L. 1.500 n Le bugie della Pravda e le verità di...

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1 IISJIIGUI Il NOSTRO PARJIJO: La linea da Marx, a Lanin, a lil1111921, alla l1tt1 d11l1 sinislra contra la d111nar1zion1 di 11111, al riliula d1i blacchi partiai11i, 11 dura ap111 del restaura ~11~ d1llrin11 d1l1'1rgm riHluzianaria, 1 conlatto con la classa 1p1raia, luari dal polilimti110 parsan1la ad 1lattaralmo. oraano del partito comunista internazionale 24 set t .-8 ot t. 190t5 N r. 17 IL PROGRAMMA COMUNIST A . Cas. Post. Hl Ml LANO Una copia L 50 . Abb. ann. L. 1. 200 Abb, sostemtore, L. 1. 500 Sped. in Abbonamento postale - Gntppo n Corisapevole per lunga espe- rienza che, fra tutte le dee della cultura, la storia è la più facile da violentare, squaldrinella co- m'è la « Pravda >> scrive dunque che' il problema del « tipo di aiuto del proletariato al potere ai movim~nt , i rivoluzion:3ri degli I Nelle tre pu. ntate precedenti essere ~rett~mente neutrale co; luppo e. I'ascensions del movi- 1 si... Non diciamo che il partite àltri Paesi e sorto subito dopo nr. 10, 14, 16 di <<Programma))) me i rrformisti pretendono ... Ne mento di reststcnzu, 11 quale non debba mettersi contro la famo- l a Rivoluzione d'Ot tobre. Su que- si è mostrato came il problema coi riformisti nè coi sindacalisti puô essere florido e robusta se sa unità, ma vogliamo che la sto tema si scont rarono allora dei rapporti fra partita di classe sul terreno dell'organizaazione. non riunisce nei suoi quadri un fraxione rivoluzionaria non la- Lenin ~ i Ienlnisti d~ una parte, ~ sindaca._ti op~rai sia stato visto I Vogliamo cho l~ organizzazi oni nun:iero . sempre maggiore di o_r- sci Iivragarn sotto questa formu. e, dall altra, prima 1 comunist i in modo mvanante da Marx, En- divengano soc~altste e non fini- ganizzati, nessuno lo pane m la Il suo pensiero nei riguardi di destra e poi i trotskisti con le gels e Lenin, e come sulla stessa ! scano nella morta g ara dell'apo- dubbio. Ma nel favorire 1o svi- dell'organizzazione che dovreb- loro proposte « avventuristiche » linea - immutabile perchè di l liticismo... luppo delle organizzazioni eco- be essere recisam' ente estraneo sull a « guerra rivoluzio naria » principio - si sia schierata fin da « Il Treves ritiene che occorre ! nomiche, noi socialisti non dob- cosi alla concezione sindacalista contra la borghesia mondiale». prima della guerra 1914-18 la Si- ripiegare e raddolcire la opposi- biamo considerarle corne fine a corne a quella riformista oggi Lenin vinse e con lui, seconda nistra in ltalia. zione economica intensificando I sè stesse, bensi corne mezzi per dominante nella Confederazio- la « Pravda », trionfè> la « seel- . , quella politica. La formula è per la propaganda e la futura rea- ne... Una unità che signiâchi ta » dell'edificazione del cornu- Sull'Av~ng .uardi_a del .15,-6- 13, lo meno equivoca, corne tutte le lizzazione del socialisme, Ecco vincolo a subire in silenzio tut- nismo nell' URSS corne solo pos- orgao dei g10va1:1 sociah~h, 1:eI- distorsioni. Equivale a lasciare perchè il nostro punto di vista te le oscillazioni della tattica sibile aiuto concreto ai proletari l'articolo « 1:,o sciopero di ~ :hl~- andare tutte le organizzaziom non puô coincidere con quello confederale e l'eclettismo poli- in latta nel resto del monda. no.)) (01_>. cit .. pag. 211),. 51 . n- proletarie al linciaggio del capi- dei dirigenti e degli organizza- tico della Confederazione, che Testi alla mano: in queste po- chiama 11 partito sulla (< VI~ gru- talismo affarista e consorziato... tari del movimento operaio, i significhi rmunzia alla libertà di che righa è contenuto un inte- sta, ~hf: non _e quella dei sm: Raddolcire nulla, dunque, ma co- quali (anche i sindacalisti, del critica di fronte al movimento ro Himalaia di oscene menzo- d. E\cahs .ti . ~orellam, ne quella dei [ lorire e rinvigorirs pnliticamen- resto) ".edono. il sindacato corne sin~acale, . una unità che signi- gne ! rtformisti: '.( Semb_ra disgraziata- te la resistenza economica m. fine ultimo, sr preoccupano solo fichi obbligo a non fare passi La questione della guerra ri- men!e che 11 ~a1;tito a_nche. dopa tensificare l' una e l'altra fbrma I del suo sviluppo e quindi anche nell'azione e nella propaganda voluzlonaria - amme ttendo per la v!tto!ia dei nv.oluz10nan non di opposizione che, nella loro ar- della s~a c~nservaztone, e non s~ non quando si è ben certi un attimo che tutto il problema vogh:3 mteressars~ , e .compene- mania, danno la delineazione ~ono disposti a comprometterla di non lacerare la tenue ragna- dell'« aiuto » ai proletari in latta trarsi della ~eces~it~ di preme1;e precisa della latta di classe pre- 11: lo .tte chs tr~scendano gli ab- tela delle cooperativo e delle i n altri paesi si riducesse a que- sulle orgamzzazioni pr<;>leta_rie paratrice del socialismo ». biettivi immediatj o di catego- corporazioni operaie una unità sto anche solo per una parte dei P~! dare ad esse una direttiva Nel ?ra~o che seg~e\ desun ria. Fer quanto ci si. possa op- cosi fatta_ non c. i p~re un pro- bolscevichi - non si pose per PlU conforme alla v~ra lo. ttfi: ~ 1 to dall articolo (< L' umta prole- porre che quasi tutti gli orga- gramma sistematieo ma solo una la prima volta dopo la r~vo!u- clas~e; sembr~ ~he 1 socialisti, taria ", appar so sull'Avanti ! . del nizzatori e i capi_ d. ell . a C.?, del espressio_ne a~~ig~a. ed equivo- zione d'Ot tobre. A parte 1 rm- . t1;1tti preoccupati del . 17 prepara: 1-8-1913, si_ affronta la questione Lavoro sono socialls~1, n9~ cre- ca, che 1 socialisti rrvoluzionari vii che si potrebbero fare a Marx I zrone el~ttorale (ahi .), non si de _ll' « unita ''.. paravento di tutti diamo che questo srn_ piu ~he dovrebbero svrsceraro e chiarire e ad Engels f u proprio Lemn preoccupmo del fatto che la vi- gli opportunisti di sempre per : altro un pericolo per 11 partita, . . . a porla nel i915 e nel 1916, an- ta. si , ndac~le del proletariato ~ra consumarv] le peggiori nequizie j che quei. cornpagni lasciano in (Continua in II pagina) ticipano il fulgido Oottobre. . noi e cggi fiacca, am?:fa ed m- ai danni della rivoluzione cornu- i secoi;i<;la .Imea quando s?stengo- ----------------------------- Parlino i testi. Articolo SuHa c?lore, ~ che 1~ s~a piu ~lta ma- nista, Questione che, sotto altre n .o l indipendenza che 1 « Avan- parola d'ordine degli Stati Uni- mfestfl:z10n.e. e 11 .settl manale forme e in altre condizioni sto- ti >> lamentav~ qualchs tempo ti d'Europa (1915): ,, Il proleta- scamb1. o di improperr fra !e due riche, sarà di nuovo oggetto di a?d1etro ». L arhcolo_ . contmua riato vittorioso di questo paese << c _otenes" di 9rga .mzzaton .... ~a scontro. tr?, la Sinistra e ~ltre ricordando che la po'litica di. ac- [il paese in cui la classe operaia a~1one proletaria r idotta alla ma- correnti piu O mena organizza- quiescenza alle or~amz~azwni o: . abbia preso il potereJ ... si leve- nifestazione sm?a<:ale pu~amen- te in seno ai partiti della 3a In- peraie. ha cons~ntit~ ai deputati Wilson ha dnnque ottenuto, dal ve_rno a « moderare » i consumi (de- rebbe contro il resta del mondo te econ?m1ca, e insurrezionale, ternazionals. Il testa prende espulsi dal pa , rhto di restare sul- congresso delle :rade Unions l ade- gli operai, si intende). capitalista attirando a sè le clas- se vogliamo, fino ad un certo spunto da un articolo apparso la c~·es~a dell on~a col lor~ vota swne alla sua richie~ta di « consen- La vittori t' è · · 1 · aesi s in- punto, ma si addormenta quan- sull' Avanti ! del 28 luglio dei e di ntenere di essere <( m re- s~ libero e volontarf o a quello che a gove~na iva ~tata : ~~~~r :ss : d d~~~ o~g ~ ;; co;t.f o i do si è raggi~nto quel . determ~- 191:3 sui rapporti tra il Partita g!me qu~si socialista quando Ve: l'interesse nazi~nale r~chie~e », cioè ;u:~tt ~/ ~ ~ta ::: rt di s tf fla ~tsura capitalisti usando perfino, in ca- nat~ llvello. d1 va~ta~g1 conqu!- Socialista Francese e la CGT n .fican. o 11 caso - raro . - che I a! bloc~o salariale, mina~ciando, in p~rfino il s~li ~o s ~ ~~i: s ~ \ ~ s ~: : 80 di nec;ssità la forza militare s~ati, ch~, m un ul~1ma anal!- francese, che concludeva notan- b1lanc1 ~E::lle cooperat. 1ve r~sul- ca_so d1 mancato ap1?oggio,. i_l .dra- lista ne/ far l' ltt l f Pl' c ntr l z '· fruttatrici e i s1, non nescono ad mtaccare le do corne << il feticismo della uni- tano athv1 », fino a shgmahzza. st1c? ncorso a mezz1 coercitivi. ln ·z· . e a ~ ena r~ op_ ~ ro S ot t ~ c A ass t i . so lo Il pronram- basi istituzionali del regime eco tà proletaria soffoca la libertà re che « Bissolati e compagni so- regirne borghese la « libertà » e ~i ::c~ ~ ne i~t~r tna. e 1 _l acceh ttazi done dt "' a i >> r ic " · 't r t· o anz· n co · no t f · t· 1 l d l c< volontà >> dell'ope · · t 1 minis eria t - a ovuto ma milita~e deUa rivoluzione n~m1co cap1 a 1s 1c , 1 e - di crit1ca socialista "; e cosi con- . s. a 1 spm 1 per . e sca e e . . ra10 cons1s e ne giurare di battersi fin all'ulti proleta ia (1 916 ): La situazione st1tmscono ~n fenomE:no sost~n- tinua: « Come il Partito Socia- , Qmnr_iale . da!le esi!i(enze delle fare 1;10 che, col coltello_ alla. gola, sangue contro I rt· 0 d· b me r ziale e quasi necessano. Il prm- lista Francese si Iascia sfuggire orgamzzaz10m operaie mal pre- glt vzene imposto: o agisci l!bera- d . dd't' a / 0 1 ica. 1 « loc- cipio di una rivoluzione nelle l'occasione di sorprendere l'or- parate alla vera latta di classe. me:it~ come ti ordina la nazione, ~ ~ ~ re 1 1 »: l suo giuramento forme sociali della produzione, ganizzazione sindacalista in pie- Sentivano il proletariato dietro cio': ll Capitale, o vai in gattabuia. h \af pe\ no\tess~~ valore, ma Tremano le colonne del busi- pur trovando innegabilmente lü. no fallimento delle sue vantate di sè. e sono rimasti meraviglia- E, m questa cornice brillante una m a a ore 1 . fa 1 ° d ev. 1 ente che .za 1 · b · · · · · , · · · , t' u· d ·1 p t't 1· h t>olta di pi ·ù · d · . ' ass orgamzza a et proletan tn ness americano per la flessione sua og1ca ?Se. ne1 .pnm1 1:10y1- finahta nvoluz10nane, cos1, mu- 1 q ~n o 1 ar I o 1 a scon- . . . 1 ~"': ocrat1c1 progres- glesi tran u ia a fatica 1 . delle riserve auree, per il ricor- menti OPE;rai d1rett1 al m1gl10- ~atis .m~ltll;n?,is,. se:nbra a noi che fessatt :'· . . . . s1st1 ( e i com~n. isti no~tr~ni_ safo.ta: scendenza g di i suoi ca i ed a è co~ ~ rere periodico degli scioperi per ramento 1mmediato, deve svol- 1 sociahsti 1taham per paura di Il testo nbad1sce 11 senso nvo- rono come ta/1 t labunsti vittoriosi ia come h f tt . P ' t t . P . l paurosi sbalzi all'ingiù de{ cor- gersi e completarsi in un piano intaccare la fragile unità siano luzionario dell'attività del par- nel 1964), han no dimostrato di equi. a;n. del e a d a ; m u ti questl 80 dei titoli ner l'inflazione ga- superiore all'ambiente sindacalè. troppo teneri verso il c~rpora- hto che deve non essere di stu- valere ai loro fratelli in camicia valc 1 arl' / col'I: 0 opog l uerra, a sca- ' ~· E' · h t · 1 · · · · · , p1 'da f , · J d · d 1 nera con l' t d' 1 ,n «scioperz se vagg1» e ma- loppante, per l'irrequietudine e , q~1 c e se~ unscE: . a n~cess1- t1v1smo di cu1 e pervasa la no- e orca10 _a a. oraz10ne e - . ; . :z~gravan e i una mag- nifestazioni di sfida uesta t l' il fermento dilaganti negli strati ta di un partita polttico nvolu- stra CG. del Lavoro. Che i 50 . le «masse)), d1 « nspetto,, della oiore Z7?ocris1a. bera » all' . t q . s " i- più noveri _ quelli in pelle ne-1 zionario . _di classe: O, ccorre dire cialisti debbano favorire lo svi- "V<;>lontà . delle. masse)) . ma: Che ll TUC (_Consiglio generale ' « m eresse _nazionale » . ra ..:. della O lazione special- che politico non s1gmfica soltan- " ... 11 p~rt_1to ogg1 avrebbe 11 do- de!le Trade Unions) appoggiasse . , La_ nostra certezza e c~e :- . al di ment urb p f emano'i mira- to elettorale? » . . vere d1 ntornare alla propagan- Wilson, era scontato. Già al con- ta di menzognere. votazwni m as- colatf .~ ah rd i Ge:mania « L'azione sindacale è md1. da tra le masse per ridare loro r,resso del 1963, mentre ancora gosemblee prefabbncate - ta classe P e I' di tr d ar. n · il spensabile affascensionc proleta- De Gaulle, viaggiante in « mis- una coscienza socialista. Dovreb- vernavano i conservatori l'attuale opera1a inglese finirà per levarsi. di! ,:tumen d O e t I I> [ezzi e :,er. e ~h purchè affermi nello svolge- sione di nace » nell'Asia, ha assi- be reagire ail' indipendenza ac- ministro G. Brown procta:Uava· « E' come un sol uomo, memore dell'e- red a di n to i pe Tr uran e. ra c~nsum l 1 n r; '1e sue tappe parziali la ten- stito a uiia nuova es.9losione nu- campata dalla massima organiz- nel/a nostra. tradizione di cerc~r di sempio dei minatori net 1926-27 e . remano 1 « m1raco a · · . . 1 f 1 · t· · 1 . . 1 . . dei mari ·t·i · · 11 · . di di W"I . 1 hït r denza al fine poht1co sostenuto c eare rancese. « comums I » zaz1one pro etana e difendere avorare m armonia con qualunque , m. 1 ne a przmavera di le !1» 1 s~n .m h ng I erra ~- sul terreno politico dal Partito credevano e credono di aver tro- risolutamente non' solo il meto- governo al potere, corne col padro- , quest'anno ,contro il duplice fronte re su ef icussion. 1 c e p~ono :v e- di classe. Il Partito deve esser _e vato in. lui una « nuova f?rza » ~o. intransigente ?ell'azione po. nat?, '.!1er tr0vare insieme delle so- i del padronato e . dei suai _servitori raia t' 11:mori .:en:i ci ~ ~e p · dunque l'acceleratore dei mov1-1 nel cosicldetto fronte antimpe- htica del proletariato ma anche luziom ai problemi e aile difficol- 1 laburist1, e trarra dalla crtsi galop- e i lie pr~me r\Zl 0 fi, i ~ or:ryo menti operai nel senso rivolu- rialista. Nuova? E' vecchio qu;tn- una tattica più sociaÎista e me- tà che si presentano su/ piano so- : pan_te . dell'« economia nazionale » la aeco c~~ z ai:;e~ Îe b~ u~: ;: : zionario e dovrebbe dare vita e to Roma il motto: Se vuoi la n. o corporativ~ nelli:i, <?rganizza- ciale ed econ_omico nel nostro pae-: ~ectsione e. la forza di buttare al- ta d?f. : : 1 : a. imp aca 1 e 5 colore all'azione _ope_raia, c .he p~r I pace, prepar~ I . a guerra. . z10ne econom!ca. Altr11:1enti . il se)), me~tre ~l suo col _leoa Stewart : t aria le dtghe di cartapesta fret- D i gbta:,. ï se stessa non e nvoluz10nana Ma forse Cl r1sponderanno. Ap- nostro atteggiamento r1v0Iuz10- tesseva l elogio della dzsoccupazione tolosamente elevate da conservato- ""en o d ve t ~ed ,P 11 act ico .sv t! u d ppo l ba e- nel mod -o automatico sostenuto I punto, prepara la guerra percbè , nario resterà campato in aria relatwa come freno all'eccesso di ri o laburisti a difesa del regime Q" en 1 e a « soc1e a e · · - . . d e ' ·,· t , E I t gi ' h ' d I · ' ' · · · · · · ' bèSsere ? dai sindacahstl, e che non evè un !)aCI ts a. a ruo a ra... , manc era e le sue I0g1che ha- 1 aumenti salarial! e invttava tl go- 1 del sno sfruttamento. Le bugie della Pravda e le verità di Lenin Ventisei anni di stalinismo e tredici di substalinismo non pas- sano invano: la « Pravda )), nata sotto Lenin corne il giornale <( della verità ", è divenuta la più spudorata fabbrica di menzogne che l'orbe terracqueo conosca. Premuta dalle critiche esterne, e forse anche interne, all'olim- pico << stare alla finestra >> della URSS mentre sangue proletario scorre a fiumi nel Vietnam, po- teva la << Pravda » non falsifica- re un'ennesima volta Lenin per introdurre sotto banco la tesi che il modo migliore di aiutare « le forze rivoluzionarie e i mo- vi.menti di liberazione in tutto il monda >> consiste nel « costrui- re il comunismo rendendo più forte, economicamente e social- mente, l' Unione Sovietica e raf- forzando tutto il campo sociali- sta »? (vedi riassunto nell' Uni- tà dell' 8-9 dell'articolo di J. Arbatev del 7). Lenin, nel suo mausoleo, tace: intorno al suo cadavere, trasformato da Stalin in « icona inoffensiva )), danzano gli ignobili rigattieri del « socia- lismo >> all' uso dei gonzi. Lascia- mo parlare in sua difesa le pa- gine della sua ardente battaglia. .... " di una vittoria rivoluzionaria in j ~formazione in guerra rivoluzio-1 Mosca 1948, II, pp. 255 e 261J. skj, a volere la sfortunata guer- un solo paese << darà luogo non , naria, Lenin risponde che ad una Nella sua potenza dialettica, Le- ra contro la Polonia? solo ad attriti, ma ad una ten- 1 guerra rivoluzionaria in quel nin pesta allora e per sempre denza diretta della borghesia I momento mancano due pre- sulie dita a colora i quali so- " 0 degli altri paesi a schiacciare il messe indispensabili: la capacità gnano di " esportare >> la rivolu- Come, per Lenin, ci si sarebbe proletariato vittorioso dello Sta- materiale di farla da parte del- zione corne gli americani espar- preparati ad una situazione in to socialista. In questo caso, la la Russia, e la maturazione dei tano i prodotti in scatola, o va cui, fra l'altro, sarebbe stata pos- guerra da parte nostra sarebbe contrasti rivoluzionari di classe neggiano che il partito comuni- sibile e forse necessaria quella legittima e giusta. Sarebbe una negli altri Paesi. Ribadisce quindi sta, essendo un partita di attacco guerra rivoluzionaria che la guerra per il socialismo, per la l' urgenza di firmare la pace per e di offesa, non indietreggerà « Pravda » ha la faccia di respin- emancipazione degli altri popoli preparare seriamente la guerra. mai nella sua storica battaglia, gere con il sua avallo, proprio dal giogo della borghesia" (0- Testi alla mana: Tesi su una pa- ma sarà sempre all'offensiva: oggi che la Russia è economica- pere scelte, ed. francese, Mosca ce separata: « Noi abbiamo par-1 era giusto e sacrosanto che la mente potente quanta nel 1918 1946, I, pagg, 755 e 886). Guer- lato della necessità [corsivo di lavata di testa avvenisse, ma era infinitamente debole, proprio ra rivoluzionaria? I testi inter- Lenin] per un governo sociali- Lenin la imparti nell' interesse oggi che i proletari e semipro- pellati non permettono esitazio- sta, nell' epoca imperialista, di di una preparazione seria, meti- letari del Vietnam lottano in ar- ni nella risposta: se necessario <( preparare e sostenere » la guer- colosa, non «fanfaronistica", del- mi contra l'oppressione loro e - ed è una necessità molto pro- ra rivoluzionaria. Ma la questio- la guerra rivoluzionaria che era di tutti? Ci si sarebbe forse pre- babile -, si! 1 ne è: si puà subito, immediata- per lui motiva di umiliazione parati, corne vuole l' ignobile fo- l mente, condurre una guerra ri- non poter fare subito, ma che glio di menzogna, chiudendosi " " " voluzionaria? "· Articolo Cos a sarebbe stato un' iI1famia scate- nel proprio guscio << nazionale >> strana. e mostruosa.: « L' oggetto I nare a qualunque costo nelle e pretendendo di « costruire il delle mie tesi e dei miei argo- 1 condizioni peggiori. Ignobile fo. comunismo >> in esso per. offrir- menti... è la necessità di accet-1 glio di menzogna che usurpi il lo in... esempio emulahvo al tare una pace arcigravosa oggi, nome di « Pravda >> dove haî monda e attendere che il mostro nel mo~ento presente, preparan- scoperto che Lenin '_ fedelp a imperialis!a si ~onverti~se, rie? ; do sename1:te al. tempo stesso ... Marx ed Engels! _ condannè> nosc~ndos1 b~cc1at9 agh esam1. la guerra nvoluz1onana (e ap- . . . La nsposta d1 Lenm non tollera punto nell' interesse di questa e r .espmse la_ g. u~r:a nvoluzw: equivoci. Con l'occhio sempre ri- seria preparazion. e) » [è se~pr~ nana per principio · Due. anm ! v. olto ai compiti 7:1ondiali della Lenin che sottolmea: i testi s1 dopa, non Iu lm, contra Il pa- 1 r1voluz10nP v1ttonosa, con una leggono in Opere scelte, ed. ital., rere allora più realistico di Trot- mente che ignora le vili corn- Nella primavera del 1918, quando si trattà di decidere se firmare o no la pace con la Germania, Lenin avrebbe allora cambiato un'opinione due anni prima cosi esplicita? Nemmeno per ombra. Ai romantici e << av- venturisti ", seppur generosi, Bu- charin e compagni, che voleva- no la prosecuzione della guerra contro la Germania e la sua tra- Partito e sin~acati nella classica visione marxista piacenze del burocrate e ha in- vece tutta la passione e il senso dell' urgenza delle lotte di clas- se del rivoluzionario, egli ammo- nisce nel suo Rapporta sulla guerra e sulla pace (6-8 marzo Hll8, Opere scelte, II, p. 290). « La nostra parola d'ordine non puà essere che una: imparare sul serio l'arte della guerra, rimet- tere ordine nelle ferrovie... rac- coglicre tutta l'energia, tutta la forza necessaria perchè la rivo- luzione dia cià che ha di miglio- re ». Di là da questo primo com- pito immediato, e sempre con lo occhio alle tremende battaglie che attendono il potere rivolu- zionario isolato, all' interno e fuori, Lenin lancia il grido: lot- tare senza tregua per uscire dal- l'arretraiezza delle forme e dei rapporti di produzione in Rus- sia e per debellare il nemico dalle mille teste della piccola produzione individuale e disper- sa, l'eterno avversario piccolo - borghese, non già pretendendo di « edificare " un socialismo e peggio ancora un comunismo im- possibili nei confini della Rus- sia, ma afl'rettando il passaggio al capitalismo di Stato << tenuto nei limiti » dal ferreo controllo potitico della dittatura comuni- sta, - corne egli aveva previsto poco prima dell'Ottobre, corne avrebbe fatto nel 1918 se non fosse divampata feroce su tutti i fronti la guerra civile, corne farà nel 1921, l'anno della NEP (vedi Sull' imposta in natura con citazioni dal 1917 e dal 1918). In- somma, resistere disperatamen- te gettando in Russia le basi del socialismo ("' base del socia- lismo è la grande industria ca- pitalista a lavoro associato) nel- l'economia, e arrocati su di essa in una spietata lotta interna con- tro la risorgente piovra di classi e sotioclassi borghesi, medio-bor- ghesi e piccolo-borghesi, dedica- re tutti se stessi all'opera pri- maria, all'alfa e omega di un partita comunista degno di que- sto nome: preparare, propagan- dare ,alimentare ,dirigere, la ri- voluzione proletaria nel mondo. Qui era il fulcro di tutto il pro- blema: qui risiedeva la chiave del vero aiuto (di cui la guerra rivoluzionaria sarebbe stata un aspetto ma soltanto uno, e, in dati casi, perfino non inevitabi- le) da fornire ai proletari degli altri paesi, e, nello stesso tem- po, da assicurare A SE STESSI. Già, a se stessi; poichè - par- la Lenin - ,, è assolutamente certo che la vittoria definitiva della nostra rivoluzione, se que- sta dovesse rimanere isolata, sa- rebbe una causa disperata)) e « non puà non essere evidente, per tutti coloro che hanno me- ditato sulle condizioni economi- che di una rivoluzione socialista in Europa >> che « è infinitamen- te più difficile cominciarla in Eu- Crepi Wilson con tutti i filistei

