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Indice del testo

Cenni di storia pag. 3 La dinamica generale pag. 6 Atteggiamento e impostazione di guardia pag. 7 Discorso tattico e comportamentale generale pag. 8

Alternanza di colpi frontali e circolari pag. 8 Alternanza di colpi in linea alta, media e bassa pag. 8 Alternanza di colpi portati con gli arti avanzati e posteriori pag. 9 Determinazione della ‘circonferenza di sicurezza’ pag. 9 Determinazione a colpire pag.10 Presenza e lucidità durante il match pag.10 Tenere il centro del ring pag.10 Colpire il bersaglio con tecniche perpendicolari pag.10

Le combinazioni di tecniche pag.11 Costruire un repertorio di combinazioni (tecnico) pag.11

COMBINAZIONI BASE pag.13 LSP - RSP (pugni) pag.13 LSP - RUP (pugni) pag.13 LHP - RLK (pugni - calci) pag.14 LMK - RSP (calci - pugni) pag.14 LMFK - RHK (calci) pag.14 COMBINAZIONI INVERSE pag.15 ARTI ALTERNATI pag.15 ARTI ALTERNATI INVERSI pag.16 TABELLA DI ESEMPIO DI COMBINAZIONI BASE pag.17

Costruire un repertorio di combinazioni (atleta) pag.18 Due o più colpi con lo stesso arto pag.21 Due o più colpi con arti stesso lato pag.22 Il ‘low kick’ pag.23 La difesa pag.26

Pugni su pugni pag.26 Schivate pag.26 Parate pag.27 Difesa alta con gli avambracci pag.28 Chiusure pag.28

Le tecniche pag.31 I diretti (Jab, Straight, Cross, to the head, to the body) pag.31 I ganci (Hook Punch, to the head, to the body) pag.33 Il montante (Uppercut Punch, to the head, to the body) pag.37 Lo swing pag.40 Il calcio frontale (Front Kick, High, middle) pag.40 Il calcio circolare (Roundhouse Kick, High, middle, low) pag.41

TABELLA CFR P. TECNICHE DI ATTACCO E DIFESA pag.44 La respirazione pag.47 Il footwork pag.48 La distanza nella low kick pag.50

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La combinazioni e la distanza pag.52 Le tecniche su scivolata lunga o su passo avanti ed indietro pag.56 Rimessa, contemporaneità ed anticipo pag.58 Muoversi e combattere pag.59 TABELLA SINTESI STRATEGIA MATCH LOW KICK pag.61 Il ritmo. Applicazione alternata di pause, forza e velocità pag.62 Tecnica del bersaglio fisso pag.65 Timing pag.66 Progressione dell’acquisizione tecnica pag.67 L’incontro (Il match) pag.68

Il rilassamento muscolare pag.69 Esercizi di respirazione pag.69 Visualizzazione e concentrazione pag.71 Tre giorni prima pag.72 Ingresso nel luogo dell’evento, riscaldamento e vestizione. pag.73 All’angolo pag.74 Post incontro pag.75

Sintesi finale pag.76 Considerazioni finali pag.78 Appendice: Esercizi propedeutici pag.79

Condizionamento all’applicazione dei criteri pag.79 L’anticipo pag.80 Gli incroci pag.82 I colpitori per il colpo d’occhio pag.83 Condizionamento ai colpi perpendicolari pag.84 Condizionare il cambio di distanza pag.85 Tecniche su scivolata lunga pag.86 Tenere il centro del ring pag.87 Progressive training pag.87 Footwork e azione pag.88

Integrazione K-1 Rules pag.91

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Nel testo che segue proverò a sintetizzare delle linee guida tecnico – tattiche per la formazione e la preparazione di un atleta dal primo incontro di terza serie della disciplina Kickboxing Low Kick, come da REGOLAMENTO DEGLI SPORT DEL RING, versione aggiornata al 15.01.2011. Non saranno quindi presenti elementi di preparazione fisica, stretching e periodizzazione, nonché altri strumenti ovviamente necessari al concorrere dello scopo. Gli argomenti sono trattati in modo più che esaustivo nelle pubblicazioni federali CORSO ALLENATORI, CORSO ISTRUTTORI e CORSO MAESTRI a cura della Scuola Nazionale di Formazione della FIKBMS.

Il coronamento del lavoro sarebbe costituito dal preparare un atleta di prima esperienza in base ai principi di seguito espressi, e valutarne in tal modo l’efficacia.

Verranno affrontati marginalmente anche argomenti relativi alla posizione di guardia, al posizionamento delle braccia, della testa, dei piedi, alla esecuzione delle tecniche. Lo scopo è quello di determinare, all’interno di una grande varietà di tecniche e di atteggiamenti, un range determinato e specifico, ipoteticamente più adatto all’utilizzo nella disciplina della low kick

In accordo con il programma tecnico federale in vigore, all’interno di questo lavoro riporto le tecniche come da programma tecnico per esami di passaggio cinture, anche se talvolta citate anche in lingua inglese o giapponese. Evito la spiegazione dell’esecuzione della tecnica specifica, tranne nei casi in cui è funzionale a dimostrare o spiegare uno specifico lavoro che ritengo utile presentare.

Cenni di storia

Esistono innumerevoli ed emerite pubblicazioni sulla storia di tutte le arti marziali che riportano date, nomi e luoghi, nonché eventi per ordine cronologico della storia della maggior parte delle arti marziali conosciute, e ipotesi accreditate su quelle meno conosciute o troppo antiche per averne molte prove certe. Per i membri della grande famiglia della FIKBMS esiste il prezioso documento della cronologia della storia moderna della FIKBMS, prima FIKEDA, prima FIAM, oltre alla ricostruzione della storia della kickboxing fin dalla nascita negli Stati Uniti. Non intendo ovviamente ripetere ciò che è ben conosciuto da tutti, pubblicato sul sito di federazione, ma introdurre delle considerazioni e dei concetti personali che concorrano allo sviluppo di questo testo.

Ai tempi delle origini conosciute delle arti marziali, progenitrici dei moderni sport da combattimento, non era un regolamento di gara, per quanto duro e permissivo, a regolamentare gli scontri. Tranne in determinati casi specifici, come nel caso del pancrazio, disciplina olimpica greca e dei pugilatori, il cimentarsi nell’arte di combattere era quasi esclusivamente una prospettiva di sopravvivenza e spesso, una necessità. Per quanto, comunque, sia sempre esistita la ‘motivazione competitiva’, in quanto insita nell’essere umano, che ha spinto praticanti di arti marziali a misurarsi affrontandosi. La natura della competizione non era una coppa, una medaglia, o una ratifica di match sul budopass, come oggi, ma spesso, citando una frase moderna, un vero ‘last man standing’, ovvero, vince chi rimane in piedi, e ancora più spesso chi rimaneva al ‘tappeto’, lo era da morto o gravemente ferito. Questa diversa modalità di approccio, apparentemente insignificante, determinava enormi differenze nello spirito, nella natura, nella disciplina e nella durata delle esercitazioni, rispetto alle sessioni moderne di allenamento.

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E’ difficile trovare nelle origini antiche un preciso antenato della moderna low kick, intesa come regola di combattimento limitata all’utilizzo del pugilato e di alcuni calci. L’addestramento del lontano passato prevedeva una preparazione da combattente globale, si pur con le caratteristiche specifiche dello stile nel quale si addestrava. Il confronto aveva inizio, prima ancora di ingaggiare lo scontro fisico, già nella modalità di porsi di fronte all’avversario, ovvero in tutti gli atteggiamenti che, da ambedue le parti, tendevano a convincere l’altro di essere già vincitore, prima di iniziare combattere effettivamente. Benchè oggi non sia in palio la vita, ancora esiste, pur in diversa forma, questa attitudine ad intimorire o a soggiogare mentalmente l’avversario prima ancora di salire sul ring. Il rituale del peso, la scelta delle parole nella conferenza stampa e nell’intervista pre-incontro, i simboli identificativi dei team, musica, atteggiamento e comportamento dall’uscita dagli spogliatoi fino all’ingresso sul ring, l’esibizione della forma fisica, gli sguardi, il linguaggio del corpo, i “face to face”, sono solo alcuni degli strumenti attraverso i quali ancora si perpetra questa atavica forma di fight – prefight, talvolta in modo coreografico e sportivo, ma spesso aggressivo ed intimidatorio.

Prima della grande divisione in stili di tutte le grandi arti marziali, esisteva il confronto globale. Ovvero l’abilità di colpire e difendersi dall’avversario in tutte le situazioni, a tutte le distanze, con tutte le parti del corpo, lottando, colpendo, afferrando. Per non parlare della capacità di utilizzare, nello scontro, la miriade di armi, che vanno dai nunchaku, le due aste di legno unite da un pezzo di corda o da una catena, alle spade, alle lance e a tutti i tipi caratteristici di armi proprie della regione e della rispettiva parte del mondo. Molte di esse erano oggetti di uso quotidiano, impiegati nell’agricoltura, nella caccia, nella dissezione e lavorazione di alimenti.

In seguito l’originario kung-fu, ad esempio, si è diviso e specializzato nelle centinaia di stili diversi (mantide, tigre, serpente, scimmia, stili del nord, stili del sud); l’originario bu-do e ju jutsu si è diviso in karate, judo, kendo, aikido. Alcuni stili della Cina sono stati poi l’origine di alcuni giapponesi, come la gru bianca per il Goju-ryu, che successivamente ha dato origine al kyokushin insieme all’altro stile giapponese shotokan; quasi tutti comunque, per quanto costituiti da atemi, hanno mantenuto il legame con la tradizione di origine, conservando il lavoro di afferrare, fare leve, strangolamenti, proiettare e, in alcuni casi, lottare a terra.

Nell’ evoluzione delle arti marziali giapponesi, per esempio, il combattimento totale affida al karate la parte di lotta che riguarda fondamentalmente gli ‘atemi’, ovvero i colpi; al judo la lotta con prese, proiezioni e lotta a terra; all’aikido la mobilità, gli spostamenti e la cedevolezza del muovere il corpo nello spazio attorno all’avversario rivolgendogli contro la forza direzionale che utilizza per attaccarci.

Molti dei tecnici ai massimi livelli in FIKBMS hanno ricevuto, nei primi anni di inizio pratica, una solida formazione nei vari stili dell’ arte marziale giapponese del karate. Tecniche del karate tradizionale le ritroviamo in molti attuali colpi utilizzati negli sport da combattimento. Leggiamo nel testo federale ‘Regole generali per gli sport da ring’, art. 2.2.1 ‘tecniche di mano, dove enuncia le tecniche consentite, la descrizione ‘Pugni. (Tutto il repertorio pugilistico)’. Il moderno “Gancio” o Hook Punch della boxe o pugilato, è una tecnica di pugno del karate tradizionale o Mawashi tzuki (letteralmente e semplicemente pugno circolare). Il montante (uppercut punch) o ura tzuki.

Il karate tradizionale è nella sua interezza, pur considerando solo le tecniche di pugno e di calcio principali, senza l’epurazione del karate sportivo, una disciplina letale a contatto pieno. Lontano

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dai tatami di gara, infatti, in molte palestre, o in sede di stages con i maestri storici giapponesi e italiani, erano frequenti, e ben graditi dai praticanti stessi, confronti tra praticanti a contatto pieno.

Determinanti per la ideazione e la realizzazione dei regolamenti di Low kick e K-1 Rules, discipline per approccio tecnico e tattico molto vicine tra loro, sono stati il karate kyokushin e la Muay thai. Dal confronto, sul ring, creato da promoters pionieri, tra questo stile di karate giapponese e l’arte marziale siamese, negli anni 60-70, in Giappone ed in Thailandia, sono venute fuori le nostre radici, la disciplina chiamata Japanese KickBoxing, successivamente confluite negli sviluppi del karate full contact proveniente dagli Stati Uniti ed approdato in Italia principalmente grazie all’interessamento ed al duro lavoro del nostro presidente Onorario Ennio Falsoni.

La low kick è un karate kyokushinkai senza le tecniche di ginocchio con la differenza di distanza che ne consegue, e con maggiore attenzione alla pugilistica. Ma d’altra parte potremmo anche dire che è un Muay Thai senza tecniche di gomito e ginocchio, o un K-1 Rules senza tecniche di ginocchio e backfist. Ma d’altra parte se aggiungiamo i low kicks alla specialità del Full Contact, non stiamo definendo la Low Kick?

Esiste, d’altra parte un’altra disciplina sportiva, in ambito FIKBMS e fuori, molto molto simile alla nostra Low Kick. La Boxe Francese Savate. Le differenze? L’impossibilità nella low kick di portare il coup de pied bas e altri calci oltre a quello circolare alla coscia, permessi invece nella Savate. Oltre all’equipaggiamento degli atleti diverso nelle protezioni e nell’abbigliamento. Ulteriore diversità, la Savate si combatte con la scarpa da combattimento omologata.

Ma dunque, cos’è questa low kick?

La Word Association of Kickboxing Organizations, nel regolamento internazionale, definisce : “Low-Kick can be defined as full contact kickboxing in which there is also the possibility of attacking the opponent’s legs with clean kicks. All other definitions are as those of full contact kickboxing."

Personalmente, per lavorare in palestra e per sviluppare i miei programmi di allenamento tecnico – tattici, guardo anche al lavoro degli olandesi delle grandi scuole storiche, quali la Mejiro Gym oggi di Mannaart, la Vos Gym di Ivan Hyppolite ed i Chakuriki, ieri del grande Tom Harinck. Ho avuto la fortuna di essere loro ospite e, nonostante la sportiva ma reale rivalità storica tra le tre, tutte hanno creato il loro punto di forza per prepararsi alle competizioni internazionali quali il K-1 giapponese o il più recente GLORY, sull’integrazione di tre grandi discipline : Karate, Savate e Muay Thai, integrato da una specifica preparazione pugilistica adattata a chi si aspetta di ricevere anche colpi di tibia, piede e ginocchio.

Questo lavoro è una proposta di sistema di esempio per la formazione di fighters di low kick, nella perfetta consapevolezza dell’esistenza di molti altri workout e allenamenti validi. In sintesi, questo lavoro si propone di essere un piccolo contributo. L’aspetto importante di ogni sistema è semplicemente che funzioni, ovvero che abbia una sua coerenza formativa, ovvero che gli atleti preparati seguendo le sue indicazioni portino risultati vincenti.

Perché un lavoro sulla preparazione tecnico tattica di low kick ?

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I punti cardinali delle formazione di un atleta di sport da combattimento sono la preparazione atletica, la corretta acquisizione del gesto tecnico, e l’impostazione tattica e strategica del match. Del primo argomento non solo vi sono una serie infinita di testi, generali e specifici sulla fisiologia e sulla preparazione agli sport da combattimento, grazie all’interesse che ha suscitato l’incremento sempre maggiore del numero dei praticanti e la risonanza dei tornei internazionali quali K-1 Tournament, Glory, Yokkao in continua crescita, ma l’interesse degli esperti del settore ha incontrato le richieste dei dirigenti sportivi attivando corsi sempre più numerosi e riconosciuti di ‘Preparatori atletici di sport da combattimento’. Anche del secondo, pur in misura differente, è possibile trovare materiale in formato di testi, pubblicazioni e dati web, grazie all’impegno sempre maggiore dei formatori, insegnanti, e tecnici. Del terzo argomento, ovvero l’aspetto di impostazione e di assemblaggio dei criteri tecnico-tattici base di un atleta agonista di sport da combattimento, è difficile reperire informazioni o comunque, in caso positivo sono spesso contrastanti tra loro. Il mio augurio è che, da una parte, i grandi coach dei veri campioni, attuali e di qualche decennio fa, si decidano a diffondere informazioni sulla loro preparazione in merito a questo specifico aspetto, e dall’altra, che l’utilizzo del presente lavoro possa essere utile alla formazione e crescita di atleti di buon livello. In questo lavoro c’è un riassunto della mia piccola esperienza di oltre trent’anni nelle arti marziali prima e negli sport da combattimento poi.

La dinamica generale Se avessimo degli atleti da preparare per la low kick, quali sono le azioni che intraprenderemmo? Io credo che, innanzitutto, osserveremmo la dinamica del combattimento di questa disciplina. In che modo? Dal regolamento. Il regolamento della disciplina fa la disciplina. Ovvero: con quali parti del corpo posso colpire quali bersagli? Quali sono gli atteggiamenti consentiti e quali quelli vietati? I parametri con cui viene giudicato l’atleta nel caso il match non termini prima del limite per KO. Dunque, prima di analizzare altri parametri, l’atleta di low kick affronta un incontro in cui deve calibrare il suo sforzo di portare le tecniche con la massima potenza per tentare di concludere prima il match, possibilmente aumentando la pressione della sua azione laddove se ne presenti l’occasione, e la necessità di continuare a colpire efficacemente, visti i criteri sui punti con cui verrà giudicato in base alla differenza numerica di tecniche a bersaglio portate rispetto al suo avversario. L’aspetto di duplicità tra tenuta e affondo, comporta ancora più attenzione se si considera che la preferenza viene accordata, in caso di incontro terminato ai punti, all’atleta che piazza solo 3 colpi in più dell’avversario nell’ultimo round. Questo vuol dire che l’atleta che ha tenuto il centro del ring e ha mantenuto una certa supremazia per tutto il match, sia pure di misura, può perdere l’incontro dimostrando minore tenuta sportiva e condizione fisica nell’ultimo round. Questo aspetto è in parte oggetto di preparazione alla tenuta agonistica ed alla preparazione atletica. Ma in parte anche di quella tecnico-tattica. In caso di parità, prioritariamente viene favorito il più combattivo, poi chi ha utilizzato più tecniche di gamba, che comportano maggiore perdita di fiato rispetto alla pugilistica, chi ha messo in mostra la migliore difesa, il miglior stile, ovvero la precisione realizzativa delle tecniche. E ancora, valutando le tecniche consentite, è vero che il corpo a corpo o il clinch si riduce all’uso dei ganci e dei montanti, in assenza di colpi di ginocchio, come nel K-1, ma è anche vero che dalla distanza lunga fino a quella corta, è previsto l’utilizzo di un numero di tecniche di calcio e di pugno che possono arrivare da tutte le direzioni e a tutte le altezze (testa, torso, cosce, gambe).

Quindi, in sintesi, vince un incontro di Low Kick un atleta che, in ordine di priorità :

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1. Nel corso dei rounds previsti riesce a causare il KO dell’avversario; 2. Nel corso dei rounds previsti riesce a causare 3 conteggi all’avversario in un solo round o 4

nel corso dell’intero match; 3. Metta a segno più punti dell’avversario, dove mettere a segno punti validi vuole dire portare

colpi consentiti dal regolamento, con potenza, precisione, efficacia, intenzione e tecnica; 4. In caso di parità metta a segno più colpi dell’avversario, almeno 3, nell’ultima ripresa,

dimostrando una migliore tenuta sportiva e condizione fisica; 5. Sia stato più attivo e combattivo, veloce, continuo nell’iniziativa, preciso e tecnico (ovvero

capace di ‘combinare’ le tecniche); 6. Abbia portato più tecniche di calcio a segno; 7. Abbia mostrato una migliore tecnica difensiva, sia stato determinato nel mantenere

l’iniziativa costante di condurre l’incontro ovvero tenendo il centro del ring; 8. Abbia mostrato un migliore stile e tecnica;

L’atleta deve comunque mostrare la chiara e ferma intenzione di parare il colpo e non rifugiarsi in una difesa passiva. Diversamente il colpo ricevuto potrebbe essere considerato valido.

Sviluppiamo una serie di strumenti per mettere in grado l’atleta di soddisfare questi punti.

Atteggiamento e impostazione di guardia

Per quanto riguarda la posizione di guardia, per la presenza dei low kicks, è da preferire una posizione di guardia frontale o mezzofrontale, rispetto a quella laterale. Pur considerando che, nel contatto pieno, le strategie le crea chi vince (in molti stages con famosi campioni ci vengono mostrati atteggiamenti, posizioni, tecniche e tipi di lavoro che talvolta non ci convincono, ma con il loro utilizzo il campione continua a vincere titoli!), è vero che la anche guardia laterale, con l’utilizzo corretto dell’anticipo di calcio con la gamba davanti e un’ottima preparazione sui calci girati, potrebbe essere un approccio corretto. La guardia mezzofrontale, invece, da buona posizione ‘di mezzo’, permette di portare agevolmente i colpi con gli arti avanzati, i colpi girati, e, lavorando bene sul riposizionamento del piede anteriore, anche i colpi con gli arti posteriori. La guardia frontale è ideale per le tecniche anteriori e posteriori, e soprattutto per il gioco di combinazione tra tecniche avanzate e posteriori alternate, lavorando di spalle ed anca e sfruttando la torsione di allungamento e ritorno delle tecniche. Per portare le tecniche girate, in questo caso i calci, sarà necessaria un lavoro di riposizionamento all’interno della guardia del piede anteriore o di allineamento al piede anteriore del piede posteriore, magari sfruttando il ritorno dei calci posteriori. Vedremo successivamente, anche in considerazione del rapporto con i low kicks, quale potrebbe essere la più indicata e favorevole.

E’ difficile parlare del posizionamento delle braccia per la guardia, specialmente nel mondo degli sport da combattimento, ma anche del pugilato, dove già nei manuali ufficiali troviamo diverse varianti, che vanno poi a moltiplicarsi nell’insegnamento nelle palestre degli innumerevoli tecnici federali. E’ sicuramente valido tenere i pugni almeno all’altezza del mento, i gomiti a copertura dei fianchi, soprattutto il lato destro per il fegato. I guantoni dovrebbero essere vicino al viso, caricati per colpire, con una leggera posizione avanzata del pugno anteriore. È un aspetto che vedremo nel paragrafo dedicato alla difesa. La mano destra nella guardia ortodossa, o comunque quella posteriore, può risultare molto utile se vicina al viso e il gomito vicino al corpo. Altro aspetto importante è che la partenza delle tecniche, in generale, debba avvenire portando il colpo con l’arto che parte da dove è posizionato, senza caricare, e sicuramente non caricando indietro.

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Lo sguardo globale che sviluppa l’atleta visualizza immediatamente il movimento di caricamento dell’avversario, riuscendo spesso a vanificare o anticipare il colpo. La mano sinistra più avanzata può essere utile nel caso l’atleta porti spesso il dritto sinistro, il jab o comunque una tecnica di disturbo con il braccio avanzato, ma a patto che buona parte della sua preparazione sia improntata sui vantaggi ma anche sulle conseguenze di questo lavoro.

Discorso tattico e comportamentale generale

Il coach deve stabilire alcuni criteri base coerenti con cui impostare e sviluppare il lavoro dell’atleta e/ o della scuola. Impostiamone qui alcuni di esempio, a mia scelta, stabiliti in base alla mia personale esperienza :

-

Alternanza tra colpi dritti (frontali ) e circolari -

Alternanza tra colpi in linea alta, media e bassa -

Alternanza tra colpi portati con gli arti avanzati e posteriori (sinistra – destra)

Alternanza di colpi frontali e circolari

Nella terminologia sportiva le direzioni e i piani sono divisi in piano sagittale, ovvero il piano che divide il corpo umano tra lato destro e lato sinistro, ed il piano frontale, ovvero il piano che divide il corpo umano in lato anteriore e lato posteriore. In questo caso non ci riferiremo a alla terminologia classica, per evitare fraintendimenti. Si intenderanno, di seguito, per colpi dritti o frontali tecniche assimilabili ai pugni dritti, al calcio frontale e laterale ad esempio. Per colpi circolari si intenderanno i pugni gancio e montante, il calcio circolare, uncino etc. Li denominiamo colpi dritti perché nella loro traiettoria verso il bersaglio, escludendo il caricamento, disegnano una linea dritta. All’interno di questa linea, ovvero tra il punto di inizio e il punto di fine c’è il nostro bersaglio. I colpi circolari descrivono una traiettoria circolare, ad esempio da destra a sinistra o viceversa, dall’alto in basso e viceversa; all’interno di questa linea curva, ovvero in un punto di essa, si trova il nostro bersaglio. Perché l’alternanza dei colpi circolari e dritti crea un criterio coerente che può aiutare il nostro atleta o team ad essere vincente? Perché la difesa sui colpi circolari è diversa dalla difesa sui colpi dritti, e risulta abbastanza difficile riuscire ad evadere/ parare/ chiudere tutti i colpi di una combinazione che contenga un coerente e calcolato mix di colpi con traiettorie diverse. Per essere completamente efficace, il punto di impatto deve coincidere con il punto di massima espressione del nostro colpo.

Alternanza di colpi in linea alta, media e bassa

La disciplina della low kick permette di utilizzare una arsenale di colpi abbastanza vario e soprattutto di diversificare continuamente i livelli di attacco. Perché questa variazione continua di livelli di attacco potrebbe risultare vincente? Perché difendersi da una combinazione di colpi basso – alto – medio, meglio ancora se mixato con il criterio precedente, rende difficile riuscire a neutralizzare tutte le tecniche ricevute. Una di esse facilmente può arrivare a bersaglio, sia se le combinazioni sono condizionate, ovvero l’atleta è abituato a portarle meccanicamente nella loro sequenza prestabilita, sia se l’atleta è stato ben condizionato sul colpo d’occhio, ovvero a portare automaticamente il colpo adatto al bersaglio che va a scoprirsi nel corso dello scambio. In merito a questo aspetto vedere qualche esercizio proposto nel paragrafo ‘esercizi propedeutici’.

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Alternanza di colpi portati con gli arti avanzati e posteriori (sinistra – destra)

Le tecniche portate da un atleta di contatto pieno non possono essere portate alla massima potenza sfruttando solo la forza muscolare degli arti. Per riuscire nell’intento tutto il nostro corpo deve accompagnare l’esecuzione di ogni singolo colpo portato con le braccia o con le gambe. Come è possibile ottenere ciò? La forza per portare le tecniche di braccia deve provenire dai piedi, che ruotano sull’avampiede, risalire lungo le gambe e il busto, essere potenziata dalla rotazione delle spalle intorno alla colonna vertebrale e scaricare il tutto attraverso l’estremità finale dell’arto, ovvero il pugno. Per i calci il discorso è legato ai tipi di calcio che eseguiamo ma, in generale, anche i calci sfruttano la stessa dinamica. A questa, ad esempio il calcio frontale e laterale, aumentano la forza del colpo anche il corretto caricamento della tecnica. Per il calcio circolare, ad esempio, la dinamica è esattamente la stessa, anche se il primo impulso al movimento lo danno la rotazione delle spalle e del busto. Cosa vuol dire tutto questo? Che per portare con la massima potenza un colpo con gli arti posteriori, è necessario che vengano eseguiti subito dopo una tecnica portata con gli arti anteriori e viceversa. Ovviamente la tecnica iniziale della combinazione non avrà nessuna tecnica che la precede, ma per l’esecuzione di essa, oltre ad una breve spiegazione, rimandiamo all’insegnamento in palestra dei tecnici titolari di corso o ai loro collaboratori. In genere sono colpi di avanscoperta, per fungere da apripista per i colpi successivi, per misurare la distanza, per riposizionarsi in condizioni favorevoli a sferrare il colpo determinante, per provocare una reazione dell’avversario per anticiparlo, per destabilizzarne la difesa, per portarlo a scoprirsi, etc. I colpi più utilizzati per questi scopi sono il jab, il front kick avanzato, il low kick avanzato.

I tre criteri di cui sopra (alternanza di colpi dritti e circolari, portati ad altezze diversificate alternando continuamente arto sinistro ed arto destro), sapientemente miscelati, costituiscono i criteri di esempio in questo lavoro, su cui costruiremo la maggior parte della tecnica con cui formare il nostro atleta di low kick.

Determinazione della ‘circonferenza di sicurezza’

Nel combattimento possono esserci solo due situazioni fondamentali:

1) Fase di non scambio 2) Fase di scambio

Questa precisazione, apparentemente ovvia, serve a determinare ‘quando’ si combatte e quando non, nel corso del match. L’atleta va condizionato a determinare e tenere sempre presente una ‘distanza di sicurezza’ dall’avversario, oltre l’ambito della quale può non esserci combattimento. Questa distanza va mantenuta sempre inalterata durante le fasi di non combattimento, pur nel corso del movimento sul ring di entrambi i contendenti. Se l’avversario si allontana cercando di aumentarla, il nostro atleta deve coprire la distanza mancante creata dall’avversario. Se l’avversario si avvicina cercando di chiuderla o ridurla, l’atleta considererà questa azione un invasione della distanza di sicurezza, attaccando possibilmente in anticipo, o, se decide in qual momento di non dare inizio allo scambio deve indietreggiare, o meglio, girare intorno, per mantenerla. In sintesi, l’atleta va condizionato a definire una circonferenza ‘di sicurezza’ intorno a se, una sorta di territorio invalicabile; con l’avversario al di fuori di essa può non esserci scambio di colpi; con l’avversario che accede all’interno di essa, il combattimento è inevitabile. Inoltre, il nostro atleta deve far in modo

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che l’avversario sia sempre perfettamente al limite della circonferenza, senza allontanarsi. Nel qual caso, l’atleta deve seguirlo. Il raggio della circonferenza di sicurezza è costituito più o meno dalla distanza di esecuzione di un circolare posteriore, ovvero poco più di due passi.

Determinazione a colpire

Il nostro atleta deve essere sistematicamente determinato a portare colpi in continuazione, ovvero, non solo attendere le occasioni procurategli dall’avversario, ma cercare di crearle e di sfruttarle. Il regolamento della low kick premia l’atleta che ha portato un numero di colpi totali maggiore, portati con determinazione, potenza ed equilibrio su di un bersaglio valido, l’atleta che è più attivo e combattivo, e che abbia un migliore stile e tecnica. E’ un regolamento che non premia atleti attendisti o che si muovono per la maggior parte dei round in zona corde, intorno all’avversario che li pressa. Inoltre il colpo deve essere portato con potenza, precisione e stile. Questa attitudine è frutto di un lavoro misto di ripetizioni continue aerobiche e dell’aumento progressivo della forza dell’arto, nonché della presa di coscienza di quanto e come tutto il corpo partecipi dinamicamente alla finalizzazione di ogni singola tecnica. La preparazione atletica rifinisce il tutto, restituendo un pronto recupero all’atleta dopo aver portato colpi al massimo della potenza.

Presenza e lucidità durante il match

Tra i criteri di giudizio finale per incontro terminato ai punti, oltre agli aspetti evidenziati sopra, c’è anche la valutazione della migliore tecnica difensiva. Per realizzare questo, l’atleta deve essere sempre attento e presente al match, e nel caso si presenta la necessità di difendersi, che andrebbe ridotta al minimo, deve comunque dimostrare di essere padrone della situazione e di avere sotto controllo gli attacchi degli avversari, schivando e parando. Il che presuppone la massima lucidità nel ‘vedere’ i colpi dell’avversario e di bloccarli, deviarli o mandarli a vuoto, cercando al più presto di aggiudicarsi più stabilmente possibile il centro ring e tornare all’attacco. Atteggiamenti di difesa passiva quali la chiusura di guardia continuata, o il rifugiarsi in chiusura tra le corde, sono da evitare o limitare al minimo, in quanto determinano progressivamente ed inderogabilmente la preferenza dei giudici per l’avversario.

Tenere il centro del ring

Oltre alla precisione ed all’efficacia, all’intensità ed alla velocità con cui le tecniche sono state portate a segno, la tenuta atletica, tra i criteri di giudizio finali in caso di parità, vi è anche la determinazione e l’iniziativa nel condurre l’incontro ovvero di tenere il centro del ring. Oltre ad un lavoro di condizionamento dell’atleta rispetto all’intenzione di mantenere un tale comportamento, nella sezione esercizi propedeutici c’è qualche lavoro specifico da allenare nelle sedute di allenamento.

Colpire il bersaglio con tecniche perpendicolari

Questo è un aspetto che viene spesso trascurato. Qualsiasi bersaglio deve essere colpito perpendicolarmente rispetto alla superficie di impatto, per avere la massima efficacia e per evitare incidenti e danni fisici a colui che porta il colpo,. Questo significa che l’atleta non solo va condizionato a colpire le parti lasciate scoperte dal proprio avversario, ma anche a colpirle

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con tecniche e traiettorie che permettano un impatto perpendicolare al piano di impatto. Alcuni esempi di danni correlati ad un impatto non perpendicolare al bersaglio:

-

contusioni da impatto con il gomito per calci circolari al viso ascendenti con angolo minimo rispetto alla linea frontale ;

-

danni all’articolazione del polso per ganci o montanti portati con angolazioni errate;

-

danni alla tibia o al piede per lo scontro con il ginocchio dell’avversario per low kick ascendenti con angolo troppo stretto rispetto alla linea verticale frontale;

-

danni alle falangi del piede per angolazione ascendente del calcio frontale frustato rispetto al piano verticale del tronco dell’avversario o per impatto ascendente con i gomiti posti a difesa;

Questi sono solo alcuni esempi. Nella sezione esercizi propedeutici, qualche sessione per condizionare il nostro atleta a portare i colpi perpendicolarmente al bersaglio.

Le combinazioni di tecniche

Stilo qui una serie di tecniche di braccia e di gambe, scegliendole tra quelle consentite dal regolamento. Sono tecniche semplici e basilari. Successivamente provo a metterle in combinazione secondo i criteri definito come ipotesi di impostazione. La loro combinazione, ovvero il susseguirsi predefinito delle tecniche base, dovrebbe divenire più efficace applicando questi criteri. Al fianco delle tecniche in lingua inglese inserisco degli acronimi o numeri per brevità descrittiva in seguito. Ovviamente l’esempio è costruito su di un atleta in guardia ortodossa, ovvero con il piede sinistro avanti.

Costruire un repertorio di combinazioni in base al lavoro di selezione per efficacia (del tecnico)

In base alla natura della preparazione del tecnico e del suo background, è consigliabile che il tecnico stesso, al di là del programma didattico e del repertorio tecnico fornito dalla FIKBMS, esprima la sua valutazione interpretativa del regolamento ring di low kick. Questo porterà il tecnico a stilare una lista di tecniche ritenute maggiormente efficaci, e con lo stesso ragionamento ad associarla a gruppi di due, tre e quattro combinazioni.

