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L' Assemblea dei Soci del 12.11.99, verbale del Segretario n. 201 , ha eletto il nuovo CONSIGLIO DIRETTIVO della Libera Associazione Giovanile 'Una Voce in Piu', che rimarra in carica fino al 12.11.2001 :

Presidente Vice - Presidente Segretario Tesoriere Resp. Tesseramento Consiglieri:

Antonello Bianchi Sergio Senatore Francesca Senatore Mariella Gagliardi Giuseppe Gallicchio Giusy Forte Finisia Senatore Teresa Forte Laura Lagna Antonio Di Vasto I rene La Poll a

E Ia nuova REDAZIONE del giornale 'Una Voce in Piu', bollettino-periodico ufficiale della Libera Associazione Giovanile 'Una Voce in Piu', anche essa con scadenza 12.11.2001:

Capo - Redattore Presidente Redattori:

Roberto Viola Antonello Bianchi Franco di Benedetto Francesca Senatore Veronica Viola Giuseppe Cirigliano I rene La Poll a

Tesseramento alia Libera Associazione Giovanile

"Una Voce in Ph)"

In qualsiasi momento dell'anno puoi iscriverti alia Associazione UViP, interpellando il responsabile del tesseramento Teresa Forte. Potrai cosi contribuire alia sopravvivenza della Associazione, partecipare alia realizzazione delle iniziative culturali, decidere e votare durante le nostre Assemblee dei Soci.

* GIOVANISSIMO * JUNIOR *SENIOR * SOSTENITORE

£ 10.000 £ 15.000 £ 25.000 £ 30.000

fino a 17 anni dai 17 ai 21 anni dai 21 anni in poi (almeno) senza limite di eta

ll centro studi naturalistici del Pollino "il Nibbio"

II 1 0 Agosto di questo an no, e nato il primo centro studi natu­ralistici del Pollino, con il nome de "il Nibbio". Nato grazie all'entusiasmo, oltre che aile capacita, di nostri conterranei,

questa' bellissimo centro studi offre a tutti noi, abitanti di que­sta splendido terr1torio e non, di entrare nella realta faunistica del Parco Nazionale del Pollino. lnfatti non capita spesso (purtroppo) di avere Ia fortuna di incontrare un Nibbio Reale o un Capriole, nella loro piena liber­ta, andando a spasso nei nostri boschi. lo appena entrato nelle sale espositive, sapientemente allestite da esperti naturalisti, ho avuto come l'impressione di vivere in una realta che non pensavo potesse essere "nostra", e mi sono chiesto semi tro­vassi ancora nella splendida Morano, a 1 0 Km da casa mia, o a 1 OOOKm, magari nelle Dolomiti, dove questi centri so no da tempo una realta. II centro studi offre, oltre ai diorama, che riproducono in scala reale porzioni di ambienti natural i, Ia possibilita di "ascoltare il bosco", grazie all'ausilio di un sistema di amplificazione che riproduce fedelmente le voci degli animali; una guida gentile e preparata, che illustra il contenuto di ogni sala; e sistemi didatt­ci e informatici per scuole e per chiunque volesse conoscere o approfondire gli argomenti offerti. Non mi dilungo sugli aspetti tecnici, sia perche non ne sarei capace, sia percM e meglio scoprirli di persona e non rovi­narvi Ia sorpresa che sicuramente avrete. Conclude dicendo che questa mia vuole essere un grazie verso coloro che hanno creduto e che credono, che hanno avuto e che hanno il coraggio di scommettere sui recupero e sulla valorizzazione del "nostro" territorio. Sicuro che Ia scommessa si vincera, auguro agli amici di Morano un buon lavoro, auguro inoltre che Ia loro opera serva da esempio e che stimol i Ia real izzazione di altre iniziative atte a promuovere lo sviluppo del nostro territorio. Invito tutti a vis tare questo centro, portando soprattutto i bambini, in modo che nasca in loro il rispetto, il piacere e magari Ia passione per Ia "nostra" terra! Volevo ancora informare che nelle festivita e fino al 31-01-2000, presso il centro sara esposta una mostra paleontologica dal tit lo: "Predatori e predati - istantanea di un ambiente di 2 milioni di anni fa."

II centro studi naturalistici del Pollino "il Nibbio" e sito in: vico II Annunziata, 11 a Morano. Tei.0981 31297 e aperto dal mar­ted] alia domenica, nelle ore 1 0-13 e 15-1 9.

Vento geliei

Vento gelato e nebbia fitta, li accolsero appena usci­ti dalla stazione. Lui e i

suoi compagni avevano tra­scorso una notte insonne, sal­tando da un treno all'altro, ripo­sando solo pochi minuti in una fredda ed angusta sala d'aspet­to inglese. Cominciava a fare giorno, ma del sole e del suo dolce tepore nemmeno l'ombra. Dai vetri appannati del treno scorgevano un verde paesag­gio, imbiancato dalla brina mat­tutina. Gli alberi scorrevano veloci lungo i binari, e con questi i loro ampi sbadigli. lmbacuccato nel suo piumino, cercava lo sguardo degli amici, nella speranza di trovare qual­cuno disposto a parlare. Pochissime parole lungo tutto il tragitto: Ia stanchezza appan­nava le loro menti ed il freddo gelava le parole in gola. Solo gli occhi erano attenti ed intenti a scrutare l'orizzonte alia ricerca di un segnale conosciuto. Ma dall'altra parte solo greggi di pecore. Arrivo cosi, stanco ed assonna­to in quella citta di cui conosce­va soltanto il nome. Era matti­na, forse le 7:00, che comincio Ia sua prima perlustrazione della citta. ~architettura, le stra­de, i palazzi si mostrarono subi­to affascinanti e misteriosi. In realta Ia nebbia gli consentiva di scorgere solo i piani inferiori degli edifici. La prima preoccupazione fu l'alloggio. Caricati dai loro "immani" zaini cercavano l'indi­rizzo di un ostello: pochi passi ed eccolo, caldo, economico, quasi un rifugio alpino; camino

Raffaele Guaragna

acceso, arredi in legno, colori caldi, poltrone comode. Cadeva Ia pioggia, ma il tempo a loro disposizione era poco, decisero di uscire comunque, e visitare Ia citta. II sole intanto, iniziava a "seal­dare" e scioglieva Ia nebbia che man mano s'alzava. Ecco che apparve una prima guglia, poi una seconda, eccone una terza, ... fino a coprire tutto il paesaggio. Strani uccelli, nel frattempo, sorvolavano le loro teste, pare­vane gabbiani, ma a quelle lati­tudini? Ad un certo punta, proprio 11, sui colle piu alto, 11 sopra il parco, n alia fine di quella ripida salita apparve un castella medievale, intatto, perfettamen­te conservato, con le sue torri , i suoi bastioni, i suoi merli; con una rada nebbia tutt'attorno che lo rendeva cosi accattivan­te. Sarebbe stata quella Ia sua prima meta. S'incammino su per Ia sal ita e

man mano Ia citta gli si svelava: scopriva l'impianto stradale, le piazze, scorgeva i campanili delle chiese. Cio che piu lo colpi, pero, era

