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ANCHE ALLA FIERA DI VERONA LA NOSTRA REGIONE SI CONFERMA PRIMATISTA NELL’ESPORTAZIONE La Campania protagonista a “Vinitaly” LA 45ª EDIZIONE di Laura Caico l fascino del Sol Levante. Una comune passione per la cucina giapponese ha portato i fidanzati Alessia Truda e Sergio Giordano (insieme nella foto) a unirsi anche in campo lavorativo, entrando in società e creando un locale in omaggio all’arcipelago dell’ocea- no Pacifico, il “Jorudan Sushi”, da poco aperto ma già ben avviato e frequentato dalla Napoli-bene, an- siosa di testare le novità e scopri- re ritrovi interessanti: il “Jorudan” insomma, è già noto ad artisti, pro- fessori, calciatori, imprenditori e clienti esigenti come un piccolo paradiso gastronomico di impron- ta nipponica, al punto che in au- tunno si prevede di aprirne una “fi- liale” anche a Posillipo. Non man- cano, ovviamente, anche i clienti stranieri desiderosi di ritrovare nel piccolo e curatissimoristorante in via Tasso uno spicchio di Oriente, sicuri della qualità e dell’igiene che caratterizzano le preparazioni: og- gi, infatti, assaporare sushi ed altre pietanze giapponesi è quasi un at- to di fede, a causa della paura col- lettiva - esageratamente pubbli- I cizzata dai media - sorta in segui- to alla catastrofe che ha colpito lo Stato insulare dell'Asia orientale. La tragedia della centrale nuclea- re ha creato la “sushi fobia”, al pun- to che la gente comune pensa che persino i salmoni serviti in questi locali arrivino dal Giappone, quan- do poi è risaputo che la maggior produzione mondiale proviene dal- la Norvegia: va, invece, ribadito fermamente che il pesce servito nei ristoranti di sushi italiani viene per lo più tutto dal Mediterraneo e che, al contrario, sono i giappone- si che comprano i nostri tonni. «In questo momento nulla viene dal Giappone, - assicura Alessia Tru- da - paese dal quale al più si com- prano generi come birra, sake e so- ya, che, peraltro, sono prodotti in Europa su licenza delle compagnie giapponesi (la birra Asahi, infatti, è prodotta nella Repubblica Ceca e la salsa di soya Kikkoman in Olanda): i nostri prodotti, tutti di altissima qualità, sono selezionati e acquistati in più paesi tranne che in Giappone, data la situazione contingente». Tra gli “sfizi” più in voga al “Jorudan” in questo perio- do - prediletti dalle comitive di ra- gazzi che amano sperimentare sa- pori inediti o di amiche single che si riuniscono nel weekend per tra- scorrere serate distensive “al fem- minile” intorno a un’appetitosa ta- vola - ecco il “nigiri toro” (ventresca di tonno), seguito da “uramaki but- ter fish” o uova di pesce volante, per finire con la “tartare di branzi- no”, superlative ricette per delizia- re la mente ed il palato come so- stiene una delle clienti più affezio- nate, Stella Giannicola, titolare del centro benessere “Dibi” di via Pon- tano, molto attenta ai valori nutri- zionali dei cibi e al mantenimento del peso-forma. La novità del “Jo- rudan” non è solo quella di portare a Napoli la vera arte della cucina giapponese, ma anche di conse- gnarla a domicilio con la cura at- tenta di ogni dettaglio per ricreare a casa la stessa atmosfera del lo- cale: mantenendo inalterata la qua- lità del prodotto, con un packaging estremamente elegante e raffina- to, le splendide confezioni “box” del “Jorudan sushi” consentono un take away e delivery di alta clas- se, dove la coreografica rappre- sentazione delle pietanze all’inter- no delle scatole è perfetta e senza sovrapprezzi. Il corredo di acces- sori e condimenti “Jorudan sushi” per le cene casalinghe è completo di salse, wasabi, soya, ciopstik (tra- dizionali bacchette in legno, affu- solate e di piccole dimensioni, in coppie di uguale lunghezza), cio- toline per la soya, per far sì che il piacere del sushi prevalga su tut- to e si debba solo sedersi e gusta- re le prelibatezze ordinate: «La no- stra vocazione è quindi quella di riuscire a garantire a casa dei