ISOLADIUSTICA N17 18 · 2017. 4. 22. · Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato...

9
47 Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica n. 32-33 maggio-dicembre 2009 ATTIVIT à DEL CENTRO Ustica nel futurismo di Gilda Corvaja Barbarito In concomitanza con le cele- brazioni del centenario del Fu- turismo (1909-2009), il Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica ha rinvenuto un’opera di Renato Di Bosso, dedicata alla nostra Isola. I L FUTURISMO NACQUE CENTO anni fa, nel 1909, e fu un movimento artistico forte- mente innovativo determinato dalle grandi emozioni che tutti gli artisti, pittori, scultori, scrittori, poeti, musicisti dell’epoca, ave- vano ricevuto dal fulmineo pro- gresso delle scienze avvenuto ne- gli ultimi anni dell’Ottocento, con rapidissime applicazioni in- dustriali delle nuove invenzioni e crescita delle città dovuta all’i- nurbamento conseguente allo straordinario sviluppo industriale. Questo slancio produttivo, que- sto cambiamento profondo nella vita, venne vissuto da tutti con in- tensa emozione e speranza nel fu- turo e gli artisti lo vissero con l’e- «Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità». Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato Di Bosso, pseudonimo di Renato Righetti, Sorvolando Ustica (Notturno), 1940, olio su tavola, cm 96,4x119. (collezione privata) saltante sentimento della velocità, modernità, progresso, rivoluzione del concetto stesso di vita reale, tuffo nel futuro, libertà assoluta nella forma e nella sostanza. Il mondo era nuovo, giovane, forte e aggressivo e gli artisti avevano ben colto l’opportunità di slanciarsi in questo futuro che si presentava promettente e ric- chissimo di emozioni, di velo- cità e di fantasia. Tutto doveva essere nuovo ed emozionante:

Transcript of ISOLADIUSTICA N17 18 · 2017. 4. 22. · Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato...

Page 1: ISOLADIUSTICA N17 18 · 2017. 4. 22. · Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato Di Bosso, pseudonimo di Renato Righetti, Sorvolando Ustica (Notturno), 1940, olio

47Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustican. 32-33 maggio-dicembre 2009

ATTIVITà DEL CENTRO

Ustica

nel futurismo

di Gilda Corvaja Barbarito

In concomitanza con le cele-brazioni del centenario del Fu-turismo (1909-2009), il CentroStudi e Documentazione Isola diUstica ha rinvenuto un’opera diRenato Di Bosso, dedicata allanostra Isola.

IL FUTURISMO NACQUE CENTO

anni fa, nel 1909, e fu unmovimento artistico forte-

mente innovativo determinatodalle grandi emozioni che tutti gliartisti, pittori, scultori, scrittori,poeti, musicisti dell’epoca, ave-

vano ricevuto dal fulmineo pro-gresso delle scienze avvenuto ne-gli ultimi anni dell’Ottocento,con rapidissime applicazioni in-dustriali delle nuove invenzioni ecrescita delle città dovuta all’i-nurbamento conseguente allostraordinario sviluppo industriale.

Questo slancio produttivo, que-sto cambiamento profondo nellavita, venne vissuto da tutti con in-tensa emozione e speranza nel fu-turo e gli artisti lo vissero con l’e-

«Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!...

Perché dovremmo guardarci alle spalle,

se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile?

Il Tempo e lo Spazio morirono ieri.

Noi viviamo già nell'assoluto,

poiché abbiamo già creata l'eterna velocità».

Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909

Renato Di Bosso, pseudonimo di Renato Righetti, Sorvolando Ustica (Notturno), 1940, olio su tavola, cm 96,4x119. (collezione privata)

saltante sentimento della velocità,modernità, progresso, rivoluzionedel concetto stesso di vita reale,tuffo nel futuro, libertà assolutanella forma e nella sostanza.