Quale criterio di scelta delle tecniche base per comporre poi delle combinazioni, utilizziamo la valutazione dei bersagli. Abbiamo, dall’alto verso il basso, i seguenti bersagli :

1) Viso laterale 1 lato 2) Viso frontale 3) Viso laterale 2 lato 4) Tronco laterale 1 lato 5) Tronco frontale 6) Tronco laterale 2 lato 7) Coscia lato 1 esterno 8) Coscia lato 2 esterno 9) Coscia lato 3 interno 10) Coscia lato 4 interno 11) Caviglia lato 1 esterno 12) Caviglia lato 2 esterno

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13) Caviglia lato 3 interno 14) Caviglia lato 4 interno

Da questa lista vediamo, inizialmente, che i bersagli possibili, da regolamento sono 14. Nella dizione ‘viso frontale’ vi è anche il colpire il viso dall’alto (con Axe kick ad esempio) o dal basso (con pugno montante o uppercut punch). Eliminiamo dalla selezione iniziale le tecniche di spazzata e sbilanciamento in quanto le consideriamo propedeutiche all’approccio alla combinazione, ovvero apertura stessa della combinazione. Se consideriamo, inoltre, che i due calci circolari bassi, ovvero portati alla coscia, possono essere utilizzati indifferentemente per colpire il lato esterno di una coscia ma anche l’interno dell’altra siamo ad otto tecniche minime per otto bersagli di massima. Stabiliamo che, dopo l’ultima tecnica della combinazione, inseriremo un calcio girato a scelta tra tre fondamentali (Back Hook Kick, Back side kick e Back Kick). In questo caso con due combinazioni da quattro tecniche, scelte a coprire tutti i bersagli, aperte da una tecnica di sbilanciamento e chiuse da un calcio girato, abbiamo una serie minima completa di colpi.

Questo esempio vuole dimostrare il metodo che è dietro alla scelta delle tecniche. Per maggiore precisione ed efficacia l’obiettivo successivo sarà raffinare i bersagli sui punti vitali più importanti quali la tempia, la punta del mento e del naso, la bocca dello stomaco, il fegato, l’innesto del muscolo quadricipite all’anca ed al ginocchio e così via.

Andiamo, a questo punto, alla scelta delle tecniche di base.

Braccia LSP - Left Straight Punch RSP - Right Straight Punch LHP - Left hook punch RUP - Right Uppercut Punch Gambe LMFK – Left Middle Front Kick RHK - Right High Kick RLK - Right Low Kick LMK – Left Middle Kick Tecniche aggiuntive RBHK – Right Back Hook Kick RBSK – Right Back Side Kick RBK – Right Back Kick LSL – Left Sweep Low RSL – Right Sweep Low LK – Low Kick (indicazione generica, da sviluppare in base alla prima e ultima tecnica della combinazione)

Proviamo a creare, da queste tecniche, quattro combinazioni di due tecniche più una classica conosciuta come “uno-due”, ovvero jab – diretto, ovvero, jab – right straight punch o cross punch.

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COMBINAZIONI BASE

[SL/LK] - LSP – RSP - [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] - LSP – RUP - [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] - LHP – RLK - [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] - LMK – RSP - [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] - LMFK – RHK - [BHK/BSK/BK/LK]

Dopo aver sviluppato il lavoro tecnico di assimilazione della dinamica esecutiva di ogni singola tecnica, prima di passare immediatamente alle combinazioni, oppure contemporaneamente a questo lavoro, portare l’atleta a tirare le singole tecniche. Questo lavoro può essere fatto al sacco per la forza, ai colpitori per la velocità, precisione e colpo d’occhio, a vuoto per il perfezionamento del gesto tecnico, il condizionamento e la memorizzazione, e in sparring in modalità aerobica, sollecitando tramite inviti lasciando scoperti i bersagli di ogni singola tecnica per qualche secondo, condizionando la tecnica necessaria in base alla situazione. Il colpo singolo, potente, pausato e ritmato è una vera e propria modalità di esecuzione di molti atleti pro di livello internazionale. Sviluppando una forza e velocità, quindi una potenza, vicina al loro massimale, conquistano la padronanza di eseguire colpi singoli sia nel momento in cui il bersaglio al tronco o al viso è scoperto, ma anche quando non lo è completamente, infliggendo comunque danni nonostante il lavoro di copertura degli avversari.

Importante : queste abbreviazioni [SL/ LK] e [BHK/ BSK/ BK/ LK] servono ad indicare che tutte le combinazioni possono partire con una tecnica di sbilanciamento o un low kick, e terminare con un calcio girato o un altro low kick. Le indicazioni saranno sempre inserite, ma in generale, tenderemo a condizionare l’atleta a partire con una tecnica di sbilanciamento o un low kick, e a chiudere, laddove possibile e nelle situazioni favorite, con un calcio girato o più spesso, di nuovo con un low kick.

LSP – RSP (pugni)

L’uno – due, per quanto banale, è la combinazione base che non può mancare nel bagaglio tecnico di un atleta non solo di low kick, ma anche nel full contact, K-1 Rules, di qualsiasi livello tecnico o di categoria o di serie. Sono infinite le possibilità di esecuzione della combinazione. Posso portare il sinistro a disturbo per poi colpire con il destro. Posso fintare il sinistro e poi eseguire il destro. Posso portare il sinistro allo sterno abbassandomi e poi salire velocemente scaricando il destro al viso approfittando della guardia abbassata dall’avversario per proteggersi dalla prima tecnica. Oppure fintare la prima tecnica dell’esempio precedente. Oppure portare con intenzione sia il primo che il secondo, ma portare il primo molto alto per obbligare l’avversario a chiudere la linea alta e scaricare in tal modo il secondo sullo sterno. E cosi via.

LSP – RUP (pugni)

Questa combinazione rispetta il criterio arti alternati, il criterio alto basso, il criterio diretto circolare. Il sinistro dritto andrà tirato con molta convinzione verso la parte alta della testa dell’avversario, ovvero la fronte, per costringerlo ad effettuare una parata bloccata o deviata,

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allontanando in questo modo un arto dal viso, oppure una chiusura frontale di guardia molto alta, lasciando spazio sulla linea frontale per piazzare la seconda tecnica di pugno. Il montante destro va tirato chiudendo completamente l’anca aperta dall’esecuzione del sinistro dritto e ruotando completamente le spalle favorendo la spalla destra avanti. Se la prima tecnica è stata portata bene allo scopo, il secondo colpo andrà agevolmente a segno al mento dell’avversario, ponendo serie basi per la chiusura del match. Le possibilità di andare a segno se il secondo colpo è portato al tronco frontale sono alte.

LHP – RLK (pugni - calci)

Questa combinazione rispetta il criterio alto basso, il criterio arti alternati, ma non quello diretto e circolare. Il gancio sarà largo, molto potente e provocatorio, per colpire direttamente ma anche per destabilizzare l’avversario, o anche per impedirgli di muoversi e circolare, al fine di piazzare la seconda tecnica. Il low kick destro andrà a scaricare, o a chiudere, tutta la potenza creata dalla rotazione delle spalle e delle anche, aperte dal gancio sinistro, colpendo con la tibia la parte esterna della coscia sinistra dell’avversario, o anche, effettuando una maggiore rotazione e portando il ginocchio all’interno della linea frontale verso la guardia opposta, colpendo la parte frontale della coscia avversa. Inutile specificare che riuscire a piazzare il colpo proprio sopra il ginocchio o all’inserzione del quadricipite nell’anca, può creare le condizioni per chiudere il match. Il gancio sinistro, a fronte di un avversario con una guardia molto alta che lascia scoperti i fianchi, può essere portato anche al tronco laterale. La differenza con la combinazione che parte con il gancio al viso sarà che la prima porta l’atleta a scendere verso il basso per calciare, la seconda a salire per liberare il low kick posteriore.

LMK – RSP (calci - pugni)

Questa combinazione rispetta il criterio alto basso, arti alternati e diretto circolare. Se ben portata è una combinazione molto efficace, riuscendo a piazzare il secondo colpo, ovvero il dritto posteriore al viso. Dopo aver pizzicato varie volte con il circolare sinistro medio il fianco o il braccio destro dell’avversario, l’atleta tenta di fargli credere di avere intenzione di continuare a tirare questa tecnica indefinitamente. Nella sicurezza che non ci sono tecniche a seguire l’avversario potrebbe prendere l’iniziativa, invece di effettuare la chiusura al corpo laterale classica, di effettuare una parata bloccata esterna con l’avambraccio destro lasciando scoperta la guardia al viso. Se, inoltre, è un atleta che adotta la guardia con il braccio sinistro più avanzato del destro rispetto alla linea del mento, a quel punto il viso sarà totalmente scoperto, momento ideale per piazzare un destro dritto al mento che ha buone probabilità di porre fine al match, ruotando le spalle, allineando il busto alla linea della coscia – gamba posteriore ben stesa e poggiata sull’avampiede e scaricando completamente la potenza che sale da terra fino nel pugno grazie alla rotazione. Anche la semplice esecuzione in velocità della combinazione ha ottime probabilità di piazzare la seconda tecnica. Il destro può anche essere portato incrociato se la linea di partenza dell’esecuzione è sfalsata sulla sinistra dell’avversario rispetto alla linea frontale. In questo modo il dritto destro può anche aggirare il braccio sinistro avversario arrivando al viso.

LMFK – RHK (calci)

Questa combinazione rispetta il criterio alto basso, diretto circolare e arti alternati. In questa combinazione la prima tecnica serve a preparare la situazione ideale per scaricare l’high kick destro alla massima potenza al viso dell’avversario. L’atleta utilizza il calcio frontale anteriore – push kick, ovvero focalizzando l’attenzione sul ginocchio ed alzandolo finchè l’avampiede non

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raggiunge l’altezza del bersaglio, mantenendo l’angolazione di coscia e gamba di +/- 90 gradi. Quindi abbassa il ginocchio perpendicolarmente spingendo l’avampiede sul piano orizzontale verso lo sterno o l’addome dell’avversario. La situazione ideale che si può presentare è quella che l’avversario tenti di effettuare una parata bassa con il braccio sinistro ad incrociare dall’interno all’esterno oppure a spinta verso il basso, lasciando scoperto il viso proprio dal lato sinistro per ricevere un potente high kick. Anche nel caso in cui dovesse solo effettuare una chiusura di guardia con il braccio sinistro spostandolo sulla linea frontale a copertura del tronco frontale, comunque lascerebbe parzialmente scoperta la linea esterna alta, riuscendo, pur con ottimi riflessi, solo a limitare i danni dell’high kick successivo. Anche in questo caso, una buona strategia è quella di pizzicare l’avversario sia con la prima che con la seconda tecnica portate singolarmente per prendere atto della sua reazione. Continuando ad insistere due o tre volte estemporaneamente nel corso degli scambi con la prima tecnica, il frontale anteriore, piazzare poi la combinazione all’improvviso ha ottime possibilità di successo.

Fino a qui abbiamo costruito un esempio di bagaglio tecnico per l’atleta costituito da otto (dieci) tecniche singole di braccia e gambe e cinque combinazioni.

COMBINAZIONI INVERSE

[SL/LK] RSP - LSP [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] RUP - LSP [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] RLK - LHP [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] RSP - LMK [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] RHK - LMFK [BHK/BSK/BK/LK]

Possiamo condizionare il nostro atleta a portare prima la seconda tecnica e poi la prima, e questo lavoro lo chiamiamo combinazioni inverse.

ARTI ALTERNATI

[SL/LK] LUP - RSP [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] LLK - RHP [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] LSP - RMK [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] RMFK - LHK [BHK/BSK/BK/LK]

Semplicemente invertiamo gli arti rispetto alla combinazione base. Ciò che eseguivamo con la sinistra lo eseguiamo con la destra. Lavoro degli arti alternati

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ARTI ALTERNATI INVERSI

[SL/LK] -RSP – LUP - [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] - RHP – LLK - [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] - RMK – LSP - [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] - LHK – RMFK - [BHK/BSK/BK/LK]

Anche qui, come per le combinazioni inverse sulle combinazioni base, invertiamo la prima tecnica con la seconda.

A questo punto abbiamo costruito un sistema abbastanza solido di combinazioni a due colpi (quattro se consideriamo l’eventuale tecnica di partenza e di chiusura) che rispecchiano i criteri che abbiamo considerato efficaci per combattere.

A questo punto possiamo implementare il lavoro unendo ogni singola combinazione con le successive rimanendo nell’ambito delle quattro categorie che abbiamo creato.

Nella tabella di esempio che segue abbiamo iniziato il lavoro solo sulla prima per dare un’indicazione. Il lavoro può tranquillamente essere sviluppato dal tecnico una volta compreso, e considerato valido, il meccanismo.

Le combinazioni possono essere portate fino ad un numero di 8-10 colpi ed oltre.

Del perché durante lo scambio possa verificarsi di colpire l’avversario con una tecnica più lunga, quale il diretto sinistro, e poi con il montante destro, tecnica più corta, e successivamente, prima il montante poi il diretto (arti alternati), quindi tecnica corta – lunga, lo vedremo nei paragrafi successivi con le distanze e gli spostamenti.

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TABELLA DI ESEMPIO DI COMBINAZIONI BASE

COMBINAZIONI BASE 4 TECNICHE CON 1° COMB.

[SL/LK] LSP – RSP [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

LSP - RSP -

LSP – RUP [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] LSP – RUP [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

LSP - RSP -

LHP – RLK [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] LHP – RLK [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

LSP - RSP -

LMK – RSP [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] LMK – RSP [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

LSP - RSP -

LMFK – RHK [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] LMFK – RHK [BHK/BSK/BK/LK]

COMBINAZIONI INVERSE

[SL/LK] RSP – LSP [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

RSP - LSP -

RUP – LSP [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] RUP – LSP [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

RSP - LSP -

RLK – LHP [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] RLK – LHP [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

RSP - LSP -

RSP – LMK [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] RSP – LMK [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

RSP - LSP -

RHK – LMFK [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK] RHK – LMFK [BHK/BSK/BK/LK]

ARTI ALTERNATI

[SL/LK]

LUP – RSP [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

LUP - RSP -

LLK – RHP [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK]

LLK – RHP [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

LUP - RSP -

LSP – RMK [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK]

LSP – RMK [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

LUP - RSP -

RMFK – LHK [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK]

RMFK – LHK [BHK/BSK/BK/LK]

ARTI ALTERNATI INVERSI

[SL/LK]

RSP – LUP [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

RSP - LUP -

RHP – LLK [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK]

RHP – LLK [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

RSP - LUP -

RMK – LSP [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK]

RMK – LSP [BHK/BSK/BK/LK] [SL/LK]

RSP - LUP -

LHK – RMFK [BHK/BSK/BK/LK]

[SL/LK]

LHK – RMFK [BHK/BSK/BK/LK]

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Costruire un repertorio di combinazioni valorizzando le propensioni dell’atleta

Nel caso precedente abbiamo sviluppato un sistema standard con degli esempi di tecniche base e combinazioni creato dal team o dalla società con lo scopo di cercare la massima efficacia. Adesso proviamo a partire direttamente dall'analisi dell'atleta stesso. Per il regolamento ring per poter effettuare il primo incontro di terza serie, ovvero il primo incontro federale di contatto pieno in assoluto, l’atleta deve essere tesserato in federazione da almeno dodici mesi. Dopo i mesi di allenamento tecnico proviamo a considerare le caratteristiche fisiche e le propensioni tecniche di ogni singolo fighter. Potremmo sviluppare il discorso anche in base al peso. L'atleta più pesante in genere può avere più facilmente il colpo risolutivo rispetto ad un atleta più leggero. Questo vuol dire anche che atleti di peso maggiore possono portare meno colpi con la massima potenza in combinazione, dando prevalenza in preparazione a quelli singoli o alle combinazioni di 2-4 colpi. Quelli leggeri hanno la necessità di continuare a colpire più incessantemente e ripetutamente, essendo più difficilmente in possesso di un colpo potente. Osserviamo il nostro atleta e valutiamo quale tecnica porta più agevolmente : -con il braccio sinistro -con il braccio destro -con la gamba sinistra -con la gamba destra sempre in considerazione dei bersagli permessi come nel paragrafo precedente. Una volta effettuata questa valutazione costruiamo una combinazione di questo tipo, basandoci sui colpi di cui sopra: braccio sinistro - braccio destro - gamba sinistra - gamba destra. Come sopra consideriamo la possibilità di inserire :

-

all'inizio della combinazione una tecnica di sbilanciamento allo scopo di distrarre e o di destabilizzare l'avversario che sia portata indifferentemente con la gamba sinistra o destra in base alle valutazioni che abbiamo già descritto sopra.

-

al termine della combinazione, sia che la combinazione termini con un calcio avanzato o posteriore, come vedremo più avanti, un calcio girato a scelta tra back hook kick, back side kick, back kick.

Ovviamente il tutto costituisce solo un esempio, nel senso che, davanti ad una evidente propensione dell'atleta ad un back axe kick, la scelta del coach cadrà evidentemente su questo calcio girato. La tecnica del braccio davanti potrebbe essere il diretto sinistro, che qui, come sopra indicheremo con LSP ovvero Left Straight Punch. La tecnica del baccio posteriore potrebbe essere il gancio destro, che qui indicheremo con RHP ovvero Right Hook Punch. La tecnica del calcio avanzato potrebbe essere un calcio frontale al corpo, che qui indicheremo con LMFK ovvero Left Middle Front Kick. La tecnica del calcio posteriore, visto che stiamo in argomento specialità Low Kick, potrebbe essere un Low Kick che qui indicheremo con RLK ovvero Right Low Kick.

Abbiamo iniziato a costruire la combinazione di esempio prendendo le quattro migliori tecniche per arto dell’atleta. Mettiamole ora in sequenza sinistro - destro, secondo il criterio che sopra abbiamo stabilito efficace per la rotazione continua delle spalle e del tronco e delle anche, che danno maggiore potenza dinamica al susseguirsi delle tecniche.

Left Straight Punch - Right Hook Punch - Left Middle Front Kick - Right Low Kick. Ovvero : [SL] - LSP - RHP - LMFK - RLK - [BHK/BSK/BK]

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La combinazione rispetta il criterio di sinistro destro, alto basso e una continua alternanza di affondi frontali e circolari.

Analizzando la combinazione sinteticamente vediamo che l'avversario riceve un dritto sinistro e si chiude in chiusura frontale, ovvero chiude entrambe le braccia frontalmente; in tal caso potrebbe facilmente riceve il gancio destro che gira intorno all'avambraccio entrando a bersaglio; nel caso effettuasse parata deviata con la mano destra comunque allontanerebbe un guanto a chiusura del viso e potrebbe ricevere il gancio sopratutto se incrociato; se effettua una schivata all'esterno (sul suo lato destro) si ritroverebbe a ritornare in posizione giusto in contrapposizione alla direzione del gancio; dovrebbe essere capace di prolungare il gioco sul tronco ed effettuare una flessotorsione per passare sotto al pugno destro. In tutti i casi l'azione finora si è svolta sulla linea alta; l'arrivo del calcio frontale in linea media dovrebbe sorprenderlo con le braccia impegnate in linea alta ed è facile che possa subirlo; se ha la prontezza di deviarlo correttamente con la parata bassa sinitra (incrociata) verso l'esterno comunque effettuerebbe una rotazione dell'anca esponendo e facendo perno sulla gamba sinistra che sarebbe esposta al calcio circolare basso destro, non avendo materialmente il tempo di alzarla in chiusura di low kick. E’ molto probabile che almeno una delle tecniche arrivi a bersaglio.

Questa combinazione con qualche piccolo accorgimento può trasformarsi in più combinazioni diverse mantenendo criteri ed efficacia. Ad esempio, sempre valutando il nostro atleta, si potrebbe cambiare solo l'altezza di qualche colpo per avere un'altra combinazione altrettanto efficace. Il dritto al viso potrebbe essere portato al corpo, o essere solo fintato, per poi proseguire con la combinazione degli altri tre colpi. L'avversario potrebbe reagire al colpo ed abbassare la guardia.

Le altezze del gancio e del frontale potrebbero invertirsi. Dopo il dritto al viso, il gancio posteriore al corpo o va a bersaglio, oppure obbliga l'avversario a chiudere al fianco. Il frontale al viso troverebbe una linea di penetrazione molto più facilmente.

Per finire, il low kick posteriore potrebbe trasformarsi in high kick. Dopo un frontale ben affondato e che distragga seriamente l'avversario dalla linea alta, piazzare un circolare destro con il massimo della potenza potrebbe avere esiti definitivi, anche se l'avversario tentasse una difesa. L'avversario, dopo aver ricevuto due o tre volte la stessa combinazione, sull'ultima tecnica va automaticamente a chiudere sul low kick che si aspetta, vista la ripetitività. Se all'improvviso l'ultima tecnica diventa un high kick, l'avversario potrebbe riceverlo in pieno, non essendosi curato di coprirsi al viso. Potrebbe essere la chiusura dell'incontro.

E' necessario valutare che l'incontro è anche un continuo studio, ed è difficile andare a segno sempre con gli stessi colpi dopo i primi attacchi. L'effetto sorpresa termina e l'avversario prende le misure. Invece, con piccole variazioni, l'atleta, comunque condizionato sui meccanismi rodati, può continuare a piazzare i colpi. Questo lavoro, oltre a portare punti sui tabellini dei giudici, infonde una progressiva perdita di sicurezza nell’avversario.

Tutto questo discorso può essere reso ulteriormente efficace lavorando sulla differente esecuzione delle tecniche propria di ogni singola scuola. Ad esempio, un frontale frustato caricamento di tallone alla natica, potrebbe velocizzare di molto l'esecuzione del secondo calcio

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(terza tecnica della combinazione). Oppure il frontale potrebbe diventare il ginocchio di slancio verso l'alto per eseguire il circolare saltando (jumping high kick). Oppure la quarta tecnica potrebbe essere eseguita in modalità brazilian kick, dando l’impulso all'avversario di un secondo front kick che invece giri all'improvviso circolarmente al viso. Pur considerando solo questa combinazione base di quattro tecniche, vediamo quante sono le possibilità esecutive che, con piccole variazioni, la rendono diversificata ed imprevedibile per gli avversari.

Riprendiamo la nostra combinazione iniziale e diamole dei numeri per semplificazione di trattazione successiva: 0.SL - 1.LSP - 2.RHP - 3.LMFK - 4.RLK - 5.BHK/BSK/BK

Condizioniamo il nostro atleta sulle progressioni qui di seguito : - [0]1234[5] (la combinazione base) - [0]2341[5] iniziando dal gancio posteriore e terminando con il dritto sinistro - [0]3412[5] iniziando dal frontale avanzato e terminando con il gancio destro - [0]4123[5] iniziando da low kick posteriore e terminando con il frontale avanzato

Lo [0] ed il [5] sono opzionali e possiamo alternare le sedute di condizionamento sia solo con la combinazione base che iniziando con la sweep low (spazzata bassa) o terminando con il calcio girato oppure entrambi insieme. Fondamentale risulta condizionare l'atleta a sviluppare la veloce valutazione del quando e del se proseguire con la combinazione. Le quattro tecniche possono divenire due, o tre o una, perche l'avversario anticipa o contrattacca, perchè non c'è piu la distanza e l'occasione, o per qualsiasi altro motivo. In palestra, gli atleti cui viene dato un esercizio in combinazione o anche delle tecniche singole, eseguono spesso acriticamente in modalità automatica. E' invece fondamentale trasferire e far sperimentare subito, che il dato esercizio va eseguito se, quando e fin quando ne sussistono le circostanze favorevoli. In caso contrario, ci si ferma, ci si chiude e si ricomincia a lavorare. Molti atleti durante il match incassano gratuitamente colpi durissimi perchè non sono stati preparati su questo aspetto della continua valutazione del contesto e dell’applicabilità, e il loro scambio sul ring è dissociato dal contesto applicativo.

Scalare la tecnica iniziale della combinazione, come abbiamo visto qui sopra, in allenamento, condiziona l'atleta alla sequenza delle tecniche in serie, incluse piccole variazioni, legate al lavoro del colpo d'occhio sui bersagli che vanno a scoprirsi momento per momento durante lo scambio. Es. Incrociando di gancio destro un jab dell'avversario (colpo di anticipo), il nostro atleta prosegue automaticamente con front kick sinistro, low kick destro, jab sinistro e così via, fin quando ci sarà la possibilità di proseguire con la scarica di colpi.

Prendiamo poi la nostra combinazione di esempio ed eseguiamola all'inverso ovvero : [0]4321[5] e anche su questo ruotiamo il colpo di inizio e di fine delle della combinazione come sopra in senso inverso: [0]3214[5] [0]2143[5] [0]1432[5] [0]4321[5]

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In questo modo il nostro atleta dopo un frontale sinistro automaticamente porterà il low kick destro ma anche un gancio destro. Se sarà ben addestrato ai riflessi ed al colpo d'occhio la scelta non sarà casuale ma condizionata all'occasione più favorevole in base alla distanza, alla situazione di copertura dell'avversario e a tutte le valutazioni del caso, nella frazione di secondo che lo scambio concede durante un match.

Al termine di questo paragrafo è il caso di fare un piccolo riassunto semplificativo. Abbiamo visto come un tecnico di low kick può definire una serie di tecniche base legate alla tradizione ed alla provenienza del background dei tecnici. In base ad esse può costruire un semplice sistema di accoppiamento di tecniche in base a dei criteri ritenuti di efficacia particolare. Accorpando ad hoc le serie base di colpi, può dotare i propri atleti di combinazioni di colpi per combattere un match di low kick dopo averne valutato la reale efficacia esecutiva in base al regolamento, che definisce la specialità specifica. Oltre a questo sistema, può aggiungere ai propri programmi una serie di tecniche combinate che parta dalla valutazione delle caratteristiche di ogni singolo atleta, costruendo su di esso un sistema coerente e mettendo in risalto i suoi punti di forza. Un ulteriore passo può essere quello di fondere i due metodi in modo sistematico o occasionale in base a successive valutazioni estemporanee.

La caratteristica fondamentale della low kick, consiste nel saper miscelare la tecnica ‘chiave’ della disciplina stessa, ovvero il calcio circolare basso alla coscia, con tutte le altre, nell’ambito dell’intero profilo dell’atleta, ovvero nel suo stile globale di combattimento. Per la natura stessa e per l’idea fondatrice basilare di ogni regolamento di combattimento interstile, ogni atleta proveniente da qualsiasi arte marziale o sport da combattimento, può cimentarsi nella low kick. In sintesi, si può anche trascurare la preparazione e l’addestramento del low kick, ma, anche per i motivi che ho indicato nel paragrafo della ‘difesa’, potrebbe trovarsi in serie difficoltà di fronte ad un atleta invece preparato sulle dinamiche di questo calcio specifico, e di tutte le strategie ad esso correlate di attacco e di difesa.

Due o più colpi con lo stesso arto

All’interno di questo lavoro non abbiamo trovato combinazioni che contengono colpi almeno doppi con lo stesso arto, né colpi almeno doppi con lo stesso lato (es. braccio sinistro – gamba sinistra). In realtà, questo discorso riguarda solo i colpi doppiati di pugno perché innumerevoli calci possono essere portati con la stessa gamba senza poggiare il piede a terra. Una volta colpito di calcio, ritirando l’arto si può assumere direttamente la nuova posizione di caricamento per il colpo successivo. Questo discorso non è similare per i pugni. Perché una volta che il colpo è stato scaricato e la spalla è avanzata, un eventuale colpo successivo con lo stesso braccio sarebbe evidentemente meno potente in quanto legato alla sola forza muscolare dell’arto. E’ necessario comunque ricaricare la spalla, avanzando l’opposta e arretrando quella interessata. A questo punto vale la pena allenare le combinazioni a braccia alternate, criterio che abbiamo scelto in partenza, e, saltuariamente, in fase di esecuzione, semplicemente fintare o eseguire solo la rotazione con la spalla, il colpo con la spalla opposta. In questo senso, nelle combinazioni suggerite, ma in generale in tutte le combinazioni che si possono implementare un volta fissato un metodo e dei criteri, questi colpi sono già direttamente (per i pugni) e indirettamente (per le gambe) contenuti.

Per un esempio sui pugni prendiamo le due combinazioni che già abbiamo visto :

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1. diretto sinistro – diretto destro 2. gancio sinistro – low kick destro

Dopo aver allenato bene l’esecuzione di entrambe le combinazioni ed averle abbinate, possiamo eseguire : diretto sinistro viso – rotazione spalla destra e ricarica (oppure anche con finta di diretto destro) – gancio sinistro tronco laterale – low kick destro Abbiamo comunque una combinazione con i primi due pugni eseguiti con lo spesso braccio.

Per un esempio sui calci prendiamo la combinazione già vista : diretto destro – middle kick sinistro Una volta eseguito il middle kick sinistro, ricaricando l’arto, posso eseguire altri calci. Oppure posso eseguirli prima e chiudere con il middle kick sinistro. Facciamo solo uno dei possibili innumerevoli esempi ricordando sempre i criteri che abbiamo dati per validi (alto – basso, circolare – diretto) Diretto destro – low kick sinistro – middle kick sinistro stessa gamba; Diretto destro – middle kick sinistro – high kick sinistro stessa gamba; Diretto destro – middle kick sinistro – Axe kick sinistro stessa gamba;

Ho inserito questo discorso per completezza di trattazione, ma i calci doppiati nella low kick sono introducibili sono con atleti molto dotati di mobilità articolare. Eseguire due o più calci con la stessa gamba equivale a fermarsi sul piede d’appoggio, azzerare la mobilità, diminuire la difesa. Se il risultato copre il rischio allora vale la pena. I pugni doppiati possono essere utilizzati con successo. La preparazione deve avvenire comunque su di una combinazione a tre tecniche (es. sinistro – destro – sinistro) per poi ridurre o eliminare l’esecuzione della dell’arto opposto (in questo caso la destra) ma non la rotazione della spalla.

Due o più colpi con arti stesso lato

L’esecuzione di due tecniche con arti diversi dello stesso lato ha una dinamica diversa. Se è vero che, dopo un colpo di pugno portato con il sinistro, nel ritorno l’arretramento della spalla favorisce la rotazione di tutto il busto e quindi anche dell’anca favorendo e potenziando l’esecuzione del calcio, anche l’esecuzione di un pugno destro prima di un calcio destro, o viceversa ad esempio, permette di contribuire alla forza del colpo successivo. Anche se in maniera diversa. Il movimento è di contro torsione delle spalle rispetto all’anca per i calci e viceversa per i pugni. Anche questo tipo di esecuzione e di combinazioni sono già implicitamente inserite quando stiliamo una lista di combinazioni efficaci secondo i criteri arti alternati / alto basso / diretoto – circolare. Vediamo qualche esempio. La combinazione già utilizzata nel paragrafo precedente oltre che presente nella lista delle combinazioni suggerite: Gancio sinistro – low kick destro (sinistro/destro – alto/basso –circolare/circolare) Dopo aver allenato la combinazione possiamo ulteriormente inserire : Gancio sinistro – middle front kick sinistro – low kick destro (sinistro/ sinistro/ destro – alto/medio/basso – circolare/diretto/circolare) Oppure ancora :

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Gancio sinistro – diretto destro tronco – low kick destro (sinistro/ destro/ destro – alto/medio/basso – circolare/diretto/circolare) Ultimo esempio inserendo due colpi a sinistra e due a destra : gancio sinistro – middle front kick sinistro – diretto destro viso – low kick destro (sinistro/sinistro/destro/destro – alto/medio/alto/basso – circolare/diretto/diretto/circolare)

Il ‘low kick’ Il calcio circolare alla coscia è la peculiarità che differenzia la low kick dal full contact. Apparentemente la differenza è minima. In realtà la possibilità di colpire ed essere colpiti alla coscia crea un'altra linea di attacco/ difesa che destabilizza e ridefinisce tutta la dinamica del combattimento rispetto al full contact. Il low kick è una tecnica micidiale, capace di apportare indolenzimenti e contusioni che vanno oltre alla durata dell’incontro a chi lo riceve. Particolare attenzione deve essere adottata anche da chi lo esegue, in quanto non sono rare le fratture di varia tipologia alla tibia, specialmente della zona terminale della cresta tibiale, per il contatto con il ginocchio in fase difensiva. Questa evenienza è occorsa soprattutto ad atleti pro di livello internazionale, non protetti da protezioni, come previsto da regolamento. Sia per gli atleti che provengono da altre arte marziali o sport da combattimento che non prevedono il low kick, sia per gli stessi atleti che iniziano il loro percorso direttamente in questa disciplina, è importante condizionare l’utilizzo di questo calcio, anche perché le gambe sono, generalmente, un bersaglio in continuo movimento, non facile da colpire come il bersaglio grosso del tronco. Nel regolamento di low kick c’è la regola dei sei calci per round. Il low kick permette di rispettarla senza perdere troppo fiato in quanto è un calcio in cui l’arto non deve essere alzato eccessivamente. Le modalità di esecuzione del low kick, pure se si tratta di un calcio circolare, ovvero roundhouse kick, possono essere diverse. Di seguito qualche piccolo suggerimento sia in esecuzione che in ricezione di questo calcio. (Esempi con entrambi gli atleti in guardia sinistra) In fase di attacco :

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testare sempre prima la reazione dell’avversario accennando in velocità il low kick come tecnica singola quasi ‘telefonata’ o preavvertita in modo da favorire la reazione. In questo modo daremo possibilità all’avversario di dimostrarci il suo automatismo difensivo rispetto a questo tipo di sollecitazione. Attenzione all’eventuale anticipo in linea alta e mantenere alta e attiva la guardia.

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Se la difesa dell’avversario consiste nell’alzare di pochi centimetri il piede da terra, o semplicemente porre il ginocchio verso l’esterno, cambiamo l’angolazione del calcio rendendolo discendente. Se l’avversario non ha automatismi alternativi, tutti i successivi attacchi di low kick andranno a bersaglio.

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Se l’avversario reagisce al low kick posteriore alzando il ginocchio anteriore verso l’esterno all’altezza dell’anca o oltre, cambiamo traiettoria del calcio spostandoci leggermente verso la nostra sinistra e rendendolo più allineato rispetto al piano frontale. L’avversario riceverà comunque il colpo sulla sua tibia ammortizzando il nostro low kick, ma la compressione violenta gamba-coscia potrebbe alla lunga o subito portare qualche fastidio al ginocchio a causa della continua flessione improvvisa. Ne risentirebbe in mobilità o quanto meno non sarebbe più facilmente propenso a ripetere lo stesso gesto difensivo che gli ha procurato

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fastidio. Se non ha alternative automatizzate potrebbe iniziare a subire tutti i low kick successivi.

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Far precedere al low kick una tecnica di braccia al viso, o allungare il jab sinistro al viso, senza scoprirsi per troppo tempo. L’avversario avrebbe la visuale coperta e difficilmente vede il low kick successivo. Diversificare sempre, anche in questo caso, il colpo all’esterno ed all’interno della coscia, per rendere meno prevedibile l’attacco.

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Dopo averne testato la reazione, insistere spesso con il low kick avanzato all’interno della coscia avanzata dell’avversario. Questo potrebbe spingerlo a chiudere automaticamente la difesa all’interno. Poi, fintando quello anteriore, portare a sorpresa il low kick posteriore all’esterno della coscia. Ricominciare. Se l’avversario crede sia solo una preparazione del low kick posteriore, incassa il low kick anteriore. Se intercetta il low kick anteriore, incassa quello posteriore.

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Portare sempre il low kick con l’arto sciolto. E’ una tecnica di interdizione, di preparazione e di studio. Finchè non si creano le condizioni ideali, evitare di scaricarlo con sicurezza e con tutta la potenza proprio per evitare infortuni.