clienti un altissimo livello di quali- tà di cibo, da assaporare comoda- mente sul divano, per un comple- anno o semplicemente per una ce- na tra amici, una serata romanti- ca, anche se è altrettanto piacevo- le venire a consumare a via Tasso, accomodati ad uno dei tre tavoli, o direttamente al bancone affac- ciato sul sushi men che prepara a vista, come la tradizione giappo- nese vuole», asserisce Sergio Gior- dano, tornato a Napoli dopo una lunga permanenza in Oriente. Il su- shi “tradizionale” - la vera e propria arte giapponese - necessita di un vero cuoco originario del posto e al “Jorudan Sushi” lo si trova, sem- pre indaffarato e abile mentre pre- para i manicaretti che acconten- tano tanti sofisticati gourmet: una nuova era di piaceri del palato - che salvaguardano anche la linea - è dunque iniziata in città col so- gno d’amore e di lavoro di Alessia e Sergio e del loro accogliente “Jo- rudan Sushi”, delizioso angolo de- dicato al Paese del Sole nascente. PIATTI TIPICI NEL LOCALE DI VIA MONTEOLIVETO Serate a base di cucina piccante nel ristorante “Il Cerasiello” el cuore di Napoli, a due passi dal porto e a soli cinque minuti dalla stazione ferroviaria, per gustare piatti unici come i bucatini Cera- siello o le linguine al cartoccio. Il ristorante-pizzeria di via Monteoliveto, guidato dal binomio Cristiano Capitano e Nino Cascella (insieme nella fo- to), si sta imponendo come punto di riferimento dell’offerta gastronomica partenopea: «Abbiamo in gestione il “Cerasiello” da soli otto mesi - spie- ga Capitano, già direttore del locale nei cinque anni precedenti - ed ab- biamo imposto una nuova politica aziendale con offerte irresistibili per il pubblico di tutti i giorni, composto da studenti e impiegati dei numerosi uffici della zona, ma anche con un ampio ventaglio di piatti tipici della tra- dizione partenopea, per andare incontro alle esigenze dei turisti che frequentano il locale». Aper- ti sempre, a pranzo e cena, nei giorni feriali come in quelli fe- stivi, la presenza costante ed in- stancabile dei titolari è garanzia di efficienza nel servizio e cor- tesia verso gli ospiti. Specializ- zati nella proposta di pietanze senza glutine, le sale capaci di ospitare fino a centosessanta persone contemporaneamente, sono tutte dotate di impianti per consentire ai clienti di seguire in diretta tv i più im- portanti eventi sportivi. Dalla possibilità di utilizzare buoni pasto dal lu- nedì al venerdì (solo a pranzo) alla prenotazione di sale per feste private, la soddisfazione del cliente è il primo obiettivo da raggiungere. Infine, una curiosità: che cosa è che compare anche nel logo del ristorante-pizzeria? “Il cerasiello”? A svelare l’arcano è lo stesso Cristiano Capitano, che da anni si sente porre quotidianamente la stessa domanda: «Molti clienti, an- che napoletani, credono si tratti di un pomodoro. In realtà il cerasiello è una qualità di peperoncino di origine calabrese dalla forma tonda, simile alla ciliegia, da qui il richiamo al termine cerasa che in dialetto napoleta- no indica il succoso frutto estivo». Come dire, un nome che mette un po’ di piccante sulle serate da passare in compagnia al “Cerasiello”. N di Mimmo Sica l “Vinitaly” 2011 di Verona dà un messaggio forte e confortante: il mercato è in ripresa. Dai dati forni- ti il 1° aprile scorso dall’Oiv (Orga- nisation internazionale de la vigne et du vin) risulta, infatti, che nel 2010 gli acquisti di vino a livello mondiale sono in controtendenza ri- spetto alla caduta dei consumi che ha caratterizzato il biennio 2008- 2009. Gli incrementi maggiori li ha fatti registrare il Cile con il suo +10%. In Italia, come in Francia, le vendite hanno tenuto. Nell’export, poi, i vini italiani hanno fatto regi- strare un trend di notevole crescita con il fatturato raggiunto nel 2010 di 3,9 miliardi di euro pari a +11,9%. Altro dato positivo è quello che emerge dalla recente indagine del Censis che ha rilevato che il giro di affari del turismo enogastronomico