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Periodico dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro - Squillace Fondato nel 1982 DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via dell’Arcivescovado, 13 - Tel. 0961.721333 - 88100 Catanzaro Spedizione in a.p.Tabella C Autorizzazione DCO/DC CZ/063/2003 Valida dal 11/02/2003 28 FEBBRAIO - ANNO XXXIII N.4 L’ abbraccio fraterno Il primo Concistoro di Papa Francesco servizio a p.8 “Dialoghi con la Polis” Catanzaro, giovedì 6 marzo, ore 17.45, (Sala delle Culture della provincia di Catanzaro) Sarà presente S.Em. il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, e il prof. Ulderico Parente. Si parlerà sul tema: «“Un cuore che vede”. Impegno politico e testimoni profetici: la politica come via per la santità».

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Periodico dell’Arcidiocesi Metropolitanadi Catanzaro - Squillace

Fondato nel 1982

DIREZIONE REDAZIONE AMMINISTRAZIONE: Via dell’Arcivescovado, 13 - Tel. 0961.721333 - 88100 CatanzaroSpedizione in a.p.Tabella C Autorizzazione DCO/DC CZ/063/2003 Valida dal 11/02/2003 28 FEBBRAIO - ANNO XXXIII N.4

L’ abbraccio fraterno

Il primo Concistoro di PapaFrancescoservizio a p.8

“Dialoghi con la Polis”Catanzaro, giovedì 6 marzo, ore 17.45,

(Sala delle Culture della provincia di Catanzaro)Sarà presente S.Em. il Cardinale Angelo Amato,

Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, e il prof. Ulderico Parente. Si parlerà sul tema:

«“Un cuore che vede”. Impegno politicoe testimoni profetici: la politica come via per la santità».

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228 febbraio 2014

APERTuRA

L’agenda del Vescovo

ABBONAMENTO CCP n. 10342889

intestato a “Comunità nuova”€ 25,00 per l’Italia

€ 40,00 per l’estero

Direttore Resposabile:Mons. Raffaele Facciolo

Redazione: Francesco Candia (Amministratore)

Michele Fontana • Giovanni ScarpinoMarcello Lavecchia • Fabrizio Marano

Valeria Nisticò • Rita DoriaSaverio Candelieri • Anna Rotundo

Editore e RedazioneARCIDIOCESI METROPOlITANA

DI CATANZARO-SquIllACEVia Arcivescovado, 13 88100 - Catanzaro

tel. 0961.721333e-mail: [email protected]

Iscritto al n. 2/1982 del Registro della Stampa del Tribunale

di Catanzaro il 16 gennaio 1982.

ISSN: 2039-5132www.diocesicatanzarosquillace.it

Periodico dell’Arcidiocesi Metropolitanadi Catanzaro - Squillace

Fondato nel 1982

ANNUNCIARE ma

ATTUARE

L’intero Paese è in ansiaper la sorte della vitasocio-politica che do-

vrebbe risolvere i gravi problemidel lavoro, dell’economia e delladisoccupazione giovanile. Si stanno aprendo orizzonti

nuovi con guida di un giovane Pre-mier che sta annunciando squarcidi novità e di tempestività con unaprogrammazione ben delineata. L’annuncio programmatico può

soddisfare, ma il dubbio ango-sciante è se ci sarà l’attuazione, op-pure si verificherà il solito eripetitivo ingolfamento parlamen-tare tra resistenze e ritardi che mi-seramente annullano l’obiettivo delbene comune. E’ ora che la politica cambi passo

perché le riforme pronunciate e gliobiettivi programmati abbiano unarispondenza attiva e fattiva.Perché ciò avvenga è necessario

che la svolta intrapresa sia una con-divisione tra tutte le forze politicheche, abbandonando le sterili ideo-logie, cominciano a far si che lavoce del popolo – oggi aggressivanelle piazze e davanti ai cancellidelle fabbriche - si trasformi in ac-clamazione per il buon governoche ha l’unico fine: rendere vivibilela vita allontanando i disagi e la di-sperazione per le giovani leve.Finiscano le bagarre parlamen-

tari, finisca la corruzione nelle ese-cuzioni delle leggi, finisca lamentalità arbitraria di vanificare lenorme operative. Il popolo è stanco di aspettare.

Vuole risposte concrete ed efficaci. Annunciare si, ma anche e di più

attuare!Raffaele Facciolo

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328 febbraio 2014

Nasce in Lettonia “Ask.Fm”(Ask for me, ossia “chiedi perme”), social network nel quale

gli utenti, attualmente 60 milioni, pos-sono interagire in forma anonima. Unamodalità che può nascondere insidie le-tali, come insulti, cyberbullismo, forme diistigazione al suicidio. Nadia, quattordi-cenne della provincia di Padova, alcunigiorni fa ha trovato la morte lanciandosidall’ultimo piano di un hotel abbando-nato. Nelle ore precedenti aveva affidatouna pressante richiesta di aiuto alla com-munity di Ask.fm ricevendo in rispostainsulti e incoraggiamenti al gestoestremo. Domande cariche di valenza an-tropologica, quelle che i ragazzi esprimonosui social network. Ne abbiamo parlatocon Chiara Giaccardi (in foto), docente disociologia e antropologia dei media pressol’Università cattolica di Milano.Perché una ragazza cerca aiuto in un

social come Ask.Fm? “La fase dell’adolescenza è un passag-

gio particolarmente delicato, in cui moltoviene abbandonato al gruppo dei pari ealla cultura mediatica. I genitori sonopoco presenti e poco attrezzati, e la scuolafa quello che può. È una fase general-mente poco accompagnata, in cui alla fra-gilità corrisponde un bisogno diriconoscimento e di supporto da parte deipari. Più che pericolosi, questi social net-work anonimi sono luoghi tristi in cuil’anonimato diventa l’occasione per daresfogo alla parte peggiore di sé, certamentesono l’ultimo posto in cui andare a cercaresolidarietà. Probabilmente questa ragazzanon voleva essere identificata, ma è moltopiù sano cercare aiuto tra pari - che a lorovolta possono magari interpellare unadulto - che affidare le proprie domandea luoghi in cui si lancia il sasso e si na-sconde la mano”.Parole, quelle in rete, che possono uc-

cidere?

“Non demonizzerei tutti i luoghi digi-tali, con l’accortezza però che occorreeducare i ragazzi a non cercare nei socialmedia anonimi contesti di possibile soli-darietà, perché l’anonimato è un’arma adoppio taglio che di solito si ritorce controchi è più fragile. I social network sononati invece per contrastare l’idea del-l’anonimato ed essere rintracciabili e ri-conoscibili allo scopo di poter costruirerelazioni faccia a faccia. Questa è la partesana che viene spesso sottovalutata, so-prattutto da chi non li conosce e li riducea mondi paralleli. Social network comeAsk.Fm sono viceversa privi di regola-mentazione. Ci si nasconde dietro l’ano-nimato per esprimere senza filtri violenza

e atteggiamenti provocatori, in realtàmolto conformisti e che scimmiottano ilmondo degli adulti. Basta leggere nelblog di Grillo i commenti alla frase rivoltaal presidente della Camera Boldrini… Gliadulti non danno davvero un grandeesempio”.Le domande poste possono diventare

armi improprie dentro la rete... “Dietro queste domande c’è una grande

solitudine e un disperato bisogno di con-testi in cui ricevere sostegno e riconosci-mento. Gli adolescenti si confrontano constandard molto alti, anzitutto quelli este-tici che sono i più superficiali ma anche ipiù potenti in questa fascia di età, e hanno

bisogno di elementi oggettivi su cui ba-sare il riconoscimento, poter esprimereuna propria originalità, mostrare di averedelle qualità. I contesti di riconoscimentocollettivi invece scarseggiano: la scuola èin grave difficoltà e deve affrontare situa-zioni complesse con sempre meno risorse,gli oratori sono molto meno significatividi quanto non lo fossero vent’anni fa. Inluoghi di socializzazione come le discote-che la dimensione antropologica restamortificata perché se la gratificazione delcontatto, del fare le stesse cose con altri dàun senso momentaneo di comunità, le do-mande: chi sono, conto qualcosa, che saràdella mia vita non vi ricevono certamenterisposta”.Che cosa bisognerebbe fare? “Occorrerebbe pensare a dei contesti di

accompagnamento. I social network comeFacebook, anche se in senso debole, in uncerto senso lo sono perché il tutoraggiotra pari è molto forte. Se qualcuno ha unproblema si allertano altri. Naturalmentenon basta la dimensione digitale; essa èun luogo di intercettazione di problema-ticità e di attivazione di soluzioni, che de-vono però necessariamente passare nelladimensione materiale della relazione fi-sica”.A quali contesti sta pensando? “Qualche anno fa abbiamo fatto una ri-

cerca che analizzava, tra l’altro, le prati-che di volontariato tra i ragazzi, molto indiminuzione ma con un aumento dellasoddisfazione in chi inizia questo per-corso. Delle alternative potrebbero esserel’associazionismo e, a patto che la compe-tizione non prevalga sulla solidarietà, losport. Dal punto di vista educativo, valo-rizzare e promuovere contesti collettivi dipossibile riconoscimento e di esperienzesignificative maturate con altri è una cosanon semplice, ma che aiuterebbe a con-trastare la deriva di bisogni espressi incontesti non appropriati e con effetti de-vastanti. Occorre incoraggiare occasionidi socialità autentica, appartenenze e fre-quentazioni multiple che abbiano unampio spettro di orizzonti di significato”.

