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La 2° fase della storia araba contemporanea: l’età del colonialismo e dei notabili (1920- 1945) Tutto il mondo arabo cade sotto il dominio coloniale delle potenze europee, a esclusione della (futura)Arabia Saudita e dello Yemen del nord. I britannici scelgono una forma di indirect rule; i francesi di direct rule. La Turchia (cuore dell’ex-impero della Sublime Porta) dopo lo smembramento dell’impero ottomano, ottiene l’indipendenza con il trattato di Losanna del 1923.

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  • La 2° fase della storia araba contemporanea: l’età del colonialismo e dei notabili (1920-1945)

    Tutto il mondo arabo cade sotto il dominio coloniale delle potenze europee, a esclusione della (futura)Arabia Saudita e dello Yemen del nord.I britannici scelgono una forma di indirect rule; i francesi di direct rule.La Turchia (cuore dell’ex-impero della Sublime Porta) dopo lo smembramento dell’impero ottomano, ottiene l’indipendenza con il trattato di Losanna del 1923.

  • Le quatto tipologie di colonialismo

    ´ Colonia: forma tradizionale di dominio coloniale.

    Algeria (F dal 1830 al 1962); Aden (GB dal 1839 al 1963); Libia (I dal 1911 al 1943)

    ´ Protettorato: invenzione giuridica più tarda (1881)

    Francia in Tunisia dal 1881 al 1956; Francia e Spagna dal 1912 al 1956 in Marocco; GB in Egitto dal 1882 al 1922; in Yemen del sud dal 1839 e in Sudan dal 1899.

    ´ Trattato di cooperazione: forme di controllo attuate dalla GB con gli emirati della penisola arabica (sostanzialmente accordi con le famiglie al potere per concessioni per lo sfruttamento delle risorse e diritti di transito)

    ´ Mandato: istituito dalla Società delle Nazioni dopo la 1° g.m. per amministrare il nuovo sistema regionale emerso nel Medioriente post-ottomano.

    Dalla Grande Siria ottomana furono creati ex novo quattro Stati: Siria, Libano, Palestina; Transgiordania; dalle tre province ottomane di Mosul, Baghdad e Bassora venne creato il regno dell’Iraq.

  • Nel Mashreq: l’artificialità degli Stati coloniali

    ´ Dopo il protocollo di Sanremo (aprile 1920) vengono dunque istituiti i mandati nel Mashreq, nonostante le promesse fatte agli arabi, la grande rivolta araba del 1916 e le richieste continue dei vari leader nazionalisti.

    ´ Si consuma così quello che gli arabi percepiscono come «il grande tradimento», uno dei miti fondatori dell’antioccidentalismo nel mondo arabo.

    ´ Con la conferenza del Cairo (marzo 1921) guidata dal ministro delle Colonie Winston Churchill, vengono creati due nuovi regni in Iraq e Transgiordania e affidati rispettivamente a Feisal e ad Abdallah, figli di Hussein della Mecca; nel 1924 i Britannici avallano l’annessione dell’Hijaz alla nuova monarchia saudita, cancellando in tal modo il regno dello sharif Hussein.

    ´ La Francia ottiene il mandato sulla Siria, dalla quale viene distaccata un’area costiera che diventerà un nuovo Stato, il Libano.

  • Il nuovo spazio coloniale: elementi comuni

    ´ Colonie di popolamento: Algeria, Libia, Palestina

    ´ Politiche della disuguaglianza (divide et impera): la Francia applicò statuti speciali per i berberi in Marocco , gli ebrei in Algeria, i maroniti in Libano, gli alauiti in Siria. Gli inglesi lasciarono agire i vari tribunali locali-tribali in Transgiordania senza tentare di uniformare il sistema giuridico e favorirono sempre la minoranza sunnita contro maggioranza sciita in Iraq, come pure i coloni ebrei in Palestina.

