ERGILIO AMBOSO ELICIANO LGIATI · Sorella cicala Modello ed esempio ...
L’epigramma · 2014. 6. 6. · Prof.ssa F. Carta Liceo G.M. Dettori Cagliari 17 • In morte di...
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LL’’epigrammaepigramma
in età alessandrina
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L’epigramma
• L’epigramma accompagna la letteratura greca in tutto il suo svolgimento, dagli albori all’etàbizantina.
• In origine era costituito da una breve iscrizione in versi, incisa su vasi, coppe offerte votive, stele funerarie e, il suo stesso significato “scritto sopra” dichiara la destinazione dell’oggetto
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Vaso del Dipylon (740/725)
• Il testo si trova in un’anfora
vinaria proveniente da Atene,
risalente alla seconda metà
dell’VIII secolo. Si tratta di un
esamentro e dell’inizio, lacunoso
di un secondo verso dattilico da
cui si apprende che l’oi\nocoéh,
destinata a chi tra tutti i ballerini
danzi con maggiore eleganza,
rappresenta il premio della gara
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Coppa di Nestore (735/720)
• Si tratta di un trimetro giambico seguito da due esametri in cui a presentarsi è lo stesso pothérion: “di Nestore sono la coppa da cui si beve e chi da questa coppa beva, quello subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona”
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• Nel VI secolo compare l’epigramma costituito
da esametro e pentametro:
il distico elegiaco.
L’attestazione più antica è l’iscrizione relativa
alla grande statua aurea di Zeus al tempio di
Era ad Olimpia pervenuta per via letteraria:
Se io non sono un colosso battuto in oro, perisca la
schiatta dei Cipselidi
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Caratteristica dell’epigramma arcaico
• brevità
• stile sobrio e austero
• destinazione pratica
• anonimato
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Epigramma classico
• Si evolve verso forme più mosse ed aggraziate, talora
prolisse;
• nel filone sepolcrale si accentua l’intento idealizzante
che rappresenta il defunto come un esempio di virtù;
• di icastica essenzialità gli epigrammi di stato per i
grandi cimiteri collettivi:
• si pensi al distico per i caduti alle Termopoli
(O straniero, annuncia ai Lacedemoni che qui
giacciamo, obbedendo alle loro parole)
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Erinna
• Fiorita verso la seconda metà del IV secolo, ci
ha lasciato due epitafi per l’amica Bauci,
sviluppando il tema caro agli alessandrini della
mors immatura, ed un terzo epigramma che
presenta il relistico ritratto di una fanciulla.
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• L’epigramma ha il suo massimo sviluppo in
età ellenistica: le profonde trasformazioni
sociali e il conseguente individualismo
avevano determinato un nuovo gusto letterario.
• L’epigramma rappresenta la forma d’arte più
congeniale ai nuovi gusti per la sua intrinseca
brevità
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LL’’Antologia PalatinaAntologia Palatina
• Deriva il proprio nome dalla Biblioteca Palatina di Heidelberg, dove ne fu scoperto l’unico manoscritto alla fine del XVI secolodall’umanista Claudio Salmasio;
• probabilmente composta da vari copisti intorno alla metàdell’XI secolo;
• raccoglie circa 3700 epigrammi per un totale di cicrca 23.000 versi;
• si articola in 15 libri
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Contenuto
• Libro I, epigrammi cristiani
• Libro II, descrizioni di statue del ginnasio Zeuxippo di Costantinopoli
• Libro III, epigrammi relative ai bassorilievi del tempio di Apollonide a Cìzico
• Libro IV, proemi di Meleagro, Filippo e Agazia
• Libro V, epigrammi erotici
• Libro VI, epigrammi votivi
• Libro VII, epigrammi funebri
• Libro VIII, epigrammi di Gregorio di Nazianzio
• Libro IX, epigrammi epidittici
• Libro X, epigrammi protrettici
• Libro XI, epigrammi conviviali e satirici
• Libro XII, epigrammi pederastici
• Libro XIII, epigrammi in metro vario
• Libro XIV, epigrammi aritmetici, indovinelli e oracoli
• Libro XV, epigrammi vari
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Corona di MeleagroCorona di Meleagro
• Prima raccolta di cui si ha notizia, prende il
nome dall’epigramma che funge da proemio in
cui Meleagro paragona ciascun poeta incluso
nella sua raccolta a un fiore o a una pianta.