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• 1 IISJIIGUI Il NOSTRO PARJIJO: La linea da Marx, a Lanin, a lil1111921, alla l1tt1 d11l1 sinislra contra la d111nar1zion1 di 11111, al riliula d1i blacchi partiai11i, 11 dura ap111 del restaura ~11~ d1llrin11 d1l1'1rgm riHluzianaria, 1 conlatto con la classa 1p1raia, luari dal polilimti110 parsan1la ad 1lattaralmo.

oraano del partito comunista internazionale

24 set t .-8 ot t. 190t5 • N r. 17

IL PROGRAMMA COMUNIST A . Cas. Post. Hl Ml LANO

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Corisapevole per lunga espe­ rienza che, fra tutte le dee della cultura, la storia è la più facile da violentare, squaldrinella co­ m'è la « Pravda >> scrive dunque che' il problema del « tipo di aiuto del proletariato al potere ai movim~nt,i rivoluzion:3ri degli I Nelle tre pu.ntate precedenti essere ~rett~mente neutrale co; luppo e. I'ascensions del movi- 1 si... Non diciamo che il partite àltri Paesi e sorto subito dopo nr. 10, 14, 16 di <<Programma))) me i rrformisti pretendono ... Ne mento di reststcnzu, 11 quale non debba mettersi contro la famo­ la Rivoluzione d'Ottobre. Su que- si è mostrato came il problema coi riformisti nè coi sindacalisti puô essere florido e robusta se sa unità, ma vogliamo che la sto tema si scontrarono allora dei rapporti fra partita di classe sul terreno dell'organizaazione. non riunisce nei suoi quadri un fraxione rivoluzionaria non la­ Lenin ~ i Ienlnisti d~ una parte, ~ sindaca._ti op~rai sia stato visto I Vogliamo cho l~ organizzazioni nun:iero . sempre maggiore di o_r- sci Iivragarn sotto questa formu. e, dall altra, prima 1 comunist i in modo mvanante da Marx, En- divengano soc~altste e non fini- ganizzati, nessuno lo pane m la Il suo pensiero nei riguardi di destra e poi i trotskisti con le gels e Lenin, e come sulla stessa ! scano nella morta gara dell'apo- dubbio. Ma nel favorire 1o svi- dell'organizzazione che dovreb­ loro proposte « avventuristiche » linea - immutabile perchè di l liticismo... luppo delle organizzazioni eco- be essere recisam'ente estraneo sulla « guerra rivoluzionaria » principio - si sia schierata fin da « Il Treves ritiene che occorre ! nomiche, noi socialisti non dob- cosi alla concezione sindacalista contra la borghesia mondiale». prima della guerra 1914-18 la Si- ripiegare e raddolcire la opposi- biamo considerarle corne fine a corne a quella riformista oggi Lenin vinse e con lui, seconda nistra in ltalia. zione economica intensificando I sè stesse, bensi corne mezzi per dominante nella Confederazio- la « Pravda », trionfè> la « seel- . , quella politica. La formula è per la propaganda e la futura rea- ne... Una unità che signiâchi ta » dell'edificazione del cornu- Sull'Av~ng.uardi_a del .15,-6- 13, lo meno equivoca, corne tutte le lizzazione del socialisme, Ecco vincolo a subire in silenzio tut- nismo nell' URSS corne solo pos- orga:°o dei g10va1:1 sociah~h, 1:eI- distorsioni. Equivale a lasciare perchè il nostro punto di vista te le oscillazioni della tattica sibile aiuto concreto ai proletari l'articolo « 1:,o sciopero di ~:hl~- andare tutte le organizzaziom non puô coincidere con quello confederale e l'eclettismo poli­ in latta nel resto del monda. no.)) (01_>. cit .. pag. 211),. 51 .n- proletarie al linciaggio del capi- dei dirigenti e degli organizza- tico della Confederazione, che Testi alla mano: in queste po- chiama 11 partito sulla (< VI~ gru- talismo affarista e consorziato... tari del movimento operaio, i significhi rmunzia alla libertà di

che righa è contenuto un inte- sta, ~hf: non _e quella dei sm: Raddolcire nulla, dunque, ma co- quali (anche i sindacalisti, del critica di fronte al movimento ro Himalaia di oscene menzo- d.E\cahs.ti . ~orellam, ne quella dei [ lorire e rinvigorirs pnliticamen- resto) ".edono. il sindacato corne sin~acale, . una unità che signi­ gne ! rtformisti: '.( Semb_ra disgraziata- te la resistenza economica m. fine ultimo, sr preoccupano solo fichi obbligo a non fare passi La questione della guerra ri- men!e che 11 ~a1;tito a_nche. dopa tensificare l' una e l'altra fbrma I del suo sviluppo e quindi anche nell'azione e nella propaganda

voluzlonaria - ammettendo per la v!tto!ia dei nv.oluz10nan non di opposizione che, nella loro ar- della s~a c~nservaztone, e non s~ non quando si è ben certi un attimo che tutto il problema vogh:3 mteressars~ , e .compene- mania, danno la delineazione ~ono disposti a comprometterla di non lacerare la tenue ragna­ dell'« aiuto » ai proletari in latta trarsi della ~eces~it~ di preme1;e precisa della latta di classe pre- 11: lo.tte chs tr~scendano gli ab- tela delle cooperativo e delle in altri paesi si riducesse a que- sulle orgamzzazioni pr<;>leta_rie paratrice del socialismo ». biettivi immediatj o di catego- corporazioni operaie una unità sto anche solo per una parte dei P~! dare ad esse una direttiva Nel ?ra~o che seg~e\ desun ria. Fer quanto ci si. possa op- cosi fatta_ non c.i p~re un pro­ bolscevichi - non si pose per PlU conforme alla v~ra lo.ttfi: ~1 to dall articolo (< L' umta prole- porre che quasi tutti gli orga- gramma sistematieo ma solo una la prima volta dopo la r~vo!u- clas~e; sembr~ ~he 1 socialisti, taria ", apparso sull'Avanti ! . del nizzatori e i capi_ d.ell.a C.?, del espressio_ne a~~ig~a. ed equivo­ zione d'Ottobre. A parte 1 rm- . t1;1tti preoccupati del.17 prepara: 1-8-1913, si_ affronta la questione Lavoro sono socialls~1, n9~ cre- ca, che 1 socialisti rrvoluzionari vii che si potrebbero fare a Marx I zrone el~ttorale (ahi .), non si de_ll' « unita ''.. paravento di tutti diamo che questo srn_ piu ~he dovrebbero svrsceraro e chiarire e ad Engels fu proprio Lemn preoccupmo del fatto che la vi- gli opportunisti di sempre per : altro un pericolo per 11 partita, . . . a porla nel i915 e nel 1916, an- ta. si,ndac~le del proletariato ~ra consumarv] le peggiori nequizie j che quei. cornpagni lasciano in (Continua in II pagina) ticipancÎo il fulgido Oottobre. . noi e cggi fiacca, am?:fa ed m- ai danni della rivoluzione cornu- i secoi;i<;la .Imea quando s?stengo- ----------------------------­ Parlino i testi. Articolo SuHa c?lore, ~ che 1~ s~a piu ~lta ma- nista, Questione che, sotto altre n.o l indipendenza che 1 « Avan­ parola d'ordine degli Stati Uni- mfestfl:z10n.e. e 11 .settlmanale forme e in altre condizioni sto- ti >> • lamentav~ qualchs tempo ti d'Europa (1915): ,, Il proleta- scamb1.o di improperr fra !e due riche, sarà di nuovo oggetto di a?d1etro ». L arhcolo_ . contmua riato vittorioso di questo paese << c_otenes" di 9rga.mzzaton .... ~a scontro. tr?, la Sinistra e ~ltre ricordando che la po'litica di. ac- [il paese in cui la classe operaia a~1one proletaria r idotta alla ma- correnti piu O mena organizza- quiescenza alle or~amz~azwni o: . abbia preso il potereJ ... si leve- nifestazione sm?a<:ale pu~amen- te in seno ai partiti della 3a In- peraie. ha cons~ntit~ ai deputati Wilson ha dnnque ottenuto, dal ve_rno a « moderare » i consumi (de- rebbe contro il resta del mondo te econ?m1ca, e insurrezionale, ternazionals. Il testa prende espulsi dal pa,rhto di restare sul- congresso delle :rade Unions l ade- gli operai, si intende). capitalista attirando a sè le clas- se vogliamo, fino ad un certo spunto da un articolo apparso la c~·es~a dell on~a col lor~ vota swne alla sua richie~ta di « consen- La vittori t' è

· · 1 · aesi s in- punto, ma si addormenta quan- sull' Avanti ! del 28 luglio dei e di ntenere di essere <( m re- s~ libero e volontarf o a quello che a gove~na iva ~tata :~~~~r:ss:d d~~~o~g~;; co;t.fo i do si è raggi~nto quel . determ~- 191:3 sui rapporti tra il Partita g!me qu~si socialista quando Ve: l'interesse nazi~nale r~chie~e », cioè ;u:~tt~/~~ta :::rt di stffla ~tsura capitalisti usando perfino, in ca- nat~ llvello. d1 va~ta~g1 conqu!- Socialista Francese e la CGT n.fican.o 11 caso - raro. - che I a! bloc~o salariale, mina~ciando, in p~rfino il s~li~os ~~~i:s ~ \ ~s~:: 80 di nec;ssità la forza militare s~ati, ch~, m un ul~1ma anal!- francese, che concludeva notan- b1lanc1 ~E::lle cooperat.1ve r~sul- ca_so d1 mancato ap1?oggio,. i_l .dra- lista ne/ far l' ltt l f Pl' • c ntr l z '· fruttatrici e i s1, non nescono ad mtaccare le do corne << il feticismo della uni- tano athv1 », fino a shgmahzza. st1c? ncorso a mezz1 coercitivi. ln ·z· . e a ~ ena r~ op_ •~ro Sot t~ c Aassti. solo Il pronram- basi istituzionali del regime eco tà proletaria soffoca la libertà re che « Bissolati e compagni so- regirne borghese la « libertà » e ~i::c~~ne i~t~rtna. e

1_l accehttazidone dt

"' a i >> r ic " · 't r t· o anz· n co · no t f · t· 1 l d l c< volontà >> dell'ope · · t 1 minis eria t - a ovuto ma milita~e deUa rivoluzione n~m1co cap1 a 1s 1c , 1 e - di crit1ca socialista "; e cosi con- . s. a 1 spm 1 per . e sca e e . . ra10 cons1s e ne giurare di battersi fin all'ulti proleta ia (1916): La situazione st1tmscono ~n fenomE:no sost~n- tinua: « Come il Partito Socia- , Qmnr_iale . da!le esi!i(enze delle fare 1;10 che, col coltello_ alla. gola, sangue contro I rt· 0 d· b me

r ziale e quasi necessano. Il prm- lista Francese si Iascia sfuggire orgamzzaz10m operaie mal pre- glt vzene imposto: o agisci l!bera- d . dd't' a /0 1 ica. 1 « loc- cipio di una rivoluzione nelle l'occasione di sorprendere l'or- parate alla vera latta di classe. me:it~ come ti ordina la nazione, ~~ ~ re 1 1 »: l suo giuramento forme sociali della produzione, ganizzazione sindacalista in pie- Sentivano il proletariato dietro cio': ll Capitale, o vai in gattabuia. h \af pe\ no\tess~~ valore, ma

Tremano le colonne del busi- pur trovando innegabilmente lü. no fallimento delle sue vantate di sè. e sono rimasti meraviglia- E, m questa cornice brillante una ma a ore 1 . fa 1° dev.1 ente che .za 1 · b · · · · · , · · · , t' u· d ·1 p t't 1· h t>olta di pi·ù · d · . ' ass orgamzza a et proletan tn• ness americano per la flessione sua og1ca ?Se. ne1 .pnm1 1:10y1- finahta nvoluz10nane, cos1, mu- 1 q ~n o 1 ar I o 1 a scon- . . . 1 ~"':ocrat1c1 progres- glesi tran u ia a fatica 1 .

delle riserve auree, per il ricor- menti OPE;rai d1rett1 al m1gl10- ~atis .m~ltll;n?,is,. se:nbra a noi che fessatt :'· . . . . s1st1 ( e i com~n.isti no~tr~ni_ safo.ta: scendenza g dii suoi ca i eda è co~~ rere periodico degli scioperi per ramento 1mmediato, deve svol- 1 sociahsti 1taham per paura di Il testo nbad1sce 11 senso nvo- rono come ta/1 t labunsti vittoriosi ia come h f tt . P 't t . P . l paurosi sbalzi all'ingiù de{ cor- gersi e completarsi in un piano intaccare la fragile unità siano luzionario dell'attività del par- nel 1964), han no dimostrato di equi. a;n. del e a da ; m u ti questl 80 dei titoli ner l'inflazione ga- superiore all'ambiente sindacalè. troppo teneri verso il c~rpora- hto che deve non essere di stu- valere ai loro fratelli in camicia valc1arl' / col'I: 0 opogl uerra, a sca-

' ~· E' · h t · 1 · · · · · , p1'da f , · J d · d 1 nera con l' t d' 1 ,n «scioperz se vagg1» e ma- loppante, per l'irrequietudine e , q~1 c e se~ unscE: . a n~cess1- t1v1smo di cu1 e pervasa la no- e orca10 _a a. oraz10ne e - . ; . :z~gravan e i una mag- nifestazioni di sfida uesta t l' il fermento dilaganti negli strati ta di un partita polttico nvolu- stra CG. del Lavoro. Che i 50. le «masse)), d1 « nspetto,, della oiore Z7?ocris1a. bera » all' . t • q . s " i- più noveri _ quelli in pelle ne-1 zionario. _di classe: O,ccorre dire cialisti debbano favorire lo svi- "V<;>lontà . delle. masse)) . ma: Che ll TUC (_Consiglio generale ' « m eresse _nazionale » •. ra ..:. della O lazione special- che politico non s1gmfica soltan- " ... 11 p~rt_1to ogg1 avrebbe 11 do- de!le Trade Unions) appoggiasse . , La_ nostra certezza e c~e :-. al di ment urb p f emano'i mira- to elettorale? » . . vere d1 ntornare alla propagan- Wilson, era scontato. Già al con- ta di menzognere. votazwni m as- colatf .~ah rd i Ge:mania « L'azione sindacale è md1. da tra le masse per ridare loro r,resso del 1963, mentre ancora go• semblee prefabbncate - ta classe Pe I' • di tr dar. n · il spensabile affascensionc proleta- De Gaulle, viaggiante in « mis- una coscienza socialista. Dovreb- vernavano i conservatori l'attuale opera1a inglese finirà per levarsi. di! ,:tumend O etI I>[ezzi e :,er. e ~h purchè affermi nello svolge- sione di nace » nell'Asia, ha assi- be reagire ail' indipendenza ac- ministro G. Brown procta:Uava· « E' come un sol uomo, memore dell'e- redadintoi peTr uran e. ra c~nsuml

1n r; '1e sue tappe parziali la ten- stito a uiia nuova es.9losione nu- campata dalla massima organiz- nel/a nostra. tradizione di cerc~r di sempio dei minatori net 1926-27 e . remano 1 « m1raco a · · . . 1 f 1 · t· · 1 . . 1 . . dei mari·t·i· · 11 · . di di W"I . 1 hït r denza al fine poht1co sostenuto c eare rancese. « comums I » zaz1one pro etana e difendere avorare m armonia con qualunque , m.1 ne a przmavera di le !1» 1 s~n .m h ng I erra ~- sul terreno politico dal Partito credevano e credono di aver tro- risolutamente non' solo il meto- governo al potere, corne col padro- , quest'anno ,contro il duplice fronte re su eficussion.1 c e p~ono :v e- di classe. Il Partito deve esser_e vato in. lui una « nuova f?rza » ~o. intransigente ?ell'azione po. nat?, '.!1er tr0vare insieme delle so- i del padronato e . dei suai _servitori raia t' 11:mori .:en:i ci ~~e p · dunque l'acceleratore dei mov1-1 nel cosicldetto fronte antimpe- htica del proletariato ma anche luziom ai problemi e aile difficol- 1 laburist1, e trarra dalla crtsi galop­ e i lie pr~me r\i°Zl0fi, i ~ or:ryo menti operai nel senso rivolu- rialista. Nuova? E' vecchio qu;tn- una tattica più sociaÎista e me- tà che si presentano su/ piano so- : pan_te. dell'« economia nazionale » la aeco c~~z ai:;e~ Îe b~ u~:;:: zionario e dovrebbe dare vita e to Roma il motto: Se vuoi la n.o corporativ~ nelli:i, <?rganizza- ciale ed econ_omico nel nostro pae-: ~ectsione e. la forza di buttare al- ta d?f.: :1: a. imp aca 1 e 5 colore all'azione _ope_raia, c.he p~r I pace, prepar~ I.a guerra. . z10ne econom!ca. Altr11:1enti . il se)), me~tre ~l suo col_leoa Stewart : t aria le dtghe di cartapesta fret- D i gbta:,. ï se stessa non e nvoluz10nana Ma forse Cl r1sponderanno. Ap- nostro atteggiamento r1v0Iuz10- tesseva l elogio della dzsoccupazione tolosamente elevate da conservato-

""enodve t~ed ,P11act ico .svt! udppol bae- nel mod-o automatico sostenuto I punto, prepara la guerra percbè , nario resterà campato in aria relatwa come freno all'eccesso di ri o laburisti a difesa del regime Q" en 1 e a « soc1e a e · · - . . d e' ·,· t , E I t gi ' h ' d I · ' ' · · · · · · ' bèSsere •? dai sindacahstl, e che non evè un !)aCI ts a. a ruo a ra... , manc era e le sue I0g1che ha- 1 aumenti salarial! e invttava tl go- 1 del sno sfruttamento.

