Kosovo ; l'ONU Ostaggio di Mafie e USA ; Lupi Nella Nebbia - Giuseppe Ciulla, Vitorio Romano

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    nellaKOSOVO: L' AG IO

    DI MAEIE E U ~

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    2010Editoriale]aca Book Spa, Milanotutti i diritti riservati

    Prima edizione italianamaggio 2010In copertina

    Mosaico di fotografiedi Vittorio Romaoo e Giuseppe CiuUa

    Redazione e impaginazioneGioanola Elisabetta, Sao Salvatore Monferrato (AI)

    ISBN 978-88-16-40962-0Per infonnazioni sulle opere pubblicate e in programmaci si pu rivolgere a EditoriaJe ]aca Book Spa Servizio Lettorivia Frua Il , 20146 Milano, tel . 02/48561520-29, fa. 02 /48193361c-mai!: [email protected]; inrerner: www .jacabook.i[

    INDICE

    RingraziamentiIntroduzione

    Parte primaPrologo:

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    Lushtaku un terroristali sicario protetto dall'ONU

    Punizione esemplareIl codice della montagnaMorirete entro l'annoL'archivio dei misteriPace o giustizia

    TI premier tremaL'om bra dei servizi

    Mitrovica : sass i, fango, sangueAK47: la legge del kalashnikovlntervenro immediatoUccidete i padri!

    Indice

    Parte terza

    AAA cercasi esercito con le idee chiareConclusioniKosovo, la storia recente

    6

    8891919499106I I I115117

    121

    123129131135139145147

    RINGRAZIAMENTI

    A vario titolo, grazie a: Marina, Rocco, Valentina, Nuccia, Franco,Costanza, Fitim, Party e Raffaele.

    Gli autori

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    INTRODUZIONE

    Milano, aprile 2010il Kosovo dovrebbe essere uno dei posti pi sicuri al mondo, invece un Paese consegnato alla mafia. Lo dicono i rapporti che abbiamotrovato e che pubblichiamo in queste pagine; lo dicono i magistraticon cui abbiamo parlato e gli uomini dei servizi segreti, lo diconoperfino i militari della KFOR, la missione NATO, costretti a voltare losguardo di fronte ai traffici di droga, armi, organi e persone che av-vengono nel Paese. E i vertici della criminalit organizzata kosovaracoincidono con quelli dei partiti politici locali, non a caso compostida ex miliziani dell'ucK, l'esercito di liberazione considerato dagliStati Uniti prima della guerra una formazione terroristica, e poi ri-abilitato e posto al potere. Sono gli ex comandanti di questo esercito a comandare in Kosovo. Hanno il potere politico ed economico.A loro portano le indagini su efferati crimini di guerra e quelle sutraffici di ogni genere in quest'angolo dei Balcani. I documenti chepubblichiamo dimostrano che le Nazioni Unite, che hanno amministrato il Paese per pi di dieci anni, hanno insahbiato le inchieste neiconfronti di queste persone. Perch? E perch, pur essendo stato ilteatro di guerra pi vicino ai confini nazionali italiani - Pristina distapoco pi di un 'ora di volo da Roma -, il Kosovo una frontiera dimenticata, di cui nessuno parla o ha interesse a farlo?

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    Introduzione

    Roma, aeroporto di Fiumicino, agosto 2009L'odio tra le varie etnie deIl'ex Jugoslavia un' enorme montatura.icevano questo gli operatori deIle associazioni umanitarie che tor-navano dalle prime missioni oltre l'Adriatico. In Serbia, in Bosnia,in Croazia, in Kosovo, fino aIla met degli anni Novanta, la genteviveva tranquilla prima che qualcuno cominciasse a fomentare l'e t-nonazionalismo. Poi i conOitLi hanno infiammato i Balcani; la puliziaetnica, le crudelt di assassini sanguinari , i pogrom, hanno riportatosuIla cerniera de1l 'est l'attenzione de1l 'Europa e de1l 'Occidente. Ela guerra, insieme alle operazioni di Peacekeeping, ha ridisegnato lageografia politica di queste terre. C'era anche l'Italia, insieme conle altre forze NATO, nel 1999, a bombardare dal cielo pomi, stazioni ,ferrovie e centri nevralgici de1la Serbia e del Kosovo. Slobodan Mi -losevic da mesi mstre1lava civili kosova ri di origine albanese, molti liuccideva, moltissimi li cacciava verso \'Albania. A terra un esercitodi partigiani, l'ucK, aveva cominciato a contrastare le armate delleader serbo. TI primo ministro italiano Massimo D'Alema aveva au-torizzato i caccia NATO a partire daIle nostre basi e a sorvolare i nostricieli. Da Trieste, da Bari, da Siracusa sentivi balenare il rombo ansio-so degli F16 e sapevi che in pochi minuti ogni aereo avrebbe attra-versato l'Adriatico e sganciato le bombe. E la morte non colpiva soloobiettivi militari o strategici, talvolta arrivava anche su civili inerti ,serbi o albanesi . Avevamo la guerra a poche centinaia di chilometrida casa nostra . Chi aveva ragione in quei giorni? Non Milosevic e lasua feroce repress ione verso i kosovari di origine albanese. Avevamoragione noi? Che dall 'alto bombardavamo non solo le truppe rego-lari de1l 'esercito serbo ma anche un popolo? L'intervento armato eral'unica soluzione per fermare il leader nazionalista? Sono domandeche chiunque abbia a cuore i Balcani si porta dietro da pi di diecianni. E forse sono le stesse che ci hanno spinto a cominciare questolavoro.Cos partiamo per il Kosovo. Con l' intenzione di capire che cosarinlanga a dieci anni dalla guerra in questo fazzoletto di terra grandeaIl ' incirca quanto l'Abruzzo. Le Nazioni Unite l'hanno anlministra-to attraverso la missione denominata UNMIK, spendendo vagonate disoldi per creare i presupposti di un Paese moderno. E l'Europa subentrata aIl'ONU, con la missione EULEX, per creare le condizionidello Stato di diritto. La NATO, attraverso la mi ssione KFOR, ha in

    lO

    I.ntrodu zioneKosovo abbastanza militari da affrontare le mafie di mezza Europa.Epp ure il Kosnvo ancora uno Stato deIle mafie, che nel 2008ha unilateralmente dichiarato la propria indipendenza e che aspiraall 'Europa che conta.

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    Giuseppe CiullaVillorio Romano

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    PARTE PRIMA

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    PrologoABBIAMO BOMBARDATOQUELLI SBAGLIATI

    Luzane (villaggio a 18 chilometrida Pristina , principale citt del Koso-vo, allora parte della Federaziol1e jugoslava), primo maggio 1999Il vecchio sente il fischio del jet che passa, poi l'esplosione_ Quandosi gira a guardare, vede bambini che si rotolano avvolti dalle fianune,corpi dilaniati dalle vampe, e il Nis-ekspres che brucia come un tizzone, spezzato in due, l'altra met precipitata gi dal viadotto. Unabara di acciaio infuocato che dopo un salto di 15 metri si schiantain un affluente del lago Batlavsko. Sono le 13:45. Sull'autobus chedoveva raggiungere Nis , la seconda citt della Serbia, c'erano 63passeggeri. Ne muoiono 47, la maggior parte carbonizzata, 16 sonoi feriti. Poche ore dopo la NATO riconosce il tragico errore, ma ag-giunge cbe il bombardamento del ponte avvenuto per colpire unadelle vie principali di rifornin1ento della polizia speciale e deU 'esercito. Testin10ni smentiscono:

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    Lupi nello nebbiaNon ha paura della telecamera che gli puntiamo addosso e neanchedi parlarci dentro.

    Vo lete sapere della criminalit? Del motivo per cui in questa panedel mondo ci sono traffici di ogni genere? Semplice guys, mafia likesfog, like wolves, la mafia vuole la nebbia, come i lupi. I mafiosi sonolupi nella nebbia. Hanno tutto l' interesse a mantenere il Kosovo in que-sta situazione, senza regole, senza controUo, come qui aM.itrovic3 ,

    Ma ci sono 14.000 soldati NATO, per dieci anni ci sono state leNazioni Unite. E ora c' l'Europa.

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    Lupi nella nebbi" ridurre i presidi armati che, con tank e posti di blocco, proteggonoi monasteri. Saranno di meno ma di maggiore qualit, dichiarer ilgenerale Roberto D'Alessandro , che comanda le forze NATO nel qua-drante ovest del Paese. L'Italia ha ridono il contingente per inviarepi uomini in Afghanistan. Dal 1999, da quando la guerra finitacon la sconfina dei serbi, oltre 150 luoghi sacri ortodossi sono statiassaliti o distrutti in Kosovo, molti risalenti al XllJ e al XIV secolo. Inprecedenza, quando a spadroneggiare nella stessa regione era l'eser-cito serbo di Slobodan Milosevic, si calcola che furono danneggiateo rase al suolo 212 delle 560 moschee musulmane dell'area.Quante volte stato attaccato il patriarcaro recentemente?.

    L'ultimo attacco risale al 17 marzo del 2004. Quel giorno, aMitrovica, erano scoppiati violenti scontri tra serbi e kosovari alba-nesi. La violenza in poche ore si era estesa a molti villaggi e citt delKosovo. Gli albanesi avevano preso di mira le case e i simboli deiserbi, 3.600 di loro furono costretti a fuggire, oltre 20 tra monasterie chiese dati alle fiamme.

    I militari italiani avanzano su un sentiero fangoso, armi in pugno.Tre alla volta vanno avanti, controllano che la strada sia pulita, poisono raggiunti dagli altri. Dalla cima del colle il patriarcato si vedebene, cos come Pec, la citt pi grande della zona del Dukagjini.Piove senza sosta. Sulla valle, sulle

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    Lupi ncll. nebbiadella nostra macchina, una Peugeot del 1988, di propriet della no-stra guida Fitim, non il pezzo originale, ma la parte terminale di unpiede di porco saldata nel lato destro deUa pedaliera. Non ci ha mailasciato a piedi.

    Il tramonto in questa zona graffiato da strisce di fumo che siinnalzano da terra. Se ne vedono a decine ogni sera all'orizzonte. l'immondizia che viene bruciata ai lati della statale. l kosovari arriva-no con le carriole cariche di rifiuti, li riversano nelle piazzole o sugliargini dei canali e li bruciano. Una pratica che al tempo stesso ritocoUettivo, necessit, indolenza e cultura. Non c' la raccolta diffe-renziata in Kosovo. Non ci sono neanche le discariche. Nelle cittl'immondizia viene portata via una volta alla settimana, nei villaggiancora pi di rado. Viene lasciata Il fino a quando gli operai dellemunicipalit non provvedono a sgomberarla e a darle fuoco in disca-riche improvvisate.

    Chi vuole pu chiamare una ditta e farla raccogliere, ci spiegaFim, ma costa l5 euro per ogni carico. Non lo fa quasi nessuno.Pensiamo a quel fumo che sale lento e puzzolente tutte le volte cheattraversiamo una citt, un villaggio, o che costeggiamo un fiume, nelvedere quei cumuli di immondizia accatastati come sacchi di farina.Dopo pochi giorni smetti di domandarti dove sono finiti i soldi cbeda dieci anni le Nazioni Unite destinano al Kosovo, se non sono statispesi per servizi essenziali come la raccolta dei rifiuti .Decane, agosto 2009Decane a met strada tra G iacova e Pec. La piazza princi pale un caleidoscopio, ogni prospettiva un racconto, ogni angolo haqualcosa da dire sul Kosovo. r ragazzi seduti ai bar alle II di mattinaricordano certe pellicole neorealiste sul sud ltalia. Sono centinaia.Secondo dati della Commissione Europea, il tasso di disoccupazionequi del 60%, e la maggior parte dei giovani senza lavoro non baalcuna specializzazione.