Il mondo era nuovo, giovane,forte e aggressivo e gli artistiavevano ben colto l’opportunitàdi slanciarsi in questo futuro chesi presentava promettente e ric-chissimo di emozioni, di velo-cità e di fantasia. Tutto dovevaessere nuovo ed emozionante:

Page 2: ISOLADIUSTICA N17 18 · 2017. 4. 22. · Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato Di Bosso, pseudonimo di Renato Righetti, Sorvolando Ustica (Notturno), 1940, olio

48 Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustican. 32-33 maggio-dicembre 2009

Vi furono eccessi e contraddi-zioni nel movimento futurista:l’estetica della guerra, un certocompiacimento nazionalisticomodernista, che coincise, in parte,con i principi antiborghesi e rivo-luzionari del nascente fascismo,l’anticlericalismo, la giustificazio-ne della guerra “sola igiene delmondo” e il disprezzo della donna(cfr. punto 9 del Manifesto), con-traddetto poi nei fatti, da Marinet-ti con un sereno matrimonio!.

Ma lo slancio verso il futuro,l’intuizione che la velocità e ildinamismo modificavano larealtà e le misure, dei corpi edelle immagini e quindi la rap-presentazione degli stessi, la fe-licità per l’innovazione, tutto fuvissuto dagli artisti con grandeemozione e la produzione che nederivò fu nuovissima, abbando-

l’umanità si stava costruendo unfavoloso futuro!.

E il futurismo, movimento cheaveva recepito questo impulsovitale, era così nato: VELOCITà+ARTE+AZIONE

Il Manifesto dei Pittori Futuristipubblicato il 9 febbraio 1909 su“Le Figaro” scritto da FilippoTommaso Marinetti e sottoscrittoda Umberto Boccioni, CarloCarrà, Luigi Russolo, GiacomoBalla, Gino Severini costituiscel’atto di fondazione del movimen-to: «La nostra brama di veritànon può più essere appagata dallaForma nè dal Colore tradizionali!Il gesto, per noi, non sarà più unmomento fermato dal dinamismouniversale: sarà, decisamente, lasensazione dinamica esternata co-me tale. Tutto si muove, tutto cor-re, tutto volge rapido. Una figura

Tullio Crali, Incuneandosi nell'abitato, 1939, Olio su tela, cm 130x155.(Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto)

non è mai stabile davanti a noi,ma appare e scompare incessante-mente […] Affermiamo ancorauna volta che il ritratto, per essereun’opera d’arte, non può nè deveassomigliare al suo modello, e cheil pittore ha in sé i paesaggi chevuol produrre. Per dipingere unafigura non bisogna farla; bisognafarne l’atmosfera».

Marinetti, scrittore, poeta, con-ferenziere, propagandista infatica-bile contribuisce alla conoscenzae alla diffusione del futurismo an-che all’estero. Interventista e vo-lontario nella Prima Guerra Mon-diale, aderisce al Fascismo e nel1929 accetta la nomina di Acca-demico d’Italia, contraddicendoquanto, vent’anni prima, avevagiurato di distruggere (cfr. punto10 del Manifesto) e segnando conciò la fine dell’avanguardia.

Page 3: ISOLADIUSTICA N17 18 · 2017. 4. 22. · Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato Di Bosso, pseudonimo di Renato Righetti, Sorvolando Ustica (Notturno), 1940, olio

49Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustican. 32-33 maggio-dicembre 2009

nando il passato sia classico cheottocentesco e la retorica risorgi-mentale, ed entrando di slancionel novecento o addirittura in unfuturo in parte prevedibile emolto immaginario.

Il futurismo si può definire unmodo nuovissimo di vedere conpassione e fantasia il presente edi immaginare il futuro.

Non si può assolutamente direche questo movimento fosseispirato al fascismo. Questo in-fatti nacque oltre dieci anni do-po: infatti Boccioni, primo pitto-re futurista (scomparso prematu-ramente nel 1916) e Severinierano marxisti di formazione,Carrà anarchico, Sant’Elia (an-ch’egli morto nel 1916) militan-te socialista.