    ´ Sviluppo economico distorto: investimenti soprattutto per la sicurezza e a vantaggio degli interessi coloniali (esempio della costruzione di infrastrutture), non per sviluppo locale, istruzione e sanità.

    ´ Creazione di un sistema politico plasmato su quello della madrepatria: repubbliche parlamentari nei possedimenti francesi; monarchie parlamentari in quelli britannici. In entrambi i casi i rappresentanti locali venivano scelti fra quelli più «collaborazionisti» e le élites di notabili conservatori venivano avvantaggiate (i grandi proprietari terrieri o i partiti «dei notabili», come il Wafd in Egitto o il partito arabo in Palestina, nazionalisti ma moderati. Perlomeno fino alla fine degli anni ’30, quando emerse una nuova generazione di nazionalisti più radicali, di estrazione borghese e spesso rurale.

  • Le ripercussioni nel mondo arabo: 1. modernizzazione e Islam

    ´ Modernizzazione: inurbamento, crescita demografica, sviluppo di una nuova cultura moderna e occidentalizzata (femminismo, stampa e radio, intellettuali e artisti che coltivano il culto dell’arabismo), creazione delle prime organizzazioni dei lavoratori.

    ´ La nuova forma di Stato nazionale impose un ridimensionamento del dell’Islam in rapporto alla politica.

    ´ Lo Stato rivendica la sovranità in campo giuridico e legislativo: il ruolo dell’Islam, fino ad allora preponderante (‘ulema) viene ridimensionato.

  • 2. nascita dell’attivismo islamico

    ´ Dopo l’abolizione del califfato da parte di Kemal Ataturk (1924) e in reazione alla modernizzazione accelerata e spesso imposta, il dibattito diventa molto acceso e, accanto alle forme del nazionalismo arabo, emerse un rinnovato attivismo islamico.

    ´ Nasce in questo contesto e in Egitto la Jami’at al-Ikhwan al-muslimin di Hasan al-Banna (1928), il movimento padre del cosiddetto fondamentalismo islamico contemporaneo, fondato ad Ismailiyya (Egitto) nel 1928.

    ´ Un movimento che ebbe un rapidissimo successo e si diffuse in tutto il Mashreq e poi in tutto il mondo arabo e musulmano (sotto decine di titolature, ma sostanzialmente con un messaggio e modalità di azione simili).

  • L’ideologia dei Fratelli Musulmani

    § Il movimento è fondato da Hasan al Banna(1906-1949) e si diffonde nell’Egitto sotto dominazione britannica. Al-Banna morirà in un conflitto a fuoco, forse con la complicità dei servizi segreti britannici.

    § L’ideologia del gruppo si condensa in 5 punti:

    Dio è il nostro scopo

    Il Messaggero il nostro modello

    Il Corano la nostra Legge

    Il jihād il nostro cammino

    La shahāda il nostro desiderio.

  • § Si possono definire un vero e proprio movimento religioso-politico e le modalità della loro azione, a cominciare dai metodi della capillare propaganda (da’wa), sono estremamente moderni.

    § Saranno molto vicini agli Ufficiali Liberi e alla loro rivoluzione del 1952, poiché la loro ideologia sembrava avere molti punti in comune con il socialismo nasseriano.

    § Ma la luna di miele con Nasser si interruppe ben presto e due grandi ondate di repressione si scagliarono contro l’associazione, la prima nel 1954 e la seconda nel 1966 (centinaia di arresti, condanne a morte, torture, sparizioni, campi di concentramento).

    § La vittima più illustre fu lo scrittore Sayyid Qutb, diventato il “martire” (shahīd) dei Fratelli Musulmani

  • 3. nazionalismo e questione sociale

    ´ Fra gli anni ‘30 e ‘40 il nazionalismo diventa nel mondo arabo il collettore delle aspirazioni comuni d emerge il tema urgente della questione sociale nei paesi arabi.

    ´ Le condizioni di vita delle popolazioni erano difficili e spesso drammatiche.