quella mossa multiforme di arti­sti di strada: teatranti, comme­dianti , giocolieri , trampolieri, mimi, pittori, cantanti, intere compagnie teatrali gli si fecero incontro in abiti di scena, lo pla­giarono, gli fecero Ia corte e poi scivolarono via ... Sembrava di assistere ad una chiassoso car­nevale "Iatino", solo che 11 era tutto piu pacato, "ovattato". Ma Ia sua meta rimaneva un'altra. Sebbene distratto ed ammalia­to da tanti fascinatori , giunse aile porte del castella. II verso Iatino che sormontava l'ingres­so gli confermo che quel posto cosi lontano aveva un qualcosa di familiare. lnizio Ia visita al castella; girava a zonzo per quell 'immenso luogo, quasi una piccola citta: edifici a destra ed a sinistra, piazzette, slarghi, stanze prin-

cipesche e cannoni dappertut­to. Ecco che un mucchio di gente si addensa 11 alia sua destra, cosa ci sara di tanto interes­sante? Si avvicina incuriosito. D'improvviso si apre Ia visuale, lo sguardo traguarda il mare, le guglie di Edimburgo sono ai suoi piedi, un fiordo d'acqua s'insinua nella terraferma fino a bagnare Ia citta. II cielo, rischia­rato da una fievole luce, e pieno di gabbiani, i suoi occhi non s'aspettavano tanto. Rimane 11 a mirare il panorama per interi minuti, svaria, rapito, da una parte all'altra della ter­razza, cerca ulteriori punti di vista, nuove emozioni. Proprio dall'altra parte Ia sua v ista incontra Ia Scozia, quella dei documentari, quella verde, "verde sciapito". La Scozia, con il cielo mai del tutto sereno, che regala, pero, quella luce evanescente, rara, impalpabile, luce in cui sono ambientati i suoi sogni. ..

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Discutiamo di .... hashish e marijuana

P arlare di droga e sem­pre difficile, ma anche se non si volesse

entrare nel merito e si volessero fornire solamente dei dati si avrebbero comunque notevoli difficolta in quanto, a causa della carenza di metodologie di quantificazione dell'impatto delle diverse pelitiche sulla droga si hanno come risul­tato sia Ia continua ripropo­sta di analisi basate solo su ipotesi ideologiche, sia una grande inaffidabilita dei dati ufficiali raccolti nei vari Paesi, tanto che Ia stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, per evitare Ia diffusione di dati poco certi, invece di pubblicare tali dati -che vengono trasmessi dagli Stati membri- median­te schede di tipo statistico, ne effettua un sunto discor­sivo e di tipo statistico, poi pubblicato in un rapporto annuale di scarso interesse ed in utilita per un qualsiasi monitoraggio del fenomeno. Cercheremo qui di liberarci da qualsiasi tipo di pregiudi­zio, di riferirci ad analisi e dati certi e di limitare il campo aile sole droghe leg­gere. Volendo dare una definizione scientifica, di natura chimica delle droghe ci imbattiamo presto in due grossi ostacoli: non esiste nessuna sostanza comune a tutte le droghe ed inoltre ciascuna delle sostanze contenute nelle varie dro­ghe e contenuta anche in altri prodotti e addirittura in alcuni prodotti alimentari di cui mai nessuno si e sogna­to di vietare il consume. Per questo motivo I'Orga­nizzazione Mondiale della Sanita si e dovuta basare non sulla natura ma sugli effetti per dare Ia seguente definizione di droghe: sostanze psicotrope, che agiscono sulla mente­capaci di modificare l'attivi-

Giuseppe Di Mauro Ass~ciazione Culturale Mediterranea

ta psichica, che hanno o meno un'azione terapeutica, che vengo­no autosomministrate e sono in grado di creare abitudine, tolleran­za e/o dipendenza. Alia luce di questa definizione secondo I' OMS, l'alcool e certa­mente una droga, mentre e ogget­to di discussione che lo possano essere fumo e caffe. Prescinderemo da questo interes­sante dibattito visto che qui l'inten­zione e di parlare delle droghe leg­gere, comunemente dette, e tra queste ci riferiremo esclusivamen­te ai derivati della Canapa Indiana, o Cannabis Indica, una pianta che cresce prevalentemente in ambienti umidi, appartenenti alia famiglia della Canapa, e coltivata principalmente in Marocco, Medio Oriente e nella fascia equatoriale. Da essa si ricavano sia !'hashish che Ia marijuana. !..:hashish si estrae dalle estremita floreali della pianta, ed e costituito da una resina fatta poi essiccare. Esso e piu potente in quanto estratto della marijuana, che si ottiene macinando foglie e fiori della pianta, i quali si fanno poi seccare e si comprimono. Esiste infine anche !'hashish liquido, detto comunemente olio di hashish, che e il piu potente dei tre. Nel seguito ci riferiremo a ciascuna delle sostanze dette con il termine di Cannabis. Con sicurezza si pub affermare che Ia Cannabis e nota sin dal 3000 a.C. in quanto essa e descrit­ta nel libro di medicina cinese Nei­Ghing, con usi terapeutici. Successi-vamente essa si diffuse in India, in Persia e tra le popola­zioni deii'Asia Minore, con usi mistici e ricreativi. In Europa Ia prima testimonianza e del v sec. a. C., epoca a cui risale Ia tomba a Nicherdorf in Germania in cui furo­no ritrovate tracce di Cannabis. In tempi piu recenti e documentato l'uso del Cannabis un po' ovunque, in particolare tra gli Arabi, tanto che nel 1378 I'Emiro di Djoneima fu costretto a proibirne l'uso. Tuttavia un uso significative di tale sostanza in Europa si ebbe solo a partire dal 1840, dopo che il tossi-

cologo francese J.J. Moreau de Tours pub­blico il trattato "Sull'hashish e Ia pazzia". Sulla scia dell'entusiasmo suscitate dal trattato, Teophi le Gautier fonda a Parigi il Club dei consumatori di hashish, di cui fu un assiduo frequentatore Charles Baudelaire, autore del noto "Poema dell'­hashish". Questo fu anche il periodo in cui si after­me l'uso terapeutico della Cannabis, prin­cipalmente come analgesico ma anche per curare Ia depressione, l'insonnia, Ia cefalea, l'epilessia e l'ansia. Oggi l'uso terapeutico della Cannabis e stato abba­donate a favore di altri farmaci , Ia maggior parte delle legislazioni tuttavia vieta anche l'uso voluttuario e ricreativo, e bene quindi soffermarci sugli effetti dell'uso di Cannabis per cercare di valutare i fonda­menti su cui Ia Iegge si basa. Per quanto riguarda le sensazioni che Ia Cannabis provoca, e necessaria precisare che essa non crea un nuovo stato d'ani­mo, ma rileva ed accentua Ia situazione emotiva gia esistente. Con uno stato d'a­nimo positive in genere le sensazioni sono: rilassamento mentale seguito da uno stato di euforia, benessere ed esalta­zione interiore, calo delle inibizioni per cui sono facil itate le relazioni interpersonali, aumento della percettivita temporale. Con uno stato d'animo negative in genere le sensazioni sono: ansia, paura, ci si sente osservati, insorgono idee di persecuzione e confusione mentale, e a volte allucina­zioni. L:assunzione di Cannabis e rivelata dal rossore del viso, sudorazione, arros­samento delle congiuntive, tachicardia. Veniamo ora agli argomenti principali di qualsiasi discussione sulle droghe: tolle­ranza, tossicita, dipendenza, overdose e proposte di legalizzazione. Per tolleranza, o assuefazione, si intende quel fenomeno secondo cui l'organismo si abitua ad una certa sostanza per cui gli effetti che essa produce tendono a dimi­nuire dopo un certo periodo di uso conti­nuato. Col manifestarsi della tolleranza il consumatore e portato ad aumentare le dosi per ottenere gli stessi effetti. Nel caso della Cannabis Ia tolleranza si manifesta in maniera lieve,. e perc dimostrato che essa si annulla quando l'uso viene inter­rotto per alcuni giorni. Nel caso di usi sal­tuari non esiste tolleranza. Per tossicita si e soliti distinguere tra tos­sicita acuta, con cui si intendono gli effetti tossici conseguenti ad una sola sommini­strazione, e tossicita cronica, con cui si