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Evitare di portare il low kick se l’arto da colpire non è sulla linea frontale d’attacco o più alla nostra sinistra per i low kick posteriori, o più alla nostra destra per i low kick anteriori. In questo modo la tecnica, anche se va a bersaglio, non scarica tutta la potenza in quanto non ha ancora chiuso la traiettoria. Inoltre in fase di ‘salita’ i danni alla tibia, in caso di scontro con il ginocchio, sono maggiori, in quanto l’osso impatta la tibia più perpendicolarmente se il colpo è eccessivamente ‘tagliato’ rispetto alla linea frontale. Diversamente utilizzare quello discendente.

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Se incontriamo un avversario che tiene costantemente il peso sul piede posteriore sollevando ritmicamente quello anteriore da terra, evitiamo di portare il low kick posteriore all’esterno della coscia avanzata. Insistiamo con il low kick anteriore sull’esterno della gamba d’appoggio o sull’interno di quella avanzata. Scegliamo bene il tempo per il low kick posteriore, possibilmente quando l’avversario poggia il piede al tappeto per riprendere slancio ed equilibrio. Attenzione all’anticipo di calcio avanzato, spesso un front kick anteriore o un middle kick ripetuto due o tre volte.

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Alleniamo bene il low kick posteriore alla traiettoria orizzontale e parallela al tappeto. Quello avanzato può essere più ascendente in quanto più diretto. Il piede avanzato si trova molto più vicino all’interno della coscia avanzata dell’avversario.

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Tiriamo decisamente e con potenza il low kick posteriore sull’esterno della coscia scegliendo bene il tempo di quando l’avversario sposta completamente tutto il peso sulla gamba avanzata. Gli risulta impossibile, se preso in controtempo, alzare l’arto, spostarlo o riposizionarlo. Questa situazione si presenta quando un avversario tira spesso colpi di pugno destro (posteriore), per esempio il diretto. Dopo averlo studiato, eseguire come descritto sopra, d’anticipo o contemporaneo, coprendoci o schivando contemporaneamente il suo colpo.

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Se l’avversario alza spesso il ginocchio sinistro in fase difensiva, anche oltre la linea della vita, portiamo un low kick posteriore o anteriore (su scivolata lunga) più profondo e con traiettoria molto circolare che vada oltre il bersaglio, tale da riuscire ad incrociare l’interno della coscia posteriore. L’avversario subisce il low kick all’interno della coscia di appoggio contratta, e facilmente cade al tappeto.

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Automatizzare un caricamento unico per il roundhouse su tutti e tre i livelli, possibilmente ad altezza media. Per l’avversario questo tipo di azione è destabilizzante in quanto non può mai intuire il calcio circolare a che altezza sarà portato ad ogni azione. Se a questo atteggiamento associamo anche uno schema ripetitivo cambiandolo poi randomicamente, possiamo riuscire a portare a bersaglio low kick ben caricati, e volendo anche letali high kicks.

In fase di difesa: -

Avere una posizione dei piedi più accorciata e più frontale aiuta sicuramente ad offrire meno superficie e più distanza ai low kick dell’avversario.

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Portare i colpi in semispostamento avanti e ritirare subito il piede ritornando nella stance iniziale, offre meno possibilità di essere vittima di un potente low kick. Per quello che abbiamo visto, diversificare sempre gli scambi evita che l’avversario possa prenderci le misure e colpirci proprio quando siamo in affondo e proprio quando il muscolo quadricipite è contratto, procurandoci il massimo del danno.

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Evitare di alzare il ginocchio al di sotto della linea della vita. Scontrarsi con la tibia dell’avversario, anche se teoricamente procura più danni all’altro, potrebbe procurarne anche a noi, specialmente se la tibiata arriva al punto di riunione dei crociati, giusto al di sotto del ginocchio.

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Esercitarsi sull’automatismo di tirare i calci frontali con la gamba anteriore se riceviamo un low kick posteriore dell’avversario e l’high kick avanzato se riceviamo un low kick avanzato all’interno della nostra coscia. Anche se non portiamo sempre a termine l’azione riceveremo meno danno dal colpo ricevuto.

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Nel caso di chiusura su low kick portando il ginocchio all’altezza della vita, non rilasciamo completamente la tensione della gamba sulla coscia, né blocchiamo completamente il colpo contraendo eccessivamente tutta la parte. Un colpo violento può farci avere risentimenti al ginocchio in entrambi i casi, per compressione quindi allungamento, e per contrazione quindi contrattura. Assorbire significa accompagnare la gamba sulla nostra coscia in un movimento di ricezione guidato ammortizzato, non completamente passivo né duro.

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Anche riuscire a spostare di pochi centimetri la gamba oltre il punto di impatto del low kick ci garantisce di non ricevere tutta la potenza del colpo. L’importante è evitare che il punto di impatto coincida con il punto di espressione di massima potenza del colpo. Anche spostamenti di pochi centimetri verso l’esterno o verso l’interno sono positivi. Questo discorso non vale per i calci circolari portati a gamba tesa dall’esterno all’interno o viceversa con la rotazione dell’anca. Il massimo impatto di questo calcio non è un punto specifico ma una linea.

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Direzionare il ginocchio all’esterno o all’interno senza variarne l’altezza, rende il low kick dell’avversario non più perpendicolare alla superficie di impatto, facendolo ‘scivolare’ verso l’alto e ammortizzando parzialmente il colpo.

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Spesso in fase di esecuzione di low kick, ma dei calci circolari in generale, gli avversari possono curare poco la difesa. Non è raro che il braccio corrispondente al calcio sia lanciato all’indietro e l’altro proiettato in avanti. Automatizzare in palestra tutte le tecniche di anticipo, quali il diretto posteriore, l’high kick avanzato e posteriore, il gancio largo sinistro avanzato. Da una intenzione di attacco ai nostri danni possiamo volgere l’incontro a nostro favore.

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Con un avversario che utilizza molto il low kick muoversi molto il linea laterale e avanti ed indietro. I colpi di rimessa, se portati subito dopo aver mandato a vuoto un low kick, possono avere esiti devastanti a nostro favore.

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Allenare molto il passo indietro-passo avanti, spostamento indietro-avanti e lo swich, molto utili per evadere il low kick. Colpi di pugno sincronizzate agli spostamenti di piede possono andare facilmente a segno mentre l’avversario ci attacca di low kick.

La difesa

La difesa è tanto importante quanto l’attacco. La progressione di acquisizione delle tecniche di difesa dell’atleta deve andare di pari passo di pari passo con l’acquisizione delle tecniche di attacco.

Pugni su pugni

Non è più molto sfruttata, ma se ben allenata può risultare molto efficace. Si tratta di contrastare i pugni con i pugni. Questo può avvenire tra diretti, diretti e ganci per deviare i dritti, montanti e dritti, per deviare verso l’alto i dritti, e cosi via. Questo discorso è parzialmente legato alle tempistiche dell’anticipo, in cui troviamo gli incroci o i counter punches. Il vantaggio di questa tecnica è che portando in avanti una spalla e girando l’anca per effettuare il pugno – parata, abbiamo automaticamente caricato l’altro lato per portare il colpo. Quindi con una semplice rotazione possiamo fermare l’azione dell’avversario e dare inizio ad una nostra azione d’attacco.

Schivate

Le schivate sono molto utilizzate nel pugilato, ma nel pugilato non ci sono i calci. Un addestramento sulle schivate è molto importante, ma la schivata va utilizzata nella low kick soprattutto quando, a causa di uno scambio, ci ritroviamo con una o ambedue le braccia abbassate e l’ultima possibilità è la torsione o la flessotorsione del busto, nel tentativo immediato di recuperare la guardia al più presto. Le schivate meno pericolose, o che ci espongono meno alla possibilità di essere colpiti da un calcio, sono quelle in torsione, ovvero quelle che effettuiamo esponendo la spalla sui colpi dritti dell’avversario. Poi la schivata in basso flettendo le ginocchia per evitare i ganci, ma avendo cura di non scendere oltre la linea delle spalle dell’avversario proprio per evitare di portarci nella linea media dei calci. Lo stesso movimento può essere effettuato in flessotorsione, ma sempre piegando le ginocchia. Risulta spesso decisiva la schivata all’indietro, ovvero portare il busto e la testa all’indietro solo il necessario per non ricevere il colpo. L’importante è che il gesto non sia troppo ampio e che il mento rimanga più possibile a copertura della gola. Da evitare comunque di abbassare eccessivamente la testa o di portarla troppo fuori linea verticale rispetto al busto, in basso o in avanti. I punti chiave di una corretta schivata sono: l’intraprendere l’azione più tardi possibile, proprio quando il colpo sta arrivando; questo evita che l’avversario porti direttamente il colpo verso il nuovo riposizionamento del viso avendo effettuato la schivata troppo in anticipo,. oppure che devii il colpo stesso avendo intuito la nostra azione. Muoversi solo lo stretto necessario dalla posizione iniziale, giusto per non essere colpiti. E’ inutile allontanarsi eccessivamente, anche perché difficilmente i colpi dell’avversario sono singoli e il nuovo riposizionamento del viso può

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metterci in difficoltà di movimento a causa del gesto eccessivo. Elemento di maggior efficacia e sicurezza risulta l’abbinare le schivate con gli spostamenti. Altro elemento fondamentale è allenarsi sempre a schivare sul lato cieco della guardia dell’avversario, per tentare di evitare di subire la seconda tecnica.

Riassunto sulle principali schivate:

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Schivata indietro

-

Schivata laterale -

Schivata avanti laterale -

Schivata bassa -

Schivata bassa in flessotorsione

Parate

Laddove non riusciamo a spostarci e ad evitare completamente il colpo dell’avversario, è necessario e fondamentale utilizzare le parate, soprattutto in difesa del viso. Il corpo può essere più facilmente coperto dai gomiti quindi dalle chiusure, oltre al fatto che l’esercizio fisico specifico ne rafforza i muscoli per contrastare i colpi. Il viso, frontale e laterale, non ha muscoli a difesa e possiede parecchi punti deboli in più che possono causare la fine dell’incontro, indipendentemente dalla nostra volontà. Le parate più importanti sono le parate bloccate e deviate, che presuppongono un corretto timing, ovvero scelta di tempo rispetto al colpo che arriva, per avere successo. Come i pugni sui pugni, se addestriamo il nostro atleta ad accompagnare, laddove è praticabile, la parata con il movimento d’anca e di spalle, lo mettiamo in condizioni di portare subito uno o più colpi di risposta partendo dall’arto opposto. Altra parata importante è la parata alta laterale, da effettuare con l’avambraccio contro i calci di traiettoria circolare. Portando il gomito all’altezza della spalla riusciamo ad intercettare il calcio nella fase finale della sua fase di carico, prima che si ‘chiuda’ e scarichi tutta la sua massima potenza. E’ una valida alternativa alla chiusura laterale, utile allo stesso scopo, ma che sporta ad assorbire egualmente parte o tutta la potenza del colpo. La parata al mento è soprattutto utilizzata per contrastare il montante, il pugno in linea verticale dal basso verso l’alto. Per essere efficace il gomito dell’arto che la esegue deve essere tenuto vicino al corpo e la chiave per il successo dell’azione è, anche in questo caso, la scelta di tempo. La parata alta frontale contrasta gli axe kick al viso o al petto; è importante intercettare il calcio prima che scenda, il che si ottiene avanzando, tenendo il gomito in linea verticale almeno con la spalla, per scaricare il peso a terra, e l’avambraccio quarantacinque gradi verso l’alto, per far scivolare fuori il calcio o bloccarlo. C’è la possibilità di contrattaccare l’avversario prima che riesca a ritirarsi la gamba. Qualsiasi altra azione causa il ricevere il calcio insieme al nostro braccio giusto in viso. La parata bassa interna esterna e quella a spinta possono deviare calci il linea diretta, come il calcio frontale e laterale al corpo (front kick e side kick nel regolamento). Tutte le parate deviate devono chiudere la guardia dell’avversario per evitare che prosegua nell’attacco quindi effettuate con l’arto dello stesso lato dell’attacco (es. calcio frontale destro al corpo deve essere deviato alla nostra destra con la parata bassa interna esterna effettuata dal nostro braccio destro). Le parate bloccate devono essere effettuate con l’arto a specchio per evitare che l’avversario prosegua l’attacco trovandoci senza difesa (es il diretto sinistro deve essere bloccato davanti al mento con il nostro guantone destro. Se l’avversario prosegue l’azione trova il guantone sinistro a protezione del lato sinistro. Se il

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colpo è più lungo e sfugge al blocco viene automaticamente deviato fuori bersaglio verso l’esterno).

Riassunto delle principali parate:

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Parata alta bloccata

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Parata bloccata al mento

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Parata alta deviata

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Parata alta laterale -

Parata alta frontale -

Parata media bloccata -

Parata media deviata -

Parata bassa deviata -

Parata bassa a spinta

Difesa alta con gli avambracci

Questa tecnica difensiva non può essere utilizzata in modalità standard. Come le chiusure, la difesa con gli avambracci ci risulta utile in momenti in cui abbiamo perso lucidità e controllo dell’avversario e del match. Funziona soprattutto il linea alta ed è utilizzabile per proteggerci soprattutto dai pugni ganci e dritti, ma anche dai pericolosi high kicks. Deve comunque essere una difesa attiva, in quanto se il colpo è molto forte, potrebbe causarci danni all’articolazione della spalla, in quanto il braccio è una leva che scarica il colpo, o direttamente all’articolazione del gomito per causa di traumi contusivi diretti. E’ una tecnica abbinabile al lavoro di disturbo del jab e al ritorno di colpi di braccia per difenderci dalla rimessa dell’avversario. Va comunque considerato che la posizione perfetta per i gomiti è sempre la difesa del tronco frontale e laterale.

L’esecuzione della tecnica consiste nel frapporre l’esterno o la parte inferiore della parte dell’avambraccio vicina al gomito tra il colpo che stiamo per ricevere (pugni dritti o ganci) e il nostro viso frontale o laterale (mento, mandibola).

La parata alta laterale, ad esempio, può essere considerata una difesa alta con avambraccio.

Chiusure

Le chiusure costituiscono l’ultimo baluardo, quando non solo non siamo stati capaci di intuire il colpo, ma è anche partito senza che lo vedessimo. Ci evitano di prendere in pieno il colpo. La chiusura come unico strumento di difesa fa in modo che il combattimento si svolga su di una dinamica fissa -chiusura su attacco – rimessa-, laddove alcuni atleti non siano preparati bene sull’anticipo. Esponiamo comunque il nostro atleta a danni fisici da recuperare, inutili se si lavora bene in modo globale su tutti gli aspetti della difesa. L’altro aspetto sconveniente delle chiusure come unico mezzo di difesa, è il minore punteggio in caso di incontro finito in parità. “L'atleta deve mostrare la chiara e ferma intenzione di parare il colpo (difesa attiva) e non rifugiarsi in una difesa passiva.”. Un altro aspetto da tenere in considerazione è che la chiusura evita il contatto diretto del

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colpo dell’avversario con il nostro corpo, ma ne trasferisce comunque la forza cinetica, seppur diffusa. Sono molto utili quando ci accorgiamo del colpo che arriva solo all’ultimo momento, e di riflesso frapponiamo l’arto tra il colpo ed il bersaglio. Sono sicuramente la difesa più appropriata sul corpo a corpo, in cui il fighter ha a disposizione una rosa di tecniche limitate, ovvero il gancio e montante; chi ha un ottima mobilità articolare può portare un crescent kick o un roundhouse semicircolare, comunque allontanandosi un minimo necessario. Ciò dimostra che affrontare un match dotati delle chiusure come unica tecnica difensiva, permette all’avversario di accorciare subito le distanze, passando dalla distanza di calcio a quella di pugno. Le potremmo definire “difesa corta”. Vediamo nel dettaglio le più importanti chiusure:

Chiusura di guardia frontale

Chiusura al mento frontale

Chiusura alla testa laterale

Chiusura al fianco

Chiusura al corpo frontale

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Chiusura di guardia frontale: è la tecnica di difesa più diffusa tra le chiusure. Nell’immediato, effettivamente può evitare di subire una scarica di pugni dall’avversario, ma deve essere comunque seguita da una pronta risposta. Si esegue poggiando l’interno di entrambi i guantoni all’attaccatura dei capelli e tenendo i gomiti sul corpo. Considerato che la lunghezza degli avambracci non coprono tutta la distanza è necessario arcuare il busto e posizionare il mento nell’incavo della gola. Lasciare una distanza minima tra gli avambracci per poter mantenere il contatto visivo con l’avversario. Questa posizione, fissa o con piccole varianti, è capace di proteggerci da molti colpi. Dai colpi frontali al viso ed al corpo ai diretti di pugno, i calci frontali e laterali al viso e al corpo, ai pugni montanti, in quanto nasconde il mento ed il naso, ovvero le superfici orizzontali bersaglio del colpo. E’ relativamente efficace anche contro i ganci al corpo ed al viso e i calci circolari come l’high kick ed il middle kick, o in generale verso gli altri colpi con la stessa traiettoria. Contro questi colpi è necessario effettuare una rotazione del corpo a sinistra o a destra con una piccola modifica della posizione delle braccia. Non è molto efficace per difendersi dagli axe kick, ma comunque i guantoni a copertura della parte frontale della testa evita il contatto diretto con il colpo, anche se non la sua forza cinetica.

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Chiusura al mento frontale : è utilizzata soprattutto contro i pugni montanti. Per estensione anche sui pugni dritti, calci frontali e laterali al mento. Per utilizzarla correttamente è necessaria una grande scioltezza della spalla che va allenata. La tecnica di difesa va utilizzata a specchio. Per esempio sul montante posteriore o destro dell’avversario al nostro mento dobbiamo opporre la chiusura con il gomito sinistro. In questo modo chiudiamo tutta la parte sinistra del nostro viso all’avversario, nel caso la traiettoria del montante non risulti precisamente verticale. Se anche il pugno riuscisse a penetrare all’interno del gomito, il colpo andrebbe a vuoto verso la nostra destra e non raggiungerebbe il bersaglio. Nel momento dell’impatto con il colpo è necessaria una immediata contrazione, la stessa necessaria a postare un colpo.

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Chiusura alla testa laterale : per effettuarla correttamente dobbiamo portare il guantone all’altezza dell’orecchio o subito dietro, mantenendo braccio ed avambraccio flessi l’uno sull’altro. L’ideale sarebbe tenere il braccio così piegato non a contatto della testa. In caso di un colpo forte tutta la potenza cinetica sarebbe trasferita alla testa. Anche se la frapposizione dell’arto tra il bersaglio ed il colpo è vistosa, i giudici potrebbero considerare il colpo valido ed assegnare il punto. E’ la difesa più efficace sul gancio, dopo la schivata in flessotorsione, in quanto essendo un colpo che gira non ci sono parate realmente efficaci contro di esso. La difesa con l’avambraccio può essere un altro metodo di difesa valido contro il gancio, ma solo contro i ganci più larghi e soprattutto presuppone esperienza da parte dell’esecutore. Per il resto questa chiusura è efficace contro tutti i colpi circolari che sono diretti al lato della testa. Quanto dobbiamo portare il gomito in alto? Dipende dal colpo. In caso di ganci dal basso, portare troppo in alto il gomito vuol dire prendere il colpo al mento ugualmente. Portare il gomito troppo basso ed usarla come una chiusura di boxe, ovvero il guantone appoggiato al lato della testa, tra la tempia e l’orecchio, vuol dire incassare il colpo avversario, oltre al proprio guantone, alla testa. Nel caso di un calcio, ad esempio il roundhouse, vuol dire incassare anche il colpo con la parte finale del piede avversario, che probabilmente ci colpirà dietro l’orecchio e parte della nuca, zona molto delicata, il che potrebbe essere causa di caduta al tappeto. Nel momento dell’impatto con il colpo è necessaria una immediata contrazione, la stessa necessaria a postare un colpo.

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Chiusura al fianco : La effettuiamo portando il braccio e l’avambraccio flessi tra di loro a chiusura del tronco lateralmente. E’ l’ultima difesa su un qualsiasi colpo circolare che sia diretto a questo bersaglio. E’ importante allenarsi ad evitare che, a causa del colpo, il gomito possa recarci danno. Questa chiusura va effettuata ruotando leggermente le spalle e il piede sull’avampiede interessato dal movimento. Nel momento dell’impatto con il colpo è necessaria una immediata contrazione, la stessa necessaria a postare un colpo.

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Chiusura al corpo frontale: la effettuiamo ponendo la parte dell’avambraccio vicina al gomito tra il bersaglio ed il colpo. In genere il bersaglio coperto è il fegato, la bocca dello stomaco o lo sterno, la fascia addominale al di sopra della cintura. Anche questa chiusura va effettuata a specchio, evitando in tal modo che se il colpo penetri, possa colpire comunque il bersaglio. Per esempio, per chiudere su di un front kick destro dell’avversario alla bocca dello stomaco, utilizziamo la chiusura con il braccio sinistro. Anche questa chiusura va effettuata ruotando leggermente le spalle e il piede sull’avampiede interessato dal movimento. Nel momento dell’impatto con il colpo è necessaria una immediata contrazione, la stessa necessaria a postare un colpo.

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Le tecniche.

Facciamo un veloce escursus sulle modalità di esecuzione delle tecniche di base, ovvero i quattro pugni, calcio frontale e circolare. E’ corretto, in considerazione del fatto che il regolamento definisce chiaramente con quali parti del corpo è permesso colpire quali parti del corpo dell’avversario, lasciare che la dinamica dell’esecuzione tecnica di ogni singolo colpo sia a carico e prerogativa dell’insegnante. Il tutto anche nel rispetto della tradizione delle scuole e società affiliate alla FIKBMS e del programma tecnico federale. Questo paragrafo intende definire alcune considerazioni sulla scelta dell’esecuzione tecnica dei colpi, cercando di fornire delle dinamiche diversificate, alternative e appropriate alla situazione specifica del combattimento.

I diretti (Jab, Straight, Cross, to the head, to the body)

Come tutte le tecniche singole portate con gli arti avanzati, il jab non è considerato un vero e proprio colpo. E’ piuttosto gesto di interdizione utilizzato per studiare la reazione dell’avversario, impedirgli di avanzare, di prendere le misure per partire con il suo attacco, per prendergli il tempo e prepararsi a portare i propri colpi. La potenza applicata è molto ridotta, in quanto il gesto si affida al solo movimento di braccia, quindi alla relativa muscolatura. Ma il diretto sinistro, soprattutto in combinazione, come colpo successivo, sfruttando la rotazione delle spalle in ritorno di un colpo portato con l’arto opposto, può essere una tecnica da KO. Grazie alla sua versatilità e direzionalità può essere utilizzato anche come colpo incrociato, ovvero come counter. In questo caso alla potenza muscolare del braccio si somma l’inerzia del movimento di avanzamento dell’avversario nel portare il suo diretto destro.

Il diretto destro non necessità di ulteriori approfondimenti. La sua massima potenza viene espressa quando il principio della catena dinamica di scarico parte dalla torsione dell’avampiede a terra, proseguendo lungo gamba e coscia leggermente flessa in linea con la schiena inclinata in avanti, proseguendo lungo il braccio e scaricando la potenza con l’estremità del pugno, ovvero la zona delle nocche.

E’ importante che entrambi i diretti, tranne quando il sinistro viene utilizzato come tecnica di disturbo, vengano eseguiti con i gomiti molto chiusi. La potenza del colpo aprendo il gomito verso l’esterno si disperde proporzionalmente all’aumentare dell’angolo di apertura, impiegando sempre di più la sola forza muscolare dell’arto singolo. Per un corretto allenamento dei pugni dritti è sufficiente immaginare di eseguirli considerando di essere incastrati lateralmente tra due muri che ci impediscono di aprire i gomiti.

Fondamentale l’importanza dell’utilizzo della forza cinetica generata dalla torsione delle spalle e del busto nel ritorno delle tecniche di dritto nelle combinazioni, soprattutto nell’esecuzione dei calci circolari o roundhouse.

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Esecuzione dei pugni diretti al viso ed al corpo secondo il manuale AIBA

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Esecuzione dei pugni diretti al viso ed al corpo secondo il manuale AIBA

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I ganci (Hook Punch, to the head, to the body)

Esistono molte esecuzioni del pugno nella kickboxing. Il più utilizzato in allenamento è il gancio corto, ovvero con braccio ed avambraccio in angolo di 90°.

Ma nei match, anche professionistici, non è raro vedere altri tipi di esecuzione più larghi, ovvero con l’angolo tra i segmenti dell’arto molto più ampi.

Un'altro argomento controverso è la rotazione del guantone al momento dell’impatto. Alcuni insegnano a “guardare l’orologio”, altri a “guardare il palmo del guanto”.

Sicuramente la rotazione del pollice verso il basso, ovvero il “guardare l’orologio”, crea meno tensione a tutta la muscolatura del braccio, rispetto alla rotazione del pugno verso l’interno, che contrae soprattutto il bicipite e tende a bloccare i tendini del gomito, esponendo l’atleta più facilmente a traumi o infortuni.

Sono diversificati nell’esecuzione anche i caricamenti del colpo. Alcuni per caricare potenza lasciano la posizione di guardia del guantone allargando il braccio in fuori, oppure abbassando il pugno verso il basso per poi sfruttare la forza della risalita contemporaneamente alla torsione delle spalle.

Probabilmente basta considerare che il gancio è un colpo circolare che colpisce dal lato. E’ necessario immaginare di colpire l’avversario con un pugno dritto stando sul suo lato ma in realtà gli si è di fronte.

I caricamenti del gancio, ovvero le traiettorie, possono essere fondamentalmente due, comunque circolari.

Corto : dalla posizione di guardia portare il pugno in avanti in linea con la spalla. Nel momento in cui l’angolo tra braccio e avambraccio è più o meno 90° effettuare la rotazione della spalla in avanti alzando insieme il gomito e portando il pugno circolare rispetto alla linea frontale parallelo al tappeto. La figura finale al momento dell’impatto, considerando anche la rotazione delle spalle, consiste nelle spalle ed il braccio su di un’unica linea dritta, da spalla opposta a gomito che esegue il colpo e l’avambraccio in angolo con essa di 90°. Il pugno non deve superare l’altezza della spalla opposta dell’avversario in ogni caso. La testa rimane ferma e dritta, puntata verso il bersaglio, con il mento nell’incavo tra gola e petto. Subito dopo l’esecuzione, che sia andata a buon fine o meno, il primo impulso deve essere sul gomito che ritorna velocemente al fianco in contemporanea all’avambraccio che si flette sul braccio recuperando la guardia. La posizione del guantone al momento dell’impatto potrebbe essere quella del “guardare l’orologio”, in quanto la rotazione del polso nell’ultima fase aggiunge potenza al colpo. Specialmente se, quando apriamo l’angolo braccio- avambraccio in fase di caricamento si ruota inizialmente il palmo della mano verso lo sguardo.

Ovviamente questa tecnica può essere eseguita con successo a distanza media-corta, considerando che la sua lunghezza è quella del braccio senza avambraccio aumentata dalla rotazione della spalla in avanti. Per eseguirlo a distanza maggiore deve essere portato su semispostamento o spostamento in avanti. Questa precisione esecutiva è consigliabile ai fini dell’efficacia e precisione, soprattutto quando il colpo è eseguito come prima tecnica di una combinazione o come colpo singolo. La dinamica risulta molto più potente quando è eseguita come seconda tecnica, laddove la prima è portata con uno dei due arti opposti. In questo caso le

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spalla è già ruotata all’indietro permettendo un caricamento maggiore grazie al ritorno della prima.

Anche questa tecnica va allenata considerando di essere appoggiati ad un muro lateralmente, per evitare di alzare il gomito verso l’esterno prima della rotazione finale del colpo.

Lungo: è la stessa esecuzione del corto. Ma, di preferenza si carica portando il gomito all’esterno all’altezza della spalla, sulla stessa linea delle spalle e aprendo l’avambraccio a 90° a formare una L. Con la rotazione del busto si porta il tutto, senza modificare gli angoli, a scaricare il colpo nella stessa modalità di sopra. Infatti la figura finale al momento dell’impatto è uguale, con la differenza che nella traiettoria finale di scarico del colpo è possibile aprire l’angolo tra braccio ed avambraccio tra i 90° e i -180° (braccio quasi teso). Portare il gancio con il braccio teso completamente è sconsigliabile in quanto al momento dell’impatto si va in contro - articolazione sul gomito mettendo a dura prova le teste articolari. Questa esecuzione rende il colpo più lungo e in tal modo può essere portato anche a distanza media.

La differenza tra i due colpi non è solo la distanza del bersaglio ma anche la posizione. Per eseguire il gancio corto è preferibile che il nostro bersaglio sia oltre il centro della linea frontale rispetto all’arto con cui lo eseguiamo, altrimenti la tecnica non “si chiude”, non riuscendo ad esprimere la massima potenza meccanico-cinetica. Questo non accade per il gancio lungo in quanto il colpo è caricato più lateralmente, compensando il disallineamento del bersaglio rispetto alla linea frontale con la lunghezza del braccio senza avambraccio alzato lateralmente.

In combattimento non sono rare modalità esecutive simili all‘ HAITO UCHI del karate. In teoria anche questa dinamica non è errata se produce effetti sull’ avversario, l’importante è ricordare che la parte che guantone che deve colpire è sempre la quella superiore corrispondente alle nocche.

Comprendere la corretta dinamica del gancio partendo dalla guardia alta, per molti atleti, anche non novizi, risulta spesso ostico. Nonostante in allenamento molti diano l’impressione di averla masterizzata, sotto la pressione del match possono eseguirla in modalità schiaffo, “sbracciando” e scoprendosi.

L’efficacia di questo colpo sta nel “girare intorno” all’avambraccio a protezione del viso o del tronco laterale colpendolo. Meno la linea avambraccio - pugno ha una traiettoria diretta dal lato, più è facile per l’avversario neutralizzare il colpo semplicemente frapponendo l’avambraccio con un piccolo movimento del pugno verso l’alto. Ma, fin quando non si scopre la potenza del colpo insita nella corretta dinamica, nell’intento di portare più danno possibile all’avversario nel corso del match, esercitandolo a lungo, l’atleta tenderà sempre a compensare la forza, che sente mancante, aprendo l’arto lateralmente e sbracciando.

Spesso è utile insegnarlo, come nel karate tradizionale, anche in modalità esecutiva di MAWASHI TSUKI o KAGI TSUKI, ovvero partendo dal pugno al fianco. Successivamente l’atleta unirà le due dinamiche, diverse solo in partenza, del pugno al fianco e da guardia di pugilato, nel punto della salita della tecnica del tradizionale, quando il pugno arriva all’altezza del bersaglio e sta per girare.

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Esecuzione del “pugno circolare” nel karate (sopra)

Molti insegnanti, anche di pugilato, utilizzano l’esecuzione dal fianco per riscaldamento, raggiungendo il doppio obiettivo di introdurre l’allenamento e di fornire una comprensione della dinamica corretta del colpo.

Un terzo approccio all’esecuzione del gancio è alla maniera del crochet della Boxe Francaise Savate. Il pugno si allontana dal viso cui è a copertura, o comunque dalla posizione di guardia cui è posto a difesa, e si posiziona all’altezza del bersaglio più o meno in linea della spalla sulla linea frontale. Il braccio e l’avambraccio formano il consueto angolo di 90°, ma il gomito è all’esterno della linea della spalla, più avanzato rispetto ad essa, alla stessa altezza del pugno. Il movimento di chiusura della tecnica è la stesso delle precedenti, ovvero il pugno prosegue la sua direttrice verso il bersaglio, con la rotazione dell’avampiede e la torsione della spalla. I punti di allineamento, per sfruttare al massimo la potenza di esecuzione con tutto il corpo, sono spalla opposta, spalla che esegue e gomito sulla stessa linea. L’angolo di braccio ed avambraccio, successivamente ai +/ -90° del caricamento, può allargarsi in base alla distanza da coprire per arrivare al bersaglio. Probabilmente, questa esecuzione è quella che dà possibilità più versatili di esecuzione, pur perdendo in potenza rispetto al caricamento con il gomito all’esterno all’altezza della spalla, e in velocità rispetto al caricamento diretto, portando il colpo frontalmente e girando successivamente tenendo il gomito all’interno della linea frontale.

I crochet della Boxe Francese Savate (sopra)

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Il gancio al viso secondo il manuale internazionale AIBA (sopra)

Il gancio al viso posteriore secondo il manuale AIBA (sopra)

Il gancio avanzato al tronco (fegato) secondo il manuale AIBA (sopra)

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Il gancio al viso secondo il manuale internazionale AIBA (sopra)

Il gancio al viso posteriore secondo il manuale AIBA (sopra)

Il gancio avanzato al tronco (fegato) secondo il manuale AIBA (sopra)

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Il gancio al viso posteriore secondo il manuale AIBA (sopra)

Il gancio avanzato al tronco (fegato) secondo il manuale AIBA (sopra)

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Il gancio al viso secondo il manuale internazionale AIBA (sopra)

Il gancio al viso posteriore secondo il manuale AIBA (sopra)

Il gancio avanzato al tronco (fegato) secondo il manuale AIBA (sopra)

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Il gancio al viso secondo il manuale internazionale AIBA (sopra)

Il gancio al viso posteriore secondo il manuale AIBA (sopra)

Il gancio avanzato al tronco (fegato) secondo il manuale AIBA (sopra)

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Il gancio al viso secondo il manuale internazionale AIBA (sopra)

Il gancio al viso posteriore secondo il manuale AIBA (sopra)

Il gancio avanzato al tronco (fegato) secondo il manuale AIBA (sopra)

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Il montante

Anche l’esecuzione del montante incontra molte interpretazioni agli altri colpi di pugno il montante è un colpo verticale dal basso verso l’alto, posizione di guardia,

Anche in questo caso su alcuni manuali di boxe è illustrato con il palmo della mano verso il viso dell’esecutore al momento dell’impatto, ed in altri con il pollimano verso l’avversario.

Inoltre, fin quando non se ne comprende la modalità esecutiva con tutto il corpo, ma solo con la forza dell’arto singolo, per aumentarne co

Innanzitutto l’angolo tra braccio ed avambraccio, durante tutta l’esecuzione del colpo, ma soprattutto al momento dell’impatto, deve essere necessariamente +/maggiore sposterebbe lo scarico dell’urto improvvisa, non risulterebbe più quella permessa, ovvero la sommità del guantone, ma il palmo. Una angolazione minore presupporrebbe la posizione del bersaglio in prossimità del viso dell’esecutore.

La dell’avampiedequando l’avampiede ruota spinge la forza che segue il percorso gambe dell’arto portando il colpo in un unico movimentoè relativa in termini di potenza rispetto all’esecuzione del gancio e dei diretti, essendo soprattutto necessaria alla torsione e all’aumento di diper natura corto.

