ISOLADIUSTICA N17 18 - La Storia di Ustica ed i suoi Documenti

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29 Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica n. 28-29 gennaio-agosto 2008 CONTRIBUTI Amelia Rosselli di Vincenzo Pascale A MeLIA ROSSeLLI, FIGLIA di Carlo e nipote di Nello 1 , ambedue confinati ad Ustica durante la fine degli anni Venti, è stata una grande poetes- sa ed artista poliedrica che ha usato nella sua produzione lette- raria un idioma tripharium 2 . In- fatti, ha scritto in una lingua che mescola francese, inglese, italia- no. Dalla fusione trilingue, che esiste in uno strato profondo del- la lingua, emerge una componen- te dell’italiano che risulta domi- nante. Le interferenze linguisti- che, le parole ibride, i calchi sin- tattici, appartengono alla lingua della Rosselli. Il 27 luglio 1929 Carlo Rosselli, Francesco Fau- sto Nitti e emilio Lussu, riesco- no a fuggire da Lipari con l’aiuto di altri confinati ed ex confinati come Alberto Tarchiani e Gioac- chino Dolci 3 , e, attraverso la Tu- nisia e Marsiglia, il 1° agosto, Carlo arriva a Parigi. La moglie Marion 4 , prigioniera ad Aosta, perché accusata della fuga del marito, lo raggiungerà dopo il 15 agosto dello stesso anno, libera- ta, anche, grazie alle campagne di protesta degli esuli presenti a Parigi. Qui, in Francia, nasce Amelia, nel 1930 e nello stesso anno il padre pubblica a Parigi Socialisme Libéral, testo teorico del movimento Giustizia e li- bertà, scritto a Lipari nel 1928- 29 e portato all’estero da Marion. La prima edizione, riveduta col fratello Nello, viene tradotta in francese da Stefan Priacel. Quan- do Amelia aveva sette anni suo padre, ritornato dalla guerra di Spagna, a Bagnoles de l’Orne, in Normandia, veniva ucciso per mano dell’organizzazione fran- cese Cagoule, su mandato del re- gime fascista, col fratello Nello, che era arrivato da Bucarest. Il 19 giugno vi saranno i funerali a Parigi, presente anche la folla pa- rigina. Il processo contro gli as- sassini dei fratelli Rosselli ini- zierà a Roma alla fine di gennaio del 1945. Marion si costituisce parte civile, difesa da Calaman- drei e Carocci 5 . Amelia aveva soltanto quindici anni. Tutti que- sti tragici eventi segneranno l’e- sistenza di Amelia fatta di spae- samento, sradicamento, inappar- tenenza. Una vita tormentata che si concluderà con un suicidio a Roma, in via del Corallo, nel 1996 6 . Quelle morti marchieran- no la vita e l’opera di Amelia Rosselli a far capire che scrivere e vivere sono una cosa seria, e molto spesso sono la stessa cosa, soprattutto quando segnati da una tragedia. Perennemente alla ricerca di un'appartenenza mai acquisita, Amelia parte, con sua madre, molto depressa a causa della morte del suo compagno di lotta, dalla Francia, nel 1939, do- po l’occupazione tedesca, per an- dare in Svizzera e Inghilterra; nel 1940, da Liverpool va a Mon- treal e a New York per ritornare in Italia nel 1946. Gli studi che aveva seguito negli Stati Uniti non le saranno riconosciuti e per questo motivo Amelia ripartirà per l’Inghilterra dove si dedi- cherà allo studio della musica e della composizione, quel lin- guaggio universale, quello dei suoni e dei ritmi, che, unitamente all’avventura linguistica che la accompagnerà per tutta la vita, resero unica la poesia di questa scrittrice, figlia della seconda guerra mondiale e di un cosmo- politismo in fuga. Fu inoltre an- che con la traduzione che la Ros- selli si cimenterà, quando, ritor- nata in Italia nel 1948, a Firenze prima e a Roma in seguito, dopo la morte della madre, avvenuta nel 1949, in Inghilterra, comincia a lavorare per alcune case editri- ci e a dedicarsi a studi letterari e Amelia Rosselli (1930-1996) all’età di cinquantotto anni.