Radicalismo, suggestioni anar-coidi, la Città che sale (Boccioni1910), il proletariato avanzante,utopie sociali e nazionalistiche siintrecciavano in modo confuso edisordinato nel pensiero politicodel futurismo, il cui vero collante

compatti e brillanti, che la fannodivenire energia pura, velocità

Protagonisti assoluti dei dipintidi questo periodo sono gli aereiche dall’alto scandagliano la vitadi ogni giorno e se ne astraggononella luce pura dell’etere; al difuori dei tortuosi reticoli urbanidelle grandi città, esaltate come icentri del movimento e viste at-traverso gli squarci luminosi chespalancano il quadro, viene messaa nudo un’originalità e una forzarappresentativa mai prima visti.

Il pilota raffigurato è un mo-derno Teseo che letteralmente èin procinto di piombare su unalabirintica città industriale dailucenti colori bianco-verdastri.

I quadri degli aeropittori nonsono certamente carte geografi-che, ma spesso sono quadri mera-vigliosi per quello che riceviamo:bellezza, novità, emozione, calo-re e fantasia: un grande dono.

Anche le carte geografichetuttavia, in particolare quelle piùantiche pur intendendo dare una

Umberto Boccioni, La città che sale, 1910, olio su tela, cm 200 x 290,5.(Museum of Modern Art, New York)

ideologico era la passione e l’e-mozione per il futuro che avan-zava, il dinamismo, la velocità.

Ma veniamo all’aeropittura equi incontreremo fra poco il no-stro pittore-aviatore che, fra tantisoggetti possibili, scelse Ustica,volando su Ustica e fermando co-sì il suo attimo fuggente futurista.

Molti anni dopo la nascita delfuturismo, circa negli anni Tren-ta, con il perfezionamento deiveicoli, nasce l’aeropittura. Sitratta di quadri che raffiguranociò che gli artisti aviatori hannovisto dall’aereo, ma il soggetto èmodificato dalle sensazioni e dal-l’emozione provata dagli artisti,la velocità, l’inclinazione del vei-colo, la strumentazione tecnica.

Si dovrebbe vedere il mondoreale, dall’aereo, ma l’artista lovede trasfigurato e modificatodalla sua personalità, dal momen-to, dall’emozione, in una sorta di“dinamismo universale”, la mate-ria in movimento acquisisce unavita propria attraverso i colori

Page 4: ISOLADIUSTICA N17 18 · 2017. 4. 22. · Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato Di Bosso, pseudonimo di Renato Righetti, Sorvolando Ustica (Notturno), 1940, olio

50 Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustican. 32-33 maggio-dicembre 2009

immagine esatta della terra edelle coste, viste dall’alto, (esenza aeroplani!), hanno affasci-nato l’umanità per una certa tra-sfigurazione artistica dell’ogget-to riprodotto.

Certamente sono state realiz-zate per soddisfare un bisogno dicertezza e sicurezza nei viaggiper terra e per mare, ma esse,come abbiamo visto nella mostraLa Sicilia di Carta – le Cartedella Sicilia, svoltasi a Usticanel 2008, con l’esposizione diparte dei tesori museali dellaFondazione Banco di Sicilia, af-fidati alla cura del Centro Studie Documentazione per la presen-

1852 in cui l’isola è mostrata achi la osserva, con la grande tene-rezza con cui l’aveva vista l’auto-re, con triangoli verdi e gialli, tut-ta chiara, coltivata, dolcissima;oppure la carta geografica spa-gnola del 1676 Lustrica isla in-culta in cui l’isola è vista a volod’uccello, irreale e splendente.

Così anche i pittori–aviatori,sia per cause tecniche quali lavelocità, che modifica distanzee prospettive, sia per l’inclina-zione dell’aereo e della lineadell’orizzonte, ma anche per lagioia e l’emozione del correresospesi in aria in una macchinavolante, o forse per le evoluzio-ni che creano distorsioni ottiche,dipingevano ciò che avevano vi-sto, modificandolo e filtrandolocon la loro anima di artista e leloro emozioni.

