l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre...

342
l ’ U l i v o Anno XXXV n u ova serie G e n n a i o -Giugno 2005 - N. 1 3 In omaggio Texte francais p. 10 - English text p. 17 - Texto español p. 25 33 Editoriale Texte francais p. 37 - English text p. 41 - Texto español p. 45 Articoli 49 BRUNO FORTE Dio, la ricerca e la fede nel pensiero di Joseph Ratzinger 62 GIOVANNI IAMMARRONE La contemplazione di Gesù Cristo 79 FRANCESCO SANTI Dolcezze del Paradiso.Visioni della mente 96 LUISA TAVANTI CHIARENTI Tipologie architettoniche degli ordini monastici 105 CELSO BIDIN Nello di Mino Tolomei

Transcript of l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre...

Page 1: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

l ’ U l i v oAnno XXXV • n u ova serieG e n n a i o -Giugno 2005 - N. 1

3 In omaggioTexte francais p. 10 - English text p. 17 - Texto español p. 25

33 EditorialeTexte francais p. 37 - English text p. 41 - Texto español p. 45

Articoli49 BRUNO FORTE

Dio, la ricerca e la fede nel pensiero di Joseph Ratzinger62 GIOVANNI IAMMARRONE

La contemplazione di Gesù Cristo79 FRANCESCO SANTI

Dolcezze del Paradiso. Visioni della mente96 LUISA TAVANTI CHIARENTI

Tipologie architettoniche degli ordini monastici105 CELSO BIDIN

Nello di Mino Tolomei

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 1

Page 2: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

2

112 ROBERTO DONGHI

Una inedita preghiera del Seicento al beato Bernardo Tolomei122 ENRICO MARIANI

Os s e rvazioni intorno alle bozze delle Costituzioni dellaC o n gr e gazione di Santa Maria di Monte Oliveto del 1932 (II parte)

141 SARAH LACHERÉ

« Heureux les épis mûrs et les blés moisonnés...» Ma r i e- Pa s caDickson 1904-2004

Vita della famiglia monastica di Monte Oliveto184 Dalle nostre Comunità

Texte fra n cais p. 199 - English text p. 214 - Texto español p. 229

2 4 3 MICHELANGELO TIRIBILLI

Il Capitolo Generale della Congregazione di Monte Oliveto: 1-14ottobre 2004

256 COLOMBAN BENDERITTER

Une visite fra t e rnelle à nos frères de Gosung et à nos sœursolivétaines en corée

270 Monasteiro São Bento de Ribeirão Preto - Bra s i l. «A escola daVida»

Indicazioni bibliografiche274 Recensioni314 Segnalazioni327 Bibliografia olivetana

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 2

Page 3: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

3

IN OMAGGIO

Nell’umile consapevolezza di bene corrispondere non solo al desi-derio di tutti i monaci e le monache della famiglia monastica di Mon-te Oliveto ma anche a quello di ogni nostro lettore, vogliamo che que-s to volume dell ’Ul i v o ospiti al suo inizio una breve, ma affettuosa er i co n o s ce n te memoria del grande Papa che ci ha las c i a to la sera delprimo sabato dopo Pasqua, nell’imminenza della Domenica in Albis,q u e lla Domenica che Gi ovanni Paolo II av eva voluto dedicare all aDivina Misericordia. Siamo peraltro convinti che un modo fruttuosoper rievocare lo straordinario dono di Dio alla sua Chiesa e al mondointero che è stato questo lungo Pontificato sia condividere coi nostrilettori la rilettura di qualcosa del suo magistero, un magistero sapien-te che in più occasioni non ha mancato di arricchire di senso e dimotivazioni nuove il monachesimo e la sua più che millenaria tradi-zione. Tutti noi infatti custodiamo nel cuore e nella mente le bellissi-me pagine di Orientale lumen, autentica profezia di una futura, ricon-ciliata testimonianza cristiana di vita monastica d’Oriente e d’Occi-d e n te; tutti noi abbiamo letto e studiato l’esortazione aposto l i c apost-sinodale Vita consecrata, appassionato e fiducioso appello perchéi religiosi vivano pienamente la loro dedizione a Dio «per non lasciarmancare a questo mondo un raggio della divina bellezza che illuminiil cammino dell'esistenza umana» (109); tutti noi monache e monaciolivetani non potremo mai dimenticare quel dono magnifico che nel1998 ci è stato fatto da Giovanni Paolo II con la sua lettera inviata alPadre Abate Generale in occasione del 650° anniversario della mortedel Beato Bernardo Tolomei. In quelle pagine il Papa ci regalava unadelle più belle ed ispirate definizioni della nostra famiglia monastica,da lui evocata come «un’agape fraterna di comunità». Qui dunque vor-remmo innanzitutto ricordare, anche per la sua valenza ecumenica,un passo molto suggestivo per essenzialità e profondità tratto da undiscorso pronunciato da Giovanni Paolo II ai monaci del monasterodi San Giovanni di Rila (Bulgaria) dove si era recato in pellegrinaggionel maggio del 2002: «La vita monastica, in virtù della tradizione inin-terrotta di santità su cui poggia, custodisce con amore e fedeltà alcu-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 3

Page 4: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

4

IN OMAGGIO

ni elementi della vita cristiana, importanti anche per l’uomo di oggi:il monaco è memoria evangelica per i cristiani e per il mondo. Comeinsegna san Basilio il Grande (PG 31,933-941), la vita cristiana è anzi-t u t to a p o t a g h é, “rinuncia”: al peccato, alla mondanità, agli idoli, peraderire all’unico vero Dio e Signore, Gesù Cristo (cfr. 1 Ts 1,9-10). Nelmonachesimo tale rinuncia si fa radicale: rinuncia alla casa, alla fami-glia, alla professione (cfr. Lc 1 8 , 2 8-29); rinuncia, poi, ai beni te r r e n i ,nell’incessante ricerca di quelli eterni (cfr. Col 3,1-2); rinuncia alla phi -lautìa, come la chiama san Massimo il Confessore (cfr. Capita de chari -tate II,8; III,8; III,57 e passim, PG 90,960-1080), cioè all’amore egoi-stico, per conoscere l’infinito amore di Dio e divenire capaci di ama-re i fratelli. L’ascesi del monaco è anzitutto un cammino di rinunciaper poter aderire sempre di più al Signore Gesù ed essere trasfiguratod a lle energie dello Spirito Santo.[…] La “lotta spirituale” è un altroe l e m e n to della vita monastica che oggi è necessario reimparare eriproporre a tutti i cristiani. Si tratta di un’arte segreta e interiore, uncombattimento invisibile che il monaco conduce ogni giorno controle tentazioni, le suggestioni malvagie che il demonio cerca di insinua-re nel suo cuore; è una lotta che diventa crocifissione nell’arena dellasolitudine in vista della purezza del cuore che permette di vedere Dio(cfr. Mt 5,8) e della carità che consente di partecipare alla vita di Dioche è amore (cfr 1 Gv 4,16). Ne ll ’ e s i s tenza dei cristiani oggi più chemai gli idoli sono seducenti, le tentazioni pressanti: l’arte della lottaspirituale, il discernimento degli spiriti, la manifestazione dei propripensieri al maestro spirituale, l’invocazione del nome santo di Gesù edella sua misericordia devono tornare a far parte della vita interioredel discepolo del Signore. Questa lotta è necessaria per essere “nondistratti”, aperíspastoi, “non preoccupati”, amérimnoi (cfr. 1 Cor 7, 32.35)e vivere in co s t a n te racco g l i m e n to con il Signore (cfr. S. Bas i l i oMagno, Regulae fusius tractatae VIII,3; XXXII,1; XXXVIII)». Questeparole, pronunziate ormai tre anni fa, non solo continuano a propor-re a noi monaci d’Oriente e d’Occidente un modello luminoso di vitamonastica e di testimonianza ecclesiale, ma additano altresì a tutti i

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 4

Page 5: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

5

IN OMAGGIO

cristiani di oggi, quale che sia la loro specifica vocazione, la necessa-ria centralità di un’esperienza di orante co n templazione se dav v e r oautentico è il desiderio di tracciare un fruttuoso itinerario di sequelas u lle orme del Signore Gesù, «co n f e s s a to come senso della storia eluce del nostro cammino» (Novo millennio ineunte, 15). Tale necessariacentralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuroe fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani delGrande Giubileo del 2000, nella lettera apostolica Novo millennioi n e u n t e: «Ora dobbiamo guardare avanti, dobbiamo “prendere il lar-go”, fiduciosi nella parola di Cr i s to: Duc in altum! Gesù stesso cia m m o n i s ce: “Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volgeindietro, è adatto per il regno di Dio” (Lc 9,62). Nella causa del Regnonon c’è tempo per guardare indietro, tanto meno per adagiarsi nellapigrizia. Mo l to ci attende, e dobbiamo per questo porre mano adu n’ e f f i c a ce programmazione pas torale post-giubilare. E’ tuttav i aimportante che quanto ci proporremo, con l’aiuto di Dio, sia profon-damente radicato nella contemplazione e nella preghiera. Il nostro ètempo di continuo movimento che giunge spesso fino all'agitazione,col facile rischio del “fare per fare”. Dobbiamo resistere a questa ten-tazione, cercando di “essere” prima che di “fare”. Ricordiamo a que-sto proposito il rimprovero di Gesù a Marta: “Tu ti preoccupi e ti agi-ti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno” (Lc 10,41-42)» (15). E infatti, ancora in Novo millennio ineunte, il Papa ribadivapoco dopo la necessità per ogni membro del popolo di Dio di acqui-sire sempre più confidenza con almeno due caratteri così tipici dellavita monastica: «Solo l’esperienza del silenzio e della preghiera offre l’oriz-z o n te adeguato in cui può maturare e svilupparsi la co n o s cenza piùvera, aderente e coerente, di quel mistero, che ha la sua espressioneculminante nella solenne proclamazione dell’evangelista Giovanni: “Eil Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedem-mo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia edi verità” (Gv 1,14)» (20). La constatazione, poi, che la vita monasticacon peculiare evidenza ed esemplarità tragga il suo principale alimen-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 5

Page 6: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

6

IN OMAGGIO

to da radici così pure ogg e t t i v a m e n te essenziali per ogni aute n t i c as celta di vita cristiana, pare quasi imporre a noi monaci una seriaassunzione di responsabilità in vista di una rinnovata e sapiente dedi-zione alla preghiera, per come si desume da un ulteriore, significativop asso di Novo millennio ineunte: «Sì, carissimi Fr a te lli e Sorelle, lenostre comunità cristiane devono diventare autentiche “scuole” di pre -ghiera, dove l’incontro con Cristo non si esprima soltanto in implora-zione di aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione,co n templazione, as co l to, ardore di affetti, fino ad un vero “invag h i-m e n to” del cuore. Una preghiera intensa, dunque, che tuttavia nondistoglie dall'impegno nella storia: aprendo il cuore all’amore di Dio,lo apre anche all’amore dei fratelli, e rende capaci di costruire la sto-ria secondo il disegno di Dio (33). Certo alla preghiera sono in parti-colare chiamati quei fedeli che hanno avuto il dono della vocazione aduna vita di speciale consacrazione: questa li rende, per sua natura, piùdisponibili all’esperienza co n templativa, ed è import a n te che essi lacoltivino con generoso impegno. Ma ci si sbaglierebbe a pensare chei comuni cristiani si possano accontentare di una preghiera superficia-le, incapace di riempire la loro vita. Specie di fr o n te alle numeroseprove che il mondo d’oggi pone alla fede, essi sarebbero non solo cri-stiani mediocri, ma “cristiani a rischio”. Correrebbero, infatti, ilrischio insidioso di veder progressivamente affievolita la loro fede, em agari finirebbero per cedere al fascino di “surrogati”, acco g l i e n d oproposte religiose alternative e indulgendo persino alle forme strava-ganti della superstizione» (34).

Custodiamo e meditiamo queste parole di monito e di esortazionelasciateci da Giovanni Paolo II come uno dei tanti e fra i più maturifrutti di quella straordinaria e indimenticabile testimonianza di amo-re per Cristo, per la Chiesa e l’umanità intera che il primo Papa slavodella storia ci ha donato, nella gioia e nella sofferenza, con tanta per-severante fedeltà.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 6

Page 7: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

7

IN OMAGGIO

* * *Nell’ora vespertina del 19 aprile 2005 è succeduto a Giovanni PaoloII, come tutti sappiamo, il cardinale Joseph Ratzinger, il Papa Bene-detto XVI: divenendo vescovo di Roma egli è pure divenuto, vorrem-mo dire con una certa audacia, Abba della chiesa universale. Manife-stiamo la nostra gratitudine a Dio per il dono di un uomo così straor-d i n a r i a m e n te ricco di fede e di sapienza teologica, che av eva giàe d i f i c a to e commosso il mondo intero con le sue delicate parole diamicizia e di fedeltà tributate al suo Predecessore nelle indimentica-bili esequie dell’8 aprile 2005. Al magistero e all’esempio di GiovanniPaolo II il nuovo Papa Benedetto XVI si è espressamente riallaccia-to con parole ancora una volta ricche di filiale ammirazione e di pro-grammatica chiarezza come quelle rivolte ai Cardinali Elettori riunitinella Cappella Sistina il 20 aprile scorso: «Mi sta dinanzi, in particola-re, la testimonianza del Papa Giovanni Paolo II. Egli lascia una Chie-sa più coraggiosa, più libera, più giovane. Una Chiesa che, secondo ilsuo insegnamento ed esempio, guarda con serenità al passato e non hapaura del futuro. Col Grande Giubileo essa si è introdotta nel nuovomillennio recando nelle mani il Vangelo, applicato al mondo attualeattraverso l’autorevole rilettura del Concilio Vaticano II. Giustamen-te il Papa Gi ovanni Paolo II ha indicato il Concilio quale “bussola”con cui orientarsi nel vasto oceano del terzo millennio (cfr Lett. ap.Novo millennio ineunte, 57-58). Anche nel suo Testamento spirituale e g l ia n n o t ava: “Sono co n v i n to che ancora a lungo sarà dato alle nuov egenerazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XXsecolo ci ha elargito” (17.III.2000). Anch’io, pertanto, nell’accingermial servizio che è proprio del Successore di Pietro, voglio affermare conforza la decisa volontà di proseguire nell’impegno di attuazione delConcilio Vaticano II, sulla scia dei miei Predecessori e in fedele con-tinuità con la bimillenaria tradizione della Chiesa. Ricorrerà proprioquest’anno il 40.mo anniversario della conclusione dell’Assise co n c i-liare (8 dicembre 1965). Col passare degli anni, i Documenti concilia-ri non hanno perso di attualità; i loro insegnamenti si rivelano anzi

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 7

Page 8: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

8

IN OMAGGIO

particolarmente pertinenti in rapporto alle nuove istanze della Chie-sa e della presente società globalizzata» (dal Primo messaggio di Sua San -tità Benedetto XVI al termine della concelebrazione eucaristica con i Cardi -nali Elettori in Cappella Sistina).

* * *Si potrà facilmente immaginare lo stupore e la felicità di tutti i

monaci e le monache delle diverse Chiese quando si è appreso la scel-ta di un nome a noi così caro e familiare e, per la verità, assai signifi-cativo per ogni cristiano: un nome che per esplicito desiderio del nuo-vo Pontefice vuole infatti richiamare alla memoria del mondo interotanto l’esempio di un Predecessore che era stato, negli anni bui dellaprima guerra mondiale, infaticabile e inascoltato apostolo di pace frai popoli, quanto la viva eredità del nostro Santo Padre Benedetto ,padre dei monaci d’Occidente e patrono d’Europa. La fedele ricezio-ne di una tale eredità traspare assai nitidamente nel rileggere le paro-le pronunziate, Domenica 24 aprile 2005, nell’omelia della Celebra-zione Eucaristica per l’inizio del ministero petrino, allorquando ilSanto Padre, in piena sintonia con le primissime esortazioni del Pro-logo della nostra Regola, ha in questi termini sottolineato il primatod e ll ’ as co l to e, più ancora, della fiduciosa obbedienza a quanto ilSignore ci chiede: «Il mio vero programma di governo è quello di nonfare la mia volontà, di non perseguire mie idee, ma di mettermi inas co l to, con tutta quanta la Chiesa, della parola e della volontà delSignore e lasciarmi guidare da Lui, cosicché sia Egli stesso a guidare laChiesa in questa ora della nostra storia». Ci colmano altresì di ulterio-re gioia, pure risuonandoci come severo appello ad una magg i o r eautenticità di vita, le parole con cui il nuovo Papa ha dato ragione diquesta sua scelta onomastica nel corso della prima udienza generaledel mercoledì in Piazza San Pietro, il 27 aprile scorso: «Il nome Bene-detto evoca, inoltre, la straordinaria figura del grande “Patriarca delmonachesimo occidentale”, san Benedetto da Norcia, co m p a t r o n o

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 8

Page 9: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

9

IN OMAGGIO

d’Europa insieme ai santi Cirillo e Metodio e le sante donne Brigidadi Svezia, Caterina da Siena ed Edith Stein. La progressiva espansio-ne dell’ordine benedettino da lui fondato ha esercitato un influssoenorme nella diffusione del cristianesimo in tutto il Continente. SanBenedetto è perciò molto venerato anche in Germania e, in partico-lare, nella Baviera, la mia terra d’origine; costituisce un fondamentalepunto di riferimento per l’unità dell’Europa e un forte richiamo alleirrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà. Diquesto Padre del Monachesimo occidentale conosciamo la raccoman-dazione lasciata ai monaci nella sua Regola: “Nu lla as s o l u t a m e n teantepongano a Cristo” (Regola 72, 11; cfr. 4, 21). All’inizio del mio ser-vizio come Successore di Pietro chiedo a san Benedetto di aiutarci atenere ferma la centralità di Cristo nella nostra esistenza. Egli sia sem-pre al primo posto nei nostri pensieri e in ogni nostra attività!».

Amatissimo Santo Padre Benedetto XVI, vogliamo condividere ilSuo auspicio e la Sua preghiera nella nostra povera ma fervorosa inter-cessione e, con non minore convinzione, nella nostra feriale testimo-nianza di amorosa predilezione al Signore Gesù, in una rinnov a t afedeltà alla Chiesa e alla Regola del nostro Santo Padre Benedetto.

Padre Abate Generale D. Michelangelo M. Tiribilli OSB Oliv.e la Direzione Editoriale de l’Ulivo

2 maggio 2005, Trigesimo della morte di Papa Giovanni Paolo II

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 9

Page 10: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

10

EN HOMMAGE

Humblement conscients de répondre non seulement au désir detous les moines et moniales de la famille monastique de Mont-Olivetmais encore à celui de chacun de nos lecteurs, nous souhaitons que cevolume de l’Ulivo offre en ouverture un bref hommage, plein d’affec-tion et de reconnaisance, à la mémoire du grand pape qui nous a quit-tés au soir du premier samedi après Pâques, alors que s’ouvrait la célé-bration liturgique du dimanche in albis, dimanche que Je a n - Paul IIavait tenu à consacrer à la Divine Miséricorde. Pour évoquer l’extra-ordinaire don de Dieu à son Église et au monde entier que fut ce longpontificat, nous pensons qu’il peut être fécond de partager avec nosl e c teurs la relecture d’un aspect de son magistère, un mag i s t è r esapientiel qui n’a pas manqué, à diverses reprises, de mettre en évi-dence la signification du monachisme et de sa tradition plus que mil-lénaire, de souligner leur actualité.

Tous en effet, nous gardons au cœur et à l’esprit les très bell e spages d’Orientale lumen, authentique prophétie d’un chemin de récon-ciliation chrétienne entre vie monastique d’Orient et d’Occident ;tous, nous avons lu et étudié l’exhortation apostolique post-synodaleVita consecrata, appel passionné et confiant adressé aux religieux pourqu’ils vivent pleinement leur consécration à Dieu, «afin de ne pas pri-ver ce monde d’un rayon de la divine beauté qui illumine le chemin del’existence humaine» (109) ; nous tous, moniales et moines olivétains,nous ne pourrons jamais oublier ce don magnifique que nous a faitJean-Paul II en 1998, avec la lettre écrite au Père abbé général à l’oc-casion du 650ème anniversaire de la mort du Bienheureux Bernard. Ences pages, le pape nous offrait l’une des plus belles définitions denotre famille monastique de Mont-Olivet, qualifiée d’«agapè fr a te r-nelle de communautés».

Nous voudrions surtout rappeler ici, également pour sa pertinenceœcuménique, un pas s age d’une grande densité, extrait du disco u r sprononcé par Jean-Paul II devant les moines du monastère Saint-Jeande Rila (Bulgarie), où il s’était rendu en pèlerinage en mai 2002 : «La

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 10

Page 11: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

11

EN HOMMAGE

vie monastique, en vertu de la tradition ininterrompue de sainteté surl a q u e lle elle s’appuie, co n s e rve avec amour et fidélité quelques élé-ments de la vie chrétienne, importants aussi pour l’homme d’aujour-d’hui : le moine est mémoire évangélique pour les chrétiens et pour lemonde. Comme l’enseigne saint Basile le Grand (PG 31, c. 933-941), lavie chrétienne est avant tout apotaghè, “renoncement” : au péché, aumonde, aux idoles, pour adhérer à l’unique vrai Dieu et Seigneur,Jésus-Christ (cf. 1 Th 1, 9-10). Dans le monachisme, ce renoncementse fait radical : renoncement à la maison, à la famille, à la profession(cf. Lc 18, 28-29) ; renoncement ensuite aux biens terrestres, dans l’in-cessante recherche des biens éternels (cf. Col 3, 1-2) ; renoncement à lap h i l a u t ì a, comme l’appelle saint Maxime le Confesseur (cf. Capita decharitate II, 8 ; III, 8 ; III, 57 et passim, PG 90, c. 960-1080), c’est-à-dire à l’amour de soi égoïste, pour connaître l’amour infini de Dieu etd evenir capable d’aimer les frères. L’ ascèse du moine est avant to u tchemin de renoncement pour pouvoir adhérer de plus en plus au Sei-gneur Jésus et être transfiguré par les énergies de l’Esprit Saint.[…] Le“combat spirituel” est un autre élément de la vie monastique qu’il estaujourd’hui nécessaire de réapprendre et de reproposer à tous leschrétiens. Il s’agit d’un art secret et intérieur, un combat invisible quele moine mène chaque jour contre les tentations, les sugg e s t i o n smalignes que le démon cherche à insinuer dans son cœur ; c’est unelutte qui devient crucifixion dans l’arène de la solitude, en vue de lapureté du cœur qui permet de voir Dieu (cf. Mt 5,8) et en vue de la cha-rité qui permet à l’homme de participer à la vie de Dieu qui est amour( c f. 1 Jn 4, 16). Dans l’existe n ce des chrétiens, aujourd’hui plus quejamais, les idoles sont séduisantes, les tentations pressantes : l’art ducombat spirituel, le disce rnement des esprits, la manifestation de sespensées au maître spirituel, l’invocation du saint Nom de Jésus et de sam i s é r i corde, doivent retrouver une place dans la vie intérieure du dis-ciple du Seigneur. Ce combat est nécessaire pour se rendre “étrangeraux distractions”, a p e r í s p a s t o s, aux “préoccupations”, amérimnos ( c f. 1 Co7, 32.35) et vivre dans un recueillement constant avec le Seigneur (cf. St

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 11

Page 12: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

12

EN HOMMAGE

B asile le Grand, Regulae fusius tractatae VIII, 3 ; XXXII, 1; XXXVIII)». Ces paroles prononcées voilà déjà trois ans continuent à nous pro-

poser, à nous moines d’Orient et d’Occident, un modèle lumineux devie monastique et de témoignage ecclésial ; mais qui plus est, ell e sindiquent à tous les chrétiens d’aujourd’hui, quelle que soit leur voca-tion spécifique, l’importance primordiale d’une expérience de prièrecontemplative pour qui désire sincèrement s’engager dans un itinérai-re de disciple, sur les traces du Seigneur Jésus, «confessé comme sensde l’histoire et lumière sur notre route» (Novo millennio ineunte, 15). Jus-te au lendemain du grand jubilé de l’an 2000, dans sa lettre aposto-lique Novo millennio ineunte ( “Au début du nouveau millénaire”), leSaint-Père avait déjà souligné ce t te import a n ce primordiale de lacontemplation, fondement sûr et fécond de tout dynamisme pastoral: «Nous devons maintenant regarder devant nous, nous devons avan-cer au large, confiants dans la parole du Christ Duc in altum! [...]Jésuslui-même nous avertit : “Celui qui met la main à la charrue et regardeen arrière n’est pas fait pour le Royaume de Dieu” (Lc 9, 62). Dans lacause du Royaume, il n’y a pas de temps pour regarder en arrière ete n core moins pour s’abandonner à la paresse. Bien des tâches nousattendent et c’est pourquoi nous devons établir un programme pasto-ral post-jubilaire qui soit efficace. Il importe to u tefois que ce quenous nous proposerons, avec l’aide de Dieu, soit profondément enra-ciné dans la contemplation et la prière. Notre époque est une époquede mouvement continuel qui va souvent jusqu’à l’activisme, risquantfacilement de “faire pour faire”. Il nous faut résister à cette tentationen cherchant à “être” avant de “faire”. Rappelons-nous à ce sujet lereproche de Jésus à Marthe : “Tu t’inquiètes et t’agites pour bien deschoses. Une seule est nécessaire” (Lc 10, 41-42)» (ibid., 15). Et de fait,toujours dans la même lettre, un peu plus loin, le pape rappelait lanécessité pour chaque membre du peuple de Dieu de grandir de plusen plus dans la foi, évoquant deux traits typiques de la vie monastique: «Seule l’expérience du silence et de la prière offre le cadre approprié danslequel la connaissance la plus vraie, la plus fidèle et la plus cohérente

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 12

Page 13: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

13

EN HOMMAGE

de ce mystère peut mûrir et se développer. L’expression de ce mystè-re culmine dans la proclamation solennelle de l’évangéliste Jean : “Etle Verbe s’est fait chair et il a habité parmi nous, et nous avons vu sagloire, la gloire qu’il tient de son Père comme Fils unique, plein de grâ-ce et de vérité” (Jn 1, 14)» (ibid., 20).

Cette constatation que la vie monastique, de manière particulière-ment manifeste et exemplaire, puise à des sources aussi importantespour to u te vie chrétienne authentique, paraît nous imposer, à nousmoines, le devoir d’assumer sérieusement notre responsabilité denous consacrer toujours davantage et mieux à la prière, ainsi que l’onpeut le déduire d’un autre passage significatif de Novo millennio ineun -te : «Oui, chers Frères et Sœurs, nos communautés chrétiennes doi-vent devenir d’authentiques “écoles” de prière, où la rencontre avec leChrist ne s’exprime pas seulement en demande d’aide, mais aussi enaction de grâce, louange, adoration, contemplation, écoute, affectionardente, jusqu’à une vraie “folie” du cœur. Il s’agit donc d’une prièreintense, qui toutefois ne détourne pas de l’engagement dans l’histoire: en ouvrant le cœur à l’amour de Dieu, elle l’ouvre aussi à l’amour desfrères et rend capable de construire l’histoire selon le dessein de Dieu.C e rtes, les fidèles qui ont reçu le don de la vocation à une vie deconsécration spéciale sont appelés à la prière de façon particulière :par nature, ce t te vocation les rend plus disponibles à l’expérienceco n templative, et il importe qu’ils s’y adonnent avec une généreuseassiduité. Mais on se tromperait si l’on pensait que les simples chré-tiens peuvent se contenter d’une prière superficielle, qui serait inca-pable de remplir leur vie. Face notamment aux nombreuses épreuvesque le monde actuel impose à la foi, ils seraient non seulement deschrétiens médiocres, mais des “chrétiens en danger”. Ils courraient eneffet le risque insidieux de voir leur foi progressivement affaiblie, etils finiraient même par succomber à la fascination de “succédanés”,a c c u e i llant des propositions religieuses de suppléance et se prêtantmême aux formes extravagantes de la superstition» (ibid., 33-34).

Gardons et méditons ces paroles d’avertissement et d’exhortation

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 13

Page 14: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

14

EN HOMMAGE

que nous laisse Jean-Paul II. Recueillons-les comme l’un des innom-brables fruits, et parmi les plus mûrs, de l’extraordinaire et inou-bliable témoignage d’amour pour le Christ, pour l’Église et pour l’hu-manité entière, donné par le premier pape slave de l’histoire, dans lajoie comme dans la souffrance, avec une si persévérante fidélité.

* * *À l’heure des vêpres du 19 avril 2005, Jean-Paul II a reçu pour suc-

cesseur, comme nous le savons tous, le cardinal Joseph Ratzinger, lepape Benoît XVI : en devenant évêque de Rome, celui-ci est aussidevenu, oserions-nous dire avec une certaine audace, Abbé de l’Égliseuniverselle. Nous exprimons notre gratitude à Dieu pour le don d’unhomme aussi riche de foi et de sagesse théologique, qui avait déjà édi-fié et ému le monde entier par ses paroles de délicate amitié et de fidé-lité à l’égard de celui dont il allait devenir le successeur, lors des inou-bliables obsèques du 8 avril 2005. Le nouveau pape Benoît XVI s’estexpressément référé au magistère et à l’exemple de Je a n - Paul II endes propos encore une fois vibrants de filiale admiration et quiavaient valeur de programme, dans son message adressé aux cardinauxé l e c teurs réunis dans la Chapelle Sixtine, le 20 avril dernier : «J’aidevant moi, en particulier, le témoignage du pape Jean-Paul II. Il nouslaisse une Église plus co u r ageuse, plus libre, plus jeune. Une Églisequi, suivant son enseignement et son exemple, regarde avec sérénitéle passé et n’a pas peur de l’avenir. Avec le grand Jubilé, elle est entréedans le nouveau millénaire, portant en ses mains l’Évangile, appliquéau monde actuel à travers la relecture autorisée du concile Vatican II.Avec justesse, le pape Jean-Paul II a qualifié le concile de “boussole”pour s’orienter dans le vaste océan du troisième millénaire (cf. Novomillennio ineunte, 57-58). Jusque dans son Testament spirituel, il notait :“Je suis convaincu que pendant longtemps encore, il sera donné auxn o u v e lles générations de puiser aux richesses que ce Concile du XXè m e

siècle nous a prodiguées” (17.III.2000). Moi aussi, au moment où jem’apprête à assumer le service propre au Successeur de Pierre, je veux

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:37 Pagina 14

Page 15: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

15

EN HOMMAGE

affirmer avec force la ferme volonté d’avancer dans la tâche de miseen œuvre du concile Vatican II, sur la trace de mes prédécesseurs eten fidèle continuité avec la tradition bimillénaire de l’Église. Cetteannée marquera le 40ème anniversaire de la conclusion de l’assembléeconciliaire (8 décembre 1965). Au fil du temps, les documents conci-liaires n’ont nullement perdu de leur actualité ; au contraire, leursenseignements se révèlent particulièrement pertinents au regard desnouvelles exigences qui s’imposent à l’Église et la société contempo-raine, mondialisée» (du Premier message de Sa Sainteté Benoît XVI au ter -me de la concélébration eucharistique avec les cardinaux électeurs, dans la Cha -pelle Sixtine).

* * *On peut imaginer la stupéfaction et la joie de tous les moines et

moniales des diverses Églises quand fut connu le choix d’un nom quinous est si cher, si familier et qui est, à la vérité, très significatif pourtout chrétien. Ce nom veut en effet, selon le désir explicite du nou-veau Pontife, rappeler à la mémoire du monde entier tout à la foisl’exemple d’un de ses prédécesseurs qui, au cours des années sombresde la Première Guerre mondiale, avait été un infatigable apôtre depaix entre les peuples, même s’il ne fut pas écouté, comme il entendrappeler aussi l’héritage vivant de notre Père, saint Benoît, père desmoines d’Occident et patron de l’Europe. À relire les propos pronon-cés le dimanche 24 avril 2005, pendant l’homélie de la célébrationeucharistique pour l’inauguration du ministère pétrinien, la fidélité àun tel héritage transparaît nettement ; en pleine harmonie avec lese x h o rtations qui ouvrent le Prologue de notre Règle, le Saint-Pèresoulignait en ces termes le primat de l’éco u te et, plus encore, del’obéissance de foi à tout ce que le Seigneur nous commande : «Monvrai programme de gouvernement est de ne pas faire ma volonté, dene pas poursuivre la réalisation de mes idées, mais de me mettre àl’écoute, avec toute l’Église, de la parole et de la volonté du Seigneur,et de me laisser guider par Lui, en sorte que ce soit Lui qui conduisel’Église en ce moment de notre histoire».

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 15

Page 16: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

16

EN HOMMAGE

Les paroles par lesquelles le nouveau pape a expliqué le choix deson nom, lors de la première audience générale du mercredi sur la Pla-ce Saint-Pierre, nous comblent également de joie, même si ell e srésonnent pour nous comme un pressant appel à une plus grandeauthenticité de vie : «Le nom de Benoît évoque en outre l’extraordi-naire figure du grand “Patriarche du monachisme occidental”, saintBenoît de Nursie, copatron de l’Europe avec les saints Cy r i lle etMéthode et les saintes femmes Brigitte de Suède, Catherine de Sien-ne et Edith Stein. L’expansion progressive de l’ordre bénédictin, dontil est le fondateur, a exercé une immense influence dans la diffusiondu christianisme sur tout le continent. Saint Benoît est donc trèsvénéré en Allemagne également, et en particulier en Bavière, ma ter-re d’origine ; il constitue un point de référence essentiel pour l’unitéde l’Europe et un puissant rappel des racines chrétiennes de sa cultu-re et de sa civilisation, racines auxquelles nous ne pouvons renoncer.Nous connaissons la recommandation que ce Père du monachismeoccidental laisse aux moines dans sa Règle : “Qu’ils ne préfèrentabsolument rien au Christ” (Règle 72, 11; cf. 4, 21). Au début de monministère comme Successeur de Pierre, je demande à saint Benoît denous aider à tenir ferme la place centrale du Christ dans notre exis-te n ce. Que ce soit Lui, le Christ, qui ait toujours la première placedans nos pensées et dans toutes nos activités!»

Bien-aimé Saint-Père Benoît XVI, nous voulons accueillir votresouhait et votre prière dans notre pauvre mais fervente intercessionet, avec non moins de conviction, dans notre témoignage quotidiend’amoureuse prédilection pour le Seigneur Jésus, dans une fidélitérenouvelée à l’Église et à la Règle de notre Saint Père Benoît.

Père Abbé Général dom Michelangelo M. Tiribilli OSB Oliv.avec la Direction éditoriale de l ’Ulivo

2 mai 2005, trentième jour après la mort du Pape Jean-Paul II

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 16

Page 17: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

17

IN HOMAGE

In the humble awareness of corresponding we ll not only to thedesire of all the monks and nuns of the monastic family of Mo n teO l i v e to but also to that of ev e ry reader, we wish that this volumeof l ’Ul i v o feature at its beginning a short, but af f e c t i o n a te andg r a teful remembrance of the great Pope who left us the ev e n i n gof the first Saturday af ter Eas te r, in the shadow of Whitsunday,that Sunday that John Paul II wished to dedicate to Divine Me r-c y. Mo r e over we are co n v i n ced that a fruitful way of recalling thee x t r a o r d i n a ry gift of God to his Church and to the whole wo r l dthat this long pontificate has been is to share with our readers are-reading of some of his teaching, a wise teaching that on manyo c c asions did not fail to enrich monasticism and its more than1000 year tradition with new motivations and meaning. All ofus, in fact, keep in heart and mind the very beautiful pages ofOrientale lumen, an authentic prophecy of a future reco n c i l e dChristian witness of monastic life of East and West. We have allread and studied the post-synodal apostolic exhortation Vita con -s e c ra t a, an impassioned and faithful appeal that religious live ful-ly their dedication to God “so as not to allow a ray of the divinebeauty which illumines the path of human existe n ce to be lack-ing in this world.” All of our Olivetan monks and nuns can nev-er forget that mag n i f i cent gift which John Paul II gave in 1998with his letter sent to Father Abbot General on the occasion ofthe 650th anniversary of the death of Blessed Bernard To l o m e i .In these pages the Pope gifts us with one of the most beautifuland inspired definitions of our monastic family, designated byhim as “a fr a te rnal agape of co m m u n i t y.” Here then we wo u l dwant above all to remember, as we ll as for its ecumenical import ,a very suggestive pas s age for thoroughness and depth treated ina discourse pronounced by John Paul II to the monks of them o n as te ry of San Gi ovanni di Rila (Bulgaria) where he went onp i l g r i m age in May of 2002: «Mo n astic life, in virtue of the unin-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 17

Page 18: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

18

IN HOMAGE

te r ru p ted tradition of sanctity on which it rests, safeguards withl ove and fidelity some elements of the Christian life, import a n tfor people today as we ll: the monk is an evangelical memory forChristians and for the world. As St. Basil the Great teaches (P G3 1 , 9 3 3-941), Christian life is above all a p o t a g h é, “renunciation”: tosin, to worldliness, to idols, in order to adhere to the only tru eGod and Lord Jesus Christ (cfr. 1 Ts 1 , 9 -10). In monasticism suchrenunciation is made radical: renunciation of home, family, pro-fession (cfr. Lc 1 8 , 2 8-29); renunciation, then, to eart h ly goods, inthe unce asing search for those of ete rnity (cfr. Col 3,1-2); renun-ciation of self-love, as St. Maximus the Confessor calls it (cfr.Capita de cha r i t a t e II,8; III,8; III,57 e p a s s i m, PG 9 0, 9 6 0- 1 0 8 0 ) ,that is, to egoistic love, in order to know the infinite love of Godand to become capable of love for the brothers and sisters. Theas ceticism of the monk is above all a path of renunciation inorder to be able to better adhere to the Lord Jesus and to betransfigured by the energies of the Ho ly Spirit.[…] The “spiritu-al stru ggle” is another element of the monastic life which to d a yis nece s s a ry to relearn and repropose to all Christians. We aredealing with an art secret and inte r i o r, an invisible combat thatthe monk conducts each day against temptations, the evil sug-gestions that the demon seeks to insinuate in his heart; it is as t ru ggle which becomes a crucifixion in the arena of solitude inv i ew of trhe purity of heart that permits the vision of God (cfr.M t 5,8) and of the charity which consents to part i c i p a te in thelife of God which is love (cfr 1 Gv 4,16). In the existe n ce of Chris-tians today more than ever the idols are seducing, the te m p t a-tions pressing. The art of the spiritual stru ggle, disce rnment ofspirits, manifestation of one’s own thoughts to a spiritual mas te r,the invocation of the holy name of Jesus and of his mercy shouldbe retrieved to make up a part of the interior life of the discipleof the Lord. This stru ggle is nece s s a ry in order to be “undistract-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 18

Page 19: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

19

IN HOMAGE

ed,” a p e r í s p a s t o i, “unpreoccupied”, amérimnoi ( c fr. 1 Cor 7, 32.35)and to live in constant reco llection with the Lord (cfr. St. Bas i lthe Great, Regulae fusius tractatae VIII,3; XXXII,1; XXXVIII)».These words, pronounced nearly three years ago, not only co n-tinue to propose to us monks of East and West a luminous mod-el of monastic life and of ecclesial witness, but they indicate aswe ll to all Christians of to d a y, what may be their specific voca-tion. The nece s s a ry centrality of an experience of prayerful co n-templation if really authentic is the desire to map out a fru i t f u li t i n e r a ry of following in the footsteps of the Lord Jesus, “co n-fessed as the meaning of histo ry and the light of our path” (No v omillennio ineunte, 15). This nece s s a ry centrality has been reaf-firmed by the Ho ly Father as a sure and fruitful foundation ofev e ry pas toral dynamism proper to the days following the Gr e a tJubilee of 2000, in the apostolic Novo millennio ineunte: “Now wemust look ahead, we must ‘put out into the deep,’ trusting inC h r i s t ’s word: Duc in altum! Jesus himself warns us: ‘No one whoputs his hand to the plough and looks back is fit for the Kingdomof God’ (Lk 9,62). In the cause for the Kingdom there is no timefor looking back, even less for settling into laziness. Much awaitsus and for this reason we must set about drawing up an effectivep o s t - Jubilee pas toral plan It is important, howev e r, that what wepropose with the help of God should be profoundly rooted inco n templation and prayer. Ours is a time of continual mov e m e n twhich often leads to restlessness, with the risk of ‘doing for thes a ke of doing.’ We must resist this temptation by trying ‘to be’before trying ‘to do.’ In this regard we should recall how Je s u sr e p r oved Ma rtha: ‘You are anxious and troubled about manythings; one thing is needful’ (Lk 1 0, 4 1 -42)» (15). And in fact, ag a i nin Novo millennio ineunte, the Pope reaffirms a little later then e cessity for each member of the People of God to acquire ev e rmore co n f i d e n ce with at least two characteristics so typical of

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 19

Page 20: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

20

IN HOMAGE

the monastic life: “Only the experience if silence and pra yer offers theproper setting for the growth and development of a true, faithfuland co n s i s tent knowledge of that myste ry which finds its culmi-nating expression in the solemn proclamation by the Ev a n g e l i s tSaint John: ‘And the Word became flesh and dwelt among us, fullof grace and truth; we have beheld his glory, glory as of the onlySon from the Fa t h e r’ (Jn 1,14)» (20). The observation, then, thatthe monastic life with singular ev i d e n ce and example draws itsprincipal nourishment from roots so objectively essential forev e ry authentic choice of Christian life, seems almost to imposeon us monks a serious assumption of responsibility in view of ar e n ewed and wise dedication to prayer, by what is inferred fr o ma further significant pas s age of Novo millennio ineunte: “ Yes, dearbrothers and sisters, our Christian communities must beco m egenuine ‘s c h o o l s ’ of pra ye r, where the meeting with Christ isexpressed not just in imploring help but also in thanksgiving,praise, adoration, co n templation, listening and ardent dev o t i o n ,until the heart tru ly ‘falls in love’. In tense prayer, yes, but it doesnot distract us from our commitment to histo ry. By opening ourh e a rt to the love of God it also opens it to the love of our broth-ers and sisters, and makes us capable of shaping histo ry acco r d-ing to God’s plan” (33). “Christians who have received the gift ofa vocation to the specially co n s e c r a ted life are of course called toprayer in a particular way. Of its nature their consecration make sthem more open to the experience of co n templation, and it isi m p o rtant that they should cultivate it with special care. But itwould be wrong to think that ordinary Christians can be co n te n twith a shallow prayer that is unable to fill their whole life. Espe-c i a lly in the face of the many trials to which to d a y ’s world sub-jects faith, they would be not only mediocre Christians, but“Christians at risk.” They would run the insidious risk of seeingtheir faith progressively undermined, and would perhaps end up

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 20

Page 21: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

21

IN HOMAGE

succumbing to the allure of “substitutes,” accepting alte rn a t i v ereligious proposals and even indulging in far-fetched supersti-tions.” (34).

Let us hold fast and meditate on these words of admonitionand of exhortation left to us by John Paul II as one of many andamong the most mature fruit of that extraordinary and unforget-table testimony to love for Christ, for the Church and the entirehuman race that the first Slavic Pope of histo ry has given us, injoy and in suffering, with so much persevering fidelity.

* * *

In the evening hour of April 19, 2005, Cardinal Jo s e p hRa t z i n g e r, Pope Benedict XVI, as we all know, succeeded Jo h nPaul II. In becoming bishop of Rome, he has become, we wo u l dl i ke to say with a ce rtain boldnes, Ab ba of the Church Un i v e r s a l .We manifest our gratitude to God for the gift of a man soe x t r a o r d i n a r i ly rich in faith and in theological wisdom, who hasalready edified and moved the whole world with his delicatewords of friendship and of fidelity in tribute to his predece s s o rin the unforgettable funeral rites of April 8, 2005. To the te a c h-ing and to the example of John Paul II the new Pope BenedictXVI has expressly bound himself with words again once richwith filial admiration and with programmatic clarity like thoseaddressed to the Cardinal Electors gathered in the SistineChapel last April 20: “In part i c u l a r, the witness of Pope Jo h nPaul II remains ahead of me. He left behind a Church moreco u r ageous, fr e e r, younger. A Church which, following his te a c h-ing and example, looks with serenity to the past and does not fearthe future. With the Great Jubilee it was introduced into the newm i llennium carrying the Gospel in hand, applied to the currentworld through the authoritative rereading of the Second Va t i c a n

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 21

Page 22: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

22

IN HOMAGE

Council. Ju s t ly has Pope John Paul II indicated the Council as aco m p ass with which to be oriented in the vast ocean of the thirdm i llennium (cfr Lett. ap. Novo millennio ineunte, 57-58). Also in hisTestamento spirituale he noted: “I am co n v i n ced that again in thelong run it will be given to the new generations to draw from theriches that this Council of the twentieth ce n t u ry has handed us”( 1 7.III.2000). I, as we ll, therefore, in the bonds to the serv i cethat is proper to the Successor of Pe te r, wish to strongly af f i r mthe decisive will of following through in the commitment of car-rying out the Second Vatican Council, in the wake of my Pr e d e-cessors in faithful continuity with the bimillenarian tradition ofthe Church. The fortieth anniversary of the conclusion of theconciliar as s e m b ly (December 8, 1965) will be remembered justthis year. With the passing of the years, the conciliar documentsh ave not lost their currency. On the co n t r a ry their te a c h i n g sshow themselves part i c u l a r ly pertinent in relation to the newdemands of the Church and of the present globalized society”( from the First Message of His Holiness Benedict XVI at the conclusionof the Eucharistic concelebration with the Cardinal Electors in the Si s t i n eC ha p e l) .

* * *

One can eas i ly imagine the amazement and the happiness ofa ll the monks and nuns of the various Churches when theyl e a rned the choice of a name so dear and familiar to us and, to te llthe truth, so very significant for all Christians, This name by theexplicit desire of the new Pope in fact recalls to the memory ofthe whole world both the example of a Pr e d e cessor who hadbeen, in the dark years of World War I, an untiring and unheed-ed apostle of peace among people, as we ll as the living inheri-t a n ce of our Ho ly Father Benedict, father of monks of the We s t

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 22

Page 23: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

23

IN HOMAGE

and patron of Europe. The faithful reception of such an inheri-t a n ce shines through so very clearly in rereading the words pro-n o u n ced Sunday, April 24, 2005, in the homily of the EucharisticCelebration for the inauguration of the Petrine ministry, whenthe Ho ly Fa t h e r, in full harmony with the very first exhort a t i o n sof the Prologue of our Rule, has in these terms underlined theprimacy of listening, and furthermore, of trusting obedience towhat the Lord asks of us: “ My true program of gov e rn a n ce isthat of not doing my own will, of not following my own ideas, butof listening with the whole Church, to the word and to the willof the Lord and to allow myself to be guided by Him, so that it isHe himself who guides the Church in this hour of our histo ry. ”The words with which the new Pope gave a reason for his choiceof name in the course of the first Wednesday general audience inSt. Pe te r’s Square last April 27, fill us with further joy as thereresounds among us a serious call to a greater authenticity of life:“The name Benedict furthermore ev o kes the extraordinary fig-ure of the Grand Patriarch of We s te rn Mo n asticism, St. Benedictof Nursia, co-patron of Europe together with Saints Cyril andMethodius and the female saints Brigid of Sweden, Catherine ofSiena, and Edith Stein. The progressive expansion of the Bene-dictine Order founded by him has exercised an enormous influ-e n ce in the diffusion of Christianity on the whole Continent. St.Benedict is for this reason much venerated even in Germany, andin part i c u l a r, in Bavaria, the land of my birth. He co n s t i t u tes afundamental reference point foir the unity of Europe and astrong calling back to the unrenouncable Christian roots of itsculture and civilization. Of this Father of We s te rn Mo n as t i c i s mwe know the recommendation left to monks in his Rule: “Placea b s o l u te ly nothing before Christ” (Rule 72, 11; cfr. 4, 21). At thebeginning of my serv i ce as successor of Pe ter I ask St. Benedictto help us to hold firm to the centrality of Christ in our exis-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 23

Page 24: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

24

IN HOMAGE

te n ce. May he always hold first place in our thoughts and in ourev e ry activity!

B e l oved Ho ly Father Benedict XVI, we desire to share yourgood wishes and your prayer in our poor but fervent inte r ce s s i o nand, with no small conviction, in our daily witness of lov i n gpredilection for the Lord Jesus, in a renewed fidelity to theChurch and to the Rule of our Ho ly Father Benedict.

Father Abbot General Dom Michelangelo M. Ti r i b i lli OSBO l i v.

and the Editorial Board of l ’Ul i v o

May 2, 2005, Thirtieth day from the death of Pope John Paul II

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 24

Page 25: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

25

HOMENAJE

En la humilde conciencia de bien corresponder no solo al deseo detodos los monjes y las monjas de la familia monástica de Monte Oli-veto pero también a aquel de todos nuestros lectores, deseamos queeste volumen del Ulivo hospede en su inicio una breve, pero afectuo-sa y reco n o cedora memoria del grande Papa que nos ha dejado lanoche del primer sábado después de Pascua, en la inminencia delDomingo en Al b i s, aquel domingo que Juan Pablo II había queridodedicar a la Divina Misericordia. Estamos por tanto convencidos queun modo fructuoso para evocar el extraordinario don de Dios a suIglesia y al mundo entero que ha sido este largo pontificado sea com-partir con nuestros lectores la relectura de algo de su magisterio, unmagisterio sapiente que en tantas ocasiones no ha faltado de enrique-cer de sentido y motivaciones nuevas el monacato y su milenaria tra-dición. Todos nosotros en efecto conservamos en el corazón y en lamente las bellísimas paginas de Orientale lumen, autentica profecía deuna futuro, reconciliado testimonio cristiano de vida monástica deo r i e n te y de occidente; todos nosotros hemos leído y estudiado laexhortación apostólica post-sinodal Vita Consecrata, apasionada y con-fiada apelación porque los religiosos vivan plenamente su dedicacióna Dios «para no dejar faltar a esto mundo un rayo de la divina bellezaque ilumine el camino de la existencia humana» (109); todos nosotrosm o n j as y monjes olivetanos no podremos nunca olvidar aquel donmagnifico que en 1998 nos ha estado hecho de Juan Pablo II con sucarta enviada al Padre Abad General en ocasión del 650º aniversariode la muerte del Beato Bernardo Tolomei. En aquellas páginas el Papanos regalaba una de las más bellas e inspiradas definiciones de nuestrafamilia monástica, de él evocada como «un ágape fraterna de comuni-dad». Aquí entonces quisiéramos sobre todo recordar, también por suvaloración ecuménica, un paso muy sugestivo por esencialidad y pro-fundidad extractado de un discurso pronunciado de Juan Pablo II alos monjes del monas terio de San Juan de Rila (Bulgaria) donde sehabía conducido en peregrinaje en el mayo 2002: «La vida monástica,en virtud de la tradición ininterrumpida de santidad sobre la cual se

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 25

Page 26: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

26

HOMENAJE

apoya, custodia con amor y fidelidad algunos elementos de la vidacristiana, import a n tes también para el hombre de hoy: el monje esmemoria evangélica para los cristianos y para el mundo. Como ense-ña San Basilio el Grande (PG 31, 933-941), la vida cristiana es sobreto-do apotaghé, “renuncia”: al pecado, a la mundanidad, a los ídolos, paraadherir al único Dios verdadero y Señor, Jesús Cristo (cfr. Col 3, 1-2);renuncia a la p h i l a u t i a, como la llama san Máximo el Confesor (cfr.Capita de charitate II, 8; III, 8; III 57 e passim, PG 90, 960-1080), esdecir al amor egoístico, para conocer el infinito amor de Dios y con-v e rtirse en capaces de amar los hermanos. La as cesis del monje essobretodo un camino de renuncia para poder adherir siempre más alSeñor Jesús a ser transfigurado de las energías del Espíritu Santo […]La “lucha espiritual” es otro elemento de la vida monástica que hoy esnecesario reaprender y reproponer a todos los cristianos. Se trata deun arte secreto e inte r i o r, un co m b a t i m i e n to invisible que el monjeconduce cada día contra las tentaciones, las sugestiones malvadas queel demonio busca de insinuar en su corazón; es una lucha que se con-vierte en crucifixión en la arena de la soledad en vista de la pureza delcorazón que permite ver a Dios (cfr. Mt 5, 8) y de la caridad que con-ciente de participar a la vida de Dios que es amor (cfr. 1 Jn 4, 16). Enla existencia de los cristianos hoy más que nunca los ídolos son seduc-tores, las tentaciones mordaces: el arte de la lucha espiritual, el discer-nimiento de los espíritus, la manifestación de los propios pensamien-tos al maestro espiritual, la invocación del nombre de Jesús y de sumisericordia deben tornar a hacer parte de la vida interior del discípu-lo del Señor. Esta lucha es necesaria para ser “no distraídos”, aperís -pastoi, “no preocupados”, amérimnoi (cfr. 1 Cor 7, 32. 35) y vivir en cons-tante recogimiento con el Señor (cfr. S. Basilio Magno, Regulae fusiustractatae VII, 3 XXXII, 1; XXXVIII)». Estas palabras pronunciadas,ya hace tres años, no solo continúan a proponer a nosotros monjes deo r i e n te y de occidente un modelo luminoso de vida monástica y detestimonio eclesial, sino que indican además a todos los cristianos deh o y, cual sea su especifica vocación, la necesaria centralidad de una

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 26

Page 27: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

27

HOMENAJE

experiencia de orante co n templación si de verdad es aute n t i co eldeseo de trazar un fructuoso itinerario de seguimiento sobre las hue-llas del Señor Jesús, «confesando como sentido de la historia y de luzdel nuestro camino» (Novo millennio ineunte, 15). Tal necesaria centrali-dad había sido ratificada del Santo Padre como fundamento seguro yfecundo de todo dinamismo pastoral justamente despuès del GrandeJubileo del 2000, en la carta apostólica Novo millenio ineunte: «aho-ra debemos ver hacia delante, debemos “tomar el largo” , confiados enla palabra de Cristo: Duc in altum! Jesús mismo nos amonesta: “Nin-guno que ha puesto la mano al arado y luego se vuelve atrás, es adap-to para el reino de Dios” (Lc 9, 62). En la causa del Reino no hay tiem-po de guardar atrás, tanto menos de detenerse por pereza. Mucho nosespera, y debemos por esto poner mano a una eficaz programaciónpastoral post-jubilar. Es sin embargo importante que cuanto nos pro-ponemos, con la ayuda de Dios, sea profundamente radicado en laco n templación y en la oración. El nuestro es tiempo de co n t i n u omovimiento que llega tantas veces hasta la agitación, con el fácil ries-go de “hacer por hacer”. Debemos resistir a esta tentación, buscandode “ser” primero que “hacer”. Recordemos a este propósito la fuerteadmonición de Jesús a Marta: “Tu te preocupas y te agitas por muchascosas, pero una sola es la cosa de la cual hay necesidad” (Lc 10, 41-42)»(15). Y en efecto, aun en Novo millennio ineunte, el Papa confirmabapoco después la necesidad para todo miembro del pueblo de Dios deadquirir siempre más confianza con al menos dos caracteres así típi-cos de la vida monástica: «Sólo la experiencia del silencio y de la ora-ción ofrece el horizonte adecuado en el cual puede madurar y desarro-llarse el co n o c i m i e n to más verdadero, adherente y co h e r e n te, deaquel misterio, que tiene su expresión culmen en la solemne procla-mación del evangelista San Juan: “Y el Verbo se hizo carne y vino ahabitar en medio de nosotros; y nosotros vimos su gloria, gloria comode unigénito del Padre, lleno de gracia y de verdad (Jn 1, 14)» (20). Laconstatación, luego, que la vida monástica con peculiar evidencia yejemplaridad traiga su principal alimento de las raíces objetivamente

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 27

Page 28: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

28

HOMENAJE

esenciales para una autentica elección de vida cristiana, para cas iimponer a nosotros monjes una seria asunción de responsabilidad envista de una renovada y sabia dedicación a la oración, por como sededuce de un ulterior paso de Novo millennio ineunte: «Sí, queridísi-mos hermanos y hermanas, nuestras comunidades cristianas debenco n v e rtirse en aute n t i c as “e s c u e l as” de oración, donde el encuentrocon Cr i s to no se exprese solamente en imploración de ayuda, sinotambién en rendimiento de gracias, alabanza, adoración, contempla-ción, escucha, ardor de afectos, hasta un verdadero “enamoramiento”del corazón. Una oración intensa, entonces, que sin embargo no nosaleja del compromiso en la historia: abriendo el corazón al amor deDios, lo abre también al amor de los hermanos, y los hace capaces, porsu naturaleza, más disponibles a la experiencia co n templativa, y esimportante que ellos la cultiven con generoso compromiso. Pero nosequivocaríamos a pensar que los comunes cristianos se puedan con-tentar de una oración superficial, incapaz de llenar sus vidas. Especial-mente de frente a las numerosas pruebas que el mundo de hoy pone ala fe, ellos serían no solo cristianos mediocres, sino “cristianos a ries-go”. Correrían, en efecto, el riesgo insidioso de ver progresivamentedebilitada su fe, y quizá terminarían por ceder a la fascinación de “bie-nes subrogados” acogiendo propuestas religiosas alternativas e indul-gentes hasta las formas extravagantes de superstición» (34)

Cu s todiamos y meditamos estas palabras de admonición y dee x h o rtación de Juan Pablo II como uno de tantos y entre los másmaduros de aquel extraordinario e inolvidable testimonio de amorpor Cr i s to, por la Iglesia y la humanidad entera que el primer Pa p aeslavo de la historia nos ha donado, en la alegría y en el sufrimiento,con tanta perseverante fidelidad.

* * *En horas de la tarde del 19 de abril de 2005, el sucesor de Juan Pa b l o

II, como todos sabemos, el cardenal Joseph Ra t z i n g e r, tomo posesióncomo Papa, Benedicto XVI, co n v i rtiéndose en obispo de Roma entre

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 28

Page 29: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

29

HOMENAJE

sus prerrogativas, queremos decir con cierta audacia, a bad de la iglesiauniversal. Manifestamos nuestra gratitud a Dios por el don de un hom-bre extraordinario rico de fe y de sabiduría teológica, la cual había yaedificado y co n m ovido al mundo entero con sus delicadas palabras af avor de su Pr e d e cesor en las inolvidables exequias del 8 de abril de2 0 0 5. Al mag i s terio y al ejemplo de Juan Pablo II el nuevo Papa Bene-d i c to XVI se ha expresamente “amarrado” con palabras ricas de filialadmiración y de programática claridad como aquell as dirigidas a losCardenales Electores reunidos en la Ca p i lla Sextina el 20 de abril pas a-do: «tengo presente en part i c u l a r, el testimonio del Papa Juan Pablo II.Él deja una Iglesia con mucho más coraje, libre, joven. Una Iglesia que,según su enseñanza y ejemplo, mira con serenidad al pasado y no tienemiedo al futuro. Con el gran Jubileo la Iglesia se introdujo en el nuev omilenio en las manos del Evangelio, aplicado al mundo actual median-te la autoridad de una relectura del Concilio Vaticano II. Ju s t a m e n te elPapa Juan Pablo II, indicó al Concilio como “brújula” con la cual orien-tarse en el vas to océano del terzo milenio (cfr. Ca r. Ap. Novo millennioi n e u n t e, 5 7-58). Así como también en su te s t a m e n to espiritual: “e s to yconvencido que por largo tiempo se dará a las nuev as generaciones elConcilio para encontrar muchas riquezas que el siglo XX nos dejó”(17/3/2000). Por lo tanto, cuando me dispongo al servicio que es propiodel Sucesor de Pedro, quiero afirmar con fuerza la decidida voluntad deseguir en la tarea de actualizar el Concilio Vaticano II, sobre las hue-ll as de mis Pr e d e cesores y con la misma fidelidad con la milenaria tra-dición de la Iglesia. Pr e c i s a m e n te este año se celebra el 40mo. Aniver-sario de la conclusión de Asís conciliar (8 diciembre de 1965). Con elr e correr de los años, los documentos conciliares no han perdido suactualidad; sus enseñanzas se revelan por el contrario, pert i n e n tes enrelación con las nuev as instancias de la Iglesia y para la presente socie-dad globalizada» (primer mensaje su Santidad Benedicto XVI al te r m i-nar la celebración eucarística con los Cardenales Electores en la Ca p i-lla Sextina).

* * *

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 29

Page 30: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

30

HOMENAJE

Se puede con facilidad imaginar el estupor y la felicidad de todoslos monjes y monjas de la diferentes Iglesias cuando se manifiesta laelección de un nombre para nosotros, muy querido y familiar, y a decirverdad, muy significativo para cada cristiano: un nombre que pore x p l i c i to deseo del nuevo Po n t í f i ce, quiere de hecho reclamar a lamemoria del mundo entero tanto el ejemplo de un Pr e d e cesor quefue, en los años oscuros de la primera guerra mundial, inag o t a b l ecomo también ignorado apóstol de la paz entre los pueblos, cuantopor viva heredad de nuestro Santo Padre Benito, padre de los monjesde Occidente y patrón de Europa. La fiel recepción de una tal here-dad, tras l u ce nítidamente al releer las palabras pronunciadas, eldomingo 24 de abril de 2005, en la Homilía de la Celebración Eucarís-tica en el inicio del ministerio Petrino, cuando el Santo Padre, en ple-na sintonía con las primeras exhortaciones del Prólogo de nuestraRegla, en estos términos subraya la primacía del escuchar y más toda-vía, de la obediencia confiada a cuanto el Señor nos pide: «Mi verda-dero programa de gobierno es aquel de no hacer mi voluntad, de noperseguir mis ideas, sino de ponerme a escuchar, con toda la Iglesia,la palabra y la voluntad de Señor y dejarme guiar por Él, de maneraque, sea Él mismo a guiar la Iglesia en esta hora de nuestra historia».Todo esto colma de grande alegría, así como una resonancia a un lla-mado a una mayor autenticidad de vida, en las palabras con las cualesel nuevo Papa dio razón de su elección onomástica en el curso de suprimera audiencia general del miércoles en la Plaza San Pedro, el 27 deabril pasado: «El nombre Benedicto evoca, entre otros, la extraordi-naria figura del gran “Patriarca del monacato occidental”, san Benitode Nurcia, patrón de Europa en compañía de los Santos Cirilo yMetodio y a las santas mujeres, Brígida de Suecia, Catarina de Siena yEdith Stein. La progresiva expansión del orden benedictino por élfundado ha ejercitado un empuje enorme en la difusión del cristianis-mo en todo el Continente. San Benito es por eso muy venerado tam-bién el Alemania y, en particular en Baviera, mi tierra de origen; cons-tituye un importante punto de referencia para la unidad de Europa y

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 30

Page 31: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

31

HOMENAJE

un fuerte reclamo a las irrenunciables raíces cristianas de la cultura yde la civilización. De este Padre del Monacato occidental conocemosla recomendación dejada a los monjes en su Regla: “Nada absoluta-mente antepongan a Cristo” (Regla 72,11; cfr. 4, 21). Al inicio de mi ser-vicio como Sucesor de Pedro, pido a san Benito de ayudarnos a man-tener firme la centralidad de Cr i s to en nuestra existencia. Él estésiempre en el primer lugar en nuestros pensamientos y en cada una denuestras actividades».

Amadísimo Santo Padre Benedicto XVI, queremos compartir Suauspicio y Su oración en nuestra pobre pero fervorosa intercesión yno con menor convicción, en nuestro cotidiano testimonio de amoro-sa predilección al Señor Jesús, en una renovada fidelidad a la Iglesia ya la Regla de nuestro Santo Padre Benito.

Padre Abad General D. Michelangelo M: TiribilliOSB Oliv.

Y la dirección Editorial del Ulivo

2 de mayo 2005, Trigésimo de la muerte del Papa Juan Pablo II

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 31

Page 32: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

32

IN OMAGGIO

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 32

Page 33: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

EDITORIALE

Quella dei monaci è una forma tanto più riprovevole di negligenza, quantopiù sarebbe per loro facile coltivare la propria cultura: essi infatti hanno librisacri in abbondanza e modo di dedicarsi tranquillamente allo studio. Nelle Vi tedei Padri un anziano giustamente riprende costoro che si vantano di avere adisposizione tanti libri senza però pensare a leggerli. «I profeti –egli dice- ha n n oscritto i libri; dopo di questi sono venuti i nostri padri e hanno lavorato moltosu di essi, mentre i loro successori li hanno imparati a memoria. Poi è venuta que -sta generazione di adesso che li ha trascritti su carte e perga m e n e, ma li ha ripo -sti sugli sca f fali restandosene oziosa». Anche l ’a bate Pa l l a d i o, esortandoci viva -mente a imparare e al contempo a insegn a r e, dice: «E’ necessario che un’a n i m ache viva secondo la volontà di Cristo apprenda fedelmente quanto non sa e inse -gni apertamente quanto ha appreso». Se poi, pur potendo, non vuole fare nessu -na delle due cose, quest’anima è affetta da follia. Si comincia infatti a distacca r -si da Dio quando si prova fastidio per la sua dottrina.

Q u e s te severe, talvolta ironiche, ma sempre istruttive co n s i d e r a-zioni tratte da un’ e p i s tola di Abelardo mostrano chiaramente co m egià in secoli ormai lontani quasi mai sia stato superfluo richiamare lavita monastica alla necessaria centralità della lectio biblica e di uno stu-dio il più possibile serio e approfondito in ordine alla conoscenza diCristo e alla trasmissione del suo Vangelo. Oggi più che mai, in forzadella fragile consistenza numerica delle nostre comunità e in ragionedella grande quantità di tempo che ogni monaco o monaca deve con-seguentemente dedicare ogni giorno alle molteplici problematiche divita pratica, può talvolta divenire più suadente la tentazione sia diconfinare la pratica della lettura e dello studio a scampoli marginalidel nostro tempo quotidiano sia di rinunciare quasi del tutto, spessoanche a partire dagli anni della formazione iniziale, alla possibilità dicoltivare con particolare cura una determinata area disciplinare dovespecializzare competenze e attitudini di studio.

Desidereremmo pertanto che i nostri lettori, entro e fuori i peri-

33

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 33

Page 34: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

34

metri claustrali (perché la stessa patologia affligge purtroppo non sol-t a n to la vita monastica) salutassero l’iniziativa editoriale sottesa aquesto rinnovato Ulivo come un umilissimo ma appassionato tentati-vo di incentivare l’attitudine e il gusto per la lettura e di contribuire,per il poco in cui vi possiamo riuscire, ad un arricchimento culturaledelle nostre comunità e dei nostri lettori. Ci vogliamo peraltro muo-vere nelle coordinate richieste e dettate dalla nuova Ratio formationisin via di imminente e definitiva approvazione, che in più passaggi esi-ge seria co n s a p evolezza e valida strumentazione al fine di garantireu n’ a rt i colata formazione iniziale e permanente nella nostra vitam o n astica. D’altra parte, nella co n s a p evolezza dell ’ e s i s tenza di unai n co n tenibile messe di pubblicazioni che af f o llano gli scaffali dell enostre biblioteche così come di una sempre più sov r a b b o n d a n te e sor-p r e n d e n te offerta multimediatica della cui portata formativa indubbiesono le potenzialità ma anche i limiti, questa direzione editoriale e l’in-tera redazione della rivista intendono perseverare nella volontà di co l-lazionare semestre dopo semestre art i coli e contributi di indubbiovalore perché alimentino davvero un’ a c cesa passione per quella «dot-trina di Dio» di cui parlava Abelardo in quella lettera ricordata in aper-tura. Sia chiaro: una «dottrina» che, fondata su di una Parola vivente, cid eve tras m e t tere tutto il sapore e tutta la dolcezza di Cr i s to per farn ea u tentica e feconda esperienza ogni giorno della nostra vita.

A favore di tale intento, che in questa rinnovata programmazionee d i toriale compie il suo primo anno di vita, giungono alcune primeincoraggianti reazioni alle novità di forma e di contenuti innestate sulvetusto tronco del nostro Ulivo. Dalle risposte raccolte nell’autorevo-le e rappresentativo consesso dell’ultimo Capitolo Generale svoltosia Mo n te Oliveto nello scorso ottobre emerge infatti un sostanzialea p p r e z z a m e n to per i risultati sino ad allora raggiunti. Ci rincuorainoltre l’aver riscontrato un notevole interesse a che la rivista affron-ti sistematicamente problematiche legate alla vita ed alla spiritualitàm o n astica continuando altresì a garantire ai lettori una panoramicacomplessiva della vita delle nostre comunità, panoramica che vuole

LA DIREZIONE EDITORIALE

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 34

Page 35: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

35

essere segno e strumento di coesione comunionale fra le nostre diver-se famiglie olivetane e, al contempo, di informazione rivolta alle piùdiverse realtà ecclesiali e ai più disparati lettori. Tale esigenza imponedunque di rafforzare il carattere di internazionalità della rivista, tan-to nel raccogliere articoli che ci auguriamo provenienti da sempre piùd i v e r s i f i c a te aree geografiche e linguistiche, quanto nella duplicen e cessità sia di garantire opportune traduzioni dell ’ e d i toriale, degliabstracts e della cronaca sia di pubblicare recensioni di novità biblio-grafiche edite nei diversi paesi dove sono presenti i nostri cenobi. Gi àda questo numero invece possiamo venire incontro ad un desiderios ov e n te manifestato da più voci, quello cioè di vedere la nostra rivi-sta corredata da un’ a p p e n d i ce foto g r afica grazie alla quale l’ill u s t r a-zione di alcuni dati documentarî o di altro genere e l’intensità emo-tiva suscitata dall ’ i m m agine potranno indubbiamente potenziare lafruizione di quanto esaminato nei vari saggi e di quanto narrato inalcuni pas s aggi della cronaca della nostra famiglia monas t i c a .

Ci sia permessa un’ultima considerazione prima di avviare i nostrilettori agli articoli di questo volume che a noi curatori appare di sin-golare ricchezza tanto per l’ampiezza degli argomenti trattati (dall ac r i s tologia alla liturgia, dall ’ e s c a tologia dantesca all ’ e c c l e s i o l o g i a ) ,quanto per l’alto profilo scientifico degli studiosi che vi hanno colla-b o r a to. Dobbiamo all’ultima e preziosa fatica di quell ’ i n s t a n c a b i l emaestro di studi monastici che fu Dom Jean Leclercq (e segnatamen-te ai suoi Regards monastiques sur le Christ au moyen âge, Desclée, Paris1992) il merito di averci ricordato come, in molte pagine della tradi-zione monastica medievale, Cristo fosse contemplato nella suggesti-va immagine metaforica del libro, un libro che, divenuto parola di car-ne ed evento di vita, ci rivela e ci racconta l’amore del Padre (Gv 1,18).La famigliarità di ogni monaco e di ogni credente, ovviamente in pri -mis e maxime col libro dei libri, ma in fondo anche con ogni libro evan-gelicamente “sapido” (ed è questa la sapienza che desideriamo per lanostra rivista), diventi sempre più fecondo e quotidiano esercizio di

EDITORIALE

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 35

Page 36: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

36

paziente ricerca di Dio, di amorosa intelligenza del vero, di appassio-nata memoria storica. Ma al contempo però, secondo quanto evocatoda una tradizione monastica ormai secolare, il rinnov a to amore peruna perseverante lettura possa anche, con l’efficacia propria dell’espe-rienza simbolica, rinviare gli occhi del nostro cuore all’altro libro, illibro vivente in cui l’ultima pagina mai potrà esser scritta (Gv 20,30 e21,25), il libro vivente che è la nitida e compiuta rivelazione di quantola profezia d’Israele aveva nascosto negli antichissimi rotoli (Lc, 4,16-21), il libro vivente che reclama ed esige sempre aperto un altro librodi esperienza, quello del nostro cuore, dove il Signore possa continua-re a scrivere e a narrare attraverso la nostra vita e le nostre parole lemeraviglie del suo amore e il multiforme splendore della sua veritas.Se prima Abelardo ci esort ava a far scendere dai nostri impolveratiscaffali libri, carte e pergamene, adesso è il suo sommo “rivale” di sem-pre, Bernardo di Clairvaux, a chiederci di spalancare, contemplare edi n terpretare un altro libro: «il Libro della vita è Gesù aperto a tutticoloro che sono chiamati. Beato colui che viene a leggere questo libroche è Gesù. Dovrebbe sempre co n s e rvare davanti agli occhi e nell emani il libro che è Gesù: voglio dire, beninteso, nel suo cuore e nellesue opere».

La direzione editoriale

LA DIREZIONE EDITORIALE

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 36

Page 37: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

37

ÉDITORIAL

Celle des moines constitue une forme de négligence que l ’on peut d ’a u t a n tplus leur reprocher qu’il serait facile pour eux de travailler à leur propre cultu -re : eux ont en effet des livres sacrés en abondance et la possibilité de s’adonnertranquillement à l’étude. Dans les Vies des Pères, un ancien reprend justementceux qui se vantent d ’avoir à leur disposition tant de livres sans même penser àles lire. « Les prophètes – dit-il – ont écrit des livres ; après eux sont venus nospères et ils ont beaucoup travaillé sur ces livres ; quant à leurs successeurs ils lesont appris par cœur. Puis est venue cette génération d ’a u j o u rd’hui qui les atranscrits sur papier et parchemin, mais ensuite les a posés sur les étagères sansles consulter ». L’Abbé Pallade, en nous exhortant vivement à étudier et à ensei -gn e r, dit a u s s i : « Il est nécessaire qu’une âme qui vit selon la volonté duChrist apprenne consciencieusement ce qu’elle ne sait pas et enseigne publique -ment ce qu’elle a appris. ». Si ensuite, tout en le pouvant, elle ne veut faire aucu -ne de ces deux choses, c’est que cette âme est affectée de folie . On commence eneffet à se détacher de Dieu lorsque on éprouve de l ’ennui pour sa doctrine.

Ces considérations sévères, parfois ironiques, mais toujours ins-t ructives, tirées d’une lettre d’Abélard, montrent clairement co m-ment il n’a jamais été superflu, même dans des siècles lointains, derappeler la vie monastique à la nécessaire centralité de la l e c t i obiblique et à une étude, aussi sérieuse et approfondie que possible,portant sur la connaissance du Christ et la transmission de son Evan-gile. Aujourd’hui plus que jamais, vue la faible consistance numériquede nos communautés et en raison de la grande quantité de temps quechaque moine ou moniale doit en conséquence consacrer chaque jouraux multiples problèmes de la vie pratique, la tentation peut se faireplus insinuante soit de confiner la pratique de la lecture et de l’étudeà des moments marginaux de notre temps quotidien, soit de renoncerpresque complètement, souvent même à partir des années de la for-mation initiale, à la possibilité de cultiver avec un soin particulier unchamp d’étude déterminé dans lequel spécialiser son effort.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 37

Page 38: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

38

LA DIRECTION ÉDITORIALE

Nous désirerions donc que nos lecteurs, aussi bien à l’intérieur qu’àl’extérieur des enceintes claustrales (car la même pathologie n’affligemalheureusement pas seulement la vie monastique) saluent l’initiati-ve éditoriale sous-jacente à cet Ulivo renouvelé comme une tentativetrès humble mais passionnée pour attiser le penchant et le goût pourla lecture et pour co n t r i b u e r, dans la faible mesure où nous le pou-vons, à un enrichissement culturel de nos communautés et de nos lec-teurs. Nous voulons de plus nous situer à l’intérieur des coordonnéesétablies et demandées par la nouvelle Ratio formationis en voie d’ap-probation imminente et définitive, laquelle en plusieurs endroits exi-ge co n s c i e n ce et moyens sérieux en vue de garantir dans notre viemonastique une formation initiale et permanente organisée. D’autrepart, consciente de l’existence d’une énorme somme de publicationsqui remplissent les étagères de nos bibliothèques non moins qued’une offre médiatique toujours plus surabondante et surprenante etdont la portée formatrice indubitable constitue la puissance mais aus-si les limites, ce t te direction éditoriale et l’entière rédaction de larevue, entendent persévérer dans la volonté de collationner, semestreaprès semestre, des articles et des contributions d’une valeur indubi-table, afin qu’elles nourrissent vraiment une passion croissante pourcette « doctrine de Dieu » dont parlait Abélard dans la lettre citée enouverture. Que ce soit bien clair : une « doctrine » qui, fondée surune Parole vivante, doit nous transmettre toute la saveur et toute ladouceur du Christ et nous en faire faire l’expérience authentique etféconde chaque jour de notre vie.

En faveur d’une telle entreprise qui en cette programmation édito-riale renouvelée achève sa première année de vie, nous parv i e n n e n tquelques premières réactions encourageantes concernant la nouveau-té de la forme et du contenu, greffée sur le vieux tronc de notre Ulivo.Des réponses reçues à l’occasion du rassemblement autorisé et repré-sentatif de notre dernier Chapitre Général tenu à Mont Olivet enoctobre dernier, ressort en effet une appréciation substantielle pourles résultats déjà atteints. Nous réconforte aussi le fait d’avoir rencon-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 38

Page 39: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

39

tré un net intérêt à ce que la revue aborde systématiquement des pro-blématiques liées à la vie et à la spiritualité monastiques tout en conti-nuant d’autre part à offrir aux lecteurs une vue d’ensemble sur la viede nos communautés, tour d’horizon qui veut être signe et moyen decommunion entre nos diverses familles olivétaines et, en mêmetemps, d’information pour les réalités ecclésiales les plus diverses etpour tous les genres de lecteurs. Une telle exigence nécessite donc unrenforcement du caractère international de la revue, aussi bien en cequi concerne l’origine des articles qui, nous l’espérons, nous parvien-drons d’aires linguistiques et géographiques de plus en plus diversi-fiées, que pour répondre à la double nécessité d’une part de garantird ’ o p p o rtunes traductions de l’éditorial, des a b s t ra c t s et de la chro-nique, et d’autre part de publier des recensions de nouveautés biblio-graphiques éditées dans les différents pays dans lesquels sont présentsnos monastères. Déjà à partir de ce numéro nous pouvons répondre àun désir souvent exprimé de plusieurs côtés, celui de voir notre revueaccompagnée d’un appendice photographique grâce auquel l’illustra-tion des documents et l’impression suscitée par les images pourrontce rtainement faire mieux apprécier les différents thèmes abordésdans les études et les récits co n tenus dans différents pas s ages de lachronique de notre famille monastique.

Qu’il nous soit permis une ultime considération avant d’introduirenos lecteurs aux articles de ce numéro qui à nous éditeurs nous appa-raît d’une singulière richesse, tant par l’ampleur des sujets traités (dela christologie à la liturgie, de l’eschatologie dantesque à l’ecclésiolo-gie), que par le haut niveau scientifique des auteurs qui y ont collabo-ré. Nous devons au dernier et précieux effort de Dom Jean Leclercq(et précisément à ses Regards monastiques sur le Christ au moyen âge, Des-clée, Paris 1992) le mérite de nous avoir rappelé comment, en bien despages de la tradition monastique médiévale, le Christ a été contemplésous la métaphore suggestive du livre, un livre qui, devenu parole dechair et événement de vie, nous révèle et nous raco n te l’amour duPère (Jn 1,18). Que la familiarité de chaque moine et de chaque

ÉDITORIAL

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 39

Page 40: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

40

croyant, évidemment in primis et maxime avec le livre des livres, maisau fond aussi avec tout livre évangéliquement ‘savoureux’ ( et c’est cet-te sagesse là que nous désirons pour notre revue) se tourne en un exer-cice quotidien et toujours plus fécond de patiente recherche de Dieu,d’amoureuse pénétration du vrai, de mémoire historique passionnée.Mais en même temps to u tefois, et selon une tradition monas t i q u eséculaire, que l’amour renouvelé pour une lecture assidue puisse aus-si, avec l’efficacité propre à l’expérience symbolique, renvoyer lesyeux de notre cœur à l’autre livre, le livre vivant dans lequel la derniè-re page ne pourra jamais être écrite (Jn 20,30 et 21,35), le livre vivantqui est la révélation claire et accomplie de ce que la prophétie d’Israëlavait cachée dans ses derniers rouleaux (Lc 4,16-21), le livre vivant quiexige que soit toujours ouvert un autre livre d’expérience, celui denotre cœ u r, dans lequel le Seigneur puisse continuer à écrire et àr a co n te r, à travers notre vie et nos paroles, les merv e i lles de sonamour et les splendeurs multiformes de sa véritas. Si au début Abélardnous exhortait à faire descendre de nos poussiéreuses étagères, livres,papiers et parchemins, maintenant c’est à son grand ‘rival’ de to u-jours, Bernard de Clairvaux, à nous demander d’ouvrir grand, decontempler et d’interpréter un autre livre : « le Livre de la vie estJésus, livre ouvert à tous ceux qui sont appelés. Heureux celui quivient à lire ce livre qui est Jésus. Il devrait toujours garder devant lesyeux et dans les mains le livre qui est Jésus : je veux dire, bien enten-du, dans son cœur et dans ses œuvres ».

La direction éditoriale

LA DIRECTION ÉDITORIALE

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 40

Page 41: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

41

EDITORIAL

Something about monks constitutes a form of negligence for whicht one canso much more reproach them, since it would be easy for them to work at theirown proper cultivation. In fact they have plenty of sacred books and the possi -bility to dedicate themselves to study in tra n q u i l i t y. In the Lives of theFa t h e r s, an older man rightly scolds those who boast about having so manybooks available without even thinking to read them. “The Prophets,” he says,“wrote the books; after them came our Fathers who worked very much onthem, while their successors learned them by heart. Then there is today’s gener -ation, who transcribed them on papers and parchments, but they put them onshelves and are idle.” Even Abbot Palladius, while encouraging us to learn andto teach at the same time, says: “It is necessary that one, who lives according toChrist’s will, learn accurately all that he does not know, and teach openly allthat he has learned.” If then, even though he is capable, he does not want to doeither thing, this one is insane. In fact we start to detach ourselves from Godwhen we feel His doctrine is annoying.

These severe, at times ironical but always instructive co n s i d e r a-tions, taken from an epistle written by Abelard, clearly show as start-ing from really bygone centuries, almost never it has been superfluousto remind the monastic life of the necessary centrality of the biblicalLectio and to the most possible serious and profound study in order toarrive at the knowledge of Christ and the transmission of his Gospel.Today, more than ever, because of the fragile numerical consistency ofour communities and because of the large quantity of time that everymonk or nun must consequently dedicate every day to the multipleproblems of the practical life, sometimes the more appealing tempta-tion can become either to limit the practice of reading and of study-ing to the margins of our daily time, or to renounce almost complete-ly, often even from the years of initial formation, the possibility tocultivate with particular attention a specific area of study where onespecializes in competencies and attitudes of study.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 41

Page 42: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

42

So we would wish that our readers, within and outside the clois-tered perimeters (as the same pathology unfort u n a te ly afflicts noto n ly the monastic life), be able to we l come the editorial of thisr e n ewed L’Ul i v o, intended as an extremely humble but pas s i o n a teeffort to encourage the attitude and the pleasure for reading, and tocontribute, within the limits in which we are able to accomplish, to acultural enrichment of our communities and to that of our readers.We also want to move within the required coordinates dictated in thenew Ratio Formationis, soon to be definitely approved, as in more thanone place it asks for a serious cognizance and a valid orchestration forthe purpose of guaranteeing an articulate initial and permanent for-mation in our monastic life. On the other hand, in the awareness ofthe existence of a uncontainable output of publications which floodthe shelves of our libraries, as well as an always more superabundantand surprising multimedia supply, of whose formative import a n cethere is no doubt about both potentialities and limitations, this edi-torial board as well as all the editing staff of the review intend to per-s evere in the desire to co ll a te, semester af ter semeste r, articles andcontributions of undoubted value as they really nourish a burn i n gpassion for that “Doctrine of God” of which Abelard speaks in his let-ter quoted above. Let it be clear: A “doctrine” that, founded on a liv-ing Word, must transmit all the flavor and all the sweetness of Christin order to make it, an authentic and fruitful experience every day ofour life.

In favor of this intention, on the first birthday of this renewed edi-torial program, there arrive some first enco u r aging reactions to thenovelties form and of content, grafted onto the ancient trunk of ourL’Ul i v o. From the responses co ll e c ted during the authoritative andrepresentative meeting of the last General Chapter, which took placeat Monte Oliveto this past October, there emerges, in fact, a substan-tial appreciation for the results achieved up to now. We are alsoencouraged by the fact that we have seen a notable interest in that thereview systematically faces problems typical to the monastic life and

THE EDITORIAL COMMITTEE

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 42

Page 43: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

43

spirituality, while it continues moreover to guarantee to our readers acomprehensive panorama of the life in our communities, which seeksto be a sign and an instrument of communal cohesion among our sev-eral Olivetan families and, at the same time, of information addressedto the most varied ecclesial realities and to the widest range readers.This demand then calls for a strengthening of the inte rnational char-a c ter of the rev i ew, not only in co llecting articles that we hope tor e ceive from always more diversified geographic and linguistic areas ,but also in the two fold need both to guarantee needed translations ofthe editorial, of the abstracts, and of the daily news, as we ll as to pub-lish summaries of bibliographic entries published in the many co u n-tries where our monas teries are. Already with this issue, we canaddress a desire expressed by many, that is, to see our rev i ew co m p l e tewith a photographic appendix thanks to the illustration of some doc-u m e n t a ry data or of other things, and the emotional intensity broughtup by the image will be definite ly able to add to the enjoyment of whath as been read in the different essays and of what has been narrated insome passages of the chronicle of our monastic family.

A llow us to share another consideration before our readers startreading the articles of this volume, that seems to us uniquely rich forthe breadth of thought of its subjects (from Christology to Liturgy,from the Dante ’s eschatology to ecclesiology) as we ll as for thesophisticated scientific profile of the scholars who gave their collab-oration. We owe to the final and valuable effort of the tireless masterof monastic studies, Dom Jean Leclercq, (and mainly to his Re ga rd smonastiques sur le Christe au Moyen Age, Desclée, Paris 1992) the merit tohave reminded us as, in many pages of the medieval monastic tradi-tion, Christ was contemplated in the attractive metaphoric image ofthe Book, a book that, after becoming Word of flesh and event of life,shows us and te lls us our Fa t h e r’s love (Jn 1,18). The familiarity ofevery monk and of every believer, obviously in primis and maxime withthe Book of Books, but bas i c a lly also with any ev a n g e l i c a lly book“ s avored” (and this is the wisdom we desire for our rev i ew) ,will

EDITORIAL

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 43

Page 44: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

44

THE EDITORIAL COMMITTEE

become always a more fruitful and daily exercise in patiently seekingGod and in loving understanding of the Truth, in a passionate histor-ical memory. But at the same time, according to what has been evokedby a monastic tradition that is by now almost centuries old, therenewed love for a persevering reading that will be also able, with theefficacious characteristic of the symbolic experience, to direct theeyes of our heart to the other book, the living book in which the lastpage will not ever be able to be written (Jn 20,30 and 21,25),the livingbook that is the clean and tidy and complete revelation of how muchthe prophecy of Israel had hidden in the oldest scrolls (Lk 4,16-21),theliving book that asks for and expects that another book of experiencebe always open, the book of our heart, where the Lord can continuewriting and narrating through our life and our words the wonders ofHis love and the multiform splendor of His veritas. If at first Abelardw as enco u r aging us to take down from our dusty shelves books,papers and parchments, now it is his top “rival” of always, Bernard ofClairvaux, who asks us to open wide, to contemplate and to interpretanother book: “The Book of Life is Jesus open to all those who arec a lled. Blessed is he who comes to read this book that is Jesus. Hshould always keep in front of his eyes and in his hands the book thatis Jesus: I mean, needless to say, in his heart and in his works”.

The Editorial Committee

English translation by Br. Stephen Coffey

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 44

Page 45: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

45

EDITORIAL

Aquella de los monjes es una forma tanto más reprochable de negligencia,cuanto más sería para ellos fácil cultivar la propia cultura: ellos de hecho pose -en libros sagrados en abundancia y oportunidad de dedicarse tranquilamente alestudio. En las Vidas de los Padres un anciano justamente amonesta a aquellosque se halagan de tener a disposición tantos libros sin pensar a leerlos. «Los pro -fetas –él dice- han escrito los libros; trabajando mucho sobre ellos, mientras sussucesores los han aprendido de memoria. Luego vino esta generación la cual losha reescrito sobre papel y pergaminos, pero los ha puesto en libreras quedándo -se ociosa». También el Abad Palladio, exhortándonos vivamente a aprender yal mismo tiempo enseñar, dice: «Es necesario que un alma que viva según lavoluntad de Cristo aprenda fielmente cuanto no sabe y enseñe abiertamentecuanto ha aprendido». Si después, pudiendo hacerlo, no quiere hacer ninguna delas dos cosas, esta alma está infectada por la locura. Se empieza de hecho por ale -jarse de Dios cuando se siente fastidio por su doctrina.