intendono gli effetti tossici a media e a lunga sca­denza conseguenti ad un uso prolungato. II mas­simo grado di tossicita acuta registrata con dosi eccessive di cannabis e consistito in nausea, vomito, crisi d'ansia e svenimento. Non si cono­scono casi di intossicazione piu grave. La tossici­ta cronica conseguente all'assunzione di Cannabis miscelata al tabacco (mediante siga­rette appositamente confezionate, dette "spinelli") si manifesta a danno dell'apparato respiratorio; gli effetti sono esclusivamente quelli causati dal fumo, con Ia considerazione che lo spinello viene fumato senza filtro. Altri effetti tossici cronici non sono documentati. Per dipendenza, fisica o psichica, si intende il fenomeno secondo cui Ia sospensione della som­ministrazione, dopo un periodo di uso continuato, provoca disturbi fisici o psichici. L:uso di Cannabis non provoca dipendenza fisica in nessun caso, mentre e dimostrata Ia dipendenza psichica, che tuttavia non provoca ne compulsione all'uso, ne crisi di astinenza - fenomeni tipici della dipen­denza fisica- ma si manifesta semplicemente con un desiderio di assunzione.

permettere addirittura, oltre che l'uso, anche Ia promo­zione pubblicitaria dell'alcool? Una pubblicita, quella televisiva, che accosta l'uso di alcool alia vita sana, al prestigio, alia mondanita e alia promozione sociale e sessuale. Ancora: se si dimostrasse che i vantaggi per Ia societa della legalizzazione sono maggiori rispetto alia politica della repressione del fenomeno, sarebbe questo argomento sufficiente per una modifica della legislazio­ne? Di quanto cioe il bene comune e piu importante di quello del singolo? 0 viceversa, naturalmente. I fondamenti scientifici delle proposte di legalizzazione sono quelle che possono trarsi da quanto detto in pre­cedenza. I vantaggi economici e sociali si potrebbero trarre dalla legislazione delle droghe leggere sono i seguenti: le entrate direttamente dovute alia distribuzio­ne, le imposte versate da coloro che ne commerciano, il risparmio di uomini, mezzi e capitali attualmente impe­gnati nella repressione del fenomeno oggi illegale, Ia sottrazione di ingenti capitali alia criminalita organizzata, Ia scomparsa della tendenza alia criminalizzazione dei consumatori di tali sostanze, un adeguato controllo sani­taria sulla qualita del prodotto e sulla salute dei consu­matori. Altri vantaggi, quali ad esempio l'abbattimento dei costi

di tali sostanze e Ia scomparsa della tendenza alia criminaliz­zazione dei loro consumatori, sono da considerarsi minori rispetto a quelli citati. Un argomento non secondario a favore dei sostenitori della legalizzazione e inoltre l'ipotesi che cio potrebbe diminuire il numero dei futuri consumatori di droghe pesanti. La disponibi­lita legale di tal i sostanze potrebbe cioe contribuire a ''fil­trare" i potenziali consumatori di droghe. Si avrebbe, in tal caso, l'effetto inverse di cib che si e verificato per le popolazio­ni centroamericane, abituate a masticare foglie di coca: Ia scarsa disponibilita delle foglie di coca, ormai massicciamente destinate alia produzione della cocaina, ha determinate una micidiale diffusione dell'alcoli­smo. E' infatti documentato che le sostanze psicoattive hanno una loro intercambiabilita. Presentiamo infine l'ultimo argomento: Ia teoria della droga di passaggio, secondo cui l'uso di cannabis portereb---~ '---------------be in seguito il soggetto all'uso

!..:overdose, ovvero una dose mortale, e assoluta- di eroina. I sostenitori di tale teoria mostrano infatti che mente esclusa in quanto affinche sopraggiunga gran parte dei consumatori di eroina ha fatto in prece-la morte il consumatore dovrebbe assumere in denza uso di Cannabis. Cib e senz'altro vero, ma e una volta sola Ia quantita di Cannabis presente in altrettanto vero che gran parte dei consumatori di eroina diecimila spinelli. ha fatto uso in precedenza di alcool e tabacco: dal punto Veniamo infine all'ultimo argomento, il piu delica- di vista statistico quindi non esiste alcuna differenza fra to: le proposte di legalizzazione delle droghe leg- alcool , tabacco e Cannabis nell'ambito della teoria del gere. Tali proposte hanno fondamenti etici, scien- passaggio. tifici, economici e sociali. Sui piano etico Ia que- Partiamo invece dalle seguenti ipotesi: se Ia teoria della stione e: di quanto lo Stato pub limitare il libero droga di passaggio fosse vera, ad ogni aumento della arbitrio nel memento in cui quest'ultimo non inci- diffusione di Cannabis, nei tempi necessari al passag-de sulla liberta altrui? Ed inoltre, se si ammette gio, dovrebbe corrispondere un aumento della diffusione che lo Stato deve tutelare Ia salute di ciascuno, dell'eroina. visto che l'alcool provoca trentamila morti all'an- Riportiamo alcuni dati che si riferiscono agli Stati Uniti, no e vi sono un milione e mezzo di alcooldipen- supponendo che il periodo necessaria al passaggio sia denti, perche vietare l'uso di droghe leggere e di due-tre anni, come ipotizzato sia da Kaplan in

"Marihuana" che da Farley in "Youth drung abuse". Anni Settanta: con­

sumatori di marihua­na: 8.000.000 nel 1972, 15.000 nel 1976 (aumento del 87 %); tossicodipen­denti da eroina: 570.000 nel 1975, 380.000 nel 1978 (riduzione del 33%). Anni Ottanta: in mancanza di dati sui numero di tossicodi­pendenti ci riferiamo a dati sulla mortalita da eroina, che e comunque indicativa del fenomeno: con­sumatori abituali di marihuana: 22.600.000 nel 1979, 18.200.000 nel 1985 (riduzione del 17,4 %); mortali­ta da eroina: 659 casi nel 1981, 1275 casi nel 1987 (aumento del 93%). Cio dimostra che Ia teoria del passaggio non pub essere legata aile proprieta intrinseche delle due sostanze, ma ad una serie di variabili ad essa collegate. Di tali variabi li , una delle piu importanti e certamente il fattore della illegalita che accomuna l'uso ed il mercato della Cannabis con quello dell'eroina. Secondo O'Donnell in "Studyng drug abuse": "l'uso rego­lare di marihuana rende piu probabile il contatto con spac­ciatori e con Ia sub­cultura della droga. Tale contatto porta in certi casi alia fre­quentazione di con­sumatori di altre dro­ghe e cib a sua volta aumenta Ia probabi­lita di usare queste altre droghe". Questo e dunque un altro buon motivo per separare il mer­cato della Cannabis da quello delle altre droghe ed e quindi un altro punto a favore della legaliz­zazione.