Nell’aeropittura il desiderio divolare s'intreccia con quellod'interpretare artisticamente ciòche gli occhi percepiscono: l'eb-brezza di visioni assolutamenteescluse all'uomo comune dell'e-poca, la percezione di dimensio-ni sconosciute, spigoli, scorci damozzare il fiato, panorami e vet-te irraggiungibili.

Nella realizzazione delle loroopere gli artisti-aviatori eranoemozionati dall’avventura, dallanovità del volo, dalla velocità,dal dinamismo, dalla simulta-neità delle viste, dallo slanciodel loro mondo futurista in cui lospazio, la macchina volante e labellezza realizzavano in pieno illoro ideale futurista, avvertendo-li –ante litteram– della teoriadella relatività e avvicinandoli(qualcuno inconsciamente, altricon maggiore o minore consape-volezza) al cosmo, all’universo,al concetto filosofico o misticodi esistenza di altri mondi, delladivinità, di un’ unità cosmica.

Dall’aeropittura non è difficilepassare alla filosofia, al mistici-smo, all’Essere Supremo e in di-versi pittori, e quindi in diversiquadri, ciò è avvenuto.

Luigi Russolo, I capelli di Tina, 1910, olio su tela, cm 71,54x49.(Collezione privata)

tazione e l’illustrazione ai citta-dini ed ai turisti, erano anche do-cumenti e oggetti affascinantiper se stesse, sia per ciò che rap-presentavano, sia per l’immagi-ne che chi le guardava ricreavain sé, nel proprio immaginario.

Un esempio fantastico è peresempio la carta della Sicilia delMunster (Basilea 1550) che èstata riprodotta come manifestodella mostra, in cui l’isola è tra-sfigurata dall’autore dell’operae sembra addirittura un quadrocubista!

Un altro esempio, tanto per re-stare in tema, è la raffigurazionedi Ustica di Francesco Sidoti del

Page 5: ISOLADIUSTICA N17 18 · 2017. 4. 22. · Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato Di Bosso, pseudonimo di Renato Righetti, Sorvolando Ustica (Notturno), 1940, olio

51Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustican. 32-33 maggio-dicembre 2009

Il tema cosmico, sempre con-cepito in funzione del “dinami-smo universale” fa parte della ri-cerca dei maggiori pittori futuri-sti, da Balla a Dottori.

In quest’ultimo, originariodell’Umbria, terra di mistici, èben visibile una componente spi-rituale, con vista d’insieme dal-l’alto e richiamo alla circolaritàcosmica, incurvando le lineedell’orizzonte.

Questo movimento –non soloil movimento futurista, ma inparticolare questo degli aeropit-tori– non fu limitato all’Italia,ma si estese in tutta Europa espesso in questi quadri si notanodistorsioni ottiche, visioni pan-teistiche della natura, dello spa-zio, del cosmo. Viene ripreso ilconcetto di prospettiva che simodifica continuamente nel vo-lo e l’aeropittura fa ritrovare alfuturismo l’accordo fra la geo-

prospettiva (postgiottesco e ri-fiutato come tale da questa cor-rente modernista).

Ma torniamo al nostro affasci-nante movimento di aeropitturafuturista.

La prima mostra di aeropitturafuturista viene realizzata a Romanel 1931. Marinetti, che nel1929 aveva accettato di diventa-re Accademico d’Italia, forse an-che perché, attraverso il fasci-smo, pensava di realizzare unanuova arte moderna italiana,pubblica il manifesto Prospettivedi volo e aeropittura.