Le modalità della dinamica. La prima è il caricamento del colpo con il pugno al fianco, con il guantoproprio sulla fascia del pantaloncino di gara. Questa esecuzione serve ad imparare la dinamica

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Il montante

Anche l’esecuzione del montante incontra molte interpretazioni agli altri colpi di pugno il montante è un colpo verticale dal basso verso l’alto, posizione di guardia,

Anche in questo caso su alcuni manuali di boxe è illustrato con il palmo della mano verso il viso dell’esecutore al momento dell’impatto, ed in altri con il pollimano verso l’avversario.

Inoltre, fin quando non se ne comprende la modalità esecutiva con tutto il corpo, ma solo con la forza dell’arto singolo, per aumentarne contorsioni della schiena o delle spalle, talvolta dannose per l’esecutore.

Innanzitutto l’angolo tra braccio ed avambraccio, durante tutta l’esecuzione del colpo, ma soprattutto al momento dell’impatto, deve essere necessariamente +/maggiore sposterebbe lo scarico dell’urto improvvisa, con non risulterebbe più quella permessa, ovvero la sommità del guantone, ma il palmo. Una angolazione minore presupporrebbe la posizione del bersaglio in prossimità del viso dell’esecutore.

La potenza della tecnica, come in tutte le altre tecniche di pugno, viene dalla spinta dell’avampiedequando l’avampiede ruota spinge la forza che segue il percorso gambe dell’arto portando il colpo in un unico movimentoè relativa in termini di potenza rispetto all’esecuzione del gancio e dei diretti, essendo soprattutto necessaria alla torsione e all’aumento di diper natura corto.

Le modalità della dinamica. La prima è il caricamento del colpo con il pugno al fianco, con il guantoproprio sulla fascia del pantaloncino di gara. Questa esecuzione serve ad imparare la dinamica

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A cura di Stefano Baldi

Il gancio posteriore al tronco secondo il

Il montante

(Uppercut Punch, to the head, to the body)

Anche l’esecuzione del montante incontra molte interpretazioni agli altri colpi di pugno il montante è un colpo verticale dal basso verso l’alto, posizione di guardia, prima di eseguire il colpo, è già

Anche in questo caso su alcuni manuali di boxe è illustrato con il palmo della mano verso il viso dell’esecutore al momento dell’impatto, ed in altri con il pollimano verso l’avversario.

Inoltre, fin quando non se ne comprende la modalità esecutiva con tutto il corpo, ma solo con la forza dell’arto singolo, per aumentarne

ntorsioni della schiena o delle spalle, talvolta dannose per l’esecutore.

Innanzitutto l’angolo tra braccio ed avambraccio, durante tutta l’esecuzione del colpo, ma soprattutto al momento dell’impatto, deve essere necessariamente +/maggiore sposterebbe lo scarico dell’urto

con serie possibilità non risulterebbe più quella permessa, ovvero la sommità del guantone, ma il palmo. Una angolazione minore presupporrebbe la posizione del bersaglio in prossimità del viso dell’esecutore.

potenza della tecnica, come in tutte le altre tecniche di pugno, viene dalla spinta dell’avampiede, del lato corrispondentequando l’avampiede ruota spinge la forza che segue il percorso gambe dell’arto portando il colpo in un unico movimentoè relativa in termini di potenza rispetto all’esecuzione del gancio e dei diretti, essendo soprattutto necessaria alla torsione e all’aumento di diper natura corto.

Le modalità di caricamento della dinamica. La prima è il caricamento del colpo con il pugno al fianco, con il guantoproprio sulla fascia del pantaloncino di gara. Questa esecuzione serve ad imparare la dinamica

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Il gancio posteriore al tronco secondo il

(Uppercut Punch, to the head, to the body)

Anche l’esecuzione del montante incontra molte interpretazioni agli altri colpi di pugno il montante è un colpo verticale dal basso verso l’alto,

prima di eseguire il colpo, è già

Anche in questo caso su alcuni manuali di boxe è illustrato con il palmo della mano verso il viso dell’esecutore al momento dell’impatto, ed in altri con il polli

Inoltre, fin quando non se ne comprende la modalità esecutiva con tutto il corpo, ma solo con la forza dell’arto singolo, per aumentarne

ntorsioni della schiena o delle spalle, talvolta dannose per l’esecutore.

Innanzitutto l’angolo tra braccio ed avambraccio, durante tutta l’esecuzione del colpo, ma soprattutto al momento dell’impatto, deve essere necessariamente +/maggiore sposterebbe lo scarico dell’urto

serie possibilità di traumi da strappo di carico. Inoltre la superficie di impatto non risulterebbe più quella permessa, ovvero la sommità del guantone, ma il palmo. Una angolazione minore presupporrebbe la posizione del bersaglio in prossimità del viso

potenza della tecnica, come in tutte le altre tecniche di pugno, viene dalla spinta corrispondente

quando l’avampiede ruota spinge la forza che segue il percorso gambe dell’arto portando il colpo in un unico movimentoè relativa in termini di potenza rispetto all’esecuzione del gancio e dei diretti, essendo soprattutto necessaria alla torsione e all’aumento di di

di caricamento sono tre, ma due della dinamica. La prima è il caricamento del colpo con il pugno al fianco, con il guantoproprio sulla fascia del pantaloncino di gara. Questa esecuzione serve ad imparare la dinamica

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Il gancio posteriore al tronco secondo il

(Uppercut Punch, to the head, to the body)

Anche l’esecuzione del montante incontra molte interpretazioni agli altri colpi di pugno il montante è un colpo verticale dal basso verso l’alto,

prima di eseguire il colpo, è già

Anche in questo caso su alcuni manuali di boxe è illustrato con il palmo della mano verso il viso dell’esecutore al momento dell’impatto, ed in altri con il polli

Inoltre, fin quando non se ne comprende la modalità esecutiva con tutto il corpo, ma solo con la forza dell’arto singolo, per aumentarne la conseguente ridotta potenza si

ntorsioni della schiena o delle spalle, talvolta dannose per l’esecutore.

Innanzitutto l’angolo tra braccio ed avambraccio, durante tutta l’esecuzione del colpo, ma soprattutto al momento dell’impatto, deve essere necessariamente +/maggiore sposterebbe lo scarico dell’urto sul

di traumi da strappo di carico. Inoltre la superficie di impatto non risulterebbe più quella permessa, ovvero la sommità del guantone, ma il palmo. Una angolazione minore presupporrebbe la posizione del bersaglio in prossimità del viso

potenza della tecnica, come in tutte le altre tecniche di pugno, viene dalla spinta corrispondente, al suolo. Contemporaneamente il colpo viene caricato e

quando l’avampiede ruota spinge la forza che segue il percorso gambe dell’arto portando il colpo in un unico movimentoè relativa in termini di potenza rispetto all’esecuzione del gancio e dei diretti, essendo soprattutto necessaria alla torsione e all’aumento di distanza per portare in avanti e verso l’alto questo colpo

sono tre, ma due della dinamica. La prima è il caricamento del colpo con il pugno al fianco, con il guantoproprio sulla fascia del pantaloncino di gara. Questa esecuzione serve ad imparare la dinamica

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Il gancio posteriore al tronco secondo il manuale AIBA (sopra)

(Uppercut Punch, to the head, to the body)

Anche l’esecuzione del montante incontra molte interpretazioni agli altri colpi di pugno il montante è un colpo verticale dal basso verso l’alto,

prima di eseguire il colpo, è già

posizionato

Anche in questo caso su alcuni manuali di boxe è illustrato con il palmo della mano verso il viso dell’esecutore al momento dell’impatto, ed in altri con il polli

Inoltre, fin quando non se ne comprende la modalità esecutiva con tutto il corpo, ma solo con la conseguente ridotta potenza si

ntorsioni della schiena o delle spalle, talvolta dannose per l’esecutore.

Innanzitutto l’angolo tra braccio ed avambraccio, durante tutta l’esecuzione del colpo, ma soprattutto al momento dell’impatto, deve essere necessariamente +/

sul bicipite, che riceverebbe una contrazione di traumi da strappo di carico. Inoltre la superficie di impatto

non risulterebbe più quella permessa, ovvero la sommità del guantone, ma il palmo. Una angolazione minore presupporrebbe la posizione del bersaglio in prossimità del viso

potenza della tecnica, come in tutte le altre tecniche di pugno, viene dalla spinta al suolo. Contemporaneamente il colpo viene caricato e

quando l’avampiede ruota spinge la forza che segue il percorso gambe dell’arto portando il colpo in un unico movimento

sincronoè relativa in termini di potenza rispetto all’esecuzione del gancio e dei diretti, essendo soprattutto

stanza per portare in avanti e verso l’alto questo colpo

sono tre, ma due realmente della dinamica. La prima è il caricamento del colpo con il pugno al fianco, con il guantoproprio sulla fascia del pantaloncino di gara. Questa esecuzione serve ad imparare la dinamica

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manuale AIBA (sopra)

(Uppercut Punch, to the head, to the body)

Anche l’esecuzione del montante incontra molte interpretazioni diverseagli altri colpi di pugno il montante è un colpo verticale dal basso verso l’alto,

posizionato in alto!

Anche in questo caso su alcuni manuali di boxe è illustrato con il palmo della mano verso il viso dell’esecutore al momento dell’impatto, ed in altri con il pollice verso l’esecutore e il taglio della

Inoltre, fin quando non se ne comprende la modalità esecutiva con tutto il corpo, ma solo con la conseguente ridotta potenza si

ntorsioni della schiena o delle spalle, talvolta dannose per l’esecutore.

Innanzitutto l’angolo tra braccio ed avambraccio, durante tutta l’esecuzione del colpo, ma soprattutto al momento dell’impatto, deve essere necessariamente +/-

, che riceverebbe una contrazione di traumi da strappo di carico. Inoltre la superficie di impatto

non risulterebbe più quella permessa, ovvero la sommità del guantone, ma il palmo. Una angolazione minore presupporrebbe la posizione del bersaglio in prossimità del viso

potenza della tecnica, come in tutte le altre tecniche di pugno, viene dalla spinta al suolo. Contemporaneamente il colpo viene caricato e

quando l’avampiede ruota spinge la forza che segue il percorso gambe sincrono. La torsione della spalla avviene ma

è relativa in termini di potenza rispetto all’esecuzione del gancio e dei diretti, essendo soprattutto stanza per portare in avanti e verso l’alto questo colpo

realmente didattiche ai fini della comprensione della dinamica. La prima è il caricamento del colpo con il pugno al fianco, con il guantoproprio sulla fascia del pantaloncino di gara. Questa esecuzione serve ad imparare la dinamica

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manuale AIBA (sopra)

diverse. Effettivamente rispetto agli altri colpi di pugno il montante è un colpo verticale dal basso verso l’alto, ma il pugno, da

in alto!

Anche in questo caso su alcuni manuali di boxe è illustrato con il palmo della mano verso il viso ce verso l’esecutore e il taglio della

Inoltre, fin quando non se ne comprende la modalità esecutiva con tutto il corpo, ma solo con la conseguente ridotta potenza si possono verificare

ntorsioni della schiena o delle spalle, talvolta dannose per l’esecutore.

Innanzitutto l’angolo tra braccio ed avambraccio, durante tutta l’esecuzione del colpo, ma

90 gradi. Una angolazi, che riceverebbe una contrazione

di traumi da strappo di carico. Inoltre la superficie di impatto non risulterebbe più quella permessa, ovvero la sommità del guantone, ma il palmo. Una angolazione minore presupporrebbe la posizione del bersaglio in prossimità del viso

potenza della tecnica, come in tutte le altre tecniche di pugno, viene dalla spinta al suolo. Contemporaneamente il colpo viene caricato e

quando l’avampiede ruota spinge la forza che segue il percorso gambe – busto. La torsione della spalla avviene ma

è relativa in termini di potenza rispetto all’esecuzione del gancio e dei diretti, essendo soprattutto stanza per portare in avanti e verso l’alto questo colpo

didattiche ai fini della comprensione della dinamica. La prima è il caricamento del colpo con il pugno al fianco, con il guantoproprio sulla fascia del pantaloncino di gara. Questa esecuzione serve ad imparare la dinamica

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Effettivamente rispetto ma il pugno, da

Anche in questo caso su alcuni manuali di boxe è illustrato con il palmo della mano verso il viso ce verso l’esecutore e il taglio della

Inoltre, fin quando non se ne comprende la modalità esecutiva con tutto il corpo, ma solo con la possono verificare

Innanzitutto l’angolo tra braccio ed avambraccio, durante tutta l’esecuzione del colpo, ma 90 gradi. Una angolazione

, che riceverebbe una contrazione di traumi da strappo di carico. Inoltre la superficie di impatto

non risulterebbe più quella permessa, ovvero la sommità del guantone, ma il palmo. Una angolazione minore presupporrebbe la posizione del bersaglio in prossimità del viso

potenza della tecnica, come in tutte le altre tecniche di pugno, viene dalla spinta al suolo. Contemporaneamente il colpo viene caricato e

busto

– estremità . La torsione della spalla avviene ma

è relativa in termini di potenza rispetto all’esecuzione del gancio e dei diretti, essendo soprattutto stanza per portare in avanti e verso l’alto questo colpo

didattiche ai fini della comprensione della dinamica. La prima è il caricamento del colpo con il pugno al fianco, con il guantoproprio sulla fascia del pantaloncino di gara. Questa esecuzione serve ad imparare la dinamica

Effettivamente rispetto ma il pugno, da

Anche in questo caso su alcuni manuali di boxe è illustrato con il palmo della mano verso il viso ce verso l’esecutore e il taglio della

Inoltre, fin quando non se ne comprende la modalità esecutiva con tutto il corpo, ma solo con la possono verificare

Innanzitutto l’angolo tra braccio ed avambraccio, durante tutta l’esecuzione del colpo, ma one

, che riceverebbe una contrazione di traumi da strappo di carico. Inoltre la superficie di impatto

non risulterebbe più quella permessa, ovvero la sommità del guantone, ma il palmo. Una angolazione minore presupporrebbe la posizione del bersaglio in prossimità del viso

potenza della tecnica, come in tutte le altre tecniche di pugno, viene dalla spinta al suolo. Contemporaneamente il colpo viene caricato e

estremità . La torsione della spalla avviene ma

è relativa in termini di potenza rispetto all’esecuzione del gancio e dei diretti, essendo soprattutto stanza per portare in avanti e verso l’alto questo colpo

didattiche ai fini della comprensione della dinamica. La prima è il caricamento del colpo con il pugno al fianco, con il guantone proprio sulla fascia del pantaloncino di gara. Questa esecuzione serve ad imparare la dinamica

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corretta dell’arto, in quanto in questa posizione l’angolo tra braccio ed avambraccio è già di 90°. L’atleta non deve più modificare questa angolazione ma solo portare l’arto cosi piegato verso l’avversario fino a colpire il bersaglio. Anche qui, che la tecnica sia andata a buon fine o meno, il colpo deve comunque fermarsi all’altezza del mento o del naso, e il pugno immediatamente ritirato a recuperare la posizione di guardia. Questo vale per tutte e tre le esecuzioni. Questa prima esecuzione, tranne il ritorno del pugno immediatamente in posizione, è la stessa dell’esecuzione della tecnica di karate URA TSUKI.

Esecuzione del pugno verticale dal basso verso l’alto nel Karate (sopra)

Esecuzione del montante con caricamento di pugno al fianco (sopra)

La seconda esecuzione è con il gomito al fianco ed il braccio ed avambraccio già a 90°. Il procedimento successivo è uguale alla prima. Questa figura di caricamento la troviamo spesso anche in alcuni manuali di pugilato datati. La terza modalità esecutiva è abbassare il pugno da guardia leggermente verso il basso mantenendo il gomito sul tronco frontale e proseguire velocemente fin quando l’angolo tra braccio ed avambraccio non raggiunge i 90°. In quel momento ruotare il pugno velocemente verso l’alto senza perdere l’angolazione tra i segmenti segmenti del braccio.

L’obiettivo durante il match è eseguire la terza modalità, accompagnata dalla torsione dell’avampiede e dalla rotazione della spalla, con ritorno immediato in posizione di guardia dopo l’impatto. Una volta acquisita la corretta dinamica e presa coscienza della potenza che può rilasciare, la terza modalità esecutiva è vantaggiosa nel rapporto attacco/ difesa, in quanto porta l’atlketa a scoprirsi meno possibile ma ad eseguire una tecnica veloce e potente.

Anche il montante presuppone padronanza tecnica maggiore quando viene portato come colpo singolo o come prima tecnica di una combinazione. Come secondo colpo, basta abbassare leggermente il pugno per essere già pronti a scaricarlo sfruttando la torsione di ritorno della tecnica portata con l’altro arto. In questo modo è anche possibile portarlo nella seconda

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modalità esecutiva, che ne aumenta sicuramenalla posizione del guantone al momento dell’impatto, credo sia da preferire l’esecuzione con l’interno del guantone verso l’esecutore, in quanto la torsione del polso aumenta la potenza del colpo, specialmviso e il movimento di torsione è

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modalità esecutiva, che ne aumenta sicuramenalla posizione del guantone al momento dell’impatto, credo sia da preferire l’esecuzione con l’interno del guantone verso l’esecutore, in quanto la torsione del polso aumenta la potenza del colpo, specialmviso e il movimento di torsione è

Montante al viso avanzato e posteriore

Esecuzione del montante avanzato al

.Esecuzione del montante posteriore al tronco frontale secondo il manuale AIBA (sopra)

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modalità esecutiva, che ne aumenta sicuramenalla posizione del guantone al momento dell’impatto, credo sia da preferire l’esecuzione con l’interno del guantone verso l’esecutore, in quanto la torsione del polso aumenta la potenza del colpo, specialmente se in fase di caricamento il guantone è posto con il pollice verso il nostro viso e il movimento di torsione è

Montante al viso avanzato e posteriore

Esecuzione del montante avanzato al

.Esecuzione del montante posteriore al tronco frontale secondo il manuale AIBA (sopra)

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modalità esecutiva, che ne aumenta sicuramenalla posizione del guantone al momento dell’impatto, credo sia da preferire l’esecuzione con l’interno del guantone verso l’esecutore, in quanto la torsione del polso aumenta la potenza del

ente se in fase di caricamento il guantone è posto con il pollice verso il nostro viso e il movimento di torsione è immediatamente

Montante al viso avanzato e posteriore

Esecuzione del montante avanzato al

.Esecuzione del montante posteriore al tronco frontale secondo il manuale AIBA (sopra)

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modalità esecutiva, che ne aumenta sicuramente la potenza, pur a danno della difesa. alla posizione del guantone al momento dell’impatto, credo sia da preferire l’esecuzione con l’interno del guantone verso l’esecutore, in quanto la torsione del polso aumenta la potenza del

ente se in fase di caricamento il guantone è posto con il pollice verso il nostro immediatamente

Montante al viso avanzato e posteriore (al momento dell’impatto)

Esecuzione del montante avanzato al tronco frontale

.Esecuzione del montante posteriore al tronco frontale secondo il manuale AIBA (sopra)

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te la potenza, pur a danno della difesa. alla posizione del guantone al momento dell’impatto, credo sia da preferire l’esecuzione con l’interno del guantone verso l’esecutore, in quanto la torsione del polso aumenta la potenza del

ente se in fase di caricamento il guantone è posto con il pollice verso il nostro immediatamente precedente all’impatto.

(al momento dell’impatto)

tronco frontale

secondo il manuale AIBA (sopra)

.Esecuzione del montante posteriore al tronco frontale secondo il manuale AIBA (sopra)

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te la potenza, pur a danno della difesa. alla posizione del guantone al momento dell’impatto, credo sia da preferire l’esecuzione con l’interno del guantone verso l’esecutore, in quanto la torsione del polso aumenta la potenza del

ente se in fase di caricamento il guantone è posto con il pollice verso il nostro precedente all’impatto.

(al momento dell’impatto) secondo il manuale AIBA (sopra)

secondo il manuale AIBA (sopra)

.Esecuzione del montante posteriore al tronco frontale secondo il manuale AIBA (sopra)

tattica

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te la potenza, pur a danno della difesa. alla posizione del guantone al momento dell’impatto, credo sia da preferire l’esecuzione con l’interno del guantone verso l’esecutore, in quanto la torsione del polso aumenta la potenza del

ente se in fase di caricamento il guantone è posto con il pollice verso il nostro precedente all’impatto.

secondo il manuale AIBA (sopra)

secondo il manuale AIBA (sopra)

.Esecuzione del montante posteriore al tronco frontale secondo il manuale AIBA (sopra)

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te la potenza, pur a danno della difesa. Riguardo

alla posizione del guantone al momento dell’impatto, credo sia da preferire l’esecuzione con l’interno del guantone verso l’esecutore, in quanto la torsione del polso aumenta la potenza del

ente se in fase di caricamento il guantone è posto con il pollice verso il nostro

secondo il manuale AIBA (sopra)

secondo il manuale AIBA (sopra)

.Esecuzione del montante posteriore al tronco frontale secondo il manuale AIBA (sopra)

Riguardo

alla posizione del guantone al momento dell’impatto, credo sia da preferire l’esecuzione con l’interno del guantone verso l’esecutore, in quanto la torsione del polso aumenta la potenza del

ente se in fase di caricamento il guantone è posto con il pollice verso il nostro

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Lo swing

Questo tecnica è un colpo diretto ma caricato come un gancio, ovvero alzando il gomito lateralmente all’altezza della spalla posizionando la linea delle spalle in linea con il gomito, e mantenendo l’angolo braccio – avambraccio 90°. Il palmo del guantone è rivolto verso il tappeto. Da questa posizione, utilizzando la rotazione dell’avampiede a terra e la conseguente torsione delle spalle e del busto, portiamo il colpo a bersaglio.

Questo colpo viene portato principalmente al viso. Senza la forza dell’intero corpo dovuto all’allontanamento del gomito in fase di caricamento e durante l’intera esecuzione, affida il suo colpo alla forza muscolare del tricipite e del pettorale, e alla rotazione del busto. La potenza aggiuntiva alla tecnica la porta l’avversario con il suo movimento di incontro nel momento in cui accorcia la distanza eseguendo il proprio attacco. In effetti, lo scopo dello swing è colpire eseguendo una traiettoria su di una linea superiore a quella delle spalle e talvolta addirittura discendente se il gomito è portato ancora più in alto. Partendo lateralmente, dopo il caricamento, la sua traiettoria è, quindi, anche incrociata.

Le caratteristiche di utilità del colpo sono :

-

Colpire in linea dritta accompagnando il movimento di schivata laterale, in quanto la flessione del busto al lato compensa la lateralità di esecuzione del colpo.

-

Colpire in counter punching, ovvero in anticipo o contemporaneità. -

Mettere in crisi buona parte delle tecniche di difesa grazie alla traiettoria diagonale ad incrocio, in linea alta diretta e non ascendente.

-

Grazie al proprio caricamento molto simile ad una delle modalità di esecuzione del gancio, procura disorientamento nella difesa avversaria, sempre incerta su quale colpo stia per lanciare l’avversario.

Il calcio frontale (Front Kick, High, middle)

Il calcio frontale è una tecnica molto diffusa in tutte le arti marziali e negli sport da combattimento. Tutte le discipline sono dotate di una particolare forma esecutiva del calcio (frustato, stampato, spinto), prediligendo il caricamento con il tallone alla natica, o con il ginocchio in alto o verso il bersaglio o al petto, differenziando le varie parti del piede che colpiscono effettivamente il bersaglio (avampiede, piede, tallone, collo del piede).

In questa sede ci limitiamo a segnalare la modalità esecutiva principale che vogliamo introdurre nel bagaglio tecnico del nostro atleta.

La figura che segue è presa in prestito dalla modalità esecutiva dello “chasse frontal figure jambe avant”, ovvero calcio frontale a pistone portato al viso con la gamba avanzata.

E’ stata scelta perché esegue la stessa modalità di caricamento della tecnica di cui vogliamo dotare il nostro atleta. Portare il ginocchio verso l’alto frontalmente, mantenendo l’angolo tra coscia e gamba di +/ - 90°. Nel momento in cui l’avampiede arriva all’altezza del bersaglio (addome sopra la cintura, plesso solare, mento, viso) il ginocchio spinge rapidamente verso il basso causando l’estensione repentina dell’intero arto e portando l’avampiede a raggiungere il bersaglio. Nella figura il calcio frontale è portato con il tallone, ma per eseguire il nostro colpo si

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deve mantenere il piede teso in avanti, con le dita flesse indietro esponendo l’avampiede, con cui colpiremo. Il movimento post impatto sarà speculare al movimento di andata. Ovvero ponendo l’attenzione di nuovo al ginocchio, riportarlo rapidamente verso l’alto, ritirare velocemente il piede e poggiarlo rapidamente a terra, recuperando guardia e posizione. Alternativa al movimento può essere costituita dal recuperare velocemente il tallone alla natica per poi ritornare in posizione di guardia. Diverse modalità di ritorno possono essere eseguite dopo, soprattutto in caso di esecuzione di calcio doppiato subito dopo il quello frontale.

Questo tipo di calcio è anche chiamato push kick, anche se la definizione è per alcuni collegata anche al side kick alla coscia. Alcuni lo interpretano in combattimento come una spinta, ma in realtà è un vero e proprio colpo. Se utilizzato con un buon timing in anticipo al movimento di avanzamento dell’avversario, per portare dei colpi ad esempio, può avvenire che venga spinto improvvisamente all’indietro o che possa anche cadere.

Altri punti fondamentali sono :

-

Non sbilanciare il busto indietro in nessuna fase del movimento di esecuzione del calcio, come in tutti gli altri calci.

-

Le braccia non partecipano alla esecuzione del calcio, quindi vanno mantenute nella loro posizione di guardia a copertura del tronco-viso.

-

Non sbilanciarsi in avanti durante l’esecuzione del calcio, nel tentativo di eseguirlo più lungo rispetto alle proprie possibilità. Comporta una inutile perdita di equilibrio e sbilanciamento in avanti, e l’esecuzione di una tecnica poco potente in quanto ha esaurito il suo spazio di efficacia. Impariamo ad eseguire la tecnica alla distanza giusta.

Esecuzione del calcio frontale nella Boxe Francese Savate (sopra)

Il calcio circolare (Roundhouse Kick, High, middle, low)

Le modalità di caricamento e di esecuzione del calcio circolare sono innumerevoli.

I punti di attenzione su questo tipo di calcio nella maggior parte degli stili di karate e nella Boxe Francese Savate, sono focalizzati sull’immediata raccolta del tallone sul gluteo e sul posizionamento del ginocchio verso il bersaglio che intendiamo colpire (coscia, tronco, viso). Per permettere questo lavoro il piede di appoggio rotea verso l’esterno proporzionalmente alla distanza cui dobbiamo portare il calcio.

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Quindi sinteticamente potremmo definire un primo tipo di calcio circolare, con innumerevoli varianti, come un colpo che basa la sua dinamica iniziale sulla sincronizzazione tra la raccolta in caricamento dell’arto esecutore e la rotazione del piede di appoggio.

La linea piede ginocchio può essere perpendicolare al suolo nei caricamenti frontali ( esecuzione brazilian ), per poi cambiare angolazione da 45 ° (circolari ascendenti) fino a 90° (circolari orizzontali), oppure essere posizionata direttamente nell’angolazione di esecuzione; generalmente 45°-90°. Il calcio può essere addirittura discendente, ovvero dall’alto verso il basso, ma per seguirlo in questa modalità è necessario far in modo che il piede sia più in alto del ginocchio in fase di esecuzione.

L’altra modalità è quella dove maggior attenzione nell’ esecuzione viene affidata alla rotazione ed alla contro - rotazione delle spalle e del torso, considerando l’intera gamba come una intera arma offensiva da scaricare sul bersaglio circolarmente.

Questo tipo di esecuzione comporta che il primo movimento sia la rotazione delle spalle e del torso intorno alla colonna vertebrale. Il piede dell’arto che colpisce viene staccato dal suolo per liberarlo dal vincolo a terra e portato verso l’esterno. Il movimento rotatorio dell’arto verso il bersaglio, che verrà colpito con la tibia, continua come effetto della rotazione del busto sul proprio asse. Il piede di appoggio, come nell’esecuzione precedente, ruota il necessario per permettere al colpo di raggiungere il bersaglio in base alla distanza dello stesso. Al momento dell’impatto si esegue, generalmente, una contro-rotazione del busto, per evitare di girarsi indietro e per accompagnare il movimento sincrono del colpire. Alcuni, per rafforzare il movimento, lasciano a copertura di guardia il braccio opposto all’arto che esegue il calcio, mentre il braccio dello stesso lato viene lanciato indietro in controbilanciamento.

La modalità di raccolta dell’arto, anche in questo caso è varia. Alcuni portano il ginocchio esternamente all’altezza della vita lasciando la gamba perpendicolare al suolo, prima di iniziare il movimento di rotazione del busto. Altri portano l’arto leggermente flesso verso l’esterno prima di indirizzarlo verso il bersaglio. Anche l’angolazione del moto dell’arto verso il bersaglio varia da ascendente, ad orizzontale a discendente.

Altra variazione la verifichiamo al momento dell’impatto : anca – ginocchio e tibia sono sulla stessa linea, ovvero il segmento coscia gamba è pressochè teso. In altre modalità esecutive, il ginocchio è disallineato all’anca ed alla tibia, avendo proseguito oltre la linea del bersaglio, lasciando il segmento coscia – gamba flesso, talvolta anche quasi di 90° al momento dell’impatto. Questa esecuzione permette di scaricare la massima potenza del colpo, anche se è sfavorevole in termini di difesa, in quanto il recupero dell’arto è meno veloce, e viene rallentato il ritorno in posizione di guardia. Coloro che eseguono questo tipo di circolare, spesso ruotano completamente il piede di appoggio ( di 180° ), per liberare tutta l’anca, indipendentemente dalla distanza corta-media-lunga del bersaglio; spesso il bersaglio è a distanza medio-corta. L’argomento riguardante il calcio circolare è molto vasto. Il colpo prescelto per il nostro atleta di low kick è all’interno di questa sintetica panoramica appena descritta.

L’esecuzione più adatta, è quella che sfrutta la rotazione delle spalle intorno all’asse centrale verticale. L’arto può essere anche caricato indifferentemente con ginocchio alla vita esternamente o semiflesso all’esterno. Se è possibile, evitare o ridurre al minimo caricamenti con ginocchio puntato verso il bersaglio. L’eventuale incontro di due caricamenti simili e contemporanei, nell’area della linea frontale di combattimento, può risultare fatale per la salute

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del ginocchio dell’atleta. La modalità preferita di esecuzione è quella orizzontale, anche e soprattutto per il criterio della perpendicolarità del colpo rispetto al bersaglio. Il piede a terra deve ruotare il necessario in base alla distanza del bersaglio e anca/ ginocchio e tibia dovrebbero trovarsi sulla stessa linea al momento dell’impatto per permettere un recupero veloce della guardia. In situazioni di particolare sicurezza, scaricare tutta la potenza portando il ginocchio oltre il bersaglio e ruotando completamente il piede di appoggio, può essere molto vantaggioso ai fini del risultato finale. Particolare attenzione deve essere dedicata alla inclinazione del busto ed alla posizione delle braccia, soprattutto al momento dell’impatto : il busto durante tutto il movimento deve certamente ruotare su se stesso, ma deve rimanere il più eretto possibile, ovvero perpendicolare al suolo. Il calcio deve essere eseguito dalla gamba, non dal busto. Le braccia devono favorire, anzi essere il principio della rotazione del busto, ma devono effettuare questo lavoro in posizione di l’avambraccio flesso sul braccio. Il principio del movimento deve essere generato dai gomiti non dai pugni. La rotazione del busto deve essere sull’asse, non piegando il busto in direzione opposta, né all’indietro al momento dell’impatto. Un caricamento del calcio uguale per l’esecuzione a tutte le altezze (high, middle, low), per esempio ad altezza media, favorisce un disorientamento dell’avversario in fase di difesa, in quanto gli risulterebbe difficile intuire realmente a quale altezza il nostro atleta stia portando la tecnica. Tra le tante rappresentazioni disponibili del calcio circolare, quella di seguito, proveniente da un manuale di karate kyokushinkai, è quella che meglio rappresenta la modalità che abbiamo descritta sopra, a parte il corretto movimento delle braccia, che, in quanto arte marziale, il karate gestisce in modalità diversa; L’ampiezza del passo è eccessiva rispetto a quella raccomandata ad un atleta di low kick.