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29Lettera del Centro Studi e Documentazione Isola di Ustican. 28-29 gennaio-agosto 2008

CONTRIBUTI

Amelia Rosselli

di Vincenzo Pascale

AMeLIA ROSSeLLI, FIGLIA diCarlo e nipote di Nello1,ambedue confinati ad

Ustica durante la fine degli anniVenti, è stata una grande poetes-sa ed artista poliedrica che hausato nella sua produzione lette-raria un idioma tripharium2. In-fatti, ha scritto in una lingua chemescola francese, inglese, italia-no. Dalla fusione trilingue, cheesiste in uno strato profondo del-la lingua, emerge una componen-te dell’italiano che risulta domi-nante. Le interferenze linguisti-che, le parole ibride, i calchi sin-tattici, appartengono alla linguadella Rosselli. Il 27 luglio 1929Carlo Rosselli, Francesco Fau-sto Nitti e emilio Lussu, riesco-no a fuggire da Lipari con l’aiutodi altri confinati ed ex confinaticome Alberto Tarchiani e Gioac-chino Dolci3, e, attraverso la Tu-nisia e Marsiglia, il 1° agosto,Carlo arriva a Parigi. La moglieMarion4, prigioniera ad Aosta,perché accusata della fuga delmarito, lo raggiungerà dopo il 15agosto dello stesso anno, libera-ta, anche, grazie alle campagnedi protesta degli esuli presenti aParigi. Qui, in Francia, nasceAmelia, nel 1930 e nello stessoanno il padre pubblica a ParigiSocialisme Libéral, testo teoricodel movimento Giustizia e li-

bertà, scritto a Lipari nel 1928-29 e portato all’estero da Marion.La prima edizione, riveduta colfratello Nello, viene tradotta infrancese da Stefan Priacel. Quan-do Amelia aveva sette anni suopadre, ritornato dalla guerra diSpagna, a Bagnoles de l’Orne, inNormandia, veniva ucciso permano dell’organizzazione fran-cese Cagoule, su mandato del re-gime fascista, col fratello Nello,che era arrivato da Bucarest. Il

19 giugno vi saranno i funerali aParigi, presente anche la folla pa-rigina. Il processo contro gli as-sassini dei fratelli Rosselli ini-zierà a Roma alla fine di gennaiodel 1945. Marion si costituisceparte civile, difesa da Calaman-drei e Carocci5. Amelia avevasoltanto quindici anni. Tutti que-sti tragici eventi segneranno l’e-sistenza di Amelia fatta di spae-samento, sradicamento, inappar-tenenza. Una vita tormentata chesi concluderà con un suicidio aRoma, in via del Corallo, nel19966. Quelle morti marchieran-no la vita e l’opera di AmeliaRosselli a far capire che scriveree vivere sono una cosa seria, emolto spesso sono la stessa cosa,soprattutto quando segnati dauna tragedia. Perennemente allaricerca di un'appartenenza maiacquisita, Amelia parte, con suamadre, molto depressa a causadella morte del suo compagno dilotta, dalla Francia, nel 1939, do-

po l’occupazione tedesca, per an-dare in Svizzera e Inghilterra; nel1940, da Liverpool va a Mon-treal e a New York per ritornarein Italia nel 1946. Gli studi cheaveva seguito negli Stati Unitinon le saranno riconosciuti e perquesto motivo Amelia ripartiràper l’Inghilterra dove si dedi-cherà allo studio della musica edella composizione, quel lin-guaggio universale, quello deisuoni e dei ritmi, che, unitamenteall’avventura linguistica che laaccompagnerà per tutta la vita,resero unica la poesia di questascrittrice, figlia della secondaguerra mondiale e di un cosmo-politismo in fuga. Fu inoltre an-che con la traduzione che la Ros-selli si cimenterà, quando, ritor-nata in Italia nel 1948, a Firenzeprima e a Roma in seguito, dopola morte della madre, avvenutanel 1949, in Inghilterra, cominciaa lavorare per alcune case editri-ci e a dedicarsi a studi letterari e

Amelia Rosselli (1930-1996) all’età di cinquantotto anni.

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un ardore che non può sorrider-

si”. Il componimento Cantiamo

infiniti morti!..., presente nellaraccolta del 1964, finisce per es-sere una sintetica biografia poe-tica dove il tema di fondo è ildolore personale, espresso conimmagini di morte, con squarcioscuri sugli anni del ventennio edel dopoguerra, altamente tragiciper chi era figlia della guerra.