    ´ Nascono e si sviluppa un nuovi partiti nazionalisti di opposizione, il più noto dei quali fu il partito Ba‘th (prima in Siria e poi in Iraq), fondato a Damasco nel 1947, di forte impronta nazionalistica, laica e socialista. Sarà il grande concorrente di Nasser.

    ´ La tensione panaraba si concretizza nei numerosi tentativi di unione regionale, che raggiunse l’apogeo con la creazione della Lega Araba nel marzo 1945, al Cairo, che inizialmente raggruppava solo sette Stati arabi (Arabia saudita, Egitto, Iraq, Libano, Siria, Transgiordania e Yemen ).

  • La 2° guerra mondiale e la fase delle indipendenze nazionali

    ´ I combattimenti del 2° conflitto mondiale si fecero sentire molto di più nel Maghreb che nel Mashreq.

    ´ Decine di migliaia furono i reclutati arabi che andarono a combattere sui vari fronti europei fra le fila dei britannici o dei francesi.

    ´ La fine della guerra non lasciò sconvolgimenti come nel caso della Grande Guerra, ma l’effetto più evidente fu l’indebolimento delle potenze colonizzatrici, la fine dei loro imperi coloniali e l’irruzione delle due vere potenze vincitrici: Stati Uniti e Unione sovietica.

    ´ Il decennio dopo la guerra registra un gran numero di dichiarazioni di indipendenza nel mondo arabo (dopo il periodo fra le due guerre mondiali e prima delle indipendenze «tardive» di Algeria, Kuwait, Yemen del sud ed E.A.U., fra gli anni ‘60 e ‘70).

  • La 3a fase della storia araba contemporanea: l’età delle rivoluzioni e del panarabismo(1945-1979)

    ´ Il difficile periodo delle post-indipendenze è caratterizzato da instabilità, fragilità delle istituzioni statali, arretratezza economica, politica e culturale.

    ´ In questo difficile contesto esplode la questione della spartizione della Palestina (risoluzione ONU 181, 17 novembre 1947).

    ´ Mentre i Palestinesi combattono una guerra civile disperata, Egitto, Giordania, Siria, Iraq, Libano e Arabia saudita dichiarano guerra al neonato Stato di Israele il 15 maggio 1948: 1° guerra arabo-israeliana.

    ´ Alla fine della guerra, Israele occupava il 78% del territorio della Palestina mandataria (a fronte del 56% previsto dal piano di spartizione del 1947).

    ´ La Nakba: la catastrofe

    ´ La sconfitta ha ripercussioni molto negative sui Paesi arabi, che vivono una fase di instabilità, caratterizzata da colpi di Stato e violenze.

  • Gli Stati indipendenti: monarchie «moderate» e repubbliche «rivoluzionarie»

    ´ Autoritarismo - Statalismo - Patrimonialismo

    ´ Tutti i sistemi arabi emersi dalle indipendenze sono sistemi autoritari e populisti´ Nazionalizzazioni, riforme agrarie, monopoli commerciali´ Partito unico o assolutamente dominante e sistema corporativo di

    rappresentanza (donne, studenti, contadini etc.)´ Abnorme burocrazia, sistema inefficiente, corruzione´ Orientamento ideologico: unità nazionale(ma anche unità araba), necessità

    dello sviluppo, liberazione della Palestina.´ Il «patto sociale» richiedeva obbedienza e sostegno al regime in cambio di

    indipendenza e sviluppo (in particolare per per le monarchie assolute del Golfo produttrici di petrolio)

    ´ L’interesse della nazione veniva sempre prima di quello del singolo individuo

  • Il sistema internazionale: il mondo arabo nella «Guerra fredda»

    ´ Strategie simili delle due superpotenze

    ´ Tentativo di risposta del mondo arabo: il «non-allineamento» e il «panarabismo».