in Italia è stimato circa 5 miliardi e che almeno 5 milioni di turisti opta- no per percorsi legati al vino e alla gastronomia. Questa 45ª edizione di I “Vinitaly” si apre nel migliore dei modi e, per celebrare con il “netta- re degli dei” i 150 anni dell’Unità d’Italia, Ettore Riello, presidente del- l’ente fiera ospitante, ha ideato la confezione, limitata a 3.400 unità, di due bottiglie, rosso e bianco. La ca- ratteristica è che il cuvèe deriva dal- l’amalgama di 20 vitigni autoctoni a bacca rossa e 20 a bacca bianca. La Campania si presenta al “Vinita- ly” forte del primato nazionale che detiene nell’esportazione. Nel pri- mo semestre dello scorso anno, in- fatti, ha avuto un incremento del 27% rispetto allo stesso periodo del 2009. Premiate sono state soprat- tutto le piccole e medie aziende gra- zie, anche, alla preferenza data ai vi- tigni di casa rispetto a quelli fuori regione. Con i suoi 246 espositori, su un totale complessivo di 4.016 (di cui 95 sono stranieri), la Campania è quarta nella graduatoria delle re- gioni italiane. Significativo il rientro tra gli espositori di numerose azien- de leader del settore. Di grande ef- fetto la “location” progettata da Hi- karu Mori e Maurizio Zito su uno spazio di 4.800mq: una “maglia” senza soluzione di continuità e lie- vemente irregolare, con alcune iso- le al 1° piano, che, riproducendo l’immagine di un grande vigneto ricco di filari connessi tra di loro, dà vita alla “Vigna Campania”. Molto apprezzato dai produttori e dal pub- blico il nuovo claim “Campania, da noi il vino è arte” che lega territorio, storia e cultura della nostra regione. Numerose le iniziative promosse dall’assessorato. Tra queste la tre giorni, che parte oggi, dedicata a 60 buyers internazionali. Alla presen- tazione c’erano Tommaso De Simo- ne, presidente Unioncamere, Mau- rizio Maddaloni, presidente della Ca- mera di Commercio di Napoli, Co- stantino Capone, presidente della Camera di Commercio di Salerno, Gennarino Masiello, presidente del- la Camera di Commercio di Bene- vento, Edmondo Cirielli, presidente della Provincia di Salerno e l’asses- sore Vito Amendolara. Ha modera- to Luciano D’Aponte dell’assesso- rato all’Agricoltura. Forte il mes- saggio dell’assessore: «La promo- zione e la valorizzazione della viti- coltura campana non finisce con “Vinitaly”. Dal 22 al 24 maggio pros- simo a Castel dell’Ovo ci sarà “Viti- gno Italia”. In quell’occasione met- teremo in campo una serie di even- ti che coniugheranno enogastrono- mia, arte e cultura. Si partirà dal Pa- lazzo Reale dove c’è la mostra della Regina Margherita. Connubio, quin- di, tra dieta mediterranea e patri- monio Unesco. Infatti, sia il Palazzo Reale che la dieta mediterranea so- no patrimonio Unesco». In conclu- sione, Giorgio Calabrese, medico specializzato in nutrizione ed ali- mentazione e membro dell’Orga- nizzazione Nazionale Assaggiatori del Vino, in un suo intervento ha precisato che i vini campani, per il particolare microclima della regio- ne, sono quasi irripetibili. «La loro ricchezza di polifenoli e di resvera- trolo - ha concluso - li rendono be- nefici per la salute, sempre che sia- no bevuti nelle giuste quantità». DOMENICA 10 APRILE 2011 ORE 19.00 MARIO CAVALLINI PRESENTA INCANTONAPOLI Datura La Nuova 150 ° 1861> 2011 ristorante pizzeria 1916 La “pizza Italia” nasce dall’idea di coniugare i migliori prodotti del made in Italy attraverso una visione cromatica “tricolore” per rendere omaggio al 150° festeggiamento dell’unità d’Italia, e diffondere i prodotti tipici italiani accuratamente selezionati Mozzarella di bufala DOP Campana Pomodoro IGP di Pachino Carciofo spinoso di Albenga Gorgonzola DOP Grana Padano DOP Olio Extravergine d’oliva Chianti DOP Via Bernini 29/31 Tel. 0815782248 La conferenza stampa con i rappresentanti istituzionali della Campania LA CUCINA GIAPPONESE DI ALESSIA TRUDA E SERGIO GIORDANO “Jorudan Sushi”, il fascino del Sol Levante IL LOCALE NOTTE&GIORNO 21 sabato 9 aprile 2011