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' .. . Correre mi fa sen tire in armonia con tutto cio che mi circonda'

Leonildo RUSSO

L'unica verita e che siamo furbi tutti quanti, e per questa ci intendiamo perfettamente.

Quando in un crudo mattino mi alzo per correre, tutti i miei compagni hanna ancora ore di sonno prima che suoni Ia campana. Eccomi qua, dunque a correre, e appena spicco quel prima balzo fulmineo sull'erba gelata d'un'alba in cui persino gli uccelli non hanna il coraggio di can­tare, comincio a riflettere, ed e que­sta che mi piace. Guardarmi dentro. Possono spiarci tutto il giorno per vedere se lavoriamo bene o faccia­mo Ia nostra parte ma non possono farci una radiografia delle budella per scoprire che cosa stiamo dicen­do dentro di noi. Faccio i miei giri come in sogno, svoltando agli angoli del viottolo o del sentiero senza nemmeno accorgermene, saltando ruscelli senza sapere che sono Ia e gridando un buongiorno al mattiniero mungitore delle vac­che senza vederlo. E' bello correre, fuori nel mondo per conto tuo, senza un'anima che ti faccia salta­re Ia mosca al naso o che ti dica cosa devi fare. A volte penso che non sono mai state cosi Iibera come durante quel paio d'ore in cui trotterello su per il sentiero fuori dai CANCELLI e svolto davanti a quel­la quercia panciuta e nuda in fonda al viottolo. Tutto e morto, ma bene, perche e morto prima d'essere vivo, non morto dopo esser state vivo. Quando sono a meta strada del mio giro mattutino, quando dopo un'al­ba attanagliata dal freddo vedo un mucosa pezzetto di SOLE, appeso ai rami nudi del faggio, e quando Ia scorciatoia che taglia l'argine ripido e coperto di cespugli per portarmi nel viottolo incassato mi avverte che ho coperto meta del percorso, e il momenta piu bello. Perche Ia corsa mi fa pensare che ogni gara

come questa e una vita - una pie­cola vita - ma una vita piena di sof­ferenza e fel icita. LA VITA. Se qualcuno di voi vuol sapere come si corre, si ricordi di non avere mai FRETTA, e di non lasciare MAl che nessuno degli altri corridori capisca che si ha fretta anche se e cosl. Nella corsa li pote­te sempre agguantare senza per­mettere che gli altri capiscano Ia fretta che avete; e quando vi siete serviti della vostra astuzia, per rag­giungere i due o tre che sono in testa allora potete fare, piu tardi un bello scatto per PIANTARE IN ASSO gli altri, perche fino a quel momenta non avete dovuto forzare. lo CORRO con passe regolare e sostenuto, e presto Ia mia falcata diventa cosi rotonda da farmi DIMENTICARE che corro, e so che appena le mie gambe si alzano e si abbassano e le mie braccia oscilla­no avanti e indietro, i miei polmoni non sembrano lavorare affatto, e il mio CUORE smette di battere all 'impazzata come fa sempre all'i­nizio di una corsa. Perche, vedete, io non gareggio MAl!, io cerro sol­tanto,_e in qualche modo so che se dimentico Ia corsa alia vita e mi limito a tenere un buon passe fin­che non so piu che sto correndo vinco sempre Ia mia gara. Perche quando i miei occhi s'accorgono che sono vicino alia fine del percor­so, riconoscendo una scaletta o l'angolo di un casolare, io opera uno scatto, e posse fare uno scatto cosi veloce perche fino a quel memento ho l'impressione di non aver corso affatto e di non aver sprecato Ia minima energia. E posse farlo ... perche continuo a pensare ... a lia corsa ... alia VITA ... e correre mi fa sentire in ARMO­N lAcon tutto cio che mi circonda.

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La Bicicletta E sperienze da solo non aveva avuto

modo di farne, mamma e papa erano sempre al suo fianco per aiutarlo e soc­

correrlo in caso di difficolta: Fabio era una ragazzo "riservato", di quell i che avevano vis­suto sotto l'ala protettrice della mamma­chioccia da sempre. La mitica canottiera, che Ia nonna propugnava come Ia barriera per ogni male invernale, non c'era stato giorno che non fosse stata a contatto con il suo gra­cile torace, sotto Ia camicia. Un giorno, chissa come mai, gli regalarono una bicicletta per il suo quindicesimo com­pleanno: una di quelle bici per Ia citta, ruota sottile, manubria comodo, cinque marce, parafanghi, dinamo, portapacchi e campanel­lo. Non ne aveva mai posseduta una. A sten­Ia ci sapeva andare, aveva provato solo qual­che volta sulle bici dei suoi amici, rovinosa­mente. Era contentissimo, da tanto Ia aspet­tava e invidiava i suoi compagni che l'aveva­no. lnizio subito a pedalare, nello spiazzo sotto casa. I primi tempi perdeva l'equilibrio abbastanza spesso, poi a poco a poco riusci per lo meno a non cadere. Gia nel prima pomeriggio portava giu Ia bici che custodiva in balcone, e iniziava Ia sua corsa nel parco: imboccava il vialetto alberato, proseguiva drit­to verso Ia discesa e Ia affrontava sempre meno titubante, senza frenare, cosi acquista­va velocita per Ia salita seguente. E poi a caso per le vie e viuzze, a destra e ancora a destra, poi a sinistra. Girava cosl , senza una meta precisa, non doveva andare da nessuna parte, non aveva nessun appuntamento. Era da solo, lui e Ia sua bici, lui pedalava e Ia bici camminava, rispondeva fedele ad ordini che le sue gambe impartivano: che complicita, era Ia prima volta che si sentiva padrone di qual­cosa, della strada, del percorso, delle sue gambe. Anche se il fiato degenerava presto in fiatone per lo scarso allenamento, gli piaceva correre veloce, a maniche corte, appena Ia stagione lo permetteva: il vento iniziava a sol­leticare tutta Ia sua pelle, a passare con curio­sita Ira i peli delle braccia e offrire quella sen­sazione vellutata che Ia camicia a maniche lunghe soffocava implacabilmente. I corti capelli che sembravano disegnati e inamovi­bili ecco che diventavano un labirinto per i filetti d'aria che cercavano Ia via d'uscita, per­dendosi ed esaurendosi sui cuoio capelluto leggermente sudato. E gli occhi, resistere a tutta quell'aria, come potevano... qualche lacrima usciva a detergere l'energia che ci metteva. lnsomma, in poco tempo divenne Ia sua pas­sione, divenne Ia risposta ad una domanda che non si era mai posto, che forse il mondo in cui viveva non aveva mai lasciato scaturire: era Ia domanda di esserci, e lui sulla biciclet­ta si sentiva Ia, ci stava, era lui, non c'era nes­suna altro, era lui e Ia sua energia, lui e Ia sua voglia di liberia, di correre, di uscire dall'ar­chitettata bambagia, di conoscersi, di sentirsi, ... di esserci! Ogni tanto osava qualche giro un po' piu impegnativo sulla strada che conduceva al mare. II percorso era molto frequentato,