Le bugie della Pravda e le verità di Lenin Ventisei anni di stalinismo e

tredici di substalinismo non pas­ sano invano: la « Pravda )), nata sotto Lenin corne il giornale <( della verità ", è divenuta la più spudorata fabbrica di menzogne che l'orbe terracqueo conosca. Premuta dalle critiche esterne,

e forse anche interne, all'olim­ pico << stare alla finestra >> della URSS mentre sangue proletario scorre a fiumi nel Vietnam, po­ teva la << Pravda » non falsifica­ re un'ennesima volta Lenin per introdurre sotto banco la tesi che il modo migliore di aiutare « le forze rivoluzionarie e i mo­ vi.menti di liberazione in tutto il monda >> consiste nel « costrui­ re il comunismo rendendo più forte, economicamente e social­ mente, l' Unione Sovietica e raf­ forzando tutto il campo sociali­ sta »? (vedi riassunto nell' Uni­ tà dell' 8-9 dell'articolo di J. Arbatev del 7). Lenin, nel suo mausoleo, tace: intorno al suo cadavere, trasformato da Stalin in « icona inoffensiva )), danzano gli ignobili rigattieri del « socia­ lismo >> all' uso dei gonzi. Lascia­ mo parlare in sua difesa le pa­ gine della sua ardente battaglia. .... "

di una vittoria rivoluzionaria in j ~formazione in guerra rivoluzio-1 Mosca 1948, II, pp. 255 e 261J. skj, a volere la sfortunata guer­ un solo paese << darà luogo non , naria, Lenin risponde che ad una Nella sua potenza dialettica, Le- ra contro la Polonia? solo ad attriti, ma ad una ten- 1 guerra rivoluzionaria in quel nin pesta allora e per sempre denza diretta della borghesia I momento mancano due pre- sulie dita a colora i quali so- " • 0

degli altri paesi a schiacciare il messe indispensabili: la capacità gnano di " esportare >> la rivolu- Come, per Lenin, ci si sarebbe proletariato vittorioso dello Sta- materiale di farla da parte del- zione corne gli americani espar- preparati ad una situazione in to socialista. In questo caso, la la Russia, e la maturazione dei tano i prodotti in scatola, o va cui, fra l'altro, sarebbe stata pos­ guerra da parte nostra sarebbe contrasti rivoluzionari di classe neggiano che il partito comuni- sibile e forse necessaria quella legittima e giusta. Sarebbe una negli altri Paesi. Ribadisce quindi sta, essendo un partita di attacco guerra rivoluzionaria che la guerra per il socialismo, per la l' urgenza di firmare la pace per e di offesa, non indietreggerà « Pravda » ha la faccia di respin­ emancipazione degli altri popoli preparare seriamente la guerra. mai nella sua storica battaglia, gere con il sua avallo, proprio dal giogo della borghesia" (0- Testi alla mana: Tesi su una pa- ma sarà sempre all'offensiva: oggi che la Russia è economica­ pere scelte, ed. francese, Mosca ce separata: « Noi abbiamo par-1 era giusto e sacrosanto che la mente potente quanta nel 1918 1946, I, pagg, 755 e 886). Guer- lato della necessità [corsivo di lavata di testa avvenisse, ma era infinitamente debole, proprio ra rivoluzionaria? I testi inter- Lenin] per un governo sociali- Lenin la imparti nell' interesse oggi che i proletari e semipro­ pellati non permettono esitazio- sta, nell'epoca imperialista, di di una preparazione seria, meti- letari del Vietnam lottano in ar­ ni nella risposta: se necessario <( preparare e sostenere » la guer- colosa, non «fanfaronistica", del- mi contra l'oppressione loro e - ed è una necessità molto pro- ra rivoluzionaria. Ma la questio- la guerra rivoluzionaria che era di tutti? Ci si sarebbe forse pre­ babile -, si! 1 ne è: si puà subito, immediata- per lui motiva di umiliazione parati, corne vuole l' ignobile fo­ l mente, condurre una guerra ri- non poter fare subito, ma che glio di menzogna, chiudendosi

" " " voluzionaria? "· Articolo Cos a sarebbe stato un' iI1famia scate- nel proprio guscio << nazionale >> strana. e mostruosa.: « L'oggetto I nare a qualunque costo nelle e pretendendo di « costruire il delle mie tesi e dei miei argo- 1 condizioni peggiori. Ignobile fo. comunismo >> in esso per. offrir­ menti... è la necessità di accet-1 glio di menzogna che usurpi il lo in... esempio emulahvo al tare una pace arcigravosa oggi, nome di « Pravda >> dove haî monda e attendere che il mostro nel mo~ento presente, preparan- scoperto che Lenin '_ fedelp a imperialis!a si ~onverti~se, rie?; do sename1:te al. tempo stesso ... Marx ed Engels! _ condannè> nosc~ndos1 b~cc1at9 agh esam1. la guerra nvoluz1onana (e ap- . . . La nsposta d1 Lenm non tollera punto nell' interesse di questa e r.espmse la_ g.u~r:a nvoluzw: equivoci. Con l'occhio sempre ri­ seria preparazion.e) » [è se~pr~ nana per principio · Due. anm ! v.olto ai compiti 7:1ondiali della Lenin che sottolmea: i testi s1 dopa, non Iu lm, contra Il pa- 1 r1voluz10nP v1ttonosa, con una leggono in Opere scelte, ed. ital., rere allora più realistico di Trot- mente che ignora le vili corn-

Nella primavera del 1918, quando si trattà di decidere se firmare o no la pace con la Germania, Lenin avrebbe allora cambiato un'opinione due anni prima cosi esplicita? Nemmeno per ombra. Ai romantici e << av­ venturisti ", seppur generosi, Bu­ charin e compagni, che voleva­ no la prosecuzione della guerra contro la Germania e la sua tra-

Partito e sin~acati nella classica visione marxista

piacenze del burocrate e ha in­ vece tutta la passione e il senso dell' urgenza delle lotte di clas­ se del rivoluzionario, egli ammo­ nisce nel suo Rapporta sulla guerra e sulla pace (6-8 marzo Hll8, Opere scelte, II, p. 290). « La nostra parola d'ordine non puà essere che una: imparare sul serio l'arte della guerra, rimet­ tere ordine nelle ferrovie... rac­ coglicre tutta l'energia, tutta la forza necessaria perchè la rivo­ luzione dia cià che ha di miglio­ re ». Di là da questo primo com­ pito immediato, e sempre con lo occhio alle tremende battaglie che attendono il potere rivolu­ zionario isolato, all' interno e fuori, Lenin lancia il grido: lot­ tare senza tregua per uscire dal­ l'arretraiezza delle forme e dei rapporti di produzione in Rus­ sia e per debellare il nemico dalle mille teste della piccola produzione individuale e disper­ sa, l'eterno avversario piccolo - borghese, non già pretendendo di « edificare " un socialismo e peggio ancora un comunismo im­ possibili nei confini della Rus­ sia, ma afl'rettando il passaggio al capitalismo di Stato << tenuto nei limiti » dal ferreo controllo potitico della dittatura comuni­ sta, - corne egli aveva previsto poco prima dell'Ottobre, corne avrebbe fatto nel 1918 se non fosse divampata feroce su tutti i fronti la guerra civile, corne farà nel 1921, l'anno della NEP (vedi Sull' imposta in natura con citazioni dal 1917 e dal 1918). In­ somma, resistere disperatamen­ te gettando in Russia le basi del socialismo ("' base del socia­ lismo è la grande industria ca­ pitalista a lavoro associato) nel­ l'economia, e arrocati su di essa in una spietata lotta interna con­ tro la risorgente piovra di classi e sotioclassi borghesi, medio-bor­ ghesi e piccolo-borghesi, dedica­ re tutti se stessi all'opera pri­ maria, all'alfa e omega di un partita comunista degno di que­ sto nome: preparare, propagan­ dare ,alimentare ,dirigere, la ri­ voluzione proletaria nel mondo. Qui era il fulcro di tutto il pro­ blema: qui risiedeva la chiave del vero aiuto (di cui la guerra rivoluzionaria sarebbe stata un aspetto ma soltanto uno, e, in dati casi, perfino non inevitabi­ le) da fornire ai proletari degli altri paesi, e, nello stesso tem­ po, da assicurare A SE STESSI. Già, a se stessi; poichè - par­

la Lenin - ,, è assolutamente certo che la vittoria definitiva della nostra rivoluzione, se que­ sta dovesse rimanere isolata, sa­ rebbe una causa disperata)) e « non puà non essere evidente, per tutti coloro che hanno me­ ditato sulle condizioni economi­ che di una rivoluzione socialista in Europa >> che « è infinitamen­ te più difficile cominciarla in Eu-

Crepi Wilson con tutti i filistei

Pagina N. 2 IL PROGB.AllMA COMUNISTA 24 sett.-8 ott. 1966 - Nr.

La questione dell'« unità » ve­ niva posta al centro dell'urto fra ala rivoluzionarta e ala riforrni. sta (appoggiata indirettamente dal centro massimalista) perchè costituiva un paravento dietro il quale si celava l'inveterata abi, tudine di tutti gli opportunisti a collegars] con la borghesia at­ traverso i molteplici tentaticoli della piovra democratica. La Si­ nistra lottava senza posa contro la direzione trinaria del proleta­ riato rappresentata dalla direzio­ ne del Partito Socialista, dal gruppo parlamentare e dalla cen­ trale della Confederazione del Lavoro. La questione è di fon-

Che succede in Cina? Ci guar- 1 do: al solo partito spetta la di­ diamo bene dal rtprendere le rezione della lotta globale poli­ mille versioni della stamna di tica contra lo Stato borghese, e<I tutti i colori. Ma una cosa è esso non deve condividere con certa. Il Maoismo vantè d'essere nessuna altra organizzazione un « blocco di quattro classi », e questo diritto storico, pena il il suo regime uno « stato del po- naufragio nel laburismo e nel polo». Ma i blocchi fra classi democratismo più smaccati, I ri­ sono necessariamente destinati a j Iorrnistj rivendicavano la forrnu­ esplodere sotto la !)ressione dei la trinaria di direzione sostenen­ diversi interessi delle classi, e do che essa ben rappresentava i il popolo scindersi in parti cou- tre aspetti principal! in cui si ar., trapposte e uemiche. Non c'è via ticola la lotta della classe opera. di scampo, neppure una « via ia per il potere: quello politico, nazionale » costellata di centi- rappresentato da! Partito, quello naia di fiori. Ancora una volta, economico, incarnate dalla C. G. la biscia morde il ciarlatano: . d, L., e quello legale, raffigurato operai, contadini, piccolo-borghe- [ da! gruppo parlamentare socia­ si e « borg~esi naziouali »: non I lista. I massi~alisti,. i centristi possouo paeiâcamente convlveret del tempo - rivoluzionan a pa-

ropa e infinitamente più facile cominciarla la noi, ma che aa noi sarà più difficile continuar­ la ». (Citazione, guarda caso, proprio da quel Rapporta sull.a guerra e sulla pace del 1918, al quale la " Pravda ,, pretende di riïarsi ! ) . " . . E' questo che sia Lenin, sia

Trotskj (la cui teoria della rivo­ luzione permanente solo l'inau­ dita facciatosta della « Pravda " puè gabellare corne una sotte­ specie delle « proposte avventu­ ristiche di guerra rivoluziona­ ria » nel 1918) sia tutto il par­ tita bolscevico, « costruirono " in nome del comunismo, il cornu­ nismo vero, il comunismo di sempre, e diedero al movimento proletario mondiale: una guida e una direzione unitarie, una nuova Internazionale armata del­ la teoria ristabilita nella sua in tegralità contre tutte le defor mazioni opportuniste, armata della strategia, della tattica, del­ l'organizzazione ad essa confer mi; e in testa ai suoi statuti scrissero: « L' Internazionale Co­ munista si pane il fine di lottor~ con tutti i mezzi, anche con le armi in pugno, per l'abbatih,ien­ to delta borghesia interrwziona­ le, e per la C:e~zione d- ~ria repubblica sovietica mondiale come stadia di trapasso al corn­ pleto annientamento della Sta­ to... L' Internazionale Comunista considera la dittatura del prole­ tariato corne l' unico mezzo che permetta di liberare l' umanità dagli orrori del capitalismo ... L' Internazionale Comunista sa che, per raggiungere più in fret­ ta la vittoria, l'associazione dei lavoratori che lotta per l'annien­ tamento del capitalismo e la creazione del comunismo ha bi­ sogno di un'organizzazione cen­ tralizzata: essa deve, in realtà e nei fatti, eostituire il partito co­ munista unico di tutto il mondo»,

Che cos'è rimasto, ignobile fo­ glio di menzogna che usurpi il nome di <( Pravda ", di questa visione grandiosa? L' Internazio­ nale è stata da voi prima ca­ strata, poi uccisa e dispersa; la dittatura del proletariato è sta­ ta messa in soffitta per cedere il posto alle << vie pacifiche e na­ zionali al socialismo »; ai prole­ tali delle metropoli imperialisti­ che non si dice più ( come nelle Tesi sull.a questione nazionale e coloniale dettate da Lenin) di prendere essi per prirni sulle proprie spalle il compito fonda­ mentale dt abbattere i loro Sta­ ti borghesi, questi vampiri pro­ speranti sulla miseria dei popo­ li « arretrati »: gli si dice inve­ ce di risollevare le bandiere la­ sciate cadere dai borghesi richia­ mando i propri governanti alle « migliori >> tradizioni della de­ mocrazia e alla coscienza dei « migliori » interessi della pa­ tria; ai proletari e contadin! del­ le colonie, si dice non più di organizzarsi in partito indipen­ dente che, pur lottando a fianco della borghesia rivoluzionaria, ne smascheri l' ipocrisia e l' inet­ titudine e si prepari, creando or­ ganismi di lotta propri, a sbale­ strarla di sella, ma di far bloc­ co con essa e di seguirne i de­ stini; al posto di un'organizza­ zione centralizzata con program­ ma unico e direttive uniche, si è creato un pulviscolo di partiti nazionali, ciascuno col suo pro­ gramma di puro stile nazionale, ciascuno col suo marchio di fab­ brica indigeno, ciascuno con le sue direttive variabili ad ogni stormir di fronda, ciascuno co­ stituzionale, legalitarro, patriot­ tico e, naturalmente, democrati­ co; non più di lottare con le ar­ roi per abbattere il capitalismo in tutto il mondo si parla, ma di competere pacificamente con esso ! Tutto è stato distrutto di quel­

lo che era un programma di battaglia su tutti i fronti della scena mondiale, non di edifica­ zione di un « esempio ., o « mo­ dello ,, di fronte al quale, per illuminazione improvvisa, i ne­ mici si inginocchiassero ricono­ scendolo migliore del proprio, e cedessero le armi. E voi, iano­ bili affossatori della III Interna­ zionale che predicate ai proie­ tari di tutto il mondo un paci­ fismo imbelle e vi barricate die­ tro il vostro egoismo di grande potenza, avete ancora la faccia di appellarvi a Lenin !

Partito e sindacati nella classica visione marxista La frusta demccrcfice"

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sugli edili olandesi

< Continua dalla I pagina) \ roled e loppoffr.tunistid nf~i . f~tti sde-1· v0Cluozn1·oinledilctgear!n~i~\gcgof t~i~: ~!~J~\~ rK,oi:i:f:n~o vfole~t!a~~t . con o a e 1cace e m1z10ne , . . . .

prima di accettarla ad occhi Lenin _ si associavano alla Sini- merge le !Ilas~e la_vor~tric1, la la classe operaia11 la d1sir~~\~~~ chiusi ». stra nell'aspra critica alla dire- formula tr inarra trionfô, essen: del~o Stato borg_ ese, e 1 L'accento . è s~l yartito, n~m zione del partita che faceva di- dose!le travasato i~ conten~to d~ r~z10ne della dittatura proleta-

sulle orgamzzaziom prolet,ane: pendere ogni suo atteggiamento tradlmento proprio . nell ormai ria. . . , .. nè sulle masse, ne sulla classe. ed iniziativa politici dall'influen- ucciso partite comunista, Per la Sinistra 1 "Um~a ". pro- . . , prima il partita, poi la classe. za determinante degli organiz- Le accuse dei riformisti ed ~1:- letaria ha un solo s1gm~ato: . Sebbene a due mesi e mezzo d~ Su questo caposaldo programma- zatori sindacalisti e dei députa- che dei massimalisti al~a Sm1: quello dell'affasci~mento d~1 l~- d.1stanza, e opportune <lare una ver:, tico si arroccherà ~'estrema di- ti; ma non osavano andare oltre stra erano quelle classiche di voratori sotto l'um~~ ed _umta~ia s10_n,e ~satta della s.omn:ossa degb .• fesa della rrvoluzione contr<? le rimostranze verbali la cui so- porsi contro la classe, rmuncian- direzione della politica rivoluzio- ed1!! di Ams_terdam Il cui vero vol ". ,. tutte le tentazioni chimeriche d~ stanza sacrificavano ta~to più vo, do al « patto di unità d'azione ''.• naria del part.ito di classe; il che to e stato m gran P;rte masche-, _. « blocchi ''.• « fusioni ", e ossequi lentieri all'« unità >) della compa- all'« alleanza » con i sindacati, non vuol dire « fusione )), "~loc- rato dalla stampa d mformazione., .. «all'ope:aio medio». Questo c<?n- gine socialista, quanto più il par- che rappr~senta~o e or~amzza- co » tra partite e cent~ale ~mda- borg~ese. . . . . cetto di premmenza del par~it.o tito si spaccava irrimediabilmen- no in mamera pru vasta 11 I?r?l~- cale, o, peggio, tra partito di_ clas- In Olanda, 1 Jav.oraton rrcevone su tutto, che sostanzia la ~1_m- te sotto i colpi tremendi della re- tariato e le classi lavoratrtci in se e partiti e orgamzzaziom eco- per ogni ~1orn? di Ja~oro un_ bol- . stra man mano _che si. a':'v1cma sistenza borghese e del maturare genere. La Sinistra rispose che nomiche e politiche (anche se no- lmo che da dmtto al! appross1mar"'·> la crisi del partita socialista, :1 d lla cris· rivoluzionaria. La mi- l'unico e autentico rappresentan- minalmente operaie corna quelle si delle vacanz~ - a rrcevere u~ -, · .· partitaccio di ailora, è al centro gf or pro~a dell'atteggiamento di te della vera "unità proletaria » socialdemocratiche) seconda la certa somma di danaro per le fe..,. degli scontri violenti contra la in~ecisione di mancanza di ca- è il partite di classe, il quale n<?n proposta di convocazione di una rie . dal fo!1do in cui i padroni _de,?"' ,, destra 1>, difesa ad oltranza att dei massimalismo è of- solo organizza nelle sue file m " Costituente professionale)) da pos1tano l ammontar~ versat? g~or. dalla C.G. del. Lavoro, come do- ~ert~redal congresso di Livorno modo indifferenziato tutte 1~ ca- parte della C. G. d. L. di allora: nalmen!e dall'opera10 <« Shchtmc '. · cume?ta l'arhcolo « La ConfE:- del gennaio 1921, quando i cen- tegorie di operai. e lavorato~1,. ma nè significa - errore _opposto! ma Va.kantie~unds » ! , un . fo_nd? c~eato. _. der~z1one del Lavoro contro . 11 tristi si rifiutano di passare al- soprattutto poss1ede 1;ma v1s10ne di natura ~d . effeth. u~uah . ~ da1 tre smda.c~tl uffic1ah di cu1 &i~,: Soviet», apparso ne Il . Soviet l'ala comunista piangendo sulla generale non corporatlva, un pro. scissione dei smdacat1 nform1sh. altra volta s1 e detto su queste co..: n. 17 del 13-4-1919 (op. _cit. pag. « unità » ormaï' irrimediabilmen- gramma storico, e la cos?iE;n~~ ( « reazionari n, corn~ si legge ,nel- lonne: socialde~ocrahco !NVV>f. 3?8) .. Dopo aver e~erg1ca~ente I te perdu ta. E non furono i soli del fine_, che invece so1'.o m~b1ti l la tr~duzione. itah~na dell << ~- protestante (CN.v) e cattohco. (It nbad1to che « .. _.no! non s1am.o a versare calde lacrime; taluni a quals1asi altra orgamzzaz10ne stremismo » d1 Le~m) per S(?Sb- NV). o_ra,_ quest anno per la prima· di q1;1elli che gn~d1can? de~ rI· che saltarono a << sinistra )) dimo- proletaria. E', .appunt~, nel pa~- tuirli con or~a1:1smi genuma- volta, 1 smdacati dec1sero _ d1 gra •. f<?rm1smo e d.el nyoluz1onansmo streranno non molto dopo di a ver tito che si reahzza la p1ena_ " um-

1

mente " comumstl )). v~re la somm~ dovuta agl~ oper~i .. d1 una orgamzzaz10ne ~ seco?~a lasciato il loro tiepido cuore al tà di classe», in quanto 11 par- . d1 un ~ % a htolo spese d1 ammi- ··. che si ottengano alcuni sold1 m centro tito si contrappone allo Stato ca- ( continua) mstraz1one (sebbene, per allettare·· più o in meno sull'aumento dei " "· i proletari ad iscriversi, uno dei llin. .. salari », si ritraccia brevemente , dacati restituisse poi il 2% ai suof : ma quanto mai efficacemente lo I f ~~ 1 ~ organizzati). E' per protesta contro·:. assunto di base: "Noi non ve- 1 9 questo « taglio » nella somma per Jèi diamo la rivoluzione nell'opera I ferie che gli edi!i di Amsterdam si .

t•t1!~·!ï~to~1fJfj/!~~;; A 46 anm ~all occupaz1Dne ~elle a ne e. :f;.:~r:~:r1::rf:f ,:::::~::;r l' indirizzo della Confederazione, • 65-70% del totale, ma ad Amster •.. nè quello dell' Unione Sindacale. • t e VIVO dam questa percentuale scende al ~omanderemmo. alla organizza- un 1nsegnamen O sempr 35: su_i 18.000 edili, sol? 5:400_ sono. z1one un attegg1amento che suo- . 1scritt1 aile orgamzzaz1om r1cono,, nasse: I sindacati di mestiere ri· sciute, e moiti aderiscono all'AB · mettono ~l 1;>artito s~ialista la 46 anni sono trascorsi dall'occu- ma quale peggiore guerra delle spe. allora, contro I' i~pe~i.alism'? i_non- :WB (Algemene Bond ".an ~erker.i g:ande d1r~z!one dell opera so- pazione delle fa bbriche in Italia. dizioni punitive organizzate dalla diale, non perc10. l imperiahsmo in de Bouw), uno dei rehtti del ciale ~ poli~1c~ della classe la- Non potremmo meglio ricordare guardia bianca contro Treviso, con- mon~iale .è tranqmllo: .net M~ro~- sindacato stalinista liquidato neL voratn~e, dic~iarand_o che que- quell'avvenimento capitale che ri· tro Sarzana, contro Roccastrada, co., ln E_g1tto, n.elle In~1e: nell Asia 1962, .e in aitre piccole leghe di ca .. :'.' sta . m~ra all abbattimento d~l producendo il manifesta lanciato il contro Viterbo. contro Grosseto, Mmore. 1 popoh colomah_ vwlente- tegoria. La sera precedente il 14< capit~hsm~ attr~verso la conqm- 2 settembre 1921 dal Partita Camu- contra centinaia e centinaia di vil- mente ~nsorgono cont~o 1 lo~o 01?· giugno, un centinaio -di operai si s~~ nvolu~ionana del potere PO· nista d'Italia col titolo: « Nell'anni- laggi inermi e indifesi? pressori, e ~empr~ P.lU difficile dl- riunirono spontaneamente a prote. h~ico .reah~ata da_lla s~a orga- versario dell'occupazione delle fab- Che cosa conveniva più alla clas- venta per 11 cap1tahsmo lo sfrut- stare davanti ad uno degli uffici di mzzazione m partlto d1. classe. bric lie -- Gli insegnamenti ». se operaia? Evitare la lot ta supre- tam~nt~ a buo~ mercato delle so.r- pagamento dei buoni-vacanza. La Questa dele~a assolut~ c~ baste-

