Kolhoff_Berlino.pdf

4
L’edificio intende ripristinare la continuità della cortina edilizia perimetralmente chiusa su due isolati compresi tra la Sprea e Otto-Suhr-Allee. In corrispon- denza dell’asse urbano dividen- te Eosanderstraße, il corpo di fabbrica che unifica le testate viene interrotto e le parti risul- tanti, reciprocamente sfalsate, assecondano le differenti giaci- ture dei tessuti edilizi conver- genti sulla Luisenplatz, inte- grandone parzialmente alcuni “relitti” del XIX secolo. Obiettivo prioritario è la defini- zione di un’architettura a “scala urbana”, che porti a compi- mento il fronte orientale della piazza, armonizzandone il dise- gno complessivo con l’impianto settecentesco del Castello di Charlottenburg e dei relativi giardini. Congiuntamente, si intende of- frire un contributo critico alla riflessione sul tema residenziale a Berlino, aperta in termini pro- blematici dal Movimento Mo- derno, che aspira a riabilitare le categorie di costruzione dello spazio urbano tradizionale nella città europea, rinnovandone il significato. Si giustifica, pertanto la scelta di subordinare la rico- noscibilità individuale degli alloggi al perseguimento di un risultato architettonico organi- camente compiuto. L’unitarietà dell’edificio lamel- lare, a dispetto della reiterazione di moduli edilizi in linea reci- procamente distinti e del parzia- le arretramento del fronte con- cavo da quello rettilineo, viene confermata nell’adozione di un lin- guaggio condiviso e dalla chiusura in antis delle soluzioni d’angolo, che accol- gono negozi al piano terra. La quinta architettonica reinterpreta il tema urbano della “loggia”, sapiente- mente declinato attraverso la citazione 4 CIL 106 Nicola Marzot Progetti La ricerca condotta da Hans Kollhoff ed Helga Timmerman si iscrive chiaramente nell’orizzonte di senso della città europea, ed assume il progetto urbano quale implicito termine di riferimento ed unità di misura. Il superamento del metodo funzionalista a favore della riabilitazione dell’architettura della città comporta, quale corollario, il ricorso sistematico allo strumento del Masterplan, l’individuazione preventiva di temi urbani invarianti, storicamente declinati, e la subordinazione delle scelte di dettaglio all’articolazione d’insieme. Il progetto urbano viene così interpretato come “luogo” di una possibile ricomposizione dei conflitti tra urbanistica, architettura e tecnica: continuità del tessuto e discontinuità degli oggetti; pieni edilizi e vuoti urbani; tradizione e modernità; artificio e natura. La trama risultante non si risolve tuttavia nell’annullamento delle differenze in una sintesi dialettica di livello superiore, ma restituisce semplicemente una Morfologia,ovvero la descrizione del processo attraverso il quale ciò che è ancora privo di forma, nella sua elementare monumentalità, si individua progressivamente per il concorso di forze antagoniste: i vincoli normativi, di programma e i caratteri del contesto; le aspettative della committenza; i fondamenti del linguaggio adottato e le qualità espressive dei materiali scelti. Ne consegue un principio d’ordine che rifugge ogni aprioristica e dogmatica subordinazione, legittimato dalla trascrizione nella Forma delle infinite variazioni esercitate sull’archetipo,analizzate nella loro esatta sequenzialità secondo una interpretazione “diagrammatica” dell’operare. hans kollhoff, helga timmermann Il processo di costruzione della forma edificio per abitazioni a luisenplatz, berlino-charlottenburg, 1985-87

description

Costruire in Laterizio - Hans Kolhoff - Edificio residenziale a Berlino

Transcript of Kolhoff_Berlino.pdf

L’edificio intende ripristinare lacontinuità della cortina ediliziaperimetralmente chiusa su dueisolati compresi tra la Sprea eOtto-Suhr-Allee. In corrispon-denza dell’asse urbano dividen-te Eosanderstraße, il corpo difabbrica che unifica le testateviene interrotto e le parti risul-tanti, reciprocamente sfalsate,assecondano le differenti giaci-ture dei tessuti edilizi conver-genti sulla Luisenplatz, inte-grandone parzialmente alcuni“relitti” del XIX secolo.Obiettivo prioritario è la defini-zione di un’architettura a “scalaurbana”, che porti a compi-mento il fronte orientale dellapiazza, armonizzandone il dise-gno complessivo con l’impiantosettecentesco del Castello diCharlottenburg e dei relativigiardini.Congiuntamente, si intende of-frire un contributo critico allariflessione sul tema residenzialea Berlino, aperta in termini pro-blematici dal Movimento Mo-derno, che aspira a riabilitare lecategorie di costruzione dellospazio urbano tradizionale nellacittà europea, rinnovandone ilsignificato. Si giustifica, pertantola scelta di subordinare la rico-noscibilità individuale deglialloggi al perseguimento di unrisultato architettonico organi-camente compiuto.L’unitarietà dell’edificio lamel-lare, a dispetto della reiterazionedi moduli edilizi in linea reci-procamente distinti e del parzia-le arretramento del fronte con-cavo da quello rettilineo, viene

confermata nell’adozione di un lin-guaggio condiviso e dalla chiusura inantis delle soluzioni d’angolo, che accol-gono negozi al piano terra.La quinta architettonica reinterpreta iltema urbano della “loggia”, sapiente-mente declinato attraverso la citazione