Antonio Panebianco

parecchi ciclisti procedevano uno attaccato all'altro, ruote allineate, in formazione aerodi­namica, chini sui manubria a testa d'ariete e concentrati nella regolazione di corona e roc­chetti per mantenere costante Ia distanza relativa e Ia frequenza delle pedalate. Fabio si vedeva sorpassare da gruppetti coloratissimi, vestiti con calzoncini aderenti e maglia traspi­rante, scarpette ad incastro rapido e caschet­to metallizzato, il tutto in tinta con quelle bici da corsa cosl sportive, in lega leggera e con rapporti lunghissimi. Come filavano, era un piacere. In Iondo alia strada c'era un punto dove soli­tamente tutti i ciclisti si fermavano per ripo­sarsi prima di affrontare Ia via del ritorno: una fontanella permetteva di rinfrescarsi e sciac­quarsi Ia bocca. Anche Fabio ci era arrivato, stanco ma contento di quell'aria di mare che gli riempiva i polmoni, dell'ombra dei pini e del profumo di resina che aveva attraversato. Era andato forte, certo non al ritmo di quei pro­fessionisti, ma vedeva che migliorava. Al ia fontanella anche lui si fermo, scese, mise il cavalletto, bevve un sorso d'acqua e intanto sentiva i discorsi degli altri ciclisti. "Beh, io vengo dal piazza del Carlino, ci ho messo 33 minuti con una media di circa 28 chilometri orari, quasi 29!". "Certo che questa vento contrario rallenta parecchio, nel tratto in salita il mio cardiofre­quenzimetro ha segnalato un picco di 164 battiti al minuto sebbene fossi solo sui 30 all' ora". "Vedo che hai montato Ia corona da 46 al posto di quella da 38, ecco perche nel tratto dopa il dazio spingevi cosl; ma che dici, in salita penalizza parecchio?". "La settimana prossima vorrei sal ire su Monte Cavo, ora che ho 500 chilometri nelle gambe devo affrontare qualche salitella per irrobusti­re il quadricipite inferiore". Tutti pigiavano tasti sui computerino, facevano considerazioni sui tempi, sulle velocita, sui percorsi, si confrontavano i dati, si suggeriva­no miglioramenti da effettuare aile bici per renderle piu competitive ... Fabio sorseggiava l'acqua sentendone il sapore dolce in bocca, nella sua bocca impa­stata dalla secca salivazione; i polsi erano lucenti al sole, un adore asprigno e vissuto saliva da tutto il corpo attraverso Ia sua maglietta color pesca. I discorsi degli altri ciclisti lo fecero sentire un pischelletto: dove andava lui, senza che sapesse praticamente nulla dei ritrovati della tecnica, senza che avesse alcun dato sul le sue uscite, con quel­la bici buona per una passeggiata sui lunge­mare con in mano un gelato e nel portapacchi il Carriere della sport? ... dove andava lui, da solo, senza un compagno con cui competere, senza ... Una brezza, un softie di salsedine, il canto salmodico della risacca lo distolse per un atti­mo dal vano susseguirsi di vane domande; si affaccio dal ponti le e rispose al richiamo soc­chiudendo gli occhi. Lui c'era. Gli altri ancora paroleggiavano.

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LA MONETAZIONE

NEL MERIDIONE D'ITALIA

La lira italiana, suddivisa in cento cen­tesimi, e Ia moneta ufficiale dei terri­tori costituenti l'ex Regno delle Due

Sicilie. D alia fine del 1862 e, almeno fino al 1866, se non oltre, accanto aile nuove lire italiane, circolarono anche le vecchie monete borboniche, i cui nomi ricorrono ancora oggi, nei nostri paesini, in alcuni detti comuni come "un amico val piu di cento ducati" o "uomini dediti al vino, sette un carlino" o ancora, piu fre­quentemente in Puglia, "Non tengo torne-si". Fino al 1864 il valore delle monete corri­spondeva al valore intrinseco del metallo con cui le stesse erano battute e percio aile popolazioni importava poco che que­ste si chiamassero lire o ducati, quello che era importante era Ia purezza del metallo usato e il peso delle monete e per questo era facile che ci si ritrovasse fra le mani anche monete antichissime, in rari .------------,casi anche

monete roma­ne o alto­medioevali. Nel Regno delle Due Sicilie e, prima che questa venisse pro-clamato nel 1816, nel Regno di Napoli , l'unita monetaria fu il Ducat o Napoletano, suddiviso in 100 grana; ogni grano a sua volta era suddiviso in 2

10 Grani 1803 - Palerm tornesi e ogni

tornese in 6 cavalli. I vari tagli delle monete avevano dei nomi consueti, con i quali venivano indicati nell'uso comune; cosi il pezzo da 3 tornesi era indicate come "Pubblica" dall' iscrizione del rovescio "Pubblica Laetitia", il pezzo da dieci grana era indi­cate come "Carlino", il pezzo da venti grana o due carlini era indicato come "tari", il pez.zo da 60 grana era indicate come "mezza piastra", il pezzo da tre ducati era indicate come "oncietta", il

Dott. Giovanni Grisolia

pezzo da 6 ducati, infine, era indicate come "oncia". La moneta di piu piccolo taglio era il Cavallo, coniato in rame, con peso di g. 1.80, dal Re Ferdinanda I d I A r a g 0 n a Piastra 1799 - Repubblica Napoletana ( 1 4 58-1 4 9 4) ·L---------=-=-=.,........,=~---:-:-u=---.::-=::-::-:::::::::::~7: Questa moneta ebbe subito grande sue- nesi. Queste ultime furono monete di cesso e, inoltre, fu Ia prima moneta che rame di grande modulo (mm 38) e di peso porto sui diritto il lita. 11 'Cavallo' fu conia- variabile da g. 31,20 a g. 23, dal Regno di to pure sotto Federico d'Aragona (1496- Ferdinanda IV di Barbone al Regno di 1501 ), sotto carlo v d'Asburgo (1598- Francesco II di Barbone e stranamente le 1621) con peso di g. 0,71 e infine sotto piu I egg ere furono quelle coniate sotto il Filippo IV d'Asburgo (1621-1665) con regno di Ferdinanda IV.

