L' ascesa al Cielo

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Paola Barigelli- Calcari Roma, 21 novembre 2009

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La salita al cielo nelle tradizioni indù ed ebraico cristiana: immagini per la teologia dell'Assunta

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Paola Barigelli-CalcariRoma, 21 novembre 2009

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Principio riflessivo di base

“ Cristo […] è morto per tutti e la vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina;perciò, dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti, nel modo che Dio conosce, la possibilità di essere associati al mistero pasquale»”.

(GIOVANNI PAOLO II, Dominum et vivificantem n. 53, in EV 10/583; CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Gaudium et spes n. 22, in EV 1/1389)

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Per esprimere l’azione redentiva di Gesù Cristo, con e per il suo Spirito a tutta l’umanità

dovremmo basaci sul paradigma della differenza, con stupore e umiltà, di fronte alla magnificenza salvifica di Dio

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Lo Spirito del Risorto è all’opera per salvare tutta l’umanità. Questa viva presenza “permette a ciascuno di giungere alla salvezza con la sua libera collaborazione”.

“Il Figlio di Dio si è unito a ogni uomo” con la sua incarnazione, col Battesimo e l’Eucarestia nella Chiesa, ed in altri misteriosi modi solo a lui conosciuti.

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L’immensità di Dio non può essere ingabbiata da una sola comunità religiosa,

la potenza del Cristo non può limitarsi solo ai cristiani,

la misericordia salvifica dello Spirito Santo è azione divina per ognuno e per tutti.

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Motivazioni personali

1. Situare l’Assunzione di Maria nel paradigma interreligioso dell’ascensione al cielo per favorire il dialogo veritativo

Ragioni teologiche-

pratichea. Offrire “validi elementi per un fondamentale discernimento dell’identità cristiana nel pluralismo religioso”

2. “Sana sfacciatagine” nel presentare le specificità dell’escatologia ebraico-cristiana

b. Contribuire a colmare il vuoto di memoria e conoscenza dell’umanità incapace di leggere la storia con dimensioni ulteriori e trascendenti

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Motivazioni personali

3. Esplorare se e come anche figure ed elementi positivi di altre religioni rientrino nel piano divino di salvezza

Ragioni teologiche-

pratichec. Comporre la propria fede tra l’unica mediazione di Cristo con l’agire salvifico di Dio nella storia ed oltre

4. Aiutare i giovani a distinguere ciò che è vero e buono da ciò che non lo è

d. Promuovere una posizione cristiana sul senso ultimo della vita in relazione alle mentalità e ai costumi dominanti

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Stile esplorativo connesso

La rivelazione cristiana ci insegna che il Figlio di Dio si è incarnato e si è indissolubilmente unito alla condizione umana.

Perciò noi dobbiamo guardare a tutte le espressioni spirituali e culturali dell’umanità cercando di cogliere i semi del Verbo e la luce della sua Presenza

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“Va inoltre incoraggiata la disponibilità ad abbandonare la ristrettezza del nostro modo di intendere la verità, così da comprendere meglio ciò che ci appartiene, imparando a capire l' altro e lasciandoci così guidare sulla strada del Dio più grande - nella convinzione di non possedere pienamente la verità su Dio e di essere sempre dinanzi a essa persone che imparano, pellegrini alla sua ricerca, su una strada che mai avrà fine”

Atteggiamento interiore

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In concreto la razionalità umana illuminata dalla fede e dalla speranza agisce offrendo agli uomini e alle donne di oggi un significato attraente e profondo in relazione a “l’immagine e la concezione della persona, l’inizio e il termine della vita, la cura delle relazioni quotidiane, la qualità del rapporto sociale, l’educazione e la trasmissione dei valori, la sollecitudine verso il bisogno, i modi della cittadinanza e della legalità, le figure della convivenza tra le religioni e le culture e i popoli tutti”

Effetti sociali della fede nella Resurrezione

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Nelle tradizioni ebraico-cristiana il Dio della vita ha chiaramente mostrato la sua potenza sulla morte. Questa fede nell’esistenza definitiva e beata con lui è una speranza forte che sprona oggi alla “cura autentica della vita e all’impegno operoso nella storia”.Penso che il valore storico di una religione sia dato dal suo contributo alla “trasformazione dell’ingiustizia nel suo opposto, della povertà e dell’esclusione in uguaglianza”. Per questo “a ogni atto di fede nella resurrezione deve corrispondere un atto di giustizia, di servizio, di solidarietà, di amore”.