Giovanna Pasqualin Traversa

Nei social network l’anonimatoè un’arma per gli adolescenti

IN DIAlOgO …quotidianità

Dobbiamo impiegare la nostra vita nella dedizione agli altri, perché «siamoun corpo solo in Cristo». Di conseguenza è l’amore di Cristo che vuole fluiredalle nostre mani e la benedizione di Cristo dalle nostre labbra; è la volontà di-vina di Cristo che nobilita gli eventi, altrimenti banali, della nostra vita di ognigiorno. Così ciascuno di noi deve svolgere bene il proprio compito, perché lasua attività è l’attività stessa di Cristo.

Clotilde Albonico

CulTuRA

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428 febbraio 2014

ATTuAlITà

Su iniziativa dell’ArcivescovoMons. Vincenzo Bertolone haavuto inizio nel pomeriggio di

venerdì 21 febbraio un ciclo di 4 incon-tri sull’impegno socio-politico dei cat-tolici, denominato “Dialoghi con lapolis” e curato da don Salvino Cognetti,responsabile della Scuola diocesana diformazione socio-politica. Esso si ponein logica continuità col ciclo di 7 incon-tri realizzato l’anno scorso 2013 sotto ilnome di “Cortile dei Gentili”, centrato sul

tema della responsabilità e suggellatodalla gradita presenza del card.Gianfranco Ravasi, Presidentedel Pontificio Consiglio per laCultura. Il luogo di svolgimentodei 4 incontri in programma è laSala delle Culture “E. Calde-razzo” del Palazzo della Provin-cia di Catanzaro, dove tutti icittadini sono chiamati e solleci-tati a convenire per confrontarsicon le idee e le esperienze di varitestimoni impegnati nei varicampi della vita sociale su 4 di-versi aspetti specifici: Presenza,Impegno, Azione e Comunica-zione. In tutti gli incontri gli in-terventi delle persone chiamatead offrire la propria testimo-nianza sono moderati dal prof. AntonioViscomi, docente di Diritto del Lavoronel polo giuridico dell’Università“Magna Graecia” di Catanzaro. In ognicampo, in ogni aspetto, in ogni am-biente e in ogni tempo i cattolici laicinon possono far mancare il loro pre-zioso e incisivo contributo alla crescitadella comunità civile in cui vivono, inforza della fede cristiana professata edella costante coerenza ai valori evan-gelici, all’esterno come all’interno deiluoghi di culto.Al primo incontro, incentrato sulla

Presenza dei cattolici nella vita politicae realizzato appunto nel pomeriggio divenerdì 21 febbraio all’attenta presenzadi molti cittadini, hanno partecipatol’on. Paola Binetti (UDC), medico neu-ropsichiatra infantile, ricca di espe-rienza professionale e politica, e l’on.Guido Rhodio, attuale sindaco di Squil-lace ma già da molto tempo impegnato

in politica, con ruoli dirigenti, a vari li-velli territoriali: provinciale, regionale,nazionale ed europeo. Il tema specificodell’incontro era: “Partito cattolico ecattolici nei partiti. Fede religiosa e pro-gettualità politica nelle società com-plesse, tra diaspora, dispersione edassimilazione”.Agli interessanti contributi di idee ed

esperienze offerti dai relatori hannofatto seguito gli interventi di alcuni cit-tadini presenti in sala, che hanno solle-citato i relatori a sviluppare alcuniaspetti specifici. Le considerazioni con-

clusive sono state tratte dall’Arcive-scovo Metropolita, mons. VincenzoBertolone.Dal saluto di Wanda Ferro«In fedeltà al messaggio evangelico, bi-

sogna dare a Cesare quel che è di Cesaree a Dio quel che è di Dio: il Vangelo nonoffre sostegno e copertura al disimpegnocivile. In una società che appare semprepiù sorda e indifferente, poco attenta allasacralità della vita, tutti i cristiani sonochiamati ad assumersi le proprie respon-sabilità personali sia in ambito ecclesialeche in ambito civile, ad impegnarsi in-sieme per costruire la polis, a superarel’egoismo, la paura e la pigrizia, ad of-frire concretamente attenzione, ascolto,accoglienza ed aiuto in spirito di miseri-cordia e solidarietà. Questo percorso of-frirà sicuramente ai politici deisignificativi spunti di riflessione per con-solidare l’alto valore di carità del loro im-pegno».

Dall’intervento introduttivo di don Salvino Cognetti«Il laicato cattolico ha una grande

partita da giocare e un grande patrimo-nio di valori da non disperdere: devesaper guardare al futuro senza nostal-gia del passato. L’impegno dei cattolicilaici nella vita socio-politica, per supe-rare la dimensione della pura testimo-nianza ed essere effettivamente efficaceed influente, deve essere realizzato nonnell’isolamento ma con lo stile di unconfronto continuo, critico e costruttivocon la comunità ecclesiale e con i Pa-

stori.È necessaria una nuova

cultura politica cattolica, ca-pace di percepire e propa-gare la ricchezza e laconcretezza della dottrinasociale della Chiesa. Pernon perdere l’ultima chancedi partecipazione sostan-ziale alle decisioni, i catto-lici devono rispondere adalcune domande impellenti,attinenti alla finanza, al wel-fare, ai patrimoni, e trovarela forma più adatta per ac-quisire peso ed incisività so-ciale e per realizzare il benecomune nel rispetto reci-

proco, con una presenza viva, efficace eforiera di novità».Dalla relazione dell’on. Paola Binetti«I cristiani laici presenti nella società

del nostro tempo non possono esimersida una ribellione costruttiva e appas-sionata contro schemi e privilegi, perrendere credibile e profetica una testi-monianza che ancora oggi sollecita ladomanda rivolta a Gesù: “Sei tu quelloche deve venire o dobbiamo aspettarneun altro?”. A questa domanda Gesù ri-sponde citando dei fatti: “I ciechi ve-dono, i sordi odono, gli zoppicamminano e ai poveri è annunciata labuona novella”. E tra i poveri sonocompresi anche gli emarginati, coloroche sono relegati alla periferia dell’esi-stenza: bambini, ragazze-madri, an-ziani, ammalati, persone sole, senzatetto, precari, disoccupati, immigrati.Per queste categorie di persone la poli-tica sta ancora elaborando risposte. È

DIALOGHI CON LA POLIS: uno stile di presenzaNELLA SALA DELLE CULTURE DEL PALAZZO DELLA PROVINCIA,

INCONTRO CON PAOLA BINETTI E GUIDO RHODIO SUI CATTOLICI IN POLITICA

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528 febbraio 2014

ATTuAlITàtriste constatare la differente risonanzamediatica del calo di un titolo in borsae della morte di un barbone su una pan-china metropolitana: questa differenzaindica che si è persa la dimensioneumana e che si richiede più coraggionelle scelte sociali e politiche, compresaquella di un ministro dell’Economia(tecnico o politico?).Risuona ancora forte il grido del Papa

a Lampedusa contro l’indifferenza. Ma,più che indifferenti, i politici cattoliciitaliani sembrano deboli e isolati; perfare scelte coraggiose e incisive sulpiano sociale essi devono e possonounirsi e collaborare, anche apparte-nendo a schieramenti diversi. I politicicattolici sono chiamati a declinare nellaconcretezza storica la capacità di farsicarico delle persone senza peso e senzavoce: uomini e donne, giovani e an-ziani, sani e malati, studiosi e ignoranti;sono chiamati ad uscire dagli steccati, areagire alle cose senza senso. Attual-mente i politici cattolici sono presenti intutti i partiti e gruppi parlamentari, masono come tante scintille incapaci didare origine ad una fiamma, sono pocoefficaci perché poco coesi e poco corag-giosi; ai cattolici occorre quindi, senzanarcisismo, il coraggio di contrapporsia quel dominio di gruppo che diluisce eammorbidisce i valori di cui essi sonoportatori, quali il dialogo e la solida-rietà, l’attenzione e l’ascolto delle per-sone vicine; sono questi i valori chepermettono di riconoscere quanto inesse c’è di positivo e costituiscono laforza del nostro impegno».Dalla relazione dell’on. Guido Rhodio«Anche se oggi non è possibile rico-

stituire un partito unico, è necessariosuperare l’attuale condizione di irrile-vanza e inefficacia della presenza deicattolici nella vita politica italiana. Unapresenza efficace non può essere im-provvisata ma richiede un’opportunaorganizzazione di supporto e un’ade-guata formazione socio-politica dei sog-getti interessati, della quale una volta sioccupavano l’Azione Cattolica (alNord), le Leghe bianche (al Centro) e leCongreghe (al Sud), ma della qualeoggi sono rimaste poche tracce, per cuichi si avventura nell’impegno politico,per quanto dotato di lealtà e buona vo-lontà, non dispone delle conoscenze ba-silari necessarie per affrontare iproblemi e rendere un buon servizioalla collettività. Inoltre ci troviamo di

fronte ad un evidente disimpegno chetrae origine dalla considerazione pre-giudizialmente negativa della politica,alimentata in ambienti familiari da di-scutibili atteggiamenti protettivi, percui ci si tiene lontani da “una cosasporca”: ma la sporcizia nasce del cuoredell’uomo, che, quando avido di denaroe di potere, può riversarla in qualsiasiambiente di vita e di lavoro, anche manon solo nell’ambiente politico. Con lanecessaria formazione e l’opportunaesperienza, che potrebbe essere favoritadall’obbligo di un passaggio dagli entilocali e regionali prima di arrivare aiseggi palamentari, è auspicabile che ognicittadino, eletto o elettore, assuma seria-mente l’impegno e la responsabilità dellesue scelte per il bene del territorio e dellacollettività in cui si trova a vivere».Intervento conclusivo dell’Arcivescovo Mons. BertoloneAl termine dell’incontro l’Arcive-

scovo Metropolita Mons. VincenzoBertolone, autore di una recente let-tera pastorale sulla costruzione dellacittà dell’uomo e sui suoi valori fon-damentali, ha precisato che non èimpossibile pensare ad un partito dicattolici: questo argomento è apertoalla discussione e al confronto tratutti i cristiani che non vogliano es-sere indifferenti. Già il card. Chiaro-monte (futuro Papa Pio VII) dicevache i buoni cristiani non possononon essere buoni cittadini e buonidemocratici.La situazione politica attuale pre-

senta molte somiglianze con quella

del 1920, sia per le gravi difficoltàeconomiche e sociali che la poveragente è costretta ad affrontare, sia perla necessità di soluzioni immediate,sia per il rischio del populismo, cheapre la strada alla dittatura. Bisognauscire dall’individualismo e dal par-ticolarismo: gli autentici testimoni diCristo non possono dissociare la pro-pria fede dall’impegno civile e so-ciale per la risoluzione di problemiineludibili, quali l’accumulo dei ri-fiuti, l’inquinamento dell’ambiente eil dissesto idrogeologico. In Italianon è in discussione la quantità deicristiani, di cui ampie tracce sonopresenti dovunque, ma la qualitàdella fede, che richiede un sensibilecambiamento, capace di migliorarel’assetto sociale in senso più demo-cratico. La democrazia non è solouna forma di governo, ma è una pre-condizione culturale per l’azione po-litica. È necessario sapere dovevogliamo andare; non si possonofare discorsi a stomaco vuoto. Tuttinoi, come buoni cristiani e buoni cit-tadini, siamo chiamati, ciascuno nelproprio ruolo, a perseguire con coe-renza il bene comune da tutti an-nunciato e ad offrire sempre, senzapaura e senza pigrizia, il nostro con-tributo originale e insostituibile, ilnostro fermento evangelico, in tuttigli ambienti della nostra vita quoti-diana.

Guido Mauro

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628 febbraio 2014

ATTuAlITà

Renzi: ora si cambia. Priorità scuolaEcco i principali punti del di-

scorso programmatico del pre-sidente del Consiglio Matteo

Renzi, che alle 14 di lunedì ha parlatoin Senato per chiedere la fiducia. "Consegno il testo delle dichiarazioni

programmatiche che ho precedente-mente illustrato dinnanzi al Senato".Sono le parole pronunciate da Renzinell'Aula della Camera, dopo aver con-segnato il discorso pronunciato al Se-nato. È la prima volta che Renzi parlanell'emiciclo di Montecitorio.La scuola. "Ogni mercoledì mattina

mi recherò in una scuola, lo farò tutti imercoledì. Comincerò da Treviso, la set-timana successiva andrò in una scuoladel Sud". "Da lì, dalla scuola, riparte ilPaese, dalla capacità di educare nascela credibilità di un Paese, ma serve laconcretezza amministrativa". "Bisognacambiare il patto di stabilità interna perquel che riguarda l'edilizia scolastica",perchè non ci possono essere "dellenorme che si occupano della stabilitàburocratica e non della stabilità dellenostre scuole".Riforma del Senato.Matteo Renzi ha

confermato l'intenzione di modificare ilSenato. "Vorrei essere l'ultimo presi-dente del Consiglio a chiedere a que-st'aula la fiducia", ha detto il premier apalazzo Madama. "Sono consapevoledel rischio di fare questa affermazionedi fronte a senatori che non meritano ilruolo di ultimi senatori, ma lo sta chie-dendo il Paese, lo sta chiedendo l'Italia.Oggi non immaginiamo di essere gli ul-timi perché abbiamo un pregiudizio sudi voi, ma perché abbiamo un giudiziosull'Italia".Sblocco debiti Pa. "Il primo impegno

è lo sblocco totale dei debiti della Pub-blica Amministrazione attraverso undiverso utilizzo della Cassa Depositi ePrestiti".Riduzione cuneo fiscale. Porteremo

"immediatamente alla vostra attenzioneuna riduzione a doppia cifra del cuneofiscale con misure serie, irreversibili,non solo legate alla revisione dellaspesa, che porterà già nel semestre 2014risultati immediati".Fondo di garanzia per Pmi. "Il se-

condo impegno sarà la costituzione e ilsostegno di fondi di garanzia anche at-traverso un rinnovato utilizzo della

Cassa Depositi e Prestiti, dell'unicareale e importante questione sul tap-peto, quella delle piccole e medie im-prese che non riescono ad accedere alcredito".Nuove regole per l'occupazione.

"Nessun decreto crea posti lavoro, mada marzo partiremo con la discussioneparlamentare del cosiddetto piano peril lavoro che interverrà con regole inno-vative" anche "perché senza nuove as-sunzioni il problema delle garanzie nonsi pone nemmeno".Dirigenti pubblici. "La politica deve

affidare tempi certi anche al ruolo deidirigenti. Non esiste il tempo indeter-

minato, con i governi che passano e i di-rigenti restano e fanno il bello e cattivotempo".730 precompilato a casa. Matteo

Renzi si è dato l'obbiettivo di "riuscirea inviare a tutti i dipendenti pubblici eai pensionati direttamente a casa la di-chiarazione dei redditi precompilata".Trasparenza della spesa pubblica.

"Ogni centesimo speso dalla P.A. debbaessere visibile online da parte di tutti.Questo significa un meccanismo rivo-luzionario per cui ogni cittadino puòverificare giorno dopo giorno ognigesto che fa il proprio rappresentante".Riforma della giustizia. "È arrivato il

momento di mettere nel mese di giugnoall'attenzione di questo Parlamento unpacchetto organico di revisione dellagiustizia che non lasci fuori niente.Parto dalla giustizia amministrativa".Legge elettorale e riforma del titolo

V. "L'Italicum è pronto per essere di-scusso alla Camera. È una priorità ed è

una prima parziale risposta all'esigenzadi evitare che la politica perda ulterior-mente la faccia. Come possiamo direche è urgente fare la riforma e poi per-dere la procedura d'urgenza. L'Italicumè un pacchetto con la riforma del Senatoe del titolo V". Noi proponiamo cheentro marzo la riforma del Senato partadal Senato e la riforma del titolo V dallaCamera".La cultura. "Essere italiani è un dono,

è un elemento di bellezza, i valori cul-turali fanno di noi una superpotenzamondiale. E il Mondo piatto in cui vi-viamo ci offre paradossalmente possi-bilità senza fine. Per questo dobbiamomodificare le regole per sfruttare afondo queste possibilità".Cittadinanza e diritti civili. Bisogna

dare la possibilità "a una bambina natain Italia di essere considerata italianadopo un ciclo scolastico". "Un Paese chenon si integra non ha futuro". "Comesui diritti civili, su cui si deve fare losforzo di ascoltarsi. Sui diritti bisognatrovare compromesso anche quandonon vi soddisfa del tutto. La credibilitàsu questo tema sarà punto di caduta diuna intesa possibile che è già stata co-struita nel corso di questi giorni". L'Europa. "Nella tradizione europei-

sta sta la parte migliore dell'Italia, lacertezza che abbiamo un futuro". Biso-gna "studiare una proposta perché neiprossimi 20 anni possiamo guidarel'Europa politicamente". "Ho il doveredi dirvi che dalla subalternità culturaleper la quale troppo spesso si è conside-rata l'Ue come la nostra matrigna pos-siamo liberarci solo noi", ha spiegato,"non possiamo pensare che qualcunaltro risolva i nostri problemi".«Un governo politico». "Avrei prefe-

rito che questo passsaggio fosse prece-duto da un passaggio elettorale,sappiamo tutti com'è andata. I segretaridei partiti maggiori sono rappresentatinel governo perchè questo è un go-verno politico".Un pensiero a Letta. "Il cambio nel

governo non può in alcun modo oscu-rare il governo precedente, fatemi fareun pensiero particolare al presidentedel Consiglio uscente Enrico Letta".Al nuovo Governo auguriamo un

bun lavoro a servizio del bene delpaese.

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728 febbraio 2014

ATTuAlITà

la Calabria ha il suo MinistroMaria Carmela Lanzetta alla guida del ministeroper gli Affari regionali

Con gradita sorpresa laLocride ha salutatol’ingresso di Maria

Carmela Lanzetta nel Governoguidato da Matteo Renzi. Saràministro per gli Affari regionalie le toccherà affrontare alcunitemi di fondamentale impor-tanza per gli enti locali. La que-stione delle risorse per icomuni nel controverso passaggio dall’Imu alla Tasi,la vicenda dello “svuotamento” dei poteri per le Pro-vince, l’istituzione delle città metropolitane e il difficilecammino per favorire le unioni e le fusioni dei piccoliComuni. Quindi un ruolo decisamente importante nelministero retto fino a qualche giorno fa dal MinistroDelrio chiamato adesso a fare da sottosegretario allapresidenza del consiglio. Maria Carmela Lanzetta,di professione farmacista, come è noto è stata sin-daco di Monasterace e, più volte è stata presa dimira dalle cosche criminali con diverse intimidazioni.Le sue iniziative di contrasto alla criminalità hannoattirato l’attenzione della politica nazionale sulla Lo-cride, tanto che anche l’allora segretario del Partitodemocratico, Pier Luigi Bersani si era recato a Mo-nasterace. Iscritta al PD, la neo ministra si è impe-gnata nelle recenti primarie del suo partitoappoggiando la lista Civati, contrapposta a quella diRenzi. In quota Civati è entrata a far parte della Di-rezione nazionale del PD ed ora è arrivata questanomina sicuramente inattesa. Una nomina che le ègiunta telefonicamente mentre si trovava a lavorarenella propria farmacia.

La Locride ha così il suo primo ministro e, nonavendo alcun rappresentante parlamentare in ca-rica, toccherà a Maria Carmela Lanzetta pensare aquesto territorio che gira sulla bocca di tanti, ma chevolentieri viene dimenticato dalla politica nazionale.

giovanni lucà

È Arisa, conla canzoneC o n t r o -

vento, la vincitrice del64/o Festival di San-remo. “Tutto ok, sono contenta, sono veramente felice": così Arisa hacommentato a caldo sul palco dell'Ariston la vittoria del 64/o festi-val di Sanremo. "Voglio fare i complimenti a Raphael e Renzo. E'molto bello condividere questo palco con loro", ha aggiunto la can-tante riferendosi a Gualazzi e Rubino, sul podio insieme a lei. Infineun grazie alla sua casa discografica, Warner.Nonostante l’impegno e la bravura dei cantanti, tante le delusioni

da parte degli spettatori desiderosi di un festival della canzone privodi volgarità e scene che non rispettano l’etica dei valori. Tanti, infatti, coloro che hanno cambiato canale televisivo.

Al 64/o Festivaldi

Sanremovince Arisa

Periodico dell’Arcidiocesi Metropolitanadi Catanzaro - Squillace

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828 febbraio 2014

ChIESA

Il primo Concistoro ordinario pub-blico convocato da Papa Francescoinizia con una sorpresa: la presenza

al rito del Papa emerito Benedetto XVI, se-duto in prima fila. All’ingresso in basilica,Papa Francesco dopo aver percorso tuttala navata centrale e prima di arrivare al-l’Altare della Confessione, si avvicina alsuo predecessore e lo abbraccia affettuosa-mente. Lui si toglie lo zucchetto in segnodi omaggio e ricambia l’abbraccio. Il primodei cardinali a ricevere la “berretta”, il se-gretario di Stato Pietro Parolin, dopo aversalutato Papa Francesco saluta “conuguale affetto e venerazione” il Papa eme-rito. “Lieti per la sua presenzain mezzo a noi”, dice, accolto daun grande applauso. Alla finedel rito, si replica: prima di co-minciare la processione del Col-legio cardinalizio lungo lanavata centrale della basilica diSan Pietro, Francesco saluta dinuovo Benedetto, con unastretta di mano calorosa, pro-lungata e accompagnata da unampio sorriso. Benedetto XVIha fatto un’eccezione alla suascelta di vivere “nascosto almondo”, dopo la rinuncia alpontificato di un anno fa. E loha fatto in uno dei momenti piùsolenni e significativi, quasi avoler marcare la continuità tra idue magisteri e confermare alsuo successore la propria vici-nanza spirituale. I 19 nuovi cardinali creatida Papa Francesco, di cui 16 elettori e 3non elettori, provengono da 15 Paesi di-versi. L’unico assente di oggi era il cardi-nale Loris Capovilla, 98 anni, che riceveràla “berretta” a Sotto il Monte. Nel discorsodel Papa, risuonano parole come “collabo-razione, comunione, coraggio, preghiera,compassione”. “La Chiesa ha bisogno divoi”, l’esclamazione ripetuta. Poi la vici-nanza a tutti i cristiani vittime di “discri-minazioni e persecuzioni” e l’appello aessere “artigiani di pace”. Questo pome-riggio le “visite di cortesia”, nel PalazzoApostolico e nell’Aula Paolo VI. Domanialle 10, sempre nella basilica di San Pietro,la Messa del Papa con i nuovi cardinali.

Camminare con Gesù. “Gesù non è ve-nuto a insegnare una filosofia, un’ideolo-gia, ma una via, una strada da percorrerecon Lui, e la strada s’impara facendola,camminando”. Con queste parole il Papaha salutato i nuovi cardinali, nell’allocu-zione pronunciata durante il Concistoro.“Questa è la nostra gioia: camminare conGesù”, ha assicurato il Papa, che è tor-nato indietro di circa un anno, alla Messacelebrata con i cardinali nella CappellaSistina subito dopo l’elezione: “Cammi-nare è stata la prima parola che il Signoreci ha proposto: camminare, e poi co-struire e confessare”.

La tentazione di “pensare alla manieradegli uomini”. “Se prevale la mentalità delmondo, subentrano le rivalità, le invidie,le fazioni”, ha ammonito il Papa, mettendoin guardia i cardinali dalla “tentazione dipensare alla maniera degli uomini e non diDio”. “Diversamente dai discepoli – haspiegato - noi sappiamo che Gesù ha vinto,e non dovremmo avere paura della Croce,anzi, nella Croce abbiamo la nostra spe-ranza. Eppure, siamo anche noi pur sem-pre umani, peccatori, e siamo esposti allatentazione di pensare alla maniera degliuomini e non di Dio”. L’invito del Ponte-fice, invece, è a “sintonizzarci pienamentecon Gesù, e a farlo insieme, nel momentoin cui il Collegio dei cardinali si accresce

con l’ingresso di nuovi membri”.“La Chiesa ha bisogno di voi, della vo-

stra collaborazione, e prima ancora dellavostra comunione, comunione con me etra di voi”. È l’esortazione centrale delPapa. “La Chiesa - ha spiegato - ha biso-gno del vostro coraggio, per annunciare ilVangelo in ogni occasione opportuna enon opportuna, e per dare testimonianzaalla verità. La Chiesa ha bisogno della vo-stra preghiera, per il buon cammino delgregge di Cristo, la preghiera che, con l’an-nuncio della Parola, è il primo compito delvescovo”.No a “discriminazioni” e “persecu-

zioni”. “La Chiesa ha biso-gno della vostracompassione soprattuttoin questo momento di do-lore e sofferenza in tantiPaesi del mondo”. Parteda una virtù dimenticata,la “compassione”, il Papaper rivolgere subito dopoun forte appello: “Vo-gliamo esprimere la nostravicinanza spirituale allecomunità ecclesiali e a tuttii cristiani che soffrono di-scriminazioni e persecu-zioni”. “Dobbiamo lottarecontro ogni discrimina-zione”, ha aggiunto. “LaChiesa – ha proseguito - habisogno della nostra pre-ghiera per loro, perché

siano forti nella fede e sappiano reagire almale con il bene. E questa nostra preghierasi estende a ogni uomo e donna che subi-sce ingiustizia a causa delle sue convin-zioni religiose”.Artigiani di pace. “La Chiesa ha bisogno

di noi anche affinché siamo uomini di pacee facciamo la pace con le nostre opere, i no-stri desideri, le nostre preghiere”, ha dettoil Santo Padre. Fuori testo, un’indicazioneprecisa e impegnativa, per i porporati e laloro missione nel mondo: “Fare la pace, ar-tigiani della pace”. “Per questo invo-chiamo la pace e la riconciliazione per ipopoli che in questi tempi sono provatidalla violenza e dalla guerra”, l’appello fi-nale di Papa Francesco.

M. Michela Nicolais

Il primo Concistoro di Papa Francesco inizia conuna sorpresa: la presenza di Benedetto XVI

Il Papa ai nuovi Cardinali: "la Chiesa ha bisogno

della vostra comunione"

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928 febbraio 2014

ChIESA

“Un bilancio certamente po-sitivo” delle prime tre ses-sioni di lavoro del

Consiglio di cardinali, mentre il lavoroprosegue “con speditezza, ma non confretta, per la serietà della cosa”. A con-clusione della terza riunione (17-19 feb-braio), abbiamo incontrato monsignorMarcello Semeraro, segretario del Consi-glio di cardinali. Nel colloquio il vescovoparla di tutti i temi sul tappeto: dagliobiettivi del Consiglio alla riforma dellaCuria, dal questionario del Sinodo alle at-tese create, dal lavoro futuro al primoanno di Pontificato di Francesco...Qual è il bilancio di questi primi tre

incontri?“Il bilancio è certamente positivo.

L’operosità del Consiglio di cardinali sisviluppa sui due versanti per i quali èstato istituito: la vita della Chiesa e la ri-forma della Curia romana. Quanto allaprima è noto che i cardinali hanno giàformulato alcune proposte al Papa, comequelle riguardo alla prossima Assembleadel Sinodo dei vescovi e all’istituzione diuna Commissione per la protezione deifanciulli e l’attenzione pastorale per levittime di abusi. Quanto alla Curia, gliotto stanno progressivamente vagliandoi contributi derivati da una vasta consul-tazione fatta a suo tempo sia tra i capi Di-castero, sia fra gli episcopati delle areegeografiche di riferimento dei singoli car-dinali membri del Consiglio”.Ci sono parole-chiave per fotografare

il lavoro di questi mesi? “L’istituzione degli otto ha certamente

ampliato per il Papa gli spazi del ‘consi-glio’, aggiungendo a quelli già esistentiun organismo molto agile, rappresenta-tivo del Collegio dei cardinali, ma anchedell’episcopato nelle grandi aree mon-diali. Penso che, al riguardo, sinodalitàsia una parola chiave per indicare il me-todo del lavoro e che il termine pastora-lità indichi con sufficiente chiarezzal’intenzione e lo scopo”.Nel chirografo, con cui viene istituito

il Consiglio, il Papa ne puntualizzaanche le finalità: “Aiutare il Santo Padrenel governo della Chiesa universale” e“studiare un progetto di revisione dellaCostituzione apostolica ‘Pastor bonus’sulla Curia romana”. Ci può chiarire itermini? Aiutare sottende incapacità?

“La virtù più necessaria a chi governaè, secondo san Tommaso, la prudenza,che nella prospettiva di una virtù ‘poli-tica’ è ordinata al bene comune. Tra le ca-tegorie che ne sostanziano il significatoc’è anche l’umiltà che induce a doman-dare il consiglio ad altri. Altro che inca-pacità, dunque. La scelta del Papa èpiuttosto esercizio di una virtù cardinale.Doveroso in chi è posto alla guida di unacomunità”. Molto interesse nell’opinione pub-

blica ha suscitato il questionario diffusoa largo raggio per il prossimo Sinodosulla famiglia. Una forma di consulta-zione nuova, che ha riscosso enormiconsensi, ma anche critiche. Non c’è ilrischio di aver creato un’attesa nellagente su punti delicati, quali la comu-nione ai divorziati, che poi non potrà es-sere soddisfatta?“Il questionario è stato anche per le no-

stre Chiese in Italia un’importante occa-sione per un discernimento approfonditosulla situazione della famiglia e della pa-storale per la famiglia. Esso è stato ac-colto con molto interesse e anche congioia per lo stile di ascolto che comporta.Eventuali rilievi sono da ascriversi al de-siderio di vedere ampliata questa possi-bilità di ascolto. Quanto alle aspettative,quelle di un cristiano non potranno cheessere di una sempre più approfondita

conoscenza della volontà del Signore:cosa che si verifica sempre quando c’è ilgiusto clima spirituale, uno studio at-tento e competente e l’impegno di starenella comunione ecclesiale. Sono sostan-zialmente queste le vie che, secondo DeiVerbum 8, conducono la Chiesa verso lapienezza della verità”.A proposito di riforma della Curia. A

che punto si è giunti? Che tempi sonoprevisti?“La riforma della Curia è la seconda

delle finalità stabilite dal Papa nella co-stituzione del Consiglio. Dopo unosguardo generale, la loro attenzione si èrivolta anzitutto alle singole Congrega-zioni che, come noto, sono nove. Su cia-scuna di esse, sulla base di una relazioneintroduttiva, i cardinali hanno espresso leproprie considerazioni cercando sempreuna convergenza in vista di proposte dapresentare al Papa perché meglio essecorrispondano alle mutate e rinnovateesigenze poste dalla vita della Chiesa nelmondo intero. Il lavoro è impegnativo eintenso; i cardinali operano con spedi-tezza, ma non con fretta, per la serietàdella cosa. È già noto, tuttavia, il calen-dario di lavoro, che prevede già altre duesessioni in aprile e in luglio. Un ritmo,come si vede, ben cadenzato”.

Vincenzo Corrado

DAl CONSIglIO DEglI OTTOla riforma del Papa? "Prossimità, cura e custodia"Parla il segretario, monsignor Marcello Semeraro

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1028 febbraio 2014

SPIRITuAlITà

In occasione delV centenariodella nascita del

cardinale GuglielmoSirleto (Guardavalle1514 – Roma 1585),anima e mente cala-brese del Concilio diTrento (1545-1563), ilparroco del quartiere Mater Domini diCatanzaro, don Leonardo Calabretta, havoluto presentare ai fedeli la figura im-ponente di questo grande protagonistadella bimillenaria storia della Chiesa inun incontro che ha avuto luogo nel sa-lone parrocchiale durante il tardo pome-riggio di sabato 15 febbraio.L’interessante incontro ha fatto seguito

ad una suggestiva celebrazioneeucaristica in lingua latina concanto gregoriano officiata se-condo il rito tridentino da un sa-cerdote benedettino statunitenseresidente nel monastero di Nor-cia, Padre Basilio, accompagnatoda tre monaci suoi confratelli eda un laico ricercatore. L’argo-mento è stato trattato nei suoivari aspetti da tre appassionatistudiosi della storia della Cala-bria: Antonio Martino, AntonioBenefico e lo stesso don Leo-nardo Calabretta, che hannotracciato il contesto storico-cul-turale, il percorso di vita, l’impegno delcard. Sirleto e l’importanza della suaopera nella vita della Chiesa.Antonio Martino, soffermandosi sulle

insidie teologiche che nel XVI secolo mi-nacciavano la Chiesa e la fede cristiana,ha fatto riferimento alle tre principali ere-sie diffuse in quel periodo: pelagiana,ariana e modernista; secondo la prima lasalvezza poteva essere raggiunta con lesole forze umane; la seconda consideravaGesù un profeta ma escludeva la sua na-tura divina; il modernismo, invece, esal-tava la forza della coscienza soggettiva.Su queste basi si sviluppò la teologia lu-terana, che dava spazio eccessivo allesensazioni e alle interpretazioni sogget-tive. Con un certo livello di superbia e diastrattismo, schiavo di una visione inti-mistica e personale della vita religiosa,Lutero aveva allontanato Dio dalla storiae dalle opere dell’uomo, mentre con l’In-carnazione Dio ha scelto di comunicarsiall’uomo attraverso l’uomo, per quantodebole e fragile, e di coinvolgerlo nel suo

progetto di salvezza non solo come de-stinatario ma anche come soggetto colla-boratore. Pertanto il Concilio di Trento,ribadendo l’importanza fondamentaledei sacramenti dell’Eucaristia e dell’Or-dine sacro come segni e strumenti efficacidell’ingresso di Dio nella storia quoti-diana dell’uomo, ne ha confermato la va-lidità oggettiva a prescindere dallecondizioni soggettive del soggetto cele-brante.Il prof. Antonio Benefico, rilevando i

crescenti progressi nella conoscenza deidati sul card. Sirleto, forse non ancora ab-bastanza noto, ha poi parlato del nostroillustre conterraneo come uomo digrande cultura e operosa carità, che, in-viando notizie, pareri e documenti aiPadri conciliari riuniti a Trento, pur senza

partecipare direttamente al Concilio,svolse da Roma un ruolo importante perla sua capacità di leggere i segni dei suoitempi: tempi di grande fermento socio-culturale nei quali dominavano le figuredi Cristoforo Colombo, Giovanni Guten-berg, Niccolò Copernico, Paracelso eMartin Lutero ed ai quali avrebbe prestofatto seguito la battaglia di Lepanto con-tro i Turchi di religione islamica. Rile-vante fu anche il ruolo del grandeimperatore Carlo V, che con un decretodell’8 maggio 1521 per la difesa dellaChiesa e dei limiti dell’Impero, intendevacontribuire alla riconciliazione tra catto-lici e protestanti.Il parroco don Leonardo Calabretta,

che in passato ha guidato la comunitàparrocchiale del paese di origine del car-dinale Sirleto, ha sottolineato il contri-buto del porporato alla stabilizzazionedella teologia cattolica, prezioso anche sepurtroppo non sufficiente per la riconci-liazione con i cristiani protestanti. A luidevono essere sicuramente attribuite la

revisione del Breviario, del Messale (ri-dotto all’essenziale) e del Catechismo,l’istituzione delle feste di S. Anna e dellaPresentazione di Maria al Tempio e l’ado-zione del calendario gregoriano in sosti-tuzione del vecchio calendario giuliano.Su sua sollecitazione, infatti, nel 1582Papa Gregorio XIII approvò il progetto dicalendario formulato dall’astronomoLuigi Giglio di Cirò e presentatogli dalfratello Antonio (dopo la morte di Luigi),volto alla correzione dell’errore insito nelcalendario giuliano: da allora fu conside-rato bisestile un anno ogni 4 e non più unanno ogni 100.Al cardinale Sirleto spettano anche altri

meriti: egli conferì alla Chiesa un respirouniversale inserendo nel Martirologio ro-mano anche alcuni santi greci; stabilì i cri-

teri oggettivi di valutazionedell’attendibilità della tradu-zione delle Sacre Scritture e diconseguenza adottò come testobiblico di riferimento per tutti icristiani la Vulgata, cioè la ver-sione latina di S. Girolamo; e in-fine stabilì il principio di nonmettere più in discussione le de-cisioni già prese nei Concili pre-cedenti (come quella relativa allacomunione eucaristica nella solaspecie del pane).Tra i 255 Padri Conciliari non

furono pochi quelli di origine ca-labrese o titolari di diocesi calabresi: ri-cordiamo tra gli altri il Card. GaspareRicciulli Del Fosso, Arcivescovo di Reg-gio e Correttore Generale dei Minimi, e ilbenedettino Gian Crisostomo Calvini diGimigliano, vescovo di Ragusa in Dal-mazia. Ma tra i 14 cardinali calabresi Gu-glielmo Sirleto fu “il più grande” (Pio IV),il più dotto e il più modesto: con le suesagge risposte, fornite nelle 105 consulta-zioni e documentate da scritti patristici,egli esercitò una notevole influenza nelcorso del “miracoloso” Concilio Triden-tino, del quale fu l’anima e il substratoculturale; avendo superato anche i cardi-nali Carlo Borromeo e Roberto Bellar-mino (gesuita), per la sua spiritualità puòessere ritenuto senza dubbio un nuovoAgostino, Crisostomo o Basilio, capace dispingere la Chiesa del XVI secolo versoun futuro più stabile e sereno. A lui sonodedicati nella nostra città il Liceo ClassicoArcivescovile e una via del quartiere oc-cidentale Mater Domini.

g.m.

Un convegno nella parrocchia “Mater Domini” di CatanzaroIl Card. Sirleto: anima calabrese del Concilio Tridentino

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1128 febbraio 2014

SPIRITuAlITà

PERSONAGGI BIBLICI...«Quando alzava le mani, Israele prevaleva» (Es 17,11)

Mosè è l’elettodi Dio, il Suoservo, da Lui

scelto per liberare ilSuo popolo dalla schia-vitù dell’Egitto. Ma èanche il grande profeta,

colui che rende nota al popolo la Pa-rola attuale del Signore, nel camminoche conduce alla terra promessa. Sem-pre, in ogni circostanza, il popolo sacosa fare o cosa non fare, come agire ocome non agire, cosa pensare e cosanon pensare, con la certezza infallibiledella Parola rivolta da Dio a Mosè.Così, anche dinanzi alla grave mi-

naccia militare, mossa da Amalèk con-tro Israele (Es 17,8), il popolo sa comemuoversi, sulla base di quanto sugge-rito da Mosè a Giosuè: «Scegli per noialcuni uomini ed esci in battaglia con-

tro Amalèk. Domani io starò ritto sullacima del colle, con in mano il bastonedi Dio» (v. 9). E così avviene. Infatti,«quando Mosè alzava le mani, Israeleprevaleva» (v. 11a).Tuttavia, anche all’uomo di Dio può

accadere di stancarsi. Ma la battagliaè ancora in corso, e, se lui non alza lemani al cielo, è il nemico a prevaleresu Israele (v. 11b). È in questi casi chedeve venire in aiuto l’intelligenza.Aronne e Cur, saliti sul monte insiemea Mosè, trovano infatti il modo pernon farlo stancare: «presero una pie-tra, la collocarono sotto di lui ed eglivi si sedette, mentre ... uno da unaparte e l’altro dall’altra, sostenevanole sue mani. Così le sue mani rimasero

ferme fino al tramonto del sole» (v.12). L’esito diviene scontato: sorrettodalla forza di Dio, invocata da Mosè,Giosuè riuscì a sconfiggere Amalèk eil suo popolo (v. 13). La vittoria è otte-nuta. Come frutto, però, di una triplicecomunione: Mosè alza le sue braccia aDio; Aronne e Cur lo aiutano a farlofino in fondo; Giosuè ottiene la vitto-ria, combattendo in battaglia.Quando l’intelligenza e la sapienza

dell’uomo vengono poste al serviziodel più grande bene, si crea sempreuna forma di comunione perfetta.Così, il profeta indica l’opera («esci inbattaglia...»), lo stesso vi mette la partespirituale («alzava le mani»), altricreano le condizioni logistiche perchéquesta non venga mai meno (Aronnee Cur), altri ancora compiono l’operasul campo (Giosuè e gli altri combat-tenti). Questa comunione si richiedeoggi alla Chiesa, perché possa com-piere efficacemente la sua missionenel mondo.

Edoardo M. Palma

UN CONVEGNO

A GIMIGLIANOSUL CULTO ALLA

MADONNA DI PORTO

Un convegno e una mostramultimediale sul secolareculto della Madonna di Porto,

patrona della Provincia di Catanzaro,sono stati oggetto di un interessante ini-ziativa organizzato dall’amministra-zione comunale di Gimigliano, guidatadal sindaco Massimo Chiarella, che si èsvolta nella sala della Casa della cul-tura. L’incontro si è concluso con la pro-iezione di un video sulla festa dellaMadonna di Porto risalente alla finedegli anni ottanta. L’iniziativa è stataarricchita da una introduzione musicalecurata dall’associazione “Gil Evans”.Il lavoro sul quale si è svolto il conve-

gno è stato curato da Antonio Panza-rella, insegnante di scenografiaall'Accademia delle Belle Arti di Roma,il quale, ha voluto evidenziare la dina-micità di un contesto sociale che in unventennio ha già subito dei mutamentisignificativi anche nella dinamica festasolenne. Tanti i contributi registrati nel

corso del convegno, coordinato dall’as-sessore alla cultura Peppina Minervini,avviato con i saluti del sindaco Chia-rella, di Antonio Coccimiglio in rappre-sentanza del consiglio diamministrazione della basilica di Portoe del parroco di Gimigliano, don Or-lando Amelio.Sono seguite le relazionidel rettore don Erminio Pinciroli, delprofessor Cesare Mirabelli, presidenteemerito della Corte Costituzionale,dello storico Alessandro Calogero edello scrittore Franco Ferlaino. Moltoutile e di grande rilevanza la collabora-

zione fornita dallo storico Mario Arcuri,da anni impegnato nelle ricerche delculto mariano in Calabria. Le conclu-sioni sono state affidate all’antropologoLuigi Maria Lombardi Satriani. La pro-iezione finale del video, curato dallostesso Panzarella, ha concluso i lavoridi un convegno che ha fornito utili pistedi ricerca e di approfondimento sulculto mariano legato alla Madonna diPorto, mentre la mostra fotografica ri-marrà permanente nella sala della casadella cultura.

c.i.

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1228 febbraio 2014

TERRITORIO

Una pagina indelebile è statascritta nella nostra ridente co-munità con la festa della dedi-

cazione e benedizione della vecchiachiesa parrocchiale.Una folla straripante di popolo, di au-

torità civili, militari, religiose si è raccoltaentusiasta e riconoscente davanti alla co-struzione restaurata, per assistere alla be-nedizione di Sua SS. Rev.ma Mons.Vincenzo Bertolone, Arcivescovo Metro-polita di Catanzaro - Squillace e di Mons.Antonio Cantisani, Arcivescovo Emerito.La dedicazione alla Madonna di Lour-

des, che troneggia al centro dell’altare,con un mosaico che esalta i colori e le to-nalità più delicate della figura di NostraSignora e dello scenario della grotta diMassabielle, aggiunge un ulteriore ele-mento di conforto, di serenità, di esigenzaretrospettiva, di apporto alla concentra-zione e alla preghiera. L’armonioso intrecciarsi della luce e

delle ombre del rivitalizzato incrocio delmateriale di costruzione concilia e pro-voca naturalmente una predisposizioneall’atto di fede, alla genuflessione.Inconsapevolmente l’attuale parroco,

nell’operare questa felice di scelta di de-vozione mariana dell’interno complesso,portava a compimento un auspicio deldonatore del terreno, Don Ernesto Cata-risano, che, al rientro della sua missionein Argentina, nel’ 35 fuin pericolo di vita,per una terribile broncopolmonite. Seriamente preoccupato e sofferente

fece un voto alla Madonna e accompa-gnato dal nipote Don Armando Catari-sano, si recò in pellegrinaggio a Lourdes.Il capovolgimento della situazione in

cui è vissuta per alcuni anni la strutturasi è verificato ancora una volta, e come laprima volta, per questa straordinaria, tra-volgente, e contagiosa partecipazione,condivisione e impegno della comunità.L’azione pastorale, il forte impulso e la

costante e instancabile guida di Don Gre-gorio Montillo hanno segnato tutte letappe di questa nuova impresa.Nessuno aiuto o contributo dell’alto,

dai poteri dello stato e dai suoi organi pe-riferici.Tutto è partito dal basso, dalla gente

umile, lavoratrice, in piena crisi econo-mica, che ha contribuito, a vario titolo, se-condo le proprie possibilità e capacità

lavorative, artigianali e imprenditoriali, aridare vita, luminosità, agibilità nuovoimpulso a questa struttura religiosa, cherappresenta il cardine di quella fede e diquei valori che i nostri avi hanno intesomaterializzare in questo punto centraledella Marina bonificata di sessantadueanni fa.Ancora una volta la comunità svizzera,

ormai fortemente legata sia a Don Grego-rio che alla nostra cittadina, per il note-vole contributo, a suo tempo profuso perla chiesa parrocchiale, si è distinta con of-ferte, donazioni e invio di materiale per lachiesa e gli uffici del centro mariano.Le alte personalità, la liturgia, i canti, i

fuochi, la tv, i fotografi,la banda musicale,il concorso di popolo, di associazioni, digiovani, di bambini, di ammalati hannofatto degnissima cornice e sottolineato ilprepotente sentire religioso di questa Co-munità che partecipa, dona, lavora per re-stituire al culto e alle pratiche religiose uncentro che è stato sempre un balsamo perle difficoltà e le problematiche esisten-ziali, di lavoro, di occupazione, di giusti-zia e di equità sociale.

E’ un ritorno a riaffermare e riviverequel clima e quei momenti che condus-sero, tanti anni fa, alla costruzione dellaprima chiesa di Davoli Marina. A rivederequelle foto, il pensiero non si ferma al-l’immagine, va oltre. Riaffiora il clima deldopoguerra, in una Marina in balia dellafuria della natura e infestata dalle zan-zare. Un popolo di case sparse dalle facceemaciate dal sole e dai digiuni, si agita, siunisce, viene coinvolto, insieme al gio-vane parroco Don Luigi Ruggiero, per lacostruzione di una chiesa.La chiesa, la casa più grande, la casa del

Padre, all’ombra della quale consegnarele proprie ansie e speranze, dare sfogo aimoti del cuore, scoprire i sentimenti e leangosce dell’anima, pregare per i defunti,per i caduti, per i morti sul lavoro, per iconsunti dalla malaria e dalle malattiemostruose.Questa chiesa, questo punto di incon-

tro, il nuovo giovane parroco ha inteso co-struire; questa chiesa, questo luogo diserenità e di rifugio spirituale hanno in-teso innalzare gli abitanti di Davoli Ma-rina.Eccoli nel greto del fiume, madidi di su-

dore, strappare pietre per i muri perime-trali, sui sentieri a portare cesti a tracolla,e pesanti fardelli sino al camion e ai carritirati dai buoi e poi risistemare le stessepietre ai piedi dei muratori. Come le for-miche, senza risparmiarsi, sino allo spa-simo. Hanno bisogno di dimostrare a sestessi che sono in grado di avere unachiesa, di costruire una chiesa.Compiono il lavoro con entusiasmo,

con altruismo, spontaneamente. L’operasi realizza. La chiesa di pietra nasce.Ma nasce prima quella che è germo-

gliata nella coscienza di tanti uomini e be-nemeriti cristiani, non ancora toccati oassopiti della spirale della civiltà dei con-sumi.Quella chiesa di anime, che, secondo la

sottolineatura dell’omelia dell’Arcive-scovo sul Vangelo della giornata, possonodiventare il sale della terra e la luce delmondo.

prof. Nicola Seminaroti

UN POPOLO IN FESTAA Davoli Marina solenne cerimonia per la benedizione e dedicazione della vecchia chiesa parrocchiale

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1328 febbraio 2014

TERRITORIO

L'opera architettonica realizzataa Davoli marina deve la suastraordinarietà sia alle concrete

operazioni di restauro, sia perchè si inte-gra armoniosamente, in una perfetta com-binazione di passato e presente, con ilnuovo.Attraverso un progetto di studio infatti,

l'edificio storico si accosta con leggerezzaal nuovo volume, che risponde a logichecompletamente diverse sia compositiveche di linguaggio architettonico. E' infatti,sul fronte posteriore della chiesa, reso sco-perto dalla demolizione della vecchia sa-crestia verso sud,che si erge il "Centro Mariano", un edi-

ficio finalizzato ad attività per catechesi.La costruzione è caratterizzata da una di-stribuzione interna che si integra con ilvolume originale e realizza una conti-nuità spaziale inaspettata dal di fuori.Una cura particolare è stata data all'ar-

chitettura dell'esterno e cioè progettareun'intervento "mimetico" che si ade-guasse sia all'edificio esistente che al con-testo urbano. Il vecchio. L'edificio originario, con

struttura in muratura di pietra di fiumemista a doppia listellatura di mattoni incotto, è stato restaurato con una purezza ecorrettezza formale che hanno lasciato in-tegro il sapore del passato dato dalla sto-

ria del tempo. Gli interventi di carattereconservativo e migliorativo, sono stati fi-nalizzati in modo tale da poter ridare al-l'opera il suo pieno splendore efunzionalità. Restauro delle facciate, delcampanile, della copertura e interventimirati a limitare al massimo tutti i danniprovocati dalla forte umidità risaliente.Il nuovo. L'edificio con struttura por-

tante in cemento armato, si sviluppa sudue livelli. Ogni piano è dotato di treampi localidimensionati in modo tale da ospitare

classi da 20-25 bambini. Ogni aula ha ac-cesso indipendente dall'esterno, si uni-scono in un unico percorso che connaturalezza porta ad uno spazio comunedi accesso ai servizi.Nel progetto non è stato trascurato un

cortile interno esistente, che per le sue ri-finiture di recinzione e pavimentazione,si integra perfettamente con la semplicitàformale ma sostanziale dell'intero inter-vento. Si è raggiunto l'obiettivo: il nuovoprotegge il vecchio, si integra con lui pergarantirne il futuro. Un sentito grazie al nostro parroco, Don

Gregorio Montillo, che in tutti questi annisi è distinto per la sua energia e grandesenso di comunità.

arch. Nella Ciaccio

Davoli Marina... “Un progetto tra storia e attualità”

Giorno 11 febbraio 2014, in occasionedella ricorrenza dell’Apparizionedella Beata Vergine a Lourdes, la

parrocchia del quartiere Piterà di Catanzaro,eretta nel 1986 dal S.E. mons. Antonio Can-tisani, Vescovo emerito della diocesi Catan-zaro-Squillace, ha vissuto la prima festapatronale con tanta fede e senso di gioia. Ilparroco, don Carlo Davoli, realizzando ilsogno dei fedeli, coadiuvato dal diacono IvanoLa Salvia e dai suoi collaboratori, ha dato ini-zio ad una tradizione religiosa in onore dellaVergine Maria. Il risultato della festa è statodi gran lunga superiore alle attese. Inizial-mente in ogni fedele c’era tanta trepidazioneper questo evento, in quanto nessuno maiaveva pensato di onorare la Madonna in tal

modo. La comunità parrocchiale, ha vissutoun triduo di preparazione alla festa con rifles-sioni tenute dal parroco sul significato del veroculto a Maria, a partire dal documento “Ma-rialis Cultus”. Don Carlo, ha più volte sotto-lineato che il culto non deve fermarsi a viveregesti esteriori, ma impegnarsi a renderlo visi-

bile con la vita. Il culto, perciò, deve portarealla conversione e all’evangelizzazione, altri-menti è solo un vago sentimento che non pro-duce frutti di santità. La comunità medianteuna presenza numerosa e segnata da difficoltànell’ospitalità a causa dell’insufficiente strut-tura parrocchiale, è rimasta entusiasta dell’af-fluenza di fedeli anche di altre parrocchie

vicine. La solennità di giorno 11 u.s., è stata vis-

suta con la celebrazione Eucaristica, durantela quale, il parroco ha consacrato alcuni bam-bini alla Vergine, mediante una preghiera spe-ciale recitata da loro stessi, e consegnandosuccessivamente un fiore alla Madonna, comesegno della loro promessa a vivere secondo ilcuore e i sentimenti di Maria. Inoltre è stataanche amministrata l’Unzione degli infermiagli ammalati presenti, con tanta commozionee profondo senso di fede. La serata si è con-clusa con un corteo numeroso e silenzioso,portando in processione l’effige della Vergineaccompagnata da suggestive fiaccole verso lafontana del quartiere, proprio nel ricordo dellascelta del Vescovo emerito mons. AntonioCantisani, che prese ispirazione proprio dallafonte, evocando il miracolo nella grotta diMassabielle, nominando la parrocchia ap-punto N. S. di Lourdes. Giunti alla fonte, l’ef-fige è stata posta su una grotta, realizzatasapientemente per l’occasione, in cui si è bre-vemente rappresentato il miracolo dell’acquacon la figura di Bernadette, ricordandol’evento miracoloso avvenuto a Lourdes.

i.l.s.

primadel restauro

dopoil restauro

Prima festa patronalenel quartiere Piterà

di CatanzaroTANTA FEDE

E SENSO DI gIOIA

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1428 febbraio 2014

TERRITORIO

Un seminario rivolto ai docenti

della provinciaPer una

formazione integrale

dell’alunno“Formazione integrale del-

l’Alunno,strategie e stru-menti”: questo il tema di un

seminario destinato a docenti delle scuoledella provincia, svolto mercoledì 19 feb-braio nell’Istituto Tecnico “B.Chimirri”,organizzato dall’Ufficio diocesano dellaPastorale Scolastica, diretto da Annama-ria Fonti Iembo.Le varie tematiche attinenti sono state

trattate da Gregorio Mercurio, coordina-tore dell’Ufficio scolastico provinciale,dalla dirigente Teresa Rizzo e da donGino Martucci, direttore dell’Istituto Sa-lesiano di Soverato, oltre che dalla stessaAnnamaria Fonti Iembo che ha pure mo-derato l’incontro.Come affermava il dottor Mercurio, la

Scuola è chiamata ad affrontare oggi unadifficile e complessa azione di formazionedei ragazzi, azione spesso ostacolata eresa ardua da un falsato rapporto con lefamiglie, più propense a “difendere” adoltranza i figli piuttosto che ad educare. E’ stato sottolineato che mai come nel

tempo odierno è necessario intendere l’in-segnamento come una vera e propria mis-sione, per cui occorre fare leva sulla“passione”,”insegnare è affare dicuore”diceva don Milani,onde animareun dialogo docente/allievo, produttivo epositivo.Del resto non può farsi assolutamente a

meno della Scuola,il cui ruolo emerge aforti note dal Rapporto ONU del 2013sulla Felicità: l’Italia è al 45° posto dellagraduatoria mondiale rispetto al benes-sere, alla felicità appunto, dei popoli.Lascarsa percezione della disponibilità a do-nare e ad elargire, la mancanza percepitadi generosità, il cattivo rapporto con il si-stema del welfare, il basso livello dellapercezione di libertà nelle scelte ,hannodeterminato il declassamento del nostroPaese in questa graduatoria che vede alcontrario gli Stati nordeuropei ai primis-simi posti.Gli indicatori “spirituali” e “morali”,

costituiscono le finalità da raggiungerenecessariamente se si vuole una societàbasata sui fondamenti essenziali del vi-vere civile.Quali strategie? Si è ripercorso il si-

stema della Libertà di insegnamento, san-cita a livello costituzionale nell’articolo33, che assegna il rango elevato a un di-ritto-dovere che ogni docente è chiamatoad esercitare per il raggiungimento dellealte finalità dell’istruzione ed educazione.La libertà di insegnamento , lungi dall’es-sere la difesa corporativa di privilegi e in-teressi esclusivi di una categoria, èchiaramente disciplinata dall’articolo unodel decreto legislativo 297 del 1994, chemette in discussione le varie sfaccettatureche la contraddistinguono: capacità di ri-cerca e innovazione,capacità di speri-mentare percorsi e strategie efficaci ecoerenti con il tempo presente, capacità disapersi orientare tra i due poli tra cui essasi deve muovere ,l’autonomia scolasticada una parte e la sussidiarietà dall’altra.Sono stati quindi presentati i due pro-

getti ,proposti per l’anno in corso a tuttele scuole,uno per la scuola primaria, sultema”Guidati da Maria, camminiamo ecresciamo con Gesù”, l’altro per i Supe-riori” Viaggio nel mondo di Gesù:rifles-sioni e impressioni sull’Amore”. I dueprogetti sono accomunati da una forteconnotazione interdisciplinare e da mar-cata trasversalità alle altre discipline di in-segnamento.Essi si rifanno al Documentoministeriale del 2009 sulla sperimenta-zione dell’insegnamento di Cittadinanzae Costituzione, voluto dalla legge 169 del2008, che obbliga la Scuola a condurre gliallievi di ogni ordine e grado di scuola sulpercorso irrinunciabile della formazioneintegrale.

Occorre saper dare esempi :ma qualiesempi?, dove sono gli eroi da mostrareai ragazzi?, cosa è educativo?sono do-mande che attendono risposte adeguate,mentre è indispensabile liberarsi dall’in-tento competitivo per una cooperazione ericonciliazione col territorio, per una chia-rificazione delle finalità e degli obiet-tivi.In tutto questo gioca un ruolosostanziale la Famiglia, al cui internospesso so muovono dinamiche del tuttocontrarie alla formazione integrale del ra-gazzo/a.E’ stato richiamato a tal fine , l’appello

che numerosi esponenti della cultura na-zionale hanno rivolto nel 2005 a Bolognasulla necessità dell’Educazione per tuttoilo popolo:”…Si vive come se la veritànon esistesse,come se il desiderio di Feli-cità di cui è fatto il cuore dell’uomo fossedestinato a rimanere senza risposta….Oc-corre Educare e cioè introdurre nella re-altà e nel suo significato”.L’Educazione integrale, dunque, deve

avere una connotazione formidabile,es-sere cioè, qualcosa che penetri nel pro-fondo dell’anima e lasci un segnoindelebile!Il Papa della Misericordia, Papa Fran-

cesco, ci ha detto a chiare note che la per-sona umana matura deve essere larisultante della formazione integrale ,eche per ottenere questo, è indispensabileche i docenti siano qualificati e aggior-nati,per svolgere il loro prestigioso ruolo,soprattutto quello di comunicare la Pa-rola, per una nuova e ineffabile Evange-lizzazione.Evangelizzazione che conduce ad un

unico e insostituibile risultato:l’Amore!

Annamaria Fonti Iembo

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1528 febbraio 2014

TERRITORIO

Nel primo pomeriggio di ve-nerdì 21 febbraio scorso i do-centi e gli studenti dell’area

giuridica dell’UMG di Catanzaro hannoaccolto e ascoltato con vivo interesse ilprof. Silvestri, Presidente della CorteCostituzionale, che, in occasione del-l’avvio del corso di Diritto Costituzio-nale II, ha tenuto una “LectioMagistralis” sugli stretti rapporti trauguaglianza e libertà. Nell’accoglierel’illustre ospite ed amico da oltre 40anni, con il quale ha condiviso in pas-sato lo stesso maestro (Martines), il prof.Ventura ha sottolineato l’alto valore deidue principi presi in considerazione,che non possono essere separati neglischieramenti politici di destra (libertà) esinistra (uguaglianza) ma richiedono unapproccio unitario e una considerazioneprioritaria rispetto a tutte le ragioni po-litiche, economiche e sociali.Dopo aver espresso la sua soddisfa-

zione per il ritorno nella regione in cui ènato e cresciuto, il prof. Silvestri ha rile-vato l’impossibilità di mettere in con-flitto senza danni i due valori umani egiuridici, come peraltro tentano di fare isostenitori del liberismo dall’inizio del-l’epoca moderna: si tratta di due faccedella stessa medaglia, non di due valoriin conflitto; infatti non si è liberi se nonsi è uguali e non si è uguali se non si è li-beri; la libertà genera l’uguaglianza el’uguaglianza genera la libertà.Per quanto riguarda la libertà è possi-

bile considerare due aspetti: la libertàda, come diritto ad uno spazio di auto-nomia in cui si possa essere ed agiresenza patire disturbo, e la libertà di,come diritto di avere ciò che ancora nonsi ha; la prima presuppone un’autosuf-ficienza del soggetto, generalmente pro-prietario, ed è compatibile con unasocietà monoclasse ed è fondamentalenei regimi democratici; l’altra implicauna continua tensione verso un oriz-zonte da perseguire senza mai rasse-gnarsi e desistere ed è caratteristica diuna società con più classi differenziatedal punto di vista socio-economico,nella quale si ritrovano vari livelli di di-sponibilità. Nei regimi dittatoriali la ten-sione verso un certo orizzonte vienesoffocata con la reclusione in carcere o

in manicomio. Il carattere più espres-sivo di una condizione di libertà è lacreatività, l’originalità, l’eccentricità, main assenza di condizioni di uguaglianza(differenza di risorse disponibili) la li-bertà di una persona, di un gruppo, diuno Stato si attenua e scompare, peresempio quando le scelte sono condi-zionate da uno stato di necessità da as-secondare: ciò accade in modo evidentequando in cambio di un blocchetto dibuoni-benzina un soggetto dà il propriovoto ad una persona non scelta. A tale

proposito Gaetano Oscar sostienel’inopportunità del suffragio universalenelle scelte elettorali: infatti esso per-mette da una parte la vendita della li-bertà e dall’altra la moltiplicazione deivoti da parte di chi li può comprare.Altri esempi di mancanza di libertàconseguente alla disuguaglianza pos-sono trovarsi nella vita interna dei par-titi politici (che richiederebbe unaregolamentazione specifica) o delle an-tiche colonie, costrette ad accettare gliaiuti offerti in maniera interessatadagli Stati coloniali che prima le ave-vano soggiogate.L’uguaglianza che permette l’esercizio

della libertà non è però sinonimo diegualitarismo; nessuno può accedere algodimento di alcuni diritti senza merito,

senza impegno, senza quel sacro lavoroche i Padri Costituenti hanno messo afondamento della nostra Repubblicaproprio come unico titolo nobiliare inuna società democratica. Il confronto èaperto su chi può e deve valutare il me-rito e sui criteri di riferimento. Certa-mente l’uguaglianza da esigereriguarda più i punti di partenza che ipunti di arrivo, ma anche nei punti dipartenza le differenze dipendono dalledoti naturali, dalla salute e dai condi-zionamenti familiari e sociali che più omeno influiscono sulla capacità di con-quistare l’autonomia e di procurarsi glistrumenti di sopravvivenza e le risorseper superare i disagi e vivere serena-mente con il proprio lavoro. A propositodei punti di partenza, un filosofo ame-ricano parla di diseguaglianza ben tem-perata, per indicare quella tensionedinamica verso la libertà e l’ugua-glianza, la cui simbiosi è stata ben com-presa dai Padri della Repubblicaitaliana: essi sono infatti riusciti a for-mulare insieme una Costituzione privadi tracce della pur grave rottura ideale epolitica tra democristiani e socialcomu-nisti e nell’articolo 3 (non ancora at-tuato) hanno insieme sollecitatol’esigenza di rimuovere tutti gli ostacoliche limitano la libertà, l’uguaglianza ela partecipazione.La libertà e l’uguaglianza camminano

insieme, di pari passo; non esistono di-ritti supremi, maggiori o minori, semprepiù pesanti o più leggeri di altri sulla bi-lancia giuridica, che nel corso della sto-ria vede la prevalenza alternata dialcuni o di altri; anche la vita e la libertàpossono essere messe in gioco per valorisupremi. L’unico valore assoluto sem-pre intangibile, non soggetto a valuta-zione o bilanciamento storico perchécorrispondente alla stessa bilancia, allostesso strumento di misura, è certa-mente la dignità della persona umana,messa alla base della Costituzione tede-sca. La dignità umana viene prima delloStato e anche dell’affetto materno.L’uomo può perdere la libertà, l’ugua-glianza, anche la vita, ma non la dignità.

g.m.

Al polo giuridico dell’UMG di Catanzaro “Lectio magistralis” del Presidente della Corte Costituzionale

per l’inaugurazione del Corso di Diritto Costituzionale II

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