1 ma e lasciare che ogni giorno de- gent!. d1 _matene prime. ~n Ita!1a polizia apparve subito a « ripuli.. · ·

r~bbe, perche non ~ttr1bmamo al AL PROLETARIATO ITALIANO. cine dei suoi migliori elementi fos- la s1t~a~10ne ùell e~.onom1~ naz10- re » la strada; avvenne uno scon,. smd~c~t? _econm.mco . altra po- Migliaia di operai e di contadini sero massacrati per le vie e per le nale s1 e ~~mpre plu P:ecis?ta. at- t~o con gli _ operai, e 1:1no di questi . tenz1ahta nvoluz10nana che que. massacrati d;,lla polizia e dalla piazze, evitar1: la battaglia fronta- traverso 1.mcess_ante d1.Ss.oc1az1~ne nmase ucc1so - si disse per « at- : sta ». guardia bianca: centinaia e centi- le, ed essere poi sconfitta quotidia- delle cla_ss1_ tra~1z10nah: 11 capita- tacco cardiaco » sebbene il defunto E all'obiezione che il partita uaia di Camere del lavoro, di Case namente da una implacabile guer- 1~ finanf1ar10, ahment~to d~lla r~n- non soffrisse minimamente di cuo-,

non è proprio « rivoluzionario H, del popolo, di Cooperative, di sezio- riglia, ed esaurirsi in un&. penosa d!ta . dei grandi. propr1~tari _terne- re e sebbene i testimoni oculari di· il testo chiarisce che per " ... ri- ni del Partito comunista e del Par- crisi di languore senza sbocco pre- r~. r1fugge dall' mdust~1a; gh_ agra- chiarassero che era stato bastonato mediarvi non si puô lavorare tito socialista, saccheggiate e di- vedibile ·- o affrontare audacemen- r1, che non possono i:i1u reahzzare: a sangue dalla polizia. Il mattino · · che sulla base dell'azione poli- strutte; decine di giornali comuni- te il nemico, col rischio, sia pure. attraverso la banca, 1 superprofittl successivo, l'ABWB organizzo un · tica d~l P?rti~o )); e ch~: "Crean- sti, socialisti, repubblicani, popola- di essert .s.confitti, ma anche co~ i d_ï g.uerra, orgamzzano_ la reazione comizio di protesta, sia contro il ~2 do un antites1 tra mov1mento po- ri incendiati · decine di migliaia di la probab1lltà, con moite probab1• fascista contro le citta « 0~10se e per cento » che contro la brutalità .. litico e movimento sindacale, operai e di 'contadin, bastonati a lità. di riuscire vittoriosi, di con- improduttive », ma devono pl~ cru- della polizia, in una delle piazu ,. · anche se si tende a fare opera sangue, torturati. storpiati; intiere quistare il potere, di porsi in con- delmente oppr!m.ere le grandi mas- di Amsterdam: vi furono i soliti di. .. rivoluzionaria, si riesce soltantù regiuni abitate da milioni di ope- dizioni di dare un vigoroso colpo se dei contadm1. e cosl _determ1- scorsi, ma ben presto, sfuggendo al ad in_coraggiare lo spirito di ca- rai ag;icoli e di contadini poveri, d'arresto alla dfcomposizione del- nano l' unità rivoluzionar1a della controllo degli organizzatori (cbe tegona e di decentramento del- !'Emilia la Toscana l'Umbria il l'economia nazionale, per in\ziare grandissima magg10ranza della po- infatti la sera, alla tv, dissolidariz. · l'az_ione _che ha valore antirivo- Polesin~. la Lomelli~a. sottop~ste il lavoro d\ organizzazione della polazione. ~a ~ituazi_one ~ obbi~tti~ zarono da questa iniziativa), un,. luz1onar10, corne provano la Rus- permanentemente ad un regime bar- economia comunista? Oggi lo svi- vamente pm rivoluz10nar1a ogg1 d1 gran parte delle diverse migliaia di. s~a e gli altri paesi in rivolu- barico di terrore . bianco; migliaia Juppo degli avvenimenti ha fatto quanto non fosse un ~nno. fa. Che edili si diresse in corteo verso la z10ne H. E conclude, - dopo a ver di operai e di contadini banditi da!- h°<i che anche il più arretrato c,eJe- cosa manca? L'orgamzzaz10ne, l~ sede del « De Telegraaf », il gior• precisato contro il parere di ri- le loro case costretti ad abbando- raio puo rispondere a queste do- indirizzo rivoluzionario. A questi nale che aveva dato la falsa noti­ formisti e sindalisti - anarchici nare nella cÙsperazione e nella mi- mande, puà giudicare positivamen- fini lavora il Partito comunista, che zia della morte dell'operaio per at­ che " il sovietismo non è un seria i Joro vecchi le loro donne i te il valore e la portata politica si è costituito sciogliendosi dal tacco cardiaco. Qui giunti, gli edili guazzabuglio ~i sinda<;ati >> -;-, loro figli, e vagol;re. mezzo imp~z- della dottrina e della tattica dei Partito socialista sul!a base delle si scatenarono distruggendo mac- che << lo svolg1mento nvoluz10- ziti dalle torture ne! territorio na- riformisti: oggi è possibile giudi- esper1enze del Settembre 1920, che chine private bruciando pile di car­ nario - nel programma marxi- zionale. senza a~ilo, senza risorse, care e scegliere tra la concezione ha in questi mesi. dal Congresso ta da giornaie ammonticchiate sui• sta corne nella storia che si svol- senza garanzie di libertà e di sicu- dei riformisti. che voilera evitare di Livorno ad oggi, faticosamente, la via, buttando all'aria gli uffici, ge sotto i nostri occhi ·- scarta rezza personale; le prigioni rigur- il « macello ». e la concezione dei ma t.enacemente, nonostante la rea- bloccando il traffico e impedendo le vedute dell'operaismo rifor- gitanti dei migliori elementi della comunisti che avevano previsto le zione e le difficoltà, organizzato i ai pompieri di spegnere i falo. La mista corne del sindacalismo. E classe operaia, dei generosi che tut- conseguenze atroci del non voler suoi quadri, contato i suoi militan- polizia non fece a tempo a interve­ affida all'azione politica della to avevano offerto alla causa della lottare. del credere che l'impuni- ti devoti e leali. centralizzato fer- nire (corne si dichiarà ufficialmen,­ classe. operaia .~a 1;>rassi della ri- emancipazione popolare, mezzo mi- tà sarebbe stata concessa dalla bor, reamente la sua compagine. te) per mancanza di uomini, e voluz~one "· ~la s1. accenna .alla lione di disoccupati per effetto del- ghesia al proletariato che aveva Con la proposta fatta dal suo quando apparve in scena « ripuli • questione .• dei S0':'1et che rtlr<?- l'accelerato processo di decompo- manomesso la sacra proprietà pri· Comitato sindacale a tutte le or- la strada (ancora una volta secon• v_eremo pm .a':'anti, <;Iove la CrI- sizione dell'economia capitalistica. vata, che aveva, nelle fabbriche di- ganizzazioni operaie, il Partito co- do le dichiarazioni ufficlali) in un tica della Sm1str~ s1 esten~e a Ecco il triste bilancio di quest'an- spotiche, attuato l'autonomia indu- munista ha iniziato il suo lavoro battibaleno, - per la semplice ra­ tu~te le .fo~me d1 ~ponta!le1smo no trascorso da! giorno dell'occu- striale dei produttori, che aveva positivo per diventare il partito gione che nel frattempo la folla e imme~t~hsmo, az1end1;1hsmo e pazione delle fabbriche. Anche il organizzato, sia pure embrional- delle grandi masse dei lavoratori si era minacciosamente diretta ver• corpor~bv~smo, _atteggiamen.to più arretrato. anche il più igno- mente, un corpo di milizia operaia, italiani. Alla tattica demagogica so il centro della città., che Sl ~1sol':era .nel magmfi- rante operaio oggi è in grado di ri- che aveva organizzato dei tribu- dei riformisti. che consiste ne! ser- Fu soltanto allora che agli edili co esen:ipio d1 tatbca veramen- spondere alla questione che allora nali rossi per giudicare e condan- virsi delle sommosse e della vio- si unirono i tanto strombazzati te "un_itana ," d~to da} Partit_o si poneva ai capi ufficiali del mo- nare al lavoro produttivo i sicari lenza rivoluzionaria per ottenere « provà ». Sarà bene dirne qualco- Comumsta. d_ Itaha, sotto la gu_1- vimento proletario: del capitalismo. « migliori » patti di lavoro e pro- sa. Si tratta di giovani di tendenze da della Sim~tra, nelle b_att~ghe - Cosa .bisogna fare? Quale so-

1 getti parlamentari di legge; a que- anarcoidi, che si distinguono ftsica-

per la conqmsta _della d1rez10ne luzione è politicamente più utile COMPAGNI OPERAI· sta tattica, Ja cui bancarotta frau- mente per i lunghi capelli e i ve- delle lotte operaie. alla classe operaia? Bisogna anda- Anche i dolori e la miseria di dolenta ha piombato il popolo ita- stiti completamente bianchi, e il

re fino in fondo nell'azione inizia- quest'anno non saranno stati in- liano in una spaventosa crisi di cui nome indica la volontà di « pro­ ta, o conviene tentare di arginare vano, se la classe operaia italiana ferocia reazionaria e di miseria vocare » la borghesia e specialmen• gli avvenimenti, ricondurre la lotta sarà capace di trarre dell'esperien- ' econom1ca, il Partito comunista te i poliziotti. Essi tengono frequen• nei termini à"una contesa sindacale, za del Settembre 1920 tutti gli in- contrappone la sua tattica: servü- ti comizi («happenings») ad Am• concluderla con un concordato tra segnamenti e tutte le norme d'azio- si del terreno sindacale per mo- sterdam di fronte ad una statua imprenditori e mano d'opera? ne ch'essa ha offerto. Le giornate bilizzare le grandi masse lavora- eretta con i fondi di un tabacchi·

I capi ufticiali del movimento I del Sett. 1920 non sono state vis- trici e condurle alla risoluzione del ficio dalle pretese culturali: movi• proletario arretrarono dinanzi alla sute inutilmente. Non si puo can- [ fondamentale problema dell'attua- mento a sfondo dichiaratamente pic, Jotta. Essi paventavano un « ma- cellare dall'animo del proletariato Je periodo storico: la fondazione colo-borghese (gli operai che vi a­ cello », essi paventavano una crisi il ricordo ch'esso è stato allora il dello Stato operaio, che solo puà deriscono si contano sulle dital, nella produzione, essi paventavano padrone della produzione indu- legalizzare e garantire le conqui- esso non aspira a distruggere la . il blocco straniero e la necessità di stnale. ste effettive. materiali e morali, del presente società e i suoi istituti una guerra. Oggi anche il più ar- La classe operaia. la classe che, popolo lavoratore. (contro i quali tuttavia manifesta il retrato, anch" il più ignorante ope- nella sloria degli uomini. è sem- suo disprezzo), ma a renderla più raio è in grado di giudicare, è in pre stata il concime della civiltil, COMPAGNI PROLETARI « umana » e tollerabile, e si fa por· grado di comprendere gli avveni- che non ha mai avuto funzioni di D"AVANGU ARDIA ! tavoce di una successione continua menti. La concezione politica dei comando e poteri d' iniziativa, che L' anniversario dell' occupazione di « piani » di riforma che vanno riformisti si I', chiaramente dimo- è sempre stata un mezzo e non delle fabbriche ed il ricordo, che da progetti di distribuzione di anti• sirata inetta a dominare lo svilup- un fine, che costituisce. nella ca- rinasce pungente e amaro nei cuo- fecondativi a tutte.le ragazze dai 16 po degli avvenimtnti, si è dimo- serma, nella fabbnca, nella naz10- ri di tutti gli operai onesti e lea- anni in su fino a progetti di disar· strata assurda. s'è dimostrata un n.e, la pass1va massa .che aitre clas- li. di quei giorni di lavoro pieno mo della polizia, di riorganizzazio­ pericolo, il pericolo più minaC·· s.1 .manovrano e utihzzano ai loro di gioia. di libertà, di forza. de- ne dei trasporti pubblici, di pace cioso per l'avvenire della classe j fim; la classe _operaia_ nel Settem- v'essere da voi commemorato in- mondiale, il tutto da raggiungere operaia. Il "macello » non è stato bre 1~20 ha d1retto se stessa, . per tensificando il lavoro perché la alla pacifista, con mezzi non-violen• t·vitato: a migliaia sono caduti i la pnma volta, nella produz1one àottrina e la tattica del Partito co- ti anzi con la non-resistenza alla proletari in quest'anno maledetto. dei beni economici, ha dimostrato mumsta siPno conosciute dalle più violenza (per es. alle cariche di po-

La cri si nella produzione non è d_'essere capa:e di governarsi. d'.1 grandi masse, perché sia avvicina- lizia J. Ma la polizia -- che non è ... stata evitata: le serrate hanno se- se: ha orgamzzato una sua d1sc1- lo il giorno della riscossa e della pacifista ·- interviene contro i gio­ guito le serrate e mezzo milione di phna. E.' questa un'espenenza ch.e vittoria definitiva. vani « provà » con moita durezza, e lavoratori sono disoccupati. Non n.on puo essere d1ment1cata: e il Abbasso i riformisti, che hanno ogni Joro comizio si chiude con ar­ c'è stato il blocco contro la nazio- ncordo della quale non puo non assassinato il popolo italiano ! resti e condanne (il movimento ha

mantenere vivi i ferment.i della Evviva il giovane Partito cornu- due seggi nel consiglio municipale, speranza e della volonta d1 opera- . t h 1 1 1 tt 1 · · e non ha struttura oraanizzativa · o- . ms a, c e vuo e a o a e a nv1n- "' · re e d1 n1:1ovamente lottare.. cita del Settembre 1920 ! gnuno puà divenire << provà »). . La situaz10ne generale non e mu- . , . . Orbene, il 14 giugno i «provo» si

tata l·n quest'anno non e· mi·g11· 0 Evv1va l Internaz10nale comum- . . 1. d'lt' , • . umrono 1n gran numero ag I e 1 , rata a favore del capitale. Se lo I sta, che ha scacciato dal ~uo seno e la polizia, presa da! panico, chiese esercito rossa dei Soviety non a- 1 traditon del proletanato . vanza più verso occidente, come 2 settembre 1921 (Continua in VI pagina)

Amsterdam, agosto.

" . .

ne, ma le grandi masse popolari non si trovano lo stesso, per l'ina­ sprita oppressionë del capitalismo indigeno, in condizioni di miseria e di disperazione, quali solo avrebbe potuto determinare un blocco stra­ niero? Non c'è stata la guerra con­ tra i reazionari degli altri paesi:

24 sett.-8 ott . 1966 • Nr. 17 U. PROGRAMMA COMUNISTA Pagina N. ~

PAGINA DI IMPOSTAZIONE PROGRAMMATICA E Dl BATTAGLIA DEI MILITANTI DEL PARTITO COMUNISTA INTERNAZIONALE ISCRITTJ ALLA CONFEDERAZIONE GENERALE DEL LAVORO

I saclallstl vanebbera sterlllzzare Il slndacato per I ane uno stablle lngranaggta del reglme L'oracolo socialista ha parla­

to. Partito di governo, e con la vocazione ad esserlo non oggi soltanto ma in perpetuo (com­ patibilmente con le probabilità di... sopravvivenza del regime borghese), partita di governo e alfiere in seno ad esso della pro­ grammazione economica, il P.S.I. non poteva non porsi la questio­ ne: Che fare - nel quadro di questa «storica missione» - de; sindacati opérai, e prima di tutto dalla CGIL, giacchè, per esso, organlsmi operai sono anche la UIL e la ClSL? E' a questa do­ manda che la fantasmagorica (< Sezione sindacale e problemi di lavoro del PSI » ha risposto in un « documento di discussio­ ne" che l'Avanti ! del 7 agosto riporta. Spogliato del suo linguaggio

oracolare, nebuloso e contorto corne si conviene ai responsi del­ le migliori sibille, il « documen­ to » dice in sostanza: Basta col << rivendicazionismo » tradiziona. le dei sindaeati operai, sia quel­ lo turbolento e sovversivo d'al­ tri tempi, sia quello rispettoso delle Ieggt dello Stato e dei pre­ cetti della Chiesa del giorno d'oggi; ci vuole una « program­ mazione sindacale » cosi corne esiste, - centro-sinistra aiutan­ do (e che iddio lo benedica!), - una programmazione economica; tale programmaziona comporta un « adeguamento delle politi­ che e delle strategie [bum bum ~] sindaeali alle esigenze di svilup­ po del nostro sistema "• ovvero l'apertura di un « discorso inter­ no ai modi di evoluzione di un sistema politico ed economico del tipo di quelle italiano » e alla (( funzione del sindacato nei confronti di esso ». In partico­ lare, l'auspicata programmazione ilupone « delle scelte qualitative e una . acala di priorità che isoli tutti gli aspetti settorialistici e corporatiVi presenti nelle lotte sindaeali e determini una sinte­ si degli interessi globalmente rappresentati che è possibile rea­ lizzare positivamente inserendo l'azione rivendicativa nella di­ mensione più ampia rappresen­ tata dallo sviluppo economico del Paese », mentre « l'assunzio­ ne di chiare scelte e di una in­ cisiva strategia maturerebbe il movimento sindacale come for­ za dinamica di una società de, mocratica e quindi, per ciè stes­ so, sempre meno disposta a far. si massa di manovra in funzio­ ne degli interessi contingenti di questa o quella politica ». Tradotto in soldoni e portato

« a livello » (per usare il lin­ guaggio oracolare delle sibille socialiste) del comune mortale, ciô significa che I'oracolo, men­ tre mettendo al bando Io spiri­ to corporative e di categoria po­ trebbe far credere ai gonzi di aver cominciato a capir vaga­ mente qualcosa di marxisme, in realtà si propone di sintetizzare gli interessi e gli sforzi parziali degli operai non già per afîa­ sciare l'intera classe operaia nel­ la lotta per la sua emancipaaio­ ne, partendo dalle lotte rlven­ dicative per giungere fino a but­ tare in faccia alla classe domi­ nante e al suo Stato il grido di Marx: (< Abolizione del lavoro salariato ! », ma allo scopo con­ trario di inserire la classei le sue lotte, le sue organizzazioni economiche nel sistema capitali­ stico, di farne il puntello della eccellentissima Signora l'« eco­ nomla nazionale >> e di Sua Al­ tezza serenissima (< la società de­ mocratica », di aggiogarle al car­ ro dei sacri ed inviolabili « inte · ressi del paese ». Questa, vivaddio, l'oracolo S?·

cialista la ehiama « autonom1a del sindacato »: e certo è auto­ nomla dal programma massimo del socialismo di Marx e di En­ g7Is, ma è perfetta e servile s_ud­ ditanza al programma massimo di Sua Maestà il Capitale; sud­ ditanza corne quella di Wilson iili dettami della City (non a ca-

so il documenta constata con rammarico che « vi sia stata una destinazione ad investimenti di una quota insufficiente delle ri­ sorse utilizzabili e ciè a vantag­ gio della quota convogliata ver­ i consumi »; il discorso è di mar­ ca schiettamente wilsoniana e prelude a un futuro « blocco dei salari » con I'appoggio del sin­ dacato che il PSI sogna con tut­ to il cuore, un sindacato « pro­ tagonista nelle determinazioni delle scelte di fondo di una so­ cietà in rapida trasformazio­ ne »); sudditanza corne quella di Nenni e Pieraccini agli impera­ tivi della Banca d'Italia. E, per logioa conseguenza, deificazione dell' UIL, la cui azione pratica e la cul impostazione program­ matica additano appunto quella strada alle sibille del PSI, e che queste a loro volta additano al­ la venerazione e al culto dei pro­ letari. Fer vie traverse ( e in perfet­

ta conformità con la nostra in­ terpretazione della fase storica aperta dalla fine della II guer­ ra imperialistica) il riformismo giunge al traguardo fascista: il sindacato come ingranaggio del regime sociale e politico borghe­ se. Ignominiosamente vinta sul campo di battaglia, la camicia nera dello stato corporative è divenuta il primo capo di ve­ stiario dei vincitori democratici!

" " " Di fronte a questa chiara pro-

fessione di fede nella perennità

del capitalismo e nel sacro do­ vere per gli opérai di (< adattar­ visi », esiste da parte della CGIL il più piccolo segno non diciamo di guerra a morte, ma di resi­ stenza? Novella, interpellato dal- 1' Unità del 7 settembre, ha ben­ si espresso parere negativo sul documento oracolare del PSI, ma solo perchè esso minaccia di (< reintrodurre nel movimento sindacale il metodo della cin­ ghia di trasmissione » (guai al mondo!) e quindi di mandare a carte quarantotto la famosa (( u­ nità » delle tre confederazioni che, corne tutti gli operai sanno per amara esperienza, consiste nella docile sottomissione della CGIL al ricatto permanente del­ l'UIL e all'abile gioco di alta­ lena della CISL; corne se non bastasse, ha tenuto a ribadire il consenso suo e dei suoi corn­ pari ad una « programmazione economica democratica », e a ri­ confermare « il senso di respon­ sabilità del movimento sindaca­ le di fronte ai problemi gene­ rali del paese ». Poteva dir nul­ la di diverse, quando la FIOM, per bocca di Trentin e Boni, si era già premurata di spiegare a Costa che <( la funzione che la esperienza storica ha assegnato al sindacato è sempre stata di stimolo verso un più avanzato svHuppo deU'economia e della società » (Vnità del 30-6); che a tale funzione, <( nella formulazio­ ne della piattaforma rivendica­ tiva », le organizzaziont sindaca­ li hanno attribuito una partico-

lare importanza; e che, se il pre­ sidente della Confindustria aves­ se letto con più calma la sud­ detta piattaforma, avrebbe « per­ cepito il valore e la funzione di alcuni obiettivi rivendicativi che, relativamente nuovi nel no­ stro paese, darebbero un signi­ ficativo contributo alla evoluzio­ ne delle relazioni industriali )); cioè, lung] dal poter essere ri­ dotti a « mezzo per la miglior determinazione del livello dei salari ))' favorirebbero - proprio corne vogliono i socialisti -, un più ordinato e paciflco <( svi­ luppo economico della nazione "? La differenza fra bonzume so­

cialista e bonzume « comunista » è tutta nella differenza di tempo per cui il PSI è arrivato al go­ verno e il PC! ne è ancora fuo­ ri, e geme ed implora che lo si tiri dentro. Comune ad entrambi è la rinuncia alla più remota possibilità di lottare per l'ab­ battimento del regime capitali­ sta; comune la volontà di inse­ rirsi in esso e di tutelarne lo sviluppo, Iiscio, tranquille, ordi­ nato nello stile delle più evolu­ te « relazioni industriali » e del­ la più responsabile (( collabora­ zlone nell' interesse del paese », 0 ce li caviamo dai piedi gli

uni e gli altri, o dovremo, noi militanti operai nella CGIL, sfi­ lare incatenati e frustati dietro il carro di trionfo su cul viaggia­ no unite la Confindustria, l'UIL e la CISL, corne gli schiavi a vi­ ta sfilavano incatenati e frustati dietro il carro di Cesare.