«Contiamo infiniti morti! ladanza è quasi finita!, la morte

(Da Variazioni belliche)

Contiamo infiniti morti! la dan-za è quasi finita!, la morte, / loscoppio, la rondinella che giaceferita al suolo, la malattia / e il di-sagio, la povertà e il demonio so-no le mie cassette / dinamitarde.Tarda arrivavo alla pietà-tardagiacevo fra / dei conti in tasca di-sturbati dalla pace che non si of-friva. / Vicino alla morte il suolorendeva ai collezionisti il prezzo /della gloria. Tardi giaceva al suo-lo che rendeva il suo sangue / im-bevuto di lacrime la pace. Cristoseduto al suolo su delle / gambeinclinate giaceva anche nel san-gue quando Maria lo / travagliò. /Nata a Parigi travagliata nell’epo-pea della nostra generazione / fal-lace. Giaciuta in America fra iricchi campi dei possidenti / edello Stato statale. Vissuta in Ita-lia, paese barbaro. / Scappata dal-l’Inghilterra paese di sofisticati.

quattro sue poesie e definendo lasua scrittura poetica una scritturadi lapsus, versi fatti di distrazio-ne quindi, di una grammatica dierrori nell’uso delle consonanti edelle vocali9.

Amelia aveva conosciuto Pa-solini attraverso il film Accatto-

ne, film di soggetto neorealistadel 1961 e dopo lo aveva incon-trato a casa di Alberto Moravia,cugino del padre Carlo. In que-sta occasione aveva presentato aPasolini un glossario privato ed idue si erano confrontati su tema-tiche musicali. Spazi metrici,opera del 1962, spiega propriol’uso di questa forma dei versi,una grammatica dalle mille pos-sibilità metriche, una musicadalle forme non codificabili. Maè Variazioni belliche, la primagrande opera del 1964 pubblica-ta per Garzanti, una raccolta incui si legge il ritmo faticoso del-la sofferenza, la fatica del viveredi un’infanzia dolorosa che ave-va marchiato la sua vita di don-na, che è stata figlia della perse-cuzione del fascismo e dell’anti-semitismo. Molti aggettivi mo-strano l’impronta della vita in-conscia e psichica dell’autrice,che è all’origine, liberando echiudendo il verso in una fram-mentazione di emozioni che de-vono essere rimesse insieme.Una lingua personale quindi,una lingua privata che brucia “in

filosofici. Sono gli anni in cuicomincia a frequentare gli am-bienti letterari conoscendo nel1950 lo scrittore Rocco Scotella-ro7 che le presenta Carlo Levi8.

Nel 1958 s’iscrive al partitocomunista italiano, nella sezionedi Trastevere, dove s’impegnacon forte tenacia politica inun’attività quotidiana, di tipoculturale e pratico. è come un ri-torno alla figura paterna; il parti-to diventa il nuovo padre di Me-lina. Lo stesso anno Amelia scri-ve, in quindici giorni, il poemaLa libellula, (panegirico della

Libertà), che sarà pubblicato aMilano, nel 1985.

è degli anni Sessanta la cono-scenza dell’ambiente della neoa-vanguardia e la partecipazione alGruppo ‘63, nato a Palermo e dacui quasi subito si distacca, lon-tana forse dalle sperimentazioniprevalentemente linguistiche edall’impronta in qualche modomaschile del gruppo. Se nellasua opera possiamo parlare disperimentazione, intesa comeneologismi, di una lingua comeabbandono a un flusso, comeunione di più lingue, è perché lalingua della Rosselli fu una lin-gua del buio, del privato, e, inquanto tale, labirintica e priva dicodici. Fu Pasolini a scoprire lapoesia di questa scrittrice, pub-blicando nella rivista letteraria“Il Menabò”, nel 1963, venti-

Sopra: Amelia con i fratelli, il maggiore John chiamato dal

padre Mirtillino ed il minore Andrea.

A destra: autoritratto di Amelia Rosselli

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Speranzosa / nell’Ovest ove nien-te per ora cresce. / Il caffè-bambùera la notte. / La congenitale ten-denza al bene si risvegliava»10.