    ´ Ruolo forte dell’Egitto di Jamal ‘Abd al-Nasser (1956-1970)

    ´ Nazionalismo a due livelli: patriottismo locale e panarabismo

    ´ Nasser: ruolo dell’Egitto nel conflitto arabo-israeliano; nazionalizzazione Canale di Suez 1956; Rau (unione con la Siria , 1958-1961)

    ´ Il nasserismo è una vera e propria rivoluzione culturale nel mondo arabo

    ´ L’Egitto e l’Arabia Saudita: «guerra fredda interaraba»

    ´ Sconfitta del 1967: inizio di una nuova epoca.

  • La rivoluzione petrolifera: dalla thawra(rivoluzione) alla tharwa (ricchezza)

    ´ Inizio dello sfruttamento intensivo delle risorse petrolifere ed energetiche del Medioriente: dagli anni ‘30 in poi.

    ´ 1960: creazione dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi produttori di petrolio)

    ´ 1968: creazione dell’OAPEC (Paesi arabi)

    ´ Negli anni ‘70 quasi tutti i paesi arabi nazionalizzano le proprie risorse

    ´ 1973-4: crisi petrolifera - embargo (collegata alla quarta guerra arabo-israeliana, a seguito della decisione presa nel vertice arabo di Khartoum nel 1967)

    ´ Il boom della ricchezza petrolifera e gli effetti sul sistema regionale.

    ´ Spesa improduttiva e dipendenza progressiva dall’Occidente.

  • Fine dell’epoca delle rivoluzioni: la «normalizzazione» del sistema regionale arabo

    ´ Morte di Nasser nel 1970: fine del nasserismo e del panarabismo

    ´ I regimi diventano più conservatori e si allineano alle politiche neoliberiste degli USA

    ´ Abbandono progressivo delle politiche stataliste e sviluppiste da parte degli Stati arabi: infitah (apertura all’Occidente)

    ´ Nuovi leader salgono al potere: tramonto del panarabismo

    ´ Conflitti interarabi (guerra civile in Libano 1975-1990)

    ´ Il 1979 dà inizio ad una nuova epoca

  • La 4a fase della storia araba contemporanea: la «ristrutturazione» del mondo arabo

    (1979-2015)

    § Il 1979 è un anno di cesura nella storia del mondo arabo.

    Firma degli accordi di Camp David (17 settembre 1978) e successivo trattato di pace fra Egitto e Israele (26 marzo 1979)

    Rivoluzione iraniana (1° febbraio 1979): l’Ayatollah Khomeini sale al potere

    Attacco alla Grande Moschea della Mecca durante il hajj (20 novembre 1979)

    Salita al potere di Saddam Hussein in Iraq (16 luglio 1979)

    Invasione sovietica dell’Afghanistan (4 novembre 1979); inizio del jihad afghano; creazione di una nuova tipologia di combattente: il mujahid globale; fenomeno dei foreign fighters.

  • La globalizzazione neo-liberista: il «Washington consensus»

    Peggioramento della situazione macroeconomica di tutti i paesi arabi: Fattori interni / Fattori regionali / Fattori internazionaliFine del boom petrolifero e crisi della rendita petrolifera

    Liberalizzazioni economiche

    Apertura ai mercati internazionali

    Nuovi prestiti o rinegoziazioni di quelli già esistenti (FMI e Banca Mondiale)Programmi di aggiustamento strutturale (PAS) che comportavano austerità di bilancio, riduzione della spesa pubblica, soprattutto nei servizi sociali, privatizzazioni delle imprese pubbliche, soppressione dei dazi doganali etc.)

    Prevedibili effetti negativi sul piano socio-economico e politico: le rivolte del pane o del cous-cous (Algeria, Egitto, Tunisia etc.)

  • Liberismo economico e liberalizzazione politica

    ´ Risultati positivi a livello macroeconomico

    ´ Apertura al multipartitismo (Egitto, 1984; Tunisia, 1989; Giordania, 1989; Algeria, 1990; elezioni amministrative in Arabia saudita, 1991 etc.)