    Che cosa fanno tutto il giorno? Alcuni li abbiamo visti lungo lestrade vendere enormi sacchi di peperoni gialli. Lo scorso giugno ilKosovo ha aderito al Fondo Monetario internazionale e alla Bancamondiale, ma su cbe cosa si basa la sua economia?

    Rimesse dall'estero. Soldi dei kosovari emigrati in Svizzera e inGermania, risponde il tenente Pietro Donato. un soldato gentile

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    Do you know L.mborghini?col fisico da revisore dei conti. A Decane ci apre le porte dell 'LMT(Liaison and Monitoring Team), un ufficio della J(]'OR dove i kosovarivengono a chiedere aiuti di ogni tipo. Dall'assistenza sanitaria allequestioni amministrative.

    Questo signore non ha i soldi per comprare il generatore elet-trico, spiega di fronte a un uomo sulla cinquantina, con barba e co-pricapo albanese, un cappello simile al fez, solo un po' pi alto . Se-condo l'ultimo rapporto della Commissione Europea sulla strategiadi all.argamento per i Paesi dell 'area balcanica, Lo sviluppo econo-mico continua ad essere seriamente ostacolato da uno Stato di dirittodebole, da una capacit produttiva molto limitata e scatsamente di-versificata e da un'infrastruttura dei trasporti e dell'energia carente.In sostanza, mancano le regole e quelle esistenti sono strozzate dallacorruzione; le industrie che c'erano prima della caduta del muro diBerlino sono state chiuse, non sono state riconvertite , l'isolamentoe la guerra hanno fatto il resto; strade e fonti energetiche sono paria quelle dell'Italia del dopoguer ra, neU 'ovest del Paese c' una solalinea ferroviaria cbe collega Pec a Pristina, le citt pi grandi, e diimprenditori stranieri da queste parti non se ne vedono, ci spieganoufficiali della KFOR.

    Eppure di macchinoni se ne vedono tanti. Lamborgh ini , Ferrari ,Mercedes. Quelli che stridono di pi col contesto sono gli Hummer.Passano davanti alla giovent di Decane. l ragazzi esultano quasifossero di loro propriet quei fuoristrada che simboleggiano l'Occi-dente, l'opulenza da ostentare, l'America. In mezz'o ra ne contianlocinque a Decane. Di chi sono?Di giovani ram polli , figli di piccoli e grandi boss della mafia,fa un capitano della KFOR, ma questo riportalo in forma anonima,senn qui finisco male.

    Avverti una rabbia impotente tutte le volte che senti un soldatoNATO parlare delle condizioni di vita in Kosovo. Come quando ti di-cono che il problema qui non la sicurezza, e anche se lo fosse, noinon possiamo occuparcene. Mancano le infrastrutture, le strade, lefogne,l'energia elettrica.

    Nella piazza di Decane gli unici a fare affari sono i negozi chevendono generatori di corrente. Quattro nel raggio di 100 metri. Co-stano dai 100 euro in su. L'energia razionata, viene a mancare ognigiorno in tre fasce orarie. Succede percb in molte zone c' chi non

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    Lupi nella nebbia in grado di pagare le bollette, dice il tenente colonnello Alessandro Ruggeri. .Dice propr io cos, i nostri monasteri. Ma non passato molto

    tempo. Cos' cambiato dal2004?.25

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    Lupi nella nebbiaNessuno li assalter pi, taglia nervoso.

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    Lupi nella nebbiacato delle migliaia di funzionari internazionali che vivono in citt. Unmicrocosmo economico prima che sociale. Gente che spende, abituata a budget europei, una pacchi a per i commercianti. Un interoquartiere neUe loro mani. Conquistato con i presdi prima deU'oNu,ora dell'Unione Europea. In quattro strade sono concentrate le principali istituzioni internazionali che da dieci anni cercano di far uscireil Kosovo dal pantano in cui era finito dopo la guerra. L'ufficio deiprocuratori , la sede deU'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e laCooperazione in Europa), i palazzi dei giudici e quelli deUa poliziasono il centro nevralgico de lla citt. Conoscono segreti e bugie didieci anni di amministrazione internazionale. Per molti funzionarisono stati il trampolino per carriere milionarie.

    L'industria culturale povera. Solo tre cinema a Pristina; i 6Jmarrivano, neanche a dirlo, dagli Stati Uniti, e vengono proiettati senza doppiaggio, in lingua originale. Anche per questo conosciamol'inglese meglio di voi italia.ni, ci fa notare Fitim. In centro nonc' un solo ristorante che serva cucina tipica kosovara. Come se aTrastevere nessun locale cucinasse spaghetti cacio e pepe. L'unicatraccia del passato la statua di Giorgio Castriota Scanderbeg, eroenazionale albanese, che nel XV secolo per venticinque anni resistetteai tentativi di conquista deU'impero ottomano. Un altro cristiano, diventato un mito non solo per la dass e media kosovara, che riconoscein lui l'orgoglioso condottiero capace di conquistare i territori deUaSerbi . Ma anche per gli ultranazionalisti , i sostenitori di un nuovoirredentismo albanese. (on che bagaglio il Kosovo aspira al percorso che porta all'Unione Europea? Perch le istituzioni internazionali cbe da dieci annisono presenti in questo Paese omologano anzich distinguere? Inche direzione guarda il Kosovo? A Oriente o a Occidente? Saliamosulla terrazza deU'ambasciata italiana , su una collina da cui si dominatutta la capitale. Pristina, con tutte le sue incertezze sociali e politiche, si staglia ai piedi deUe rappresentanze diplomatiche internazionali. Alle nostre domande risponde l'ambasciatore italiano MichaelGiffoni: TI Kosovo guarda soprattutto agli Stati Uniti. TI problema che non c' un vero e proprio modello serio a cui rifarsi. Non pufare riferimento al modeUo albanese, non esiste un modeUo Kosovo,ha perso queUo jugoslavo. Dagli americani prendono il peggio, le

    architetture di cattivo gusto, fast food, hamburger. Per il resto saccheggiano qua e l dall'Europa. Le macchine tedesche, la cucina el'abbigliamento italiano. Copiano persino la nostra televisione. Ognisera i kosovari guardano il programma a premi dei pacchi; c' la ver-sione albanese di 'Striscia la notizia', veline comprese, ovviamente.Copiano la forma ma non la sostanza. Non assorbono da noi peresempio il modeUo sociale, il welfare. Prendete le donne. Le aveteviste: alte, beUe , ben curate. Ma non sono affatto emancipate, pochissime di loro studiano e diventano delle professioniste.Perch dopo dieci anni di amministrazione internazionale i servizi sono ancora cos scarsi in Kosovo?

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    Lupi nella nebbiabalcanica, fa Giffoni, e questo un territorio che non pu esseretenuto fuori da un processo di integrazione europea. Montenegroe Albania hanno gi chiesto di entrare nell'Unione Europea. AltriPaesi dci Balcani occidentali sono awiati verso questa prospettiva.Le conseguenze di un mancato ingresso le sentiremmo per primi inTtalia. Pensate all'immigrazione selvaggia e alla criminalit tra le duesponde dell'Adriatico dei primi anni Novanta.

    Meglio con TitoMurrem un nazionalista kosovato. Il 17 marzo del 2004 al

    telefono con suo fratello Hazen che gli dice:

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    Lupi nella nebbiaguerra. Non considera l'ucK un esercito di chierichetti. Ha studiato ed sveglio. Sa che anche i miliziani dell'esercito di liberazionehanno commesso crimini contro civili. Ma queste cose per le giovanigenerazioni sono fatti da rimuovere, da accantonare in un angolonascosto deUa coscienza collettiva. Sognano un futuro eutopeo, lapossibilit di studiare in Italia, in Francia o in Germania, e J'America ha ancora il carico di miti e suggestioni che hanno affascinatogenerazioni di europei. In pi gli Siales sono i liberatori, le giubbeblu venute in soccorso del popolo kosovaro oppresso. Noi abbiamoBondsteel, ripere ossessivamente Fitim.

    Camp Bondsteel la base americana pi a est d'Europa. Quattrochilometri quadrati vicino Urosevac, nella zona orientale del Paese.Nel 2005 Alvaro Gil-Robles, un inviato del Consiglio d'Europa peri diritti umani, in seguito a una visita descrive la base come unapiccola Guantanamo . Un campo di detenzione per ghosl delainees,prigionieri fantasma. Prelevati in Afghanistan, detenuti per presunteappartenenze alla rete di Al Qaeda, interrogati e torturati, quindiinviati a Guantanamo. Gli Stati Uniti hanno sempre negato l'esisten za di prigioni nei sotterranei della base, ma chi l'ha visitata parla diuna base che a perdita d'occhio si presenta deserta , pochi soldatiall 'orizzonte. Dove sono e che cosa fanno i militari americani? Nonimporta, fa Fitim, fin quando avremo Bondsteel nessuno oser attaccarci. Gli americani hanno un loro tornaconto mantenendo qui inKosovo una base? Meglio, cos non saremo loro debitori di nulla.

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    27 APRILE 1999

    Guska, villaggio a pochi chilomelri da Giacova, primavera 1999Uno sparo il segnale. L'alba ancora algida sulle colline attorno aGiacova. TI colpo arriva mentre la notte si spegne a ovest, dietro le

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    Lupi nella nebbiaMerta riesce a sentido nonostante il pianto delle donne caricatecon lei sul rimorchio.Sar l'ultima immagine da vivi di suo padre e dei suoi fratelli. Gliuomini contro il muro spariscono oltre il dosso. in quel momento, quando le donne albanesi non possono pivedere nulla, che parte la prima raffica. Merta salta gi dal carro,corre i 100 metri che la separano dal crinale mentre i serbi sparano lealtre raffiche. Una decina, senza intervallo. I kosovari cadono quasisenza urlare. Quando Merta riesce ad affacciarsi dal dosso gli uomi

    ni sono tutti morti, stesi sull'erba ancora bagnata del mattino.Merta Dedaj, che il 27 aprile del 1999 ha sedici anni e studia inun liceo di Guska, racconter queste cose durante la deposizionepresso il tribunale dell'Aja al processo per crimini di guerra controSlobodan Milosevic.Meje, agosto 2009Quando credi di averlo trovato, il cimitero 27 aprile di Meje, ti rendiconto che quella storia, conosciuta come il pi grande massacro dicivili albanesi da parte dei serbi durante la guerra del 1999, ricorre inpi luoghi nel raggio di almeno lO chilometri da Meje.Siamo a Giacova, sud-ovest del Kosovo, l'Albania pi gi, oltrele montagne. Siamo nella terra della strage. Cerchiamo il cimiterosorto per ricordarla.Planiamo in citt portati da uno scirocco infernale, prendiamo lastrada delle colline.

    Un mausoleo ci trae in inganno. Sulle lapidi vediamo le stessefacce che ritroveremo nel cimitero 27 aprile. Uomini e ragazzi, anchegiovanissimi, morti nella primavera del 1999, quando pi feroce eral'offensiva delle forze militari e paramilitari serbe contro i kosovari.Sentiamo le stesse storie: le donne e i bambini spinti in strada versol'Albania, gli uomini uccisi, i corpi scomparsi, nessun testimone diretto, solo parenti che non hanno pi visro i propri cari fare ritorno.Capiamo che il cimitero 27 aprile la rappresentaz ione simbolicadi una storia che si ripetuta diverse volte in queste terre. molto pi di un cinlitero, pi di un luogo della memoria , l'altare della patria dei kosovari. Eppure i giovani non lo conoscono.Fitim, il nostro interprete di Pec (40 chilometri da Giacova), che hadiciotto anni, non ne sa nulla. E neanche i ragazzi a cui chiediamo

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    27 aprile 1999indicazioni hanno idea di dove si trovi il cimitero. Dai trent'anni insu invece sanno tutto su quella mattina di primavera in cui le truppedi Milosevic uccisero in poche ore 376 albanesi.