L’aeropittura si appropria delsimbolo della sfera, simbolo co-smico. Prampolini sviluppa il te-ma della “Maternità Cosmica”dipingendo una sfera blu nelgrembo di una immensa donnasenza volto, personificazionedella “Grande Madre” che si sta-glia in un vuoto siderale: il tema

Gerardo Dottori, Studio per “A 300Km sulla città”, 1930, tecnica mista su carta, cm 485x605. (collezione privata)

metria sovrana e l’armonia dellapoesia cosmica. L’aeropitturatrascende la reale prospettivaaerea ed si esalta verso un nuo-vo traguardo estetico, allargan-do gli orizzonti della logica, tra-sfigurando tempo e spazio, mol-tiplicando le sensazioni del mo-to nell’aria, proiettando un uni-verso simultaneo e sovrappo-nendo e roteando i paesaggi sor-volati, atomi di vita trascurabilie impercettibili alla nuova sensi-bilità aerofuturista, come spie-gava il Manifesto della aeropit-tura, scritto da Mino Somenzinel 1931.

è straordinario e meravigliosocome da un movimento artisticoun po’ anarchico, un po’ violentoe teso alla modernità e al futuro,si sia giunti ad un interrogativometafisico di chi siamo, da doveveniamo e dove andremo e dalrecupero dell’antico concetto di

Page 6: ISOLADIUSTICA N17 18 · 2017. 4. 22. · Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato Di Bosso, pseudonimo di Renato Righetti, Sorvolando Ustica (Notturno), 1940, olio

52 Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustican. 32-33 maggio-dicembre 2009

è chiaramente metafisico.Intanto il progresso avanza,

l’aviazione si prepara alla guerrae gli aerei italiani dell’industriaCaproni vengono perfezionati epredisposti per la seconda guerramondiale che per l’Italia verràdichiarata nel giugno del 1940.

Quel movimento futurista disperanza e fantasia, forza e ag-gressività contro il passato vie-ne utilizzato dal fascismo perpropagandare la bellezza dellaguerra e il nostro Renato Ri-ghetti pittore e scultore futuri-sta (Verona 1905-Arbizzano diValpolicella, Verona 1982) par-teciperà poi alla guerra, ma an-che prima, divenne aviatore equindi aeropittore. Anche inomaggio al legno durissimo colquale venivano fabbricati alcu-ni aeroplani e alla sua apparte-nenza ad una famiglia di inta-gliatori e di artigiani volle as-sumere il nome d’arte di Rena-to Di Bosso.

Ma già prima di essere aero-pittore, il nostro artista si era af-fermato come pittore, scultore eincisore, aveva partecipato al

le, le spille, i fermagli, cianfru-saglie antiveloci e antigeniche”ed “all’esterofilia cafona (…),alle importazioni (galliche, an-glosassoni) antitaliane”, unasorta di preludio al moderno de-sign industriale.

Il desiderio di giungere ad unaintegrazione fra l’arte e la vita siesprime anche nel Manifesto Fu-turista per la CITTà MUSICA-LE in cui il gruppo veronesepropone “la potente amplifica-zione, nelle strade, di musicaopportunamente scelta per con-dizionare la popolazione nei di-versi momenti della giornata”.

Nel mese di giugno dello stes-so anno (1933) intervenendo alconvegno futurista in onore diBoccioni, il Di Bosso con altroartista (Scurto) annuncia l’idea-zione del MACCHINANTROPO,macchina attraverso la quale èpossibile dare una “soluzioneanticadaverica”all’aldilà, graziealla meccanizzazione dei defun-ti, non più sepolti, ma fusi nelmetallo. Le particelle metallicheottenute si sarebbero impregnatenelle future macchine: l’uomo,

Umberto Boccioni, “Forme uniche della continuità nello spazio, 1913. Bronzo, h. cm 126.4. (New York, Museum of Modern Art)

Renato Di Bosso, Paracadutista.in caduta, 1936. Scultura. (Galleria Fonte d’Abisso, Milano)Renato Di Bosso, Pilota straosferico, 1938. Scultura di lega metallica. (Museo Caproni, Trento)

Movimento Futurista nel 1930ed era stato invitato a presentarediverse sue opere alla Triennaledi Milano.

Nel 1931, con altri futuristi af-fermati, Di Bosso fonda il Grup-po Futurista Veronese – Umber-to Boccioni e nel 1932 partecipacon diverse opere, alla Primamostra futurista Triveneta.