Estas severas, a veces irónicas, pero siempre instructivas conside-raciones extraídas de una epístola de Abelardo muestran claramentecomo desde siglos lejanos nunca fue superfluo hacer notar a la vidamonástica la necesaria centralidad de la Lectio bíblica y de un estudiolo más serio posible y profundo en relación al conocimiento de Cris-to y a la transmisión del Evangelio. Hoy mas que nunca, dada la frágilconsistencia numérica de nuestras comunidades y en razón de la grancantidad de tiempo que cada monje o monja debe consecuentementededicar cada día a la multiplicidad de problemas de vida práctica, pue-de convertirse en tentaciónel confinar la práctica de la lectura y delestudio a escapadas marginales de nuestro tiempo cotidiano o derenunciar casi del todo, frecuentemente comenzando desde los añosde formación inicial, a la posibilidad de cultivar con particular curauna determinada área disciplinar donde especializar competencias yactitudes de estudio.

Deseamos por lo tanto que nuestros lectores, dentro y fuera de los

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 45

Page 46: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

46

parámetros de la clausura (porque la misma patología aflige desafor-tunadamente no sólo la vida monástica) recibieran la iniciativa edito-rial de este renovado Ulivo como un humilde pero apasionado tenta-tivo de incentivar la actitud y el gusto por la lectura y de contribuir,por el poco que podremos lograr, al enriquecimiento cultural de nues-tras comunidades y de nuestro lectores. Por otro lado queremos guiar-los coordenadas dictadas por la Ratio formationis en camino a una emi-nente y definitiva aprobación, que en más de un parágrafo exige serioconocimiento y válidos instrumentos con el fin de garantizar una arti-culada formación inicial y permanente en nuestra vida monástica. Porotro lado, en el co n o c i m i e n to de la existencia de una inco n te n i b l egama de publicaciones que abultan las libreras de nuestras bibliotecasasí como de la abundante y sorprendente oferta multimedia el cualvalor formativo sin duda posee potencialidad pero también límite s ,esta dirección editorial y la entera redacción de la revista desea perse-verar en la voluntad de recopilar semestre tras semestre artículos yestudioss de indiscutible valor para que alimenten de verdad unae n cendida pasión por aquella «doctrina de Dios» de la cual hablabaAbelardo en aquella carta recordada en la apertura. Que quede claro:una «doctrina» que, fundada en una Palabra viviente, nos debe trans-mitir todo el sabor y toda la dulzura de Cristo para hacer auténtica yfecunda la experiencia de cada día en nuestra vida.

A favor de tal intento, que en esta renovada programación editorialcumple su primer año de vida, llegan las primeras reacciones alenta-doras por la novedad de forma y de contenidos injertados en el anti-guo tronco de nuestro Ulivo. De las respuestas recogidas en el autori-tario y representativo consenso del último Capítulo General realiza-do a Mo n te Oliveto en el pasado octubre surgió de hecho unsustancial apreciamiento por los resultados hasta aquel día logrados.Nos regocija de igual manera, haber encontrado un notable interés enque la revista proponga sistemáticamente problemáticas relacionadascon la vida y con la espiritualidad monástica; continuando de igualmodo a garantizar a los lectores una panorámica compleja de la vida

LA DIRECCIÓN EDITORIAL

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 46

Page 47: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

47

de nuestras comunidades, panorámica que pretende ser signo e ins-trumento de coacción comunal entre nuestras diferentes familias oli-vetanas y al mismo tiempo ser un medio de información dirigido a lasmás variadas realidades eclesiales y a los más inquietos lectores. Ta lexigencia impone ento n ces reforzar el carácter inte rnacional de lar evista, tanto en acoger artículos que provengan de diferentes áreasgeográficas y lingüísticas, en cuanto a la doble necesidad de garantizaro p o rt u n as traducciones del editorial, de los a b s t ra c t s y de la crónica,sea de publicar recensiones de novedades bibliográficas editadas end i f e r e n tes países donde están presentes nuestros cenobios. Desdee s te número podemos ver nuestra revista ilustrada de un apéndicef o to g r á f i co, gracias a dicha ilustración podremos indudablementepotenciar la fluidez de cuanto se ha examinado en los varios ensayos yde todo lo narrado en algunos pasajes de la crónica de nuestra familiamonástica.

Se nos permita todavía una consideración antes de llevar a nuestroslectores a los artículos de este volumen que en particular a nuestroscolaboradores parece de singular riqueza tanto por la amplitud de losa r g u m e n tos tratados (de la cristología a la liturgia, de la escato l o g í adantesca a la eclesiología), cuanto por el hilo científico de los estudiosque se han elaborado. Debemos a la última y preciosa fatiga de aquelincansable maestro de estudios monásticos que fue el monje Je a nLeclercq (especialmente a sus Regards monastiques sur le Christ au moyenâ g e, Desclée, Paris 1992) el merito de habernos recordado como, enmuchas páginas de la tradición monástica medieval, Cristo fuese con-templado en la sugestiva imagen metafórica del libro, un libro que,convertido en palabra de carne y evento de vida, nos revela y nos cuen-ta el amor del Padre (Jn 1,18). La familiaridad de cada monje y de cadac r e y e n te, (obviamente in primis y m a x i m e con el libro de los libros,pero en el fondo también con cada libro evangélicamente “sabio”, y esesta sabiduría que deseamos para nuestra revista), se convierta siem-pre más en fecundo y cotidiano ejercicio de paciente búsqueda deDios, de amorosa inteligencia de la verdad, de apasionada memoria

EDITORIAL

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 47

Page 48: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

48

LA DIRECCIÓN EDITORIAL

histórica. Pero al mismo tiempo, según cuanto evocado por la tradi-ción monástica desde siglos, en renovado amor por una perseverantelectura que pueda también, con eficacia propia de la experiencia sim-bólica, reenviar los ojos de nuestro corazón al otro libro, el librov i v i e n te la cual última página no podrá jamás ser escrita (Jn 20,30 y21,25), el libro viviente que es la nítida y completa revelación de cuan-to la profecía de Israel había escondido en los antiguos rollos (Lc 4,16-21), el libro viviente que reclama y exige siempre abierto otro libro deexperiencia, aquel de nuestro corazón, donde el Señor puede co n t i-nuar a escribir y a narrar a través de nuestra vida y de nuestras pala-bras las maravillas de su amor y el multiforme esplendor de su veritas.Si antes Abelardo nos exhortaba a bajar de nuestras empolvadas libre-ras libros, papeles y pergaminos, ahora es su máximo “rival” de siem-pre, Bernardo de Clairvaux, a pedirnos de abrir, contemplar e inter-pretar otro libro: «el libro de la vida es Jesús abierto a todos aquellosque son llamados. Beato aquel que viene a leer este libro que es Jesús.Debería siempre conservar delante de sus ojos y de las manos el libroque es Jesús: quiero decir, se entienda bien, en su corazón y en susobras».

La dirección editorial

Traducción en español de d. Antonio Bran Tecun

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 48

Page 49: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

49

Bruno Forte

D I O, LA R I C E RC A E LA FEDE NELP E N S I E RO DI JOSEPH RAT Z I N G E R *

È lo stesso Joseph Ratzinger a offrirci la chiave di lettura della suaopera di pensatore della fede e di uomo di dialogo con i ce r c a tori diDio quando afferma che lo scopo della Sua vita intera è stato quell odi dedicarsi «al servizio della parola di Dio che cerca e si procuraas colti tra le mille parole degli uomini»1. Chi cerca e si procura as co l-ti non ha nulla del presuntuoso possessore della Verità che vogliaimporla agli altri a colpi di clava: Ratzinger pone e accoglie doman-de vere e non offre mai risposte che non siano rigorosamente argo-m e n t a te. Ne è prova significativa tra tante il dialogo svoltosi il 19gennaio 2004 a Mo n a co di Baviera fra lui e il filosofo Jürgen Ha b e r-m as su I fondamenti morali prepolitici dello Stato libera l e2. Se Ha b e r m asè co n s i d e r a to come il più influente filosofo te d e s co del momento, ilcui ruolo appare persino quello di dare voce alla coscienza moralen e lla cultura politica del Paese, Ratzinger non è solo il Pr e f e t to del-la Congregazione per la Dottrina della Fede divenuto oggi Pa p aB e n e d e t to XVI, ma anche il fine inte llettuale che – ad esempio – nel1992 è stato acco l to nell ’ « Académie des Sciences Morales et Po l i t i-ques» dell ’ « Institut de Fr a n ce», lui, uomo di Chiesa te d e s co .

In realtà, Joseph Ratzinger intende l’opera del pensiero e dell ar i cerca come semplice e puro servizio alla Verità: ecco perché il veroidolo negativo è da lui identificato nel relativismo, in quella posizio-

_______________* Conferenza tenuta dall ’ Au tore nell ’ Università di Chieti il 28 aprile sco r s o .Ringraziamo di cuore S.E. Mons. Bruno Forte per averne concesso la pubbli-cazione nella nostra rivista (n.d.r.).1 P r e fa z i o n e a A. Nichols, Joseph Ratzinger, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996, 6.2 Il volume è stato pubblicato di recente dall’editrice Morcelliana di Brescia.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 49

Page 50: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

50

BRUNO FORTE

ne cioè che rico n o s cendo il pluralismo delle verità – più o meno lega-te all’arbitrio soggettivo – esclude l’idea della Verità da servire e daamare, sostituendola con l’unica ce rtezza che tutto sia relativo. Aq u e s to forte senso della Verità Ratzinger giunge non in un’ av v e n t u-ra individuale senza radici profonde, ma attingendo alla co m u n i o n ed e lla Chiesa di Dio come vero ‘uomo ecclesiale’, nel co n te s to dell agrande tradizione del pensiero occidentale: dagli studi sull ’ a m a t i s-simo Agostino e su Bonaventura alla frequentazione dei maestrid e ll’eredità di Mo n a co (Sailer, Görres, Bardenhewe r, Grabmann eSchmaus, per fare solo qualche nome), al dialogo con la sapienzagreca, soprattutto platonica, e con la filosofia moderna e co n te m-poranea, il futuro Benedetto XVI si nutre di uno straordinariopatrimonio di pensiero, che attualizza e rielabora al fine di dire inmodo nuovo il messaggio antico della rivelazione cristiana per l’in-quieta cultura del nostro tempo, segnato da cambiamenti tantorapidi, quanto profondi.

Si può dire veramente che la sua teologia e la sua filosofia più chea r i s to c r a t i co amore della sapienza, sono espressione di un’umile econvinta sapienza dell’amore, da offrire con generosità agli altri, inas co l to e in dialogo con tutti. Nel presentare il pensiero del futuroB e n e d e t to XVI sul tema «Dio: la ricerca e la fede», cercherò all o r adi rispondere a quattro domande, che ci riguardano tutti, credenti enon credenti pensosi: che significa credere? Chi è il Dio in cui credechi crede? Che rapporto c’è fra l’umano e il divino rico n o s c i u to nel-la fede? Quale è il luogo vivo dell ’ i n contro, ovvero: dove ‘abita’ Dio?Il riferimento al dialogo di Ratzinger con Ha b e r m as servirà amostrare il profondo carattere dialogico delle risposte date dal futu-ro Benedetto XVI, sempre atte n te alle ragioni dell ’ a l t r o .

1. Che sign i f i ca credere?Ne ll’analisi di Ratzinger credere «significa dare il proprio as s e n s o

a quel ‘senso’ che non siamo in grado di fabbricarci da noi, ma solodi ricevere come un dono, sicché ci basta accoglierlo ed abbandonar-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 50

Page 51: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

51

DIO, LA RICERCA E LA FEDE NEL PENSIERO DI JOSEPH RATZINGER

ci ad esso»3. La fede è l’accettazione co n s a p evole e libera del ‘sensod o n a to’ e nas ce dall ’ i n contro fra il mov i m e n to di auto t r as ce n d e n z ad e ll’uomo e l’offerta as s o l u t a m e n te gratuita e indeducibile della gra-zia di Dio. Quest’incontro è tutt’altro che sco n t a to: esso va anzi vis-s u to in tutta la sua dimensione agonica, segnata dall’esperienza del-la reale alterità dell’Altro: «Il ‘Credo’ cristiano riprende con le sueprime parole il ‘Credo’ d’Israele, acco llandosi però al co n te m p oanche la lotta d’Israele, la sua esperienza della fede e la sua battag l i aper Dio, che diventano così una dimensione interiore della fede cri-stiana, la quale non esisterebbe af f a t to senza tale lotta»4.

A questa visione della fede Ha b e r m as si mostra quanto mai inte-r e s s a to: «La ragione che riflette sul suo fondamento più profondo –afferma nel dialogo citato – scopre la sua origine in un Altro; e lap o tenza fatale di questo deve essere riconosciuta dalla ragione, seessa non vuole perdersi nel vicolo cieco di un ibrido divenire predadi se stessa […] Pur senza un’iniziale intenzione teologica, la rag i o n eche scopre i suoi stessi limiti trapassa verso un Altro»5. La prospet-tiva di un apprendimento complementare tra religione e ragione èdunque condivisa da entrambi. La visione che Ratzinger ha dell arazionalità, della sua forza e dei suoi progressi, è senza dubbio piùproblematica di quella espressa da Ha b e r m as. Da teologo egli nonmanca di rilevare come accanto alle patologie della religione – di cuipossono essere esempio i movimenti religiosi che alimentano la vio-lenza e il terrorismo – vi sono anche patologie della ragione, co m eq u e lle che hanno port a to alla co s t ruzione e all’uso di terribili armi did i s t ruzione. Ma questo rilievo non esime la fede dal dovere di un dia-logo purificatore con la ragione e Ratzinger non esita a dichiarare_______________3 J. RATZINGER, Introduzione al cristianesimo. Lezioni sul Simbolo apostolico, Que-riniana, Brescia 1969, 41.4 Ibidem, 73.5 J. RATZINGER - J. HABERMAS, Etica, religione e Stato liberale, Morcelliana, Bre-scia 2005, 33.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 51

Page 52: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

52

BRUNO FORTE

che esiste una «necessaria correlazione tra ragione e fede, ragione ereligione, che sono chiamate alla reciproca purificazione e al mutuor i s a n a m e n to, e che hanno bisogno l’una dell’altra e devono rico n o-s cersi l’una con l’altra»6. La fede – lungi dall’essere sacrificio dell ’ i n-te lligenza – ne è insomma straordinario stimolo e alimento. Lar agione che voglia dare ragione di quanto esiste, esercitata fino infondo, si apre allo stupore davanti al mistero, dove abita l’Altro, chechi crede rico n o s ce come il Dio al tempo stesso sovrano e vicino…

2. Chi è il Dio in cui crede chi crede?L’unico Dio cui si affida chi crede è il mistero del mondo, il sen-

so ultimo della vita e della storia, la ragione inconfutabile per dif-fidare della miopia di tutto ciò che è penultimo, il fondamento altempo stesso della vigilanza critica nei confronti di tutto ciò che èmeno di Lui e della speranza profetica nei riguardi del veniente edel nuovo collegati alla Sua promessa. «Chiamando Dio ‘Padre’ e alcontempo ‘Sovrano dell’universo’, il Credo ha abbinato un concet-to familiare ed uno di portata cosmica, facendoli servire all adescrizione dell’unico Dio. In tal modo esso mette bene in risaltoquali siano le note più salienti che nella fede cristiana caratterizza-no il ritratto di Dio: la tensione fra potenza assoluta ed amoreas s o l u to, fra incommensurabile distanza e strettissima vicinan-za»7. È proprio il paradosso della compresenza di queste due carat-teristiche che aiuta a comprendere in che senso il Dio della fedesia il Dio vivente: non un morto oggetto, su cui esercitare il giocodell’intelligenza, ma il Soggetto vivo e operante, cui corrisponde-re con la consapevolezza e la libertà dell’accettazione di un’allean-za d’amore. Non un Dio concorrente dell’uomo, ma il Dio umano,la cui gloria è l’uomo vivente!

_______________6 Ibidem, 56.7 J. RATZINGER, Introduzione al cristianesimo, 109.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 52

Page 53: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

53

DIO, LA RICERCA E LA FEDE NEL PENSIERO DI JOSEPH RATZINGER

Di questo Dio le tesi di Ha b e r m as pretendono di offrire una sor-ta di traduzione secolare, che – seppur co n testabile nell’ottica dell afede vissuta – mostra la singolare corrispondenza che c’è fra rice r c afilosofica di Dio e fede cristiana in Lui: «La compenetrazione reci-proca di cristianesimo e metafisica greca non ha prodotto solo la for-ma spirituale della dogmatica teologica e una, non sempre benefica,e llenizzazione del cristianesimo. Tale compenetrazione ha fav o r i toanche, dall’altro lato, l’appropriazione di co n tenuti genuinamentecristiani, da parte della filosofia. Questo lavoro di appropriazione siè dispiegato in connessioni co n cettuali dalla forte carica normativa,connessioni come responsabilità, autonomia e giustificazione, co m es toria e ricordo, nuovo inizio, innovazione e rito rno, come emanci-pazione e co m p i m e n to, come alienazione, interiorizzazione e incar-nazione, individualità e comunità. Questo lavoro ha ce rto tras f o r-m a to il senso religioso originario, ma non l’ha deflazionato e dev i t a-l i z z a to, rendendolo vuoto. Tradurre l’idea di un uomo creato adi m m agine e somiglianza di Dio nell’idea di un’eguale dignità di tuttigli uomini, da rispettarsi inco n d i z i o n a t a m e n te, co s t i t u i s ce un esem-pio di una tale traduzione salvante. Essa impiega e dischiude il co n-te n u to dei co n cetti biblici al di là dei confini di una comunità reli-giosa, fino al pubblico generale di coloro che hanno altre fedi o chenon credono»8. Anche qui, la corrispondenza con le tesi di Ra t z i n-ger si unisce alla ulteriore problematicità che questi avanza: la sem-p l i ce ‘traduzione’ dei co n cetti teologici in categorie mondane nonb asta. Il rapporto fra il divino e l’umano è ben più co m p l e s s o …

3. Quale rapporto fra l’umano e il divino? Ne ll ’ i n contro della fede l’umano e il divino si rapportano in

maniera dialettica, viva e vitale: Ratzinger ha approfondito questor a p p o rto, mostrando come l’esperienza ecclesiale della grazia vengaa costituire il vero co m p i m e n to della ricerca del cuore umano, e_______________8 J. RATZINGER - J. HABERMAS, Etica, religione e Stato liberale, 35-36.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 53

Page 54: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

54

BRUNO FORTE

come ciò avvenga non senza un prezzo pari alla dignità della crea-tura. La «tesi dualista», che oppone natura e grazia secondo la dot-trina della «natura pura» e la teoria dei «due ordini», naturale esoprannaturale, av eva finito col mantenere l’azione della grazia inun marcato estrinsecismo: alla mera non imputazione del pecca-to non veniva a corrispondere alcuna modifica della dinamica spi-rituale e naturale dell’uomo. Le «dottrine dell’immanenza» – lega-te ai progetti emancipatori della modernità – av evano co l to uni-c a m e n te nelle capacità intrinseche dell’umano il potenziale daesprimere ed attuare nel progresso della vita personale e sociale.

Fra questi opposti estremismi, la tradizione credente ha ce r c a-to un equilibrio, che Ratzinger vede bene espresso nella formulagratia praesupponit natura m (o anche gratia non destru i t, sed supponitet perficit natura m), da lui studiata in un co n t r i b u to ispirato al suomaestro Gottlieb Söhngen: «Il naturalismo che rifiuta la grazian e lla natura porta allo stesso risultato del soprannaturalismo, checo m b a t te la natura e, travisando la creazione, rende priva di sen-so anche la grazia»9. In primo luogo, se la grazia p r e s u p p o n e la natu-ra, l’inte r l o c u tore umano del patto non è annientato, ma entra nelm i s tero dell ’ a lleanza con Dio in tutta la co n s i s tenza e la dignitàdel suo essere. L’uomo sta davanti all ’ E te rno come protag o n i s t a ,non come semplice rece t tore passivo dell’opera divina in lui. Ne l-la densità del p ra e s u p p o n i t è compreso allora anche lo spazio dell alibera azione della creatura, che può aprirsi con co n s a p evolezza eresponsabilità all ’ a c coglienza del dono soprannaturale, o puòchiudersi in se stessa, in una presunta autosufficienza davanti alM i s tero. Ecco perché nell ’ assioma occorre co r r e t t a m e n te legg e-re un mov i m e n to dialettico. La grazia compie la natura anzituttoin quanto la nega nelle sue chiusure: essa giunge all’uomo «soltan-to violando il duro involucro dell ’ a u to-esaltazione, che copre in

_______________9 J. RATZINGER, Dogma e predicazione, Queriniana, Brescia 1974, 138.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 54

Page 55: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

55

DIO, LA RICERCA E LA FEDE NEL PENSIERO DI JOSEPH RATZINGER

lui la mag n i f i cenza di Dio. E questo vuol dire che non esiste gra-zia senza la croce »1 0. L’ i n contro con Dio inizia sempre con la chia-mata al cambiamento radicale del cuore e della vita.

Insieme con questa negazione dell’antropologia in quantochiusa all ’ E te rno, la grazia ne co m p o rta però anche la piena af f e r-mazione: se l’uomo è desiderio di Dio, l’offerta dell ’ a u to co m u n i-cazione divina lo realizza al più alto livello dell ’ aspirazione del suoessere. Nel p ra e s u p p o n i t sono comprese la gioia e la bellezza dell avita divina partecipata alla creatura, la pienezza di senso che essas o l t a n to è capace di dare alla vita dell’uomo sulla terra: «Solo l’u-manità del secondo Adamo è la vera umanità, solo l’umanità cheè passata attraverso la croce mette in luce il vero uomo»1 1. La dia-lettica della negazione e dell ’ affermazione, tuttavia, non rendea n cora la pienezza di senso dell ’ assioma: il co m p i m e n to del desi-derio umano da parte del Dio vivente è il suo superamento a unl i v e llo che il desiderio stesso non avrebbe mai potuto ragg i u n g e-re. «La vera umanità dell’uomo è l’umanità di Dio, la grazia, cheriempie la natura»1 2. È questa peraltro anche la conclusione cheRatzinger trae al termine del suo dialogo con Ha b e r m as: «Èi m p o rt a n te per le due grandi componenti della cultura occiden-tale farsi coinvolgere in una correlazione polifonica, in cui apra-no se stesse alla complementarità essenziale tra ragione e fede,cosicché possa crescere un processo di purificazione universale,in cui in ultima istanza i valori e le norme essenziali in qualchemodo conosciuti o presagiti da tutti gli uomini possano co n s e g u i-re nuova forza d’illuminazione, cosicché possa rito rnare ad av e r eforza operante quanto tiene unito il mondo»1 3.

_______________10 Ibidem, 152.11 Ibidem, 153.12 Ibidem, 154.13 J. RATZINGER - J. HABERMAS, Etica, religione e Stato liberale, 56-57.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 55

Page 56: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

56

BRUNO FORTE

4. Qual è il luogo vivo dell’i n c o n t r o, il «circolo ermeneutico» dell’assenso credente?È in questa prospettiva che la Chiesa – terreno dell ’ av v e n to libe-

ro e gratuito dell’amore ete rno – può essere colta nel suo profondos i g n i f i c a to di luogo del rapporto sempre vivo e fecondo fra il Diov i v e n te e la nostalgia del cuore umano assetata di Lui: Ratzinger lofa esaminando un altro as s e rto della tradizione teologica, non menor i c co di sorprendenti illuminazioni, l’assioma «extra Ecclesiam null as a l u s »1 4. Esso non è comprensibile all’infuori dell ’ o r i z z o n te unitario eto t a l i z z a n te del simbolismo patristico: «La fr ase è sviluppata sullo sfon-do dell ’ i m m agine del mondo propria dell’antichità, che vi si è anchei n tessuta e ne è parte. In forza di questa immagine del mondo, al te r m i-ne del tempo patristico il mondo era rite n u to come prev a l e n te m e n tecristiano. L’impressione di ciò che si sapeva del mondo era che chiun-que volesse essere cristiano, lo poteva anche essere e lo era. Solo più uni r r i g i d i m e n to co l p evole te n eva l’uomo lontano dalla Chiesa»1 5. In quan-to ambito della presenza e dell ’ o f f e rta del Logos universale, la Chiesaappare ai Padri come il luogo proprio in cui trova espressione l’acco-glienza salvifica dello stesso Logos, e la separazione da essa come una llontanarsi dalla porta, che sola co n d u ce pienamente alla vita.

C e rto, la Chiesa resta paradosso, che vela e rivela: perciò, essa rin-via a Colui da cui viene e verso cui tende, e non può mai presumere diessere un as s o l u to, che si sostituisca all’attrazione misteriosa di Dioed alla libertà delle Sue vie. Ne lla co n cezione della Chiesa come sacra-m e n to di salvezza universale co e s i s tono allora «sia l’ampiezza ill i m i-tata della salvezza (universalismo come speranza), sia l’indispensabi-lità dell ’ ev e n to Cr i s to (universalismo come prete s a ) »1 6. Il paradossoecclesiale rimanda così inev i t a b i l m e n te al mistero del Regno: propriocosì esso rispetta ogni libertà. E perciò non sorprende che il dramma_______________14 J. RATZINGER, Nessuna salvezza fuori della Chiesa?, in ID., Il nuovo popolo di Dio,Queriniana, Brescia 1971, 365-389.15 Ibidem, 373.16 Ibidem, 380.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 56

Page 57: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

57

DIO, LA RICERCA E LA FEDE NEL PENSIERO DI JOSEPH RATZINGER

del male e del peccato abiti anche nella Chiesa: Ratzinger lo sa benee vi riflette con co r aggio. Santa per la chiamata e la fedeltà di Dio, laChiesa è non di meno peccatrice nelle colpe dei suoi figli. Essa «vivesempre ancora del perdono, che la trasforma da prostituta in sposa;la Chiesa di tutte le generazioni è Chiesa per grazia, che Dio si traefuori sempre di nuovo da Babilonia, dove gli uomini si trovano a vive-re secondo le loro forze... Proprio l’as s o l u tezza della grazia includel’insufficienza e la criticabilità degli uomini, ai quali è rapportata. Maquesti uomini... s o n o la Chiesa, una Chiesa che non si può semplice-m e n te staccare da loro, come se fosse qualcosa di proprio, di pura-m e n te oggettivo dietro agli uomini; essa vive invece negli uomini,anche se li tras cende per quel mistero della benevolenza divina, cheessa comunica loro. In questo senso, la Chiesa santa resta sempre inq u e s to tempo anche Chiesa peccatrice »1 7.

A partire da questa coesistenza di santità e di peccato, si com-prende in che senso la vita stessa della Chiesa esiga il suo incessan-te rinnov a m e n to: per risplendere come Israele escato l o g i co, ilpopolo di Dio deve rendere visibile e attraente la sua santità attra-verso un sempre nuovo ritorno al Signore e alla sua signoria asso-luta in ogni campo del suo esistere sto r i co. Il criterio della verariforma e dell’autentico rinnovamento è la fedeltà alla volontà diDio riguardo al suo popolo: il rinnovamento non si fa, allora, sce-gliendo forme di rottura, che privilegino contro la massa il picco-lo gruppo degli eletti, ma è ecclesiale nel suo fine e nei suoi prota-gonisti. La riforma si fa insieme con tutti: la Chiesa si rinnova vera-mente, se si rinnova nella comunione della sua fede, in uno sforzoa u te n t i c a m e n te «catto l i co» di conversione, che non escluda pre-g i u d i z i a l m e n te nessuno, e non punti a modelli irraggiungibili oimpossibili per la maggior parte dei fedeli. In questo senso il rinno-v a m e n to «non co n s i s te in una quantità di esercizi ed istituzioni este-

_______________17 ID., Il nuovo popolo di Dio, 278s.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 57

Page 58: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

58

BRUNO FORTE

riori, ma nell ’ a p p a rtenere unicamente ed inte r a m e n te alla fr a te rn i t àdi Gesù Cr i s to... Rinnov a m e n to è semplificazione, non nel senso diun decurtare o di uno sminuire, ma nel senso del divenire semplici,del rivolgersi a quella semplicità vera che è il mistero di tutto ciò chevive... e che in fondo è un’ e co della semplicità del Dio uno»1 8.

La fede vissuta in continuo rinnov a m e n to nella Chiesa diventacosì la via in cui si prepara e si anticipa il co m p i m e n to dell ’é s c ha t o n:«La partecipazione al martirio di Cr i s to è quel modo di morire che èla fede e l’amore, per cui acce t to la mia vita e la rendo accetta a Dio,il quale, solo in quanto Trinità, può essere amore, e solo in quantoamore rende il mondo sopport a b i l e »1 9. A tutti è data la possibilità dientrare nella tensione fra il già e il non ancora di cui la Chiesa è sacra-m e n to: per i credenti, incorporati al Corpo ecclesiale di Cr i s to, que-sta condizione sarà comunque segnata dal co n f o rto della ‘co m u n i o-ne dei santi’, che, radicata nella vita delle relazioni divine, co n s e n tela comunicazione interpersonale nella fede, nella speranza e nell acarità, espressa e nutrita dalla preghiera, nel tempo e per l’ete rn i t à .In questo senso, veramente, «chi crede non è mai solo, nella vita,come nella morte »2 0. Questo il teologo Joseph Ratzinger ha mostra-to con l’intera Sua vita ed opera. Di questo la Chiesa tutta, e la te o-logia in essa, devono essergli rico n o s centi. Possa il Signore che lo hac h i a m a to ora a seguirlo nella sede di Pietro sostenere BenedettoXVI nel realizzare per la Chiesa degli inizi del Terzo Millennio leprospettive stupende di fede, di amore e di speranza che gli ha co n-cesso di co n templare e di vivere, di far co n templare e di far vivere nelsuo servizio di teologo veramente ‘c a t to l i co ’.

Bruno ForteArcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto

_______________

18 Ibidem, 301. 303.19 ID., Escatologia. Morte e vita eterna, Cittadella, Assisi 1985, 115.20 Omelia.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 58

Page 59: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

59

ABSTRACTS

Abstracts

Il noto teologo membro della Commissione Teologica Internazionale, oraarcivescovo di Chieti-Vasto, offre una penetrante sintesi del pensierodel Card. Joseph Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI. Viene rilevato, innanzitutto, lo sfondo entro il quale il teologo JosephRatzinger ha svolto la propria ricerca. Si tratta dell’ascolto della paro-la di Dio e del servizio alla Verità. All’interno di queste due coordina-te viene colto l’idolo negativo del relativismo, nel quale non si pone laVerità da amare e da servire, ma un indistinto pluralismo di veritàlegate all’arbitrio del soggetto. Per l’A., inoltre, il percorso della rifles-sione del futuro Benedetto XVI si situa all ’ i n te rno di un profondoorizzonte ecclesiale che attinge alla tradizione del pensiero cristiano,ma anche alla filosofia classica, moderna e contemporanea. L’A., quin-di, prendendo spunto da un recente confronto tra Joseph Ratzinger eJürgen Habermas, articola la sua analisi sul pensiero del futuro Papafocalizzando quattro punti: (credere) il rapporto tra fede e rag i o n e ,(Dio) l’identità del Dio cristiano, (l’uomo) il rapporto tra natura e gra-zia e la possibilità di tradurre co n cetti teologici in categorie umanen e ll ’ e c cedenza dei primi sui secondi e, infine, (la Chiesa) il luogo diincontro tra il Dio vivente e l’uomo alla ricerca di Dio.

* * *Le théologien reconnu, membre de la Commission théologique interna -t i o n a l e, maintenant archevêque de Chieti-Vas to, offre une synthèsepénétrante de la pensée du Card. Joseph Ratzinger, maintenant PapeBenoît XVI.L’arrière-fond de la recherche du théologien Joseph Ratzinger estl’écoute de la parole de Dieu et le service de la Vérité. À l’intérieur deces deux coordonnées, l’idole négative du relativisme est dénoncé.Avec le relativisme, la Vérité n’est pas quelque chose à aimer et à ser-vir, mais un pluralisme indifférencié de vérités arbitrairement reliéesentre elles par le sujet. La réflexion du futur Benoît XVI se situe à l’in-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 59

Page 60: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

60

ABSTRACTS

térieur d’un profond horizon ecclésial qui puise dans la tradition de lapensée chrétienne, mais aussi de la philosophie classique, moderne etcontemporaine. Sur la base d’un échange récent entre Joseph Ratzin-ger et Jürgen Habermas, il est possible de saisir 4 points dans la pen-sée du futur pape: (croire) le rapport entre foi et raison, (Dieu) l’iden-tité du Dieu chrétien, (l’homme) le rapport entre nature et grâce et lapossibilité de traduire des notions théologiques en catégorieshumaines en privilégiant les premières sur les dernières, (l’Église) lelieu de la rencontre entre le Dieu vivant et l’homme à la recherche deDieu.

* * *The we ll known theologian, who is a member of the In te rn a t i o n a lTheological Commission, and who is now also archbishop of Chieti-Vas to, offers an insightful summary of the thinking of Ca r d i n a lJoseph Ratzinger, now Pope Benedict XVI. First of all, he presentsthe background within which the theologian Joseph Ratzinger hasbeen doing his own research. It deals with listening to God’s Wordand with the service to the Truth. Within these two coordinates thenegative idol of relativism is found, in which the Truth that must beloved and served is not present, but there is an indistinct pluralism ofTruth that depends upon the subject’s free will. Ac cording to theauthor the course of the reflection of the future Benedict XVI is sit-uated within a profound ecclesial horizon that draws not only fromthe tradition of Christian thinking, but also from classical, modernand contemporary philosophy. Then the author, taking as a startingpoint a recent exchange of opinion between Joseph Ratzinger andJurgen Habermas, presents his analysis of the future Pope, thinking,by focusing on four points: (to believe) the relationship between faithand reason, (God) the identity of the Christian God, (humanity) theconnection between nature and grace and the possibility to translatetheological concepts into human categories in the excess of the for-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 60

Page 61: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

61

ABSTRACTS

mer over the latter, and, finally, (the Church), the meeting place of theliving God and humankind seeking God.

* * *El célebre teólogo de la Comisión Te o l ó g i ca In t e rn a c i o n a l, ahora arzobi-

spo de Chieti-Vas to, ofr e ce una penetrante síntesis del pensamiento delCardenal Joseph Ra t z i n g e r, ahora Papa Benedicto XVI.

Destaca sobretodo, el confín sobre el cual el teólogo Joseph Rat-zinger desarrolla su propia búsqueda. Se trata de escuchar la palabrade Dios y del servicio a la Verdad. Al interno de estas dos coordena-das se concibe el ídolo negativo del relativismo, en el cual no se ponela Verdad para amar y para serv i r, sino un indiferente pluralismo deverdad ligada al arbitrio del sujeto. Para el Au to r, sin embargo, elrecorrido de la reflexión del futuro Benedicto XVI se sitúa al internode un profundo horizonte eclesial que se alimenta de la tradición delpensamiento cristiano, pero también de la filosofía clásica, modernay contemporánea. El Autor entonces, a partir de un reciente encuen-tro entre Joseph Ratzinger y Jürgen Ha b e r l as, articula su análisissobre el pensamiento del futuro Papa, localizando cuatro punto s :(creer) la correspondencia entre fe y razón, (Dios) la identidad del Dioscristiano, (el hombre) la correspondencia entre naturaleza y gracia y laposibilidad de traducir co n ce p tos te o l ó g i cos en cate g o r í as humanas end e m asía las primeras sobre las segundas y, en fin, (la Iglesia) el lugar dele n c u e ntro entre el Dios viviente y el hombre en la búsqueda de Dios.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 61

Page 62: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

62

TESTATINA SX : NOME AUTORE

Giovanni IammarroneLA CONTEMPLAZIONE DI GESÙ CRISTO*

Premessa

Comincio questa riflessione con i versetti di 1Gv 1,1-2, che laChiesa ci fa meditare in part i colare nel tempo liturgico natalizio:« Vi annunciamo ciò che era fin da principio, ciò che abbiamo udi-to, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noiabbiamo co n te m p l a to e ciò che le nostre mani hanno to c c a to ,ossia il Verbo della vita. Poiché la vita si è fatta visibile, noi l’ab-biamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo lavita ete rna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi».

Q u e s to passo neotestamentario ci dà il nucleo di quanto pos-siamo dire sulla tematica che mi accingo a trattare. Gi ovanni, quicome anche in Gv 1,14, oltre ad «abbiamo visto» ( h e o ra k á m e n ) , d i ceanche «abbiamo guardato lo spettacolo» (e t h e a s á m e t ha) del Ve r b oe te rno della vita, del Verbo che era presso il Padre ed è apparso anoi in Gesù Cr i s to. La versione CEI traduce: «abbiamo co n te m-p l a to». La debita attenzione a questo linguaggio giovanneo ci por-ta a rilevare che non è esatto del tutto asserire che la Scrittura«non contiene praticamente il termine di co n templazione ed èi n centrata sulla fede nella parola»1. La tradizione giovannea, ma

_______________

* Meditazione teologica presentata dall’autore durante il ritiro spirituale del-l’abbazia di Monte Oliveto Maggiore svoltosi il 4 gennaio 2005. Ringraziamoil relatore - docente ordinario di Antropologia teologica, Cristologia, e Teo-logia francescana alla Pontificia Facoltà Teologica “san Bonaventura”, nonchédocente incaricato di cristologia alla facoltà di teologia della Pontificia Uni-versità Lateranense di Roma - per averne concesso la pubblicazione [n.d.r.].1 A. BE R N A R D, C o n t e m p l a z i o n e, in Nuovo Dizionario di spiritualità, Pa o l i n e ,Roma 19792, 263.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 62

Page 63: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

63

LA CONTEMPLAZIONE DI GESÙ CRISTO

anche la sinottica2, ci dice che la risposta cristiana all’iniziativa digrazia di Dio che si manifesta non è solo “as co l to” della Pa r o l a ,ma anche “co n templazione” di uno spettacolo, di una vicenda, insostanza di una storia che si è svolta e manifestata ai nostri occhi.

Divido la meditazione in 4 punti: 1. La co n templazione nell’esperienza religiosa e in quella cri-

s t i a n a .2. Gesù Cr i s to modello della co n templazione cristiana.3. Gesù Cr i s to ogg e t to della co n templazione cristiana.4. Presenza della tradizione co n templativa del pas s a to, mona-

stica in part i co l a r e .

1. La contemplazione nell’esperienza religiosa in genere e in quella cristiana

Non è ce rto il caso di addentrarci ad approfondire il co n ce t toe la realtà della “co n templazione”. Solo qualche cenno fenomeno-l o g i co e te o l o g i co .

La fenomenologia e la storia delle religioni sino ad oggi docu-mentano che in seno all’esperienza religiosa dell’umanità è stataovunque presente, pur se in misura e secondo modalità diverse,u n’esperienza o un momento co n templativi come stacco e distac-co dall ’ i n s e r i m e n to attivo nel mondo e co n centrazione dell am e n te, del cuore, dell ’ i n tera persona, su ciò che, possiamo dire,sta “dietro”, “sotto” o “oltre” quanto vediamo e tocchiamo, al dilà del modo in cui questa realtà “nas costa”, “misteriosa” vengarappresentata. L’induismo, il buddismo in genere e in part i co l a r eq u e llo zen, il sufismo in seno all’islam, i numerosi e vari gru p p iguidati da guru alla meditazione tras cendentale, il “New Age” chein questi ultimi tempi sta propagandando la meditazione, co n-

_______________

2 Molti profeti e giusti (cf. Mt 11,16-17), molti profeti e re (cf. Lc 10,23-24) desi-derarono vedere e non videro ciò che voi vedete.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 63

Page 64: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

64

GIOVANNI IAMMARRONE

templazione trans-personale e così via co s t i t u i s cono l’eloquenter i p r ova che sia nel pas s a to che nel presente il momento meditati-v o - co n templativo è stato ed è ancora largamente apprezzato dal-l’umanità, anche nell ’ a m b i to della società occidentale largamentes e colarizzata, anzi in molti è diventata una viva esigenza.

La storia cristiana ci consegna una grande tradizione co n te m p l a t i-va, fiorita in oriente e in occidente, in part i colare nel mondo mona-s t i co; anzi, essa ci dice che la vita co n templativa per secoli ha av u toun primato indiscusso, sigill a to anche dall ’ i n terpretazione clas s i c ad e lle parole di Gesù: «Maria si è scelta la parte migliore» (Lc 10, 4 2 ) .

Eppure si deve constatare che negli ultimi decenni in ambitocristiano alla vita contemplativa e al suo primato assiologico sonostate avanzate diverse critiche che possono essere raccolte nei ter-mini seguenti: da più parti è stato affermato che non è chiaramen-te fondata nella Scrittura; co m p o rta un disimpegno nei riguardidel mondo creato buono da Dio e luogo in cui ci interpella e invi-ta a dare la nostra attiva risposta di fede; la sostanza della vita cri-stiana è la carità operosa, non la co n templazione, che, al limite ,potrebbe anche diventare disdicevole disimpegno dall ’ o p e r a r ecaritativo salvifico3.

In questi ultimi tempi in sostanza si è verificato il seguente s t ra -no fenomeno: mentre in ambito cristiano è stata sottovalutata se nonco n testata la dimensione co n templativa della vita, in larga parte delmondo non cristiano essa è stata ed è tenuta in alta co n s i d e r a z i o n e .Si tratta probabilmente di uno dei fattori che hanno port a to al dis-t a c co dal e all’abbandono del cristianesimo da parte di molte per-sone che hanno av v e rt i to un “deficit” di impegno co n te m p l a t i v o_______________

3 Riguardo a questo ultimo punto, A. Bernard, dietro B. Butler, rileva che igrandi maestri cristiani di vita spirituale hanno sempre cercato di conciliarele due esigenze della vita cristiana autentica: l’azione e la contemplazione; maad essi non è mai venuta in mente l’idea di mettere in discussione la legittimi-tà della vita contemplativa: cf. Contemplazione, 265.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 64

Page 65: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

65

LA CONTEMPLAZIONE DI GESÙ CRISTO

nel suo ambito; di uno dei motivi che ag evolano la larga diffusionedel “New Age” nel mondo occidentale/Emisfero Nord tradizional-m e n te cristiano. Si impone perciò una decisa rivalutazione e unco n v i n to riapprezzamento del momento o della dimensione co n-templativa dell ’ e s i s tenza cristiana sia per motivi sto r i co - c u l t u r a l isia, a maggior ragione, per motivi intrinseci perché essa è unadimensione costitutiva dell’esistenza cristiana in quanto tale.

Ma in che cosa consiste la dimensione contemplativa quale elementoo dimensione dell ’ e s i s tenza cristiana? Si tratta di un problemacomplicato, data anche la molteplicità delle posizioni delle scuoledi spiritualità in proposito.

Nell’epoca moderna in ambito teologico e spirituale al termine“contemplazione” per lo più è stato attribuito un significato mol-to angusto, quello di «ricerca di una certa forma di conoscenza» diDio, in pratica di una co n o s cenza intima, esperienziale di Dio,conseguibile per grazia particolare solo da alcuni con un distaccototale dal mondo. Si tratta in verità di un’ a c cezione ristretta di“contemplazione” e “vita contemplativa”, estranea al dato biblicoe alla grande tradizione teologica cristiana.

In effetti la tradizione spirituale anteriore, i Padri, gli uomini dispirito e i teologi, in particolare S. Bonaventura, hanno inserito la“co n templazione” nel co n te s to dell’una, unica ampia e art i co l a t aesperienza cristiana di fede4, che, per usare il linguaggio classico

_______________

4 Il Dottore Serafico, si sa, è stato un grande mistico e un maestro di contem-plazione; l’influsso della sua dottrina è stato rilev a n te nel corso dei seco l i .Secondo il suo insegnamento la contemplazione, l’attività più sublime dell’a-nima umana che formerà la sua beatitudine nel Cielo, è elevazione a Diomediante l’unione di pensiero e di amore con Lui, oppure, con parole preseda Riccardo da San Vittore, «è lo sguardo libero e perspicace sugli spettacolid e lla sapienza, sguardo sospeso nell’ammirazione»: Legenda maior, c. 9, n. 1;VIII,580, che ha per “oggetto” più alto, ultimo, la stessa Trinità e l’umanità diCristo (cf. De perfectione vitae ad Sorores, c. 5, n. 10; VIII, 120): sulla dottrina

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 65

Page 66: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

66

GIOVANNI IAMMARRONE

benedettino, ha come punto di partenza e base permanente la lec -tio dei fatti salvifici, che si apre alla meditatio dei loro contenuti digrazia, matura in seguito nell’oratio a Dio che benevolmente li haconcessi e li concede e culmina nella contemplatio profonda, amo-revole e aperta alla prassi della loro portata e dinamica salvifiche5.

Oggi, con un ritorno a questa prospettiva classica più ampia, lateologia della spiritualità tende giustamente a rico llocare la co n-templazione/la vita contemplativa nel contesto della vita di fedecome «adesione a Dio con la mente e il cuore» (cf. PC 5) e a consi-derarla come quell’esperienza che ha luogo quando il fedele, sottola grazia divina, «prende in considerazione il mistero della fede peras s i m i l a rne il co n te n u to e pervenire così ad un’adesione semprepiù personale ad esso»6 sia in forma “spontanea” sia «attrav e r s oun’applicazione costante e metodica»7. Ovviamente tale assimila-zione non è fatto solo intellettuale, ma anche volitivo, affettivo,immaginativo, aperto alla prassi.

Le modulazioni dell ’ assimilazione co n templativa dell ’ u n i co

_______________

bonaventuriana si veda L. VEUTHEY, Orazione e contemplazione in San Bonaven -tura, Incontri Bonaventuriani, 6, Montecalvo Irpino 1970, 111-130; 119.121.5 In questi termini possiamo tradurre le parole di Guigo il Certosino sull’asce-sa dell’anima credente a Dio: «La lettura - lectio - è lo studio atte n to dell aScrittura fatto con uno spirito tutto teso a comprenderla. La meditazione èuna operazione dell’intelligenza che si concentra con l’aiuto della ragione nel-l’investigare le verità nascoste. La preghiera è il volgere con fervore il propriocuore a Dio per evitare il male, e perseverare nel bene. La contemplazione èun innalzamento dell’anima che si eleva al di sopra di se stessa verso Diogustando le gioie dell ’ e te rna dolcezza»: B. CA L AT I, Parola di Dio, in Nu o v oDizionario di spiritualità, 1146. Il medesimo Guigo scrive: «La lettura port acibo solido alla bocca, la meditazione lo mastica e lo spezza; la preghiera necerca il sapore; la contemplazione è la stessa dolcezza che dà gioia e ricrea»:Scala claustralium, PL 184, 475-484. 6 A. BERNARD, Contemplazione, 266.7 Ibidem, 265-266.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 66

Page 67: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

67

LA CONTEMPLAZIONE DI GESÙ CRISTO

“mistero della fede” sono diverse a seconda della varietà dei cari-smi ecclesiali: così si dà una modalità contemplativa laicale, se nedà una consacrata ecc. La base comune di tali modulazioni diver-se è e resta la “lectio” dei fatti salvifici fatta nella fede. Ciò ci intro-duce al secondo punto della nostra meditazione, a Gesù Cristo. Illibro che viene “letto” è la Scrittura, di cui Gesù Cristo è il “libroabbreviato”, che tutto contiene e ricapitola.

2. Gesù Cristo “modello” della contemplazione cristiana

Il credente cristiano anche nel momento co n templativo dell asua esperienza spirituale deve avere davanti a sé Gesù Cristo, per-ché egli è la via al Padre, alla retta conoscenza ed esperienza di Dioinvisibile; egli è la p o r t a per la quale si è introdotti alla profondaunione con Dio e, in e per Dio, con tutta la realtà. Per questa cen-tralità di Cr i s to nella vita co n templativa possiamo far valere duep assi significativi della Regola di San Benedetto: «non ante p o r r eassolutamente nulla a Cristo» (RB 72,11); «nulla di più caro di Cri-sto» (RB 5,2). Fortunatamente questa prospettiva cristocentrica alpresente è tornata a risplendere con chiarezza, almeno in linea diprincipio, nella coscienza teologica e spirituale cristiana.

La vita contemplativa cristiana che si fonda sulla e si nutre del-la “l e c t i o”, di cui Gesù Cr i s to co s t i t u i s ce la “Parola abbrev i a t a ” ,deve riferirsi a Gesù Cristo fondamentalmente come al suo model -l o. Richiamiamo alcuni dati evangelici significativi: a 12 anni ilr agazzo Gesù co n centra la sua attenzione e il suo impegno sull ecose del Padre (cf. Lc 2,49); nel corso del suo ministero pubblicoha davanti a sé il Padre e il suo Regno come stella polare del suocammino e del suo operare: vive un rapporto diretto e immediatocol Padre nella preghiera frequente (cf. Mc 1,35; 6,46; Mt 14,23; Lc6,12; 22,45; Gv 17; Eb 5,7); fa della volontà del Padre, che egli hasempre davanti a sé, il suo cibo (cf. Gv 4,34); opera come vede ope-rare il Padre (cf. Gv 5,17); il Padre e la sua sovrana volontà pone

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 67

Page 68: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

68

GIOVANNI IAMMARRONE

davanti ai suoi occhi sia nei giorni felici (cf. Gv 5,30; 6,38) che nel-l’approssimarsi della passione nell ’ o rto del Getsemani (cf. Mc14,36) e nella morte sulla croce (cf. Lc 23,46). In base a tutto ciò sipuò dire che Gesù ha posto continuamente davanti al suo spiritoe ai suoi passi il Padre e il suo agire salvifico: il Padre con il suodisegno salvifico in questo senso è stato l’“oggetto” costante dellasua contemplazione.

Non è il caso di richiamare qui le posizioni dei teologi sul modoin cui egli contemplava il Padre e i suoi disegni: se con una visioneimmediata facciale e oltre a ciò beatificante oppure in altro modo,ad esempio, con una percezione di coscienza immediata e ce rt ad e lla propria identità filiale e redentrice non facciale né beatifi-c a n te. La teologia cristiana sta approfondendo, per quanto le èpossibile, questa esperienza intima di Gesù. La verità cristiana cichiede che lo vediamo in unione filiale permanente intima, unica,esclusiva, con il Padre, di cui egli solo in quanto Figlio conosce l’i-dentità, identità che ha manifestato e manifesta agli uomini (cf. alriguardo Mt 11,27; Lc 21,22; Gv 13,3). Per questo è esatto dire chenella sua vita terrena è stato un vero contemplativo, un autentico“ m i s t i co di Dio” e grazie a ciò anche un uomo aperto agli altriuomini (“uomo per gli altri”) con un servizio senza riserve sino aldono totale di sé8.

Il Nuovo Testamento in sostanza ci dà un Gesù contemplatoredel Padre, Dio, in vita e morte, in rapporto intimo con Lui suggel-l a to in ete rno con la risurrezione: «salgo al Padre mio e Pa d r evostro, Dio mio e Dio vostro» (Gv 20,17). I cristiani, suoi fratelli eseguaci, nel vivere la dimensione contemplativa della loro vita difede, devono orientarsi a Lui, modello di co n templazione delPadre e dei suoi disegni di salvezza.

_______________

8 Su questo punto si veda E. SCHILLEBEECKX, Il Cristo. Storia di una nuova pras -si, Queriniana, Brescia 1989, 962-963.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 68

Page 69: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

69

LA CONTEMPLAZIONE DI GESÙ CRISTO

3. Gesù Cristo “oggetto” della contemplazione cristiana

Gesù però non è solo il modello ma anche l’oggetto della vita con-templativa cristiana. La Comunità dei discepoli dopo la Pasqua hacompreso con maggior chiarezza che Gesù non solo con il suoco m p o rt a m e n to, ma nel suo stesso essere è via al Padre e p o r t a a ll acomunione con il Padre, presente in modo mirabile in lui, suoFiglio. Ciò risulta oltre che da 1Gv 1,1-5, citato all’inizio, anche daGv 1,18; 14,9; 17,4; 1Gv 5,20: «Sappiamo anche che il Figlio di Dio èvenuto e ci ha dato l’intelligenza per conoscere il vero Dio». Si trat-ta del dato nuovo, specifico, peculiare del Nuovo Testamento sulrapporto Dio-uomo che per i cristiani porta a compimento l’Anti-co Te s t a m e n to e co s t i t u i s ce il criterio di verifica dell ’ a u te n t i c i t àdelle esperienze religiose dell’umanità sorte e che sorgono nel cor-so della storia.

La tradizione teologica e spirituale cristiana non è sempre stataattenta a questo elemento essenziale dell’annuncio cristiano. Spes-so il mistero di Gesù Cristo quale oggetto di contemplazione qua-lificante del cristianesimo è stato affermato in linea di principio,ma pre-comprensioni culturali e filosofiche hanno indirizzato lospirito e il cuore dei contemplanti a immagini o rappresentazionidi Dio o del divino che poco hanno a che vedere con l’oggetto del-la contemplazione cristiana che Gesù è venuto a donarci. Si è pen-s a to di potere, anzi di dovere, as cendere al divino, di sentirsid avanti al divino e di co n templarlo in unione profonda prescin-dendo dalla mediazione iconica, noetica e vitale di Gesù Cr i s to ,Verbo fatto carne, crocifisso e risorto: si pensi a Origene, MaestroEckhart, gli Alumbrados (gli “Illuminati”) spagnoli del secolo XVIe altri mistici cristiani. Di questo orientamento e del suo indispen-sabile superamento è testimone, almeno indiretta, Santa Te r e s ad’Avila, grande contemplatrice carmelitana. Sembra che in un pri-mo momento sentisse il fascino della mistica fortemente apofati-ca degli Alumbrados (gli “Illuminati”) e tendesse a non dare la giu-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 69

Page 70: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

70

GIOVANNI IAMMARRONE

sta importanza alla contemplazione del mistero di Gesù Cristo perelevarsi alle altezze della contemplazione del divino trascendente.Ad ogni modo ecco cosa scrive sulla necessità di non “oltre-passa-re”, “by-passare”, l’umanità di Gesù Cristo nella ricerca della con-templazione: «Ho sempre riconosciuto e tuttora vedo chiaramen-te che non possiamo piacere a Dio e da lui ricevere grandi grazie,se non per le mani della sacratissima umanità di Cristo, nella qua-le egli ha detto di compiacersi. Ne ho fatto molte volte l’esperien-za. Meditando la sua vita, non si troverà modello piùp e r f e t to . . .B e a to colui che lo ama per davvero e lo ha sempre co nsé!...Conosciuta questa verità, ho co n s i d e r a to e ho appreso che alcu-ni santi molto contemplativi...non hanno seguito altro cammino»9.Tra questi santi contemplativi colloca anche San B e rnardo.Ora lalogica e l’iter della contemplazione cristiana li indica e riassume SanBernardo in un testo straordinario, che, non a caso, è stato sceltocome seconda lettura della memoria di Santa Maria del Rosario, incui si co n templano i misteri di Gesù Cr i s to in unione spiritualecon Maria sua Madre. Cosa dice in esso e ci ripete San Bern a r d o ,grande luminare della tradizione co n templativa ciste r cense? Ecco :« Ma il progetto di Dio rimaneva presso di lui e noi non eravamo ingrado di co n o s cerlo. Infatti: chi co n o s ce il pensiero del Signore e chigli può essere consigliere? (cf. Rm 11,24). E allora il pensiero di pace sicalò nell’opera di pace: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare inmezzo a noi” (Gv 1,14); venne ad abitare part i co l a r m e n te nei nostricuori per mezzo della fede. Divenne ogg e t to del nostro ricordo, delnostro pensiero e della nostra immaginazione. Se egli non fosse venu-to in mezzo a noi, che idea si sarebbe potuto fare di Dio l’uomo, senon quella di un idolo, fru t to di fantasia? Sarebbe rimas to inco m-prensibile e inaccessibile, invisibile e del tutto inimmag i n a b i l e1 0._______________

9 Il libro della vita, c. 22,6-7; Liturgia delle ore, 15 ottobre, seconda lettura. 10 Viene da pensare al linguaggio di tanti mistici cristiani, che in tali terminihanno descritto le loro esperienze profonde del divino.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 70

Page 71: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

71

LA CONTEMPLAZIONE DI GESÙ CRISTO

Invece ha voluto essere compreso, ha voluto essere veduto, havoluto essere immaginato. Dirai: Dove e quando si rende a noi visi-bile? Appunto nel presepio, in grembo alla Vergine, mentre predi-ca sulla montagna, mentre passa la notte in preghiera, mentre pen-de sulla croce e illividisce nella morte, oppure, mentre libero tra imorti, comanda sull’inferno, o anche quando risorge il terzo gior-no e mostra agli apostoli le trafitture dei chiodi, quali segni di vit-toria, e, finalmente, mentre sale al cielo sotto i loro sguardi. Non èforse cosa giusta, pia e santa meditare tutti questi misteri? Quan-do la mia mente li pensa, vi trova Dio, vi sente colui che in tutto eper tutto è il mio Dio. È dunque vera sapienza fermarsi su di essiin contemplazione. È da spiriti illuminati riandarli per colmare ilproprio cuore del dolce ricordo del Cristo»11.

Questi sono i contenuti e la logica della contemplazione cristia-na: l’esperienza intima di Dio si fa nella contemplazione del miste-ro del Verbo fatto carne a Natale, vissuto tra gli uomini, morto sul-la croce, risorto e asceso alla destra del Padre, speranza dell’uomo.È quanto “contempliamo” nei misteri gaudiosi, luminosi, dolorosie gloriosi di Gesù Cristo del Santo Rosario, preghiera che è ritenu-ta da molti ripetitiva, noiosa, quasi infantile; invece, se fatta confede, si rivela profondo momento e proficua scuola di alta contem-plazione, di contemplazione non generica, ma sostanziata dei piùgenuini contenuti spirituali cristiani.

4. Presenza della tradizione contemplativa del passato, monastica inparticolare

Questo testo di San Bernardo, uno tra i tanti che si trovano nel-le sue opere, in particolare nei Sermones super Cantica, riassume laprospettiva della co n templazione o della vita co n templativa del_______________

11 Discorso De aquaeductu, Discorsi, Opera omnia, 5,1968, pp. 282-283. Su questavisione di S. Bernardo si veda J. LECLERCQ, o.c., 170-182.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 71

Page 72: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

72

GIOVANNI IAMMARRONE

monachesimo medievale, come si può vedere dalla bella e istrutti-va opera di J. LECLERCQ, La contemplazione di Cristo nel monachesimom e d i e v a l e1 2. Lo studioso mostra che la meditazione te o l o g i c am o n astica medievale, profondamente caratterizzata «dal suoo r i e n t a m e n to co n templativo», co n s i s teva sostanzialmente nell a« co n templazione amorosa dei misteri di cui av evano parlato leScritture e i Padri della Chiesa antica»13: in concreto del «ciclo deim i s teri di Cr i s to, il cui centro è la Pas q u a »1 4, misteri meditati ecelebrati anche nelle loro anticipazioni nell’Antico Testamento enei loro prolungamenti nella vita della Chiesa. Tale contemplazio-ne mirava a «riflettere, nella fede e alla luce della liturgia, sulle veri-tà rivelate e sul modo in cui è possibile viverne»15; essa aveva lo sco-po «di favorire la preghiera e la crescita spirituale»16.

In realtà J. Leclercq mostra come i grandi abati di Cluny (San-t’Oddone, Sant’Odilone), Gi ovanni di Fecamp, Pietro il Ve n e r a b i l e ,Pietro di Celle, i grandi teologi e uomini spirituali ciste r censi qualiS. Bernardo, Guglielmo di Saint-T h i e r ry, Gu e r r i co d’Ig n y, Aelredo diR i evaulx, Ugo di Po n t i g n y, erano tutti dediti alla meditazione delm i s tero di Cr i s to quale fonte, sostanza e meta della vita co n te m p l a-tiva. Esponendo la dottrina spirituale di Pietro di Celle in part i co l a-re, rileva che questi «scrive quasi esclusivamente per favorire nell aChiesa la vita co n templativa, e al cuore stesso del suo insegnamentosi situa il Signore Gesù»1 7, insegna che «la co n templazione deve av e-re come oggetto principale la persona e la vita di Cristo»18.

_______________

12 Apparve nel 1994 in italiano per i tipi dell’editore San Paolo, Cinisello Bal-samo (or. fr. 1993). 13 Ibidem, 137.14 Ibidem, 151.15 Ibidem, 137.16 Ibidem, 150.17 Ibidem, 163.18 Ibidem, 165

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 72

Page 73: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

73

LA CONTEMPLAZIONE DI GESÙ CRISTO

Ma, come detto, la teologia monastica nel suo co m p l e s s oera orientata alla meditazione della rilevanza spirituale deim i s teri di Gesù Cr i s to, che si deve tradurre in “imitazione diCr i s to”, imitazione, osserva Leclercq, non «puramentemorale, esteriore o interiore, dei co m p o rtamenti di Cr i s to ,m a . . . p a rtecipazione ai misteri che ha co m p i u to, al miste r os tesso che egli è stato »1 9.

Al riguardo però sorgono spontanee due domande: Èattuale la lezione co n templativa del pas s a to, quella monas t i-ca in part i colare? Ce ne possiamo e dobbiamo appropriareperché ci aiuti a co n templare e ad assimilare vitalmente ilm i s tero di Cr i s to oggi? Soll evare simili quesiti può sembrareuna provocazione. Ovviamente, non vuole esserlo. Ad ognimodo le provocazioni hanno anche la funzione positiva di sti-molare a riflettere e impegnarsi a tradurre in forme oggi fru i-bili grandi valori del pas s a to. Prima di tentare una rispostaa lle domande faccio due brevi considerazioni sulla distanzatra il nostro modo di accostarci a Gesù Cr i s to e quello delp as s a to nonché tra l’esperienza del mondo, della storia, del-la nostra esistenza personale che facciamo noi e quella delmondo mediev a l e .

O ggi ai detti e fatti di Gesù Cr i s to narrati dai vangeli fac-ciamo riferimento con approccio sto r i co - c r i t i co e legg i a m ola Scrittura dando grande peso al senso letterale, sto r i co ;q u e s to fenomeno ci procura la difficoltà di poterli prenderetutti come realmente accaduti e di dare spazio ad una lorofondata co n templazione simbolica, elementi questi su cuihanno bas a to e di cui hanno nutrito la loro meditazione ico n templativi del pas s a to .

Inoltre, il senso del mondo, della storia, della vita cherespiriamo oggi è alquanto distante da quello respirato dai_______________19 Ibidem, 200

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 73

Page 74: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

74

GIOVANNI IAMMARRONE

co n templativi del pas s a to perché diamo maggiore import a n-za al vivere in seno a questo mondo e le realtà ete rne, ce l e s t i ,oltremondane, scopo unico delle aspirazioni del co n te m p l a-tivi del pas s a to, non co s t i t u i s cono la meta ev i d e n te e premi-n e n te dei nostri desideri, diciamo delle nostre “co n te m p l a-zioni”.

Sono alcune ragioni che ci distanziano dai grandi co n te m-plativi del pas s a to. Ma queste innegabili differenze non sonot a l m e n te cogenti da farceli sentire lontani, quasi degli estra-nei, con la loro testimonianza co n templativa. Penso che al dilà di esse, che marcano indubbiamente una lontananza tra noie loro, la loro testimonianza della co n templazione del miste-ro della fede, in co n c r e to del mistero salvifico di Cr i s to e diDio, resti eloquente e stimolante per noi ogg i .

In verità il mistero di Gesù Cr i s to, per quanto oggi vengaco n s i d e r a to in modo più critico, scientifico, continua ado f frirsi alla nostra co n templazione con i suoi co n tenuti fon-damentali e ci inte r p e lla esiste n z i a l m e n te chiedendoci fedeper dare pienezza di senso alla nostra vita. È da pensare per-ciò che non ci sia poi tanta lontananza tra la co n te m p l a z i o n edi esso fatta dai grandi uomini spirituali del pas s a to e quell ache siamo chiamati a fare noi nel co n te s to culturale attuale.

Per quanto riguarda il n o s t r o senso del mondo, della sto r i a ,d e lla vita, molto diverso da quello del co n te s to culturale incui vissero i co n templativi del pas s a to, siamo portati a medi-tare i misteri salvifici di Gesù Cr i s to con la viva preoccupa-zione, non altrettanto viva in loro, di art i colarli con il valored e lla nostra esistenza e del nostro operare terrestri. Tu t t av i a ,o ggi co n templiamo il nostro mondo, la storia umana e quell apersonale terrena alla luce di Gesù Cristo e nella prospettiva deidisegni di Dio rivelatici in Lui, quindi a lla luce di quel m e d e -s i m o Dio e di quel m e d e s i m o Gesù Cr i s to che costituivano l’og-g e t to centrale e quasi esclusivo della loro co n te m p l a z i o n e .

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 74

Page 75: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

75

LA CONTEMPLAZIONE DI GESÙ CRISTO

Ciò avvicina il nostro impegno co n templativo al loro. Pe rq u e s to, al di là di ogni lontananza storica e spirituale, li pos-siamo e dobbiamo sentire vicini e stimolanti per la nostravocazione e testimonianza co n templative.

A modo di c o n c l u s i o n e, si può tentare di fornire un esempiod e lla co n templazione del mistero salvifico di Gesù Cr i s to inlinea con la nostra sensibilità odierna per il mondo, la sto r i aumana e l’avventura personale terrestre. Nel tempo nataliziod e llo scorso anno si è verificato il catas t r o f i co maremoto interra asiatica. Questo immane trag i co ev e n to ci ha stimolatia “co n templare”, come è emerso dalle tante e molteplici co n-siderazioni fatte sui giornali e in trasmissioni radio-te l ev i s i v eda uomini di fede, miscredenti e atei per l’occasione. Qualetipo di co n templazione abbiamo potuto e “d ov u to” fare inq u a n to credenti cristiani? A livello di superf i c i e, abbiamo “co n-te m p l a to” le immagini drammatiche che ci sono state tra-smesse in abbondanza dai mass media e sono pas s a te sotto inostri occhi; a livello profondo, quello della fede, abbiamo co n-te m p l a to i disegni sovrani e misteriosi della Pr ovvidenza diDio riguardo a questo mondo, alla storia degli uomini e all anostra esistenza personale che si svolge in seno ad essi; inco n c r e to abbiamo co n te m p l a to il mistero di Gesù Cr i s to, delFiglio ete rno di Dio, quindi di Dio stesso, che si è inserito inq u e s to mondo assumendone la debolezza, la passibilità e lam o rtalità e trasfigurandole con la risurrezione in vita lumino-sa e intramontabile. Il mistero salvifico di Cr i s to e di Dio inq u e s to fr a n g e n te è stato co n te m p l a to , ma all ’i n t e rno del pro-blema del senso del nostro mondo trag i co, della nostra sto-ria umana drammatica, della nostra vicenda personale te r r e-stre cui Gesù Cr i s to si è intimamente unito. La fede cristia-na esige che dal giorno dell ’ i n c a rn a z i o n e - m o rte - r i s u r r e z i o n edel Figlio di Dio nell’umano Gesù di Nazaret e alla luce diq u e s to grande mistero co n templazione di Dio e co n te m p l a-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 75

Page 76: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

76

GIOVANNI IAMMARRONE

zione del mondo si richiamano i n s c i n d i b i l m e n t e. È la co n s e-guenza, sul piano della co n templazione, della decisione diDio, mistero tras ce n d e n te, di farsi nel Figlio “Dio con noi” enostro co m p agno di strada, “apripista” (a c h e g ò s) del nostrocammino di fede (cf. Eb 12,2) e della nostra elevazione (co n-templazione) alle altezze e profondità del mistero di Dio.

Gi ovanni Iammarrone, OFM Conv.Pontificia Facoltà teologica S. Bonaventura

Ro m a

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 76

Page 77: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

77

ABSTRACTS

Abstracts

L’Autore, dopo aver rilevato come il linguaggio della contemplazio-ne abbia un chiaro riferimento biblico, mette in luce come l’indaginedell’esperienza religiosa, non solo cristiana, mostri come l’uomo abbiaun naturale interesse per la dimensione meditativo-co n te m p l a t i v a ,anche nell’ambito della odierna società occidentale, come evidenzia ils u c cesso della religiosità di ispirazione orientale. Pa r a d o s s a l m e n te ,però, nonostante la tradizione co n templativa abbia una lunga sto r i anell’ambito cristiano, è proprio in questo contesto ad essere negli ulti-mi decenni sottovalutata, mentre in larga parte del mondo non cri-stiano è stata ed è tenuta in alta considerazione. L’ Au tore, quindi,descrive la contemplazione alla luce della tradizione monastica e del-la teologia della spiritualità, in cui l’orizzonte cristo l o g i co resta ilmodello e l’oggetto primario della contemplazione.

* * *Le langage de la co n templation a une référence biblique claire.

L’investigation de l’expérience religieuse non seulement chrétiennemontre que l’homme éprouve un intérêt naturel pour la dimensionde méditation et de co n templation, même dans la société occiden-tale co n temporaine, comme le succès de la religiosité d’inspirationorientale le montre bien. Pa r a d oxalement, bien que la traditionco n templative ait eu une longue histoire en milieu chrétien, leco n te x te co n temporain des dernières décennies conduit à la déva-l u e r, alors qu’elle jouit d’une grande considération dans une largep a rtie du monde non-chrétien. La co n templation est décrite à lalumière de la tradition monastique et de la théologie de la spiritua-lité, dont l’horizon Christologique demeure le modèle et l’objetprincipal de la co n te m p l a t i o n .

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 77

Page 78: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

78

ABSTRACTS

* * *The author, after having reported how the language of contempla-

tion has a clear biblical reference, brings to light how the investiga-tion of religious experience, not only Christian, shows how thehuman being has a natural interest for the meditative-contemplativedimension, even in the sphere of co n te m p o r a ry We s te rn society, asthe success of religious thought of Eas te rn inspiration makes clear.Pa r a d ox i c a lly, then, though the co n templative tradition has a longhistory in the Christian sphere, just in this context in the last decadesit has been undervalued, while in a large part of the non-C h r i s t i a nworld, it has been held in high esteem. The author, then, describescontemplation in light of the monastic tradition and of the theologyof spirituality, in which the Christological horizon remains the mod-el and the primary object of contemplation.

* * *El auto r, después de haber mostrado como el lenguaje de la co n te m p l a-ción tenga una clara referencia bíblica, pone de manifiesto como labùsquedaa de la experiencia religiosa, no sólo cristiana, demuestracomo el hombre posea un natural interés por la dimensión meditativa-co n templativa, aún en el ámbito de la moderna sociedad occidental,como evidencia el éxito de la religiosidad de inspiración oriental. Pa r a-d ó j i c a m e n te, sin embargo, no obstante la tradición co n templativa te n-ga una larga historia en el ámbito cristiano, es precisamente en esteco n te x to donde en las últimas décadas ha sido devaluada, mientras engran parte del mundo no cristiano fue y permanece en alta co n s i d e r a-ción. El Au to r, ento n ces, describe la co n templación a la luz de la tradi-ción monástica y de la teología de la espiritualidad, en las cuales el hori-z o n te cristo l ó g i co permanece como modelo y objeto primario de laco n te m p l a c i ó n .

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 78

Page 79: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

79

TESTATINA SX : TITOLO ARTICOLO

Francesco Santi*

DOLCEZZE DEL PARADISO.

VISIONI DELLA MENTE 1

«Il potere delle immagini sopra la mente procede in poesiasecondo la progressione stessa della natura; - guadagnandosi primai sensi, poi il cuore, quindi colpiscono l’immaginazione; all’ultimostampansi nella memoria evocando l’opera della ragione».

Entro nel discorso di oggi scegliendo nel Fo s colo lo d u ca mio, il qua-le introduce questa riflessione sul p o t e r e d e l l e i m m a g i n i n e llo studiod e d i c a to al parallelo tra Dante e il Petrarca. Mi pare che il Fo s co l opossa darci un buon avvio, suggerendo due elementi che spesso tra-scuriamo: in primo luogo il te s to del Fo s colo ci rammenta che è ilPa ra d i s o la condizione della memoria di tutta la C o m m e d i a; Dante puòr i cordare ogni sco n v o l g i m e n to, dei sensi e del cuore, che la sua espe-rienza visionaria gli ha fin qui procurato, solo attraverso il luogo co n-clusivo del suo percorso poetico: dal Pa radiso t u t to è giudicato e dalPa radiso le immagini che av evano co l p i to sensi, cuore e immag i n a z i o-ne, sono offerte poi a noi, rielaborate da l’o p e ra della ra g i o n e. Per que-_______________

* Francesco Santi, nato a Prato nel 1960, è docente di Storia della Lettera-tura latina medioevale all'Università degli Studi di Lecce. Studioso della sto-ria del pensiero, della cultura e della mentalità del Medioevo, ha pubblicatoi n n u m e r evoli art i coli e saggi relativi, fra l'altro, alla mistica femminile, all al e t teratura e spiritualità fr a n cescana, al pensiero di Gioacchino da Fi o r e ,Tommaso d'Aquino, Raimondo Lullo e Arnaldo da Villanova. [N.d.R.]

1 Il testo che qui si pubblica è stato letto il 28 ottobre 2004, nell’ambito del-l’iniziativa “Dante in Battistero”, promossa dall’Opera di Santa Maria del Fio-re di Firenze, e curata dalla prof. Anna Maria Chiavacci. Si ringraziano gliorganizzatori per averne consentito qui la pubblicazione (con un corredo dinote ridotto all’essenziale), prima della stampa degli Atti.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 79

Page 80: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

80

FRANCESCO SANTI

s to il Pa radiso è il luogo ermeneutico per ecce llenza di tutto il viagg i odi Dante. Tu t t avia - ed è questo il secondo punto che il Fo s colo insi-nua - giungendo alla co m p l e tezza l’o p e ra d e l l a ra g i o n e si volge sì a unv e rt i ce dove memoria non può ire, ma quanto al pas s a to dell ’ e s p e r i e n z avisionaria, ciò non implica che le immagini filtrate dal cuore e dal sen-so siano cance ll a te, restando invece ben vicine e vive e distinte, av v o l-te e tras f i g u r a te dall’opera della ragione, ma facendo come carbon chefiamma rende, e che per vivo candor quella soverchia, sì che nel fuoco del-l ’ i n te ll e t to le immagini restano visibili.

1. Più che mai, il Pa ra d i s o ci impone Dante teologo, di una te o l o g i ache per niente rinuncia alla poesia e che nella poesia pienamente siesprime. Così, il suo gusto te o r e t i co e la sua capacità di esprimere inco n cetti i co n tenuti della visione ci catturano nella terza cantica,suscitando emozioni in forma nuova. Dai c o n c e t t i poi egli ogni volta cir e s t i t u i s ce alle i m m a g i n i, perché to rniamo ai colori con maggior stu-pore, misurando anche questo percorso nel paesaggio del nostro spi-r i to e la sua bellezza. Ai co n cetti, dunque.

2. Ordine, unione, finalità: anche questo Dante ci riferisce di av e rv i s to in cielo. Vi ha visto l’ordine del mondo creato, l’unione della natu-ra divina e della natura umana nella persona del Verbo, il rito rno in Diod e ll’uomo intero, anima e corpo. Ordine, unione e rito rno, che hannonel Padre la loro origine materiale, in Gesù la causa diretta, nello Spi-r i to la regola somma, nella gloria della Trinità il loro fine. I riferimentia queste tre visioni dell’ordine delle creature; dell’unione in Cr i s to ed e lla deificazione dell’uomo, pullulano in tanti luoghi del Pa ra d i s o, madi esse il profilo è specialmente co m p i u to in alcuni discorsi te o l o g i c i :il discorso sulla creazione, lo troviamo subito nel primo canto e poi nelv e n t i n ovesimo; il discorso sulla incarnazione del Verbo domina il set-timo canto; il discorso sulla resurrezione della carne, introdotto nell aconclusione dello stesso settimo canto, è svolto pienamente nel quat-to r d i cesimo, sulla bocca di Salomone.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 80

Page 81: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

81

DOLCEZZE DEL PARADISO. VISIONI DELLA MENTE

La dottrina della creazione

3. Per descrivere l’universo (il gran mar dell’essere), Dante rileva inesso la composta presenza di due condizioni, quella dell ’u n i t à equella del movimento. Il cosmo è uno, da questa unità di causa, difine e di sostanza, deriva il suo ordine che coinvolge tutte le cose eil suo ordine manifesta l’unità:

Le cose tutte quantehanno ordine tra loro e questa è forma che l’universo a Dio fa simigliante. (I, 103-105)

A sua volta questa unità non è statica ma inclinata, e tutte le natu -re si muovono a diversi porti.

Ne l’ordine ch’io dico sono acclinetutte nature, per diverse sortipiù al principio loro e men vicine;onde si muovono a diversi portiper lo gran mar de l’essere, e ciascunacon istinto a lei dato che la porti. (I, 109-114)

Tra le creature volute da Dio vi è anche il mov i m e n to, che simanifesta grazie al tempo, sua misura, il quale pure è creatura, tan-t’è che prima del creato non v’era un prima né un poscia. Il tempostesso è creatura e per questo non ha senso domandarsi cosa avve-nisse prima della creazione e che cosa Dio facesse, così come Dan-te osserva nel canto XXIX:

in sua etternità di tempo fore,fuor d'ogne altro comprender, come i piacque,s'aperse in nuovi amor l'etterno amore.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 81

Page 82: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

82

FRANCESCO SANTI

Né prima quasi torpente si giacque;ché né prima né poscia procedette lo discorrer di Dio sovra quest' acque. (XXIX, 16-21)

In Dio unità e movimento convergono; la manifestazione del-l’ordine creato non è disturbata dal succedersi dei tempi, anzi sitrova esaltata da questa ulteriore possibilità delle dimensioni crea-te, dall’armonia di tempo e di spazio.

4. La poesia teologica di Dante non si esaurisce nella sublimenarrazione di un equilibrio dinamico e solenne. Secondo il suo sti-le, essa supera se stessa precipitandosi in una zona part i colare del-l ’ a r g o m e n to, puntualizzandone un as p e t to, sov r a e c c i t a n d o l o ,mostrando infine come quel che potrebbe apparire un co r o llario siaessenziale alla vera comprensione. Da parte nostra per co m p r e n d e-re bene la cosmologia dantesca, dobbiamo pure appuntarci sull ’ i n-sorgenza di questo elemento marginale, sorprendente e polemico .Nel caso specifico della dottrina della creazione, dopo aver presen-t a to la sua co n cezione, Dante rende esplicito e non nas conde il suodissenso rispetto a un as p e t to della dottrina patristica: seco n d oGerolamo infatti gli angeli sarebbero stati creati prima del mondom a teriale. Dante deve negare questo primato nel tempo degli ange-li, perché esso corrisponderebbe in qualche modo a un primato del-la dignità delle creature invisibili su quelle visibili, dello spirito sul-la materia. Per Dante, l’ordine del mondo che si co n templa nell avisione dell’insieme delle creature, corrisponde alla perfezione di inogni sua parte senza costituire una gerarchia ontologica, ma piutto-s to un insieme organico e vivente di elementi di pari dignità.

5. L’altra puntualizzazione che Dante propone a proposito del-l’ordine del creato, come forma che l’universo a Dio fa simigliante,riguarda la possibilità in esso della libertà dell’uomo:

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 82

Page 83: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

83

DOLCEZZE DEL PARADISO. VISIONI DELLA MENTE

Lo maggior don che Dio per sua larghezzafesse creando e a la sua bontatepiù conformato e quel ch’e’ più apprezza,fu de la volontà la libertate (Par. V, 19).

Il porre Dio come creatore e il vederlo rappresentato nell’ordi-ne del creato, non solo non implica una gerarchia ontologica, supe-riorità umiliante dello spirito sulla materia, neanche nega la liber-tà della creatura razionale. La creatura può anzi dirigersi in modocontrario alla sua natura, anche se la natura ha consistenza ultimanell’amore di Dio. Essa può rifiutare se stessa ovvero può negare ils i g n i f i c a to metas to r i co della sua condizione naturale. Per Dantedentro la creatura è Dio, perché nella sua autonomia la natura è arsDei; nello stesso tempo, dentro Dio è la natura, perché essa ha inlui un senso e un compimento appropriato e ulteriore a lei stessa.Entrambe queste dimensioni della natura (di co n tenere Dio e diessere in Dio), possono tuttavia essere negate dalle creature razio-nali, perché Dio ama il creato e l’amante non può dare leggi ecostrizione al suo amato (quis det legem amantibus?), anche se sa, peramore, che solo in lui esso troverà la sua pace assoluta. E ancheconsiderando le possibilità del libero arbitrio, il movimento dellecreature non riesce tuttavia a negare l’armonia ordinata del tutto2.

6. Unità e mov i m e n to rimandano all’uno e al molte p l i ce. E’chiaro quindi che per il filosofo queste due condizioni potrebberorisultare incomponibili. Dante riferisce la situazione cosmologicacon gli strumenti del teologo, mostrando come la ragione natura-le - se vuole riconoscere senso e bellezza nella natura - non può checonstatare in essa la presenza di unità e di pluralità; soltanto soste-nuta dalla fede può pensare la loro compatibilità: la fede insegna

_______________

2 Si veda in particolare Par. I, 76-126.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 83

Page 84: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

84

FRANCESCO SANTI

che nell’amore divino hanno origine e fine e vita, l’unità e il movi-mento del cosmo: Dio, che è prima del creato (e quindi del tem-po), ha voluto che il suo splendore riflesso nelle creature, lo glorifi-casse, in virtù del semplice fatto di sussistere autonomamente: manella coscienza dell’uomo lo splendore di Dio è solo l’esito del suoamore; Dio crea solo per amore, non traendo dalla creazione per séalcun di ben acquisto se non l’amore: la gloria di Dio è l’aprirsi in nuo -vi amori de l’etterno amore. Qui è il senso, il fine della creazione3.

7. Il discorso sul cosmo è dunque discorso sull’unità dinamica dispirito e di materia, di volontà e di intelletto e anche di tempo edeternità. Non a caso questo discorso è posto all’inizio della storiadel Paradiso; introducendo alla comprensione del significato pienodell’armonia dei cieli, esso corrisponde al discorso di Piccarda suigradi della beatitudine: la beatitudine ha gradi, ma ogni grado è insé perfetto e dà assoluta soddisfazione a chi lo vive. Anche ilcosmo che l’uomo conosce nella storia per mezzo della sua naturaha gradi e ordine, ma ogni grado è perfetto e il loro ordine è armo-nia, in quanto perfettamente amato in Dio e perfettamente viven-te perché pervaso dallo spirito di Dio. L’ordine del creato visibilecorrisponde all’ordine dei cieli abitati dai beati, in cui trasfiguratiesisteranno ancora unità e molteplicità, eternità e tempo.

La dottrina dell’incarnazione

8. Il discorso sulla incarnazione si incontra compatto nel cantoVII. Dante vi illustra due temi principali: il primo serve a spiega-re come giuste poterono essere sia la vendetta di Dio su Gesù, siaquella che - attraverso Tito - Dio stesso volle compiuta su coloroche erano stati responsabili della sua uccisione. Il secondo te m a

_______________

3 Si veda in particolare Par. XIX, 10-36.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 84

Page 85: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

85

DOLCEZZE DEL PARADISO. VISIONI DELLA MENTE

mostra la perfetta co n g ruità della scelta divina a proposito dell aforma adottata nella redenzione dell’uomo, attraverso l’incarn a-zione e la passione di Cristo. Dante dà importanza al primo temaperché attraverso esso può ribadire la realtà delle due nature diGesù, nell’unità della sua persona: l’essere veramente uomo da par-te del Cristo, rende giustissima la vendetta di Dio su di lui; il suoessere veramente il Dio misericordioso, nella persona di Gesù,meriterà ai suoi persecutori la punizione che Dio vorrà infliggereloro, per mano romana4.

9. Ugualmente, l’unità delle due nature nella persona di Cristo èillustrata da Dante quando spiega le ragioni per le quali la formascelta da Dio per ottenere la redenzione dell’uomo caduto sia daconsiderarsi la migliore. Perché, infatti, Dio non volle salvare l’uo-mo, risparmiando a Cristo la sofferenza assoluta?

Questo decreto, frate, sta sepulto a li occhi di ciascuno il cui ingegno ne la fiamma d'amor non è adulto.

Dio non lo volle, perché la sua opera sarebbe stata meno perfet-ta nell’amore. L’incarnazione e la passione del Figlio infatti furonon e cessarie per liberare l’uomo dal peccato co m p i u to in Ad a m o ,manifestando il più grande amore. Ancora una volta, Dante lomostra portando a nudo la catena degli eventi e il loro significato.L’uomo di per sé non avrebbe potuto esprimere un pentimentoadeguato, non avrebbe potuto umiliarsi in una misura tanto gran-de e adeguata alla misura della superbia, manifestata da Ad a m o ,p r o g e n i tore del genere umano, che av eva desiderato spodestareDio proiettandosi su un cammino di falsità infinita. Alla creatura

_______________

4 Si veda in particolare Par. VII, 34-51.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 85

Page 86: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

86

FRANCESCO SANTI

finita non era dunque possibile discolparsi, accettando di assume-re su se stessa un inverso e infinito cammino di penitenza: l’uomoè creatura, fissa nei termini suoi; il maggior dono della libertà - rice-vuto direttamente da Dio - fa sì che egli possa vivere in un’infinitae stolta superbia (volendosi da creatura creatore), ma mai infinitapotrà essere l’umiltà, non essendo umiltà per la creatura l’aderirealla sua condizione ontologica, il sentirsi e dichiararsi e vivere dapura e semplice creatura, a cui dunque tutto è dato.

10. Dio salva l’uomo per amore e chi ama non umilia l’amato; lecreature per Dante sono l’aprirsi de l'etterno amore divino in nuovia m o r e la regola che l’amore trova in se stesso non può in alcunmodo essere violata. Per questo Dio non volle (poter) salvare l’uo-mo senza coinvolgere l’uomo stesso nell’opera della redenzione,senza che l’uomo assumesse su di sé, in Gesù, la sofferenza reden-trice, senza dare all’opera della redenzione oltre il connotato dellamisericordia infinita anche quello della giustizia infinita. La sal-vezza fu affidata al Dio-uomo Gesù: egli veramente uomo e vera-m e n te Dio, morendo nella passione si sotto p o n eva all ’ o r r e n d ad i s cesa con cui l’uomo espiava la sua superbia: solo l’umile anni-chilarsi dell’uomo che era anche Dio, poteva vantare la stessa infi-nita dimensione dell’infinita dimensione che Adamo av eva per-corso nella sua prevaricazione. In ciò dunque si realizzava un dop-pio discorso: Dio era misericordioso verso la creatura (che nell ar e d e nzione riceveva un puro dono) e Dio era giusto amante (appli-cando il d e c r e t o d’amore) verso l’ordine in cui la creatura vivev a :a ll’umana natura infatti era affidata in Cr i s to l’assoluzione deldebito da lei stessa contratto; giustizia e misericordia si manifesta-vano come due forme dell’amore divino5.

_______________

5 Si veda in particolare Par. VII, 52-120.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 86

Page 87: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

87

DOLCEZZE DEL PARADISO. VISIONI DELLA MENTE

11. Anche nel discorso sulla incarnazione noi possiamo rinveni-re fonti tradizionali e va qui soprattutto rico r d a to il pensiero d’Anselmo. Per farlo in sintesi userò una figura, incompleta ma nonf u o rv i a n te: per Anselmo l’uomo av eva defr a u d a to Dio: il cattivouso di ciò che gli era stato affidato dal creatore rendeva la creatu-ra tale e quale a un amministratore infedele: tutto quello che l’uo-mo possedeva lo aveva ricevuto e tutto ciò, per la stessa natura dicreatura infedele, era divenuto refurtiva. Ebbene, nella restituzionedella refurtiva - pur in sincera penitenza - non può esaurirsi l’espia-zione del furto. L’espiazione chiede un di più che l’uomo rispettoa Dio non ha, avendo tutto da lui ricev u to e tutto pregiudicato .Quel di più lo ebbe invece il Dio-uomo, lui che senza cessare d’es-sere Dio potè pagare da uomo, per conto dell’uomo, essendosi fat-to veramente uomo, e facendo così l’uomo sufficiente a rilevarsi.