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    Lupi nella nebbiasventolano le bandiere del Kosovo e dell'Albania. Mille metri qua-drati di lapidi divise per villaggi. In una zona che fa da perimetro,le croci indicano che n ono sepolti i kosovari cristiani: ,ti serbi nonhanno risparmiatO neanche chi pregava il loro stesso dio.

    Non c' un monumento, niente marmo, nessuna scultura. Il s i m ~ bolo dell'odio serbo verso i kosovari un cimitero povero. Vive nellamemoria collettiva di una generazione e di un territorio, ma viene di-menticatO dal governo dell'autoproclamata repubblica del Kosovo.Fuori, accanto al cancello, un cartellone mostra il progetto delnuovo cimitero. Saranno alzati dei muri e sar costruito un mau-soleo. " vero, gli ex comandanti dell'ucKadesso guidano questOPaese, ma guardate com' ridotto questo posto. Si sono dimenticatidei nostri morti, dice il professore. Poi si ferma di &onte alla tombadel padre. Prega e riflette.

    Fino al 2003 nessuno aveva notizia delle persone uccise durantela strage del 27 aprile. Erano stati sepolti in una fossa comune in Ser-bia. 352 adesso sono stati riportati qui . Ne mancano all'appello an-cora 24 . Nessuno sa dove sono. L'ultima salma l'abbiamo seppellitaieri. Nessuno sa come sono stati ammazzati questi uomini. Nessuntestimone.

    Nessuno ha visto i soldati dell'esercito di Milosevic uccidere i ko-sovari la mattina del 27 aprile del 1999. Nessuno ba vistO una solagoccia di sangue scorrere. Ma 376 uomini per anni sono scomparsi,spariti nel nulla. Per anni di loro rimasta solo l'eco degli spari uditidalle donne in cammino verso l'Albania.

    Come si pu imputare ai serbi allora questa strage?Engjell L Berisha l'autOre dellibl'o Il massacro di Meje e Koreni-

    ca. In un 'intervista a Marco Ratti della Caritas dice: "Le testimonian-ze sono concordi al riguardo: quel giorno a compiere i rastrellamentic'erano serbi in abiti civili, membri della guerriglia paramilitare esoldati dell'esercitO regolare di Belgrado e l'azione, evidentemente,era stata organizzata nei minimi dettagli. Basti pensare che nel corsodel massacro di Meje e Korenica nessuno ha visto l'uccisione di altri;nessun testimone oculare dei crimini commessi .Dunque un'azione militare pianificata per uccidere tutti gli uomi-ni in grado di usare un'arma e per spingere donne e bambini fuoridal Kosovo.

    Perch? "Si chiama pulizia etnica,>, dice iJ professore davanti alla36

    27 aprile 1999tomba del fratello, anche lui ammazzato dUl'ante la strage, "uccideretutti i maschi per assicurarsi di non avere pi oppos.itori albanesi inqueste terre. Li hanno ammazzati solo perch erano albanesi. Non c'un'altra ragione. Erano tutti civili, nessuno faceva parre dell'uCK.

    "Volevano indurre tutti i kosovari della zona ad andare in Alba-nia, aggiunge Bajtam, il ragazzo che ci ha guidati al cimitero. "UC-cidere i nostri fratelli serviva per lanciare un segnale agli altri: andatevia da questa terra. E poi volevano evitare che altri uomini si unisseroai miliziani dell'ucK ."Tu hai vistO qualcosa? Hai visto i serbi uccidere i kosovari?,chiediamo.

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    Lupi nella nebbia.Per chi ha vissuto la guerra come noi no, taglia il professore.Per me i serbi possono tornare in questo Paese, aggiunge Baj

    ram, ma solo se riconoscono la nostra indipendenza. Solo chi nonsi macchiato di crimini nei confronti del popolo kosovaro. Ma sedovessero tornare, se dovessero chiedere scusa, per iJ sangue versatodai nostri morti noi non potremmo mai perdonare.

    Quanto pesa l'odio tra questa gente? Qual il senso del perdonoin queste terre? Ce lo chiediamo mentre il ragazzo e il professoreparlano. E ci chiediamo se sul rancore non pesi anche un legittimodesiderio di giustizia, finora negata.

    Qualcuno ha pagato per il massacro del 27 aprile?,

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    Lupi nella nebbiail soldato per la contraerea di Milosevic. Ora lavora per un 'organizzazione umanitaria. TI suo italiano stentato, ma lo aiuta un'ironiatzigana.

    Ci accompagna in Piazza Italia, dove c' la sede comunale sullaquale sventola una stinta bandiera serba, una guardia medica chiusa ,e la radio che trasmette musica tradizionale jugoslava."Siamo nei Balcani, baby, non importa quanto durer la pace,cinque minuti o cinquant'anni. Di sicuto prima o poi la guerra ri-comincer. Jovan sorride mentre cita questa strofa di una canzonepopolare serba. Gli occhi da volpe, un passo che ondeggia schiacciato dal caldo. Lo sanno tutti qu i cbe le cose possono cambiare daun giorno all'altro. Che le bombe possono tornare a cadere, i mitra asparare. Non c' serbo che non ce l'abbia confermato.Lo sa Rasko-prizren Artemie, arcivescovo ortodosso, che lo scorso luglio ha dichiarato che I serbi devono scendere in piazza con learmD>. Lo sanno i contadini piegati sul fieno, che non vogliono parlare con noi. Siete italiani. Ci avete bombardato. Ricordano chedalle nostre basi part nel 1999 circa il 90% delle 33.004 missioniaeree della NATO.

    Dal punto di vista amministrativo Goradzevac, cos come le altreenclave in Kosovo, terra serba. Qui si vota secondo la legge elettorale di Belgrado. Le autorit di Pristina ne rivendicano il controllo,ma mentre a Pec si paga in euro, qui circolano i dinari. Di fatto un territorio protetto dai soldati della NATO. Che scortano i civili sedevono recarsi al lavoro nelle citt vicine o al Villaggio Italia.Siete in pieno Kosovo, facciamo notare.No, qui siamo nel comune di Pec [Peja in albanese, ndal, diceJovan sorridendo,

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    Lupi nella nebbiaIl prete contadino apre una bOlligLia del suo vino rosso che

    nell 'etichetta riporta un'effigie di san Giorgio che ammazza il drago. Beviamo con lui. figlio di una cultura rurale e religiosa, lazappa e il vangelo sembra averli impressi come stimmate tra le rughe delle mani pesanti. Ci hanno provato tutti a cancellare la Metohija , l'impero ottomano, i nazisti, i comunisti serbi, i nazionalistialbanesi. Ma le nostre chiese sono salde come tralci di vite. In questo Paese resta concentrata , nonostante le continue distruzioni, lapi alta quantit di siti religiosi sacri dell ' intera regione balcanica .Secondo l'Istituto per la protezione dei monumenti culturali dellaRepubblica Serba, in Kosovo SODO oltre 1.300 i siti sacri serbo-ortodossi.

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    Lupi nella nebbiagrande madre Europa che accoglie i figli orfani dell 'ex Jugoslavia.Che ingloba territori pescandoli sempre pi a est. Allargando il proprio punto vita verso Oriente. Senza per concedere ai nuovi arrivati il tempo e lo spazio di fare i conti col passato, e di sistemare lequestioni interne.

    Dove sar Jovan quando la Serbia entrer in Europa? Si sentirpi libero quando avr il cappello politico della bandiera azzurra astelle gialle dell 'Unione, se ci sar - oltre i confini del villaggio - unaterra che appartiene a un altro Paese ma che lui considera propria?

    Come possono i Balcani abbracciare l'Europa senza risolvere prima il problema delle enclave, di Jovan, dei ragazzi di Goradzevac?

    Nessuno pensa a noi, fa Jovan, >. Con gli occhi fa un cenno verso una bandiera kosovara su unarivista.

    Quella rappresenta una provincia della Serbia. Non la bandiera di uno Stato.

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    PARTE SECONDA

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    IL CASO MEDICUS

    Aeroporto di Pristina, 4 novembre 2008Azmi ha lo sguardo offuscato. Vede la sagoma del poliziotto koso-varo che riverbera a due passi da lui. Deve tornare in Turchia. Nonha con s i 2.000 euro che gli avevano promesso in cambio del suorene. Quelli che gli serviranno per tirare avanti ancora un po' a Bi -smil, nell'al topiano del Kurdistan. Sar facile vedrai, gli aveva as-sicurato l'uomo che lo aveva contattato, vai in Kosovo, ti presentialla clinica Medicus e nel giro di pochi giorni ti espiantano il renee te ne torni a casa. I tuoi solrli te li far avere io. Un'operazionepulita e veloc,. Ma da quando il chirurgo ha suturato la ferita, haun dolore al costato che gli blocca il respiro. Lo paralizza. Gli hannofatto diverse trasfusioni , sempre in quella clinica maledetta. E tuttele volte il sangue ricompare macchiando il bendaggio. Ora sta perpartire, l'aereo per Istanbul a 100 metri. Ma oggi sta peggin deglialtri giorni. Barcolla mentr e il poliziotto continua a chiedergli qual -cosa di incomprensibile. Awerte solo l'abbaiare del cane lupo sottodi lui. La fitta si fa pi intensa. l'ultimo ricordo prima di svenire.Chiamate un medico, fa il commissario al gabbiotto della dogana,questo sta male.

    Quando si risveglia in un ospedale. TI dolore cessato, ha unaflebo. Intorno a lui ci sono dei medici e alcuni poliziotti. Buongior-no, dobbiamo interrogarla, dice uno di loro.

    Pristina ,5 novembre 2008. Verbale rli polizia giudiziaria.Che cosa ci fa in Kosovo?, chi ede il poliziotto ad Azmi.

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    Lupi nelIa nebbiaSono venuto per farmi asportare un rene. L'operazione avve

    nuta qualche giorno fa alla clinica Medicus di Pristina . Il rene sartrapiantato a un cittadino israeliano. In cambio mi daranno 2.000euro. Una confessione in piena regola quella di Azmi, cittadinoturco di ventitr anni, confermata dai verbali della polizia kosovara.Era entrato in Kosovo il 31 ottobre, si legge dalle dichiarazionidell 'ufficiale di polizia che ha interrogato il cittadino rurco. Q uando lo abbiamo visto avvicinarsi al gabbiotto della dogana sembravavisibilmente stanco, era pallido, barcollava. E ci siamo insospettiti.Dopo averlo soccorso lo abbiamo perquisito. Aveva con s un certificato del suo medico che gli prescriveva una terapia per problem idi cuore, non aveva denaro. Ci ha raccontato tutto. E lo abbiamoarrestato. Con Azmi finiscono in galera Lutfi Dervisbi, urologo primario e stimato professore dell 'Universit di Pristina, uomo moltovicino all 'attuale premier del Kosovo, Hashim Thaqi; il fratello diLutfi, Arban Dervishi, manager della clinica Medicus, sospettato diessere l'uomo di collegamento tra i donatori e i soggetti a cui gliorgani venivano trapiantati; e Tun Pervorfaj , un altro urologo dellaclinica Medicus. La clinica viene chiusa e sottoposta a sequestro.