Anche in Serie ospedaliera, rac-colta del 1969, scritta durante unperiodo passato in psichiatria, tro-viamo schegge del suo corpo,«ansia o angoscia»11, come se fos-se una decomposizione-ricompo-sizione di una scrittura in cui la ra-gione tenta di dominare la passio-ne, fallendo, alla ricerca di unacertezza, in continua nostalgia, ur-lata e soffocata, al ritrovamento diuna tenerezza che potrebbe rasse-renare, ma che è malata all’origi-ne. Il critico Pier Vittorio Mengal-do, a proposito della lingua dellaRosselli, l’aveva immaginata co-me un organismo biologico, le cuile cellule proliferano incontrolla-tamente in un’attività riproduttivache come nella crescita tumoralediviene patogena e mortale.

«Tènere crescite mentre l’albas’appressa tènere crescite / di que-st’ansia o angoscia che non puòamare né sé né / coloro che facen-domi esistere mi distruggono. Te-nerissima / la castrata notte quan-do dai singulti dell’incrociarsi /della piazza con strada sento stri-dori ineccepibili, / le strafottentirisa di giovanotti che ancora vive-re / sanno se temere è morire.Nulla può distrarre il giovane /occhio di tanta disturbanza, tantestrade a vuoto, le / case sono ri-sacche per le risate. Mi ridono orache le / imposte con solenne gestorimpalmano altre angosce / di uo-mini ancor più piccoli e se conso-landomi d’esser / ancora tra i viviun credere, rivedo la tua giallafaccia / tesa, quella del quasi ge-nio- è per sentire in tutto / il pesodella noia il disturbarsi per cosìpoco»12.

Una poesia furiosa fatta di so-litudine, di silenzio, di morte an-che quella di Documento (1966-1973). I versi «Mi truccai a prete

della poesia ma ero morta allavita»13 rappresentano alcuni deiversi più esemplificativi dellapoesia della Rosselli, una poesiadove «la speranza è un dannoforse definitivo»14 , e dove ilmondo è popolato da «elefantiottusi»15. Ottuso. Come a inten-dere ciò che non è compreso; ecome comprendere, del resto, senon vivendolo, un conflitto inte-riore così forte, un buio fatto diinterrogativi, alla ricerca dellaverità impossibile? Dopo alcunianni di silenzio esce, nel 1979,Impromptu, poemetto, consacra-to ad un pubblico di poeti e filo-logi. Diario ottuso (1954-68) èun esempio di prosa della scrit-trice ma di una prosa «difficile,interiore quanto la poesia» dicela stessa autrice, evidentementeautobiografico. Ma cosa potevanon essere autobiografico in unadonna mossa eternamente dall’a-more e dal dolore? Verbi comepartire, fuggire, non sapere, noncapire accompagnano quest’ope-ra, fatta di pensieri, seppur inprosa, profondamente poetici, diun’avventura verso il «terrenonero». «Ah, potessi avere la leg-gerezza della prosa» dichiaravaessa stessa. Ma la leggerezzanon le appartenne mai. Le appar-tennero piuttosto la provocazio-ne, la furia, la perentorietà, l’im-maginazione delirante. La pas-sione che cercava una colloca-

zione, la lingua che cercava unarisposta, in tutte le lingue che sa-peva, che conosceva, come l’e-sperienza della raccoltaSleep16(1992) ci dimostra. «Lavita scritta su carta, là scorre ilmio seme folle alla morte». «Ionon sono quello che appaio»aveva scritto in Documento.

Nel 1987 uscì L’Antologia

poetica arricchita dalla raccoltadei Primi scritti (1952-63).

Dopo questi anni comincia unperiodo di silenzio. La malattiapsichiatrica diventa più aggressi-va. Amelia vive in povertà, insolitudine, in una piccola man-sarda, rifugio di una vita noma-de; grazie alla solidarietà degliamici farà letture, in pubblico,delle sue poesie. La malattia di-venta devastante. Si tratta di unaschizofrenia che le dà l’impres-sione di ascoltare più voci, conforti deliri interiori e senso dipersecuzione. Pensava d’esserecontrollata dalla CIA attraverso isatelliti. Nel n° 56 di «Nuovi Ar-gomenti», del 1971, lei stessaparla della sua malattia con altitoni letterari.

Domenica 11 febbraio 1996 sisuicida, gettandosi, in volo, dallasua mansarda. Lo stesso giorno,trentatre anni prima, s’era suici-data Sylvia Plath, di cui la Ros-selli aveva tradotto l’opera poe-tica e che lei stessa consideravala più grande poetessa angloamericana17.

Con la morte di Amelia Ros-selli, donna fragile ma coraggio-sa, scompare la più grande poe-tessa del secondo Novecento ita-liano, secolo “cane lupo”18.

