L (TA) SCUOLA S 1° -...
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ISTITUTO COMPRENSIVO “GEMELLI”
LEPORANO (TA)
SCUOLA SECONDARIA 1° GRADO
L’ABC DELL’AMBIENTE E DELLA LEGALITA’
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SOMMARIO
PRESENTAZIONE DEI DOCENTI ....................................................................................................................... 3 L’ABC DELL’AMBIENTE .................................................................................................................................. 4 A COME AMBIENTE ........................................................................................................................................... 5 B COME BIOSFERA ............................................................................................................................................ 6 C COME COMMERCIO EQUO E SOLIDALE ......................................................................................................... 7 D COME DEFORESTAZIONE .............................................................................................................................. 8 E COME EUTROFIZZAZIONE ........................................................................................................................... 10 F COME FUMI INQUINANTI ............................................................................................................................. 11 G COME GREENPEACE .................................................................................................................................... 12 H COME HABITAT ........................................................................................................................................... 13 I COME INQUINAMENTO ................................................................................................................................. 14 L COME LEGAMBIENTE ................................................................................................................................... 15 M COME MINISTERO DELL’AMBIENTE ......................................................................................................... 16 N COME RISORSE NATURALI .......................................................................................................................... 17 O COME OASI ................................................................................................................................................... 18 P COME PROTEZIONE CIVILE ......................................................................................................................... 19 R COME RICICLAGGIO DEI RIFIUTI ................................................................................................................ 20 S COME SVILUPPO SOSTENIBILE .................................................................................................................... 21 T COME TRANSGENICI (CIBI) ......................................................................................................................... 22 W COME WWF ................................................................................................................................................. 23 L’ABC DELLA LEGALITA’ .............................................................................................................................. 25 A COME AUTONOMIE LOCALI ......................................................................................................................... 26 B COME BANDIERA TRICOLORE .................................................................................................................... 27 C COME COSTITUZIONE.................................................................................................................................. 28 D COME DIRITTI ............................................................................................................................................. 30 E COME EMBLEMA .......................................................................................................................................... 31 F COME FORMAZIONE DELLE LEGGI .............................................................................................................. 32 G COME GOVERNO .......................................................................................................................................... 33 I COME INNO .................................................................................................................................................... 34 L COME LAVORO.............................................................................................................................................. 36 M COME MONTECITORIO E MADAMA .......................................................................................................... 38 N COME NO ALLA GUERRA ............................................................................................................................. 41 O COME ORGANIZZAZIONE DELLO STATO .................................................................................................... 42 P COME PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ................................................................................................... 43 Q COME QUIRINALE ........................................................................................................................................ 45 R COME RICERCA E TUTELA DEI BENI AMBIENTALI .................................................................................... 46 S COME SOVRANITA’ DEL POPOLO ................................................................................................................ 48 T COME TUTELA DEI BENI AMBIENTALI ....................................................................................................... 48 U COME UGUAGLIANZA DEI CITTADINI ......................................................................................................... 49 V COME VOTO (DIRITTO AL) ......................................................................................................................... 50
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Presentazione dei Docenti
Questo opuscolo è stato realizzato dai ragazzi della scuola secondaria di primo
grado dell’I.C.S. “Gemelli” di Leporano (TA) nell’ambito del progetto PON
“Le(g)ali al Sud”, un progetto sull’educazione al valore della legalità, del rispetto
dell’ambiente e dell’intercultura, e intitolato “Conosciamo il nostro habitat”.
L’obiettivo prioritario di tale percorso didattico è stato quello di far riflettere gli
alunni sul valore della legalità all’interno della nostra società. Essere “legali”
vuol dire innanzitutto essere rispettosi, non solo delle regole imposte dalla
società civile, ma innanzitutto di se stessi e degli altri, oltre che di ciò che ci
circonda, ovvero dell’ambiente e dei beni paesaggistici e culturali presenti nel
nostro territorio. A tal fine si è cercato di far nascere un sentimento autentico di
partecipazione alla società e di condivisione di quelle che sono le vite di ciascuno
all’interno di una realtà sempre più complessa e difficile.
In particolare, durante le 40 ore di lezione in aula ci si è soffermati da un lato
sulle leggi che sottendono il nostro vivere quotidiano, dall’altro sull’ambiente
come risorsa impagabile da conoscere e tutelare.
Dagli approfondimenti e dalle ricerche realizzate tramite internet, è nato questo
“ABC dell’ambiente e della legalità”, impaginato dai ragazzi e corredato di
immagini che gli stessi hanno trovato in rete.
Buona lettura dal gruppo di lavoro
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L’ABC dell’Ambiente
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In ecologia si definisce ambiente l’insieme dei fattori esterni a un organismo che ne influenzano la
vita. Il termine viene anche inteso, in senso più ampio, come il complesso degli elementi naturali (la
flora, la fauna, il paesaggio) e delle risorse che circondano un determinato organismo e, in
particolare, gli esseri umani.
Il termine italiano “ambiente” deriva dal latino ambiens, -entis, participio presente del verbo
ambire, che significa “andare intorno, circondare”. Anche in altre lingue europee, la parola
“ambiente” richiama l’idea di circolarità: ciò vale per il termine francese envìronnement, per
l’inglese environment, per il tedesco Umwelt (dove il prefisso um-, anteposto al sostantivo Welt,
“mondo”, indica un moto circolare). In questi casi, la parola esprime, come già il latino, l’atto del
circondare. Ciò aggiunge al termine una connotazione dinamica, infatti “Ambiente” si configura
come un complesso attivo di elementi che si muovono in un contesto comune, che si
influenzano reciprocamente.
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La Biosfera è definita in biologia come l'insieme delle zone del pianeta in cui le condizioni
ambientali permettono lo sviluppo della vita. Queste zone che si pensa siano nate almeno 3,5
miliardi di anni fa, includono la porzione esterna della litosfera, ovvero la superficie terrestre fino a
poche decine di metri di profondità, l'idrosfera, che comprende le acque presenti sulla Terra, ed i
primi strati dell’atmosfera. Quindi nella biosfera sono incluse le profondità oceaniche ed i primi
strati dell'atmosfera (si raggiunge uno spessore massimo di circa 20 km). Le profonde modificazioni
geologiche e climatiche della biosfera hanno influito profondamente sugli ecosistemi e sugli
organismi viventi, determinando processi evolutivi e di estinzione. Ma anche l’uomo, con il suo
intervento nell’ambiente, influisce sulla biosfera creando nuove condizioni, a volte non sempre
favorevoli alla vita.
I principali fattori antropici che influiscono sulla biosfera sono:
la crescita demografica
il disboscamento
l'urbanizzazione
l'agricoltura
l'industrializzazione
lo sfruttamento delle risorse, in particolare dei combustibili fossili e delle materie prime rare
Una delle conseguenze più negative è l'inquinamento e l'incremento dell’anidride carbonica.
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Lo scopo del Commercio Equo Solidale è promuovere la giustizia sociale ed economica e lo
sviluppo sostenibile attraverso il commercio, cercando di riequilibrare i rapporti con i Paesi
economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al mercato e le condizioni di vita dei
produttori svantaggiati. Garantisce, infatti, ai produttori un giusto guadagno e condizioni di lavoro
dignitose, eliminando le intermediazioni speculative e sostenendo, con il prefinanziamento, progetti
di auto sviluppo.
Il Commercio Equo e Solidale propone una nuova visione dell’economia e del mondo, attenta agli
interessi di tutti.
Il Commercio Equo e Solidale è un movimento che vanta oltre 40 anni di attività a sostegno dei
contadini e artigiani. Tipici prodotti del commercio equo sono il caffè, il tè, lo zucchero di canna, il
cacao e prodotti dell'artigianato. Altri prodotti agricoli sono: il miele, la quinoa, l'orzo, frutta secca
(anacardi, uvetta, mango), infusi (carcadè, camomilla, menta), spezie (pepe, cannella, chiodi di
garofano, noce moscata) le banane e altri. Questi
vengono trasformati in: cioccolata e cioccolatini,
torrone, caramelle, biscotti, crema di nocciole,
bibite solubili, succhi di frutta, muesli (ovvero
una miscela di fiocchi di cereali, frutta essiccata e
altro). La produzione biologica sempre più
presente tra i prodotti alimentari è dovuta da un
lato alle scelte dei consumatori del Nord per un cibo più sano, ma anche per evitare ai contadini e
operai di esporsi a prodotti nocivi per l'uomo e per motivi di salvaguardia dell'ambiente. A volte
sono gli stessi contadini a decidere per l'agricoltura biologica quale tecnica tradizionale di
coltivazione.