d. o 89 Per cio che concerne Ia monetazione peso 1 g. , . Furono coniati pezzi da 2 cavalli e da 3 argentea del Regno di Napoli e delle Due cavalli 0 mezzo tornese, quest'ultimo Sicilie durante il Regno di Angioini e coniato fino ai tempi di Ferdinanda 11 di Aragonesi, le monete piu importanti furo­Borbone (1830-1859), da 4 cavalli, tutti in no il salute d'argento del peso di g. 3,34, rame e con peso variabile in base alia il mezzo saluto d'argento. Del peso di g. maggiore e minore svalutazione. 1,67 e il famoso gigliato d'argento del t..:altra moneta di piccolo taglio che ebbe peso di g. 4 con il sovrano assiso in trono grande ditfusione fu il tornese, dal valore di fronte, recante lo scettro e il globo cru­di 6 cavalli, coniato in mistura (due parti cifero sui dritto e con Ia croce gigliata al di rame ed una parte d'argento) sotto il rovescio, con modulo variabile, che, in regno di Alfonso 1 d'Aragona (1442-1458) alcuni casi , raggiungeva i 30 mm. Durante con peso di g. 1,86 e sotto il regno di il Regno degli Aragonesi vengono coniati Ferdinanda 1 con g. 0,63, quindi in rame carlini d'argento del peso di g. 3,60, tari con peso variabile da g. 6,90 a g. 3,12 dal del peso di g. 7,26, real i del peso di g. Regno di Filippo 11 d'Asburgo (1556-1598) 2,71 , mezzi carlini del peso di g. 1,78 e al Regno di Ferdinanda 11 di Barbone quarti di carlino del peso di g. 0,89 e infi­(1830-1859). ne il famoso coronato, coniato da 1 multipli del tornese di uso piu comune Ferdinanda V d'Aragona, del peso di g. 4, sono stati il pezzo di un tornese e mezzo detto coronato per Ia leggenda del dritto, 0 nove cavalli in rame e il grano del valo- che recitava "coronatus quia legitime cer­re di 2 tornesi. tavit", con chiara intenzione propagandi-11 grano fu moneta di argenta di piccolissi- stica del sovrano, raffigurato nel momen­mo modulo (mm. 1 O) del peso di g. 0.30 to dell'incoronazione. sotto il Regno di Filippo 11 d'Asburgo e A partire dal Regno di Carlo V d'Asburgo quindi di rame, con peso variabile da.------------------, g. 10,32 a g. 5,85, dal Regno di Filippo Ill d'Asburgo al regno di Francesco II di Barbone (1859-1860). Come gia detto, il pezzo da 3 torne­si fu detto comunemente Pubblica, vennero pure coniati pezzi da 4 tor­nesi, da 5 tornesi, da 3 grani o da 6 tornesi, da otto tornesi e da 10 tor-

~----------------~

I

I

e per tutto il regno dei sovra­ni della dinastia d'Asburgo

.-.. di Spagna furono coniat i in a r genta scudi del peso di g. 3 2 1 8 7 1

peso di g. 6 Tarl 1796 - Palermo 11 , tari del

L----------- ---'peso di g. 6,25, carl ini del peso di g. 3,58, mezzi car­lini del peso di g. 1,50 e infine cinquine del peso dig. 0,75 e di modulo di appena 15 mm. con al dritto le colonne d'Ercole nelle onde e Ia legenda 'Plus Ultra' e al rove­scio il tosone sospeso e Ia legenda "R. Arago utrius si.". Sotto il Regno di Filippo II d'Asburgo viene coniato il primo ducato in argento del peso di g. 29,61 con modu­lo di 43 mm. Dal 1734 al 1860, sotto Ia dinastia dei Borboni di Napoli e delle Due Sicilie le monete d'argento sono: Ia Piastra del peso dig. 25,61 con modu­lo di mm. 40 e del valore di 120 grana, cioe di un ducato e 20 grana (alcune di queste piastre sono veramente belle, come quella con al dritto il Sebeto sdraia­to, poggiato ad un remo e ad un'anfora da cui sgorgano le acque del fiume Sebeto di Napoli: il tutto sullo sfondo del Vesuvio fumante e del golfo di Napoli) ; Ia mezza piastra del peso di g. 12.80, il tari da 20 grani del peso di g. 4,58; il carlino da 10 grana del peso di g. 1,1 0 e con modulo di mm. 16. Sotto il regno di Ferdinanda IV di Barbone vengono anche coniati il ducato del valore di 100 grana, del peso di g. 22,94 e il mezzo ducato del valore di 50 grana, del peso di g. 11 ,47.

In oro, durante il Regno di Napoli e delle Due Sicilie, vengono coniate varie monete. Durante il regno degli Angioini e degli Aragonesi e coniato il saluto d'oro, del peso di g. 4,43 e il mezzo saluto, d'oro del peso di g. 2,21, il Tarl da 26 Grana 1686 - Carlo ii di Spagna ducato d'oro, delL---------- --,--....,..,.,=---=-=--=-----,----:-----' peso dig. 3,55 e il doppio ducato d'oro del lo a KG. 42. 1 canna corrispondeva a m. peso di g. 7. 2,10 ed era formata da 8 palmi ognuno di Sotto il Regno degli Asburgo di Spagna in m. 0,26 e una corrispondeva a I. 515. oro sono coniati pezzi da 4 scudi d'oro, Cio premesso, diremo come il grano, fra il del peso di g. 13,50, da due scudi, del 1805 e il 1834, costava da un minima di peso dig. 6,75, da un ducato ,del peso di ducati 1,50 il tomolo a un massimo di g. 3,55 e da uno scudo del peso dig. 3,38_ ducati 2,60; le patate 80 grana al cantaro; lnfine i Borboni coniarono in oro pezzi da Ia carne di animali minuti 9 grana al roto­un'oncia del valore di 6 ducati e del peso lo; Ia carne vaccina 15 grana al rotolo; i dig. 8,80 con modulo di mm. 27, pezzi da legumi 1 ducato a tomolo; Ia pasta 7 4 ducati, del peso di g. 5,86, pezzi da uno ducati al cantaro; i pesci salati 12 ducati al

cantaro; il for-.-----------, zecchino da 2 ducati, del peso di g. 2,93, pezzi da un oncietta da tre ducati, del maggio 20

ducati al can­peso dig. 3,78. Un cenno a parte meritano i pezzi in oro taro; e un di grande modulo e peso coniati da maiale grasso

10 ducati. Ferdinanda I, Francesco I e Ferdinanda II delle Due Sicilie dal 1818 al 1856, dico i pezzi da 30 ducati del peso di g. 37,80 e i pezzi da 15 ducati del peso di g. 18,93 con modulo, rispettivamente, di mm. 36 e di mm. 30 con , al rovescio, Ia magnifica immagine del Genio borbonico in piedi, alato o no, poggiato a uno scudo adorno dei gigli borbonici e a una colonna sor­montata dalla corona Regia. Giunti a questa punto, corre l'obbligo di fare qualche esempio tendente ad evi­denziare il valore e il potere d'acquisto delle monete sopra descritte e per fare cio ricorderemo le unita di misura vigenti nel Regno delle Due Sicil ie e di cui anco­ra oggi resta Ia memoria in alcune espressioni correnti del popolino. Non molti anni addietro, qualche vecchietta andava ancora dal macellaio a chiedere 'una libbra di carne' o dal mercante di stoffe a chiedere 'un palmo di velluto mille righe' e ancora oggi si parla di tomoli di grano o di olive. Dunque diciamo come:

Per concerne infi­ne il costo del lavoro, faccia­mo presente che nel 1857 il prezzo di una giornata lavo­rativa era: per muratore, sarto, falegna­me e calzolaio grana 30, per lo zappatore, gr. 20; per Ia raccogl itr ice d'olive gr. 1 0; per il bifolco

Mezzo Denaro Federico II

(1197 - 1250)

r------------------ -------,un cantare o can­taio corrispondeva

con buoi propriL----------' gr. 70; per il mulattiere gr. 40; per Ia filatri­ce gr. 1 0; e per Ia tessitrice gr. 15. Nel 1828, invece, un comune o meglio una universita di circa 3000 anime o, come si diceva all'epoca, di 600 fuochi , corri­spondeva ai suoi dipendenti i seguenti stipendi quinquennali:

6 Ducati1769 - Ferdinanda iV

a KG 89 ed era for­mato da 1 00 rotoli ognuno del peso di KG: 8,89. Una lib­bra corrispondeva a g. 320,75 ed era fermata de 12 oncie ognuna del peso di 26,72 grammi.1 salma corrispondeva a 5 tomoli e ogni tomo-

al cancelliere ducati 44 al cassiere comunale ducati 50 al serviente ducati 16 al medico ducati 88 al parroco ducati 150 al viceparroco ducati 40 al sagrestano ducati 1 0 all'organista della Chiesa ducati 40 al maestro di scuola ducati 36 al regolatore del pubblico orologio ducati 8.