    ´ Ampliamento delle libertà civili: emerge una società civile prima invisibile.

    ´ Nascita delle prime ONG arabe

    ´ Tuttavia la liberalizzazione politica (ampliamento dello spazio pubblico e riconoscimento delle libertà civili e politiche) non è sinonimo di democratizzazione (espansione della partecipazione politica che consenta un controllo da parte dei cittadini delle politiche pubbliche)

    ´ Nonostante la percezione di una «nuova ondata di democratizzazione», dunque, nel mondo arabo la visione neo-liberista della globalizzazione, che prevede una stretta correlazione fra implementazione di una economia di mercato e sviluppo della democrazia, non ha funzionato.

  • La «deliberalizzazione» politica

    ´ Dall’inizio degli anni ‘90, infatti, i regimi arabi hanno tutti subito una stretta dal punto di vista politico: le riforme rimangono lettera morta, le libertà vengono ridotte sostanzialmente, le elezioni vengono generalmente manipolate, i diritti umani calpestati.

    ´ Dalla paura del «contagio algerino» fino all’11 settembre 2001 e alla guerra totale al terrore, nel mondo arabo la lotta al terrorismo di matrice islamica diviene il motivo ( e spesso il pretesto) per stringere i cordoni.

    ´ Forte domanda di democrazia, ma non effettiva democratizzazione

  • Islamisti, jihadisti, salafiti´ Dagli anni ‘70, accanto ai movimenti islamisti riformisti, si sviluppano movimenti

    islamici radicali o jihadisti (pensiero di Sayyid Qutb)

    ´ Attentato al presidente egiziano Annouar al-Sadat: 6 ottobre 1981, da parte del gruppo Jihad islamico

    ´ Fine del jihad afghano: disseminazione del jihadismo internazionale

    ´ Guerra civile in Algeria (anni ’90): migliaia di civili vittime della dichiarazione di takfir (apostasia)

    ´ Gli Stati arabi reagiscono con politiche securitarie che giustificano ondate di repressione contro ogni dissidenza politica, la cancellazione delle precedenti liberalizzazioni politiche, il permanere dello stato di emergenza.

    ´ Islamisti - società civile - valori democratici (es. partito Wasat in Egitto 1996, non ottenne mai la legalizzazione)

    ´ Salafizzazione delle società arabe (dagl ianni Novanta ai primi Duemila)

  • I nuovi conflitti (dopo il 1979)

    ´ Guerra civile in Libano (1975-1990) e incursioni israeliane nel 1978, 1982, 2006

    ´ Conflitto Iran-Iraq (1980-88)´ Prima guerra del Golfo (1990-91) Invasione del Kuwait da parte dell’Iraq´ Guerra interna in Algeria (1991-2004)´ Prima intifada in Palestina (1987-1990; 2000-2005)

    ´ Ruolo degli USA «mediatori interessati» ´ Right to protect: iritto di intervento ONU 2005

    ´ Nuove guerre, guerre postmoderne, guerre asimmetriche´ Terrorismo internazionale e Guerra globale al terrore

  • La primavera araba: al-sha‘ab yurid!

    ´ Straordinaria fase di rivolte popolari, acefale e giovanili che sono riuscite a rovesciare quattro regimi forti nel m.a.

    ´ Proteste in 20 de i22 paesi arabi

    ´ Le cause delle rivolte risalgono alle politiche neo-liberiste degli anni Novanta: peggioramento delle condizioni già difficili di vita della popolazione nei vari paesi. Almeno un decennio di continue proteste e manifestazioni di dissenso contro i vari regimi

    ´ La «deliberalizzazione» politica e la guerra al terrore da anni soffocavano le società civili arabe, molto spesso giovani e istruite

    ´ Modalità comuni delle rivolte: movimenti trasversali, privi di ideologie forti di riferimenti, laici e progressisti, composti da giovani urbanizzati e istruiti; ruolo dei social media.