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La “pizzica” La “pizzica” è una danza popolare tipica del Salento (ma anche della provincia di Taranto, della Bassa Murgia e del Materano): le sue prime tracce scritte si trovano ne diciottesimo secolo, ma si ritiene che le sue origini risalgano a epoche molto più lontane Questo tipo di musica, eseguita in forma accelerata, veniva utilizzata come una sorta di "esorcismo musicale", durante alcuni riti volti a curare le donne "tarantate": il tarantismo, una sindrome culturale di tipo isterico, veniva nel Sud Italia collegato al morso di una specie di ragni durante il periodo della mietitura. Tutte le persone che venivano morse dalla tarantola subivano, difatti, un vero e proprio shock e si riprendevano solo con l’ausilio della musica; iniziavano, quindi, a muoversi in modo molto strano mantenendo l’intero corpo aderente al suolo (simulavano in un certo senso le movenze dell’animale che li aveva morsi) e mostrando talvolta le proprie parti intime. Questo fenomeno, che andava avanti per giorni e giorni, si concludeva con la completa guarigione dei soggetti fino all’anno successivo (intorno al 29 giugno tutto ciò tornava, difatti, a ripetersi in modo ciclico) La danza coinvolge, come vuole la leggenda, le sole donne perchè erano le uniche ad essere morse dalla tarantola e sembra che tutto ciò sia fortemente correlato alle condizioni in cui le stesse erano costrette a vivere. La ‘pizzica’ ha subito diverse rivisitazioni (neo-pizzica), ma nella sua declinazione originale ci sono alcuni elementi basilari quali: ballo, giro, rotazioni e figure legate per braccia e mani. I passi fondamentali comprendono la camminata cadenzata, il passo saltellato e il passo puntato e vi sono inoltre diverse coreografie (giro per mano, ballo frontale, ballo circolare, rota e avvicinamento). Fulcro di tutto resta l’uso del tamburello, cui ritmo è la chiave essenziale per ritrovare il centro di noi stessi, per poter essere pronti ad intraprendere una ricerca interiore che non terminerà mai.

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La “pizzica” La “pizzica” è una danza popolare tipica del Salento (ma anche della provincia di Taranto, della Bassa Murgia e del Materano): le sue prime tracce scritte si trovano ne diciottesimo secolo, ma si ritiene che le sue origini risalgano a epoche molto più lontane

Questo tipo di musica, eseguita in forma accelerata, veniva utilizzata come una sorta di "esorcismo musicale", durante alcuni riti volti a curare le donne "tarantate": il tarantismo, una sindrome culturale di tipo isterico, veniva nel Sud Italia collegato al morso di una specie di ragni durante il periodo della mietitura. Tutte le persone che venivano morse dalla tarantola subivano, difatti, un vero e proprio shock e si riprendevano solo con l’ausilio della musica; iniziavano, quindi, a muoversi in modo molto strano mantenendo l’intero corpo aderente al suolo (simulavano in un certo senso le movenze dell’animale che li aveva morsi) e mostrando talvolta le proprie parti intime. Questo fenomeno, che andava avanti per giorni e giorni, si concludeva con la completa guarigione dei soggetti fino all’anno successivo (intorno al 29 giugno tutto ciò tornava, difatti, a ripetersi in modo ciclico) La danza coinvolge, come vuole la leggenda, le sole donne perchè erano le uniche ad essere morse dalla tarantola e sembra che tutto ciò sia fortemente correlato alle condizioni in cui le stesse erano costrette a vivere. La ‘pizzica’ ha subito diverse rivisitazioni (neo-pizzica), ma nella sua declinazione originale ci sono alcuni elementi basilari quali: ballo, giro, rotazioni e figure legate per braccia e mani. I passi fondamentali comprendono la camminata cadenzata, il passo saltellato e il passo puntato e vi sono inoltre diverse coreografie (giro per mano, ballo frontale, ballo circolare, rota e avvicinamento). Fulcro di tutto resta l’uso del tamburello, cui ritmo è la chiave essenziale per ritrovare il centro di noi stessi, per poter essere pronti ad intraprendere una ricerca interiore che non terminerà mai.