12. Il discorso di Anselmo verte dunque soprattutto sull’insuffi-cienza della creatura e sulla totalità divina nella quale è postoanche l’uomo. Il discorso di Dante ha dietro di sé questo di Ansel-mo, ma enfatizza anche qualche elemento diverso: la l i b e r t à d iAdamo, pur nella trasgressione, si manifestò come infinita: questadimensione infinita della libertà l’av eva voluta Dio per l’uomo:n e llo spazio di questa libertà dell’uomo si realizza tutta la sto r i adella creazione, che Dio fa sua nella redenzione. Ancora una voltaunità e movimento, ossia unità e pluralità, sono custodite da Dioe la ragione elaborando i suoi concetti, sente di appagarsi nella tra-sformazione mistica che li combina. Quest’ordine tra ete rnità etempo, tra spirito e materia si manifesta ancora di più nel fatto cheper mostrare il suo amore perfetto, per fare le cose a perfezione,Dio volle aver bisogno del corpo e della persona intera di un uomo,di un sé corporeo, su cui giustamente fare vendetta. Nella reden-zione ag i s ce l’infinita misericordia, ma anche ag i s ce la nece s s i t àper Dio di impiegare la finita condizione umana in Cr i s to, peresprimere la verità della fede. Ne lla persona di Gesù, l’unità tra

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 87

Page 88: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

88

FRANCESCO SANTI

finito e infinito è una necessità per Dio, ma questa necessità in luiacquista un chiaro nome, chiamandosi amore, e si realizza in uncorpo: caro cardo salutis.

Il discorso sulla resurrezione

13. La posizione centrale del corpo di Cr i s to, che compie lamissione dell’umiltà infinità e della giustizia insieme alla miseri-cordia, ha una corrispondenza nel ruolo centrale attribuito alcorpo di ciascun uomo nell ’ i d e n t i f i c a rne la persona. Ciò è chia-r a m e n te ill u s t r a to nella dottrina della resurrezione dei corpi, dis e g u i to a quella dell ’ i n c a rnazione nel canto VII e poi più ampia-m e n te nel canto XIV. Nel modo in cui Dante illustra la resurre-zione, nella seconda parte del canto VII è da rilevare il fatto chel ’ i m m o rtalità del corpo non è condizione di privilegio e prete r-naturale: la natura stessa del corpo, per la sua coessenzialità co nl’anima, richiede la perennità dell ’ e s i s tenza. In questa dottrina,che innova quella tradizionale, molto importanti sono le prece-denti conclusioni di To m m aso a proposito dell’unità del co m p o-s i to umano: ogni co m p o n e n te dell’uomo non esiste di per sé, mae s i s te nell’unità che realizza nella persona stessa. Per To m m as onon ha senso dunque parlare di anima e di corpo come fosserodue realtà distinte nel loro essere e nella Summa Theologiae e g l igiunge a dire che "magis anima continet corpus ... quam e co n-v e r s o "6: in qualche modo è il corpo ad essere p r i g i o n i e r o d e ll ’ a n i-ma, piutto s to che il contrario, come si rite n eva nella tradizionep l a tonica. Tu t t avia, il modo in cui Dante rivendica la parte c i p a-zione del corpo nella costituzione della persona ha aspetti inno-vativi, in cui queste conclusioni sono port a te alle loro co n s e-guenze radicali.

_______________

6 Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, I q. 76 a. 3.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 88

Page 89: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

89

DOLCEZZE DEL PARADISO. VISIONI DELLA MENTE

14. Nel canto XIV, Dante spiega così che dopo la resurrezio-ne dei corpi il cielo sarà più ardente e più luminoso, domandando-si come potrà avvenire che in mezzo a tanta luce dei cieli, in mez-zo alla sorprendente luce che proviene dalla stessa anima beata, ilcorpo di ciascuno possa restare visibile. La sua spiegazione è rac-chiusa nella metafora del carbon di vivo candor: la luce che provie-ne dal corpo sarà addirittura più intensa di quella dello splendoreche lo circonda, così come più splendida è la luce del carboneincandescente avvolto dalla luce del suo fuoco, e per questo anco-ra più visibile del suo splendore, esaltato dal fatto di essere circo-scritto in una realtà concreta.

Ma sì come carbon che fiamma rende,e per vivo candor quella soverchia,sì che la sua parvenza si difende;

così questo folgór che già ne cerchia fia vinto in apparenza da la carne che tutto dì la terra ricoperchia.

1 5. Dopo la resurrezione lo splendore dei cieli sarà grandissimo.C i ascuna anima sarà infatti più splendente quando avrà ricev u to ilcorpo che ancora - Dante lo ricorda spesso con infinita pietà - la te r-ra ricopre. Ma qual’è la ragione per la quale lo splendore del co r p or i s o rto sarà addirittura capace di superare quello dell’anima che loa c coglie? Per Dante la filosofia aristo telica che aiuta To m m aso adi llustrare come nella persona si realizzi un’unità assoluta d’anima eco r p o, è la migliore filosofia disponibile; tuttavia egli mostra co m eessa non riesca ad esprimere pienamente il co n ce t to te o l o g i co dell aresurrezione. La luminosità dei beati crescerà dopo aver ricev u to ilcorpo perché Dio amerà di più la sua creatura; finalmente viva nelsuo corpo essa sarà perfetta tutta quanta e a lui più somigliante: per

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 89

Page 90: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

90

FRANCESCO SANTI

questa maggiore somiglianza, Dio vorrà e potrà più donarsi a lei. Pe rquesta ragione la luce nei cieli dopo la resurrezione aumenterà, e nonsolo il corpo glorioso sarà uno dei premi dell’anima, ma anche l’ani-ma sarà a sua volta premio del corpo, perché gioendo a causa del co r-po dell’uomo, Dio produrrà per il corpo un’anima più gloriosa.

16. In cielo – si badi bene – la causa della maggior gioia (il co r p or i av u to) non potrà essere celata dal suo effetto (lo splendore chederiva dal maggior amore), perché privare il corpo di visibilità signi-ficherebbe cance llarlo e cance ll a rne la beatifica azione. Il corpo saràvisibile, perché la visibilità è sua caratteristica essenziale, e non solosarà visibile a Dio, ma a tutti gli altri beati e soprattutto alle m a m m ee ai padri e a li altri che furon ca r i; tutti loro potranno vedere sia per-ché i loro sensi saranno accresciuti in potenza, sia perché l’amore diDio per il corpo corrisponde e somiglia all’amore umano. E sebbeneil mio co m p i to divenga ora davvero ingrato devo ricordare che anchein questo discorso Dante intreccia co n ce t to ed esperienza d’amore.D a n te si domanda come e perché i beati potranno vedere il co r p odei risorti e risponde con una ragione almeno doppia: i beati p o t ra n -n o vedere il corpo luminosissimo degli altri risorti, perché i loro sen-si saranno più potenti (ed è questa la ragione materiale ed efficien-te) ma anche p o t ra n n o vedere perché questo è richiesto e co n f o r m ea lla realtà dell’amore umano per la somiglianza con l’amore divino.Questa somiglianza tra l’amore divino per il corpo di ogni uomo el’amore delle mamme e dei padri e di tutti gli amanti e amici, cheancora ci commuove, commuove Dante non solo per l’evocazioneimmediata dei sentimenti che l’immagine associa, ma anche per-ché egli vi vede la regola del creato, vede la somiglianza formale deidue amori, divino e umano, in rapporto al compimento, nell’insie-me articolato delle cause che muovono l’universo7.

_______________

7 Si veda in particolare Par. XIV, 34-66.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 90

Page 91: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

91

DOLCEZZE DEL PARADISO. VISIONI DELLA MENTE

L’unione di concetti e di emozioni.

1 7. Ne ll ’ i llustrazione che ho offerto tre cose compaiono. In primoluogo Dante utilizza pienamente la tradizione teologica che in Ansel-mo e in To m m aso ha le maggiori evidenze. In secondo luogo, parlan-do della creazione, dell ’ i n c a rnazione e della resurrezione, Dante segueq u e lla linea teologica accentuando forte m e n te il tema della dignitàd e lla finitezza, affermando la pari dignità del cosmo materiale; lan e cessità del corpo umano di Cr i s to; la maggior gloria del corpo risor-to. In terzo luogo l’uso rigoroso dei co n cetti della teologia sco l as t i c anel Pa ra d i s o è ev i d e n te, ma anche è ev i d e n te una loro tras f o r m a z i o n e :il co n ce t to è elaborato dalla ragione filosofica e in essa ha una sua co n-s i s tenza, ma esso è aperto, appellandosi per necessità all ’ i n te ll e z i o n eteologica, al pensiero dell’amore divino. In questo modo il co n ce t to èp e r f e t to nella sua regola, ma non è un fine in sé, essendo volto dalla suas tessa natura a provocare un’emozione. Così noi verifichiamo in Dan-te anche una poesia del rag i o n a m e n to apodittico; il suo discorso te o l o-g i co nas ce apodittico - cioè co g e n te nel suo meccanismo - per co m p i e r-si in un luogo in cui il meccanismo argomentativo non è negato mat r a n s v a l u t a to in poesia; egli ci offre il rag i o n a m e n to stringente chegiunge a compiersi generando emozione; la perfezione dell ’ o r d i t u r alogica sarebbe vuota se non si risolvesse in emozione, ma non si potreb-be risolvere in emozione se il suo disegno non fosse così perfetto8.

18. E’ un dato di fatto che Dante non prova solo l’ebbrezza dell ei m m agini; egli prova anche l’ebbrezza dei co n cetti. In lui, anche nelg i o co di co n ce t to ed emozione si compie il gioco tra finito e infinito :_______________

8 Il concetto è imperiale - direbbe il lettore della Monarchia - ma non stric -te, non in modo angusto, bensì augusto, anzi agosto, come Giustiniano. E la suanatura augusta non lo priva di autonomia (ché questa è sua condizione essen-ziale), ma da essa lo splendore si slancia, come la luce beata dal corpo glorio-so, come il vivo candor dal carbone ardente.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 91

Page 92: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

92

FRANCESCO SANTI

il co n ce t to è infinitamente preciso, ma anche finito nella sua debolez-za rispetto alla forza dell’emozione, che pure procede dal corpo e sis e n te così pas s e ggera e insufficiente. Chiediamo noi ora alla rag i o n eco n cettuale se si possa rappresentare un co n ce t to con un’ i m m ag i n e :essa ci dirà di no, che non è possibile, perché l’esattezza è la co n d i-zione della realtà nel co n ce t to. Chiediamo alla nostra affettività setutta un’emozione possa stare in un co n ce t to ed essa ci dirà di no,perché maior lex amor est sibi, perché l’amore col suo proprio d e c r e t osupera ogni decreto, anche quello di ragione. Tu t t avia Dante nonparla mai se non come i n t e l l e t t o a d u l t o n e l l a f i a m m a d’a m o r e; la sualogica dell’ emozione e l’emozione che prova per la logica co r r i s p o n-dono ad una sponsalità non diversa da quella stabilita tra creaturespirituali e creature materiali, tra anima e corpo, tra uomo e Dio.

19. La Commedia e s i b i s ce l’emozione vivente nel co n ce t to; il co n-ce t to vivente nell’emozione. Non solo dunque la ragione si mostrac a p a ce di assumere e ricondurre a sé ciò che era apparso del tuttodiverso (secondo l’esigenza del razionalismo moderno, che co m p r e s eDio nell’uomo). Dante vede anche come ciò che è to t a l m e n te altro,assuma la ragione, come ciò che appare irreale assuma e riconduca asé il reale, senza mortificarlo in sragione, senza abolire l’amata distin-zione. Ciò avviene perché egli comprende che rico n o s cere Dio n e l -l’uomo, implicava per forza il rico n o s c i m e n to dell’essere dell’uomo i nDio. Conce t to ed emozione sono dunque reciprocamente ospitali,nel Dante scienziato e poeta, cioè nel Dante teologo. E pure - se piùci piace - invece che emozione, potremmo dire intuizione, perchéaltro non è l’emozione se non lo sguardo as s o l u to dell’uomo, lo sguar-do che ha riferimento e giustificazione solo nella profondità dell apersona e che si volge alla Persona: lo sguardo dell’uomo da tuttoas s o l to .

Fr a n ce s co SantiUniversità di Le c c e

fr s a n t i @ co n m e t . i t

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 92

Page 93: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

93

ABSTRACTS

Abstracts

Il Pa radiso è il luogo ermeneutico per ecce llenza di tutto il viaggio diD a n te: dal Pa radiso t u t to è giudicato e dal Pa radiso le immagini che av e-vano co l p i to sensi, cuore e immaginazione, sono poi offerte a noi, riela-b o r a te da l ’o p e ra della ra g i o n e. Il Pa ra d i s o ci mostra dunque con la mas s i-ma intensità il Dante teologo, capace di una teologia che tuttavia nonrinuncia alla poesia e che nella poesia pienamente si esprime. Il poeta cid i ce di aver visto in cielo l’ordine del mondo creato, l’unione della natu-ra divina e della natura umana nella persona del Verbo, il rito rno in Diod e ll’uomo intero, anima e corpo. Ordine, unione e rito rno, che hannonel Padre la loro origine materiale, in Gesù la causa diretta, nello Spiri-to la regola somma, nella gloria della Trinità il loro fine. Corrisponde all asponsalità stabilita tra creature spirituali e creature materiali, tra animae corpo, tra uomo e Dio il gioco inesausto, così tipico della scritturad a n tesca, fra co n ce t to ed emozione: Dante infatti non parla mai se noncome i n t e l l e t t o a d u l t o n e l l a f i a m m a d’a m o r e. La sua logica delle emozionee l’emozione che prova per la logica ci dice in altre parole come il co n-ce t to sia sì infinitamente preciso, ma anche finito nella sua debolezzar i s p e t to alla forza dell’emozione, pure inadeguata rispetto all ’ e s a t te z z arichiesta dal co n ce t to. E tuttavia in un co n ce t to non potrà stare tuttau n’emozione perché maior lex amor est sibi, perché l’amore col suo pro-prio decreto supera ogni decreto, anche quello di ragione.

* * *Le Paradis est le lieu herméneutique par excellence de tout le voya-

ge de Dante : tout est jugé à partir du Paradis; à partir du Paradis aus-si, l ’œuvre de la raison élabore et offre les images qui avaient frappé lessens, le cœur et l’imagination. Le Paradis, donc, nous offre le sommetdu théologien qu’est Dante, celui qui est capable d’une théologie quine renonce pas à la poésie et qui s’exprime pleinement dans celle-ci.Le poète nous dit avoir vu le ciel, l’ordre du monde créé, l’union de la

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 93

Page 94: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

94

ABSTRACTS

nature divine avec la nature humaine dans la personne du Verbe, leretour au Verbe de l’homme tout entier, âme et corps. Ordre, union,retour qui ont dans le Père leur origine matérielle, en Jésus leur caused i r e c te, dans l’Esprit Saint leur plus haute règle, dans la gloire de laTrinité leur but. Le jeu intarissable entre concept et émotion, si carac-téristique de l’écriture de Dante, correspond avec les épousailles éta-blies entre créatures spirituelles et créatures matérielles, entre âme etcorps, entre l’homme et Dieu. En effet, Dante ne parle que commeintellect adulte dans la flamme de l ’a m o u r. Sa logique des émotions etl’émotion qu’il éprouve pour la logique nous disent combien leco n cept, tout infiniment précis qu’il puisse être, est aussi limité etfaible par rapport à la force de l’émotion, même si ce lle-ci n’a pasl’exactitude de celui-là. Une émotion ne pourra jamais être co n te n u epar un co n cept, parce que maior lex amor est sibi, parce que l’amour, av e cson propre d é c r e t, va au delà de tout décret, même celui de la raison.

* * *The Paradiso is the hermeneutical place par excellence for the whole

voyage of Dante. From the Paradiso everything is judged and from theParadiso as well ‘the work of reason’ elaborates and offers the imageswhich have touched the senses, the heart and the imagination. TheParadiso shows us, then, with the greatest intensity Dante the theolo-gian, capable of a theology which, moreover, does not renounce poet-ry, and which is fully expressed in poetry. The poet tells us of havingseen in heaven the order of the created world, the union of divinenature and human nature in the person of the Word, the return toGod of the whole person, soul and body. Order, union, and returnwhich have in the Father their original matte r, in Jesus the directcause, in the Spirit the highest rule, in the glory of the Trinity theirend. The inexhaustible play between concept and emotion, so typicalof Dante’s writing corresponds to the espousals established betweenspiritual and material creatures, between soul and body, betwe e n

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 94

Page 95: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

95

ABSTRACTS

humanity and God. Dante, in fact, never speaks except as ‘an adultintellect in the flame of love.’ His logic of the emotions and the emo-tion which is tested by logic tells us in other words that the conceptas infinitely precise as it can be, is also limited in its weakness regard-ing the force of the emotion, even if the latter lacks the exactitude ofthe former. Moreover an emotion can never be contained by a con-cept because maior lex amor est sibi, because love with its own decretosurpasses every decree, even that of reason.

* * *El Paraíso es el lugar hermenéutico por excelencia de todo el viaje de

D a n te: desde el Paraíso todo se juzga y desde el Paraíso las imágenes quehabían golpeado sentidos, corazón e imaginación, fueron después ofr e-c i d as a nosotros, reelaboradas por la obra de la razón. El Paraíso no mues-tra ento n ces con la máxima intensidad el Dante teólogo, capaz desde lue-go de una teología que no renuncia a la poesía y que en la poesía se expri-me en plenitud. El poeta nos dice de haber visto en el cielo el orden delmundo creado, la unión de la naturaleza divina y de la naturaleza huma-na en la persona del Verbo, el reto rno a Dios del hombre entero, alma ycuerpo. El Orden, unión y regreso, que tienen en el Padre su origen mate-rial, en Jesús la causa directa, en el Espíritu su regla máxima, en la gloriade la Trinidad su fin. Corresponde al matrimonio establecido entre cria-t u r as espirituales y criaturas materiales, entre alma y cuerpo, entre hom-bre y Dios el juego inacabable, así típico en la escritura dantesca, entreco n ce p to y emoción: Dante de hecho, no habla nunca sino como inte-l e c to adulto en la llama del amor. Su lógica de las emociones y la emociónque encuentra por la lógica nos dice en otras palabras como el co n ce p tosea sí infinitamente preciso, pero también finito en su debilidad respec-to a la fuerza de la emoción, también inadecuada respecto a la exactitudsolicitada por el co n ce p to. Con todo, en un co n ce p to no podrá estar to d auna emoción porque maior lex amor est sibi, porque el amor con su pro-pio decreto supera todo decreto, aún aquellos de la razón.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 95

Page 96: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

96

TESTATINA SX : NOME AUTORE

Luisa Tavanti Chiarenti

TIPOLOGIE ARCHITETTONICHEDEGLI ORDINI MONASTICI

Q u a n to è stato ill u s t r a to in generale sulla connessione tramonachesimo ed arte, può avere immediato seguito considerandoprima di tutto che l’arte monastica ha inizio dalla elementarenecessità da parte di questo singolare fenomeno di scelta di vita, dicreare un luogo dove poter divenire preghiera vivente offerta alode ed a gloria di Dio fino alla morte.

Quindi, dai primordi vissuti all ’ i n te rno di grotte o ripari natura-li in luoghi romiti e deserti ove vivere un severo eremitaggio dip e n i tenza e di preghiera, la scelta di aggregazione cenobitica sottola guida di un padre, detto Ab a te, richiese subito un progetto edi-lizio per organizzare la vita specifica dei monas teri in accordo co nle esigenze della vita presce l t a .

In i z i a l m e n te i monas teri occidentali av evano un impianto mol-to simile a quello dei cenobi orientali, con gli edifici dei monaci dis-tribuiti lungo un perimetro più o meno regolare, al centro del qua-le stava la Chiesa per le preghiere comuni detto “k a t h o l i k ò n” in gre-co (fig. p.356 in alto). Tu t t avia, sin dai primi tempi in Occidente siaggiunge al complesso un co rtile quadrato circo n d a to da port i c i ,d e r i v a n te dal modello del “p e r i s t y l i u m” romano che diventerà poi ilc h i o s t r o .

In un tempo relativamente breve, si svilupperà nei monas te r ibenedettini uno schema archite t to n i co part i colare bas a to su unchiostro centrale che fungeva da luogo di meditazione riposo ed i s i m p e g n o dei percorsi inte rni del complesso monas teriale, ed alquale si addossavano, in posizioni prefissate, i vari corpi di fabbricache ospitavano le varie funzioni : la Chiesa a nord, la sala capito l a r e

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 96

Page 97: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

97

TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE DEGLI ORDINI MONASTICI

ad est, il refettorio e l’infermeria a sud, la foresteria ad ovest (fig.p.356 in bas s o ).

Questo schema, adottato dalle grandi Abbazie carolinge e clu-n i a censi, durò per secoli, improntando di sé tutta l’archite t t u r amonastica occidentale (fig. p.357 e p. 358 in alto).

La definizione archite t tonica di “organismi monastici” per questeco s t ruzioni deve sicuramente le sue origini all ’ e s i s tenza di una “rego-l a” co s t a n te e comune, e chi osservi le planimetrie dei monas teri tro-verà nelle loro indiscutibili somiglianze strutturali, la presenza dilegislazioni e motivi spirituali e materiali che li acco m u n a n o .

La “Regula Sancti Benedicti” offre subito una parziale ma indica-tiva spiegazione1. È facile infatti trovarvi il seme di un programmacostruttivo in cui si stabilisca lo svolgimento del lavoro di comuni-tà, sia che vi si regolino le ore di preghiera, di svago o di riposo. Ènoto che S. Benedetto amava tracciare egli stesso la pianta di alcu-ni monasteri, come per il convento di S. Stefano a Terracina, perp o ter stabilire il luogo dell ’ o r a torio, del refettorio, della Chiesa,degli ospiti e via dicendo; le testimonianze che attestano l’esisten-za di disposizioni co s t ruttive part i colari per i monas teri sononumerose2. Non stupisce allora che anche la composizione dei varicomplessi monastici presenti una certa uniformità planimetrica.

Quali fossero le primarie necessità abitative di queste co m u n i t àè facile da comprendere: un luogo dove Ab a te e monaci pote s s e r oriunirsi, cioè una sala detta “Sala del Capitolo” spesso ricavata lungoun braccio del chiostro e vicina alla sagrestia, vasta, e sov e n te qua-drata o poligonale, co m u n i c a n te col chiostro attraverso una port ae larghe finestre dalle quali i religiosi conversi potevano seguire leriunioni più importanti. Un doppio ordine di banchi circo n d ava ilseggio dell’Abate posto al centro verso il fondo della sala._______________

1 “Regula S. Benedicti” cap. XLVIII; cap. XLIII e cap. XLVII.2 M. AUBERT, L’Architecture Cistercienne en France, Paris, 1947.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 97

Page 98: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

98

LUISA TAVANTI CHIARENTI

“Il Chiostro”, la cui origine romana è stata già accennata, funge-va da centro di raccordo tra gli ambienti principali della vita mona-stica quali la Chiesa, il Re f e t torio, il Ca p i tolo ed il Dormito r i o ;quasi sempre quadrato o rettangolare, si appoggiava ad un lato del-la Chiesa ed era un elemento caratteristico di espressione dell’ac-cordo spirituale e temporale del monastero.

“La Chiesa” era co s t ruita nel punto più alto del terreno sce l to; ilr e f e t torio e le estreme co s t ruzioni dei monaci e dei conversi, nelp u n to più basso; ciò dete r m i n ava la posizione a nord della chiesa ea sud del chiostro. Quindi non la Regola, né l’epoca, né la religione,né il clima o la derivazione da case-madri, spiegano la posizione delchiostro rispetto alla chiesa, ma solo l’obbligo di disporre i vari ele-menti secondo una determinata posizione in relazione alla chiesas tessa e vi inte rveniva sicuramente la configurazione stessa dei luo-ghi e la necessità di disporre le canalizzazioni dell’acqua.

Anche la Sagrestia , molto grande, si affacciava sul chiostro e suun braccio del transetto della chiesa con annessa la “camera del teso -ro” dell’Abbazia.

Il “Refettorio” si allungava, fino alla metà del secolo XII, lungo illato del chiostro opposto alla chiesa e non vi era posto allora ancheper un ambiente dove i monaci copiassero i manoscritti; solo nelXIII secolo, quando la Regola divenne meno austera, potendo imonaci dedicarsi al lavoro intellettuale, si decise una sala di lavo-ro distinta, ed il refettorio fu disposto perpendicolarmente al latodel chiostro. Era una sala allungata grande e chiara, illuminata daalte finestre e talvolta divisa in senso longitudinale da una serie dicolonne disposte a sostegno della co p e rtura con addossata all ap a r e te la cattedra o il piccolo pulpito del lettore ed in fondo, latavola dell’Abate.

Il “D o r m i t o r i o” era situato sopra la sala del capitolo e sopra ilprolungamento del transetto col quale comunicava spesso tramiteuna scala. La sua superficie era divisa da un largo corridoio centra-le sul quale si af f a c c i avano le ce lle dei monaci la cui dimensione

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 98

Page 99: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

99

TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE DEGLI ORDINI MONASTICI

media era di 2m.x1,80, poiché l’iniziale antico dormitorio comunefu presto sostituito da quello a ce lle distinte, ad eccezione deicistercensi che tornarono nell’XI sec. alla regola rigida del dormi-torio unico. I frati avevano un dormitorio simile a quello dei Padri,situato sullo stesso piano lungo il lato ovest del chiostro

“L’infermeria” solitamente collocata in luogo appartato e nel latosud più soleggiato, comportava un certo numero di camere per imalati ed una cappella a parte.

“La Fo r e s t e r i a” costituiva un padiglione distaccato co m p r e n d e n tele camere, i dormitori, il refettorio, la cucina, alcune sale di riunioneed un giardino e tutti i locali necessari ad albergare gli ospiti laici.

A tutto l’insieme, si aggiungevano magazzini e dispense vicinoalle cucine e costruzioni molto estese per l’attività agricola.

In disparte, in luogo romito facente parte della proprietà, nonmancava naturalmente il piccolo cimitero dei monaci.

I primi monas teri sorsero in Oriente, nelle “La u r e” sparse neid e s e rti d’Egitto o in Siria tra il IV e il V sec. d.C. ed erano sologruppi di grotte o capanne riunite attorno a quella dell’anacoretadi maggiore risonanza. Ma forse il più antico, che meriterebbe unampio discorso a parte, è il monastero di Qumran nel deserto diGiuda sulla riva nord-occidentale del Mar Morto, i cui resti sonodatabili tra il II sec a. C ed il 135 d.C.

Il monastero orientale mostra un’architettura variegata ed irre-golare, affatto metodica, e specie in Siria era costituito da una cap-pella attorniata da edifici di residenza che non rispondevano ad unpreciso piano costruttivo (fig. p.356 in alto).

Le teorie sulle origini del monastero occidentale sono molte: siache lo si voglia far derivare dall’ “atrium” delle basiliche cristiane;sia dalla “villa rustica” romana descritta da Vitruvio come una gran-de corte con cucina disposta ai lati; sia dalla ricca “domus romana”per la somiglianza dell’ “atrium” con il chiostro, del “tablinium” conla sala capitolare e dei dormitori con i “ cubicola”padronali.

Dobbiamo però arrivare fino al periodo medievale per trovare

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 99

Page 100: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

100

LUISA TAVANTI CHIARENTI

nei monas teri espressioni co m p i u te che sono giunte pressochéintatte sino ai nostri giorni.

Uno sviluppo ulteriore dell ’ a r c h i tettura monastica si ebbeattraverso la diversificazione dei vari ordini monastici : la raziona-lità cistercense, la grandiosità certosina, le innovazioni degli ordi-ni mendicanti, la maestosità della Controriforma.

I Cistercensi adattarono per le loro costruzioni lo schema bene-d e t t i n o - c l u n i a cense a cui diedero un’ impronta spiccatamenterazionale e severa, tipica della loro co n cezione di vita. I variambienti, tutti regolarmente modulati sulla base delle campateq u a d r a te imposte dalla co p e rtura a crociera, assunsero ognunouna ben definita connotazione che ne rendeva evidente subito lafunzione. I corpi di fabbrica erano tutti rigidamente rettangolari,con contrafforti in corrispondenza degli angoli delle crociere, mala cucina venne staccata dal resto del complesso per prev e n i r epericoli d’incendio (fig. p.359 in alto).

La sala capitolare assunse una grande importanza e la Chiesaav eva absidi e transetti sempre a terminazione rigorosamentepiatta.

Il campanile poi venne abolito e sostituito da una torre impo-stata sul tiburio, così che lo stesso celebrante potesse manovrare lecorde delle campane (fig. p. 358 in basso).

I Certosini diedero vita ad un tipo di monas tero molto part i co l a-re, sempre di grandi dimensioni, bas a to su due chiostri: uno minore,i n to rno al quale si distribuivano tutti i locali comuni che erano pochie di dimensioni ridotte, poiché i monaci erano soggetti ad una rigo-rosa clausura che limitava persino le funzioni religiose co m u n i t a r i e ;ed un chiostro maggiore, into rno al quale erano disposte le singolecasette con orto, ognuna abitata da un religioso (fig. p. 358 in alto).

I nuovi ordini nati nel Duece n to come ordini mendicanti, modi-ficarono profondamente il co n ce t to di vita monastica. Il loro sco-po era di portare la Parola di Dio alla massa della popolazione.C o s t ruirono perciò nelle città i loro insediamenti, che chiamarono

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 100

Page 101: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

101

TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE DEGLI ORDINI MONASTICI

“c o n v e n t i” cioè luoghi di riunione e non più monas teri che eranoluoghi di isolamento, sacrificando la regolarità dell ’ i m p i a n to all eesigenze dei fr as t agliati lotti cittadini e modificarono moltissimo laChiesa in funzione della loro attività principale: la predicazione.

La Chiesa assunse allora una forma cosiddetta a “croce commissa”,cioè a “T”, con numerose cappelle sul fondo, per consentire a tut-ti i “fratres” di celebrare la S. Messa giornaliera. La Chiesa dovevaessere vasta, e il più possibile senza pilastri o altri ostacoli cheimpedissero ai fedeli di vedere e sentire comodamente il predica-tore: perciò fu prediletta la pianta a navata unica o con radi pila-stri individuanti campate di grande dimensione. La co s t ru z i o n eera comunque semplicissima e rinunciava spesso alle volte in favo-re della leggerezza e della possibilità di affrescare le pareti con sog-getti didattici o con la “Biblia Pauperum” (fig. p. 359 in basso).

I numerosi ordini nati dalla Controriforma, prima tra tutti laC o m p agnia di Gesù, ma anche gli Oratoriani, i Cappuccini, iCamaldolesi con la loro “Re n ovatio” della Regola primigenia, laCongregazione benedettina di Santa Giustina, nonché chiericiregolari con finalità riformatrici come i Teatini, i Barnabiti, iSomaschi e le Orsoline, diedero alle loro “Case”, come le chiama-vano, e ai loro conventi, impianti assai diversi e molto v a r i a t i ,anche se pur sempre basati su uno o più chiostri into rno a cuid i s p o r r e i vari corpi di fabbrica. Elaborarono però un tipo di Chie-sa molto peculiare che tramite loro si diffuse in tutti i continenticon caratteristiche sostanzialmente inalterate: pianta a croce lati-na, navata unica con copertura prevalentemente a botte, cappellelaterali collegate da passaggi interni, ampia abside a catino. Diede-ro inoltre vita al tipo del “c o l l e g i o”, cioè alla scuola inte rna in cuierano istruiti i giovani delle classi dominanti di cui questi ordini siassunsero la formazione (fig. p.360).

Tu t te queste tipologie archite t toniche degli ordini monas t i c i ,pur nelle loro specifiche differenziazioni, hanno dato vita all ’ i m-menso patrimonio dell’architettura monastica italiana ed europea

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 101

Page 102: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

102

LUISA TAVANTI CHIARENTI

che non ha avuto e non ha certo minor peso nella storia dell’archi-tettura e dell’arte di quella ecclesiale in generale.

Moltissime delle novità architettoniche, decorative e costrutti-ve di questi insediamenti, sorti esclusivamente a gloria di Dio ed acelebrazione della fede e della creatività umana, sono state poi dim o d e llo per l’evoluzione dell ’ a r c h i tettura civile. Hanno inoltrecreato innovazioni e stili diversi che sono divenuti dominanti nel-la storia dell ’ a rte per secoli interi, e soprattutto sono serviti adessere sedi privilegiate di straordinarie opere d’arte pitto r i c h e ,s c u l toree, di arredi sacri preziosi, cicli meravigliosi musivi o inaffresco che fanno parte oggi di quel 75% di tutti i tesori d’arte cheabbiamo il privilegio e la fortuna di trovare in terra italiana, e chevanno as s o l u t a m e n te promossi, conosciuti ed amorev o l m e n tecustoditi per le generazioni future.

Bibliografia essenzialeL. GRASSI, Storia e cultura dei monumenti, Società Editrice Libra-

ria, Milano 1960.J. LENZENWEGER - K. A. - STOCKMEIER R. ZINNHOBLER, Storia del -

la Chiesa Cattolica, San Paolo, Cinisello Balsamo 1988.T.C.I., Ab bazie e Monasteri d ’ It a l i a, Touring Editore, Milano

1996.

Luisa Tavanti ChiarentiOblata

Monastero di santa Francesca Romana(Abbazia di Santa Maria Nova)

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 102

Page 103: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

103

ABSTRACTS

Abstracts

Dopo il discorso generale sul concetto di monachesimo ed arte e laloro indiscussa reciproca influenza, il punto di partenza per parlaredell’arte monastica avviene al momento del costituirsi dei cenobi. Lenecessità di riparo, di preghiera e di lavoro, scandite da precise rego-le e da spazi destinati ad una vita comunitaria, ha dete r m i n a to lanascita di “organismi monastici” che si sono modificati e perfeziona-ti nel tempo, ma che sempre, fino ad oggi, mostrano una matricecomune sia planimetrica che architettonica.

La Regula Sancti Benedicti, la prima a codificare l’architettura mona-stica in occidente, influenzerà fino ai nostri giorni ogni tipo di abba-zie, conventi, monasteri e ‘case’ dei più svariati ordini religiosi, alme-no in quelli che sono i comuni moduli fondamentali in cui si svolge lagiornata monastica, poi arricchiti o modificati per i cambiamenti sto-rici e per i caratteri peculiari di ciascun ordine.

* * *Après une vue d’ensemble sur les notions de monachisme et d’art

et de leur relation réciproque, le point de départ pour parler de l’artmonastique est représenté par la constitution des coenobia. La néces-sité de refuge, de prière et de travail, marquée par des règles préciseset par des espaces destinés à la vie communautaire, a fait naître des‘organismes monastiques’ qui se sont modifiés et perfectionnés avecle temps. Ceux-ci ont toujours gardé un plan et une architecture com-mune. La Regula Sancti Benedicti, la première à avoir codifié l’architec-ture monastique en Occident, a exercé son influence sur abbayes,couvents, monastères et ‘maisons’ des ordres religieux les plus variés- ceux, du moins, qui ont en commun un même modèle de journ é em o n astique, avec les enrichissements ou les traits distinctifs dechaque ordre à chaque époque.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 103

Page 104: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

104

ABSTRACTS

* * *After the general discussion on the concept of monasticism and art

and their undisputed reciprocal influence, the point of departure forspeaking of monastic art arrives at the moment of the constructionof the cenobium. The necessities of shelte r, of prayer and of wo r k ,taken from precise rules and from spaces geared to community life,have determined the birth of ‘monastic organisms’ which have beenmodified and perfected in time, but which always, even until to d a y,demonstrate a common matrix, as practical as it is archite c t u r a l .

The Rule of St. Benecict, the first to codify monastic architecture inthe West, will influence up to our days every type of abbey, convent,monastery and ‘house’ of the most varied religious orders, at least inthose things which are the common fundamental modules in whichthe monastic day unfolds, then enriched or modified by the historicalchanges and by the particular characteristics of each order.

* * *Después del discurso general sobre el co n ce p to de monaquismo y arte

y la discusión sobre su recíproca influencia, el punto de comienzo parahablar del arte monástico viene en el momento de constituirse los ce n o-bios. La necesidad de alojo, de oración y de trabajo, distribuidas por pre-c i s as reglas y por espacios destinados para el nacer de “organismos monás-t i cos” que fueron modificados y perfeccionados en el tiempo, que has t ahoy han mostrado una matriz común sea en la planimetría y en la arqui-tectónica. La Regula Sancti Benedicti, la primera que codifica la arquite c t u-ra monástica en occidente, influenciará hasta nuestros días todo tipo dea b a d í as, co n v e n tos, monas terios y ‘c as as’ de la amplia gama de ordenesreligiosos, por lo menos en aquello que representa los módulos co m u n e sque son el fundamento en los cuales se desarrolla la jornada monástica,después enriquecidos y modificados por los cambios históricos y por losc a r a c teres peculiares de cada uno de las órdenes.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 104

Page 105: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

105

TESTATINA SX : TITOLO ARTICOLO

Celso Bidin

NELLO DI MINO TOLOMEIEminenza sociale e politica familiare

Abbiamo già nel passato sottolineato che Nello di Mino Tolo-mei, fratello minore del Beato Bernardo, è il personaggio che nel-la compagnia familiare restituisce appieno il significato dell’impe-gno diffuso verso l’istituto podestarile e l’ufficio di capitanato ,come uno sforzo elev a to e continuo che dà anche una misura dispecializzazione e di affermazione personale.

Come Nello possa senz’altro essere considerato l’esponente piùconosciuto, che fece della funzione pubblica lo strumento princi-pale del suo prestigio e della sua ricchezza, lo ricaviamo non solod a lla lunga carriera e dai luoghi dove svolse la sua azione, mas o p r a t t u t to da un’opera d’arte da lui commissionata e probabil-mente da lui pagata che è: la Maestà di Lippo Memmi del PalazzoPubblico di San Gimignano.

Se già da più di quindici anni, dal 1300, Nello si alternava nellasignoria di diverse comunità, nel secondo semestre del 1317 ricoprìla carica di podestà e dal giugno a dicembre del 1318 anche quelladi Capitanato del Popolo a San Gimignano.

Nei diciotto mesi di presenza a San Gimignano con la co n te m p o-ranea frequentazione politica nel Palazzo comunale di Siena, av e n d osempre davanti agli occhi la Maestà di Simone Ma rtini da poco rea-lizzata, Ne llo volle emulare quanto ammirava nella sua città impe-gnandosi a realizzarne una anche a San Gimignano, lasciando impe-ritura testimonianza del suo operato nella città dalle belle torri.

La Maestà di Simone Ma rtini era ce rt a m e n te un esempioimprescindibile e co n d i z i o n a n te, per le sue vistose novità d’arte ,per il suo fascinoso aspetto profano, per la sua pubblica destina-zione e Ne llo, stimolato da tutto ciò, si propose come una sfida

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 105

Page 106: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

106

CELSO BIDIN

con se stesso, incaricando Lippo Memmi di realizzare una Maestàanche per il Palazzo Pubblico di San Gimignano dove lui era Capi-tano del Popolo1.

La commissione della Maestà, partiva quindi dallo spirito diemulazione per la grande impresa senese e dal fascino esercitatodalla accecante bellezza dell’opera di Simone Martini.

E’ proprio verso la fine del suo incarico a San Gimignano, cheNe llo, il 6 dicembre inte rvenendo a Siena nel dibattito, dopo la co n-giura del 1318, propose che il consiglio non prendesse in esame laquestione del cambiamento della signoria, ma co n f e r m asse eda p p r ov asse che l’ufficio dei Nove dovesse essere retto e gov e rn a to“per gentem mediam”, come era stato ben gov e rn a to in prece d e n z a .

Nello che rappresentava ufficialmente i Tolomei si schiera aper-t a m e n te, di fr o n te al potere e alla città, con l’oligarchia nov e s c aoffrendole un forte sostegno.

Possiamo pensare che l’af f i d a m e n to della realizzazione dell ’ o-pera a Lippo fu certamente la soluzione naturale, nel senso che sico n t i n u ava in sostanza a servirsi della bottega memmiana, il cuivecchio capomaestro Memmo di Filippuccio aveva tenuto l’inca-rico di pittore civico per lungo tempo, diffondendo in questo cen-tro la moderna cultura giottesca.

Se diversi sono i criteri di dipendenza di Lippo dal modello diSimone, come per la tecnica pittorica di sottilissimi filamenti del-le barbe, come la replica di puntigliosa meticolosità per l’effettoefficace nel raffronto tra la barba incolta del San Niccolò di Lippoe il San Pietro di Simone, anche motivi tecnici, come gli incarnatidelle figure di Lippo che ancora oggi si conservano perfettamenteconservati e ammirevoli per il loro aspetto di forte compatte z z a ,pur manifestando significative eccezioni, provano comunque lastretta aderenza di Lippo alla lezione martiniana._______________

1 Una riproduzione della Maestà di Lippo Vanni si trova in questo numerode l’Ulivo, p.346

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 106

Page 107: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

107

NELLO DI MINO TOLOMEI

L’aspetto che mi sta a cuore sottolineare e quindi, per me piùimportante in questa opera, è certamente la raffigurazione del per-s o n aggio sto r i co di Ne llo di Mino Tolomei, e quindi non solo latecnica di esecuzione del mezzo fresco nella ricerca di un maggio-re senso di verità e di ineffabile tenerezza della stesura pittorica,q u asi un disegno preparatorio finissimo e perfettamente chiaro-s c u r a to, quanto l’osservazione del volto intenso e co m p o s to diNello di Mino Tolomei, che possiede un grado di elaborazione chesi direbbe realizzato grazie a riprese dal vero, per i marcati trattiindividualizzanti che permettono di ritenerlo un esempio fra i piùantichi della ritrattistica in pittura.

Nella raffigurazione della Maestà di Lippo Memmi nel Palazzopubblico di San Gimignano contemplando il vero ritratto di Nel-lo Tolomei possiamo per affinità immaginarci le caratte r i s t i c h esomatiche anche del fratello Giovanni.

Fu certo il magistero di Simone, anche per questo aspetto, a for-nire a Lippo gli strumenti per un indagine di una fisionomia rea-le, infatti la compostezza e la perfetta rappresentazione di profilodel ‘ritratto’ di re Roberto di Simone può essere stato certamentel’immediato precedente del ‘ritratto’ di messer Tolomei.

Un’ultima osservazione, che poi può risultare sto r i c a m e n te la piùn u ova e import a n te, è la sottolineatura che nella impareggiabile Ma e-stà di Lippo Me m m i il co m m i t te n te Ne llo Tolomei viene presentatoa lla Regina del cielo, Maria santissima, da San Ni c colò, che con lamano sinistra sembra sostenere e dolce m e n te avvicinare verso il ce n-tro il suo as s i s t i to e ha nella destra un pregevole cartiglio che formu-la la preghiera di intercessione e di protezione per il suo devoto.

Perché è raffigurato San Niccolò? Sappiamo con certezza che laC o m p agnia di Gesù Crocifisso, della quale come è elencato nelcodice I.V.22 della Biblioteca Comunale di Siena (al foglio n. 14r, 2°colonna linea 20) faceva parte anche Nello di Messer Mino, oltreGiovanni, poi Bernardo e altri fratelli.

Sappiamo appunto con certezza che all’inizio la Compagnia di

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 107

Page 108: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

108

CELSO BIDIN

Gesù Crocifisso aveva sede nella Chiesetta di San Niccolò, primadi trasferirsi sotto le volte dell’Ospedale, e quindi Nello anche nel-la sua Maestà si fa ritrarre vicino alla Vergine, memore della suadevozione coltivata e nutrita già dalla sua giovinezza, fra i devoticonfratelli della Compagnia di Gesù Crocifisso in San Niccolò.

Questa supposizione, se ritenuta fondata oltre che verosimile,proverebbe che anche il Beato Bernardo che pure faceva parte del-la Compagnia di Gesù Crocifisso, per diverso tempo, ha ce rt a-m e n te fr e q u e n t a to e praticato le sue devozioni nella chiesina diSan Ni c colò, per poi passare ed essere attivo co ll a b o r a tore dell aCompagnia sotto le volte dell’Ospedale.

Il te s to in latino della preghiera che è scritta nel cartiglio espostoda San Ni c colò come presentazione orante alla Vergine Maria dice :

«Salve Regina, mundi mater Dei, quae sine pena peperistiChristum, Vobis commendo devotum infrascriptum Nellumdomini Mini Talomei, in ulnis vestris rogo amore mei. Ut pla-cet vobis suscipere istum et inter santos vestros esse mistumangelos patriarcas Dei»2.

La certezza della data del 1317, se pure riscritta dal Gozzoli, tro-va però conferma in un documento di quell’anno stesso “si dipin-sero le figure del palazzo cioè nella sala del consiglio del popoloper Memmo pictore e Lippo suo figliuolo” per 28 fiorini. Sappia-mo d’altra parte che la citazione di Memmo non indica la sua par-tecipazione all’esecuzione, ma piutto s to la garanzia del ‘pitto r ecivico’ per il figlio, dal momento che Lippo non era ancora mag-giorenne. Infatti l’iscrizione alla base alla base della pittura porta_______________

2 «Salve regina del mondo, madre di Dio che, senza dolore, avete generatoCr i s to. Affido il dev o to Ne llo Tolomei, nominato più in basso, alle vostrebraccia. Vi chiedo, per mio amore, che vi piaccia di riceverlo e che egli siariunito ai santi uomini, agli angeli ed ai patriarchi che vivono per Dio»

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 108

Page 109: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

109

NELLO DI MINO TOLOMEI

soltanto il nome di Lippo e non risulta affatto manomessa. L’iscri-zione sulla cornice della Maestà costituisce quindi anche la provadocumentaria che nel secondo semestre del 1317 Nello fu allo stes-so tempo Podestà e Capitano del Popolo.

È ce rto che la scelta dei santi raffigurati e venerati a Siena fuvoluta dal senese Nello Tolomei che volle soprattutto essere ritrat-to sotto la protezione di san Ni c colò per i motivi che abbiamoappena illustrato.

Celso BidinMonaco benedettino di Monte Oliveto

Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 109

Page 110: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

110

ABSTRACTS

Abstracts

Nello Tolomei – fratello del fondatore di Monte Oliveto – seguen-do ancor giovane le orme del padre Mino nella funzione pubblica diPodestà e di Capitano del popolo a San Gimignano dal secondo seme-stre 1317 al primo semestre 1318 restituisce alla compagnia familiaredei Tolomei la misura più alta di specializzazione e affermazione per-sonale, mentre il fr a te llo Bernardo viveva nell’umiltà della grotta diAcona.

Come nel palazzo pubblico di Siena dal 1315 risplendeva la Maestà diSimone Ma rtini, così nel 1317 Ne llo a San Gimignano volle far realizza-re da Lipo Memmi una Maestà in quel palazzo dove lui era Po d e s t à .

Il ritratto dal vero di Nello Tolomei per le caratteristiche somati-che delineate ci rappresentano un volto che per affinità è certamenteil più vicino e familiare al volto del fondatore di Monte Oliveto il Bea-to Bernardo Tolomei.

* * *

Ne llo Tolomei – frère du fondateur de Mo n te Oliveto- suivit lestraces de son père Mino: encore jeune, il remplit la fonction publiquede Po d e s t à et de Capitaine du Peuple à San Gimignano, entre ledeuxième semestre de 1317 et le premier semestre de 1318. Ce succèspersonnel de Ne llo renforçait le prestige de la co m p agnie familialedes Tolomei, alors que, à ce moment même, son frère Bernard vivaitdans l’humilité de la grotte d’Accona. Depuis 1315, la Maestà de LipoMemmi resplendissait dans le palais publique de Sienne. Nello recou-rut alors au même Lipo Memmi pour qu’il réalise une Maestà dans lepalais dont il était le Podestà, en 1317. Dans celle-ci, se trouve le por-trait de Nello Tolomei, un visage qui certainement rappelle celui dufondateur de Monte Oliveto, le Bx. Bernardo Tolomei.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 110

Page 111: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

111

ABSTRACTS

* * *Ne llo Tolomei, – brother of the founder of Mo n te Oliveto – fol-

lowing while still young in the footsteps of his father Mino in the pub-lic function of Podestà and of Captain of the People at SanGimignano from the second half of 1317 to the first half of 1318,restored the highest measure of specialization and personal affirma-tion to the family company of the Tolomeis, while his brotherBernard lived in the humility of the grotto of Acona.

As in the public palace of Siena from 1315 the Majesty of SimoneMartini shines, so in Nello at San Gimignano wants to have realizedby Lipo Memmi a Majesty in that palace where he was Podestà.

The true portrait of Nello Tolomei by the physical characteristicsd e l i n e a ted represents for us a face which by affinity is ce rt a i n ly thenearest and most familiar to the face of the founder of Monte Olive-to, Blessed Bernard Tolomei.

* * *Ne llo Tolomei, – hermano del fundador de Mo n te Oliveto –

siguiendo en su junentud las huellas de su Padre Mino en la funciónpública del poder y de Capitán del pueblo en San Gimignano desde elsegundo semestre de 1317 al primer semestre de 1318, restituye a lacompañía familiar de los Tolomei la medida mas alta de especializa-ción y afirmación personal, mientras el hermano Bernardo vivía en lahumildad de la gruta de Acona.

Como en el palacio público de Siena desde el 1315 resplandecía laMajestad de Simón Ma rtini, así en el 1317 Ne llo a San Gi m i g n a n oquiere hacer realizar por Lipo Memmi una Majestad en aquel palaciodonde él ejercía el poder.

Il retrato verdadero de Nello Tolomei por las características somá-ticas delineadas nos representan un rostro que por la afinidad es cier-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 111

Page 112: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

112

CELSO BIDIN

t a m e n te el más cercano y familiar al rostro del fundador de Mo n teOliveto, el Beato Bernardo Tolomei.

Roberto Donghi

UNA INEDITA PREGHIERA DEL SEICENTOAL BEATO BERNARDO TOLOMEI

La venerazione verso il proprio fondatore è sempre rimasta vivatra i monaci benedettini di Monte Oliveto fin da quando egli eraancora in vita. Basti pensare alla sua rielezione come abate alla sca-denza annuale del mandato, contrariamente alla norma allora sta-bilita, e questo per ben ventisette anni, fino alla sua morte, avve-nuta a Siena nel 1348. Anzi con un atto di estrema fiducia, duran-te il capitolo generale del 4 maggio 1347, i monaci davano pienafacoltà all’abate Bernardo Tolomei di disporre e decidere qualsia-si cosa riguardo la vita del monas tero di Mo n te Oliveto e dell aCongregazione senza dover previamente consultare il capitolo e ifr a te lli, con questa motivazione: “Confidando pienamente che acausa della sua santità egli non si allontanerà né dalla volontà diDio né dalla salvezza delle anime dei suoi fratelli e figli”1.

Anche Antonio da Barga nella sua Cronaca, scritta verso il 1450,non esita a definire Bernardo “uomo veramente mirabile e santo”2,

_______________

1 Il testo completo, in traduzione italiana, è riportato in I PADRI OLIVETA-NI, Per una rinnovata fedeltà. Fonti olivetane. I più importanti documenti, le più anti -che cronache e le più rilevanti testimonianze letterarie. Introduzione, traduzione enote a cura di Cecilia Falchini, Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose, Magna-no 2003, pp. 95-96. Per il testo latino: Regardez le rocher d ’où l’on vous a taillés.Documents primitifs de la Congrégation Bénédictine de Sainte Marie de Mont-Olivet,Abbaye de Maylis 1996, pp. 118-123. (Studia olivetana, 6)2 Fuit enim per omnia vir valde mirabilis et sanctus. Cf. I PADRI OLIVETANI, op. cit.,p.198; Regardez le rocher, op. cit., p. 258.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 112

Page 113: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

113

UNA INEDITA PREGHIERA DEL SEICENTO AL BEATO BERNARDO TOLOMEI

mentre la successiva C r o n a ca della Cancelleria dedica un inte r oparagrafo alla santità di Bernardo e dei suoi primi compagni, ter-minando il racconto della sua vita con una preghiera molto bella,forse la più antica tra quelle rivolte al beato fondatore, invocatocome “dolcissimo padre e amico di Dio”, a cui viene chiesto di con-tinuare ciò che ha così bene istituito perché i suoi figli spirituali“che attraverso l’evangelo di Cr i s to ha generato e parto r i to […]abbondino al presente della grazia divina, e in futuro della gloria”3.

Tuttavia soltanto dopo più di due secoli dalla sua santa morte, ilc u l to ab immemorabili a lui prestato, ha ricev u to l’approv a z i o n eufficiale della Chiesa, con un decreto della S.Congregazione deiRiti del 25 novembre 1644 e successivamente, un breve di Clemen-te X del 30 agosto 1673, concedeva ai monasteri della Congregazio-ne Olivetana e alle Oblate di Tor de’ Specchi in Roma, la celebra-zione della messa e dell’ufficio divino in suo onore, dal “Comunedi un confessore non pontefice”. Testi propri per la celebrazioneeucaristica e per la liturgia delle ore saranno composti e approvatidalla competente autorità nel secolo successivo4.

Il rico n o s c i m e n to del culto del beato Bernardo e l’avvio dell aCausa per la sua canonizzazione nel sec. XVII, av eva fav o r i toanche la diffusione dell’iconografia relativa, che una prima ricercaiconografica, anche se non esaustiva, effettuata nel VII centena-rio della sua nascita, ha segnalato come “una preziosa co n f e r m ad e ll’amore e del culto riserv a to dai monaci di Mo n te Oliveto al

_______________

3 Dulcissine pater et amice Dei. Cf. I PADRI OLIVETANI, op. cit., p. 303; Regardezle rocher, op. cit., p. 402-403.

4 P. LUGANO, La causa di canonizzazione del beato Bernardo Tolomei Fondatore deimonaci benedettini di Mo n t o l i v e t o, in “Rivista Storica Benedettina”, 17 (1926),pp. 204-289.

5 G. BRIZZI, Iconografia del b. Bernardo Tolomei. Prime ricerche, in AA. VV., Sag -gi e ricerche nel VII centenario della nascita del b. Bern a rdo Tolomei (1272-1972),Monte Oliveto Maggiore 1972, pp. 131-180 (Studia olivetana, 1).

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 113

Page 114: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

114

ROBERTO DONGHI

loro padre e fondatore”5.Tra le testimonianze di questa venerazione si inserisce una inedi-

ta preghiera in forma di meditazione, composta nella prima metà delS e i ce n to e quindi prima del rico n o s c i m e n to ufficiale del suo culto ,da don Mauro Puccioli da Pe rugia, monaco olivetano nel monas te r odi Mo n te Morcino, che si legge in un suo manoscritto auto g r af o ,co n s e rv a to nell’Archivio dell ’ Abbazia di Mo n te Oliveto Magg i o r e6.

L’autore

Mauro Puccioli nacque a Perugia il 21 dicembre 1562. A undicianni entrò nel monastero olivetano di santa Maria di Monte Mor-cino nei pressi della sua città, dove rivestì l’abito monastico il 25marzo 1574 ed emise la professione il 21 marzo 1579. Tr as corso ilperiodo di formazione nei monasteri di Monte Morcino di Peru-gia, di Monte Oliveto di Napoli e di Monte Oliveto Maggiore, fuo r d i n a to sace r d o te nel 1586. Esercitò l’incarico di maestro deinovizi nei monasteri di san Cristoforo a Lodi (1590-1591), dei san-ti Angelo e Nicolò a Villanova di Lodi (1594-1597) e di Monte Oli-v e to Maggiore (1600-1602). Sentendosi chiamato a una vita dimaggiore solitudine, pensava di ritirarsi tra gli eremiti di Camal-doli, ma ne fu dissuaso dai suoi superiori. Nel 1607 rito rnò nelmonastero di Monte Morcino a Perugia dove visse fino alla morte,per più di quarant’anni, attendendo all’accoglienza di quanti, reli-giosi e laici, rico r r evano a lui per la direzione spirituale, per ils a c r a m e n to della riconciliazione o per un semplice co n s i g l i o .Dopo lunga e penosa malattia che lo costrinse a letto per due anni,morì il 20 settembre 1650. Diffusasi la notizia della sua morte ,_______________

6 Per una descrizione del ms. e del suo contenuto cf. R. DONGHI, Esortazio -ni ai novizi di Mauro Puccioli da Pe rugia (+1650), in Mo n a s t i ca et Hu m a n i s t i ca.Scritti in onore di Gregorio Penco O.S.B., Cesena, Badia di Santa Maria del Mon-te, 2003, pp. 491-501 (Italia Benedettina, 23).

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 114

Page 115: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

115

UNA INEDITA PREGHIERA DEL SEICENTO AL BEATO BERNARDO TOLOMEI

molta gente, non solo dalla città di Perugia, ma anche da Assisi eda Foligno, si riversò nella chiesa del monastero e una folla immen-sa partecipò, tre giorni dopo, ai suoi funerali “che ciascuno dicevanon concorrere tanta gente alla Madonna degl’Angioli per il per-dono d’Assisi”, come è scritto in una sua biografia inedita7. Fusepolto nella chiesa del monastero in una cappella laterale, ma nel1790, quando i monaci si trasferirono nel nuovo monastero in cit-tà, nel rione di Porta S.Angelo, trasferirono anche i suoi resti mor-tali, rinvenuti in questi ultimi anni, con un suo ritratto a olio e l’i-scrizione sepolcrale, a seguito dei lavori di restauro eseguiti neilocali attigui alla chiesa dell ’ e x - m o n as tero olivetano di Mo n teMorcino Nuovo, ora sede dell’Università degli studi di Perugia.

La preghieraLa struttura della preghiera al beato Bernardo, come è ben ev i d e n-

z i a to dal titolo, segue il metodo già usato dall ’ a u tore nelle meditazio-ni sulla Regola di san Benedetto, gli “Essercitii Regolari”, co n te n u ten e lla prima parte del manoscritto. Come indicato dal sotto t i tolo del-le meditazioni, il suo inte n to, secondo il metodo della devotio moder -n a, già da tempo in uso anche nei monas teri benedettini, è “muov e r ela volontà e applicare l’af f e t to, et operatione di ciaschedun monacon e ll ’ o s s e rvanza di quella”, ossia della Regola.

Ne lla prima parte, rivolgendosi direttamente al beato Bern a r d o ,“padre degli Olivetani presenti, passati e futuri”, l’autore si doman-da come ringraziarlo per il dono della vocazione monastica e per ibenefici spirituali e materiali ricevuti nella Congregazione da luifondata. La risposta non può essere che quella di vivere “la buonavita, l’osservanza regolare, il profitto spirituale”. Consapevole che

_______________

7 In GIOVANNI ANTONIO ASPLANATI, Fragmenta de rebus olivetanis, ms. del sec.XVIII, conservato nell’Archivio parrocchiale di santo Stefano a Genova, pp.89-224._______________

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 115

Page 116: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

116

ROBERTO DONGHI

non sempre è stato così, formula il proposito di vivere con magg i o-re impegno la propria vita monastica, offrendo a tale scopo il sacri-ficio eucaristico in rendimento di grazie per la vocazione ricevuta, inriparazione per le mancanze commesse e in richiesta di una graziasovrabbondante per i meriti e l’intercessione dello stesso beato.

La seconda parte della preghiera si sofferma a considerare “labuona et esemplare vita” del fondatore, proponendola co m emodello da imitare per le sue virtù “come di huomo grave, piace-vole, benigno, dev o to, et ce tera; in se racco l to et inte r i o r m e n teoccupato”, soprattutto durante la celebrazione dell’ufficio divinoe della liturgia eucaristica. Ne consegue che non basta portare unabito particolare e abitare in un monastero, bisogna fare della pro-pria esistenza un sacrificium laudis, vivendo alla presenza di Dionell’ascolto incessante della sua parola, come la Vergine Maria, cheil nostro autore, citando Luca 2,51, propone al monaco co m emodello di ascolto e di ruminazione interiore. Con questo riferi-mento mariano, quasi facendo eco alle parole di Gesù a conclusio-ne del discorso d e lla montagna: “Non chiunque dice: Signore,Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà delPadre mio che è nei cieli” (Mt 7,21), la preghiera termina rico r d a n-do ancora una volta che non basta ritirarsi in monas tero e professa-re una regola, ma è necessario praticare quanto è stato promesso.

Presentando il beato Bernardo come modello da imitare, la pre-ghiera si inserisce nella tradizione monastica che vede nel ru o l od e ll ’ a b a te e a maggior ragione in quello del fondatore la presenza diCr i s to, anima vivente del monas tero, come afferma san Benedettonel capitolo secondo della Regola. Non è altro che l’eco fedele diuna devozione propria dell’epoca dei Padri in cui la pate rnità di Cr i-s to era venerata in quanto lui stesso era l’Im m agine del Padre suo.

_______________

8 M. OLPHE-GALLIARD, Fondatore. III. Aspetto ascetico, in Dizionario degli Isti -tuti di Perfezione, IV, Roma 1977, col. 102-108.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 116

Page 117: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

117

UNA INEDITA PREGHIERA DEL SEICENTO AL BEATO BERNARDO TOLOMEI

“ Imitare il fondatore significa riprodurre in seno alla comunità unafiliazione spirituale analoga a quella del Padre e del Figlio in senoa lla Tr i n i t à ”8. Anche i monaci olivetani, come in genere tutti gli isti-tuti religiosi, hanno sempre co n s i d e r a to il proprio fondatore co m euno specchio del Figlio di Dio, essendo lui stesso divenuto model-lo o forma dell’umanità con la sua In c a rnazione. Uno dei temi piùr i correnti nell ’ i co n o g r afia, il beato Bernardo in preghiera davanti alCr o c i f i s s o9, ne rappresenta indirettamente una conferma, come selo stesso beato volesse ripetere a tutti le parole dell ’ a p o s tolo Pa o l o :“ Fa tevi miei imitatori, come io lo sono di Cr i s to” ( 1 Cor 11,1).

Il testo della preghieraARCHIVIO ABBAZIA MONTE OLIVETO MAGGIORE,Cod. A 5, f. 317 r-v.

Essercitio nella memoria del servo di Dio Bernardo istitutore di questaReligione.

Iste Pater digne in memoriam vertitur hominum, qui ad gaudium trans -iit Angelorum (ut pie credimus) quoniam in hac peregrinatione solo corpo -re constitutus cogitatione, et avididate in illa aeterna patria conversatusest10; vinculis carnis absolutus, talentum sibi creditum Domino suo dupli -catum reportavit11.

Pa ter noste r, padre degli Olivetani presenti, passati e futuri, Pa d r emio Bernardo, al quale molto devo per l’habito della Religione, et altribeni in quella spirituali e temporali: per che come a capo di quella cre-

_______________

9 G. BRIZZI, op. cit., p. 133-134 e nota 13.10 Sermo Sancti Maximi Episcopi nel Commune Confessoris Pontificis, Lectio VII.

Cf. Breviarium Olivetanum, Venetiis 1610, p. 35 del Commune Sanctorum. EUSE-BIUS GALLICANUS, Collectio homiliarum, CCL 101 A, p. 601.

11 SCRIPTORES ORDINIS GRANDIMONTENSIS, Vita beati Hugonis Lacerta, CCM8, p. 206.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 117

Page 118: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

118

ROBERTO DONGHI

do siamo tutti numerati nel co s p e t to vostro, di tutti te n i a te memo-ria, e che nella visone beatifica vediate quello che si fa in questa vostraReligione, per quella facciate continua oratione, e la mia vocazionesia stata fatta con il consenso di Maria Vergine e vostro. Che gratiedunque per ciò vi devo dare? Le gratie principali deverebbero esseres t a te la buona vita, l’osservanza regolare, il profitto spirituale, checome religioso mi conveniva. Ma poiché non è stato così, non dev oper questo lasciare di rendere gratie alla Divina Maestà, a Maria Ve r-gine et a Voi padre mio. Oh quanti nel secolo, et in altre Re l i g i o n isariano vissuti meglio di me, e glorificato Dio, se fussero stati intro-dotti in questa Religione, et occasione che per ciò con ragione vip o te te lamentare di me.

Ma non per questo mi devo confondere, ma humiliarmi e pro-pormi l’integra osservanza regolare, con discendere a cose part i co-lari. N. N. Il santo Sacrificio che son per celebrare sarà nel co n s p e t-to di Dio, dopo l’honor debito, che in quello e con quello alla Divi-na Maestà si dà, sarà dico in rendimento di gratie per la vocatione,placatione per le trasgressioni, sodisfatione per le pene meritate, etsuplicatione per l’aiuto efficace, che per ciò tengo bisogno, et ubiabundat delictum, superabundet gratia De i1 2, la qual superabundantegratia efficace humilmente la dimando, e spero per i meriti, eti n te r cessione vostra o Beato Bern a r d o .

Laudemus viros gloriosos et parentes nostros in generatione sua. Ho m i n e sm a gni in virtute, et prudentia sua pra e d i t i. Qui de illis nati sunt (noi Olive-tani) r e l i n q u e runt nomen narrandi laudes eorum. Hereditas sancta nepoteseorum…filii propter illos usque in aeternum manent13. Per esser buonn e p o te, e legittimo figlio, mi conviene l’andarmi immaginando labuona et semplice vita vostra (B. Bernardo) come di huomo grav e ,p i a cevole, benigno, dev o to, et ce tera, in se racco l to, et inte r i o r m e n te

_______________

12 Rm 5,20.13 Sir 44, 1.3.8.12-13.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 118

Page 119: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

119

UNA INEDITA PREGHIERA DEL SEICENTO AL BEATO BERNARDO TOLOMEI

ben occupato. Tale devo, e vorrei esser io, e massime nel tempo deldivino officio, e santo Sacrificio. Ricorro a Voi padre per ciò, si co m eper voi ho hereditato luogo nel monas tero, et i beni te m p o r a l i .

Justus germinabit sicut lilium, è vero che a guisa di giglio vesto dibianco, ma non so se come quello rendo odore di buono essempio,o buona vita ante Dominum14.

Plantatus in domo Domini, in atriis domus Dei nostri15. Non mi pos-so lamentare, ma vi devo laudare per esser io stato trapiantato dal-la terra arida del secolo, nella fruttifera della religione, ma utinamcon frutto.

Se farò come voi faceste sarà gloria a Dio, soddisfatione a Voi,et utilità propria. Justus cor suum tradet ad vigilandum diluculo16. Dinotte, e la mattina in occuparmi in sante contemplationi, et esser-citii spirituali, dando la maggior parte del giorno ad Dominum, quifecit illum et in conspectu Altissimi deprecabitur17. Non per consuetudi-ne, ma con sentimento spirituale, la quale oratione fatta così, cau-sa la divina presenza per tutto il giorno, et in conseguenza virtù inogni cosa. Questa è la vita alla quale mi conviene aspirare per esse-re vostro buon figliolo, propostaci anco dal profeta: Quoniam cogi -tatio hominis confitebitur tibi, et reliquie cogitationis diem festum agenttibi18. Impetrami Beato Padre tal vita, che tale ancora la consideroin Maria Vergine Signora Nostra: Et mater eius conserv a bat omniaverba haec in corde suo19.

Vovete et reddite Domino Deo vestro, omnes qui in circuitu eius affertis

_______________

14 Cf. Os 14,6.15 Sal. 91,14.16 Sir 39, 6.17 Sir 39,6.18 Sal 75, 11-17.19 Lc 2,51.20 Sal 75,12.21 Sal 75,12-13.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 119

Page 120: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

120

ROBERTO DONGHI

munera20. M’avvedo benissimo che non basta il ritirarsi nel mona-stero e promettere la s. Regola per offerire il s. Sacrificio, ma osser-vare il mio instituto. Nam terribili, etc.21. Ora pro me.

Se bene non mi è lecito celebrare la s. Messa di questo servo diDio, et institutore di questa Olivetana religione in suo honorecome si fa ai santi, mentre la s. Chiesa non ne dà licentia. Po t r ònondimeno celebrarla pro gratiarum actione delli benficii fattili daDio. E perché abbiamo memoria che passasse da questa vita l’Ot-t ava della Assunta di Maria Vergine e la Messa della Madonna sidice pro gratiarum actione, come è notato nel Messale. Però etc.22.

Roberto DonghiMonaco benedettino di Monte Oliveto

Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

_______________

22 Solo il 30 agosto 1673 Clemente X, con il breve Apostolici muneris, conce-d eva di poter celebrare il 20 ag o s to la Messa e l’Ufficio divino in onore delbeato Bernardo Tolomei, per cui questa annotazione del Puccioli confermache la preghiera è stata composta prima di quella data. Cf. P. LUGANO, op cit.,p. 212.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 120

Page 121: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

121

ABSTRACTS

Abstracts

La venerazione per il proprio fondatore, rimasta sempre viva tra imonaci olivetani, è testimoniata anche da questa preghiera al beatoB e rnardo Tolomei, composta nella prima metà del Seice n to, primadel riconoscimento ufficiale del suo culto, da don Mauro Puccioli daPerugia (+ 1650), tratta da un suo manoscritto conservato nell’archi-vio dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore.

* * *La vénération toujours vivante des moines olivétains pour leur fon-

dateur est témoignée aussi par cette prière au Bx. Bernard Tolomei,composée pendant la première moitié du 17ème siècle, avant la recon-naissance officielle de son culte. L’auteur en est don Mauro Pucciolide Pe rugia (+ 1650) et elle est tirée de l’un de ses manuscrits qui setrouve dans les archives de l’abbaye de Monte Oliveto Maggiore.

* * *Veneration for their own founder remains always alive among the

Olivetan monks, as is witnessed by this prayer to Blessed Bern a r dTolomei, composed in the first half of the 17th ce n t u ry, before theofficial recognition of his cult, by Dom Mauro Puccioli of Perugia (+1650), drawn from his manuscript preserved in the archives of theAbbey of Monte Oliveto Maggiore.

* * *La veneración hacia el propio fundador permaneció siempre viva

entre los monjes olivetanos y lo atestigua la oración al beato Bernar-do Tolomei, compuesta en la primera mitad del sigloXVII, antes delr e co n o c i m i e n to oficial de su culto, por el monje Mauro Puccioli dePerugia (+ 1650), extraída del manuscrito conservado en el archivo dela Abadía de Monte Oliveto Mayor.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 121

Page 122: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

122

ROBERTO DONGHI

Enrico Mariani

OSSERVAZIONI INTORNO ALLE BOZZEDELLE COSTITUZIONI DELLA

CONGREGAZIONE DI SANTA MARIA DIMONTE OLIVETO DEL 1932 (II PARTE)

Continua la pubblicazione di commenti di olivetani alle bozzedelle Costituzioni del 1932.

Il primo contributo di questa seconda serie di interventi provie-ne da un gruppo di monaci (nel te s to dattiloscritto co n s e rv a tomancano però le firme), che, in occasione di un Capitolo generale( q u e llo del 1928), av evano av a n z a to alcune proposte di modificacostituzionale, approfittando della revisione imposta dalla pubbli-cazione del nuovo Codice di Diritto Canonico nel 1917. Sorpren-d e n te m e n te moderna è l’esigenza di rinnov a m e n to e di adegua-m e n to alle mutate circostanze dei tempi. Il punto principale dic a m b i a m e n to proposto è dato dalle strutture di gov e rno dell aCongregazione, con la necessità di tornare all’abbaziato generaletemporaneo. Si propone poi di scegliere i Visitatori non solo tra gliAbati, ma tra tutti i Capitolari.

Il secondo intervento, di Don Girolamo Francini, è ridotto aduna sola osservazione, ma di capitale importanza, relativa alla pro-posta forse più curiosa degli schemi preparatori delle Costituzio-ni del 1932: il conferimento al Priore claustrale di Monte OlivetoMaggiore della dignità abbaziale, con la titolarità di una abbazia

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 122

Page 123: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

123

OSSERVAZIONI INTORNO ALLE BOZZE DELLE COSTITUZIONI DELLACONGREGAZIONE DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO DEL 1932 (II PARTE)

estinta, in modo da dargli parità di rango con l’Abate generale.Il terzo contributo proviene da Dom Anselmo Vincent e Dom

Louis Boumier di Mesnil. Si tratta di un intervento molto tecnico,p a rt i co l a r m e n te atte n to agli aspetti liturgici e celebrativi. Dalpunto di vista del governo della Congregazione, si conferma la pre-ferenza per la perpetuità della carica abbaziale, sostenendo, tral’altro, che l’Ab a te te r r i toriale, come ogni vescovo, non può cherestare in carica a vita. Esprime infine parere contrario alla titola-rità di abbazie estinte per il Priore claustrale di Monte Oliveto.

Il quarto documento non è propriamente un inte rv e n to sull eCostituzioni, ma una lettera di Don Bernardo Rosatelli, in cui siaccenna a perduti Direttori antichi.

Il quinto contributo è di Don Severino (Castignani?), chierico,molto attento all’osservanza regolare. Da sottolineare la propostasulla necessità della carica temporanea dell’Abate generale e degliabati locali, e l’acce n to posto sull’ufficiatura corale, anche nell ecase con pochi monaci.

Enrico MarianiOblato

Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 123

Page 124: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

124

ENRICO MARIANI

DOCUMENTI

[1] <Voti di alcuni Padri capitolari del Ca p i tolo generale del1928>

Originale: AMOM, b. Os s e rvazioni per la redazione delle Costitu -zioni del 1932.

[1] Ven. Fratelli,I sottoscritti Monaci, sicuri d’interpretare la volontà unanime

degli altri loro Confr a te lli, approfittano dell ’ o c c asione di questicomizi [Capitolo generale] per presentare a questa Ven. Assem-blea alcuni loro voti riguardanti il maggiore incremento ed il benespirituale dell’amato nostro Ordine.

Vogliono innanzi tutto dichiarare che quanto stanno per sotto-porre al Vostro esame non proviene da altro che dall’amore figlia-le che nutrono verso la nostra amata Congregazione, a cui co nq u e s te auspicate riforme vogliono dare un maggiore impulso divitalità spirituale e materiale.

Avendo saputo che le nostre Costituzioni, co n f o r m a te al nuov oC o d i ce di Diritto Ca n o n i co in quello che da questo chiaramente dis-sentivano, già sono state presentate alla Congregazione dei Re l i g i o-si per il loro esame e per la loro approvazione, s’af frettano a chiede-re a questa Assemblea che incarichi il Reverendissimo P. Ab. Pr o c u-r a tore di ritirarle dalla stessa Sacra Congregazione in vista di nuov eagg i u n te e riforme che s’impongono; perché sarebbe irrag i o n evole ilr i to rn a rvi sopra dopo la loro approv a z i o n e .

Diranno alcuni che non si devono toccare queste Costituzioni,rappresentando esse quanto di meglio hanno potuto lasciarci i nostriPadri. Questa ragione, se è speciosa all’apparenza, non lo è però inrealtà, poiché la sei volte ce n tennaria [s i c] storia del nostro Ordine cid i ce che numerose volte furono esse in più punti mutate; e le ste s s eCostituzioni attuali tutti sanno che non risalgono più in là del 1886.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 124

Page 125: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

125

OSSERVAZIONI INTORNO ALLE BOZZE DELLE COSTITUZIONI DELLACONGREGAZIONE DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO DEL 1932 (II PARTE)

[2] Le cause di questi periodici mutamenti si devono ricercarenelle diverse condizioni di tempo e di luogo in cui venne a trovar-si il nostro Ordine.

Tutti constatano che anche oggi, come nel passato, i tempi cam-bino, e ad essi per ineluttabile necessità, anche le Istituzioni piùsante debbono nella loro esterna costituzione adattarsi.

Il fatto delle nuove leggi che la Chiesa nel 1917 è venuta ema-nando col nuovo Codice è classico.

Niuna meraviglia quindi se pure la nostra Congregazione sentail bisogno di rivedere alcuni punti delle sue Costituzioni, perchénon rispondenti più alle necessità sue spirituali e materiali.

D’altra parte, quanto siamo per sotto p o rvi, o Ven. Fr a te ll i ,risponde pienamente alle nuove norme di Governo che la Chiesaci dà nel suo Codice di Diritto Canonico, alla conseguente attualeprassi della Congregazione dei Religiosi, e ci riallaccia alle nostreantiche tradizioni.

Non vogliono nemmeno i sottoscritti tralasciare di rico r d a r ecome dopo il nuovo Codice tutti gli Ordini Religiosi e tutte leCongregazioni Mo n astiche si siano date a quest’opera di rev i s i o n e .

La obiezione, che è di data recente la riforma delle nostre Costi-tuzioni, non vale; poiché questo breve tempo passato ha travoltoe cambiato più cose che non avrebbe fatto un intero secolo in tem-pi più remoti. Vi è poi di mezzo un mutamento della LegislazioneEcclesiastica, contro lo spirito della quale, se non contro la lette-ra, vanno alcune nostre [3] Costituzioni. Inoltre, un ritocco di que-ste Costituzioni fatto unicamente col criterio di conformarle allalettera del Codice non può conferirgli unità né stabilità, poiché sipresenta pieno di contraddizioni e non può impedire che in untempo non lontano avvengano necessarie riforme.

La base su cui i sottoscritti vorrebbero questa riforma è la stes-sa su cui, in senso inverso, si basò quella del 1886: il Regime.

È in primo luogo la Costituzione dell ’ Ab. Generale. Questacarica, la più alta dell’Ordine, è stata sempre presso di noi, fino al

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 125

Page 126: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

126

ENRICO MARIANI

1886, temporanea. La causa per cui in quell’anno venne cambiatala Costituzione di questa elezione si deve ricercare nelle modesteproporzioni a cui era ridotto il nostro Ordine. Non discutiamo seda questo mutamento ne siano venuti i benefizi sperati; oggi peròconstatiamo, che, mutate le circostanze della nostra Congregazio-ne, questa perpetuità non è più a suo beneficio, ma piuttosto a suoscapito. E la ragione è chiara: qualsiasi uomo, dopo un periodo dianni più o meno lunghi di lavoro, sente bisogno di riposarsi, e nonpuò quindi fare più uso di quell’energia necessaria al retto anda-mento di un intiero Ordine. Possono certo darsi delle eccezioni,ma nessuno in tal caso ci impone che non possa essere rieletto.

La stessa Legislazione Ecclesiastica, dietro l’esperienza deisecoli, si è alquanto mutata a questo proposito; e nel primo com-ma del Can. 505 mostra il desiderio suo, che pure i Superiori Mag-giori siano temporanei.

[4] Questo ritorno alle antiche nostre Costituzioni ci riallacciaai più floridi periodi del nostro Ordine e ci pone anche a pari allealtre Congregazioni Benedettine, che in questi ultimi tempi han-no modificato le loro Costituzioni in questo senso.

Altro punto che i sottoscritti chiedono di rivedere nelle attualiCostituzioni è l’istituzione dei Visitatori.

Ben sapendo che i due Visitatori formano con l’Ab. Generale ilDefinitorio, sembra ragionevole che debbano essere liberamentes celti dai Padri Ca p i tolari. Ora, date le vigenti Costituzioni cherichiedono in essi la dignità Abbaziale, appare ev i d e n te che pernon moltiplicare gli Abati, i Padri Ca p i tolari siano costretti arieleggere sempre gli stessi, con facile scapito dell’intero Ordine.S’impone quindi anche su questo punto la necessità di una revisio-ne delle Costituzioni, mediante la quale, in avvenire, i Vi s i t a to r ipossano liberamente eleggersi tra tutti i Monaci atti a tale carica,escludendo che debbano elevarsi alla dignità abbaziale se nonl’hanno in precedenza.

Pure questa riforma nella nostra Congregazione non è una

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 126

Page 127: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

127

OSSERVAZIONI INTORNO ALLE BOZZE DELLE COSTITUZIONI DELLACONGREGAZIONE DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO DEL 1932 (II PARTE)

innovazione, perché tutti sanno come un tempo i nostri Visitato-ri erano semplici monaci.

Le varie Congregazioni Monastiche poi in questi ultimi anni cihanno preceduto anche in questo, e già ne risentono i benefizi.

Un terzo quesito su cui i sottoscritti richiamano l’attenzione diquesta Ven. Assemblea, riguarda il Procuratore Generale.

[5] È voto nostro unanime che le Costituzioni debbano prescri-vere che pure questa carica debba essere eletta dal Capitolo Gene-rale e debba poi cessare col cessare dell’Ab. Generale; perché tut-ti comprendono come sia illogico che una delle cariche maggioridell’Ordine debba essere eletta da una sola Comunità e debba poirimanere in carica in perpetuo.

Da questi tre punti di capitale importanza per il regime dell’Or-dine ne derivano molte altre piccole riforme che ad essi si riallac-ciano e che con essi debbono mutarsi, ma l’esame di esse, come deitre punti precedenti, non compete ai sottoscritti il farlo, sibbenea ll ’ i n tera Congregazione, quando le saranno presentati in formaconcreta.

I sottoscritti con questa esposizione dei loro voti non intendo-no minimamente ledere i diritti acquisiti del Generale eletto e delPr o c u r a tore Generale, né degli altri Superiori, che godranno deiprivilegi che gli co n cedono le Costituzioni a norma delle qualisono stati eletti.

Ciò premesso, si rivolgono a questa Assemblea perché voglia colsuo voto confermare quanto sopra hanno esposto, e pregano ilReverendissimo Padre Abate Generale e gli altri Capitolari a pro-cedere in questo stesso Capitolo alla formazione di una Commis-sione di Competenti per concretare questa auspicata riforma den-tro i limiti concessi dai SS. Canoni.

[6] Ven. Fratelli,I sottoscritti vogliono ancora usufruire di questa Vostra Riunio-

ne perché venga fatta l’elezione di quell’Amministratore Genera-le che il Can. 516 impone ad ogni Ordine Religioso. Le attribuzio-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 127

Page 128: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

128

ENRICO MARIANI

ni di questa carica non dovrebbero solo limitarsi all’Amministra-zione della Cassa Generalizia, ma dovrebbero estendersi ad undiritto di ispezione annuale sopra le singole Amministrazioni loca-li. Questa alta carica, così co n cepita, toglierebbe molte cause dil a m e n tele e ci darebbe anche il mezzo di vedere come e in quantoc i ascuna famiglia religiosa possa contribuire per i nostri studentati.

Ed a proposito di Amministrazioni locali i sottoscritti invocanoancora l’intervento dell’Ab. Generale, perché richiami alla memo-ria di ciascun Superiore l’obbligo di osservare il Cap. 31° dell enostre Costituzioni, che assai saviamente stabilisce quali e quantisiano i doveri dei singoli membri dell’Amministrazione.

Un’ultima preghiera vi rivolgono infine i sottoscritti, o Ve n .Padri; che ridiate al Prefetto degli Studi quella autorità e quei mez-zi che gli riconoscono le nostre Costituzioni, perché allora soltan-to sarà efficace ed utile il suo ministero. La necessità di un organi-co ordinamento dei nostri studi lo esige, e noi fiduciosi attendia-mo anche questa decisione dalla Vostra saviezza.

[2] <Lettera di Don Girolamo M. Francini al P. Abate generale>

Originale: AMOM, b. Os s e rvazioni per la redazione delle Costitu -zioni del 1932.

Montallegro, 25.8.1929.

Reverendissimo padre Abate generale.Dispiacemi aver tardato a mandare la mia adesione per la rifor-

ma delle Costituzioni e Le domando scusa. In esse ho fatto unasola osservazione. Trovo totalmente inutile, anzi fuori di posto cheil Priore di Montoliveto venga nominato Abate Titolare, e su que-sto punto il mio parere è contrario.

Su tutto il resto non ho trovato da fare altre osservazioni. Tutte

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 128

Page 129: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

129

OSSERVAZIONI INTORNO ALLE BOZZE DELLE COSTITUZIONI DELLACONGREGAZIONE DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO DEL 1932 (II PARTE)

le riforme saranno ce rt a m e n te di gran vantaggio e di magg i o r eincremento alla Congregazione.

Inchinato al bacio del S. Anello imploro la Sua Benedizione.Devotissimo.D. Girolamo M. Francini Oliv. O.S.B.

[3] Animadversiones et vota quoad Constitutiones emendatas Congre -gationis Sanctae Mariae Montis Oliveti O.S.B.

Originale: AMOM, b. Os s e rvazioni per la redazione delle Costitu -zioni del 1932.

[1] Mo n as terium Sanctae Mariae Matris Sanctae Spei, Me s n i lSaint Loup.

Animadversiones et vota quoad Constitutiones emendatasCongregationis Sanctae Mariae Montis Oliveti O.S.B.

Cap. 3.Omnes monachi solemniter professi adesse tenentur.Votum - Ut omnes monachi professi capitulo intersint et voce m

activam habeant, dum agitur de admissione ad habitum, professio-nem et ordines, dummodo receperint ordinem de quo agitur.

Cap. 20, n. 2.Missa conventualis quolibet sabbato celebranda est de B.M.V.,

modo non occurrat festum 1ae vel 2ae classis.In Calendario (pro anno 1929, fol. 12): «Quolibet sabbato non

impedito festo 1ae vel 2ae classis, vel vigilia aut octava privilegiata,missa cantatur votiva de B.M.V».

Vota - 1°. Ut eadem sit regula quoad missam sabbati, in Consti-tutionibus et in Calendario. Insuper, ex rubricis hodie vigentibus,videtur quod missa votiva de B.M.V. prohibeatur etiam in feriis pri -

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 129

Page 130: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

130

ENRICO MARIANI

vilegiatis, verbi gratia Quadragesimae et quatuor temporum.2°. Ut constitutio capitis XVII (de diebus quibus canantur

Vesperae et aliae horae canonicae) ponatur cap. XX, n. 2, post con-stitutionem de diebus quibus canenda est missa.

3° Ut in omnibus monasteriis Congregationis nostrae, in quibusmonachorum numerus sit sufficiens, quotidie decantentur Tertia,missa et Vesperae.

[Cap. 20], n. 3.Solemniter agantur festa...Votum - Ut addatur et festum Visitationis B.M.V.

[cap. 20], n. 8.Cum aliquis Congregationis nostrae monachus etc. In monaste-

rio quo moritur dicantur Missae S. Gregorii.Votum - 1°. Ut addatur «Celebratur missa exequialis [2] post

integrum officium defunctorum».2°. In obitu reverendissimi patris Abbatis generalis, praeter suf-

fragia n. 8 praescripta pro singulis monachis defunctis, cantatur insingulis monas teriis aut saltem recitatur inte g rum officiumd e f u n c to rum, et cantatur solemniter missa de Requie [s i c] cumabsolutione.

3°. Pro monialibus nostris et pro oblatis regularibus SanctaeFranciscae Romanae, legitur una missa defuncto rum in quolibetmonasterio.

4° Pro oblatis secularibus legitur una missa de requie, in mona-sterio cui adscripti sunt.

[Cap. 20], n. 9°.Pro defunctis qui suffr ag i o rum communione nobis co n j u n c t i

sunt, in monasterio cui aggregantur cantatur missa.Votum - Ut dicatur «cantatur aut saltem legitur».

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 130

Page 131: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

131

OSSERVAZIONI INTORNO ALLE BOZZE DELLE COSTITUZIONI DELLACONGREGAZIONE DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO DEL 1932 (II PARTE)

Cap. 33.Votum - Ut dicatur quid agendum de bonis temporalibus cum

eo qui dimissus fuerit propter suam incorrigibilitatem.

Cap. 39, n. 2.Usus carnium ex consuetudine retinemus, exceptis diebus ab

Ecclesia praescriptis, necnon et feria IV.Votum - Ut addatur «Et sabbato». Nam ex novo Codice juris

canonici abstinentia die sabbato non est ab Ecclesia praescripta.

Cap. 41.Votum - Ut diebus jejunii ex constitutionibus praescriptis adda-

tur et pervigilium solemnitatis S.P.N. Benedicti.

Cap. 45, n. 2.Hic et alibi dicitur Poenam subeat negligentium.In constitutionibus hodie vigentibus, pro poena negligentium

index indicat cap. 23, fol. 63. Videtur quod poena negligentiumeadem sit ac poena inobedientium, fol. 63, n. 4.

Votum - Ut clarius indicetur quaenam sit poena negligentium.

Cap. 46, n. 5. «Confessarii a Definitorio constituendi sunt audi-to abbate … »

Votum - Ut servetur constitutio hodie vigens, fol. 108: «Confes-sarii ab abbate constituendi sunt». Quae [3] constitutio videtur adnormam esse can. 874, qui sic se habet: «... iurisdictionem delega-tam co n f e rt quoque proprius eorumdem superior, ad normamconstitutionum».