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Con il termine deforestazione si indica l’eliminazione illegale della vegetazione arborea in un’area
boschiva.
La deforestazione non va, però, confusa con il diboscamento. Questo indica un’operazione fatta su
aree limitate e in maniera legale e programmata, con finalità positive per l’ambiente, in quanto
serve per favorire il ricambio della vegetazione, mediante tagli stagionali delle piante vecchie o
malate, o bruciate.
La deforestazione, invece, è mossa da ragioni che nuociono all’ambiente. Spesso sono i fini
economici a determinare l’eradicazione di intere aree boschive senza che vi sia una riforestazione
programmata, per costruire opere murarie, per attività agricole e, solo in piccola parte, per
la vendita del legname. La deforestazione danneggia l’ambiente e l’ecosistema perché con il taglio
degli alberi viene a mancare quel perfetto equilibrio tra l’anidride carbonica e l’ossigeno presenti
nell’atmosfera terrestre e si mettono in atto fenomeni quali l’effetto serra e il surriscaldamento
globale causati dall’alta concentrazione di CO2, determinata in parte anche dalla combustione
fossile. I danni causati dalla deforestazione riguardano anche da vicino i terreni nei quali
vengono sradicati gli alberi: terreni aridi e secchi sono soggetti alla desertificazione, mentre le zone
collinari, laddove non vi sono più radici a compattare il terreno, durante le abbondanti piogge di
stagione, possono essere soggette a frane e smottamenti; l’erosione del suolo da parte dell’acqua, a
sua volta inquina gli ecosistemi acquatici. Il taglio illegale ed irresponsabile delle foreste determina
inoltre la riduzione dell’evapotraspirazione, ossia la diminuzione dell’umidità atmosferica con la
conseguente riduzione delle precipitazioni annuali. La deforestazione nel Nord della Cina ha
causato una diminuzione delle piogge di un terzo, dal 1950 al 1985. Ai danni ambientali vanno
aggiunti i danni economici per le popolazioni indigene, che si vedono sottratte risorse naturali,
indispensabili per il loro sostentamento.
La deforestazione più nota è quella delle foreste pluviali tropicali del Sud America, come la foresta
dell’Amazzonia, ma la rapidità con cui stanno scomparendo le foreste torride tropicali africane è
molto più alta.
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Sono state adottare diverse soluzioni per arginare il problema, a cominciare dall’agricoltura
sostenibile; al sistema di gestione
forestale approvato nel 1992 Rio de Janeiro
nella prima conferenza mondiale con i capi
di Stato sull’ambiente; al Forest
Stewardship Council, un ente certificatore
del legname a tutela delle foreste tropicali
del Nord America e dell’Europa; ma è
necessaria un’azione politica più incisiva
per salvaguardare davvero le nostre foreste.
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Il termine eutrofizzazione deriva dal greco eutrophia e indica una condizione di ricchezza di
sostanze nutritive in un determinato ambiente, in particolare in un ambiente acquatico.
Durante il processo di eutrofizzazione si assiste, all’inizio, a un’altissima produzione vegetale di
microalghe dovuta da dosi troppo intense di zolfo, azoto e fosforo, provenienti da fonti naturali o
da scarichi industriali, fertilizzanti e alcuni tipi di detersivi. Questa gran quantità di alghe
microscopiche consuma ossigeno e non viene
smaltita dagli organismi viventi, che non riescono
a sopravvivere. Questo problema è nato verso il
XX secolo in Europa e in America e va ad
aumentare. Gli effetti negativi dell'eutrofizzazione
sono l'aumento di fitoplancton, lo sviluppo di
specie tossiche di fitoplancton, l'aumento della
quantità di alghe gelatinose (mucillaggini),
l'aumento della torbidità e del cattivo odore
dell'acqua, la diminuzione della quantità di ossigeno disciolto nell'acqua e la scomparsa di alcune
specie viventi come i salmonidi. Per contrastare l’eutrofizzazione sono necessari interventi che
riducano gli afflussi di nutrienti ai corpi idrici. Si ritiene che il riscaldamento globale contribuirà a
peggiorare il fenomeno dell'eutrofizzazione, poiché esso fa diminuire la solubilità dei gas (e quindi
anche dell'ossigeno).
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L’aria è una delle emergenze ambientali che più preoccupa e coinvolge quotidianamente i cittadini,
uno dei principali fenomeni d’inquinamento dell’aria è l’Effetto Serra. Di per sé non è un fenomeno
negativo, ma consente un aumento di temperatura dell’atmosfera terrestre. I gas che provocano
l’Effetto Serra sono l’anidride carbonica, ozono, combustibili fossili, ecc. Gli scienziati prevedono
l’innalzamento della temperatura media della terra da 1,5 a 5°C, con conseguenze come
scioglimento dei ghiacciai, innalzamento del
livello dei mari, inondazioni, desertificazione
del suolo e l’estinzione di specie animali
vegetali. I possibili rimedi sono l’impegno alla
riduzione di Co2 e il comportamento virtuoso
del cittadino e delle autorità locali che
possono favorire la costruzione di edifici e
quindi città bioclimatiche.
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Greenpeace è un'organizzazione non governativa ambientalista e pacifista fondata a Vancouver nel
1971 quando una vecchia barca da pesca salpata da Vancouver (costa occidentale del Canada) con a
bordo dodici volontari, tra cui alcuni giornalisti imbarcatisi per documentare il viaggio, tentò di
impedire l'esplosione di una bomba nucleare ad Amchitka poichè lo scoppio poteva danneggiare
una zona naturale protetta (ultimo rifugio per 3000 lontre di mare in pericolo e casa per aquile di
mare testabianca e falchi pellegrini) provocando un terremoto e un maremoto.
Il gruppo di protesta si faceva chiamare Comitato "Non create l'onda", ma durante il primo viaggio
l'imbarcazione fu ribattezzata Greenpeace. L'imbarcazione fu intercettata e bloccata dalla guardia
ma anche a causa delle continue cattive condizioni meteorologiche, i volontari decisero di
abbandonare l'impresa.
Con grande stupore scoprirono di essere sulle prime pagine di tutti i giornali e grazie all'inaspettato
supporto della gente (economico e di volontari) si riuscì a progettare una nuova spedizione chiamata
Greenpeace Too, ma purtroppo il test venne portato a termine ugualmente il 6 novembre. Si
scatenarono molte proteste tra Canada e USA tanto da rendere nota pubblicamente la volontà di non
effettuare ulteriori test; da allora Amchitka è una riserva naturale per uccelli.
Greenpeace è famosa, quindi, per la sua azione
diretta e non violenta in favore della difesa del clima,
delle balene, dell'interruzione dei test nucleari e
dell'ambiente in generale. Negli ultimi anni l'attività
dell'organizzazione si è rivolta ad altre questioni
ambientali come il riscaldamento globale,
l'ingegneria genetica e la pesca a strascico.
Greenpeace ha uffici nazionali e regionali in 41
paesi, tutti affiliati con Greenpeace International, con sede ad Amsterdam. L'organizzazione è
finanziata tramite contributi individuali da parte di circa 2,8 milioni donatori e fondazioni non
profit, ma non accetta fondi da governi o grandi aziende.
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Il termine habitat deriva dal latino habitāre e significa letteralmente “abita”. Sta a indicare la casa, il
luogo fisico, l’ambiente in cui la popolazione di una specie vive e in cui dispone di tutte le risorse
necessarie a svilupparsi e delle condizioni climatiche ottimali per la sua sopravvivenza e di risorse
nutritive per il suo sostentamento. Esso, quindi, è un raduno di molte specie insieme nello stesso
posto che essenzialmente condividono lo stesso territorio.