Del 1933 sono suoi alcuni in-teressanti interventi in campo ar-tistico – futurista che –come ènoto– spaziava nei settori più di-versi: musica, poesia, parolalibe-ra, teatro, danza, abbigliamento,oggetti di arredamento, moda,cucina (presentazione di cibi allafoggia futurista).

In particolare Di Bosso sotto-scrive il Manifesto Futurista sul-la Cravatta Italiana, riprenden-do la campagna per adeguarel’abbigliamento italiano alla ci-viltà meccanica (in linea con ivestiti e i cappelli futuristi diBalla e i panciotti di Depero) epropone l’“ANTICRAVATTA dimetallo leggerissimo, lucente,duraturo” contrapposta ai “nodiscorsoi tradizionali, alle farfal-

Page 7: ISOLADIUSTICA N17 18 · 2017. 4. 22. · Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato Di Bosso, pseudonimo di Renato Righetti, Sorvolando Ustica (Notturno), 1940, olio

53Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustican. 32-33 maggio-dicembre 2009

divenuto MACCHINANTROPOsi sarebbe perpetuato nobilitandoil proprio essere.

Sempre nel 1933 Di Bossopartecipa con una personale diquarantatre opere alla Prima Mo-stra Nazionale Futurista a Roma.

Nella sua tecnica pittorica siapre a visioni aeree in cui il sen-so della velocità è dato dalla pre-senza di parte del velivolo, dal-l’oggetto talvolta duplicato, pervia dell’inclinazione dell’aereo,dal vetro della cabina e dalla li-nea curva dell’orizzonte e ottie-ne ampi riconoscimenti, ancheda Marinetti, per la sua “corren-te pittorica trasfiguratrice, liri-ca, spaziale”.

Sorvolando Ustica, è la rap-presentazione del profilo dell’i-sola che in una sorta di caleido-scopio si riflette sulle sfaccetta-ture vitree della carlinga, unasorta di paesaggio con le collinedalle tinte fredde e primarie chepare sbalorditivamente ampliarsinell’effetto ingrandimento e di-storsivo, una sorta di punto difuga immaginario che è colloca-to dall’autore dietro la pasta vi-trea dei finestrini della carlinga.

Sorvolando Ustica è un quadroche ha tutte le caratteristiche di

gesto distruttore dei libertari, lebelle idee per cui si muore e ildisprezzo delle donne.

Noi vogliamo distruggere imusei, le biblioteche, le accade-mie d'ogni specie e combatterecontro il moralismo, il femmini-smo e contro ogni viltà opportu-nistica o utilitaria”.

E la guerra arriva.Fedele al suo ideale futurista

Di Bosso pubblica ancora Eroi,macchine, ali contro naturamorta il cui bersaglio era, in par-ticolare, il pittore Morandi.

Dopo la seconda guerra mon-diale nel buio delle distruzionidel dopoguerra, Di Bosso sce-glie il silenzio.

E anche noi rendiamo omag-gio all’artista, a quest’anima bel-la che sapeva sognare sogni paz-zeschi e impossibili, anche sesono caduti, come un aereo, insilenzio.

GILDA CORVAjA BARBARITO

Gilda Corvaja Barbarito, milanese di ori-gine usticese, è membro del ConsiglioDirettivo del Centro Studi e Documenta-

zione Isola di Ustica.

Umberto Boccioni, Dinamismo di un corpo umano,1913, olio su tela, cm 100x100.

(Civico Museo d'Arte Contemporanea, Milano)

Umberto Boccioni, La strada entra nell casa, 1911, oliosu tela, cm 100x100.

(Sprengel Museum Hannover)

questa nuovissima tecnica pittori-ca. Verrebbe da domandarsi: se unuomo, se un artista così afferma-to, così stravagante e speciale hascelto Ustica come soggetto di unsuo quadro, fra i tanti possibili,non sarà perché il suo animo diartista fantastico gli ha fatto sape-re, gli ha fatto riconoscere chequest’isola è davvero speciale,fantastica, bellissima?