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ANCHE ALLA FIERA DI VERONA LA NOSTRA REGIONE SI CONFERMA PRIMATISTA NELL’ESPORTAZIONE

La Campania protagonista a “Vinitaly”LA 45ª EDIZIONE

di Laura Caico

l fascino del Sol Levante. Unacomune passione per la cucina

giapponese ha portato i fidanzatiAlessia Truda e Sergio Giordano(insieme nella foto) a unirsi anchein campo lavorativo, entrando insocietà e creando un locale inomaggio all’arcipelago dell’ocea-no Pacifico, il “Jorudan Sushi”, dapoco aperto ma già ben avviato efrequentato dalla Napoli-bene, an-siosa di testare le novità e scopri-re ritrovi interessanti: il “Jorudan”insomma, è già noto ad artisti, pro-fessori, calciatori, imprenditori eclienti esigenti come un piccoloparadiso gastronomico di impron-ta nipponica, al punto che in au-tunno si prevede di aprirne una “fi-liale” anche a Posillipo. Non man-cano, ovviamente, anche i clientistranieri desiderosi di ritrovare nelpiccolo e curatissimoristorante invia Tasso uno spicchio di Oriente,sicuri della qualità e dell’igiene checaratterizzano le preparazioni: og-gi, infatti, assaporare sushi ed altrepietanze giapponesi è quasi un at-to di fede, a causa della paura col-lettiva - esageratamente pubbli-

I

cizzata dai media - sorta in segui-to alla catastrofe che ha colpito loStato insulare dell'Asia orientale.La tragedia della centrale nuclea-re ha creato la “sushi fobia”, al pun-to che la gente comune pensa chepersino i salmoni serviti in questilocali arrivino dal Giappone, quan-do poi è risaputo che la maggiorproduzione mondiale proviene dal-la Norvegia: va, invece, ribaditofermamente che il pesce servitonei ristoranti di sushi italiani vieneper lo più tutto dal Mediterraneo eche, al contrario, sono i giappone-si che comprano i nostri tonni. «Inquesto momento nulla viene dal

Giappone, - assicura Alessia Tru-da - paese dal quale al più si com-prano generi come birra, sake e so-ya, che, peraltro, sono prodotti inEuropa su licenza delle compagniegiapponesi (la birra Asahi, infatti,è prodotta nella Repubblica Cecae la salsa di soya Kikkoman inOlanda): i nostri prodotti, tutti dialtissima qualità, sono selezionatie acquistati in più paesi tranne chein Giappone, data la situazionecontingente». Tra gli “sfizi” più invoga al “Jorudan” in questo perio-do - prediletti dalle comitive di ra-gazzi che amano sperimentare sa-pori inediti o di amiche single chesi riuniscono nel weekend per tra-scorrere serate distensive “al fem-minile” intorno a un’appetitosa ta-vola - ecco il “nigiri toro” (ventrescadi tonno), seguito da “uramaki but-ter fish” o uova di pesce volante,per finire con la “tartare di branzi-no”, superlative ricette per delizia-re la mente ed il palato come so-stiene una delle clienti più affezio-nate, Stella Giannicola, titolare delcentro benessere “Dibi” di via Pon-tano, molto attenta ai valori nutri-zionali dei cibi e al mantenimentodel peso-forma. La novità del “Jo-rudan” non è solo quella di portarea Napoli la vera arte della cucinagiapponese, ma anche di conse-gnarla a domicilio con la cura at-tenta di ogni dettaglio per ricrearea casa la stessa atmosfera del lo-cale: mantenendo inalterata la qua-lità del prodotto, con un packagingestremamente elegante e raffina-to, le splendide confezioni “box”del “Jorudan sushi” consentono untake away e delivery di alta clas-