1 problemi sindacali dei ferrovieri Tn categorla rovieri sono i più fortunati sia per I cati di « sinistra » devono con la

la stabilità del lavoro che per le I ioro azione pratica dimostrare che altre prev idenze più o meno co- · le teorie dei partiti che li ispirano muni a tutti i pubblici dipendenti. sono giuste e perfino rivoluzionarie; La diversa condizione obiettiva di condizione questa per pretendere lavoro delle tre categorie è alla dai Javoratori il voto a favore dei base del loro diverso atteggiamen- rispettivi partiti. Spacciando per to nelle lotte sindacali. La corn- rivendicazione operaia la pretesa battività varia in r agione inversa di. operare oggi per riordinare, mi­ a questa condizione: i più disagiati ghorare e sviluppare questa eco­ hanno più spirito di lotta. Dire nomia e questo assetto sociale, es­ che queste tre categorie si scono- si si illudono che la democrazia scono è dir poco. Purtroppo, i più regali loro il potere con i voti disagiati vengono visti dai più pri- degli opérai o quanto meno di ve­ vilegiati come appartenenti a una dere accettati i loro punti di vista razza inferiore. I sindacati che le e consigli, « costruttivi » perché più inquadrano nella stessa organizza- schiettamente « nazionali » e con­ zione, con la Joro prassi, anzlchè trari all'egoismo e alla sete di pro­ contrastare questo deprimente sta- fitto di gruppi di produttori e tra­ to di cose lo favoriscono. Lo stes- sportatori privati. so di_sc_orso _vale _P~r i raggrupp~- L' indifferenza quasi assoluta di ~~nh ln CUl e dWISa la. categorta tutti i ferrovieri per Je riforme di pru numerosa dei terroviert. struttura proposte dai sindacati è

,. 0 ., la prova che quelle teorie sono estranee al loro vero interesse di classe e 'rappresentano invece l'en­ nesimo tentativo di confondere Je idee agli operai. Non s' illudano quindi i signori padroni dei sin­ dacati: g!i operai possono subire corne oggi, ma non accetfare e con~ dividere coscientemente la Ioro po­ litica forcaiola. I bonzi possono riuscire ad avvilire lo spirito di lotta degli operai flnchè i nodi di questo bel mondo non vengano al pettine, ma non distruggere Je ra­ dici profonde dell'odio di classe che dimostrerà con i fatti che la strada da seguire è del tutto op. posta: che cioé le lotte per riven­ dicazioni economiche e la tattica da seguire per esse vanno subor­ dinate al fine generale e storico ?ella _classe operaia, che è quello m primo luogo di rovesciare la borghesia e di spezzare (non ri­ formare) la struttura del suo sta­ t? e poi di operare riforme « dispo­ ttche » che, sia ben chiaro, dovran­ no anch'esse avere carattere di­ struttivo, perché il solo compito da assolvere per realizzare iJ so.. cialis~o è di spazzar via ogni co­ struz1one materiale e ideologica del regime di classe. · Spetta a noi seguire da vicino

le lot~e sindacali, partecipando ad esse m. _prima linea, ma con spi­ rito critico, per chiarire ai com­ pagni di lavoro la limitatezza de-

Quando si parla dei ferrovieri si allude comunemente al solo per­ sonale di ruolo sia esso dell'eser­ cizio che degli uffici. Si tratta di oltre 180 mila (< agenti » che di­ pendono direttamente dall'azienda F .S. con contratto di lavoro rego­ lato da! cosiddetto stato giuridico, con stipendia e competenze acces­ sorie fissate da leggi cosi come Jo è l'orario di lavoro (7 ore e 40 mi­ nuti di lavoro giornaliero). Tutta­ via, a mandare avanti le F .S. ci sono aitre due categorie di perso­ nale assai meno numeroso, ma non meno necessario: assuntori e lavo­ ratori degli appalti. Gli assuntori sono ferrovieri sui

generis: assuntori sono per esem­ pio certe stazioni secondarie, i pas­ saggi a livello ecc. Per ragioni di economia le F.S. affidano il loro esercizio a questi lavoratori, il cui Fatta questa premessa diciamo contratto di lavoro è diverso da qualche altra cosa per capire co­ quello dei ferrovieri veri e pro- me vanno le cose sindacali. An­ pri e prevede prestazioni di mag- zitutto, bisogna fare una chiara gior durata e retribuzioni più bas- distinzione in mezzo aile rivendi­ se. I lavoratori degli appalti sono cazioni presentate dalle centrali a un gradino ancor più basso: fan- sindacali alla controparte padrona­ no in genere lavori più pesanti, le. Sarebbe grave errore credere più umili, alle dipendenze dirette che l' intera piattaforma rivendi­ di ditte che appaltano dalle F.S. cativa rispecchi le aspirazioni dei certi servizi e lavori il cui volu· lavoratori. La verità é che aile ri­ me é spesso variabile come la lo- vendicazioni economiche di costo­ ro durata. La loro opera è la più ro, le dirigenze opportuniste asso­ oscura e la meno pagata, dovendo ciano delle rivendicazioni politiche fruttare profltti al padrone diret- che non sono sentite da! personale to, e profitto invisibile ma non non perchè di natura politica, ma meno reale (perchè concretantesi perché di contenuto meramente ri­ in un risparmio nei costi) aile F.S. formistico e quindi non tendenti a Riassumendo, abbiamo tre cate- trasformare l'ordine sociale esi­

gprie di lavoratori nelle F.S. I fer- stente, ma a conservarlo. I sinda-

1 metalmeccanici delle aziende private avrebbero dovuto sclo­ perare il 1: l' UIL si dissocia, interviene un ministro, lo sciopero è sospeso, le trattative riprendono ...

,Il 15 la FIOM constata che le trattative vanno male sebbene le richieste dei sindacati siano state « oggetto di un certo ridi­ mensionamento »; tuttavia, vedendo manifestarsi « una certa di­ sponibilità » nella controparte, accetta di continuar le trattative ...

Non è chiaro che i !)adroni hanno eapito di poter tranquil­ iamente menare il ean per l'aia, con dei « rappresentanti operai » eosi arrendevoli, i quali, dopo aver eoncordato con I' IRI l'isti­ tuzione delle forcaiole commissioni paritetiche e averle levate aile stelle, si accorgono ehe anche nel settore statale la eontro­ parte ora punta i piedi?

La noslra voce tra i metalmeccanici

Riproduciamo qui il volantino lanciato sui primi di agosto dalla nostra sezione di Genova e rivolto ai metalmeccanici in particolare, a tutte le categorie operaie in generale.

LAVORATORI METALMECCANICI ! PRO LET ARI Dl TUTTE LE CATEGORIE !

Dopo che le centra!i sindacali opportuniste hanno imbri­ gliato U vostro malcontento e castrato la vostra volontà di rispondere con un poderoso contrattacco alt'o./Jensiva capita­ listica facendovi Lottare disuniti, per settori ( statale e privato), per fabbriche e perfino per reparti, il 26 luglio i bonzi hanno concluso aile vostre spalle e su!la vostra pelle un primo ver­ gognoso accordo con I' lnteraind-Asap.

Cià che veramente interessa i lavoratori (aumento del sa· lario base - riduzione della giornata lavorativa - correspon,. sione del pieno salaria a tutti i licenziati e i sospesi) è statu corne al solito rimandato ad « ulteriori incontri tra le parti »; mentre si è sbandierata davanti ai vostri occhi l'ottenuta isti­ tuzione di « commissioni tecniche composte pariteticamente da una rappresentanza dei dipendenti e della direzione azieridale » per l'esame « istruttorio » delle vertenze individuali e plurime in materia di cottimi e di qualifiche e respressione di un « pa­ rere 1t sulla soluzione di tali vertenze. ln sostanza l'accordo con l' Intersind-Asap non è stato altro che lo strumento per so· spendere lo stato di agitazione nelle aziende statali o a par­ tecipazione statale e per preparare le migliori condizioni pos­ sibUi ai nuovi attacchi che il capitale non mancherà di muo­ vere contro di voi.

PROLETARI ! COMPAGNI ! Il PARTITO COMUNISTA INTERNAZIONALE vi dichiara:

in quelli che le centrali sindacali presentano come successi nor­ mativi non vi è un grammo di vittoria; essi interessano esclu­ sivamente i bonzi che mirano a rajforzare il loro sporco posta nella compagine statale che vi opprime.

La forza del proletariato non consiste nez cosiddetto diritto a discutere came e in che misura il capitale pUô premere su di esso i! suo tallone di ferro !

La classe operaia è costantemente impegnata in una guerra ad oltranza con tutto lo schieramento capitalistico ed è solo ricorrendo a tutte le sue armi che essa puo ottenere di con­ servare almeno le propre condizioni di esistenza.

Ogni l'olta che, abbag!iati dalle promesse dei vostri diri­ genti e dalle presunte vittorie contrattuali, avete deposto le armi, il nemico di classe ne ha approjittato per schiacciarvi ancora di più e farvi pagare il prezzo delle contraddizioni di un sistema di vita inumano. Faccia scuola la condizione in cui v· trovate dopo gli anni del tanto decantato miracolo econo­ mico.

li PARTITO COMUNISTA INTERNAZIONALE vi dice: Soto con una lotta continua che veda unite sul fronte della sciopero tutte le categorie e senza distinzione fra dipendenti di aziende « pubbliche » e « private », soltanto traducendo in un moto unico il malcontento che serpeggia in tutti i settori della pro­ duzione, voi potrete rispondere ejficacemente all'attacco capi­ talistico.

Rifiutate le rivendicazioni che tendono a frammentare le vostre forze creando interessi contraddittori nel vostro seno ( au menti saiariali dijferenziali, cottimi, paghe subordinate alla produttività ecc.) !

Solo rivendicando un aumento generale del salario base che non si perda nei rivoli di voci soggette all'arbitrio del ne­ mico di classe, solo lottando per una drastica riduzione della giornata lavorativa che vi permetta di fronteggiare i vari me· todi escogitati da! capitale per farvi compiere nello stesso tempo una maggior quantità di lavoro, solo chiedendo la piena correspomione del salario a tutti gli espulsi o i sospesi dalla produzione, voi potrete difendere le condizioni stesse della vostra esistenza.

LAVORATORI ! COMPAGNI !

Rifiutate di deporre le armi dello sciopero finchè le vostre richieste non siano state completamente accolte. Opponetevi ad ogni trattativa tendente a dividervi. Imparate a diifidare dalla « buona volontà » dello Stato capitalista, che oggi come ai tempi di Marx e di Lenin è i! comitato d'affari della borghesia, e smascherate i dirigenti traditori che brigano per inserirsi sempre più in esso facendovi adorare il falso dia della demo­ crazia che ha lastricato il suo cammino con il vostro sudore ed iL vostro sangue.

La lotta che vi oppone al capitale è una lotta senza fron­ tiere che non puà concludersi se non con la distruzione vio­ lenta detio Stato borghese e l' instaurazione della dittatura proletaria mondiale. Unicamente nella prospettiva della libera­ zione finale dalle catene dello sfruttamento voi potrete ef]ica­ cemente difendere i vostri interessi immediati.

Per il ritorno della CGIL alle sue tradizioni di classe e per la cacciata dei capi traditori.

Per lo SCIOPERO GENERALE senza limiti di tempo, spazio e categoria.

Per la difesa degli interessi immediati e finali degli sfrut- tati d'oriente e d'occidente.

W IL PARTITO COMUNISTA INTERNAZIONALE ! W IL PROGRAMMA COMUNISTA ! W SPARTACO!

gli obiettivi e la pochezza della tattica seguita. E' questo che ci proponiamo di fare ne! dare que­ sto breve quadro sui problemi sin­ dacali di tutti i lavoratori che pre­ stano la loro opera nelle F.S., le cui lotte saranno in seguito stu­ diate con regolarità. La nostra ope­ ra di informazione e critica deve servire ad aiutare questi Javora­ lori a comprendere corne i loro sforzi e le loro aspirazioni venga­ no distorti e frustrati dalla poli­ tica bastarda delle centrali sinda­ cali, il cui opportunismo sta nel pretendere di servlre nello stesso

tempo due altari: quello degli ope· rai e quello della borghesia.

E' logico che prenderemo mag­ giormente di mira quel sindacato che pretende di deflnire la sua poli­ tica corne politica di classe, cioè il SFI-CGIL. Ma che sindacato di classe è mai quello che, avendo dietro di sè i partiti di « sinistra ». non osa pronunciare la parola so­ cialismo come se fosse una grave bestemmia? Nei congressi è ne lia stampa questa parola è sparita da! vocabolario di lor signori, che in­ vece si fa sempre più nutrito di

Pagina N. 4 IL PROGRAMMA COIWHISTA 24 sett.-8 ott. 1966 • 'Nr. 17

parole « ultimo grido » del gergo deteriore della più par assitica clas­ se politica che il mondo abbia µia~ conosciuta. Il Ior o fetore ci app9-:; sta: è ora di sbarazzarcene.

1° I Ferrovlerl Conalobamento

E' noto che la fase di rivendi­ cazione per il conglobamento si puô ritenere praticamente conclu­ sa. Questa operazione non doveva essere una mer a operazione conta­ bile di trasferimento di certe « va­ ci» della retribuzione allo stipen­ dia, che avrebbe portato solo a vantaggi indiretti sulla buonuscita, la pensione, i congedi e lo straor­ dinario, Essa doveva portare aitre­ si a migliorumenti nella retribu­ zione netta. Come si sa, specie questi miglioramenti, non solo so­ no stati irrisori, ma, dato il rlnca­ ro ·dëll.a vita verificatosi da quan­ do li si cominciè a chiedere, si so­ no praticamente ridotti a una mi­ seria. Cio non impedisce al SAUFI­ CISL di menar vanto di come si è chiusa questa fase. E' bene ri­ cordare che, per ottenere un piat­ to di lenticchie, questo sindacato, insierne al SIUF-UIL, concluse un accordo separato con I'azienda il 25-6-64, in cui s' impegnava a una tregua sindacale fino al 1967, e che questa tregua fu interrotta poche volte e solo formalmente. Infatti, gli scioperi dichiarat] unitar'iamen­ te col SFI-SGIL, sono stati tutti altrettanto unitariamente revocati.

Cemoetenze accessorle e rlassetto ,stlpendl Davanti alla categoria restano

ancora da risolvere due aitre que­ stioni, anch'esse stravecchie: « ri­ strutturazione » (parolona difficile usata e abusata da sindacati e par­ titi moderni) delle C.A., che, da quel che è dato capire, si r isol­ verà in un piccolo ritocco a quel­ le esistenti, a partire non più dal marzo come si diceva fi.no a poco fa ma dal giugno 1966; e altre mo­ difiche o adeguamenti degli sti­ pendi per il 1967 al cosidetto rias­ setto delle carrière, ispirato al cri­ terio delle « qualifiche funzionali » e inteso ad eliminare gli inconve­ nienti dei criterl burocratici non rispondenti al carattere Industria­ le dell'azienda, che i sindacati ci tengono a difendere e a meglio realizzare per il potenziamento del­ l'azienda stessa.

Due rUerme Ci sono infine le r ivendrcazioni

aile quali i sindacati affldano un valore sociale più generale, per­ chè riguarderebbero la famosa col­ Zettività nazionale. Non sapendo più pronunciare la

parola socialista, la parola « socia­ le >> nella loro bocca ha lo stesso identico significatc ch~ ha per tutti t democratici e per; f fucisti, cioè un significato -~conomico produt­ tivistico, di eonservazione della so­ cietà maledetta borghese,

Queste richieste, che appassiona­ no più di tutto i noatri bonzi, sono: l.a riforma dell'àzienda r.s. e quel­ la del ministero dei trasport i, per il coordinamento dei trasporti ge­ stiti da aziende pubbliche e da p ri­ vat] concessionari nel campo delle ferrovie, autoferrotranvie, autoli­ nee e navigazione interna. Trattandosi qui di dare un qua­

dro d' insieme, non possiamo tr at­ tenerci a Iungo sulle varie que­ stioni, Diciamo soltanto che le in­ tenzroni, più volte dichiarate, da parte padronale, sono più che evi­ dentr: ogni richiesta economica dei ferr-0vieri va messa da parte in attesa della riforma dell'azienda, la quale, tra l'altro, deve risanare il bilancio delle F .S. sulle spalle dei lavoratori. Da parte dei sindacati l'orienta­

mento non è molto diverso. A pa­ role, si dice di essere contro l'at­ tuale blocco dei salari; ma si ,1 corn­ prende » che un certo contributo i ferrovieri Jo devono pur dare. A dimostrarlo citiamo un punto emerso dal recente congresso del SFI, in eu] appare una delle sue « chiare e responsabili decisioni ». Eccolo: « Ferma volontà unitaria di spezzare la spirale del blocco della spesa, pur senza escludere una adeguata riorganizzazione per rendere il lavoro ancor più pro­ duttivo, ma non solo attraverso lo aggravamento del lavoro ». Certo, di questo passe, dichiarando scio­ peri e revocandoli subito dopo, c'è da attendersj che il blocco salari continui e le condizioni di lavoro peggiormo. Non sono di questo pa, rere i sindacati, per i qual] in­ vece è « dimostrato » che a ogni minaccia di sciopero hanno fatto seguito nuovi successi per i Iavo­ ratori. Beato chi ci crede ! In merito alla questione del coor­

dinamento nei mezzt di trasporto per realizzare la massima econo­ mia nazionale, tanto a cuore ai sindacati e in particolare al SFI, vogliamo rivolgere una semplice demanda ai sindacati. ' Come mai andate in brodo di giuggiole se vedete « un più incisivo interven­ to pubblico nella politica economl­ ca » che tenda a uniftcare e coor­ dinare i mezzi di trasporto (rnez­ zi di produzione della borghesia e del suo stato) e non cercate, o an­ che semplicemente non pensate, di attuare l' unificazione delle riven.­ àicazioni, delle lotte e della tattica dei lavoratori impiegati nell'intero settore dei traspcrti terrestri? Come già avvenne il 12-l'>, 1'8-8

autoferrotranvieri <140.000 unità) e

dipendenti delle autolinee (40 mi­ Ia ) hanno scioperato assieme, men­ t.re il 13 e 14 c 'è stato un nuovo sciopero delle sole autolinee, i cui lavoratori, per avere salari più bassi del 40% ai ferrotranvieri, chiedono una « graduale unificazio­ ne del trattamento », <Unità del 15-8) nel quadro del rinnovo del contratto di lavoro. Noi ferrovieri riteniamo che la

unificazione del trattamento debba essere un obiettivo comune di au­ tolinee, ferrotranvieri e ferrovieri, perché le condlzioni di lavoro so­ no più o meno le stesse e c'è Io sconcio che chi più sgobba è me· no pagato. Dunque, la rivendica­ zrone unica è giusta anche sut pia• no del diritto borghese. Si capisce che, lasciando gli uni isolatj dagli altri, il salarie per ciascun grup­ po risulta fissato da! rapporte di terza che si statnlisce tra esso e il relativo padrone, il quale, non lo dimentichiamo, ha mille aitre for­ ze che lo sostengono: dalla stato alla polizia, dalla stampa ... alle im­ mancabili ragioni di bilancio azten­ dale,

Ad ogni modo, nessuno potrà di­ mostrare - a meno d'essere un mistificatore corne i professionisti del stndacalismo moderno, - che la lotta separata e disarticolata sia utile ai lavoratori. Anche quando combattessero per obiettivi legger­ mente diversi, solo l' unione dei lo­ ro sforzt potrebbe aver ragione dei padroni. E di là dai migliori risultati immediati ottenibili, i la­ voratori farebbero un passe avan­ ti sul piano della eoscienza e della solidarietà di classe. La sola con­ clusione da trarre è, dunque, che l'avversione dei sindacati, in spe­ cie quello « rosso », deriva dal pre­ supposto che il governo, metten­ do~i . al se~vi7io di interess! cap~­ taltsticj prrvatr troppo parttcolart, trascuri gli interessi generali della borgheaia in quanto classe: cosa che 1 sindacati esprimono dicendo che il governo non fa una vera politica nazionale ! Furono i fascisti a parlare con

più coscienza di politica. nazionale. Le stesse parole usate dai sinda­ cati antifascisti non ,ossono vo­ ler dire che la stessa oosa. Prima, durante e dopo il faaciamo, la po­ litica nazionale è la politica per il capitale. Dunque, il potere contrat­ tuale, cioe la forza potenziale de­ gli operai organizzati di imporre la propria volontà, è usata dalle dirc.tioni sindacali solo per fare accettare al governo il loro punto di vista na:ionale. Questa l'essen­ za del ruolo del sindacato di cui tutti. gli opportunisti di destra e di smistra parlano, usando parole fu­ mose e dema&ogiche per non sma­ scherarsi davanti agli operai e per essere nel contempo ben compresi dai padroni.

Orarl dl lavoro del personale ti 1111cldna e 1lalllaate

Abbiamo parlato delle rivendica­ zioni generali di tutti i ferrovieri c delle direzioni sîndacali. Tutta la serte degli scioperi nazionali di­ chiarati e revocati in questi ulti7 mi anni aveva lo scopo !li man· dare avanti le trattative apesso in­ terotte per lunghi intervalll. Il ri sultato è che si sta ancora A ZERO su t utta la linea. Resta da dire qualcosa su una

rivendicazione «settoriale» che non riguarda tutti i ferrovieri ma solo i due raggruppamenti più diretta, mente Jegati alla circolazione dei treni: il PdM (personale di mac. china) e il PV (personale viaggian­ te. Lasciamo stare che questa set­

torializzazione non avrebbe alcuna ragione di esistere. Chi ricorda le lotte per ottenere la giornata la­ vorativa di sette ore e 40 minuti e la modifica del vecchio decreto Rull'orario di lavoro, sa bene che le 7 ore e 46 minuti sono state fissate corne media ne! mese, e che si dovette stabilire un orario mas­ simo, non superabile, di nove ore. Ura, il PdM e il PV hanno visto salire fino a 11 ore il loro mas­ simo. Siccome poi, almeno da un anno in qua i turni sono stati ag­ gravati e questi massimi sono sta­ ti raggiunti un po' troppo spesso, macchinisti e personale di scorta ai treni hanno deciso di farla finita e, per evitare gli abusi, hanno lo­ gicamente chiesto il drastico abbas­ samento di questi massimi. Lo scio­ pero del 16-17 luglio aveva lo sco­ po di risolvere appunto la questio­ ne. Come è noto, perè>, anche tale sciopero è stato sospeso da! SFI, che pur aveva riconosciuto nella Tribuna FeTroviaria del 20-7 che, « per un sindacato che non voglia rldursi soltanto a un etichetta, es­ so era inev1tabile ». Bontà sua, 11 SFI ha detto di « comprendere » che « la notizia della sospensione dello sciopero ha provocato delle perplessità sulla opportunità della decisione ». Come è noto, questa fu ancora una volta presa dietro la promessa di concludere con cele­ rità i negoziati per • la nuova nor­ mativa dell'orario di lavoro e dei turni e per una mig!iore organiz­ zazione dei servizi ». (vedi comu­ nicato stampa del 12-7 Jato da mi­ nistro, direttore F.S. e sindacati). Come si vede, la volontà dell'a­ zienda di venire incontro al per­ sonale sul!a base delle economie fatte dallo stesso è ancora una vol­ ta riaffermata. Ma non c'è da me­ ravigliarsene, quando si considera che l'orientamento dei sindacati non è molto diverso. Nel giornale sopra citato, è detto infatti che, « con senso di responsabilità ed ob­ biettività, ci accosteremo ai prov­ vedimenti riorganlzzativi ». Noi t1

Noslre ballaglle no chiuto con forza la solidarietà fattiva dei tramvieri e degli a'ltri (Upendenti pubblici. Ma i bonzi la banno negata. Nella semideserta assemblea del1'8 agosto, un nostro compaano ha ribadlto con torza il trad1mento dei bonzi, denunciando ai pochi partecipanti che anche lo sciopero proclamato per il 13 e 14 agosto per il solo settore delle au­ to!inee private sarebbe fallito se non collegato al contesto generale delle lotte, o per lo meno a tutta la categoria degli autoferrotram­ vieri. Egli dichiarava che solo con lo sciopero ad oltranza e con le trattative durante lo sciopero la !otta poteva conciudersi con la vit~ toria; e cne preavvisare le auto­ rità prefettizie dell'ora, della du­ rata e dello svolgimento dello scio­ pero era come preavvertire Il ne­ mico dei propri piani di azione. lnfatti, le direzioni padronali han­ no potuto organiz.zare un pertetto

no. servizio di emergenza con l'aiuto Logico era unire fin da) primo delle autorità governative e con

sciopero la massa d' urto dei 150 l' impiego di mezzi militari. mila lavoratori in lotta. Invece, la Ecco perché i comunisti rivolu­ trinità sindacale, con la consueta donari denunciano il tradimento tecnica forcaiola della divisione delle centrali politico-sindacali del­ delle lotte anche ail' interno della l'opportunismo. Con sehifosa ed stessa . categoria, h~ posto i n~stri aperta opera di divisione, la tq­ fratelh delle autolmee, regolatJ da nità sindacale non vuole essere la un diverso e più feroce contratto rappresentante degli interessi eco­ di lavoro (percepiscono un sala: nomici della classe operaia ma se­ rio inferiore del 40% a quello dei condo lo schema corporativo-f~i­ tramvieriJ all;i completa mercè . . . d li t, li d ali· he ma,· sta delle categone o pegg10 del e e cen ra pa ron , c . . . . si sono trovate dinanzi un fronte setto11 e az1ende, d1ffonde ne1 la­ operaio unito e un'efflcace resi· J voratori delle singole categorie la stenza nello svolgimento dei loro opm1one che basta « penaare ai piani di difesa del profitto. Eppu- propri interessi particolari 1t di• re i lavoratori, anche se abbando- menticando quelli dell' intera clas­ nati, si sono battuti in modo esem- se.-I bonzi temono di contrappor­ plare. La lor? bat~agl~a isolata, che re tutta la classe degli sfruttati a verte sulla r1vend1caz1one della pa- . . rità salariale con i tramvieri, par• , tutta la classe degli, ~fruttattor1; tè> ad uno sciopero di 48 ore, cin- temono d1 rompere l mcanto de­ que di :14 ore e ad un mese di mocratico della pace sociale tra lotte articolate di breve durata, co- proletari e capîtalisti, sorretti da si care aile bonzerie sindacali. uno- strato inftmo di II ariltocrazia

Come possono difendersi questi del lavoro II cioè di lavoratori me. lavoratori dall'offensiva . massicci~ glio pa1ati ~l preciso scopo di pre­ ed accanita di un nem1co che s1 · . • . 'b ..

l lt h d Ile aue armi mere sugh stratl pegglo ren-1 qi.ti avva e, o re c e e d 1. · f 1· t tradizionali (multe per gli scio- eg 1 oper~1, e . ar 1 _ace~. peranti, denunce, licenziamenti, I comumsti r1voluz1onar1 si bat­ crumiraggio organizzato con per110- tono e si batteranno perchè a que­ nale stagionale, ecc.), anche dell'in- sta ianominla, voluta e praticata fame compiacenza delle dirigenze dal bonzume confederale si oppon­ sindacali? Nelle assemblee, i .lavo- ga una poderosa lotta' senza ri­ ratori del!e au~olinee, denun~1ando guardi e senza mezzi termini, al la codard1a de1 loro dirigent!, han- di sopra di agni autonomia azien-

dale, di settore e di categoria, al di là di oani limite 'f!i tempo,

Firenze, settembre A tre mesi dallo sciopero nazio­

nale del 12 mag&io, che paralizzo per 24 ore tutti i pubblici servizi di trasporto e le autolinee private in concessione, le centrali sinda­ ca li, denunciando la « caparbietà » e la « cocciutaggine » dei padroni, che per bocca del bonzo di turno <( esasperano anzichè attenuare la tensione sindacale >>, hanno procla­ mato per Junedl 8 agosto un nuo­ vo sciopero nazionale di 24 ore per i due settori. Le autolinee private in concessione scioperano poi, iso­ latamente, sabato e domenioa 13 e 14 agosto. I lavoratori dei due set­ tori, facenti parte della stessa ca­ tegoria autoferrotramvieri (ANAC· FEDETRAMJ lottano entrambi per il rinnovo del contratto naziona!e, scaduto per i tramvieri sei mesi fa e per i lavoratori delle autoli­ nee del settembre dello scorso an-

augurtamc che i lavoratori inte,. ressati premano abbastanza sui c:i­ poccia per imporre loro di non far cedimenti e baratti di nessun ge­ nere; altrimenti si accorge.rebbem presto di rutituire con una mana. ciè> che hanno ricevuto dall 'altra.