Esecuzione di High Kick secondo “Essential karate” di Mas Oyama (sopra)

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TABELLA DI CONFRONTO PRINCIPALI TECNICHE DI ATTACCO E DIFESA

Di seguito una piccola tabella indicativa di confronto tra i colpi e le tecniche principali di difesa:

Colpo Principale difesa/anticipo Left Straight Punch Diretto sinistro Jab

Incrociato destro

Schivata interna + montante sinistro

Schivata esterna + diretto destro corpo

Schivata esterna + gancio dx corpo

Schivata interna

Schivata avanti laterale

Schivata indietro

Parata deviata dx

Parata bloccata dx

Chiusura di guardia frontale

Parata con avambraccio

Parata bloccata media destra

Parata bassa sinistra

Chiusura al tronco frontale destra

Right Straigh Punch Cross Diretto destro

Incrociato sinistro

Schivata interna + gancio sx viso/corpo

Schivata esterna + montante dx

Schivata esterna + diretto fegato

Schivata esterna

Schivata avanti laterale

Schivata indietro

Parata deviata destra

Parata bloccata destra

Chiusura di guardia frontale

Parata con avambraccio

Parata bloccata media destra

Parata bassa destra

Chiusura al tronco frontale sinistra

Left Hook Punch Gancio sinistro

Schivata esterna + diretto destro viso

Schivata esterna + swing destro

Schivata indietro + montante sinistro

Schivata bassa

Schivata indietro

Schivata in flessotorsione

Parata con avambraccio

Parata alta laterale

Chiusura al viso destra

Chiusura al tronco laterale destra

Right Hook Punch

Schivata interna + diretto sinistro viso

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Gancio destroy Schivata interna + swing sinistro

Schivata indietro + montante sinistro

Schivata bassa

Schivata indietro

Schivata in flessotorsione

Parata con avambraccio

Parata alta laterale

Chiusura al viso sinistra

Chiusura al tronco laterale sinistra

Left Uppercut Punch Montante sinistro

Swing destro

Diretto destro

Parata bloccata sinistra + gancio destro

Schivata indietro

Parata bloccata

Chiusura al mento

Chiusura allo sterno

Right Uppercut Punch Montante destroy

Swing sinistro

Diretto sinistro

Parata bloccata destra + gancio sinistro

Schivata indietro

Parata bloccata

Chiusura al mento

Chiusura allo sterno

Left Front kick Calcio Frontale sinistro

Low kick destro

High kick destro (su middle)

Gancio destro

Diretto destro

Parata bloccata destra

Parata deviata destra

Schivata indietro

Schivata interna

Chiusura allo sterno destra

Parata bassa a spinta destra

Parata bassa deviata sinistra

Right Front kick Calcio Frontale destro

Low kick sinistro

High Kick sinistro (su middle)

Gancio sinistro

Diretto sinistro

Parata bloccata sinistra

Parata deviata destra

Chiusura allo sterno sinistra

Parata bassa a spinta sinistra

Parata bassa deviata destra

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Low ( Roundhouse ) kick sinistro Calcio circolare sinistro basso

Gancio destro

Diretto destro

High kick destro

High kick sinistro

Left Middle Front Kick

Right Middle Front Kick

Chiusura su low kick sinistra

Chiusura su low kick destra

Spostamento circolare a sinistra

Low ( Roundhouse ) kick destro Calcio circolare destro basso

Gancio sinistro

Diretto sinistro

High kick sinistro

High kick destro

Left Middle Front Kick

Right Middle Front Kick

Chiusura su low kick sinistra

Chiusura su low kick destra

Apertura gamba avanzata a sinistra

Passo indietro

Spostamento a destra laterale

Left Middle (roundhouse) kick Calcio circolare sinistro medio (o al tronco)

Gancio destro

Diretto destro

Low kick destro

High Kick sinistro

Left Middle Front Kick

Chiusura laterale al tronco destra

Parata media bloccata destra

Parata bassa deviata sinistra

Right Middle (roundhouse) kick Calcio circolare destro medio (o al tronco)

Gancio sinistro

Diretto sinistro

Low kick sinistro

High Kick sinistro

Right Middle Front Kick

Chiusura laterale al tronco sinistra

Parata media bloccata sinistra

Parata bassa deviata destra

Left high (Roundhouse) kick Calcio circolare sinistro alto (o al viso)

Low kick destro

Diretto destro

Diretto sinistro (se semicircolare)

Gancio sinistro

Left middle front kick (se semicircolare)

Right middle front kick destro

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Parata alta laterale destra

Chiusura al viso laterale destra

Right high (Roundhouse) kick Calcio circolare destro alto (o al viso)

Low kick sinistro

Diretto destro

Diretto sinistro (se semicircolare) su

semispostamento

Gancio destro

Right middle front kick destro

Parata alta laterale sinistra

Chiusura al viso laterale sinistra

La respirazione

La respirazione durante il match e il suo abbinamento con l’esecuzione dei colpi, la difesa ed il muoversi sul ring è tanto fondamentale quanto la strategia, la tecnica, la padronanza e l’esperienza. In questa sede non approfondiamo un discorso che deve essere sviluppato in palestra, ma evidenziamo qualche aspetto saliente riportando due modalità fondamentali di respirazione. Durante il match sarebbe necessario espirare, ovvero ‘cacciare l’aria’, su ogni movimento in velocità e potenza, che sia spostamento, difesa, colpo, colpo su spostamento. Se eventualmente si può soprassedere sull’espirare in concomitanza dell’esecuzione di tutti gli altri gesti, sicuramente è obbligatorio farlo sull’esecuzione dei colpi. Poiché la bocca è occupata dal paradenti, sarebbe opportuno espirare attraverso il naso; alternativamente, o per incapacità di veicolare l’aria in uscita attraverso il naso, o per impossibilità contestuale o strutturale, è possibile espirare attraverso la bocca. L’emissione dell’aria deve essere sincrona al momento dell’impatto e breve quanto l’attimo di contrazione relativo. Le due modalità fondamentali sono :

1. Inspirare ed espirare regolarmente lasciando il flusso del respiro senza controllo fino al momento di attaccare; quindi, se vuoti, inspirare velocemente quindi una buona quantità d’aria ed espirarla sincronicamente ad ogni colpo della combinazione eseguito.

2. Mantenere una respirazione regolare e eseguire una espirazione veloce per ogni colpo portato sia estemporaneamente che in combinazione. Per gestire in tale modo l’emissione di fiato è necessario imparare la respirazione a mantice che rende attivo l’atto dell’espirazione e passivo quello dell’inspirazione. L’aria espulsa si ricarica automaticamente.

I vantaggi del primo metodo sono l’estrema facilità della espulsione dell’aria nell’accompagnare l’esecuzione di combinazioni in massima velocità, in quanto svuotare a poco a poco i polmoni riempiti è un atto consecutivo senza azioni di ricarica dell’aria fino a svuotamento completo. Lo svantaggio è che finita la quantità d’aria a disposizione è necessariamente finita anche la possibilità di continuare ad attaccare, quindi dobbiamo prima ricaricare. Altro svantaggio è che la ricarica e lo svuotamento completo comporta che durante il match abbiamo bisogno di cadenzati momenti di recupero completo; se veniamo colpiti al tronco frontale proprio in quei

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momenti, il colpo viene accusato in tutta la sua potenza, in quanto è difficile conciliare la contrazione muscolare a protezione della parte ed inspirare contemporaneamente. I vantaggi del secondo metodo sono gli svantaggi del primo. Non ci sono fasi in cui possiamo essere colpiti al tronco frontale ed essere impossibilitati alla contrazione muscolare delle fasce addominali alte, medie e basse. Possiamo portare i nostri colpi in qualsiasi momento, anche durante la fase finale dell’espirazione, in quanto l’espulsione e la ricarica consentono di continuare comunque a respirare in qualsiasi fase della respirazione. Lo svantaggio è che, finchè non impariamo ed automatizziamo, a tal punto da poterla utilizzare in combattimento, la respirazione a mantice, è difficile eseguire combinazioni di colpi in velocità in quanto la respirazione sarà lenta e non riuscirà a seguire l’esecuzione del gesto fisico.

Il footwork.

Insegnare all’atleta il footwork e perfezionarlo, ha la stessa fondamentale importanza di insegnare ad una persona il gesto del camminare.

Senza mobilità sul ring non c’è combattimento. Può esistere solo uno scambio alternato di colpi all’interno di una gara di resistenza alla sofferenza fisica causata dai colpi ricevuti, in cui esce vincitore chi possiede una soglia più alta di resistenza al dolore, o ha la fortuna di non ricevere colpi momentaneamente invalidanti che gli permettono di rimanere in piedi rispetto all’altro contendente.

Il corretto footwork è fondamentale per muoversi sul ring durante tutto l’incontro. Proviamo ad elencarne le principali caratteristiche:

-

Evitare di incrociare le gambe a meno che non faccia parte di una strategia predefinita o di parte del movimento esecutivo di un colpo importante.

-

L’inizio del movimento in genere è affidato al piede che è più prossimo alla direzione verso la quale vogliamo spostarci (es piede sinistro per muoverci a sinistra). Ci sono delle eccezioni.

-

Combinare sempre l’esecuzione dei colpi con gli spostamenti ed il footwork. Il movimento aggiunge potenza all’esecuzione del colpo, oltre a renderla più efficace grazie alla modificata traiettoria inaspettata dall’avversario.

-

L’atleta deve essere capace, dopo una corretta preparazione, di portare colpi muovendosi in tutte le direzioni. Grazie a questo, può anche indietreggiare davanti all’avversario, visto che arretrare colpendo, oltre a creare situazioni di danno potenziale per l’avversario, non rende il movimento passivo bensì attivo.

Di seguito la lista dei più importanti movimenti di footwork. Approfondiremo solo quelli coerenti alla strategia di fighting low kick determinati in questo lavoro.

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L’immagine sopra ci servirà per determinare le direzioni degli spostamenti. Gli esempi sono per atleta in guardia sinistra con guardia frontale o mezzo frontale.

1. In avanti : semispostamento avanti, spostamento avanti, scivolata lunga, passo avanti, slittamento su tecnica con arto avanzato, cambio guardia avanti.

2. Sinistra avanti 45° : semispostamento, spostamento circolare, scivolata lunga 3. Laterale a sinistra : semispostamento, spostamento, spostamento circolare. 4. Dietro sinistra 45° : spostamento circolare (solo con il piede destro con sinistro piede

perno), passo indietro, swich. 5. Indietro : semispostamento, spostamento, scivolata lunga, passo indietro, cambio guardia

indietro, swich. 6. Dietro destra 45° : semispostamento, spostamento circolare (solo con piede destro e

piede sinistro perno), spostamento indietro. 7. Laterale a destra : semispostamento, spostamento circolare, cambio guardia destra laterale

con spostamento circolare (piede destro a destra e piede sinistro indietro destra 45° cambiando direzione verso l’avversario)

8. Avanti destra 45° : passo, cambio guardia avanti destra.

Lo swich, ovvero il cambio guardia veloce rimanendo sul posto, non è collegato a nessuna direzione specifica, ma è un movimento molto importante per rompere la guardia e disorientare l’avversario.

L’atleta di low kick si muoverà sul ring utilizzando molto gli spostamenti laterali avanti e laterali in linea e 45°. La ripetizione continua di questi movimenti, soprattutto a destra e sinistra, costituiranno il suo modo di ‘camminare sul ring’. I colpi verranno portati insieme ai semispostamenti ed ai spostamenti in linea, laterali e circolari nelle direzioni 1,2,3,5,7 e 8.

Anche colpire su passo indietro o su scivolata lunga avanti, cui una parte di questo lavoro è dedicata, costituisce un solido bagaglio aggiuntivo per l’atleta.

L’implementazione del lavoro coordinato di colpire in movimento, è molto vasto. E’ riportata qualche metodica di lavoro di esempio nella sezione esercizi propedeutici.

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La distanza nella low kick.

Quale è la distanza giusta da mantenere rispetto all’avversario nei momenti in cui non si scambia? Qual è la distanza di sicurezza oltre la quale l’avversario deve subire un nostro attacco? A quale distanza si portano quali tecniche e come? Una parte di questo discorso, relativa solo alla distanza, l’abbiamo già vista nella definizione della circonferenza di sicurezza. Le distanze nel combattimento sono fondamentalmente cinque : oltre la distanza lunga, la distanza lunga, la distanza media, la distanza corta, il corpo a corpo. Non costituiscono misure quantificabili in metri o in centimetri, ma possiamo definirle in base alla quantità di passi medi di distanza dei contendenti l’uno dall’altro e dalle tecniche che si possono eseguire ad ogni specifica distanza.

Il corpo a corpo. Quando il piede anteriore di un atleta è oltre la linea del piede anteriore dell’avversario. A questa distanza è difficile che il combattimento duri più di pochi secondi in quanto l’arbitro permette lo scambio finchè gli atleti non si abbracciano o ‘legano’. In quel momento viene chiamato il break e i due atleti vengono separati. Le uniche tecniche che possono essere portate a questa distanza sono il gancio corto e il montante, e tecniche di spazzata.

La distanza corta. E’ la distanza corrispondente a più o meno un passo di un atleta dall’altro. Da questa posizione è possibile portare ganci corti e montanti con rotazione della spalla, pugni dritti o incrociati con la sola escursione articolare del braccio; atleti con buona mobilità articolare possono portare calci frontali molto stretti, crescent kicks interni ed esterni, axe kicks, heel kicks senza rotazione del piede di appoggio con rotazione della sola anca, tecniche di spazzata e roundhouse semicircolari con la tibia.

La distanza media. E’ la distanza di ingaggio, di combattimento della low kick. Gli atleti si trovano più o meno a due passi l’uno dall’altro. Da questa distanza è possibile portare i diretti con la rotazione delle spalle, o, se la distanza è leggermente maggiore, ma non corrispondente alla distanza lunga, su semispostamento avanti; Stesso discorso per il gancio lungo; è possibile portare i front kicks e axe kicks; è possibile portare roundhouse kicks, side kicks, heel kicks con la rotazione del piede di appoggio all’esterno di 90°. E’ possibile portare tecniche di calcio con l’arto avanzato (Front kicks e roundhouse) con un movimento di scivolata lunga eseguito a metà. Questa distanza è ideale per eseguire tutti i calci in rotazione.

La distanza lunga. E’ più o meno la distanza di tre passi tra gli atleti. Da questa distanza in genere non vi è combattimento ed è difficile che gli atleti vi si trovino stabilmente. Le casistiche sono legate agli scambi in cui un atleta è indietreggiato spontaneamente, a seguito di una finta o a seguito di un colpo (es. Front kick). Per quanto abbiamo detto riguardo alla definizione della circonferenza di sicurezza, gli atleti non dovrebbero mai trovarsi in questa posizione volontariamente. Da questa distanza è possibile eseguire i side kicks, i roundhouse kicks e gli hell kick o hook kicks posteriori ruotando completamente (180°) il piede di appoggio verso l’esterno, ovvero indietro rispetto alla linea di combattimento, l’anca. E’ possibile portare i calci saltati, soprattutto quelli eseguiti con lo slancio di un arto e l’esecuzione con l’altro. Questa distanza si può anche rompere improvvisamente con lo spostamento del passo avanti e con il movimento completo della scivolata lunga, portando poi i colpi con la gamba anteriore, e recuperando, quando possibile, subito, la distanza.

Oltre la distanza lunga. E’ veramente raro che i due atleti si ritrovino a fronteggiarsi da questa distanza. Può avvenire quando l’arbitro chiama il ‘break’ e separa i due atleti, oppure all’inizio del

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round quando gli atleti convergono al centro del ring dall’angolo, o nel momento in cui c’è una sospensione veloce per un conteggio e un atleta è all’angolo neutro. Al di fuori di queste situazioni, anche ammesso che gli atleti si trovino a questa distanza, velocemente di riavvicinano per stabilire la distanza di combattimento. Un atleta che forza continuamente la distanza, allontanandosi oltre i tre passi, è passibile di richiamo per comportamento vietato al fine di evitare il combattimento.

La rottura della distanza di due passi, ovvero della distanza media, è una attitudine che va evitata il più possibile. Allontanarsi dall’avversario, o lasciarlo allontanare continuamente e recuperare poi la distanza, interrompe l’attenzione e la strategia di stato vigile e concentrato, oltre al fatto che dalla distanza lunga possono essere caricati colpi molto forti, sommando la potenza del colpo all’ inerzia di grandi movimenti o spostamenti di avvicinamento. Quando un atleta si allontana, l’altro dovrebbe sempre seguirlo cercando di mantenere la distanza almeno di due passi. D’altra parte è da evitare l’azione di indietreggiare, non solo senza un valido motivo strategico, ma comunque meno frequentemente possibile in generale.

Particolare attenzione va dedicata alla preparazione dell’atleta dal modificare la distanza di due passi al corpo a corpo e viceversa, ovvero avvicinarsi ed allontanarsi dall’avversario. Va lasciata all’avversario l’azione di avvicinarsi anticipandolo e di indietreggiare seguendolo ed attaccandolo. Eventualmente c’è necessita di applicazione di una strategia studiata di avvicinamento, va eseguita coprendosi ed attaccando; l’azione di allontanarsi dal corpo a corpo per tornare alla distanza media va eseguita coprendosi ed attaccando mentre si indietreggia.Di seguito una tabella che indica i principali colpi eseguibili agevolmente alle varie distanze di combattimento :

Corpo a Corpo

-Ganci -Montanti

Corta (un passo)

-

Diretti (solo escursione del braccio)

-

Ganci -

Montanti -

Front kicks -

Roundhouse con la tibia semicircolari

-

Crescent & Axe Kicks

-

Spazzate

Media (due passi)

-

Diretti e swing con rotazione delle spalle o semispostamento

-

Ganci lunghi e/ o su semispostamento

-

Front kicks -

Side kick rotazione piede di appoggio 90°

-

Roundhouse kicks rotazione piede di appoggio 90°

-

Axe Kicks -

Heel Kicks con rotazione del piede di appoggio 90°

-

Calci in rotazione -

Calci avanzati su semi scivolata lunga

Lunga (tre passi)

-

Calci saltati -

Calci su scivolata lunga o passo avanti

-

Side, Roundhouse, Heel Kicks posteriori con rotazione completa dell’anca e del

piede di appoggio di 180°

Vedere nella sezione degli esercizi propedeutici alla voce ‘Condizionare il cambio di distanza’.

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La combinazioni e la distanza

Per rendere più efficaci le combinazioni e aumentare il bagaglio tecnico dell’atleta possiamo incrociare il lavoro delle combinazioni con il lavoro della distanza.

Vediamo come:

Prendiamo le cinque combinazioni di esempio che abbiamo definito in precedenza, per coerenza di trattazione.

Braccia LSP - Left Straight Punch RSP - Right Straight Punch LHP - Left hook punch RUP - Right Uppercut Punch Gambe LMFK – Left Middle Front Kick RHK - Right High Kick RLK - Right Low Kick LMK – Left Middle Kick

Le cinque combinazioni che abbiamo definito sopra :

LSP – RSP

LSP - RUP

LHP – RLK

LMFK – RHK

LMK - RSP

Prendiamo ad esempio una di queste combinazioni. Per semplicità esplicativa prendiamo il classico uno-due ovvero diretto sinistro + diretto destro.

Quale sarà la terza tecnica in considerazione della nuova distanza dall’avversario dopo il diretto destro, partendo dalla distanza media?

LSP – RSP – LHP ritrovandosi a distanza corta;

LSP – RSP – LSP rimanendo a distanza media differenziando le altezze dei pugni;

LSP – RSP – LHP con gancio lungo o con semispostamento in avanti rimanendo a distanza media;

LSP – RSP – LMK con rotazione del piede di appoggio di 90° all’esterno rimanendo a distanza media;

LSP – RSP – LMFK a distanza media;

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LSP – RSP – LMK con rotazione del piede di appoggio di 180° verso l’esterno, oppure su scivolata lunga, se l’avversario è indietreggiato, o per qualsiasi altra occasione la nuova distanza da media diviene lunga.

In questo modo, partendo da una combinazione qualsiasi fissa di due tecniche, il nostro atleta sarà capace di eseguire una terza tecnica adeguata, non solo alla situazione contestuale di scopertura dell’avversario, ma anche alla distanza cui si trova il bersaglio. Inoltre, l’avversario viene sicuramente sorpreso scoperto almeno una volta durante l’esecuzione diversificata della terza tecnica della combinazione. Ad esempio il nostro atleta porta ripetutamente l’uno –due con interdizione fissa e nel giro di un minuto o un round fa seguire alle prime due tecniche il gancio sinistro. L’avversario crede ormai di aver preso le misure su questo automatismo. Quando il nostro atleta cambia all’improvviso con un left middle kick, è molto probabile che trovi l’avversario in chiusura di guardia laterale destra, lasciando scoperto il tronco laterale destro, portando almeno a segno un punto.

Ovviamente, in base alla decisione di quanto questo lavoro debba essere condizionante ed importante per la preparazione dell’atleta, questo discorso può essere effettuato, oltre che sulla diversificazione delle terza tecnica, anche sulla quarta tecnica.

Esempio: combinazione base a tre LSP – RSP – LHP

A distanza corta:

LSP – RSP – LHP – RUP

A distanza media:

LSP – RSP – LHP – RUP con gancio lungo e montante destro in semispostamento, oppure eseguendo le ultime due tecniche in semispostamento.

LSP – RSP – LHP – RHK

LSP – RSP – LHP – RLK

LSP – RSP – LHP – RSP (tronco)

A distanza medio lunga :

LSP – RSP – LHP – RHK con rotazione del piede di appoggio di 180° all’esterno

LSP – RSP – LHP – RLK con rotazione del piede di appoggio di 180° all’esterno

All’esempio sviluppato possiamo aggiungere le tecniche di sbilanciamento in apertura combinazione e i calci in rotazione in chiusura combinazione. Una volta espresso il concetto è sempre possibile aggregare gli specifici lavori tra di loro e comporre una tabella tecnica di pianificazione e sviluppo.

Tutte queste combinazioni, oltre ad avere la caratteristica di determinare un numero di tecniche base combinate fisse con la diversificazione continua dell’ultima, che come avviamo visto può risultare molto destabilizzante per l’avversario, sono anche composte da colpi che provengono da traiettorie diverse e sollecitano altezze diverse, alternando l’utilizzo degli arti destro e sinistro.

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E’ molto probabile che queste semplici combinazioni composte da tecniche base della kickboxing arrivino a bersaglio con almeno un colpo.

Approcciamo allo stesso metodo in modalità diversa. Ipotizziamo di porre quale prima tecnica delle combinazioni tre tecniche base del repertorio della low kick scelte tra le tecniche ammesse, portate con gli arti avanzati, in quanto gli arti avanzati sono più prossimi all’avversario, e che quindi nell’eseguire un colpo hanno meno potenza ma più velocità. Inoltre : con esse possiamo testare, se eseguite da sole e ripetutamente, l’ eventuale reazione dell’avversario; possono essere proposte come invito o come finta, per eseguire poi il resto della combinazione partendo dalla seconda tecnica. Alleniamo il nostro atleta cominciando a dare per fissa la prima tecnica, mentre la scelta della seconda tecnica dipenderà dalla nuova distanza dall’avversario creatasi a causa dell’imprevedibilità dello svolgimento del match. Poi applichiamo lo stesso criterio sulla terza tecnica, e così via. L’obiettivo è quello di far automatizzare al nostro atleta una serie di combinazioni di colpi che eseguirà in base alla distanza del suo avversario, mano mano che questa si modifica nel corso dello scambio.

Nell’esempio che segue:

-

nella colonna 1° (colpo), 2° (colpo) e cosi via inseriamo i colpi che intendiamo far memorizzare al nostro atleta;

-

nella colonna D (distanza) inseriamo la nuova distanza che si viene a creare dopo l’esecuzione della tecnica precedente nel corso dello scambio; di seguito le abbreviazioni per chiarezza esplicativa : CC= corpo a corpo, DC = distanza corta, DM = distanza media, DL = distanza lunga.

Lista delle tecniche e delle abbreviazioni :

LSP = jab, diretto sinistro; RSP = cross, diretto destro; LHP = gancio sinistro; se successivo alla distanza corta sarà corto, se successivo alla distanza lunga sarà lungo oppure eseguito su semispostamento; RHP = gancio destro; se successivo alla distanza corta sarà corto, se successivo alla distanza lunga sarà lungo oppure eseguito su semispostamento; LUP = montante sinistro; RUP = montante destro; LMFK = calcio frontale medio sinistro; RMFK = calcio frontale medio destro; LHFK = calcio frontale alto sinistro; RHFK = calcio frontale alto destro; LLK = low kick sinistro; RLK = low kick destro; LMK = calcio circolare sinistro medio; RMK = calcio circolare destro medio; LHK = calcio circolare alto sinistro; RHK = calcio circolare alto destro;

Tutti i calci circolari a tutte le altezze, se eseguiti a DC saranno semicircolari senza torsione del piede di appoggio, oppure con la massima torsione ma eseguiti con l’arto di esecuzione piegato

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colpendo con la tibia; se eseguiti a DM saranno semicircolare con la torsione a 90° del piede di appoggio; se eseguiti a DL saranno completamente circolari con la massima torsione del piede di appoggio, ovvero +/-180°. Proviamo a creare la tabella di allenamento con queste semplici tecniche base. Arriviamo a solo tre livelli di esempio, ovvero a combinazioni di tre tecniche. Una volta eventualmente condiviso il metodo l’insegnante può sviluppare e selezionare le combinazioni principali con cui allenare l’atleta. In questa tabella diamo per scontato che la distanza di partenza (da cui parte la prima tecnica) delle combinazioni sia quella standard, ovvero quella media. Le tecniche o le distanze inserite insieme nella stessa colonna divisa dalla sbarra (/ ) sono per indicare o una o l’altra. La tabella è creata in questo modo per evitare che la tabella stessa diventi troppo lunga per la consultazione a causa del numero delle possibilità di diversificazione della distanza nel corso dello scambio e conseguentemente dei colpi che possiamo far sperimentare al nostro atleta, pur se scelti tra una lista di tecniche base della low kick e non includendole tutte. La riga evidenziata con i trattini (---) sta ad indicare che l’esempio con la prima tecnica (1°) non viene portato oltre, sollecitandone lo sviluppo eventuale a carico del tecnico, e indichiamo altre combinazioni partendo da un’altra tecnica avanzata.

1° D 2° D 3° LSP CC/DC

RHP CC/DC

LUP LSP CC/DC

RHP CC/DC

LHP LSP CC/DC

RUP CC/DC

LHP LSP CC/DC

RUP CC/DC

LUP LSP DM RSP/RHP LSP DM RSP/RHP DM LLK LSP DM RSP/RHP DM LMK LSP DM RSP/RHP DM LFMK LSP DM RSP/RHP DM LHP LSP DM RSP/RHP DM LSP LSP DM RSP/RHP DL LLK LSP DM RSP/RHP DL LMK LSP DM RSP/RHP DL LHK LSP DM RLK DM/DL

LLK LSP DM RLK DM/DL

LMK LSP DM RLK DM/DL

LHK LSP DM RLK DM LMFK LSP DM RLK DM LHFK LSP DM RLK DM LSP/LHP ----- ------ ------ ----- ----- LLK DM RSP/RHP/RHK/RHFK CC/DC

LHP/LUP LLK DM RMK/RMFK CC/DC

LHP/LUP LLK DM RSP/RHP/RHK/RHFK DM LLK LLK DM RSP/RHP/RHK/RHFK DM LMK/LMFK LLK DM RMK/RMFK DM LSP/LHP LLK DM RLK DM LSP/LHP LLK DM RSP/RHP/RHK/RHFK DL LLK ----- ----- ---- ----- -----

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LMFK

CC RUP/RHP CC LUP/LHP

LMFK

CC RUP/RHP DC LUP/LHP/LLK

LMFK

CC RUP/RHP DC LSP

LMFK

DC RSP/RUP/RHP/RLK/RHFK

DC LSP/LUP/LHP/LLK/LHFK

LMFK

DM RSP DM LHK

LMFK

DM RSP DM LLK

LMFK

DM RSP DM LSP

LMFK

DM RSP DM LHP LMFK

DM RSP DM LHFK LMFK

DM RHP DM LLK LMFK

DM RHP DM LSP LMFK

DM RHP DM LHP ---- ---- ---- ---- ----

LMFK

DM RHK DM LLK LMFK

DM RHK DM LHK LMFK

DM RHK DM LSP LMFK

DM RHK DM LHP ----- ----- ----- ---- -----

Le tecniche su scivolata lunga o su passo avanti ed indietro.

Nel bagaglio tecnico dell’ atleta non può mancare l’automatismo di portare le tecniche su scivolata lunga, lo spostamento chiamato anche “piede scaccia piede”.

Questo tipo di lavoro ci permette di accorciare le distanze all’improvviso, colpire imprevedibilmente e recuperare la posizione iniziale molto velocemente. Colpi di interdizione, convertibili all’occasione in finte, di questo tipo, ci permettono spesso di mettere a segno punti per il match; ci permettono di indurre la convinzione di un falso schema comportamentale nell’avversario, che all’occasione possiamo sovvertire, riuscendo in tal modo a portare a segno colpi; Il colpo portato aumenta di potenza sfruttando la dinamica e l’inerzia dello spostamento che va ad aggiungersi alla potenza generata dal colpo in sé.

Il posizionamento del piede posteriore che affianca l’anteriore, arto con il quale portiamo poi il nostro colpo, può essere (esempi in guardia sinistra) :

1. affianco alla destra del piede avanzato. 2. affianco alla sinistra del piede avanzato, permettendoci di girarci di schiena. 3. passo avanti, ovvero il piede destro va a posizionarsi più avanti del piede sinistro in linea

frontale con l’avversario, cambiando guardia. 4. passo avanti laterale 45°, ovvero la destra si posiziona più avanti della sinistra 45° a destra

rispetto alla linea frontale. 5. Passo indietro, ovvero il piede sinistro va a posizionarsi indietro rispetto al piede destro

rimanendo in linea frontale con l’avversario, cambiando guardia.

In questa sezione valutiamo solo le tecniche di gamba su questi movimenti. Il resto lo vedremo negli spostamenti abbinato alle combinazioni di esempio che abbiamo creato in precedenza. I movimenti vanno allenati per essere molto sciolti e veloci, allo scopo di dimezzare

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improvvisamente la distanza. Il movimento di ritorno può riportarci nella posizione iniziale di partenza se l’avversario non è arretrato; nella nuova posizione avanzata se l’avversario è arretrato; costringerci a riposizionarci sfruttando movimenti semicircolari o switch in caso di reazione inaspettata dell’avversario, quale anticipo, spostamento, difesa e rimessa o altro. Questi movimenti sono importanti perché cambiano all’improvviso la traiettoria (nel caso dei calci circolari) e la linea (nel caso dei colpi diretti) di penetrazione; ed inoltre li potenziano sensibilmente caricandoli della cinetica del movimento del corpo in avanti.

Sul movimento numero 1 possiamo portare soprattutto i front kicks ed i roundhouse avanzati. Le casistiche di riposizionamento e di prosecuzione dell’azione vanno studiate in allenamento, basandosi su quelle descritte sopra o su altre, valutate dall’insegnante diretto.

Sul movimento numero 2 possiamo portare gli heel kicks (hook), i side kicks ed i back kicks. La casistiche di riposizionamento sono come sopra. Questo movimento ci pone di schiena quindi il ritorno del calcio, soprattutto se andato a vuoto, deve essere veloce, in quanto prendendoci il rischio di portare un calcio potenziato dallo spostamento, ci siamo scoperti molto di più rispetto all’esecuzione alternativa di una azione frontale. Offesa e difesa risultano inversamente proporzionali.

Il movimento numero 3 è molto simile al numero 1. La differenza è uno slancio ancora maggiore che potenzia ulteriormente il colpo finale. Suggeriti front kicks e roundhouse kicks.

Il movimento numero 4 è l’ideale per portare roundhouse kicks e heel kicks, in quanto ci disallinea all’improvviso dalla linea frontale ponendoci laterali, posizione ideale per scaricare colpi circolari ben caricati. Soprattutto il middle kick ed il low kick risulta difficile da intercettare perché la tibia arriva orizzontale sulla linea frontale, non più laterale, al bersaglio, avendo spostato il centro del compasso (il piede perno) lateralmente.

Tutti i movimenti, soprattutto il 3 ed il 4, vanno “preparati”, nel senso che è consigliabile farli precedere da finte o attacchi reali che evitino l’anticipo da parte dell’avversario. In caso di anticipo, la potenza del colpo ricevuto aumenta esponenzialmente a causa del nostro movimento veloce verso di esso.

Il movimento numero 5 è molto importante per l’atleta di Low Kick. Siamo abituati a considerare l’attacco unicamente abbinato all’avanzamento. Riuscire a portare colpi mentre ci muoviamo in tutte le direzioni aumenta il nostro bagaglio tecnico, ci rende comunque attivi anche in fase di momentaneo arretramento per difesa. Se arretriamo in linea, quasi sicuramente lo stiamo facendo perché l’avversario sta attaccando mentre avanza. Non si aspetta, mentre attacca, di ricevere un high kick, un middle side kick o front kick, colpi che possono facilmente andare a buon fine in una situazione del genere. E’ anche probabile che attaccando ed avanzando l’avversario si scopra, rendendo più pericolosi i nostri colpi in fase di difesa.

Per esercitarsi su questa sezione vedi il lavoro negli esercizi propedeutici.

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Rimessa, contemporaneità ed anticipo.

Le tre principali fase dello scambio contenute nel titolo del paragrafo, in realtà contengono una unica fase fondamentale : l’anticipo. La contemporaneità è solo un ritardo nell’intenzione di anticipare, ovvero quando portiamo un colpo contemporaneamente al colpo del nostro avversario. La rimessa è solo un anticipo posticipato rispetto ad una iniziale fase di difesa, che come abbiamo visto deve essere comunque attiva, prima che il nostro avversario prosegua nel suo attacco. Anticipare vuol dire portare i nostri colpi prima del nostro avversario, ovvero prima che porti a termine tutta l’esecuzione della tecnica. Ovviamente è difficile, probabilmente impossibile, portare avanti l’intero incontro anticipando continuatamente l’avversario, a meno che questa intenzione, determinata dall’inizio del match, non lo porti a termine in anticipo grazie ad un KO dell’avversario. Non è possibile separare il concetto di anticipo da quello di continua proattività e ritmo. Per poter sistematicamente anticipare il nostro avversario, e quindi evitargli sistematicamente di attaccare, è necessario imporre il nostro ritmo ed essere perennemente attivi e presenti durante il match. Sono necessari riflessi allenati, una presenza, concentrazione ed attenzione costante e una velocità implementata ai massimi livelli. Questo vuol dire anche essere vigili ma rilassati. Una tensione eccessiva diventa bloccante per l’atleta sul ring, portandolo a reagire in maniera abnorme a finte e falsi attacchi e di contro a rimanere immobile quando subisce attacchi effettivi. Imponendo il nostro ritmo, invece, questa condizione potrebbe essere inflitta all’avversario. Essere continuamente anticipato, andare a vuoto e fuori tempo rispetto al ritmo imposto dall’incontro, ricevere colpi duri e potenti probabilmente non avendoli nemmeno intuiti ma solo sentiti, porta in poco tempo a minare la solidità nervosa dell’atleta avversario volgendo presto l’incontro a nostro favore. I riflessi e l’attenzione possono essere allenati in vari modi anche al di fuori delle normali attività di palestra legate al combattimento, ma la modalità esecutiva di come anticipare l’avversario deve diventare un automatismo tecnico, che, unito ai primi due porta il coach a raggiungere il risultato. Spesso, non solo sul ring, gli atleti appaiono “imbambolati”, ovvero apparentemente non presenti al lavoro che gli è stato affidato durante l’allenamento. Questo può accadere per tendenze naturali dell’atleta, portato ad alternare attimi di attenzione ad altri di ‘assenza’, in presenza di un periodo di superlavoro o affaticamento eccessivo, oppure quando sta portando avanti un lavoro particolarmente condizionante, ovvero routinario, che è necessario per imprimere e memorizzare dei gesti automatizzati. E’ utile, in questi casi, semplicemente richiamare l’atleta alla “presenza”, durante il lavoro, nei momenti in cui appare più assente. E’ necessario, inoltre, ripetere continuamente agli atleti che proprio il lavoro di condizionamento presuppone la presenza di attenzione mentale, in quanto diversamente il lavoro non viene realmente memorizzato. Durante il match, invece, momenti di assenza e di mancanza di reazione, possono essere causati da mancanza di fiato, da azioni troppo continuate e ad alto dispendio energetico, oppure a temporanei momenti di perdita parziale di lucidità a causa di colpi particolamente efficaci ricevuti in punti vitali. Grazie ad un continuo lavoro di richiamo verbale all’attenzione, questi momenti, salvo cause di forza maggiore, devono essere tendenzialmente annullati o ridotti al minimo. Le modalità del lavoro di anticipo vanno automatizzate con un lavoro aerobico e condizionante, le cui dinamiche in parte abbiamo affrontate nella progressione dell’acquisizione tecnica, mentre alcuni esempi pratici li abbiamo visti nella tabella di comparazione tra tecniche di attacco e di difesa. Esempi sono riportati nella sezione esercizi propedeutici.

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Muoversi e combattere. Definiamo a questo punto la strategia e la tattica cui il nostro atleta deve essere condizionato.

La strategia e l’approccio dell’atleta al combattimento deve essere definito dall’insegnante diretto oppure dal direttore tecnico della scuola.

