Renato Guttuso_centenario Nascista

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Guastalla Centro Arte Edizioni Graphis Arte renatoguttuso nel centenario della nascita dipinti, tecniche miste, disegni, opere grache 1939-1985 introduzione Giorgio Guastalla a cura di Giorgio, Laura e Marco Guastalla

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Guastalla Centro ArteEdizioni Graphis Arte

renatoguttusonel centenario della nascita

dipinti, tecniche miste, disegni, opere grache

1939-1985

introduzione

Giorgio Guastalla

a cura di 

Giorgio, Laura e Marco Guastalla

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Mi è sembrato doveroso organizzare questa esposizione di opere diRenato Guttuso in occasione del suo centenario della nascita. Que-

sta ricorrenza rappresenta un momento di riessione sull’opera di questogrande artista che ha signicato per me un punto di riferimento costan-te attraverso un percorso che mi aveva portato a lavorare con alcuni deipiù importanti maestri del novecento, Marino Marini, Mirò, Moore, Manzù,Gentilini, ecc.

Guttuso ha accompagnato costantemente il mio lavoro per quasi vent’an-ni, dalla prima collettiva del 1967 alle importanti personali organizzate nellagalleria che conducevo insieme a mio fratello: nel 1970 con la serie deigrandi dipinti di Sodoma e Gomorra e Le glie di Loth, nel 1973 con leopere che ritornavano dalla grande esposizione all’Accademia di Belle Artidi Mosca, nella mostra del 1975 dove esponemmo La Vucciria, forse il piùcelebre quadro di Guttuso che rappresenta il mercato di Palermo nel suoaspetto più popolare, no all’ultima esposizione nel 2004 nella galleria con-dotta dai miei gli Laura e Marco.

Nel 1984 cadeva l’anniversario dei cento anni della nascita di AmedeoModigliani, il famoso artista nato a Livorno e del quale stavamo per pub-blicare la biograa scritta dalla glia Jeanne, che ci aveva incaricato di se-guire gli eventi che si stavano organizzando in Italia per onorare il celebrepadre. In tale occasione preparammo un album di opere grache originaliOmaggio a Modigliani cui parteciparono illustri artisti: Guttuso aderì subitocon entusiasmo alla nostra richiesta eseguendo la litograa Nudo sdraiato attualmente esposta nella Casa Natale Amedeo Modigliani.

Questa esposizione vuole offrire lo spunto per un’analisi sull’artista conopere che richiamano alcuni dei temi che hanno contraddistinto la carriera

artistica di Guttuso. Apre la mostra il dipinto del 1939 Cestino con frutta: una delle straordi-narie nature morte che Guttuso realizza dal ’37 al ’39, oggi di difcile repe-ribilità sul mercato.

La stalla, 1951 è uno di quei grandi dipinti che Guttuso realizza neglianni ’50, di chiaro stampo neorealista e di denuncia sociale: quest’operapartecipò alla Biennale di Venezia del 1952, ed era ritenuta così importantedall’artista stesso, che sul retro scrive di suo pugno “non vendibile mai”.

Guttuso nel centenario della nascita

Vorrei riuscire a testimoniare del mio tempo

(che è come dire delle mie passioni) senza essere costretto

a falsarne i signicati. Vorrei parlare chiaro e sembrare ovvio,

senza essere ovvio, anzi dicendo cose totalmente nuove.

Renato Guttuso

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Rientra invece nella serie di dipinti ispirati alla sua terra natia il quadroTetti di Palermo del 1976, dove la ricerca del senso del colore e l’assolutalibertà della prospettiva rendono il dipinto di grande qualità e originalità,come anche Edera e falce del 1962 dove il soggetto apparentemente sem-plice diventa in realtà il pretesto per mostrare la sua grande abilità pitto-rica: questo dipinto, già appartenuto alla collezione di Giovanni Testori, fuesposto all’importante mostra antologica al Palazzo della Pilotta di Parmadel 1963-64.