E verrebbe da domandarsi an-che: non sarà che questo artista hasentito, con la sua sensibilità, cheun tempo molto antico Ustica eraraffigurata come due isole simili?Ma torniamo a noi, nel 1935 l’ar-tista celebra il record di velocitàaerea (700 km orari) e proseguen-do in questi eventi eroici ricchi diemozioni, forza, velocità, bellezzagiunge, all’inizio degli anni qua-ranta alla nuova “estetica dellaguerra” e alla “pittura da guerrae da bombardamento”.

Mentre i venti guerra raggiun-gevano il popolo italiano gli arti-sti risentivano le parole gridatecirca vent’anni prima da Mari-netti nel suo Manifesto dei Pitto-ri Futuristi:

“Noi vogliamo glorificare laguerra -sola igiene del mondo-il militarismo, il patriottismo, il

Page 8: ISOLADIUSTICA N17 18 · 2017. 4. 22. · Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato Di Bosso, pseudonimo di Renato Righetti, Sorvolando Ustica (Notturno), 1940, olio

54 Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustican. 32-33 maggio-dicembre 2009

Carlo Carrà, Il cavaliere rosso, 1913, tempera e inchiostro su carta intelata, cm 26x36.(Civiche Raccolte d'Arte di Milano)

MANIFESTO DEI FUTURISTI

1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità. 2. Il coraggio, l'audacia,la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. 3. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobi-lità pensosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passodi corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno. 4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo siarricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adornodi grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitra-glia, pi bello della Vittoria di Samotracia. 5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cuiasta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. 6, Bisogna che ilpoeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi pri-mordiali. 7. Non v’è più bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivopuò essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote,per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo. 8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perchèdovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile? Il Tempo e loSpazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresen-

Il Manifesto dei Pittori Futuristi pubblicato il 9 febbraio 1909su “Le Figaro” fu scritto da Filippo Tommaso Marinetti e sot-toscritto da Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo,Giacomo Balla, Gino Severini costituisce l’atto di fondazionedel movimento.

Nella foto: Russolo, Carrà, Marinetti, Boccioni, Severini aParigi nel 1912.

Page 9: ISOLADIUSTICA N17 18 · 2017. 4. 22. · Manifesto dei Pittori Futuristi, l 9 febbraio 1909 Renato Di Bosso, pseudonimo di Renato Righetti, Sorvolando Ustica (Notturno), 1940, olio

55Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustican. 32-33 maggio-dicembre 2009