Ma, come abbiamo visto dal regolamento ring, in relazione alla competizione FIKBMS di sport da combattimento, non c’è molta scelta tra le strategie disponibili. Come abbiamo ripetuto più volte nell’ambito di questo lavoro, l’atleta deve essere attivo per tutto il match, dimostrare determinazione a colpire e proattività anche nella difesa, non chiudendosi passivamente sotto i colpi dell’avversario.

In generale, nel tentativo di definizione di una strategia di combattimento, che va poi dettagliata in base alle caratteristiche di ogni singolo atleta, il nostro avversario può, durante il match :

-

Avanzare attaccandoci in linea dritta; -

Attaccarci muovendosi e girando verso il nostro angolo cieco; -

Attaccarci muovendo e girando verso l’interno della nostra guardia; -

Indietreggiare per qualsiasi motivazione : guadagnare il centro del ring per fintare di darci spazio, per evitare un nostro attacco, per prendere una distanza più consona al colpo / combinazione / azione di attacco che intende portare etc;

Dal nostro punto di vista :

-

Nel primo caso la priorità è l’anticipo. La seconda opzione è girare intorno mandandolo a vuoto e attaccandolo a nostra volta. La terza opzione è, tenendo bene l’attenzione sulla linea alta, conservare una difesa attiva con parate bloccate, parate con gli avambracci ed eseguire un contrattacco immediato. In ultima analisi legare con l’avversario tenendo bene le sue braccia bloccate per evitare colpi e cercare di far ripartire l’azione dopo il break dell’arbitro.

-

Nel secondo caso, ovvero che l’avversario si muova / attacchi / giri verso il nostro angolo cieco: Se riusciamo ad intuire immediatamente l’azione portiamo diretto sinistro e gancio sinistro come azione di sbarramento. Anche il nostro Left Low Kick sull’esterno della coscia destra o l’interno della coscia sinistra o un Left Roundhouse seguito da colpi di pugno posteriori e/ o combinazioni di braccia è una buona strategia. Se il movimento dell’avversario verso il nostro angolo cieco è già iniziato, possiamo seguirlo in rotazione con Roundhouse kicks destri a chiusura, che accompagnano il suo movimento colpendolo e permettendo anche a noi di ruotare ripristinando la linea frontale. Se il movimento dell’avversario arriva lateralmente portandosi in linea con i nostri due piedi di appoggio, senza che noi abbiamo ancora reagito, eseguire side kicks anteriori. Se il movimento dell’avversario è andato oltre la linea piede avanzato – posteriore, portare calci girati. Con movimenti circolari cercare sempre di riposizionarsi frontali sulla linea di combattimento. Continuare ad attaccare, fintare, pressare.

-

Nel terzo caso, ovvero che l’avversario attacchi / giri / si muova laterale verso l’interno della nostra guardia . Intercettando il movimento dall’inizio, anticipare e sbarrare con Right high/ middle/ low kick discendente e/o diretto posteriore. Se il movimento continua seguire l’avversario nel movimento circolare chiudendo con Gancio sinistro/ low kick sinistro. Se l’avversario è lateralmente all’interno della nostra guardia

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eseguire Right front kick. Riposizionarsi frontali più velocemente possibile con movimenti circolari. Mantenere sempre il centro del ring Riprendere il centro del ring se perso a sfavore dell’avversario. Continuare ad attaccare, fintare, pressare.

-

L’avversario indietreggia per un qualsiasi motivazione oppure in quanto sotto nostro attacco. Continuare ad attaccare avanzando, mantenendo alta l’attenzione per contrastare un anticipo, difesa e contrattacco o un counter. Continuare a mantenere la distanza media, dalla quale è sempre possibile continuare a portare il maggior numero di colpi a disposizione nel nostro repertorio. I colpi da preferire sono sempre quelli in linea frontale da miscelare ad arte con quelli circolari, diversificare le altezze di attacco e continuare ad alternare gli arti destro e sinistro per garantire la continuità della combinazione. Tra i colpi diretti preferire : Diretti / Front Kicks. Tra i circolari : / montanti / Axe Kicks/ RoundHouse Kicks. Avanzare sempre in copertura per evitare l’anticipo. Queste misure sono valide sempre che non abbiamo nel nostro bagaglio combinazioni automatizzate che possiamo utilizzare al posto della strategia di cui sopra, oppure miscelate a tecniche ad hoc portate in base al contesto ed al momento considerando i punti in cui l’avversario si scopre, utilizzando il colpo d’occhio. La scuola che ha nel proprio repertorio altre tecniche base che corrispondono ai criteri e che sono ammesse dal regolamento, può utilizzarle.

Fin quando è possibile è sempre meglio evitare di indietreggiare. E’ preferibile girare intorno all’avversario, continuando ad attaccare ed evidenziare atteggiamento attivo sia in attacco che in difesa. Questo lavoro può essere effettuato abbinando colpi su spostamenti, ovvero footwork e tecniche. Indietreggiare determina che la distanza di attacco sia costantemente mantenuta, riproponendo sistematicamente la medesima situazione di passività e lasciando lo spazio all’avversario per continuare a colpire. Questa situazione svantaggiosa può ulteriormente peggiorare nel caso si arrivi alle corde, dove, in mancanza di una serie di strategie di uscita provate più volte in allenamento o di cui si sia fatta anche esperienza sul ring, l’atleta è completamente in balia dei colpi dell’avversario, specialmente se, a seguito di qualche colpo ben piazzato, abbia perso anche fiato e lucidità. Se l’arbitro è particolarmente presente ed attento, davanti ad una condizione palese di passività, può iniziare il conteggio e, nei casi peggiori, dove la verifica visiva dell’atleta dopo il conteggio stesso non lo convince, decretare, a giudizio insindacabile, il KOT. Se l’arbitro non interviene immediatamente, o se, in concomitanza o in alternativa, i colpi dell’avversario sono particolarmente pesanti, l’atleta subisce inutilmente, finendo probabilmente al tappeto, e rischiando una perdita di conoscenza. Uno dei motivi della determinazione in regolamento a mostrare un atteggiamento visibilmente attivo da parte dei contendenti, è anche un tentativo di dare immediatamente visibilità, all’arbitro centrale, di un atteggiamento passivo, dietro al quale, essendo i protagonisti atleti allenati e preparati, potrebbe esserci facilmente una situazione di difficoltà di uno dei due. Ciò permette di chiudere l’incontro con una immediatezza che eviti inutili infortuni e colpi in eccesso gratuiti.

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Di seguito uno schema riassuntivo di esempio di strategia :

TABELLA SINTESI STRATEGIA MATCH LOW KICK

Attivo sulla difesa in linea alta. Attivo in attacco. Parate block e mobilità, anticipo, difesa e rimessa veloce.

L’avversario indietreggia. Attaccare avanzando. Mantenere la distanza.

1. Diretti + Front Kicks + montanti + Axe Kicks 2. RoundHouse Kicks Avanzare in copertura per evitare anticipo.

AVVERSARIO

L’avversario verso nostro angolo cieco. Diretto e gancio sinistro sbarramento. Left Low Kick. Left Roundhouse di sbarramento. Roundhouse destri a chiusura. Quando si porta sulla linea piede anteriore – piede posteriore eseguire side kicks anteriori. Oltre la linea piede avanzato posteriore portare calci girati. Movimenti circolari e riposizionarsi frontali. Continuare ad attaccare, fintare, pressare.

L’avversario attacca sulla linea frontale.

1.Anticipo. 2.Girare e mandarlo a vuoto

3.Difesa attiva con parate bloccate e risposta immediata continuata.

4.Legare Non indietreggiare

Riprendere il centro del ring se momentaneamente perso a sfavore

dell’avversario con traiettorie circolari centripete.

Continuare ad attaccare, fintare, pressare.

L’avversario laterale verso l’interno della guardia .

Anticipo e sbarramento con : 1.Right high/middle /low kick discendente/diretto posteriore.

2.Gancio sinistro/low kick sinistro. 3.Right front kick

Riposizionarsi frontali con movimenti circolari

Mantenere il centro del ring

Riprendere il centro del ring se perso a sfavore dell’avversario.

Continuare ad attaccare, fintare, pressare.

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Il ritmo. Applicazione alternata di pause, forza e velocità.

Il combattimento, tra i suoi aspetti, è ha quello di essere un movimento continuo. Ogni movimento risente del ritmo. L’atleta che riesce ad imporre il suo ritmo all’avversario, ha buone possibilità di aggiudicarsi il match.

Il discorso del ritmo sul footwork lo abbiamo affrontato nel paragrafo relativo.

Affrontiamo qui il discorso del ritmo sui colpi portati e sulle combinazioni. Abbiamo già valutato e definito che l’atleta maggiormente attivo e che abbia imposto il proprio ritmo, venga più facilmente decretato vincitore per il regolamento della low kick.

Per realizzare ciò è anche necessario che il nostro atleta sia padrone della gestione dell’applicazione della forza e della velocità nell’esecuzione dei singoli colpi e delle combinazioni.

Per essere al massimo della potenza una tecnica, o una serie di tecniche, devono essere portate al massimo della forza e velocità. Per quanto, però, l’atleta sia stato sottoposto alla migliore preparazione atletica e fisica, è difficile riuscire a portare colpi alla massima potenza per tutta la durata dei rounds del match.

Per ovviare a questo aspetto, un lavoro importante può risultare il condizionamento sul ritmo dell’attacco, e quindi di gestione della forza e della velocità, nonché di gestione delle pause tra l’esecuzione di un colpo o una serie di colpi e quelli successivi. Per esemplificare prendiamo una combinazione di esempio, tra quelle che abbiamo già utilizzato sopra :

Left straight + right hook punch + left middle front kick + right low kick

Adesso, pur eseguendo la stessa combinazione, vediamo come ne cambia l’esecuzione assegnando o meno delle pause.

1. Eseguiamo l’intera combinazione. Non potremo portare tutte le tecniche alla massima potenza ma eserciteremo un valore medio alto di forza ed un massimale di velocità. Possiamo, se vogliamo, eseguire una sola delle tecniche con il valore massimo di forza

2. Poniamo la pausa dopo la prima tecnica. Il left straight può essere eseguito alla massima potenza, quindi massimale di forza e velocità, e poi eseguire la seconde due o tre alla massima velocità con forza medio alta. In questo caso il primo colpo costringerà l’avversario a chiudersi, sempre che non arrivi già a bersaglio essendo stata anticipata da altri lavori che abbiamo già visto, e permetterci di portare a bersaglio almeno uno degli altri colpi.

3. Poniamo la pausa dopo la seconda tecnica, ed eseguiamo solo la terza, o la terza e la quarta alla massima potenza. Il diretto sinistro ed il gancio possono essere eseguiti alla massima velocità e precisione, costringendo l’avversario ad una concentrazione della difesa sulla linea alta, per poi portare alla massima potenza il front kick medio, che quasi sicuramente arriverebbe a bersaglio sul tronco frontale. La quarta tecnica, il low kick, può essere portato subito dopo con lo stesso massimale di potenza o solo con il massimale di velocità; le variabili che determinano un tipo di esecuzione o l’altra sono legate, oltre al condizionamento in allenamento, anche dal residuo di applicabilità di potenza lasciataci dall’esecuzione della combinazione, dal momento del match in cui ci troviamo o del round in cui la stiamo eseguendo etc. Nel secondo caso, ovvero che eseguiamo con la massima potenza la quarta tecnica, l’avversario, dopo essere stato sollecitato alla difesa

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della linea alta, e, dopo un momento di pausa alla difesa della linea media centrale, subirebbe quasi sicuramente il low kick destro eseguito con la massima potenza.

4. Poniamo la pausa dopo la terza tecnica, eseguendo solo la quarta tecnica alla massima potenza. L’avversario subirebbe, come nel caso precedente, una veloce sollecitazione alla difesa della linea alta per ben due volte e da direzioni diverse, seguita velocemente da una sollecitazione sulla linea centrale media, per poi ricevere un low kick destro alla massima potenza.

Abbiamo fatto questi esempi, molto basilari, ponendo una sola pausa all’interno di una combinazione di quattro tecniche. Introducendo due o più pause, le varietà di esecuzione di anche una sola singola combinazione diventerebbero così innumerevoli ed efficaci, che, pur eseguendo le stesse tecniche combinate, a causa della variazione della velocità e delle sospensioni esecutive, molti dei colpi portati potrebbero andare a segno.

Ad esempio, evidenziando affianco alla tecnica la velocità come massimale con (v) ovvero v minuscolo, la potenza con (P) ovvero P maiuscolo e la pausa con (p) ovvero p minuscolo, vediamo questi semplici esempi, analizzandone qualcuno successivamente.

Assegnamo alle tecniche della combinazione dei numeri sequenziali per chiarezza espositiva:

1 = Left Straight Punch, 2 = Right Hook Punch, 3 = Left Middle Front Kick, 4 = Right Low Kick

Vediamo prima l’alternanza possibile di velocità massima e potenza massimale senza pause negli esempi di seguito :

1. 1(P)2(v)3(v)4(v) 2. 1(v)2(P)3(v)4(v) 3. 1(v)2(v)3(P)4(v) 4. 1(v)2(v)3(v)4(P) 5. 1(P)2(P)3(v)4(v) 6. 1(v)2(P)3(P)4(v) 7. 1(v)2(v)3(P)4(P) 8. 1(P)2(v)3(v)4(P)

Eseguiamo una piccola analisi veloce sull’esecuzione delle combinazioni dalla 5 alla 8.

Nella 5. le due tecniche di pugno vengono portate alla massima potenza in linea alta. Vista l’alternanza della direzione dei colpi il secondo almeno dovrebbe andare a bersaglio dopo il left straight. Subito dopo, le due tecniche di calcio, portate con un massimale di velocità, potrebbero andare a segno entrambe. La terza tecnica potrebbe essere utilizzata come finta anticipando il low kick destro in velocità. Oppure potrebbe essere utilizzata la quarta tecnica come finta, piazzando subito di nuovo il diretto sinistro alla massima potenza.

Nell’esempio 6. La prima tecnica di pugno è portata con un massimale di velocità cui segue subito il right hook ed il left front kick medio alla massima potenza. Una delle due tecniche, la seconda o la terza, potrebbero raggiungere il bersaglio al viso laterale o al tronco frontale, visto il repentino cambio delle direzioni delle tecniche e la differenziazione delle altezze dei livelli di attacco. Il diretto sinistro potrebbe essere utilizzato come finta, portando subito

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dopo il gancio destro alla massima potenza più velocemente, e continuando l’esecuzione della combinazione come indicato.

Nell’esempio 7. Le prime due tecniche di pugno vengono portate con un massimale di velocità impegnando l’avversario in una difesa su linea alta e su due direzioni di attacco diverse, la frontale e la laterale. Il front kick sinistro medio arriva sempre in velocità come terza tecnica, ma anche con il massimo della potenza. Se l’avversario riceve il colpo sul tronco frontale, e, a causa di esso non viene spinto troppo indietro rompendo la distanza necessaria, potremo portare anche il low kick destro. Con una completa rotazione del piede di appoggio potremo raggiungere la coscia dell’avversario anche a distanza lunga, scaricando anche nella quarta tecnica il massimo della potenza. Il secondo colpo potrebbe essere utilizzato come finta, portando più velocemente il calcio frontale medio alla massima potenza, e continuando l’esecuzione della combinazione come indicato.

Nell’esempio 8. Il diretto sinistro portato alla massima potenza costringe l’avversario ad una azione di difesa sulla linea alta frontale. Il gancio destro al viso laterale e il calcio frontale medio al corpo portati, subito dopo, alla massima velocità potrebbero andare a segno. In ogni caso risulterebbero ottimi apripista per portare la quarta tecnica, anch’essa alla massima potenza, ovvero il low kick destro. Il calcio frontale medio potrebbe essere fintato, obbligando l’avversario a chiudere sulla linea media e a ridurre la mobilità, subendo il low kick destro portato alla massima potenza e più velocemente, sfruttando l’economia del movimento della finta.

Per simulare un lavoro di pause integrato con il massima di potenza e velocità come sopra, prendiamo una delle combinazioni di cui sopra, creando un esempio di massima e lasciando lo sviluppo di questa parte specifica al tecnico che intende utilizzarla.

Ritorniamo allo studio della combinazione 1234.

Inserendo una pausa tra ogni tecnica, ad esempio 1p2p3p4p possiamo portare tutti i colpi alla massima potenza. Quindi 1(P)(p)2(P)(p)3(P)(p)4(P)(p). Questo schema può proseguire oltre la quarta tecnica, e, come abbiamo visto, se ben condizionato al colpo d’occhio, l’atleta può sospendere randomicamente l’esecuzione legata alla sequenza della combinazione, e portare uno dei quattro colpi in base ad una valutazione distanza/ bersaglio scoperto, alla massima potenza dopo ogni pausa, ogni volta che l’avversario glielo permette. Questo approccio è utilizzato da molti atleti professionisti di livello internazionale. La loro modalità di esecuzione puntuativa di tecniche alla massima potenza intervallate da pause per riposizionamento, studio, finte, recupero fisico, abbraccia tutta la strategia completa del match, a partire dall’anticipo, alla rimessa, all’attacco contemporaneo e/o continuativo.

Altri esempi:

1(v)2(v)(p)3(P) – Diretto sinistro e gancio veloci. L’avversario chiude la linea alta frontale e laterale. Tiriamo middle front kick sinistro alla massima potenza.

1(v)2(v)(p)3(P)(p)4(P) – come l’esempio precedente. Ma dopo aver portato il middle front kick sinistro alla massima potenza, dopo una attimo di pausa, portiamo anche il low kick. Potrebbe essere particolarmente adatto poiché il nostro avversario, dopo aver ricevuto i primi tre colpi, potrebbe passare al contrattacco di pugno, e il nostro low kick destro alla

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massima potenza avrebbe funzione di attacco contemporaneo o anticipo, colpendo la coscia in piena contrazione. L’avversario, inoltre, difficilmente potrebbe sottrarla con un movimento difensivo, poiché la sta utilizzando come base per il lavoro di pugni.

1(v)2(v)(p)3(P)(p)4(v)1(P) – la stessa combinazione, aumentata del primo colpo ripetuto dopo l’ultimo, si trasforma in tre combinazioni, due di due tecniche e una da una tecnica. Vediamo l’esecuzione. I due colpi di pugno con velocità massimale. Pausa con eventuale ripartenza dell’avversario, che anticipiamo con la terza tecnica, il calcio frontale mediano che in questo caso specifico funge da stop kick. Ancora pausa. Ripartenza con il low kick destro alla massima velocità, o anche eseguito come finta, magari accompagnando l’esecuzione con lo sguardo, ma tenendo bene la guardia; subito dopo, diretto sinistro di nuovo, ma portato con la massima potenza. Se l’avversario ha seguito il nostro sguardo alla sua coscia, ha probabilmente allentato la guardia in linea alta per chiudere sul calcio basso o sulla relativa finta credibile, subirà l’ultima tecnica al viso frontale.

Questi che abbiamo esposto sono solo piccoli esempi dell’enorme ed efficace lavoro che si può costruire sull’alternanza di pause e colpi, e sulla gestione ‘pensata’ della modalità di esecuzione alternata tra velocità, forza e potenza.

Chiariamo che tutte le combinazioni, di cui sopra, possono essere eseguite nella loro interezza, come indicato sopra, solo nell’eventualità che se ne creino e ne persistano le condizioni specifiche. Se dopo l’esecuzione della prima tecnica, ovvero in questo caso del diretto sinistro, già il nostro avversario modifica la linea del combattimento spostandosi immediatamente alla nostra sinistra, è chiaro che non ci sarà spazio né modo per eseguire nemmeno il gancio destro, ovvero la seconda tecnica della combinazione. Le motivazioni dell’impossibilità di proseguire nella combinazione nella sua interezza possono essere infinite. Le più frequenti sono l’anticipo da parte dell’avversario, la perdita della distanza corretta per l’esecuzione, la rimessa dell’avversario prima che la nostra combinazione sia terminata, il disallineamento della linea di combattimento. Possiamo anche allenare il nostro atleta ad essere preparato a fronteggiare alcune delle varie situazioni possibili.

Tecnica del bersaglio fisso.

Questa attitudine durante il match consiste nel continuare a colpire ripetutamente un bersaglio fisso dell’avversario, ovvero una parte del suo corpo. La decisione di effettuare questo tipo di approccio durante il combattimento può avvenire intenzionalmente oppure occasionalmente. Intenzionalmente perché il nostro atleta ravvede nella guardia del suo contender almeno un punto debole fisso, ad esempio avere la tendenza a lasciare scoperta la parte sinistra del viso, oppure avere la gamba sinistra troppo avanzata, a causa di una posizione dei piedi più lunga, e così via. Le possibilità sono molte e possono venire fuori solo durante il match. Se il nostro atleta è abituato ad essere vigile ed avere il senso di presenza ed osservazione sviluppato, può trovare presto uno o più punti deboli dell’avversario, sia in fase di posizione statica, ovvero nella ‘stance’ abitudinaria, oppure in fase di scambio. Il tutto deve essere anche verificato con una serie di colpi di prova, perché potrebbe essere anche un falso atteggiamento di invito, per spronare il nostro atleta ad attaccare proprio dove il nostro avversario desidera e scoprirsi in tal modo a sua volta.

Una volta verificato che in quel punto l’avversario ha realmente un problema di difesa, il nostro atleta deve essere abituato a sfruttarlo al meglio. Da quel momento, tutto il repertorio di colpi a

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disposizione del nostro atleta deve essere utilizzato per portare l’avversario a scoprirsi ripetutamente proprio in quel punto per cercare di portare il colpo definitivo che chiude il match.

La situazione occasionale : il nostro atleta colpisce una parte del colpo dell’avversario più violentemente in modo casuale, a seguito di un tentativo di attacco. La parte colpita non è un punto vitale ma una parte del braccio, del tronco o delle gambe. L’avversario dà più o meno chiaro segno di aver accusato il colpo, dimostrando indolenzimento. Da quel momento in poi, il nostro atleta ha l’opportunità di insistere nell’attaccare quel punto, ovviamente sempre continuando a portar avanti il match.

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Le gambe. Un indolenzimento alle gambe, ovvero alla coscia, è la migliore occasione che può presentarsi. La coscia è un bersaglio consentito. E’ un punto più esposto e attaccabile rispetto al tronco. Riuscire a peggiorare un iniziale indolenzimento alla coscia può voler dire mettere fine in anticipo al match, o, quanto meno, limitare o azzerare la mobilità dell’avversario sul ring.

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Le braccia. Le braccia proteggono il viso ed il tronco. Invalidare parzialmente o completamente l’utilizzo di un braccio vuol dire aver seriamente compromesso a proprio vantaggio il match. Se il baccio è il sinistro, o in altre parole, quello avanzato, l’avversario è privo della possibilità di difendere il viso dal rispettivo lato, e in parte anche il tronco. E’ impossibilitato o quanto meno impedito a portare tecniche di disturbo quali il jab o il gancio sinistro. La variante rispetto alle gambe è che le braccia non sono un bersaglio valido.

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Il tronco. Il tronco, tranne i punti vitali che comunque per essere sollecitati devono essere colpiti sfruttando una sospensione della respirazione, è la parte del corpo più protetta nell’atleta. Flessioni sulle braccia e vari esercizi addominali, ad esempio, già da soli creano una buona muscolatura che, se accompagnata ad una corretta respirazione, rendono bassa la vulnerabilità di questa parte del corpo. Se riusciamo, giostrando con le tecniche, a piazzare continuativamente lo stesso colpo che ha causato l’indolenzimento, nello stesso punto colpito in precedenza, le possibilità che il match finisca in anticipo sono parecchie. Tutto questo è ancora più vero se l’avversario ha un punto debole nella sua difesa o guardia, proprio rispetto alla zona indolenzita.

Non è raro che un serio colpo, che rende difficilmente utilizzabile un arto o una parte del tronco, possa portare l’avversario a provare a combattere con la guardia opposta, pur di continuare il match. Le conseguenze di questa scelta procurano al nostro atleta ulteriori vantaggi, in quanto l’avversario perde buona parte dei suoi automatismi ed è costretto, a meno che non è una situazione che ha ben sperimentato già in palestra, ad improvvisare mettendo sul ring tutta la sua esperienza.

Timing

Tra le fondamenta del fighter di Low Kick, come d’altra parte di tutti gli sport da combattimento, il pilastro maggiore da costruire ed assimilare è il concetto di timing. Il termine, molto conosciuto nell’ambito del nostro sport, è inglese ed ha varie traduzioni, ma la più adatta al nostro concetto è ‘tempismo’. Cosa è il tempismo nella low kick? E’ la capacità di eseguire continuamente l’azione giusta al momento giusto sfruttando al meglio le situazioni del

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combattimento in termini di tempi e controtempi, fermo considerando i punti fissi che abbiamo determinato sopra, fondamentali per essere considerati vincitori di un match di low kick.

L’anticipo, l’attacco contemporaneo con evasione del colpo ricevuto, la difesa e la rimessa eseguita con successo, la capacità di colpire ed andare a segno in qualsiasi situazione con la tecnica giusta al momento giusto, avanzando, indietreggiando, uscendo laterale, girando e schivando, dopo una finta o un invito, sono tutti esempi perfetti di timing.

L’allenamento al timing parte dal lavoro aerobico e dalla sedimentazione delle memorie visive degli automatismi delle catene cinetiche standard dei movimenti specifici di questo sport. Maggiore esperienza, fluidità, coordinazione braccia-gambe, colpi –spostamenti, difesa-attacco ha acquisito l’atleta, maggiori sono le possibilità che ha di ‘prendere il tempo’ all’avversario ed essere sempre attivo, vigile e presente all’azione che si svolge e di cui necessariamente deve rendersi protagonista vincente.

Progressione dell’acquisizione tecnica

Come approcciamo al trasferimento ai fini dell’acquisizione del gesto tecnico all’atleta? Quali sono praticamente le azioni che mettiamo in campo per far in modo che il nostro atleta acquisisca inizialmente il gesto tecnico, lo perfezioni, lo velocizzi, lo potenzi e lo esegua nel modo più efficace e preciso rispetto alle proprie possibilità?

Inizialmente è necessario spiegare lo scopo della tecnica che andiamo ad insegnare. Evitiamo all’atleta di ‘far vedere’ direttamente la tecnica personalmente, ovvero esibirla. L’essere umano è dotato di una memoria visiva generalmente molto sviluppata. Probabilmente siamo ancora ottimi atleti oltre che insegnanti, ma, ancora più probabilmente abbiamo in quel momento davanti un atleta potenzialmente più dotato articolarmente rispetto noi, magari perché più giovane, perché ha acquisito coordinazione e forma fisica in altre discipline sportive, o semplicemente perché ha caratteristiche fisiche diverse dalle nostre ed esegue alcuni colpi più agevolmente ed altri meno. Inoltre la nostra esecuzione è inevitabilmente personalizzata, talvolta lontana dall’esecuzione da manuale, ovvero dalla consecuzione più precisa possibile dei movimenti corporei che portano alla perfetta esecuzione della tecnica che stiamo mostrando. Il rischio, quindi, è di portare l’atleta ad autolimitare una più corretta esecuzione nel tentativo di imitare il gesto tecnico da noi esibito. Questa probabilità è maggiore nell’esecuzione di calci complessi o di varianti di essi, mentre è minore nell’esecuzione di gesti tecnici composti da ampiezza contenuta di movimenti, come pugni o parate. L’ideale sarebbe riuscire a dotarsi di una buona capacità esplicativa nel guidare l’atleta nelle prime esecuzioni della nuova tecnica da acquisire. Più dettagli della catena cinetica del movimento, in parole povere spiegare il movimento a pezzi, riusciamo a fornire, maggiore sarà la capacità e precisione esecutiva nel momento dell’esecuzione del gesto completo e a velocità reale. Se proprio abbiamo necessità di un modello da mostrare, richiediamo il supporto di un atleta esperto, il cui movimento sia più vicino possibile alla esecuzione da manuale e meno personalizzato. Successivamente lavoreremo sull’adeguamento in termini di efficacia del gesto tecnico stesso in base alle caratteristiche generali di costituzione, muscolatura e mobilità articolare dell’atleta specifico.

L’esecuzione iniziale è in modalità lenta ed aerobica. Maggiore è il numero delle ripetizioni da fermo a vuoto e successivamente a bersaglio, maggiore è l’incremento della capacità esecutiva e della memorizzazione del gesto. Successivamente va sviluppata contemporaneamente la velocità senza forza e tensione, con la contrazione muscolare di tutta la catena cinetica del corpo che

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partecipa al colpo, e l’immediata decontrazione e recupero dell’arto lanciato. Insieme a questo lavoro va introdotto immediatamente il supporto al gesto tecnico dell’espirazione contemporanea alla contrazione. Il perfezionamento delle capacità respiratorie coordinate al match è tanto importante quanto l’acquisizione tecnico – tattica degli strumenti del combattimento e costituisce la struttura portante dell’incontro di low kick stesso, obiettivo finale della preparazione. Una errata applicazione delle capacità respiratorie impedisce il recupero durante lo svolgimento del combattimento, ed inibisce la completa estrinsecazione della potenza massima dei colpi del soggetto. Questo lavoro va svolto ancora da fermo mentre si introduce il footwork e gli spostamenti. Va svolto ancora a vuoto, ai colpitori, al sacco, con lo sparring partner. Quando l’atleta ha acquisito una corretta esecuzione in velocità della tecnica da fermo sia a vuoto che a bersaglio lo portiamo all’esecuzione della tecnica in movimento sempre con bersaglio fisso, utilizzando sempre i vuoti, colpitori, sacco, sparring partner. Dopo aver acquisito soddisfacenti risultati con questo lavoro l’atleta si accinge ad affrontare il lavoro finale. Il lavoro realistico di colpire un bersaglio in movimento questa volta necessariamente un colpire, un sacco in movimento o lo sparring partner in movimento introduce al match vero e proprio. Andiamo a riassumere gli steps di lavoro per arrivare all’obiettivo match per l’atleta dal punto di vista delle progressione esecutiva :

1. Da fermo tecnica a pezzi con precisione esecutiva. Vuoto; specchio. (atleta e bersaglio entrambi fermi)

2. Da fermo tecnica in velocità con contrazione a bersaglio e decontrazione immediata successiva. Bersaglio fisso. Vuoto; specchio; colpitore; sacco; sparring partner

3. Da fermo potenza esecutiva. Bersaglio fisso. Sacco; colpitore; Sparring. 4. In movimento coordinazione movimenti e colpi aerobico. Bersaglio fisso. Vuoto;

specchio; colpitore; sparring partner. (atleta in movimento bersaglio fisso) 5. In movimento veloce. Bersaglio fisso. Specchio; vuoti; colpitore; sacco; sparring. 6. In movimento con potenza. Bersaglio fisso. Sacco. 7. In movimento velocità e precisione bersaglio mobile. Colpitori; Sparring. (atleta e

bersaglio entrambi in movimento) 8. In movimento potenza bersaglio mobile. Sacco. Sparring libero.

Il lavoro 1 può essere utilizzato anche da un atleta esperto come primo riscaldamento. I lavori 4 e 5 possono essere utilizzati come riscaldamento pre – match nello spogliatoio. Il lavoro 8 è la simulazione reale del match o comunque ne richiede la stessa intensità senza la stessa componente ambientale e la stessa pressione.

L’incontro (Il match)

Il match è un’evento per il quale l’atleta va preparato fisicamente e tecnicamente, ma anche mentalmente. Il coach deve evitare che l’atleta arrivi mentalmente stressato o condizionato da pensieri fissi di qualsiasi genere o eccessivamente esaltato per una facile vittoria sull’avversario o viceversa per una molto probabile se non sicura sconfitta. Sono tutte condizioni che non favoriscono la concentrazione, la proattività, la presenza mentale e la messa in campo di tutto il bagaglio tecnico-agonistico-tattico-strategico per il quale atleta e coach/ team hanno lavorato durante tutta la preparazione. Non è possibile, ovviamente, per il coach, estendere le relazioni con l’atleta nella vita privata, in cui possono accadere i normali eventi positivi e negativi della vita comune, salvo nel caso di fighters professioni a livello nazionale ed internazionale, per i quali la

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società può indirettamente esigere contrattualmente un parziale disinteresse per altre attività che distraggano l’atleta dall’attività professionistica. Al di fuori di questo caso, però, il coach può dotare l’atleta di strumenti di lavoro da utilizzare per favorire l’arrivo al match nelle migliori condizioni mentali possibili.

Il rilassamento muscolare

E’ importante che un atleta di buon livello impari una qualsiasi delle innumerevoli tecniche di rilassamento muscolare.

La comunicazione tra il corpo e la mente è bidirezionale. Un corpo muscolarmente teso comunica lo stesso stato alla mente, a livello di sistema nervoso, ed innesca condizioni di tensione mentale che possono estrinsecarsi in qualsiasi forma inibendo la concentrazione dell’atleta. Il percorso funziona simmetricamente all’inverso, ovvero una mente tesa e preoccupata, induce nel corpo la tensione muscolare, che unita a distrazione e mancanza di concentrazione può avere come effetti minimi predisposizione a subire colpi ed infortuni, difficoltà ad acquisire e memorizzare nuovi lavori e movimenti, fino ad arrivare alla resa minima durante gli allenamenti e, al peggio, durante il match. Inoltre, un sistema muscolare interamente o parzialmente teso, assorbe, anche da fermo, enormi quantità di energia vitale, da dedicare invece alla migliore interpretazione del match. I pensieri e le preoccupazioni vanno tenute lontane dal ring, come da qualsiasi altra attività che necessità di concentrazione e presenza mentale. Ma per raggiungere questo scopo è necessario lavoro integrativo ed impegno.

La tecnica basilare per il rilassamento muscolare è il massaggio sportivo, una tecnica passiva indotta da un massaggiatore qualificato esperto. Il corpo rilassato e tonicizzato induce uno stato generale di concentrazione, stato vigile e presente, ma rilassato. Lo scopo è ottenuto. Non sempre è possibile, però, disporre di un massaggio sportivo completo prima del match. Il coach può acquisire tecniche minimali di massaggio da praticare prima dell’incontro o dopo gli allenamenti per rilassare il fighter.

Se l’atleta è capace di autoindurre questo stato nel proprio corpo, ne potrà disporre l’utilizzo nei momenti che ritiene più necessari.

Una delle tecniche più diffuse, semplici ed efficaci, è quella di assumere una posizione comoda senza tensioni, e, iniziando dalla concentrazione su di una delle due estremità del corpo (testa o piedi), risalendo, o discendendo, con l’attenzione, attraverso le varie parti di esso, rilassarlo a pezzi, fino a raggiungere una sensazione ‘globale’ di rilassamento. Dopo un breve periodo di pratica questa tecnica si rivela estremamente efficace.

Esistono molte tecniche per indurre questo stato, una delle quali, ad esempio è il training autogeno, utilizzabile anche non in forma completa, ma solo per quanto riguarda il rilassamento muscolare.