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L'inquinamento è un'alterazione dell'ambiente, di origine antropica o naturale, che produce disagi o
danni permanenti per la vita di una zona, e che non è in equilibrio con i cicli naturali esistenti. Non
esiste una sostanza di per sé inquinante, ma è l'uso di qualsiasi sostanza o un evento che possono
essere inquinanti: è inquinamento tutto ciò che è nocivo per la vita o altera in maniera significativa
le caratteristiche dell'acqua, del suolo o dell'aria. L’uso della tecnologia non controllato è
considerato uno dei principali problemi; al tempo stesso però la tecnologia può fornire un valido
contributo per contrastare il degrado ambientale.
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Legambiente è un’associazione ecologista nata nel 1980 che si è battuta in favore dell’ambiente non
solo con battaglie non violente ma cercando di proporre alternative valide, basate su dati scientifici,
a quei processi che si verificavano inquinanti.
È un’associazione italiana molto diffusa nel
territorio anche grazie alla sua attenzione prioritaria
per i problemi legati all’urbanizzazione, e al
costante impegno nella formazione dei cittadini. È
per questo che Legambiente è riconosciuta dal
Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio
e del Mare come associazione di interesse
ambientale. Le campagne organizzate da Legambiente in questi ultimi trent’anni sono state
molteplici: dal monitoraggio ambientale all’attività di volontariato per la pulizia delle spiagge e del
territorio; ha fatto crescere l’attenzione nei confronti dello smog e del nucleare; ha combattuto
contro l’abusivismo edilizio e ha denunciato le discariche abusive dell’ecomafia; ha promosso
l’utilizzo di energie alternative e rinnovabili, il risparmio energetico, la salvaguardia di aree
protette. Ogni anno elabora un'accurata analisi sulla situazione dell'ambiente in Italia (Ambiente
Italia).
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Il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, noto con l'acronimo MATTM, è
l'organo del Governo Italiano preposto all'attuazione della politica ambientale.
L'attuale ministro dell'Ambiente è l'On. Stefania Prestigiacomo (PDL).
Il Ministero dell'Ambiente fu istituito il 1º
agosto 1986 quando fu scorporato
dal Ministero dei Beni Culturali. Assunse
la denominazione di Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio
nel 1999, finché nel 2008 si aggiunse la
competenza anche sul mare.
Il Ministero dell'Ambiente ha funzioni in
materia di ambiente, ecosistema, tutela del patrimonio marino, atmosferico, nonché
sulla valutazione di impatto ambientale. Ha competenze in materia di tutela del suolo dalla
desertificazione nonché del patrimonio idrogeologico.
Il Ministero è articolato in Uffici di diretta collaborazione del Ministro e 5 Direzioni Generali,
coordinate dal Segretario Generale, che si occupano delle risorse, della tutela e protezione del
territorio e del mare, ma anche dello sviluppo sostenibile, del clima e dell’energia, oltre a produrre
anche valutazioni ambientali. Si avvale, inoltre, della collaborazione del Comando Carabinieri per
la Tutela dell'Ambiente, del Corpo Forestale dello Stato, del Corpo delle Capitanerie di Porto, dei
reparti del Corpo della Guardia di Finanza e dei reparti delle forze di polizia.
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Con il termine di risorse naturali si intendono le energie, i mezzi, le forze ambientali e biologiche
che sono proprie del nostro pianeta. Si dividono in risorse
energetiche, risorse minerarie e risorse biologiche. Per
millenni l’uomo ha utilizzato il sole come fonte di energia,
oppure la legna per attività sociali o artigiane, o l’energia
idroelettrica per attività produttive, o ancora l’energia
eolica per viaggiare e produrre. Poi con la rivoluzione
industriale queste energie non furono più sufficienti e iniziò
lo sfruttamento sempre più intenso delle risorse naturali,
finchè arrivando ai nostri giorni è nato il problema
energetico mondiale e quindi è necessario sensibilizzarsi
all’uso razionale delle risorse, cercando di utilizzare fonti rinnovabili.
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Un'oasi è un'area di vegetazione isolata in un deserto, che di solito circonda una sorgente o una
simile fonte d'acqua naturale. In Italia, tuttavia, la parola "Oasi" è utilizzata fin dagli anni sessanta
per indicare un'area naturale protetta dove non si può
cacciare, gestita dalle associazioni LIPU e WWF Italia.
Quest'ultima, in particolare, ne gestisce 130 in tutte le
regioni.
Nel nostro Paese le Oasi costituiscono l’esempio di tutti gli
ambienti naturali: dalle praterie alpine alle coste di gesso,
dall'insieme di aree umide ai canyon selvaggi, dalle cascate
alle grotte, dai boschi di pianura alle foreste mediterranee, dalle cime innevate alle steppe, dalle
faggete alle siepi campestri. E in questi luoghi protetti animali e piante in diminuzione hanno
trovato un rifugio sicuro, o si sono riprese: come il cervo sardo, ormai salvo dall'estinzione, il lupo,
in crescita costante, o la lontra. Così le tante piante o quei
complessi vegetali sempre meno diffusi come le abetine
lungo l'Appennino, i boschi igrofili, le foreste sempreverdi.
Un Sistema distribuito in tutta le penisola e nelle isole,
custodito direttamente o in collaborazione con il WWF e le
amministrazioni nazionali, regionali e locali. Ci sono poi
aree acquistate grazie a campagne di sottoscrizione popolare,
altre donate o lasciate in eredità.
Le Oasi hanno un ruolo fondamentale anche per l'educazione ambientale e la ricerca scientifica
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Il Dipartimento della Protezione Civile è l’organo nazionale che in Italia si occupa della
previsione, prevenzione e gestione degli eventi straordinari e dal 1992 è posto direttamente sotto la
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Lo Stato, attraverso la Protezione Civile, costituita da tutte le forze esistenti nonché da un gran
numero di volontari, interviene nei momenti di bisogno per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli
insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da
catastrofi e da altri eventi calamitosi.
Il servizio si occupa quindi delle problematiche legate alla previsione e prevenzione dei rischi che
insistono sul territorio e di far fronte alle eventuali emergenze per limitare le conseguenze negative
che qualsiasi disastro naturale o causato dall'uomo, può avere sulla comunità.
“La Protezione civile sei anche tu.”
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Per riciclaggio dei rifiuti si intende l'insieme di strategie volte a recuperare materiali dai rifiuti per
riutilizzarli invece di smaltirli.
Possono essere riciclate materie prime, semilavorati, o materie di scarto derivanti da processi di
lavorazione, da comunità di ogni genere o da enti che producono materie di scarto che andrebbero
altrimenti sprecate o gettate come rifiuti. Così facendo si previene lo spreco di materiali
potenzialmente utili, riducendo il consumo di materie prime e l'utilizzo di energia, e
conseguentemente l'emissione di gas serra.
Il riciclaggio non deve essere confuso con lo smaltimento in discarica o negli inceneritori, ma è un
più complesso processo che comporta:
l'uso di materiali biodegradabili che facilitano lo smaltimento "naturale" della materia nel
momento in cui il prodotto si trasforma in rifiuto;
l'uso di materiali riciclabili come il vetro, i metalli o polimeri selezionati, evitando anche
i materiali accoppiati, più difficili o impossibili da riciclare;
la raccolta differenziata dei rifiuti, passaggio fondamentale del processo.
In questo modo la separazione dei materiali riduce i costi di ritrattamento.
Il riciclaggio apre, così, un nuovo mercato in cui nuove
piccole e medie imprese recuperano i materiali riciclabili per
rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese
produttrici di beni. Un mercato che si traduce pertanto in
nuova occupazione.
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Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo della società che non compromette l’ambiente
dando la possibilità alle future generazioni di continuare a svilupparsi, conservando la qualità e la
quantità del patrimonio e delle riserve naturali. Questo significa promuovere comportamenti da
parte di tutti che permettono di consegnare ai nostri discendenti un ambiente che sia ecologicamente
ancora abitabile. È necessario quindi risparmiare le risorse, come l’acqua, l’energia o le materie
prime; utilizzare fonti di energia
rinnovabili, come l’energia solare o eolica;
ridurre l’inquinamento; riciclare i materiali
usati, come carta, vetro, plastica e metalli.