• La silloge racoglie epigrammi di 46 autori
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Raccolta di Costantino CefalaRaccolta di Costantino Cefala
• La silloge di MeleagroMeleagro insieme a quelle
successive di Filippo di TessalonicaFilippo di Tessalonica (I secolo
d.C. ) e di AgaziaAgazia (Vi secolo d.C.)
contribuirono a formare la raccolta di
Costantino CefalaCostantino Cefala (IX-X secolo d.C.), il
precedente più importante dell’Antologia
Palatina
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Antologia PlanudeaAntologia Planudea
• Compilata dal monaco bizantino Massimo
Planude nel 1299 d.C., comprende circa 2400
epigrammi divisi in sette libri.
• 388 epigrammi sono nuovi rispetto a quelli
dell’Antologia Palatina.
• Nelle edizioni moderne sono solitamente
aggiunti alla Palatina come XVI libro
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Le scuole epigrammatiche
•• La scuola doricoLa scuola dorico--peloponnesiacapeloponnesiaca
– Anite e Nosside
•• La scuola ionicoLa scuola ionico--alessandrinaalessandrina
– Asclepiade e Posidippo
•• La scuola feniciaLa scuola fenicia
– Meleagro e Filodemo
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AniteAnite
• Di AniteAnite sopravvivono una ventina di
epigrammi di colorito dorico nella lingua e
nello stile. Tra i temi trattati emergono gli
epicedi per la morte di animaletti e quadretti
rustici e scene naturali che mostrano attenzione
per la dimensione privata del vivere
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• In morte di un grillo e di una cicala
A un grillo, usignolo dei campie a una cicala, ospite delle querce,piangendo molte lagrime infantili,
una tomba comune fece Miro.Ade crudele le strappò di colpo
i suoi amati trastulli.
• (Ricorda l’epicedio di Catullo per la morte del passero di Lesbia)
• Paesaggio agreste
Siedi, o tu, sotto la florida chioma di questo bel lauro,
e bevi la dolce acqua della vergine fonte;
sì che affannate dall'afa estiva le care tue membra
riposino blandite dal respiro di Zefiro.
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Per la statua di una fanciulla
Oh! non a te lo splendore del talamo e i sacri imenei:la madre a te su questa tomba di marmo pose
una fanciulla che ha proprio la tua statura e bellezza,o Tersi: ti possiamo parlare benchè morta.
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NossideNosside
• Di Nosside Nosside restano undici epigrammi; nella
scuola peloponnesiaca si distingue per il filone
amoroso e l’apprezzamento per la bellezza
femminile, con esplicito richiamo alla tradizione
saffica
• Nulla è più dolce d’amore; ed ogni altra gioiaviene dopo di lui: dalla bocca sputo anche il miele.Così dice Nosside: e chi Cipride non amò,non sa quali rose siano i fiori di lei.
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Autoepitafio
O straniero, se navigando andraia Mitilene dai bei cori, dovesi accese il fioredelle grazie di Saffo, dì che carafui alle Muse e che nacqui nella terradi Lòcride. E continua la tua viaappena saprai che il mio nome è Nosside.
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AsclepiadeAsclepiade
• Ammirato da Teocrito nelle Talisie, lo ricorda con ammirazione sotto il nome di Sicelida.
• Nella controversia letteraria che divise Callimaco da altri poeti della sua età, Asclepiade si dichiarò ammiratore di Antimaco
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• Di Asclepiade ci rimangono 45 epigrammi in
cui canta l’amore e il simposio. La sua arte
racchiude con lucidità, entro i confini ristretti
di una rigorosa brevità, emozioni momentanee
e riflessioni nate da quelle emozioni. Il dettato
assume forme semplici e spontanee, grazie a
uno stile assai sorveglaito e ad un accurato
labor limae
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Invito a bereBevi, Asclepiade. Perchè piangere? Che ti succede?
Non te soltanto ha catturato la dura Afrodite, non contro te soltanto arma l'arco e le frecce
Amore amaro. Perchè, ancora vivo, giacere sotto la cenere?
Beviamo la forte bevanda di Bacco: il tempo è brevecome un dito*: o forse aspettiamo di vedere la lampada
che ci mandi a dormire? Beviamo, non c'è l'amore,tra poco riposeremo nella lunga notte
*Allusione a un verso di Alceo
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• Il giuramento sulla lampada
O lampada, tre volte in questa stanzagiurò Eraclea che sarebbe venuta.Lo giurò su di te. Ma non appare.Se sei una dea, o lampada, castigal'ingannatrice: quando si divertequi dentro, nelle braccia dell'amico,non mandare più luce.