Esercizi di respirazione

Gli esempi di esercizi di respirazione riportati di seguito, se insegnati e praticati dall’atleta quotidianamente o con periodicità cadenzata e regolare, non solo sono di aiuto mentalmente e fisicamente il giorno del match, ma migliorano la respirazione in allenamento e le capacità respiratorie generali.

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Le fasi respiratorie necessarie alla vita sono due : l’inspirazione e l’espirazione.

Aumentare la prima rispetto alla seconda induce lucidità mentale, forza fisica, proattività e voglia di fare. Se non si è abituati a tenere sotto controllo la tensione fisica con una pratica di rilassamento per condizionare il proprio corpo, aumentare il tempo di inspirazione rispetto all’espirazione può indurre tensione muscolare. Quattro o cinque inspirazioni profonde con espirazione breve e veloce sono un toccasana prima e durante un allenamento particolarmente affaticante o, per ricaricarsi, prima del match, durante il minuto di riposo tra i round, o mentre si aspetta nell’angolo neutro il conteggio dell’avversario o la comminazione di una penalità da parte dell’arbitro.

Aumentare l’espirazione rispetto alla inspirazione induce uno stato di calma, rilassamento vigile, abbassa il livello di tensione mentale e fisica. E’ ideale nei momenti in cui qualche pensiero negativo sta facendoci astrarre dalla realtà, specialmente se accade durante un allenamento o, peggio, prima o durante il match. Il pensiero negativo può emergere anche a causa di una evento contestuale, come un arbitro che ci richiama continuamente, la difficoltà a portare a termine positivamente sull’avversario un’azione a lungo sperimentata in allenamento, atteggiamenti dell’avversario che ci provocano per indurre stati di reattività e rabbia, una dei peggiori nemici del fighter, perché toglie lucidità, induce tensione e perdita quasi completa di gestione del match. Quattro o cinque espirazioni lunghe precedute da una inspirazioni brevi ma profonde ci riportano ad uno stato di calma e concentrazione. E’ inoltre indicata durante le stretching statico per favorire l’allungamento delle fasce muscolati.

Aumentare proporzionalmente il tempo dell’inspirazione e dell’ispirazione induce una stato di bilanciamento e capacità di valutare velocemente e serenamente situazioni improvvise contestuali.

Oltre ad utilizzare estemporaneamente, nei momenti di necessità, un numero di respirazioni nelle modalità sopra descritte, l’atleta può cimentarsi in una pratica quotidiana di alcuni minuti in una o tutte le semplici applicazioni respiratorie, scegliendo in base alle proprie caratteristiche.

Per praticare basta scegliere una posizione comoda. E’ possibile abbinare alla respirazione un conteggio numerico mentale da assegnare alle due fasi, che diventa uguale nel terzo tipo di respirazione. Non esagerare con l’allungamento del respiro e rimanere sempre nell’ambito di una pratica respiratoria comoda che non comporti alcun tipo di sforzo eccessivo. L’allungamento del respiro è una conseguenza naturale della pratica da raggiungere unicamente con la perseveranza. Quando si lavora con la respirazione oltre il numero di quattro o cinque respiri singoli fino ad arrivare ad alcuni minuti di pratica, il respiro deve essere silenzioso e non sforzato altrimenti possono manifestarsi capogiri ed altri fastidi inutili da sperimentare. E’ importante che il respiro sia ‘silenzioso’, ovvero che non produca alcun suono. Altro accorgimento è respirare con il diaframma , non con il torace.

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Visualizzazione e concentrazione

All’atleta, oltre alle nozioni ed ai condizionamenti strettamente legati alla specialità della low kick, devono essere trasferiti anche i giusti valori che lo leghino a questo sport in modo sano e sportivo, indipendentemente dal suo livello di impegno nella disciplina, amatoriale o professionistica.

Il combattimento è una prova con se stessi di fronte ad un avversario. L’incontro è un occasione per misurarsi con un altro atleta in termini di preparazione generale nella specifica disciplina. L’avversario va sempre ringraziato e rispettato in qualsiasi caso , in quanto ci fornisce l’occasione di metterci alla prova. Devono essere scoraggiati atteggiamenti da parte degli atleti di ostilità o competitività personale con l’atleta specifico. Oltre alle regole di rispetto e sportività da onorare in questa disciplina, atteggiamenti diversi non sono produttivi ed utili per l’atleta stesso, in quanto instillano sentimenti ed emozioni negative, quali rabbia, ostilità, violenza. Queste attitudini, non sane, comportano seri cali di concentrazione e aumento di tensione nell’atleta e nel team.

Oltre all’allenamento fisico il nostro atleta deve essere addestrato anche a tecniche di esercizio mentale che sono importanti per :

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Favorire la concentrazione generale dell’atleta sia durante gli allenamenti che durante il match. Nella condizione mentale di concentrazione l’atleta migliora più velocemente in termini di esecuzione, velocità, destrezza e tecnica.

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Favorire l’esecuzione stessa delle tecniche o di un colpo specifico o di una reazione particolare in situazioni di combattimento

Alcuni esercizi mentali di visualizzazione :

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Visualizzare se stessi nell’esecuzione di una combinazione o di una serie di colpi specifici provati in allenamento e che fanno parte del proprio bagaglio tecnico specifico; Visualizzare i vuoti ovvero se stessi eseguire i gesti a vuoto di attacco, di difesa attiva, di evasione, migliora la tecnica esecutiva; visualizzare se stessi eseguire i colpi specifici su di un avversario migliora la capacità di impatto e l’applicazione a bersaglio dei colpi stessi.

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Visualizzare delle situazioni specifiche di combattimento provate in palestra e che costituiscono il proprio bagaglio tattico ad esempio : lavoro di attacco su di un avversario alle corde; lavoro di difesa ed evasione dall’attacco di un avversario che ci tiene alle corde; lavoro di anticipo costante sull’avversario; etc.

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Ricordare un lavoro specifico o una lezione specifica dell’ultima settimana di lavoro, oppure una lezione specifica particolare che si ama ricordare e rivivere per fissare nella memoria le conoscenze acquisite; un particolare incontro vinto, oppure parti di esso dove si è riusciti ad eseguire dei lavori specifici al massimo rendimento con il massimo risultato sull’avversario. Questa pratica aumenta la fiducia in se stessi, nelle proprie possibilità e reali capacità, bilancia eventuali eccessivi entusiasmi e in ogni caso rimette l’atleta con i piedi per terra, con una forte componente di volontà di sperimentare di nuovo le positive sensazioni ricordate e rivissute.

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Visualizzare lo svolgimento reale del match tra se stesso con un avversario immaginario con caratteristiche specifiche, oppure, meglio ancora, se ne conosce le

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caratteristiche fondamentali, i colpi e la strategia favoriti, con l’avversario del successivo match previsto.

Qualsiasi esercizio di visualizzazione legato all’allenamento, a match precedenti, a momenti particolarmente vincenti e positivi, accompagnato dal riviverne le emozioni e gli stati, convoglia e concentra il flusso di pensieri dell’atleta evitando di divagare e formare e fissarsi su altri aspetti, influendo sul morale e sulla resa sportiva e fisica. Gli esercizi di visualizzazione dell’esecuzione ripetuta, uguali alla modalità di allenamento fisico delle combinazioni specifiche, influisce positivamente anche sull’esecuzione stessa. Gli esercizi di visualizzazione di ripetute a vuoto o a bersaglio sono utilissime se l’atleta è costretto ad un fermo per un periodo per un evento casuale, quale infortunio o allontanamento forzato temporaneo dalla preparazione a causa di seri impegni urgenti. La visualizzazione di un match reale migliora notevolmente il colpo d’occhio nel piazzare i colpi e la velocità nell’anticipo e nella difesa, nonché un sensibile aumento della fiducia nelle proprie reali possibilità, come se, in termini di esperienza, si fossero effettuati più match di quelli realmente combattuti.

Se questi esercizi divengono attitudini pratiche per l’atleta, applicandovisi quotidianamente o con cadenza periodica fissa, ha la possibilità di utilizzarli in particolari momenti di necessità, quando l’attenzione cala o la concentrazione si abbassa a causa dell’emotività o della pressione agonistica, anche il giorno del match o in occasione di importanti sedute di sparring o di lavori specifici nel corso della preparazione.

Tre giorni prima

Gli ultimi tre giorni prima dell’incontro l’atleta deve evitare allenamenti pesanti o anaerobici. Meglio lavori leggeri di stretching dinamico, vuoti, o colpitori in velocità e precisione. Inoltre, dovendo stare nel peso è preferibile non perdere troppi liquidi nè indurre l’atleta, con sforzi eccessivi, al recupero delle forze introducendo eccesso di cibi o liquidi prima del peso.

Dal punto di vista mentale, specialmente per gli atleti pro, è preferibile non intraprendere attività esterne che comportino rischi o aspettative, specialmente se gli esiti di risposte o notizie conseguenti a queste azioni, sono previste dopo il match. L’atleta potrebbe essere, a causa di queste, sovrapensiero durante il match e non essere sufficientemente concentrato e presente, mettendo a rischio l’esito del match stesso, ma soprattutto la propria incolumità. Sconsigliare all’atleta attività mondane o di prolungata relazione con l’esterno, in quanto potrebbe generare situazioni casuali di nervosismo e distrazione. L’atleta deve arrivare al match più sereno possibile e con la mente vuota e concentrata all’incontro ed a tutte le attività propedeutiche. Può essere positivo promuovere la frequentazione tra compagni di allenamento, anche insieme al coach, evitando però che l’oggetto delle conversazioni verta unicamente sulla giornata del match, e comunque mai in senso negativo, instillando dubbi in qualsiasi modo negli atleti che devono combattere. Questa attitudine crea una solidarietà positiva nella squadra ed un senso di appartenenza che costituisce anche una solida base di sicurezza tra gli atleti della stessa palestra, scuola o team, i quali si sentono sostenuti gli uni dagli altri nei giorni immediatamente precedenti al match e soprattutto il giorno del match stesso.

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Spesso queste attività sono favorite dalla trasferta stessa affrontata dalla squadra o dal team dell’atleta per affrontare incontri fuori sede regionale o nazionali. Se il match previsto è internazionale, l’arrivo nel luogo del match può essere fissato il più possibile prima della data dell’evento. Anche viaggi lunghi, male organizzati o con arrivo troppo vicino alla data del match, influiscono negativamente sulla forma fisica dell’atleta. Questa condizione crea un forzato isolamento dal contesto sociale degli atleti, facilitati in tal modo alla focalizzazione delle proprie attenzioni sull’incontro.

Ingresso nel luogo dell’evento e riscaldamento.

L’arrivo dell’atleta al luogo dell’incontro deve avvenire in orario rispetto alla tabella di marcia delle attività dell’intera giornata. Il ritardo al peso o alle operazioni di registrazione può indurre nell’atleta uno stato di ansia, che deve essere evitato. Tutto deve svolgersi nei tempi previsti e di questo deve farsi carico il coach ed il team, salvo imprevisti o cause di forza maggiore.

All’arrivo, l’atleta va lasciato libero di ambientarsi a proprio modo. Alcuni non desiderano ‘esplorare’ in lungo ed in largo l’impianto ma chiudersi direttamente nello spogliatoio con il proprio coach o con il team. Altri preferiscono, invece, rendersi conto del luogo dove combatteranno, in modo che uscendo dallo spogliatoio verso il ring, l’ambiente risulti loro minimamente familiare. Altri dedicano particolare attenzione al ring stesso per verificare particolari specifici, il tiraggio e l’altezza delle corde, la misura del ring, l’altezza da terra, la vista dal tappeto del contesto circostante etc. E’ un compito del coach conoscere le abitudini dell’atleta e favorirle nella misura in cui non diventino eccessive portandolo ad una perdita di concentrazione al match, ma anzi la favoriscano. Altri preferiscono vedere subito lo spogliatoio, anche se intenzionati ad uscirne successivamente prima del riscaldamento, per verificare la presenza di arredi di proprio uso comune cui sono abituati, quali spalliere, panche, docce etc.

Il tempo che intercorre dall’arrivo alla struttura sede del match, le operazioni di peso e di registrazione e l’inizio del riscaldamento e delle attività di vestizione dipendono dalla prevista posizione in scaletta dell’incontro stesso. Se l’atleta combatte tra i primi, dando per scontato che l’orario di inizio dei match sia rispettato il più possibile, è necessario iniziare le operazioni non più tardi di 45’ minuti prima dell’ora prevista. Se l’atleta non combatte tra i primi è necessario iniziare le operazioni almeno dall’inizio del quart’ultimo incontro che precede quello del nostro atleta, laddove i match siano di low kick e K-1 rules in cui i round previsti sono generalmente 3 per 3 minuti con un minuto di riposo. E’ sempre possibile che uno, o raramente due, dei quattro terminino prima del limite, abbreviando repentinamente il tempo a disposizione, situazione che va assolutamente evitata per la tranquillità del nostro atleta. E’ anche possibile che la durata dei round sia di 4/ 5 round di 2 minuti. In questo caso il calcolo del tempo non cambia di molto. Se l’organizzatore dovesse prevedere 5 rounds da 3 minuti è sufficiente calcolare il tempo previsto calcolando anche il tempo dell’entrata degli atleti, il tempo della lettura del verdetto ed altre attività collegate ai match. Sarà quindi compito del coach capire se il termine dell’inizio operazioni va anticipato in considerazione del livello degli incontri precedenti e dei protagonisti degli stessi. Anticipare troppo le operazioni di preparazione, a meno che non sia una specifica richiesta e naturale tendenza dell’atleta, sempre da verificare sul campo, rischia di rilassare eccessivamente l’atleta stesso. Alcuni atleti

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preferiscono assistere agli incontri di inizio scaletta, in quanto risultano loro propedeutici ad entrare nel clima della competizione. Il riscaldamento deve essere progressivo dalla testa ai piedi, possibilmente composto da stretching dinamico. I vuoti solo in velocità delle combinazioni o dei colpi preferiti è un’altra possibilità di riscaldamento successivo. Quando l’atleta è perfettamente riscaldato poco prima dell’incontro è possibile utilizzare i colpitori per lavori in velocità senza forza, eventualmente introducendo esecuzioni a media potenza per le tecniche di base, soprattutto colpi di pugno, per scaricare la inevitabile tensione anche minima. Durante la vestizione o la fasciatura delle mani può essere utile un momento di raccoglimento e di confronto tra atleta e secondo per concentrarsi sulla strategia provata in preparazione ripetuta insieme grazie a frasi sintetiche e concetti immediati, evitando di aprire nella mente dell’atleta troppi spazi di riflessione. Frasi di esempio possono essere : “Allora ricorda : sempre attivo in attacco, anticipa, muoviti, tieni il centro del ring, etc.”.

All’angolo

Chi ha seguito e curato la preparazione dell’atleta, quantomeno per l’incontro specifico, è ben a conoscenza delle caratteristiche e delle possibilità dell’atleta al momento del match. Prima e durante il match sull’atleta gravano la pressione dell’incontro e la sana aggressività sportiva generata dalla naturale tensione per il match stesso. Paura della sconfitta, di potersi procurare un infortunio, o qualsiasi paura generica. Altri viceversa, di carattere particolarmente sicuro di sé, possono essere emozionati dalla sicurezza di vincere il match e di essere superiori all’avversario. Se abbiamo lavorato bene nelle settimane precedenti e l’atleta è arrivato equilibratamente sereno, concentrato e caricato all’incontro, tutti i valori di queste componenti sono relativamente bassi ma spesso comunque presenti. Dobbiamo quindi considerare che l’atleta non è predisposto ad ascoltare discorsi e consigli di particolare complessità, ma piuttosto parole brevi e significanti che preferibilmente abbia già ascoltato spesso in allenamento e che sono collegate al lavoro specifico costruito durante la preparazione; frasi condizionate che si aspetta lo accompagnino anche durante il match.

Esempi pratici possono essere : “Entra! uno, due e tre! Esci! E gira, giraa!”, “Alza le braccia!” oppure “Guardia su!” e cosi via. L’esempio specifico può voler significare che lo sollecitiamo ad un lavoro che ha già fatto di innumerevoli volte in allenamento di accorciare la distanza (“entra!), portare le sue tecniche in combinazione (“uno, due e tre!”) e dopo averle portate ristabilire la distanza di sicurezza per non essere colpito di rimessa. Girare intorno l’avversario (“Gira!”) evitando di rimanere fermo e tenere le braccia su a difesa (“Alza le braccia!”, o “Guardia su!”) in quanto, con il naturale sopraggiungere della stanchezza e dell’affaticamento nel corso del match, si tende ad abbassarle. Le stesse cose possono essere ripetute continuamente all’angolo durante il minuto di riposo.

Altre informazioni possono essere date dal secondo sia durante i round che all’angolo nel minuto di riposo, e possono essere relative a degli aspetti relativi al match specifico. In quanto osservatore esterno fuori dal ring, il secondo ha una possibilità in più di rimanere lucido ed osservare dei punti fondamentali che possono essere utili all’atleta che sta combattendo. Ma la modalità di trasferimento deve essere coincisa e sintetica ed andare al

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nocciolo della situazione. Esempi pratici possono essere “Vedi come sta lungo? Vai low kick davanti!”, oppure “Sta laterale! Vai di low kick dietro!”, dove l’avversario ha una posizione dei piedi troppo lunga e gli riesce difficile una difesa da un low kick all’interno della coscia avanzata, oppure in guardia troppo laterale e subisce facilmente low kick sulla coscia avanzata. Gli esempi possono essere infiniti, legati alla lettura del match ed all’interpretazione tattica che il coach può individuare in qualche punto di debolezza evidenziato dall’atteggiamento dell’avversario o del proprio stesso atleta.

Altre sollecitazioni possono riguardare, come abbiamo visto dal regolamento ring della low kick, l’essere attivo, stare al centro del ring, essere preciso e intenzionato nell’esecuzione, e tutte le specifiche che abbiamo visto in precedenza.

Da evitare la reimpostazione parziale o completa dell’atleta in termini di tecniche e prestazioni al di fuori del lavoro con il quale è stato preparato. L’atleta deve essere sollecitato ad utilizzare gli strumenti per i quali è stato preparato. Se dovessero risultare non idonei il giorno del match, vuol dire ci sono stati errori di preparazione.

Per quanto riguarda il supporto pratico, in genere affidato all’altro secondo, l’atleta può chiedere di bagnarsi o sciacquarsi la bocca o di ingerire minime quantità di acqua naturale. Può chiedere di essere lavato il paradenti. Per procurare sollievo ed rinfrescarlo si può utilizzare la rotazione dell’asciugamano per ventilare, versare piccole quantità di acqua temperatura ambiente sulla parte posteriore della testa, in modo che scenda sulla nuca ed in mezzo alle spalle; oppure utilizzare borse d’acqua fredda allo stesso scopo. L’atleta può chiedere di essere asciugato. Le pratiche di recupero all’angolo sono varie, l’importante è accontentare le richieste dell’atleta nei limiti che non costituiscano dei danni.

Post incontro

Qualsiasi sia il verdetto o l’esito dell’incontro, nessuna considerazione importante va fatta a caldo subito dopo il match. E’ importante festeggiare in caso di vittoria e rassicurare in caso di sconfitta, rimanendo in ogni caso con i piedi per terra con le valutazioni ed evitando di ingigantire meriti o demeriti, che portano l’atleta vincente ad avere una esagerata considerazione delle proprie effettive possibilità e quello sconfitto a demoralizzarsi eccessivamente, colpevolizzandosi e caricando esclusivamente su di sé tutte le responsabilità del risultato.

Sia che l’atleta sia risultato vincitore che sconfitto, il coach sa bene se e quali cose devono essere migliorate e su quali si deve lavorare. Quasi tutto ciò che l’atleta esprime sul ring è frutto del lavoro svolto con il coach in allenamento e in preparazione. Nessun appunto va fatto all’atleta e non subito dopo il match, neanche nella stessa giornata. A meno che l’atleta stesso non intenda parlare dell’incontro. Eventuali valutazioni vanno condivise a mente fredda nei giorni successivi. Molte delle azioni correttive che devono essere intraprese per migliorare le prestazione dell’atleta da qualsiasi punto di vista (atletico, tecnico, tattico, strategico, comportamentale, attitudinale, etc.) non è necessario siano condivise con l’atleta stesso ma inserite nella successiva preparazione ed eseguite direttamente.

In generale, anche gli eventi del post incontro non devono imprimere un ricordo emotivo negativo nell’atleta, oltre a quanto sia già realmente accaduto in caso di sconfitta, né un

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ricordo eccessivamente positivo in caso di vittoria. In entrambi i fatti realmente accaduti devono essere valutati obiettivamente.

Sintesi finale

Vediamo in breve tutti i punti del lavoro:

Posizione dei piedi non troppo lunga riduce l'assorbimento dei micidiali low kicks, oltre ad assicurare possibilità maggiore di movimento.

La posizione deve essere naturale, sintesi di stabilità ma facilità di movimento.

Allenare posizione frontale, mezzofrontale e laterale sperimentando e realizzandone vantaggi e svantaggi.

Il mento direzionato alla gola e il tratto cervicale allungato permettono maggiore visione, facilità di respirazione, sicurezza del tratto cervicale a seguito di colpi al viso frontale.

I pugni almeno all'altezza del mento evitano movimenti inutili di recupero in difesa, assicurano partenza diretta dei pugni in attacco.

Automatizzare la rotazione delle spalle e dei piedi sull'avampiede sui colpi, fino a renderlo movimento naturale ed automatico.

Utilizzare tutto il corpo per l'esecuzione di ogni singola tecnica.

La guardia va mantenuta sempre e comunque, sia in fase di difesa che di attacco.

Il bersaglio deve essere prima 'mirato' poi colpito. Niente tecniche cieche.

Sviluppare sguardo 'globale' fissando il petto o un punto fisso dell'avversario; Colpire e difendere senza 'guardare' direttamente bersagli e colpi in arrivo; Intuire i colpi dell'avversario dai movimenti.

Fissare dei criteri di base propri della scuola (in questo esempio diversificazione alto-basso, dritto-circolare, sinistro destro)

Allenare determinazione a colpire, lucidità e presenza, la tenuta del centro del ring, difesa attiva, lo stile e l'esecuzione.

Sperimentare e fissare il concetto della circonferenza di sicurezza.

Perfezionare l'efficacia dei colpi e la precisione.

Colpire ogni bersaglio perpendicolarmente.

Creare una lista valutata di tecniche base della scuola e associarle in combinazioni funzionali.

Fissare ed allenare colpi di apertura e chiusura dell'azione d'attacco.

Creare una lista valutata dei colpi migliori dell’atleta ed associarli in combinazioni funzionali.

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Cambiare la sequenza di inizio della combinazione creata sull'atleta per aumentare la reattività e le occasioni di attacco durante il match.

Utilizzare due o tre combinazioni per ogni singolo atleta provenienti da entrambi gli studi, della scuola e personalizzate.

Lavorare su tutti gli aspetti possibili del low kick.

Automatizzare tutti gli strumenti di difesa e specializzare l'atleta sulla difesa attiva, ovvero le parate miste ai colpi di incontro.

Lavorare sulla correttezza del gesto tecnico della tecnica di attacco, e quindi indirettamente sulla efficacia e precisione.

Introdurre un lavoro progressivo sulle tecniche di attacco, dalla tecnica di base, all' aerobico ed all'anaerobico.

Portare le tecniche di attacco all'utilizzo per il contatto pieno lavorando sulla velocità, la forza e quindi la potenza.

Lavorare sugli spostamenti ed il footwork.

Padroneggiare la distanza e la relativa continua modifica della stessa nel corso del combattimento e l’esecuzione delle tecniche specifiche alla distanza specifica.

Allenare la scivolata lunga e montare sui movimenti delle tecniche funzionali utilizzando il tutto come lavoro randomico di disturbo durante il match, alternato agli scambi ed alle combinazioni.

Lavorare alla difesa e rimessa, contemporaneità ed anticipo fino a renderle naturali per l'atleta; Privilegiare sempre l’ultima.

Assemblare e lavorare sull'assimilazione delle combinazioni associate al footwork e sperimentare più casistiche possibile (le figure).

Lavorare sull'adozione e sull'imposizione all'avversario del proprio ritmo e personalità.

Imparare a gestire l’applicazione della potenza dei colpi, ovvero la velocità e la forza, creando un ritmo personale, condizionato ma anche contestuale di attacchi e pause.

Insegnare a scoprire velocemente i punti deboli dell'avversario, sia di impostazione che fisici, anche sopravvenuti nel corso del match, ed utilizzarli a proprio favore; la tecnica del bersaglio fisso.

Impostare una metodica comportamentale di base abitudinaria dai giorni immediatamente prima dell'incontro, e sopratutto il giorno dell'incontro; Arrivo, riscaldamento, incontro, post incontro.

Introdurre il lavoro di rilassamento muscolare, esercizi di respirazione, di visualizzazione.

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Considerazioni finali

L’obiettivo del coach è riuscire a mediare tra l’esaltazione ed il perfezionamento delle propensioni tattico-tecniche personali di ogni singolo atleta in confronto al regolamento con cui andrà a confrontarsi, in questo caso la low kick. Sono benvenute le personalizzazioni, ma solo quando l’atleta stesso ha dimostrato che sono vincenti rispetto alla tecnica di base, che sia attacco, difesa, spostamento, atteggiamento. Molto importante anche la valutazione del carattere e della personalità rispetto a questo discorso e la dialettica all’angolo durante l’incontro. Un atleta completamente affidato è più disposto all’ascolto ed aperto ai consigli tecnici ed agli incoraggiamenti rispetto ad un altro che ha le sue convinzioni nonostante l’evidenza o le sue difficoltà indipendentemente dall’esito reale dell’incontro fino a quel momento. Prima di tutto questo viene la tecnica di base. La personalizzazione è una fase successiva rispetto ad un modello iniziale. Il modello tecnico tattico di low kick presentato in questo lavoro è un atleta che si muove in modo necessario e sufficiente, sempre chiuso e composto, con colpi sempre caricati, attento e lucido allo svolgimento del match; un atleta con automatismi che esprime con facilità sia in fase difensiva che in attacco; ma d’altra parte padrone di strumenti che riesce ad utilizzare estemporaneamente rispetto alle azioni dell’avversario; non mette in atto azioni forzate, per non scoprirsi inutilmente o perdere fiato. Un’ottima mediazione tra anticipo e rimessa. Insomma economia massima nei movimenti e nelle azioni, ma massima efficacia e precisione. In difesa la priorità è l’evasione, ovvero evitare l’assorbimento inutile di colpi; Subito dopo, la parata, che evidenza ai giudici che la tecnica ricevuta è sotto controllo e lontana dal bersaglio; in ultima analisi la chiusura, pur necessaria nel corpo a corpo, che pone una parte di un arto tra il proprio corpo e il colpo dell’avversario, ma che comunque non evita l’assorbimento della forza cinetica del colpo ricevuto. In attacco portare continuamente colpi, ritmicamente e perfettamente al momento opportuno, come d’altra parte capire immediatamente quando l’avversario ha subito ed accusato un colpo particolare ed è il momento di insistere, ma anche sapersi fermare in caso non si raggiunge nei tempi ragionevoli lo scopo previsto. L’atteggiamento imprescindibile per ottenere tutto ciò è l’attenzione, la lucidità e la presenza, attitudini che con lo scorrere dei round e a causa della perdita progressiva di energie e di fiato possono andare a scemare. Quindi grande importanza al lavoro di resistenza, forza e velocità, che possono scaturire da una ottima preparazione agonistica, dal lavoro di riflessi e concentrazione, dagli automatismi e dal colpo d’occhio. Fondamentale l’efficacia e la precisione, cui deve essere dedicata buona parte della formazione.

Il match di low kick è un insieme di tempi prestabiliti (rounds) intervallati da un riposo (1 minuto) che possono variare in base al livello di categoria del match. I tempi prestabiliti contengono una serie di situazioni prevedibili, e una serie di situazioni imprevedibili. Le prevedibili sono : l’inizio del primo round del match, l’ultimo minuto di ogni round, la ripresa dopo il break, le situazioni che possono occorrere alle corde, la ripresa dopo il conteggio ricevuto o inflitto, le diverse misure del ring di gara, minime e massime, la ripresa dopo il terzo conteggio ricevuto o inflitto, l’ultimo round con atleta in vantaggio di punti, l’ultimo round con l’avversario in vantaggio di punti.

Il lavoro più efficace è quello di riuscire a scomporre il combattimento reale in tutte le situazioni possibili, e preparare e condizionare alla reazione istintiva sul ring l’atleta alla maggior parte di esse.

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Appendice:

Esercizi propedeutici.

Condizionamento all’applicazione dei criteri

I criteri di attacco ai livelli diversi alto-medio-basso, destra sinistra, e dritto- circolare sono già garantiti nella preparazione dell’atleta dalla pratica continua delle combinazioni, che, generali del team o personalizzate su di esso o entrambe, abbiamo preparato. Un ulteriore esercizio per condizionare l’atleta, al di fuori delle combinazioni e della preparazione verbale e delle continue spiegazioni in palestra, è quello di fargli eseguire sparring libero con tecniche condizionate, scelte in base ai criteri che abbiamo definito.

Ad esempio:

3. Un round di sparring libero con tecniche a scelta tra ganci e montanti (linea media – alta) e i calci frontali (linea media);

4. Un round di sparring libero con tecniche a scelta tra diretti (linea media – alta) e tutti i circolari (linea alta – media- bassa);

5. Un round di sparring libero con le tecniche di braccia dell’esercizio 1 e tutte quelle del 2;

6. Un round di sparring libero con le tecniche di braccia dell’esercizio 2 e tutte quelle del 1;

Queste sono solo tecniche di esempio. Il mix tra tecniche dritte di pugno e calci circolari e viceversa, fa sperimentare agli atleti che la diversificazione dell’angolo di penetrazione crea problemi maggiori all’avversario in difesa e viceversa. Ovvero l’atleta sperimenta anche in prima persona la difficoltà quando viene attaccato.

La rosa delle tecniche può esser allargata o anche ristretta limitando l’attacco di una tecnica specifica di braccia al braccio sinistro e una sola di gambe alla gamba destra :

Ad esempio :

1. Un round di sparring libero solo gancio con braccio sinistro (linea alta – media) e low kick con la gamba destra (linea bassa);

2. Un round di sparring libero solo diretto con il braccio destro (linea alta – media) e low kick con la gamba sinistra (linea bassa);

3. Le tecniche sia dell’esercizio 1 che dell’esercizio 2

In questo modo il nostro atleta costruisce da solo, o rinforza automaticamente, l’automazione della combinazione che abbiamo visto nei paragrafi precedenti gancio sinistro – low kick destro in tutte le sue varianti (low kick destro – gancio sinistro; low kick sinistro – gancio destro; gancio destro – low kick sinistro) . Praticandolo in questo modo gli verrà naturale e la tecnica inizierà ad apparirgli meno ‘forzata’.

Questo lavoro spesso ottiene più risultati delle figure, ovvero dei classici esercizi dove uno dei due esegue una combinazione fissa e l’altro schiva, para, chiude, si sposta risponde. Quantomeno, rispetto alle figure, gli atleti pongono più attenzione allo

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svolgimento dell’azione, in quanto non c’è lo stop e start convenzionale con lo sparring, ma sono in un combattimento libero senza interruzioni seppur con disponibilità di tecniche limitatissime. Spesso gli atleti più dotati arrivano da soli alle stesse soluzioni suggerite dall’insegnante con la pratica delle figure.

L’anticipo

Per sviluppare l’anticipo l’atleta deve sviluppare i riflessi. I riflessi possono essere migliorati da innumerevoli esercizi ed applicazioni pratiche sperimentate anche al di fuori delle esercitazioni specifiche degli sport da combattimento. Una datata pratica del pugilato raccomandava di sedersi a qualche chilometro delle stazioni ferroviarie ad altissimo flusso delle grandi città e cercare di fissare per più tempo possibile un passeggero nel vagone del treno, finchè non scompariva alla vista, per sceglierne subito un altro. Ma non c’è nessuna implementazione dei riflessi se non c’è un aumento dell’attenzione, della concentrazione e della presenza mentale durante l’allenamento e durante il match. Contemporaneamente deve essere sviluppata un visione di insieme, ovvero quella abilità che permette di avere uno sguardo globale sulla figura dell’avversario senza fissare in realtà nessuna parte specifica del suo corpo.

Alcuni suggeriscono di esercitarsi guardando oltre la linea delle spalle, ovvero come se si fissasse un punto oltre l’avversario. In realtà esiste un metodo molto semplice, ovvero il concentrale lo sguardo al centro della figura che più o meno corrisponde allo sterno o al torace. Dopo aver posto l’attenzione su quella parte del corpo, con la pratica bisogna “allargare” lo sguardo ovvero i lati del cono visivo, inglobando nell’inquadratura tutta la figura. E’ una attitudine che si può raggiungere facilmente con un po’ di pratica, anche fuori degli orari di allenamento, fissando oggetti o altro, ed allenandosi ad allargare il campo visivo. Questa conquistata abilità, oltre a tenere sotto controllo tutto il corpo dell’avversario, permette di vedere in anticipo i movimenti preparatori degli arti per l’attacco rispetto al guardarli direttamente. Inoltre, obbligandosi a fissare l’avversario in questa modalità facilità l’applicazione dell’attenzione, che in alcuni momenti per varie cause, legate al fiato, alla forza fisica, alla mancanza di lucidità per i colpi ricevuti, può venire meno a tratti o definitivamente.

A completamento di ciò, l’anticipo deve divenire un meccanismo automatico da eseguire alla massima velocità e potenza durante il match. Per approdare a questo risultato definitivo l’atleta deve essere prima abituato a portare colpi contemporaneamente al proprio avversario in modalità aerobica, quindi lentamente, ovvero con la sola inerzia del colpo senza contrazione muscolare. Successivamente, utilizzando tutte le protezioni e guantoni superiori alle 10 oz, fino 14-16, questa velocità può essere aumentata fino ad un certo punto. Oltre, prima di arrivare alla potenza vera e propria, si possono utilizzare i colpitori, per testare un anticipo alla massima velocità. Per la potenza e la potenza massima si deve utilizzare necessariamente il sacco, oltre alle sessioni di sparring libero a contatto pieno (in gergo fare i guanti), che sono però in numero limitato durante una preparazione per il match. Sviluppare un lavoro di anticipo sui ganci con i diretti, sui montanti con i ganci, frontale medio o side kick avanzato su low kick posteriore, high kick avanzato su low kick avanzato, circolare posteriore a tutte le altezze su low kick posteriore, low kick posteriore su front kicks e roundhouse avanzati al viso ed al corpo, diretto sinistro su diretto destro e viceversa, calci su pugni e viceversa.

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Vediamo qualche esempio di implementazione del lavoro di anticipo.

Mettiamo insieme due combinazioni base tra quelle definite dalla scuola come abbiamo visto sopra:

1. Diretto sinistro 2. Diretto destro 3. Frontale sinistro corpo 4. Circolare destro viso

Modalità di esecuzione : Aerobica senza contrazione muscolare. A contatto.