    Gli arresti scuotono la capitale. Si innesca un terremoto politicoe giudiziario che accende i riflettori su un traffico internazionale diorgani che va avanti almeno dal 1999. Denunciato da testimoni serbie kosovari mai ascoltati e da indagini delle Nazioni Unite chirurgicamente insabbiate, ora riprese dai magistrati europei dell 'cuLEX .Alcune cliniche kosovare farebbero oggi ci che durante la guerraveniva fatto in gran segreto: l'asportazione e la vendita di organi dadestinare al mercato clandestino. Un affare da milioni di dollari. Proficuo al pari della vendita di droga, visto che un rene al mercatonero pu rendere fino a 100.000 euro. Durante la guerra il businesssarebbe servito a finanziare l'ucK, oggi va a gonfiare i conti in bancadi chi, gi dieci anni prima, gestiva il traffico per conto dell'esercitodi liberazione kosovaro.Prisl ino, settembre 2009J:ncontriamo un alto magistrato europeo in un bar del quaniere degli internazionali. L'atteggiamento da parte sua aperto. Giudici eprocuratori europei hanno assistito al disastro della gestioneONU deiprocessi. Sanno che i pesci grossi sono ancora tutti liberi e che sul-

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    Il caso Medicusle loro spalle grava una responsabilit storica: possono invertire larOlla e portare alla sbarra i politici locali legati al crimine organizzaIO. O proseguire sulla scia delle Nazioni Unite, voltando lo sguardo

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    Lupi nella nebbiapoi in piena gestione delle Nazioni Unite. C'era stata un 'indagine da parte dell 'ONu sul traffico di organi, ma anche questa si eraarenata. Ora possiamo portada avanti noi grazie alla confessione diAzmi. Chi ha insabbiato l'inchiesta sul traffico di organi? E perch?Le domande in Kosovo si attorcigliano sempre sugli stessi refrain . l isistema Kosovo una macchina perfetta. Che serve a perpetuarepotere e attivit criminali, dotata di anticorpi interni pronti ad agire ea insabbiare le indagini di chiunque provi a far luce su certe attivit.

    Cerchiamo verifiche alle cose che ci ha raccontato l'alto magistrato europeo. E scopriamo che effettivamente, nel 2005, quindiben tre anni prima dell'arresto del cittadino turco, esistono rapportidella FIU (Financial Investigation Unit, corpo speciale delle Nazioni Unite adibito principalmente alle indagini per crimini finanziari)che denunciano forniture illegali di sangue e di prodotti derivati adalcune cliniche private che operano a Pristina. Un investigatore dellaFIU spiega: Tra tutte la Medicus era la clinica che richiedeva il maggior numero di forniture di sangue. Entriamo in possesso di duerappor ti che confermano queste circostanze. Ent rambi sono indirizzati a Joachim Rucker, che in quel momento rappresenta il verticedelle Nazioni Unite. Date: 30 novembre 2005 e 10 febbraio 2006. licontenuto dei due rapporti molto simile: quest 'ufficio [compostoprincipalmente da agenti della Guardia di Finanza italiana, nda] hacondotto delle indagini su presunte irregolarit relative al Centroper le trasfusioni del sangue del Kosovo ... La FIU ha acquisito informazioni da una fonte confidenziale sul traffico illegale di sangue . Irapporti sottolineano che le indagini hanno portato all 'acquisizionedi informazioni direttamente dal Ministero della Salute, e in particolare del segretario permanente Pleurat Sejdiu. A questo punto c'il primo tassello fuori posto: Diversi incontri, sottolineano i duerapporti, hanno messo in evidenza che Sejdiu era a conoscenza deifatti che coinvolgevano il Centro per le trasfusioni del sangue. Altreindagini svolte dalla FIU portano gli investigatori a scoprire che, perogni sacca di sangue fornita dal Centro , le cliniche private pagavano100 euro. lo stesso funzionario del Ministero della Salute a specificare durante un interrogatorio che Questa somma molto alta,corrisponde all'incirca al 45 % dello stipendio di un medico. Interrogato dagli agenti della FIU , il direttore del Centro, Belogu, confer-

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    li caso Medicus

    UN ITED NATIONSV .... N. dMs blcr i ..u .. ... ...,.. .. .Ia"_. NM IK NATIONS UNIESl.tfriIMI . . . . Natte.u .....U.N .MJ..K. - Ad . . . . H.Q.PrlJdal - Ko.o'VoT ............ O l I ~ f u .....

    N , I 1 ' I U r.; ~ b c b r D S R S G ...... rv

    C'tl Mr.'--Wf'tIKeR...a.- PDSRSG -Mr Me. o - e n l - DSRSG Na r I

    tlU KqIIlI'ed infonnabon bm . coafidendal tIMCII'" Wept.uppl,nr.da~ l D b I : _ ~ ) ' c M c k e d . . m __ l D d d h l e t _ " " - d o a . l n ~ . . . . , . . . .

    UNITED NATlONSU.. . " . . . . . ,.mt.__",",-o NMJK NATIONS UNIESM""" d 'Ad""""""..Iri_n eiaN"""U ....

    U.N.M.I.K.- Adlllla. H.Q.Prl:ttl -KoMvoT ............ ........ O ) I ~ 1 9 7

    " ' ~ ( f I U

    Cc: Mr . Jtu DatIMtd - DSItSC I1Iar I

    1. UtndIIIrdeII'Tbc Financw I llYeIUpdoa Unii conductodan invadpbon IMo aI!epd wmnpinp Mtbc "JCewr. __ T....... Ca .. (KBTC) rdUed te) tacu of 1\ep1 supply orb&ood _ bbld dan . eI by tbe KTBC IO lOrne priVllo clinb opntina tbc PNti ..--FTU lCq"iRd inronn.tion fcnn confidaatial l tMCe Ibout ll)epJ ~ y I ' I n d e !haioeodod IO be RIIInIpnltilCl y cbec:koc1lnOlder Itl define lhe tltLlllion Ul\lMiP*'OtbilJnh bepn by oquirina intartTWtkm dmlctty !rom tbc Mim.ay or Halth (MotI) IIICI inJ * I c u l a t & o m c b c o m c c o r t b e P \ e w a t S q d "I

    In questa pagina i rapporti del Fro (Financial n v e s t g ~ t i o n u.nit)che denunciano le forniture illegali di sangue ad alcune cltntche pnvatedi Pristina. Sono da tati 30 novembre 2005 e 10 f ebbraio 2006.Sono la prova che indagini sul traffico di organipotevano essere effettuate ben tre anni prima del caso Medicus.

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    1-

    Lupi nella nebbia

    In addition lO comply witb ali relevanl legislation in thiJ area tbe Privat=: - - Iinstitution need a licensc.The license will be given !Tom tbe Licensing Boatd of Private Healtb care lrutilutions.

    S. CondulioD Dd recommeadatioa

    Taking into account an tbe informatioo gathercd lhrougbo ut tbe investigative activitiesand tbe legal basi. lo tbe issue. il appean tbal Privale Healtb Clinics are noI fullycomplying with tbe law enforce in Kosovo.

    Please infonn this UniI with tbc outcome thal is taken in 8uch matter.

    L

    5. CondulloB aad recomrnendatioo -:=ialcing inlo a ~ o W l t ali tbc informatioo gathered throughout tbc investigative activiticsabove and tbc legaI basia lO tbc issue, FIU underlined that tbc matter ofblood and dmval . upply do . nOI imply criminal violations tbal fall under Ibis Uni!',mandate.A J t h o u ~ ~ T ~ did commit an administrative violatioo by violating Sectioo 3 NO.6 oftbe Admini'trabve Inslruction (Healtb) 312002 by cbarging fee. witboul tbe approval oftbc MiDlslry or Healtb.The ~ B t r a t i v e instruction that foresees an obligation for tbc MoH lo form, approveand lssue a fee sca le for KBTC to apply within supply of blood and its derivates wasissued in 2003 . .C O D S i d e r i . n ~ delicate malter that this involvcs (KoSQvo Health 5vslem and lire!l!IlI!Q!l) Il " higb1y recotntnended tbal tbc compelcol autborities wilhin tbe MoH lalcethis matter mio due account and finally after two years issue tbe nceded ree scale.

    The present report is forwarded for your due evaJuation of tbc faclS and tbeadrninistrative aetioo that you may deem appropriate.

    Plcase infonn Lhis Unit witb tbe outcome that is taken in sueh matter.

    In questa pagina le conclusioni e le raccomandazionidegli investigatori UNMIK che hanno redatto i rapporti. In entrambi i casiviene chiesto aLLe autorit delle Nazioni Unite di continuare le indagini.54

    Il caso Medicusma l'incasso di 100 euro per ogni sacca di sangue fornita alle clinicheprivate. E in un passaggio aggiunge di aver ricevuto dal Ministerol'autorizzazione a continuare con queste pratiche e sottolinea cheil pagamento di somme di denaro in cambio di sangue una prali ca comune in tutti i Paesi vicini: Mont enegro , Macedonia. In unmemorandum interno del Ministero della Salute invece riportatoche nessun pagamento pu essere richiesto per il sangue che vienedonato, perch il sangue non un prodotto commerciale. Una pralica illegale quindi quella del Centro per le trasfusioni del sangue delKosovo, sconfessata dallo stesso Ministero che per, pur essendo aonoscenza di questa prassi, non interviene per bloccarla. I rapporti

    concludono che il centro incorre in una sanzione amministrativa maai vertici delle Nazioni Unite sottolineano l'alto numero di richiestedi sangue indirizzato al Centro per le trasfusioni, la necessit direalizzare dei controlli riferiti alle cliniche private che hanno ri-evuto forniture di sangue da parte del Centro e suggeriscono ai

    competenti corpi di polizia investigativa di verificare la posizionedelle cliniche. L'ombra del traffico di organi insomma l, nerou bianco. Su quei documenti che chiedevano alle Nazioni Unite

    di investigare sul perch ci fossero cos tante richieste di sangue daparte di alcune cliniche private, prima tra tutte la clinica Medicus.Ma i documenti di cui siamo in possesso rimangono lettera morta.Pensate a quanti espianti si sarebbero potuti evitare se chi avrebbedovuto indagare in seguito alle nostre denunce lo avesse fatto, cidice un ex investigatore FIU.

    La casa degli orroriLa casa gialla era un luogo orribile. Per anni stato un posto di

    torture nei confronti di cittadini serbi e kosovari collaborazionisticon l'esercito di Milosevic. Alla fine della guerra servita come luogodove operare in segreto per il trapianto degli organi. Se non fosseconfermata da pi fonti ufficiali e non ufficiali, rapporti delle Nazioni Unite, alti magistrati ONU, l'Osservatorio sui diritti umani, testimoni diretti, sarebbe un luogo ideale per l'ambientazione di un filmdi Alfred Hitchcock. l i pianto di centinaia di parenti che dal 1999sono alla ricerca dei propri cari missing, scomparsi, uno strazio con

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    Lupi nella nebbiacui il Kosovo non fa i conti. Eppure da undici anni ormai chiedonogiustizia, sanno tutto della casa gialla, e presidiano il Dipartimentodi Medicina Legale di Pristina con tende e striscioni.