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U na fila di persone si trova lungo Ia stra­da della Lunga Pace. II lettore com­prende istantaneamente di cosa si

tratta, ma per i primi cinque righi di lettura egli e ancora 'fuori' dalla vicenda, quasi come se osservasse il tutto dall'alto e non riuscisse a focalizzare il dettaglio. lmprovvisamente, come un uccello ferito ad un'ala, precipita nel racconto ritrovandosi tra 'migliaia di studenti, scortati dai soldati'. Siamo a Pechino, e Ia notte di piazza Tienamen. Ayamei, una giovane studentes­sa, unica donna presente ai negoziati tra governo e studenti, viene eletta leader del movimento degli studenti grazie al suo modo impetuoso di esprimersi. La giovane donna subisce attraverso i mass-media Ia sconcer­tant~ .metamorfosi da leader a criminale e cospiratrice contra il Partito comunista. Costretta dagli eventi alia fuga, Ia protagoni­sta vede morirsi tra le braccia un vecchio compagno di Iicea; riesce a sfuggire ai sol­dati grazie ai civili che Ia trascinano involon­tariamente nella folie corsa verso Ia salvez­za. E' l'inizio dell'odissea per Ayamei che da quel momenta in poi non avra piu un punta di riferimento, una casa, una famiglia, ma solo il suo inseguitore. II tenente Zhao era stato scelto dai suoi superiori per scovare il 'nemi­co del governo' e portarlo dinnanzi al tribu­nale. Durante una perquisizione a casa di

Ayamei il tenente trova il diario personale della ragazza che imparera presto a memo­ria. II diario e Ia voce di un'anima in pena che non trova pace sin dall'infanzia a causa di una sensibilita quasi tattile che si scontra con il mondo esterno. La lettura procede verso un repentino crescendo dei conflitti interiori dei protagonisti che, pur non incon­trandosi mai, legano i propri destini l'uno all'altro. Cos'e il tenente Zhao se non un'altra anima in pena che si e arruolato per aiutare i genitori ad essere 'una bocca in meno da sfamare'; un ragazzo che per l'obbedienza alia Patria aveva dimenticato il colore del tra­monto, l'odore del mare, il contatto con il mondo. II diario di Ayamei diventa l'unico mezzo possibile di rinascita esistenziale per Zhao che lascia Iibera Ia ragazza per sentir­si egli stesso Iibera. II libra ci trasporta dagli orrori della citta ad un mondo quasi magico, ambientato fra le montagne della Gina dove regnano miti e superstizioni che caratterizzano il fascino segreto del testa. La tematica di fonda del libra risiede nella metafora della fuga che tanto per Ayamei quanta per Zhao assume il significato di evadere da quello stato di abbandono totale in cui era precipitata Ia generazione dopo il massacro di Tienamen, per pater finalmente dispiegare le ali per il volo verso Ia possibil ita di vivere: Ia liberta.

I FATTI Ottobre 1 999

AI termine di un'estate di lavoro, i cui frutti e successi sono stati di note­vole portata per I'Associazione

"Una Voce in Piu", diamo una "regolata" agli 'eventi' che hanna caratterizzato que­sti ultimi mesi, in modo che i nostri lettori possano seguire con ordine, senza dimen­ticare nulla, il percorso di lavoro compiuto recentemente.

L.:estate 1999 racchiude una serie di inizia­tive comprese all'interno della rassegna "Centro Storico" '99. Quest'anno per Ia terza volta consecutiva abbiamo voluto puntare ancora sui centro storico, alia sco­perta delle tradizioni e dei luoghi di Saracena 'antica', ricercando le nostre radici sempre con rinnovato entusiasmo, occupandoci con il massimo dell'impegno di valorizzare ancora meglio stradine, vicoli, piazzette del nostro bellissimo cen­tro storico. Abbiamo dunque cominciato a studiare nuovi percorsi, soluzioni, collegamenti da attuare per dare una configurazione anco­ra migliore ad un'iniziativa che sta cre­scendo qualitativamente sempre di piu nel corso degli anni: cio e stato possibile anzi­tutto peril numero maggiore di soci, tra cui si annovera una notevole percentuale di ragazzi di eta compresa fra i 14 e i 20 anni, ed, in piu, anche grazie all'aiuto vali­do ricevuto da altre associazioni operanti sui territorio di Saracena. Non dobbiamo dimenticare nemmeno Ia disponibil ita offerta dagli abitanti del centro storico che hanna collaborato in modo splendido con i soci "UViP", nei momenti 'duri' dell'allesti­mento ed in quelli, non meno difficili, dei giorni di testa. E' infatti chiaro che un'iniziativa non coin­cide con i giorni previsti dal calendario della testa: per noi il lavoro comincia molto prima, attraverso l'impegno costante dei mesi precedenti, che consiste in un opera di programmazione, nell'elaborazione di preventivi di varia tipo, nella scelta ragio­nata e democraticamente compiuta degli eventi culturali da proporre all'attenzione della cittadinanza, fino al ia risoluzione delle 'beghe' burocratiche, pure necessa­rie al fine di una corretta gestione del 'pub­blico', aspetto che rimane uno dei nostri obiettivi primi.

La prima iniziativa rientrante nell'ambito di tale rassegna e stata l'organizzazione di un Torneo di "Calcio ad otto" che si e svol­to fino al 25/7/99 presso il campo sportivo "U. Catalano". La partecipazione e stata

Francesca Senatore

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numerosa e le squadre hanno avuto modo di giocare le varie partite sempre con l'assistenza necessaria, con l'arbi­traggio di gente competente e con Ia possibil ita di usufruire di un servizio-bar per intrattenimento e ristoro. II 17 Luglio 1999, sempre per "Centro Storico" '99 l'associazione "UViP" ha proposto alia cittadinanza il "primo mer­cato dello scambio e delle pulci", allesti­to fra P.zza S. Elia e P.zza XX Settembre. Numerosi sono stati gl i espositori che hanno aderito all'iniziativa e molto alto e stato il gradimento del pubblico saracenaro, che ha affollato per l'intera serata con curiosita e interesse le bancarelle dell 'usato e di chincaglieria piu strana. II 24 Luglio '99, all'interno della medesi­ma rassegna, a partire da P.zza XX Settembre, attraverso un giro nelle stra­de del centro storico, l'associazione ha organizzato un Corteo Storico in abiti medievali con musici in collaborazione con Ia "Pro Loco" di Morano Calabro. L.: itinerario, adombrato da qualche picco­lo cenno di pioggia, ha comunque rispettato il corso previsto e l'iniziativa ha riscosso un notevole successo di pubblico. Dopo il Corteo, gli ospiti mora­nesi hanno usufruito di un buffet orga­nizzato dall 'associazione nella Sede sociale di P.zza Matteotti. II clima di alle­gria e sfociato in un'allegra serata di testa e gemellaggio fra Ia Pro Loco di Morano e i componenti della nostra associazione. II 25 Luglio 1999 e stato distribuito alia cittadinanza il nuovo giornale "Una Voce in Piu", Anno 6, n. 1 con un buon suc­cesso di tiratura. II 30 Luglio 1999 Ia prima giornata della Il l rassegna "Centro Storico": aile ore 21 .30 ha avuto luogo lo spettacolo tea­trale dal titolo "Romeo" con Nunzio Diana e Costantino Di Criscio per Ia regia degli stessi. Come luogo per Ia rappresentazione abbiamo scelto il sagrato della Chiesa di S. Maria del Gamio, cornice particolarmente sugge­stiva e pittoresca. Lo spettacolo ha avuto un ottimo successo di pubblico. In corrispondenza dello spettacolo tea­trale si svolgeva in P.zza Municipio Ia "baiera" con Damiano e il Trio Gaffe