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naro nārāyano bubhūsati

“non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male”(Gn 3,4-5)

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1.Non assaggiarono il sapore della morte

2.Amicizia profonda con Dio

3.Simboli della divinizzazione umana

4.Presenti nell’educazione religiosa specifica

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1. Il comportamento meritorio, secondo il dharma è garanzia di vita presso i deva

2. Confrontando pure la condizione sociale terrena di Yudhisthira, Enoc, ed Elia notiamo che appartengono a categorie sociali elevate: il primo re, il secondo patriarca ed il terzo profeta.

Al contrario Maria di Nazaret appartiene ai poveri d’Israele.

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3. Nelle altre tradizioni religiose l’interezza della persona viva nell’aldilà è stata garantita solo per personaggi maschili: Maria di Nazaret è la prima donna

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4. Modalità di ascensione

A. “Tu stesso ti sei conquistato con il grande sacrificio che consacra un re […] e godi dei frutti della tua ascesi”

autoelevazione di Yudhisthira

Al termine del libro diciassettesimo del Mahābhārata il Signore Dharma sostiene che Yudhisthira “ha il diritto di godere col suo corpo dei mondi imperituri”.

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4. Modalità di ascensione

B. Completamente diversa la prospettiva ebraica e quella cristiana.

Enoc (Gn 5,24) ed Elia (2 Re 2,3.5.9.10) sono stati presi da Dio; Maria è stata assunta in cielo.

L’iniziativa è del Misericordioso:

è lui che decide di prendere con sé in modo completo e definitivo queste persone a lui devote e fedeli.

Dio dona la salvezza integrale gratuitamente

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5. Senso escatologico condizione gloriosa Nel racconto di Nacikatas, il regno di Yama è il raggiungimento di ogni possibile desiderio personale. Per Yudhisthira è vivere eternamente con il Dharma, le divinità, i veggenti e i parenti nella completa pace. Sembra esserci un distacco totale dalla terra, quasi un disinteresse per l’umanità ancora in cammino.

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5. Senso escatologico condizione gloriosa

Invece nella tradizione ebraica il profeta Elia continua ad intervenire nelle vicende umane per far splendere la verità della Torah e del Talmud

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5. Senso escatologico

condizione gloriosa

L’Assunta continua ad intercedere presso Dio per le persone e i popoli. La glorificazione personale diviene una condizione speciale per aiutare i fratelli e le sorelle ancora nella storia.

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Indù, ebrei e cirstiani credono in un’incarnazione di Dio che deve ancora venire Kalkin, Messia (Is 30,27s; Mic 1,3s; Sal 96,13), Cristo Giudice. Quasi come completamento della discesa della divinità sulla terra, credono anche possibile la salita dell’essere umano presso Dio.

L’ascesa umana al cielo è la vera conclusione della discesa di Dio sulla terra.

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Mi pare di aver scorto nelle tradizioni indù, ebraiche e cristiane una antropologia escatologica in cui l’ascesa al cielo è il coronamento della vita umana.Se nella kenosi di Dio possono incontrarsi tutte le religioni senza pretesa di dominio, possiamo ipotizzare uno spazio teologico aperto al dialogo interreligioso anche nella condivisa fede della persona che sale al cielo.

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• "Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze, pensa a Maria, invoca Maria. Ella non si parta mai dal tuo labbro, non si parta mai dal tuo cuore; e perché tu abbia ad ottenere l'aiuto della sua preghiera, non dimenticare mai l'esempio della sua vita. Se tu la segui, non puoi deviare; se tu la preghi, non puoi disperare; se tu pensi a lei, non puoi sbagliare. Se ella ti sorregge, non cadi; se ella ti protegge, non hai da temere; se ella ti guida, non ti stanchi; se ella ti è propizia, giungerai alla meta..." (Bernardo di Chiaravalle, Hom. II super «Missus est», 17: PL 183, 70-71).