    Di persone scomparse si comincia a parlare in Kosovo gi nel1999. l i 18 giugno entra in Kosovo la KFOR, la forza di pace interna-zionale guidata dalla NATO. di quei giorni un rapporto dell'oNu cheindica la scomparsa o il sequestro di 593 persone: serbi, montene-grini, rom, albanesi. li rapporto definisce una strana circostanzail fatto che molte persone siano scomparse non soltanto in aree diguerra ma anche in zone dove non c 'erano state violenze da partedelle forze serbe nei confronti degli albanesi. Inoltre, secondo unaltro rapporto dell'Umanitarian law center di Belgrado, tra la metdel 1999 e per tutto il 2000, pi di 1.500 albanesi sono spariti dopoesser stati presi in custodia dall 'ucK durante i bombardamenti. Per-ch oltre ai serbi sparivano anche kosovari? Una risposta la fornisceCarla Del Ponte, magistrato svizzero nominato dall 'ONU procuratorecapo del Tribunale penale internazionale pe r i crimini di guerra nellaex Jugoslavia, la donna che riuscita a far finire sul banco degli im-putati sia Slobodan Milosevic sia Ramush Haradinaj. Nel suo libroLa caccia: io e i criminali di guerra (Feltrinelli, Milano 2008) riferisce,citando rapporti arrivati sul suo tavolo da parte di funzionari UN -MIK , che nel corso dell'estate del 1999 centinaia di albanesi kosovarivengono rapiti, trasportati in Albania e confinati in capannoni. I piforti e giovani venivano ben nutriti, non venivano mai picchiati ederano trasferiti in una struttura detentiva vicino alla citt albanesedi Burrel. La casa gialla si trova l. La circostanza, riportata nel librodella Del Ponte, ci viene confermata sia da ex inquirenti delle Nazio-ni Unite, sia da investigatori europei. Una stanza dentro questa casagialla era stata sistemata come una sala operatoria di fortuna; l i chi-rurghi espiantavano gli organi dei prigionieri. Organi che poi veni-vano inviati attraverso l'aeroporto di Rinas, presso Tirana, a clinichechirurgiche all'estero per essere impiantati in pazienti paganU. Chigestiva il contrabbando di organi? Secondo le nostre fonti le stessepersone che si occupavano del sequestro delle persone: militari UCK.In un promemoria a disposizione della procura guidata da Carla DelPonte scritto: Tutti gli individui che le fonti citano come presentinei campi in Albania nell'estate inoltrata del 1999 erano dichiaratidispersi nell 'estate del 1999 e da allora non sono pi stati visti .

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    li caso MeclicusRapporto dell'Ufficio deLLe personelcomparse delle Nazioni Unite/I l .ll'guito a un sopralluogolilla Yellow House di Burrel,/1/ Albania, eseguitoIIl'l febbraio del 2004.

    Mappe del pianterreno e de l primopiano de LLa Yellow Housecontenute nel rappo rto dell'Ufficiodelle persone scomparsedeLLe Nazioni Unite. Tracce di sanguesono state trovate sia in cucinasia neLLa stanza pi grandedel primo piano. Secondo varitestimoni in queLLe stanze venivanoespiantati gli organidestinati al mercato nero .

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    Lupi nella nebbiaGli investigatori delle Nazioni Unite e quelli della procura per i

    crimini di guerra nella ex Jugoslavia visitano la casa gialla due volte:nel 2003 e nel febbraio del 2004. In entrambe le occasioni i risultaticonvergono. La casa ha perso il suo aspetto originario, bianca, fattaeccezione per la base delle pareti, rimaste gialle. Durante la secon-da ispezione, in un fosso accanto a un ruscello a quindici minuti dicammino dalla casa, vengono trovate siringhe, fondine per pistole,contenitori per pillole, flaconi vuoti di medicinali, alcuni dei quali diun miorilassante utilizzato negli interventi chirurgici, resti di garzee camici da ospedale. Le analisi al lumino l rivelano tracce di sanguesulle pareti di una stanza, tranne che in una zona pulita del pavimen-to, evidentemente coperta da qualcosa [una barella?]' TI materialeraccolto e classificato come euidence, prova, viene consegnato agliinvestigatori della Del Ponte e dell'uNMIK. Ma insufficiente. Le Na-zioni Unite non sono in grado di portare avanti l' indagine. Cos sirivolge il procuratore albanese locale che partecipa a una delle dueispezioni a un investigatore della Del Ponte: Qui non ci sono sepol-ture di serbi. Ma se hanno portato serbi oltre il confine del Kosovo eli hanno ammazzati, hanno fatto bene.

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    IL BOIA IN PARLAMENTO

    Podujeuo, Kosouo delnord, febbraio 1999Agim non ha dormito per tutta la notte. Scappa, vai via, gli avevadetto la moglie durante la cena. Non ricordi cosa ti banno fattol'ultima volta!. Al mattino si alzato col primo freddo, fuma incucina awolto in un maglione a rombi. Aspetta. Sa da due giorni chei servizi segreti dell UCK verranno a prenderlo. Come era successonel novembre del 1998. Tre mesi d'inferno, in quel magazzino diL1apashtica, due interrogatori a settimana e gli altri giorni a pregareche non toccasse a lui finire nella stanza delle torture. Sei un coUa-borazionista, gli dicevano, stai con i serbi. Ma che vuoi dire? , sidomanda ancora adesso. Sono un albanese nato nella provincia delKosovo, in Serbia. Per quarant'anni la mia capitale stata Belgradoe i miei vicini di casa erano sia serbi sia kosovari albanesi. Perch orale stesse persone con cui giocavo a carte la sera mi accusano di essereun traditore? Cosa ne so io della politica? Perch dovrei combane recontro gente che conosco?.

    La raffica del mitra squarcia il vociare acuto dei bambini. E inquell'attimo di silenzio che segue gli spari, il calcio di un soldato conla divisa UCK spalanca la porta della casa di Agim.l servizi deU'eserci-to di liberazione del Kosovo arrivano col passo del dominatore. Neivillaggi sicuri, quelli in cui l'esercito serbo non ha postazioni forti,entrano sparando in aria. La gente li teme e li ossequia. Qualcuno siriconosce nelle forze UCK, qualcuno li segue suDe montagne e nellevalli a nord di PriSMa. Molti non capiscono. Come Agim. Devi

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    Lupi nella nebbiavenire con noi, amico dei serbi. solo per una chiaccbierata, diceun ragazzo di vent'anni che ora punta su Agim il suo fucile. Sonoin sette, tutti in divisa tranne uno in abiti civili, che li comanda. Malui non parla, con i collaborazionisti non vuole avere niente a chefare, gli fanno schifo, tradiscono il suo popolo. Non portatemi viaun'altra volta, vi ho gi detto tutto. Fa in tempo a finire la frase, poiil calcio del fucile prende Agim alla tempia.

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    Lupi neUa nebbiaoggi un deputato del Parlamento. Una figura di spicco. Le NazioniUnite lo avevano processato e condannato a dieci anni di reclusioneper wor crimer, crimini di guerra, poi la Corte Suprema ha annullato la sentenza e per quattro anni nessuno ha pi fatto nulla. N ungiudice locale n uno internazionale. L'uomo che dovr giudicareil bOlli In Parlamento un italiano. Si chiama Francesco Fiorir. ungiudice della missione europea molto scrupoloso. Lo incontriamoal tribunale di Pristina, un luogo che sembra pi una scuola occupata che un istituto di giustizia. Stanze piccole, faldoni accatastatidappertutto, poliziotti svogliati che fumano e passeggiano su e giper i corridoi. Dentro ogni stanzino, i giudici e i consulenti legalilavorano in scrivanie sovrastate da tonnellate di carte, a mala penatrova spazio il portatile. Florit non scrupoloso solo sul lavoro. Laconoscenza del diritto e delle procedure per lui non bastano. Uominicome Florit entrano nello spirito del Kosovo. Assimilano la culturastudiano gli aspetti sociali. Sta imparando l'albanese perch im:portante comprendere le sfumature della lingua. Conosce i fatti e lastor.ia d ~ . Paese. Cita a memoria persino i proverbi. Se volete capirela gIUstIZIa In Kosovo, dovete entrare nella mentalit di questa gente, ci spiega, di una societ fatta di famiglie e di clan, in cui dominala figura dell'uomo e soprattutto quella del padre. 11'r amen world, un mondo per uomini questo. Qui si dice: 'l i padre comanda congli occhi, ci che viene ordinato gi fatto'. Parla sempre con tonopacato, Francesco Florit un uomo mite. Che non giustifica gli errori dei giudici locali, lo strabismo di fronte a investigazioni mai cominciate perch riferite a politici kosovari, o quello delle NazioniUnite, che per quattro anni banno lasciato a bagnomaria il processocontro Latif Gashi. Ma cerca di comprenderne le ragioni e l'origine.I giudici kosovari, durante il regime di Milosevic, erano esiliati oemarginati, qualcuno era costretto a fare altri lavori. Pensate che ilpresidente di una corte municipale, sul finire degli anni Novanta,faceva il muratore in Finlandia. Oggi i magistrati kosovari non hanno n la capacit n la voglia di contrastare il crimine organizzato. anche per questo motivo che difficile fare i processi. E poi hannopaura. Qui il tasso medio di omicidi quasi quattro volte superiorerISpetto a quello italiano. Si uccide in Kosovo, si uccide per poco.Esattamente come accadeva durante la guerra, quando un gruppodefinito Llapi grOl/p era incaricato dall'esercito dell'ucKdi rastrellare,

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    Il boia in ParlamenloWllucstrare, tOflurare e uccidere kosovari collaborazionisti con i serhi . Il capo di questa unit speciale di inlelligence era Latif Gashi .

    Llapi grol/pLa Llapi zone un'area di 50 chilometri quadrati vicino alla citt

    di Podujevo, a nord di Pristina. qui che tra l'agosto del 1998 eil giugno del 1999 l'ucK apre cinque centri di detenzione, prigionidi Cortuna, luoghi di tortura e di morte soprattutto. Lo dicono gli,mi del procuratore che ha condotto l'inchiesta del primo processocontro il L/api grol/p, l'unit speciale di inlelligmce dell'esercito diliberazione guidata da un uomo che oggi uno stimato parlamentaredel partito del premier Hashim Thaqi, Latif Gashi. Lo dice ancheun rapporto dell'aSCE, secondo il quale il procedimento contro questo gruppo stato il pi importante processo per crimini di guerrasvolto in Kosovo contro albanesi.

    Nel giugno del 2003 il procuratore internazionale Philip King AI cock scrive, nel suo atto d'accusa contro il Llapi grol/p, che i centridi detenzione erano quelli di Bajgora, L1apasbtica, Majac, Potok eKolec, tutti intorno a Podujevo. Latif Gashi era il comandante delservizio di inlelligence nella LlapiZone. Nel suo ruolo di comandante, Latif Gashi, agendo in concerto con i coaccusati e perseguendoun comune disegno criminale, ordinava la detenzione di prigioniericivili e aveva il potere di rilasciare i civili detenuti. Latif Gashi eraresponsabile, personalmente e come superiore, della detenzione illegale dei prigionieri civili e di aver stabilito e perpetuato le condizioniinumane in cui i civili venivano trattenuti. Latif Gashi, in concertocon i coaccusati e con persone non identificate, partecipava agli interrogatori e alle tor ture dei prigionieri civili e all'assassinio di alcunidi essi. Secondo il procuratore internazionale, insieme con Gashi,Canno parte del gruppo Nazif Mehmeti, alias

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    Lupi nella nebbia

    DlSTRICT PUBLIC PROSECUTOR'S OFFICEH.p. No. 6512001J 30, 1003PRISTINA

    TO THE DlSTRICT COURT or PRISTINA

    Based on tho Article 45 P8r1I 2, item 3 and th_ Artici. 261 Para I LCP as made applicableby UNMIK Regulation 1999/24 I hereby present this

    AMENDED INDICTMENT

    Latif GASHI, Nozif MEHMETI and Naim KADRIU h.ld in pre.trio' detention since 28January 2002 and Rrustem MUSTAFA h_Id in pre-trial delention since Il August 2001 .

    BECAUSE

    A. GENERAL LEGAL ALLEGATIONSl. The Intemotional Prosccutor files this Indiconent against Lat ifGASHl , NazifMEHMETI. Naim KADRJU and Rrustem MUSTAFA ("co-accused") who are charged

    1 t t ~ d'accusa contro zl Llapi grou pmdm zzato alla Corte Distrettualedi Pristina ed da l procuratoreinternazionale Philip King A lcock.

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    li boia in Parlam entoIinked to the armed forces of the UCK or K.LA rendermg them palfies to the conrllct. l neKLA declared itselfa legai army on 15 or 16 May1998.B. FACTUAL BACKGROUND

    I _ ~ "IO . From tbe beginnlng of August of 1998 until mid June of 1999 the co-accused, inconcert with other unidentified guards and soldiers of the KLA and pursuant to a jointcriminal ente!prise, unlawfu\ly detained civilians in the detention centers identified above.- - , ...-4.'--- w/ , __ J

    ubject to routine beatings and tortures, forced to beat each other, torcea to maKe lalseconfessions and threatened with death.

    AIn

    13 . From approximately October of 1998 until May of 1999, the accused NazifMEHMETI was the Commander of the Military Police in the L1ap Zone. Through his role ~ - I - - J r J - - - - ! L ~ n u ....... : ' T J_ D__

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    Lupj nella nebbiacon altre guardie o soldati non identificati dell'esercito di liberazione, seguendo un comune intento criminale, arrestavano illegalmente civili e li trasportavano nei centri di detenzione, o chiedevano asingoli civili di presentarsi in uno dei quartier generali dell 'uCK o inuno dei centri di prigionia per 'chiacchierate informative'. I cittadiniche rispondevano a queste richieste venivano illegalmente trattenuti.Mantenendo i centri di detenzione, il gruppo perseguiva lo scopo diimprigionare civili albanesi kosovari sospettati di collaborare con iserbi, costringerli a confessare il tradimento rispetto all 'uCK e punirliper la loro slealt. Quest'intento era perseguito anche nei confrontidi cittadini serbi durante i mesi di agosto e settembre del 1998. Iprigionieri civili venivano trattenuti in condizioni disumane, senzaadeguate condizioni igieniche, cibo, acqua e trattamenti sanitari. Iprigionieri venivano picchiati e torturati, costretti a bastonarsi vi-cendevolmente, obbligati a r ender e false confessioni e minacciati dimorte. Per la loro posizione, Latif Gashi e Rrustem Mustafa hannoun ruolo centrale all 'interno della cellula. Sono loro che indicano icivili da arrestare. Sono loro ad avere su di essi potere di vita o dimorte. Ed entrambi, secondo 1'accusa, partecipano sia alle torturesia all'uccisione dei prigionieri. L'atto del procuratore internazionale che incrimina il gruppo indica le vittime, alcune identificate,altre anonime e riportate con lettere o numeri, per ciascun centrodi prigionia. A sostegno della tesi accusatoria il pubblico ministerointernazionale cita 35 testimoni e sottolinea l'importanza di alcuneliste di sospetti collaborazionisti dei serbi, trovate durante una perquisizione del gennaio del 2002 nell'ufficio di LatifGashi.

    Nel processo la difesa degli accusati chiara: il gruppo nega diaver eseguito arresti, ogni Sospetto collaborazionista era invitato neicentri per chiacchierate informali; nessuno era trattenuto per pi dipochi giorni; nessuno era picchiato n torturato; i centri erano abitazioni adeguate a ospitare i detenuti; i prigionieri mangiavano spessolo stesso cibo dei soldati; nessun detenuto stato mai ucciso, quelliche sono stati trovati morti dopo esser passati dai centri erano statiassassinati dai serbi. Latif Gashi , in una deposizione, dichiara cheraramente nel periodo preso in esame si trovava nella zona indicataperch impegnato nei combattimenti con 1'uCK. Rrustem Mustafadichiara ~ n v e c e che nessuno era in grado di prendere decisioni individuali sui detenuti, perch tutte le scelte venivano fatte dal Coman-

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    Il boia in Parlamento. .d l of 1999 various detention centers were usedl' From August of 1998 untll mi une h Id .' 'l'an deta'lnees A detention centerd f the L1ap Zone to o CIVI I ,hy the UCK comman o f 1998 unti! September or October of 1998, axlsled in Bajgora from at [east August o I N ber of 1998 untillate March of' d ' LI htica from at east ovemIl tenlion center eXlste IO , a p a ~ ' t i m March of 1999 until mid Aprii of 1999, a11J99, a detention c,enter,eXlsted IO M a ~ c of 1999 until mid or late Aprii of 1999 and ali tention center e x ~ s t e d potlok ~ o m M:r of 1999 until mid lune of 1999,de tenlion center eXlsted IO Ko ec rom y

    IO Fromn "

    c

    , ' [ d' tment the accused Latif GASHI was the12 , Al all times matenal to t ~ I S ,n IC L1a Zone Through his role as Comma nderCommander ofthe lntelli,gence S ~ r v l c e IO t ~ e / in ~ o n c e r t with his co-accused andof the Intelligence Servlces, Latlf ?ASHd' aCdlOtghe detention of civilian detainees and" " al enterpnse or ere ' I Iursuant to a JOlOt cnmlO . " L t'fGASHI was responslble persona yI ivilian detalOees, a I ,exercised the power to re ease C d f f the civilian detainees and the establishmentand as a superior for the unlawful eten lon o

    Secondo l'accusa il Llapi group catturava kosovari civili e s e ~ b i con la scusa di chiacchierate informative. I p r t g z ~ m e r t vemvanoportati nei centri di detenzione e l torturati ? e.rche p ~ t t a . .di essere collaborazionisti dei serbi. Le condtzzom det prtgzomerzdel gruppo guidato da LattlGashi erano disumane. .Venivano negati il cibo, l'acqua e un a d e g u ~ t o a m e ~ t o medzco.Periodicamente venivano torturatt; cos trettz a pzcchzarszvicendevolmente e forza ti a rilasciare fa lse confessioni.

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    Lupi nella nebbiado centrale. Se il gruppo non faceva arresti, perch i civili venivanotrattenuti nei centri? Quali serbi avrebbero mai ucciso civili albanesiconsiderati dall'ucK dei collaborazionisti? Le difese dei componentidel Llapi group sono contraddittorie. Lo sottolinea anche il procuratore che conduce l'inchiesta: Nelle dichiarazioni degli accusatici sono numerose incongruenze e le loro spiegazioni su come l'UCKoperava in quell' area sono ai limiti della credibilit. Per i crimini chegli vengono imputati Latif Gashi viene incarcerato il 28 gennaio del2002, Rrustem Mustafa l' 11 agosto dello stesso anno. TI giorno dopol'arresto di Gasru migliaia di persone sfilano nel centro di Pristina e aPodujevo in segno di protesta. E il comando del Corpo di protezionedel Kosovo (un'organizzazione che ha ereditato le spoglie dell'ucK)dichiara che strano che vengano accusati solo adesso dei valorosicombattenti che hanno difeso la patria del Kosovo e che hanno lottato per la liberazione dal giogo serbo, mentre invece i responsabiliserbi dei crimini commessi durante la guerra non vengono arrestati.Inoltre si sta cercando di equiparare i crimini commessi dai serbi alleazioni volte a liberare il territorio compiute dai membri dell'ucK.Per il segretario generale del partito di Thaqi (PDK) Jakup Krasniqi,le accuse contro gli ex membri dell'ucK sono una minaccia contro ilvalore dei combattenti albanesi per la liberazione del Kosovo. Accusare di crimini di guerra , sequestri, omicidi, torture, personaggi diquel calibro scatena reazioni politiche e movimenti di piazza. L'UCK insomma l'altare della patria kosovaro, il monumento alla liberazione, un simbolo che come tale non deve spiegazioni n ammettezone grigie. L'attaccamento dei kosovari all 'esercito di liberazionenon concede nulla al dubbio, neanche di fronte a prove schiaccianti,come le testimonianze port ate per il processo contro il Llapi group .

    TI 30 gennaio del 2003 il procuratore chiede il rinnovo della misura cautelare in carcere. Ed questa richiesta che d il polso deglistretti legami tra il gruppo criminale, guidato da Latif Gashi e i politici locali, la polizia, le istituzioni civili kosovare. L'accusa teme cheattraverso le connessioni con la polizia militare e i servizi segreti icomponenti del gruppo possano avere l 'opportunit di uscire dalKosovo. Fuggire insomma, tramite l'aiuto di polizia e in telligence.Possibilit evidentemente alla portata degli accusati e abbastanzafreql}ente visto che, si legge,

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    Lupi nella nebbiacumentato tentativi giornalieri di lasciare il Kosovo con falsi passaporti. Ma la preoccupazione principale rimane il male oscuro delKosovo di questi dieci anni di amministrazione ONU: C' una giustificata paura che i coaccusati, se rilasciati, possano ostacolare le indagini, influenzando i testimoni e avvertendo i complici. Intralciare lagiustizia, condizionarla, piegarla alle proprie esigenze con la certezzadell'impunit. Non c' processo sensibile in Kosovo che non ab bia subito questo destino. Con la complicit delle alte sfere dell'oNue delle istituzioni locali. In Kosovo non conta che tu sia imputatoper crimini orrendi. Puoi senza pericolo minacciare i testimoni cheti accusano. Continua il procuratore internazionale: il fascicolo dimostra che alcuni testimoni sono gi stati minacciati, e che gli stessihanno richiesto di cancellare il loro nome dalla lista dei testimoni ..Dopo l'arresto di Rrustem Mustafa, qualcuno ha sparato e ferito untestimone di fronte casa sua, ancora prima che gli venisse consegnatol'atto di citazione per comparire di fronte a un tribunale. In un altrocaso a un teste stato offerto del denaro per non testimoniare. Lachiusura dell'atto d'accusa nei confronti del gruppo guidato da LatifGashi un campionario di sospetti: gli imputati potrebbero essereimplicati in altri atti criminali commessi dopo la fine della guerra inKosovo, inclusi omicidi, intimidazione di testimoni, corruzione semplice e corruzione di magistrati.

    La patata bollenteDopo 54 udienze e l'audizione di 45 testimoni, il 16 luglio del 2003

    Latif Gashi viene condannato a dieci anni di prigione, Rrustem Mustafa a diciassette anni, Naim Kadriu a cinque anni e Nazif Mehmetia tredici anni. Le indagini sono state svolte molto rapidamente, cispiega il giudice Francesco Florit. Successivamente per, nel 2005,la sentenza stata appellata e annullata dalla Corte Suprema. Tuttoda rifare, insomma. Solo che a questo punto il sistema Kosovomette in moto i suoi ingranaggi posti a difesa delle personalit politiche. Nel frattempo Gashi diventa uno dei parlamentari pi vicini alpremier Hashim Thaqi e i giudici delle Nazioni Unite, che avrebberodovuto far ripartire il processo, inspiegabilmente non muovono undito,. Per quattro anni. C' stata un'inerzia, spiega Florit. L'am-

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    Il procuratore chiedeche gli accusatirimangano in carcereperch, se rilasciati,potrebbero fuggireutilizzando i lororapporti con la poliziae i servizi segreti.Secondo l'accusail gruppo, se rilasciato,pu ostacolare l'inchiestainfluenzandoi testimoni o avvertendoaltri complici.

    - n ~ I . I I I n.r .... ... - .. .-no one wu cver IITCSled M'i ~ e d collaborllOf'l wc:re"lnvlkd" IO the

    tamp' (or infOC::1:.!k!..u cktained far fnO"t than. fcw dlys-no ddalncc. WIS C'ftT mlen or toI'tultld . ..the premltel ortbe detanees WI;$ fil (01 human h l l ) l ~ -d.e detainces aie tbc samc rood andas often IS me !CIldlm-no detainee wu murdeRd. Those who Wer d tcovertd dead t\IIdbecn relcased from detention and were killc:d by ScrbsKlldrlu says thaI he was. member orthe K1.A for only 2. dI)'1( endinl in

    M..... 1999) and od .. . I or . . . . . . . . cIofencesOashl .. d that hc wu l''Ut.ty., ZQfIc hcadql,1l.rteB, Il ht wu c:nP&ed infl&htln. for almost ali lbe relcvant lime. Hc r.dopts the abovc ck:fencesMustafa said thallhcR were no i n d i v k t ~ 1 ckcisions on me detaint'H bui

    that ,II dccillonJ wcrccolk:cliV'toncsoflhc command orrlCcrs. Hc adopIs the"vecIor . . . .

    I swcs ,h,111le evkknct: ofthe witncsscs iliO~ ~ ~ : e ~ = ~ ~ l = = ~ ~ T h c ~ , r e n u m e r o u l l n c o n s ~ : I ~ : ~ , ~ storia oflhe acuscd.nd their explanattons as to how tbc KLA Wa5 ......... _ In Istrain ctedulit)'Wl: ALSO PROPOSE DETENTION FOR CO-ACCUSED

    'r GASHI ti Ir MEUMET1 Nalm KADRIU .nd RIustcmr ! ' ~ ~ ~ F ~ = I : ~ l a ~ ~ , Ille . ~ ~ y or Ardele 191 , p.,.. 2, ilem. 1 ,nd l ortheLCP .This requcst il bucd upon llle fonowlna Indepcndc.nl poundt:

    "

    Thc use oftltralts ofvtolencc Ilshown by Ille torture. dctcntlon and bealln, of hc vktims. Thc ckrendants hoIda ~ ~ , of oonslderablc power Md Influence; Md have slaniflCllll connocCions IO ~ o o n c r :ilary police.nd InlClilgencc: omeer. C o n ~ u c n t l y tlle d t f e n d a n ~ or othc:n ac.tlng f i ~ Illeir behalr, tC likely IO eootacl.nd saemP'.'o Influence: wilnc.ss t C S l l m o n ~ - : " i C h documenti d c m o n ~ th8t n ~ m b e f of ~ f f i c h ; ' ~ c : : : : : : beeo:emIO Ihis kvcl ofrequircd the cxpun&1na of ttIClr namu o la . ftndan andI n t i m i d a t ~ ~ : ~ ~ ~ ~ ! = : n ~ : C l n ' : : : : ' l o o t o o . % t l h c ~ l i f i c a a : n of::;;;. wttneaes was in Wae put. due IO fcu of tht C()-IICCustd and thelr

    I I ract. a witnesS who had prevlously been involvcd in thc case and who was:= law enforcemenl authoritles sbottly after me amst o r R r u s t ~ M U S T A ~ A shot and wounded In ftonl or bis home before a swnmons eould ,be dchvcred h m:swc-. Mottow:r, lCStimony bcord slnce MUSTAfA 'S arrut has Inc\udcd one : ~ c : r lestifyinl thIt he was called on his pftonc: by In unknaw'n penon and orrercd 'rccI lom in exehanac ror noc testlfying. Con.cquently. me prosc:culor wu 'lIqUtre; : ' tbc use or UNMn< Reau1ation 20011'20 IO ensure the protecon of Wlmcues Mdw i t n e s s K l e n 1 i I ~

    In thc rcquCSl fOf nvcsti,.,.ionand the Clxpansion of he investiptlon. lbe mutders of ivcKosovar Albanln clvilians were IItributcd 10 sevenl or thc defmdanU. Ncw f ; ~ de k)pcd durinl tbc invcstlptton showlna thas tbI::K 6crcndants are respon5 or mV:rder or. Kosovar Albanlan civilian. Addilionally, ~ v i ~ ~ i n : : . ~ devclopcd, whk:h oould implicate ICvml ofthe.a:used and ~ I l " ~ , ~ Il .criminal Kts aftcr the K05OVO C o n f l i ~ . ineludina mwdcr. Wltnes5 ,"umidaoon, bribcryandjudiciai corrupcion.

    Accordinllly. I propose !haI dctcn1on spinst Ihc d e r c n d a n ~ be continucd. slnce legaiaroonds undcr artlclc 191 pantl"'ph 2 lem I ) oftbc l.CP, exl".Bu::d on 1hc above.. 11 il obvious IO tbc protDC:Ulion lhal ,edons of me c o - a c c u ~ omprise ail cssenIial qualifkadons of M c,iminal ac:u of wh)Ch thcy are c:harJed. so lhlSIndictmc:nt isjusdficd. pnwen end bucd upon the law .

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    PIIiUp ICiDl AkocklDtcrSltloaal PTOIec-_lorPritti. , DlItrkt Cotn1

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    Lupi nella nebbiaministrazione giudiziaria ONU non ha mai ripreso il procedimento eha lasciato giacere questo processo. Perch le Nazioni Unite primaindagano e condannano l'ex capo della cellula UCK, poi non si preoccupano di rimettere in moto il processo a suo carico? Che cosa cambiato in questi quatlto anni? Pe rch il fascicolo sul Llapi group rimasto negli scaffali per tutto questo tempo? E ra evidente che sitrattava di una patata bollente e nessuno aveva voglia di scottarsi ledita, spiega Fiorir. Una patata bollente, un caso sensibile, forseil pi importante degli ultimi anni, tanto da spingere il premier Thaqi a dirsi fiducioso sull'innocenza dei principali imputati quandoi magistrati della missione europea riaprono il caso. Una dichiarazione inopportuna, dice Florit, perch evidente che, se non fanessun effetto su un giudice internazionale, che ha una sua carriera euna sua vita al di fuori del Kosovo, invece pu avere un effetto estremamente deflagratorio, estremamente pregiudizievole sul concettodi indipendenza per i giudici locali. Le intimidazioni in Kosovo av-vengono cio anche attraverso comunicazioni istituzionali , messaggitrasversali che la politica indirizza soprattutto alla magistratura locale, a procuratori e giudici culturalmente pi influenzabili. L'ideache ci possano essere interferenze dalla politica, o dal crimine organizzato O da parte del potente del momento nei confronti dei giudicicostituisce un modello culturale sufficientemente affermato qua neiBalcani, sottolinea Florit. 1 giudici locali, persone squisite sul piano personale, tuttavia non sono in grado di sostenere la pressione ele intimidazioni che la criminalit organizzata o il potere politico inquesto Paese sono in grado di esprimere. Molto spesso si tratta dipersone oltre i 55-60 anni, senza una prospettiva di carriera, con unostipendio estremamente modesto, che manifestano ripetutamente itimori per minacce ricevute, O per minacce che loro sospettano dipoter ricevere. In questo Paese, anche solo la pressione psicologicaha una funzione fondamentale.

    TI 2 ottobre 2009 una giuria della Corte Distrettuale di Pristinacomposta anche da Francesco Florit condanna Latif Gashi a sei annidi prigione, Rrustem Mustafa a quattro anni e Nazif Mehmeti a treanni. Per tutti i componenti del Llapi group cade l'accusa di omicidio.

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    TI.. CASO LUSHTAKU E TI.. RAPPORTO aSCE

    Pristina, 14 novembre 2005. 11 del mollinoSami Lushtaku afferra il giudice Gerdovci per la cravatta. Lo spingea s. Poi lo scaraventa contro la parete. O ra ti ammazzo. Lo capisciquesto? Lo capisci che ti ammazzo? Non me ne frega un cazzo checi sono dei poliziotti qui. Guarda li, non muoveranno un dito. 1 dueagenti della Kosovo Police tengono lo sguardo basso. Hanno ancorain mano l'ordine di sfratto. Taip si awicina ai due serbi. Punta l' in dice contro la tempia di mister Milenkovic, il pollice verso l'alto, asimulare la canna di una pistola: Hai la minima idea di dove ti trovipezzo di merda? Qui siamo in Kosovo. Questa non la Serbia. Vuoiessere ucciso anche tu insieme al giudice?.Lushtaku molla il giudice e si awicina a Milenkovic:

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    Lupi nella nebbiaprotagonisti degli scontri del marzo del 2004 . Un duro, tra le miliziedell'ucK e tra i politici emergenti kosovari , che in questo Paese spesso coincidono.Slalale Pec-Mitrovica, agosto 2009La strada che da Pec conduce a Mitrovica una delle miglinri delKosovo. Non in senso tecnico: come le alrre stretta, a una solacarreggiata e non illuminata. La risolleva il paesaggio. Per 30 dei 60chilometri della sua distanza, a ovest si stagliano le montagne cheseparano il Kosovo dal Montenegro, un massiccio carsico cbe curvaa nord seguendo la linea del confine, rifugio ideale per contrabband ieri e trafficanti. Scrive Francesco Strazzari in Notte balcanica (TIMulino, Bologna 2008): "Sulle impervie e spopolate montagne chesegnano il conline con il Montenegro esiste una terra di nessuno di5 chilometri, in buona parte minata, dove le forze di sicurezza nonmettono piede, e nella quale SODO installate ingegnose infrastrutt ureper il contrabbando [di benzina, nda) attraverso tubi e autobotti.

    Viste dalla strada, le montagne danno il senso di tutto ci che ilKosovo non , ma che potrebbe essere senza la mafia, i politici corrotti e le istituzioni internazionali compiacenti. Finite le montagnela strada scivola attraverso una serie di colline dolci come il Chianti,tra ragazzini che vendono mele e peperoni sul ciglio della carreggiatae prostitute con gambe da opliti a pochi passi dai giovani kosovari.Adescano i camionisti in marcia verso il confine con la Serbia. Sene stanno, truccatissime e scollacciate, sotto un sole umido che lecostringe a ripararsi con degli ombrellini.

    Skenderaj in un leggero declivio dietro un curvane. Solita architettura incerta: schiere di case nuove ammattonate lasciate senzaintonaco e fattorie in disarmo segnate dal tempo e dalla guerra. ilterritorio di Sanli Lushtaku, il sindaco. Che poi vuoI dire anche ilterritorio di Hashim Thaqi, il premier, l'ex comandante UCK il cuinome di battaglia era G jarperi, il serpente, che durante la guerra,in questa zona del Kosovo, guidava l'esercito di liberazione con pu gno di ferro verso serbi e albanesi collaborazionisti. E che ora amministra il Paese contando sull'amicizia delle istituzioni internazionali esul fascino di un volto da consumato a ttore americano. Lushtaku ilsuo uomo forte. Dai tempi del sodalizio militare, durante la guerra.

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    li caso Lushraku e il rapporto osaEd esponente di punta del PDK, il Partito Democratico del KosovoAuidato da Thaqi. In questa zona, nella Drenica, che nel 1999 hafornito centinaia di combattenti all'UCK, il clan che conta quello delsindaco Lushtaku. TI suo potere si allunga fino a Pristina, protettodaU'intero governo del premier, che viceversa, artraverso il sindacosoldato, controUa voti e affari nella Drenica. Lo stesso potere che idue amministravano a livello mili tare, adesso lo riproducono sul territorio. Ma che cosa li lega, a parte la militanza nell'uCK? Per capirlobisogna tornare all 'e pisodio in cui Sami Lushtaku , nel 2005, minaccia di morte il giudice kosovaro Sami Gerdovci che sta eseguendo aPristina un ordine di sfratto di alcuni appartamenti, locali che evidentemente interessavano anche al sindaco soldato.Prislina, 14 novembre 2005. J1.15 del mauinoSami Gerdovci sa bene chi Sami Lushtaku. Ha letto le informativeredatte su di lui dai servizi segreti e dalla polizia kosovara. E sa che un soldato nonostante la guerra sia finita da pi di cinque anni., -La sua mano va sulla cravatta a righe, il nodo allentato, la seta estropicciata, Lushtaku lo ha appena sbattuto contro il muro e minacciato di morte. Osserva i volti dei tre poliziotti che lo accompagnano. Avrebbero dovuto proteggerlo. Invece sono rimasti fermi. Nonhanno estratto le pistole neanche quando Lushtaku e i suoi uominisi sono awentati contro di lui e i due serbi proprietari degli appartamenti occupati abusivamente.