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Il programma camonlsta (continua)

Sei • mes1 di lotte • opera1e nella Romagna FORLI' E PROVlNClA

Il Forlivese, la più depressa provincia dell' Emilia - Romagna, ha visto nei primi sette mesi dell'anno aumentare la disoccupazione ( già superiore aile 30.000 unità alla fine del 1965), le sospensioni, le ridu­ zioni di orario, mentre i livelli salariali diminuivano sia per L'au­ mento del costo della vita, sia per i ripetuti tagli nella parte mobile delle merced'i e mentre · crescevano i riaori della disciplina di fab­ brica e il ritmo <le! lavoro, e i padroni continuavano a licenziare, a volte serven.dosi del pretesto della... giusta causa e cos!. rea!izzando i loro piani di ristrutturazione. Tanto più forcaiola appare una poli­ tica sindacale di articolazione che ha vietato aile numerosissime e compattissime agitazioni ( oltre 1,5 milioni di ore lavorative spest in scioperi nei primi 4 mesi contro 46 milioni circa in tutta Italia; per­ centuale - come si vede - altissima) di fondersi l' una con l'altra. Ne diam.o un quadro riassuntivo a dimostrazione sia della combat­ tività proletaria, sia del tradimento dei bonzi sindacali.

Metalmeccanici Bartoletti ex-Forlanini. Il centinaio di sospensioni ritirate in seguito alla « vittorta » de! dic. 1965 si è rinnovato fra febbraio e marzo per la durata di 40 giorni, mentre un altro contin­ gente di operai lavorava appena 32 ore. Gli assegni familiari del dic. scorso non sono stati pagati col pretesto ch.e, causa gli scioperi, non era stato raggiunto il numero di ore mensili previsto; non cor­ risposta neppure la giornata festiva del Corpus Domini ( cc conquista » del luglio 1965). I sindacati h.anno « reagito >> ( a parte ali scioperi nazionali e provinciali per il rinnovo del contratto) con tre scioperi aziendali di 1 o 2 ore ( 1 al mattino e 1 al pomeriggio) al giorno, e hanno posticipato uno degli ultimi scioperi naziona!i di categoria della durata di 2 giorni col pretesto delle elezioni per la C.I. Inoltre, malgrado ii divieto assoluto della straordinario, hanno aderito alla richiesta padronale di far lavorare per 2 sabati al fine di terminare del lavoro urgente (commesse della « socialista >> Bulgaria ... ): due rotture del fronte naziona!e in una volta. Eppure nelle assemblee, gli operai avevano reclamato l'allargamenlo della Lotta, e hanno par­ tecipato per H 100% aali scioperi.

Metalmeccanici c< Nuova Becchi ». Per alcuni rnesi un centinaio di operai è stato sospeso a zero ore, mentre i ritmi nelle catene di montaggio divenivano massacranti. Nessuna reazione dei sindacati. a parte i so!iti « reclami >> alle autorità, per il licenziamento di 54 impiegati al!' inizio di luglio ( corre voce che una parte dei licenziati non sarà più riassunta).

Metalmeccanici cc Sacim >> di Cesena. ln gennaio, le maestranze hanno scioperato compatte per alcune settimane contro la sospensione di 1 / H degli operai (una sessantina). Circoscritti ai limiti aziendali, tali scioperi non hanno perà impedito alla direzione nè di attuare le sospensioni, nè di allungarne la durata ( 3 mesi).

Tessilchimici « Orsi Mangelli >>. Dopo i licenziamenti e le sospen­ sioni del 1965, la situazione è continuata a peggiorare: minaccia di non corresponsione della mensilita alla SIDAC (11 complesso Man­ gelli è costituito dalle tre fabbriche SIDAC, SAOM e FORLION ), tagli del 40% nd premio di produzione faticosamente conquistato nel 1962, punizioni arbitrarie, declassamento di operni, supersfruttamento, sospensioni e licenziamenti cosiddetti volontari. A questa offensiva padronale non si è trovato di meg!io da opporre che scioperi arti· colati e a singhiozzo, per reparto e per fabbrica, di 4 o di 1 ora al

giorno, spesso sospesi alla ripresa di trattative quaai sempre incon• cludenti (5,8 e 13-14 genn., 9 febbr. alla SlDAC, 13 aenn. alla Man ge!li, 1 aprile alla SAOM e alla Forlion). In 4 mesi, vi sono stati solo 2 scioperi del!' intero complesso; l' unico sciopero aziendale di 2 giorni è avvenuto alla SlDAC i! 13 e il 14 gennaio. ln 4 mesi, la lotta è stata interrotta per ben 5 volte dalla cosiddetta ripresa delle trattative; dei 5 incontri, 4 sono stati completamente nulli. Il quinto e ultimo si è concluso con un II compromesso » unicamente vantaggioso alla direzione: infatti, dopo 100.000 ore di sciopero articolato, gli operai sono rimasti quasi aile condizioni di prima, cioè con un pre­ mio di produzione ridotto di oltre il 30%, diviso per paga oraria e concesso come superminimo.

L' intensificazione dello sfruttamento è vivamente risentita. Alla SAOM e alla SlDAC sono stati instaurati pesanti ritmi di lavoro, controllando con quadri elettronici e cronometrando tutto it perso­ nale delle due tabbriche, riducendo l'orario di lavoro, licenziando e « integrando » di fronte all'aumento della produzione ne!!' unità di tempo (nel reparto presse, in 24 ore si eseguiscono 42 partite con 48 ore lavorative, contro le 30 con 72 ore di prima),

Alimentaristi « Arrigoni >> di Cesena. All' inizio di febbraio, mentre è in corso a Cesena uno sciopero generale contra la disoccupazione e ne!!'Arrigoni le operaie sospese sono 320, la direzione minaccia 180 licenziamenti, poi divenuti 171. Il 6.2 il PCI reagisce platonicamente chiedendo la requisizione dell'azienda da parte dello Stato. Il 13-3 sciopero a tempo indeterminato contro i 17 licenziamenti, limitato all'Arrigoni. H 20·3 corteo di protesta. H 4-4 altro sciopero aziendale. Il 5-4 offerta padronale di un premio di 20.000 lire a chi accetta il licen, ziamento. L'8-4 i licenziamenti sono ridotti a 111. Il 12-4 il vescovo, fra il plauso del bonzume, recita la scena della solidarietà con gli operai in sciopero. Il 15-4 gli autisti si rifiutano di scaricare; 200 po­ liziotti sono messi a protezione dei padroni. Il 19-4, 1 ora di sciopero generale cittaàino di solidarietà: l'astensione dal lavoro è completa. Il 3-4, sciopero di solidarietà dei lavoratori delle campagne. Il 7-5, CISL e VIL si accordano con la direzione sulla base della riduzione dei licenziamenti a 100 e !'assunzione period1ca di metà dei licen­ ziati, come stagionali, per 5 mesi! La CGIL salva la faccia non fir• mando ma la sua corresponsabilità nellu balorda condotta c< articola­ ta >> degli scioperai è fin troppo chiara.

Nell'ultima assemblea gli operai hanno espresso con vivacità il loro malcontento per l'accordo: evidentemente, la benedizione vesco­ vile non basta a.,. consolarli. Il 13-5 si cominciano ad avvertire i primi effetti del compromesso: invio di un membro della CI in un magazzino distante dallo stabilimento, inclusione di un giovane operaio nella lista dei licenziati che salgono a 115-120. Ancora il 27-8 l'Arri­ goni, ma solo a Cesena, sciopera contro l'intollerabile regime poliziesco in fabbrica. Una lunaa latta si è dunque risolta in nulla: ecco i van­ taogi degli scioperi isolati, di città e di campagna, fabbrica per fab­ brica! Calzaturihcio Bondi. Il 12-1 risultano richiesti 34 licenziamenti: si

4ciopera il 18-1, e il 28 si decide uno sciopero di 48 ore anche per il pagamento intetgrale delle gratifiche natalizie e ferie. La parteci­ pazione è del 100 % ; ma, dopo di allora, sia l'Unità che i bo!lettini sindacali non h.anno più parlato della faccenda. Dobbiamo conclu­ derne che i 34 licenziamenti sono divenuti « colontari ))? La stessa congiura del silenzio ha, del resto, accompagnato sia lo sciopero del 4-5 al Feltrificio Bonavita di Forli contro !a minaccia di licenziamenti

di 13 operai, già sospesi da 15 mesi, e contro il mancato pac,amento di 2 mensilitè. arretrate, sia i lunahi scioperi di febbraio e luglio alla ditta Alax di Meldola (confezioni di lusso) contro il mancato paga­ aento di 5 mesi di wlario, più due mesj d'integrazione, alle 210 operaie!

Edili. 'l'utto il settore è in crisi, senza alcun sintomo di migliora­ mento rispetto all'inverno scorso. La partecipazione allo scippero na~ zionale del marzo è stata quasi completa; anche più energici gli scio­ peri provinciali del 29-3 e del 26-~, ma come sl:mpre isolati da quelli delle aitre cateuorie. ·

Cementieri della « Marchino-Fiiat » di Santarcangelo. ln' aennaio, vengono messi tn integrazione 104 operai. Il 22-3, sciopero a tempo indeterminato contro il licenziamento di 41 operai. L' 1·4, sciopero totale di 48 ore. Il 15-4, sciopero aenerale nez solo comune. Il 22-4, tredicesimo sciopero limitato al solo cementificio contro i 41 licen­ ziamenti. Giornali e bollettini tacciono su!l'esito della vertenza: la « solidarietà » del vescovo di Rimini ha fatto anche qui cilecca? Dipendenti c< SITA >> (autotrasporii). Tre scioperi in gennaio contrô

l'abolizione dell'indennità di sosta Juori sede, per la 1iduzione di orario e per l'applicazione integrale della scala mobile: lo sciopero si è poi ripetuto in agosto nel quadro dell'agit uzwne nazionale, chiaro segno che si è ottenuto poco o nulla. Categorie varie. Le 4.500 ortofrutticole della provincia hanno scio­

perato in luglio per 3 sPtttmane in vista del rinnovo del contratto pro· vinciale, al solito rimanendo isolate nella loro lotta. Si chiedevano amnenti salariali del 15%; i bonzi si sono mfine accontentati del 4 % /! L'Unità del 22-7 ha la faccia di ch.iamare una «Vittoria» questo nuovo pateracch.i.o, concluso per giunta in piena stagione di raccolta ed esportaziune, quando le condizioni per strappare sostanziali vantaa­ gi erano le più favorevoli. .. Dei uraccianti parleremo più partico­ larmente a proposito della provincia di Raven11a: manifestazioni si so­ no St>olte il 2-3 nel quadro dello sciopero regionale emiliano-romagnolo. Il 4-2 è stata occupata la Fornace «Santo» di Santarcangelo, dove da tempo non erano pagati i salari: non si hanno notizie sull'esito della vertenza. Manifestazioni di disoccupati e scioperi comunali contra la disoccnpazione si sono avuti il 2·2 e il 19-4 a Cesena·, il 16--3 a For• limpopoli, il 15-4 a Santarcangelo, in aitre date in altri comuni m cui la disoccupazione è più grave: si noti l'estrema frammentazione della protesta. Il 7-7 hanno scioperuto i dipend,mti (stagionalil delle aziende di soggiorno di Rimini per il ripristino dell'assistenza INAM fino a sei mesi dalla scadenza del contralto di lavoro. I netturbini, dopo oltre u.n mese di lotta, hanno ottenuto il 3-2 un premio di rendi­ mento sulla 13a e J4a mensilità. I pescatori-marinai di Cesenatico protestano contro il salaria mensile di 45-50.000 lire, la pensione di 12.000 e !'assistenza-·malattia che non copre i familiari: essi compiono un lavoro pericoloso e durissimo di fronte allo spettacolo stagionale dei borghesi che scaldano le natiçh.e al sole, ..

La rassegna è completa: il lettore non avrà difjicoltà a notare che, s11lvo l'unico caso dello sciapero cantemporaneo della Bondi e àella SACIM il 18-l, tutte le aitre innirnierevoli ag,tazioni sono state mantenute isolate in cmiaggio al forcaiolo principio dell'articolazione: come stupirsi che il padronato faccia la piogoia e il bel tempo? Ma ne veàremo di peggio la prossima volta, esaminando la situa­ zione nel Ravennate.

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14 sett.-8 ott. 1966 • Nr. 17 U.. PROGRAMMA COMUNIS!'A - Pagina N. 5

I' oel 1ar1is10 la cbiave all'"eniuma,, della quesfione rossa La cosiddetta « questione russa »

ë orrnai il porno della discordia ail' interno di quello che irnpro­ priamente viene definito il « mo­ vi.mento operaio ». Definitivamente trascorsi i tempi del monolitismo staliniano, scoppiate alla luce del sole le contraddizioni in quello che solo dieci anni fa era comunemen­ te definito il « campo socialista », 11pezzato tale fantastico « campo socialista » negli urti che oppon­ gono Cina a URSS, Albania a Ju­ goslavia, Cuba a Cina, Romania agli altri paesi del Patta di Var­ savia, sostituita la normale diplo­ maûa segreta a quelle che un tem­ po erano le monotone dichiara­ zioni ufficiali inneggianti aile ma­ gniflche sorti e progressive accornu­ nanti i paesi socialisti, serge e si impone a tutti, borghesi dichiara­ ti e opportunisti di ogni risma, il problema di spiegare al proleta­ riato corne simili fatti abbiano po­ .tuto accadere. Al centro di tutto si trova dun­

que, e naturalmente, la « questione russa ». Dai 1926 la corrente stali­ niana, impadronitasi della Stato

,! usclto dalla Rivoluzione d'Ottobre e, per suo mezzo, dell' Internazio­ nale Comunista, fece trionfare ne! movimento comunista internaziona­ le la cosiddetta teoria della « co­ .struzione del socialismo in un so­ lo paese ». Dai 1936, preceduto e ,seguito da] processi-purga ne] qua­ li venne sterminata la vecchia ,uardia bolscevica dei Zinoviev e Kamenev, dei Rykov e Bucharin, dei Piatakov e Preobrazhenski, fu solennemente sancito nella costi, tuzione staliniana il principio se­ eondo cul il socialismo era stato per la prima volta costruito in URSS. La costituzione staliniana iiel 1936, con la sua consacrazione dell'avvenuta costruzione del so­ cialismo, precedette immediatamen­ te l'entrata dell' URSS nella secon­ da guerra imperialista - caratte­ dzzata prima del patto russo-tede­ seo del 1939-1940, poi dall'alleanza za con gli imperialisti occidenta- 11 -, lo scioglimento dell' Interna­ .zionale Comunista nel 1943, le con­ ferenze di Yalta e di Potsdam per la spartizione del mondo in sfere 4' influenza ne! 1945. Cosi, attra­ .verao il massacra della vecchia MUardia bolscevica e la dissoluzio­ nt dell' Internazionale Comunista,

, ittraverso le flamme della seconda ,uerra imperialista, sui tavoli ver­ di della diplomazia segreta, venne .ai inondo il cosiddetto « campo so­ dllista » che oggi, sotto l' urto delle contraddizioni interimperia­ llste suscitate dalla sviluppo del e.pitalismo internazionale, sta ca­ ~o in frantumi. Tantae malis

,. ifat costruire, in un mausoleo im­ _pastato di sarigue, di fango e di menzogna, la più gigantesca misti­ .lleazi.one della storia umana.

la caacentrazione industri1l1 russa

Alla luce della invariante teoria marxista, la sola che possa r isol­ ve're quelle che non è un proble­ ma accademico, ma un eniama di <éluae -· « che eosa » è oggi la

ghilterra. Alla fine del secolo XVII que i van mumenti verigono corn­ binati sistematicamente in Ing hi l­ terra in SISTEMA COLONIALE SISTEMA DEL DEBITO PUBBLI­ CO. SISTEMA TRIBUTARIO f

PROTEZIONISTICO MODERN!. l metodi poggiano in parte sulla vio­ za più brutale, corne p. es. il si­ stema coloniale. Ma tutti si ser­ vono del POTERE DELLO STATO violenza concentrata e organizzata della societ à, per fomentare arti­ ficialmente il processo di trasfor­ mazione del modo di produzione feudale in modo di produzione ca­ pitalistico e per accorciare i pas­ sag'gi, LA VIOLENZA E' LA LE­ VATRICE DI OGNI VECCHIA SO­ CIETA', GRAVIDA DI UNA SO· CIETA' NUOVA. E' ESSA STES­ SA UNA POTENZA ECONOMI­ CA », Lo slalinismo centralizzè> nelle

mani dello Stato, attraverso i Pia­ ni Quinquennali, il capitale e la sua r ip roduzione, per fomentare artificialmente lo svi luppo del ca­ pitalismo russo, per accorciare i passaggi, Tale accorciamento della via allo sviluppo capitalistico, che non è fatto nuovo nella storia, si risolse politicamente in un atlun­ qamento della vita del capitalismo mondiale, giunto da] 1914 alla sua fase senile, la fase imperialistica. matura per la sua distruzione, gra­ vido di una società nuova, la so­ cietà socialista. LA VIOLENZA LEVATRICE DI OGNI VECCHIA SOCIETA', i proletari di tutto il monda la possedevano, ne! 1920, ben salda ne! pugno: L'INTERNA­ ZIONALE COMUNISTA di Lenin, il cui scopo specifico era la rtvo­ luzione comunista mondiale per la instaurazione della dittatura uni, versale del proletariato, della re­ pubblica universale dei Soviet. Lo stalinismo si servi della violenza, questo è certo; ma rovesciô la boc- ca dei cannon! nella direzione op­

La tesi secondo cui, pur influen- posta a quella della rivoluzione zandosj a vicenda, la CENTRALIZ- proletaria: distrusse l' Interriaziona­ ZAZIONE non è assolutamente le- le Comunista, uccise la vecchia g ata ad una CONCENTRAZIONE guardia bolscevica, incite gli ope­ gra avvenuta, Marx la esprime con rai di tutti i paesi a massacrarsi le parole seguenti: « ... il progres- a vicenda ne! corso della seconda so delta centralizzazione non dipen- guerra imperialista, si sparti il

« Ma è chiaro che l'accumulazio-1 ilP affatto dall'aumento positiva mondo in sfere d'influenza con ne, il graduai~ aumen_to del capitale della grandezza de~ capitale socia- gli imperialisti anglo - americani. medianto la r'iproduzions che dalla le », ed espone praticamente lo stes- Ma l'al!ungamento della vita del forma di circolo trapassa in quella so concetto quando scrive: « Il mon- capitalismo mondiale, che lo sta­

SCHEMA DELLA CONCENTRAZIONE DEL CAPITALE IN U.R.S.S. 1 di spirale, è un procedimento len- d? sarebbe tuttora privo cti ferro- Iinismo rese possibile attraverso la tissimo a paragone della centraliz- vie, se avesse dovuto aspettare che centralizzazione capitalistica dei

. . . . . . zazione la quale non ha che da mu- l'accumulazione avesse messo in Piani Quinquennal! e la partecipa- Addett, Produztont ûptleh f1n1 1 tare il raggruppamento quantitati- grado alcun] capitalisti individuali zione al seconda massacro impe-

vo dell~ parti integranti del capi- d! poter affr~ntare la cost~uzio~e riahsta, pone oggi i satrapi del tale s?c1ale. 11 mon?o sarebbe tutto- di u_na ferr~v1~. L? centrahzza~10- Cremlino, in primo luogo, di fron­ ra prrvo di ferrovla se avesse do- ne, mvece, e rtusctta a farlo d un te aile contraddizioni esplosive ge­ vuto aspett aro che l'accumulazione tratto, mediante le società per azio- 1 ner ate dallo sviluppo del capita- avesse messo in gr ado alcun] capi- ru >>. lismo russo giunto alla sua ultima talisti individua]i di poter affronta- • , , fase di capitalismo senile, di capi- re 1a costr.uzioi:ie di .una ferrov.ia. Concinlraziana 8 cantrahzzazion, talismo in putrefazione, di irt~pe- La centrahzzaz10ne, mvece, e nu, , rialismo. Essendo costretto a misu- serra '.1- ~arlo d'u.n ~ratto, mediante nal corso stanco r arsi sui mercato mondiale con la le società per azroru ». (Karl Marx: concorrenza dei paesi d'Occidente, ll Capitale - Libro I - Sezione VII - d Il 1 ,· st 11· ,· ta il capitalismo russo si è accorto Capitole XXIII - Paragrafo 2 - Va- a I uss a I n s che !'artificiale centralizzazione sta- lum~ II, pp. 76-77-78 dell'ediz. Ri- Orbene, i Piani Quinquennali at- tale del capH?le ca~atteris_tica de.J. nascita ). traversa i quali fu portata a corn- l'epoca staliniana e . un 1mpac.cio Nelle pagine citate Marx definisce pimenta l'industrializzazione della più che un vantaggio. Il cap1ta­

ta CONCENTRAZIONE del capita- Russia staliniana e che anni or so- lismo d'Occ1dente è pm concentra­ le « LA QU ALE NON E' CHE UNA no abbiamo definito sistema del- to del capitalismo russo: o dirni­ ESPRESSIONE DIVERSA PER IN- l'industrialismo di Stuto, non rap- nuire i costi d~ produzi~ne, con­ DICARE LA RIPRODUZIONE SU presentano, alla luce della scienza centrando maggtormente 1~ ~~plta­ SCALA ALLARGATA ». In Iiriguag- economica marxista che la centra- le e aumentando la produttività del