se, dove la coreografica rappre-sentazione delle pietanze all’inter-no delle scatole è perfetta e senzasovrapprezzi. Il corredo di acces-sori e condimenti “Jorudan sushi”per le cene casalinghe è completodi salse, wasabi, soya, ciopstik (tra-dizionali bacchette in legno, affu-solate e di piccole dimensioni, incoppie di uguale lunghezza), cio-toline per la soya, per far sì che ilpiacere del sushi prevalga su tut-to e si debba solo sedersi e gusta-re le prelibatezze ordinate: «La no-stra vocazione è quindi quella diriuscire a garantire a casa deiclienti un altissimo livello di quali-tà di cibo, da assaporare comoda-mente sul divano, per un comple-anno o semplicemente per una ce-na tra amici, una serata romanti-ca, anche se è altrettanto piacevo-le venire a consumare a via Tasso,accomodati ad uno dei tre tavoli,o direttamente al bancone affac-ciato sul sushi men che prepara avista, come la tradizione giappo-nese vuole», asserisce Sergio Gior-dano, tornato a Napoli dopo unalunga permanenza in Oriente. Il su-shi “tradizionale” - la vera e propriaarte giapponese - necessita di unvero cuoco originario del posto e al“Jorudan Sushi” lo si trova, sem-pre indaffarato e abile mentre pre-para i manicaretti che acconten-tano tanti sofisticati gourmet: unanuova era di piaceri del palato -che salvaguardano anche la linea -è dunque iniziata in città col so-gno d’amore e di lavoro di Alessiae Sergio e del loro accogliente “Jo-rudan Sushi”, delizioso angolo de-dicato al Paese del Sole nascente.

PIATTI TIPICI NEL LOCALE DI VIA MONTEOLIVETO

Serate a base di cucina piccantenel ristorante “Il Cerasiello”

el cuore di Napoli, a due passi dal porto e a soli cinque minuti dallastazione ferroviaria, per gustare piatti unici come i bucatini Cera-

siello o le linguine al cartoccio. Il ristorante-pizzeria di via Monteoliveto,guidato dal binomio Cristiano Capitano e Nino Cascella (insieme nella fo-to), si sta imponendo come punto di riferimento dell’offerta gastronomicapartenopea: «Abbiamo in gestione il “Cerasiello” da soli otto mesi - spie-ga Capitano, già direttore del locale nei cinque anni precedenti - ed ab-biamo imposto una nuova politica aziendale con offerte irresistibili per ilpubblico di tutti i giorni, composto da studenti e impiegati dei numerosiuffici della zona, ma anche con un ampio ventaglio di piatti tipici della tra-

dizione partenopea, per andareincontro alle esigenze dei turistiche frequentano il locale». Aper-ti sempre, a pranzo e cena, neigiorni feriali come in quelli fe-stivi, la presenza costante ed in-stancabile dei titolari è garanziadi efficienza nel servizio e cor-tesia verso gli ospiti. Specializ-zati nella proposta di pietanzesenza glutine, le sale capaci di

ospitare fino a centosessanta persone contemporaneamente, sono tuttedotate di impianti per consentire ai clienti di seguire in diretta tv i più im-portanti eventi sportivi. Dalla possibilità di utilizzare buoni pasto dal lu-nedì al venerdì (solo a pranzo) alla prenotazione di sale per feste private,la soddisfazione del cliente è il primo obiettivo da raggiungere. Infine, unacuriosità: che cosa è che compare anche nel logo del ristorante-pizzeria?“Il cerasiello”? A svelare l’arcano è lo stesso Cristiano Capitano, che daanni si sente porre quotidianamente la stessa domanda: «Molti clienti, an-che napoletani, credono si tratti di un pomodoro. In realtà il cerasiello èuna qualità di peperoncino di origine calabrese dalla forma tonda, similealla ciliegia, da qui il richiamo al termine cerasa che in dialetto napoleta-no indica il succoso frutto estivo». Come dire, un nome che mette un po’di piccante sulle serate da passare in compagnia al “Cerasiello”.

N

di Mimmo Sica

l “Vinitaly” 2011 di Verona dà unmessaggio forte e confortante: il

mercato è in ripresa. Dai dati forni-ti il 1° aprile scorso dall’Oiv (Orga-nisation internazionale de la vigneet du vin) risulta, infatti, che nel2010 gli acquisti di vino a livellomondiale sono in controtendenza ri-spetto alla caduta dei consumi cheha caratterizzato il biennio 2008-2009. Gli incrementi maggiori li hafatti registrare il Cile con il suo+10%. In Italia, come in Francia, levendite hanno tenuto. Nell’export,poi, i vini italiani hanno fatto regi-strare un trend di notevole crescitacon il fatturato raggiunto nel 2010di 3,9 miliardi di euro pari a +11,9%.Altro dato positivo è quello cheemerge dalla recente indagine delCensis che ha rilevato che il giro diaffari del turismo enogastronomicoin Italia è stimato circa 5 miliardi eche almeno 5 milioni di turisti opta-no per percorsi legati al vino e allagastronomia. Questa 45ª edizione di