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I cosiddetti cibi transgenici sono prodotti alimentari ottenuti da Organismi Geneticamente
Modificati (OGM) grazie alle tecniche messe a punto dalla biologia moderna e dalla manipolazione
sul DNA degli organismi viventi.
Da centinaia di anni l’uomo ha praticato la selezione per il miglioramento delle varietà agricole o di
allevamento, ma i metodi usati erano collegati all’incrocio di animali o piante per ottenere
organismi sempre più forti o più produttivi. Con la genetica moderna, i prodotti vengono ottenuti in
laboratorio, mediante colture in vitro, utilizzando provette e microscopi per combinare il patrimonio
genetico, o irradiazioni con raggi x, gamma o neutroni, tali da poter ottenere delle mutazioni
genetiche interessanti dal punto di vista alimentare.
La prima pianta transgenica posta in vendita fu un pomodoro, nel 1994 in USA, a cui era stato
rallentato il processo di decomposizione. Ma le piante geneticamente modificate non trovano
impiego solo nel campo dell’agricoltura, ma anche in quello farmaceutico o delle piante industriali.
Lo scopo della manipolazione genetica sulle colture è quello di creare delle specie nuove che
possano tollerare meglio le temperature estreme, o la salinità eccessiva, o la siccità e le inondazioni;
ma anche resistere meglio a insetti, virus, funghi o batteri, tollerare gli erbicidi, così da aumentare la
qualità e la qualità dei raccolti.
Le principali varietà di colture transgeniche sono essenzialmente quattro: la soia, il mais, il cotone e
la colza.
Le piante GM sono, comunque, sotto accusa per i possibili effetti che possono creare nell’ambiente
e sull’uomo. Infatti, non si sa fino a che punto possono danneggiare l’ambiente interagendo con
esso, o l’uomo nel momento in cui vengono consumate a tavola. Tuttavia bisogna sottolineare che
esse hanno un notevole impatto economico e produttivo tanto che sono state largamente accolte
dalle aziende agricole e immesse sul mercato. Se da un lato si stanno valutando gli effetti negativi,
dall’altro è innegabile che ve ne sono alcuni positivi. Prendiamo il caso delle allergie alimentari.
Alcune persone, soprattutto bambini, soffrono di allergie scatenate da particolari proteine contenute
in determinati cibi come uova, latte, pesce e crostacei, solo per nominare i più comuni. Ebbene,
individuata la proteina responsabile dell’allergia, si potrebbe introdurre nell’organismo un “gene
antisenso” ossia un gene in grado di annullare l’attività del gene nocivo, in virtù del quale sarebbe
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ridotto il potenziale allergenico di quegli alimenti. Questo metodo è già stato sperimentato sul riso
con buoni risultati.
Vi è un altro vantaggio nella coltivazione di piante GM rispetto alle tradizionali. Ad esempio
l’utilizzo degli antibiotici, anticrittogamici o veleni determina sia la scomparsa del virus, fungo o
insetto che cerca di distruggere la pianta, ma può anche renderlo più forte nel momento in cui riesce
a sopravvivere all’irroramento. Compito della genetica è, in questo caso, attivare dei geni, detti
promotori, che si possono attivare e quindi combattere il parassita solo quando questo è
effettivamente presente sulla pianta.
C’è da dire inoltre che i controlli sulla sicurezza dei cibi transgenici sono molto scrupolosi e
anche se il loro utilizzo è relativamente recente, si può dire che gli alimenti transgenici possono
ritenersi sicuri; tuttavia bisogna tenere sempre
presente che i controlli sono fatti dagli uomini e gli
uomini, proprio in quanto tali, non sono infallibili:
gli effetti collaterali e le conseguenze inattese di
nuove tecniche spesso sono difficili da prevedere o
possono venire alla luce solo dopo molto tempo
dall’introduzione della innovazione.
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Il WWF è la più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura, rappresentata in
Italia dal WWF Italia. L'acronimo significava originariamente World Wildlife Fund (fondo
mondiale per la vita selvatica, che alcuni traducevano con natura); nel 1986, l'interpretazione di tale
acronimo è stata modificata (eccetto negli Stati Uniti e in Canada) in World Wide Fund For Nature
(fondo mondiale [d'estensione mondiale] per la natura). Il WWF fu fondato l'11 settembre 1961 in
Svizzera da un gruppo che comprendeva, tra gli altri, il biologo Sir Julian Sorell Huxley, il Principe
Bernardo d'Olanda, il principe Filippo d'Edimburgo, consorte della regina d'Inghilterra, Max
Nicholson e il naturalista e pittore Sir Peter Scott, che disegnò il logo originale, con il panda gigante
bianco e nero, su sfondo bianco. L'associazione ha uffici in quasi sessanta paesi e la sua sede
centrale si trova a Gland, in Svizzera. Il più celebre associato del WWF è probabilmente il Principe
Filippo che, dal 1961 al 1982, fu il primo presidente del WWF britannico e poi divenne Presidente
Internazionale dell'associazione (dal 1981 al 1996); ora ne è Presidente Emerito. La missione del
WWF è quella di bloccare la distruzione
dell'ambiente naturale del pianeta e, dichiara,
contribuire alla costruzione di un futuro in cui l'uomo
viva in armonia con la natura. A questo scopo il
WWF si batte per:
Conservare la biodiversità del pianeta;
Assicurare che l'uso di risorse naturali
rinnovabili sia sostenibile;
Promuovere misure per la riduzione
dell'inquinamento e degli sprechi di risorse.
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L’ABC della Legalità
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Nell’art. 5 della Costituzione si legge: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le
autonomie locali, attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento
amministrativo..”, mentre nell’art.114: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province,
dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato..”. Da ciò si desume che il nostro Stato è unico
e indivisibile, ma suddiviso in tante parti, come un organismo vivente formato da Regioni,
Province, Comuni, e Città metropolitane, ovvero gli Enti locali che garantiscono il decentramento
delle attività amministrative.
Le Regioni sono state istituite negli anni Settanta e sono 20. Hanno potestà legislativa in molti
campi e ciascuna ha un suo Statuto, ovvero l’insieme delle norme per il suo funzionamento. Nel
nostro Paese ci sono 5 Regioni a Statuto speciale: Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino Alto
Adige, Friuli Venezia Giulia. L’ordinamento di ciascuna Regione è formato da un Consiglio
regionale che ha potere legislativo, presieduto da un Presidente, e da una Giunta che ha potere
esecutivo, composta da assessori e presieduta da un Presidente.
Le Province sono state istituite, invece, nel periodo Napoleonico e hanno competenza in materia
ambientale e territoriali, di comunicazioni, lavori pubblici, organizzazione dell’istruzione tecnica,
tutela e valorizzazione dei beni culturali. Attualmente le province italiane sono 109 e gli organi di
governo sono: il Consiglio provinciale, che discute e approva norme e regolamenti, ma non ha
potere legislativo, e la Giunta composta da assessori e da un Presidente.
I Comuni italiani, infine, sono circa 8100. Comune è un vocabolo risalente al Medioevo e indica
un’appartenenza sociale ed infatti è la dimensione collettiva più vicina a noi. Il Comune cura il
funzionamento dei servizi, come acqua, gas, luce, rifiuti, rete urbana ecc. Attraverso un piano
regolatore cura la sistemazione del territorio stabilendo quali sono le aree edificabili, quali quelle
adibite al verde e così via. Si occupa inoltre della costruzione di case per i meno abbienti e della
registrazione anagrafica dei suoi abitanti. L’organo di governo è il Consiglio comunale presieduto
dal Sindaco e composto da assessori.
Infine, dal 2001 sono state istituite le Città metropolitane, ovvero città di grandi dimensioni, con un
territorio ricco di centri minori. Attualmente sono previste 9 Città metropolitane: Roma, Milano,
Torino, Venezia, Bari, Napoli, Firenze, Bologna, Genova.
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Il nostro tricolore fu usato per la prima volta dai patrioti italiani nell’ottobre 1796 nei combattimenti
contro l’Austria, ma la data ufficiale della consacrazione come simbolo della libertà Repubblicana
fu il 7 gennaio 1797, quando fu usata per la prima volta nella sala del Consiglio in Reggio Emilia.