L' indagine appena abbozzata an- ~io marxista, CONCENTRAZIONE tizzazione del capitale precedente lavoro, o rimanere irrimedia_bil­ drebbe spinta molto più a fondo. = ACCUMULAZIONE = RIPRO- ta sua concentrazione Nelle condi- mente battuto. Tale il vero, umco, [ndispensabile soprattutto sarebbe DUZIONE ALLARGATA. I] capitale zicni sioriche ed econornicho date profondo significato delle recenti un confronta fra la concentrazion~ è per deflnizione V ALORE CHE SI negli anni dopo il 1926, nell'epoca sens?zionali .rif?r_me, . c~e. hanno capitalistica in URSS e negli alt.r i VALORIZZA, denaro che genera un dell'imperialismo disp ieg ato, due sancito il. pnnc1p~o gmr~d1co del­ paesi capitalistici sviluppati, USA, incremento di denaro, d che alla fi. vie si apr ivano all'economia russa: I'autoriomia delt'azienda di Stato m Germania, Inghilterra, Giappone, ne del ciclo produttivo si accresce o divenire !'arena per l'investimen- U.R.S.S. Italia, ecc. Questo è un compito di una differenza di d, cosi che d to di capitali inglesi, americani, Tutto quanto è avvenuto in Rus­ collettivo del nostro Partito, e non diviene d', Marx chiama tale in- francesi, ecc.; o accelerare il parto sia, dai Piani Quinquennali alle mancheremo di assolverlo, Accon- cremento di valore: PLUSVALORE. di un capitalismo nazionale « auto- recenti riforme, è dunque stato tentiamoci per ora di inquadrare Quando il plusvalore viene aggiun- nomo » attraverso la spietata cen- previsto e spiegato alla luce della i dati forniti più sopra nella nostra ta al capitale preesistente, quando tralizzazione del capitale esistente teoria marxista, e di essa sola. Ed analisi della natura delleconomia è investito, accumulato (fatto che si nelle mani della Stato. Questa se- essendo la teoria marxista !'ARMA russa e. in particolare, della sua verifica normalmente), allora ab- conda via fu imboccata dallo Stato DELLA CRITICA, noi possiamo evoluzione, rifacendoci ai due con- biamo accumulazione del capitale, di Stalin, il quale si servi dell'ere- oggi di fronte all'avverarsi di tut­ cetti marxisti di CONCENTRA- riproduzione allargata del capitale. dità rivoluzionaria della Stato pro- te le nostre previsioni, alla po­ ZIONE e di CENTRALIZZAZIONE Da un capitale dato, attraverso la letario uscito dalla Rivoluzione di tenza disvelata della· teoria che ci del capitale, che gettano su tale e- accumulazione del plusvalore, ad un Ottobre (- monopolio del commer- guida, aile contraddiztonj esplosi­ voluzione un fascio di luce immen- capitale più grande, da questo ad cio estera - prime statizzazioni ri- ve del capitalismo internazionale, so. un capitale ancora più grande, e yoluzionarie) per rendere possibile prepararci al momento in cui l'ar­ Nella SETTIMA SEZIONE del cosi via ... Accumulandosi, il capita- 11 parto mostruoso di un nuovo ca- ma della critica si trasformerà in

PRIMO LIBRO del Capitale, intito-1 le aumenta le sue due parti costi- pitalismo nazionale in grado di mi- critica delle armi, e in cui il pro.. lat a « Il processo di accumulazione tutiv: che c?rrispondono agli ele- ~~rarsi con i . veccM imp~rialismi Ietariato di tutH i paesi rit~over~ del capitale» Marx scrive: menti matenah del processo pro- a Europa e d America prima sui la via della v1o!enza levatnce d1

« Nella misura in cui si sviluppa- duttivo: il numero degli operai (v, piano militare, poi su quello econo- ogni vecchia società, stretta ne! no la produzione e l'accumulazio- cioè ü capit_ale_ variabHe) e la m~s~ m1co. . . pugno àel risorto PARTITO COMU- ne capitalistica, si sviluppano la sa dei mezz1 d1 produz10ne (c, c10e Come un s1m1Je processo econo- NISTA INTERNAZIONALE. concorrenza e il credito, Je due più il capitale cos'.ante). Ast:aendo. da! mico è leggibile appieno alla luce potenti ]eve della centralizzazione. fatto che stoncan:iente 1] capitale della .sci~nza econon:ica marxista'. Allo stesso tempo il progressa del- costante aumenta m rapporta al ca- - - p01che, corne abbiamo detto, 1 l'accumulazione aumenta la mate- pitale variabile (generando la ca- Piani Quinquennali staliniani non ria centralizzabile, ossia i capitali duta dei saggio del profitto l. l'ac- rappresentano che una g1gantescal' singoli, mentre J'allargamento della crescim~nto del capita(e, la sua ac- centralizzaz1one statale del capitale produzione capitalistica crea qua !l cumulaz1one, porta _auaui:n~nto del preced:nte la sua co_ncentr~z10ne bisogno sociale, là i mezzi tecnici numero de~Ii oper~_1 rmmh_ m un~ 1--. cos1 esso non costltuisce m ~1-

cor- 1 di quelle potenti imprese industria- sola fabbr1ca, all mtro~uz10ne d1 c~n modo, ma_l~rado la sua pecuha­ li la cui attuazione è !egata a una nuove macchme, ecc., cos1 che « pro- nta, una nov1ta stonca. c~ntralizzazione del capitale avve- c:ss! di produzione iso~ati e _corn- L'intervento violenta dello Stato

collabo- 1 nuta in precedenza. Oggi quindi la piuti seco~do consuet~d1~e » s1 t~a- al fine di accelerare l'avvento del reciproca forza d'attrazione dei ca- sformano_ m .« pro.cess1 d1 produz1~ capitalismo, è parte integrante del-

1 Pitali singoli e la tendenza alla cen- ne combmati socialmente e pred1- la storia di tutte Je nazioni euro- 1

Cecoslovac- ·, · t· · t'f" t I esto · Il ·t S ••-.--------------- tralizzazione sono pm forti che mai spos 1 sc1en 1 1camen e » .. n qu pee. Scnve Marx ne a c1. ata e-1- nel passato. Ma anche se J'estensio- modo, attr~verso_ questo mcessante zione Settima del Primo L1bro del ne relativa e l'energia del movimen- processo, _ li capitale si CONCEN- Capitale, Capitolo 24, intitolato « La to centralizzatore sono determinati TRA, avv1ene quella che Marx chia- cosiddetta accumulazione origina­ in un certo grado dalla grandezza ma CONCENTRAZIONE del cap1- ria» <E. R., Volume III, p. 210): « I già raggiunta dalla ricchezza capi- tale. vari moment! dell'A~C?MYL~ZIO talistica e dalla superiorità del mec- Concentrandosi, dunque, il capi- NE ORIGINARIA s1 d1str1bmscono canismo economico, ci6 malgrado il tale rivoluziona ad un tempo i pro- ora, più o meno in successione cro­ progresso della centralizzazione non cessi produttivi, il proprio MODO nologica, specialmente !ra Spagna, dîpende affatto dall'aumento posi- DI PRODUZIONE, ed aumenta se Portogallo, Olanda, Francia e In-

URSS -, noj abbiamo dimostrato da decenni c-he il modo capitali­ stico di produzione domina la so.. ciet à russa in tut ta la sua esten­ sione, nell'agricoltura corne nella lndustria. e che Io Stato che ha il suo vertice nel Cremlino svolge una sola funzione: difendere la ri­ produzione del capitale in URSS e ne! resta del mondo. In questo articolo vogliamo limitarci ad una caratterizzazione della F ASE di

sv iluppo raggiunta da! capitalismo nel campo di quello che abbiamo scientiflcamente definito corne in­ dustrialismo di Stato, cioè nella industria statale; e per fornire una ide a approssimata di tale F ASE, ci serviamo di un quadro apparso su MONDO ECONOMICO N. 14, 9 aprile 1966, e risultante da una elaborazione di H. Chambre, ap­ parsa in Economie Appliquée - 1964 2/.3:

RIPARTIZIONE DELLE IMPRESE lNDUSTRIALI SOVIETICHE TE­ NUTE A REDIGERE IL BILANCIO AUTONOMO (1960)

IMPIIESE Addetti Produzione Cap. fis. Clani clt addetti N. % % % %

FINO A 200 28.620 63.6 13,l 15.0 10,7 201 - 1.000 13.185 29,3 33,7 32,2 28,4

1.001 • 3.000 2.475 5.5 24,3 24,0 27,8 3.001- 10.000 630 1.4 18.8 19,4 20,4 OLTRE 10.000 90 0,2 10.1 9,4 12,7

TOTALE 45.000 100,0 100,0 100,0 100,0 ----~-

Il quadro surriportato fornisce nella tabella. Quanto aile impre­ un' idea della concentrazione capi- se che raggruppano fino a 200 ad­ talistica raggiunta dalle imprese detti, una nota dell'autore chiari­ industriali sovietiche. Non è no- sce che « non è noto U limite in­ stra intenzione procedere qui ad feriore di questa classe, che co­ una sua analisi. Bastino i seguenti munque non comprende la tota­ rilievi: Lità delle imprese con meno di 200

addetti ». 1 l Le imprese industria]j rus­ ,e che raggiungono il limite mas­ simo di 200 addetti, sono 28.620, rappresentano il 63,6% del totale delle imprese, raggruppano il 13,l per cento del totale degli addetti, forniscono il 15,0% della produzio­ ne industriale nazionale, e utiliz­ zano il 10,7% dei capitali fissi to­ tali. Le imprese industriali che raggruppano da 3000 ad oltre 10 mila addetti, sono 720, rappresen­ tano soltanto l' 1,6% del totale ma ln compenso riuniscono il 28,9% degli addetti, forniscono il 28,8% della produzione industriale nazio­ nale, e utilizzano il 33,l % dei ca­ pitali fissi complessivi.

2) La tabella da noi riportata si riferisce aile sole « imprese in­ dustriali sovietiche tenute a redi­ gere un bilancio autonomo »; dun­ que, un numero imprecisato di piccole aziende non è compreso

Lenin, nell' lmperialismo, nello esaminare il processo di concen­ trazione nei principali paesi capi­ talistici, considerava grand.i azien­ de, ne! 1907, quelle con più di 50 salariati, e piccole aziende quelle con non più di 5 operai. Noi siamo sicurissimi che le a-· ziende con non più di 5 operai pullulano tuttora nella Russia de­ gli Sputnik e della coesistenza pa­ cifica. ma la statistica tuce su di esse. Siamo dunque costretti, per quanto riguarda la nostra tabella, a fare un tag!io del tutto parti­ colare e sommario fra grandi e piccole aziende: consideriamo cioè piccole quelle che raggruppano fi­ no a 200 opera!, e grandi quelle che concentrano un numero di opera! superiore a 200. Ne risulta il seguente schema approssimativo della concentrazione del capitale in U.R.R.S.:

IMPRESE Classi di 1ddet11 No

10,7 Fino a 200 Da 201 a oltre 10.000

28.620

16.570

Dunque, tenuto conta delle oscu­ rità della statistica e prendendo per buone le cifre a nostra dispo­ sizione, risulta che in U.R.S.S. le piccole aziende rappresentano il 63,6% del totale, ma raggruppano solo il 13.1 % degli operai, forni­ scono solo il 15,0% della produ­ zione, e utilizzano solo il 10,7% del capitale flsso (macchine, for­ za-motrice. ecc.); al contrario, le

Pubblicazioni del ht'tito e cla18e - Il prin­

Cipio democratico - Par­ tito e azione di classe • li rove,ciamento della P1'Alli • Partita rivolu­ aionario e azione econo­ llllca

Tracciato d' impostazione - feai caratteristiche del .Pttrtito

loua, violenza, dittatura 1'tlla lotta di classe

l fo1'damenti del comuni­ amo 1'ivo!uzionario

l.ciioni delle controrivolu­ .iioni • Appello per la riorganiziazione interna­ aionale del movimento l'ivoluzion.arlo marxista

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Dialoaato coi M orti ( il XX Congreno del P.C. russo) L.

L& •iniltra comunista ita­ liatta au!Za linea marxi- lta di Lfflin: Lenin nel c:ummino dulla rivoluzio- n, L' « Estremismo », C01'danno dei futuri rin­ Mgati

8t.ri4 della Sinistra Co­ muniata, I, paa. 420

Stori~ della Sinistra Co­ munuta, I bis

L.

L. Z.S00

Partito Dialogue avec les Morts L. 500

L'économie russe de la ré- volution d'Octobre à nos ;ours L. 6110

5001 IN LINGUA TEDESCA

Der II. Kongress der Ill. 400 1 Internationale und die

italienische Linke L. 400

sos l Der I. Weltkriea und die marxistische Linke L. 400

490

E' uscito li nr. 35, settembre '66, del nostro m.ensile in lingua fran-

soo cese

Le Prolétaire 800

contenente i seguenti articoli: « Potere personaie » e « vera de­ mocrazia »: due facce della stes­ sa medaglia; - La « sinistra democratica »

re in aiuto al Capitale; 891) - Come se niente fosse ... ;

1936-1966: trent"anni di razione di classe;

- Inni al capitale in

L. l,OOO 1 -- Ore supplementari o riduzione della durata del lavoro?

chia:

1N LINGUA FRANCESE

Programme Communiste, ritriatœ trimestrale, abb.

. 41'nuaz~. cumulativo con · Le P1'olétai1'e L. uoo

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% % %

63,6 13.1 15,0

36,4 86,9 85,0 89,3

imprese giganti rappresentano il 36,4% del totale, ma raggruppano 1'86,9% degli operai, forniscono 1'85% della produzione e monopo­ liz,zano 1"89,3% dei capitali fissi.

Canc1ntraziona a cantralizzazian1 del capitale

nalla dattrina mar1ist1

%

t 1vo della grandezza del capitale sociale. Ed è questo che specifica­ mente distingue la centralizzazione dalla concentrazione. la quale non è che un'espressione diversa per indicare la riproduzione su scala al­ largata. La centralizzazione puè> av­ venire in virtù di un semplice cam­ biamento nella distribuzione di ca­ pitali già esistenti, cioè di un sem­ plice mutamento ne! raggruppamen. to quantitativo delle parti costitu­ tive del capitale sociale. Il capitale puo crescere qua fino a diventare una massa potente in una sola ma. no, perchè là viene sottratto a mol­ te mani individuali. In un dato ra­ ma d'affari la centralizzazione rag­ giungerebbe l'estremo limite solo se. tutti i capitali ivi investiti si. fon­ dessero in un capitale singolo. In una società data questo limite sa­ rebbe raggiunto soltanto ne! mo­ mento in cui tutto il capitale socia­ le fosse riunito nella mano di un singolo capitalista o in quella di un'unica associaz10ne capitalistica.

« La centralizzazione completa l'o­ pera dell'accumulazione mettendo in grado i capitalisti industriali di al· largare la scala delle loro operazio­ ni. Ora, che quest'ultimo risultato sia conseguenza dell'accumulazione o della centralizzazione, che la cen­ lra!izzazione si compia in via vio­ lenta, cioè con l'annessione, ne] quale caso certi capitali diventano per altri centri di gravità cosl pre­ ponderanti da spezzarne la coesione lndividuale e da attirare poi a sè i frammenti singoli, o che avvenga la fusione di una quantità di capitali già formati oppure in via di forma­ zione, in virtù di un procedimento più blando, cioè della formazione di società per azioni, l'effetto econo• mico rimane la stesso. La cresciuta estensione della stabilimento indu, striale costituisce dovunque il pun­ to di partenza di una più ampia organizzazione del lavoro comples, sivo di moiti, di uno svI!uppo più !argo delle loro forze motrici mate­ riali, ossia di una progrediente tra­ sformazione di processi di produ­ zione isolat! e compiuti secondo consuetudine in processi di produ­ zione combinati socialmente e pre­ disposti scientificamente.

st esso, la sua massa. la sua gran­ dezza. E' questo il movimento spe­ dfico che ogni singolo capitale per­ corre. movimento che Marx para­ gona a quello di un circolo che tra­ passa in spirale. Ma esiste un altro metodo attraverso cui il capitale si accresce in quantità: la CENTRA­ LIZZAZIONE. Marx cosi la defini• sce: « La centralizzazione puo avve. nire in virtù di un semplice cam­ biamento nella distribuzione di ca­ pitali già esistenti, cioè di un sem­ plice mutamento quantitativo delle parti costitutive del capitale socia­ le. Il capitale puè> crescere qua fi­ no a diventare una massa potente in una sola mano, perché là viene sottratto a moite mani individuali ». Questo processo di CENTRALIZZA­ Z!ONE DEL CAPITALE puo avve­ nire, corne scrive Marx, « in via vio­ lenta», « con l'annessione », oppure « in virtù di un procedimento più blando »: in ogni caso, « l'effetto e-. conomico rimane la stesso ». Siano, ad esempio, i capitali A, B, C. Riu­ niamoli con la forza, (anche con la forza dello Stato, poichè, corne scri­ ve Marx, la violenza statale « è es­ sa stessa una potenza economica ») in un solo capitale, D. Allora, il nuo­ vo capitale D sarà uguale ad A+B +c. Abbiamo avuto cosi un accre­ scimento della massa de] capitale non attraverso il processo della ca­ pitalizzazione del plusvalore, della riproduzione allargata, ma in se­ guito all'unione forzata di tre ca­ pitali singo]i in un solo capitale. Due sono le conclusioni cui si

giunge, leggendo le citate pagine di Marx. In primo luogo, i due pro­ cessi, la CONCENTRAZIONE e la CENTRALIZZAZIONE, si influen. zano e si completano a vicenda: « la centralizzazione completa l'ope, ra dell'accumulazione ... ». In secon­ da luogo, la CENTRALIZZAZIONE non dipende in modo assoluto da una preesistente CONCENTRAZIO­ NE del capitale.

Per uno dei disguidi dai quali siamo periodicamente afflitti in modo esasperante, l'ultima puntata del rappor­ to su Im9erialismo e antim­ perialismo non ci è giunta in tempo utile. La rimandiam.o al nr. 18.

Scriveteci, inviate le vo· stre corrispondenze, ind.1- rizzando al Prog"ramma Comunista, Casella Post. 962, Milano.

Pagina N. 6 IL PROGRAMMA COMUNISTA 24 sett.-8 ott. 1966 • Nr. )'

nua nuova truffa: la "banoa delle ore"

Questa rivenmcazione, che per l' Unità è « ragionevole » costitui­ sce in realtà una vera e propria truffa ai danm degli operai anche in senso puramente economico. Se infatti un operaio riceve per una ora di lavoro, ammettiamo, 500 li- , re, è chiaro che il padrone su quel­ la stessa ora ne guadagna almeno altre 500, cioè quello che I'operaio riceve corne salarie di un'ora di lavoro non è tutto il valore pro­ dotto in quella stessa ora, ma una parte: il resto rlmane al padrone sotto forma di profitto. Nel nostro caso, abbiamo messo salario = 500 e profitto = 500. Detto questo, la prospettiva dei sindacati si rove­ scia, perché gh opérai della VIS depositeranno nella « Banca » non un'ora di salaria ma due, e il pa­ drone non due ma una; infatti, se gli oper ai lavorano un'ora in più, fanno guadagnare al padrone 500 lire, il padrone poi depositerà 1001) lire, ma in realtà 500 le ha già tol-

Carta e cestino Ci pervengono ad intermittenza

-- da circoli. gruppi e riviste « di cultura » -- dei questionari che , a parte le domande prive per noi di senso comune, assomigliano come gocce d'acqua ai questionari per in­ dagini di mercato rivolti al consu­ matore perchè spieghi le misterio­ se ragioni della sua preferenza per i! sapone putacaso, Cadum, o al produttore perchè iUustri le carat­ teT'istiche e, modestamente, le qua­ lità dei suo i articoli rispetto a quelli della concorrenza. Poicl,è non consideriamo il no­

stro programma C07J'\e una merce. e meno ch e mai una rtierce culturale; poichè chi siamo e che cosa vo­ g!iamo, o meglio abbiamo sempre voluto, nel 1848, nel 1921 u nel 1966, è detto ad ogni pagina del/a nostra stampa, che è un organo di batta­ glia di classe, non di dialogo o di taPola rotonda con « affini » o disaf­ fini; anche solo per queste ragioni tal'i qnestionari, siano essi a scopo « conoscitivo » o (misteri dei nuovo Lm11uaggio) « operativo », finiscono nel cestino all'insegna dell'1tnica risposta ocirbuta: No comment. I mittenti si risparmino la fatica

di iuviarccli. E' un consiglio senza dubbio « operativo ».

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Perchè la nostra stampa viva Milano: Paolo 200, In Sezione

4.000, Il Cane 8.000, Fabio BOO; RO .. MA: Bice 7.000; S. BART. CERVO: John 1.000; PIOVENE ROCCHET­ TE: Compagni e Simpatizzanti 12 mila 100; FORLI': Alla riunione regionale: Bianco 1.000, Turiddu 1.000, Giuliano 1.500, Valeria 2.000, Emilio 500, Balilla 1.000, Silv ag ni 1.500, Cesare 1.000, Bruno e Nina 4.000, Michele 1.000, Gastone 500, Ernesto 1.000, Georges 1.000, Rie­ cardo 1.000, Pirini 1.000, Modena 3.00il, sottoscrizione Sede 8.0UO: CA­ SALE: Dor ino 1.000, Checco mau­ cando alla riunione di Savona 50U, Angelo B. 200, Pino e compagni 900, Felice 200, Pass.rternpo 440. Fer­ ragosto 600, Montenegro 1.400, Pel­ legrino 1.100, Baia del Re 500, ci. rovag ando 160; GENZANO: Elio 1.000, Un simpatizzante di Genza­ no :\.000; FIRENZE: Strillonaggio 26.645, Ataf pru-Spartaco 1.000, In Sezione 15.3::ïO. sottoscrizione Sede 2î.OOO; NAPOLI: Livio 525, Filip­ pe 2.000, Aldo 2.500, Antonio 200, Gianni 50U, Lor ig a salutando i compagni di Napoli 2.000; SA VO­ N A: Strillonaggio 20.365, Federico 500. Asti 2.000, Domenico e Vera 500, Bo log na 1.000, Corrado 500, Zavattaro 500, Casale-Bar ba 2.000, He n at a 500, Cervo l.000, Miglietta 1.000, Renato 500, Ventimiglia 500. Valentino 300, Coppa l.000. Cena 500; VIAREGGIO: Compagni e sim- p at izzanu 4.200.

Totale 'l'otale precedente , Totale g.•nerale

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inconciiiabili con quelli di tutte le altre e che essa deve lottare con­ tra la classe capitalista per miglio­ rare oggi le proprie condizioni di vita e abbattere domani lo sirui­ tamento stesso. Nella società cc pitalistica i periodi di espansione industriale si alternano a periodi di crisi. Nei primi il capitale sfrut­ ta i lavoratori senza dar loro nean­ che un soldo dei suui lauti pro­ fi.tti; nei secondi tenta di salvare i profitti aumentando lo sjrutta­ mento e chiedendo agli operai di sacrificarsi per i'economia nazio­ nale, cioè per la SUA economia. Il dovere delle organizzazioni sin­ dacali è d1 respingere queste pro­ poste e sviluppare la latta gene­ rale degli operai contro i licenzia­ menti e le riduzioni di orario, co­ rne contra tutti i metodi che ii ca­ pitale adopera per intensificare lo sfruttamento. Esse, devono volere che, se non esistono possibilità di /avoro per tutti gli operm, sia ri­ dott:i i'orario di lavoro a parità di salario, oppure venga pagato ai di­ soccupati il Salario intero, in modo che, se il capitale ha fatto immen­ si guadagni sulle loro spa!le nel periodo di espansione industriale, sia pni costrctto a restituirne u.na parte almeno sotto forma di sala• rio completo agli operai espul;;i dalla produzione. I sindacati de­ vono sostenere queste rivendica­ zioni con la lotta generale di tutti oli operai. Solo cosi si puà, bat­ tere il padronato e migliorare la condizione dei lavoratori,

Chi agis ce diversamente, tradi, sce la classe operaia, è un agente della borghesia in mezzo agli ope­ rai; e questi devono denu.nciarlo ed espellerlo dalle loro organizza. zioni di classe.

Gli edili olandesi (Continua dalla II pagina)

rinforzi da altre città ottenendoli anche sotto forma di polizia mili­ tare e di battaglioni dell'esercito fatti arrivare d'urgenza per ferro­ via. Net pomeriggio e nella ser at a, mentre i dimostranti fracassavano vetrine, saccheggiavano negozi e si scontravano con le forze dell'ordi­ ne, la polizia compi 15 arresti, i civili Ier it i più o meno gravementc rurono 63 (3 gravi), i poliziotti col­ piti 20, e per la prima volta in 0- landa i gas fumogeni fecero la loro comparsa ufficiale e legalissima. Anche nei giorni successivi i tor­ bidi proseguirono, sebbene con mi­ nor vrolenzu, Interrogati alla televisione, pro­

fessori ed « esperti » di sociologie, si sono indaffarati (senza riuscirvr) a spiegare corne mai « un popolo cosi tranquillo » corne l'olandese (I'ultirna sommossa operaia, d'al­ tronde non catalogata corne tale, è

degli anni '30) si sia messo in mo­ to cosi tumultuosamente per un mi­ sero 2% (15-20 fiorini in tutto) e non abbia ascoltato le parole di mo­ derazione nè del primo ministro e del borgomastro, né dei bonzi sin­ dacali e dei dirigenti dei « provo », tutti unanimi questi ultimr nel de­ plorare e sconfessare gli incidenti (e infatti, non sono essi contra la violenza?). La bor ghesia olandese, posata e sicura corne poche al mon­ do, è sbigottita dagli avvenirnenti del giugno, - - e · non certo per via dei legalitari « provo», che rappre­ sentano bensi un sintomo della cri­ si interna della classe dominante ma che questa al massimo tr attereb- be a ... sculacciate corne i genitor i v· d I p . fanno coi fig)~ s~avezzacollo. ma per 1ta e art,to via del massrccio mtervento e del- J'iniziativa spontanea di proletari L · · li t d l 2IJ ., t · · · · . a riumone a arga a e a6o,. au ennci m una s_1tuaz10~e .econo- sto a Cividale ha avuto un esi.to mica che <lesta sen motrvi di allar- . , h ddi f t · ·1 . . . pm c e so rs acen e s1a per 1 nu- me. Nessun giornalista borsnese ha d li · t ti i l''- mero eg m ervenu 1, s a per .,..

teresse che ha risvegliato in essi il tema: Partito e sindacati. Il rela,. tore ha ·ricordato corne la Sinistra comunista, contrariamente alle ae­ cuse di indifferentismo rivoltele dall'opportunii.mo rüormista di o­ gni colore, si sia distinta in tutta la sua storia per un continuo, atti­ vissimo intervento nelle lotte riven. ùicative e in seno alle masse proie.. tarie e aile loro organizzazloni e.. conomiche, per portare in esse l'in­ tegralità del propramma finale di attacco rivoluzionario e distruzio­ ne violenta dello stato bortJheae, e per racco1lîere i proletari intorno alla bandiera del comunismo scac­ ciando dalle loro file i bugiardi pa­ ,tori del gradualismo minhnallsta, impotenti - proprio perchè hanuo calpestato sotto i loro piedi quel grandioso programma - a guidarli perfino sul terreno delle battaglie sindacali e nelle vicissitudini quo­ tidiane dei rapporti fra capitale e lavoro. Sono poi stati svolti i punti fondamentali del nostro lavoro nei sindacati, secondo un'impostazione programmatica che è oggi quella stessa di ieri e di sempre, sul filo di una tradizione di battaglia che nessun tradimento e nessuna scon­ fitta sono mai riusciti a spezzare.

La situazione degli edili vicentini Abbiamo più volte illustrato su continua ad invocare l'« unità » con

queste colonne (cfr. i numeri 3 e 9 due centrali sindacali che, ad o­ de! I9fi6 di « Programma Comuni- gni pie' sospinto, trescano con il sta » J la situazione dei tessili vi- padrone ! Che la CISL e l' UIL centini, perché essa è tipica delle fossero nate con la benedizione co::idizioni di tutta la categoria e del padronato e nell'esplicito in­ delle conseguenze su di esse della tento di favorirne g!i interessi at­ politica praticata dai dirigenti sin- traverso la pratica della collabo­ dacali. Possiamo ora completare il razione di classe, era noto fin dal­ ;auadro. l'origine, e, se la CGIL fosse, co- Come era facilmente prevedibile, me era ai suoi lontani inizi e co­

la direzione del Lanerossi sta ora me pretende ancora di essere, una portando a termine il suo piano di organizzazione «rossa», avrebbe riorganizzazione aziendale e met- dovuto e dovrebbe denunciare quei tendo sui lastrico la manodopera due « sindacati » corne la lunga « esuberante u, sicura che la trinità mano dei padroni e chiamare gli sindacale, divisa da lunghe polemi- operai a disertarli per accorrere che di bottega ma unita nella pra- sotto le sue bandiere, invece di tica del collaborazionismo, non le gridare a un' « unità » che si ri­ imped1rà di tirare diritto per la sua solve ogni volta nell'accodarsi ai strada. Il 10 giugno, un comunicato due la<lroni e nel subirne 1 ricat­ unitario della CISL e della UIL li. E' comodo d'altra parte scari­ informava che un accordo era sta- care sulle aitre due persane della to raggiunto con la direzione, dopo trinità sindacale gli effetti di una « estenuanti trattative », per cc risol· lotta articolata che ha diviso le vere » i problemi immediati delle forze proletarie e le ha rese im­ maestranze. Questo accordo preten- potenti di fronte al padrone, e ri­ de di aver assicurato l'esclusione gettare sugli operai la responsabi­ dei licenziamenti per un anno, ma, lità del fallimento dello sciopero a parte che l'esclusione per un an- dell' 11 giugrn,, dopo che li si é no sigmfica solo un rinvio, non una sfibrati con manifestazioni incon­ soluzione, del problema, tale esclu- cludenti di un ·ora, di due ore, di sione consiste nell'impegno della mezza giornata, di una sola azien­ direzione di « non decidere unila- da o, al massimo, della sola cate­ teralmente Jicenziamenti collettivi goria « statale »! s~nza preventiva con_sultazione e Forse che, in passato, la CGIL discusswne con la CISL e l' UIL »: si è opposta con energia alla pra­ dunque, nè sono esclusi i licenzia- t1ca della straordinario? Niente menti individuali, nè viene fornita affatto: ha solo preteso che lo alcuna gara_nzia che, previa consul- straordinario fosse «negoziato». Ha taz1one e d1scuss1one con la CISL- forse respinto i Jicenziamenti col­ UIL, dei licenziamenti anche col- lettivi? 'l'utt'altro: ha firmato con lettivi non siano decisi. La direzio- le altre organizzazioni l'accordo ne pron:iette di « ric~rc.are » n\love interconfederale che li disciplina. « 1111z1at1ve » mdustriall capac1 d1 Ora Ja CISL ha buon gioco nel ass1curare nuove occasioni di la- ribatterle che, dopo tutto, senza Yoro », e offre a coloro 1 quali an- l'accordo del 10 giugno la direzio­ dra_nno ad. occupare i nuovi posti ne della Lanerossi c< avrebbe po­ cos1 creah <c.ampa cav:allo l . una tuto ricorrere alla procedura per « superl1qmd.,z10ne ». Infme, a1 so- i licenziamenti collettivi accettata spe.;i dichiara di garantire fino al e sottoscritta anche dall'ASAP ». 31 maggio 1967 1;111 « minimo vita- Intine, che cosa contrappone la le)) ~1. alme_nn 21:i.000 lll'e, corne se

I CGIL alla pratica collaborazionista

con 2Ci.OOO hre si potesse v1vere, o della CISL e dell' UIL se non lo non fosse piuttosto sicuro che ... si ennesimo invito alle ,/ autorità lo­ crepa! E, mentre grida ail'« eccesso cali c nazionali ... per far cambiare di manodupera ll, l'azienda ristabili- indirizzo all'azienda di Stato »? Co­ sce lo straordinario al sabato e, in me puà pretendere, dunque che gli q~alche reparto, anche alla dome- operai la considerino un ~indaca­ mca? e procede ad aumentare i ca- to di classe. deciso a difendere i rich1. di. l~voro .attra_verso i noti si- Joro interessi meglio e su un pia­ stem1 d1 mtens1ficazwne della sfor- no diverso dai bonzi gialli e dai zo lavorat1vo., bianchi'! Adesso, il 15 settembre, D1 ~ronte ail accordo-capestro del « ricostituita l' unità sindacale )l, si

10 gwgno, e _ 1,1lla p_rat1ca dell'e- dichiara uno sciopero di 24 ore: stenswne o «U mtens1ficaz1one del- ma l'accordo firmato resta in pie­ la g10rnata d1 lavoro, la F'IOT - di, si o no? CGIL_ (o meglio l'ASAP, che ab- Non é all'azienda di Stato che bracc1a .1 la.voratori delle aziende bisogna cercare di "far cambiar a pa:·tc<:1paz10ne statale), prima ha politica »; è alla CGIL che bisogna dec1so 01 non firmare. po1 ha de- imporre di riprendere la sua ori­ cretato uno sciopero di protesta ... per 24 ore. che almeno a Piovene Hocchette e fallito. L'intenta di quesla duplicc manovra è chiaro: rifarsi un:i verginità in previsio­ !le delle future campagne e!etto­ rali. Tutt.avia, i lavoratori dot.ati di un mimmo di coscienza di clas­ se non possono nun accomunare in una responsabilità unica la CGIL e il i.Jinomio CISL-UIL. E' comodo, iniatti, gridare al tradi­ mento, quando si è invocato e si

VERSAIIIIENT/ S. BARTOLOMEO DEL CERVO:

1.000; PISA: 1.050; ROMA: 10.000; LUCCA: 2.500; NAPOLI: J.500. a:1 mila :ib5; l'IOVENE: 14.000; CA­ RONIA: 2.liOO; FORLI': :ll.550; CA­ SALE: 7.000: GGENOVA: 10.550 MAGLIE: :l.BHO; GENZANO: 7.200 PALMANOVA: 10.000; COSENZA 12.000; CATANIA: 5.000.

ginaria politica di classe, sbaraz­ zandosi delle dirigenze opportuni­ ste aile quali si deve l'abbandono di ogni fisionomia anche lontana­ mente rossa ! Uscire dal vicolo cie­ co delle lotte articolate; respin­ gere i licenziamenti individuali o co!lettivi, non açC;ettare in nessun caso lo straordmario; pretendere una riduzione sostanziale dell'ora­ rio d1 lavoro senza pregiudizio del salario, che d'altra parte dev'es­ sere aumentato con speciale riguar­ do alla remunerazione degli ope­ rai peggio retribuiti: tutto cio è possibile solo buttando a mare i teorici della « linea democratica », pacifista, patriottica, riformista, e riconquistando la propria indipen­ denza programmatica e tattica sot­ to la guida del partite rivoluziona­ rio marxista.

F'uori da questa soluzione, non ce n'è altra - se non quella della calata di brache permanente di fronte all'offens1va padronale !

rilevato il fa tto « preoccupante, che in realtà, a1l'inizio, gli oper111 cercarono di impedire ai « provo t di unirsi alla loro sommossa, e di· chiararono ai lungo-cnnlti « capel-, loni ii: « E' una nostra lotta per 1 nostri interessi, non per la libertà di opinione e di parola nè per qua. lunque altra cosa voi rivendichiat,. S1amo tutti contro la polizia, be. mssimo: ma chi ci ha lasciato Ja pelle è uno dei nostri e per inte, ressi che sono soltanto nostri. An. datevene a casa, o tenete i vostri comizi in qualche altro luogo! » Va.. no, dunque, il tentativo della stain. pa ufficiale olandese e mondiale di presentare i fatti nella luce pitto. resca di una rivolta dei « provo, anzichè in quella reale e minaceio­ sa di una sommossa proletaria, aia pure per obietti vi e interessi con­ tingenti. Ora sj stanno meditando provve­

dimenti che 1mpediscano il ripeter. si di fatti simili, di « irregolarità » cos! scandalose: le critiche al ca. po della polizia e al borgomastro per non essersj subito resi conto della gravità ùella situazione cedo­ no il passo a misure di rafforza. mento della polizia (con apporto di contingenti militari ecc.), e se, nella buona tradizione olandese, una commissione reale è stata nomina. ta per ... studiare il problema, le forze dell'ordine vigilano sempre più agguerrite. La democrazia non scherza e non

intende scherzare, quando gli ope. rai si muovono!

Il programma A CREMANO: Ed P.i:ta Garibaldi - Ed. Piazza Municipio - POZZUO· LI: Ed. via Milite Ignoto. 2. S. MARIA CAPUA VETBRE: C.so Ga· ribaldi L!, C.so Garibàldi 74. REST· NA: via IV Novembre. POMIGLIA· NO: viale Alfa.

Aloune edloole oon

Pisa, settembre l te agli operai. Dunque, non un'ora rimangono al limite di fame e so- l! tradimento dei dirigenti sin- degli operai contra due del padro- lo con grandi lotte è possibile far­

ilacali opportunisti di ogni colore ne, corne di~e l' Unità, ma due ore li camminare di pari passo con si realizza non solo nei metodi di degh opera! contro una sola del l'aumento del costo della vita. Poi !otta che dividono gli operai per padrone. Se poj la diminuzione di corne é nella logica del modo dt aziende, per settori, per categorie orario ~oi:i si verificasse, il. padro- produzione capitalistico, la produ­ e li costringono a scioperi Jimitati ne reshtuirebbe agli opera1 le 500 zione cade, arriva la congiuntura, nel tempo e nello spazio; esso sta hre e si troverebbe con un pro- ricominciano i licenziamenti, si ri­ anche negli obiettivi che i sinda- litto netto_ di 500. Ecco, m un sen- duce l'orario di lavoro, si decur­ cati pongono aile lotte operaie. Ve- so immediato, la.« rag10nevolezza » tano i già magri salari. Il Capita­ diamo cosi che rivendicazioni vi- della proposta smdacale; rag10ne- le dice agli operai che non devo­ tali per la classe operaia come un vole. per il padrone che riesce a no chiedere aumenti salariali ec­ sostanziale aumento del salario-ba- reallzzare 11 profitto che abbiamo cessivi, ma aumentare i ritmi d1 se e una netta diminuzione dello visto, ma non per gli operai, che lavoro e farsi licenziare in silen• orario di lavoro a parità di sala- in?ltre, .lavorando oggi un'ora in zio. Lo Statu borghese con i so­ rio sono lasciate in ombra, e ogni P!U, avvicmano. con le loro mani il cialisti al governo approva quello sorta di false rivendicazioni ven- momento m cu1 saranno buttati sul che dice il Capitale, e le aziende gono poste dinanzi agli occhi de- lastnco. di Stato sono in testa nei licen­ gli operai. Nell"epoca del boom in- Ma la proposia è vigliacca an- ziamenti e ne! blocco salariale. I dustriale, i sindacati, invece di esi- che in. un altro. se~so: . invece. di dirigenti sindacali e i partiti ope­ gere l'aumento stabile del salario. batt~rs~ c~ntro 1 llcen~1amentl e rai fanno da reggicoda al Capi­ base, inventarono il premio di pro- la d.1mmuz101:e dell'orano d1 lavo- tale, tirando fuori la vecchia storia duzione che, oltre a creare gravi ro, mvece d1 ch1amare gli operai dell'economia nazionale da salvare. differenze fra fabbrica e fabbrica alla l~tta contro !'o~ensiva padro- E" in questo ambito che s1 pone e a non essere applicato da mol- ~ale, mvece d1 d1ch1_ararE: che, se la rivendicazione della « Banca del­ tissill'le aziende, costringeva gli ope- tl .padronato. vuol llcenziare, pa- le ore», cioè il fatto che sarebbe rai a un ritmo di lavoro bestiale gh1 ~Jmeno 11 prezzo dei_ licenzia: « dovere nazionale » degli operai per guadagnare poche lire in più, menti . con u~a fetta d~1 favolo~l della VIS lavorare un'ora di più, mentre permetteva al padrone di profith estorti negh anm del « mi- perché nell' inverno Jarghi strati togliere o decurtare il premio al racolo », si dice che è un dovere della popolazione (cioè gli ope­ più piccolo calo della produzione. ,1az1?nale porre nm_edio _ad .u~a si- rai, ~on certo le sanguisughe E' proprio questo che é accaduto ~uaz1011e caus~t~ da1 capital!st1 per che v1vono sul sudore di chi la­ alla VIS di Pisa, dove la direzio- 1 lo~o spo:ch1 mteress1. Esaminia- voral si troveranno a non poter ne, col pretesto della diminuzione n:1° Il ragionamento dei dirigenti comprare ... e questa é una « cala­ della produzione in seguito all'a- smdacali: poichè i padroni hanno mità collettiva ». pertura di un nuovo stabilimento ammassato . grandiosi . profitti du- Noi comunisti rispondiamo 8

in Piemonte, ha decurtato il pre- rante Il m1r~~olo_. po1ché, in . se- questi indegni vaneggiamenti: mio di circa il 7% provocando la guit.o ~lia .cr1s1., hcenz1ano e r1du- Nella società capitalistica, demo­ reazione degli operai, che sono cono l.orar10 d1 lavoro per mante- cratica o fascista che sia, non esi­ scesi subito in sciopero. Ma ecco nere mtatti con l'aumento dello ste un'economia nazionale che sill che i sindacati pongono davanti sfruttamento i profitti e cosi fa- dovere di tutti di SALV ARE. Esi• agli operai un altro obiettivo, ol- cendo . r~vinano l'economia di in- stono solo diverse classi delle qua­ tre al ripristino del vecchio pre- tere c1tt_a,, sare~be « dovere nazio- li una, la classe operaia, produce, mio: la Banca delle ore. Ripor- nale », c1oe. deg~1 opera1, rimed1are mentre le aitre si appropriano i tia1!1o testu.alm.ente . dall' Unità del a que~ta. ?Jtuaz1one. la_vorando una I prodotti dell'operaio, cioè vivon0 7-8- 66 la g1ushficaz1one di questB o:a ~1 prn. N~n s1gmfica c10 tra- mlle sue spalle. Ne deriva che gli rivendicazione, sicuri che gli ope- ùtre 1 proletan e fare un favore I interessi della classe operaia sono rai coscienti capiranno che razza al padronato? Nel 1945, alla fine di servi del Capitale si trovino di una guerra voluta esclusivamen­ alla testa delle loro organizzazioni te dal Capitale per la difesa dei di classe: suoi interessi, il padronato italia-

« Un altro dei terni di lotta è no trovo le sue industrie distrutte; costituito da una interessante pro- allora i compiacenti sindacati e gli posta: la istituzione di una specie an.cor ~iù compiacenti partiti ope­ di Banca delle ore. Gli operai so- ra.1 ch1a~arono_ la classe lavora­ no disposti a lavorare un'ora in t~1ce a r1costruire « l'economia na­ più e a lasciare il salaria di que- z~onale ~· _furono sbloccati i Jicen­ st'ora in un fondo a cui anche la z1amenh, 1 salari furono portati a direzione dovrebbe partecipare con un limite di fame. Fatto cio, gli due ore per ogni ora di operai. operai si accorsero che i loro sa­ Questo per avere una riserva di crifici erano serviti non per « la ore nel caso di una diminuzione economia nazionale >i, ma per l'eco­ forzata di orario nei mesi inver- nomia capitalistica, per i vecchi nali. Non c'è bisogno di sottoli- padroni che li avevano mandati ,i neare la ragionevolezza di una ta- 1 scannarsi sui campi di battaglia e le proposta. Se nei mesi invernali che erano sempre al loro posto, larghi strati della popolazione sono sebbene non più in camicia nera. costretti a « non comprare » a eau- Il premio che essi ne ricevetlero sa di una improvvisa e forte di- fu l'aumento dello sfruttamento, i minuzione del salario quella che salari più bassi di tutta Europ'l, ne viene a soffrire è l:economia di le cariche della polizia, mentre la intere città; percio è un dovere na- « economia nazionale >J si mostrava zionale trovare rimedio a queste per quella che era: l'economia dei {( calamità » ... » padroni. Negli anni seguenti la

produzione aumenta in modo ver­ tiginoso, cresce !o sfruttamento con l' introduzione di nuove macchine e con la frusta dei cottimi, degli straordinari ecc., il Capitale am­ massa enormi profitti, ma i salari

TORINO Sotto i Portici di p1azza C. F~­

lice; Via Garibaldi ang. Corso Val­ docco; Via XX Settembre ang. Via S. Teresa; Piazza Bernini: Corso G Cesare ang. Corso Novara; Largo Giulio Cesare; Largo Sempione; Via Monte Rosa.

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ROMA Piazza di Spagna - piazza ..::avour ·

piazza Balogna • piazza dei 500 - piazza Croce Rossa.

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relio Saff\ - Sedioli Giulio. via Ro- ni ang. Palazzo Giuliani. ma - Bagni Dante. corso Gari- baldi 7. IMOLA: Gemignani. vi.1 MESSIN A Appia 92. FAENZA: Ortolani, pial- Ed. Viale San Martino 311; za Libertà. RAVENNA: Berton1. Chiosco Piazza Padre di Francia. via Maggiore . • Savia, via P. Cu· C A T AN I A sta 1 • Manz1, piazza del Popolo CERVIA: Rossi. viale Roma. CE- Edicole di via Umberto n. 147 e 203 SENA: Piazza Pia, ed. Casadei; ed (ang, via F. Crispi). P.zza Univer· Piazza F'abbri; Barriera Cavour sità ang. via Euplio Reina. ed. Casadei. BOLOGNA: Via XXI TRIESTE Settembre, ang. via Indipendenza · 1 · Piazza Aldrovandi. Pa,saggio Sant'Andrea nr. 12

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butore). via Kerbacher ang. Scar­ latti, piazza Medaglie d'Oro ang. via Fiore, piazza Museo Nazionale (in­ gresso Galleria). Funicolare Mon­ tesanto alla Cumana. piazza Gesù Nuovo (fermata A.T.A.N.), via Ro­ ma ang. Angiporto Galleria, piazza Bovio ang. via Campodisola, piazza Nicola Amore ang, corso Umberto I piazza Carità Oato Superbarl. via S. Anna dei Lombard! (fermata A T.A.N.), Ed. piazza Dante presso mo­ numento; via S. Rosa / Parco CIS. TORRE ANNl!NZIATA: piaz­ za Imbriani, piazza Ce.;are Bal­ tisti. p1azza G. Nicotera, corso Vit­ torio Emanuele 12~ _ NOLA: Ecl. Tulimieri, piazza Duomo; eli. Par· ziale. via T. Vif ale. _ S. GIORGIO

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