VINCeNzO PASCALe

Vincenzo Pascale, insegnante di Lettere,è socio del Centro Studi.

Note1. Carlo Rosselli fu al confino di Usti-ca dal 25 maggio al 29 giugno 1927;Nello dal 4 luglio 1927 al 27 gennaio1928 e dal 7 al 24 agosto 1929. 2. MANeRA eMANUeLA, L’‹‹ydioma

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tripharium›› di Amelia Rosselli. Ri-

cognizioni linguistiche, in Lingua e

stile, vol. 38, n. 2, Mulino, Bologna2003, p. 233.3. Gioacchino Dolci con e. Schia-vello, G. Romita, A. Bordiga, G.Bentivogli, S.Stagnetti e M. Angelo-ni è firmatario della richiesta di mi-glioramenti ambientali nell’isola ri-volta il 5 maggio 1927 al direttoredella Colonia Confinati di Ustica. 4. Marion Cave, d’origine irlandese,di famiglia liberal-laburista, donnaimpegnata politicamente, si trovavain Italia per partecipare alle lotte deglioperai. Nel 1926 aveva conosciuto aGenova Carlo Rosselli, professore dieconomia politica all’Università. Idue si erano sposati, al municipio diGenova, nel luglio dello stesso anno. 5. MOSCA V. e CeReSA C., Carlo e Nel-

lo Rosselli, in Archivio della FamigliaRosselli. Cfr. www.archiviorosselli.it. 6. CORTeLLeSSA ANDReA (a cura di),La furia dei venti contrari, Le Lette-re, Firenze 2007.7. Amelia conobbe Scotellaro, scritto-re di origini lucane, a Venezia, duranteun convegno: «La resistenza e la cul-tura italiana». Si innamorò di lui e del-la cultura ancestrale del Sud d’Italia.8. Carlo Levi era di origine ebraica,come il padre di Amelia e la nonnapaterna, Amelia Pincherle Moravia.9. PASOLINI P. P., Notizia su Amelia

Rosselli, in “Saggi sulla letteratura esull’arte”, Mondadori, Milano 1999,pp. 2416-2419.10. ROSSeLLI AMeLIA, Le poesie,

Garzanti, Milano 1997, p. 202.11. Ivi, p. 336.12. ROSSeLLI AMeLIA, Serie Ospe-

daliera (1963-1965), Il Saggiatore -Alberto Mondadori, Milano 1969.13. ROSSeLLI AMeLIA, Le poesie,

cit., p. 479.14. Ibidem.15. Ibidem.16. Poesie in lingua inglese, scrittedal 1953 al 1966, dopo numeroseletture dei poeti inglesi del XVI se-colo e pubblicate nel 1992.17. Sylvia Plath, Le muse inquietan-

ti e altre poesie, a cura di GabriellaMorisco, traduzioni di GabriellaMorisco e Amelia Rosselli, Monda-dori, Milano, 1985. 11. CORTeLLeSSA ANDReA, Con l’a-

scia dietro le nostre spalle, dieci an-

ni senza Amelia Rosselli, in La sto-

ria, la tragedia, ospiti Lucia Re eAlessandro Baldacci, trasmissioneradiofonica in onda il 10/02/2006 su

Rai radio 3 Suite.

Bibliografia ragionata

di Amelia Rosselli:La libellula, Civiltà delle macchine,Milano 1959.Variazioni Belliche, Garzanti, Mila-no 1964.Serie Ospedaliera (1963-1965), IlSaggiatore-Alberto Mondadori, Mi-lano 1969.Documento (1966-1973), Garzanti,Milano 1976.Primi Scritti, Guanda, Milano 1980.Impromptu, San Marco dei Giusti-niani, Genova 1981.Appunti sparsi e persi (1966-1977),

Aelia Laelia, Reggio emilia 1983.Diario ottuso (1954-1968), Ibn, Ro-ma 1990.Sleep, Garzanti, Milano 1992.Le poesie, Garzanti, Milano 1997.

Bibliografia critica

ATTANASIO D., TANDeLLO e., Amelia

Rosselli, in «Galleria», n.1/2, Scia-scia, Caltanissetta 1997.CORTeLLeSSA ANDReA (a cura di),La furia dei venti contrari, Le Lette-re, Firenze 2007.DeVOTO G. e TANDeLLO., Amelia

Rosselli, in «Trasparenze», SanMarco dei Giustiniani, Genova2003.FUSCO F., Rosselli, Palumbo, Pa-lermo 2007.GIARDINA MARINA, Amelia Rosselli,

in ItaliaLibri, Milano, 2003. Cfr.www.italialibri.net. GIOVANNUzzI STeFANO (a cura),Amelia Rosselli. Un'apolide alla ri-

cerca del linguaggio universale, in«Quaderni del Circolo Rosselli», n.17/1999, Giunti, Firenze.LA PeNNA D., La mente interlingui-

stica, strategia dell’interferenza nel-

l’opera trilingue di A. Rosselli, ineteroglossia e plurilinguismo lette-rario, Il Calamo, Roma 2002.MANeRA eMANUeLA, L’‹‹ydioma

tripharium›› di Amelia Rosselli. Rico-

gnizioni linguistiche, in Lingua e stile,Mulino, vol. 38 n.2, Bologna 2003.MINORe ReNATO, Il dolore in una

stanza, in «Il Messaggero», 2 feb-braio 1998.MOSCA V. e CeReSA C., Carlo e

Nello Rosselli, in Archivio della Fa-miglia Rosselli. Cfr. www.archivio-rosselli.it.PASOLINI P. P., Libertà stilistica, inSaggi sulla letteratura e sull’arte,Mondadori, Milano 1957.PASOLINI P. P., Notizia su Amelia Ros-

selli, in Il Menabò, einaudi, Torino,1963; dopo in Saggi sulla letteratura

e sull’arte, Mondadori, Milano 1999.ROSSeLLI SILVIA, Gli otto venti, Sel-lerio, Palermo 2008.VeNTIMIGLIA SARAh, Traduction, in-

vention poétique, autolegitimation.

Le cas d’Amelia Rosselli, inwww.espacesse.org e in www.italia-libri.net/autori/rossellia.zORAT A., Intorno a libertà e prigio-

nia.alcune riflessioni su Variazioni

belliche di Amelia Rosselli, in«Ri.L.Un.e.», n. 2, 2005.

Interviste radiofoniche

ANDReOLI AUReLIO, La letteratura e

le idee, in onda su Rai Radiotre il 16febbraio 1979.CORDA LUCIANA, Poeti di oggi in di-

scussione. Amelia Rosselli, su RaiRadiodue in onda il 26 gennaio 1984.GULINUCCI MICheLe, Paesaggio con

figure, testimoni e interpreti del no-

stro tempo, intervista di GabbriellaCaramore, su Rai Rardiotre in ondail 25 ottobre 1992.SACChI SABINA, Parole e poesia.

Brevi incontri con poeti italiani:

Amelia Rosselli, su Rai Radiouno inonda il 30 novembre 1992.MOReLLI eMILIA, Il male di vivere di

Amelia Rosselli, Rai Radiofonia-ra-dioscrigno. Cfr. www.radio.rai.it/ra-dioscrigno. CORTeLLeSSA ANDReA, Con l’ascia

dietro le nostre spalle, dieci anni

senza Amelia Rosselli, su Rai radio3 Suite in onda il 06 febbraio 2006.Ospite:Alfonso Belardinelli.CORTeLLeSSA ANDReA, Con l’ascia

dietro le nostre spalle, dieci anni senza

Amelia Rosselli, in Le lingue, la voce,su Rai radio 3 Suite in onda il 08 feb-braio 2006. Ospite: Antonella Anedda.CORTeLLeSSA ANDReA, Con l’ascia

dietro le nostre spalle, dieci anni sen-

za Amelia Rosselli, in La musica, la

metrica, su Rai radio 3 Suite in ondail 09 febbraio 2006. Ospiti: StefanoGiovannuzzi, emmanuela Tandello.CORTeLLeSSA ANDReA, Con l’ascia

dietro le nostre spalle, dieci anni

senza Amelia Rosselli, in La storia,

la tragedia, su Rai radio 3 Suite inonda il 10 febbraio 2006. Ospiti Lu-cia Re, Alessandro Baldacci.CORTeLLeSSA ANDReA, Con l’ascia

dietro le nostre spalle, dieci anni

senza Amelia Rosselli, in Il male e

la morte, su Rai radio 3 Suite in on-da l’11 febbraio 2006. Cfr. www.ra-dio.rai.it/radio3_suite.

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