Questa prima bandiera tricolore aveva le bande orizzontali, mentre successivamente con Napoleone
vennero adottate le bande verticali,così come verticali erano quelle della bandiera francese.
Nel 1848 il tricolore sostituì l’emblema azzurro della Casa Savoia come simbolo del Regno di
Sardegna, con al centro lo scudo sabaudo, finché nel 1861 esso fu adottato come bandiera
Nazionale.
A partire dal 1997, il 7 Gennaio è stato proclamato Giornata nazionale del tricolore.
Una legge del 1998 impone l’obbligo di esporre la bandiera italiana. Insieme a quella dell’Unione
Europea, in tutti gli edifici pubblici
.
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La storia della Costituzione.
Il 25 luglio 1943 cadde il fascismo e il giorno dopo il 26 luglio, il re d’Italia Vittorio Emanuele III
diede il governo al maresciallo Pietro Badoglio ripristinando le intenzioni, le garanzie e le libertà
previste dallo statuto albertino. L’8 settembre 1943 Badoglio annunciò l’armistizio con gli alleati
anglo-americani. Il paese fu sottoposto all’occupazione tedesca e ci fu la guerra civile tra i fautori
del nuovo stato fascista repubblicano insediato nelle regioni del nord sotto la protezione tedesca, e
gli esponenti della Resistenza. Nel giugno 1944 dopo che le truppe alleate avevano liberato la città
di Roma, il re Vittorio Emanuele III, ostacolato dai partiti antifascisti che avevano costituito il
comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che comandavano la resistenza, trasmise i suoi poteri al
figlio Umberto. Dopo la liberazione del territorio nazionale il popolo italiano con suffragio
universale aperto anche alle donne avrebbe scelto con un referendum la forma di governo
(monarchia o repubblica) ed avrebbe istituito una “Assemblea Costituente” per deliberare la nuova
forma di governo dello Stato. Il 2 giugno 1946 si tennero il referendum istituzionale e le elezioni
per l’Assemblea Costituente.
I risultati del referendum furono programmati il 18 giugno: il popolo italiano aveva scelto la forma
della repubblica e votarono 12.717.923 italiani (54,3%) contro i 10.719.284 a favore della
monarchia (45,7%).
Gli eletti all’assemblea costituente erano 556. Politicamente erano così suddivisi: 207 seggi alla
democrazia cristiana; 115 seggi al partito socialista; 104 seggi al partito comunista; e i restanti 130
seggi andarono a formazioni minori. Fra i costituenti c’erano 21 donne.
La Costituzione entrò in vigore dal 1° Gennaio 1948.
Le principali caratteristiche della Costituzione sono:
– È votata
– È rigida
– È lunga
– È scritta
– È la legge di riferimento di tutte le leggi.
La Struttura
La costituzione è composta da 139 articoli e da 18 disposizioni transitorie e finali. I 139 articoli
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sono così suddivisi:
Principi fondamentali (articoli 1-12) dichiarano i principi generali della Repubblica che sono
alla base dell’istituzione dello Stato.
Diritti e doveri del cittadino (articoli 13-54).
Ordinamento della repubblica (articoli 55-139) definiscono i diversi poteri dello Stato e ne
regolano il funzionamento in 6 titoli diversi:
1. Il Parlamento;
2. Il Presidente della Repubblica;
3. Il Governo;
4. La Magistratura;
5. Le Autonomie locali: Regioni, Province, Comuni;
6. La Corte costituzionale.
Disposizioni transitorie e finali (18 disposizioni) servono a guidare il passaggio al nuovo
ordinamento politico delineato dalla Costituzione.
Per leggere e citare la costituzione bisogna conoscere bene la terminologia in cui è articolato il
testo:
- Gli Articoli: sono la suddivisione principale del testo della costituzione e, in generale, di
ogni legge.
- I Commi e le Comme sono le parti in cui si suddivide un articolo.
- Gli articoli sono raggruppati per argomento in titoli, i quali possono dividersi in sezioni.
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L’articolo 2 della Costituzione italiana proclama i "DIRITTI INVIOLABILI" e i "DOVERI
INDEROGABILI" che tutti i cittadini devono rispettare per vivere bene in una società. Ognuno di
noi ha dei diritti che non possono e non devono essere violati, ovvero calpestati o negati, e dei
doveri nei confronti degli altri o dello Stato. Vivendo in una società democratica, i nostri diritti
finiscono dove iniziano quelli degli altri e quindi le nostre libertà hanno come limite il rispetto delle
libertà degli altri.
Nella prima parte della nostra Costituzione sono elencati in maniera dettagliata gli ambiti a cui
appartengono i diritti e sono:
I diritti civili:
– Inviolabilità della libertà personale;
– Diritti di riunirsi pacificamente e senza armi;
– Diritti di manifestare liberamente i propri pensieri;
– Libertà e inviolabilità della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione;
– Libertà di circolazione e di soggiorno, salvo gli obblighi di legge;
– Diritto di professare liberamente la propria fede religiosa;
– Inviolabilità del domicilio.
I diritti etico – sociali:
– Tutela della salute;
– Riconoscimento dei diritti familiari;
– Diritto all’istruzione scolastica.
I diritti politici:
– Diritti di voto, che è libero, personale, segreto;
– Diritti di associarsi in partiti;
– Diritti di accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive.
I diritti economici:
– Diritto a un’equa retribuzione;
– Diritto al mantenimento a all’assistenza sociale;
– Diritto allo sciopero;
– Parità della donna;
– Libertà dell’organizzazione sindacale;
– Libertà dell’iniziativa economica privata.
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L'emblema della Repubblica Italiana è caratterizzato da tre elementi:
- la stella
- la ruota dentata,
- i rami di ulivo e di quercia.
La stella è uno degli oggetti più antichi del nostro patrimonio iconografico ed è sempre stata
collegata con la personificazione dell'Italia sul cui capo essa splende raggiante.
La ruota dentata d'acciaio è il simbolo dell'attività lavorativa, come specifica il primo articolo della
Carta Costituzionale: "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro".
Il ramo di ulivo simboleggia la volontà di pace della nazione, sia nel senso della concordia interna
che della fratellanza internazionale; la quercia incarna la forza e la dignità del popolo italiano.
Entrambi, sono espressione delle specie più tipiche del nostro patrimonio arboreo .
L’Emblema della Repubblica Italiana venne adottato il 5 maggio del 1948. Il bozzetto iniziale fu
realizzato dall'artista Paolo Paschetto, vincitore dei due concorsi pubblici indetti nel 1946 e nel
1947, cui parteciparono complessivamente circa 500 candidati con oltre 800 bozzetti. Sostituì, in
qualità di simbolo dello stato, il precedente stemma del Regno d'Italia.
.
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L'attività legislativa è la funzione più importante svolta dal Parlamento che inserisce due tipi di
legge: quelle ordinarie e quelle costituzionali. Oltre al Parlamento, anche il Governo può emanare
atti normativi aventi la stessa efficacia della legge: i decreti legge.
La funzione legislativa delle Camere non può essere in contrasto con le norme internazionali.
Il procedimento legislativo di una legge ordinaria è regolamentato nella II parte della Costituzione,
dagli artt. 71-74, oltre che dai Regolamenti parlamentari. Questo procedimento è composto da una
prima fase in cui vi è l'iniziativa da parte del Governo, ai membri del Parlamento, al corpo elettorale
(che può essere esercitata attraverso la presentazione alle Camere da una proposta sottoscritta da
almeno 50 000 elettori - art.50 della costituzione), ai Consigli Regionali, al CNEL (Consiglio
Nazionale dell'Economia e del Lavoro) nonché agli organi ed enti cui sia conferito da legge
costituzionale. Successivamente il Presidente della Camera sottopone il disegno di legge ad una
Commissione parlamentare e quindi lo si discute nella Camera votandolo nella sua interezza e/o
articolo per articolo. Se il disegno di legge ottiene la maggioranza dei voti, passa alla valutazione
dell'altra Camera del Parlamento, dove verrà discusso e votato. Se anche qui ottiene la maggioranza
dei voti passa al Presidente della Repubblica che può firmarlo o rimandarlo alle Camere. Se invece
non ottiene la maggioranza e vengono apportate delle modifiche, ritorna nell'altra Camera per
essere discusso e approvato, per poi completare l'iter legislativo già descritto.