4 C I L 1 0 6

Nicola Marzot

Pro

gett

i

La ricerca condotta da Hans Kollhoff ed Helga Timmerman si iscrive chiaramentenell’orizzonte di senso della città europea, ed assume il progetto urbano qualeimplicito termine di riferimento ed unità di misura. Il superamento del metodofunzionalista a favore della riabilitazione dell’architettura della città comporta,quale corollario, il ricorso sistematico allo strumento del Masterplan,l’individuazione preventiva di temi urbani invarianti, storicamente declinati, e lasubordinazione delle scelte di dettaglio all’articolazione d’insieme.Il progetto urbano viene così interpretato come “luogo” di una possibilericomposizione dei conflitti tra urbanistica, architettura e tecnica: continuità deltessuto e discontinuità degli oggetti; pieni edilizi e vuoti urbani; tradizione emodernità; artificio e natura.La trama risultante non si risolve tuttavia nell’annullamento delle differenze inuna sintesi dialettica di livello superiore, ma restituisce semplicemente unaMorfologia, ovvero la descrizione del processo attraverso il quale ciò che è ancoraprivo di forma, nella sua elementare monumentalità, si individua progressivamenteper il concorso di forze antagoniste: i vincoli normativi, di programma e icaratteri del contesto; le aspettative della committenza; i fondamenti dellinguaggio adottato e le qualità espressive dei materiali scelti.Ne consegue un principio d’ordine che rifugge ogni aprioristica e dogmaticasubordinazione, legittimato dalla trascrizione nella Forma delle infinite variazioniesercitate sull’archetipo, analizzate nella loro esatta sequenzialità secondo unainterpretazione “diagrammatica” dell’operare.

hans kollhoff, helga timmermann

Il processodi costruzionedella forma

edif

icio

per

abi

tazi

on

i a l

uis

enpl

atz,

ber

lin

o-c

har

lott

enbu

rg, 1

985-

87

La testata dell’isolato tra Eosanderstraße

e Otto-Suhr-Allee, con il suo fronte concavo,

crea uno spazio pubblico vibrante.

6 C I L 1 0 6

lecorbuseriana del Palazzo del Parla-mento di Chandigarh. Lo spazio sottes-so viene internamente ripartito in“basamento”, “elevazione” e “corona-mento”, confermando nella scansione ilriferimento ad una morfologia di classi-ca misura.Lo stilobate è ottenuto sovrapponendoal piano cantinato alloggi in duplexdotati di scala esterna individuale e bal-conata comune continua, in omaggio alNeuer Pavillion di Schinkel prospicien-te il Castello.L’unitarietà architettonica della partituradi elevazione è garantita attraverso larealizzazione di una parete continua,leggermente aggettante rispetto al filodi facciata, posta a protezione del siste-

Il fronte rettilineo, completando la testata dell’isolato tra Eosanderstraße

e la Sprea, intercetta un frammento di tessuto edilizio del XIX secolo.

Assonometria che evidenzia la giacitura

dell’impianto rispetto ai “relitti” edilizi mantenuti,

al Neuer Pavillion ed al castello di Charlottenburg.

P R O G E T T I7

ma retrostante di wintergarten, per unosviluppo complessivo di 4 piani, mentreil coronamento risulta “in negativo”,attraverso la riduzione della parete allascansione modulare dei setti della loggiaurbana. La grammatica dell’edificio èpertanto riconducibile a semplici ope-razioni di “stratificazione”, mentre lavarietà lessicale simula intenzionalmen-te il concorso del tempo storico allacostruzione dell’opera.La scelta dei materiali è coerente con gliobiettivi di progetto. Il mattone faccia avista lega visivamente le parti risultantidall’articolazione morfologica, mentrel’ampia dotazione di superfici vetrate,oltre a garantire un adeguato isolamen-to termico ed acustico alle abitazioni,

La teoria di wintergarten, risolta compositivamente attraverso una parete

continua parzialmente aggettante dal filo di facciata, conferisce evidenza grafica

al tema della “loggia urbana”.

L’articolazione del corpo di fabbrica sulla Otto-

Suhr-Allee risolve in chiave espressionista il tema

dell’angolo.

rende leggibile in trasparenza la matricearchetipica dell’intervento, evidenzian-done l’intelaiatura strutturale.Hans Kollhoff ed Helga Timmerman,ancora una volta, interpretano sapiente-mente tradizione e modernità, rinno-vando i principi della tettonica classica.

Nicola Marzot

Scheda tecnicaProgettisti: Hans Kollhoff, Helga TimmermannCollaboratori: Mathias Essig,Thomas DietzschStrutture: Dipl.-Ing. Köhler, BerlinoProprietario: APL,Architektur-

und Planungs GmbHSuperficie utile: 5600 m2

Costi: 16.500.000 Marchi tedeschiCronologia: 1985 inizio lavori;

1987 fine lavori