Concerto. P.zza Don Paolo invece, per Ia prima sera­ta di testa ha ospitato il concerto funky­blues degli Indian's Revenge. La seconda serata di testa, il giorno 31 Luglio '99 ha previsto altre numerose ini­ziative: anzitutto un concerto di musica classica a cura del Trio "E. Bozza" compo­sto Maria Teresa Scaramuzzino (flauto), Giuseppe Campana (fagotto) e Jose Daniel Cirig liano {clarinetto). II concerto ha avuto luogo nella Chiesa delle Armi. Piazza Don Paolo ha accolto invece Guy e

gli Specialisti , concerto di musica jumping­jive che ha riscosso grande successo. Si e esibito, inoltre, in P.zza Municipio anche il trio di liscio di "Pino, Alfonso e Salvatore", animando Ia serata per gli appassionati del genere musicale. II giorno 1 Agosto 1999 il Centro Storico ha ospitato per !'ultima serata in Piazza Don Paolo Ia band di Andrea Magnoni e gli lntrovabili , composta da nove musicisti di talento. Ogni serata, inoltre, nell'ambito della stes­sa rassegna sono state allestite botteghe di arti e mestieri a cura della Pro Loco e della Caritas di Saracena, inoltre mostre di pittura e fotografia e documentarie, fra cui ricordiamo quella sui Brigantaggio del Comune di Episcopia (PZ). La Chiesa di S. Maria del Gamio e rimasta aperta al pub­blico con Ia possibilita per quest'ultimo di

poter visitare il Museo di Arte Sacra. Nel Sagrato della stessa Chiesa e stato proiettato ininterrottamente dalle ore 22.00 aile ore 24.00 il cortometraggio "Nunca pasa nada", prodotto da "Una Voce in Piu" per Ia regia di Giuseppe Gagliardi. Una delle iniziative che ha riscosso gran­de successo e gradimento da parte della cittadinanza e stata I' Osteria tipica alle­stita nella Piazzetta delle Armi per le tre serate consecutive. Altro importante punto di richiamo durante

Ia testa e stato il Frantoio , ristruttu rato dal Sig. Giancarlo Falbo, Ia cui aper­tura serale, gentilmente con­cessa nelle tre serate di testa, ha aggiunto al panora­ma delle varie iniziative un'altra nota di originalita.

Dopo Ia conclusione della rassegna "Centro Storico" '99 , vogliamo ricordare Ia realizzazione di un secondo cortometraggio, dal titolo "Uomini", autoprodotto anche questa volta da "Una voce in piu", sempre per Ia regia di Giuseppe Gagliard i. II film e stato girato nei giorni 19-20-21 Agosto 1999 in un'atmo­sfera di diverti mento, ma anche di responsabilita col­lettiva. L.:esperienza si e rive­lata interessante e diverten­te. Un ultima notizia riguarda invece un riconoscimento ufficiale ottenuto dal corto­metraggio "Nunca pasa nada": AI festival di Pescara "University Video & Short Film Festival" II film ha avuto il premio "menzione speciale della Giuria" ed ha vinto un montaggio in uno studio pro­fessionale. II lavoro dell 'associazione

non si ferma qui, naturalmente: con entu­siasmo e con fatica Ia nostra attivita pro­cede in diverse direzioni: Ia programma­zione del "Natale in casa UViP" '99-2000 e l'ideazione di una serie di iniziative incen­trate sui recupero ambientale. lnoltre il giorno 19 Ottobre '99 e ripresa l'attivita di cineforum all'interno della sede sociale di "Una Voce in Piu" e dal 6.11.99 sono ricominciate le attivita di ludoteca sempre nella stessa sede "UViP" . Come si puc notare, noi continuiamo a lavorare, credendo costantemente e con fermezza che il patrimonio culturale deri­vante dalle nostre iniziative sia ormai parte della storia locale e pertanto che sia dove­rose da parte nostra tentare con tutte le nostre forze di condurre avanti "Ia nave", attraverso un percorso di reciproco arric­chimento e crescita culturale ed umana.

sociazione Giovanile ~~una Voce in Piu" di Saracena presenta

ore 21.30 Salone Vigna D'Oro Bivio Nord Saracena VEGLIONE "LIVE AT CHRISTMAS"

durante Ia serata Ia Disco '70 dal vivo con

REWIND in CONCERTO ingresso unico £ 10.000

ore 11.30, ore 18.00 Piazza XX Settembre

Distribuzione del nuovo numero del

giornale "Una Voce in Piu" Anno 6, n.2

Sala Consiliare Comunale

Dibattito pubblico

ore 18.30

"La nuova Iegge sui Servizio Civile"

Relatore: Luigi Commisso Presidente Comitato Territoriale ARCI Cosenza

ore 21.00 Cinema Lux

La Compagnia Teatrale Jolli & Pinocchio a passeggio con Minerva presenta

"DEI DIALOGHI E DELLE PUTTANE" con in ordine di apparizione: Antonio Manetta {Menico), Amelia Pandi {Angela), Arianna Aletto

{La Marchesa), Lucia Ciardo {Erzilia), Elena Succhiarelli {Assunta), Federica Buscatti {Concetta), Marika Massara {Tonia), MAURIZIO BIANCHI {Freddi)

Regia: Guido d'Avino

Si consiglia Ia visione ad un pubblico maturo

ore 21.00 Cinema Lux RASSEGNA DI CORTOMETRAGGI

seconda edizione con Ia presentazione ufficiale del cortometraggio

"UOMINI - una storia" un tilm breve di GIUSEPPE GAGLIARDI

Autoproduzione: Una Voce in Piu

ore 18.30

Chiesa san Leone Concerto per il Giubileo SORANNO SAX QUARTET in CONCERTO

Musiche di: J.S.Bach, A. Desenclos, A. Piazzolla, G. Gershwin, S. Joplin

Vito Soranno (Sass. Soprano), Francesco Dimotta (Sass. Contralto), Nicola Antonio Di Padova (Sass. Tenore), Gianfranco Menzella (Sass. Baritono)

Autoproduzione- Sede Associazione: P.zza Matteotti,12 SARACENA (CS)

I m pag inazione e grafica: Francesco Di Benedetto

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