La legge viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed entra in vigore trascorsi 15 giorni dalla
pubblicazione (Vacatio legis).
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Il Governo è composto dal Presidente del Consiglio dei Ministri dei diversi Ministeri che si
occupano dei vari punti.
Il Presidente del Consiglio è nominato dal Presidente della Repubblica e cambia ogni 5 anni. Egli
dirige la politica e mantiene l’unità di indirizzo politico. Il Governo deve ottenere la fiducia del
Parlamento. Il suo compito è quello di organizzare la politica del Paese e cura l’applicazione delle
leggi. Egli può proporre dei decreti-legge (leggi che devono essere confermate dal Parlamento entro
60 giorni). Il Parlamento inoltre può chiedere al Governo di emettere decreti legislativi attraverso la
legge delega.
Il Governo è un organo con funzioni :
- POLITICHE, in quanto partecipa alla direzione politica del Paese;
- LEGISLATIVE, può emanare norme giuridiche mediante atti aventi forze di legge;
- ESECUTIVE, perché è al vertice del potere esecutivo e ai singoli Ministeri;
- DI CONTROLLO, sull’attività di tutti gli organi amministrabili.
Esso a sede a Palazzo Chigi dal 1961. Palazzo Chigi si trova in un punto del centro storico di Roma
tra i più conosciuti: lungo via del Corso, quasi a metà strada tra Piazza del Popolo e Piazza Venezia.
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Fin dal 1946 l’Inno di Mameli è l’inno ufficiale dello Stato Italiano, anche se da alcuni anni si è
aperta una discussione se cambiarlo parzialmente o addirittura sostituirlo completamente.
L’Inno Italiano è stato scritto da Goffredo Mameli nel 1848-1849, quando lui abbandonò gli studi e
prese parte agli eventi politici dello Stato combattendo nella prima guerra d'indipendenza e nella
battaglia del 1849 a favore di Roma.
I valori personali di Goffredo Mameli furono ammirati da Garibaldi che lo fece combattere sul
Gianicolo dove successivamente morì.
L'inno fu scritto nel 1847 e la musica venne creata da Michele Novaro. Esso è basato su riferimenti
storici e vittorie italiane.
Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
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Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò
Nella prima strofa viene ricordata la vittoria di Scipione l'Africano sull' esercito di Annibale e la
maestosità dell'antico Impero di Roma, di cui l'Italia è l'erede diretto.
Nella seconda strofa viene ricordata la storia della divisione politica dell'Italia. In questa strofa
l'Italia è descritta come un popolo diviso e sprona la popolazione ad unirsi in un unica bandiera,
perché nel 1848 l'Italia era ancora divisa in sette Stati differenti.
Nella terza strofa contiene una parte della concezione del Mazzini. Questa concezione consiste nella
missione che Dio affidò agli Italiani, quella di liberare la patria e raggiungere così l'Unità
Nazionale.
Nella quarta strofa sono descritti vari atti eroici:
- La vittoria di Legnano colta dai Comuni lombardi contro Barbarossa (1176);
- La coraggiosa difesa di Firenze da parte di Francesco Ferrucci, contro l'imperatore Carlo V
(1530);
- Il gesto eroico del ragazzo Giambattista Perasso, detto Balilla, che nel 1746 scatenò
l'insurrezione di Genova contro gli Austriaci;
- La rivolta dei Vespri Siciliani nel 1282, che raggiunse l'obbiettivo di cacciare gli Angioini
della Sicilia.
Nella quinta strofa c'è un grave atto di accusa contro l' Austria che ha represso duramente i moti
carbonari (si è nutrita del sangue italiano). Così come la Russia che ha domato l'insurrezione
polacca del 1831.
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La Costituzione italiana mette il lavoro al centro della vita nazionale. L’art.1 infatti cita: “L’Italia è
una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Il lavoro è quindi considerato un dovere e diritto di ogni cittadino italiano.
Lo Stato aiuta i cittadini, specialmente i giovani, a partecipare all’economia del Paese attraverso la
loro professione (Art.4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le
condizioni che rende effettivo questo diritto”).
Il nostro sistema economico è basato sul capitalismo, cioè sull’iniziativa libera, e i cittadini possono
intraprendere spontaneamente qualsiasi attività economica. Per arrivare alla realizzazione di
ciascuno in ambito professionale la scuola realizza azioni di orientamento che promuovono
nell'alunno la conoscenza di sé, illustrando le richieste del mondo circostanze e quindi le
opportunità presenti nel territorio (come i tipi di scuola e le offerte lavorative). Quando l’alunno ha
ottenuto tutte le informazioni utili può compiere una scelta che rispecchi i suoi desideri.
Una volta immesso nel mondo del lavoro la Costituzione proclama numerosi tipi di tutela per i
lavoratori come ad esempio:
Art.35: "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme […]"
Art.36: "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo
lavoro. La durata massima di una giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al
riposo settimanale e a ferie retribuite e obbligatorie […]"
Art.37: "La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e la stessa retribuzione che spettano al lavoratore
[…]"
Lo Stato, inoltre, prevede che i lavoratori abbiano assistenza e prevenzione, così come enunciato
nell'art.38: "Ogni cittadino inabile ha diritto al mantenimento e alla assistenza sociale. I lavoratori
hanno diritto a mezzi adeguati allo loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità,
vecchiaia e disoccupazione involontaria […]"
I diritti di cui i lavoratori italiani attualmente godono sono il risultato di cruente e numerose
battaglie condotte nel XX secolo. In questo periodo i lavoratori hanno ottenuto diritti fondamentali:
hanno costituito i sindacati con cui possono contrattare con i datori di lavoro e possono ricorrere
allo sciopero. I principali sindacali in Italia sono CGIL, la CISL, UTL e UGL. Anche alcune
37
imprese si sono associate creando proprie organizzazioni: la Confindustria, Confapi, la
Confcommercio e la Confagricoltura.
Ecco perché nella Costituzione si afferma che:
Art. 39 : "L’ organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se
non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge. […]"
Art .40: "Il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano."
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Il Palazzo Montecitorio è un edificio di Roma in cui ha sede la Camera dei deputati della
Repubblica Italiana.
Montecitorio nasce quando Papa Innocenzo X, nella prima metà del Seicento, commissiona a Gian
Lorenzo Bernini di costruire una residenza per la famiglia Ludovisi.
E' curioso come l'origine del nome possa derivare dall'altura su cui fu costruito il palazzo. Sul mons
citatorius, in epoca romana, si tenevano le assemblee elettorali, così come era il luogo dove
venivano scaricati i materiali di risulta della bonifica del vicino Campo Marzio (mons acceptorius).
Con l'Unità d'Italia, il Palazzo Montecitorio non appartenne più allo Stato italiano e accolse la
Camera dei deputati, ma per assolvere a tale compito erano necessarie delle modifiche strutturali
che furono effettuate ad opera di Paolo Commotto. Egli costruì nel cortile una sala semicircolare a
gradinate che però si dimostrò inadeguata, in quanto dotata di una pessima acustica, freddissima
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d'inverno e troppo calda d'estate. Solo nel 1918 fu inaugurata la sede definitiva nel Palazzo Monte
Citorio.
A Palazzo Montecitorio si trovano più di mille dipinti e sculture datati tra il XVI e XX secolo,
alcune migliaia di incisioni e stampe di varie epoche, svariati reperti archeologici e una discreta
quantità di beni artistici come orologi, mobili d'epoca, arazzi e busti.
Una buona parte di queste opere è di proprietà delle varie Soprintendenze e si trova
temporaneamente presso la Camera dei deputati.
Una volta entrati nel Palazzo, attraverso uno scalone monumentale, si accede al cosiddetto corridoio
dei busti, lungo il quale sono esposti una trentina di busti in bronzo e marmo di illustri deputati.
Un altro salone è chiamato "della Lupa" che deve il suo nome
alla presenza di una scultura in bronzo della lupa capitolina.
Qui fu proclamato il risultato del referendum istituzionale del
2 giugno 1946 e si svolgono ancora oggi riunioni importanti.