I“Vinitaly” si apre nel migliore deimodi e, per celebrare con il “netta-re degli dei” i 150 anni dell’Unitàd’Italia, Ettore Riello, presidente del-l’ente fiera ospitante, ha ideato laconfezione, limitata a 3.400 unità, didue bottiglie, rosso e bianco. La ca-ratteristica è che il cuvèe deriva dal-l’amalgama di 20 vitigni autoctonia bacca rossa e 20 a bacca bianca.La Campania si presenta al “Vinita-ly” forte del primato nazionale chedetiene nell’esportazione. Nel pri-mo semestre dello scorso anno, in-fatti, ha avuto un incremento del27% rispetto allo stesso periodo del2009. Premiate sono state soprat-tutto le piccole e medie aziende gra-zie, anche, alla preferenza data ai vi-tigni di casa rispetto a quelli fuoriregione. Con i suoi 246 espositori,su un totale complessivo di 4.016 (dicui 95 sono stranieri), la Campaniaè quarta nella graduatoria delle re-gioni italiane. Significativo il rientrotra gli espositori di numerose azien-de leader del settore. Di grande ef-fetto la “location” progettata da Hi-

karu Mori e Maurizio Zito su unospazio di 4.800mq: una “maglia”senza soluzione di continuità e lie-vemente irregolare, con alcune iso-le al 1° piano, che, riproducendol’immagine di un grande vignetoricco di filari connessi tra di loro, dàvita alla “Vigna Campania”. Moltoapprezzato dai produttori e dal pub-blico il nuovo claim “Campania, danoi il vino è arte” che lega territorio,storia e cultura della nostra regione.Numerose le iniziative promossedall’assessorato. Tra queste la tregiorni, che parte oggi, dedicata a 60buyers internazionali. Alla presen-tazione c’erano Tommaso De Simo-ne, presidente Unioncamere, Mau-rizio Maddaloni, presidente della Ca-mera di Commercio di Napoli, Co-stantino Capone, presidente dellaCamera di Commercio di Salerno,Gennarino Masiello, presidente del-la Camera di Commercio di Bene-vento, Edmondo Cirielli, presidentedella Provincia di Salerno e l’asses-sore Vito Amendolara. Ha modera-to Luciano D’Aponte dell’assesso-

rato all’Agricoltura. Forte il mes-saggio dell’assessore: «La promo-zione e la valorizzazione della viti-coltura campana non finisce con“Vinitaly”. Dal 22 al 24 maggio pros-simo a Castel dell’Ovo ci sarà “Viti-gno Italia”. In quell’occasione met-teremo in campo una serie di even-ti che coniugheranno enogastrono-mia, arte e cultura. Si partirà dal Pa-lazzo Reale dove c’è la mostra dellaRegina Margherita. Connubio, quin-di, tra dieta mediterranea e patri-monio Unesco. Infatti, sia il PalazzoReale che la dieta mediterranea so-no patrimonio Unesco». In conclu-sione, Giorgio Calabrese, medicospecializzato in nutrizione ed ali-mentazione e membro dell’Orga-nizzazione Nazionale Assaggiatoridel Vino, in un suo intervento haprecisato che i vini campani, per ilparticolare microclima della regio-ne, sono quasi irripetibili. «La lororicchezza di polifenoli e di resvera-trolo - ha concluso - li rendono be-nefici per la salute, sempre che sia-no bevuti nelle giuste quantità».

DOMENICA 10 APRILE 2011 ORE 19.00

MARIO CAVALLINIPRESENTA

INCANTONAPOLI

DaturaLa Nuova

150°1861> 2011 ristorante

pizzeria 1916

La “pizza Italia” nasce dall’idea di coniugare i migliori prodotti del made in Italy attraverso una visione cromatica “tricolore” per rendere omaggio al 150° festeggiamento dell’unità d’Italia, e diffondere i prodotti tipici italiani accuratamente selezionati

Mozzarella di bufala DOP CampanaPomodoro IGP di Pachino

Carciofo spinoso di AlbengaGorgonzola DOP

Grana Padano DOPOlio Extravergine d’oliva Chianti DOP

Via Bernini 29/31 Tel. 0815782248

La conferenza stampa con i rappresentanti istituzionali della Campania

LA CUCINA GIAPPONESE DI ALESSIA TRUDA E SERGIO GIORDANO

“Jorudan Sushi”, il fascino del Sol LevanteIL LOCALE

NOTTE&GIORNO 21sabato 9 aprile 2011