Stella Occhialini,

Responsabile area Internazionalizzazione Confindustria Veneto

Gianni Potti,

Presidente Confindustria Servizi Innovativi Veneto

Elvio Tasso,

Dirigente Unità Complessa e-Government e Società dell’Informazione

della Regione Veneto

Roberto Zanardo,

Dirigente Servizio Tecnologie e Telecomunicazioni della Regione Veneto

Marco Zanetti,

Commissario Straordinario allo Sviluppo Economico della Regione Veneto

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RIFERIMENTI

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[27] W. M. Cohen, D. A. Levinthal, “Absorptive Capacity: A New Perspective on Le-arning and Innovation,” in Administrative Science Quarterly, Sage Press, Vol. 35, No. 1, Jan. 1990, pp. 128–52.

[28] T. Dandridge, “High-tech Potential?: An Exploratory Study of Very Small Firms Usage of the Internet,” in International Small Business Journal, Sage Press, Vol. 18, No. 2 Jan. 2000, pp. 81–91.

[29] J. E. Prieger, “The Supply Side of the Digital Divide: Is there Equal Availability in the Broadband Internet Access Market?,” in Economic Inquiry, Oxford Universi-ty Press, Vol. 41, No. 2, Apr. 2003, pp. 346–63.

[30] N. Corrocher, A. Ordanini, “Measuring the Digital Divide: A Framework for the Analysis of Cross-countries Differences,” in Journal of Information Technology, Palgrave Macmillan Publisher, Vol. 17, No. 1, Mar. 2002, pp. 9–19.

[31] A. Nucciarelli, B. M. Sadowski, P. O. Achard, “Emerging models of public-private interplay for European broadband access: evidence from the Netherlands and Italy,” in Telecommunications Policy, Elsevier, Vol. 34, No. 9, Aug. 2010, pp. 513–527.

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Questa pubblicazione è edita nella collana:Profili economici della Camera di Commercio di Treviso.

Le precedenti pubblicazioni sono:

1 I problemi finanziari delle PMI trevigiane: aspetti critici e strategie di intervento (1997)

2 Riforma fiscale e ricapitalizzazione delle imprese (1998

3 Le nuove sfide per i distretti industriali: sistemi cognitivi e reti transnazionali (1998)

4 La “rivoluzione” Euro: quali implicazioni per il finanziamento delle P.M.I.? (1998)

5 Un progetto di marketing territoriale per il distretto di Montebelluna - Offerta del territorio, contesti competitivi e possibili strategie di rilancio - (1998)

6 Immigrati: problema o risorsa? - L’immigrazione di extracomunitari nei territori evoluti con particolare riguardo alla provincia di Treviso - (1999)

7 Le opportunità dell’Euro Nouveau Marchè per le imprese ad alto potenziale di crescita (1999)

8 Guida “Crea la tua impresa a Treviso” (2000).

9 Convegno E–commerce frontiera del nuovo sviluppo” Tavola rotonda “Marketplace comunità e distretti virtuali. E-uforia o reali opportunità strategiche di sviluppo”(2000).

10 IL PROGRAMMA “JEV” - Agevolazioni alle imprese che intendono investire in Europa (2001).

11 Le politiche commerciali e di Marketing nel settore dell’arredamento - Ricerca sui distretti industriali del Livenza e del Quartier del Piave

12 Problematiche di internazionalizzazione dei distretti industriali della provincia di Treviso

13 La qualità nella Pubblica Amministrazione – Alcune esperienze negli enti locali

14 Analisi dell’organizzazione logistica del distretto industriale di Montebelluna

15 L’UEM, l’Euro e l’Ampliamento dell’Unione Europea

16 I Servizi integrati a tutela della Proprietà Industriale

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17 Qualità e certificazione nella Pubblica Amministrazione esperienze a confronto

18 Guida “Crea la tua impresa a Treviso”. (2004)

19 Atti “Giornata dell’economia” (17 Novembre 2003)

20 Premio Tesi di Laurea sull’Economia Trevigiana (6^ edizione –2003)

21 Nuove opportunità di finanziamento per le PMI – Dalla finanza innovativa al mercato expandi – (2 Aprile 2004)

22 Atti del ciclo di incontri informativi - “La normativa sulla sicurezza e conformità dei prodotti” – Gennaio Dicembre 2003

23 Studio preliminare sui potenziali nuovi Mercati di sbocco per lo Sport System Montebellunese – Settembre 2004

24 Atti del convegno “Lean Organization per lo sviluppo dell’eccellenza e della competitività

25 “Progettiamo il nostro futuro” Il Piano di Marketing territoriale per lo sviluppo di Roncade – Relazioni del Convegno (30 ottobre 2004)

26 Atti convegno – “Le performance economiche delle imprese trevigiane attraverso l’analisi aggregata dei bilanci” – 15 Novembre 2004

27 Convegno – “Il circolo virtuoso dell’innovazione: Qualità delle risorse umane, servizi e finanza” – 20 gennaio 2005

28 Collaborazione industriale e opportunita’ di mercato nelle regioni della nuova europa

29 Il mercato delle calzature sportive della nuova Europa

30 Analisi del Mercato dell’Abbigliamento Americano

31 Il mercato del mobile - Medio Oriente, Turchia e Nord Africa

32 L’esperienza del Progetto Lisp (Local Initiatives and Social Partnership art. 65 FSE azioni innovative)

33 “Codici Etici, Conflittualità: gestione del rischio d’impresa - Atti Workshop -12 e 19 Aprile 2007

34 L’Unità per il Reimpiego di Treviso: Un caso di governo delle politiche del lavoro

35 - Le prospettive di sviluppo infrastrutturale in provincia di Treviso - 2009

36 - Istituzioni e territorio: la Camera di Commercio di Treviso per lo

sviluppo dell’Economia locale (Anni 1995-2005)

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Finito di stamparenel mese di Ottobre 2012

nello stabilimento di Trevisostampa s.r.l.Villorba (TV)

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