A sinistra del salone della Lupa si affaccia la "Biblioteca del
Presidente", dove si tengono le riunioni dell'Ufficio di
Presidenza e degli altri organi della Camera.
Sul lato destro è invece situata la "Sala Aldo Moro" arredata con mobili in stile rococò provenienti
dalla Reggia di Caserta.
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Palazzo Madama
Palazzo Madama è un edificio di Roma, situato in Corso Rinascimento, a pochi metri da Piazza
Navona.
Attualmente è sede del Senato della Repubblica Italiana. Precisamente a palazzo Madama hanno
sede l'Aula, alcuni Gruppi parlamentari, gli uffici della Presidenza e del Segretariato generale e
alcuni uffici e servizi strettamente connessi con l'attività parlamentare.
La storia dell'attuale sede del Senato inizia sul finire del Quattrocento. Il terreno in cui sorge
Palazzo Madama era appartenuto per quasi cinque secoli ai monaci benedettini che poi, nel 1478, lo
cedettero al monarca francese che, a sua volta, donò parte del terreno al suo tesoriere, Sinulfo
Ottieri di Castell'Ottieri, sul quale venne fondato il nucleo originario del palazzo che
originariamente avrebbe dovuto ospitare i pellegrini francesi in visita a Roma. Il cardinale Giovanni
de' Medici lo acquistò a rate nel 1505 ma lo vendette alla cognata Alfonsina Orsini, a causa di
pressanti debiti, rientrantone in possesso nel 1519 alla morte di quest'ultima che glielo lasciò in
eredità.
Il figlio Giovanni De Medici, ormai diventato Leone X, ne fece la sede romana dell'influente
famiglia, e divenne anche uno dei centri più importanti per la cultura umanistica. Alla morte di
Leone X, nel 1521, palazzo Madama venne assegnato a suo cugino Giulio de' Medici, che vi aveva
lungamente abitato prima di diventare papa con il nome di
Clemente VII.
Nel palazzo vi è l'aula dove hanno sede le riunioni del
Senato che è una saletta molto piccola ed è tappezzata in
rosso, invece in precedenza era azzurra.
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"L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle
limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le
Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo". (art. 11)
L'articolo esprime un netto rifiuto della guerra come mezzo di aggressione ad un altro Stato o come
strumento per risolvere contrasti internazionali.
Questa norma sancisce il principio pacifista, ma legittima interventi militari deliberati nell'ambito di
organizzazioni internazionali con il fine di garantire la pace della giustizia nei rapporti tra le
Nazioni. In virtù di quanto stabilito dalla costituzione il nostro paese ha partecipato e partecipa
tuttora ad interventi militari promossi da organizzazioni internazionali per scopi umanitari o come
esercizi di legittima difesa.
L’ unico articolo in cui si fa riferimento all'azione militare è nell'art.52 quando si sostiene il "sacro
dovere cittadino" della difesa della Patria.
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Tutta la parte II della Costituzione è dedicata a delineare la struttura e l’ordinamento della
Repubblica, cioè gli organi dello Stato con i rispettivi poteri e le specifiche funzioni:
- Il Parlamento è eletto dal popolo, detiene il potere legislativo ed è composto dalla Camera dei
Deputati e dal Senato della Repubblica.
- Il Governo è nominato dal Presidente della Repubblica con l’approvazione del Parlamento,
detiene il potere esecutivo ed è composto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Ministri.
- La Magistratura è un ordine autonomo e indipendente dagli altri due poteri: detiene il potere
giudiziario ed è composto dalla Magistratura giudicante e dalla Magistratura inquirente.
- Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune, è il capo dello Stato,
rappresenta l’unità nazionale e ha il comando delle Forze armate.
- La Corte costituzionale vigila sul rispetto della costituzione della Costituzione e giudica su
eventuali conflitti tra i poteri dello Stato. Ha quindici giudici nominati dal Presidente della
Repubblica, dal Parlamento e dalla Magistratura.
- Gli Enti locali territoriali governano e amministrano limitatamente alle parti del territorio
nazionale di loro competenza: Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni.
Ad ognuno di questi organi la Costituzione dedica un Titolo della Parte II, con vari articoli.
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Il nostro attuale e undicesimo Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano. Egli è il capo dello
Stato italiano e rappresenta l’unità nazionale. Risiede al Quirinale.
Questa carica è un organo costituzionale eletto dal Parlamento in seduta comune, e dura sette anni.
Lo stesso Presidente può essere rieletto solo una volta.
La Costituzione esplicita tutti i compiti e i poteri del Presidente della Repubblica, che sono:
1) in relazione alla rappresentanza esterna:
accreditare e ricevere funzionari diplomatici;
ratificare i trattati internazionali, su proposta del governo e previa autorizzazione delle
camere, quando occorra;
effettuare visite ufficiali all'estero, accompagnato da un esponente del governo;
dichiarare lo stato di guerra, deliberato dalle camere;
2) in relazione all'esercizio delle funzioni parlamentari:
nominare fino a cinque senatori a vita;
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inviare messaggi alle camere, convocarle in via straordinaria, scioglierle salvo che negli
ultimi sei mesi di mandato (semestre bianco), a meno che non coincidano in tutto o in parte
con gli ultimi sei mesi di legislatura;
indire le elezioni e fissare la prima riunione delle nuove camere;
3) in relazione alla funzione legislativa e normativa:
autorizzare la presentazione in Parlamento dei disegni di legge governativi;
promulgare le leggi approvate in Parlamento;
rinviare alle camere con messaggio motivato le leggi non promulgate e chiederne una nuova
deliberazione (se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere
promulgata);
emanare i decreti-legge, i decreti legislativi e i regolamenti adottati dal governo;
4) in relazione all'esercizio della sovranità popolare:
indire i referendum e in caso di esito favorevole dichiarare l'abrogazione della legge ad esso
sottoposta;
5) in relazione alla funzione esecutiva e di indirizzo politico:
nominare dopo opportune consultazioni il presidente del Consiglio dei ministri e, su
proposta di questo, i ministri;
accogliere il giuramento del governo e le eventuali dimissioni;
emanare gli atti amministrativi del governo;
nominare alcuni funzionari statali di alto grado;
presiedere il Consiglio Supremo di Difesa (CSD) e detenere il comando delle forze armate,
benché in qualità di ruolo di garanzia, non di comando effettivo;
decretare lo scioglimento di consigli regionali e la rimozione di presidenti di regione;
7) in relazione all'esercizio della giurisdizione:
presiedere il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM);
nominare un terzo dei componenti della Corte costituzionale;
concedere la grazia e commutare le pene.
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Il palazzo del Quirinale fu costruito e portato a compimento durante il pontificato di Paolo V per
mano dell’architetto Flaminio Ponzio che progettò la parte del palazzo verso il giardino che
comprende anche lo Scalone d’Onore, il salone delle Feste e la cappellina dell’Annunziata. Alla sua
morte subentrò Carlo Maderno che completò l’opera dell’ala verso via del Quirinale.
Il palazzo sorge sul colle del Quirinale, dove trovavano posto nell’antichità i templi dedicati al Dio
Quirino e alla Dea della Salute. Le strutture architettoniche e gli arredamenti sono rimasti
praticamente invariati dopo il 1946, infatti sotto la Presidenza della Repubblica è prevalso il criterio
di conservazione e rivalutazione, per tutelare il patrimonio culturale raccolto in 400 anni di storia
del Quirinale. Il Palazzo fu infatti fino al 1870 la residenza estiva del Papa, ma dopo la conquista di
Roma da parte del Regno d’Italia diventò la residenza del Re.
Dopo il 1946 è la sede del Presidente della Repubblica Italiana.
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L'articolo 9 della Costituzione afferma:
"La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il
paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione."
Il nostro Paese ha ereditato dal passato un patrimonio di cultura, arte e di Storia, che lo rende unico
al Mondo. La Costituzione, pertanto, vuole conservare e proteggere queste ricchezze ma, come
viene sottolineato nel primo comma dell'art.9, allo stesso tempo promuovere l'ulteriore sviluppo,
sottolineando il valore della ricerca scientifica e tecnologica. A questo proposito è da segnalare
l'attività di promozione e ricerca operata dal C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche) volta a
favorire lo sviluppo della ricerca scientifica nel nostro Paese.
Il secondo comma affronta due tematiche: la tutela del paesaggio e il patrimonio storico e artistico.
Ai tempi della redazione della Costituzione il principio della tutela del "paesaggio" indicava solo
l'insieme delle bellezze naturalistiche da salvaguardare. Al giorno d'oggi tale riferimento è ormai
lontano dalla realtà e sicuramente riduttivo in quanto ci sono anche problemi ambientali, come il
buco nell'ozono, l'estinzione delle specie animali e vegetali e soprattutto lo sfruttamento insensato
dell'uomo. Perciò parlando di paesaggio occorre parlare di ambiente e di emergenza ambientale. A
tal proposito il Parlamento Italiano è intervenuto tardi e solo da pochi anni esiste un Ministero
specifico: il Ministero dell'Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare.
Per quanto riguarda invece la tutela del patrimonio artistico, sebbene l'invito della Costituzione è
rimasto lettera morta per molto tempo, da anni esiste un Ministero specifico, il Ministero per i Beni
e le Attività culturali di cui l'attuale Ministro dei beni culturali è l'On. Stefania Prestigiacomo.
Ma cosa sono i Beni culturali e paesaggistici?
La normativa più recente stabilisce, nel Codice dei beni culturali e del paesaggio emanato con DLgs
del 2004, che i beni culturali sono le "cose immobili e mobili che presentano interesse artistico,
storico, archeologico, etnoantropologico, archivistico e bibliografico (..) e che rivestono un interesse
47
particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della
letteratura, dell'arte e della cultura in genere ..."
Tra i beni culturali mobili rientrano i manoscritti, gli autografi, i carteggi, gli incunaboli, nonché i
libri, le stampe, le incisioni ecc, purché abbiano tutti carattere di rarità e di pregio. Tutti questi beni
vengono raccolti ed esposti nei musei, pinacoteche, gallerie, archivi o biblioteche.
Sono beni archeologici anche le testimonianze storiche di civiltà, centri abitati e
insediamenti, rinvenuti dagli scavi, così come beni artistici e storici sono quelli che hanno un
rapporto con la storia culturale dell'umanità, quali: monumenti, chiese, castelli, palazzi, ville, e altre
opere dette ''minori'' disperse nel territorio.
Parliamo di beni culturali anche quando facciamo riferimento a testimonianze del lavoro e della vita
del passato, ovvero a tutti quegli strumenti che fanno parte della nostra vita quotidiana e
testimoniano l'economia rurale tradizionale; ad esempio, edifici, macchinari o semplici strumenti di
lavoro che testimoniano antichi lavori e anche tradizioni popolari,che testimoniano una cultura
popolare.
I beni paesaggistici, invece, sono i beni immobili e sono quelle aree costituenti espressione dei
valori storici, culturali, naturali, morfologici, dotati di bellezza naturale o singolarità geofisica,
come: le ville, i giardini, i parchi, aree panoramiche e qualunque paesaggio di particolare valore.
Appartengono, infine, al patrimonio culturale anche i luoghi di cultura, dove è possibile fruire dei
beni culturali: musei, biblioteche, archivi, aree archeologiche, parchi archeologici, complessi
monumentale (ovvero un insieme di fabbricati edificati in epoche diverse, che con il tempo hanno
acquisito un'autonoma rilevanza artistica o storica).
48
Nell'art. 1 si legge che "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità
appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."
La sovranità è quindi il potere che il popolo esercita in maniera indiretta attraverso i propri
rappresentanti, eletti in Parlamento e a cui spetta di legiferare.
"La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche" art. 6.
In Italia esistono molte minoranza linguistiche.
Globalmente le persone che parlano la seconda lingua sono 2.500.000 e sono concentrate
soprattutto in Val d'Aosta, nel Trentino Alto Adige, nel Friuli Venezia Giulia e in Sardegna. L'art. 6
quindi, impegna la Repubblica alla tutela della lingua e della cultura delle minoranze come le
popolazioni albanesi, catalane,
germaniche, greche e slovene
nonché di quelle parlanti il
francese, il franco-provenzale, il
friulano, il ladino, l'occitano e il
sardo. Questa prevede un
coinvolgimento delle monoranze,
come ad esempio introducendo
lo studio delle predette lingue in
ambito scolastico, previa
formazione dei docenti, o
l'utilizzo di alcune parole
straniere nella toponomastica e nelle informazioni radiotelevisive, ove sia necessario.
49
Come cita l'art.3 della Costituzione italiana:
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e
l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
L'articolo cita due tipi di uguaglianze tra i cittadini: uguaglianza formale e uguaglianza sostanziale.
L'uguaglianza formale (primo comma) informa che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge e
hanno la stessa dignità sociale. Tuttavia tale uguaglianza è solo teorica. Il secondo comma dell'art.3
impone allo Stato di intervenire con leggi specifiche per eliminare le disuguaglianze in modo da
realizzare una uguaglianza reale e quindi sostanziale (ad es.: l'istituzione del servizio sanitario
nazionale o ancora della scuola pubblica).
50
Il diritto di voto è espresso dall'art.48 in cui si legge che: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e
donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo
esercizio è dovere civico.
La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti
all’estero e ne assicura l’effettività. A tal fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione
delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e
secondo criteri determinati dalla legge.
Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale
irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.”
Quindi, come dice l’art 48, può votare chi ha più di diciotto anni, che sia uomo o donna e l’insieme
di cittadini che hanno il diritto a votare si chiama corpo elettorale.
Il voto ha le seguenti caratteristiche:
- personale: perché una persona non può incaricare un’altra di votare al suo posto.
- uguale: ogni voto ha la stessa importanza, indipendentemente da chi vota.
- libero: nessuno può avere pressioni o condizionamenti riguardo al voto.
- segreto: la sua segretezza deve essere assolutamente garantita.
- dovere civico: votare è un dovere dei cittadini, il non voto però non comporta nessuna sanzione.
Le elezioni possono essere politiche quando i cittadini sono chiamati a votare per il rinnovo del
Parlamento, amministrative quando bisogna eleggere i rappresentanti di Comuni, Province e
Regioni, e europee.
51
La Costituzione non indica il modo in cui si vota, ma lo indicano le leggi ordinarie. Nella nostra
storia repubblicana sono due i metodi con cui si vota: il sistema proporzionale e il sistema
maggioritario.
Nel sistema proporzionale l’elettore vota il partito, o la coalizione di partiti, di cui condivide idee e
progetti e i deputati vengono eletti in proporzione al numero dei voti ottenuti dalla lista a cui
appartengono.
Nel sistema maggioritario il territorio del paese viene suddiviso in tante aree geografiche
(denominate collegi) quanti sono i deputati, o i senatori, da eleggere. Ad ogni collegio compete
l’elezione di un solo deputato o senatore e, per tale ragione viene definito collegio uninominale. In
ciascun collegio ogni partito, o coalizione di partiti, presenta un solo candidato e gli elettori hanno
la possibilità di scegliere tra i candidati designati da ciascun partito. Viene eletto il candidato che ha
totalizzato più della metà dei voti espressi.
52
Il gruppo di lavoro del progetto PON
“Conosciamo il nostro habitat”
Baldassarre Carmela Lotito Cesare
Camassa Maria Antonia Maggio Alessandro
Camassa Marika Marilli Caterina
Capuzzimati Fabiana Mongelli Alice
Cardiota Cristian Morello Marziano
Cellamaro Rosaria Pastore Luca
Coretti Emanuela Pizzo Michela
D’Avanzo Federica Presicci Christian
D’Ippolito Angelica Presicci Simona
Di Serio Andrea Protopapa Laura
Fatiguso Simona Scorcia Sirio Moreno
Flemma Andrea
Iannantuoni Fabiola
Ieva Silvia Prof.ssa Tanese Cinzia
Istrefi Amanda Avv. Tedesco Alessandro
Ringraziamenti
Si ringraziano sentitamente il Dirigente Scolastico prof.ssa Grazia De Punzio per aver appoggiato
incondizionatamente questo lavoro e il personale della segreteria della scuola per il sostegno
elargito in tutte le fasi della realizzazione dell’opera.