• In balìa di Eros
Nevica grandina, suscita tenebre,risplendi folgora, scuoti le nubipiene di fuoco su tutta la terra.Certo, se tu mi uccidila finirò: ma, se mi lasci vivo,anche in mezzo ai pericoli più gravicontinuerò la vita nei piaceri.Perchè, o Zeus, mi trascina il dio che dominaanche te. Per lui, un giorno,mutato in oro, forzando paretidi bronzo, sei giunto a un letto d'amore.
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• Desiderio di annientamentoLa vita che mi resta, poca o molta che sia, lasciate, Amori,per gli Dèi, che abbia infine un po' di pace;o non colpitemi più con frecce,ma con i fulmini,e riducetemi carbone e cenere,annientatemi, Amori! Arso cosìdal mio dolore, questo chiedo a voi.
• Giovane, e stanco di vivereAhimè, non ho ancora ventidue anni,e sono stanco di vivere! O Amori,che cos'è questo tormento? Perchèmi bruciate? E se morte mi colpisce,Amori, che farete? Già! Come prima,giocherete scherzando con i dadi.
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PosidippoPosidippo
• Di Posidippo ci erano noti soltanto 23
epigrammi, di tema erotico-conviviale o di
destinazione sepolcrale, sufficienti per mostrare
un poeta scarno ed essenziale, rapido
nell'ideazione, incisivo nel segno. Ebbe le stesse
opinioni di Asclepiade in fatto di poetica: come
l'amico apprezzò le elegie di Mimnermo e di
Antimaco, in dissenso, almeno per quanto
riguarda l'autore della "Lide", con Callimaco.
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• Ma di Posidippo, ben poco conosciuto finora, è una scoperta recente: un rotolo di papiro del tardo III secolo a.C., scritto quindi poco dopo la morte del poeta, contenente un'antologia di circa 100 epigrammi per un totale di quasi 600 versi. L'antologia raccoglie gli epigrammi in gruppi tematici, come accade nelle sillogi medioevali.
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• Bugie d'amore
Non credere d'ingannarmi con suadenti lacrime, Filenide.So bene, nessuno certo ami più di me,per quanto tempo accanto a me giaci; ma se un altroti avesse, diresti di amare lui più di me.
• Lisippo, scultore di Alessandro
"O Lisippo, scultore di Sicione, ardita mano,vigoroso artista, davvero ha sguardo di fuoco il bronzoche tu hai composto a immagine di Alessandro! non meritano certo biasimoi Persiani: sono da perdonare i buoi, se fuggono il leone".
• I sogni del soldato
Facendo un sogno più grande di luiAristosseno l'Arcade, aspirava da sciocco a grandi cose.Credeva di dormire, sposo di Atena, nella casa di Zeus Olimpio,tutta la notte in un talamo d'oro.Al mattino, svegliatosi, si scontrò con una falange di nemicicome se in cuore avesse l'impeto di Atena.Mentre sfidava gli Dèi, il nero Ares lo mise a dormireed egli se ne andò, falso sposo, nell'Ade.
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MeleagroMeleagro
• L'epigramma di Meleagro è di tema prevalentemente erotico-simposiale, ed è dettato, secondo le modalitàdella grande lirica arcaica di epoca corale, dalle varie occasioni del simposio. Nei versi del poeta di Gàdara trovano espressione tutte le situazioni amorose colte nell'istante in cui si attuano. I sentimenti sono descritti nella loro complessità, nel loro svolgersi e succedersi dinamico, ma anche raffreddati da una certa concettositàe arguzia. Artista fornito di grandi capacità espressive, essenziale e conciso nei suoi momenti più felici, subisce spesso la suggestione di una certa ridondanza verbale e di una certa enfasi anche nell'uso di mezzi retorici, che richiamano lo stile asiano allora di moda.
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Autoepitafio
Isola mia nutrice fu Tiro, Gadara mi generò,antica patria fra le genti di Siria.Fui caro alle Muse, nacqui da Eucrates, io Meleagroche un tempo corsi a gara con le Grazie di Menippo.*Se sono siriano, perchè ti stupisci? Il mondo, o viandante,è la nostra patria, un solo Chaos ha generato tutti i mortali.Grave d'anni ho inciso queste parole prima di giungere a morteperchè chi ha per vicina la vecchiaia è prossimo ad Ade.Ma tu rivolgi il saluto al vecchio ciarlieroe possa tu pure giungere a una vecchiezza ciarliera.