te. 9. Noi vogliamo glorificare la guerra -sola igiene del mondo- il militarismo, il patriottismo, il gestodistruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna. 10. Noi vogliamo distrug-gere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo econtro ogni viltà opportunistica o utilitaria. 11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere odalla sommossa: canteremo le maree multicolori o polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; can-teremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le sta-zioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; iponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafiavventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormicavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento comeuna bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta. è dall'Italia, che noi lanciamo pel mondo que-sto nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il "Futurismo", perchèvogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologhi, di ciceroni e d'antiqua-rii. Già per troppo tempo l'Italia stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagl'innumerevolimusei che la coprono tutta di cimiteri innumerevoli. Musei: cimiteri!... Identici, veramente, per la sinistrapromiscuità di tanti corpi che non si conoscono. Musei: dormitori pubblici in cui si riposa per sempre accan-to ad esseri odiati o ignoti! Musei: assurdi macelli di pittori e scultori che varino trucidandosi ferocemente acolpi di colori e di linee, lungo le pareti contese! Che ci si vada in pellegrinaggio, una volta all'anno, come siva al Camposanto nel giorno dei morti... ve lo concedo. Che una volta all'anno sia deposto un omaggio di fioridavanti alla Gioconda, ve lo concedo... Ma non ammetto che si conducano quotidianamente a passeggio per imusei le nostre tristezze, il nostro fragile coraggio, la nostra morbosa inquietudine. Perchè volersi avvelenare?Perchè volere imputridire? E che mai si può vedere, in un vecchio quadro, se non la faticosa contorsione del-l'artista, che si sforza di infrangere le insuperabili barriere opposte al desiderio di esprimere interamente il suosogno?... Ammirare un quadro antico equivale a versare la nostra sensibilità in un'urna funeraria, invece diproiettarla lontano, in violenti getti di creazione e di azione. Volete dunque sprecare tutte le forze migliori, inquesta eterna ed inutile ammirazione del passato, da cui uscite fatalmente esausti, diminuiti e calpesti? Inverità io vi dichiaro che la frequentazione quotidiana dei musei, delle biblioteche e delle accademie (cimiteridi sforzi vani, calvarii di sogni crocifissi, registri di slanci troncati! ... ) , per gli artisti, altrettanto dannosa chela tutela prolungata dei parenti per certi giovani ebbri del loro ingegno e della loro volontà ambiziosa. Per imoribondi, per gl'infermi, pei prigionieri, sia pure: - l'ammirabile passato forse un balsamo ai loro mali, poi-ché per essi l'avvenire sbarrato... Ma noi non vogliamo più saperne, del passato, noi, giovani e forti futuristi! Evengano dunque, gli allegri incendiarii dalle dita carbonizzate! Eccoli! Eccoli!... Suvvia! Date fuoco agli scaf-fali delle biblioteche!... Sviate il corso dei canali, per inondare i musei!... Oh, la gioia di veder galleggiare alladeriva, lacere e stinte su quelle acque, le vecchie tele gloriose!... Impugnate i picconi, le scuri, i martelli edemolite senza pietà le città venerate! I più anziani fra noi, hanno trent'anni: ci rimane dunque almeno undecennio, per compier l'opera nostra. Quando avremo quarant'anni, altri uomini più giovani e più validi di noi,ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. Noi lo desideriamo! Verranno contro di noi, i nostri suc-cessori; verranno di lontano, da ogni parte, danzando su la cadenza alata dei loro primi canti, protendendo ditaadunche di predatori, e fiutando caninamente, alle porte delle accademie, il buon odore delle nostre menti inputrefazione, già promesse alle catacombe delle biblioteche. Ma noi non saremo lì... Essi ci troveranno alfine- una notte d'inverno - in aperta campagna, sotto una triste tettoia tamburellata da una pioggia monotona, eci vedranno accoccolati accanto ai nostri aeroplani trepidanti e nell'atto di scaldarci le mani al fuocherellomeschino che daranno i nostri libri d'oggi fiammeggiando sotto il volo delle nostre immagini. Essi tumul-tueranno intorno a noi, ansando per angoscia e per dispetto, e tutti, esasperati dal nostro superbo, instanca-bile ardire, si avventeranno per ucciderci, spinti da un odio tanto pi implacabile in quanto che i loro cuorisaranno ebbri di amore e di ammirazione per noi. La forte e sana Ingiustizia scoppierà radiosa nei loroocchi. - L'arte, infatti, non può essere che violenza, crudeltà ed ingiustizia. I più anziani fra noi hannotrent'anni: eppure, noi abbiamo gi sperperati tesori, mille tesori di forza, di amore, d'audacia, d'astuzia e dirude volontà; li abbiamo gettati via impazientemente, in furia, senza contare, senza mai esitare, senza ripo-sarci mai, a perdifiato... Guardateci! Non siamo ancora spossati! I nostri cuori non sentono alcuna stanchez-za, poiché sono nutriti di fuoco, di odio e di velocità!... Ve ne stupite?... E logico, poiché voi non vi ricordatenemmeno di aver vissuto! Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo una volta ancora, la nostra sfida allestelle! Ci opponete delle obiezioni?... Basta! Basta! Le conosciamo... Abbiamo capito!... La nostra bella emendace intelligenza ci afferma che noi siamo il riassunto e il prolungamento degli avi nostri. - Forse!... Siapure!... Ma che importa? Non vogliamo intendere!... Guai a chi ci ripeterà queste parole infami!... Alzare latesta!... Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle.