INDIRIZZI OPERATIVI PER LO SVILUPPO DEL PROGRAMMA...
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GIORNATA DI STUDIO AIN 2008
Renato Angelo Ricci, Presidente dell’Associazione Italiana Nucleare (AIN)
INDIRIZZI OPERATIVI PER LO SVILUPPODEL PROGRAMMA ELETTRONUCLEARE
Genova, 24 Novembre 2008
■ L'Associazione Italiana Nucleare (AIN) è un'associazione tecnico-scientifica “no-profit” che rappresenta tutti i centri di competenza esistenti in Italia nel campo dell'energia e delle tecnologie nucleari.
■ È stata istituita a Roma il 12.11.1958 come Forum Italiano dell'Energia Nucleare (FIEN). Il 01.01.1999 il FIEN si è trasformato in AIN (in attuazione della nuova normativa delle organizzazioni no-profit). Nell’AIN sono confluite anche l’ANDIN (Associazione Nazionale di Ingegneria Nucleare) e la SNI (Società Nucleare Italiana).
■ L’AIN ha ottenuto il riconoscimento di personalità giuridica il 14.09.2005. In tale veste è abilitata alla collaborazione con le Istituzioni dello Stato.
■ L'AIN è il punto d'incontro e di discussione tra quanti - enti, istituzioni, imprese e persone fisiche - sono interessati allo sviluppo delle applicazioni pacifiche dell'energia e delle tecnologie nucleari in armonia con le norme nternazionali e con il trattato EURATOM.
■ L'AIN Rappresenta il sistema nucleare italiano in seno alla European Nuclear Society (ENS) e al Forum Atomico Europeo (FORATOM), organismo istituito il 12.07.1960 e dotato dello status consultivo presso l'ONU-IAEA, la Commissione Europea e il Parlamento Europeo. Accredita inoltre un rappresentante del sistema nucleare nazionale in seno all'American Nuclear Society (ANS).
Cos’è l’AIN
INDIRIZZI OPERATIVI PER LO SVILUPPO DEL PROGRAMMA NUCLEARE
AIN
1958 – 2008CINQUANT’ANNI
DI IMPEGNO
La struttura organizzativa dell’AIN
CONSIGLIODIRETTIVO
ASSEMBLEADEI SOCI
CONSIGLIOSCIENTIFICO
COLLEGIODEI REVISORI
DEI CONTI
GESTIONE SOCI EVENTI ESTERNIE PUBLISHING
SEGRETERIATECNICA
GDLFORMAZIONE
AMMINISTRAZIONE
SEGRETARIOGENERALE
RELAZIONIISTITUZIONALI
ORGANISTATUTARI
ORGANICONSULTIVI
ORGANIESECUTIVIFUNZIONI
OPERATIVE
LEGENDA
RELAZIONIINTERNAZIONALI
COMITATOESECUTIVO
NUCLEARYOUNG GENERATION
GDLINFORMAZIONE
GDLNORMATIVAE INDUSTRIA
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Iniziative recenti dell’AIN
■ La Giornata di Studio è un appuntamento annualecreato in origine dall’ANDIN e continuato dall’AIN.
■ La Giornata di Studio AIN 2007 (Roma, 17.12.2007) ha consentito di segnalare al sistema politico le necessitàdi intervento sul sistema istituzionale e normativo per rendere possibile la riapertura dell’opzione nucleare in Italia.
■ Gli Atti della Giornata AIN 2007, arricchiti da una prefazione del Ministro dello Sviluppo Economico On. Claudio Scajola, sono stati presentati al Parlamento (Roma, Palazzo Marini, 17.07.2008) e inviati a tutti i parlamentari.
■ La Giornata di Studio AIN 2008 ha la finalità di indicare, su base tecnico-scientifica e industriale, i presupposti da garantire, a livello istituzionale, normativo e operativo per rendere effettivamente possibile l’avvio di un programma elettronucleare in sede nazionale.
■ La Giornata di Studio AIN 2008 si svolge in concomitanza con il 50° anniversario della fondazione dell’AIN.
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Parco nucleare e contributo alla produzione di energia elettrica
Produzione nucleare2007
Reattoriin esercizio
Reattoriin costruzione
Reattoriin progetto
Reattoriin opzione
TWh % Ee N MWe N MWe N MWe N MWe2.608 16 439 371.989 36 29.958 93 101.395 218 192.975
Carbone 40% Gas 19% Nucleare 16% Idroelettrico 16%Olio combustibile 7% Altre rinnovabili 2%
Nucleare 33%Carbone 30% Gas 20% Idroelettrico 11%Olio combustibile 4% Altre rinnovabili 2%
Contributi alla produzione elettrica nel mondo:
Contributi alla produzione elettrica in Europa (27 paesi):
Fonte: IAEA, situazione al 31.05.2008
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Contributo alla produzione di energia elettrica nel 2007
Fonte: IAEA, 2008
Media mondiale 16%
Media OCSE 24%
Media europea 33%
% della produzione elettrica nazionale 2007
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Le criticità da presidiare e i presupposti da garantire
Governo e Parlamento stanno aprendo la via a un nuovo programma elettronucleare nazionale
Un programma elettronucleare, che impegna il Paese per alcuni decenni, richiede stabilità e certezze
Vi sono a tal fine alcune criticità da presidiare e alcuni presupposti da garantire:
La pianificazione del sistema elettricoLa riforma del sistema istituzionale e normativoLa definizione di idonei modelli di finanziamento dei progetti nucleariLa definizione di idonei modelli industriali di attuazione dei progetti nucleariLa certificazione e la scelta delle tipologie di impiantoLa promozione del massimo coinvolgimento dell’industria nazionale nelle attività realizzativeLa condivisione delle scelte, l’informazione e la gestione del consensoLa formazione delle risorse umaneLa sistemazione dei materiali radioattiviIl rilancio delle attività di ricerca in rapporto alle esigenze dello sviluppo industriale
Le indicazioni dell’AIN, che emergeranno dagli interventi previsti dal programma odierno, saranno trasmesse in forma ufficiale al Governo e al Parlamento.
Nel seguito di questa relazione sono richiamati i principali argomenti in discussione, il cui sviluppo compiuto è ovviamente lasciato ai successivi interventi dei Relatori.
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La pianificazione del sistema elettrico
Il sistema energetico nazionale ha subito negli ultimi 20 anni l’impatto di tre fenomeni principali:
la mancanza di strumenti di pianificazione nazionalila progressiva liberalizzazione dei mercati energetici il (parziale) decentramento regionale in materia di pianificazione energetica.
Nella perdurante mancanza di strumenti di pianificazione nazionali, i piani energetici regionali (PER)
adottati dalle Regioni con obiettivi e criteri talvolta ideologicamente orientatiscarsamente fondati su base tecnico-economicadel tutto avulsi dalle necessità di riequilibrio del sistema energetico del paese
sono diventati gli unici strumenti di programmazione energetica in sede nazionale, finendo col giustificare l’opposizione delle realtà locali alla realizzazione di infrastrutture di interesse strategico.
Con la sottoscrizione del “Protocollo di Torino” (giugno 2001) la Conferenza delle Regioni ha trasferito l’attuazione del protocollo di Kyoto a livello regionale con l’elaborazione di piani energetico-ambientali.
Da allora il legame tra energia e ambiente è stato ritenuto indissolubile e i piani sono stati concepiti in molti casi con “funzioni obiettivo" tipicamente ambientali.
In tal modo il PER (piano energetico regionale) è diventato PEAR (piano energetico e ambientale regionale), perdendo di fatto le funzioni originarie previste dalla normativa nazionale.
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La pianificazione del sistema elettrico
Attraverso i PEAR le Regioni hanno finito con l’assumere responsabilità politico-economiche rilevanti in settori che la normativa nazionale riserva all’intervento dello Stato.
In tema di “Ricerca, produzione, trasporto e distribuzione di energia”, l’art. 29 comma 1 del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 riserva infatti esplicitamente allo Stato
l'elaborazione e la definizione degli obiettivi e delle linee della politica energetica nazionale;l'adozione degli atti di indirizzo e coordinamento per una articolata programmazione energetica a livello regionale.
Considerando la rilevanza nazionale della problematica energetica, è necessario che il Governo emani al più presto gli strumenti di pianificazione e di indirizzo nazionali vincolanti per le Regioni previsti dal d.lgs. 112/1998.
Il settore nel quale è più urgente intervenire è quello elettrico, che si trova ormai da lungo tempo in condizioni di dissesto economico, ma che è anche quello nel quale è più facile stabilire, sulla base di considerazioni strategiche e tecnico-economiche, una efficace programmazione, attuabile anche attraverso una corretta gestione degli iter autorizzativi.
L’AIN raccomanda pertanto l’emanazione di un Piano Nazionale per l’Elettricità (PNE) come parte integrante e vincolante - ma separata - del Piano energetico nazionale (PEN).
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La riforma del sistema istituzionale e normativo
Il sistema istituzionale italiano preposto alla gestione delle applicazioni nucleari ha subito negli ultimivent’anni un processo di riduzione dimensionale e di ridefinizione funzionale che hanno finito col condizionarne gravemente l’operatività, soprattutto nella prospettiva dell’avvio di un nuovo programmaelettronucleare.
Il sistema normativo, pur rinnovato nel 1995 e modificato negli anni successivi, risente di un’impostazione tipica degli anni Ottanta, nel frattempo ampiamente superata nei paesi che hanno mantenuto gli impegni in campo elettronucleare.
Il disegno di legge, già approvato dalla Camera (AC1441-ter -A) e attualmente all’esame del Senato(AS1195), conferisce al Governo una serie di importanti deleghe in materia di
riforma del sistema istituzionaleriforma del sistema normativo
È necessario
che le suddette deleghe siano esercitate tenendo conto delle esperienze nazionali pregresse e di quanto è nel frattempo avvenuto negli altri paesi industriali avanzati;che il sistema tecnico-scientifico e industriale sia sistematicamente coinvolto / ascoltato nel processo di definizione delle scelte politiche.
Il fondamento delle scelte politiche su basi tecnico-industriali oggettive ha anche la funzione di facilitare l’auspicabile processo di condivisione delle scelte stesse.
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La riforma dell’iter autorizzativo degli impianti nucleari
ITER 1SICUREZZA NUCLEARE
(DA RIPETERE “N” VOLTE)
ITER 2IMPATTO AMBIENTALE
MINISTERO DELLO
SVILUPPO ECONOMICO
MINISTERO DELL’
AMBIENTE(+ MINISTERO
DEI BENI CULTURALI)
REGIONE
PROVINCIA
DECRETODI
AUTORIZZAZIONE
DECRETO DI COMPATIBILITÀ
AMBIENTALE
ISTANZADI
AUTORIZZAZIONE
STUDIODI IMPATTO
AMBIENTALE
ISPRA(EX APAT)
COMMISSIONETECNICA
MINISTERO DELL’AMBIENTE
MINISTERO DELL’INTERNO
COMMISSIONEVIA
COMUNE
MINISTERODEL LAVORO
ORGANITECNICI
COINVOLTI
MINISTERODELLA SALUTE
Il sistema autorizzativo (localizzazione, costruzione, esercizio) attualmente in vigore in Italia èridondante e inefficiente: va radicalmente riformato (sull’esempio di USA, Francia, Finlandia, …)
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L’iter autorizzativo della centrale di Flamanville 3
Il CDA di EDF decide la realizzazione della nuova centrale di Flamanville 3.
EDF comunica la decisione alla Commissione nazionale per il pubblico dibattito.
Svolgimento del dibattito pubblico a livello nazionale (4 mesi).
Il CDA di EDF conferma in via definitiva la decisione di realizzare la centrale.
EDF presenta al governo il progetto della centrale e la domanda di autorizzazione.
Inizio dei lavori di preparazione del sito.
Svolgimento dell’inchiesta pubblica locale (Prefettura di La Manche, 2 mesi).
Parere favorevole della Commissione interministeriale per le installazioni nucleari.
Parere favorevole dell’Autorità di sicurezza nucleare (ASN).
Parere favorevole del Ministero della sanità.
Decreto di autorizzazione alla costruzione della centrale.
Inizio della costruzione della centrale (entrata in esercizio prevista: marzo 2012).
06.2004
10.2005
10.2005-02.2006
05.2006
05.2006
05.2006
06-07.2006
12.2006
02.2007
03.2007
04.2007
07.2007
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La definizione dei modelli di finanziamento dei progetti nucleari
La realizzazione di un impianto nucleare della terza generazione avanzata richiede un investimento che si colloca tra i 3 e i 4 miliardi di euro. La realizzazione di 10 unità nucleari richiede pertanto un investimento che si colloca tra i 30 e i 40 miliardi di euro.
Anche se la realizzazione di più unità nucleari nello stesso sito può comportare notevoli riduzioni nei costi complessivi (ANDIN, 1985), la dimensione dell’investimento necessario è destinata a rimanere notevole.
Nei paesi nei quali il settore nucleare è gestito sulla base delle regole dell’economia di mercato il problema del finanziamento dei progetti nucleari è stato oggetto nell’ultimo decennio di studi approfonditi.
La soluzione adottata per il finanziamento della nuova centrale nucleare finlandese di Olkiluoto 3 (modello consortile) costituisce una buona base di partenza per condurre ulteriori analisi e adattamenti al contesto normativo italiano e alle condizioni del mercato finanziario nazionale.
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La definizione dei modelli di finanziamento dei progetti nucleari
L’impianto di Olkiluoto 3 appartiene alla TVO, societàdi produzione elettrica a maggioranza privata (57%) ma partecipata dallo stato al 43%.
Il costo complessivo dell’impianto (3,2 miliardi di euro) è stato finanziato come segue:
il 25% da parte degli azionisti di TVO
il 20% in contanti sul bilancio di TVO
il 5% attraverso un prestito bancario a lungo termine
il 50% attraverso altri prestiti da banche, individualmente e in sindacato.
Componenti di finanziamento Importo (G€) %Componente in equity 0.64 20Finanziamento dagli azionisti 0.16 5Finanziamenti bancari 2.40 75Totale 3,2 100
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La definizione dei modelli industriali di attuazione dei progetti nucleari
La realizzazione del parco elettronucleare da parte di un consorzio di elettroproduttori
facilita il finanziamento dei progetti;suddivide e riduce i rischi finanziari e industriali;pone questioni non secondarie relative alla tutela della concorrenza e del mercato.
In alternativa, la realizzazione di più impianti da parte di singoli elettroproduttori
massimizza gli effetti positivi della concorrenza e del mercato;pone problemi di ottimizzazione finanziaria e industriale.
La scelta è demandata agli operatori industriali, ma la soluzione ottimale del problema richiede una marcata attenzione politica.
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La certificazione e la scelta delle filiere
I sistemi normativi che in tutto il mondo presiedono all’autorizzazione degli impianti nucleari prevedono una fase di certificazione degli impianti che possono essere oggetto di realizzazione.
La certificazione ex-novo in Italia dei modelli di impianto già in esercizio o comunque disponibili sul mercato internazionale richiederebbe tempi e investimenti incompatibili con le esigenze e con le disponibilità del Paese.
È quindi necessario definire un iter abbreviato che consenta di certificare in Italia i modelli di impianto già certificati (ad esempio) nei paesi dell’OCSE.
Tutto ciò premesso, la scelta dei modelli di impianto da realizzare in Italia (nell’ambito delle tipologie certificate) compete alle utility che intendono realizzare gli impianti e che devono rispondere sul piano tecnico-economico della loro sicurezza, economia ed efficienza.
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La promozione del massimo coinvolgimento dell’industria nazionale
L’industria nazionale dei comparti coinvolti (nucleare, costruzioni e termoelettromeccanico) è tuttora in grado di realizzare l’80% dei componenti e dei sistemi (opere civili, sistemi meccanici, elettrici, elettronici, …) che costituiscono un impianto nucleare della terza generazione avanzata.
L’effettivo dispiegamento di questa potenzialità richiede tuttavia che l’industria nazionale acquisisca le necessarie certificazioni.
Si rende quindi necessaria una strategia di partnershipfinalizzata alla qualificazione industriale nel cui ambito un ruolo trainante può essere svolto dalle utilities (ENEL, Edison) e dalle industrie (Ansaldo Nucleare, Techint, Camozzi-Mangiarotti, …) che hanno continuato in questi anni ad operare sul mercato nucleare internazionale.
L’accesso dei costruttori di reattori al mercato italiano deve avere come contropartita la partecipazione dell’industria nazionale ai progetti in corso di realizzazione all’estero.
Su questo terreno è necessario un pressante impegno politico.
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Il programma nucleare nazionale è destinato ad impegnare il paese per almeno un decennio in fase di realizzazione e per circa un secolo in fase di esercizio. Deve quindi essere ampiamente condiviso.
Il successo del programma è condizionato dal consenso della pubblica opinione a livello nazionale e locale.
Per questo è necessario avviare al più presto un programma di comunicazione che dovrà seguire
le linee guida sulla completezza e sulla trasparenza dell’informazione definite in ambito internazionale;le norme nazionali che regolano l’attività di comunicazione in campo nucleare (recepimento di direttive UE sulla comunicazione preventiva e la comunicazione in condizioni di emergenza);le direttive, linee guida e indicazioni che dovranno essere emanate dal Governo e dal Parlamento.
Data la preminente funzione istituzionale e sociale, è opportuno che il programma di comunicazione sia
definito dal Governo con l’apporto della Conferenza Stato-Regioni e degli esercentiattuato con il concorso operativo e finanziario di tutti gli operatori coinvolti
Condivisione, informazione e gestione del consenso
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Condivisione, informazione e gestione del consenso
Stando ai risultati dei sondaggi condotti in Italia nel 2008, la situazione di partenza non è affatto negativa:
Rilevatore Favorevoli ContrariDemos & PI 47% 44%ISPO 62% 35%SWG 54% 36%Abacus (Eurobarometer EB69) 43% 46%SWG 60% 34%ISPO 54% 40%FN&G 56% 35%Valori medi dei sondaggi condotti nel 2008 54% 39%
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Formazione delle risorse umane
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La sistemazione dei materiali radioattivi
Depositi definitivi per materiali a bassa e media attività (il 95% dei materiali radioattivi prodotti negli impianti nucleari) sono da tempo in esercizio in quasi tutti i paesi industriali. In Italia NO.
Forsmark (Svezia) Oskarshamn (Svezia) Gorleben (Germania) Konrad (Germania)
Morseleben (Germania) Yucca Mountain (USA) (in costruzione)
L’Aube (Francia) La Manche (Francia)El Cabril (Spagna)
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Attività di ricerca e sviluppo industriale
Il miglioramento della tecnologia, dell’efficienza e della sicurezza dei reattori procede tuttora a livello internazionale con obiettivi di breve, medio e lungo termine.
A breve termine (0-5 anni): Reattori di terza generazione avanzata (III+).Aumentare la sicurezza, migliorare lo sfruttamento del combustibile, migliorare l’efficienza e allungare la vita media degli impianti. I reattori di questo tipo comprendono impianti già offerti sul mercato internazionale, come l’EPR (Areva-Siemens) e l’AP1000 (Toshiba-Westinghouse).
A medio termine (5-10 anni): Global Nuclear Energy Partnership (GNEP).Sviluppo di reattori multiscopo di piccola taglia esportabili nei paesi emergenti e con ciclo del combustibile gestito centralmente dal paese esportatore, al fine di garantire la sicurezza ed evitare ogni rischio di proliferazione nucleare. All’iniziativa GNEP hanno finora aderito 20 paesi, tra cui l’Italia.
A lungo termine (20-25 anni): Generation IV International Forum (GIF) Sviluppo di reattori di quarta generazione in grado di migliorare lo sfruttamento del combustibile (reattori veloci, in grado di utilizzare l’uranio 238), aumentare il rendimento degli impianti (reattori ad alta temperatura) e ridurre la produzione di scorie ad alta attività(separazione e trasmutazione degli attinidi mediante irraggiamento negli stessi reattori). All’iniziativa GIF hanno finora aderito 18 paesi, oltre all’Euratom.
È necessario che l’Italia si inserisca a pieno titolo nei progetti di ricerca e sviluppo scegliendo le partnership e le linee di attività più promettenti sul piano dei futuri sviluppi industriali.
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■ Attraverso le relazioni che seguiranno l’AIN intende onorare l’impegno profuso per mezzo secolo in favore dello sviluppo di questa fondamentale opzione energetica e del comparto nucleare nazionale.
■ Auguro quindi a tutti buon lavoro.
AIN
1958 – 2008CINQUANT’ANNI
DI IMPEGNO
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