L’immaginazione esplorativa di Guttuso non si esercita solo sull’attualema sente il bisogno di estendersi ai “testi” in virtù della propria vocazioneculturale; è così che nascono le illustrazioni eseguite negli anni ’60 per ilvolume Il Dante di Guttuso edito da Mondadori. In mostra sono espostealcune di queste rare tecniche miste, dove personaggi dell’attualità si pos-sono scorgere nei vari gironi danteschi.

Due rafnate tecniche miste del 1973 fanno invece parte delle illustra-zioni delle Lettere persiane, celebre romanzo di Montesquieu che critica lasocietà europea non risparmiando né chiesa né istituzioni politiche.

Il Cavolo del 1972 e Polli al gancio del ’74 sono studi preparatori per ilgrande e celebre quadro della Vucciria che sarà invece visibile nella sua in-

terezza nella versione graca eseguita dall’artista nel 1985 presso la stam-peria d’arte Graphis Arte di Livorno.

Le celebrazioni del centenario stanno a dimostrare quanto il suo mes-saggio sia oggi sempre attuale e quanto rappresenti una guida per i gio-vani artisti che credono ancora nei valori della pittura. La fortuna criticache accompagna tuttora il suo operato artistico ci convince che artisticome Guttuso fanno parte di quel patrimonio della storia dell’arte ormaiconsolidato.

È dalle parole di Guttuso stesso che viene la migliore spiegazione delsuo modo di intendere l’arte: l’arte del dipingere consiste nella imitazione

delle cose del mondo. Niente di più e niente di meno, ma è molto. Poiché per imitazione va intesa una fatica complessa che implica la tensione di 

molte facoltà, la riessione, la partecipazione al mondo delle cose. Il risul -

tato è semplice e libero, come per tutte le operazioni complesse.

Livorno 28 maggio 2011  Giorgio Guastalla

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nel centenario della nascita

1. Cestino con frutta, 1939olio su compensato, cm 30×40

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2. La stalla, 1951olio su tela, cm 113,5×133,5

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3. Madre con bambino, 1954disegno a china su carta, cm 27×22

4. Natura morta, 1958olio su tela, cm 80×65

5. Colomba, 1958collage e tecnica mista su tela, cm 37×31

6. Natura morta con asco, 1960olio su tela, cm 60×79,6

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nel centenario della nascita

7. La bufera infernal (Inferno canto V), 1959china, acquarello e tecnica mista su cartacm 71×50

8. Falsari (Inferno, canto XXX), 1960china, acquarello e tecnica mista su cartacm 72,5×51

9. Lussuriosi (Purgatorio canto XXV), 1960china, acquarello e tecnica mista su cartacm 70,5×47,5

10. Esempi d’intolleranza (Purgatorio canto XV), 1960china, acquarello e tecnica mista su cartacm 60×44

Il Dante di Guttuso

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11. Edera e falce, 1962olio su tela, cm 60×73

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12. Gli amanti , 1966china e acquarello su carta, cm 48×31

13. Polli al gancio, 1974china su carta, cm 66×56

14. Senza titolo, 1969china su carta, cm 46,6×53,1

16. Nudo, anni ’70

china e acquarello su carta intelata,cm 48×28,5

17. Cavolo, 1972china e acquarello su carta, cm 51×69

15. Nudo disteso allo specchio, anni ’70disegno a china su carta, cm 40×54

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nel centenario della nascita

18. Zess a Uzbek , Lettere persiane, 1973tecnica mista su carta, cm 50×69

19. Zeliss a Uzbek , Lettere persiane, 1973china su carta, cm 50×69

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20. Tetti di Palermo, 1976olio su tela cm 81×70

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nel centenario della nascita

Cartella “Omaggio a Guttuso”

10 litograe a colori, 1981-1982Tiratura: Le litograe n. 21-22-30 sonotirate a 125 esemplari in numeri arabipiù LXXV in numeri romani. Lelitograe n. 23-24-25-26-27-28-29

sono tirate a 150 esemplari in numeriarabi più LXXV in numeri romani. Alcune prove contrassegnate e.a.Tutte le litograe sono numerate ermate a matita dall’Autore.Editori : XXeme Siècle Paris/New York,Graphis Arte Livorno/Roma

24. Oggetti sul tavolo e nestra

di sera, mm 620×48525. Interno dello studio con nestra

e tavolo da lavoro, mm 620×47523. Interno dello studio

con pannocchie, mm 600×475

27. Interno dello studio

con damigiana, mm 590×47528. Interno dello studio

con barattoli , mm 480×47026. Cesto e sega, mm 300×245

22. Carretto con cavoli , mm 565×51521. La Vucciria, mm 510×500

29. Anguria, mm 315×490 30. Tetti di Bagheria

mm 485×660

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Cartella “Guttuso ’84”

10 Litograe a colori, 1984Tiratura: 150 esemplari in numeriarabi più LXXVin numeri romani, su carta Arches mm635×865.

Tutte le litograe sono numerate ermate a matita dall’autore.Editori : XXeme Siècle Paris/New York,Graphis Arte Livorno/Roma

31. Natura morta nello studio,mm 735×495

32. Tavolo, sedia e gabbia

mm 705×532

34. Drappo bianco sulla sedia mm 660×525

33. Tetti di Bagheria, mm 570×550

35. Cactus sul Golfo di Palermo mm 535×593

36. Girasoli , mm 530×640 37. Pannocchie di granoturco,mm 540×680

40. Damigiana e caffettiera

mm 535×72038. Paesaggio di Torre del Greco

mm 512×73039. Agli , mm 530×685

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nel centenario della nascita

41. La Vucciria, 1985litograa a colori, mm 615×580

42. Omaggio a Modigliani , 1984litograa a colori, mm 460×685

43. Nerone, 1976acquaforte, mm 560×390

44. Grandi tetti di Palermo, 1985litograa a colori, mm 580×730

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nel centenario della nascita

1911Renato Guttuso nasce il 26 Dicembre 1911 a Bagheria. Il

padre Gioacchino, agrimensore di professione ma acquarel-lista per diletto e la madre Giuseppina d’Amico, preferisco-no denunciarlo a Palermo il 2 Gennaio 1912, in seguito a uncontrasto con la città a causa delle loro idee liberali. La cittànatale è molto importante nella formazione del pittore, perchélì, giovanissimo, entrò in contatto con il mondo della pittura,come racconta lui stesso: “tra gli acquarelli di mio padre, lostudio di Domenico Quattrociocchi, e la bottega del pittore dicarri Emilio Murdolo prendeva forma la mia strada, avevo sei,sette, dieci anni...”. Ma Bagheria è importante anche perchécontinuerà a fornirgli per tutta la vita uno straordinario reper -torio di immagini e colori.

1924-30Già dal 1924, appena tredicenne, comincia a rmare e da-tare i propri quadri. Sono piccole tavolette dove per lo piùcopia i paesaggisti siciliani dell’ottocento. Tra queste vannoricordate Golfo di Palermo (1925), dove usa le venature dellegno per raccontare le onde del mare. I suoi modelli sonocomunque più vari, i francesi come nel caso dell’ Angelus di Millet (1926), realizzato su una tavolozza che mantiene an-cora la forma originale, e i pittori contemporanei di cui pote-va procurarsi le illustrazioni, come Carrà nel Pino marittimo(1929). In questi anni dipinge anche dei ritratti come quellodi Graziella e il Ritratto del padre, il Cavalier GioacchinoGuttuso Fasulo (1930). Negli anni seguenti comincia a fre-quentare l’atelier del pittore futurista Pippo Rizzo e l’ambien-te artistico palermitano. Nel 1928 partecipa a Palermo allasua prima mostra collettiva.

1931-33

Nel 1931 partecipa con due quadri alla Quadriennale Na-zionale d’Arte Italiana a Roma e ha occasione di vedere dalvivo le opere dei più grandi artisti italiani che lo impressio-nano profondamente. Una mostra di Guttuso e di altri pittorisiciliani, alla Galleria del Milione nel 1932, suscita grande in-teresse nella società artistica milanese. Per vivere a Romaesegue alcuni lavori di restauro alla Pinacoteca di Perugia ealla Galleria Borghese di Roma. In questo periodo ha mododi legarsi ad artisti come Mario Mafai, Francesco Trombado -ri, Corrado Cagli, Pericle Fazzini, Mirko e Afro. Dal 1929 col-labora con giornali e riviste e già dalla scelta dei suoi primisoggetti critici si delineano le sue scelte in favore di una pit-tura impegnata. Il suo primo articolo su Picasso, scritto nel1933, causa l’intervento della censura fascista e la sospen-sione della collaborazione con il giornale l’Ora di Palermo.

1934-36 Espone per la seconda volta a Milano, alla Galleria del Mi-lione con il “Gruppo dei 4” che aveva fondato a Palermo conGiovanni Barbera, Nino Franchina e Lia Pasqualino Notoin aperta polemica con il primitivismo di “Novecento”, allo-ra dominante. La mostra viene recensita da Carrà, in quelmomento il pittore più autorevole che ci fosse in Italia. Acausa del servizio militare trascorre il 1935 a Milano, doveha occasione di stringere grandi amicizie con artisti comeBirolli, Sassu, Manzù, Fontana con cui dividerà lo studio,

Note biografche

ed intellettuali come il poeta Salvatore Quasimodo, Raffae-le de Grada, Elio Vittorini, il losofo Antonio Ban, Raffaele

Carrieri, Edoardo Persico. Malgrado queste amicizie, chesaranno fondamentali per l’esperienza politica e culturaledi Corrente, il periodo milanese è contrassegnato da unaprofonda depressione testimoniata dalle poesie scritte inquegli anni, causata probabilmente anche dalle durissimecondizioni economiche che lo opprimono nel capoluogolombardo.

1937-39Sono anni tra i più importanti della sua vita. Si trasferiscedenitivamente a Roma, i suoi studi, a cominciare da quelloin piazza Melozzo da Forlì, saranno spesso al centro di suecomposizioni pittoriche e diverranno uno dei centri intellet-tuali più vivaci ed interessanti della vita culturale della capi-tale. In questi anni nasceranno le amicizie con Alberto Mo-ravia, Antonello Trombadori e Mario Alicata che avranno unruolo determinante nella sua adesione al partito comunista,nel quale si iscriverà nel 1940. La sua prima personale aRoma viene presentata dallo scrittore Nino Savarese. Sonogli anni delle straordinarie nature morte, della Fucilazione in

campagna (dedicata a Federico Garcia Lorca), della Fugadall’Etna, che riceverà il premio Bergamo, in quel momentoil più importante premio di pittura in Italia. Nella stesso annoconosce Mimise Dotti che sarà sua compagna per tutta lavita. Collabora come critico a Le Arti, Primato e Il Selvaggio,diretto da Mino Maccari che dedica un intero numero ai suoidisegni (1939), proseguendo con impegno e vigore l’attivitàdi critico che durerà tutta la vita.

1940-44Continua la straordinaria produzione artistica dipingendo

nudi, paesaggi, nature morte e realizza la Crocessione (1940-41), la sua opera più famosa ed uno dei quadri piùsignicativi del Novecento. Lui stesso chiarisce il signicatodell’opera: “questo è un tempo di guerra. Voglio dipingerequesto supplizio del Cristo come scena d’oggi. ...come sim -bolo di tutti coloro che subiscono oltraggio, carcere, suppli-zio per le loro idee”. Il quadro, presentato al premio Berga-mo nell’autunno del 1942, dove riceverà il secondo premio,suscita un grande scandalo e il Vaticano proibisce ai religio-si di guardare l’opera. Nel 1940 al Teatro delle Arti di Roma,diretto da Anton Giulio Bragaglia, Renato Guttuso fa il suoesordio nella scenograa musicale, rmando scene e costu-mi per l’Histoire du Soldat. Nel 1943 lascia Roma per motivipolitici e partecipa attivamente alla resistenza antifascista.Della lotta partigiana ha lasciato una struggente testimo-

nianza artistica nella serie di disegni realizzati con inchiostridelle tipograe clandestine intitolati Gott mitt Uns .

1945-50 A Parigi con Pablo Picasso stringe una amicizia che dureràtutta la vita. In Italia assieme ad alcuni artisti ed amici trai quali Birolli, Vedova, Marchiori, il gallerista Cairola fondail movimento Fronte Nuovo delle Arti, un raggruppamentodi artisti molto impegnato politicamente con l’obbiettivo direcuperare le esperienze artistiche europee che a causa delfascismo erano poco conosciute in Italia. Nella sua pittu-

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ra sono presenti temi sociali e di vita quotidiana: picconieridella pietra dell’Aspra, zolfatari, cucitrici, manifestazioni dicontadini per l’occupazione delle terre incolte. Nel ’47 tra -sferisce il suo studio a Villa Massimo. Nello stesso annoa Venezia con le scene e i costumi per Lady Macbeth diSostakovic, in prima assoluta per l’Italia, prosegue la colla-borazione con l’opera e con il coreografo Aurele Millos.

1950-56Nel 1950 ottiene a Varsavia il premio del Consiglio Mondialeper la Pace, nello stesso anno tiene la sua prima personalea Londra. A Roma al Teatro dei Satir i curerà le scenograe ei costumi per “Madre Coraggio e i suoi gli” di Bertolt Brecht,in prima assoluta per l’Italia. È sempre presente alle Bien-nali di Venezia con grandi quadri, nel ’52 con la Battaglia diPonte dell’ Ammiraglio, nel ’54 con Boogie Woogie, nel ’56con la Spiaggia suscitando discussioni e dibattitti. Sposa Mi-mise; Pablo Neruda, che gli ha dedicato una sentita poesia,sarà testimone delle loro nozze.

1957-65Collabora alle più importanti riviste italiane e internaziona-li con scritti di teoria e critica d’arte, prendendo posizionenel dibattito sul realismo. Dipinge La Discussione che verràacquistato dalla Tate Gallery di Londra. Lavora all’illustra-zione della Divina Commedia che sarà pubblicata nel ’61da Mondadori. Elio Vittorini scrive un’importante monograasul pittore mentre l’amico Pasolini scriverà un’introduzioneper un suo libro di disegni. A New York, la Aca-Heller Gallerygli dedica un’importante mostra. Il Museo Puskin di Moscagli dedica un’importante retrospettiva nel ’61. Il Museo Ste-delick di Amsterdam gli dedica un’antologica di grande suc-cesso che sarà poi ospitata anche al Palais de Beaux Artsdi Charleroi mentre nel ’63 si apre a Parma una sua ampiamostra antologica, presentata da Roberto Longhi. Semprea Parma, nello stesso anno, curerà scene e costumi per ilMacbeth di Verdi. Nel ’65 elabora il tema del lettore di gior -nale e quello dell’Edicola che lo porterà a realizzare la sua

unica grande scultura.

1965-71Si trasferisce a Palazzo del Grillo dove continuerà ad abita-re e lavorare no alla morte. Nel ’66 realizza il grande ciclodell’ Autobiograa, una serie di dipinti che costituiranno ilnucleo di importanti antologiche ospitate in vari musei eu-ropei. A questo ciclo Werner Haftmann dedicherà un’impor -tante monograa. Tra quadri più belli e signicativi Gioac-

chino Guttuso Agrimensore (1966), omaggio al padre ritrattonell’erba dietro il teodolite. Collabora alla realizzazione del-le scene teatrali per il Contratto di Eduardo de Filippo, suogrande amico. Nel 1970 espone la serie dei grandi dipinti diSodoma e Gomorra a Livorno nella galleria Il fante di picche- Graphis Arte. Nel ’71 riceve dall’Università di Palermo, la

laurea Honoris Causa e gli sono dedicate due importanti an-tologiche: una a Palermo al Palazzo dei Normanni con testidi Leonardo Sciascia, Franco Grasso e una al Musee d’ArtModerne de la Ville di Parigi.

1972-80Nel 1972 riceve il premio Lenin e gli viene dedicata unagrande mostra all’Accademia delle arti di Mosca. Una partedei dipinti di ritorno da Mosca vengono esposti a Livornonella galleria Il fante di picche - Graphis Arte. Una grandemostra retrospettiva percorre l’Europa orientale toccando

Praga, Bucarest, Bratislava, Budapest. Dipinge il grandequadro La Vucciria (1974) che afda all’Università di Paler -mo, e che viene esposta alla galleria La Tavolozza di Pa -lermo, alla galleria Toninelli di Roma e alla galleria Il fantedi picche - Graphis Arte di Livorno; nel ’76 dipinge il CaffèGreco (ora Collezione Ludwig di Colonia.) Illustra i Malavo-glia di Verga nel 1978 e l’Eneide di Virgilio nel 1980. Viene

eletto Senatore, nelle liste del PCI, nel collegio di Sciacca.Nel 1973 Guttuso sceglie un importante nucleo di opere,sue e di altri artisti, che costituiranno la base per istituire aBagheria la Galleria civica.

1981-87Giuliano Briganti scrive la presentazione per la sua mostraa Roma sul ciclo delle  Allegorie, della Malinconia e dellaVisita della Sera. Nel 1981 partecipa all’Art Expo di NewYork con una personale nello stand della Graphis Arte diLivorno. Esce a Parigi, per le edizioni XX Siècle la mono -graa Hommage à Guttuso nella famosa collana dedicata aipiù importanti artisti di questa epoca. Contemporaneamen-te le edizioni Graphis Arte e Toninelli Arte Moderna pubbli -cano l’edizione italiana dell’Omaggio a Guttuso con testi diRaffaele Alberti, Cesare Brandi, Maurizio Calvesi, Werner Haftmann, Roberto Longhi, Alberto Moravia, Pier Paolo Pa-solini, John Rewald, Leonardo Sciascia, Douglas Cooper,ecc.. Contemporaneamente vengono pubblicati 2 album con10 litograe a colori per le Edizioni XX Siècle, Parigi-Leon

 Amiel, New York e Graphis Arte, Livorno. Il centro di culturadi Palazzo Grassi di Venezia gli dedica una importante mo -stra antologica nell’82, a cura di Maurizio Calvesi, CesareBrandi e Vittorio Rubiu. Nel 1983 affresca una cappella delSacromonte di Varese con la Fuga in Egitto.Vengono pubblicati, a cura di Enrico Crispolti, i primi tre vo -lumi del catalogo generale dei suoi dipinti.Nel 1985 intraprende un’opera monumentale, affrescandol’intera volta (più di 120 mq. di pittura) del softto del teatrolirico Vittorio Emanuele di Messina, rappresentando la leg-genda del Cola Pesce. Nel 1986 dipinge un ciclo di opere

dedicato al tema del gineceo che culmina nel quadro “Nellastanza le donne vanno e vengono...”, ultimo grande sforzodel pittore che resterà incompiuto. Il 18 gennaio del 1987muore lasciando alcune opere, tra le più importanti, allaGalleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Altre opere euna ricca raccolta documentale le ha già afdate al museoche la sua città natale, Bagheria, gli ha intitolato. Il MuseoGuttuso, che ha sede nella settecentesca Villa Cattolica,raccoglie così la più ampia collezione di opere, quadri, dise-gni e graca dell’artista, e nel giardino della Villa conservala grande Arca funebre dedicatagli dal suo amico GiacomoManzù, dove egli riposa. Subito dopo la morte viene orga-nizzata dal Museo Guttuso di Bagheria, a cura di MaurizioCalvesi, con il contributo dei più importanti critici italiani, lamostra “Dagli esordi al Gott mitt Uns”. Dopo la sua morte,

il glio adottivo Fabio Carapezza Guttuso fonda gli ArchiviGuttuso, cui destina lo studio di Piazza del Grillo, e integrala collezione del museo di Bagheria. Gli Archivi organizza-no numerose mostre, tra queste due antologiche del pittore,una in Germania nel ’91 e l’altra nel ’96 a Londra e Ferrara;il completamento, in collaborazione con Enrico Crispolti, delCatalogo Ragionato Generale dei Dipinti di Renato Guttuso;e nel decennale della morte, una grande mostra, incentra-ta sulla collaborazione tra Guttuso e il teatro musicale, alteatro Massimo di Palermo. Inne curano, per la Rizzoli nel1999, una completa monograa dedicata all’Artista.