    Nei giorni precedenti la Corte Municipale di Pristina aveva ri conosciuto ai serbi Braneslav Milenkovic e Jovica Simic il diritto dirientrare in possesso di due immobili in Nena Teresa 38, pieno centrodi Pristina. I locali erano occupati illegalmente dal giugno del 1999.Come risulta dagli atti, quella mattina oltre ai due proprietari, con ilgiudice ci sono anche due impiegati comunali e tre poliziotti. Ortopersone.

    li gruppo arriva sul posto e negli appartamenti trova dei muratorial lavoro. Non c' Hajriz Zabeli, l'uomo a cui lo sfratto indirizzato. Decidono di aspettarlo. Dopo mezz'ora entra Sami Lushtaku ,accompagnato da quattro persone. Succede tutto in pochi minuti. Ipoliziotti si awicinano al sindaco: Siamo qui per uno sfratto, quello il giudice Gerdovci, e quelli sono i due serbi che rivogliono questi

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    Lupi nella nebbialocali, fa uno dei tre puntando l'indice verso i legittimi proprietari.Questo l'ordine di sfratto. a questo punto che Lushtaku perdela pazienza e si avventa sul giudice.

    Ora Sami Gerdovci solo. TI sindaco soldato, il luogotenentedel leader politico Hashim Thaqi lo ba appena minacciato di morte.Pensa alla sua scorta, che non ha mosso un dito. La legge dei tribunali ancora troppo debole per essere imposta in Kosovo. Qui la leggedel clan sovrasta le norme dell'assemblea legislativa. I legami d 'onorecontano pi delle sentenze e anche la polizia kosovara parte di questo sistema. Rispetta gli ex militanti UCK pi degli atti formali di untribunale. E laddove non il codice d'onore a influenzare i poliziotti,arriva la paura, di ritorsioni o vendette. Per questo i tre agenti nonestraggono le pistole. Per questo nessuno fiata.In un atto formale di un tribunale kosovaro citata una periziaa sostegno di una tesi che giusMca alcuni testimoni che avevanoritrattato le loro dichiarazioni. Si tratta di un processo contro FaunirLimaj , un ex miliziano UCK accusato di tortura , trattamento crudele eomicidio. Nella perizia si legge: TI concetto albanese di onore governa tutte le relazioni che si estendono al di l del legame di sangue ..La solidariet con quegli individui che hanno lo stesso sangue dataper scontata. In sostanza, la sconfessione delle precedenti dichiarazioni da parte dei testimoni era giustificata dalla lealt nei confrontidell UCK. La stessa che deve aver frenato i poliziotti che scortano ilgiudice Gerdovci, e che ora lo guardano in attesa di un cenno.

    Sami Gerdovci pensa a tutto questo mentre ascolta le minacce diSami Lushtaku. Poi cerca il cellulare nella tasca della giacca. Nonfa neanche un passo per allontanarsi dal gruppo. Parla a voce alta,cosicch tutti possano semirlo. Chiama il presidente della Corte Municipale, l'uomo che ha controfirmato lo sfratto. Siamo qui ma nonpossiamo eseguirlo. Ci minacciano. C' anche Lushtaku. Mollatetutto, fa il presidente. Viste le circostanze, andate via.Perch la polizia non intervenuta? Perch il presidente dellaCorte Municipale non ha mandato rinforzi? Perch il nome Lushtaku fa cos paura? Percb la sua autorit supera la legge? E perchtutto "questo succede alla fine del 2005 , in un Paese dove da annisono presenti migliaia di militari della KFOR e dove le Nazioni Uni-

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    TI caso Lushtaku e il rapporto oSCEIC , con la missione UNMlK, dovrebbero porre le basi dello Stato didiritto?

    Le rispostePristina, agosto 2009Domande e risposte in Kosovo sono chiare a tutti. Sono nelle relazioni tra il potere politico locale e i funzionari delle Nazioni Uniteche, insieme, hanno governato il Paese fino all'ingresso della missione europea. Sono nell'inerzia delle forze KFOR, impegnate in compitisecondari, obbligate a voltare la faccia di fronte ai crimini che ognigiorno si consumano in questa parte dei Balcani. Un giorno di agostoa Mitrovica, all'indomani della rivolta contro muratori albanesi cheaveva portato i serbi a sparare raffiche di kalashnlkov e alcune granate, un carabiniere ci dice: Ci tengono qui a controllare che serbie albanesi non entrino in contatto. Eppure ci metteremmo poco ascoprire chi ha queste armi. Basterebbe che ci ordinassero di perquisire la collina. In mezza mattinata non ci sarebbe pi neanche unapistola.

    Cerchiamo le risposte al caso Lushtaku . Le piste ci portano allasua vicinanza all 'attuale primo ministro Hashim Tbaqi. Ma c' dipi. Tutto contenuto in un rapporto riservato dell 'OSCE, l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, che in Kosovosi occupa, nell 'interesse dei Paesi membri, della costruzione dellademocrazia, delle istituzioni, dello Stato di diritto e amenit varie.TI rapporto un vero e proprio atto d'accusa contro un sistema. SamiLushtaku viene definito come comandante del Kosovo LiberationArmy [1'ucK, ndal e persona coinvolta in numerose attivit criminali,molto vicina al presidente del POK, Thaqi . TI rapporto ricostruisce ifatti e le indagini svolte dal pubblico ministero internazionale Marcello Maresca in seguito alle minacce nei confronti del giudice Gerdovci. In un passaggio scritto che:

  • 8/9/2019 Kosovo ; l'ONU Ostaggio di Mafie e USA ; Lupi Nella Nebbia - Giuseppe Ciulla, Vitorio Romano

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    Lupi nella nebbia

    ' 1) The OSCE MonthJy Report (Septemher 2006)In September 2006 lhe OSCE legai System Monitoring Section published amonthly Report (Exhibit No.1) in which it pointed out that in [WO eriminal proceedings[be failure [O execute searcb orders due to !be intcrvcnlion by UNMIK authorities hasaffected the independcncc of the judiciary.

    2) Tbc Lusbtaku case (extortion against a judge in a case of evlctlon trom lUI.alleged illegally occupied building)Althougb the OSCE Rcpon does nOI specify [hc dctails of tbe cases. relable

    s o u r c e . ~ within tbe OSCE confirm that a cenain Sami Lushtaku (former KLA currentlyMayor of the Municipality of SrbicalSkenderaj - Exhibit No.2) was one of thedefendants.Tbe aSCE SOllrce infom1ed me thal On 26 May 2006 be visi[ed tbc office of tbcIntemational Proseculor Marcello Maresca in order lo callect some informa[ion related toa cri minai case currently under investigation.Indeed. on 2005 tbe f!xecu[ion judge of tbe Pristina Municipal Coun (Samicao;e)2. Therelore !he Office of tbe Intemational Prosecutor. after a lenerlcomplainr'received by the Judicial Inspection UniI (JIU) of tbe Depanmen[ of Justice (OOJ) and"rter an Officer Report, decided to initiate an invesligation against tbe aforemenlionedperson.Tbe Prosccutor informed the OSCE souree that Mc. Lushtaku w a ~ tbc objccl of

    .interception of phone calls and tbat, from lheir transcripts, it resulted that be confirmedtbe attaclc to lhe judge while talking to someone else on tbe phone. In addition. the. Intemationa! Prosecutor added !hat Lushtaku was already aware or beipg in1erceptedand of being currentIy uoder investigation. Tbe Prosecutor showed tbe OSCE soureehis cqncerns. also because the interception of t e l e c o m m u ~ i c a t i o n s , once ordered to tbeKosovo Poltce Servlce (KPS - tbe local pohce) by tbe Judge, was camed out by tbe

    -Scc TlIiCking me mo ~ h l l e d \O lhe execulive procedure E 461/04 C . case 1626103 - lerina Exportllmponversus Europrinly),) The complaim had to do with lbe delnys In lhe excculioo or he lc:rnpordl) m e n . ~ u r e .

    Secondo questo rapporto aSCE Lushtaku sospettato di essere coinvoltoin numerose attivit criminalt; molto vicino al primo ministro Thaqi.ItL passato il sindaco di Skenderaj stato un comandante UCK.78

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    TI caso Lushtaku e il rapporto OSCEDeplUtment dealing With Organized Crime (OOC) and noI by tbe same KPS. Tberefore

    In addition, during tbe i,nvesljgalion, the PrsIseculor requesled the InternationalJudge Maurizio Salustro [O issu'e an order for Searth Warraot addressed to the placeswere Lushtalru lives, in order IO obtain otber evidence tbat would suppor! tbe Iinkbetweeo Lusbtak:u and lhe illegally occupied building.

    T h e ~ t e r n a t i O n a l ~ r o utor explained tbal the search operation hadautonomous been cancelled the Department of Crime (under suggeslions. probably.

    lf tbc Dep ty UNMJK Poli Commissiooer Waine Hissong ) bee.ause, a1legedly,

    ~ . l i ~ ~ ~ t ! ~ I : I I ~ " , , , , Z : - . ~ I I I I ~ ~ I i i ~ ~ i i J l i i , , : " l . The Prosecmorinfonned tbe OSCE Souree tbat tbe Intemational Judge Saluslro wrole a letter addressedto Wai ne Hissong to request explanalions as [O tbc annui menI of tbe searcb operation.In reply lO tbe letter of tbe lntemaponal Judge, Waine Hissong addressed bim anlnteroffice Memorandum (refee to Exhi91t No.4 foe the issue oI tbe nOn implemenlauon

    of!be search warrants) whcrc be cha llen&ed the opportunity and tbe legality of tbe searcboperation and where he recaIled, on thc otber sidc, the high eriminal profile of SamiLushtaku6 10 addition, be called tbe lntemational Judge (along WitJl other UNMIKOfficers) lO a meeting tbat was supposed to be held during tbe week 22-29 May 2006 buithat did noI occur7 al the time.In the Prosecutor's view, the [aCl tbat an operation ordered by a judge uponrequest of a Prosecutor was annuII ed mOlu proprio by lhe some lOP level UNMIKOfficers, may be considcred an undue inlcrferenee with the work of the judiciary othertban a cri me and may seriously undennioe tbe respect of tbe rule orJaw in Kosovo, above

    alI in Ibis seosiuve momen!. In a d d ~ o n , it seriously hampers tbe eredibility of tbe whole

    T;Baslclly thcre was the risk IO find evidences of other crimes linked to L a k u thai might have pUI somelevel pcople in a baci positlon. ' \), Ali UN Officers sho uld respecL inlemalional humon righlS standarrls and principles in Kosovo (accordingto. in", alla. UNMlJ{ Regulations 1999124 & 200G'59 and 1999124 & 200119) includi ng the principle orindependence or lhe Judiciary which rTUly suffcrs no exceplions according lO the intemational jurisprudenceand cases law. Thc non-execution of ordcrs for search WlU1ilnlS In some invesligltli e 3Ctivilies due IO rheintener