Cap. 57, n. 5.Num necesse sit novitium conversum manere in novitiatum per

duos annos, an sufficiat ipsum manere in novitiatum per integrumprimum annum?

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 131

Page 132: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

132

ENRICO MARIANI

Cap. 58, n. 2.Vota - 1°. Ut consuetudo deferendi ad cingulum rosarium

B.M.V. servetur non solum a novitiis, sed et a monachis omnibus.2°. Ut enumerentur ea quae cuilibet monacho co n ce d u n t u r,

quoad vestes, calceamenta, etc., ut in constitutionibus hodievigentibus.

3°. Foramen in ostio cellulae cuiusque novitii nonne prohibetur?

[Cap. 58], n. 8.In diaeta generali anni 1926, decretum est omnia documenta

servanda esse in monasterio ubi postulans adest, et relationem deomnibus mittendam esse ad abbatem generalem.

Votum - Standum decreto praedictae diaetae, ob difficultatemmittendi multa documenta.

[Cap. 58], n. 13.Magistri socius a quo eligendus? Videtur quod eligatur ab abba-

te generali, quia... «in officio perdurat ad nutum abbatis generalis».Votum - Dicatur a quo eligendus.

[Cap. 58], n. 16.«Habeantur ordinarii confessarii pro novitiis».Non dicitur quisnam designet hos confessarios.«Praeter hos confessarios ordinarios, designentur ab abbate ali-

qui confessarii, quos novitii in casibus particularibus...».Votum - Ut in qualibet familia confessarii pro tota familia et pro

novitiis, tam ordinarii quam extraordinarii, designentur ab abba-te, vel priore regiminis, ad normam can. 875.

Cap. 63, n. 5.Votum - Ut prior regiminis in suo monasterio retineat primum

locum, post abbates et visitatores.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 132

Page 133: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

133

OSSERVAZIONI INTORNO ALLE BOZZE DELLE COSTITUZIONI DELLACONGREGAZIONE DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO DEL 1932 (II PARTE)

[4] Cap. 73.Votum - Ut dicatur quidnam sit privilegium nobis concessum a

Julio II.

Appendix I, § 5, n. 7.Votum - Ut prior regiminis eligatur in domibus probandorum pue-

r o rum, sicut in aliis prioratibus, et regat ipse domum. Re c tor aute mco llegii a Definitorio electus regat co llegium, et priori subjectus sit.

App[endix] III, § 2, n. 10.Votum - Sic dicatur «Anno peracto, de consensu praefati capi-

tuli, oblationem facere poterunt, et si voluerint et eis concessum fuerit,vota simplicia emittere etc...».

Addantur verba: «Et si voluerint et eis concessum fuerit», ut cla-re indicetur oblationem non necessario implicare vota.

De oblatis, in genere scilicet privilegiatis, conversis, artificibus,saecularibus extra communitatem viventibus.

Votum - Ut huiusmodi oblati admittantur ab abbate monasteriiejusve delegato, quin necessaria sit delegatio abbatis generalis.

§ IV. De oblati extra co m m u n i t a tem viventibus.Vota - 1°. Ut pro defunctis oblatis saecularibus, extra co m m u n i t a-

tem viventibus, celebretur una missa in monas terio cui adscripti sunt.2°. Ut abbas vel prior regiminis delegare possit sace r d o tem i n

casibus particularibus ad vestiendos oblatos saeculares, vel ad eorumoblationem recipiendam.

Delegatio vero perpetua ad vestiendos oblatos saeculares, vel adeorum oblationem recipiendam, non detur sacerdotibus seculari-bus, nisi ab abbate generali.

3°. Ut addatur «Oblati seculares in seculo viventes reguntur exd e c r e to Sacrae Congregationis Episco p o rum et Regularium 23Julii 1904, a SS. PP. Pio X approbato.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 133

Page 134: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

134

ENRICO MARIANI

[5] Pars II

Cap. 1, n. 1.Ut regimen abbatis generalis sit perpetuum, quia abbas generalis

est pater totius congregationis, ac proinde eam regere debetquamdiu vixerit.

Insuper abbas generalis ordinarius est M.O.M. nullius. Inconve-niens videtur mutatio ordinarii, nisi per mortem.

Cap. 2, § 3, n.1.Votum - Ut dicatur an cancellarius in Definitorio habeat vocem

activam.

[Cap. 2], § 5, n. 1.Officiales majores in officio perdurant ad biennium.Votum - Ut addatur: Et semper sunt reegibiles [sic].

Cap. De suprema abbatis generalis auctoritate.

Cap. *, § 2 De visitatoribus.n. 4. «Vi s i t a tor primus... abbate generali aegrotante ejus vice s

gerit … ».Quis autem decernet utrum abbas generalis sufficienter aegro-

taverit, ut visitator vices ejus gerat?«Sede vacante pote s t a tem aucto r i t a temque abbatis generalis

statim obtinet... usque ad proximum Capitulum generale».Proinde Congregatio gubernari poterit per plures annos a vica-

rio generali, quod videtur maxime inconveniens.Votum - Ut defuncto abbate generali, novus eligatur abbas

generalis, elapso duorum mensium ab obitu, ad normam Constitu-tionum hodie vigentium.

Cap. De monasteriorum regimine.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 134

Page 135: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

135

OSSERVAZIONI INTORNO ALLE BOZZE DELLE COSTITUZIONI DELLACONGREGAZIONE DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO DEL 1932 (II PARTE)

Vota - § 1, n. 3. Ut in prioratibus in quibus erigentur co ll e g i a ,superior sit prior regiminis, electus ut alii priores regiminis.

§ 2, n. 8. Ut abbas generalis sit verus abbas M.O.M., et nonsolum titulo deco r e t u r, sit autem ei facultas co m m i t tendi prioriplena potestas regendi familiam M.O.M. Ac proinde necesse nonest ut prior M.O.M. titulum habeat ex aliqua extincta abbatia.

[6] Cap. De capitulo generali.Vota - 1°, § 1, n. 1. Ut habeatur capitulum generale quolibet sexen -

nio, vel antea, non autem quolibet octennio, ut proponitur.2°. n. 10. Dicatur an elector praepeditus quin ad comitia acce-

dat, et legittime dispensatus, possit schedam mittere per aliumpro primo scrutinio, uti permittebatur in Constitutionibus hucus-que vigentibus (fol. 206, n. 8), et permitti potest ex can. 163.

3°, § 1, n. 3. No tetur professio fidei facienda similiter et in §sequenti De Definitoribus.

4°, § 11. «Definitores electi habeantur qui majoritatem absolutamretulerint».

Dicatur quid faciendum si nullus retulerit majoritatem absolu -t a m. Ma j o r i t as enim absoluta inte lligitur dimidia pars suffr ag i o-rum, cui additur unum suffragium.

Ex monasterio Sanctae Mariae Matris Sanctae Spei, Mesnil St.Loup, die 31 augusti 1929.

D. Anselmus M. Vincent prior.D. Lodovicus Maria Boumier.

[4] <Lettera di Don Bernardo Rosatelli al P. Abate generale>

Originale: AMOM, b. Os s e rvazioni per la redazione delle Costitu -zioni del 1932.

Settignano, 8 settembre 1929.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 135

Page 136: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

136

ENRICO MARIANI

Reverendissimo padre Abate generale.Ho fatto ricerche nell’Archivio se potevo rinvenire il Diretto r i o

di cui spesso parlano le nostre Costituzioni, ma invano. Ricordo chedopo l’approvazione delle attuali Costituzioni dov eva esser preso inesame la compilazione di questo, anzi Varia Directoria, e cioè D i r e c -torium Chori et Ecclesiae, il Directorium alumnoru m e il Re g o l a m e n todel Nov i z i a to, fatto (l’attuale) dal rev.mo p. abate Seriolo su quell ogià in uso a M.O.M., ma ampliato e redatto come è al presente co nagg i u n te di capitoli sull ’ as cesi ecc. [2] Compilate adunque le attualiCostituzioni, dovrà esser cura del Definitorio approvarli nelle sedu-te di esso come è acce n n a to a pag. 202, n. 8. Ma vostra pate rn i t àr i corderà che regolarmente le Diete generali, ed anche biennali, neitempi passati non venivano ce l e b r a te come al presente, e quindi,quod erat in votis non venne mai effettuato, e i diversi D i r e c t o r i a f u r o-no sempre desiderati.

D i s p a rvero di mano in mano i Padri che av evano av u to le mani inp asta e che potevano darceli, così non ne fu fatto più nulla. Chiedoche, se si voglia fare qualcosa di questo genere e riandare [s i c] i nostriusi e consuetudini antiche, bisognerà consultare le Costituzionir e d a t te e manoscritte del nostro reverendissimo padre abate DonC h e rubino Besozzi - una copia ne ha il p. priore D. Patrizio Pa p u c-ci. Il detto redattore parla abbastanza in lungo, anzi ne fa una mate-ria dottrinale ben larga. Non potrei dire altro su questo proposito .

O ggi 8 settembre abbiamo solenni<z>zato anche noi la SS. Bambinacon Messa in musica ecc. Costì sarà ce rto riuscita con maggior pompa.

Gradiamo rivederla quanto prima tra noi. D. Luigi Viganò stabene? Egli ha las c i a to qui i suoi occhiali. D. Ip p o l i to è andato acantare la Messa a M.O. di Firenze.

Noi tutti bene come spero di tutti anche costà.Ossequiandola in modo particolare unitamente ai padri e giova-

ni studenti e novizi ecc. ci benedica, e mi creda di vostra paterni-tà reverendissima devotissimo in Gesù Cristo.

Don Bernardo Rosatelli.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 136

Page 137: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

137

OSSERVAZIONI INTORNO ALLE BOZZE DELLE COSTITUZIONI DELLACONGREGAZIONE DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO DEL 1932 (II PARTE)

[5] <Osservazioni di Don Severino sulle bozze delle Costituzioni>

Originale: AMOM, b. Os s e rvazioni per la redazione delle Costitu -zioni del 1932.

Il chierico Don Severino.

a) Desidero che le preci col titolo ante primam et post completo -rium vengano tolte, e questo per tre ragioni: 1°. Per dare maggiortempo all’ufficio divino; 2°. perché mentre tali preghiere vengonorecitate da molti si sonnecchia e pochi rispondono; 3°. perché reci-tare due volte le litanie della B.V.? Non basta forse una volta, e que-sta volta recitate bene?

b) Desidero che in tutte le case siano celebrate in forma solen-ne la Festa della Natività di M.V. quale nostra Patrona, del Patro-cinio di S. Benedetto, del B. Bernardo e del Patrocinio di S. Giu-seppe.

c) Desidero che, almeno per quanto si può, sia messa una rego-la da osservarsi in tutti i nostri monasteri, cioè di suonare la cam-pana alla levata, all’Angelus e via dicendo.

d) Desidero che il piccolo scapolare da tenere la notte vengasoppresso.

e) Come può osservarsi il silenzio dopo le preghiere di ringra-ziamento alla cena, se dopo si ritorna a ricreazione? quindi si tolgaquesto punto. Desidero che il programma del silenzio che attual-mente vige in Montoliveto Maggiore sia messo in pratica da tuttigli altri monasteri, di più silenzio anche per i corridoi, almeno cheil tempo cattivo esiga ciò [sic].

f ) Conversi e ragazzi non prendano parte all’officio divino, siaanche la Notte di Natale, se non sanno bene le cerimonie e il mododi salmeggiare.

g) Nessuno che sia stato mandato via da altre religioni [Istitutireligiosi, N.d.R.], s’intende mandato via per qualunque rag i o n e ,

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 137

Page 138: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

138

ENRICO MARIANI

sia ricevuto nella nostra Congregazione.h) Ben sapendo che quelli che venuti in religione ritornando al

secolo sono peggiori dei secolari, desidero che nessun giovane siaricevuto senza aver prima avuto informazioni, e per essere accet-tato occorre il permesso del Generale e del Superiore immediatoa cui il probando verrà affidato.

i) Credo esser ottima cosa determinare ogni quanto tempo ilSuperiore può concedere ai suoi sudditi di andare alla propria casa.

l) Desidero che verso i giovanetti e come tutti non si usino per-cosse nel correggere.

m) Desidero che quegli studenti, i quali durante l’anno hannoavuto la media nei punti, siano promossi senza gli esami finali [sic].

n) È utile pel bene della parrocchia che colui che la governa nonvenga cambiato almeno prima di tre anni, ma ogni anno passi unpo’ di giorni fra i suoi confratelli.

o) Desidero che gli altri Abbati come il Generale siano ad tem -pus.

p) Desidero che tutte quelle case in cui vivono quattro sacerdo-ti facciano il coro, ed in quelle che ve ne sono due o tre, dicano l’uf-ficio divino insieme.

<manca lettera)>r) Sia permesso l’uso dei bagni ogni tanto non solo per i malati,

ma anche per igiene.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 138

Page 139: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

139

ABSTRACTS

Abstracts

Il contributo intende presentare ulteriori commenti di monaci oli-vetani all’instrumentum laboris preparatorio alla stesura delle Costitu-zioni del 1932. Vengono accluse anche le proposte presentate da alcu-ni Padri Capitolari al Capitolo generale del 1928, con richiese di modi-fiche delle Costituzioni del 1886, soprattutto per quanto riguarda ilgoverno della Congregazione, da cui prese le mosse il lavoro di revi-sione che avrebbe port a to alla compilazione proprio dell ’i n s t ru m e n -tum laboris.

* * *

C e t te contribution présente de nouveaux commentaires de moinesolivétains sur l’i n s t rumentum laboris en vue de la rédaction des Constitu-tions de 1932. On y joint aussi les propositions présentées par des PèresCapitulaires au Chapitre général de 1928, avec des demandes de modi-fications des Constitutions de 1886, surtout en ce qui co n ce rne le gou-v e rnement de la Congrégation. Ces demandes furent le point de départdu travail de révision qui aboutit justement à l’i n s t rumentum laboris.

* * *

This contribution intends to present further comments of Olive-tan monks on the instrumentum laboris preparatory to the draft of theConstitutions of 1932. Also included are the proposed presentationsby some of the Chapter Fathers at the General Chapter of 1928, withrequests to modify the Constitutions of 1886, above all in what con-ce rns the gov e rn a n ce of the Congregation, which came about as aresult of the work of revision which it would have carried out just incompiling the instrumentum laboris.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 139

Page 140: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

140

ABSTRACTS

* * *La aportaciòn entiende presentar ulteriores comentarios de mon-

jes olivetanos con relación al Instrumentum laboris preparatorio para laconcepción de la Constituciones de 1932. Están también contenidasen la misma las propuestas presentadas por algunos Padres Capitula-res al Capítulo general de 1928, con peticiones de modificaciones a lasConstituciones de 1886, sobretodo por cuanto concierne el gobiernode la Congregación, de los cuales partieron los trabajos de rev i s i ó nque habría llevado a la compilación del propio Instrumentum laboris

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 140

Page 141: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

141

OSSERVAZIONI INTORNO ALLE BOZZE DELLE COSTITUZIONI DELLACONGREGAZIONE DI SANTA MARIA DI MONTE OLIVETO DEL 1932 (II PARTE)

Sarah Lacheré

«HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉSMOISSONNÉS...»

MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON1904-2004

I. Chemin faisant – II. Au fil de sa plume ou ses maîtres àpenser: 2.1 Son père, Edmond Ma l o; 2.2 Son époux, Marcel Dickson;2.3 Son frère et père dans la foi, Dom Paul Grammont; 2.4 Les pères del ’Ab ba ye du Bec: Herluin, La n f ra n c, An s e l m e; 2.5 Les pères de laC o n gr é gation de Mo n t -Olivet: Bx. Bern a rd To l o m e i, S.te Fra n ç o i s eRo m a i n e – III. La grande épreuve ou le point source – IV. Biblio-graphie de Mére Ma r i e - Pascal Dickson

Ce 8 mai 2004, Mère Marie-Pascal, moniale-oblate au Monas-tère Sainte Françoise Romaine, sis à l'ombre de l'Abbaye du Bec-Hellouin, retournait à ce Dieu dont elle avait sans cesse quêté levisage. Une grande figure de notre Congrégation nous quittait, unvisage qui ne laissait pas insensible et qui a marqué notre histoire.Sans cesse, elle a scruté cette histoire, a tenté de la déchiffrer grâ-ce à son esprit vif, toujours en éveil. Grande spécialiste de sainteFrançoise Romaine, elle nous laisse de nombreux écrits, et plusencore peut-être, le vivant portrait d’une fille de sainte Françoise.

I. Chemin faisant

Marie Christiane Malo est née le 23 juillet à Chalon sur Saône,dans le diocèse d'Autun. Troisième fille d'Edmond Malo, architec-te des Monuments historiques, "du Gouvernement" comme ondisait à l'époque, et d'Emilie Lagoutte, elle vient après Huguette,de deux ans son aînée et Brigitte; to u tes les trois ont de mag n i-fiques cheveux blonds -"trois blonds différents qui faisaient la fierté de

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 141

Page 142: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

142

SARAH LACHERÉ

ma mère"1-. Ils vivent dans leur maison familiale de St Martin sousMontaigu. Elle est baptisée le 16 août à l'église Saint-Pierre deChalon.

Montée à Paris pour ses études supérieures, elle entre à l'Écoledes Chartes en 1924 et y soutient sa thèse en 1929. Sa carte d'iden-tité la décrit ainsi: 1m 63, yeux gris bleu, teint clair. Elle y rencontreMarcel Dickson, d'origine écossaise, de quatre années plus jeunequ'elle. Naît une grande amitié, nourrie de leur foi commune, deleur quête de Dieu, de la profondeur de leurs intelligences, de leurcommune sensibilité. Ils passent des heures à "philosopher". Larencontre de leurs âmes fait naître en eux le désir d'unir leurs vies.

Né à Cambray St Géry le 9 mai 1908, fils de Georges Dickson etde Ma r ce lle Bas s a y, il est baptisé le 14 mai. Il vit à Poitiers de l'âge de6 à 18 ans, fait sa première communion à St Hilaire de Poitiers. Lejour de leur mariage, le 10 décembre 1931, il est domicilié au Ma n s .Le mariage a lieu à Chalon sur Saône, dans la paroisse Saint-Vi n ce n t .

Ma r cel est engagé depuis plus de deux ans dans les Équipessociales, et en décembre 1929, il lance l'Équipe du Plateau de Gen-t i lly à partir de 17 jeunes ouvriers. On fait appel à lui et à sesgrandes capacités pour donner l'impulsion première aux équipesde Paris, de Lyon et de Poitiers. Le journal L'Équipier qui porte endevise "Il faut croire à ce que l'on fait et le faire avec enthousias-me" donne de lui ce témoignage:

"C'était un équipier magnifique, débordant d'enthousias-me. Tout en lui attirait la sympathie dès le premier abord. Sadémarche avait un je ne sais quoi de jeune et de décidé. Ilavait le secret des poignées de main qui communiquent unélan, une foi en un idéal. Son regard, son sourire, traduisaientune joie intérieure profonde, qui laissait l'impression parfois

_______________

1 Au témoignage de Mère Marie-Pascal les dernières semaines de sa vie.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 142

Page 143: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

143

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

d'être une joie de gosse, éclatant dans un rire très frais, ilrayonnait de la joie. Soudain, il devenait sérieux, écoutait deto u te sa puissance d'attention, cherchait à comprendre àfond la pensée de son inte r l o c u te u r... En quelques phras e sprécises et rapides, il donnait son avis. Il n'avait pas son pareilpour entraîner dans son sillage, tellement il montrait d'intel-ligence et d'affection... Je le revois au moment du lancementde Équipe de Gentilly. Élève à École des Chartes, il doutait,avant son arrivée aux Équipes, qu'il fut possible de parvenir àune amitié totale avec des jeunes gens si différents de lui parleur culture et leur vie: il était très intellectuel et se passion-nait pour des recherches sur le Moyen Âge... Il résolut de ten-ter une expérience en s'y donnant tout entier. Il habitait à laCité universitaire. Tout près, c'était la "zone", et un peu plusloin, Gentilly. En décembre 1929, il décide d'aller vers ce u xqui vivent si près de lui et qu'il ne connaît pas. Après bien desdémarches, il trouve un local pour la future équipe. Sans l'ai-de d'aucun équipier ancien, il distribue des tracts avec leconcours des futurs enseignants, il va à la sortie du métro, sepromène dans la zone, acco s te les ouvriers. Enfin, un soir,c'est le "topo" de lancement devant 17 jeunes gens. L'équipedémarre... Décembre 1933, Boë est parti en prov i n ce. Oncherche un "jeune" pour s'occuper des lancements de nou-velles équipes dans Paris. On propose Dickson. La tâche estlourde, surtout quand on manque d'expérience. De plus,Dickson prépare sa thèse à École des Chartes...songez queDickson a la charge de son équipe, et qu'il poursuit ses étudesen travaillant une bonne partie de la nuit..."2.

Ma r cel et Christiane vivent à Paris, rue Poultier dans le 4è m e

_______________

2 L' Équipier, journal mensuel, n° 53 (1933, janvier)

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 143

Page 144: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

144

SARAH LACHERÉ

arrondissement. Christiane trav a i lle à la Bibliothèque Fo rn e y,bibliothèque municipale d'art et d'industrie. En 1932, Ma r cel estfrappé par une grave maladie qui néce s s i te une hospitalisation àPasteur. Il fait sur elle ce témoignage auprès d'un ami:

"J'aime beaucoup son sourire qui est très beau, très franc, trèsgai, très amical. J'aime beaucoup son allure un peu martiale etdégagée, son air grave et en même temps volontiers joyeux.Mais surtout, je sens en elle ce t te chose que j'ai toujours cher-chée... je veux dire une attention sans cesse fixée ailleurs, au-des-sus de l'inte r l o c u te u r, attirée par un objet supérieur, divin. Enplus de sa vie, en haut de sa vie, il y a ce t te préoccupation, essen-t i e lle, qui prime to u tes les autres, de chercher Dieu, -pas seule-ment de lui plaire, mais de le rechercher et de le trouver. "3

Ma r cel meurt à l'hôpital le 14 décembre 1932. Il a alors 24 ans, et ilssont mariés depuis un an. C'est comme si la vie de Christiane s'arrê-tait. Po u rtant, elle est ence i n te, et l'enfant qu'elle porte va devenir lenouveau moteur de sa vie. Elle continue du mieux qu'elle peut la thè-se de Ma r cel, et le 11 mai 1933, naît un petit garçon qu'elle nomme Pas-cal. Il est baptisé à la même date que Ma r cel, le 14 mai. Un an et demiplus tard, Pascal meurt lui aussi, de manière trag i q u e .

Après les drames successifs qui la brisent, elle songe à donner sa vieà Dieu. Dom Cabrol, alors abbé de Fa rnborough, un monastère fon-dé par l'Im p é r a t r i ce Eugénie, brillant esprit aux sources du renouveauliturgique, lui co n s e i lle d'entrer à Vanves, puis se ravisant, à Cor-meilles-en-Parisis. Dans une lettre du 20 mai 1936, écrite sur unpapier cadré de noir marquant son statut de veuve, elle demande àMère Marie-Élisabeth de Wavrechin de faire une retraite de quelques

_______________

3 Lettre de Ma r cel non datée et inco m p l è te, sans doute écrite à son amil'Abbé Christian de Chaunac-Lanzac

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 144

Page 145: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

145

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

jours à Cormeilles, du 30 mai au 3 juin. Elle rencontre d'abord MèreMa r i e - Madeleine et dit d'elle-même plus tard: " Je n'ai pas pensé à poserde questions. Je me donnais à Dieu et puis c'est tout". Elle fait des séjourss u c cessifs en 1936 et écrit souvent à Mère Marie-Élisabeth:

" Je ne pourrai oublier avec quelle compréhension vousm'avez tendu la main dans une circonstance si grave, dans unp as si difficile à fr a n c h i r. "4 " Je ne sais pas encore quand jepourrai retourner à Cormeilles, bien que ce ne soit pas l'en-vie qui m'en manque. Tout m'est devenu si étranger ici."5

Un souvenir amusant peut être rapporté ici, trace de ces séjourset de l'originalité de celle qui frappe à la porte du monastère:

"La sœur chargée du ménage de l'hôte llerie ouvre la porte dela chambre de Mme Dickson. Il y a un pyjama sur le lit, desmégots de cigarettes sur la table. Suffoquée, elle referme lap o rte et va dire à Mère Prieure: 'il y a un homme à l'hôte ll e r i e ' . . .Rire de Mère Prieure qui calme la soeur : c'est Madame Dick-son !..."6. En avril, Mère Marie-Élisabeth note: "Mme Dicksonm' a n n o n ce que ses parents ont accepté son entrée. Elle ira enItalie avec sa soeur en juin. Elle sera libre à sa bibliothèque versle 15 septembre. Sa venue au monastère sera avant octo b r e . "7

En juin, elle part donc en Italie et s'enthousiasme sur tout cequ'elle découvre:

_______________

4 Lettre de Christiane Dickson à Mère Marie-Élisabeth, le 6 janvier 19375 Lettre de Christiane Dickson à Mère Marie-Élisabeth, le 10 avril 19376 Témoignage de Mère Marie-Françoise de Parseval, moniale du Bec, août

20047 De la main de Mère Marie-Élisabeth, le 13 avril 1937, jour de la fête de l'As-

cension

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 145

Page 146: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

146

SARAH LACHERÉ

"Notre séjour à Rome s'est très bien passé et nous av o n sreçu le meilleur accueil à Tor de' Specchi. Le monastère estm agnifique et je vous remercie beaucoup de m'en avoir ouvertles portes. Tous les souvenirs de sainte Françoise m'ont vrai-ment intéressée, et les fresques qui raco n tent sa vie m' o n te n t h o u s i asmée... J'ai vu Subiaco qui est de to u te beauté, etc'est trop peu dire. Je serai de retour à Paris le 15 juill e t . . . "8

Le 1er octobre 1937, elle entre au postulat de Cormeill e s - e n - Pa r i s i s .

"Quand elle a annoncé son entrée au monastère, ses amislui ont demandé ce qu'elle y ferait, sa réponse fut : 'je ne saispas, il y a des moutons'. Elle se donnait à Dieu sans condition.Elle entrait pour faire "Oblation"9 .

Mère Ma r i e - B e rnard sera sa maîtresse des nov i ces, relayée ensui-te par Mère Ma r i e -Anselme Luquet. Celle-ci est son aînée de 5 ans,et plus tard, leur duo dans la communauté sera long et féco n d .

Quelques mois après son entrée, elle écrit : "je ne vous étonneraipas en vous disant que mon ambition n'est pas de devenir une religieusei m p e c cable (heureusement que cela ne risque absolument rien)..."1 0 . E ll ereçoit l'habit le 20 avril 1938. Elle écrit quelques jours avant à uneamie: " Je voudrais bien faire cela proprement, je veux dire donner à cetacte tout son sens, mais je crains d'être très au dessous..."11

Tout son être, elle en fait oblation le 18 mai 1939, en la fête del ' A s cension. Mère Ma r i e - Françoise, une de ses co m p agnes denoviciat, raconte: _______________

8 Lettre de Christiane Dickson, le 23 juin 19379 Témoignage de Mère Marie-Françoise, moniale du Bec, mai 200410 Lettre de Mère Marie-Pascal à Mlle Chédon, le 20 février 193811 Lettre de Mère Ma r i e - Pascal à son amie M. Élisabeth de Solms, le 1er

avril 1938.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 146

Page 147: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

147

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

"C'est en 1937 que j'ai vu Mère Ma r i e - Pascal à Cormeill e s ,peu de temps avant son entrée au Postulat. Je l'y rejoignais eno c tobre 1938, alors qu'elle avait reçu l'habit. Je fus vite édifiéepar son observ a n ce humble et fr a te rn e lle, silencieuse, car àce t te époque, il n'y avait pas de part age de notre co m m u nidéal. Mais ce que nous enseignait Mère Ma r i e -Anselme sur laRègle et la liturgie, nous l'entendions ensemble... En 1939, sonOblation à l'Ascension fut émouvante dans sa radicalité. Oui,c'était totalement son don sans condition affirmé clairement.Nous savions ce qu'elle remettait à Dieu dans le sacrifice deson mari et de son fils offerts dans sa grande foi..."1 2.

Mère Ma r i e -Anselme, malade, ne peut as s i s ter au chapitre dev o te pour la profession de Mère Ma r i e - Pascal. Elle donne cetémoignage écrit à Mère Marie-Élisabeth:

" O b é i s s a n ce prompte et très exacte. Caractère ag r é a b l epour la vie commune. Très dominée par sa sensibilité. Necache aucune de ses impressions. Certain égoïsme, surto u ti n te llectuel. Elle me semble être un sujet part i c u l i è r e m e n triche d'expérience et très compréhensive de notre idéal"13

Son père meurt quelques mois plus tard, le 7 septembre 1939.Une fois encore, dans la lumière de la fête de l'as cension, elle fait

Oblation perpétuelle le 14 mai 1942. Femme au grand sens pratique,e lle exercera de nombreuses charges : aide à la ce llererie de MèreMa r i e -Augustin, hôtelière, cordonnière, cav i s te en bonne bourgui-gnonne qu'elle était, chargée des travaux, bibliothécaire, etc. Tr è s

_______________

12 Témoignage de Mère Marie-Françoise, moniale du Bec, mai 200413 Appréciation secrète écrite par Mère Marie-Anselme à Mère Marie-Éli-

sabeth, en vue du chapitre d'admission à la Profession, mai 1938.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 147

Page 148: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

148

SARAH LACHERÉ

v i te après sa profession perpétuelle, Mère Marie-Élisabeth la choi-sit comme Sous-Prieure, voyant en elle quelqu'un pouvant lui succé-d e r. Père Philibert, moine à Cormeilles, dit d'elle "Elle était à la foisrigoureuse et indépendante; rigoureuse dans son observance monastique etindépendante dans sa pensée ; à cause de cela, ses avis étaient très écoutés. "1 4

E lle sera Sous-Prieure de 1944 à 1959, jusqu'au moment de la fonda-tion du Liban, où Mère Marie-Élisabeth choisira pour Sous-Pr i e u r eMère Ma r i e -Anselme. Longtemps co n s e i llère de Mère Ma r i e - É l i s a-beth, elle jouera un grand rôle avec Mère Ma r i e -Anselme pour fairer e connaître ce t te nouvelle vocation de moniales-oblates en Fr a n ce .

Voici deux témoignages sur ce fameux "duo" ou même "trio":

"Entrée au monastère quelques mois avant l'ouverture duCongrès Anselmien qui s'est tenu à l'Abbaye du Bec en juill e t1959, j'ai tout de suite été plongée dans la fièvre des prépara-tions et c'est là que j'ai pu co m m e n cer à découvrir la personna-lité de Mère Ma r i e - Pascal, inséparable pour moi d'ailleurs dece lle de Mère Ma r i e -Anselme. A mes yeux, ces deux anciennesformaient comme un atte l age de deux puissants moteurs, dontle dynamisme était tempéré et enco u r agé à la fois par celui deMère Élisabeth encore très vivant à ce t te époque, qui tantôt secommuniquait et tantôt se nourrissait de ces deux personnali-tés... Ayant eu plusieurs fois à leur servir de chauffeur, j'ai ététémoin de ce t te communion qui circulait sans cesse entre ell e strois, communion to u te nourrie de respect mutuel, de grandefranchise, de pensées quelquefois divergentes, mais le to u texprimé, reçu, trav a i llé dans le recul de la prière et de la viecommune part agée et vécue dans un don d'elles-mêmes dontto u te la communauté à bénéficié."1 5 " Mes souvenirs de Mère

_______________

14 Témoignage de Père Philibert Zobel, moine du Bec, juillet 2004.15 T é m o i g n age de Mère Ig n a ce - Marie Doria, Prieure d'Abu Gosh, juin

2004.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 148

Page 149: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

149

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

Ma r i e - Pascal avec Mère Élisabeth sont très lointains. C'étaitune ancienne qui m'impressionnait par sa science, son histo i r ep e r s o n n e lle, sa position de référence dans la communauté. Jeme souviens d'elle avec Mère Ma r i e -Anselme dans leur marchevers l'Abbaye et leurs échanges inte llectuels inte r m i n a b l e s . "1 6

Nous ne pouvons pas, dans le cadre de cet article, retracer to u te l'his-toire de Cormeilles et du Bec et le rôle qu'a pu jouer Mère Ma r i e - Pas-cal dans ses différentes étapes. No tons simplement que lorsque en 1947,l ' Abbaye du Bec fut proposée de façon inattendue aux moines de Cor-m e i lles, les difficultés administratives furent aplanies grâce à l'inte rv e n-tion du professeur Gabriel Le Bras, ami de Mère Ma r i e - Pascal. Lorsquel ' Abbaye se lança dans l'aventure charismatique dans les années 1972-1973, Mère Ma r i e - Pascal, après une farouche opposition, entra plei-nement dans le Renouveau, donnant à l'Esprit une part plus grandeen sa vie.

Le plus important, sans doute, est que durant to u tes les péripéties dela vie des communautés, elle joua un grand rôle de soutien auprès desprieures successives, par ses conseils, sa vie, sa joie. Citons par exempleces lignes écrites après une réponse venant de Rome, très opposée à lavocation des moniales-oblate s :

"Ce matin, j'étais heureuse de cet évangile de la Ca n a n é e n n e ,et je suppliais Dieu, que voyant votre foi, il vous dise aujourd'hui...O femme, ta foi est grande, qu'il te soit fait selon ta foi. En quit-tant la Bibliothèque Nationale ce soir, je suis passée à No t r eDame des Vi c toires comme je le fais toujours dans les cas déses-pérés et j'ai prié... sainte Françoise. Il faut qu'elle nous sauve. Jesuis sûre que Dieu le fera, qu'Il n'est pas à co u rt de moyens..."1 7

_______________

16 Témoignage de Sr Jean-Paul Héron, moniale d'Abu Gosh, juin 200417 Lettre de Mère Ma r i e - Pascal à Mère Marie-Élisabeth, Vanves, le 6 mars 1952.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 149

Page 150: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

150

SARAH LACHERÉ

Une profonde vision de ce que Dieu veut accomplir par MèreMarie-Élisabeth et Père Abbé Paul l'habitera sans cesse : "Tra -vaillons ensemble dans l'amour à cette oeuvre une que Dieu nous deman -de."18 "je veux être votre enfant parce que Dieu m'a donnée à vous et qu'ilvous a confié une oeuvre qui nous dépasse."19 Elle a certainement eu ledon de mettre en mots pour Mère Élisabeth ce dessein de Dieu.

"Dès leur première rencontre, en juillet 1932, Mère Élisabe-th et Père Abbé Paul pressentirent une volonté de Dieu qui lesdestinait à faire oeuvre commune. Les conditions extérieuresne leur offraient alors aucune ouverture possible, mais leurco n ception essentielle de la vie monastique co m p o rtait lamême radicalité. Pour Mère Élisabeth, c'est à Rome auprès des a i n te Françoise Romaine qu'elle en avait puisé l'inte ll i g e n-ce... C'est sur ce terrain d'une même co n ception de la viem o n astique dans son essence la plus profonde, que s'est nouéel ' a ll i a n ce des deux co m m u n a u t é s . "2 0

A la fin de sa vie, elle décrit ainsi son rôle dans l'histoire descommunautés:

"En fait, je n'ai été qu'un rouage, un témoin dans l'élabora-tion de l’œuvre du Bec à laquelle le Seigneur destinait noscommunautés. Je n'avais qu'à suivre Mère Élisabeth et PèreAbbé Paul qui tous deux écoutaient les évènements commeparoles de Dieu, et marchaient, sans savoir bien souvent s'ils ' agissait d'av a n ce ou de recul, mais ils étaient co n d u i t s . . .

_______________

18 Lettre de Mère Ma r i e - Pascal à Mère Marie-Élisabeth, le 23 nov e m b r e1944

19 Lettre de Mère Marie-Pascal à Mère Marie-Élisabeth, avril 194520 «Dom Paul Grammont et la renaissance monastique de l'Abbaye du Bec»

par Mère Marie-Pascal, dans Les Amis du Bec-Hellouin, n° 88 (1989, décembre),p. 20-23

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 150

Page 151: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

151

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

marche dans l'obscurité que la foi seule soutient et nourrit.Quand on se retourne pour voir le chemin parcouru, on res-te étonné de cette main de Dieu qui maintenait toute chosedans la ligne de sa Volonté. Que ce soit recul ou avance, obs-tacles ou marche libre, tout cela n'était que lignes co u r b e s ,comme Dieu seul sait en tracer pour écrire droit et aboutir àla réalisation de sa volonté. Pour les acteurs de l'oeuvre, la foiseule doit leur suffire, dans une écoute attentive et inlassable,malgré les échecs apparents, et assurer leur marche. Elle nepeut les tromper, si rien ne vient entraver la rectitude de cet-te foi. Voilà comment je vois le développement de l'oeuvre àlaquelle j'ai pris part dans l'obscurité, mais aussi, je dois dire,dans l'obéissance à une Volonté à laquelle j'ai cru..."21

A la question qui lui était posée juste avant sa mort : "Ma mère,quelle a été votre principale qualité ?", elle répondait "ma confiance dansle Seigneur", et c'est de cela que témoigne toute sa vie. Elle meurt àl'aube du 8 mai 2004, dans une paix profonde, ayant remis toute saco n f i a n ce en Dieu dans l'"action de grâces pour le labeur quotidienincessant jamais refusé et ce long enfantement d'une oeuvre que Dieu lui-même dirige par les voies qui sont siennes."22

II. Au fil de sa plume ou ses maîtres à penser

2.1. Son père, Edmond Malo

C'est au cœur même de sa famille que Christiane délia son_______________

21 Lettre de Mère Ma r i e - Pascal à Sr Françoise-Elisabeth, moniale d'Ab uGosh, le 13 février 1994.

22 Vœux de Mère Marie-Pascal à Mère Marie-Élisabeth, pour ses 25 ans deprofession, le 15 août 1950.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 151

Page 152: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

152

SARAH LACHERÉ

esprit et apprit à le toujours tenir en éveil. Son père joua en ce sensun grand rôle et l'enco u r agea à faire École des Chartes. Dans lap r é f a ce de la thèse qu'elle y soutient en 1931 sur les Églisesromanes de l'ancien diocèse de Chalon, on peut lire:

" E lle avait souvent parco u ru la région avec son père,Edmond Malo, archite c te des Monuments historiques àChalon. Pendant deux années, elle visita les églises, releva lesplans, prit des photographies, nota les caractères co n s t ru c-tifs et décoratifs, rechercha les faits historiques qui pour-raient aider à préciser les dates."23

Lorsque la thèse sera imprimée quelques années plus tard chez Pr o-tat, elle la dédicace à ce père aimé et admiré : "Al ' i n fa t i gable animateurde ce tra v a i l, au guide et à l'ami, notre père, Edmond Ma l o, ce livre est dédié".

2.2 Son époux, Marcel Dickson

La thèse de Christiane fut très remarquée, et elle en synthétisa lesrésultats dans le Bulletin monumental de 1931. Aidée par Ma r cel, sonépoux, elle reprit le travail et le compléta. La thèse fut éditée quatreannées plus tard chez Protat sous leurs deux noms : Ma r cel et Chris-tiane Dickson. Tous les deux chart i s tes et spécialistes du Mo y e nÂge, leurs esprits se rencontraient et se stimulaient. Mère Ma r i e -Pascal évoquait souvent leurs longues conversations. Deux autreste x tes sont signés de leurs deux noms, dont un te x te dactylographiéde quelques pages, très attachant, intitulé: Comment visiter une égli -se?24 Le texte commence ainsi, typique de leur pensée originale:_______________

23 Les Églises romanes de l'ancien diocèse de Chalon : Cluny et sa région, par Mar-cel et Christiane Dickson. - Mâcon : Protat, 1935.

24 Comment visiter une église ?, Christiane et Marcel Dickson. - 7 p. dactylo-gr. - Archives du Monastère Sainte Françoise Romaine.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 152

Page 153: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

153

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

"Qui se confie à la pierre ne sera pas déçu" (citation dePaul Claudel, dans l'Annonce faite à Marie). Avant tout, deuxconseils pratiques : 1) entrer tout de suite dans l'église et visi-ter l'intérieur avant l'extérieur, parce que c'est le premier quicommande et explique le second ; 2) entrer par une portelatérale : ne pas aborder une église (ni la photographier) dansson axe, car, de ce point, l'édifice ne révèle que l'élément ver-tical de son ossature. Une série de lignes verticales qui seconfondent en se rapprochant faussent la vue d'ensemble deséléments essentiels et de leur lien naturel..." Le texte se ter-mine par cette autre citation de Claudel: "Je crois que Dieuest ici bien qu'il me soit caché."25

La grande affaire qui occupa Marcel, puis Marcel et Christiane,puis Christiane seule, fut la rédaction de la thèse de Marcel pourlÉcole des Chartes. Marcel était un brillant élève et sur son imagemortuaire est donné ce témoignage d'un de ses professeurs:

"Marcel Dickson était un érudit de grand avenir, sa hauteculture philosophique et son esprit investigateur, largementouvert aux spéculations les plus élevées de la pensée médié-vale, nous donnaient à nous qui avions contribué à sa forma-tion intellectuelle, les plus légitimes espérances ".

Ayant fait deux années de lice n ce en droit, archiviste paléo-graphe de la promotion 1931, il prépare une thèse d'histoire de laphilosophie scolastique en travaillant la vie et l'oeuvre du CardinalRo b e rt de Courson. Tout le temps de sa maladie, Christiane val'aider dans ses recherches, et en 1934 sera éditée sous leurs deux______________________________

25 Cinq grandes odes, suivies d'un processionnal, par Paul Claudel. - N.R.F., 1919,p. 189-191.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 153

Page 154: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

154

SARAH LACHERÉ

noms la première partie de la thèse sur la vie du Ca r d i n a l2 6. Ell en'aura de cesse, après la mort de son mari, de continuer sa thèse ;elle écrit en 1938:

"Vous ai-je dit que je continuais la thèse de Marcel sur leCardinal de Courson par l'édition de la Somme du dit Cardi-nal. C'est un travail terriblement long et minutieux qu'il fautmener à bien, car je ne puis donner une oeuvre médiocre sousle nom de Marcel. Priez-le qu'il m'aide efficacement pour queje puisse vraiment donner ce travail comme il l'aurait voulului-même ; et que je ne fasse pas honte à sa mémoire. Aprèsdes années d'arrêt, je suis bien rouillée dans le travail, je n'aipas assez lu et je ne suis plus au courant des ouvrages sur cesujet. Il me faut reprendre tout cela. Mais ceci dit, je suis bienheureuse de le faire et il m'intéresse énormément. Coursonest un théologien doublé d'un juriste -Ma r cel disait, plusthéologien que juriste-, qui avec des complications de penséeinvraisemblables a parfois des lueurs magnifiques et des vuestrès hautes et très fortes... Dans l'ensemble une charitéinouïe déborde, charité vigoureuse, nullement faiblarde, avecun sens aigu de la nécessité de Dieu..."27

L' aventure prendra parfois les allures des apparitions et dispa-ritions du monstre du Loch Ness. En 1945, elle fait un séjour enf a m i lle afin d'av a n cer la thèse, comme le lui demande MèreMarie-Élisabeth:

_______________

26 Le Cardinal Robert de Courson : sa vie , par Marcel et Christiane Dickson. -Paris : Vrin, 1934. – dans Archives d'histoire doctrinale et littéraire du Moyen Age,p. 53-142 et 369-375

27 Lettre de Mère Marie-Pascal à l'Abbé Christian de Chaunac-Lanzac.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 154

Page 155: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

155

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

" Mon travail av a n ce péniblement ces jours-ci... c'est unmonde..."28 "je travaille tant que je peux pour avancer le pluspossible, mais c'est long et difficile. En tous les cas, il y auratoujours un bon travail de fait, mais évidemment bien loin dela totalité."29 "Il est de toute évidence qu'une grande partiede ce qui restera ne pourra être fait qu'à Paris avec l'aide dela Bibliothèque Nationale et de quelques personnes qui vou-dront bien me prêter un concours indispensable."30

En 1951-1952, Mère Marie-Pascal est envoyée chez les bénédic-tines de Vanves, près de Paris, pour pouvoir co n t i n u e r, et MèreMarie-Élisabeth l'espère, terminer la thèse. " Mon travail marcheassez bien. J'ai presque fini la question du mariage qui est la plus importan -te de toutes (91 pages dactylographiées)... Je vais entreprendre L'Eucharis -tie le jour de la Pentecôte et je suis sûre que cela ira très bien."31 En 1953,elle sera envoyée au Mesnil St Loup pour continuer le travail; ontrouve encore trace de recherches faites à Troyes en 1961, puis ilsemble que Mère Ma r i e - Pascal, prise par d'autres travaux etrecherches, renonce au projet, laissant dormir les innombrablesfiches qu'elle a réalisées, dans l'attente de jours meilleurs.

2.3 Son frère et père dans la foi, Dom Paul Gra m m o n t

En 1936, elle se to u rne vers le monastère de Cormeilles. Enmai 1937, quelques mois avant son entrée, Mère Élisabethco n s e i lle à Christiane d'aller éco u ter le Père Paul Gr a m m o n tqui donne une co n f é r e n ce au 29, rue Saint-Gu i llaume. Ce serala première rencontre et le premier éblouissement. Père Pa u l_______________

28 Lettre de Mère Marie-Pascal à Mère Marie-Élisabeth, le 3 août 194529 Lettre de Mère Marie-Pascal à Mère Marie-Élisabeth, le 7 août 194530 Lettre de Mère Marie-Pascal à Mère Marie-Élisabeth, le 14 août 194531 Lettre de Mère Marie-Pascal à Mère Marie-Élisabeth, le 24 mai 1952

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 155

Page 156: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

156

SARAH LACHERÉ

r evient de Rome où il a fait sa théologie de 1933 à 1936. Là, ilcontinue son doctorat à Paris à L' Institut Catholique. Elle dirade lui: " Sa pensée a fait naître ma pensée. "

En 1942, l'année de sa profession perpétuelle, Père Pa u ls'adresse à la latiniste qu'elle est pour la traduction du P r o s l o -g i o n de saint Anselme. C'est Dom Stoltz, un de ses brill a n t sprofesseurs de Rome qui lui a fait découvrir saint Anselme, etce bien avant qu'il ne soit question du Bec.

"Ce matin, j'ai vu le Père Prieur au sujet du P r o s l o g i o n e tj'ai hâte de venir vous redire ce qu'il m'en a dit... To u td'abord le Père Prieur trouve que la traduction est bonne,q u ' e lle rend bien la pensée générale et qu'elle peutparaître te lle que. Il m'a seulement expliqué une nuancethéologique au sujet de la phrase pour laquelle j'avais euune hésitation..."3 2

La traduction paraîtra dans le n°8 de la revue de Cormeill e s ,Sanctae Ecclesiae, intitulé: "Lumière de foi". Lorsqu'en 1948- 1 9 4 9les communautés de Cormeilles s'installent au Bec, Mère Marie-Pascal reçut avec une grande joie intérieure l'héritage de ce lieudans les pères qui en marquèrent les origines.

2.4 Les pères de l'Ab ba ye du Bec : Herluin, La n f ra n c, An s e l m e

C'est ainsi qu'elle retrouvait Anselme, et qu'elle découvrait He r-luin et Lanfranc. Ayant pris la suite de Sœur Ma r i e - Joseph de Cos-ter comme bibliothécaire à Cormeilles, elle s'occupe du déménag e-ment de la bibliothèque. Elle a l'idée géniale de placer les livres dansdes caisses à oranges dans leur ordre de classement, si bien que c'est

_______________

32 Lettre de Mère Marie-Pascal à Mère Marie-Élisabeth, le 25 juillet 1942

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 156

Page 157: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

157

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

une bibliothèque classée, et accessible (ou presque) qui prendra lechemin du Bec. Elle restera bibliothécaire jusqu'à la fin du siècle, etassurera ce serv i ce avec une grande co m p é te n ce. Elle inaugurerapour l'estampill age des livres le tampon " Sainte Françoise du Bec".

La grande "affaire" qui occupa les communautés autour desannées 1959, fut la préparation du Congrès anselmien. Dès 1955, ontrouve trace des préparatifs:

"J'ai vu Le Bras ce matin. Il a été on ne peut plus gentil et nousavons parlé ensemble comme de vieux amis. Il m'a posé mill equestions sur le Bec... Il veut bien faire partie du Comité de patro-n age et faire une brève communication... Il ne demande pasmieux que de voir le Père Abbé à ce sujet... Il m'a donné to u te ss o rtes de noms de conférenciers possibles... J'en ai parlé aussi àMérèse qui m'a aussi donné une ou deux indications, et je doise n core co n s u l te r, sur le conseil de Le Bras, les tables de la Revue dethéologie ancienne et médiévale pour y trouver des noms..."33

La perspective du Concile imprime un élan à ce projet, lui donnantune dimension inte rnationale et oecuménique. Le congrès se tint àl ' Abbaye du 7 au 12 juillet 1959, à l'occasion du 9è m e ce n tenaire de l'ar-rivée d'Anselme au Bec. Mère Ma r i e - Pascal fut chargée d'une part i ede la logistique, et retrouva ses anciennes fonctions d'hôtelière, ena m é n ageant pendant plus de 6 mois le Vieux Moulin et les autres mai-sons afin d' accueillir les membres et participants du Congrès. CeCongrès pour qui l'a vécu, fut inoubliable, tant par la qualité des inte r-ventions, que par les évènements qui en ponctuèrent le développe-ment: inauguration de la nouvelle église aménagée dans l'ancienr é f e c toire mauriste; transfert du corps d'Herluin de l'église paroissia-le à la nouvelle église. Ce fut aussi comme une reco n n a i s s a n ce officiel-

_______________

33 Lettre de Mère Marie-Pascal à Mère Marie-Élisabeth, le 11 juin 1955.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 157

Page 158: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

158

SARAH LACHERÉ

le des communautés. Des actes du Congrès furent publiés en 1959chez Vr i n3 4. A la fin du volume sera publiée en avant-première l'intro-duction à l'étude critique du Coutumier du Bec -édition que DomGrammont avait demandé à Mère Ma r i e - Pascal de réaliser, et ce, dansla perspective du Concile. Dom Ha llinger qui dirigeait ce travail per-mit ce t te publication qui mit à la portée du public et des spécialiste sle meilleur des conclusions de Mère Ma r i e - Pascal, et comme le ditDom Grammont dans son mot d'introduction: "L'étude dégage à tra v e r sdes coutumes qui ont persisté au cours de plusieurs siècles, les lignes essentiellesqui ont ca ractérisé l'abba ye du Bec, dirigé sa vie et lui ont conféré sa phys i o n o -mie originale parmi les monastères normands." Nous y reviendrons plusloin. Le Congrès anselmien fut aussi l'occasion pour Mère Ma r i e - Pas-cal de trav a i ller les te x tes d'Anselme et de faire paraître, en 1960, unSaint An s e l m e3 5 regroupant des te x tes choisis du docteur angélique,q u ' e lle traduit et présente: la préface du Mo n o l o g i o n, le P r o s l o g i o n d a n sson entier, les 10 premiers chapitres du Cur Deus Ho m o, la MéditationIII sur la Rédemption de l'homme, la Lettre à Lanzon, nov i ce à Cluny quilivre la pensée d'Anselme sur la vie monastique -une sorte de règle dumoine-, sa Lettre à Baudouin, roi de Jérusalem, ainsi que l'Épître sur lessacrements de L'Église et l'Oraison III pour recevoir le Corps et le Sangdu Seigneur. Dans son introduction, elle note: "Rien ne vaut, pour laconnaissance d'une oeuvre, un contact direct qui n'est point gêné par une inter -prétation étra n g è r e, quelle qu'elle soit. " Te lle est bien la méthode qu'elle atoujours adoptée pour trav a i ller un auteur et pour découvrir un père.

On peut noter ici trois traits caractéristiques de son travail, desa méthode, principes fondamentaux de sa formation à École desChartes:_______________

3 4 « Introduction à l'édition critique du Coutumier du Bec», par MèreMarie-Pascal Dickson, dans Spicilegium Beccense I : Congrès international du 9ème

centenaire de l'arrivée d'Anselme au Bec. - Paris: J. Vrin, 1959. - p. 599-632.35 Saint An s e l m e. Te x tes choisis et présentés par Mère Ma r i e - Pas cel Dick-

son. - Namur : Ed. du Soleil levant, 1960. - (Les Écrits des saints).

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 158

Page 159: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

159

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

- le contact direct, et si possible dans la langue originale, avec lesécrits de l'auteur que l'on travaille;

- un apparat critique toujours développé et vérifié minutieuse-ment;

- une bibliographie fouillée afin de donner aux lecteurs les clésde la recherche.

L'édition du Coutumier du Bec, suivant ces trois principes,demanda à Mère Marie-Pascal un travail colossal. Elle fut publiéedans le Corpus Consuetudinum monastica ru m3 6 dirigé au Coll è g eS a i n t -Anselme de Rome par Dom Kassius Ha ll i n g e r, co n j o i n te-ment aux Constitutions de Lanfranc (tome III de ce même Cor-pus). Germaniste, elle séjourna en 1964 à l'Abbaye de Va r e n z e llainsi qu'à l'Abbaye de Fulda pour mettre au point l'apparat cri-tique de cette édition. L'avant-propos du volume dit:

"Tandis que les coutumes de Lanfranc reflètent le rayon-nement de l'ère bourguignonne jusque dans l'Angleterre nor-mande, il ressort du texte du Bec, édité pour la première foispar M.M.P. Dickson... que ce point de vue est irrecev a b l epour le Bec. Ce n'est pas qu'il n'y ait aucun rapport avec Clu-n y, mais, grâce à la recherche exposée en 60 points, il s'esttrouvé que les formules du Bec contredisent 53 fois celles deC l u n y. Ceci étonne d'autant plus que Lanfranc était lui-même sorti du Bec. Il ne peut donc plus être admis que lesD é c r e t s de Lanfranc reflétaient les coutumes normandes deson Abbaye d'origine. Le Bec ne se rattache pas à la Traditiond'un cercle déterminé ; au contraire, il reste ouvert à de nom-

_______________

36 Corpus consuetudinum monastica ru m, tome IV: Consuetudines Beccenses, éd.par Mère Marie-Pascal Dickson. - Siegburg: F. Schmitt, 1967. Le coutumierdu Bec co n tenu dans le tome IV était publié dans le même volume que letome III contenant les Constitutions de Lanfranc.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 159

Page 160: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

160

SARAH LACHERÉ

breux centres monastiques. Les coutumes de ce monastère,désormais éclairées pour la recherche, et sur le contenu et lavaleur desquels M.M.P. Dickson donne de particuliers éclair-cissements, constituent le terrain sous-jacent sur lequel a puse développer une vie spirituelle de haute classe, qui a permisl'efficacité d'un Lanfranc et d'un Anselme. La préparation dece 4ème tome a exigé une puissance de travail et une très gran-de discipline due à l'importance des recherches."37

Et l'avant-propos continue, non sans une pointe d'humour"germanique":

"La révision et la mise en page pour l'impression de ce volu-mineux manuscrit n'ont pu être faites sans que les formules duBec aient dû souvent être éclairées pour dévoiler leur significa-tion cachée. De ce t te manière, il en est résulté un all è g e m e n tpour l'apparat, mais non une accélération pour l'impression."3 8

En effet, la rigueur intellectuelle de Mère Marie-Pascal pouvaittendre parfois à l'obsession. Mais le texte conclut ainsi: "Pour tou -te la peine et le dévouement apportés, nous adressons nos sincères et cordiauxremerciements à l'auteur M.M.Pascal Dickson."39

Ce travail la fit entrer dans la grande tradition du Bec, dansl'oeuvre monastique de Lanfranc et d'Anselme, et lui fit mettre aujour cette "liberté de Église du Bec" qui lui tenait à coeur. Elle l'ex-plicita lors d'une session monastique au Bec en septembre 197340.

_______________

37 Avant-propos pour les 3ème et 4ème tomes du Corpus consuetudinemmonasticorum

38 id.39 id.40 La Liberté de l’Église du Bec, par M.Marie-Pascal Dickson. - 13 p. dactylo-

gr. - Conférence donnée à la Session monastique , Abbaye du Bec, septembre1973. - Archives du Monastère Sainte-Françoise Romaine.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 160

Page 161: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

161

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

Le Renouveau charismatique battait son plein et avait d'une cer-taine manière dilaté son coeur et son inte ll i g e n ce. Elle mit enlumière dans la co n f é r e n ce qu'elle donna, ce au travers des troispères fondateurs du Bec : Herluin, Lanfranc et Anselme, la valeuri n comparable de l'obéissance qui libère, thème sur lequel ell ereviendra avec sainte Françoise: "Libérée dans l'obéissance, offerte dansl'amour, Françoise remet tout au Dieu qui, seul, comble son désir"41.

Parmi ces travaux sur les origines du Bec, citons la traductionqu'elle fait de la Vie d'Herluin, fondateur et premier abbé du Bec,relatée par son disciple Gi l b e rt Cr é p i n4 2. Lors d'un co lloque àl ' Abbaye bénédictine Sainte - Marie de Paris en 1980, elle fit unecontribution sur He r l u i n4 3, qui sera publiée trois ans plus tard.E lle rédigera également sur Herluin une notice en 1988 pour leDictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques. No tons enco r eune lettre de Lanfranc à la Reine d'Écosse, Margaret, qu'elle tra-duit en 199044.

Avant d'évoquer son travail sur les fondateurs de Mo n t - O l i v e t ,mentionnons ici, comme commune source de tous ces pères (tantdu Bec que de Mont-Olivet), sa libre traduction de la Règle de saintBenoît qu'elle réalisa en 1968. Elle la présente ainsi dans sa préface :

" Pr é f a ce indispensable à ce t te re-lecture de la Règle de saintBenoît - Le texte qui est présenté ici ne se donne pas pour une tra-duction littérale de la Règle. La Règle de saint Benoît a été fr é q u e m-_______________

41Répons de la fête de sainte Françoise, d'après le texte d'une de ses visions42La vie de saint Herluin relatée par son disciple Gilbert Crépin , trad. du latin par

Mère Marie-Pascal Dickson. - Le Bec-Hellouin : les Ateliers du Bec, 196143 « Quelques aspects de la personnalité d'Herluin, fondateur de l'Abbaye

du Bec », par Mère Marie-Pascal Dickson. - Droz, 1982. Dans Sous la Règle desaint Benoît : structures monastiques et sociétés en France du Mo yen Âge à l'époquem o d e rn e, Abbaye bénédictine Sainte - Marie de Paris, 23-25 octobre 1980, p.107-123.

44 Les Amis du Bec-Hellouin, n° 91 (1990, septembre), p. 33-34.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 161

Page 162: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

162

SARAH LACHERÉ

ment et fort bien traduite. Il ne s'agissait donc pas de reprendre ce tra-vail, mais de donner, dans la mesure du possible, une re-lecture de ce t-te Règle pour notre temps. Et ceci non pas en supprimant ce qui relè-ve de coutumes périmées, mais en s'attachant, par une ce rtaine inte r-prétation de quelques termes, à rendre l'essentiel de ce t te viem o n astique..." Donnons-en un exemple : "...grâce à ce t te vie de lumiè-re qui nous est proposée, nous devons nous hâter d'ag i r, accordés à cequi offre pour nous valeur d'éternité." (Prologue de la Règle, 43-44)

2.5 Les pères de la Congrégation de Mont-Olivet : Bx Bernard Tolomei,Ste Françoise Romaine

Toute subjuguée qu'elle était par le riche héritage de l'Abbayedu Bec, Mère Ma r i e - Pascal ne s'intéressa que tardivement à laCongrégation de Mont Olivet. Sa première contribution à l'histoi-re de la Congrégation remonte à 1972 -elle avait alors 68 ans- et eutpour objet le premier siècle de son histoire45.

Dans le magnifique travail réalisé au sein de la Congrégationpour mettre à la disposition de tous en latin et en français leste x tes primitifs: Re ga rdez le rocher d'où l'on vous a taillés4 6, MèreMa r i e - Pascal eut pour part la présentation des Constitutions de1350/136047. Elle y souligna la parenté de la vie des premières com-munautés olivétaines avec celle de la première communauté chré-tienne décrite dans les Actes. C'est là qu'elle mit -comme prophé-_______________

4 5 «La Congrégation bénédictine de Mont-Olivet au premier siècle de safondation et sa place dans l'histoire de l'Ordre». - Siena: Monte Oliveto Mag-giore, 1972. - Dans Saggi e Ricerche nel VII centenario della nascita del B. BernardoTolomei, 1272-1972, p. 25-47

46 Regardez le rocher d'où l'on vous a taillés : documents primitifs de la Congréga -tion bénédictine de Mo n t -Olivet : texte latin et trad. fra n ç a i s e, par les moines del'Abbaye de Maylis - Abbaye de Maylis, 1996. - 478 p.

47 «Constitutions de la Congrégation du Mont-Olivet de 1350/1360», dansRegardez le rocher d'où l'on vous a taillés, p. 127-203.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 162

Page 163: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

163

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

tiquement- en lumière le concept de communion comme charis-me essentiel de la Congrégation. Rejoignant là un courant d'éveilet de recherche, on peut dire qu'elle est à la source d'un renouveaude la Congrégation et du travail de relecture des Constitutions de2001. Frère Luigi Gioia de l'Abbaye de Maylis avec qui elle a entre-tenu une profonde relation et amitié à la fin de sa vie lui écrit ausujet de cette intuition:

"...ecclésiologie de communion que votre étude a si grande-ment aidé à redécouvrir comme étant à la racine même ducharisme de nos fondateurs. Je dois même dire que votre étu-de sur les Constitutions de 1350/1360 a été le point de départde to u te une réflexion d'abord personnelle et puis menée ausein de la CoReCo -Commission pour la révision des Consti-tutions- dont la justesse et la fécondité ont été confirmées parla quasi-unanimité avec laquelle le Chapitre Général extraor-dinaire en a fait sien les applications..."4 8

Dans son ouvrage tout récent sur l'esprit de la famille monas-tique de Mont-Olivet49, Frère Luigi dit ceci:

"C'est à Mère Ma r i e - Pascal, moniale-oblate de No t r eDame du Bec, que revient le mérite d'avoir mis en lumière lerôle central et la fécondité de la notion de communio chez nospères. Elle a été à la source de la redécouverte de cet aspectessentiel de l'esprit et de la grâce des initiateurs de Mo n teOliveto et on peut lui attribuer le mérite de la fécondité que

_______________

48 Lettre de Frère Luigi Gioia, moine de Maylis à Mère Marie-Pascal, le 1erseptembre 2002.

49Bernardo Tolomei e lo spirito della famiglia monastica di Monte Oliveto, par Frè-re Luigi Gioia ; avec trad. française et anglaise. - Siena : Abbazia di Monte Oli-veto, 2004. - 177 p. - (Quaderni di Monte Oliveto; 01).

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 163

Page 164: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

164

SARAH LACHERÉ

ce t te redéco u v e rte a déployée jusqu'à son premier aboutis-sement, celui de la révision des Constitutions de 2001."

C i tons ici quelques lignes de sa main écrites à la fin de sa vied'une écriture toute tremblée à propos de la vision de l'échelle duBx Bernard et appuyant cette intuition:

"S'il est vrai que l'histoire est une science qui se construitavec des faits concrets, il n'en est pas moins vrai que ces faitssont issus d'une germination, laquelle donne naissance à uneréalité vivante. Celle-ci se poursuivra avec tous les élémentsde la vie ; elle sera donc soumise au développement et à uneévolution qui n'en altère pas la vérité première. Il s'agit ici ducharisme fondateur de la Congrégation olivétaine. La visionde l'échelle (depuis ce lle de Ja cob) n'a cessé d'informer lesrécits biographiques des contemplatifs. Comme tout évène-ment imaginaire (du moins à ce que l'on croit), elle n'a pas designification positive dans l'histoire en tant que science. Or,celle que Bernard a contemplé me semble apporter une signi-fication particulière à ce qu'on peut appeler le charisme duf o n d a te u r. Tout d'abord, ce t te vision aurait été d'as s e zlongue durée, ce qui semble inhabituel dans ce genre d'évè-nements. Ici, la durée semble appeler l'attention du vision-naire sur un point important, un dire de Dieu particulier, unmessage qui lui est adressé directement par le Seigneur. Ellelui permet de ne pas en rester à une grâce personnelle maisd'annoncer un message qui doit informer toute la vie monas-tique qui est entre ses mains. Ici, nous arrivons à un pointtout à fait positif de l'évènement. Comme la vision se prolon-ge, Bernard, sans doute, pour une compréhension plus largede la grâce qui lui est faite, appelle un certain nombre de sesfrères à co n te m p l e r, et à comprendre par là qu'ils sont eux-mêmes appelés à entrer dans le mouvement fondateur de

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 164

Page 165: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

165

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

communion qu'illustre la vision."50

La grande oeuvre de Mère Ma r i e - Pascal au coeur de la Congréga-tion fut de trav a i ller sainte Françoise Romaine. Son premier co n t a c tavec elle à Rome en juin 1937 fut une rencontre profonde et décisi-ve ; comme Françoise, elle avait été épouse et mère ; elle rejoignaitlà l'expérience profonde qu'avait fait Mère Élisabeth lors de sonp è l e r i n age à Rome en 1919 -expérience qui fut pour to u tes les deuxle moteur de leur vie de foi, comme si elles avaient reçu, comme tantd'autres avant et après elles, une part de l'esprit de Fr a n ç o i s e .

Mère Ma r i e - Pascal y trav a i lle pour la première fois en 1962, aud é p a rt en vue de la fête de Mère Élisabeth, sur l'oeuvre monas t i q u ede Françoise. A la demande de Père Philibert, le te x te sera publiédans les Amis du Bec5 1. Dom Lugano, moine de Sainte - Marie la Ne u v eà Rome avait publié dès les années 1923 les principaux te x tes relatifsà la fondation de sainte Françoise. Ses articles avaient été traduits del'italien et publiés dans la revue de Cormeilles, Sanctae Ecclesiae5 2.C'est sur ce magnifique travail que Mère Ma r i e - Pascal s'appuiera.

En 1978, elle fait une communication en italien lors du secondIncontro di Monte Oliveto Maggiore, les 12 et 13 septembre. Ellesera publiée dans la revue L'Ulivo53 l'année suivante et porte sur lafiliation de la communauté du Bec avec sainte Françoise Romaine.

En 1983, le VII In contro de Mont Olivet sera consacré à sainte

_______________

50 Notes manuscrites de Mère Marie-Pascal, 2001 ? - Archives du Monastè-re Sainte-Françoise Romaine

51 «Sainte Françoise Romaine : son oeuvre monastique, témoignage ecclé-sial». par Mère Ma r i e - Pascal Dickson, dans Les Amis du Bec- He l l o u i n, n° 4(1962, octobre), p. 21-25

52Sanctae Ecclesiae, 27ème année (1946, avr. et juil./oct.)53 « Le monache-oblate di Notre Dame du Bec, figlie di S. Francesca Roma-

na », par Mère Marie-Pascal Dickson, dans L'Ulivo, nlle série, n° 1 (1979, jan-vier/mars), p. 33-40.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 165

Page 166: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

166

SARAH LACHERÉ

Françoise, en vue de la préparation du 6ème centenaire de sa nais-sance (en 1384). Mère Marie-Pascal y donne à nouveau une com-munication en italien sur la spiritualité de sainte Françoise54. Elleen relève trois caractéristiques: le puissance d'oblation, la polari-sation sur le Christ et la réceptivité silencieuse. Lors de ces ren-contres de Mont Olivet, Mère Marie-Pascal nouera de profondesamitiés avec quelques uns des intervenants ou participants : Ales-sandra Bartolomei Romagnoli, Dom Giorgio Picasso, Dom Vale-rio Cattana et tant d'autres. Cet In contro lui permettra de semettre en contact avec La Mère Pr é s i d e n te de Tor de'Specchi,Madre Paola Vecchi, qui lui fera parvenir une copie du manuscrita u tographe de Mattioti en idiome vulgaire romanesco du XV°siècle conservé aux Archives de Tor de' Specchi, et qui sera un ins-t rument très précieux de travail pour Mère Ma r i e - Pascal lors-qu'elle en viendra à travailler les visions de Françoise. Elle a sou-vent dit que c'est grâce au Renouveau charismatique qu'elle s'étaito u v e rte au monde des visions de Françoise. Jusque là, ce motmême lui faisait peur.

En 1989, elle publie une étude sur quelques visions de Françoi-s e : Jubilation dans la lumière divine5 5. Son amie, Lucienne Po rt i e r,e x ce ll e n te italianiste, fit la traduction des visions et introduisitMère Marie-Pascal au monde du romanesco, ce qui lui fut très pré-cieux pour ses recherches ultérieures. Elle conclut en manièred'épilogue par ces mots:

_______________

5 4 «La Spiritualité de sainte Françoise dans ses caractéristiques», par MèreMa r i e - Pascal Dickson, dans Les Amis du Bec- He l l o u i n, n° 67 (1983, décembre), p.1 9-33 et dans Una Santa tutta romana : saggi e ricerche nel VI centenario della nascitadi Fra n c e s ca Bussa dei Po n z i a n i, 1384-1984, a cura di Giorgio Pi c asso. - Siena : Mo n-te Oliveto Maggiore, 1984. - p. 445-4 5 5

5 5 Jubilation dans la lumière divine : Françoise Ro m a i n e, 1384-1440, d'après le récit desvisions transcrit par son père spirituel : choix de 20 visions, suivies chacune d'une inter -p r é t a t i o n, par Mère Ma r i e - Pascal Dickson. - Paris: O.E.I.L., 1989. - VI-211 p.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 166

Page 167: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

167

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

"Il est remarquable que Françoise ait vécu ce chemin inté-rieur intense, tout en menant sa vie de dame romaine av e ctous les devoirs et charges que ce lle-ci co m p o rtait, sans par-ler de ses tâches caritatives. Elle n'a rien d'une recluse, ell eest très insérée dans la vie du monde au milieu duquel elle setrouve, et dans la vie de Église encore déchirée par les der-niers schismes. Au coeur d'une situation humaine en proieau bouleversement dans tous les domaines, elle en a embras-sé les faiblesses aussi bien que les valeurs. Elle apporte par lerécit de ses visions qui sont de l'ordre de la relation amou-reuse, de la rencontre de personne à personne, un messag ed'optimisme fort, implanté dans le réel, le message... quetout baptisé est appelé à la vie mystique, quelles que soientses attaches avec le milieu ambiant. Il est placé dans untemps donné, dont il ne lui faut renier aucune des dimen-sions: c'est avec lui qu'il doit trav a i ller et vivre, c'est lamatière mise entre ses mains pour qu'il en fasse jaillir l'es-prit. Françoise a compris, comme le dira Péguy, que "le te m-porel est la terre et le temps, la matière, le te r r o i r, le te r r e a ude l'éte rnel". C'est là le message qu'elle apporte encore ànotre monde aujourd'hui."

Dans Les Amis du Bec de nombreuses recherches serontpubliées sur Françoise d'après les documents originaux: sur Yp o-l i to et Fr a n ç o i s e5 6, sur la fondation de Tor de' Specchi d'après lesvisions de sainte Fr a n ç o i s e5 7, sur le lien entre Françoise et la Vi e r-

_______________

56 «Ypolito de Rome et Françoise Romaine», par Mère Marie-Pascal Dick-son, dans Les Amis du Bec-Hellouin, n° 85 (1989, mars), p. 22-30

57 «La fondation de Tor de'Specchi d'après les visions de Françoise Romai-ne», par Mère Ma r i e - Pascal Dickson, dans Les Amis du Bec- He l l o u i n, n° 97(1992, avril), p. 4-35.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 167

Page 168: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

168

SARAH LACHERÉ

ge Ma r i e5 8. Dans sa méditation sur la vision de l'échelle du BxB e rnard, Mère Marie-Pascal vit dans la Vierge et le Christ assem-blés au haut de l'échelle une image de cette vocation unique queFrançoise inaugurait dans Église - moines et moniales as s e m b l é spour louer ensemble la gloire de Dieu.

Concluons ici par quelques hommages rendus à son inte ll i g e n ce:

"Ce qui m'a frappé chez Mère Ma r i e - Pascal, c'est que, éru-d i te comme elle l'était, elle ne s'imposait pas, mais éco u t a i tpatiemment ce qu'on lui disait, puis avait le souci d'informerg e n t i m e n t . "5 9; "C'était une femme remarquablement éru d i te . . .Ses qualités scientifiques ne l'avaient pas rendue moins dési-reuse des qualités de la vie monastique et elle n' avait aucunmépris pour un ce rtain humour, parfois caustique..."6 0 ; "unevie si féconde pour vos communautés, elle qui était si atte n t i-ve au lien entre nos co m m u n a u t é s . "61 "Mère Ma r i e - Pascal nousa été précieuse parce qu'à travers ses écrits et ses dires, ell enous a fait connaître et aimer la Règle de saint Benoît et sain-te Françoise Romaine. Elle nous a aidés à aller plus loin en œcu-ménisme par ses inte rventions lors de nos rencontres et parune co r r e s p o n d a n ce que j'ai en partie co n s e rvée, elle nous a faitcomprendre la "catholicité" de Ma rtin Luther. . . "6 2.

_______________

58 « Sainte Françoise et la Vierge Marie», par Mère Marie-Pascal Dickson,dans Les Amis du Bec- He l l o u i n, n° 123 (1998, juin), p. 38-46. L'étude fut aussipubliée dans L'Ulivo, anno XXIV, n° 1-2 (1998, janvier/juin)

59 T é m o i g n age de Mère Ma r i e -G e rt rude Pi n o teau, moniale du Bec, août2004.

60 Lettre de Dom Adrien Nocent, moine de Maredsous, à Mère Marie-Pla-cide, Prieure du Bec, le 16 juillet 1992

61Lettre de la communauté de Grandchamp à Mère Marie-Placide Caze-nave, Prieure du Bec, mai 2004

62Lettre du Pasteur Albert Greiner à Mère Marie-Placide, Prieure du Bec ,le 10 mai 2004

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 168

Page 169: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

169

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

Nous pourrions multiplier ici les témoignages; nous donneronsj u s te cet ultime hommage mis en dédicace par Frère Luigi Gioia, dansson ouvrage cité plus haut: " alla memoria di Madre Ma r i e- Pa s cal Dick -son, Mo n a ca -Oblata del Bec (1904-2004), Un giorno capiremo quanto le dob -b i a m o "6 3 Oui, un jour, nous comprendrons ce que nous lui dev o n s .

III. La grande épreuve ou le point-source

To u te jeune femme, elle fut éprouvée au-delà des forces humainespar le décès de son époux tant aimé et admiré. Au retour d'une visi-te de l'Abbaye de Po n t i g n y, ils reto u rnent à pied à la gare, et là, Ma r-cel, épuisé dit à Christiane: "je n'en peux plus!". Ce sera le premiersigne de la tuberculose qui l'emportera quelques mois plus tard, unan après leur mariage. Ma r cel lui écrit de l'hôpital Pas teur:

"J'ai pensé à quel point j'avais laissé ma vie intérieure s'en-gourdir dans notre bonheur. Je voudrais do nc, mon amourchéri, que nous fassions vœu, si je guéris bien, d'être trèsstricts sur le chapitre vie intérieure, prière et sacrement."6 4.

Mère Ma r i e - Pascal aimait à dire que Ma r cel l'avait merv e i ll e u s e-ment préparé à son départ. Dans les nombreuses lettres de co n d o-l é a n ces qu'elle reçoit, l'ami de Ma r cel, l'Abbé de Chaunac, lui écrit:

"...douleur d'autant plus vive que je songeais que ce n' é t a i tp as en moi seulement qu'il laissait un grand vide mais envous surtout qui perdez la moitié de vous-même, vide

_______________

63Dédicace de l'ouvrage cité en référence à la note 4864 Lettre de Marcel à Christiane, non datée [1932]

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 169

Page 170: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

170

SARAH LACHERÉ

immense que seul peut combler Notre Seigneur Jésus. Je n' a ip as besoin de vous le dire, car votre lettre m'a montré votregrand esprit de foi, qui est une des choses que Ma r cel ad'abord remarqué en vous et comment vous savez rapporte rtout à Dieu ... et comment vous avez compris ce nouvelamour de Ma r cel, beaucoup plus grand, infiniment plusg r a n d . . . "6 5

La voici donc veuve à 28 ans, attendant un enfant. D'une ce r-taine façon, ce t te atte n te la tire en avant, du côté de la vie et deDieu. Paul Fo u rn i e r, directeur de École des Chartes, la soutientpendant tout le temps de son veuvage ; il lui écrit juste après lam o rt de Ma r cel:

"Croyez bien que de tout coeur, je pleure avec vous l'hom-me de foi profonde et de ferme bonne volonté, pour lequelj'avais une haute estime et une très vive et très sincère affec-tion. J'aimais à me rappeler l'union si belle et si étroite quevous avez contractée avec lui, c'était bien un modèle demariage chrétien, pour lequel je formais les plus belles espé-r a n ces... Pensez que lui-même ne vous oublie pas là-haut etdemandez lui sa protection pour vous-même et pour le petitenfant qu'il vous a laissé... J'ose vous demander de me consi-dérer comme restant attaché aux deux époux et comme atta-ché d'avance à celui que vous attendez..."66.

Pascal naît le 11 mai 1933; Paul Fo u rnier lui écrit à ce t te occas i o n :" Je suis heureux des bonnes nouvelles que vous avez bien voulu m'envoye r, de

_______________

65 Lettre de l'Abbé Christian de Chaunac-Lanzac à Christiane Dickson, le28 décembre 1938.

66 Lettre de Paul Fournier à Christiane Dickson, le 20 décembre 1932.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 170

Page 171: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

171

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

votre santé et de celle du jeune Pascal. Il me sera très agréable de faire laconnaissance du jeune homme. . . "67 Il lui écrit le jour de l'Ascension et te r-mine ainsi sa lettre: "jour de l'Ascension : fête du ciel, fête de l'espérance !".

L'épreuve pourtant ne s'arrêta pas là, et le 11 juillet 1934, elle per-dait aussi le petit Pascal. Mère Hugues-Marie, ancienne Prieure duMonastère Sainte-Françoise Romaine, qui succéda à Mère Marie-Élisabeth fut témoin du drame:

" Une grande amitié liait mes parents6 8 avec Christiane etMa r cel Dickson. Après la mort de celui-ci, Christiane et sonpetit Pascal nous étaient encore plus proches et nous lesemmenions en vacances au bord de la mer, à Hendaye, en ce t-te année 1934. Un jour, tous prenaient un bain de mer ; étaientrestés sur la plage ma mère, pour garder Pascal et mon fr è r eB e rtrand, qui étaient presque jumeaux. Or, tout à coup, je vois,de la mer, maman nous faire de grands signes. J'av e rtis monpère qui comprend qu'il y a quelque chose de grave, et qui parti m m é d i a tement vers la plage, suivi de Christiane et de messœurs. Arrivant sur la plage, nous voyons maman désemparée :le petit Pascal avait avalé un co q u i ll age, et ses essais pour leretirer n' avaient pas réussi. Aussitôt mon père, avec Christiane-en maillot de bain, hèlent un taxi qui les emmène avec Pas c a laux urgences de l'hôpital. Hélas, c'était trop tard. C'était un 11j u i llet, fête de saint Benoît. Il rejoignait ainsi son père..."6 9

L o r s q u ' e lle reçut l'habit, l'Abbé de Chaunac qui prononça l'al-locution mit en relief le caractère pascal de sa vie: _______________

67 Lettre de Paul Fournier à Christiane Dickson, le 25 mai 193268 Odette et Norbert Dufourcq, qui avaient fait lÉcole des Chartes avec le

ménage Dickson.69Témoignage de Mère Hugues-Marie Dufourcq, ancienne Prieure du Bec,

août 2004.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 171

Page 172: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

172

SARAH LACHERÉ

" ' Ne vous attristez pas comme ceux qui n'ont pas d'espé-r a n ce' (1 Thess. 4, 12)70 - Chère madame, vous ne m'en vou-drez pas, j'en suis sûr, de vous rappeler en ce jour de joie lesparoles de St Paul aux Thessaloniciens: vous en avez sentidans la douleur la dure et co n s o l a n te leçon, vous les av e zrépétées souvent et je ne doute pas que vous les ayez beau-coup aimées... Vous êtes marquée du signe de la résurrec-tion... par vocation spéciale, vous l'êtes plus part i c u l i è r e-ment... Dieu vous a fait suivre le dur chemin du calvaire, etce n'est pas sans dessein qu'Il a permis que to u te votre vie,la date de votre vêture7 1 et votre nom plus encore vous rap-p e l assent ce mystère..."7 2.

Le jour des obsèques de Mère Ma r i e - Pascal, le 11 mai 2004 - 71ans jour pour jour après la naissance de Pascal- Père Abbé dansson homélie posait ce t te question: " Quelle est donc cette flamme quia consumé les affections de Mère Ma r i e- Pa s cal sans réduire en cendres sonc o e u r ? "7 3. Question, en effet - comment n' e s t - e lle pas ressort i eanéantie de tout cela ? Les années qui ont suivi ont été difficiles,et ne disait-elle pas avec un regard rétrospectif sur son entrée àC o r m e i lles: "J'étais comme une loque!". Peu à peu, le Dieu qui l'aa c co m p agnée sa vie durant, et de façon plus aiguë pendant ce sannées de deuil, lui redonne une ce rtaine paix. Lors de sa profes-sion perpétuelle, elle fait don à Dieu de son amour, de Ma r cel:

"Depuis la dernière fête de l'Ascension, je pense à ce don_______________

70 Citation figurant sur l'image mortuaire de Marcel Dickson.71 Mère Marie-Pascal reçut l'habit le lundi de Pâques 1938.72Allocution de l'Abbé Christian de Chaunac-Lanzac le jour de la vêture de

Mère Marie-Pascal.7 3Homélie des obsèques de Mère Ma r i e - Pascal, le 11 mai 2004, par Père

Abbé Paul-Emmanuel Clénet, Abbé du Bec.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 172

Page 173: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

173

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

de notre amour, à Ma r cel et à moi, que vous m' avez deman-dé de vous exprimer ce jour-là, afin qu'il fut offert... ce don...vous savez bien que je l'ai déjà accompli dans sa totalité cedimanche du temps pascal 1942, où vous m' avez fait co m-prendre l'arrachement nécessaire à tout ce qui était person-nel dans la grâce d'amour qui nous avait été départie ici-bas ,afin de ne pas arrêter à soi et tarir par là-même la sève de viedivine qui doit circuler librement dans tout le Corps duChrist - reconnaissant que cet amour ne nous appart i e n tp as, mais qu'il est le bien de tout le Corps glorieux du Christdans la vie duquel il doit se perdre pour un don total qui nelaisse plus subsister de lui que la louange une d'une seule etmême chair, d'une seule et même âme en Dieu... Je vous aia p p o rté nos deux all i a n ces... Ce jour-là ma mère, je vous aidonné mon amour -pour qu'il ne vive plus que dans leChrist. Ces all i a n ces, vous n' avez pas voulu les prendre.Vous avez voulu que ce soit un prêtre qui les reçoive puisquec'était un prêtre qui nous les avait remises de la part deDieu. Vous m' avez co n d u i te au Révérend Père Pr i e u r, etlà...je les lui ai données. Au jour de ma profession74, ell e ssont demeurées sur l'autel pendant le Saint Sacrifice de laMesse. Vous aviez bien voulu les placer là avec les vôtres, maRévérende Mère, et vous y aviez joint la lettre dans laquell ele Révérend Père Prieur me demandait de porter à l'autel ledon total de lui-même qu'il se sentait appelé à faire à la co m-m u n a u t é . . . "7 5

Dom Grammont demandait en effet, comme en figure de cequi adviendrait à l'Épiphanie 1944, ceci: " Demandez à la Révérende

_______________

74 En la fête de l'Ascension 1942.75 Lettre de Mère Marie-Pascal à Mère Marie-Élisabeth, le 15 août 1943.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 173

Page 174: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

174

SARAH LACHERÉ

Mère Prieure je vous prie, de porter vous-même au saint autel le don totalque je dois faire à votre communauté de tout ce que je suis et puis être. . . "7 6

Quant à la cicatrisation de la blessure reçue lorsqu'elle perditPascal, elle ne fut jamais co m p l è tement réalisée ; elle resta plaieo u v e rte d'où purent couler des fleuves de co m p assion pour to u sceux qui avaient perdu un enfant. Elle est confrontée pour la pre-mière fois en 1942 à pareil drame:

"J'ai été violemment émue par la visite de mon amieCatherine Delebecque qui vient de perdre son deuxièmeenfant, une petite fille de 3 ans. Elle est d'un courage magni-fique et entrevoit parfaitement les réalités plus hautes que sapetite fille l'aidera à découvrir peu à peu. Mais le contact decette souffrance était déchirant. J'espère l'avoir un peu aidée.Mais moi-même après son départ, j'avais bien besoin d'êtreaidée..."77

Elle eut tout au long de sa vie de moniale un véritable charismede co m p assion et de consolation pour tous ceux qui venaient deperdre un enfant, et nous pourrions citer ici de nombreux témoi-g n ages de ceux qu'elle a aidés: Michel et Georgette Lamare quiont perdu un fils en montagne, fondateurs de "Jonathan" pour lesparents ayant perdu un enfant; le ménage allemand des Vostmeyer,les Dieuleveult, le Docteur Alexandre Minkowski, Simone quiavait perdu une petite Odile:

"...restent gravées les paroles de réconfort, d'espérance, defoi, qui m'ont fait passer de la révolte à l'acceptation del'épreuve. Je crois que sa maternité blessée m'a enfantée à la

_______________

76 Lettre de Dom Paul Grammont à Mère Marie-Pascal, mai 1942.77 Lettre de Mère Marie-Pascal à Mère Marie-Élisabeth, le 29 juillet 1942.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 174

Page 175: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

175

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

vie spirituelle ; quand je lui disais "Mère", le mot recouvraittout cela comme une action de grâces..."

Mère, elle l'a été, et combien d'âmes et de cœurs a-t-elle tou-chés par son affection maternelle. "Son affection maternelle m'a tou -jours beaucoup soutenue. Elle aimait sans aucun jugement de valeur dansune affection qui n'était pas attachement mais libération et croissance..."78

E lle était pour beaucoup une "mère pleine de bonté etd'amour."79"Veramente una granda figura di mamma! "80

Deux réalités profondes ont comme traversé sa vie de part enpart: l'amour et la sainteté de Dieu.

" To u te vocation est et doit être exigeante, car il n'y a de véri-té, et donc de joie, que là : lorsque nous ne gardons plus rienpour nous et que tout en nous est aux autres et pour les autres.Ce n'est qu'en vivant cela que l'on trouve paix et bonheur ; cen'est pas chez les autres ou par les autres mais dans notre donà eux. Nous n' avons rien à exiger d'eux puisqu'ils nous donnentla joie, mais tout exiger de nous pour eux, et alors une joieimmense nous envahit et nous porte et nous fait trouver to u tefatigue légère. C'est cela l'amour. . . "8 1.

La sainteté de Dieu la saisissait souvent au-delà des mots: "Tusolus sanctus: la sainteté n'est qu'à Lui et ne peut venir que de Lui..."82 etc'est pour cela qu'elle goûtait tant à la liturgie, à l'Opus Dei. Sa

_______________

78 Témoignage de Soeur Jean-Paul, moniale d'Abu Gosh, juin 200479 E-mail du Rabbin Elie Martiano, lors du décès de Mère Marie-Pascal, le

29 mai 2004.80 Fax de Dom Valerio Cattana, Abbé de Seregno, le 13 mai 200481 Lettre de Mère Marie-Pascal à ?, le 2 mai 196582 Lettre de Mère Ma r i e - Pascal à Mère Marie-Élisabeth, le 11 septe m b r e

1960.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 175

Page 176: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

176

SARAH LACHERÉ

prière préférée resta jusqu'à ses derniers jours le Te Deum.Voici deux témoignages portant sur la fin de sa vie, où elle était

devenue quasiment aveugle:

"J'ai mieux connu Mère Ma r i e - Pascal vers la fin de sa vie où jepouvais dav a n t age me permettre de m'infiltrer dans son horairepour une rencontre qu'elle était toujours heureuse de m' o f fr i r.Très vite elle me parlait de Dieu, de son amour sans mesure, co m-me d'une expérience qu'elle vivait. Ses yeux bleus un peu dans leflou, car sa vue était devenue mauvaise, cherchaient à fixer monregard comme si elle voulait que nous ne fassions qu'un dansl'échange, que nous nous comprenions bien. Elle me disait :" Tout ce que nous sommes, nos broutilles, nos fautes mêmes,tout cela n'est rien, absolument rien ; c'est dissous en Dieu. Seulco m p te son amour qui prend tout, remplit tout, recherche notreâme, l'union avec notre pauvre réalité, notre rien, pour l'unir à sato u te beauté, son être divin. Dieu a soif, une soif infinie de sacréature si pauvre soit-elle. Quand nous pensons à Dieu, nousnous to u rnons vers lui, alors, nous ne nous regardons pas, nous leco n templons: Il dépasse tout ce que nous pouvons imag i n e r. "L'essentiel de ce qu'elle voulait part ager c'était cela, l'amour foude Dieu. Je ne saurais redire exactement ses mots, c'est un pâleessai ; elle-même ne trouvait pas de mots assez forts pour expri-mer son éblouissement face à l'amour de Dieu. Elle éprouvaitune reco n n a i s s a n ce sans commune mesure avec le don reçu. Ell eavait goûté Dieu, en était imbibée et son être était comme brû-lant de le co m m u n i q u e r. Sa foi était un vrai témoignage, elle étaitconvaincue... Je la sentais pacifiée, sans peur car si sûre de Dieu.Oui, je garde de notre dernière rencontre un souvenir lumineux;sa foi ne pouvait qu'entraîner. "8 3; "Très émouvantes sont ses

_______________

8 3T é m o i g n age de Sr Ma r i e - Henri de Wavrechin, moniale d'Abu Gosh, juin 2004.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 176

Page 177: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

177

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

lignes des dernières années de sa vie, où l'on peut suivre le che-min intérieur dans lequel elle était co n d u i te de par ses infirmités,le ralentissement de son rythme mais non pas de sa mémoire nide sa pensée : "...Voilà des temps que je désire vous écrire et jen'arrive pas "inte ll e c t u e llement" à vous dire ce qui me vient auco e u r. Tout d'abord, je sors d'une période de bien des mois, pen-dant laquelle ma vue s'est amoindrie peu à peu, pour arriver à unaveuglement presque total. L'incapacité de lire a été pour moi unc rucifiement, jusqu'à ce que j'ai accepté vraiment et non en paro-le, ce t te nouvelle destruction de ma vie... Mais peu à peu, le Sei-gneur m'a donné de le faire et d'être en paix... J'apprends peu àpeu à vivre ce t te vie désœuvrée pratiquement, et j'y mets to u tema volonté, ou plutôt mon désir sans y mêler quoi que ce soit demoi-même. Le Seigneur est le seul Maître, et s'il lui arrive d'ag i rpar moi, il le fait absolument sans moi..."8 4

Souvent, elle disait: "ce n'est pas moi..." ou "je ne sais pas pourquoi jevous dis çà..." En décembre 2003, elle disait: "Il arrivera un momentoù je serai à même de vivre, j'en remercie le Se i gn e u r." La veille de samort, le médecin ayant déclaré qu'elle touchait au terme du voya-ge, une des sœurs. qui l'entourait l'encouragea ainsi: "Ma mère, laporte est grande ouverte, vous pouvez partir quand vous voulez", et à l'au-be du 8 mai, elle entrait dans la lumière de Pâques.

Dix jours plus tard, elle aurait fêté ses 65 ans de profession, etquelques mois plus tard ses cent ans ; elle préféra partir en ce mois demai qui lui était cher. La liturgie de ses obsèques fut to u te centrée surla joie pascale qui fut la sienne, et se conclut par le chant "J'ai vu l'eauvive" qu'elle écoutait avec bonheur chaque matin tous les dern i e r smois de sa vie. Avec elle, redisons ce t te prière copiée de sa main:

_______________

84 Témoignage de Mère Ignace-Marie, Prieure d'Abu Gosh, juin 2004.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 177

Page 178: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

178

SARAH LACHERÉ

"Viens, toi qu'as désiré et désire mon âme misérable,Viens, toi le Seul, au seul puisque tu le vois, je suis seul,

Viens, toi qui m'as séparé de tout et fait solitaire en ce monde,Viens, toi, devenu toi-même désir qui m'as fait te désirer,

Toi, l'absolument inaccessibleViens, mon souffle et ma vie,

Viens, consolation de ma pauvre âme,Viens, ma joie85 ! "

_______________

85 Siméon le nouveau théologien

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 178

Page 179: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

179

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

IV . Bibliographie de Mère Marie-Pascal Dickson

Le Cardinal Robert de Courson: sa vie, par Ma r cel et ChristianeDickson, Vrin, Paris 1934. Dans Archives d'histoire doctrinale et litté -raire du Moyen Age, p. 53-142 et 369-375

Les Eglises romanes de l'ancien diocèse de Chalon: Cluny et sa région,par Marcel et Christiane Dickson, Protat, Mâcon 1935

Le Proslogion de saint Anselme ou la foi qui tend à la vision, In t r o d u c-tion et traduction de Mère Ma r i e - Pascal Dickson, Notre Dame dela Source du Ma rt r a y, Cormeill e s - e n - Parisis 1942. Ti r é - à - p a rt de lar evue Sanctae Ecclesiae 8

« Introduction à l'étude critique du Coutumier du Bec», dansSpicilegium Beccense I : Congrès international du 12ème centenaire de l'ar -rivée d'Anselme au Bec, Vrin, Paris 1959, p. 599-632

Saint Anselme, Textes choisis et présentés par Mère Marie-Pas-cal Dickson, Ed. du Soleil levant, Namur 1960

La Vie de saint Herluin relatée par son disciple Gilbert Crépin, Tr a-duction du latin par Mère Marie-Pascal Dickson, Les Ateliers duBec, Le Bec-Hellouin 1961

«Sainte Françoise Romaine: son oeuvre monastique, témoigna-ge ecclésial », dans Les Amis du Bec-Hellouin 4 (1962), p. 21-25

Corpus consuetudinum monastica ru m, Consuetudines Becce n s e s ,tome IV, édité par Mère Marie-Pascal Dickson, F. Schmitt, Sieg-burg 1967

«La Congrégation bénédictine du Mont-Olivet au premier

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 179

Page 180: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

180

SARAH LACHERÉ

siècle de sa fondation et sa place dans l'histoire de l'Ordre», dansSaggi e Ricerche nel VII centenario dalla nascita del B. Bernardo Tolomei,1272-1972, Monte Oliveto Maggiore, Siena 1972, p. 25-47

«Le Monache-oblate di Notre Dame du Bec, figlie di S. Frances-ca Romana”, dans L'Ulivo, nlle série, 1 (1979), p. 33-40

«Quelques aspects de la personnalité d'Herluin, fondateur del'Abbaye du Bec», Droz 1982, dans Sous la Règle de saint Benoît : struc -tures monastiques et sociétés en France du Moyen Age à l'époque moderne,Abbaye bénédictine Sainte-Marie de Paris, 23-25 octobre 1980, p.107-123

La Règle de saint Benoît, traduction de Mère Marie-Pascal, Asso-ciation Source du Martray, Le Bec-Hellouin 1981

«La Spiritualité de sainte Françoise dans ses caractéristiques »,communication donnée en italien à l'Abbaye de Mo n te OlivetoMaggiore, le 6 septembre 1983 lors du Colloque consacré à sainteFrançoise ; publiée dans Les Amis du Bec-Hellouin 67 (1983), p. 19-33et dans Una Santa tutta romana, Mo n te Oliveto Maggiore, Siena1984, p. 445-4 5 5. Ré-édité par le Mo n astère Sainte Fr a n ç o i s eRomaine, 2001, collection Sources et racines 2

«Ypolito de Rome et Françoise Romaine», dans Les Amis du Bec-Hellouin 85 (1989), p. 22-30

«Dom Paul Grammont et la renaissance monastique de l'Ab-baye du Bec», dans Les Amis du Bec-Hellouin 88 (1989), p. 20-23

Jubilation dans la lumière divine: Françoise Ro m a i n e, 1384-1440,d'après le récit des visions trascrit par son père spirituel: choix de 20 visions,suivies chacune d'une interprétation, O.E.I.L., Paris 1989

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 180

Page 181: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

181

HEUREUX LES ÉPIS MÛRS ET LES BLÉS MOISSONNÉS...»MÈRE MARIE-PASCAL DICKSON 1904-2004

«Lettre de Lanfranc à Margaret, reine d'Ecosse», traduction parMère Ma r i e - Pascal, dans Les Amis du Bec- He l l o u i n 91 (1990), p. 33-3 4

«La Fondation de Tor de' Specchi d'après les visions de Françoi-se Romaine», dans Les Amis du Bec-Hellouin, 97 (1992), p. 4-35

«Constitutions de la Congrégation du Mont-Olivet de 1350-1360 », introduction et traduction par Mère Marie-Pascal Dick-son, dans Regardez le rocher d'où l'on vous a taillés : documents primitifsde la Congr é gation bénédictine de Mo n t -Ol i v e t, Abbaye de Ma y l i s1996, p. 127-203

«Sainte Françoise et la Vierge Marie», dans Les Amis du Bec-Hel -louin 123 (1998), p. 38-46 et dans L' Ulivo 24 (1998)

Textes inédits

Comment visiter une église ? - 7 pages dactylographiées - Archivesdu Monastère Sainte Françoise Romaine

La Liberté de l'Eglise du Bec. Conférence donnée à la Sessionm o n astique, Abbaye du Bec, septembre 1973. - 13 pages dactylo-graphiées - Archives du Monastère Sainte Françoise Romaine

Sarah LacheréMoniale-Oblate

Monastère Sainte Françoise Romaine

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 181

Page 182: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

182

ABSTRACTS

Abstracts

Madre Ma r i e - Pascal Dickson, monaca-oblata di Santa Fr a n ce s c aRomana al Bec-He llouin (1904-2004), fu dapprima all i eva all ’ É co l edes Chartes di Parigi ed entrò in seguito a far parte della famigliamonastica di Monte Oliveto, dopo aver tragicamente perso il suo gio-vane sposo e, poco tempo dopo, il suo unico figlio. Il suo contributoalla vita delle due comunità di monaci e monache-oblate del Bec-Hel-louin e a quella della Congregazione di Monte Oliveto è stato deter-minante, prima di tutto attraverso la sua testimonianza di vita monas-tica e poi attraverso gli studi e le edizioni di documenti che condussecon competenza, rigore e intelligenza.

* * *Mère Ma r i e - Pascal Dickson, moniale-oblate de Sainte Fr a n ç o i s e

Romaine au Bec-He llouin (1904-2004), commença par être élève àl ’ É cole des Chartes de Paris et entra ensuite dans la famille monas-tique de Mo n te Oliveto, après avoir tragiquement perdu son jeuneépoux et, peu de temps après, son unique enfant. Sa contribution à lavie des deux communautés de moines et de moniales-oblates du Bec-Hellouin et à celle de la Congrégation de Monte Oliveto a été déter-m i n a n te, d’abord par son témoignage de vie monastique et ensuitepar les études et les éditions de documents qu’elle mena avec compé-tence, rigueur et intelligence.

* * *Mother Marie-Pascal Dickson, oblate-nun of St. Frances of Rome

at Le Bec-Hellouin (1904-2004), was at first a student at the École desChartes of Paris and then entered to become a part of the monasticf a m i ly of Mo n te Oliveto, af ter having trag i c a lly lost her young hus-band, and after a short time, her only son. Her contribution to the

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 182

Page 183: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

183

ABSTRACTS

life of the two communities of monks and oblate-nuns of Le Bec-Hel-louin and to that of the Congregation of Mo n te Oliveto has beendecisive, first of all through her witness of monastic life and thenthrough studies and the editing of documents which she carried outwith competence, rigor, and intelligence.

* * *Madre Ma r i e - Pascal Dickson, monja oblata de Santa Fr a n c i s c a

Romana de Bec-Hellouin (1904-2004), estuvo en primer lugar comoaprendiz en el École des Chartes de París, hizo su ingreso en la fami-lia monástica de Mo n te Oliveto, después de haber perdido trágica-mente a joven esposo y, a su hijo único. Su contribución a la vida de lasdos comunidades de monjes y monjas oblatas de Bec-He llouin y aa q u e lla de la Congregación de Mo n te Oliveto fue dete r m i n a n te, enprimer lugar mediante su ejemplo de vida monástica y a través deestudios y la publicaciòn de documentos que elaboró con competen-cia, rigor e inteligencia.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 183

Page 184: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

184

SARAH LACHERÉ

VITA DELLA FAMIGLIA MONASTICADI MONTE OLIVETO

Dalle nostre comunità

Come parlare di “vita di famiglia” quando fr a te lli e sorelle sonodispersi ai quattro angoli del mondo? Bisogna temere le distanze, ledifferenze culturali, i diversi modi d’incarnare la stessa vocazionem o n astica, la stessa eredità ricevuta da Bernardo Tolomei e dai suoico m p ag n i ?

Grazie all’unità che viene dallo Spirito Santo, ogni differenza, nel-la Chiesa, diviene fonte di ricchezza, perché una stessa carità abbrac-cia e trasforma tutto in sacrificio spirituale gradito a Dio. La nostrafamiglia monastica è un luogo privilegiato dove si sperimenta la cat-tolicità della Chiesa e l’unità che le è propria, all ’ i n te rno stesso diquesta varietà. Si tratta di un’unità che non è conseguenza dei nostrisforzi, ma che è stata ricevuta in dono dall’inizio e che si fa visibiles o p r a t t u t to in eventi privilegiati come quello del Ca p i tolo Generaleche la famiglia monastica di Mo n te Oliveto ha vissuto dal primo alq u a t tordici ottobre 2004.

Il capitolo è stato inaugurato con una piccola Pe n te co s te cher e s terà nel ricordo di quanti l’hanno vissuta. Il primo giorno, nell ac a p p e lla del Beato Bernardo, l’inte r cessione e la lode dei rappresen-tanti delle comunità di monaci, monache e suore olivetani è sgorga-ta spontaneamente in italiano, in fr a n cese, in inglese, in coreano, ins p agnolo, in portoghese, in danese e, si capisce, in latino (quest’ulti-mo, è vero, meno spontaneamente, per molti!). Ci si può forse ram-maricare che i lavori del capitolo abbiano troppo presto sopraf f a t toq u e s to as p e t to di preghiera e di unità nello Spirito che dà tutto lospazio necessario alla diversità delle lingue e delle culture. Tu t t av i a ,da un capitolo all’altro, è co n f o rt a n te vedere come questa dimensio-ne si sviluppi e si affermi. D’altronde, il capitolo stesso ha acco l to

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 184

Page 185: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

185

DALLE NOSTRE COMUNITÀ

questa aspirazione e ha istituito un gruppo di riflessione destinato aripensare lo svolgimento del capitolo in modo da spiegare più effica-ce m e n te la sua dimensione carismatica, cioè di esperienza della pre-senza operante dello Spirito. Per un resoco n to più dettag l i a to deil avori di questo capitolo, lasciamo la parola al P. Ab a te Generale, d.Michelangelo Ti r i b i lli, che è stato rico n f e r m a to alla testa della fami-glia monastica di Mo n te Oliveto per la terza volta.

Questa stessa unità che lo Spirito ha donato alla nostra Congrega-zione si perce p i s ce anche negli avvenimenti della vita delle nostrecomunità, quelli più straordinari, ma anche, e forse soprattutto ,q u e lli di tutti i giorn i .

Niente di stra o rd i n a r i o ?

Quando si chiede a un monaco o a una comunità monastica di tra-s m e t tere al cronista un ev e n to part i co l a r m e n te significativo degliultimi mesi, non è raro imbattersi in un risposta simile a quella di d.Alfonso Serafini, il priore di Ro d e n g o: «Non c’è stato niente di straor-dinario; siamo una piccola comunità, la cui età media cresce, impe-gnata nella fedeltà alla sua testimonianza di vita monastica e che rap-presenta, nella sua diocesi, un punto di riferimento e un luogo dir i f o rn i m e n to spirituale e sacramentale». O ancora in quella che civiene dai fr a te lli di San Mi n i a t o: «Non c’è stato proprio nessun av v e-n i m e n to, se non la celebrazione liturgica dell ’Historia salutis, grazie acui il suo ricordo giunge a tutti…». Non è bello, per una famigliam o n astica, risplendere non innanzitutto in un tale o talaltro av v e n i-m e n to apparente m e n te più brill a n te, ma innanzitutto nell ’ u m i l efedeltà al «dovere quotidiano del nostro servizio», come dice la Re g o-la di San Benedetto? E tuttavia, molti avvenimenti straordinari siinnestano su questa umile fedeltà per trarre da essa tutto il loro sen-so profondo.

Un esempio a tal proposito tra i più significativi ci è offerto dall acomunità dei fr a te lli studenti di Santa Fra n c e s ca Romana a Roma. Il 29

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 185

Page 186: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

186

LA REDAZIONE

o t tobre, al Campidoglio, situato a qualche centinaio di metri dalm o n as tero, av eva luogo l’av v e n i m e n to sto r i co della firma della nuo-va Costituzione Europea da parte dei 25 capi di St a to dei paesi del-l ’ Unione Europea. Ne llo stesso momento, i fr a te lli hanno volutocelebrare l’ufficio e la Messa del Patrono d’Europa, san Benedetto, atestimonianza di quelle radici cristiane e monastiche dell ’ E u r o p ache il nuovo te s to costituzionale ha disgraziatamente deciso d’igno-r a r e .

Il 3 ottobre, tra i numerosi fedeli venuti a commemorare l’anniver-sario dell ’ i n coronazione dell ’ i cona della Vergine venerata nel santua-rio di Pi c c i a n o, c’era Um b e rto Copertino, uno dei quattro ostaggi ita-liani rapiti in Iraq durante lo scorso anno. Veniva, con la sua famiglia,a rendere grazie per la sua liberazione e per unirsi alla preghiera diquesta comunità per ottenere la pace .

Proprio mentre il Ca p i tolo Generale era al culmine a Mo n te Oli-v e to, all’inizio del mese di ottobre, un altro av v e n i m e n to nas co s to ,ma non meno “straordinario”, av eva luogo a Roma. Il defunto Po n-te f i ce Gi ov a n n i - Paolo II, nel 1994, av eva voluto che i monas teri dimonache del mondo intero contribuissero ad animare una co m u n i t àco n templativa all ’ i n te rno stesso del Vaticano, chiamata Mater Ecce -s i a e, i cui membri cambiano ogni 5 anni. Per i prossimi cinque anni,q u e s to ruolo è stato af f i d a to a un piccolo gruppo di monache bene-dettine: 3 monache italiane dell ’ Abbazia di Rosano di Po n t as s i ev e( Firenze), 2 monache fr a n cesi dell ’ Abbazia Notre Dame de Fi d é l i t édi Jouques (Pr ov e n ce), una monaca americana ed una filippina del-l ’ Abbazia di St. Walburga in Virginia Dale (Colorado, USA) ed infi-ne una sorella della nostra famiglia monastica di Mo n te Oliveto, suorS r. Ma ry Fr a n ces Mure di Pe cos. Per questo motivo, questo gru p p odi monache si è recato in visita all’abbazia di Mo n te Oliveto il 9 set-tembre, dove ha av u to per guida d. Ro b e rto Nardin. Non stupisce ,perciò, il fatto che quest’ultimo sia stato invitato dalla priora, Ma d r eMaria Sofia, a predicare gli esercizi spirituali al monas tero Ma t e rE c c l e s i a e, e si svolgeranno dal 23 al 29 ottobre prossimo.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 186

Page 187: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

187

DALLE NOSTRE COMUNITÀ

Una vocazione monastica che si rinnova continuamente

Molti cambiamenti che consolidano la vocazione monastica e lavita fr a te rna delle nostre comunità potrebbero così passare inosser-vati, col prete s to che non hanno «niente di straordinario».

Dobbiamo essere rico n o s centi per la semplicità con cui le nostres o r e lle di Ey r e s -Mo n c u b e, per esempio, ci comunicano la loro ev o l u-zione nel modo di vivere il canto corale da due anni a questa parte .Un pur lodevole sforzo di migliorare l’impostazione della voce e lapratica del gregoriano av eva port a to a quello che esse stesse descri-vono come «un bel co n ce rto dove le voci più brillanti trascinano lealtre e dove i meno dotati restano in disparte». Da qui la scelta di unam aggiore sobrietà e semplicità più corrispondenti alle loro forze e alloro numero; il più bel risultato è che ora tutte possono cantare e chela preghiera ci ha guadag n a to co n s i d e r ev o l m e n te .

Con la stessa semplicità, i nostri fr a te lli studenti di Santa Fra n c e s caRo m a n a a Roma ci fanno partecipi della loro gioia per la crescita nel-l ’ o s s e rvanza monastica di questa casa, con lettura al refettorio a tut-ti i pasti, la Messa cantata in gregoriano tutti i giorni e con gli inco n-tri di lectio divina, aperti ai laici, svolti durante l’Av v e n to e guidati dad. Ro b e rto Na r d i n .

« Un monas tero senza una biblioteca è come una fortezza senzaarmi»! I nostri fr a te lli di Holy Cross Mo n a s t e ry a Ro s t r ev o r, in Ir l a n d a ,mostrano come se ne siano resi co n to con lo zelo profuso in questiultimi tempi per arricchire la biblioteca del loro nuovo monas te r o .D. Thierry ha sogg i o rn a to dai nostri fr a te lli di Tu rv e y, in In g h i l te r r a ,il 3 e 4 settembre, per approfittare della chiusura di una libreria reli-giosa e fare il pieno di libri per la loro biblioteca. Due mesi dopo, l’8e il 9 novembre, d. Thierry e d. Benoît si sono recati all ’ Abbazia diGlenstal, in Irlanda, per prendere delle scatole di libri e di rivisteg e n e r o s a m e n te offerti dai nostri co n fr a te lli benedettini.

La lista di cose “non straordinarie” potrebbe allungarsi… Rico r-diamo la gioia e la profonda rico n o s cenza al Signore con cui molte

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 187

Page 188: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

188

LA REDAZIONE

d e lle nostre comunità vogliono condividere con noi la loro co n te n-tezza per l’entrata di giovani, a volte dopo periodi di attesa assai lun-ghi. I nostri fr a te lli di San Ni c o l a di Rodengo hanno as p e t t a to 35 anni!In effetti, per la prima volta dopo il rito rno dei monaci della nostraCongregazione in questo monas tero nel 1969 su esplicita richiestadel Papa Paolo VI, due giovani, Emilio e Eusebio, hanno bussato all aloro porta e sono stati accolti. Uno di loro, Emilio, che ha vestito ilnostro abito il 12 dicembre, inizio del suo nov i z i a to, all ’ a b b a z i amadre di Mo n te Oliveto, si chiama adesso d. Paolo — appunto inr i cordo del Papa Paolo VI.

Alcuni giovani sono entrati anche tra le nostre sorelle di Abu Gosh;a ll’abbazia madre di Monte Ol i v e t o, a Maylis e, s’intende, in grannumero, nel nostro monas tero dei fr a te lli di Gosung in Corea e diB o ca del Monte in Gu a temala. Come commentare questa primav e r avocazionale che la nostra famiglia monastica sperimenta dall ’ a n n o2 0 0 0, se non con la piccola domanda con cui D. Alfonso conclude lacronaca della sua comunità: «È forse l’avvicinarsi tanto atteso dell acanonizzazione del nostro santo fondatore che sta per risvegliareq u a l co s a ? » ?

Anche alcune prove

«Come rendere grazie per una disgrazia?», s’interrogano i fr a te lli ele sorelle di Abu Gosh, quando il P. Ab a te Ve s covo Je a n - B a p t i s te Gou-rion, di rito rno dal capitolo generale, cade grav e m e n te malato e dev erestare inchiodato a letto per tre mesi. Una malattia che si manifestaproprio quando il Papa Gi ovanni Paolo II gli ha appena af f i d a to unamissione assai delicata e la comunità monastica si trova ad af fr o n t a-re la difficoltà di dover condividere il loro P. Ab a te con la diocesi deic a t tolici ebreofoni di Gerusalemme di cui quest’ultimo è anche ilp as tore. La risposta che dà loro la fede viene da sé: «Di quale operasi tratta? Di quella di Dio […]. Questo pas s aggio attraverso la prov ache ha segnato Abu Gosh in questi ultimi mesi è un dono di Dio, il

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 188

Page 189: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

189

DALLE NOSTRE COMUNITÀ

luogo in cui Dio stesso si dà e dà a leggere la sua opera. È forse ancheuna partecipazione alle sofferenze e alla speranza di coloro chevogliono la pace per questo paese». Grazie a Dio, le ultime notiziesono co n f o rtanti: pas s a to il momento più critico, il P. Je a n - B a p t i s tesi riprende e i fr a te lli ci dicono come «la pace non l’abbia las c i a to uni s t a n te » .*

La prova tocca anche la nostra comunità di Cockfosters, a Londra. Ilsuo Priore, D. Costanzo, vuole condividere con noi le difficoltà di unacomunità che, in due anni, ha perduto le sue due colonne, il P. Priored. Placido Meylink e il P. Ab a te Vi t torino Aldinucci. Po co dopo, d.Wi llibrord, ora assai anziano, è to rn a to nel suo paese, l’Olanda, perfinire i suoi giorni nel monas tero benedettino in cui anche uno deisuoi fratelli è monaco. Infine, d. Benedict e d. Paschal hanno dei pro-blemi di salute. I numerosi impegni della comunità e dell’importanteparrocchia che le è unita pesano dunque unicamente su d. Costanzoe su due altri fratelli.

Nell’attesa di una prossima visita del P. Abate Generale tanto a AbuGosh che a Cockfosters, queste due comunità si affidano alla nostrapreghiera e di tutto cuore assicuriamo loro la nostra vicinanza nell eprove di questo momento.

La prova ha toccato anche la nostra comunità de Riberao Preto il cuipriore, d. Fo rt u n a to Capodilupo, moriva improv v i s a m e n te il 2 otto-bre 2004. Un ricordo di d. Fortunato che ci è stato inviato dai suoi fra-telli di Riberao Preto viene pubblicato alla fine di questa cronaca.

Fratello che va, fratello che viene: nomine e trasferimenti

La comunità di Riberao Preto ci dà la notizia più significativa a pro-

_______________

* L’Ulivo è già in stampa quando ci giunge la notizia del transito del P. Aba-te Ve s covo Jean Baptiste. Un ricordo di questa grande figura della nostrafamiglia monastica sarà pubblicato nel prossimo numero.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 189

Page 190: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

190

LA REDAZIONE

po s i to delle nuove nomine di quest’ultimo periodo. Per la prima vol-ta dopo la sua fondazione, nel 1919, il 19 gennaio, essa ha eletto unpriore brasiliano, d. Anselmo Sidinei Codinhoto, segno di un radica-m e n to sempre più profondo nel proprio paese, dopo l’entrata, nelcorso di questi ultimi anni, di un nutrito gruppo di giov a n i .

Il capitolo generale ha poi port a to con sé la consueta serie di tra-sferimenti e di nomine. Ricordiamo innanzitutto l’elezione di d.Je a n -Gabriel Personnaz, fino ad oggi maestro di formazione dell ’ a b-bazia di Ma y l i s, a vicario dell ’ a b a te generale. Viene così ripresa la tra-dizione di una presenza di un monaco di Maylis all’abbazia madre,dopo appena tre anni dalla morte del d. Bernard Dumartin. Quest’ul-timo, uno dei fondatori della nostra abbazia fr a n cese, è restato all ’ a b-bazia madre, senza inte r ruzione, dal 1952 alla sua morte, per as s o l v e r-vi le funzioni, di volta in volta, di cance lliere, di vicario dell ’ a b a tegenerale e, soprattutto, di priore claustrale.

Il vuoto che d. Je a n -Gabriel ha las c i a to a Maylis si è potuto misu-rare, tra l’altro, dai numerosi cambiamenti che la sua partenza haco m p o rt a to in questa comunità. D. Je a n -Gabriel univa all ’ i n c a r i cogià non indifferente di maestro di formazione quello di professore diteologia dogmatica, di responsabile del negozio e del laboratorio dicera, di consigliere del P. Ab a te e di confessore di numerosi monas te-ri di monache (ci vuole un vero dono, per questo!). In una lettera all acomunità di Mo n te Oliveto, i fr a te lli di Maylis hanno voluto espri-mere, allo stesso tempo, tutto il sacrificio che una tale partenza rap-p r e s e n t ava per loro e la loro gioia di poter così rafforzare ancora dipiù il legame con la casa madre.

In seguito alla partenza di d. Je a n -Gabriel, il P. Ab a te You di Ma y -lis ha nominato d. Raphaël Chapelard come priore claustrale e d. Lui-gi Gioia come maestro di formazione. Sottolineiamo una novità inq u e s te nomine: per la prima volta dalla rinascita della nostra co n g r e-gazione nel XIX secolo, due fr a te lli non sacerdoti si vedono af f i d a r equesti incarichi, segno eloquente del nuovo volto meno clericale chesempre più la nostra famiglia monastica si sta dando.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 190

Page 191: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

191

DALLE NOSTRE COMUNITÀ

In seguito anche al Ca p i tolo Generale, c’è stata, a Monte Ol i v e t o, lanomina di un nuovo priore claustrale, d. Ro b e rto Donghi, che è sta-to nominato anche Maestro di formazione in sostituzione di d. Sta-nislao Avanzo. Quest’ultimo, finito il suo servizio come vicario del-l ’ a b a te generale, è stato tras f e r i to all’abbazia di Lendinara, mentre ilgenerosissimo fr a te llo infermiere d. Vi to Latorre è stato as s e g n a toa lla comunità di Pi c c i a n o .

Un’altra nomina import a n te da ricordare è quella di cappell a n od e lla casa principale delle nostre sorelle olivetane di Corea a Busan.Da quando le nostre sorelle si sono stabilite in Corea, questo ru o l oera stato svolto da un monaco di Saint Ottilien. Tu t t avia, da quandola comunità dei nostri fr a te lli olivetani di Corea è stata in grado dip r e n d e rne il testimone, le nostre sorelle hanno voluto ricorrere aloro per avere un cappellano della stessa famiglia monastica. Il pri-mo cappellano è stato d. Silouane Kim e, alla fine del suo mandato ,il Padre Priore di G e s u n g, d. Giona Lee, ha nominato come suo suc-cessore d. Pio Park. Allo stesso tempo, da ben 5 anni, d. Giona pre-dica ogni anno il ritiro comunitario delle sorelle. Queste ultime citengono a dirci quanto esse apprezzino questo dono della Pr ov v i d e n-za, mentre continuano a beneficare di un’espansione veramente pro-digiosa, con la sfida che essa co m p o rta. Con più di 450 suore, è sta-to necessario creare tre prov i n ce, Busa, Daegu e Seul, allo scopo dicontinuare ad assicurare un cammino veramente personalizzato perc i ascuna suora. D’altra parte, le nostre suore ci mostrano un model-lo impressionante di formazione permanente, per sostenere la lorovita spirituale e comunitaria. 11 volte all’anno, incontri di 4 giorn ic i ascuno vengono organizzati a Busan, durante i quali le sorelle pos-sono beneficare di un acco m p ag n a m e n to e fare il punto su se ste s s ee sulla loro vita di co m u n i t à .

Avvenimenti di fa m i g l i a

Tra gli avvenimenti di famiglia più lieti della vita delle nostre

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 191

Page 192: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

192

LA REDAZIONE

comunità, c’è, s’intende, la professione perpetua, con cui fr a te lli es o r e lle confermano per tutta la vita la loro scelta per la nostra fami-glia monastica con la stabilità in una data comunità. È stato il cas o ,il 19 ag o s to, solennità del b. Bernardo, di d. Thomas Ward del nostrom o n as tero di Tu rv e y e, il 5 dicembre, per d. Angelo Jeong del mona-s tero di G o s u n g, in Corea. Entrambi hanno potuto prepararsi ad as s u-mere la doppia dimensione di appartenenza alle loro rispettivecomunità e alla Congregazione grazie alla partecipazione all ’ i n co n-tro dei giovani monaci e monache olivetane del mese di luglio a Mo n -te Ol i v e t o.

Poi, se la nostra famiglia monastica si dà un volto meno clericale,ciò non vuol dire che non abbiamo più bisogno di fr a te lli che, nell enostre comunità, assumano umilmente il ministero sace r d o t a l e .Ogni ordinazione sacerdotale ci ricorda che l’iniziativa della nostrasalvezza viene dall ’ a l to, che essa è un dono e che senza vita sacramen-tale non c’è vita cristiana. Cinque fr a te lli hanno ricev u to questodono e questa missione negli ultimi mesi: d. Anselmo Barberis, aMonte Ol i v e t o, il 10 ottobre, in pieno capitolo generale; d. Bern a r dBuchoud, il 30 ottobre, a Mesnil Saint Lo u p; d. André Aparecido Ber-nardino, il 14 gennaio, in Brasile e, infine, d. Paolo Baek e d. Agosti-no Ri, il 18 gennaio, in Corea. Per l’ordinazione in Corea, rimandia-mo alla cronaca a parte che ne dà, in questo numero de l ’Ul i v o, d.Colomban Benderitter di Ma y l i s, che vi ha parte c i p a to .

Per l’ordinazione di d. Bernard Buchoud, il fr a te lli di Mesnil Sa i n tLoup ci fanno il piccolo resoco n to che segue: «Sabato 30 otto b r e2004, atto rno alle due comunità di monaci e di monache-oblate diMesnil si ritrovarono alla cattedrale di Troyes il Padre Ab a te di Ma y-lis, P. François You, amico di famiglia di frère Bernard, e molti fr a te l-lie sorelle venuti dal Bec e da abu-Gosh. Nel saluto ai presenti, ilv e s covo della diocesi, Monsignor Marc Stenger ha sotto l i n e a to co nforza la dimensione gratuita del sacerdozio monas t i co; anche la suaomelia sul ministero di Cr i s to, ministero del sace r d o te, ha av u to unaf o rte risonanza. La nostra preghiera fiduciosa, dopo questa ordina-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 192

Page 193: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

193

DALLE NOSTRE COMUNITÀ

zione, dopo, soprattutto, la professione solenne di frère Gu i ll a u m e ,è che le nostre due comunità di fr a te lli e sorelle, unite in una ste s s alode, possano accogliere nuove vocazioni».

A tutti questi fr a te lli e alle loro comunità vanno gli auguri più sin-ceri della redazione de l’Ulivo e di tutti i suoi letto r i .

Visite fra t e rn e

Le sorelle di Busan si uniscono ai nostri fratelli del monastero Bles -sed Bernard Tolomei di Gasung, per testimoniare la gioia provata per lavisita del P. Abate François You e di d. Colomban Benderitter di May -lis, all’inizio del mese di Febbraio. L’occasione della visita è stata offer-ta dall’ordinazione sacerdotale di d. Agostino Ri e di d. Paul Baek(quest’ultimo ha ricevuto una parte della sua formazione all’abbazia diMaylis). La ricchezza di questa visita merita un racconto a parte, cheviene pubblicato in questo numero de l’Ulivo.

I legami di fr a te rnità tra le nostre comunità hanno beneficato dimolte altre visite o soggiorni fraterni, tra cui ecco quelli che ci sonostati segnalati: la madre Priora di Sainte Françoise Romaine del Bec, M.Placide Cazenave, ha trascorso i mesi di dicembre e di gennaio dallenostre sorelle di Turvey, in Inghilterra; per quattro volte, le sorelle diTurvey hanno visitato quelle di Schotenhof, dopo quelle del monasteroRegina Pacis del Brasile; assai apprezzato dai fratelli di Maylis è stato ilpassaggio di d. Silouane Kim, che già aveva vissuto in questo mona-stero per molti anni all’inizio della sua formazione monastica.

«L’Africa lontana è diventata vicina», esclamano le nostre sorelle diPalo del Colle: esse hanno appena acco l to nella loro comunità unasorella del Ghana, Sr. Maria-Nazaria, e si rallegrano per l’apertura cherappresenta per la loro comunità la presenza di una sorella d’un altrocontinente.

Un’esperienza simile è stata vissuta dalle sorelle di Ey r e s -Mo n c u -be col loro predicatore di ritiro, il P. Dominique Catta, uno dei 6monaci che, 40 anni fa, fondarono il monas tero benedettino di

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 193

Page 194: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

194

LA REDAZIONE

Keur Moussa, nel Senegal. Le nostre sorelle hanno apprezzatos o p r a t t u t to l’esperienza d’inculturazione liturgica rappresentatada questa comunità, risultato, tra l’altro, d’un paziente as co l to deicanti africani tradizionali.

Anche per molti dei nostri monas teri questo valore fondamen-tale della spiritualità benedettina che è l’ospitalità è stata l’occa-sione di avvenimenti significativi.

Le nostre sorelle del monas tero Sainte Françoise Romaine del Bechanno acco l to in settembre Pamela Po rter Snare, sace r d o te dell aChiesa Episcopaliana degli Stati Un i t i. Ordinata nel 1984, ha otte n u-to dall ’ Is t i t u to di Louisville una borsa di studio per portare a te r-mine un progetto ince n t r a to sulla Regola di san Benedetto. Il suos copo era di avvicinare dall ’ i n te rno la vita di una comunità chevivesse di questa Regola, per adattare il dinamismo di questa“scuola del servizio del Signore” alla sua vita di famiglia (è infattisposata) e al suo ministero parrocchiale (Christ Church, a Cov i n g-ton, in Luisiana). Un legame assai profondo è così nato tra lenostre sorelle e lei, grazie a questa Regola di quindici secoli fa, macosì piena di esperienza umana e spirituale da tras cendere le bar-riere co n f e s s i o n a l i .

I fr a te lli e le sorelle del Bec hanno ospitato, dal 3 al 9 settembre, unasessione di canto gregoriano per maestri e maestre di cori monas t i c ianimata da P. Daniel Saulnier di Solesmes, as s i s t i to da Jaan-Eik Tu l v e .Vi hanno parte c i p a to una trentina di fr a te lli e sorelle venuti da mona-s teri di Francia, Scozia, Spagna e Argentina, tra cui i fr a te lli Vianney eBenoît di Ma y l i s.

I fr a te lli di Notre Dame des près e le sorelle del priorato di Saint Dodon,a Mo u s t i e r- e n - Fa gn e, hanno ricev u to in giugno tre monaci inglesi diD o w a y, monas tero benedettino vicino a Londra, venuti in visita aDouai, nella diocesi di Cambrai, luogo di rifugio degli inte llettuali cat-tolici inglesi fuggiti da Oxford e anche dalle loro comunità dal 1558quando, sotto il regno di Elisabetta, gli ultimi monaci furono espulsid a ll ’ In g h i l te r r a .

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 194

Page 195: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

195

DALLE NOSTRE COMUNITÀ

I nostri fr a te lli di B o ca del Mo n t e, in Gu a temala, per la solenne inco-ronazione dell ’ i m m agine della Vergine venerata nella loro chiesa, han-no acco l to il Card. Rodolfo Quezada To rno, arcivescovo metropolitadi Santiago del Gu a temala; essi mantengono anche strette relazionicon il nunzio aposto l i co, Mons. Bruno Musaro, che in questi ultimimesi ha fatto loro visita per due volte .

Infine, il monas tero di C a m o g l i è stato sce l to, all’inizio del mese diFebbraio, per la prima riunione plenaria annuale del nuovo Definito-rio, destinata soprattutto a pianificare il lavoro per il prossimo sessen-nio e per la distribuzione di alcuni compiti tra i Padri Definitori. L’ a c-coglienza di Camogli è stata molto fr a te rna e ha co n f e r m a to la validitàd e lla scelta del Definitorio di riunirsi ogni volta in un monas tero diver-so della Congregazione, per raggiungere le diverse comunità e fav o r i r ein questo modo la comunione nella nostra famiglia monas t i c a .

C o s t ru z i o n i

I lavori sono, è vero, il pane quotidiano di quasi tutte le nostrecomunità; ci sono, tuttavia, delle tappe più significative. In part i-colare, i nostri fr a te lli di Gosung in Corea hanno formalizzato co nuna decisione capitolare la loro intenzione di trasferirsi in un altrop o s to e di fondare un nuovo monas tero, per meglio risponderea lle esigenze di questa comunità in piena espansione. L’ a i u to del-la provvidenza si sta manifestando nel modo più to c c a n te e invitai nostri fr a te lli a cogliere questa tappa import a n te della loro sto-ria come un rinnov a m e n to co m u n i t a r i o .

Anche i tre monas teri delle nostre monache-oblate di SainteFrançoise Romaine sono attivamente impegnati in numerosi lav o-ri. Al B e c, esse migliorano i loro edifici con il rifacimento del nego-zio, l’all e s t i m e n to di una grande sala di accoglienza e l’ingrandi-m e n to di molte ce lle, con l’installazione di lavandini e docce .Anche ad Abu Gosh le suore hanno intrapreso la co s t ruzione di unatelier per i diversi artigianati di cui vivono (cereria, ico n o g r af i a ,

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 195

Page 196: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

196

LA REDAZIONE

c a rte) e la creazione di uno spazio più comodo che ragg ruppi in unsolo ufficio il fax, la foto co p i a t r i ce e il co m p u te r. Infine, a Me s n i l -s a i n t - Lo u p, le suore affidano alla nostra preghiera il loro progettodi co s t ruire un piccolo oratorio vicino al locale che serve loroa t t u a l m e n te da luogo di preghiera.

I nostri monas teri si arricchiscono anche dal punto di vistaa rt i s t i co. Nel mese di novembre, a Holy Cross, in Irlanda, ha av u-to luogo l’installazione delle vetrate della cappella della Ve r g i n ee del lato sud della loro chiesa, che è stata consacrata l’anno sco r-so. Ne llo stesso tempo, a Ma y l i s, nella sala del capitolo, è stataposta la scultura in ferro forgiata da Mr. Puste t to, raf f i g u r a n te las cena della lavanda dei piedi (una foto di quest’opera si trova inq u e s to numero de l ’Ul i v o). La comunità ha approfittato dell acoincidenza di questo av v e n i m e n to con la proclamazione dell ’ a n-no dell’Eucaristia da parte di Papa Gi ovanni Paolo II per stabili-re il legame tra Eucaristia e vita sotto il segno, giustamente, del-la lavanda dei piedi, alla luce del Vangelo di San Gi ovanni. Que-s to gesto è stato rivissuto nei giovedì di Quaresima e unr e s o co n to di questa esperienza comunitaria sarà pubblicato nelprossimo numero de l ’Ul i v o.

Alcuni avvenimenti stra o rd i n a r i, comunque…

Non è cosa di tutti i giorni accendere la te l evisione e vedere lenostre sorelle del Pr i o r a to Regina Pacis di S c h o t e n h o f! È accaduto il25 luglio, giorno in cui la loro Messa solenne è stata trasmessa dal-la te l evisione belga.

Il 29 gennaio, più di 200 persone si sono unite alla nostra co m u-nità di Ma ry, spouse of the Holy Spirit d e lle Hawaii per celebrare ilXX anniversario della Basic Christian Community of Ha w a i i, le cuiguide spirituali sono d. Michael Sawyer e Sr. Ma ry Jo Mc E n a n y. Sitratta di un mov i m e n to di laici che riunisce piccoli gruppi di fede-li desiderosi di vivere più pienamente la loro vita cristiana. La

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 196

Page 197: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

197

DALLE NOSTRE COMUNITÀ

vitalità del lavoro di questo gruppo è dimostrata dal fatto che har i g u a r d a to, nel corso degli anni, circa 3600 persone. Un bel risul-t a to, il cui avvenire è af f i d a to alle nostre preghiere.

Segnaliamo anche un’insolita proposta fatta alle nostre sorell edi Sainte Françoise Romaine del Bec: preparare un libro di “sente n-ze” di Gi ovanni Paolo II destinato ai giovani. Proposta acce t t a t acon entusiasmo dalle nostre sorelle e condotta a termine da Sr.Jo ë lle Marie col titolo A vous les jeunes, Éditions Saint Au g u s t i n .

Infine, per concludere questo panorama, ricordiamo due av v e-nimenti rilev a n t i .

Verso la fine dell’anno scorso, una nota emanata dal Ministe r od e lla Cultura fr a n cese rico r d ava ai nostri fr a te lli del Bec He l l o u i nche quest’anno ricorre il primo millenario della nascita di Lan-fr a n co. Lanfr a n co fu il fondatore delle scuole del Bec, verso il1 0 4 5, per poi diventare il primo abate di Saint Etienne de Caen, einfine arcivescovo di Ca n te r b u ry, nel 1070. Questa import a n tefigura di monaco contribuì anche all ’ evoluzione del pensiero del-la Chiesa sull’Eucaristia. I nostri fr a te lli si apprestano dunque acelebrare e ad aiutare a co n o s cere meglio questo grande monaco ,uomo al servizio della Chiesa e della società del suo tempo e adapprofittare di questa occasione per nutrire e approfondire i lorolegami con la Chiesa d’In g h i l terra, che tanto deve a quell ’ a r c i v e-s covo riformatore che fu Lanfr a n co, al tempo di Guglielmo, quan-do già nas ceva l’Europa.

Terminiamo con un av v e n i m e n to riguardante la nostra carac asa madre di Monte Ol i v e t o, i cui innumerevoli tesori artistici ven-gono sempre meglio valorizzati, da qualche anno, grazie a impor-tanti lavori di restauro. L’8 gennaio, la comunità ha ricev u to ilPr o f. Antonio Paolucci, responsabile della Regione Toscana con ilPr o f. Bruno Santi e la Signora Alessi della Soprintendenza di Sie-na, il sindaco di Asciano e altre personalità per l’inaugurazione delrestauro del refettorio, del coro e della sala detta del Tr i b u n a l e. IlP. Ab a te Generale ha approfittato dell ’ o c c asione per sotto l i n e a r e

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 197

Page 198: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

198

LA REDAZIONE

che l’Abbazia non è un museo e che la presenza dei monaci ne faun organismo vivente. Ne lla sua risposta, il Pr o f. Paolucci haripreso l’idea di “organismo vivente” e ha fatto un co ll e g a m e n tocon gli af freschi del Nov e lli che fanno del refettorio di Mo n te Oli-v e to uno spazio unico nel suo genere, soprattutto a causa dell ’h u -m o r i a, l’umorismo espresso soprattutto nel volto dei personagg ir a p p r e s e n t a t i .

Per concludere

I nostri padri erano dunque convinti dell ’ i m p o rtanza dell ’ u m o-rismo per l’equilibrio umano e spirituale delle nostre co m u n i t à .Ne sono testimonianza non solo gli af freschi del refettorio diMonte Ol i v e t o, ma anche e soprattutto quelli, così familiari a tuttinoi, del Sodoma e del Signorelli nel grande chiostro. Chi nonr i corda la scena raf f i g u r a n te il pas to dei monaci, in cui un mona-co nas conde il pezzo di pane di uno dei suoi fr a te lli, mentre il ser-v i tore sorride divert i to? L’umorismo, come insegna d. Alain Del-bos — che per 40 anni ha svolto il ruolo di maestro di novizi aMaylis — è espressione di umiltà e di amore. È quanto auguriamodi tutto cuore alle nostre comunità e ai nostri lettori alla fine diq u e s to panorama, fino al prossimo resoco n to .

La Re d a z i o n e

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 198

Page 199: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

199

DALLE NOSTRE COMUNITÀ

De nos Communautés

Comment parler de ‘vie de famille’ quand frères et sœurs sont dis-persés aux quatre coins du monde ? Ne serait-ce pas faire fi des dis-t a n ces, des différences culturelles, des multiples façons d’incarn e rune même vocation monastique, le même héritage reçu de Bern a r dTolomei et de ses co m p agnons ?

Gr â ce à l’unité qui vient de l’Esprit Saint, to u te différence dev i e n tdans l’Église source de richesse, parce qu’une même charité embras-se et transforme tout en sacrifice spirituel agréable à Dieu. No t r ef a m i lle monastique est ainsi pour nous le lieu privilégié où s’expéri-m e n te la catholicité de l’Église et l’unité qui lui est propre, au seinmême de ce t te diversité. Une unité qui n’est pas la co n s é q u e n ce denos efforts, mais qui a été reçue en don dès le départ et qui dev i e n tp a rticulièrement visible lors d’événements privilégiés comme leChapitre Général que la famille monastique de Mo n te Oliveto a vécudu 1e r au 14 octobre 2004.

Ce chapitre a été inauguré par une petite Pe n te c ô te qui reste r adans la mémoire de tous les participants. Le premier jour, dans la cha-pelle du Bienheureux Bernard, l’intercession et la louange des repré-sentants des communautés de moines, moniales et sœurs de notreCongrégation a spontanément jailli en italien, en français, en anglais,en coréen, en espagnol, en portugais, en ghanéen et bien sûr en latin(ce dernier, il est vrai, moins spontanément pour beaucoup!). On peutsans doute regretter que les travaux du chapitre aient trop vite pris lepas sur cet aspect de prière et d’expérience d’unité dans l’Esprit quilaisse toute sa place à la diversité des langues et des cultures. Cepen-dant, d’un chapitre à l’autre, il est réconfortant de voir combien cettedimension se développe et s’affirme. D’ailleurs, le chapitre lui-mêmea accueilli cette aspiration et a constitué un groupe de réflexion des-tiné à repenser le déroulement du chapitre de façon à déployer pluse f f i c a cement sa dimension charismatique, c'est-à-dire d’expérience

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 199

Page 200: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

200

LA REDACTION

de la présence ag i s s a n te de l’Esprit. Pour un co m p te-rendu plusdétaillé des travaux de ce chapitre, nous laissons la parole au P. AbbéGénéral, Don Michelangelo Tiribilli, confirmé à la tête de la famillemonastique de Monte Oliveto pour un troisième mandat.

C e t te même unité que l’Esprit a donnée à notre Congrégation selaisse percevoir également dans les événements de la vie de nos co m-munautés, ceux qui sortent de l’ordinaire, mais aussi, et peut-êtres u rtout, ceux de tous les jours.

Rien d ’e x t ra o rdinaire ?

Quand on demande à un moine ou bien à une co m m u n a u t ém o n astique de transmettre au chroniqueur un événement part i c u l i è-rement significatif des derniers mois, il n’est pas rare de lire uneréponse comme ce lle de Don Alfonso Serafini, prieur de Ro d e n g o: «Iln’y a rien eu d’extraordinaire; nous sommes une petite co m m u n a u t é ,dont l’âge moyen grandit, engagée dans la fidélité à son témoignag ede vie monastique et qui représente, dans son diocèse, un point derepère et un lieu de ressourcement spirituel et sacramentel.» Ou biene n core comme ce lle qui nous vient des frères de San Mi n i a t o: « Il n’ ya vraiment eu aucun événement, si ce n’est la célébration liturgiquede l’Historia salutis, pour que sa mémoire s’étende à tous…». N’est-ilp as normal, pour une famille monastique, de resplendir non pas danstel ou tel événement apparemment plus brillant, mais d’abord dansl’humble fidélité à «la tâche accoutumée de notre serv i ce», comme ledit la Règle de Saint Benoît ? Et pourtant, bien des événementsextraordinaires se greffent sur ce t te humble fidélité pour tirer d’ell eleur sens le plus profond.

Un exemple parmi les plus significatifs nous est offert par la co m-munauté des frères étudiants de Santa Fra n c e s ca Ro m a n a à Rome. Le29 octobre, au Ca p i tole, dont le monastère n’est distant que dequelques centaines de mètres, avait lieu l’événement historique de lasignature de la to u te nouvelle Constitution par les 25 chefs d’États

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 200

Page 201: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

201

DE NOS COMMUNAUTÉS

des Pays de l’Union Européenne. À ce moment même, les frères célé-braient l’office et la messe du patron de l’Europe, saint Benoît, ent é m o i g n age de ces racines chrétiennes et monastiques que le te x teconstitutionnel a malheureusement décidé d’ignorer.

Le 3 octobre, parmi les nombreux fidèles venus célébrer l’anniver-saire du couronnement de l’icône de la Vierge vénérée dans le sanc-tuaire de Pi c c i a n o, se trouvait Um b e rto Copertino, l’un des quatreo t ages italiens enlevés en Irak au cours de l’année précédente. Ilvenait, avec sa famille, rendre grâce pour sa libération et s’unir à laprière de ce t te communauté en faveur de la paix.

Alors même que le Chapitre Général battait son plein à Mo n teO l i v e to, au début du mois d’octobre, un autre événement caché,mais pas moins ‘extraordinaire’ avait lieu à Rome. Le défunt Pa p eJe a n - Paul II avait souhaité, en 1994, que les différents Ordres demoniales contribuent, par périodes de cinq ans, à la présence d’unecommunauté co n templative à l’intérieur même du Vatican, en unm o n astère placé sous l’invocation de Marie, Mater Ecclesiae. Pour lescinq prochaines années, ce t te présence est assurée par un petit grou-pe de moniales bénédictines : 3 moniales italiennes de l’Abbaye deRosano de Po n t as s i eve (Florence), 2 moniales françaises de l’Ab b a y eNotre Dame de Fidélité de Jouques (Pr ov e n ce), une moniale améri-caine ed une philippine de l’Abbaye de S. Walburge en Virginie Dale(Colorado, USA) et enfin une sœur de notre famille monastique deMo n te Oliveto, Sr. Ma ry Fr a n ces Mure de Pe cos. Pour ce t te raison,ce groupe de moniales s’est rendu en visite à l’abbaye de Mo n te Oli-v e to le 9 septembre et y fut guidé par Don Ro b e rto Nardin. Riend ’ é tonnant que ce dernier ait été invité par la prieure, Mère Ma r i aSofia, à prêcher la retraite au monastère Mater Ecclesiae du 23 au 29o c tobre prochain.

Une vocation monastique se renouvelant sans cesse

Bien des changements qui consolident la vocation monastique et

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 201

Page 202: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

202

LA REDACTION

la vie fr a te rn e lle de nos communautés pourraient aussi passer inaper-çus, sous préte x te qu’ils n’ont « rien d’extraordinaire».

Il faut être reconnaissant pour la simplicité avec laquelle nossœurs d’Ey r e s -Mo n c u b e, par exemple, nous part agent leur évolutiondans la manière de vivre le chant choral depuis bientôt deux ans. Une f f o rt louable d’améliorer la pose de la voix et la pratique du grégo-rien avait conduit à ce qu’elles-mêmes décrivent comme « un beauco n ce rt où les voix plus brill a n tes entraînaient les autres et où lesmoins douées restaient à l’écart ». D’où le choix d’une plus grandesobriété et simplicité correspondant mieux à leurs forces et à leurnombre et dont le plus beau résultat est que to u tes peuvent chante ret que la prière y a considérablement gag n é .

Avec la même simplicité, nos frères étudiants de Santa Fra n c e s caRo m a n a à Rome nous font part de leur joie pour le développementde l’observ a n ce monastique de ce t te maison, avec lecture au réfec-toire à tous les repas et messe chantée en grégorien tous les jours.No tons également les rencontres de lectio divina guidées par D.Ro b e rto Nardin pendant l’Avent, auxquelles de nouvelles personnesse sont jointe s .

« Un monastère sans une bibliothèque est comme un château fortsans salles d’armes » ! Nos frères de Holy Cross Mo n a s t e ry à Ro s t r ev o r,en Irlande, montrent combien ils en ont co n s c i e n ce par le zèle qu’ilsont déployé ces derniers temps à enrichir la bibliothèque de leurnouveau monastère. Fr. Thierry effectuait un séjour chez nos fr è r e sde Tu rv e y, en Angleterre, les 3 et 4 septembre, pour profiter de la fer-meture d’une librairie religieuse et faire le plein de livres pour leurbibliothèque. Deux mois après, les 8 et 9 novembre, Fr. Thierry et Fr.Benoît se rendaient à l’Abbaye de Glenstal, en Irlande, qui offr a i tgénéreusement à leur monastère des cartons de livres et de rev u e s .

C e t te revue des faits ‘non extraordinaires’ pourrait s’all o n g e r…Re tenons la profonde reco n n a i s s a n ce au Seigneur de la part de plu-sieurs de nos communautés, qui part agent avec nous leur joie pourl’entrée de jeunes, parfois après de très longues périodes d’atte n te .

_______________

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 202

Page 203: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

203

DE NOS COMMUNAUTÉS

Nos frères de San Nicola de Rodengo ont attendu 35 ans ! En effet, pourla première fois depuis le retour des moines de notre Congrégationdans ce monastère en 1969, à la demande explicite du Pape Paul VI,deux jeunes, Emilio et Eusebio, ont frappé à sa porte et ont étéa c c u e i llis. Emilio, qui a revêtu notre habit le 12 décembre pour l’inau-guration de son noviciat à l’abbaye-mère de Mo n te Oliveto, s’appel-le maintenant don Paolo, précisément en souvenir du pape Paul VI.

Des jeunes sont également entrés chez nos sœurs d’Abu Gosh, àl’abbaye-mère de Monte Ol i v e t o, à Ma y l i s et, bien sûr, en grandnombre, dans les monastères de G o s u n g en Corée et de B o ca del Mo n -te au Gu a temala. Comment co m m e n ter ce printemps vocationnelque notre famille monastique expérimente depuis l’année 2000autrement que par la petite question avec laquelle D. Alfonso achè-ve la chronique de sa co m m u n a u t é : « E s t - ce l’approche tant espé-rée de la canonisation de notre saint fondateur qui est en train der é v e i ller quelque chose? »

Des épreuves aussi

«Comment rendre grâce pour un malheur?» s ’ i n terrogent les fr è r e set les sœurs d’Abu Gosh, alors que leur abbé-évêque, dom Je a n - B a p-tise Gourion tombe gravement malade au retour du chapitre généralet doit rester cloué au lit pendant trois mois ? Maladie qui se déclareun an seulement après le début de ce t te délicate mission épisco p a l eet alors que la communauté monastique est co n frontée à la difficul-té de devoir part ager son abbé avec le diocèse des catholiqueshébréophones d’Israël dont il est devenu le pas te u r. Voici la réponseque leur inspire la foi : «De quelle œuvre s’agit-il ? Celle de Dieu. […]Ce pas s age par l’épreuve qui a marqué Ab u -Gosh ces derniers moisest un don de Dieu, le lieu où Dieu lui-même se donne et donne à lireson œuvre. C’est peut-être aussi une participation aux souffr a n ces età l’espérance de ceux qui veulent la paix pour ce pays.» Dieu merci,les dernières nouvelles sont réco n f o rt a n tes: passé le moment plus

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 203

Page 204: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

204

LA REDACTION

critique, le P. Je a n - B a p t i s te émerge et les frères nous disent co m b i e n«la paix ne l’a pas quitté un instant.»*

L’épreuve touche aussi notre communauté de C o c k f o s t e r s, àLondres. Son Pr i e u r, D. Costanzo, veut part ager avec nous les diffi-cultés d’une communauté qui, en deux ans, a perdu ses deuxcolonnes, le P. Prieur D. Placido Meylink et le P. Abbé Vi t to r i n oAldinucci. Peu après, D. Wi llibrord, très âgé maintenant, est reto u r-né dans son pays, la Ho llande, pour finir ses jours dans le monas t è r ebénédictin où l’un de ses propres frères est également moine. Enfin.D. Benedict et D. Paschal ont des problèmes de santé. Les nom-breuses charges de la communauté et ce lle de l’import a n te paroissequi lui est attachée pèsent donc uniquement sur Don Costanzo etsur deux autres frères.

Dans l’atte n te d’une prochaine visite du P. Abbé Général tant àAb u -Gosh qu’à Cockfosters, ces deux communautés se confient ànotre prière et, de tout cœ u r, nous les assurons de notre prox i m i t édans leurs épreuves du moment.

L’épreuve a touché aussi notre communauté de R i b e rao Preto d o n tle prieur, D. Fo rt u n a to Capodilupo, est soudainement décédé, le 2o c tobre 2004. Un hommage à D. Fo rt u n a to, qui nous a été envoyépar ses frères de Riberao Pr e to, suit ce t te chronique.

Frère qui va, frère qui vient: nominations et tra n s f e r t s

La communauté de R i b e rao Preto nous offre la nouvelle la plussignificative au sujet des nouvelles nominations de ce t te dern i è r epériode. Pour la première fois depuis sa fondation, en 1919, le 19 jan-v i e r, elle a élu un prieur Brésilien, le Fr. Anselmo Sidinei Codinhoto ,

_______________

* L’Ulivo est dèjà chez l’imprimeur au moment où nous apprenons la nou-v e lle du décìs de Père Abbé - Évèque Jean - Baptiste. Un Souvenir de ce t tegrande figure de notre famille monastique paraitra dans le prochain numéro.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 204

Page 205: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

205

DE NOS COMMUNAUTÉS

signe d’un enracinement toujours plus profond dans leur pays, aprèsqu’un bon groupe de jeunes y est entré au cours de ces dern i è r e sannées.

Le chapitre général a ensuite entraîné son co rtège habituel det r a n s f e rts et de nominations. Mentionnons d’abord l’élection du P.Je a n -Gabriel Personnaz, jusque-là maître de formation de l’abbayede Ma y l i s, comme vicaire de l’abbé général. Une tradition de présen-ce d’un moine de Maylis à l’abbaye-mère a ainsi été renouée, trois ansseulement après le décès du P. Bernard Dumartin. Ce dern i e r, l’undes fondateurs de ce t te abbaye française, était resté sans inte r ru p-tion à l’abbaye-mère de 1952 jusqu’à sa mort, y remplissant tour à to u rles fonctions de chance l i e r, de vicaire de l’abbé général et surtout deprieur claustral.

Le vide que le P. Je a n -Gabriel a laissé à Maylis a notamment puêtre mesuré aux nombreux changements que son départ a entraînésdans ce t te communauté. À la charge déjà import a n te de maître desn ov i ces, P. Je a n -Gabriel ajoutait ce lles de professeur de théologiedogmatique, de responsable du mag asin et de l’atelier de cire, deco n s e i ller du P. Abbé et de confesseur de plusieurs monastères demoniales, obédience pour laquelle il a un vrai don ! Dans une lettre àla communauté de Mo n te Oliveto, les frères de Maylis ont tenu àexprimer à la fois tout le sacrifice qu’un tel départ représentait poureux et leur joie de pouvoir ainsi renforcer dav a n t age encore leursliens avec la maison-mère.

S u i te au départ du P. Je a n -Gabriel, le Père abbé, dom Fr a n ç o i sYou, nommait le Fr. Raphaël Chapelard comme prieur claustral et leFr. Luigi Gioia comme maître de formation. Soulignons une nou-veauté dans ces nominations : pour la première fois depuis la renais-s a n ce de notre Congrégation au 19è m e siècle, deux frères non prêtresse voient confier ces charges, signe éloquent du nouveau visag emoins clérical que notre famille monastique se donne to u j o u r sd av a n t age.

À la suite encore du chapitre général, le Père abbé général a nom-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 205

Page 206: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

206

LA REDACTION

mé le nouveau prieur claustral de Monte Ol i v e t o, don Ro b e rto Don-ghi, également chargé de la formation des jeunes frères, obédienceen laquelle il remplace don Stanislao Avanzo. Ce dern i e r, ayant te r-miné son serv i ce comme vicaire de l’abbé général, était transféré àl’abbaye de Lendinara, alors que le très dévoué frère infirmier, donVi to Latorre, était assigné à la communauté de Pi c c i a n o .

Une autre nomination import a n te à mentionner est ce lle de l’au-mônier de la maison principale de nos sœurs olivétaines de Corée àBusan. Depuis l’implantation de nos sœurs en Corée, ce rôle av a i tété rempli par un moine de Saint-Ottilien. Cependant, dès que lacommunauté de nos frères olivétains de Corée a été en mesure deprendre le relais, nos sœurs ont tenu à recourir à eux pour avoir unaumônier de la même famille monastique. Le premier aumônier a étédon Silouane Kim et, au terme de son mandat, le Père prieur deG o s u n g, don Giona Lee, a nommé pour lui succéder don Pio Pa r k .Simultanément, depuis bientôt cinq ans, don Giona prêche chaqueannée la retraite communautaire des sœurs. Ces dernières tiennentà nous dire combien elles apprécient ce don de la Pr ov i d e n ce, alorsq u ’ e lles continuent à bénéficier d’une expansion réellement prodi-gieuse, avec les défis que cela co m p o rte. Avec plus de 450 sœurs, ilest devenu nécessaire de créer trois prov i n ces, Busan, Daegu etSeoul, dans le but de continuer à assurer un suivi vraiment personna-lisé de chaque sœur. D’autre part, nos sœurs nous offrent un modè-le impressionnant de formation permanente pour soutenir leur vies p i r i t u e lle et communautaire. Onze fois par an, des rencontres dequatre jours sont organisées à Busan, pendant lesquelles les sœurspeuvent bénéficier d’un acco m p agnement et faire le point sur ell e s -mêmes et sur leur vie de co m m u n a u t é .

Événements de fa m i l l e

Parmi les événements les plus heureux de la vie de nos co m m u n a u-tés, il y a bien sûr la profession perpétuelle, par laquelle frères et

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 206

Page 207: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

207

DE NOS COMMUNAUTÉS

sœurs ratifient pour la vie leur choix de notre famille monastique àt r avers la stabilité dans une communauté donnée. Ce fut le cas, le 19août, solennité du Bx. Bernard, pour le fr. Thomas Ward de notrem o n astère de Tu rv e y et, le 5 décembre, pour don Angelo Jeong dum o n astère de G o s u n g, en Corée. Tous deux ont pu se préparer à as s u-mer la double dimension d’apparte n a n ce à leur communauté respec-tive et à la Congrégation à travers la participation à la rencontre desjeunes moines et moniales olivétaines, au mois de juillet dernier àMonte Ol i v e t o.

Par ailleurs, si notre famille monastique prend un visage moinsclérical, cela ne veut pas dire que nous n’ayons plus besoin de fr è r e squi, dans nos communautés, assument humblement le ministèrepresbytéral. To u te ordination presbytérale nous rappelle que l’initia-tive de notre salut vient d’ailleurs, qu’elle est reçue et que sans vies a c r a m e n te lle il n’y a pas de vie chrétienne. Cinq frères ont reçu cedon et ce t te mission au cours de ces derniers mois : don AnselmoBarberis, à Monte Ol i v e t o, le 10 octobre, en plein chapitre général ; lefr. Bernard Buchoud, le 30 octobre, à Mesnil Saint Loup ; don AndréAparecido Bernardino, le 14 janvier, au Brésil et enfin don Pa o l oBaek et don Agostino Ri, le 18 janvier, en Corée. Pour l’ordination enCorée, nous renvoyons à la chronique à part que nous en donne, dansce numéro de l ’Ul i v o, le fr. Colomban Benderitter de Ma y l i s, qui yp a rt i c i p a i t .

Pour l’ordination du Fr. Bernard Buchoud, les frères de Me s n i lSaint Loup nous en donnent le petit co m p te-rendu suivant : « L esamedi 30 octobre 2004, autour des deux communautés de moineset de moniales-oblates du Mesnil, se retrouvaient à la cathédrale deTroyes le Père abbé de Maylis, dom François You, ami de la famill ede frère Bernard, et plusieurs frères et sœurs venus du Bec et d’Ab u -Gosh. Dans la salutation qu’il adressa à l’assemblée, l’évêque du dio-cèse, Monseigneur Marc Stenger mit nettement en valeur la dimen-sion gratuite du sace r d o ce monas t i q u e ; son homélie sur le ministè-re du Christ, ministère du prêtre, eut également un fort

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 207

Page 208: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

208

LA REDACTION

r e tentissement. Notre prière co n f i a n te, après ce t te ordination, aprèss u rtout la profession solennelle de frère Gu i llaume, est que nos deuxcommunautés de frères et de sœurs, rassemblées dans une louangecommune, puissent accueillir de nouvelles vocations.»

À tous ces frères et à leur communautés vont les vœux les pluschers de la rédaction de l’Ul i v o et de tous ses lecte u r s .

Visites fra t e rn e l l e s

Les sœurs de B u s a n s’unissent à nos frères du monastère B l e s s e dB e rn a rd To l o m e i de G o s u n g, pour témoigner de la joie éprouvée lors dela visite du P. Abbé François You et du Fr. Colomban Benderitter deMa y l i s, au début du mois de février. L’ o c c asion de la visite était offer-te par l’ordination presbytérale de Fr. Agostino Ri et de Fr. Paul Baek( ce dernier a effectué une partie de sa formation à l’abbaye de Ma y -l i s). La richesse de ce t te visite mérite un développement propre, quel’on trouvera dans ce numéro de l’Ul i v o.

Les liens de fr a te rnité entre nos communautés ont profité de biend’autres visites ou séjours fr a te rnels, dont voici ceux qui nous ont étésignalés: la Mère prieure de Sa i n t e- Fra n ç o i s e- Romaine du Bec, MèreMarie-Placide Ca z e n ave, a passé les mois de décembre et de janvierchez nos sœurs de Tu rv e y, en Angleterre; à quatre reprises, les sœursde Tu rv e y ont visité ce lles de S c h o t e n h o f, s’ajoutant à ce lles du monas-tère Regina Pacis du Brésil; très apprécié par les frères de Ma y l i s a étéle pas s age du Fr. Brice d’Ab u -Gosh, qui venait de participer à laréunion de la commission économique de la Congrégation à Rome ;enfin, les frères de Ma y l i s sont aussi heureux d’accueillir pour unséjour de quelques mois le Fr. Silouane Kim, qui avait déjà vécu dansce monastère pendant de nombreuses années au début de sa forma-tion monas t i q u e .

«La lointaine Afrique est devenue proche de nous», s’exclamentnos sœurs de Palo del Colle: elles viennent d’accueillir dans leur co m-munauté une sœur Ghanéenne, Sr. Ma r i a - Nazaria, et se réjouissent

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 208

Page 209: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

209

DE NOS COMMUNAUTÉS

de l’ouverture que représente pour leur communauté la présenced’une sœur d’un autre co n t i n e n t .

Une expérience semblable a été vécue par les sœurs d’Ey r e s -Mo n -c u b e au contact de leur prédicateur de retraite le P. Dominique Ca t-ta, l’un des six moines qui, il y a quarante ans, fondèrent le monas t è-re bénédictin de Ke u r - Moussa, au Sénégal. Nos sœurs ont appréciés u rtout l’expérience retraite, d’inculturation liturgique danttémaigne ce t te communauté, résultat, entre autres, d’une éco u tep a t i e n te des chants traditionnels afr i c a i n s .

Pour plusieurs de nos monastères aussi, ce t te valeur fondamenta-le de la spiritualité bénédictine qu’est l’hospitalité a été l’occas i o nd’événements marquants.

Nos sœurs du monastère Sa i n t e- Fra n ç o i s e- Romaine du Bec, onta c c u e i lli en septembre Pamela Po rter Snare, prêtre de l’Église épis-copalienne des Etats-Unis. Ordonnée en 1984, elle a obtenu de l'In s-titut de Louisville une bourse pour mener à bien un projet centré surla Règle de saint Benoît. Son propos était d'approcher de l'intérieurla vie d'une communauté vivant de ce t te Règle, afin d'adapter ledynamisme de ce t te "école du serv i ce du Seigneur" à sa vie de famil-le (étant elle-même mariée) et à son ministère paroissial (ChristChurch, à Cov i n g ton, en Louisiane). Un lien très profond est ainsi néentre nos sœurs et elle, à partir de ce t te Règle vieille de quinzesiècles mais si riche d'expérience humaine et spirituelle, transce n-dant ainsi les barrières co n f e s s i o n n e ll e s .

Les frères et soeurs du B e c ont également accueilli, du 3 au 9 sep-tembre, une session de chant grégorien pour maîtres et maîtresses dechœur monastique, session animée par dom Daniel Saulnier deSolesmes, assisté par Jaan-Eik Tulve. Y ont participé une trentainede frères et sœurs venus des monastères de Fr a n ce, d’Écosse, d’Es-p agne et d’Argentine, et parmi eux les frères Vianney et Benoît deMa y l i s.

Les frères de No t r e- Da m e- d e s - P r é s et les sœurs du prieuré Sa i n t -D o d o n, à Mo u s t i e r- e n - Fa gn e, ont reçu en juin trois moines anglais de

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 209

Page 210: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

210

LA REDACTION

D o w a y, monastère bénédictin près de Londres, venus en visite àDouai, dans le diocèse de Cambrai, lieu de refuge des inte ll e c t u e l scatholiques anglais ayant fui Oxford et aussi leur communauté à par-tir de 1558 quand, sous le règne d’Élisabeth, les derniers moinesfurent expulsés d’Anglete r r e .

Nos frères de B o ca del Mo n t e, au Gu a temala, pour le co u r o n n e m e n tsolennel de l’image de la Vierge vénérée dans leur église, ont accueill ile cardinal Rodolfo Quezada To runo, archevêque métropolitain deS a n t i ago de Gu a temala ; ils entretiennent aussi d’étroites relationsavec le nonce apostolique, Mgr Bruno Musaro, qui leur a rendu visi-te par deux fois ces derniers mois.

Enfin, le monastère de C a m o g l i a été choisi, au début du mois dif é v r i e r, pour la première réunion plénière annuelle du nouveau Défi-n i toire, destinée surtout à planifier le travail pour les six années àvenir et à la distribution de ce rtaines tâches entre les Pères Défini-teurs. L’accueil de Camogli a été des plus fr a te rnels et a co n f i r m écombien justifié est le choix du Définitoire de se réunir chaque foisdans un monastère différent de la Congrégation, pour rejoindre lesd i f f é r e n tes communautés et favoriser ainsi la communion dans notref a m i lle monas t i q u e .

C o n s t ru c t i o n s

Les travaux sont, il est vrai, le pain quotidien de presque to u te snos communautés, mais il est des étapes plus significatives tout demême. En part i c u l i e r, nos frères de G o s u n g en Corée ont formalisépar une décision capitulaire leur intention de se transférer dans unautre lieu et de bâtir un nouveau monastère, pour mieux répondreaux exigences de leur communauté en pleine expansion. L’aide de laPr ov i d e n ce est en train de se manifester de la façon la plus to u c h a n-te et invite nos frères à saisir ce t te étape import a n te de leur histo i r epour un renouvellement co m m u n a u t a i r e .

Par ailleurs, les trois monastères des moniales-oblates de Sainte -

_______________

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 210

Page 211: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

211

DE NOS COMMUNAUTÉS

Fr a n ç o i s e - Romaine sont aussi activement engagés dans de nom-breux travaux. Au B e c, les sœurs rénovent leur mag asin, aménag e n tune grande salle d’accueil et procèdent à l’agrandissement de plu-sieurs ce llules, avec installation de lavabos et douches. À Ab u -G o s haussi, les sœurs ont entrepris la co n s t ruction d’un atelier pour les dif-férents artisanats dont elles vivent (ciergerie, iconographie, carte s )et la création d’un espace plus pratique regroupant en un seul bureaule fax, la photo copieuse et l’ordinate u r. Enfin, au Me s n i l - s a i n t - Lo u p,les sœurs confient à notre prière leur projet de co n s t ruire un petito r a toire près de la pièce qui leur sert actuellement de lieu de prière.

Nos monastères s’enrichissent également du point de vue art i s-tique. Au mois de novembre, à Holy Cross, en Irlande, avait lieu lapose des vitraux de la chapelle de la Vierge et sur le côté sud de leuréglise, qui a été consacrée l’année dernière. Au même moment àMa y l i s, dans la salle du chapitre, était posée la sculpture en fer forgé,réalisée par M. Puste t to et représentant la scène du lavement despieds (voir une photo de ce t te œuvre, dans ce numéro de l ’Ul i v o). Lacommunauté a profité de la co ï n c i d e n ce de cet événement avec laproclamation de l’année de l’Eucharistie par le pape Je a n - Paul IIpour établir le lien entre eucharistie et vie fr a te rn e lle sous le signe dul avement des pieds, à la lumière de l’évangile de saint Jean. Ce gestea été re-vécu les jeudis de Carême ; le lecteur trouvera dans le pro-chain numéro de l ’Ul i v o un co m p te-rendu de ce t te expérience co m-m u n a u t a i r e .

Quelques événements extra o rd i n a i r e s, tout de même…

Ce n’est pas tous les jours que, en allumant la télévision, on voitnos sœurs du Prieuré Regina Pacis de Schotenhof ! Ce fut le cas le 25j u i llet, jour où leur ‘grand-messe’ fut diffusée par la télévision belge.

Le 29 janvier, plus de 200 personnes se joignaient à notre co m m u-nauté de Ma ry, spouse of the Holy Sp i r i t des Ha w a i i pour célébrer le2 0è m e anniversaire de la Basic Christian Community of Ha w a i i, dont Fr.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 211

Page 212: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

212

LA REDACTION

Michael Sawyer et Sr. Ma ry Jo McEnany sont les guides spirituels. Ils ’ agit d’un mouvement de laïcs qui rassemble des petits groupes defidèles désireux de se soutenir mutuellement, d’étudier et mieuxconnaître la Parole de Dieu et de vivre plus pleinement leur vie chré-tienne. La vitalité du travail de ce groupe se lit dans le fait qu’il a to u-ché environ 3600 personnes au fil des années. Une belle réussite ,dont l’avenir est confié à notre prière.

Signalons aussi une proposition inhabituelle faite à nos sœurs deSa i n t e- Fra n ç o i s e- Ro m a i n e du Bec : préparer un livre de ‘sente n ces’ deJe a n - Paul II destiné aux jeunes. Proposition acceptée avec enthou-s i asme par nos sœurs et menée a terme par sœur Jo ë ll e - Marie sous letitre À vous les jeunes, aux Éditions Saint-Au g u s t i n .

Enfin, pour conclure ce panorama, mentionnons deux événe-ments notables.

Vers la fin de l’année dernière, une note émanant du Ministèrefrançais de la culture rappelait à nos frères du B e c- He l l o u i n que Lan-franc était né il y a 1000 ans. Lanfranc, prieur claustral de l’abbé fon-d a teur Herluin, créa et dirigea au Bec des écoles fameuses, vers 1045,avant de devenir le premier abbé de Saint-Étienne de Caen, et enfina r c h evêque de Ca n te r b u ry, en 1070. Cette import a n te figure monas-tique contribua aussi à l'évolution de la pensée de l'Église co n ce rn a n tl'eucharistie. Nos frères vont donc célébrer et aider à mieuxconnaître ce grand moine, serv i teur de l'Église et de la société de sontemps et profiter de ce t te occasion pour nourrir et approfondir leursliens avec l'Église d'Angleterre, qui doit tant à l'archevêque réforma-teur que fut Lanfranc, au temps de Gu i llaume, quand naissait déjàl ' E u r o p e .

Terminons enfin sur un événement touchant notre chère maison-mère de Monte Ol i v e t o, dont les innombrables trésors artistiques sonttoujours mieux mis en valeur, depuis quelques années, par d’impor-tants travaux de restauration. Le 8 janvier, la communauté recevait lePr o f. Antonio Paolucci, responsable de la Région Toscane avec lePr o f. Bruno Santi et Madame Alessi de la So p r i n t e n d e n z a de Sienne,

_______________

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 212

Page 213: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

213

DE NOS COMMUNAUTÉS

le Maire d’Asciano et d’autres personnalités, pour l’inauguration dela restauration du réfectoire, du chœur et de la salle dite du Tr i b u n a -l e. Le Père abbé général a profité de l’occasion pour souligner quel’abbaye n’est pas un musée et que la présence des moines en fait unorganisme vivant. Dans sa réponse, le Pr o f. Paolucci a repris l’idée d’‘organisme vivant’ et a fait le lien avec les fresques du Nov e lli qui fontdu réfectoire de Mo n te Oliveto un espace unique en son genre, sur-tout à cause de la h u m o r i a, l’humour qui s’exprime surtout à trav e r sles visages des personnages représentés.

Pour conclure

Nos pères étaient donc persuadés de l’import a n ce de l’humourpour l’équilibre humain et spirituel de nos communautés. Ceci nousest témoigné non seulement par les fresques du réfectoire de Mo n t eOl i v e t o, mais aussi et même surtout par ce lles, si familières à noustous, de Sodoma et de Signorelli dans le grand cloître. Qui n’a pas àl’esprit la scène représentant le repas monastique, dans laquelle unmoine est en train de cacher le morceau de pain de l’un de ses fr è r e s ,alors que le serveur en sourit amusé ? L’h u m o u r, comme l’enseigne leP. Alain Delbos – qui a rempli pendant 40 ans le rôle de maître desn ov i ces à Maylis – est expression d’humilité et d’amour. Voilà ce quenous souhaitons de tout cœur à nos communautés et à nos lecte u r sen conclusion de ce panorama, jusqu’au prochain co m p te - r e n d u .

La Re d a c t i o n

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 213

Page 214: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

214

FROM OUR COMMUNITIES

From our communities

How do we speak of ‘family life’ when brothers and sisters arespread abroad to the four co rners of the world? Is it nece s s a ry toshrink the distances, the cultural differences, the multiple styles toenflesh the same monastic vocation, the same heritage received fromBernard Tolomei and his companions ?

Thanks to the unity which comes from the Holy Spirit, every dif-ference becomes in the Church a source of richness, because one andthe same charity embraces and transforms ev e ryone into a spiritualsacrifice acceptable to God. Our monastic family is a privileged placewhere one experiences the catholicity of the Church and the unitywhich is proper to her, even in the midst of this variety. It takes placefrom a unity which is not the consequence of our efforts, but whichhas been received as a gift from the beginning and which becomes vis-ible above all through privileged events like that of the General Chap-ter which the monastic family of Mo n te Oliveto experienced fr o mthe 1st to the 14th of October 2004.

The chapter was inaugurated with a little Pentecost which remainsin the memory of those who experienced it. The first day, in thechapel of Blessed Bernard, the intercession and the praise of the rep-resentatives of the communities of Olivetan monks, nuns, and sistersspontaneously burst forth in Italian, in French, in English, in Korean,in Spanish, in Portuguese, in Ghanian and even in Latin (this last, it ist rue, less spontaneously for sure!). One can perhaps regret that theworks of the chapter too quickly took the place of this aspect ofprayer and the experience of unity in the Spirit who allots each aplace in the diversity of languages and of cultures. However, from onec h a p ter to the next, it is co m f o rting to see how this dimension isd eveloped and affirmed. Fu rthermore, the chapter itself we l co m e dthis aspiration and constituted a reflection group destined to rethinkthe unfolding of the chapter after a fashion to more effectively deploy

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 214

Page 215: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

215

FROM OUR COMMUNITIES

its charismatic dimension, that is, of the experience of the actingpresence of the Spirit. For a more detailed account of the workings ofthis chapter, we leave the word to the Father Abbot General, DomMichelangelo Ti r i b i lli, who was reconfirmed at the head of themonastic family of Monte Oliveto for the third time.

This same unity that the Spirit has given to our Congregationlets itself be perceived also in the events of the lives of our co m m u-nities, those more extraordinary, but also, and perhaps above all ,those of ev e ry day.

Nothing Extraordinary?

When one asks a monk or a monastic community as we ll to send tothe chronicler an event part i c u l a r ly significant from the last months, itis not rare to enco u n ter a response similar to that of Dom Alfonso Ser-afini, the prior of Ro d e n g o: «There has n’t been anything extraordinary; weare a small co m m u n i t y, whose median age grows, engaged in fidelity toits witness of monastic life and which represents, in its diocese, a pointof shelter and a place of spiritual and sacramental recharging». Or yetagain to that which comes to us from the brothers of San Mi n i a t o: «Tru-ly there has not been any event, unless it is the liturgical celebration ofthe Hi s t o ry of salvation, by which its memory is extended to all…». Is n’t itbeautiful, for a monastic family, not to bask first of all in this or thata p p a r e n t ly very brilliant event, but above all in humble fidelity to «thea c c u s tomed task of our serv i ce», as the Rule of Saint Benedict says? Andl i kewise, many of the extraordinary events graft themselves onto thishumble fidelity in order to draw from it all their profound sense.

One example of this among the most significant is offered to us fr o mthe community of student brothers from Santa Francesca Romana inRome. On October 29, at the Campidoglio, situated some hundredm e ters from the monas te ry, the historic event of the signature of then ew European Constitution by the 25 Heads of State of the Countries ofthe European Union took place. At this same moment, the brothers

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 215

Page 216: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

216

REDACTION

were celebrating the office and the Mass of the Patron of Europe, saintBenedict, in testimony to these Christian and monastic roots of Europe,that the new constitutional text had unfort u n a te ly decided to ignore.

On October 3, among the numerous faithful having come to co m-m e m o r a te the anniversary of the coronation of the icon of the Vi r g i nv e n e r a ted in the sanctuary of Pi c c i a n o, was found Um b e rto Copert i n o ,one of the four Italian hostages detained in Iraq in the course of the pre-vious year. He came, with his family, to give thanks for his liberation andto unite himself to the prayer of this community in favor of peace .

At the same time that the General Chapter was running its courseat Monte Oliveto, at the beginning of the month of October, anoth-er happening, but no less ‘e x t r a o r d i n a ry,’ took place in Rome. Po p eJohn-Paul II, in 1994, wished that the monasteries of nuns from theentire world contribute in animating a contemplative community inthe very interior of the Vatican, called Mater Ecclesiae, whose mem-bers change every 5 years. For the next 5 years, this role has been con-fided to a small group of Benedictine nuns, 3 Italian nuns from theAbbey of Rosano of Po n t as s i eve (Firenze), 2 French nuns from theAbbey of Notre Dame of Fidélité of Jouques (Provence), one Ameri-can nun and another from Philippines, from the Abbey of St. Walbur-ga of Virginia Dale (Colorado, USA) and finally also a sister of ourm o n astic family, Sister Ma ry Francis Mure of the Mother of Me r c yand Peace Monastery in Pecos, New Mexico, USA. For these reasons,this group of nuns had paid a visit to the Abbey of Monte Oliveto onSeptember 9 and were guided by Dom Roberto Nardin. It was noth-ing as tonishing that the latter was invited by the prioress, Mo t h e rMarie-Sophie, to preach the retreat at the monastery Mater Ecclesiaefrom the 23rd to the 29th of October.

A Monastic Vocation Unceaselessly Renews Itself

Many of the changes which solidify the monastic vocation and thefraternal life of our communities can also pass unnoticed, under the

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 216

Page 217: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

217

FROM OUR COMMUNITIES

pretext that they are «nothing extraordinary».It is necessary to be cognizant of the simplicity with which our sis-

ters from Eyres-Moncube, for example, show us their evolution in themanner of conducting the choral chant for almost two years. Apraiseworthy effort of improving the pitch of the voice and the prac-tice of the Gregorian has evolved into what even they describe as «abeautiful concert where the most brilliant voices carry the others andwhere the less endowed remain in the background». Thus the choiceof a greater sobriety and simplicity corresponds better to their effortsand their number, of which the most beautiful result is that all areable to sing and that the prayer has been considerably enriched.

With the same simplicity, our student brothers of Santa FrancescaRo m a n a in Rome share with us their joy at the development in themonastic observance of this house, with reading in the refectory at allmeals, Mass chanted in Gregorian every day and continuing with thesessions of lectio divina guided by Dom Roberto Nardin, which newpeople have joined this year.

«A monas te ry without a library is like a fortress without arms» !Our brothers of Holy Cross Mo n a s t e ry at Ro s t r ev o r, in Ireland, showhow conscious they are of this by the zeal they have deployed thesedays to enrich the library of their new monas te ry. Br. Thierry hascompleted a sojourn at our brothers of Turvey, in England, September3 and 4 in order to profit from the closing of a religious bookstore andto take his fill of books for their library. Two months later, November8 and 9, Br. Thierry et Br. Benoît took themselves to the Abbey ofGlenstal, in Ireland, to procure cartons of books and periodicals gen-erously offered by our Benedictine confreres.

The list of things ‘not extraordinary’ could be prolonged… Weremember the joy and the profound gratitude to the Lord with whichseveral of our communities wish to share with us their happiness atthe entrance of the young, sometimes after very long periods of wait-ing. Our brothers of San Nicola in Rodengo have waited 35 years! As amatter of fact, for the first time since the return of monks of our Con-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 217

Page 218: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

218

REDACTION

gregation to this monas te ry in 1969 at the explicit request of Po p ePaul VI, two young men, Emilio and Eusebio, have knocked at itsdoor and have been received. One of them, Emilio, who was clothedwith our habit December 12 for the inauguration of his nov i t i a te atthe mother abbey of Monte Oliveto, is now called Dom Paolo –justlyin remembrance of Pope Paul VI.

Some youth have also entered at our sisters’ at Abu Gosh; at themother abbey of Monte Oliveto, at Maylis and, of course, in large num-bers, at our monasteries of brothers at Gosung in Korea and at Boca delMonte in Guatemala. How can we comment on this vocational spring-time that our monastic family is experiencing since the year 2000other than by the little question with which Dom Alfonso concludesthe chronicle of his community: «Is it the long hoped for approach ofthe canonization of our holy founder who remains present in order toawaken something» ?

Some Trials As Well

«How to give thanks for a misfortune ?», the brothers and sisters ofAbu Gosh as ked themselves, when Fr. Abbot-Bishop Je a n - B a p t i s teGourion, upon his return from the general chapter, fell gravely ill andhad to stay in bed for three months? An illness which shows itself justat the moment when Pope John Paul II comes to confer on him a veryd e l i c a te mission and that the monastic community is already co n-fronted with the difficulty of having to share its Father Abbot withthe diocese of the Hebrew-speaking Catholics of Jerusalem, of whomhe is also shepherd. The answer faith gives them comes from faithitself: «Whose work is it? God’s. […] This passage through trial whichh as marked Abu Gosh these last months is a gift of God, the placewhere God Himself gives Himself and allows us to read his work. It isalso perhaps a participation in the sufferings and in the hope of thosewho desire peace for this country». Thank God, the latest reports arecomforting : having passed the most critical moment, Fr. Jean-Bap-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 218

Page 219: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

219

FROM OUR COMMUNITIES

tiste is recovering and the brothers tell us how much «peace has notleft for an instant».*

Trial also touches our community of C o c k f o s t e r s, in London. Its prior,Dom Costanzo, wishes to share with us the difficulties of a co m m u n i t ywhich, in two years, lost its two pillars, Fr. Prior Dom Placid Meylink andFr. Abbot Vi t torino Aldinucci. A little late r, Dom Wi llibrord, very elder-ly now, has returned to his co u n t ry of Ho lland, to co m p l e te his days inthe Benedictine monas te ry where one of his brothers is also a monk.Fi n a lly Dom Benedict and Dom Paschal have some health problems.The numerous duties of the community and of the important parish thatis attached to it weigh then uniquely on Dom Costanzo and on two oth-er brothers.

While waiting for an upcoming visit of Fr. Abbot General as much atAbu Gosh as at Cockfosters, these two communities entrust themselvesto our prayer and we assure them of our closeness in their present trials.

Trial has also touched our community of Riberao Preto whose prior,Dom Fortunato Capodilupo, died suddenly on the 2nd of October. Ar e m e m b r a n ce of Dom Fo rt u n a to that has been sent to us by hisbrothers of Riberao Preto, follows this chronicle.

A Brother Comes, A Brother Goes : Nominations and Tra n s f e r s

The community of R i b e rao Preto offers us the most significant new son the subject of new nominations of this last period. For the first times i n ce its foundation, in 1919, on Ja n u a ry 19, it elected a Brazilian prior,Fr. Anselmo Sidinei Codinhoto, a sign of its maturity and of its growth,af ter the entrance in the course of these last years of a nice group ofyoung people.

The general chapter has then carried on its usual series of transfers_______________

* Since going to press l’ulivo received the sad news of abbot Jean-Baptistedeath an account of this great figure within our monastic family will be publi-shed in the next edition of this review.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 219

Page 220: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

220

REDACTION

and nominations. We mention first of all the election of Fr. Je a n -Gabriel Personnaz, until now mas ter of formation of the abbey ofMaylis, as vicar of the abbot general. A tradition of the presence of amonk of Maylis at the mother abbey has been thus renewed, onlythree years after the death of Fr. Bernard Dumartin. The latter, oneof the founders of our French abbey, remained without interruptionat the mother abbey from 1952 until his death, in order to there fulfillthe functions, in turn, of chancellor, of vicar of the abbot general andabove all, of claustral prior.

The void which Fr. Je a n -Gabriel left at Maylis could be meas u r e d ,among other things, by the numerous changes that his departure hascaused in this co m m u n i t y. Fr. Je a n -Gabriel joined to the already notindifferent duty of mas ter of formation, that of professor of dogmatict h e o l o g y, of the one responsible for the store and ceramic studio, ofco u n s e llor of the Abbot and of confessor of several monas teries ofnuns (he has a true gift for this!). In a letter to the community of Mo n teO l i v e to, the brothers of Maylis wanted to express at the time all thes a c r i f i ce that such a departure represents for them and their joy of sobeing able to reinforce still more their bonds with the mother-house.

Fo llowing the departure of Fr. Je a n -Gabriel, Fr. Abbot You ofMaylis named Br. Raphaël Chapelard as claustral prior and Br. LuigiGioia as master of formation. We underline a novelty in these nomi-nations : for the first time since the rebirth of our Congregation inthe 19t h ce n t u ry, two non-ordained brothers were seen fit to beentrusted with these duties, an eloquent sign of the new less clericalface that our monastic family is more and more being given.

Also following the General Chapte r, there was the nomination of an ew claustral prior at Monte Ol i v e t o, Dom Ro b e rto Donghi, who was alsonamed Mas ter of formation, replacing Dom Stanislao Avanzo. The lat-te r, having co m p l e ted his serv i ce as vicar of the abbot general, was trans-ferred to the abbey of Lendinara, while the very dev o ted brother infir-marian Dom Vi to Latorre was assigned to the community of Pi c c i a n o.

Another important nomination to mention is that of the chaplain

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 220

Page 221: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

221

FROM OUR COMMUNITIES

of the principal house of our Olivetan sisters of Korea at Pusan. Sincethe implantation of our sisters in Korea, this role had been filled by amonk of Saint Ottilien. However, from the time that the communityof our Olivetan brothers of Korea were in a position to take up theslack, our sisters desired to have recourse to them in order to have achaplain from the same monastic family. The first chaplain was DomSilouane Kim and, at the conclusion of his mandate, Fr. Prior deGosung, Dom Giona Lee, named Don Pio Park as his successor. Dur-ing the same time, for almost 5 years, Dom Giona preached the com-munity retreat of the sisters each year. These women want to let usknow how much they appreciate this gift of Pr ov i d e n ce, while theycontinue to benefit from a really prodigious expansion, with the chal-lenges that it produces. With more than 450 sisters, it has beco m en e ce s s a ry to create three prov i n ces, Pusan, Daegu et Seoul, in theattempt to continue to assure a truly personalized path for each sis-te r. On the other hand, our sisters offer us an impressing model ofpermanent formation, in order to sustain their spiritual and commu-nity lives. 11 times a year, meetings of 4 days each are organized atPusan, during which the sisters can benefit from this accompanimentand carry on discussion on themselves and on their community life.

Family Ha p p e n i n g s

Among the happier events of the life of our communities, there is,of course, perpetual profession, by which brothers and sisters ratify forlife their choice for our monastic family with stability in a given co m-m u n i t y. Such was the case on August 19, solemnity of Blessed Bern a r d ,for Fr. Thomas Ward of our monas te ry of Tu rv e y and, on December 5for Dom Angelo Jeong of the monas te ry of G o s u n g in Korea. The twowere able to prepare themselves to assume the double dimension ofbelonging to their respective communities and to the Congregationthanks to their participation in the enco u n ter of young Olivetanmonks and nuns in the month of July at Monte Oliveto.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 221

Page 222: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

222

REDACTION

Then, if our monastic family takes on a less clerical face, this is notto say that we do not have need of brothers who, in our co m m u n i t i e s ,h u m b ly assume the presbyteral ministry. Ev e ry presbyteral ordinationr e c a lls for us that the initiative of our salvation comes from above, thatis, is received as a gift, and that without sacramental life, there is noChristian life. Five brothers received this gift and this mission in thecourse of these last months: Dom Anselmo Barberis, at Monte Ol i v e t o,O c tober 10, in the midst of the general chapter; Br. Bernard Buchoud,O c tober 30, at Mesnil Saint Lo u p; Dom André Aparecido Bern a r d i n o ,Ja n u a ry 14, in Brazil, and finally Dom Paolo Baek and Dom AgostinoRi, Ja n u a ry 18, in Korea. For the ordination in Korea, we refer to thes e p a r a te chronicle in this issue of l’Ul i v o, which was given to us by Br.Colomban Benderitter de Ma y l i s, who part i c i p a ted there.

For the ordination of Br. Bernard Buchoud, the brothers of Me s n i lSaint Loup give us a small account of it as follows: «Saturday, October 302004, around the two communities of monks and oblate-nuns of Me s-nil were gathered at the cathedral of Troyes the Father Abbot of Ma y l i s ,Dom François You, friend of the family of Br. Bernard, and sev e r a lbrothers and sisters from Bec and Abu Gosh. In his greeting to thosepresent, the bishop of the diocese, Monsignor Marc Stenger force f u llyunderlined the gratuitous dimension of the monastic priesthood ; hish o m i ly on the ministry of Christ, ministry of the priest, had an equallystrong resonance. Our confident prayer, af ter this ordination, above allaf ter the solemn profession of Br. Gu i llaume, is that our two co m m u n i-ties of brothers and sisters, assembled together in common praise, maywe l come new vocations.»

To all these brothers and to their communities go the most since r ewishes of the editorial board of l’Ul i v o and of all its readers.

Fraternal Visits

The sisters of Pusan joined with our brothers of the monas te ry ofBlessed Bern a rd To l o m e i of G o s u n g, in order to witness their joy at the vis-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 222

Page 223: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

223

FROM OUR COMMUNITIES

it of Fr. Abbot François You and of Br. Colomban Benderitter fr o mMa y l i s, at the start of the month of Fe b ru a ry. The occasion for the vis-it was offered by the presbyteral of Br. Agostino Ri of Br. Paul Baek (thel a t ter co m p l e ted part of his formation at the abbey of Ma y l i s). The rich-ness of this visit deserves a separate treatment, which can be found inthis issue of l’Ul i v o.

The bonds of fr a te rnity between our communities have profited aswe ll by other visits or fr a te rnal sojourns. Here are some which whichh ave been made known to us: the Prioress of Sainte Françoise Ro m a i n eof Le Bec, Mother Placide Ca z e n ave, spent the months of Dece m b e rand Ja n u a ry at our sisters at Tu rv e y, in England; on four occasions, thes i s ters of Tu rv e y v i s i ted those of S c h o t e n h o f, joining themselves tothose from the Mo n as te ry Regina Pacis from Brazil; much appreciate dby the brothers of Maylis w as the arrival of Br. Brice of Abu Gosh, whocame to part i c i p a te in the meeting of the economic commission of theCongregation in Rome; finally, the brothers of Ma y l i s were also happyto we l come for a stay of several months Br. Silouane Kim, who hadalready lived in this monas te ry for several years at the start of hism o n astic formation.

«Distant Africa has become near to us», exclaimed our sisters fr o mPalo del Colle. They we l comed into their community Sr. Ma r i a - Na z a r i afrom Ghana, and were glad for the opening which represents for theircommunity the presence of a sister from another co n t i n e n t .

A similar experience happened to the sisters from Ey r e s -Mo n c u b e b ycontact with their retreat preacher, Fr. Dominique Catta, one of 6monks who, 40 years ago, founded the Benedictine Mo n as te ry of Ke u rMoussa, in Senegal. Our sisters appreciated above all the experience ofliturgical inculturation represented by this co m m u n i t y, resulting amongother things in a patient listening to the traditional African chants.

For several of our monas teries as we ll, the fundamental value ofBenedictine spirituality that is hospitality has been the occasion of sig-nificant events.

Our sisters of the monas te ry Sainte Françoise Romaine of Le Bec, we l-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 223

Page 224: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

224

REDACTION

comed in September Pamela Po rter Snare, priest of the E p i s c o p a l i a nC h urch of the United St a t e s. Ordained in 1984, she obtained from theIn s t i t u te of Louisville a grant to carry out for a term a project ce n-tered on the Rule of St. Benedict. Her plan was to approach from theinside the life of a community living this Rule, for the purpose ofadapting the dynamism of this "School of the Lord’s Service" to herf a m i ly (being herself married) and to her parish ministry (ChristChurch, at Covington, in Louisiana). A very deep bond was thus bornbetween our sisters and herself, coming from this old Rule of fourteencenturies, but so full of human and spiritual experience, transcendingeven confessional barriers.

The brothers and sisters of Le B e c h ave also hosted from Septe m b e r3 to 9 a session of Gregorian Chant for monastic choir mas ters and mis-tresses co n d u c ted by Fr. Daniel Saulnier from Solesmes, as s i s ted byJaan-Eik Tulve. It was attended by thirty brothers and sisters co m i n gfrom monas teries in Fr a n ce, Scotland, Spain and Argentina, amongwhom were Brothers Vianney and Benoît from Ma y l i s.

The brothers of Notre Dame des près and the sisters of the priory ofSaint Dodon, at Mo u s t i e r- e n - Fa gn e, received in June three English monksfrom Doway, a Benedictine monas te ry near London, having come on avisit to Douai, in the diocese of Cambrai, the place of refuge of the Eng-lish Catholic inte llectuals fleeing from Oxford and also of their co m m u-nity since 1558 when, under the reign of Elizabeth, the last monks we r ee x p e lled from England.

Our brothers of B o ca del Mo n t e, in Gu a temala, we l comed Ca r d i n a lRodolfo Quezada To runo, metroplolitan archbishop of Santiago inGu a temala for the solemn crowning of the image of the Virgin venerat-ed in their church. They also maintain cordial relations with the apos-tolic nuncio, Mgr. Bruno Musaro, who paid them a visit twice these las tm o n t h s .

Fi n a lly, the monas te ry of C a m o g l i w as chosen for the first plenarymeeting of the new Definito ry, at the beginning of Fe b ru a ry, to plan thework for the six coming years and to attribute specific tasks to each of

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 224

Page 225: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

225

FROM OUR COMMUNITIES

the Fathers of the Definito ry. The warm we l come of the Community ofCamogli confirmed that the decision of the Definito ry to meet eachtime in a different monas te ry of the Congregation is justified, since it isa way of reaching all the communities and to promote the co m m u n i o nof our monastic family.

C o n s t ru c t i o n s

Works, are, it is true, the daily bread of almost all our co m m u-nities. There are howev e r, some significasnt stages. In part i c u l a r,our brothers of G o s u n g in Korea have formalized by a chapter deci-sion their intention to transfer to another place and to build a newm o n as te ry, in order to better respond to the needs of a co m m u n i-ty in full expansion. The aid of Pr ov i d e n ce is being manifested in amost touching fashion and invites our brothers to grasp thisi m p o rtant step of their histo ry as a communitarian renew a l .

Fu rthermore, the three monas teries of our oblate-nuns of St.Fr a n ces of Rome are also actively engaged in numerous works. AtLe Bec Au B e c, they are improving their buildings by the resto r a-tion of the gift shop, the preparation for a large reception room,and the enlargement of several ce lls, with installation of sinks ands h o wers. Also at Abu Gosh the sisters have undert a ken the co n-s t ruction of a workshop for the different crafts they do (candle-making, ico n o g r a p h y, paper creations) and the creation of a morepractical space regrouping in a single office fax, photo copier andco m p u te r. Fi n a lly, at Me s n i l - s a i n t - Lo u p, the sisters are confiding toour prayer their project of building a small orato ry near the loca-tion which currently serves as their place of prayer.

Our monas teries are also enriching themselves from the art i s t i cpoint of view. In the month of November at Holy Cross, in Ir e l a n d ,there took place the installation of the windows of the chapel ofthe Virgin and of the south side of their church, which was co n s e-c r a ted last year. At the same time at Ma y l i s, the sculpture in iron

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 225

Page 226: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

226

REDACTION

forged by Mr. Puste t to, representing the scene of the washing ofthe feet, was put in place in chapter room. (A photo of this work isfound in this issue of l ’Ul i v o). The community has profited fr o mthe co i n c i d e n ce of this event with proclamation of the Year of theEucharist by Pope John Paul II in order to establish the linkb e t ween Eucharist and life, justly under the sign of the washing ofthe feet, in the light of the Gospel of St. John. This gesture hasbeen re-lived the Thursdays of Lent and an account of this co m m u-nity experience will be found in the next issue of l’Ul i v o.

Some Events Extraordinary, All the Same…

It is not ev e ry day that, in turning on the te l evision, one sees ours i s ters of the Pr i o ry Regina Pacis de Schotenhof ! Such was the case onJu ly 25, the day on which their solemn Mass was broadcast by Bel-gian te l ev i s i o n .

On Ja n u a ry 29, more than 200 people came to our co m m u n i t yof Ma ry, spouse of the Holy Sp i r i t in Ha w a i’i in order to ce l e b r a te the2 0t h a n n i v e r s a ry of the Basic Christian Community of Ha w a i i, ofwhich Fr. Michael Sawyer and Sr. Ma ry Jo McEnany are spiritualguides. It functions as a movement of laity who gather in smallgroups faithful desirous of mutually sustaining themselves, tostudy and better know the Word of God and to live their Christianlife more fully. The vitality of the work of this group is demon-s t r a ted by the fact that it has touched around 3600 people in thecourse of the years. A beautiful outcome, the future of which ise n t ru s ted to our prayer.

We point out also an unusual proposition made to our sisters ofSainte Françoise Ro m a i n e of Le Bec : to prepare a book of ‘sayings’of John Paul II directed toward youth. A proposition acce p te dwith enthusiasm by our sisters and brought to completion by Sr.Jo ë lle Marie under the title A vous les jeunes, published by ÉditionsSaint Au g u s t i n .

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 226

Page 227: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

227

FROM OUR COMMUNITIES

Fi n a lly, in order to conclude this panorama, we mention two rel-evant events.

Towards the end of last year, a note originating from the Minis-ter of French Culture recalled to our brothers of Le Bec He l l o u i nthat Lanfranc was bornque Lanfranc was born 1000 years ag o .L a n franc was the founder of the schools of Le Bec, around 1045,then became the first abbot of Saint Etienne of Caen, and finallyarchbishop of Ca n te r b u ry in 1070. This important monastic figurealso co n t r i b u ted to the evolution of the thought of the Churchco n ce rning the Eucharist. Our brothers then went to ce l e b r a te andto assist to better know this great monk, servant of the Church andof the society of his times and to profit from this occasion in orderto nurture and deepen their ties with the Church of England,which owes so much to the reforming archbishop who was Lan-franc, at the time of Wi lliam, when Europe was already coming tob i rt h .

L as t ly we conclude with an event touching our dear mother-house of Monte Ol i v e t o, whose innumerable artistic treasures areheld in ever greater value for some time now, thanks to import a n tworks of restoration. On Ja n u a ry 8, the community we l co m e dPr o f. Antonio Paolucci, official from the Tuscan Region with Pr o f.B runo Santi and Mrs. Alessi of the So p r i n t e n d e n z a of Siena, theMayor of Asciano and other personalities for the inauguration ofthe restoration of the refecto ry, of the choir and of the roomknown as the Tr i b u n a l e. Father Abbot General took advantage ofthe occasion to underline that the Abbey is not a museum and thatthe presence of monks makes it a living organism. In reply, Pr o f.Paolucci reprised the idea of ‘living organism’ and made the co n-nection with the fr e s coes of Nov e lli which make of the refecto ryof Mo n te Oliveto a space un unique in its genre, above all becauseof the h u m o r i a, the humor which expresses itself above all in thef a ces of the persons represented.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 227

Page 228: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

228

REDACTION

In conclusion

Our fathers, then, were co n v i n ced of the import a n ce of humorfor the human and spiritual balance of our communities. This iswitnessed to us not only by the fr e s coes of the refecto ry of Mo n t eOl i v e t o, but also and even above all by those, so familiar to all of us,of Sodoma and Signorelli in the great cloiste r. Who does not recallthe scene representing the monastic repast, in which a monk hidesa morsel of bread from one of his brothers, while the server smilesin amusement ? Hu m o r, as Fr. Alain Delbos teaches – who for 40years has carried out the role of mas ter of nov i ces at Ma y l i s- is anexpression of humility and of love. This is what we wish with allour heart to our communities and to our readers at the end of thispanorama, until the next acco u n t .

La Re d a c t i o n

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 228

Page 229: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

229

LA REDACCIÒN

De nuestras comunidades

¿Cómo hablar de “vida de familia” cuando hermanos y hermanasestán dispersos en los cuatro ángulos del mundo? ¿Es necesario temerl as distancias, las diferencias culturales, los diferentes modos deencarnar la misma vocación monástica, la misma heredad recibida deBernardo Tolomei y de sus compañeros?

Gracias a la unidad que viene del Espíritu Santo, toda diferencia, enla Iglesia, se convierte en fuente de riqueza, porque una misma cari-dad abraza y transforma todo en sacrificio espiritual grato a Dios.Nuestra familia monástica es un lugar privilegiado donde se experi-menta la catolicidad de la Iglesia y la unidad que le es propia, en el mis-mo interior de la variedad. Se trata de una unidad que no es co n s e-cuencia de nuestros esfuerzos, sino que fue recibida en don desde elinicio y que se hace visible sobretodo en eventos privilegiados comoes el Capítulo General que la familia monástica de Mo n te Olivetovivió del primero al catorce de octubre 2004.

El capítulo se inauguró con un pequeño Pentecostés que permane-cerá en el recuerdo de todos los que lo vivieron. El primer día, en lacapilla del Beato Bernardo, la intercesión y las laúdes de los represen-tantes de las comunidades de los monjes, monjas y hermanas oliveta-nas se derramó espontáneamente en italiano, en francés, en inglés, encoreano, en español, en portugués, en danés y, desde luego , en latín(¡este último, es verdad, menos espontáneo, para muchos!). Se puedetal vez amargarse porque los trabajos de capítulo muy pronto sobre-pasaron este aspecto de oración y de unidad en el Espíritu el cual datodo el espacio necesario a la diversidad de lenguas y de culturas. Sinembargo de un capítulo al otro, conforta observar como esta dimen-sión se desarrolla y se afirma. Por otro lado, el capítulo mismo acogióesta inspiración e instituyó un grupo de reflexión destinado a reim-p o rtar el desarrollo del capítulo de manera que pueda explicar co nmayor eficacia la dimensión carismática, es decir la experiencia de lapresencia operante del Espíritu. Para una exposiciòn màs detallada de

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 229

Page 230: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

230

LA REDACCIÒN

los trabajos del capítulo, dejamos la palabra al P. Abad General, d.Michelangelo Tiribilli, el cual fue reconfirmado a la cabeza de la fami-lia monástica de Monte Oliveto por la tercera vez.

Esta misma unidad que el Espíritu donó a nuestra Congregación sepercibe también en los acontecimientos de la vida de nuestras comu-nidades, aquellos extraordinarios, pero también, y tal vez sobretodo,aquellos de todos los días.

¿Nada de extraordinario?

Cuando se pide a un monje o a una comunidad de transmitir al cro-nista un ev e n to part i c u l a r m e n te significativo de los últimos meses, nones raro encontrarse con una respuesta similar a aquella del monje Alfon-so Serafini, el prior de Ro d e n g o: «Non hubo nada de extraordinario;somos una pequeña comunidad, en la cual la edad media crece, empe-ñada en la fidelidad en el testimonio de la vida monástica y que repre-senta, en su diócesis, un punto de referencia y un lugar de abas te c i m i e n-to espiritual y sacramental». Y aún de aquell as palabras que nos vienende los hermanos de San Mi n i a t o: «Non hubo, en serio, ningún aco n te c i-m i e n to, si no la celebración litúrgica de la Historia salutis, gracias a lacual, el recuerdo llega a todos…». ¿ No es bello, para una familia monás-tica, resplandecer ante todo no en un tal u otro aco n te c i m i e n to aparen-te m e n te brill a n te, sino y antes que todo en la humilde fidelidad al«deber cotidiano de nuestro servicio», cómo dice la Regla de San Beni-to? Y to d avía, muchos advenimientos extraordinarios se implantan enesta humilde fidelidad para extraer de la misma todo su profundo signi-f i c a d o .

Un ejemplo a tal propósito, entre los más significativos nos lo ofr e cela comunidad de los hermanos estudiantes de Santa Fra n c i s ca Ro m a n a e nRoma. El 29 de octubre, en el capitolio, situado a escasos metros delm o n as terio, se realizò un ev e n to histórico, la firma de la nueva Consti-tución Europea por parte de 25 jefes de estado de los países de la Un i ó nEuropea. En el mismo momento, los hermanos se reunieron para ce l e-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 230

Page 231: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

231

DE NUESTRAS COMUNIDADES

brar el Oficio Divino y la Misa votiva del Patrón de Europa, san Benito ,como testimonio de aquell as raíces cristianas y monásticas de Europa,que el nuevo te x to constitucional decidió desgraciadamente ignorar.

El 3 de octubre, entre numerosos fieles venidos para conmemorarel aniversario de la coronación del icono de la Virgen venerada en elsantuario de Picciano, asistió Umberto Copertino, uno de los cuatroitalianos secuestrados en Irak durante el curso del año. Vino con sufamilia, a dar gracias por su liberación y para unirse en la oración deesta comunidad para obtener la paz.

En el preciso momento en el cual culminaba en Capítulo Generalen Monte Oliveto, al inicio del mes de octubre, otro acontecimientoescondido, pero sin dejar de ser “extraordinario”, tenía lugar a Roma.El Santo Padre, desde el inicio de su pontificado, ha querido que losm o n as terios de monjas del mundo entero contribuyan en la anima-ción de una comunidad contemplativa en el mismo interno del Vati-cano, llamada Mater Ecclesiae, en la cual, sus miembros cambien cadacinco años. Para los próximos cinco años, este rol fue confiado a unpequeño grupo de monjas benedictinas, entre las cuales se encuentrauna hermana de nuestra familia monástica, sor Sr. Mary Frances Murede Pe cos. Por este motivo, este grupo de monjas visitó la abadía deMo n te Oliveto el 9 de septiembre, en su visita las acompañó co m oguía, el monje Ro b e rto Nardin. No asombra, por lo tanto, que esteúltimo fue invitado por la priora, Madre María Sofía, para predicar losejercicios espirituales en el monasterio Mater Ecclesiae, que se llebarana cabo del 23 al 29 de octubre.

Una vocación monástica que se renueva continuamente

Muchos cambios han consolidado la vocación monástica y la vidafr a te rna de nuestras comunidades que podrían pasar inobserv a d o s ,con el pretexto de no ser «nada extraordinario».

Tenemos que agradecer la simplicidad con la cual nuestras herma-nas de Eyres-Moncube, por ejemplo, nos comunican su evolución en el

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 231

Page 232: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

232

LA REDACCIÒN

modo de vivir el canto coral desde hace dos años al presente. Algotambién de alabar es el esfuerzo por mejorar la impostación de la vozy la práctica del gregoriano que ellas mismas describen como «un con-cierto donde las voces más brillantes empujan las demás y donde losmenos dotados quedan al margen». De aquí la elección de una mayorsobriedad y simplicidad que mas correspondan a sus fuerzas y alnúmero de miembros; uno de los más bellos resultados es que ahoratodas pueden cantar y que la oración ganó considerablemente.

Con la misma simplicidad, nuestros hermanos estudiantes de San -ta Francisca Romana en Roma nos hacen partícipes de su alegría por elcrecimiento en la observancia monástica en dicha casa, con la lecturaen el comedor durante todos los tiempos de comida, la Misa cantadaen gregoriano todos los días, y los encuentros de Lectio Divina, abier-to a laicos, desarrollados durante el Adviento, bajo la guía del monjeRoberto Nardin.

« Un monas terio sin una biblioteca es como una fortaleza sina r m as». Nuestros hermanos de Holy Cross Mo n a s t e ry a Ro s t r ev o r, enIrlanda, muestran como se dieron cuenta de este hecho y en los últi-mos tiempos han enriquecido la biblioteca de su nuevo monasterio.El monje Thierry se hospedó, donde nuestros hermanos de Turvey, enInglaterra, el 3 y el 4 de septiembre, para aprovechar de la clausura deuna librería religiosa y hacer llegar de libros para sus biblioteca. Dosmeses después, el 8 y el 9 de noviembre, el monje Thierry y el monjeBenoît, estubieron en la Abadía de Glenstal, en Irlanda, para tomar lasc a j as de libros y de rev i s t as generosamente regaladas por nuestroshermanos benedictinos.

La lista de hechos “no extraordinarios” podría alargarse… Recorda-mos la alegría y el profundo reco n o c i m i e n to al Señor con el quemuchas de nuestras comunidades quieren compartir con nosotros suregocijo por el ingreso de jóvenes a veces después de esperas demasia-do largas. Nuestros hermanos de San Ni c o l a di Ro d e n g o esperaron 35años! Por la primera vez después del regreso de los monjes de nuestraCongregación a este monasterio en 1969, sobre el explìcito pedido del

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 232

Page 233: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

233

DE NUESTRAS COMUNIDADES

Papa Pablo VI, dos jóvenes, Emilio y Eusebio, tocaron la puerta delmonasterio y fueron recibidos. Uno de ellos, Emilio, que vistió nues-tro hábito el 12 de diciembre, inició su noviciado, en la abadía madrede Monte Oliveto, ahora de llama Pablo – desde luego en recuerdo delPapa Pablo VI.

Algunos jóvenes entraron también en nuestro monasterio de HolyC r o s s en Irlanda – primera vocación autóctona entre otras co s as ,hablamos de Mark-Ephrem; entre nuestras hermanas de Abu Gosh, enla abadía madre de Monte Oliveto, a Maylis y en gran número en nues-tro monasterio de hermanos de Gosung en Corea y de Boca del Monteen Gu a temala. ¿Cómo comentar esta primavera vocacional que lafamilia monástica experimenta en el año 2000, si no con la pequeñapregunta con la cual el monje Alfonso concluye la crónica de su comu-nidad: «¿És acaso el avecinarse tanto esperado de la canonización denuestro santo fundador que está despertado algo?».

También algunas pruebas

«¿Cómo dar gracias por una desgracia?», se preguntan los hermanos yh e r m a n as de Abu Gosh, cuando el P. Abad Obispo Je a n - B a p t i s te Gou-rion, de regreso del Capítulo General, cae grav e m e n te enfermo y tieneque quedarse en la cama por tres meses. Una enfermedad que se mani-fiesta en el momento cuando el Papa Juan Pablo II le acaba de co n f i a runa misión sumamente delicada y la comunidad monástica se encuentracon la dificultad de deber co m p a rtir su P. Abad con la diócesis de losc a t ó l i cos de habla hebrea de Je rusalén, de los cuales es también pas to r.La respuesta para ellos la da la fe en si misma: «¿De que obra se trata? Dea q u e lla de Dios […]. Este pasaje a través de la prueba que dejó su huell aen Abu Gosh en estos últimos meses es un don de Dios, el lugar en el cualDios mismo se dona y co n cede leer su obra. Es acaso una part i c i p a c i ó nde los sufr i m i e n tos y a la esperanza de aquellos que quieren la paz parae s te país». Gr a c i as a Dios, las últimas noticias son co n f o rt a n tes: pas a d oel momento crítico, el P. Je a n - B a p t i s te se recupera y los hermanos nos

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 233

Page 234: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

234

LA REDACCIÒN

comunican «como la paz no lo dejó en ningún momento » . *La prueba toca también nuestra comunidad de C o c k f o s t e r s, en Lon-

dres, el P. Costanzo quiere co m p a rtir con nosotros las dificultades de unacomunidad que, en dos años, perdió dos de sus co l u m n as, el P. Pr i o r, elmonje Placido Meylink y el P. Abad Vi t torino Aldinucci. Po co después,el monje Wi llibrord, más que nunca anziano, regresó a su país, Ho l a n d a ,para terminar sus días en el monas terio benedictino en el cual uno de sushermanos es monje. En fin, los monjes Benedict y Paschal tienen proble-m as de salud. Las numerosas ocupaciones de la comunidad y la impor-t a n te parroquia que se le une, pesan ento n ces únicamente sobre el P.Costanzo y sobre otros dos hermanos.

Esperando una próxima visita del P. Abad General tanto a Ab uGosh como a Cockforters, estas dos comunidades confían en nuestraoración y de todo corazón sienten nuestra cercanía en las pruebas deeste momento.

La prueba tocó aún nuestra comunidad de Riberao Preto, su prior, P.Fortunato Capodilupo, moría improvisamente el 2 octubre 2004. Unrecuerdo del P. Fortunato que nos enviaron los hermanos de RiberaoPreto lo publicamos al final de esta crónica.

Hermano que va, hermano que viene: nóminasy transferencias

La comunidad de Riberao Preto nos brinda la noticia más significa-tiva a propósito de las nuev as nóminas de este último periodo. Po rprimera vez después de su fundación, en 1919, el 19 de enero, dichacomunidad eligió un prior brasileño, el monje Anselmo SidineiC o d i n h o to, signo de su madurez y de su crecimiento, después de laentrada en estos últimos años de un nutrido grupo de jóvenes.

El Capítulo General trajó consigo la consolidada serie de tras f e r e n-_______________

El Olivo està ya cerrando su edición cuando recibimos la notizia de el trán-sito del Abad-Obispo P. Jean-Baptiste. Una remenbranza de esta gran figurade nuestra famiglia monástica será publicada ed el próximo número.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 234

Page 235: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

235

DE NUESTRAS COMUNIDADES

c i as y de nominaciones. Re cordemos ante todo la elección del monjeJe a n -Gabriel Pe r s o n as, hasta hoy maestro de formación en la abadía dem a y l i s, a vicario del abad general. Se reto rna así a la tradición de la pre-sencia de un monje de Maylis en la abadía madre, después de apenas tresaños de la muerte del monje Bernard Dumartin. Este último fue uno delos fundadores de nuestra abadía fr a n cesa, vivió en al abadía madre, sini n te r rupción, desde 1952 hasta su muerte, para ejercer las funciones dec a n c i ll e r, de vicario del abad general y, sobre todo, de prior claustral.

El vacío que el monje Je a n -Gabriel dejó a Maylis se colmó, entreotras cosas, por los numerosos cambios provocados por su traslado.Jean-Gabriel unía a la tarea de formador, tarea de no poca importan-cia, a aquella de profesor de teología dogmática, de responsable delnegocio y del laboratorio de cera, de consejero del P. Abad y de con-fesor de numerosos monasterios de monjas (¡se necesita un verdaderodon, para esto!). En una carta a la comunidad de Monte Oliveto, loshermanos de Maylis han querido expresar, al mismo tiempo, todo elsacrificio que una tal transferencia representaba para ellos y la alegríade poder de esa manera reforzar aún mas los lazos con la casa madre.

Después del traslado de Je a n -Gabriel, el P. Abad You de Ma y l i snominó al monje Rápale Chaperlard como prior claustral y al monjeLuigi Gioia como maestro de formación. Subrayamos una novedad enestas nóminas: por primera vez desde el renacimiento de nuestra con-gregación en el siglo XIX, a dos hermanos no sacerdotes, se les con-fían tales cargos, signo elocuente del nuevo rostro menos clerical, quecada vez más nuestra familia monástica está dando.

Seguido al Capítulo General, se dio en Monte Oliveto, la nómina delnuevo prior claustral, el monje Roberto Donghi, el cual fue nombra-do también como maestro de formación en sustitución del monje Sta-nislao Avanzo. Este último, terminado su servicio como vicario delabad general, fue transferido a la abadía de Lendinara, mientras elgenerosísimo hermano enfermero, el monje Vito Latorre fue designa-do para la comunidad de Picciano.

Otro nombramiento importante que recordar es aquel de capellán

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 235

Page 236: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

236

LA REDACCIÒN

de la casa principal de nuestras hermanas olivetanas de Corea a Busan.Cuando nuestras hermanas se establecieron en Corea, este rol lo ejer-ció un monje de Saint Ottilien. Naturalmente desde que la comuni-dad de nuestros hermanos olivetanos de Corea estuvo en grado detomar el cargo, las hermanas han querido recurrir a ellos, para tenerun capellán de la misma familia monástica. El primer capellán fue elmonje Silouane Kim; al final de su mandato, el P. Prior de Gesung,Giona Lee, nombró como su sucesor el monje Pio Park. Asimismo,desde hace ya 5 años, P. Giona predica cada año el retiro comunitarioa las hermanas. Dichas hermanas nos manifiestan cuanto apreciàne s te don de la Pr ovidencia, mientras continúan beneficiándose co nuna expansión de verdad prodigiosa, con el reto que ello co m p o rt a .Con más de 450 hermanas, fue necesario crear tres provincias: Busa,Daegu y Seul, con el fin de continuar asegurando un camino verdade-r a m e n te personalizado para cada hermana. Por otro lado, nuestrashermanas nos muestran un modelo impresionante de formación per-manente, para sostener su vida espiritual y comunitaria. Once veces alaño, encuentros de cuatro días cada uno, se organizan a Busan, en estetiempo las hermanas pueden beneficiarse de un aco m p a ñ a m i e n to ,centrarse en si mismas y sobre su vida de comunidad.

Advenimientos de familia

Entre los advenimientos de familia más gozosos de la vida de nues-t r as comunidades, se entiende, la profesión perpetua, con la cual herma-nos y hermanas confirman para toda la vida su elección por nuestrafamilia monástica con la estabilidad en una determinada co m u n i d a d .E s te es el caso, el 19 ag o s to, solemnidad del Beato Bernardo, de ThomasWard del monas terio de Tu rv e y y, el 5 diciembre, para Angelo Jeong delm o n as terio de G o s u n g, en Corea. Entrambos han podido prepararse aasumir la doble dimensión de pertenencia a sus respectivas co m u n i d a-des y a la Congregación gracias a la participación al encuentro de losjóvenes monjes y monjas olivetanos del mes de julio en Monte Ol i v e t o

Después, si nuestra familia monástica se da un rostro menos cle-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 236

Page 237: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

237

DE NUESTRAS COMUNIDADES

rical, esto no quiere decir que no tengamos necesidad de hermanosque, en nuestras comunidades, asuman humildemente el ministe r i os a cerdotal. Cada ordenación sacerdotal nos recuerda que la iniciati-va de nuestra salvación viene de lo alto, que la misma es un don y quesin vida sacramental no existe vida cristiana. Cuatro hermanos reci-bieron este don y la misión en los últimos meses: el monje AnselmoBarbieris, en Monte Ol i v e t o, el 10 de octubre, en pleno capítulo gene-ral; el monje Bernard Buchoud, el 30 de octubre, en Me s n i l Sa i n tLo u p; el monje André Aparecido Bernardino, el 14 de enero, en Bra-sil y en fin, los monjes Paolo Baek y Agostino Ri, el 18 de enero, enCorea. Por lo que respecta a la ordenación en Corea, mandò a la cró-nica la parte que viene propuesta en este número del Ul i v o el monjeColomban Benderitter y el P. Abad You.de Ma y l i s, los quales part i c i-paron a dicha ordenación.

Para la ordenación de Bernard Buchoud, los hermanos de Me s n i lSaint Lo u p nos ofr e cen una pequeña recapitulación: «Sabado 30 deoctubre 2004, alrededor de las dos comunidades de monjes y monjas -o b l a t as de Mesnil se encontraron en la catedral de Troyes el Pa d r eAbad de Meylis, P. Fr a n cois You, amigo de familia de frère Bernard, ymuchos hermanos y hermanas venidos de Bec y de Ab u -Gosh. En elsaludo a los presentes, el obispo de la diócesis, Moseñor Marc Ste n g e rsubrayó con fuerza la dimensión gratuita del sacerdocio monástico ;también su homilía sobre el misterio de Cr i s to, misterio del sace r d o te ,tubo fuerte resonancia. Nuestra oracion llena de confianza, después dela ordenación, después sobre todo, de la profesion solemne de fr è r eGu i llaume, es que nuestras dos comunidades de hermanos y herma-n as, unidas en una misma alabanza, puedan recibir nuev as vocaciones».

Para todos estos hermanos y sus comunidades van nuestros mejo-res deseos, de la redaccion del Ulivo y de todos nuestros lectores.

Visitas fraternas

Las hermanas de Busan se unen a nuestros hermanos del monaste-rio Blessed BernardTolomei de Gosung, como testimonio a la alegría pro-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:38 Pagina 237

Page 238: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

238

LA REDACCIÒN

vada por la visita del P. Abad Francois You y de Colomban Benderit-ter de Maylis, al inicio del mes de febrero. La ocación se dio con moti-vo de la ordenación sacerdotal de los monjes Agostino Ri y Paul Baek(este último recibió una parte de su formación en la abadía de Maylis).La riqueza de dicha visita merece una narración aparte, que vienepublicada en este número del Ulivo.

Los lagos de unidad entre nuestras comunidades recibieron el bene-ficio de muchas visitas o jorn a d as en fr a te rnidad, entre las cuales seña-lamos: la madre Priora de Sainte Francoise Ro m a i n e de Bec, M. PlacideCa z e n ave, transcurrió los meses de diciembre y enero con nuestra her-m a n as de Tu rv e y, en In g l a terra; por cuatro veces las hermanas de Tu rv e yvisitaron a las hermanas de S c h o t e n h o f, luego aquell as del monas te r i oRegina Pa c i s del Brasil; sumamente apreciado por los hermanos de Ma y -l i s fue la visita del monje Silouane Kim, que antes había vivido en esem o n as terio durante muchos años al inicio de su formación monástica.

«África lejana, se convierte en cercana». Exclaman nuestras herma-nas de Palo del Colle, ellas hace poco acogieron en su comunidad a unahermana del Ghana, Sr. Maria-Nazaria, y se alegran por el comienzoque representa para su comunidad la presencia de una hermana deotro continente.

Similar experiencia vivieron las hermanas de Ey r e s -Mo n c u b e, el supredicador de retiro, el P. Dominique Catta, uno de los seis monjesque, hace 40 años, fundaron el monasterio benedictino de Keur Mou-sa, en Senegal. Las hermanas apreciaron sobre todo la inculturaciónlitúrgica, representada por esta comunidad, resultado entre otrascosas, de un paciente escuchar de los cantos africanos tradicionales.

También para muchos de nuestros monas terios este valor funda-mental de la espiritualidad benedictina que es la hospitalidad, fue oca-sión de acontecimientos significativos.

Nu e s t r as hermanas del monas terio Sainte Francoise Ro m a i n e del Becrecibieron el septiembre Pamela Po rter Snare, sace r d o te de la C o m u n i -dad episcopal de los Estados Un i d o s. Ordenada en 1984, obtuvo del In s t i-t u to de Louisville una beca para ll evar a término un proyecto ce n t r a d o

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 238

Page 239: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

239

DE NUESTRAS COMUNIDADES

sobre la Regla de san Benito. Su objetivo era acercarse a la intimidadde una comunidad que viviera de esta Regla, para adaptar el dinamis-mo de esta “escuela del servicio del Señor” a su vida de familia (dehecho es casada) y su ministerio parroquial (Christ Church, a Cov i n g-ton, in Luisiana). Nació ento n ces una amistad profunda entre las her-m a n as y ella, gracias a esta Regla de hace 14 siglos, pero llena de expe-riencia humana y espiritual capaz de tras cender barreras co n f e s i o n a l e s .

Los hermanos y las hermanas de B e c hospedaron , desde el 3 hasta el9 de septiembre, una sección de canto gregoriano para maestros y maes-t r as de coros monásticos animada por P. Daniel Saulnier de Solesmes,asistido por Jaan-Eik Tulve. Pa rticiparon aprox i m a d a m e n te treinta her-manos y hermanas venidos de los monas terios de Francia, Suecia, Espa-ña y Argentina, entre los cuales el hermano Vianney y Benoît de Ma y l i s.

Los hermanos de Notre Dame des près y las hermanas del priorato deSaint Dodon, en Mo u s t i e r- e n - Fa gn e, recibieron en junio a tres monjesb r i t á n i cos de Doway, monas terio benedictino cercano a Londres,vinieron de visita a Douai, en la diócesis de Cambrai, lugar de refugiopara los intelectuales católicos británicos escapados de Oxford as ícomo de su comunidad desde 1558 cuando, bajo el reinado de Eliza-beth, los últimos monjes fueron expulsados de Inglaterra.

Nuestros hermanos de Boca del Mo n te, en Gu a temala, en ocas i ó nde la solemne coronación de la imagen de la Virgen venerada en su igle-sia, recibieron al Card. Rodolfo Quezada To ruño, arzobispo metropo-lita de Santiago de Gu a temala; ellos mantienen además, estrecha rela-ción con el nuncio apostólico; Mons. Bruno Musaro, el cual ha visita-do la comunidad en estos últimos meses, en dos ocas i o n e s .

Construcciones

Los trabajos, a decir verdad, son el pan cotidiano de casi to d as nues-t r as comunidades; existen desde luego, etapas con mayor significado.En part i c u l a r, nuestros hermanos de G o s u n g, formalizaron con decisióndel capítulo, su decisión de transferirse a otro lugar y de fundar un nue-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 239

Page 240: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

240

LA REDACCIÒN

vo monas terio, para mejor responder a las exigencias de esta co m u n i d a den plena expansión. La Pr ovidencia como ayuda se está manifestandode manera to c a n te e invita a nuestros hermanos a acoger esta etapai m p o rt a n te de su historia como una renovación, un lanzamiento nuev o ,una “reco n s t ru c c i ó n” espiritual y co m u n i t a r i a .

También los tres monasterios de nuestra hermanas oblatas de Sain -te Francoise Romaine, están activamente empeñadas en numerosos tra-bajos. En Bec, ellos mejoran su edificio con la remodelación del nego-cio, una grande sala para el recibimiento y amplían muchas habitacio-nes, con sus servicios: lava manos y ducha. También en Abu Gosh, lasmonjas emprendieron la construcción de un atelier para las diversasartesanías de las cuales viven (cerámica, iconografía, cartas) y la crea-ción de un espacio con más comodidad en el cual esté el fax, la foto-copiadora y la computadora. Por último en Mesnil-saint-Loup, confíana nuestras oraciones su proyecto de co n s t ruir un pequeño orato r i ocercano al local que sirve actualmente para la oración.

Nuestros monas terios se enriquecen también del punto de vistaartístico. En el mes de noviembre, en Holy Cross, en Irlanda, se insta-laron los ventanales de la capilla de la Virgen en el lado sur de su igle-sia, que se consagró el año pasado. Al mismo tiempo en Maylis, en lasala del capítulo, se colocó la escultura en hierro forjado de Mr. Pous-tetto, que representa la escena del lavad0 de los pies (una foto de estaobra se encuentra en este número del Ulivo). La comunidad aprove-chó la coincidencia de este advenimiento, con la proclamación delaño Eucarístico por parte del Papa Juan Pablo II, para establecer larelaciòn entre Eucaristía y vida, bajo el signo, justamente, del lavadode los pies, a la luz de Evangelio de San Juan. Este gesto se vivió losjueves de Cuaresma y un resumen de esta experiencia comunitaria seencuentra más adelante en este número del Ulivo.

Algunos advenimientos extraordinarios, de todos modos…

No aco n te ce todos los días encender la te l evisión y ver a nuestras her-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 240

Page 241: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

241

DE NUESTRAS COMUNIDADES

m a n as del Pr i o r a to Regina Pacis de S c h o t e n h o f. Aco n teció el 25 de julio,día en el cual su solemne misa se transmitió por la te l evisión belga.

El 29 de enero, más de 200 personas se reunieron en nuestra co m u-nidad de Ma ry, spouse of the Holy Sp i r i t de Hawai para la celebración delXX aniversario de la Basic Christian, Community ot Ha w a i, sus guías espi-rituales son el monje Michael sawyer y Sr. Ma ry Jo Mc E n a n y. Se trata deun mov i m i e n to de laicos que reúne pequeños grupos de fieles que dese-an vivir plenamente su vida cristiana. La vitalidad del trabajo presenta-do por este grupo se demuestra, en el curso de los años, con el hechoconsiderable del nùmero, cerca 3600 personas. Un buen resultado en sup o rvenir lo confían a nuestras oraciones.

Señalamos también la insólita propuesta hecha a nuestras hermanasde Saint Francoise Ro m a i n e de Bec: preparar un libro de “sente n c i as” deJuan Pablo II destinado a los jóvenes. Propuesta aceptada con entusias-mo por nuestras hermanas y ll evada a término por Sr. Joële Marie con eltítulo A vous les jeunes, Éditions Saint Au g u s t i n .

En fin, para concluir este panorama, recordamos dos aco n te c i m i e n-tos de relev a n c i a .

A finales del año pasado, una nota emitida por el Ministerio deCultura francés, recordaba a nuestros hermanos de Bec Hollovin quee s te año se celebra el primer milenio del nacimiento de Lanfr a n co .Lanfranco fue el fundador de las escuelas de Bec, hacia el 1045, paradespués ser el primer abad de Saint Etiene de Caen, y al final arzobis-po de Canterbury, en el 1070. Esta importante figura de monje contri-buyó también en la evolución del pensamiento de la Iglesia sobre laEucaristía. Nuestros hermanos se preparan ento n ces a celebrar y aayudar a co n o cer mejor este gran monje, hombre de servicio de laIglesia y de la sociedad de su tiempo y para aprovechar de esta ocasiónpara nutrir y profundizar los lagos con la Iglesia de Inglaterra, que tan-to debe a este arzobispo reformador, en el tiempo de Guillermo, cuan-do ya nacía Europa.

Terminemos con un acontecimiento que se refiere a nuestra queri-da casa madre Monte Oliveto, los cuales numerosos tesoros artísticos

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 241

Page 242: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

242

LA REDACCIÒN

vienen siempre mejor valorados, desde este año, gracias a importan-tes trabajos de restauro. El 8 de enero, la comunidad recibió al profe-sor Antonio Paolucci, responsable de la Región Toscana con el profe-sor Bruno Santi y la Señora Alessi de la Súper Intendencia de Siena, elsindico de Asciano y otras personalidades con motivo de la inaugura-ción del comedor, del coro y de la sala llamada del Tribunal. El P. AbadGeneral aprovechò la ocasión para subrayar que la Abadía no es unmuseo y que la presencia de los monjes la hace un organismo vivien-te. En su respuesta, el profesor Paolucci, retornó la idea de “organis-mo viviente” e hizo enlace con los fr e s cos de Nov e lli que hacen delcomedor de Monte Oliveto un espacio único en su género, sobre todoa causa del humoria, el humorismo representado sobre todo en los ros-tros de los personajes representados.

Para terminar

De manera que nuestros padres estaban convencidos de la impor-tancia del humorismo para el equilibrio humano y espiritual de nues-tras comunidades. Lo testimonian no sólo los frescos del comedor deMonte Ol i v e t o, sino también y sobre todo, aquellos que poseen unafamiliaridad con todos nosotros, del Sodoma y de Signorelli en el granclaustro. ¿Quién no recuerda la escena que figura el alimento de losmonjes, en la cual un monje esconde un pedazo de pan de uno de sushermanos, mientras el servidor sonríe divirtiéndose? El humorismo,como enseña el monje Alain Delbos – que por 40 años ejerció el rolde maestro de novicios en Ma y l i s – es expresión de humildad y deamor. Es cuanto deseamos de todo corazón a nuestras comunidades ya nuestros lectores, en el final de este panorama, hasta el próximocompendio.

La Re d a c c i ò n

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 242

Page 243: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

243

IL CAPITOLO GENERALE DELLA CONGREGAZIONEDI MONTE OLIVETO 1-14 OTTOBRE 2004

Michelangelo Tiribilli

IL CAPITOLO GENERALE DELLACONGREGAZIONE DI MONTE OLIVETO

1-14 OTTOBRE 2004

I monaci benedettini della Congregazione di Santa Maria diMonte Oliveto hanno celebrato il loro capitolo generale nei primiq u a t tordici giorni di Ottobre scorso. Erano 49 padri capito l a r iprovenienti dai quattro continenti dov'è presente la Congregazio-ne di Monte Oliveto: Europa, Americhe, Asia, Africa.

La prima fase capitolare è stata dedicata alla verifica della situa-zione attuale della Congregazione, dando una descrizione dell aforma di vita monastica che è concretamente vissuta nei monaste-ri che si riferiscono al carisma monas t i co di Mo n te Oliveto. Las e conda fase si è co n centrata sul momento elettivo dell ’ a b a tegenerale e dei suoi nuovi consiglieri.

La terza fase, attraverso le delibere capitolari, ha indicato lepiste ed i percorsi su cui vuole incamminarsi la Congregazione diMonte Oliveto, all’inizio di questo terzo millennio.

Una Congregazione monastica meno clericale

Un giorno part i co l a r m e n te significativo è stato il 13 otto b r e ,con alcune delibere di notevole portata. Il capitolo generale havoluto dare una fisionomia meno clericale alla Congregazione: hainfatti tolto la condizione di essere sacerdote – che veniva richie-sta precedentemente – per essere eletti, sia consigliere dell’abateGenerale, sia per esercitare le varie cariche monastiche all’internodella Comunità.

Viene così attualizzata co n c r e t a m e n te, almeno in parte, quel-l’indicazione che sapientemente il Concilio Vaticano II aveva datogià ormai quarant’anni fa: «I monasteri e gli istituti maschili non

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 243

Page 244: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

244

MICHELANGELO TIRIBILLI

del tutto laicali possono accettare… chierici e laici, in pari misurae con uguali diritti e obblighi, eccettuati quelli che scaturisco n odall’ordine sacro»1. Si rafforza così l’indole propriamente monasti-ca – che di per sé non è clericale – nella Congregazione; in essainfatti il confratello sacerdote non è un monaco di serie A, ma ser-ve il Signore insieme ai monaci non sacerdoti: «Tutti siamo unacosa sola in Cristo e sotto un unico Signore prestiamo un ugualeservizio»2, e il monaco sacerdote «si guardi dalla vanagloria e dallasuperbia e mantenga il posto che gli è toccato quando è entrato inmonastero»3.

Una Congregazione sempre più comunionale

Uno degli aspetti del carisma monas t i co dei Benedettini diMonte Oliveto è questo: i monaci pur vivendo in luoghi diversi ein monasteri distinti, sentono forte l’impegno e il desiderio di con-tinuare a formare una sola famiglia monastica, legati tutti, ancheper vincolo di Professione monastica, all’abate di Monte Oliveto.In questo Capitolo Generale, tutto questo ha avuto anche un’effi-cace manifestazione giuridica, nell’evento che dopo tanti secoli –e precisamente dal 1372 – i monaci della Comunità di Monte Oli-veto hanno partecipato insieme con tutti i Padri Capitolari all’ele-zione dell ’ a b a te Generale, che è tale proprio poiché è Ab a te diMonte Oliveto.

Questo legame fra tutte le Comunità e l’Abbazia di Monte Oli-veto, quale centro spirituale della famiglia Olivetana, è stato anco-ra una volta affermato dal fatto che allorché era stato proposto chei due primi Consiglieri dell’Abate Generale – il Vicario e l’Econo-mo Generale – potessero risiedere anche in altri monas teri, l’as-_______________

1 Perfectae Caritatis, 15.2 RB 2, 20.3 RB 62, 5.

_______________

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 244

Page 245: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

245

IL CAPITOLO GENERALE DELLA CONGREGAZIONEDI MONTE OLIVETO 1-14 OTTOBRE 2004

semblea capitolare a maggioranza qualificata ha invece conferma-to che essi debbano stare nella Casa Madre, vicini all’Abate, nonsolo per as s i s terlo quotidianamente nel gov e rno della Congrega-zione, ma perché anch’essi – membri a pieno diritto della Comu-nità di Monte Oliveto – tengono collegata questa Comunità a tut-te le Comunità della Congregazione.

È una forte presa di coscienza dell’intima unione fra la vita del-la Comunità Madre e quella delle altre Comunità. Il vincolo direlazione fra l’Abbazia di Monte Oliveto e gli altri monasteri vie-ne descritto nei testi Olivetani (anche antichi) in termini di rela-zione fra capo e membra. La vita della Comunità di Monte Olive-to ha una ricaduta positiva o negativa sugli altri monasteri, con iquali c’è un’intima connessione.

Un modo di coinvolgere tutti nel Capitolo Generale

Il Ca p i tolo Generale Straordinario del 2001 volle rinnov a r emolti punti costituzionali essenziali alla luce dell’Ecclesiologia diComunione, in modo che tutti i monaci si sentissero responsabilidella vita e della vitalità della Congregazione.

Una struttura di attuazione di questa partecipazione comunio-nale è quella che viene chiamata Consultazione previa: un istitutogiuridico tramite il quale tutti i monaci sono coinvolti nell’indica-re quali possano essere i migliori candidati alla carica di Ab a teGenerale e dei suoi Consiglieri. Sappiamo bene che per ogni Isti-tuto Religioso queste elezioni sono un evento decisivo e di impor-tanza fondamentale.

Ora, qualche monaco voleva abolire questa procedura co m eanticaglia ‘sessantottina’ (essa era emersa praticamente nel Capi-tolo Generale Speciale degli anni ’68-69 ed è entrata nel nostroo r d i n a m e n to con la riforma costituzionale del 1981-82), qualchealtro voleva limitarla solo all’indicazione per l’Ab a te Generale. IPadri Ca p i tolari, con varie votazioni hanno voluto co n s e rvare la

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 245

Page 246: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

246

MICHELANGELO TIRIBILLI

consultazione previa quale indovinata opportunità di attuazionepratica della communio Olivetana. La consultazione previa è un grans e rvizio per tutte le comunità; è apprezzabile come mezzo perascoltare tutti i monaci e conoscere l’orientamento della base del-la Congregazione; risulta perciò come mezzo opportuno per illu-minare il disce rn i m e n to dei Padri Ca p i tolari; anche se i votantinon sono obbligati a seguirne i risultati, essa può indicare una cer-ta tipologia del futuro Abate Generale e del suo Consiglio, corri-s p o n d e n te alle aspettative. È stata dunque reputata molto utileper contribuire alla crescita della k o i n o n i a co n g r e g a z i o n a l e e all acorresponsabilità di tutti.

Un possibile percorso per il monaco già addestrato con l’aiuto di molti

La tradizione Benedettina pone l’acce n to sulla vita co m u n i t a-ria, ma essa non annulla la singolarità del rapporto fra il monaco eDio ed è aperta all’esperienza radicale della vita con Dio in Dio.Anche nella Congregazione di Mo n te Oliveto l’asse port a n te èq u e llo ce n o b i t i co, ma nel corso della sua storia secolare è statadata la possibilità di vivere momenti di esperienza eremitica chefacilitino la personale vita di comunione con Dio.

Il Ca p i tolo Generale, tenendo presente tutto questo, e pren-dendo in seria considerazione l’orientamento eremitico emerso inalcuni confratelli, ha deliberato che il carisma dell’eremitismo nonpare si possa escludere a priori dalla nostra vita monastica, tenutoco n to anche della vita solitaria che ha animato nei primi anni lavita degli asceti di Monte Oliveto. Tuttavia la forma più consonaa ll’esperienza eremitica all ’ i n te rno della nostra Congregazioneoggi, sembra essere una scelta eremitica, ove opportuna, in pienoa c cordo con l’Ab a te, e informata anche la Comunità, in strettaunione e dipendenza dal monastero, ma anche con responsabilitàpersonali circa il soste n t a m e n to. Anche la durata dell ’ e s p e r i e n z aeremitica, come già la scelta del luogo, dipenderà dalla decisione

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 246

Page 247: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

247

IL CAPITOLO GENERALE DELLA CONGREGAZIONEDI MONTE OLIVETO 1-14 OTTOBRE 2004

dell’Abate in accordo con l’interessato. All’interno del monasterosi possono concedere dei momenti di eremitismo in armonia conle esigenze della Comunità, a giudizio dell’Abate e con il consigliodella comunità.

Il percorso del dialogo con tutti

La Congregazione di Monte Oliveto non solo si è posta ormaida vari Capitoli la questione su come attuare in forma più incisivail dialogo ecumenico, ma anche ha risposto agli inviti della Chiesaad essere presente «là dove vivono comunità cristiane di varie con-f e s s i o n i »4, con la fondazione di un nuovo monas tero nell ’ Ir l a n d adel Nord.

Questo capitolo ha sviluppato la sua attenzione dialogica soffer-mandosi sul dialogo interreligioso. Già all’inizio del Capitolo, l’A-bate di Abu-Gosh in Israele, Vescovo ausiliare per i cristiani ebreidel Patriarca di Gerusalemme, ha stimolato tutta la Congregazio-ne a prendere coscienza del gesto profetico fatto dal Santo Padrecon la sua nomina episcopale, e a percepire la sintonia fra vitamonastica e dialogo con i fratelli maggiori

Così egli si è rivolto a tutta l’assemblea capitolare:

«Se dovessi infatti definire da una parte la vocazione delPopolo d’Israele così come appare lungo tutta la Bibbia, ed’altra parte, la vocazione dei monaci e delle monache nellaChiesa come icona della santità cristiana, impiegherei las tessa formula: una comunità di esseri, chiamati da Dio, adascoltare la Sua Parola, a meditarla giorno e notte, a metter-la in pratica nella vita quotidiana, a radunarla nel rendimen-to di grazie, e tutto ciò come una vivente testimonianza del-

_______________

4 Vita Consecrata, 101

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 247

Page 248: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

248

MICHELANGELO TIRIBILLI

la speranza nel Regno che viene. Non si può non essere col-piti da questa similitudine! L’ascolto della parola, la memoria,la comunità, la regola, il rendimento di grazie, la speranza delRegno. In questa prospettiva i monaci e le monache appaio-no nella Chiesa come i co n t i n u a tori della vocazione delPopolo di Dio. Semplice presenza nel silenzio, nell’ascolto enella lode, la vita dei monaci e delle monache in Israele è cer-tamente la testimonianza maggiormente irradiante dell’amo-re del Signore per il Suo Popolo e per il mondo [...] Ve l’hod e t to, con la mia nomina il Papa ci trascina al cuore ste s s odella Chiesa, alla sua sorgente, alla sua origine e ci chiama alr i n n ov a m e n to del nostro sguardo, in part i colare verso gliEbrei: questo è stato reso possibile, per via della sua bontà,d e lla sua straordinaria umiltà e dalla sua volontà di fare delperdono un valore essenziale della nostra vita, un valore cen-trale. Gli Ebrei e la loro tradizione devono ritrovare il loroposto fraterno nelle nostre vite».

Tutti i Padri Capitolari si sono trovati in piena sintonia con que-ste suggestioni.

Il Capitolo si è pure soffermato sul dialogo con i credenti dellealtre religioni: il dovere di un’accoglienza spirituale di ogni mona-stero – comunità che cerca Dio – si concretizza nella disponibilitàper dialogare insieme a quelli che non ci sono “familiari secondo lafede”, per parlare insieme della nostra ricerca di Dio, ed eventual-m e n te aiutarci, gli uni gli altri, col necessario approfondimentod e lle vie che rafforzano in quest’impegno. L’essenziale infattirimane anche in questo dialogo quel si revera Deum quærit s co p ospecifico e anelito – in fondo – di ogni persona. Tale dialogo nonpuò essere solo un hobby o un interesse specifico di qualche mona-co più sensibile degli altri, ma si è preso atto che come ha scrittoGiovanni Paolo II: «Dal momento che il dialogo inter-religioso fap a rte della missione ev a n g e l i z z a t r i ce della Chiesa, gli Istituti di

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 248

Page 249: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

249

IL CAPITOLO GENERALE DELLA CONGREGAZIONEDI MONTE OLIVETO 1-14 OTTOBRE 2004

Vita Consacrata (e tanto più i monaci) non possono esimersi dal-l’impegnarsi anche in questo campo… coltivando opportune for-me di dialogo, improntate a cordiale amicizia e reciproca sinceri-tà, con gli ambienti monastici di altre religioni»5.

Un percorso complesso e stimolante: l’economia monastica

Il processo di rivitalizzazione di una Congregazione non può pre-scindere dal prestare una part i colare attenzione all ’ as p e t to finanzia-rio, alle varie attività lavorative e soprattutto all’uso ev a n g e l i co deibeni; anche rispetto ad essi bisogna esprimersi con fedeltà creativa.I progetti di rifondazione e di ripresa spirituale rimarranno te o r i c ise non si rifletteranno sull’uso che facciamo delle nostre risorsefinanziarie, sulla gestione economica dei frutti del lavoro.

Riuscire ad utilizzare le nostre risorse economiche nel rispetto deivalori evangelici e nella ricerca dell ’ a u tenticità monastica è stata unapreoccupazione import a n te già inizialmente af frontata nei due prece-denti Ca p i toli Generali, poiche riguarda l’identità monastica e la cre-dibilità della testimonianza che si dà. Cert a m e n te la gestione dei benidi una Congregazione richiede cautela, trasparenza, onestà e ogg ianche molta professionalità e co m p e te n z a .

Proprio per questo la Commissione Economica della Congregazio-ne av eva preparato su queste tematiche un corposo, denso e sviluppa-to In s t rumentum laboris s u lla dimensione istituzionale dei beni dell aCongregazione e dei monas teri, sul modo di gestire e condividere ibeni e le risorse finanziarie, fru t to delle attività lavorative dei monacie delle Comunità in rapporto all’attuazione del voto di pov e rtà in unasocietà che cambia e all’organizzazione del lavoro monas t i co .

Al Ca p i tolo Generale due esperti di economia hanno te n u todue approfondite relazioni. I Padri Capitolari si sono resi consa-

_______________

5 Vita consecrata, 102.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 249

Page 250: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

250

MICHELANGELO TIRIBILLI

pevoli che il tema economico ha molte ripercussioni sulla vita del-le Comunità anche riguardo all’aspetto spirituale.

È stata percepita la necessità di dare degli orientamenti per far sìche la gestione economica sia consentanea, co e r e n te con la missionespecifica di un monas tero, indicando alcuni criteri sani ed ev a n g e l i c iper disce rnere cosa si debba fare al momento di acquistare, usarebeni, gestire e condividere le risorse finanziarie; però hanno co s t a t a-to che le tematiche in questione sono complesse e anche ardue, talida non poterle af frontare ed approfondire in pochi giorn i .

Consapevoli però che l’economia si pone all’interno della terzastruttura portante della vita monastica – dopo l’Opus Dei e la Lec -tio divina – cioè il lavoro, hanno deliberato perciò di eleggere unaapposita commissione capitolare.

Perché e a quale scopo? Sono molte le situazioni nuove nel con-testo economico della società nella quale siamo immersi, in meri-to all’amministrazione dei beni; non solo, ma ancora non sono deltutto assimilate le nuove norme del diritto canonico (1983) relati-ve all’amministrazione dei beni: il fatto stesso che i monas teri sitrovino inseriti in diversi contesti e nazioni, fa sì che la realtà eco-nomica dei monasteri presenti grandi differenze da un posto ad unaltro. La condizione lavorativa dei monaci, la loro copertura sani-taria, e altre questioni attinenti hanno una ricaduta sulla testimo-nianza monastica di una Comunità.

Non risulta sempre facile coniugare le esigenze evangeliche con lalegislazione fiscale ed economica; è dunque import a n te precisare ilsenso e la portata della povertà comunitaria; la stessa pov e rtà perso-nale si trasforma in una realtà molto difficile da vivere in mancanzadi una sana amministrazione dei beni; questa amministrazione chia-ra e tras p a r e n te aiuta a vivere bene la pov e rtà personale e co m u n i t a-ria nel co n te s to della società consumistica in cui viviamo, aperti all asolidarietà; non solo, un’ e conomia professionalmente ben gestitapuò permettere di avere per dare e di avere per rendere possibile unasolidarietà accurata e operativa. Nel vangelo troviamo import a n t i

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 250

Page 251: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

251

IL CAPITOLO GENERALE DELLA CONGREGAZIONEDI MONTE OLIVETO 1-14 OTTOBRE 2004

c r i teri che non sono af f a t to contrari ad una buona amministrazionema bensì offrono alla stessa orizzonti sempre nuovi.

È opportuno ricordare anche che la gestione economica nonriguarda solo la pov e rtà ma ha a che vedere anche con l’obbedien-za, dal momento che vi sono leggi della Chiesa, della Congrega-zione, e anche degli Stati che vanno messe in pratica e rispettate ;riguarda anche la castità, dal momento che la libertà del cuore èimprescindibile, perché i beni siano messi al servizio della perso-na umana.

O c corre poi tenere co n to che si rende sempre più nece s s a r i ospecificare meglio il profilo e le competenze dell’Economo Gene-rale, e l’organizzazione dell’amministrazione nei singoli monaste-ri; si rende necessario l’aiuto di equipes di consulenti. Prima il lavo-ro degli economi era orientato ad aiutare una Comunità a viverenell’austerità; adesso essi devono aiutare a vivere anche la solida-rietà.

La commissione economica – mediante incontri con le varie realtànazionali attraverso i Superiori e i cellerari – avrà otto mesi di tem-po per elaborare un te s to che verrà co n s e g n a to al Definitorio ilquale potrà approvarlo ad experimentum e presentarlo al prossimoCapitolo Generale.

Un percorso già iniziato e sempre più necessario

La discussione capitolare in vista dell ’ a p p r ovazione dell aratio formationis giunta alla terza elaborazione, ha dato l’oppor-tunità di af frontare ancora una volta e di approfondire le te m a-tiche riguardanti la formazione i n i z i a l e e p e r m a n e n t e. È la preoc-cupazione che acco m p agna co s t a n te m e n te la Congregazione dadiversi anni.

Ci si è resi co n s a p evoli che dalla formazione permanentedipende la sensibilità personale e comunitaria ai segni dei te m-pi, volontà di Dio per l’oggi, e la possibilità di trovarci di più al

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 251

Page 252: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

252

MICHELANGELO TIRIBILLI

p asso con i cammini formativi iniziali dei candidati; inoltrer i d u ce il divario tra le nostre Comunità e le nuove generazionidi monaci. Proprio per questo nel Messaggio a tutte le comunità6 iPadri Ca p i tolari hanno soll e c i t a to i monaci a percepire unachiamata urgente ad essere loro stessi i primi a lasciarsi acco m-p agnare, formare. In questo campo è stata riscontrata una man-canza piutto s to generalizzata; per questo è stato reputato indi-spensabile ritrovare quel senso dell ’ a p e rtura del cuore e dell ’ o b-bedienza al padre spirituale che la tradizione monastica hat r asmesso. È ce rto che una Comunità rivitalizzata ogni giorn oda una continua ed adeguata formazione, che la co n s e rva atte n-ta e spinta alla quotidiana novità della fede, della speranza e del-l’amore co s t i t u i s ce l’habitat più idoneo e l’humus più nutrienteper coloro che vi entrano, allo scopo di vivere la dimensioneteologale e co n templativa dell ’ e s i s te n z a .

È stato ribadito che la formazione iniziale trovi inte g r a z i o n ee continuità nella formazione permanente, e viceversa, altri-menti la Comunità non potrebbe essere formante, ma rischie-rebbe di essere deformante o ‘d i s f o r m a n te’; ciò implica che imonaci siano in un continuo cammino di r e f o r m a t i o, o c o n f o r m a -t i o, o meglio ancora t ra n s f o r m a t i o, usando lo stesso gioco diparole di San Bernardo di Chiarav a lle. Sappiamo che un talecammino veniva descritto nell’antica tradizione monastica piùspesso con la parola c o n v e r s i o. Dunque, solo una Comunità incui i fr a te lli si sforzano di co n v e rtirsi co n t i n u a m e n te al Signorenel cammino della Sequela, può essere formante. Non bas t aaver introdotto la cosiddetta ecclesiologia di comunione n e ll ’ a m b i-to del corpus costituzionale, ora è necessario andare più a fondo:bisogna calarla nelle nostre relazioni interpersonali quotidiane,nel nostro modo di pensare e di sentire, nel fare sce l te co n c r e-

_______________

6 Vedi l’Ulivo 34 (2004) 398-410.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 252

Page 253: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

253

IL CAPITOLO GENERALE DELLA CONGREGAZIONEDI MONTE OLIVETO 1-14 OTTOBRE 2004

te personali e comunitarie. Ed è davvero la koinonia che forma imonaci autentici seguaci di Cr i s to: communio formans.

Un percorso antico e sempre nuovo

Come renderla possibile? Quale percorso privilegiare? IPadri Ca p i tolari non hanno esitato ad indicare per tutta la Con-gregazione una via tradizionale ma sempre da riscoprire: la pra-tica quotidiana della lectio divina:

« Rendiamoci co n to dell ’ i m p o rtanza del tempo quotidianod e lla l e c t i o; diamogli un tempo definito co m u n i t a r i a m e n te pernon rischiare di dimenticarla o di farne un’attività faco l t a t i v aaggiunta alle altre; la specificità della vita monastica è quest’a-s co l to e questa ruminazione della Parola che culminano nell ’ Uf-ficio divino».

Così hanno scritto nel loro Messaggio a tutte le Comunità.Il Ca p i tolo ha voluto rafforzare il primato as s o l u to dell a

Parola, la sua ‘egemonia’, non solo per la vita interiore deimonaci, ma anche per la loro vita comunitaria, co n s a p evole chela vera Comunità può nas cere soltanto dalla Parola di Dio. Sol-t a n to così lo spirito della santa koinonia può essere incarn a ton e lla vita concreta, favorendo così l’humus indispensabile per laformazione sia iniziale che permanente.

«Anche se ognuno è solo quando scruta la Parola di Dio, èessa che pur tuttavia ci raduna; è da essa che sgorgherà il fuocod e lla carità fr a te rna» (Messaggio Capitolare)

Ogni capitolo Generale rappresenta una tappa nel corso dellungo pell e g r i n aggio di una Congregazione verso la Città Santa:la tappa del 2004 per i monaci Benedettini di Mo n te Oliveto haco s t i t u i to un’ u l teriore opportunità di amare e scegliere di nuo-vo la loro vocazione monastica secondo il carisma del Fo n d a to-re Beato Bernardo, privilegiando alcuni percorsi per il prossimosessennio per meglio realizzare il voto di Gi ovanni Paolo II:« Voi non av e te solo una storia gloriosa di cui rico r d a rvi e da rac-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 253

Page 254: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

254

MICHELANGELO TIRIBILLI

contare, ma una grande storia che resta da co s t ru i r e7». In questip e r corsi che il Ca p i tolo Generale ha proposto di af fr o n t a r e ,come dice S.Agostino, «dobbiamo camminare, progredire, cre-s cere, affinché i nostri cuori diventino capaci di co n tenere quel-le cose che adesso non siamo in grado di accogliere. E se l’ulti-mo giorno ci troverà in cammino, co n o s ceremo lassù ciò cheprima non siamo riusciti a co n o s ce r e »8.

In sintesi: percorsi indicati dal Capitolo generale 2004;1) Una Congregazione monastica meno clerica l e;2) Una Congregazione sempre più c o m u n i o n a l e, quale co m u-

nione di Comunità;3) Una Congregazione che rafforza il c o i n v o l g i m e n t o di tutti i

monaci nel Capitolo Genera l e;4) Una Congregazione che dà spazio anche al carisma dell’e r e -

m i t i s m o;5) Una Congregazione impegnata nel dialogo ecumenico e nel

dialogo inter- r e l i g i o s o;6) Una Congregazione che vuole saper af frontare la co m p l e s-

sa realtà economica, per meglio vivere il voto di pov e rtà, anchea t t r averso il lavoro monas t i co, per renderla aperta alla solida-r i e t à ;

7) Una Congregazione che è soprattutto co n s a p evole che lapropria rivitalizzazione passa nece s s a r i a m e n te, oltre che attra-verso una seria Formazione iniziale adeguata ai tempi, anchea t t r averso una rinnovata, forte, continua “conversio moru m”, cioèa t t r averso la Formazione permanente, per completare la gestazio-_______________

7 Vita consecrata, 101.8 Agostino, In Johannis evangelium tractatus 53, 7.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 254

Page 255: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

255

IL CAPITOLO GENERALE DELLA CONGREGAZIONEDI MONTE OLIVETO 1-14 OTTOBRE 2004

ne dell’uomo nuovo, rinnov a to nella giustizia e nella santità, perapprofondire in tutte le dimensioni e possibilità umane: co n o-scitive, psicologiche, spirituali, il rapporto personale con ilSignore, in modo da poter dire: “per me vivere è Cr i s to ”;

8) Una Congregazione che vuole riscoprire sempre di più unmezzo antico e sempre nuovo: la Lectio divina, as coltando eruminando la Pa r o l a .

Michelangelo Ti r i b i ll iAbate Genera l e

Abbazia di Mo n te Oliveto Magg i o r e

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 255

Page 256: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

256

COLOMBAN BENDERITTER

Colomban Benderitter

UNE VISITE FRATERNELLE À NOSFRÈRES DE GOSUNG

ET À NOS SŒURS OLIVÉTAINES EN CORÉE

Ces quelques lignes ont pour base les courriers envoyés aux frères deMaylis lors de notre voyage chez nos frères du monastère Blessed BernardTolomei de Gosung, en Corée, avec le P.Abbé François You, du 10 au 25 jan -vier. L’occasion de cette visite fraternelle nous a été offerte par l’ordinationp r e s b y t é rale du Fr. Paul Baek, qui avait fait une partie de sa formationmonastique à Ma y l i s. Tout au long de notre séjour en Corée, nous avonsessayé de faire partager aux frères en France ce que nous vivions, de les fai -re vibrer à ce pour quoi nous vibrions. Ces extraits de nos courriers ont uncaractère partiel et personnel que nous avons voulu garder pour permettreaux lecteurs de l’Ulivo de partager quelque chose de l’expérience extraordi -naire que nous avons vécue à cette occasion.

Le voyage et l ’accueil

«Lundi 10 janvier, départ de l'aéroport de Bordeaux en fin dematinée. Un petit avion d'environ 50 places, via Amsterdam oùnous attend un Boeing de KLM direction Séoul. Dés le départ, letemps superbe nous permet de profiter du paysage et cela dureratout le voyage. A l'approche d'Amsterdam, survol de la Hollandedes polders et des canaux avec, ici ou là, quelque moulin à vent auxgrandes ailes comme immobilisées par le froid. Assez fr é q u e m-ment aussi des éoliennes alignées comme à la parade et qui sem-blent des jouets mais en réalité doivent être gigantesques. Il est àpeu prés 13 h à notre arrivée et n'ayant pas à nous soucier desbagages, l'avion pour Séoul étant à 17h, nous nous mettons en quê-te de refaire nos forces durement éprouvées malgré l'encas serv idans le folker d'Air France.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 256

Page 257: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

257

UNE VISITE FRATERNELLE À NOS FRÈRES DE GOSUNGET À NOS SŒURS OLIVÉTAINES EN CORÉE

Et à 17h c'est l'envol ‘pour de bon’. Un Boeing 747, 10 sièges parrangée, mais nous avons la chance d'être aux hublots et les 400 etquelques places sont loin d'être toutes occupées. Une bonne moi-tié des pas s agers nous laisserait deviner que nous nous dirigeonsvers l'Asie. La compagnie KLM, elle, est bien hollandaise, blondeshôtesses aux yeux bleus et stewards plus galonnés qu'un colonel !Voyage sans histoire sauf que 10 heures c'est un peu longuet. Sur-tout que pour ma part, impossible de dormir et le P. Abbé je crois,p as beaucoup plus. Heureusement la co m p agnie et le personnelsont aux petits soins et les repas …Coréens : 1° soupe aux baguettesquelque part dans une mer de nuage à plus de 10000m.

Après de longues heures nocturnes, les premières lueurs de l'au-be nous permettent d'admirer très loin en bas les dernières dunesdu désert de Gobi….impressionnant. Plus loin c'est la Mandchou-rie avec des champs et des maisons alignées au cordeau. On penseaux millions d'hommes et de femmes qui s'agitent là dessous sansconnaître le Christ. Enfin après le survol de la Mer Jaune, apparaîtla terre de Corée. En fait ce sont des îles, très nombreuses sur cet-te côte et apparemment habitées. L' a é r o p o rt lui-même estd'ailleurs sur une île à 15 ou 20 km de Séoul. Dans l'avion le PèreAbbé s'est changé et a revêtu le costume coréen traditionnel, ducoup il sera bien le seul ‘autochtone’ de l'aéroport !

En principe c'est Dom Giona lui-même qui doit venir nouschercher. En fait il y a tout un comité d'accueil avec pratiquementtoutes les oblates qui sont venues à Maylis, Lucia en tête (avec sonfils qui est venu cet automne, Giovanni), avec bouquets de fleurset pancartes de bienvenue. Effusions, co u r b e t tes et ô stupeur,embrassades dans l'élan !

Un tel accueil et la joie d'être arrivés ont fait s'envoler to u tefatigue, il est pratiquement midi heure locale et le petit déjeunerde KLM est déjà loin. Giona s'enquiert si nous voulons manger‘occidental’ ou Coréen ? Heureusement nous choisissons la Coréep a r ce que, manifestement, tout était prévu dans un restaurant

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 257

Page 258: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

258

COLOMBAN BENDERITTER

haut de gamme. Ça commence très bien ! Tout est servi en mêmetemps avec une multitude de petits plats et sauces et selon le prin-cipe de la fondue, on trempe son morceau, viande ou légume, dansune bassine bouill a n te avant de le récupérer mais …avec desbaguettes !

Après cet intermède fort bienvenu et qui nous laissera un bonsouvenir de l'accueil Coréen, envol avec Giona pour Chinju. Al ' a é r o p o rt nous attendent Gi a como et Salesio, toujours chaleu-reux, fr a te rnel et jovial. Avec tous ces frères qui sont passés parl'Italie – et la plupart à Maylis-, les retrouvailles sont chaleureusesavec ‘abbraccio à l'italienne’.

De Chinju à Kosung, c'est la plongée dans l'Asie profonde (etnon plus dans celle des aéroports !), telle qu'on l'imagine ou qu'onla rêve. Dans les villes ou grosses bourgades, foisonnement desenseignes multicolores, enchevêtrement d'innombrables réseauxélectriques et téléphoniques, voisinage immédiat d'habitat tradi-tionnel – petites maisons à toits aux 4 coins relevés et aux tuilesv e rnissées (beaucoup de bleu, même pour les toits en tôle), av e cdes immeubles flambants neufs ou des maisons décrépies et sansstyle, sinon les enseignes qui les couvrent.

Dans la campagne, des hameaux regroupent des petites mai-sons, dans le plus grand désordre pour un fils de Descartes, maisselon sans doute des lois millénaires impénétrables au simple pas-sant, occidental qui plus est. Le moindre espace est co n v e rti enrizière ou en serre. Actuellement (mi-janvier), tout est grillé, pireque chez nous pendant la canicule mais parait-il c'est normal. Il nepleut pas beaucoup et il fait froid : -7° à notre arrivée à Séoul ! Aflanc de montagne, de nombreux petits cimetières –quelque fois 2ou 3 tombes, rarement plus d'une dizaine- qui doivent avoir uneallure très paisible et sereine au milieu des bois de pins quand lestumulus circulaires sont recouverts de gazon (mais là aussi pour lemoment, tout est grillé). »

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 258

Page 259: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

259

UNE VISITE FRATERNELLE À NOS FRÈRES DE GOSUNGET À NOS SŒURS OLIVÉTAINES EN CORÉE

Le monastère Blessed Bernard Tolomei de Gosung

«Le monastère est situé dans une petite vallée assez étroite, àflanc de coteau mais avec un habitat très dispersé : la maison d'ori-gine ou logent les profès est au moins à 100 ou 150 mètres de laChapelle et du Réfectoire et le dénivelé est important !

Le logement des nov i ces est également séparé quoique plusprés. Et chaque fois que l'on passe d'un bâtiment à l'autre, il fautse chausser….et se déchausser pour entrer.

Plus haut encore, à 200 mètres environ, il y a la maison deretraite tenue par les sœurs où le matin à 6h30 ont lieu Laudes etmesse en commun avec les sœurs. Et plus haut encore la maison dela communauté de sœurs co n templatives. Plus loin encore, unep e t i te maison, Béthanie, où vivent 2 sœurs qui ont un don d'ac-co m p agnement et de guérison par la prière. Un peu plus bas unpetit village. De l'autre coté de la vallée, vers le bas de la montagne,une autoroute est en construction. Un peu plus haut, abrités sousles pins, des petits cimetières où les tombes sont toutes orientéesde la même façon.

Frère Paul était en retraite quand nous sommes arrivés mais ill'a interrompue le temps de nous saluer. Il a l'air très bien et il esttrès heureux de nous voir. Apparemment il n'a pas trop changé etnous étions, nous aussi, très émus de le retrouver.

La communauté semble bien, elle vit un temps de profondematuration avec des choses fortes. Il n'y a que 12 ans qu'ils ontcommencé ici la vie conventuelle et ils sont déjà 23 !

Les locaux deviennent vraiment trop petits, les postulants et lesn ov i ces dorment en dortoir et le manque de place se fait enco r eplus sentir que chez nous…. Il y a des projets de déménag e m e n tmais rien n'est encore concrétisé.

La liturgie est assez simple mais digne et très belle quand ilschantent.

Il semble qu'ils aient l'Office Romain mais avec les 3 petite s

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 259

Page 260: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

260

COLOMBAN BENDERITTER

heures, sexte étant encadré par l'angélus et le chapelet. Lespsaumes sont simplement cantillés recto - tono mais les hymnessont chantés sur des mélodies sobres mais belles, de style coréenapparemment. A la messe ils chantent beaucoup de chorales, ilsemble que la langue s'y prête très bien, en tous cas c'est beau etpriant, le chant à voix mixte devant être un plus. La chapelle de lamaison de retraite est très belle, beaucoup de bois qui rend l'en-semble chaleureux, mais je ne pense pas que ce soit typiquementcoréen, sauf que l'on est en chaussettes….

Au réfectoire par contre, c'est tout à fait coréen : du riz, matin,midi et soir, presque toujours une soupe plus ou moins épaisse ettoute une série de plats variés, au moins 5 ou 6, comportant sou-vent beaucoup de légumes et toujours l'inévitable ‘kimchi’, espècede choux saumuré très piquant. L'ensemble est très épicé mais il ya toujours un frère ou l'autre pour nous signaler les plats particu-lièrement relevés. Mais dans l'ensemble c'est bon. Comme tout estmangé avec des baguettes, tout est découpé à l'avance, souvent enlamelles pour les légumes, en petits morceaux pour les poissons,la viande ou les omelettes.

Pendant notre séjour Sr Héléna, la sœur de Salesio est venueprêter main forte au frère Benedetto, le cuisinier. Avec beaucoupde délicatesse, nous avons droit, P. Abbé et moi, à une corbeille depain, une bouteille de vin (coréen), du fromage…et une fourchet-te! Les premiers jours nous avions droit à des suppléments,pommes de terre, nouilles ‘italiennes’, pâtés ou autres, ce qui fai-sait la joie et le profit de Salesio notre voisin, mais nous av o n sdemandé grâce parce que nous ne pouvions pas tout manger! »

Visites à Waegan et aux oblats de la communauté de Gosung

«Hier, jeudi, j'ai profité d'un voyage à Waegen où se trouve unmonastère fondé par St Ottilien en 1909. 140 moines dont 80 surplace, (les autres répartis dans des paroisses), une moyenne d'age à

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 260

Page 261: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

261

UNE VISITE FRATERNELLE À NOS FRÈRES DE GOSUNGET À NOS SŒURS OLIVÉTAINES EN CORÉE

faire rêver bien des communautés européennes et une multituded'ateliers d'une ampleur impressionnante : imprimerie, ébéniste-rie, orfèvrerie, vitraux, charcuterie, etc….Avec, outre les moines,un nombre important d'employés laïcs»

«Ce samedi matin, Père Abbé ayant terminé de rencontrer lesfrères, départ pour Kyong-Ju, (ancienne capitale historique), afinde rencontrer plusieurs familles d'oblats et de faire un peu de tou-risme. Nos deux guides sont fr. Salesio et Sebastiano, la fine équi-pe qui n'engendre pas la mélancolie. Et tous deux parlent italien.

Au passage un détour pour voir le lieu où la communauté espè-re déménager. Un coin de montagne, au fond d'une vallée déser-tique, au milieu des bois. Il y a une petite ville pas très loin (20minutes), mais le terrain est partout très pentu et il faudra de trèsgros travaux pour construire là. Cela n'a pas l'air d'impressionnerles frères et peut être est ce pour eux la seule façon d'avoir un mini-mum d'isolement. Il est vrai que dans le pays le terrain plat est unedenrée rare.

Après une halte roborative dans un petit restaurant qui ne payep as de mine mais où l'on nous sert une exce ll e n te viande grill é e–sur des tables basses et assis en tailleur et nu-pieds bien sûr, -,nous arrivons chez une tante de Dom Giona, Gemma, oblate avecson mari Rigoberto, qui vont nous héberger chez eux 48 heures.Ce seront 48 heures fortes et belles qui resteront un des plus beauxsouvenirs de ce voyage. 48 heures riches et pleines à tous lesniveaux, humain, spirituel, émotionnel… et gastronomique ! Déjàle fait d'entrer vraiment ‘chez l'habitant’ est une expérience richeet dépaysante.

Et puis en fait, à travers ce couple de Gemma et Rigoberto, c'estto u te une petite communauté que nous avons rencontrée : 4couples d'oblats et oblates, maris et femmes, en forment le noyau.Le Dimanche, une famille et quelques personnes nous rejoindrontpour la journée. Tous prennent ce t te oblature avec le plus grandsérieux et ils nous ont livré quelques très beaux témoignages, ne

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 261

Page 262: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

262

COLOMBAN BENDERITTER

serait-ce que celui de leur soif de Dieu et d'une vie vraiment chré-tienne. Et l'insistance sur le fait que l'oblature les aidait puissam-ment pour cette exigence de vie.

Le samedi soir après une petite séance de tourisme, (nous allonssur le site d'un ancien temple et surtout au bord de la mer pouradmirer le tombeau sous-marin d'un ancien roi), nous sommesinvités au restaurant pour un repas de poisson crû. Il parait quec'est ce qui se fait de mieux pour quelqu'un que l'on veut honorer.Il n'y aura d'ailleurs pas que du poisson cru : des huîtres, des alguesvariées, du poisson séché et du poisson caramélisé, des œufs decaille, des racines de ginseng, j'en passe et des meilleurs…!

Le lendemain en sortant de nos chambres (P. Abbé a été instal-lé dans la chambre du ménage et moi dans celle d'un des fils de lamaison), nous trouvons oblats et oblates revêtus d'une belle aubeblanche qu'ils mettent pour les offices avec visiblement beaucoupde plaisir et nous célébrons les laudes tous ensemble. Après quoiune ‘petite collation’, thé vert ou au ginseng, soupe de vermicelleau soja ou autre, etc….

La messe a lieu un peu plus tard sur place dans la salle de séjour,sur une table basse et assis par terre bien sûr. Ce qui n'empêche pasb e a u coup de dignité, de piété et de vraie ferv e u r, avec quelquestrès beaux chants. C'est vraiment une ‘eucharistie domestique’ etcomme l'a dit P. Abbé dans son homélie, on ne pouvait s'empêcherd'évoquer la communauté des premiers chrétiens.

Après la messe, un bon moment d'entretien spirituel où ce u xqui parleront se livreront avec beaucoup de simplicité. Là encorenous sentons une vraie soif et un vrai désir.

Pendant la nuit il a neigé. Les visites touristiques sont donccompromises mais nous ne regretterons rien parce que nous neperdons pas au change : un après midi en famille où nous irons fai-re une petite balade dans un parc de la ville. Bonhommes de nei-ge- ici on dit ‘poupées de neige’- batailles de boules de neige…Nous sommes frappés, P. Abbé et moi, par l'atmosphère ‘bon

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 262

Page 263: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

263

UNE VISITE FRATERNELLE À NOS FRÈRES DE GOSUNGET À NOS SŒURS OLIVÉTAINES EN CORÉE

enfant’ et simple qui semblait régner partout dans ce parc. Lespetits enfants ont des frimousses délicieuses avec leurs chev e u xnoirs de jais, leurs yeux rieurs et leurs dents éclatantes.

Le soir après les vêpres, -toujours assis en tailleur par terre ettout le monde en coule-, nouveau repas mais cette fois-ci avec cou-teaux et fourchettes : c'est un repas ‘occidental’ en notre honneur,en fait un superbe beefsteak. Nous sentons que tout est fait pournous faire plaisir.

Puis le soir tout le monde se retrouve autour d'un grand tapispar terre pour un jeu traditionnel où il s'agit de lancer en l'air desbâtonnets et selon la façon dont ils retombent, on fait gagner ouperdre des points à son équipe. Encore un grand moment où l'onsent la passion asiatique pour les jeux de hasard et où P. Abbé dontl'équipe a perdu, montrera lors de l'exécution du gage qu'il a debeaux restes de ses jeunes années ! Bien sûr la journée finit par lescomplies communes.

Le lendemain matin, à part un ou deux oblats qui devaient êtreau travail, tout le monde se retrouve de nouveau pour la messe etun long moment d'adieu avec prostrations et bénédictions (aupetit déjeuner, encore une attention délicate il y avait un gâte a uavec 7 bougies pour l'anniversaire de la bénédiction abbatiale dePère François).

Au moment de quitter ces couples d'oblats et oblates, règne uneémotion certaine de part et d'autre : malgré tout ce qui nous sépa-rait à vues humaines, quelque chose s'est passé de fort durant ces48 heures que nous n'oublierons pas, quelque chose qui a à voiravec la grâce et sans doute la communion des saints ».

L’ordination

«Mardi. C'est le grand jour, celui de l'ordination du frère Paul etde frère Agostino. Elle aura lieu à Masan en même temps que lesordinations du diocèse dont cette ville est le siège épiscopal.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 263

Page 264: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

264

COLOMBAN BENDERITTER

Outre nos 2 frères il y a 5 prêtres diocésains et autant de diacres.Comme la cathédrale est trop petite pour accueillir tout le mondela célébration a lieu dans un immense gymnase couvert, d'au moins8000 places.

A l'arrivée on sent l'excitation joyeuse de tous les gens qui vien-nent pour vivre ce moment. Un comité d'accueil est constitué denombreuses jeunes filles et jeunes femmes en costumes tradition-nels éclatants de co u l e u r, qui donnent une note festive et joyeuse. Ala sacristie installée dans les vestiaires, nous pourrions presque nouscroire dans une sacristie du Sud Ouest de la Fr a n ce, le jour d'ungrand rassemblement diocésain, quand les prêtres se retrouvent, sice n'est qu'il y a très peu de cheveux blancs, la moyenne d'age dev a n têtre de 40 à 45 ans. Et puis il y aura beaucoup plus de disciplinequand on demandera de se mettre en ordre de procession!

La célébration a été préparée de façon étonnante, tout semblese dérouler tout seul sans la moindre hésitation, le cérémoniaire secontentant de suivre les opérations depuis le bord d'un immensepodium où seuls ont pris place l'évêque et les ordinands ainsiqu'une dizaine de grands séminaristes qui font office de servants,revêtus de soutanes noires et surplis blancs. Les chants sont beauxet classiques : nous reconnaissons pas mal de musiques qui sontchantées aussi en France et dans l'ensemble hormis la langue quinous reste hermétique, la célébration pourrait presque avoir lieu‘chez nous’ ! Au moment des annonces de nomination à la fin de lacérémonie, les manifestations bruyantes des différentes paroissesquand leur ‘poulain’ est sur la sellette nous rappellent des chosesdéjà vues et entendues sous d'autres latitudes…

Après l'ordination, retour au monastère où tout le monde,moines, sœurs, familles, oblats et oblates se retrouvent pour unmoment heureux de convivialité. Nous retrouvons avec joie lesoblats et oblates déjà rencontrés à Séoul et Kiong-ju, et la famillede fr Paul qui nous accueillent comme étant vraiment des leurs.

Le lendemain première messe à la Chapelle de la maison de

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 264

Page 265: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

265

UNE VISITE FRATERNELLE À NOS FRÈRES DE GOSUNGET À NOS SŒURS OLIVÉTAINES EN CORÉE

r e t r a i te le matin, et l'après midi départ vers Pusan où noussommes attendus chez les sœurs à la maison mère, avec les 2 nou-veaux prêtres qui sont attendus pour une première messe. Làe n core accueil avec ‘petits plats dans les grands’, beaucoup d'at-tentions délicates. Père Abbé est déjà un vieux routier de ce genrede réception, mais pour ma part c'est la première fois que je suisapplaudi par une centaine de sœurs quand j'entre dans le réfectoi-re et je mesure comme on peut vite se croire un grand personnage!Heureusement frère Agostino et fr Paul qui nous précédaient onteu droit à une salve nourrie qui nous a préparés. Repas de fête biensûr, avec poisson cru et vin français, et à la fin la surprise qui n'estpas celle du chef mais celle de voir arriver une vingtaine de postu-l a n tes en habit traditionnel qui exécutent en notre honneur etcelui des nouveaux prêtres des danses, traditionnelles elles aussi.Ce sont des danses pleines de grâce et l'on se dit que le peuple quia de telles richesses dans sa culture est bien aimé du Seigneur. C e sjeunes filles que nous avions aperçues à la chapelle dans un austèreet strict petit costume noir, sont éclatantes de beauté et en mêmetemps pleines de simplicité et de modestie et on les sent heureusesde ce qu'elles font. C'est très émouvant de penser qu'elles se prépa-rent à faire le don total d'elles mêmes au Seigneur: on dirait un par-terre de fleurs multicolores ondulant au vent de l'Esprit !

Jeudi sera une journée détente, avec des amis de la communau-té des frères, puis, le soir au restaurant, une rencontre avec unetrentaine d'oblats et oblates qui se termine bien sûr par des entre-tiens spirituels prolongés où, encore une fois, nous touchons dudoigt la soif de Dieu de ces personnes et le rayonnement de lacommunauté des frères. »

Visite à un ermite bouddhiste

«Vendredi départ à l'aube pour la montagne : nous avons rendezvous avec un ermite bouddhiste très réputé. En fait le maître est

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 265

Page 266: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

266

COLOMBAN BENDERITTER

parti plus loin dans la montagne et nous sommes reçus par son dis-ciple, mais cette rencontre sera suffisamment riche pour que nousne regrettions rien. Bien plus ce sera certainement un des souve-nirs les plus forts de ce voyage.

Après un bon petit moment de marche, au sortir d'une forêt debambous nous débouchons dans une clairière : sur une pente enso-leillée, 2 ou 3 petits bâtiments de style traditionnels entourent unpetit potager: 25 m? de plate bande de légumes assez dégarnies encette saison hivernale.

Le moine bouddhiste qui nous accueille est jeune (en fait il doitavoir à peu prés 40 ans), revêtu d'une sorte de kimono gris quisemble l'habit monastique puisque plus tard, au monastère en basde la vallée, nous verrons d'autres moines habillés ainsi. Il nous faitentrer dans une to u te petite pièce très dépouillée, murs blancs,aucun meuble juste un petit placard encastré dans le mur et fermépar ces belles portes coréennes faites d'une légère armature à clai-re voie sur laquelle est collé du papier de riz.

Nous sommes très impressionnés, P. Abbé et moi, par la beautésereine qui émane de cet homme, son sourire bienveillant, sonaccueil plein d'humanité. A midi nous partageons son repas, repasde fête sans doute ce jour-là, préparé par 2 dames bouddhistes quinous ont acco m p agnés et qui viennent le rencontrer régulière-ment. A nos questions elles répondent d'ailleurs que le seul fait devenir et de passer un petit moment à l'ermitage les remplit de for-ce et que de retour chez elles, un désir plus fort d'être meilleureset d'aimer leur ento u r age les habite. Ce témoignage confirme lerayonnement du moine. Nous échangeons longuement et il nousparle volontiers de ce qu'il vit. Par beaucoup de points on a pu sen-tir que nous étions proches, un frère moine vraiment. Et pourtant.Je n'ai certainement pas tout compris, mais il est assez troublantde voir que l'essentiel de ses efforts, s'il vise à faire remonter sonmoi profond et réel (qui pour nous est l'image de Dieu) a pourmoyen principal une ascèse qui cherche à faire le vide en soi. Et

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 266

Page 267: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

267

UNE VISITE FRATERNELLE À NOS FRÈRES DE GOSUNGET À NOS SŒURS OLIVÉTAINES EN CORÉE

pour ce qui est de l'ascèse je ne suis certainement pas capable dudixième de ce qu'il vit. Mais nous mesurons mieux le prix de la grâ-ce, le privilège de pouvoir parler à Dieu ‘comme un ami à son ami’

Quand je pense à lui maintenant, me revient cette phrase bou-leversante d'Ignace d'Antioche à la veille de sa mort, dans la lettreaux Romains: ’je sens en moi comme une eau vive qui murmure :Viens vers le Père’. Il me semble que c'est comme si ce frère boud-dhiste ne pouvait dire que la première partie de la phrase ‘ je sensen moi une eau vive qui murmure…’ Et c'est d'autant plus doulou-reux qu'il ne puisse dire la suite, qu'on a justement le sentimentque cette eau coule en lui vive, fraîche et pure. Et qu'il fait tout cequ'il peut pour creuser et dégager la source.

En fin d'après midi, en redescendant de la montagne, une brèvevisite au monastère bouddhiste nous transporte un peu dans ‘Tin-tin au Tibet’! »

Tout à une fin…

«Le séjour arrive à sa fin, samedi et dimanche il y aura encore desrencontres très belles et enrichissantes avec des oblats et oblates,à Séoul cette fois, et la journée du dimanche détente dans un villa-ge genre parc naturel, très bien fait, où l'on peut voir l'habitat tra-ditionnel ainsi que des vieux métiers artisanaux et des démonstra-tions folkloriques.

Sur tout ce que nous avons vu durant ces 15 jours, il y a un seulpoint sur lequel je n’ai pas pu m’empêcher d’éprouver une réserve: l'art sacré. Et cela d'autant plus que c'est un pays dont la cultureest riche. Les églises que nous avons pu voir (mais nous n'avons pastout vu, loin de la !), la statuaire, l'iconographie, la musique reli-gieuse dans la majeure partie de ce que nous avons entendu, que cesoit dans la communauté ( qui chantent cependant des hymnessobres et belles de facture coréenne aux offices), ou à l'occasion del'ordination, semblait ‘d'importation’. Un exemple typique a été la

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 267

Page 268: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

268

COLOMBAN BENDERITTER

v i s i te d'un atelier d'orfèvrerie où l'on fabriquait selon une te c h-nique parfaite, des objets qui auraient pu venir directement deRome ou de Lourdes, se co n tentant de reproduire quelquesmodèles sans un vrai souci de créativité. La visite d'un sanctuairemarial prés de Séoul, le dernier jour, nous a prouvé qu'il était pos-sible cependant de faire de très belles choses plus inculturées :mais c'est la seule représentation de Marie que nous ayons vue quin'était pas de style St Sulpicien ou piétiste, dans ce qu'il a de moinsbon. Mais c'est sans doute que l'Eglise de Corée est comme unadolescent qui grandit trop vite : il n'arrive jamais à avoir des vête-ments corrects à sa taille. Son expansion l'oblige à parer au pluspressé. Nul doute que les frères aient là un chantier qui correspondbien à leur vocation monastique, auquel ils pourront s'atte l e rquand le moment sera venu.

Une autre crainte serait que les coréens – et les jeunes en parti-culier - ne se laissent fasciner par la ‘culture ‘ occidentale. C'estm a n i f e s tement un pays où tout bouge très vite, mais qui a desvaleurs précieuses à conserver. Ainsi nous n'avons pas vu une seu-le de ces publicités, si tristement banales en France, qui utilisentl'image de la femme en la dégradant pour faire vendre n'importequoi. (En fait s'il y a une multitude d'enseignes dans les villes, il ya très peu d'affiches publicitaires, quelques unes, immenses, aubord des autoroutes, nous en avons même vu une qui faisait de lapub pour….Jésus !) »

Pour finir, je voudrais vous dire un mot de frère Bernardo. Frè-re Bernardo est un oblat régulier qui doit avoir à peu prés 70 ans.On le remarque puisque, après lui, il y a 2 ou 3 frères qui doiventavoir entre 55 et 50 ans, et tout les autres moins de 50! Le lende-main de notre arrivée, à la sortie du réfectoire, frère Bernardo s'estapproché de moi et avec son sourire illuminé de 1000 petites ridesaux coins de ses yeux en amande, il me dit en me montrant dudoigt ‘Colombano’, puis se désignant lui-même ‘Bernardo’. Cen'est rien et c'est tout ! Mais c'est révélateur de ce que nous avons

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 268

Page 269: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

269

UNE VISITE FRATERNELLE À NOS FRÈRES DE GOSUNGET À NOS SŒURS OLIVÉTAINES EN CORÉE

vécu pendant 15 jours: un apprivoisement mutuel, un lien qui s'éta-blit au-delà de to u te communication, d'autant plus fort qu'il estgratuit et basé sur la simple joie d'être les enfants d'un même Père.

Quand nous sommes partis frère Bernardo était à l'hôpital. J'es-père qu'il en est sorti et qu'il va bien maintenant. Et si un fr è r eCoréen lit ces lignes j'aimerais qu'il dise à frère Bernardo que je nel'ai pas oublié et que je compte sur sa prière.»

Colomban BenderitterMoine bénédictine de Monte Oliveto

Abbaye de Maylis

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 269

Page 270: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

270

MONASTEIRO SÃO BENTO DE RIBEIRÃO PRETO – BRASIL «A ESCOLA DA VIDA»

MONASTEIRO SÃO BENTO DE RIBEIRÃOPRETO – BRASIL «A ESCOLA DAVIDA»

Il 2 ottobre 2004 si spegneva d. Fortunato Capodilupo, priored e l l ’Ab bazia di Santa Maria do Monte Oliveto di Riberao Preto, inB ra s i l e. I fratelli della sua comunità ci inviano un ricordo del lorof ratello e priore.

Valorizamos a “e s cola da vida”, porém nem sempre valoriza-mos a “e s cola da morte”. Sim, porque a morte tem sempre algode muito profundo a nos ensinar, exorta-nos ao essencial davida, àquilo que realmente import a . D i a n te do mistério da mor-te somos todos crianças desejosas de aprendizado, somos to d o sadmiradores estupefatos de uma vida que passa rápido e que,ainda assim, é consumida, em grande parte, em dispendiosasresoluções de mediocridades.

Re ce n te m e n te a Irmã Mo rte, como a chamava SãoFr a n c i s co, visitou a comunidade Olivetana do Brasil e levou onosso Prior Dom Fo rt u n a to. Agora fazemos muito gosto emco m p a rtilhar com todos os co n frades e co-irmãs da famíliaolivetana o quanto aprendemos tanto com a sua vida quantocom sua enfermidade e morte .

Dom Fo rt u n a to foi para a nossa Comgregação e para om o s teiro do Brasil, de modo part i c u l a r, um te rno gesto de DeusPai. Á primeira vista, aquele homem pequeno e sisudo, nãoprometia grandes expectativas;além disso, sua típicagesticulidade napolitana quando falava, as s u s t ava-nos ea te m o r i z ava-nos... A primeira reação era de repulsa, para bemda verdade.

Como é verdadeiro que ‘ quem vê cara não vê coração’! Po rdetrás daquela aparencia austera e grava um co r a ç ã op r o f u n d a m e n te moderado e amável se escondia. Possuidor de

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 270

Page 271: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

271

MONASTEIRO SÃO BENTO DE RIBEIRÃO PRETO – BRASIL «A ESCOLA DA VIDA»

uma inteligência clara e aguda, conhecia muito bem a mente e ocoração das pessoas e por isso preferia julga-las – quando estamissão forçosamente lhe cabia, por força de seu ofício desuperior- com prudência e caridade, sem se deixar levar peloscostumeiros impulsos de perfeição de quantos co n s i d e r a m - s epor demais avançados no caminho da mesma...

S i l e n c i o s a m e n te e com admirável discrição, co m oce rt a m e n te convém a um filho de São Bento, procurou“a b r asileirar-se” logo que enviado, pela santa obediência para otrabalho nesta terra de Santa Cruz. In teresso-se em co n h e ce rnossa realidade quando estudou Ciências Sociais e, por anos afio, serviu à comunidade da Capela de Nossa Senhora Aparecida(do Lar Padre Euclides para idosos) onde, enquanto corria otempo, foi estabelecendo um vínculo de tão forte amizade quesó nos foi possível constatá-la em toda a sua profundidade, emsua Missa exequial quando recebe abundantes manifestações decarinho de seus fiéis.

Se de um lado, o nosso relacionamento com ele custav a - n o sd evido a toda impetuosidade de seu caráte r, de outro,a p r oveitávamos com bom gosto dos bons momentos que eleproporcionara-nos quando, por exemplo, nos imformava det a n t as histórias, de tantos lugares, de tantos feitos e fatos quep u l u l avam fert i l m e n te em sua brilhante memoória... E co m onos esqueceríamos, ainda, dos seus dotes culinários? E quas eto d as as quintas - f e i r as presente ava-nos com diversos e criativosp r a to s - q u ase sempre da famosa cozinha italiana-que, às vezes,com bas t a n te ante cedência eram preparados com sag r a d ad e d i c a ç ã o .

D i a n te da morte, que muito progressivamente começara aavizinhar-se, mostrou-se tranquilo e numa postura muitosilenciosa, de ce rto modo, aco l h e d o r. E n q u a n to pas s ava pelasm u i t as co n s u l t as médicas que ante cederam a cirurgia quedesencadearia os seus últimos dias, embora muito co n s c i e n te

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 271

Page 272: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

272

MONASTEIRO SÃO BENTO DE RIBEIRÃO PRETO – BRASIL «A ESCOLA DA VIDA»

dos riscos que corria, guardou uma corajosa naturalidade.In te rnado para um séria cirurgia de desobstrução venosa

surpreendeu-nos a todos, aos seus médicos, inclusive, co mco n s e q u ê n c i as muito negativas. Em consequência de outrosp r o b l e m as de saúde teve que amputar parte da perna esquerdae, afetado por uma pneumonia, careceu de uma traqueosto m i aque o impediria de falar, com uma pequena exceção de um dia,até a morte. Por meio de sinais e com muito esforço para liberarsom para sua voz mostrou-se, surpreendente m e n te, paciente eresignado com a decisão médica de amputar-lhe o pé e parte dap e rna, e neste dia em que pode falar porque tivera diminuída otamanho da cânula que, inserida em seu pescoço facilitava-lhe arespiração, reclamou de um cansaço generalizado, pediu serinformado dos últimos aco n te c i m e n tos dos jogos olímpicos quena Grécia acabavam de serem concluídos, porém, nenhumap a l avra de amargura ou de rev o l tosa impaciência...

Como não serão insondáveis os desígnios Daquele quep e r s c ruta os corações dos homens, que co n h e ce aqueles quechamara “ao seu divino serviço” e que gov e rna os caminhos danossa história? Dom Fo rt u n a to nos ensinou, com sua doença em o rte, talvez muito mais que logrou ensinar-nos ao longo det a n tos anos de convivência co n o s co: é que os momento sextremos carregam consigo a prerrogativa de ensinar-nos oq u a n to urge educarmo-nos no amor. . .

E n q u a n to nos revezávamos para lhe fazer co m p a n h i ad u r a n te os seus três meses de inte rnação hospitalar, muitoce rt a m e n te, concretizamos uma aprendizagem dos verdadeirosvalores que tanto enobrecem a vida religiosa: paciência,humildade, oração, consolo mútuo, experançosa expectativa,s á b i as sínteses do que significa a vida humana, indagações àcerca de nossa destinação enquanto comunidade monásticanesse nosso preciso co n te x to, exercício do sereviço, exercíciodo diálogo, escuta e rev e r e n te silêncio...

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 272

Page 273: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

273

MONASTEIRO SÃO BENTO DE RIBEIRÃO PRETO – BRASIL «A ESCOLA DA VIDA»

A gente leva da vida a vida que a gente leva. Is to significa-nosque, ce rt a m e n te com muita luta, com muitos altos e baixos,Dom Fo rt u n a to vencera a corrida e mantivera salvaguardada afé: Jó nos ensina que o pó volta ao pó e o Au tor do pó deve serb e n d i to! Mas em Cr i s to Ressuscitado, garante-nos a nossa fé, opó se ergue pela misericórdia do Pai para o louvor sem fim quejá na terra lutara poe ento a r...É ce rt a m a n te pena que- co m oe s c r evera um grande poeta brasileiro, “...amor é o que seaprende no limite, depois de se arquivar toda ciência herdada,ouvida.Amor começa tarde”.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 273

Page 274: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

274

RECENSIONI

RECENSIONI

AA.VV., Le ricchezze dell’Oriente cristiano.Teologia, spiritualità, arte,a cura di P. Baud - M. Egger, Paoline, Milano 2004, 161 p. (Saggi-stica Paoline, 22).

Un volume a più voci per far co n o s cere anche al mondo seco l a r i z-z a to di oggi le risorse offerte dalle Chiese d’Oriente è ce rt a m e n teuna sfida impegnativa. Ma se a comporlo co n t r i b u i s cono alcune del-le più note personalità nell ’ a m b i to degli studi monastici e orientali,il risultato non può che essere import a n te. Soprattutto, si tratta diuno stru m e n to prezioso per co n o s cere realtà poco note al grandep u b b l i co, quali le Chiese maronita e copta (quella ortodossa è, rela-t i v a m e n te, più “percepita” anche in ambito non specialistico ) .

Motivi storiografici e approfondimenti teologici assicurano una“copertura” completa dei più rilevanti punti di incontro dell’ecu-menismo contemporaneo.

Philippe Baud - Maxime Egger (Introduzione) tracciano un rias-sunto dei principali avvenimenti intercorsi tra le Chiese d’Orien-te e d’Occidente, certamente segnati da dolorose incomprensionie da inopportune rotture.

Enzo Bianchi (La spiritualità del deserto) delinea in maniera magi-strale la complessa vicenda del monachesimo delle origini, attin-gendo soprattutto ai detti dei Padri (e delle Madri: accanto all’ab -bà nel deserto vi fu anche l’ammà). I temi sottolineati sono la pater-nità dell’abbà (con riferimenti soprattutto ad Antonio), il rapportotra il monaco e la Parola, la preghiera continua.

Claude Bérard (La tenebra abbagliante. Le icone, via della conoscen -za di Dio) presenta un “classico” del pensiero delle Chiese d’Orien-te: il fecondo incontro tra iconografia e “teologia negativa” dioni-siana. Di spiritualità e di icone oggi si parla molto, troppo e qual-che volta a sproposito. L’ Au tore traccia invece una sto r i ascientifica dell’icona, che, ormai è accertato, attinge, in origine, al

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 274

Page 275: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

275

RECENSIONI

genere della ritrattistica antica. L’iconologia però si evolve, perchéè “espressione di una visione spirituale della bellezza di Dio” (p.44). Dunque, postilla l’Autore, considerare insuperabile l’arte rus-sa (la più famosa) delle icone, è un errore di prospettiva. Un altrotema molto presente è quello dell’icona come “matrice spirituale”.Lo stesso problema della irrappresentabilità di determinati Miste-ri (si pensi alla Trinità) si basa su di un presupposto sbag l i a to senon lo si affronta secondo una prospettiva teologica. Sulla scortadi Dionigi l’Areopagita, il pittore di icone deve infatti rappresen-tare l’ossimoro della tenebra e della luce.

Michel Stavrou (Le energie divine. La trasfigurazione del corpo e delcosmo nella teologia bizantina), più tecnico, forse più difficile, affron-ta temi dell ’ e s i c asmo e della tradizione palamita. Si sofferma, inp a rt i colare, sulle critiche “razionaliste” mosse dal filosofo grecoBarlaam contro gli esicasti. Il co n f l i t to si risolverà con l’acce t t a-zione, da parte della Chiesa bizantina, delle posizioni palamite. Laprincipale obiezione contro l’esicasmo (non si può vedere diretta-mente la Luce, una realtà divina), è superata con la nota dottrinadella distinzione di essenza ed energie. Dio è conoscibile, perchél’energia divina è la modalità esistenziale di Dio, in cui si comuni-ca. L’Incarnazione, poi, ha come fine il far partecipi della vita tri-nitaria, e non solo la Redenzione. L’unione con Dio avviene trami-te la grazia, quindi secondo l’energia. La duttilità di questa posizio-ne co n s e n te di co llegare all’antropologia anche la cosmologia: ilmondo, infatti, si regge grazie alle energie divine, il che permettea ll ’ Au tore ardite teorizzazioni di attualità della visione palamitaalla luce dell’odierno problema ecologico.

Georges Khodr, nel contributo forse più originale, offre spuntiper la comprensione di un problema molto arduo (Il dinamismo cri -stiano nel Vicino Oriente: ieri e oggi. Chiese, civiltà araba e dialogo con l’is -lam). Partendo soprattutto dalla realtà libanese, esamina in parti-colare il dramma delle Chiese d’Oriente (copti, maroniti, ortodos-si), i cui membri, etnicamente arabi come i musulmani (e, anzi,

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 275

Page 276: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

276

RECENSIONI

forse molto più arabi, per così dire, dal momento che si tratta dipopolazioni presenti in loco da più tempo) sono visti con sospettoperché cristiani. Ma non mancano elementi poco noti, eppuree s t r e m a m e n te significativi. Ad esempio, è acce rt a to che il sufismo,il mov i m e n to “mistico” dell ’ Islam, è debitore ai cristiani. Anche lalingua delle nazioni dell ’ O r i e n te è stata formata dalla lette r a t u r acristiana, e ancora i cristiani hanno forn i to per secoli i quadri dell acultura e dell’amministrazione in queste zone. No n o s t a n te tutto ,o ggi si as s i s te al drammatico fenomeno della scomparsa dei cristia-ni d’Oriente, ridotti di numero da un continuo stillicidio migrato-rio, ma senza dimenticare i veri e propri genocidi (come quello degliarmeni da parte degli ottomani) nel secolo scorso. Le inco m p r e n-sioni non sono però solo dalla parte musulmana. Viene infatti rim-p r ov e r a to all ’ O c c i d e n te, oltre che il disinteresse in genere per lequestioni dei cristiani orientali, anche un rito rno, di fatto, all ’ a r i a-nesimo (con una eccessiva enfatizzazione, nella teologia occidenta-le, della umanità di Gesù), ma soprattutto, e questo è meno “visibi-le” dal nostro punto di vista, ad una sorta di “neo-marcionismo”, incui la specificità del cristianesimo viene annullata da un non equili-b r a to rito rno alle radici ebraiche, quasi che il Nu ovo Te s t a m e n tofosse solo un’ a p p e n d i ce del Vecchio Te s t a m e n to. Viene però preci-s a to che, attualmente, il dialogo è più sviluppato.

Più storiografico, ma non per questo meno stimolante, è il sag-gio di Christine Chaillot (Fedeltà e vulnerabilità delle più antiche Chie -se d’Oriente), in cui vengono ripercorse le vicende delle Chiese chehanno avuto origine dal monofisismo. Si precisa anzi che la dizio-ne corretta è quella di “ortodossi orientali”, non di monofisiti, dalmomento che si è chiarito come le divergenze emerse da Calcedo-nia in poi non fossero dottrinali, ma terminologiche. Il contenutodelle rispettive professioni di fede, se ben spiegato, è infatti accet-tabile per entrambe le parti. Queste Chiese sono dunque quell esiro antiochena ortodossa (in Siria e India), armena, copta, etiopi-ca. Oltre a precise indicazioni di carattere storico-liturgico, viene

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 276

Page 277: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

277

RECENSIONI

particolarmente sottolineato il valore della vita monastica.Come conclusione, Ka ll i s tos Ware (Oriente e Oc c i d e n t e, fonti e

speranze della Chiesa indivisa) segnala punti di divergenza, ma anchealcune possibili sinergie fra Chiese d’Oriente e d’Occidente. Pre-cisato che la tradizione orientale non è immobile (come viene rim-proverato dall’Occidente), ma viva, si sottolinea, in primo luogo, lascarsa attenzione prestata dagli occidentali alla Trinità, mentre sulFilioque, il principale punto di dissenso dottrinale, come noto, nonvi sono grosse difficoltà: si tratta solo di differenze di accento. Unaquestione più seria è quella dell’ecclesiologia: per gli occidentali ilPapa è capo della Chiesa, per gli orientali è solo un “fratello mag-giore”, alla pari con altri patriarchi. Fecondi sviluppi possono inve-ce maturare nella dottrina trinitaria. I temi della koinonia-comu-nione vengono affrontati tramite un approccio “sociale o persona-le”, proprio dei Cappadoci, e non essenzialista, razionale ef i l o s o f i co tipico dell ’ O c c i d e n te. In part i colare, si evidenzia l’a-s p e t to dialogico di Dio, e quindi la Trinità è vista come modell oper le relazioni interpersonali. Infine, non poteva mancare unaccenno alla liturgia orientale, vista come “il cielo in terra”.

Il volume si caratterizza quindi come uno stimolo supplemen-tare alla riflessione sull’ecumenismo.

Enrico Mariani

Economia monastica. Dalla disciplina del desiderio all’amministrazio -ne razionale prefazione di Gi a como Todeschini, Fondazione Cen-tro Italiano di Studi sull ’ A l to Me d i o evo, Spoleto 2004, p. 277(Quaderni di cultura mediolatina 4).

I saggi che compongono questo volume intendono affrontare,a n cor prima delle molteplici vicende economiche di cui furonoprotagoniste le “aziende” benedettine, cluniacensi e cisterciensi, il

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 277

Page 278: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

278

RECENSIONI

problema del formarsi di un linguaggio tipicamente monas t i codell’economia cristiana occidentale. Essi vogliono dunque contri-buire ad individuare ed analizzare il significato dei lessici dell adisciplina monastica per la co s t ruzione di una normativa eco n o-mica che la società europea successiva al secolo IX assunse comepropria «traducendo assunti teologici ed ecclesiologici, spesso senon sempre di origine monastica, in categorie del pensare econo-mico latamente sociali» (p. VII). Gli autori dei tre saggi provengo-no tutti dalla prestigiosa scuola storica dell ’ Università di Tr i e s te .Apre il volume lo studio di Valentina Toneatto intitolato I linguag -gi della ricchezza nella testualità omiletica e monastica dal III al IV seco -lo (pp. 1-83). Vi è possibile reperire un esame di quella stratificazio-ne lessicale che, fra III e V secolo, impostò per il monachesimooccidentale tutto un linguaggio della perfezione cristiana, e diq u e lla monastica soprattutto, a sua volta riconducibile tanto ascelte economiche ben individuate, quanto a un modo di parlarneidoneo a sottolineare il senso metafisico e spirituale. L’attenzionedella studiosa si appunta specialmente sui testi di Clemente Ales-sandrino, Gi ovanni Cr i s o s tomo, Basilio di Cesarea, Ambrogio,Cassiano e Salviano di Marsiglia. È infatti solo nella te s t u a l i t àe c c l e s i astica, e in part i colare in quegli autori che escono daambienti monastici, che troviamo il linguaggio adatto a cataloga-re i comportamenti economico-amministrativi dei laici: attraver-so questa verbalizzazione si interpretano i co m p o rtamenti e siindividuano i percorsi più corretti per rapportarsi alla realtà, sug-gerendo co n te m p o r a n e a m e n te quei modelli di riferimento checonducono alla salus animarum. Sarà possibile verificare all’internodel mondo monastico occidentale una sorta di identificazione fralessici della perfezione monastica e lessici della ordinata ammini-strazione, identificazione che si potrà verificare su altri piani nel-le fortune economiche e spirituali di molte famiglie benedettine.L’articolo è corredato da una bibliografia ripartita in testi e studi.Pe ter Cernic nel sagg i o Discorso economico monastico. La polemica

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 278

Page 279: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

279

RECENSIONI

antisimoniaca come tentativo di razionalizzazione dei meccanismi econo -mico-monetari (pp. 89-188) per l’arco cronologico relativo alla rifor-ma gregoriana dell’XI secolo esamina, con particolare riferimentoai testi di Pier Damiani e di Umberto di Silvacandida, il maturarsidei lessici e delle sintassi capaci di connettere il vocabolario mona-stico della salus animarum e della legittimità del clero non simonia-co a quello della legalità economica di cui questi e molti altrimonaci riformatori si proponevano di essere garanti e custodi inquanto rappresentanti delle istituzioni ecclesiastiche sostenitricidella riforma stessa. In questo periodo la formazione di uno stilemonastico in grado di verbalizzare le regole della ricchezza cristia-na, se da un lato è in diretto e vistoso rapporto con fenomeni poli-t i c a m e n te ed ecclesiologicamente databili come l’af f e r m a z i o n edel primato romano o l’emersione delle dinamiche dello sposses-s a m e n to canonicale, dall’altro è però ormai perce p i b i l m e n te infunzione di una rivendicazione, iniziatasi del resto da almeno duesecoli, del controllo da parte ecclesiastica, ed episcopale in parti-colare, delle strategie dell ’ a r r i c c h i m e n to laicale. Il risanamentodei costumi del clero e la lotta per la libertas ecclesiae i m p l i c a n oinfatti anche una percezione profondamente diversa dell ’ o r d i n a-mento economico generale, una nuova visione di un ordinamentosociale cioè, in cui le singole istituzioni ecclesiastiche si fannogaranti di un preciso modello di ridistribuzione delle ricchezze.Tale progetto politico ed eco n o m i co deve essere perciò difesoanche con prese di posizione politiche ferme e decise, come delr e s to succederà nella complessa ed art i colata questione co n ce r-n e n te la riforma ecclesiastica di Gregorio VII. Correda il sagg i ouna ricca bibliografia. Susi Paulitti ne Il vocabolario economico cister -ciense: Bernardo di Clairvaux ed Aelredo di Rievaulx (pp. 189-273), esa-minando svariati testi e documenti provenienti dall’ambito cister-ciense del sec. XII, dimostra non solo la ben nota capacitàimprenditoriale dei monaci bianchi e l’ampiezza della loro espan-sione economica, ma anche la tipica consuetudine monastica nel

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 279

Page 280: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

280

RECENSIONI

voler teorizzare una integrazione efficace fra lessici monastici tipi-ci della salus animarum e sistematica costruzione di una prosperitàpatrimoniale. Il contributo è diviso in tre parti: nella prima vieneaf fr o n t a to il problema della gestione economica della ricchezza(pecunia) e la sua importanza all’interno del discorso di perfeziona-m e n to morale-spirituale dell’uomo; la seconda parte analizza ilrecupero e la rielaborazione da parte di Aelredo e di Bernardo dialcuni passaggi delle Sacre Scritture che fanno riferimento a temiper così dire ‘economici’; infine un terzo paragrafo esamina alcunemetafore economiche elaborate dai due abati cisterciensi in con-testi discorsivi estranei alla sfera economica, ma ad essa legatiattraverso il filo dell’esperienza economica concretamente vissutada essi. L’attenzione della studiosa si concentra soprattutto sul Deconsideratione di Bernardo e sul De institutione inclusarum e l’Oratiopastoralis di Aelredo. Il saggio è corredato dalla bibliografia.

Bernardo Francesco Gianni

F. GI O I A, Me n d i canti del cielo nel turismo, nei pellegr i n a g g i, nei san -tuari, Presentazione di Monsignor Carlo Mazza, Centro Editoria-le Cattolico, Vigodarzere 2004, 242 p.

Il presente volume intende proporre linee per l’azione pastora-le negli ambiti del turismo, del pellegrinaggio e della funzione deisantuari.

Il punto di partenza non può che essere antropologico (L’uomo,nomade per natura). La costante del volume è, infatti, la visione delpellegrinaggio come simbolo della precarietà dell’uomo. Attraver-so meditazioni di filosofi e letterati sullo scorrere e sul senso deltempo, si fa notare come si sia passati da una antropologia “stan-ziale” ad una “nomade”. A lungo il desiderio umano è sempre sta-to volto ad entità quali la patria, la nazione. Oggi il mondo è diven-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 280

Page 281: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

281

RECENSIONI

tato sovranazionale. Si viaggia moltissimo e in continuazione. Daun lato si ha il movimento dai paesi ricchi per lavoro o per turismo,d a ll’altro si hanno imponenti migrazioni dai paesi poveri. Ma èsoprattutto il primo il più rilevante. Spostamenti di popolazioni sisono sempre verificati, ma il turismo di massa è una novità, resapossibile dall’aumento del tempo libero.

A p p u n to il secondo capitolo (Il tempo liberato e da libera r e) ev i d e n-zia le ricadute delle nuove strutture antropologiche indag a te nelc a p i tolo prece d e n te. Ora, per secoli, si può dire, l’uomo ha lottatocontro l’as s e rv i m e n to del lavoro, ma il tempo libero deve avere unsenso, non nella dissipazione, nell ’ ev asione fine a se stessa, ma nelrecupero della persona. Non sembri fuori luogo rapportare un fattocome il turismo con le categorie di analisi del mondo d’oggi. Il pro-blema del XXI secolo (nell ’ O c c i d e n te globalizzato) non è più il lav o-ro, ma il tempo libero, ed è logico che la riflessione teologica siappunti su di un settore della vita umana che, di fatto demonizzatoal suo sorgere, deve oggi diventare ogg e t to di “opzione preferenzia-le” della evangelizzazione. Dall’altro lato, se, fino a tempi abbas t a n-za recenti, l’“uomo stanziale” era l’i d e a l t y p u s i n co n t r as t a to (dall ’ a m-b i to familiare fino al nazionalismo esas p e r a to), ora è la rete di tra-s p o rti su base planetaria, l’economia globalizzata, unita a fenomenim i g r a tori senza precedenti, a caratterizzare, con la categoria dell os r a d i c a m e n to, la nostra società. L’esempio migliore di utilizzo sensa-to del tempo, è allora quello dei co n templativi, che “vedono megliodegli altri”, proprio perché nel tempo hanno sco p e rto se ste s s i .

Il turismo, tempo libero per ecce llenza, deve essere allora valoriz-z a to come una “occasione di fr a te rnità planetaria”. Non solo quell odei turisti è un popolo cui rivolgere una specifica pas torale, ma hau n’etica che vale per gli addetti al settore. Occorrono, ad esempio,guide qualifi c a te per spiegare i simboli religiosi lasciatici dall enostre radici cristiane.

E quale riferimento migliore, per una vittoria del kairòs (il tem-po “sensato”) sul cronos (il puro scorrere degli istanti), del più “teo-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 281

Page 282: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

282

RECENSIONI

logico” dei percorsi, quello dei pellegrinaggi? Il terzo capitolo (Inprincipio era la via) ha appunto il compito di aprire una speranza diredenzione per la rete di comunicazioni che permea il vill agg i oglobale. Dovunque troviamo luoghi di culto, meta di pellegrinag-gi. Anche i pagani li avevano, ma vi si recavano per ascoltare prin-cipalmente oracoli, e poco per fare esperienza del sacro. Il pelle-grinaggio cristiano, al contrario, si caratterizza principalmente perl’esperienza del sacro. La rete dei pellegrini si può dire che abbiaunificato l’Europa nel medioevo. L’Autore fa anche esempi, a par-tire dal notissimo diario della pellegrina Egeria, per osserv a r ecome, a lato degli aspetti cultuali e spirituali, vi siano sempre statianche degli elementi di “turismo” a margine dei pell e g r i n agg i ,legati, ad esempio, alla conoscenza dei Luoghi Santi. Questo puòcostituire un aggancio con una pas torale del turismo religioso.Tu t t avia, oggi il pell e g r i n aggio non dice più quello che diceva aimedioevali. A partire dalla controriforma, è prevalso un atteggia-mento più devozionale, forse anche utilitaristico (l’ex-voto), met-tendo un po’ in ombra la testimonianza di fede. Occorre inveceriprendere la “gratuità” del pell e g r i n aggio come manifestazionedel proprio credo.

L’ultimo capitolo è dedicato al santuario, in triplice valenza (Ils a n t u a r i o: memoria, presenza e profezia), sottolineando anche gliaspetti di continuità (ov v i a m e n te reinterpretata) con i santuaripagani o di altre religioni, a testimonianza della radice strutturale,antropologica, dell’approccio al sacro.

Si tratta, come si vede, al tempo stesso di un testo di pastorale,di catechesi, di antropologia e di fenomenologia del sacro, nutritoa solide basi teoretiche, ma sempre attento al momento pratico econcreto. Non se ne può che consigliare l’attenta meditazione, daparte di operatori del settore e non, per una migliore comprensio-ne di alcune tra le più attuali dinamiche del nostro tempo.

Enrico Mariani

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 282

Page 283: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

283

RECENSIONI

Le origini cisterciensi. Documenti (Fonti cisterciensi, 2), a cura di C.Stercal e M. Fioroni, Jaca Book, Milano 2004, 361 p. (Di fronte eattraverso, 394).

Il sorgere di Cîteaux, almeno per il grande pubblico, non è und a to sco n t a to. Tutti co n o s cono Bernardo di Chiarav a lle e lostraordinario impulso da lui dato allo sviluppo dei “monaci bian-chi”, ma le origini cisterciensi sono in realtà ben più complesse. Nedà un’idea l’art i colazione dei primi documenti dell’Ordine, quipubblicati tutti insieme. Negli anni Trenta del Nov e ce n to sonostati infatti scoperti testi che hanno messo in luce una situazionepiù articolata di quanto tradizionalmente pensato.

Il primo atto presentato è la Conventio inter molismenses et alpen -ses monachos del 1097. Ora, Cîteaux nas ce nel 1098 da monaci diMolesmes (abbazia fondata nel 1075), ma questa aveva già prodot-to una filiazione l’anno precedente, appunto con Aulps, e il docu-mento che fissa i rapporti con la casa madre è significativo ancheper comprendere le dinamiche sottese alla ben più feconda fonda-zione di Cîteaux. E ancora, i sotto s c r i t tori di questo atto sonoRoberto, Alberico e Stefano, i futuri primi abati cisterciensi. L’at-to è tanto più inte r e s s a n te, in quanto la comunità monastica diAulps appare denominata con il titolo di e c c l e s i a, ma soprattuttoperché, ante littera m , si trovano già, in questa filiazione di Mo l e-sme, alcuni caratteri tipici del rapporto con le abbazie-figlie inambito cisterciense. Ad esempio, si possono ricordare le relazionitra abate della casa madre e abate locale. Analogo è il successivodocumento presentato, la Concordia alpensium et balernensium mona -chorum (Aulps ebbe una sub-filiazione a Balerne nel 1107), caratte-rizzato da elementi simili al precedente.

Gli altri testi sono invece tutti inerenti ai mov i m e n to ciste r-ciense. Non stupisca poi il fatto di vedere più volte lo stesso docu-m e n to in differenti redazioni. Si hanno infatti due E x o rdia e treCartae ca r i t a t i s. La ricerca sto r i o g r afica, soprattutto dagli anni

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 283

Page 284: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

284

RECENSIONI

Trenta del secolo scorso, ha infatti messo in luce differenti strati-ficazioni rispettivamente della principale fonte narrativa e giuridi-ca sulle origini di Cîteaux. Tuttora irrisolta risulta invece la vexataquaestio della corretta scansione cronologica degli atti. Gli Editoripropongono le ipotesi più valide av a n z a te dalla sto r i o g r afia, puravvertendo che i risultati raggiunti non sono definitivi, sia a livel-lo di attribuzione a determinati Autori, sia a livello di occasione direalizzazione dei testi.

S o s t a n z i a l m e n te, i documenti si possono riunire in tre gru p p i(tra parentesi il numero progressivo dell’atto nel volume in esame).

Si hanno dunque l’E x o rdium Cistercii (3) e il clas s i co E x o rd i u mparvum (6), in cui vengono narrate le origini di Cîteaux. Importan-te ai fini della datazione e della identificazione dei compilatori è lavalutazione data all’operato di Roberto di Molesme, vero fondato-re, ma oggetto di interminabili querelles nella tradizione cistercien-se per aver abbandonato il Nuovo monastero (questa è la denomi-nazione iniziale di Cîteaux) per tornare al suo abbaziato di Mole-sme.

Seguono la Summa cartae caritatis (con le disposizioni per lo svol-gimento del capitolo generale) (4), la Carta caritatis prior (7), con las u a P ra e fatiuncula (8) e la bolla di approvazione papale «Ad hoc inapostolicae (9), e la Carta caritatis posterior (11), ritenuta l’unica finoagli anni Trenta del Novecento, con la relativa bolla di approvazio-ne «Sacrosancta Romana Ecclesia» (12).

Più dettagliati sono i testi di “consuetudini”: i Capitula (5) e gliInstituta generalis capituli apud Cistercium (10).

Nei vari documenti sono minutamente descritte le relazioniche devono sussistere tra Cîteaux e i proto-abati di La Ferté, Clair-vaux e Pontigny (Morimond entrerà nel gruppo delle abbaziemadri solo dal 1163), ma anche note sulle grange e sui conversi, veranovità del monachesimo bianco, oppure sulla vita quotidiana deimonaci, con informazioni sulle razioni alimentari, sulla sacra sup-pellettile, che deve essere in materiali non pregiati, sulle vesti.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 284

Page 285: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

285

RECENSIONI

Di ogni te s to viene fornita una scheda di presentazione, es o p r a t t u t to una descrizione dei codici, delle eventuali variantitestuali e della bibliografia.

Chiudono il volume la bibliografia generale (import a n t i s s i m a ,con l’elenco di tutti codici) e l’Indice dei nomi.

Enrico Mariani

L’ Histoire des moines, chanoines et religieux au Mo yen Âge. Guide derecherche et documents, Sous la direction de André Vauchez et Céci-le Caby, Brepols, Turnhout 2003, 372 p., ill. (L’atelier du médiévi-ste, 9).

Uno strumento di lavoro pensato espressamente per la ricerca.Questo il maggiore dei (tanti) pregi di questa iniziativa della Eco-le Française di Rome, con una équipe di altissimo profilo scienti-fico, coordinata da André Vauchez (per dare un’idea dello spesso-re del personaggio, basterà citare un solo titolo, famosissimo, del-la sua produzione: La santità nel Medioevo) e Cécile Caby (studiosagià nota al pubblico olivetano per le sue ricerche sui rapporti tra ilpapato avignonese e il monachesimo olivetano, presentate al Con-vegno di Monte Oliveto del 1998, di cui sono recentemente uscitigli atti a cura di Giorgio Picasso e Mauro Tagliabue).

Due ulteriori fattori sono degni di nota. Accanto al monachesi-mo benedettino e agli Ordini Mendicanti, sono presi in conside-razione anche gli Ordini Militari (come Templari, Ospitalieri eTeutonici), e la vita canonicale.

Lo schema di ogni capitolo (ma qualsiasi tentativo di sinte s inon può che apparire riduttivo) prevede dapprima una parte sto-riografica, che propone un bilancio sui più recenti studi in mate-ria. Segue un’ampia sezione bibliografica, suddivisa per aree tema-tiche e geografiche (ov v i a m e n te la parte preponderante va all a

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 285

Page 286: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

286

RECENSIONI

produzione di lingua francese). Infine, si hanno delle esemplifica-zioni, attraverso brani di diversi tipologie letterarie, che chiarisco-no l’uso storiografico che si può fare delle varie fonti.

Qualche dettaglio sui co n tenuti potrà contribuire a chiarirequesto metodo di lavoro.

Il primo capitolo è una Introduzione generale. Si fa innanzitutto ilpunto sulla storiografia monastica, prendendo le mosse da Mabil-lon. Si evidenzia, in particolare, come ogni epoca abbia avuto unaprospettiva diversa in funzione delle proprie esigenze. Da Sole-smes, ad esempio, parte una storiografia prevalentemente apolo-getica e attenta a giustificare l’utilità del monachesimo in periodiin cui, dopo le soppressioni, questo era magg i o r m e n te oste gg i a-to.La grande svolta sto r i o g r afica, dopo gli anni Cinquanta delsecolo scorso, è data dal fatto che a fare storia monastica non sonopiù solo gli “addetti ai lavori” (i monaci), ma, in misura sempre piùmassiccia, proprio le istituzioni accademiche.

Il secondo capitolo è dedicato ai Repertori. Vengono presenta-ti prima quelli generali, poi quelli specifici per ogni famiglia mona-stica. Per gli Olivetani, in particolare (cfr. p. 25), si citano il perio-dico L’ulivo e la collana Studia Olivetana. Se è permessa una picco-la osservazione critica, il giudizio espresso dagli Au tori fr a n ce s i(«l ’ulivo [...] est rare dans les bibliothèques et d’un niveau très iné-gal») dovrà forse essere rivisto, in meglio, alla luce del rinnovamen-to completo e del salto di qualità cui è andata soggetta la Rivistan e ll’ultimo anno. Altri riferimenti olivetani sono co n tenuti nelsettimo capitolo sugli Autori monastici, con cenni soprattutto adAntonio da Barga (cfr. pp. 237-238).

Anche il terzo capitolo (su Regole, Consuetudini e testi liturgi-ci) offre non solo un dettag l i a to repertorio (peraltro esauriente ) ,ma anche prospettive storiografiche. Si veda ad esempio il tratta-mento seriale applicato alla ripartizione dei testi di consuetudiniin normative, descrittive, precettive (cfr. p. 73).

Il quarto capitolo contiene utili indicazioni circa atti capitolari,

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 286

Page 287: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

287

RECENSIONI

statuti e atti visitali, ma anche altre tipologie di documenti pro-dotti nelle abbazie, come i necrologi. Qui si trova ampia informa-zione circa le visite canoniche, i cartulari (raccolte di atti compila-te dall’ente stesso), cartari (edizioni di atti). Non mancano indica-zioni di natura critica e bilanci storiografici.

Il quinto capitolo è dedicato agli Ordini Mendicanti, non soloDomenicani e Fr a n cescani, ma anche Carmelitani, Agostiniani ealtri ancora. Le raccolte di fonti seguono una scansione analoga aquella vista per i monasteri. Di molti testi vengono forniti anchecommenti e osservazioni critiche.

Il sesto capitolo è incentrato sui rapporti con le autorità eccle-s i astiche e laiche. La parte principale è naturalmente dedicataall’Archivio Vaticano, con una accurata descrizione delle tipologiedi documenti prodotti dai vari Uffici della Curia, che costituisco-no di gran lunga la documentazione più abbondante disponibile.Solo le lettere papali si contano a milioni, e non è un eufemismo(cfr. p. 186).

Del capitolo settimo, su Autori e generi letterari, degni di notasono, ad esempio, i riferimenti al settore degli scritti di medicinamonastica (cfr. 255) e al genere letterario dei “Parabolari”. Noto èquello di Galand di Reigny pubblicato nelle Sources Chrétiennes, mave ne sono anche altri (cfr. pp. 277-278). Questo conferma il livellodi analiticità raggiunto nel volume in esame.

L’ultimo capitolo è dedicato a Scriptoria e biblioteca, ma co m-prende preziose informazioni anche di codicologia.

Si tratta dunque di un lavoro monumentale, se non proprio perla mole (che comunque è rispettabile), almeno per la “densità” del-l’informazione presente. Utilissimo per orientarsi nella vas t abibliografia fornita è allora il prezioso, e non comune, indice degliautori citati.

Si può ben dire che, nel campo cartaceo, sia quanto di meglio sipotesse realizzare. L’unico, paradossale appunto che si può muove-re a quest’opera è il fatto che non possa aggiornarsi “in tempo rea-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 287

Page 288: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

288

RECENSIONI

le” (dati i ritmi della sterminata produzione bibliografica odierna),ma il medievista potrà sfruttare ampiamente i numerosi siti inter-net segnalati dal volume per colmare questa “lacuna”.

Enrico Mariani

L’Ordine Certosino e il Papato dalla fondazione allo scisma d ’Occiden -te a cura di Pietro De Leo, prefazione di Giuseppe Chiaravalloti,Rubbettino, Soveria Mannelli 2003, XVI-409 p. tavv.

Il volume raccoglie gli atti del primo Convegno internazionaleorganizzato dal Comitato Nazionale Celebrazioni IX Centenariodella morte di San Bruno di Colonia e svoltosi a Roma, presso ilPalazzo della Ca n ce lleria Apostolica e la Biblioteca Cas a n a te n s edal 16 al 18 maggio del 2002. La miscellanea si apre con il testo del-l’omelia del Cardinale Carlo Maria Martini pronunciata il 6 otto-bre 2001 a Santa Maria della Torre presso Serra San Bruno e conuna cronaca del convegno compilata da Elisabetta Angelucci. Ild i s corso di apertura af f i d a to a Cosimo Damiano Fonseca ha quit r ov a to una rielaborazione in un saggio intito l a to Dal vecchio alnuovo monachesimo: l’esperienza certosina (pp. 3-18). Il noto studiosoinserisce la nascita del monachesimo certosino e la testimonianzacarismatica di San Bruno nella vivace dialettica non sempre neces-s a r i a m e n te antitetica fra eremitismo e cenobitismo propria deisecc. XI-XII e della grande stagione di riforma della Chiesa. Dopouna sintesi delle diverse espressioni di vita eremitica reperibili inquei secoli, è ricostruita l’evoluzione della riflessione storiograficain proposito, con part i colare attenzione ai contributi maturatinegli annuali incontri della Mendola organizzati dall ’ Un i v e r s i t àCa t tolica di Milano e agli inte rventi di Dom Jean Leclercq e diGiles Constable. Proprio a quest’ultimo storico si deve la coniazio-ne di una definizione vagamente ossimorica, «cenobismo eremiti-co», che per molti versi pare pertinente al fenomeno certosino. Il

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 288

Page 289: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

289

RECENSIONI

saggio si conclude ricordando come almeno tre problemi abbianotrovato insistita attenzione nel più recente dibattito storiografico:se l’ideale eremitico perseguito da Bruno e dai suoi discepoli deb-ba essere inquadrato all ’ i n te rno del mov i m e n to di riforma chedoveva attestare il nuovo monachesimo su livelli di più alta spiri-tualità e as cesi, se tale ideale trov asse come suo punto di riferi-mento la regola di San Benedetto e, infine, se all’interno delle purnumerose correnti eremitiche dei secoli XI e XII i ce rtosini sipresentassero con una loro originale impronta. Fonseca sottolineaa proposito i caratteri di forte specificità del monachesimo certo-sino e di indipendenza rispetto alla tradizione benedettina e alletestimonianze eremitiche che pure s’irradiavano dai centri avella-niti e camaldolesi. Alfons Becker nel saggio Saint Bruno et Urbain II(pp. 23-38) ricorda come grande sia stato il ruolo giocato da Urba-no II nel cercare di integrare nel corpo ecclesiale i diversi mov i-menti religiosi sorti al suo tempo e di orientare le loro istanzeriformistiche al più generale mov i m e n to di r e n o v a t i o d e ll ’ i n te r aChiesa. Il papa dimostrò part i colare sollecitudine nei co n fr o n t idel fondatore della famiglia certosina di cui era stato allievo. Il sag-gio presenta una puntuale ricostruzione cronologica dei rapportidel papa francese con san Bruno che si mostrò tanto risoluto nel-la sua scelta eremitica quanto nel richiedere al papa espressioniufficiali di approvazione per la sua comunità eremitica. Le diver-genze di visioni fra questi due protagonisti della riforma ecclesia-le del sec. XI e i temperamenti assai diversi si mostrano ricompo-ste nel riconoscere da parte del pontefice lo specifico carisma ere-m i t i co e puramente co n templativo del fondatore dell ’ o r d i n ecertosino. Pietro De Leo con la sua Analisi della fondazione dell’ere -mo di Santa Maria della Torre (pp. 49-69) dopo aver tratteggiato unritratto di san Bruno, ricostruisce vicende storiche e motivazionispirituali relative alla fondazione dell’eremo di Santa Maria dellaTorre in Calabria, fondazione cui ha senz’altro pesato la volontà inBruno di «riprodurre quelle consuetudini di vita eremitica già spe-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 289

Page 290: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

290

RECENSIONI

r i m e n t a te alla Chartreuse, adeguandole al te r r i torio calabrese» ealtresì di creare un luogo adatto per la «direzione spirituale deiconti e feudatari normanni e regnicoli, estremamente attaccatialle vicende temporali» (pp. 60). L’articolo ricostruisce dunque sudi una precisa base documentaria l’i t e r di fondazione. Sono poichiarite le varie tappe di edificazione, culminate con la consacra-zione della chiesa conventuale avvenuta nel 1094, le provenienzesociali e geografiche dei primi eremiti e la loro incidenza pastora-le nel tessuto sociale circumvicino. Tale irradiazione dimostra unace rta modulazione del te m p e r a m e n to eremitico che sarà inveceassai più rigido e dete r m i n a n te nella successiva vicenda storica espirituale delle altre comunità certosine sparse per l’Europa. Conil saggio Carthusians at San Bartolomeo di Trisulti: Innocent III’s trou -blesome gift (pp. 71-94) Brenda Bolton rico s t ru i s ce, con ampiadocumentazione, la complessa vicenda dell’inserimento, avvenutonel 1204 da parte di papa Innocenzo III, di una comunità certosi-na nell ’ a n t i co monas tero già benedettino di San Bartolomeo diTrisulti. L’articolo documenta le tormentate relazioni della comu-nità con le isituzioni religiose e civili delle zone circumvicine. AGiancarlo Andenna il compito di esaminare i dati relativi a I certo -sini e il papato da Onorio III a Bonifacio VIII (pp. 95-147). L’ a m p i os aggio, co r r e d a to da un’ a p p e n d i ce documentaria, rico s t ru i s ce irapporti fra papato e ordine certosino lungo il XIII secolo. Andrànotato come nei primi anni del Duecento i certosini, che possede-vano un totale di 47 certose, dal punto di vista istituzionale risul-tavano come ordo Cartusiensis, parte importante dell’eremiticus ordo,v i v e n te secondo l’Istitutio Cartusiensis. Sono queste le espressioniusate da Innocenzo III nel privilegio del 1211 per la certosa di SanBartolomeo di Trisulti di sua fondazione: nella mens di questo papatali parole dovevano sembrargli appropriate per esprimere la defi-nitiva sistemazione istituzionale degli eremiti certosini. Il saggioesamina analiticamente co n te n u to e co n te s to degli inte rventi diOnorio III, dei privilegi di Gregorio IX, delle lettere di Innocen-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 290

Page 291: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

291

RECENSIONI

zo IV, degli interventi istituzionali di Alessandro IV, di ClementeIV e dei loro successori per tutto il sec. XIII. Tali documenti con-sentono di ricostruire dinamiche e contenuti dell’evoluzione delles t rutture istituzionali della famiglia ce rtosina, della loro auto co-scienza ecclesiale e carismatica e, ancora, della loro vita economi-ca. La papauté d’Avignon et l’ordre des chartreux è il saggio di DanielLe Blévec (pp. 149-156) relativo al periodo che corrisponde all apermanenza del papato ad Avignone allorquando l’ordine certosi-no si caratterizzò tanto per una sua vigorosa espansione - dimo-strazione della stima e della considerazione otte n u te nel co r s odegli anni -, quanto, al contempo, per la presenza di alcune proble-matiche in seno all’ordine stesso, affrontate e risolte sovente gra-zie ai legami stabiliti col papato. Il saggio rico s t ru i s ce a grandilinee in quali forme si espresse l’interesse dei papi di Avignone perl’ordine dei certosini e come si siano caratterizzate tali relazioni,spesso differenti da un pontificato all’altro, ma sempre animate damutue e reciproche attestazioni di stima e cordialità. Un amplissi-mo studio, con puntuali e analitici riferimenti documentari, èquello confezionato da uno dei massimi studiosi dell’ordine certo-sino, James Ho gg (pp. 157-338). No n o s t a n te il titolo in italiano ilsuo saggio L’ordine certosino nel periodo dello Scisma è in lingua ingle-se ed è dedicato alle vicende dell’ordine certosino durante il perio-do dello scisma d’Occidente (1378-1419). Come accadeva per lachiesa universale anche la famiglia certosina conobbe una soffertadivisione fra l’obbedienza avignonese, fedele cioè a Clemente VII,a lla quale apparte n evano le ce rtose di Francia, Spagna e parte diq u e lle dei Paesi Bassi, e l’obbedienza fedele a papa Urbano VI(1378-1389), nella quale si annovera la presenza, salvo qualche ecce-zione, delle ce rtose presenti in Germania, Italia, In g h i l terra. Ilsaggio, costantemente ritmato da ampie citazioni documentarie,ci ricostruisce assai puntualmente le diverse posizioni emerse neicapitoli generali e nelle singole certose in quegli anni tormentati.Esso è inoltre corredato da un’appendice documentaria che racco-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 291

Page 292: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

292

RECENSIONI

glie i testi relativi alla conclusione dello scisma delle certose spa-gnole. Adelindo Giuliani ha arricchito questa miscellanea col sag-gio Monachus fit et hinc eremita. Monaci, eremiti, certosini (pp. 339-50).L’espressione «monachus fit et hinc eremita», impiegata nel titolofunebre della cattedrale di Troyes e in altri che ne riprendono laformulazione, in epoca moderna ha alimentato una lunga contesafra gli studiosi che sostenevano l’originalità assoluta dell’esperien-za monastica che prese le mosse dall’eremo di Certosa e quelli cheinvece cercavano di ritrovare nella vita certosina gli influssi dellatradizione monastica cenobitica per ricondurla dunque nell’alveodella Regula benedettina. L’incertezza terminologica può indicare«la difficoltà dei contemporanei a inquadrare in schemi interpre-tativi consolidati e certi la stessa intuizione di Bruno di una comu-nità di solitari organizzata secondo un programma che mescolavacon prudenza elementi della tradizione eremitica e di quella ceno-bitica» (p. 340). È necessario enucleare i caratteri propri dell’espe-rienza di Bruno e delle sue fondazioni in Francia e in Calabria e lespecifiche strutture istituzionali e consuetudinarie elaborate nellaprima Certosa dai primi legislatori certosini. La Certosa, col pas-sare del tempo e dopo la scomparsa del fondatore, fu costretta aripensare e a ridefinire le caratteristiche qualificanti della suafisionomia. «In conclusione si può osservare che la Certosa si pre-senta al mov i m e n to monas t i co come un’esperienza sostanzial-mente non concorrenziale con il grande cenobio, sia per l’alto pro-filo spirituale dei suoi primi membri, sia per il legame forte avutofin dagli inizi con i referenti ecclesiastici istituzionali (in primoluogo il vescovo), sia, infine, perché il suo essere una comunità dieremiti in cui il numero dei membri è programmaticamente pic-colo e le risorse materiali sono proporzionate e co e r e n te m e n tedisposte, almeno nelle intenzioni dei legislatori: elementi, questi,che disinnescano molte possibili occasioni di conflitto materiale»(p. 350). Col saggio Certose e certosini a Roma: da S. Croce in Gerusa -lemme a S. Maria degli Angeli Lidia Cangemi ha studiato la presenza

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 292

Page 293: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

293

RECENSIONI

certosina nell’Urbe con le sue vicende storiche, architettoniche edisciplinari (pp. 351-377). Fu papa Urbano II (1088-1099) ad invita-re san Bruno a Roma con la precisa volontà di fargli fondare unmonastero presso l’antica chiesa di San Ciriaco sita fra le terme diDiocleziano. Nel Tr e ce n to l’ordine si era intanto notev o l m e n teingrandito e già possedeva nel Lazio la certosa di Trisulti: vi eranole condizioni per una fondazione nell ’ Urbe che fu resa possibilegrazie ad una Bolla del 1363 di Urbano V, che, animato da grandestima nei confronti dei certosini, autorizzava l’installazione di unacertosa ancora una volta da edificarsi presso i ruderi delle terme diDiocleziano. I monaci, dopo aver escluso per ragioni finanziarietale ubicazione, con l’aiuto di alcune famiglie della nobiltà roma-na, nel 1370 furono autorizzati dal pontefice a spostarsi nel mona-s tero di Santa Cr o ce, una fatisce n te chiesa lasciata dai canoniciregolari di San Frediano. Affrontanti i restauri vi si insediò unacomunità che già nel 1382, durante il grande scisma d’Occidente,poté accogliere il capitolo generale dei ce rtosini d’ubbidienzaurbanista. In te n to dell ’ a rt. non è tanto una rico s t ruzione dell evicende architettoniche delle certose romane, ma di esaminare ilrapporto fra vita e liturgia certosina «soprattutto in merito ad alcu-ne soluzioni che, spesso in deroga alla Regola, furono imposte dal-la presenza del titolo cardinalizio e della corte pontificia e dall’a-pertura della chiesa ai fedeli, condizioni queste che avranno la loroinfluenza anche sulla successiva certosa romana, che verrà realiz-zata due secoli dopo presso le terme di Diocleziano». Sono pertan-to ipotizzate quelle che dovevano essere le soluzioni adottate nelcomplesso di Santa Croce per salvaguardare le rigorose e peculiariesigenze claustrali e liturgiche dei certosini nell’anomalo contestourbano. Significativamente i documenti testimonieranno soventegravi difformità disciplinari, soprattutto in ordine al rispetto del-la clausura. Non è dunque da escludere l’ipotesi che il trasferimen-to a Santa Maria degli Angeli avvenuto ufficialmente a causa del-l’insalubrità della zona di Santa Croce, sia da attribuirsi piuttosto

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 293

Page 294: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

294

RECENSIONI

allo scarso numero dei monaci di quella comunità e alla loro scar-sa disciplina. Senza dubbio tale decisione, ratificata da papa Pi oIV nel 1561, è comunque da co llocare nel quadro riformisticoemerso dopo il Concilio tridentino non senza peraltro la direttaregia dello stesso San Carlo Borromeo, grande estimatore delmonachesimo ce rtosino. Nel grande monas tero progettato daMichelangelo, anch’esso caratte r i z z a to dalla necessaria armoniz-zazione delle severe consuetudini liturgiche e architettoniche del-la legislazione certosina con la sua inconsueta collocazione urba-na, si chiuderà a fine Ottocento, con le soppressioni post-unitarie,la presenza dei seguaci di san Bruno a Roma, presenza durata percinquecento anni. Claudio Leonardi nelle sue Conclusioni (pp. 379-83) traccia un breve bilancio sto r i o g r af i co e spirituale dell ’ e s p e-rienza ce rtosina e di quella, eccezionale, del suo fondatore sanBruno di Colonia. Particolare attenzione è data ai diversi contestisocio-politici ed ecclesiali (in rapida successione: riforma gregoria-na, affermazione dei mendicanti, centralità dell’esperienza e delpotere cittadino) entro cui si evolvono le strutture istituzionali ele prospettive spirituali del monachesimo certosino. Esso non saràesente da difficoltà e da talune contraddizioni come testimonia inmodo esemplare la sempre più fr e q u e n te co llocazione urbana,soprattutto lungo il secolo XIV, delle varie comunità che dimore-ranno in edifici architettonici spesso piuttosto difformi dagli ini-ziali propositi di rigore e povertà.

Bernardo Francesco Gianni

A. NGUYEN VAN CHAU, Il miracolo della speranza. Il cardinale Fran -çois Xavier Ng u yen Van Thuan apostolo di pace, San Paolo, Cinisell oBalsamo 2004, 318 p. (I protagonisti, 59).

Il volume in esame rappresenta una testimonianza quanto mai

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 294

Page 295: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

295

RECENSIONI

attuale delle sofferenze patite dalla Chiesa ad opera dei regimi ateie materialisti. In questo caso, si tratta della vita di un cardinalevietnamita, vittima della persecuzione comunista. Ma questo libroè anche una lucida analisi della situazione politica del Vietnam, aldi là di tutta la mistificatoria semplificazione che ne è stata fatta.Ad esempio, a giudizio dei vietnamiti stessi, i colonizzatori france-si non vengono demonizzati, e si riconosce che hanno fatto cosebuone per il paese.

La vicenda è resa piuttosto complessa anche dalle parentele delcardinale Van Thuan. La sua famiglia apparteneva ad una stirpe dialti funzionari imperiali, cattolici, dalle alterne fortune, ma certa-mente molto abili nelle complesse vicende del tempo, in grado did e s t r e ggiarsi tra sovrani imbelli e (inizialmente) aggressivo co l o-nialismo fr a n cese. Il cardinale, in part i colare, era nipote di unvescovo e del presidente Diem, in carica nei primi anni Sessanta,poi assassinato. Una lunga parte iniziale è dedicata proprio a deli-neare questi intricati rapporti, anche per fugare qualsiasi ipotesi dinepotismi o connivenze (inesistenti, alla luce di inoppugnabiliprove documentarie) con un governo che, del tutto a torto secon-do il biografo del cardinale, era oggetto di critiche anche aspre. Aparte questa inevitabile premessa in senso lato apologetica, il volu-me espone contemporaneamente le tappe della vita del cardinalee le vicende del paese. Particolarmente viva è la descrizione deglistudi seminaristici, avendo come professori missionari fr a n ce s iperfettamente integrati nella cultura vietnamita, ma con program-mi didattici che (e non poteva essere diversamente, dati i tempi),si limitavano talvolta al puro apprendimento mnemonico (i semi-naristi imparavano a memoria, un versetto al giorno, interi libribiblici). Questo punto è particolarmente delicato: i missionari nonsono visti come «stranieri», ma sono considerati in un rapporto dico llaborazione con la popolazione. Di pari passo, procedono glieventi politici, con una particolare sottolineatura del biografo perla sottovalutazione, da parte delle autorità di governo, della capa-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 295

Page 296: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

296

RECENSIONI

cità dei comunisti di infiltrarsi lentamente, quasi inosservati neigangli vitali del paese per controllarlo. Intanto, il cardinale Thuanriceve l’ordinazione sacerdotale e viene assegnato ad una parroc-chia. Qui si verifica un episodio miracoloso: ammalatosi grav e-mente, passa da un ospedale all’altro, si decide di sottoporlo ad undelicatissimo inte rv e n to senza speranza di riuscita, ma, appuntoprodigiosamente, gli ultimi esami dimostrano la scomparsa del suomale. Poi, la sua carriera procede spedita fino all’ordinazione epi-scopale. Ma intanto si è avuta la presa di potere dei comunisti. Daqui all ’ i m p r i g i o n a m e n to, il passo è breve, soprattutto per la suaparentela con il presidente Diem. Ovviamente, le motivazioni diquesto procedimento arbitrario sono assolutamente false: “propa-ganda sovversiva” (per un ecclesiastico che non aveva fatto che delbene!) e tutto il repertorio classico in questi casi.

La prigionia è molto dura, caratterizzata soprattutto da torturepsicologiche. Grava sempre un’atmosfera di sospetto, e ovunque siannidano spie e delatori. Ma emergono anche la forza di sopporta-zione del prelato, basata sulla fede, e l’aiuto di persone buone. Ilracconto non è per nulla edulcorato. Le sofferenze pesano, e nonmanca l’ammissione della difficoltà a perdonare. Finalmente giun-ge la sospirata liberazione, in modo assolutamente imprevisto. Marimane la testimonianza di un martire della fede.

Enrico Mariani

Papato e monachesimo “esente” nei secoli centrali del Medioevo a cura diNicolangelo D’Acunto, Firenze University Press, Firenze 2003, p.236 (Reti Medievali. E-book, Reading 2).

La miscellanea comprende una serie di saggi, alcuni già pubbli-cati, che hanno per oggetto l’esame di una serie di fenomeni lega-ti alla dimensione religiosa e giuridica in ordine al delicato rappor-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 296

Page 297: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

297

RECENSIONI

to fra monachesimo e episcopato in un’epoca particolarmente ric-ca di testimonianze storiche e documentarie a riguardo e cioè isecc. XI-XIII. In tale periodo, come si desume dalle considerazio-ni introduttive di Nicolangelo D’Acunto, la libertà dalle ingerenzedelle autorità diocesane consentì ai monasteri che godevano del-l’esenzione di interagire con i ceti dominanti locali così da incide-re in modo del tutto particolare sulle trasformazioni non solo del-le strutture ecclesiastiche ma anche degli assetti politici ed econo-mici del te r r i torio. In tale co n te s to l’inte rv e n to del papatoinfluisce sulla configurazione istituzionale di ordini e congregazio-ni come ben illustrano le pagine del volume dedicate ai documen-ti emanati a tale scopo dalla cancelleria pontificia. Essi si pongonoa ll’incrocio tra le aspirazioni autonomistiche dei destinatarimonastici e le istanze "romane" tese invece a uniformare e omoge-neizzare le forme della vita religiosa entro gli schemi consueti deldiritto canonico. Giancarlo Andenna ne I priorati cluniacensi in Ita -lia durante l’età comunale (secoli XI-XIII) (pp. 7-39) esamina i caratte-ri della presenza cluniacense in Lombardia. In poco tempo, basan-dosi sulle forze della nobiltà, l’abbazia borgognona riportò nume-rose chiese private con diritti di natura pas torale e co n s e g u e n tegodimento delle decime. Nello stesso tempo essa permise ai casa-ti nobiliari e feudali di ottenere cospicue contropartite economi-che e di mantenere un durevole controllo sull’amministrazione deibeni immobiliari e giuridici ceduti dai monaci attraverso l’eserci-zio dell ’ avvocazia. Si conferma così in Lombardia un caratte r ecomune dell’espansione cluniacense: promozione sistematica delsuo monachesimo, una certa distanza dalla Chiesa romana, colla-borazione con le forze laiche dominanti nel sec. XI, soprattuttocon quelle che possedevano chiese e monasteri privati. Nel terrri-torio lombardo Cluny si inseriva entro il co m p l i c a to processo didissoluzione dei poteri comitali territoriali e partecipava alla con-temporanea ricostruzione dal basso degli ambiti amministrativi egiurisdizionali con la creazione di signorie fondiarie te r r i to r i a l i .

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 297

Page 298: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

298

RECENSIONI

L’ a rt i colo ripercorre inoltre le vicende economiche e sociali dimolti insediamenti lombardi che grazie all’esenzione pote r o n oacquisire almeno fino al sec. XII grandi proprietà immobiliari. L’e-voluzione sarà però di progressiva crisi e indebolimento anche inragione dell’istituto della commenda, ma non per questo le comu-nità cluniacensi almeno nel corso del sec. XIII perdettero un cer-to prestigio e loro apprezzato ministero spirituale attraverso laliturgia e l’esercizio della carità per i bisognosi. Nicolangelo D’A-cunto ne I Vallombrosani e l’episcopato nei secoli XII e XIII (pp. 41-64)esamina, per quel che co n ce rne i secc. XII-XIII, da un lato ilr e c l u t a m e n to vescovile fra i monaci appartenenti alla Congrega-zione benedettina vallombrosana, dall’altro i rapporti fra mona-steri vallombrosani e istituzioni diocesane. Per il primo versante dir i cerca andrà innanzitutto verificata l’effettiva appartenenza all afamiglia vallombrosana di molti nominativi di vescovi riport a t idalle diverse fonti e tradizioni. L’area dove più frequentemente siverifica il reclutamento vescovile fra i seguaci di San Gi ov a n n iGu a l b e rto è quella co r r i s p o n d e n te alla Toscana, la Ro m agna e laLombardia, laddove cioè la presenza vallombrosana era più consi-stente. Nel corso dei secc. XII e XIII la congregazione di Vallom-brosa, non diversamente da altre, esigeva per la sua sopravvivenzau n’opera di centralizzazione che acce n t u asse i vincoli fra la cas amadre e quelle dipendenti: in tale processo si viene a creare un ine-vitabile scontro con le autorità ecclesiastiche locali e con gli inte-ressi politici e amministrativi da queste detenuti. Il saggio riper-corre dunque momenti, motivazioni e progressive estensioni del-l’esenzione per i cenobi vallombrosani: se ne dovrà individuarel’origine in un privilegio del 1090 di Urbano II e nella strenua col-laborazione all’azione papale di riforma la prima motivazione. Unaricca e documentata casistica fondata su numerosi esempi indivi-duati in varie aree geografiche illustra la ricca e articolata fenome-nologia dell’esenzione per i secoli successivi. Con il saggio Esenzio -ne cistercense e formazione del privilegium co m m u n e. Os s e rvazioni a

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 298

Page 299: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

299

RECENSIONI

partire dai cenobi dell’Italia settentrionale (pp. 65-107) Guido Caribo-ni orienta la nostra attenzione al monachesimo ciste r cense. Ne lcorso del sec. XII i singoli cenobi di quella famiglia si trovano nel-la necessità di rivendicare i diritti ottenuti dalla Sede Apostolicaspecialmente in occasione delle annose controversie che frequen-temente vedevano le istituzioni esenti contrapposte alle struttureordinarie diocesane. Per ovviare a questa esigenza la stessa SedeApostolica, già a partire dagli anni trenta del XII secolo, ma ovvia-mente con maggiore frequenza negli ultimi decenni di quel seco-lo, con l’evolversi dell’esenzione, co n cesse alle abbazie legate aC î teaux dei p r i v i l e g i a indirizzati singolarmente, in cui, dopo las e m p l i ce formula di tutela del patrimonio, furono inserite dell eclausole che atte s t av a n o indulta et libertates r aggiunti dall ’ O r d i n e .Fru t to di un lento processo evolutivo, questa tipologia di docu-mento, conosciuto come Privilegium commune cisterciense, raggiun-se all’inizio del Duecento una forma pressoché definitiva e venneinserito, tra il 1215 e il 1228, nel formulario della cancelleria ponti-ficia. Un’ u l teriore sezione del saggio, con l’analisi dei documentipapali accordati al monastero cistercense di Morimondo, verificail graduale e progressivo agg i o rn a m e n to del dettato dei privilegicistercensi in rapporto allo sviluppo economico e al mutare dellos t a t u s g i u r i d i co dei cenobi nella seconda metà del sec. XII. Altris o n d aggi relativi ai monas teri di Chiarav a lle della Colomba e diFontevivo in una più ampia trattazione dedicata alla relazione fradiritti episcopali e ius proprium cisterciense chiudono il saggio. Locorreda un’appendice documentaria. Maria Pia Alberzoni ci ripor-ta al monachesimo vallombrosano con il saggio Innocenzo III, il IVconcilio lateranense e Vallombrosa (pp. 109-78). Al passaggio dal XIIal XIII secolo il papato si impegnò in un processo di revisione giu-ridica e di riorganizzazione della vita regolare che trovò la sua piùefficace espressione nel canone 12 In singulis regnis del IV conciliolateranense. Nel corso del pontificato di Innocenzo III tale evolu-zione emerse in modo evidente, così che la storiografia ha parlato

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 299

Page 300: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

300

RECENSIONI

di una riorganizzazione dei monasteri benedettini attuata da que-sto papa in collaborazione con la sua curia. L’esame delle vicenderelative alla congregazione vallombrosana dalla seconda metà delXII secolo fino al pontificato di Innocenzo III conferma l’impor-tanza di questo cruciale periodo durante il quale, oltre alle genera-li direttive per una riforma dell ’ i n tera Chiesa su basi giuridiche,all’interno della medesima congregazione fondata da san Giovan-ni Gualberto agirono nuove sollecitazioni che favorirono un fortesviluppo istituzionale attuate e sancite dalle nuove costituzioni del1258. Riveste altresì grande importanza il capitolo ce l e b r a to nel1216 nel corso del quale venne composta la più ampia silloge nor-mativa della congregazione, elaborata sotto il dichiarato influssodel Lateranense IV. Esito di tale sviluppo istituzionale sarà lacostituzione di una struttura raggruppata intorno a Vallombrosa,dotata di più salde basi giuridiche e modellata, con peculiarità pro-prie, sull ’ af f e r m a to paradigma cisterciense. L’ a rt. dedica moltaa t tenzione al ruolo giocato in questa evoluzione dall ’ a b a te Beni-gno e all’applicazione di tali evoluzioni istituzionali nelle diversec ase vallombrosane. Correda anche questo saggio un’ a p p e n d i cedocumentaria. È ancora Guido Cariboni a fornirci ulteriori noti-zie relative ai rapporti fra Sede Apostolica e monachesimo cister-ciense con un saggio intitolato Il papato di fronte alla crisi istituziona -le dell’O r d e n s v e r f assung cistercense nei primi decenni del XIII secolo(pp. 179-214). Fin dai primi decenni dalla nascita dell’ordine iCisterciensi avvertirono il rischio di una loro dissoluzione. Neglianni a cav a llo del 1200, coincidenti peraltro con il momento dimassima espansione di Cîteaux, la possibilità di una dissolutio ordi -nis venne paventata con sempre maggiore insistenza sia all’internoche all ’ e s te rno dell’ordine. Col pontificato di In n o cenzo III ilminacciato crollo della famiglia cistercense fu spesso posto in rela-zione con i frequenti interventi che Roma promosse nei suoi con-fronti. A partire dalla documentazione pontificia è possibiledistinguere quattro problematiche che interessarono il rapporto

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 300

Page 301: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

301

RECENSIONI

tra Cisterciensi e Sede Apostolica durante il periodo innocenzia-no: l’inosservanza nelle abbazie ciste r censi inglesi dell ’ i n te r d e t tocontro il re Gi ovanni d’In g h i l terra, la sovvenzione della crociatada parte dell’ordine, l’impiego dei Cisterciensi in campagne di pre-dicazione fra gli eretici e gli infedeli e, infine, i problemi istituzio-nali che afflissero Cîteaux. Soprattutto su questo ultimo aspetto siappunta l’esame del saggio: si tratta infatti di un ambito privilegia-to per cogliere le relazioni tra ordine e Sede Apostolica e per valu-tare l’evoluzione della struttura giuridica cisterciense e al contem-po l’attuazione della nuova co n cezione del diritto pontificio suireligiosi. In dettaglio sono esaminati gli interventi a questo riguar-do tanto di Innocenzo III quanto di Onorio III, così come le con-seguenze delle decisioni del Lateranense IV. Con l’ultimo saggiodella miscellanea Nicolangelo D’Acunto ci informa a proposito delmonachesimo silvestrino con un ben documentato saggio intitola-to I documenti per la storia dell’esenzione monastica in area umbro mar -chigiana: aspetti istituzionali e osservazioni diplomatistiche (pp. 215-236). Scopo della sua ricerca è verificare i rapporti dell’eremo diMontefano con i vescovi, al fine di individuare le consonanze e ledifferenze che intercorrevano tra i diritti, le esenzioni e le immu-nità concesse da Innocenzo IV a Silvestro Guzzolini e i regimi dieccettuazione dall’autorità degli ordinari diocesani allora in vigo-re nell’area dove la congregazione silvestrina si sarebbe diffusa,ovvero Umbria e Marche. L’articolo ospita pertanto anche un con-t r i b u to alla discussione circa l’autenticità del privilegio di In n o-cenzo IV emanato nel 1248 per i Silvestrini. Infine in appendicel’autore conduce sul medesimo privilegio un’analisi di taglio stret-tamente diplomatistico.

Bernardo Francesco Gianni

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 301

Page 302: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

302

RECENSIONI

J. RATZINGER, In cammino verso Gesù Cristo, San Paolo, CiniselloBalsamo 2004, 144 p. (Attualità e storia, 43).

In questa raccolta di articoli, l’allora Cardinale Joseph Ratzin-g e r, Pr e f e t to della Congregazione per la Dottrina della Fe d e ,attuale Pontefice Benedetto XVI,propone alcuni temi cristologi-ci ed ecclesiologici, ma soprattutto mette in guardia da insidiosei p o tesi, accomodanti verso la cultura odierna, forse apparente-mente più accettabili, ma in realtà riduttive e sostanzialmente ste-rili.

La Parte prima (In cammino verso Gesù) traccia un ideale percor-so di avvicinamento alla figura di Gesù, fondato sulla solida dottri-na della Chiesa.

Il primo saggio («Chi ha visto me, ha visto il Padre») ha come sot-totitolo Il volto di Cristo nella sacra Scrittura. Il punto di partenza èil tema del “vedere Gesù”, a partire da Gv 12,21: “Vogliamo vedereGesù”. E per esplicitare questo tema, inizia una ricognizione deidifferenti modi di “vedere”, nella Bibbia, il volto di una persona.Occorre anzi precisare che il concetto stesso di “persona” è tipica-mente biblico, a differenza, ad esempio, della speculazione greca,che vede l’individuo come semplice espressione accidentale di unanatura comune. La ricerca del volto di Dio, nell’Antico Testamen-to, si manifesta ad esempio nel culto (si pensi ai salmi), ma èsoprattutto in Es 33 che si vede all’opera una dinamica poi ripresadai Padri. L’episodio è quello di Mosè che può vedere Dio solo dispalle. Tra le molteplici interpretazioni che ne ha dato la patristi-ca, veramente pregnante è quella di Gregorio di Nissa: Dio si puòvedere solo di spalle, ossia seguendo Gesù che ci co n d u ce nelm i s tero pasquale. Ecco allora che il “vedere Dio” si attua nell asequela e nella Eucaristia. Dunque si tratta di un volto di Dio con-creto, non l’Uno ineffabile dei platonici o il Nulla del buddismo.

Nel secondo contributo (Ferito dal dardo della bellezza. La croce ela nuova “estetica” della fede), il Santo Padre prende le mosse da un

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 302

Page 303: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

303

RECENSIONI

testo liturgico: due antifone “opposte” del salmo 44 (il salmo delrapporto sponsale tra Cristo e la Chiesa): l’una celebra “il più bel-lo tra i figli dell’uomo”, l’altra presenta il Servo di Jahvé, che “Nonha apparenza né bellezza” (Is 53,2). Questo per dire che la bellezzadi Cristo rifulge proprio nella passione. Occorre superare il con-ce t to di bellezza del nostro tempo, superficiale e illusorio, pergiungere alla vera bellezza, che può essere colta solo andando oltreil sensibile (gli esempi sono quelli della musica bachiana e dell ei cone, che co n s e n tono di cogliere l’Assoluto nell ’ i n teriorità). Lavera bellezza è quella del crocifisso sofferente.

Con il terzo testo (Comunicazione e cultura. Nuovi percorsi per l’e -vangelizzazione nel terzo millennio) si passa ad un tema quanto maiattuale: quello dell’inculturazione. Con buona pace di coloro cheritengono il messaggio cristiano come non legato ad una specificacultura e dunque “adattabile” un po’ a tutte, si mette in evidenzacome in realtà il cristianesimo si sia sviluppato in una cultura con-creta, e dunque la nostra cultura occidentale sia intrinsecamentecristiana. Riprendendo un passo di Basilio, si mostra come non siapossibile una dico tomia tra Vangelo e cultura. Il Vangelo è unainserzione efficace (un “taglio”, dice il Papa commentando Bas i-lio), che non assume superficialmente, ma modifica in profonditàciò che va a toccare.

La Pa rte seconda (La figura del Sa l v a t o r e) risulta ce rt a m e n te lapiù “scomoda”, in un momento culturale in cui è forte la tentazio-ne del relativismo, e in cui, tutto sommato, si pensa che tutte lereligioni si equivalgano.

In realtà, già il primo co n t r i b u to (C r i s t o, Salvatore di tutti gliuomini. Unicità e universalità di Cristo e della sua Chiesa) smentisce ifalsi presupposti del relativismo contemporaneo, ridimensionan-do alcuni “miti” teologici e filosofici che passano per dogmi intoc-cabili. Ad esempio, la interminabile questione del “Gesù storico”,come se fosse possibile separare la divinità dall’umanità di Gesù.Con gli esiti arbitrari (e aberranti) che tutti conoscono: dal Gesù

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 303

Page 304: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

304

RECENSIONI

“maestro di morale” degli illuministi, al Gesù “liberatore” dell ateologia latino-americana. E tutto partendo dal presupposto ,apparentemente demolitore di tutti i dogmi, ma in realtà quantodi più dogmatico possa esistere, secondo cui il soprannaturale“d eve” essere impossibile. È la posizione espressa ad esempio daMonod: dal momento che è impossibile provare che non esistealcun progetto finalistico della realtà, occorre rifiutare tutto ciòche non è percepibile sensibilmente. Chi la pensa così, non siaccorge che non è possibile dimostrare che “Dio non esiste”. Per-ché l’uomo può pur sempre decidere, può ammettere che il mon-do e la realtà abbiano un senso “altro”. E se è vero che “Dio nessu-no l’ha mai visto” (Gv 1,18), è anche vero che il Figlio ce lo ha rive-lato, Lui che è la Verità. E a questo punto il Pontefice inserisce unu l teriore punto di attrito con il p o l i t i cally correct o d i e rno. Dire dipossedere la verità non è forse ingenuità, o, peggio, presunzione?Niente affatto, perché la Verità non è “nostra”, è dono di Dio. Eallora l’attività missionaria, proporre Gesù come “unico mediato-re di salvezza” non è disprezzo per le religioni, ma appello a rag-giungere la Verità che ci è offerta in Cr i s to. E Cr i s to è presentenella Chiesa.

Il successivo saggio (Volgere lo sguardo a Cristo. La figura di Cristoalla luce del racconto delle tentazioni) rappresenta una salutare messain guardia contro le sempre ricorrenti insidie della mentalitàdominante. L’avvio è dato dalla sottolineatura del perenne valoredella ricorrenza giubilare del 2000. Il significato di questa celebra-zione è l’affermazione del fatto che l’Ev e n to di 2000 anni fa harealmente cambiato la storia, le ha dato una nuova direzione. E ladirezione è quella del primato di Dio, del superamento del mette-re al centro noi stessi. La prima tentazione, sempre ricorrente, èquella che pone al primo posto i valori materiali, ma in realtà ognitentativo di cambiare la società prescindendo da Dio trasforma ilmondo in un inferno (l’effetto nefasto del marxismo ne è la più evi-d e n te dimostrazione). Questo non vuol dire trascurare l’aiuto

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 304

Page 305: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

305

RECENSIONI

materiale (il discorso vale soprattutto per le missioni), ma è priori-taria l’evangelizzazione. Anche della seconda tentazione vienemessa in luce l’attualità, attingendo al Racconto dell’Anticristo diSolov’ëv. In sostanza, non si può tentare Dio, imponendogli quel-lo che “dovrebbe fare”, ossia a quali condizioni “saremmo dispostia credergli”. È Lui a prendere invece l’iniziativa, e nel modo piùsorprendente, amandoci fino a dare il Suo Figlio. La terza tentazio-ne, infine, riguarda il cedimento all’uso del potere per sostenere lafede, illusione che si risolve sempre nell’asservimento della secon-da al primo. È l’inganno dell ’ A n t i c r i s to di Solov’ëv: credere dipoter realizzare un mondo razionale, una felicità puramente uma-na, in cui Dio sia co n f i n a to nella sfera privata. In v e ce, Dio noni n te rviene in modo apparisce n te, pote n te, ma mentre i “g r a n d iimperi” crollano, la vittoria è di Cristo.

Con la successiva riflessione (Pane eucaristico e pane quotidiano.Una meditazione sul “Corpus Domini”) si passa ad un tema quanto maiattuale in questo anno Eucaristico. La festa del Corpus Domini, inparticolare, ci ricorda che quello che dobbiamo chiedere a Dio è sìil pane materiale, ma soprattutto quello epioúsios, il Regno di Diogià presente in mezzo a noi.

Più serrato nel dibattito con certe derive della teologia contem-poranea è il co n t r i b u to su E u ca r i s t i a, comunione, solidarietà. Cristopresente e operante nel sacramento. È necessario infatti chiarire la spe-cificità della posizione cattolica, attraverso la spiegazione di tretermini: Eucaristia, comunione e solidarietà. Eucaristia, rendi-mento di grazie, è il significato dell’atto compiuto da Gesù: la cenapasquale ne è solo la cornice. L’essenziale non è il pasto comunita-rio, ma il dono di sé fatto da Gesù. Anche “comunione” è una paro-la al centro di importanti discussioni. Come già “popolo di Dio”,il concetto di “ecclesiologia di comunione” ha subito involuzionied usi riduttivi. Oggi questo termine viene impiegato per contrap-porre una sorta di “concezione federativa” della Chiesa ad un pre-sunto centralismo. Invece la comunione deve essere cristologica:

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 305

Page 306: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

306

RECENSIONI

non è un tessuto di relazioni orizzontali, ma un partecipare dellostesso Pane e dello stesso Calice.

Propositivi, ma anche “difensivi” sono i due ultimi saggi dell’E -pilogo.

Il primo (Universalità e cattolicità), prende le mosse da un testodi sant’Ignazio di Antiochia alla comunità di Smirne (in cui siafferma che la comunità è dove si trova il vescovo, così come laChiesa cattolica è dove si trova Cristo), per approdare ad una ese-gesi del racconto della Pentecoste. Qui appare in pieno l’unità nel-la diversità: tutti i popoli convenuti a Gerusalemme sentono par-lare gli Apostoli “nelle loro lingue”. Ed è proprio questa l’unicaalternativa alle contrapposizioni fra culture che tanto funestano ilmondo d’oggi.

Anche l’ultimo saggio (È ancora attuale il Catechismo della Chie-sa Ca t to l i c a ? Riflessioni a dieci anni dalla sua pubblica z i o n e), prendea t to della ostilità manifestata verso il Mag i s tero da ce rte fr a n g edella teologia. Senza contare che il Catechismo della Chiesa Cat-tolica (CCC) veniva di fatto a sanare un settore, quello del rinno-vamento della catechesi, in cui improvvide e superficiali sperimen-tazioni postconciliari avevano creato non poca confusione. Anzi,un intervento così autorevole del Magistero era visto con diffiden-za, quasi volesse minacciare la “libertà di ricerca”. Come se, postil-la il Papa, la fede non fosse un solido deposito di contenuti, ma uncantiere per sperimentazioni. Ma le critiche e le polemiche sonos terili. Il C a t e c h i s m o, per natura stessa del suo genere lette r a r i o ,non è teologia, è dottrina. È sulla dottrina che si attua la riflessio-ne teologica, non è questa che crea contenuti. Tra l’altro, essendoofferto a tutti, il Catechismo deve essere il più possibile “generale”.Verrà poi mediato nei singoli ambiti. Successivamente, il Pontefi-ce considera alcuni temi specifici di dibattito. In primo luogo, vi èil ruolo della Scrittura nella redazione del CCC. Le accuse di scar-sa sensibilità esegetica non hanno fondamento alla luce dell’asser-to iniziale: il Catechismo non presenta ipotesi, ma ce rtezze. Pe r

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 306

Page 307: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

307

RECENSIONI

q u a n to riguarda la parte sui Sacramenti, viene evidenziata lafeconda ricomposizione fra teologia e liturgia, perduta dai tempidella Scolastica, dopo un lungo periodo di riduzione della scienzacelebrativa a puro rubricismo. Infine, circa la morale, si sottolineain part i colare l’importanza della morale oggettiva, co n t r a p p o s t aalle varie “autonomie morali” postconciliari.

Enrico Mariani

J. RAT Z I N G E R, La Comunione nella Chiesa, San Paolo, Cinisell oBalsamo 2004, 191 p. (Il pozzo. 2a serie, 27).

Una raccolta di saggi già pubblicati è sempre una occasione pre-ziosa per avere una “visione sinottica” sul pensiero di un auto r e ,ma anche per verificarne l’“attualità”. Se, come in questo cas o ,l’Autore in questione è il già Cardinale Joseph Ratzinger, il Prefet-to della Congregazione per la Dottrina della Fede (e dunque il“c u s tode dell ’ o rtodossia” nella Chiesa Ca t tolica) e ora SommoPontefice Benedetto XVI, la citata “visione sinottica” diventa unapanoramica sul contenuto del pensiero credente, e, per definizio-ne prima ancora che per spessore te o r e t i co (che comunque nonmanca), sempre “attuale”.

Si tratta, in effetti, di una raccolta di scritti offerta all ’ a ll o r aCardinale Ratzinger dagli allievi per il 75° compleanno. Ed è benesottolineare “gli allievi”, per non dimenticare che colui che, primadi ascendere al soglio pontificio, per lunghi anni è stato il garantedi quello che, da parte di ce rti settori della teologia, si taccia di“oscurantismo”, o, peggio ancora, di “mortificazione della rag i o-ne”, è in realtà un accademico che da decenni pratica una fecondoconnubio tra scienza e fede, e che sa che questo è possibile peraverlo sperimentato in prima persona.

Il primo saggio non potrebbe essere, appunto, più attuale: Fede

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 307

Page 308: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

308

RECENSIONI

e teologia. Una semplice precisazione terminologica spiazza subitoi più superficiali contestatori. “Credere”, in teologia, non è sinoni-mo di “opinare” (cui si contrapporrebbe l’apoditticità della scien-za), ma rappresenta una certezza di tipo particolare. È una certezza,anche se non assimilabile a quella del pensiero oggettivo. Questopreclude l’azione della filosofia? La risposta viene da Tommaso: lafede è assenso, è decisione. Secondo la definizione classica: unassenso che viene da un atto di volontà, mossa dalla grazia.

Chiarito il suo contenuto, occorre passare allo statuto epistemi-co della teologia (Che cos’è la teologia). La teologia ha per oggetto uncontenuto che non ci siamo dati da soli. Studia qualcosa che nonviene dall’uomo. È dono prev e n i e n te, è la Parola. E, con buonapace di certe semplificazioni, il cattolicesimo non è una religione“del Libro”, o almeno non solo. E questa è una costante nel pensie-ro del Papa: la Parola eccede il Libro. Ci proviene tramite un per-corso pur sempre storico, per quanto “autenticato” da Dio. Occor-re dunque superare il puro scritto, dal momento che questo non ciè più sincronico. Senza per questo invocare il ritorno al partim par -tim d e lla Rivelazione (ed essere tacciati di integralismo), bisognaavere il coraggio di riproporre (e il Pontefice non si stanca di far-lo) il valore della Sacra Tradizione.

Con il terzo saggio (Lo Spirito Santo come comunione) si passa adun ambito più specifico, quello della pneumatologia. Il referente,in questo caso, è Agostino. Al centro vi è la definizione dello Spi-rito come communio, in senso ecclesiologico. Il dono dello Spirito,che è amore, carità, ha una ricaduta ecclesiale: lo scisma, propria-m e n te, come mancanza contro la carità fr a te rna nella Chiesa, èu n’eresia pneumatologica. Erronea è anche l’opposizione Chiesa/Spirito, o carisma/istituzione. Non può esistere libertà se non inrapporto con la verità.

Un ulteriore approfondimento del tema, ma in chiave ecclesio-logica, è al centro del successivo e più ampio contributo (Commu -nio). Il punto di partenza è dato da quella che si potrebbe definire

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 308

Page 309: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

309

RECENSIONI

la “ecclesiologia” lucana di At 2,42: ascolto, unione fraterna, frazio-ne del pane, preghiere. Comunione con gli Apostoli vuol dire pro-prio as coltare il loro insegnamento. Restare in unità significaseguire una stessa dottrina. La communio consiste infatti di comu-nione-eucaristia e comunione-istituzione. D’altra parte, co m u n i-care non è solo di pochi, implica la missione. Di comunione si par-lerà allora in rapporto all’insegnamento degli Apostoli e allo spez-zare il pane. Il tema, nel Nuovo Testamento, è ben espresso in Gal2,9-10, quando Paolo parla del “dare la destra” come segno visibiledi comunione con gli Apostoli autorevoli. E dalla comunione sca-t u r i s ce la missione verso il prossimo. Poi, la parola k o i n o n i a, inambito profano, dice riferimento a qualcosa che si fa in comune.Sono, ad esempio, i “soci” di Simone che fanno una società-koino -nia per la pesca sul Lago, quando Gesù li chiama. Ne ll ’ A n t i coTe s t a m e n to, d’altra parte, il termine co r r i s p o n d e n te , k ha b u ra h,e s p r i m eva solo i rapporti di associazione tra gli uomini, ed indi-c ava, tra l’altro, anche il gruppo di persone riunite per la ce n ap asquale, mentre per la relazione con Dio si ha berith, ossia allean-za. Dunque non vi era comunione tra Dio e l’uomo. La comunio-ne eucaristica, invece, è trasformazione della creatura. La commu -nio cristiana non è solo un rapporto tra pari, è una mutazionesostanziale. Questo è possibile perché Gesù stesso è co m u n i o n etra Dio e uomo.

Eucaristia e missione è il titolo del quinto saggio. Il punto di par-tenza è paradossale. Come racconta la C r o n a ca dei tempi passati aproposito della conversione delle popolazioni russe al cristianesi-mo, si vede come gli ambasciatori, inviati a studiare le varie rchie-se per trovare la migliore, rimangano estasiati dalla contemplazio-ne del Mistero in quella che è ce rt a m e n te la meno “missionaria”d e lle liturgie, quella bizantina. Non un modo part i co l a r m e n teaccattivante di presentare una dottrina (come pretende oggi certapastorale), ma il mistero presentato in se stesso è la chiave di tut-to. L’eucaristia non è missionaria (quindi non può subire adatta-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 309

Page 310: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

310

RECENSIONI

menti o ammodernamenti “creativi”), dice il Papa, è solo per chi ègià nella fede. La fissità nei riti non sarà allora un ostacolo pasto-rale, ma una garanzia. Una celebrazione uguale per tutti non èm o rt i f i c a n te uniformità, ma sicurezza di comunione. È qui ev i-d e n te la reazione contro l’improvvisazione liturgica, ancora ogg iinsidiosa.

Un altro tema difficile è quello del rinnovamento conciliare ina m b i to ecclesiologico (L’ecclesiologia della costituzione Lumen gen-tium). Al di là della comune vulgata corrente, viene ribadito che la“crisi della Chiesa” è in realtà “crisi di Dio”. Non sono le strutturee s te rne che devono essere riformate, ma le coscienze. Somma-mente deleteria è poi la speciosa contrapposizione tra “popolo” e“gerarchia”. Sono problemi connessi con la nuova (nuova in rap-porto alla Tradizione precedente, anche se con base biblica, ancor-ché limitata) espressione di “popolo di Dio”, per la quale il Papanon nasconde qualche riserva, non certo campata in aria, del resto,alla luce degli abusi che ne sono stati fatti. Altro concetto intro-d o t to dal Concilio con le migliori intenzioni, e vittima di unaennesima eterogenesi dei fini, è quello di communio, valido, fonda-to, ma che, come altri, è stato travisato da certe correnti teologi-che. Analogo discorso viene fatto per il rapporto fra Chiesa uni-versale e particolare, oppure per il noto asserto sulla pienezza deimezzi di salvezza , che “sussiste” nella Chiesa cattolica (contro ilrelativismo ecclesiologico). Con una punta di ironia, l’allora Cardi-nale evidenzia come, in rapporto a tutti questi temi, ogni interven-to della sua Congregazione (si badi, in difesa della autentica dot-trina cattolica) sollevi sempre, quasi per “abitudine”, polemiche daparte di certa teologia.

L’ultimo saggio af fronta un tema part i co l a r m e n te dibattuto :Ministero e vita dei sacerdoti. Ancora una volta, a costo di essere sco-moda, la posizione è quella vera, autentica del Magistero. Controtroppo facili pseudo-aperture ecumeniche, è necessario riafferma-re che il sacerdozio cattolico non è essenzialmente un servizio o

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 310

Page 311: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

311

RECENSIONI

un ministero. Tutto questo esiste, indubbiamente, ma in subordi-ne ad una base ontologica. Il carattere del sacramento dell’Ordinecomporta una effettiva trasformazione ontologica. E, oltre al pro-blema di principio, il Papa precisa anche un problema di fatto: lacrisi nel sacerdozio deriva da una eccessiva dispersione nelle atti-vità este rne. Una profonda riconversione all ’ i n teriorità ne co s t i-tuisce il miglior correttivo.

La costante di questi saggi è dunque la difesa dell’ortodossia edella sana dottrina, contro le estemporanee pretese di certi inno-vatori, che appaiono più graditi solo per un sostanziale fraintendi-mento, a livello cristologico o ecclesiologico, di quali problemi sia-no in gioco sui singoli punti dottrinali.

Enrico Mariani

C. SCHÖNBORN, Seguire Gesù ogni giorno. Stimoli per un approfondi -mento della fede, Cantagalli, Siena 2004, 171 p.

Davvero preziose risultano queste catechesi dell’arcivescovo diVienna.

In tempi di confusione, anche teologica, sul tema, tra “moralia u tonome in co n te s to di fede” e altri improbabili esperimenti,r i as coltare la “verità morale” della Chiesa non può che essere utile.Una catechesi piana, di “buon senso” (teologale), se si vuole, maq u a n to mai concreta, e lontana da ce rte elucubrazioni che voglionosolo mascherare un ce d i m e n to al “mondo”.

Il punto di partenza è dato dalla ricerca della felicità, che puòessere raggiunta solo osservando i comandamenti, e as coltando idettami della retta coscienza, come afferma la prima catechesi (" C r i -s t i a n o, riconosci la tua dign i t à ! ". Il fondamento della morale cristiana)

Connesso a questo è il discorso sulla libertà (La vera libertà inC r i s t o). Oggi la libertà tende ad essere sottovalutata (in base all a

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 311

Page 312: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

312

RECENSIONI

genetica, tutto è predete r m i n a to) o sopravvalutata (si è liberi difare tutto). Invece la libertà non è “nostra”, è un dono.

Da non trascurare è anche la coscienza (La coscienza, la voce inte -riore che chiama al bene), da non ridurre a mera sociologia, o peggio,al super-io freudiano. La coscienza non è deterministica: si puòeducare.

La quarta catechesi (Agire in modo umano, agire con responsabilità)invita a non considerare la morale con superficialità. Esiste unaattenzione da porre al contenuto dell’azione: l’intenzione miglio-re non fa l’azione buona. Lo schema proposto è il seguente: nell’a-zione concorrono l’atto umano, l’intenzione, la personalità mora-le, le circostanze.

Un ritorno alla dottrina tradizionale delle passioni (Senza passio -ni non c’è vita morale), intese come affezioni dell’anima, è pure sot-to l i n e a to. Per noi oggi il termine “passione” ha acquisito unavalenza negativa: la passione è, per definizione, irrazionale. Man e lla Sco l astica non era così. Perfino per san To m m aso la parteemozionale dell’uomo è ogg e t to di studio. La dottrina catto l i c anon nega le passioni (come fa, ad esempio, il buddismo), ma inse-gna a controllarle con moralità e ragione.

Un altro tema decisamente negletto è quello, tommasiano, del-la “co n o s cenza per connaturalità («La virtù rende l ’uomo buono» ) .Buono è l’uomo virtuoso, e la virtù si acquista con la pratica. Chip r o d u ce fr e q u e n te m e n te atti buoni, acquisisce l’ha b i t u s a porreg i u s te sce l te in tutte le situazioni. Questo per le virtù naturali.Quanto alle virtù teologali, esse sono dono e grazia.

Proprio in tema di dono, la catechesi successiva («Farsi guidaredallo Spirito...». I doni dello Spirito) è un rapido excursus sulla pneuma-tologia. Lo Spirito, che passa inosservato, è invece sempre all’ope-ra. La guida dello Spirito conduce alla vera libertà.

La libertà, però, può anche portare al rifiuto della grazia (Il pec -cato: distacco da Dio). Il peccato è, come afferma il Catechismo del-la Chiesa Cattolica, mancanza contro la ragione e offesa a Dio. La

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 312

Page 313: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

313

RECENSIONI

gravità del peccato è tanto più evidente, se si considera il sacrifi-cio co m p i u to da Gesù per ripararlo. Proprio perché Dio ci ama,non perché ci rimprovera, capiamo quanto siamo peccatori.

Il peccato non può essere superato con le sole forze umane:occorre la grazia (La grazia: dono di Dio all’uomo). Questa non puòessere meritata, si può solo liberamente rispondervi. L’Autore poiopera distinzioni a partire dalla dottrina tradizionale: grazia santi-ficante, grazia attuale, doni di grazia, grazia battesimale.

Un apposito capitolo («Giustificati da Dio»: vocazione alla santità)è dedicato alla universale vocazione alla santità. Contro tantasuperficialità odierna, anche teologica, che passa sotto silenzio lagravità del peccato e la serietà del giudizio, l’Autore precisa comel ’ i m p o rt a n te non sia che Dio “dimentichi” semplice m e n te i mieipeccati (quasi fossero nulla), ma che li rimetta nella sua misericor-dia. Resta comunque vero che l’iniziativa del perdono è di Dio, eche noi non possiamo attirarci la sua benevolenza a forza di sacri-fici, questa sarebbe una posizione propria del pag a n e s i m o .Comunque, la meta cui tendere è la santità, intesa come attuazio-ne del nostro fine esistenziale, realizzata tramite la sequela dell acroce, la preghiera, l’amore del prossimo.

Si tratta, in sostanza, di una ripresa di temi tradizionali, proprida sempre del patrimonio dottrinale della Chiesa, ma troppo spes-so negletti in nome di improvvidi “adattamenti al mondo” (forse inbuona fede, ma sterili).

Enrico Mariani

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 313

Page 314: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

314

SEGNALAZIONI

SEGNALAZIONI

A mille anni dal martirio: l ’eredità di san Romualdo e dei Q u i n q u efratres. Atti del Convegno. Ferrara, Istituto di Scienze Religiose,15 novembre 2003, Seminario Diocesano di Ferrara - Comacchio,Ferrara 2004, 155 p., tavv.

Se le vicende dei camaldolesi sono ben note (si pensi ad esempio aun San Pier Damiani), forse meno conosciuti sono i primi tempi del-l’esperienza romualdina. Giungono dunque quanto mai opportuni gliatti di questo convegno promosso dall ’ Is t i t u to di Scienze Religiose diFe r r a r a .

Andrea Turazzi (Nel millenario del martirio dei primi evangelizzatori del -la Po l o n i a. La vicenda dei Quinque fra t r e s) spiega gli avvenimenti relativi acinque co m p agni di Romualdo, martirizzati in Polonia, trasmessici nelr a c co n to di Bruno di Querfurt. I cinque missionari dell’Est europeo,a n cora semipagano, erano Benedetto e Gi ovanni (latini), Ma t teo, Is a c-co e Cristiano (slavi). Morirono, uccisi dai pagani, nel 1003.

S tefania Calzolari (La conversione dell’Europa orientale. Il ruolo delp a p a t o), precisa l’iniziativa della Sede apostolica nella promozione del-la missione orientale, in un co n te s to che fa ampio riferimento a Clunye, in generale, al ruolo aposto l i co del monachesimo. Lo stesso re Boles-lao di Polonia, infatti, av eva chiesto monaci a Ottone III per impian-tare una comunità che fosse centro di irradiazione del cristianesimo.

Andrea Zerbini (Coenobium, eremus, evangelium pag a n o ru m : t r ed o n i, una via per vivere oggi nel cuore della missione) propone una rilettu-ra attualizzante della vicenda dei Quinque fra t r e s. In loro l’anelito mis-sionario e la prontezza al martirio nas cevano da una intensa vita co n-templativa. È questo un ottimo esempio di missiologia monastica. Aldi là di sterili polemiche sulla apostolicità o meno del monachesimo,

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 314

Page 315: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

315

SEGNALAZIONI

r e t aggio di decenni di prassi pas torale scaturita da necessità co n t i n-genti di sopravvivenza al tempo delle soppressioni otto ce n tesche (eforse non ancora superata, anche dopo l’accommodata renovatio v o l u t adal Concilio Vaticano II), viene ribadita la sostanziale fecondità dell avita monastica co n te m p l a t i v a .

Paolo Cav a llari (L’eredità della Chiesa del primo millennio: Europa con -t e m p o ranea e nuova genera z i o n e), da parte sua, opera un co ll e g a m e n to traprimo e secondo millennio cristiano, accomunati dalla sfida della (ri-evangelizzazione).

Forse il più originale (almeno quanto alla metodologia di ricerca) èperò il co n t r i b u to di Ma r ce llo Simoni (Pe l l e grinaggi attraverso le terre delDelta intorno all’anno Mi l l e: s. Ro m u a l d o, Ottone III e la vicenda dei Q u i n-que fratres). At t r averso una puntuale indagine dei toponimi presentinei testi ag i o g r afici della prima tradizione romualdina, l’Au tore rico-s t ru i s ce l’evangelizzazione e l’antropizzazione del te r r i torio atto rno aC o m a c c h i o .

In appendice, si forn i s ce l’edizione, con traduzione, di un Fra m m e n -to dell’analisi e del commento del Salmo LXVIII, attribuita a san Ro m u a l d o.

Chiudono il volume l’Indice dei luoghi, l’Indice dei nomi, e una Ico -nografia, con un ricco repertorio illustrato.

Enrico Mariani

L. ART U S O, Liturgia e spiritualità. Profilo storico, Me s s aggero –Abbazia Santa Giustina, Padova 2002, 174 p. (‘Caro Salutis Cardo’.Sussidi, 4).

Il libro che segnaliamo si pone come un lavoro di sintesi storica incui presentare il lungo cammino del rapporto tra liturgia e spiritualità.

Il volume si apre con un’ampia presentazione del prof. AlcesteCatella (pp. 9-20) noto docente dell’Istituto di Liturgia Pastorale del-l ’ Abbazia di santa Giustina di Pa d ova – a cui segue un elenco

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 315

Page 316: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

316

SEGNALAZIONI

bibliografico (pp. 21-22). Il libro affronta la tematica in due parti:«I preludi della spiritualità liturgica» (pp. 23-116) e «L’affermazionedella spiritualità liturgica» (pp. 117-169). Nella prima parte, in quat-tro capitoli, l’Autore presenta il rapporto tra liturgia e spiritualitàa t t r averso uno sviluppo sto r i co che affonda le radici nel Nu ov oTestamento e nei primi secoli della Chiesa (cap. I), esamina l’epo-ca che dai Padri giunge al monachesimo benedettino (cap. II),coglie la valenza liturgico-spirituale nel basso Me d i o evo e negliOrdini mendicanti (cap. III), e infine esamina il periodo prece-dente e susseguente al concilio di Trento con la devotio moderna e ilgiansenismo (cap. IV). Nella seconda parte la tematica della spiri-tualità liturgica è af frontata nel co n te s to della modernità, dell asecolarizzazione e della postmodernità.

Il libro si pone come utile introduzione al vitale rapporto traliturgia e spiritualità, e in questo senso se ne segnala la grandei m p o rtanza sia per la liturgia, come per la spiritualità co l te co m ebinomio inscindibile. Lungo il percorso del volume, però, mi sem-bra che, per l’Au tore, solo in tempi recenti nella vita della Chiesavenga riconosciuta la liturgia quale luogo privilegiato dell ’ e s p e r i e n-za di Dio. Non entro nel merito della questione, mi risulta diffici-le, però, pensare all’esperienza cristiana della comunità aposto l i c a ,dei Padri e a tutto il Me d i o evo senza un forte riferimento alla spi-ritualità liturgica. Tr ovo, inoltre, opinabile la fr ase: «in Occidente larottura tra spiritualità e liturgia cominciò al tempo della Sco l as t i c a ,quando la teologia si allontanò dalla Bibbia e si fece sempre piùa t tenta al pensiero siste m a t i co» (p. 172). Forse, anziché alla Sco l as t i-ca, il riferimento dovrebbe andare ai suoi interpreti. Al di là di que-s te brevi annotazioni critiche, l’opera di Artuso si segnala ce rt a-m e n te per la sintesi delle importanti argomentazioni trattate chene fanno un co n t r i b u to utile e significativo alla storia della te m a t i-ca. Termina il libro un opportuno riferimento bibliograf i co .

Roberto Nardin

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 316

Page 317: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

317

SEGNALAZIONI

I. BI F F I, Tutta la dolcezza della terra. Cristo e i monaci medievali.Bernardo di Clairvaux, Aelredo di Rievaulx, Gertrude di Helfta eGi ovanni di Ford, Jaca Book, Milano 2004, 143 p. (Di fr o n te eattraverso 654. Biblioteca di Cultura Medievale).

Il volume, ennesimo ecce ll e n te fru t to della passione e dell ’ i n-te lligenza di un benemerito studioso che non ha bisogno di pre-sentazione alcuna, intende contribuire a delineare i caratteri del-la cristologia monastica medioevale attraverso un sondagg i oco n d o t to sui testi di Bernardo di Clairvaux, Aelredo di Riev a u l x ,G e rt rude di Helfta e Gi ovanni di Ford. Ne ll’introduzione l’auto-re analizza le differenze fra la cristologia elaborata nel co n te s tod e lle s c h o l a e urbane e quella elaborata nei co n testi claustrali. Laprima è co n t r assegnata dalla q u a e s t i o, dalla d i s p u t a t i o e dagli stru-menti di comprensione e di esposizione forniti dalla scienzalogica e dalla risco p e rta aristo telica. Ne lle scuole cittadine pre-valgono l’analisi e l’esposizione dei dati oggettivi, storici e stru t-turali della fede. Vi ceversa la teologia elaborata nei monas te r inon perderà mai di vista il primato dell’esperienza perseguitaa t t r averso un senso sinte t i co della storia della salvezza e dell ’ u-manità di Gesù Cr i s to, quest’ultima esplorata nella sua sto r i c i t àe nei suoi misteri rivissuti e interiorizzati attraverso la Scrittura,i Padri e la liturgia. La centralità dell’esperienza della lectio divi -n a n e lla vita monastica sugg e r i s ce a Inos Biffi di dedicare il pri-mo capitolo del suo saggio alla significativa metafora di Cr i s tocome libro vivente che rende possibile l’inte lligenza del disegnodi Dio. Nel secondo capitolo, dopo aver motivato l'effettivoc a r a t tere te o l o g i co delle opere dell ’ a b a te di Clairvaux, l’auto r ecoglie il nesso stretto fra antropologia e cristologia come pecu-liare del suo pensiero. La teologia della cristologia di Bernardo èla teologia dell’esperienza del Verbo: la visibilità umana as s u n t adal Verbo è il segno che Dio in un ce rto senso imita l’uomo equesta imitazione offre a questi la salvezza, comunicata nell a

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 317

Page 318: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

318

SEGNALAZIONI

liturgia. È questa divina co n d i s cendenza a rendere imitabile ilCr i s to, as s i m i l a to infatti nella lettura della Scrittura e nella ce l e-brazione liturgica ove si dà la r e p ra e s e n t a t i o dei m ysteria Christi.Ac c a n to alla liturgia sono fondamentali altri due luoghi dell ’ i m i-tazione: la mente (mediante la r e c o rd a t i o - d e v o t i o) e la vita,m e d i a n te la nostra piena conformazione alla santità di Cr i s to .Un terzo capitolo è dedicato al De Iesu puero duodenni e alla parteIII del De institutione inclusaru m di Aelredo, due opere che co s t i-t u i s cono altrettante meditazioni sui misteri del Signore co n s i d e-r a to sicut pra e s e n s, con l'applicazione a essi di tutte le facoltà del-l’uomo: la vita di Cr i s to è come meditata dai sensi che se nel asciano assimilare. Il penultimo capitolo attraverso un esamed e ll e Revelationes e più ancora degli Exercitia spiritualia m o s t r acome nell’esperienza mistica di Gert rude di Helfta il caratte r ec r i s to l o g i co sia centrale: «il mistero di Cr i s to è una relazione per-sonale che sta al centro della letteratura e dell’esperienza di san-ta Gert rude» (p. 110). Quella di Gert rude è infatti una spirituali-tà cristo centrica, unificata dall’Eucaristia e suscitata da una pro-fonda attenzione ai misteri di Cr i s to, dalla sua In c a rnazione eNatività fino all ’ A s censione: «svolgendosi davanti a lei da un latole rivelano la storia del Verbo incarn a to, dall'altro le danno il rit-mo della vita, le segnano le tappe dell’esperienza... At t r averso ilVerbo incarn a to Gert rude sa di entrare nella Trinità, di parte c i-pare alla bellezza della “Trinità fulgida e sempre tranquilla”» (p.111). L’ a u tore non manca di sottolineare il carattere liturgico del-la cristologia di Geltrude, una cristologia cioè disposta e speri-mentata essenzialmente nella forma liturgica. Il volume si co n-clude con la pubblicazione del te s to latino e della traduzione diuno dei Sermoni sul Cantico dei Cantici di Gi ovanni di Ford, unodei più vibranti esempi di amorosa co n templazione e di preghie-ra cristologica sgorgati nel co n te s to dei chiostri ciste r ce n s i .

Bernardo Francesco Gianni

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 318

Page 319: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

319

SEGNALAZIONI

A. CO M A S T R I, Dov’è il tuo Dio? Storie di conversioni nel XX secolo,San Paolo, Cinisello Balsamo 2003, 144 p. (Attualità e storia, 40).

In questo piccolo volume l’arcivescovo di Loreto raccoglie set-te vicende emblematiche di conversione (Adolfo Retté, AndréFrossard, Gi ovanni Papini, Edith Stein, Eugenio Zolli, SergeiKourdakov, Pietro Cavallero).

Ogni scheda si compone di note biografiche e spunti per la pre-ghiera con i salmi.

Si tratta di personaggi molto diversi (tre scrittori, una filosofa, unrabbino, un poliziotto russo, un malvivente italiano), che non hannon u lla in comune, se non l’essere stati “folgorati sulla via di Damas co ” .Alcuni, tormentati come Agostino, approdano al Cr i s t i a n e s i m odopo un lungo trav aglio, altri invece afferrati all ’ i m p r ovviso dalTo t a l m e n te Altro. Misteri della Grazia, che ag i s ce repentinamente ,cambiando inte g r a l m e n te esistenze che prima erano agli antipodid e lla fede. E se per alcuni di essi il cambiamento avviene a partire daq u e lla che si potrebbe definire una esistenza normale, per quanto inu n’altra fede (gli ebrei Edith Stein ed Eugenio Zolli), o nella vita pro-fessionale (Frossard), per gli “scrittori blasfemi” (Retté o Papini), peril criminale pericoloso (Cav a llero) e addirittura per il feroce perse-c u tore sov i e t i co (Ko u r d a kov), il fatto è ancora più impressionante.

L’ e l e m e n to decisivo può essere una lettura, un incontro co nconvinti testimoni della fede, e può avvenire in una chiesa o in unambiente di lavoro. Certamente è radicale, e, lo si deve ammette-re, non manca nei “grandi convertiti” una buona dose di “zelo daneofita”, cui non stonerebbero le parole rivolte un tempo al re deifranchi Clodoveo: Adora quod incendisti, incende quod adorasti.

Retté, ad esempio, dapprima è colpito da una domanda che gliviene posta su come la scienza (la sua “religione”) possa spiegarecome il mondo ha avuto inizio. Poi riflette sul Purgatorio di Dan-te e sulla salvezza offerta ai peccatori pentiti. Infine, consideran-do che la Chiesa Ca t tolica è l’unica che, nei dogmi, ha mante n u to

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 319

Page 320: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

320

SEGNALAZIONI

i n a l te r a te le risposte ai grandi perché dell’umanità (mentre le altrereligioni e confessioni si “adattano” ai tempi), vede in questo un“segno” divino. Ma ancora non “cede”, non vuole rinunciare al suoorgoglio di ateo. Finché, visitando alcune chiese, una “voce” (ne par-la nel suo diario) non lo spinge al passo decisivo. Pe r corsi diversi, maun approdo identico, caratterizzano gli altri “grandi co n v e rtiti”.

E davvero sono infiammati dalla sco p e rta di una fede che dàsenso a tutta la loro vita, ciascuno nel proprio campo (poesia, let-teratura, volontariato, Kourdakov non ne ebbe il tempo, perché fuucciso dai suoi ex-colleghi sovietici poco dopo la conversione).

Un libro sui “grandi co n v e rtiti”, dunque, che speriamo possasuscitare altre “conversioni”, ma che comunque co s t i t u i s ce uninsegnamento e un ottimo strumento di meditazione per tutti.

Enrico Mariani

R. DI CEGLIE - N. VALENTINI (edd.), La spiritualità monastica tramemoria e profezia, Pazzini Editore, Villa Verucchio (RN) 2003, 91p. (‘Monastica’, 9).

Il Centro culturale di spiritualità monastica “Benedetto e Sco l a-stica” ospitato nell ’ Abbazia di Santa Maria Annunziata Nu ova diS colca di Rimini, un’ Abbazia che fu dei Benedettini di Mo n te Oli-v e to, con regolarità organizza incontri di ricerca e stimolanti co ll o-qui sul monachesimo. Il volumetto che presentiamo co s t i t u i s ce ilfru t to di una serie di questi fecondi appuntamenti svoltisi nel Ce n-tro sopra rico r d a to nel corso del 2002. La finalità della pubblicazio-ne di questa raccolta si co lloca nel tentativo di un co n fr o n to delmonachesimo, nelle sue forme storiche e nelle sue valenze antropo-logiche, culturali e spirituali, con la cultura contemporanea.

Il libro si art i cola in due parti. Ne lla prima, dopo la prefazione el’introduzione dei due curatori, prendono posto tre contributi in

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 320

Page 321: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

321

SEGNALAZIONI

cui vengono trattati, rispettivamente, le radici patristiche della spiri -tualità monastica ( D o m e n i co Pazzini), i fondamenti della spiritualitàolivetana (Sergio Livi) e l’attualità della spiritualità monastica ( A l e s s a n-dro Barban). Ne lla seconda parte viene pubblicato uno scritto ine-d i to di Étienne Gilson «La mistica ciste r cense e lo Iesu dulcis memo -r i a» prece d u to da una breve introduzione di Ro b e rto Di Ceglie.

Segnalo solo alcuni spunti meritevoli di attenzione, tra i tanti cheil libro ne evidenzia, e che potrebbero essere ulte r i o r m e n te appro-fonditi in altri incontri dello stesso centro culturale. Mi riferisco, peresempio, al co n t r i b u to sulla fondazione della spiritualità monas t i c anei padri, in cui Antonio, come giustamente è sotto l i n e a to, diventaun punto di riferimento. Ne lla descrizione che viene fornita da At a-n asio, Pazzini (cf. p. 32) rileva con lucidità il pas s aggio da quello chepotremo chiamare, con altre parole, dalla conversio a lla c o n v e r s a t i o e dè quest’ultima ad avere valore nella vita monastica, quale disposizio-ne permanente, un ha b i t u s, alla conversione. La c o n v e r s i o, invece, sipone sul piano del fatto particolare di conversione, è la conversatioin un atto, non uno stato di conversio. In questo orizzonte si apri-rebbero tutta una serie di implicazioni quanto mai attuali e chevanno sotto il nome di formazione permanente.

Un’altra suggestione ci viene fornita dal co n t r i b u to sulla spiri-tualità olivetana, soprattutto dove l’autore (cf. pp. 56-57) sotto l i n e al ’ i m p o rtanza della bellezza come momento qualificante dell ’ e s p e-rienza monastica. A mio avviso qui si tocca un punto che merite-rebbe di essere approfondito. Infatti, nell ’ a u to coscienza del cam-mino della Chiesa co n temporanea la dimensione estetica esprimeuna valenza ecclesiale ricca di implicazioni spirituali e pas torali. Ilmonachesimo dovrebbe fare proprie queste istanze e stimolarep r o f i c u a m e n te la vita ecclesiae cogliendo nella vita monastica unap a rt i colare via pulchritudinis valida sia ad intra (per il monaco) sia a de x t ra per coloro che, a diverso titolo, si affacciano ai monas te r i .

Roberto Nardin

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 321

Page 322: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

322

SEGNALAZIONI

J. PHILLIPS, Le prime crociate, San Paolo, Cinisello Balsamo 2004,361 p., ill. (Vie della storia, 7).

Quello delle crociate è un tema di grande attualità, che riemer-ge puntualmente quando il confronto tra Occidente e Islam si fapiù serrato. Ma molto spesso se ne ha una visione convenzionale,eccessivamente semplificata quando non addirittura falsa.

Giunge dunque opportuna questa messa a punto sul problema,che fa il bilancio dei risultati della più recente produzione accade-mica in materia, mantenendosi comunque su un piano di divulga-zione scientifica.

Pr o g r a m m a t i c a m e n te, il limite cronologico fissato è la finedel XII secolo, proprio perché con la Quarta crociata (1204) ela scomparsa (temporanea) del pur sempre cristiano Im p e r od ’ O r i e n te ad opera di altri cristiani, si ha una svolta decisiva,con il co m p l e to superamento e trav i s a m e n to di quelli che era-no i motivi ispiratori delle prime spedizioni in Te r r asanta.

I motivi che spinsero l’Occidente ad intraprendere questainiziativa senza precedenti, la “crociata” (ma il termine “c r o c i a-ta” è posteriore), sono riscontrati dall ’ Au tore ce rt a m e n te ina m b i to socio-eco n o m i co (necessità di tenere a freno la violen-za inte rna al mondo cristiano proiettandola verso un nemicoe s te rno, utilità di trovare sbocchi per un surplus di popolazioned ov u to all ’ i n c r e m e n to demograf i co). Tu t t avia, si insiste moltonel sottolineare quanto il fattore religioso debba essere “presosul serio”. Per i medievali, le possibilità penitenziali offerte dal“ p e ll e g r i n aggio armato” in Te r r asanta (questo sembra essereciò che inte n d eva bandire Urbano II, quando a Clermont, nel1 0 9 5, diede di fatto inizio a quella che noi chiamiamo “Pr i m acrociata”), con la remissione delle pene dov u te per i propripeccati, erano un elemento decisivo.

Non si pensi poi di trovare nel volume una arida succe s s i o n edi date, eventi, battaglie. Na t u r a l m e n te l’histoire evenementielle

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 322

Page 323: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

323

SEGNALAZIONI

ha il giusto spazio, ma il grosso pregio di questo lavoro è datod a ll’analisi dei caratteri dell ’ i n s e d i a m e n to “fr a n co” (“fr a n c h i ”erano globalmente definiti dai musulmani i crociati) in Orien-te. Un insediamento che non fu né semplice né indolore. Sipensa sempre alle “canoniche” otto crociate come ad episodi“puntuali”: si fa una spedizione, che riesce o meno, si co n q u i-sta (o si perde) Gerusalemme, e nulla più. La realtà è ben altra.La presa di Gerusalemme nel 1099 non fu che un primom o m e n to. Mo l te altre furono le spedizioni armate co m p i u tedai “franchi” contro i vari Stati musulmani della zona, sia perassicurare una più accurata difesa della Città Santa, sia pere s tendere il te r r i torio cristiano. Numerosi furono i co n t i n g e n-ti che rinforzavano i Latini d’Oriente. La “Seconda” (1147- 1 1 4 8 )e la “Terza” crociata (1190-1191) sono entrate nella “numerazio-ne”, ma solo per l’entità delle forze co i n v o l te e per la parte c i-pazione dei sovrani dell ’ O c c i d e n te. Per inciso, l’Au tore preci-sa che alla Prima crociata non presero parte monarchi, e que-s to è abbastanza noto, ma lo è molto meno il fatto che il primore a farsi “c r o c i a to” sia stato addirittura un norvegese, Sigurd,nel 1110. Il volume esamina accuratamente queste spedizioni,l ’ afflusso di rinforzi dall’Europa, i rapporti a volte tesi fra gliStati latini sorti dopo la Prima crociata (Contea di Edessa,C o n tea di Tripoli, Pr i n c i p a to di Antiochia, oltre naturalmenteal Regno di Gerusalemme), le relazioni con gli Stati musulma-ni della zona, a loro volta frazionati inte rn a m e n te, spesso inlotta, in alcuni casi perfino alleati dei cristiani contro i propririvali. Fu proprio questa debolezza della co m p agine islamica af avorire il successo di una minoranza di cavalieri occidentali(non furono mai più di un decimo della popolazione co m p l e s-siva), che, pur “orientalizzandosi”, come non mancavano dilamentare i cronisti, riuscirono a trasferire in Oriente il model-lo socio-eco n o m i co della civiltà feudale. Il tutto senza genera-re un co n f l i t to permanente con le popolazioni auto c tone. Con

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 323

Page 324: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

324

SEGNALAZIONI

il mondo delle Chiese d’Oriente i rapporti non furono diffici-li, soprattutto quando le relazioni con Bisanzio si mante n ev a-no buone (si trattava pur sempre di te r r i tori già appartenuti alba s i l e u s). Si trovò addirittura un modus vivendi tale che, mentrei n f u r i avano battaglie e massacri tra eserciti cristiani e pote n t a-ti islamici, traffici e commerci inte rni dei “franchi” e deimusulmani co n t i n u avano tranquill a m e n te, mentre nei ce n t r iabitati i secondi si limitavano a pagare qualche tributo ai pri-mi, mantenendosi in pace, con sommo rammarico dei cronistimusulmani, che deprecavano questo “tradimento”. Proprio l’u-tilizzo di fonti dell ’ “altra parte”, del resto, co s t i t u i s ce un pre-gio non piccolo di questo volume.

Na t u r a l m e n te, non manca una sezione dedicata agli “Ordinic av a llereschi” (Templari e Ospitalieri), con un lungo e x c u r s u ss u lle attività propriamente sanitarie dei secondi. Mo l to inte-r e s s a n te è anche il riferimento ad altre crociate, parallele aq u e lle “c l assiche”, quali furono le spedizioni contro i mori inPo rto g a llo e Spagna, o contro i pagani del Baltico. Cr o c i a te atutti gli effetti, puntualizza l’Au tore, perché si trattò di spedi-zioni regolarmente auto r i z z a te dal ponte f i ce e debitamente“ i n d u l g e n z i a te”. Anche questi aspetti poco conosciuti dalgrande pubblico hanno la loro importanza.

Pr e g evole infine risulta la scelta di includere una appendicedocumentaria, soprattutto composta di brani di cronache del-l’epoca, e di dotare il volume di una “genealogia dei re di Geru-salemme” (quanto mai utile per districarsi in un groviglio dina-s t i co abbastanza complesso), di una cronologia, di brevi sche-de sui personaggi più importanti (“Le figure principali”), oltrea lla bibliografia e indice dei nomi.

E n r i co Ma r i a n i

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 324

Page 325: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

325

SEGNALAZIONI

E. ZO L L I, Prima dell ’a l ba. Au t o b i o grafia autorizzata, a cura di A.L a torre, San Paolo, Cinisello Balsamo 20042, 284 p. (At t u a l i t àe storia, 42).

Il rabbino capo di Roma Israele Zolli (1881-1956) si co n v e rtì al cat-to l i cesimo nel 1945, e prese il nome di Eugenio, in omaggio a Pio XII,Eugenio Pa ce lli. Considerando l’importanza del caso, l’ev e n to ebbegrande risonanza. Ma è proprio la “pubblicità” che l’Au tore inte n d eevitare con questa “a u to b i o g r afia autorizzata”, come dice il titolo del-la stessa, redatta per fugare indebite congetture e supposizioni, maanche per rendere nota una vicenda che merita di essere co n o s c i u t a .È opportuno anche spiegare brev e m e n te l’origine di questo volume.L’ a n tologia fu pubblicata per la prima volta in America nel 1954, sui n v i to (quasi “per obbedienza”) di due sacerdoti, ma l’originale datti-l o s c r i t to, anteriore, è in italiano, ed è il te s to qui presentato .

L’ Au tore traccia il percorso spirituale che lo ha av v i c i n a to alla reli-gione cattolica. Ne lla prima parte del volume, intreccia episodi del-la sua infanzia, legati soprattutto ai rapporti tra ebrei e catto l i c i(improntati a to lleranza e stima reciproca nell ’ a llora Impero austro-u n g a r i co: Zolli era nato nell’attuale Polonia) con riflessioni e pensie-ri spirituali. Lo stile è, in effetti, forse un po’ arduo, in quanto giu-stappone racconti di avvenimenti, slanci quasi poetici, riflessioniteologiche e spunti esegetici, con riferimenti anche alla lette r a t u r aebraica (ad esempio, talmudica), circostanza che non co n s e n te dir i assumerli o sistematizzarli. Solo la lettura diretta può permette r edi accostarli. Il che ne fa un libro non “difficile”, ma che richiedepazienza per essere “d e co d i f i c a to ” .

Anche la seconda parte, riferita agli anni della guerra e alle perse-cuzioni, è caratterizzata da una prosa molto rapida, quasi ellittica ince rti punti. L’ Au tore deve tra l’altro produrre documenti che te s t i-moniano il suo impegno in favore della comunità ebraica, per sopi-re talune polemiche che lo av evano co i n v o l to. Comunque il tono èsempre molto sereno e pacato.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 325

Page 326: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

326

SEGNALAZIONI

Al di là delle speculazioni che ne sono state fatte, la sua conver-sione non ha nulla di “miracoloso” (a parte il fatto che, ovviamen-te, ogni conversione è opera della grazia), e l’Autore stesso ci tienea presentarla come il logico co r o n a m e n to della sua ince s s a n teriflessione sulle Scritture. Anzi, sia per la sua attività di rabbino,sia per il suo lavoro di docente universitario di ebraico e di orien-talistica, proprio il continuo confronto con il testo biblico gli haco n s e n t i to (per sua esplicita ammissione) di scoprire in Gesù ilcompimento delle Scritture. Il messaggio che l’Autore vuole tra-smettere è sostanzialmente quello della “normalità”: la sua sceltariguarda solo il suo rapporto con Dio. La parte più “soprannatura-le”, una sorta di esperienza mistica, per così dire, della conversio-ne, non compare nemmeno nell’originale, e fu aggiunta dall’Auto-re (se ne ignorano i motivi) solo nella pubblicazione del 1954 (sitrova in appendice del volume, alle pp. 269-275), proprio per quel-la ritrosia al sensazionale che caratterizza il personaggio, che for-se dispiace a ce rti amanti del miraco l i s t i co, ma che non può chetornare ad onore di chi ne fa professione.

In generale, se si può fare un paragone, forse fuorviante, al let-tore viene facile il riferimento alle Confessioni di Agostino. Il lin-guaggio è certamente mistico e poetico, in vari tratti, ma non per-de mai in concretezza.

Di grande attualità è la narrazione del ruolo di Pio XII (e ingenera del mondo catto l i co) nella difesa degli ebrei perseguitati,ma, anche qui, l’Au tore non fa che esporre fatti concreti, e noncerca né apologie, né strumentalizzazioni.

E n r i co Ma r i a n i

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 326

Page 327: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

327

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

a cura di Roberto Donghi

Nella folta galleria degli italiani meritevoli di particolare atten-zione per il contributo recato alla cultura, umanistica e scientifica,che dal lontano 1960 i volumi del Dizionario biografico degli Italianir i compongono con lenta ma pur utile periodicità, proprio con ilvol. 3 (Roma 1961, pp. 538-539) entrò il primo cronista olivetanoAntonio da Barga (+ 1452) con una notizia scritta dal noto medie-vista Raoul Ma n s e lli. A distanza di oltre 40 anni, con il vol. 63(Roma 2004, pp. 306-311) entra nella medesima galleria il più gran-de storico olivetano, Secondo Lancellotti (+ 1643) con una prege-vole ‘voce’ dedicatagli da Emilio Russo, di Roma. Esponente dellacultura enciclopedica del Seice n to, il giovane monaco studiò nelmonastero di Monte Morcino a Perugia, dove era entrato nel 1594,all’età di 11 anni. Manifestò ben presto interesse anche per la sto-ria della Congregazione, fav o r i to, come sempre, dall ’ a b a te delmonastero, don Lorenzo Salvi, che poi divenne anche abate gene-rale. Il Russo, bene informato sulla vasta produzione del Lancel-lotti, anche di quella ancora inedita, non manca di rimarcare le dif-ficoltà che il nostro storico incontrò nell’ambito della Congrega-zione, anche se la vicenda, allo stato attuale delle ricerche, rimanecomplessa e di non facile lettura. Il Russo offre una agg i o rn a t abibliografia essenziale. Ricorda l’incontro a Monte Oliveto con ilcardinale Federico Borromeo che gli dimostrò stima, e con il qua-le intrattenne anche una breve corrispondenza (V. Cattana, Corri -spondenza dei monaci olivetani con il ca rd. Federico Borromeo, i n“Memorie storiche della diocesi di Milano”, vol. 14, 1967, pp. 194-1 9 5, 201-205). Ricorda pure Il Mercurio olivetano (1628), una guidaper le strade d’Italia percorse dai monaci olivetani, che rece n te-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 327

Page 328: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

328

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

mente, per la parte che interessa l’Italia meridionale è stata editada P. De Leo, Viaggi di monaci e pellegrini, Soveria Mannelli 2001, pp.13-66, ed è stato oggetto di minuziosa ed accurata analisi da A. Ser-ra, Da un monastero olivetano all ’altro in una guida seicentesca d’Italia,in “Benedictina”, 50 (2003), pp. 251-336.

* * *Sempre nel vol. 63 del Dizionario biografico degli Italiani ( Ro m a

2004), altre notizie si leggono nelle seguenti ‘voci’:GAETANO BONGIOVANNI, La Bruna, Domenico, pp. 3-5. Di questo

p i t tore siciliano viene segnalata una pala d’altare con S . Fra n c e s caRomana in adorazione della Sa c ra Fa m i g l i a, eseguita nel 1738 per lachiesa dell’Angelo Custode ad Alcamo (Trapani).

RO S S E L L A FA R AG L I A, La m a, Giovan Battista, pp. 107- 1 1 0. Pi t to r enapoletano, allievo di Paolo De Matteis, eseguì intorno al 1740 laVergine con i Ss. Niccolò e Cataldo e i Santi Benedetto, Bernardo Tolomeie Francesca Romana, due pale d’altare al centro delle pareti lateralid e lla chiesa del monas tero olivetano dei Ss. Ni c colò e Cataldo aLecce, mentre nel 1743 gli veniva pagato un dipinto con S. France -sca Romana nella cappella dedicata alla santa nella chiesa di Mon-te o l i v e to a Napoli , ispirata a un opera di identico sogg e t to delMaratta nella chiesa di S. Angelo Magno ad Ascoli Piceno.

ENRICO PARLATO, Lambardi (Lambardo), Carlo Francesco, pp. 145-149. L’opera per la quale questo archite t to aretino (1545-1619)o t tenne i maggiori riconoscimenti fu il restauro della chiesamedievale di S. Maria Nova al Foro Romano a seguito della cano-nizzazione di S. Francesca Romana (1608) sepolta in questa chie-sa. Negli anni 1612-1615, il corpo longitudinale della chiesa, in ori-gine tripartito, fu trasformato in unica aula con cappelle laterali,mentre la facciata medievale preceduta dal portico fu costruita exnovo, come è attualmente.

FRANCESCO LEONE, Lapiccola , Nicola, pp. 715-717. Tra le opere di

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 328

Page 329: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

329

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

q u e s to pittore di origine calabrese ma operante a Roma, vienesegnalata la pala d’altare con Cristo che appare al beato Bernardo Tolo -mei in preghiera, eseguita nel 1776, su commissione del cardinale Sci-pione Borghese, per la chiesa romana di S. Caterina da Siena in viaGiulia, “uno degli esempi più elevati e precoci del clas s i c i s m oriformato, sulla scorta di quanto artisti senza dubbio d’avanguar-dia, quali Giuseppe Cades e Corvi, venivano elaborando”.

AN D R E A BA RT O C C I, Lapo da Poggibonsi (Lapus Tuctus), pp. 735-7 3 6 .Canonista e monaco a San Miniato al Mo n te di Firenze a partire dal1328 e poi abate del monas tero, sov r i n tese alla realizzazione di diver-se opere nella chiesa dell’abbazia, alcune delle quali co m m i s s i o n a tea Taddeo Gaddi (1341), nonché al rifacimento delle pitture del te t to .

FR A N C E S C A FR A N C O, La Re g i n a, Guido, pp. 754-756. Di questop i t tore scomparso nel 1995, vengono segnalate due pale d’altare,e s e g u i te negli anni 1944-1945 per la chiesa olivetana di S. Ma r i aAnnunziata ad Abbazia, vicino a Fiume, nell’Istria, S. Benedetto e S.Rita. La tavola ad olio con la gloria di S. Benedetto, firmata e data-ta 1945, è attualmente conservata nel chiostro piccolo dell’abbaziadi Monte Oliveto Maggiore.

* * *Nel catalogo della mostra Seicento inquieto. Arte e cultura a Rimi -

n i, Fe d e r i co Motta Editore, Milano 2004 (già presenato nell a“Bibliografia olivetana”, cf. l’ulivo 2004/I, p. 242-243) nella sezioneC u l t u ra letteraria e scientifica del Seicento riminese, a cura di EnzoPruccoli, sono citate (p. 205) le Tabulae Gnomonicae dell’abate olive-tano don Ippolito Salò, ristampate a Rimini nel 1626 e descritte daPaola Delbianco (p. 210-211, scheda n. 9)

* * *GRAZIANO MANNI, I signori della prospettiva. Le tarsie dei Canozi e

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 329

Page 330: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

330

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

dei canoziani (1460-1520), I, Cassa di Risparmio di Mirandola, Car-pi 2001, delinea brevemente le peculiarità degli intarsiatori olive-tani: fra Raffaele da Brescia (p. 82) e fra Giovanni da Verona (p. 83e pp. 84-87 con le ill. 88-91). Lo stesso autore nel secondo volume,pubblicato con l’identico titolo, sempre dalla Cassa di Risparmiodi Mirandola, Carpi 2002, propone maggiori approfondimenti indue sezioni: Il coro di Santa Maria in Organo a Verona (1494-99), pp.3 2 1 -330; Fra Raffaele da Brescia: il coro bolognese della chiesa di Sa nMichele in Bosco (1513-1521). Ora a Bologna, Cappella Malvezzi in SanPe t r o n i o, pp. 355-362. I due intarsiatori olivetani sono ill u s t r a t i ,inoltre, da LU C A BO RT O L O TT I, La natura morta. Storia artisti opere,Giunti Editore, Firenze 2003, p. 28 ill. 1 (fra Raffaele da Brescia,tarsia del Victoria Albert Museum di Londra); p. 28 ill. 2 (fra Gio-vanni da Verona, coro di Monte Oliveto Maggiore; p. 30 ill. 1 corodi Santa Maria in Organo). Altre due tarsie di fra Giovanni, trattedal coro di Monte Oliveto e da quello di Verona sono scelte, perspiegare le tecniche della prospettiva, da STEFANO ZUFFI, Il Quat -t r o c e n t o. Le parole chiavi i luoghi i protagonisti (I secoli dell ’ A rte ) ,Electa, Milano 2004, p. 37. Infine la tarsia di fra Raffaele raffigu-rante San Petronio è analizzata da FRANCESCA GHIGGINI, L’immaginedi San Petronio nelle arti minori, in Petronio e Bologna. Il volto di una sto -ria. Arte storia e culto del santo patrono, Ferrara 2001, pp. 225-226.

* * *Ne lla mostra allestita a Varese, Cas te llo di Mas n ago, dal 21 aprile

al 14 luglio 2002, era esposto e descritto nel catalogo della medesimalo straordinario Ritratto di un monaco olivetano della famiglia Pueronidi Luigi Miradori detto il Genovesino, 1650 circa, olio su tela, 141 x96 cm., co n s e rv a to a ll ’ Hispanic Society di New York: FR A N C E S C OFR A N G I, L’età ba r o c ca : Mi l a n o, Cremona e Berga m o, in Il ritratto in Lo m -ba rd i a. Da Moroni a Ceru t i, Skira Editore, Milano 2002, p. 169 e pp.194-195 scheda n. 75 a cura di Grazietta Butazzi e Ma r co Ta n z i .

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 330

Page 331: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

331

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

* * *A Maria Antonietta Spadaro (G. D., Sulle tracce dello Spasimo di

R a f fa e l l o, “Il Gi o rnale dell ’ a rte”, n. 237, novembre 2004, p. 53) sid eve il ritrov a m e n to dell’altare marmoreo sco l p i to da Anto n e ll oGagini intorno al 1519, commissionato dal giureconsulto GiacomoBasilicò per la chiesa del monastero olivetano di Santa Maria del-lo Spasimo a Palermo, e destinato ad incorniciare L’a n d a t a al Cal -vario (Lo Spasimo di Sicilia) che Raffaello aveva dipinto per vole-re dello stesso giureconsulto. Quando nel 1573 i monaci olivetanifurono costretti ad abbandonare la chiesa dello Spasimo e l’annes-so monastero per trasferirsi nella chiesa di Santo Spirito portaro-no con sé sia l’altare del Gagini che il quadro di Raffaello. L’altares m e m b r a to e rico m p o s to più volte nel corso dei secoli, è statoritrovato dalla Spadaro, anni fa, nel giardino di Villa San Cataldo aBagheria; il dipinto di Raffaello, ceduto dai monaci (dietro ricom-pensa mai ricevuta) al Vicerè Francesco de Ajala, incaricato di por-tarlo in Spagna dal re Filippo III, si trova nel Museo del Prado aMadrid.

* * *Sicuramente da riferire a Francesca Romana è la celebrazione,

in S. Maria Nova della “festa de una certa beata de la quale hannolì il corpo li frati” (Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gongaza,b. 843, 1. 421), alla quale partecipò nel 1476 anche il cardinale Fran-cesco Gonzaga (1444-1483), peraltro poco propenso in generale aprendersi cura dei doveri spirituali connessi al suo ufficio di pro-te t tore della Congregazione Olivetana. La notizia, inedita, èsegnalata nel profilo del Gongaza tracciato da ISABELLA LAZZARINI,in Dizionario biografico degli Italiani, LVII, Roma 2001, pp. 756-760(a p. 757).

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 331

Page 332: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

332

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

* * *La Historia della gloriosa imagine della Madonna di Lo n i g o, s c r i t t a

nel 1604 da don Domenico Bertani, monaco olivetano di Verona,è alla base dell’ampio e ben documentato studio di FR A N C E S C ALOMASTRO, La leggenda di fondazione del santuario di Santa Maria deiMiracoli di Lonigo, “Annali dell’Istituto storico-germanico di Tren-to”, 26 (2000), pp. 615-639, in cui l’a. analizza co m p i u t a m e n te levicende che portarono la chiesa di S. Pietro in Lamentese a Loni-go, uno dei più ricchi e popolosi castelli del Vicentino, ai confinicon i territori veronese e padovano, ad assumere le fattezze di unsantuario mariano, nel 1486, allorché un’immagine della Madonnas fregiata ripetutamente dai colpi, acco m p agnati da orribilibestemmie, di un malvivente, avrebbe versato sangue e spostato lemani verso gli occhi e il petto feriti. Ne ll’analisi, non priva diaddentellati sociologici e antropologici, è messa in risalto anche lapreoccupazione del Bertani di sancire autorevolmente la presenzadegli olivetani quali “depositari e custodi di quella presenza delsacro” nell’antica chiesa di S. Pietro, dipendente dal loro monaste-ro veronese di S. Maria in Organo e, poco dopo l’evento prodigio-so del 1486, da essi eretta a sede di una comunità monastica sottoil titolo di S. Maria dei Miracoli, attiva dal 1489 al 1771.

* * *DA N I E L A CA M U R R I, L’arte perd u t a. Le requisizioni di opere d’arte a

B o l o gna in età napoleonica (1796-1815), M i n e rva Edizioni, San Gi o r-gio di Piano (BO) 2003, rico s t ruendo le vicende delle opereas p o rt a te dai fr a n cesi ne cita alcune che orn avano la chiesa e ilm o n as tero di San Michele in Bosco a Bologna: la pala d’altare delGuercino, Il Beato Bern a rdo Tolomei riceve dalla Vergine la regola delsuo ord i n e, 1661, olio su tela, cm. 307 x 195, prima tras p o rtata a Pa r i-gi, Louvre luglio 1797, esposta nel 1798, poi a Bordeaux dal 1801 e

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 332

Page 333: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

333

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

d i s t rutta nell ’ i n cendio del museo del 1871 ( pp. 171, 180, 182, 187);la pala dell’altare maggiore di In n o cenzo da Imola, La Beata Ve r -gine in trono col Bambino, San Michele Ar cangelo e i Santi Pietro e Bene -d e t t o, 1 5 1 7, olio su tavola, cm. 397 x 258,5, assegnata a Brera nel1809, resa nel 1816 alla Pi n a co teca Nazionale di Bologna (p. 178,195); il dipinto di Denys Ca l v a e rt, San Pietro consegna le chiavi a Sa nC l e m e n t e, olio su tela, cm. 208 x 135 (che si trov ava nella chiesa sot-terranea del monas tero), port a to nel magazzino di Mo n t a l to ,s ce l to per la Pi n a co teca dell ’ Accademia di Belle Arti di Bologna,a Brera il 5 giugno 1811, dal 2 luglio 1821 nella chiesa parrocchialedi Copreno, provincia di Milano (p. 191); la tavola del refetto r i om o n as t i co, L’apparizione dei tre angeli ad Ab ra m o, di Giorgio Vas a r i ,p o rtata a Brera il 3 giugno 1809, data in deposito dal 1828 all achiesa di S. Maria In coronata di Milano, ma attualmente disper-sa e nota solo attraverso un disegno auto g r afo dell ’ a u tore co n s e r-v a to a Lille, Musée Wicar (p. 177, 197). Nel volume (p. 195) trov i a-mo elencata anche un’opera che interessa l’ico n o g r afia di Fr a n ce-s co Gessi: La Madonna e i santi Ni c o l a, Lorenzo e Fra n c e s ca Ro m a n a,olio su tela, cm. 238 x 153,5, trasferita dalla chiesa della Confr a te r-nita di Santa Maria dei Poveri di Cr ev a l core (Bologna) e custo d i-ta, dal 3 giugno 1809, nella Pi n a co teca di Brera, attualmente nonpiù esposta.

* * *La pala d’altare di Michele Rocca, Santa Fra n c e s ca Romana rice -

ve il Bambino dalla Madonna (1696 circa) della cappella dedicataa lla santa nella Basilica di Santa Maria Nova a Roma, è documen-tata nel catalogo dedicato al pittore da GI A N C A R L O SE S T I E R I,Michele Ro c ca e la pittura rococò a Ro m a, Edizioni Antiche Lacche( Roma?) 2004, pp. 7, 259 scheda 58 A.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 333

Page 334: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

334

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

* * *Al musicista olivetano Crisostomo Rondini (1576-1628) è dedi-

cato un breve contributo di Angelo Mafucci, che ne ricostruisce ilpercorso biografico e la produzione musicale: Crisostomo Rondini:sconosciuto polifonista del sec. XVI, in “Rivista In te rnazionale diMusica Sacra”, n. s., 23 (2002), pp. 91-94. Sempre del Rondini, ilCentro Ricerca e Documentazione Musicisti Aretini, ha ristam-pato le Cantiones Sacrae a 2, 3 voci e basso continuo (Anversa 1624), tra-scrizione e revisione di Fulvio Trapani e Marco Sofianopulo, Pizzi-cato Edizioni Musicali, Udine 2003. Si tratta di 26 brani a 2 o 3 vociripresi dalla Bibbia e dalla Liturgia delle Ore. In copertina è ripro-d o t to l’af fr e s co di Lorentino d’Andrea, 1511, La Madonna con ilBambino e i santi Benedetto e Bernardo, della chiesa del monastero oli-vetano di San Bernardo di Arezzo dove il Rondini fu abate neltriennio 1626-1628.

* * *La ricerca di MARIA TERESA FILIERI, Per una storia della formazio -

ne delle collezioni museali lucchesi, in Lu c ca città d'arte e i suoi archivi.Opere d ’arte e testimonianze documentarie dal Medioevo al Novecento, acura di MA X SE I D E L e RO M A N I SI LVA, Marsilio Editori, Ve n e z i a2001, ci informa delle opere d’arte passate dal monastero oliveta-no di San Ponziano alla chiesa di San Romano ( i due grandi dipin-ti con Storie del Beato Bernardo Tolomei, pp. 409, 413 nota 28) e nelMuseo di Villa Guinigi (l’altorilievo con L’An n u n c i a z i o n e di MatteoCivitali, p. 409 e il Martirio di San Bartolomeo di Pompeo Batoni).Per il monas tero di San Ponziano è da segnalare lo studio di A.CA L D E RO N I MA S E TT I, Il convento di San Ponziano a Lu c ca e Ma t t e oCivitali, in La scultura decorativa del primo rinascimento (Atti del pri-mo convegno internazionale di studi di Pavia 1980), Pavia 1983, pp.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 334

Page 335: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

335

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

75-80.* * *

La documentazione sulle opere dipinte da Dionisio Calvaert asan Michele in Bosco di Bologna per la chiesa sotterranea e la fore-steria, la troviamo nel volume di SIMONE TWIEHAUS, Dionisio Cal -vaert (mm 1540-1619) Die altarwerke, Reimer Editore, Berlino 2002,pp. 70, 81, 99, 122 (nota 67), 135 (nota 196), 136 (nota 204), 175, 242.

* * *Nel catalogo pubblicato da PI A PA L L A D I N O, Treasures of a Lo s t

Ar t. Italian manuscript painting of the Middle Ages an Re a n a i s s a n c e,Edizioni The Metropolitan Museum of Art (New Jork) 2003,emergono riferimenti a miniature di manoscritti olivetani decora-ti da alcuni famosi artisti: il Magister Im p e ra t o rum, pp. 107- 1 1 3(schede 53, 54, 55 a, 56),114; Girolamo dai Libri, pp. 140-141 (sche-da 68), 172 (scheda 86); il Maestro B. F., pp. 142-143 (scheda 70); ilMaestro di Montemorcino, pp. 145-146 (scheda 72); Francesco Moro-ne, p. 171-172 (scheda 86).

* * *Gli Atti del convegno inte rnazionale te n u tosi dal 4 al 6 otto-

bre 2001 nel Palazzo Ducale di Camerino per celebrare la signo-ria dei Da Varano sulla città, sono stati pubblicati rece n te m e n-te in una accurata edizione: I Da Va rano e le arti, I e II, Gi a n n iMaroni Editore, Ripatransone (AP) 2003, a cura di Piera Ma r-chi e Pierluigi Fa l aschi. Nel primo volume MA R I O SE N S I, Mo v i -menti religiosi nei domini dei Va rano e dei Tr i n c i, o f fre agg i o rn a tenotizie sulla presenza olivetana a Camerino, prima a SantaMaria Nova e, succe s s i v a m e n te a Santa Maria Annunciata diColdibò (pp. 160.163). Nel secondo volume AN N A TA M B I N I, Un a

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 335

Page 336: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

336

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

c o n g i u n t u ra crivellesca e ca m e rate ad Ascoli Pi c e n o, descrive i quattros co m p a rti di un disperso polittico, già nella chiesa olivetana diSant’Angelo Magno di Ascoli Pi ceno ora nel locale Museo Dio-cesano (pp. 823-829, 832-843, fig. 1, 2, 3).

* * *La mostra dedicata dalla città di Foligno, nel 2002, a Niccolò di

L i b e r a tore detto l’Alunno, il suo più famoso pittore, è stata ill u-strata da un puntuale catalogo: Nicolaus Pictor – Nicolò di Liberatoredetto l’Alunno. Artisti e botteghe a Foligno nel Quattrocento, Associazio-ne Orfini Numeister, Foligno 2004, a cura di Giordana Benazzi eElvio Lunghi. Nella sezione IX del volume (ELVIO LUNGHI, La deco -razione della chiesa di Santa Maria in Campis, p p . 4 5 2-4 74) vengonoesaminati gli affreschi dipinti dall’Alunno e da altri artisti della suacerchia nella chiesa abbaziale olivetana che più volte è citata perraffronti stilistici nelle altre sezioni del catalogo (pp. 96, 148, 150,164, 176, 184, 202, 206, 208-209, 251-252, 277). Ne lle altre sezionisono da ricordare anche le pagine che illustrano due affreschi stac-cati dalla Loggia del Paradiso (appartamento abbaziale) dell’abba-zia di Sassovivo (pp. 140-141) e lo straordinario polittico di DonnaBrigida della chiesa di San Nicolò (pp. 235-240, 488-479): abbaziae chiesa appartennero ai monaci olivetani.

* * *Lo studio dei manufatti lignei delle chiese dell ’ Umbria e dell e

marche hanno co n t r i b u i to, in questi ultimi anni, a co n o s cere lacommittenza e gli autori di molti arredi della chiesa del monaste-ro olivetano di San Pietro a Gubbio. I numerosi documenti riguar-danti la chiesa, l’altare maggiore, l’organo e la sacrestia sono frut-to della ricerca di FABRIZIO CECE, FRANCESCO MARIUCCI, ETTOREA. SANNIPOLI, Documenti su opere di maestri del legname attivi a Gub -

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 336

Page 337: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

337

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

bio fra X I V e XIX secolo, in S c u l t u ra e arredo in legno fra Marche eUmbria (Documenti I a cura di Grazia Maria Fachechi), Comunedi Pergola, 1999, pp. 60, 62-72. I pregi artistici, nell’ambito dell’ar-te lignaria eugubina, della porta intarsiata e degli scanni del monu-mentale refettorio del monastero, sono evidenziati da ETTORE A:SANNIPOLI, Il coro di San Domenico, Pierangelo di Antonio e alcune rifles -sioni sull’arte del legno a Gubbio nel primo Cinquecento, in Scultura e arre -do in legno fra Marche e Umbria (Atti del primo Convegno, Pergola24-25 ottobre 1997), a cura di Gi ovan Battista Fidanza, Quat-troemme Edizioni, Ponte San Giovanni (PG) 1999, pp. 89-91, 96-97; appendice con il contratto per la realizzazione del coro, del leg-gio e di due porte della chiesa. La registrazione di uno dei libri con-tabili di tutte le spese dell’abbazia di San Pietro per realizzare lamonumentale cassa e la bellissima cantoria dell’organo “qualvolemmo con l’aiuto del Signore e Dio principiare e finire”, sonoi ll u s t r a te da FR A N C E S C O MA R I U C C I, Contributo alla storia dell ’a r t el i gnaria eugubina del XVI secolo: l ’o rnamentazione degli organi monu -mentali del duomo e di San Pietro in Gubbio, in L’a r t e del legno traUmbria e marche dal Manierismo al Rococò (Atti del Convegno, Foli-gno 2-3 giugno 2000), a cura di Cristina Grassi, Quattroemme Edi-zioni, Ponte San Giovanni (PG) 2001, pp. 101-110. Ulteriori docu-menti che interessano i lavori per la chiesa del monastero di SanPietro sono editi da FABRIZIO CECE, FRANCESCO MARIUCCI, ETTO-R E A. SA N N I P O L I, Documenti su opere di maestri del legname attivi aGubbio fra XIV e XIX secolo: seconda parte, in Scultura e arredo in legnofra Marche e Umbria (Documenti II), a cura di Grazia Maria Fache-chi, Comune di Pergola, 2002, pp. 76-77, 89-91, 93-95, 97, 100, 103-105, 108, 114-116, 117, 125, 168-170.

* * *Diversi riferimenti all’abbazia di Mo n te Oliveto Maggiore si

leggono nello splendido volume Il paesaggio toscano. L’o p e ra dell’uomo

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 337

Page 338: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

338

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

e la nascita di un mito, a cura di Lucia Bonelli Conenna, Attilio Bril-li, Giuseppe Cantelli, Siena, Monte dei Paschi di Siena, 2004, pp.12, 56, 136, 479. In appendice al co n t r i b u to di ATT I L I O BR I L L I, Ilpaesaggio toscano e lo sguardo del viaggiatore, due brani anto l o g i c iriguardano direttamente l’abbazia. Il primo di John Ad d i n g to nSymonds, Le crete verso Monteoliveto Maggiore, 1874, tratto da NewItalian Sketches (Leipzieg 1884) e l’altro di André Suarès, Il conventodella luna, 1932, tratto da Voyage du Condottiere (Parigi 1986).

* * *Per la storia del monas tero di san Gi a como di Bari, oltre il

recente contributo di ENRICO MARIANI, Un testo costituzionale per ilmonastero delle benedettine olivetane di S. Giacomo di Bari nell’archiviodi Monte Oliveto Maggiore, in “Benedictina”, 51/1 (2004), pp. 111-149(cf. l ’ulivo, 2004/1, pp.210-212), altre notizie si leggono nel contri-buto di SALVATORE PALESE, Vescovi visitatori nelle province pugliesi perla riforma “tridentina” dei monasteri femminili, in Oltre le grate. Comu -nità regolari femminili nel Me z z o g i o rno Mo d e rno fra vissuto religioso,gestione economica e potere urbano (Atti del Seminario di Studio. Bari2 3-24 maggio 2000), a cura di Mario Spedicato e Angelo D’Am-brosio, Cacucci Editore, Bari 2001, pp. 261, 265, 266, 268, 273. Nelmedesimo volume ANGELO D’AMBROSIO, Organizzazione domestica egestione contabile. La struttura di alcuni monasteri pugliesi, presenta lostato economico del monastero delle olivetane di san Pietro Nuo-vo di Bitonto, che negli anni 1744-1745 registrava la presenza di 63monache guidate dalla badessa Carmela Chiurlia (p. 225-226), eGIAN LUDOVICO MASETTI ZANNINI, Vivere in monastero. Impiego deltempo e pratiche quotidiane alla fine del Cinquecento nelle Puglie, segna-la l’adozione nel monastero delle benedettine di san Giovanni Bat-tista a Taranto di un Breviarium monachorum Montis Oliveti novissi -me impressum cum notationibus numerorum in marginibus Ps a l m o ru m ,Hymnorum, Antiphonarum et Responsionum et Capitulorum et Historia -

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 338

Page 339: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

339

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

rum, quo libro Bibie e quot capitulo facillime inveniatur quampluries figu -ris ornatum, rilevata dal visitatore apostolico durante la visita a quelmonastero il 26 giugno 1577 (p. 41 e nota 24).

* * *Nel numero monografico che la rivista “Diocesi di Milano. Ter-

ra Ambrosiana”, XLV / l u g l i o - ag o s to 2004, ha dedicato al beatocardinale Alfredo Ildefonso Schuster O.S.B. a cinquant’anni dallamorte (1954-2004), il contributo di GIOVANNI SPINELLI, L’arcivesco -vo Schuster e il mondo benedettino, pp. 72-80, accenna anche ai “fra-terni rapporti con la Congregazione benedettina di Monte Olive-to”, iniziati molto presto a Roma quando don Ildefonso era mona-co a San Paolo fuori le mura, con la co llaborazione alla “RivistaStorica Benedettina”, diretta da don Placido Lugano e continuatipoi durante il suo episcopato milanese, in modo particolare con lacomunità olivetana di san Benedetto in Seregno presente nella suadiocesi.

* * *Nel volume Palazzo Sansedoni, a cura di Fabio Gabbrielli, Siena

2004, che ripercorre le vicende storiche, architettoniche e pittori-che dell’antica dimora della famiglia Sansedoni, ora sede della Fon-dazione Monte dei Paschi di Siena, il contributo di LAURA BONEL-L I, L’inventario del 1773 e la collezione d ’arte di Ottavio Sa n s e d o n i, pp.4 7 9-486, pubblica la parte dell’inventario dei beni che Ottav i oSansedoni, dece d u to a Siena il 24 maggio 1773, las c i ava ai suoinipoti in cui, tra i dipinti, le sculture e le opere di pregio, vengonosegnalati “quattro quadri alti braccia uno circa e larghi a propor-zione con cornici rozze esprimenti quattro teste, una di S. Giovan-ni Evangelista opera del Balassi, l’altro un S. Pietro opera del Cap-puccino Genovese, altro il Beato Bernardo Tolomei opera di Gui-

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 339

Page 340: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

340

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

do Reni e l’altra un fr a te fr a n cescano di Rutilio Manetti”. Ne ll ’Ap p e n -dice documentaria viene riport a to il seguente brano di una lettera diRutilio Sansedoni del 13 ottobre 1758 a Gi ovanni Sansedoni: “Ordinais u b b i to li due Beati Sansedoni e Tolommei (sic!) co lle rispettive armial Ceccarelli, che mi promise sarebbero stati fatti dentro il presentemese, e sicurissimamente al primo del futuro” (p.451).

* * *L’ingegnere Cesare Formenti (Milano 1852-1928), legato da vin-

coli di profonda amicizia con i monaci olivetani, ha progettato lachiesa abbaziale e il monas tero di San Benedetto a Seregno e ilcomplesso monasteriale con la chiesa di Santa Maria di Monte Oli-veto di Ribeirao Preto in Brasile. Il Formenti aveva lasciato la suaprestigiosa biblioteca al monastero di Seregno che, dal 1998 in poiper le numerose donazioni dell ’ a r c h i te t to Bartolomeo Ca b e ll aLattuada, custodisce anche i disegni, i progetti, la documentazio-ne relativa all’attività da lui svolta dal 1880 al 1928. Le notizie cir-ca la co n s i s tenza, lo stato e il luogo di co n s e rvazione, il titolo diacquisizione, i riferimenti bibliografici del fondo archivistico delFormenti sono reperibili nella voce Cesare Formenti, in Censimentodelle fonti. Gli archivi di architettura in Lombardia (Centro degli AltiStudi sulle arti visive) Comune di Milano 2003, p. 84, a cura di Car-lo Mariani, archivista della Capitolare di Seregno.

* * *Il dipinto di dom Ambrogio Fumagalli (+ 1998), Apocalisse (olio

su tela, 230 x 115 cm., opera acquistata dal Comune di Seregno nel1966 come opera vincitrice del II premio al Concorso Ottav i oCabiati) è catalogata, con la riproduzione, nel volume Arte a Sere -gn o. Raccolta delle opere di proprietà comunale, A rti Gr afiche Lupi,Cinisello Balsamo, 2004, p. 94.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 340

Page 341: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

341

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

* * *La tesi di laurea che Monja Faraoni ha dedicato all’ultimo lavo-

ro eseguito da Fra Giovanni da Verona, i 23 pannelli intarsiati peril coro del monastero olivetano della SS.ma Annunziata a Lodi, giàsegnalata in queste note (cf. l’ulivo, 23, 1997, n. 3-4, p. 95), è ora con-fluita, con alcuni adattamenti, nello splendido volume MO N JAFARAONI, Le tarsie di fra Giovanni da Verona nel duomo di Lodi, Basili-ca Cattedrale di Lodi 2004, pp. 126, in cui sono riprodotti a colo-ri gli undici pannelli rimasti, inseriti nel coro della cattedrale lodi-giana, con una appendice di documenti e testimonianze su fr aGiovanni da Verona.

* * *La pala d’altare, San Benedetto dà la regola al beato Bernardo Tolo -

m e i, di Girolamo da Cotignola (Berlino, Gemaldegalerie) datata1526, già nella chiesa di S.Michele in Bosco a Bologna, è motivo diconfronto stilistico con l’arte di Francesco Raibolini, detto il Fran-cia. NICOSETTA ROIO, “Sfortuna” del Francia e del Costa, in “Studi diStoria dell’Arte”, 13, 2002, pp. 45, 57, fig. 17.

* * *Il chiostro ottagonale di San Michele in Bosco a Bologna, affre-

scato dai Carracci, era stato impiegato sia da Guido Reni che daGi ovanni Andrea Sirani (padre della pittrice Elisabetta Sirani)come stru m e n to didattico nella formazione artistica dei propria ll i evi, tra i quali il grande incisore Gian Battista Zani. AD E L I N AMODESTI, Elisabetta Sirani. Una virtuosa del Seicento Bolognese, Editri-ce Compositori, Bologna 2004, pp. 182-187.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 341

Page 342: l ’ U l i v o · 2017. 8. 28. · Tale necessaria centralità era stata ribadita dal Santo Padre come fondamento sicuro e fecondo di ogni dinamismo pas torale proprio all’indomani

342

BIBLIOGRAFIA OLIVETANA

* * *

Nell’opera in due volumi di GIULIO GIACOMETTI e PIERO SESSA,Sete del Dio vivente. Meditazioni sul Purgatorio negli scritti mistici, Edi-zioni Segno, Tavagnacco (Udine) 2003, alle pp. 143-165 del primovolume, con il titolo Il Purgatorio angelico, a cura di Alessandra Bar-tolomei Ro m agnoli, viene pubblicata la traduzione italiana delTrattato del Purgatorio di santa Fr a n cesca Romana, già pubblicatod a lla stessa curatrice nell’edizione critica latina (Santa Fra n c e s caRomana. Edizione critica dei trattati latini di Giovanni Mattiotti, Cittàdel Vaticano 1994, pp. 873-890). La traduzione è preceduta daalcuni cenni biografici sulla santa, da una introduzione al trattatoe da una nota bibliografica aggiornata.

* * *Nella relazione del Magnifico Rettore del Pontificio Ateneo S.

Anselmo di Roma, P. Albert Schmidt, osb, svolta il 13 ottobre 2003all’inaugurazione dell’anno accademico 2003/2004, si rileva, tra gliimpegni più significativi tenuti dai docenti dell’Ateneo benedetti-no presso altre istituzioni, il «convegno di studio “la te o l o g i asapienziale tra medioevo e postmodernità” tenutosi all’Abbazia diMo n te Oliveto Maggiore» (PO N T I F I C I U M AT H E N A E U M S. AN S E L M IDE URBE, Liber Annualis 2003, Romae 2004, p. 11). Lo stesso Retto-re, all’inaugurazione dell’anno accademico 2004/2005, svolta il 11ottobre 2004, ha ricordato come i docenti dell’Ateneo benedetti-no abbiano partecipato «a un ciclo di conferenze sull’obbedienzamonastica nel corso dei secoli presso il monastero di S. FrancescaRomana» (PO N T I F I C I U M AT H E N A E U M S. AN S E L M I D E UR B E, L i b e rAn n u a l i s 2 0 0 3-2004, Romae 2005, p. 14). Entrambi i riferimentisono presenti anche in Sant’Anselmo forum. Notiziario del Pontifi-cio Ateneo Sant’Anselmo, Roma 2004, p. 6.

impaginato Ulivo ok 2005 1-08-2005 11:39 Pagina 342