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• Fiori sulla chioma di Eliodora
Intreccerò le biancheviolacciocche, intreccerò il narcissodelicato coi mirti,intreccerò i gigli che sorridonoed il croco soaveed il cupo giacinto,e intreccerò le roseche amano l'amore, perchè soprale tempie d'Eliodoradai riccioli stillanti di profumola mia corona copra fiore a fiorel'onda della sua chioma.
• Zenofila vince i fiori
Fiorisce il garofano, fiorisce il narciso assetato di pioggia,sulle colline si distendono i gigli fioriti.Fiorisce l'anice d'amore, Zenofila, dolce rosa di Peithòun fiore splendido tra gli altri fiori.Prati, perchè ridete scrollando le chiome screziate?E' inutile: la fanciulla vince le ghirlande odorose.
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Eliodora, anima della mia anima
Dentro, dentro il mio cuore, proprio Erosha dato forma a Eliodora che dolcemi parla, anima della mia anima.
Il fuoco sotto la cenere
Se dimentichi il male o se lo fuggi,ed Eros ti trova e ti prende, subitoti mette nuovamente alla tortura.
• La voluttà dei ricordi
Per Timo, per i suoi riccioli amatie la bella chioma, per l'odorosapelle di Demo che porta via il sonno,per i dolci giochi amorosi di Ilia,e per la lampada insonne che videinfinite orge, l'ultimo respiromi resta sulle labbra, Eros. Se vuoianche questo, parla e io te lo darò.
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In morte di Eliodora
Attraverso la terra anche sotterra
giù all'Ade t'offro in dono, o Eliodora,
queste lacrime mie, lacrime amare,
quello che resta ormai del nostro amore,
e sopra il tuo sepolcro
onorato e compianto
io ne verso il libame,
ricordo dell'affetto e del desìo.
Ahi, misero, e ti chiamo,
misero Meleagro, te che amata
mi sei tra i morti ancora, ed è l'omaggio,
vano omaggio che rendo all'Acheronte.
Ohimè, dov'è il virgulto che fu d'ogni mia
brama
termine e segno? L'ha rapito Ade,
Ade me l'ha rapito,
e disfatto ha la polvere il suo fiore.
E tu, o Terra, che dài
ad ogni creatura il nutrimento,
dolce tra le tue braccia, te ne supplico,
o madre,
costei che lascia così largo pianto,
accoglila e radducila al tuo seno.
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FilodemoFilodemo
• Della produzione poetica di Filodemo conserviamo una trentina di epigrammi grazie alla raccolta della "Corona" di Filippo di Tessalonica; si rivela poeta di grande vigore. Nei versi del poeta epicureo emergono toni arguti e di blanda ironia, e non mancano nitide evocazioni di donne, mai troppo esigenti o intrattabili, colte nella loro intimitàalla fiamma della lucerna o illuminate dalla luna in splendidi "notturni"; spiccano inoltre tratti di sana frugalità nell'invito a cene modeste e, soprattutto, note di sobria malinconia che si accompagnano a un invito conviviale o all'ascolto, oltre la morte, di una dolce voce di donna. Filodemo non fu dunque solo un abile artigiano della parola, ma un poeta vero, dal dettato limpido e sobrio.
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• Invito a cena rivolto a Pisone
Verso le quattro, domani, nell'umile nido t'invitaper la cena del venti, anniversariacaro Pisone, un amico diletto alle Muse; in assenzadi tettine di scrofe e di buon Chio,vi troverai genuini compagni, e accenti v'udraipiù dolci che al paese dei Feaci.E se mai tu rivolga gli sguardi, Pisone, su noi,l'umile festa diverrà più ricca.
Il biglietto d'invito a cena a Pisone è ispirato alla "frugalitas" epicurea che ispirò, sull'esempio di Filodemo, l'invito di Orazio a Mecenate, e di Catullo all'amico Fabullo.
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• La luce della Luna sul corpo di Callìstio
Notturna bicorne appari, Seleneamica delle veglie, appari entrandodalle finestre spalancate e illuminala dorata Callìstio. Può una Dèaguardare senza invidiaciò che fanno gli amanti. Tu Selenestimi felici noi due; ma lo so,per Endimione bruciò anche il tuo cuore.
• Mimo interiore
Amavo. E chi non ama? Ho fatto bagordi. E chi non li ha fatti?Sono impazzito: ma non è forse per colpa di un Dio?Alla malora: ormai i capelli si affrettano ad imbiancarsi,messaggeri della stagione che porta saggezza.Quando era tempo di giocare ho giocato, ora che non è più tempo,cercherò di seguire pensieri piùnobili.