Esercizio 1:

L’atleta A e l’atleta B eseguono contemporaneamente 12 in modalità aerobica a bersaglio parando. Prima da fermi con pausa tra le combinazioni. Poi continuato. Poi in movimento chiudendo il tempo sul 12 + piccola pausa + ripartire.

Esercizio 2 :

A esegue 12 mentre B 21. Prima da fermi con pausa tra le combinazioni. Poi continuato. Poi in movimento chiudendo il tempo sulle due tecniche + piccola pausa + ripartire.

Esercizio 3 :

A e B eseguono contemporaneamente 123 con pausa dopo ogni esecuzione in movimento.

Esercizio 4 :

A e B eseguono contemporaneamente 1234 con pausa dopo ogni esecuzione in movimento.

Esercizio 5:

A esegue 12 mentre B esegue 34 ed A esegue 34 mente B esegue 12; da fermo con pausa al termine dell’esecuzione delle 4 tecniche. Continuato. In movimento con pausa dopo le 4 tecniche. In movimento continuato.

Modalità di esecuzione : velocità 70%, forza 50%.

Esercizio 6 :

A finta 2 con colpitore e B anticipa con 12. Oppure A finta 1 con colpitore e B muove subito con 12. (se colpitori incrociati o meno)

Esercizio 7 :

A finta 2 con colpitore e B anticipa con 123. Oppure A finta 1 con colpitore e B muove subito con 123. (se colpitori incrociati o meno)

Esercizio 8 :

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A finta 2 con colpitore e B anticipa con 1234. Oppure A finta 1 con colpitore e B muove subito con 1234. (se colpitori incrociati o meno)

Esercizio 9 :

A finta 3 e B anticipa con 12, 123, 1234. A finta 4 e B anticipa con 23, 234, 2341.

Esercizio 10 :

Modalità di esecuzione : potenza 70/80%.

Sacco tra A e B posti specularmente – 15/ 20°. A ha l’iniziativa e porta 12, 123, 1234. B anticipa colpendo il sacco con 12, 123, 1234. A muove intorno e B deve compensare per non perdere angolazione. I colpi contemporanei mantengono il sacco fermo. Se si muove l’esercizio non è andato a buon fine. Scambiare iniziativa del muovere attorno da A a B.

Esercizio 11 :

A dietro il sacco e B davanti. A posiziona il guantone sul sacco all’altezza del proprio viso dal lato di B con la mano sinistra e B deve colpirlo con 1 prima che la ritiri. A posiziona il guantone sul sacco all’altezza del proprio viso dal lato di B con la mano destra e B deve colpirlo con 2 prima che la ritiri. A posiziona il guantone sul sacco all’altezza del proprio addome dal lato di B con la mano sinistra e B deve colpirlo con 3 prima che la ritiri. A posiziona il guantone sul sacco all’altezza del proprio viso esternamente con la mano sinistra e B deve colpirlo con 4 prima che la ritiri. Proseguire l’esercizio in modo randomico.

Gli incroci

Questo esercizio va sviluppato in maniera aerobica almeno nella fase iniziale. Il suo lavoro è quello di condizionare l’atleta ad incrociare sempre la tecnica dell’avversario verso l’esterno in fase di schivata, parata e chiusura.

Si esegue in sparring, all’inizio da fermi e successivamente in movimento. Eseguire i seguenti esercizi tutti in sequenza oppure sparsi, oppure solo parte di essi.

Su dritto sinistro e destro al viso effettuare parata deviata con il braccio a specchio deviando il pugno verso l’esterno chiudendo lo specchio della guardia dell’avversario.

Lo stesso esercizio precedente su parata bloccata.

Lo stesso esercizio su chiusura di gomito allo sterno su attacchi di pugni dritti al corpo, calci frontali e laterali al corpo.

Su calcio frontale e laterale al corpo effettuare parata bassa ad incrocio verso l’esterno chiudendo lo specchio della guardia dell’avversario.

Su pugno dritti sinistro e destro al viso effettuare schivata del tronco in avanti a sinistra e destra o laterale a sinistra e destra verso l’esterno dello specchio della guardia dell’avversario.

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Dopo aver eseguito questi esercizi di base per comprendere il criterio, il tecnico o l’atleta stesso possono implementare condizionamenti simili su schivate, parate o chiusure contro altre tecniche.

I colpitori per il colpo d’occhio

Nel corso dello scambio l’avversario facilmente si scoprirà. Generalmente, negli scambi iniziali, ovvero quando la forma fisica, il fiato e la lucidità sono al top, un atleta, mediamente ben preparato, riesce a rimanere chiuso e composto in tutte le fasi del match, quali la difesa e l’attacco. Col trascorrere dei secondi, al succedersi dei round, a seguito anche dei colpi ricevuti, la capacità di rimanere chiuso e protetto in genere va a ridursi. In queste occasioni è possibile, se viene svolto un lavoro specifico, piazzare colpi sia d’anticipo che nel corso dello scambio o dell’esecuzione di combinazioni.

Tra i lavori di massima dedicati a questo scopo, due sono :

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In sparring con una compagno di allenamento, far eseguire inviti e finte ad uno dei due atleti, spronando l’altro ad entrare con dei colpi nel primo caso e ad anticipare nel secondo caso. Entrambi i lavori andranno eseguiti con velocità ma senza forza per evitare inutili danni in allenamento. Inoltre questo lavoro va eseguito continuatamente nel corso delle sedute, ma per un tempo limitato, perché i riflessi si riducono con il passare dei minuti.

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Con i colpitori, con questa modalità : concordare con l’atleta posizioni di colpitore per un numero inizialmente limitato (tre o quattro) di colpi. Questo numero progressivamente nel corso delle sedute deve aumentare. Maggiore è il numero di colpi che l’atleta riesce a piazzare su colpo d’occhio in seguito allo scoprirsi dell’avversario, maggiori sono le possibilità di chiudere l’incontro in anticipo, come prevede il regolamento. Modalità di esecuzione : una volta stabiliti i colpi, stimolare l’atleta posizionando i colpitori randomicamente rispetto alla selezione delle tecniche stabilita. L’atleta dovrà colpire con velocità e massima precisione il centro del colpitore, spesso indicato da una diversa colorazione del materiale con cui è assemblato, oppure dal logo del produttore. Dopo qualche secondo ritirare il colpitore, sia che l’atleta l’abbia colpito o meno. Posizionare il colpitore per la tecnica successiva e così via. Questa modalità potrà essere inserita anche durante l’esecuzione ai colpitori di combinazioni prestabilite alternando i due lavori. Ovvero, alternare l’esecuzione in velocità e precisione della combinazione prevista dalla seduta, estemporaneamente sollecitare l’esecuzione improvvisa di un colpo in base al posizionamento del colpitore. A questo lavoro può essere imposto anche un ritmo, ovvero cadenzare le pause tra una sollecitazione e l’altra raggruppando o meno i colpi. Esempio : concordiamo con l’atleta l’esecuzione di gancio sinistro, low kick destro, middle kick sinistro e diretto destro. Esempi : 1p1p1p1p… ovvero gancio sinistro – pausa – middle kick sinistro – pausa - gancio sinistro – pausa - diretto destro – pausa e coì via. 2p1p1p2p : gancio sinistro – low kick destro – pausa – middle kick sinistro – pausa – diretto destro – pausa – gancio sinistro – low kick destro – pausa e così via. (dove 1 indica un colpo e 2 due colpi). Infine, iniziare nelle prime sedute a sollecitare visivamente in modo molto marcato la tecnica richiesta. A questo scopo potrebbe essere utile portare i colpitori dietro la schiena del coach ed esporne uno per volta per qualche secondo per ricevere il colpo e poi riportarlo dietro la schiena.

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Successivamente, quando l’atleta avrà dato dimostrazione di aver assimilato il lavoro, la sollecitazione visiva potrà essere meno marcata.

Condizionamento al portare i colpi perpendicolarmente al bersaglio

Abbiamo trovato, nei paragrafi precedenti, qualche accenno all’importanza che il nostro atleta sia condizionato ed abituato a portare colpi perpendicolari al bersaglio durante il match.

Un esercizio iniziale utile allo scopo è quello di far lavorare in sparring due atleti del nostro team. Uno dei due scopre parti del corpo per qualche secondo, all’inizio per un tempo più prolungato, e l’altro colpisce con bassa forza e velocità cercando la perpendicolarità rispetto al bersaglio. Con l’aumentare delle sedute lo sparring partner può iniziare a flettere, piegare e posizionare con angolazione libera parti del corpo da colpire per indurre il nostro atleta ad aumentare l’attenzione rispetto all’angolazione della tecnica. Progressivamente aumentare la velocità e diminuire il tempo in cui lo sparring partner lascia scoperto il bersaglio da colpire.

Ad esempio :

Il nostro atleta esercita la perpendicolarità del low kick sulla coscia. Inizialmente lo sparring la tiene ferma nella posizione naturale di guardia per qualche secondo. Successivamente diminuisce il tempo. Il nostro atleta dovrà esercitarci a colpire perpendicolare in meno tempo, quindi aumentando la velocità. In seguito lo sparring posizionerà la coscia in posizioni meno naturali, alzando leggermente il piede da terra, o volgendo il ginocchio verso l’esterno o verso l’interno. In tal modo l’angolazione per la perpendicolarità cambia e il nostro atleta deve adattarsi con la nuova traiettoria esecutiva. Successivamente lo sparring modifica la posizione della coscia all’improvviso, costringendo il nostro atleta a modificare in corso d’opera la traiettoria. Con un lavoro progressivo che può andare anche oltre rispetto ai caratteri di difficoltà qui descritti, il nostro atleta aumenterà il colpo d’occhio non solo al bersaglio scoperto, ma anche a colpirlo correttamente senza procurarsi danni fisici.

Un lavoro simile è possibile anche con i colpitori. Con i colpitori diminuiamo la situazione realistica che può essere resa con il corpo umano, ma aumentiamo la sicurezza degli atleti, abbassando il rischio di infortuni in caso di distrazione o lavoro mal realizzato.

Esempio :

Stabiliamo con il nostro atleta che deve portare il middle kick. Inizialmente posizioniamo il colpitore nella modalità ideale per la finalizzazione del colpo. Progressivamente iniziamo a modificare leggermente l’angolazione dell’attrezzo. Il nostro atleta deve continuare a colpire perpendicolare. Nel caso del middle kick, ad esempio, risulta particolarmente difficile ai kickboxers effettuare una traiettoria perfettamente orizzontale, senza sbilanciare il busto all’indietro. Successivamente aumentiamo la difficoltà, non solo modificando le angolazioni del colpitore, ma concedendo all’atleta sempre meno tempo di risposta alla sollecitazione visiva, fino a ridurlo a poco più di qualche secondo. Per rendere meno monotono l’esercizio, rischiando in tal modo una caduta di concentrazione

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dell’atleta, possiamo miscelarlo con l’esecuzione di due o tre tecniche in combinazione in modalità standard, di cui una delle tecniche è invece quella che stiamo esercitando alla perpendicolarità.

Condizionare il cambio di distanza

Un esercizio per condizionare il cambio di distanza consiste nell’assegnare delle tecniche per ogni distanza di combattimento ed associarle a spostamenti in avanti ed indietro da eseguire mentre si compie il movimento.

Ad esempio assegnare all’atleta:

Da distanza lunga : Right High kick (ruotando il piede di appoggio di 90°)

Passaggio da distanza lunga a distanza media : gancio sinistro + low kick posteriore su spostamento avanti (della stessa ampiezza di un passo)

Da distanza media : diretto sinistro + diretto destro con rotazione delle spalle

Da distanza media a distanza corta : left middle front kick + right high kick (con minima rotazione del piede di appoggio) su slittamento

Da distanza corta : gancio sinistro + montante destro

Da distanza corta a distanza media : diretto sinistro (con rotazione della spalla) + right middle kick su spostamento indietro (della stessa ampiezza di un passo indietro)

Da distanza media a distanza lunga : slittare il ritorno del middle kick più indietro della stessa distanza di un passo mentre ci si copre con un left straight e ripartire con un right high kick come dall’inizio dell’esercizio.

Per evitare di fossilizzare il lavoro dell’atleta in linea dritta cambiare con movimenti semicircolari l’inizio dell’esercizio prima di ripartire, oppure rendere obliqui e/o circolari i movimenti in avanti ed indietro.

Altra variante avanzata consiste nell’inserire spostamenti laterali e circolari mentre si indietreggia e si avanza e si eseguono le tecniche nel cambio di distanza. In questo modo l’atleta aumenta il proprio profilo imparando non solo ad avanzare ed indietreggiare coprendosi, ma anche girando intorno all’avversario sul ring.

Per allenare l’applicabilità dei colpi in base alla distanza insieme all’alternanza destro sinistro e la differenziazione di altezza di attacco, eseguire questo esercizio:

1. In movimento A tira diretto sinistro viso + a rotazione un colpo con braccio destro al corpo. Es (diretto sinistro viso + diretto destro corpo, diretto sinistro viso + gancio destro corpo, diretto sinistro viso + montante destro corpo)

2. In movimento A tira diretto sinistro al viso + a rotazione un colpo con la gamba destra in linea media o bassa (es diretto sinistro viso + low kick destro, diretto sinistro viso+ middle kick destro, diretto sinistro viso + front kick destro) per limitarci alle tecniche base.

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3. In movimento A tira diretto sinistro viso + diretto destro viso + a rotazione un colpo

con il braccio sinistro al corpo ( es diretto sinistro viso + diretto destro corpo + diretto sinistro corpo, diretto sinistro viso + diretto destro corpo +gancio sinistro corpo, diretto sinistro viso + diretto destro corpo +montante sinistro corpo)

4. In movimento A tira diretto sinistro viso + diretto destro viso + a rotazione un colpo con la gamba sinistra in linea media o bassa ( es diretto sinistro viso + diretto destro corpo + low kick sinistro, diretto sinistro viso + diretto destro corpo + middle kick sinistro, diretto sinistro viso + diretto destro corpo + front kick sinistro medio)

5. …. E così via

Tecniche su scivolata lunga

Assegnamo al nostro atleta in sparring condizionato due combinazioni :

1. Left hook punch + right low kick 2. Left low kick su scivolata lunga

Dopo ogni una o due ripetizioni della 1 il nostro atleta eseguirà la 2.

L’esercizio successivo è trasformare la 2 in una finta ogni una o due esecuzioni complete dell’intero ciclo di 1 e 2. In questo modo la 2 diventa una finta eseguita nel tentativo di far abbassare la guardia per un attimo all’avversario per portare la prima tecnica della combinazione 1.

L’esercizio successivo è di iniziare con il jab sinistro il primo movimento della scivolata lunga (il jab è portato quando il piede destro si avvicina a quello sinistro). Quindi l’esercizio diventa :

1. Left hook punch + right low kick 2. Left Jab + Left low kick su scivolata lunga

Assegnamo al nostro atleta il compito di eseguire in sparring in movimento una ripetizione della combinazione 2 ogni una o due ripetizioni della tecnica 1.

L’esercizio successivo è eseguire finta di combinazione 2 + combinazione 1. L’avversario al movimento visivo del piede destro ha associato la partenza del jab sinistro, mentre il nostro atleta porterà in gancio sinistro.

L’esercizio successivo è eseguire il diretto posteriore, quale terza tecnica della combinazione, sul ritorno della scivolata lunga. Quindi l’esercizio diventa:

1. Left hook punch + right low kick 2. Left jab + left low kick + right straight su scivolata lunga

La combinazione 2 si esegue : Sul movimento del piede destro che affianca quello sinistro portare il jab sinistro. Appena il piede destro ha affiancato il sinistro portare il low kick sinistro. Al ritorno del low kick sinistro, il piede destro viene riportato indietro scacciato dal ritorno del piede sinistro. Appena il destro si riposiziona in guardia portare il diretto destro.

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Assegnamo al nostro atleta il compito di eseguire la combinazione 2 ogni una o due ripetizioni della combinazione 1. L’esercizio successivo è di eseguire finta della 2 portando poi la 1 e finta della 1 portando poi la 2.

Il condizionamento a questo lavoro rende l’atleta attivo nell’attacco, che viene portato a ripetizione scegliendo tra sole due combinazioni elementari composta da un numero di tecniche che va da una a tre. Il condizionamento alla finta ed alla ripartenza improvvisa con altra tecnica diversa per direzione, traiettoria ed altezza del bersaglio, lo rende maggiormente imprevedibile e capace di raggiungere più facilmente il bersaglio. Il lavoro con la scivolata lunga permette al nostro atleta di rompere le distanze improvvisamente , colpire velocemente ed imprevedibilmente, e con la stessa velocità recuperare la posizione iniziale provando ad evitare la rimessa.

Tenere il centro del ring

Molto spesso l’attitudine di tenere in centro del ring è un aspetto naturale della personalità di alcuni atleti, ma non di tutti. Come abbiamo visto, questa capacità corrisponde all’avere l’iniziativa continua, essere attivo, attaccare e tenere l’avversario sotto pressione, magari alle corde o costretto continuamente a girare e spostarsi in circolo per evitare i continui attacchi. E’ l’atteggiamento premiato dal regolamento della low kick. Questo vuol dire che, indipendentemente dalle propensioni ed attitudini caratteriali di tutti i nostri atleti, questa impostazione deve essere più generalmente diffusa possibile nel nostro team di fighters.

L’esercizio iniziale prevede che l’atleta effettui degli spostamenti laterali continuati, senza mai avvicinare i piedi o incrociare le gambe, sia a destra che a sinistra, sul ring, all’altezza delle corde, quindi effettuando la massima ampiezza del giro, o sull’area di allenamento che abbiamo delimitato. Per spostarsi lateralmente a sinistra deve muovere prima il piede sinistro verso sinistra e recuperare la distanza all’apertura dei piedi per la posizione di guardia con la destra, e viceversa. Può iniziare ad effettuare un giro a sinistra ed un giro a destra ad esempio. Il passo successivo è effettuare giri spezzati ovvero all’improvviso cambiare direzione nell’altro senso. Il passo successivo è iniziare dal giro presso le corde, ma immaginare e seguire un percorso a spirale che lo porta al centro del ring. Questo percorso immaginario successivamente deve essere ridisegnato in continuazione in base al cambio di direzione, ma la meta finale da raggiungere velocemente deve essere sempre il centro del ring. Quando l’atleta dimostra di aver raggiunto una padronanza del movimento possiamo introdurre uno sparring partner. Inizialmente lo sparring è inattivo, ovvero ostacola solo il nostro atleta, muovendosi a sua volta, nel percorso di ritorno, sempre concentrico seppur diretto, verso il centro del ring. Successivamente lo sparring pressa alle corde il nostro atleta attaccando il più possibile, cercando di sbarrare la strada al centro del ring. Nel momento in cui sia lo sparring che il nostro atleta riescono agevolmente a ritornare al centro del ring, passiamo alla fase finale dell’esercizio. Lasciamo in sparring libero o condizionato (assegnando ai contendenti un numero limitato di tecniche) entrambi gli atleti, con il compito di contendersi il centro del ring. Altra variante è quella di chiamare alternatamente uno dei due, e una volta che questi ha raggiunto l’obiettivo, sollecitare verbalmente l’altro a rubare la posizione allo sparring. Questa attitudine può tornarci utile anche durante il match stando all’angolo. Nel momento in cui vediamo che il nostro atleta preso dagli scambi, è distratto rispetto a

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questo aspetto ed è premuto verso la zona corde dall’avversario, se abbiamo lavorato a questo tipo di esercizio, richiamandolo con ‘torna al centro!’, oppure ‘[nome atleta]! centro ring!’, o frasi simili, che abbiamo già provato in allenamento, ci sono buone probabilità che l’atleta metta a frutto l’esercizio condizionato.

Progressive training

Tutti i concetti fondamentali del combattimento in cui è possibile allenarsi, devono essere prima sperimentati singolarmente. Poi assemblati e miscelati, prima a due poi a tre, a quattro e così via.

L’esercitarsi in più concetti specifici contemporanei innalza, con veloce progressione, il tasso tecnico di base dell’atleta.

Ogni allenamento deve avere degli elementi di ripetizione delle capacità fino a quel momento sedimentate, ma anche almeno un elemento nuovo con cui l’atleta deve confrontarsi e misurarsi, per stimolare le sue capacità di destrezza e di adattamento.

Facciamo un esempio pratico. Prendiamo cinque dei lavori principali di cui abbiamo parlato finora : combinazioni, footwork, distanza, potenza e velocità, ritmo.

Le combinazioni sono composte di singole tecniche che continuamo a perfezionare ed assemblare nelle modalità che abbiamo già visto. Poi abbiniamo le combinazioni di colpi al footwork, sottoponendo il nostro atleta al lavoro di sparring, al sacco, ai colpitori. Disponendo di un sacco cui è possibile totalmente o in parte girare intorno agevolmente, abbinare le combinazioni al footwork tenendo conto delle distanze, quindi diversificando le tecniche e lavorando sull’entrata e sull’uscita. Poi assembliamo insieme il lavoro delle combinazioni sul footwork alle varie distanze diversificando l’esecuzione dei colpi tra velocità e potenza. Mettendo insieme tutti e cinque i concetti, infine, eseguiamo il tutto definendo e facendo si che l’atleta sperimenti e faccia proprio un ritmo sostenibile di combattimento, alternato da pause, finte ed inviti.

Footwork e azione

Miscelare il footwork alle azioni di attacco e di difesa è una attività di coordinazione cui l’atleta va allenato fin dalla formazione iniziale, altrimenti comporta un lavoro di recupero che può risultare ostico e difficile, se svolto successivamente ad un raggiungimento di buon livello nelle altre abilità specifiche.

Abbiamo già detto che il footwork serve a muoverci sul ring mantenendo costantemente, al termine di ogni singolo spostamento, quella apertura che assicura mobilità e stabilità contemporanee.

Questo vuol dire che è importante per l’atleta comprendere che la linea frontale del combattimento è la propria nuova linea frontale che va a stabilire dopo uno spostamento, non quella dell’avversario, che deve riposizionarsi per concedersi la possibilità di difendersi da colpi che provengono da una nuova linea di attacco. Per l’atleta non è possibile, per tutto ciò che abbiamo detto finora, ed in rispetto dei parametri di valutazione del regolamento da ring, interpretare un match che si svolga in linea, ovvero muovendosi unicamente avanti e dietro.

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Vediamo i fondamentali casi di integrazione di movimento con le azioni del combattimento.

1. Il movimento può essere fine a se stesso, ovvero senza azione contemporanea di attacco e di difesa, teso solo a riposizionarsi per evitare che l’avversario prenda le misure per attaccare o per posizionarsi a propria volta per portare dei colpi specifici.

2. Il movimento può essere contemporaneo all’azione, ovvero eseguire colpi o azioni di difesa (parate, schivate, chiusure) simultaneamente al footwork.

3. Il movimento può essere esso stesso una tecnica difensiva, teso a mandare a vuoto i colpi dell’avversario. E’ generalmente accompagnato da tecniche difensive minime per assicurarsi comunque copertura.

4. Il movimento può essere subito precedente o successivo a colpi o azioni di difesa. 5. Il movimento può essere misto, ovvero in parte simultaneo a tecniche di attacco –

difesa ed in parte non.

Essendo eseguito con gli arti inferiori, gli stessi che eseguono tecniche di gamba, il movimento non può essere contemporaneo ai calci, ma solo precedente o successivo, tranne la nuova posizione in cui ci si viene a trovare dopo l’esecuzione di calci saltati o calci su slittamento.

Quindi avremo braccia con spostamenti stesso arto o arto opposto contemporaneo, e gambe con spostamenti stesso arto consecutivo alternato, ovvero o prima semispostamento poi calcio o prima calcio poi semispostamento.

Facciamo degli esempi pratici costituiti da una combinazione pugno-pugno su spostamento, calcio-calcio su spostamento, pugno-calcio su spostamento e calcio-pugno su spostamento.

Combinazioni (esempi in guardia sinistra)

pugno-pugno : diretto sinistro – diretto destro calcio-calcio : frontale sinistro medio-circolare destro viso pugno-calcio : diretto sinistro – circolare destro viso calcio pugno : frontale sinistro medio – diretto destro Spostamento : spostamento circolare 45° sinistra avanti

Pugno – pugno : l’esecuzione dello spostamento sarà contemporanea all’esecuzione della combinazione di braccia. Mentre il piede sinistro si riposiziona 45° sinistra avanti eseguiamo il diretto sinistro e mentre il piede destro si riposiziona in chiusura guardia eseguiamo il diretto destro.

Calcio – calcio : i due movimenti che costituiscono lo spostamento saranno immediatamente consecutivi ai due calci. Eseguiamo il frontale sinistro medio e riposizioniamo il piede sinistro 45° avanti sinistra aprendo l’anca e portando il circolare destro al viso. Subito dopo l’esecuzione chiudiamo la guardia posizionando il piede destro in ritorno dal calcio e ritrovandoci in linea sfalsata di 45° alla nostra sinistra rispetto all’avversario.

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Pugno - calcio : il diretto sinistro sarà contemporaneo al posizionamento del piede sinistro 45° sinistra avanti mentre l’esecuzione del calcio circolare destro al viso sarà uguale all’esempio precedente ovvero prima calcio poi riposizionamento del piede destro.

Calcio - pugno : Eseguiamo il frontale sinistro al corpo poi riposizioniamo il piede sinistro 45° sinistra avanti. Contemporaneamente alla chiusura di guardia ovvero al posizionamento del piede destro tiriamo il diretto destro.

Gli esempi pugno-pugno e calcio-calcio si possono assemblare per osservare gli effetti di una combinazione a quattro 2 pugni + 2 calci sugli spostamenti e lo stesso si può fare con tutti gli altri esempi base.

Lavorando su questi metodi base, assemblando le combinazioni di colpi e le tecniche di difesa con gli spostamenti principali alla base della strategia di combattimento che abbiamo messo a punto per il nostro atleta, ecco che nascono le tabelle per il lavoro di footwork su cui i nostri atleti devono lavorare da fermo, in movimento, sui vuoti, al sacco, ai colpitori, con lo sparring partner.

Particolare importanza ha il lavoro al sacco con le figure composte di attacco – difesa sugli spostamenti. Ovvero assembliamo degli spostamenti che assicurano una figura unica ripetibile al nostro atleta, più aderenti possibile alla strategia messa a punto, con le combinazioni di scuola o personalizzate. I colpi che vanno a bersaglio saranno di attacco, quelli a vuoto saranno di copertura.

Un veloce esempio pratico:

Sequenza:

0. Atleta davanti al sacco a distanza media. 1. jab+diretto su semispostamento avanti (distanza media). Torna a 0 2. jab+diretto su spostamento circolare 45° sinistra avanti (distanza media) 3. jab+diretto su spostamento circolare a destra (distanza media). Torna a 0 4. jab+diretto a copertura su spostamento indietro (colpi a vuoto) (distanza lunga) 5. low kick sinistro su scivolata lunga avanti (distanza lunga). Torna a 4 6. jab+diretto su spostamento avanti (colpi toccano il sacco) (distanza media). Torna a 0 7. Ricominciare da 1

L’esecuzione di questo esercizio ripetuto condiziona il nostro atleta al lavoro di cui sopra. Se introduciamo il low kick sinistro dopo il jab+diretto in tutta la serie osserveremo infatti come per effettuare i movimenti a sinistra e in avanti basterà riposizionare il piede dopo il calcio mentre si esegue la prima tecnica di pugno e il calcio stesso fungerà da spinta per i movimenti a destra.

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Integrazione K-1 Rules.

Il K-1 rules è un regolamento di combattimento apparentemente molto simile a quello della low kick. Oltre alle tecniche permesse nella LK, sono permessi colpi di ginocchio, il backfist, e il colpire tutta la gamba, anche l’articolazione, con la cresta tibiale. Queste apparenti piccole differenze costituiscono, in realtà, un moltiplicazione di possibilità di attacco a tutte le distanze. Oltre ad attendersi i calci ed i low kick, gli atleti del K-1 rules devono difendersi ed organizzare la propria strategia tenendo conto anche dei colpi aggiuntivi sopra descritti. Un buon atleta di low kick, con l’acquisizione dell’automazione delle tecniche base di ginocchio e relativa difesa e distanza, può competere anche nel k-1 rules, senza eccessive difficoltà. Il clinch, infatti, regno incontrastato della disciplina della muay thai, nel K-1 è limitato all’esecuzione di una sola tecnica di ginocchio per volta, dopodichè gli atleti devono separarsi o vengono separati. Per il resto, le tecniche di ginocchio sono considerati ‘legs’ ovvero calci. Utilizzando i principi generali trattati finora, considerando i colpi di ginocchio come calci, la strategia nel K-1 rules non cambia, né i parametri di valutazione arbitrale. I colpi di ginocchio possono essere portati in tutte le parti del corpo tranne alla schiena.

Il clinch a due mani.

Il clinch a due mani consiste nel portare le mani dietro la nuca dell’avversario e i gomiti sul petto per fare leva, allo scopo di controllarne il busto e la testa, spostarlo e portarlo verso il colpo di ginocchio. E’ un gesto che va sperimentato in palestra, in quanto una volta che entrambe le nostre mani sono dietro la nuca dell’avversario, niente rimane a difesa del nostro viso e del nostro corpo. E’ un gesto che va eseguito al momento opportuno e alla giusta distanza con opportuni accorgimenti che non ci espongano a colpi di ginocchio, ganci e montanti, o altri colpi.

Il clinch ad una mano.

Il clinch ad una mano, permesso in molti tornei internazionali, è vietato nel regolamento ring federale per la K-1 rules.

Ginocchiate d’attacco

Il colpo di ginocchio, in un regolamento dove il clinch comporta la possibilità di una singola tecnica, diviene per definizione un colpo d’attacco, ovvero quelle che sono definite tecnicamente ginocchiate senza clinch, portate come un colpo qualsiasi di calcio. Invece di colpire con la tibia si colpisce di ginocchio.

Principali ginocchiate

Vediamo di seguito alcuni colpi di ginocchio più comuni. L’atleta di low kick che acquista una buona padronanza di questi colpi può competere anche nel K-1 rules, con discrete possibilità di successo.

Frontale diretta

E’ un colpo di ginocchio frontale. La direzione è diretta, parallela al tappeto. Il gesto si ottiene sincronizzando due movimenti :

1. Il tallone si avvicina rapidamente al gluteo spingendo fuori dritto il ginocchio.

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2. Lo slittamento repentina dell’anca in fuori, che spinge ulteriormente tutto l’arto

in avanti.

Con il sincronismo dei due movimenti si ottiene il colpo. Il principale bersaglio di questo colpo di ginocchio è il tronco frontale e la coscia. Disponendo di un’ottima mobilità articolare e spingendo in avanti il piede verso l’avversario è possibile colpire anche il viso. Utilizzata con il clinch a due mani tirare l’avversario a sé raddoppia l’effetto del colpo, sommando la direzione del colpo stesso a quello dell’avversario in senso inverso.

Frontale ascendente

L’esecuzione di questo colpo coincide fondamentalmente con l’esecuzione del calcio frontale descritto nella sezione tecniche, con la differenza di un angolo minore tra coscia e gamba.

Sia d’attacco che in clinch, a causa della direzione del colpo verso l’alto, è possibile portarla solo al viso. In clinch a due mani l’azione è di portare la testa dell’avversario verso il basso per incontrare il ginocchio che sale verticalmente dal basso. È possibile colpire il corpo solo nelle situazioni in cui l’avversario abbia il tronco molto piegato in avanti, per qualsiasi motivazione, o in clinch quando si riesce, facendo pressione sul collo, a portare il busto dell’avversario almeno 45° in avanti rispetto al tappeto.

Frontale discendente

Si ottiene portando il ginocchio dall’alto verso il basso verticalmente sulla linea frontale. E’ un colpo da eseguire in recupero soprattutto quando la ginocchiata ascendente o circolare alta è andata a vuoto. Può essere anche eseguita come tecnica di intenzione alla testa o al tronco raccogliendo il ginocchio al petto e scendendo in avanti basso verticalmente.

Semicircolare senza rotazione dell’anca

E’ un colpo di ginocchio circolare che può colpire la coscia laterale, il tronco laterale, il viso laterale. Il caricamento avviene portando il ginocchio al lato del corpo almeno all’altezza della vita. Mantenendo l’allineamento coscia – gamba perpendicolare al tappeto si effettua il colpo in rotazione circolare verso il bersaglio. Il piede di appoggio non ruota. Non si effettua alcuna rotazione dell’anca in questo colpo. Ideale sia eseguita in clinch, bersagli tronco laterale e coscia laterale, spingendo l’avversario verso il colpo, sia eseguita d’attacco, colpendo a tutte le altezze.

Dopo un periodo di pratica, quando la dinamica reale del gesto viene effettivamente acquisita, può venire naturale evitare il caricamento al lato ed eseguire il colpo partendo direttamente verso il bersaglio con traiettoria circolare.

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Semicircolare con rotazione dell’ anca

E’ un colpo di ginocchio circolare che può colpire la coscia laterale, il tronco laterale, il viso laterale. Il caricamento avviene portando il ginocchio al lato del corpo almeno all’altezza della vita, oppure partendo direttamente dalla posizione di guardia verso il bersaglio con traiettoria circolare. Mantenendo l’allineamento coscia – gamba 45° -90° rispetto al tappeto, si effettua il colpo in rotazione circolare verso il bersaglio. Il piede di appoggio può non ruotare o ruotare di massimo 90° se la traiettoria è orizzontale. La rotazione dell’anca in questo colpo è parziale. Ideale sia eseguita in clinch, bersagli tronco laterale e coscia laterale, spingendo l’avversario verso il colpo, sia eseguita d’attacco, colpendo a tutte le altezze.

Circolare

E’ il colpo di ginocchio semicircolare con rotazione completa dell’anca e del piede di appoggio.

E’ un colpo eseguibile solo d’attacco. E’ difficile da eseguire con il clinch a due mani.

Tutti i colpi di ginocchio possono essere eseguiti ‘jumping’ ovvero saltando. L’arto che dà lo slancio per l’elevazione può essere lo stesso che colpisce, oppure è possibile slanciarsi con una gamba e colpire di ginocchio con l’altra.

Il backfist

Di questo colpo esistono molte varianti. L’unica limitazione che pone il regolamento è quella di non colpire con il taglio della mano.

Il significato in italiano di questo termine inglese è letteralmente ‘pugno dietro’ o ‘pugno all’indietro’. Di tutte le esecuzioni suggeriamo quella, a nostro avviso, più semplice ed efficace.

Ruotare il busto verso destra in senso orario se siamo in guardia sinistra fin quando assumiamo una nuova posizione di guardia destra in senso opposto con la testa e lo sguardo rivolto al viso dell’avversario. Eseguiamo una rotazione completa del braccio teso sul piano orizzontale fino a colpire il bersaglio con la parte superiore del guantone corrispondente alle nocche-dorso della mano. Immediatamente prima dell’impatto la gamba destra lascia la sua posizione iniziale e subito dopo l’impatto scavalca la sinistra, seguendo la rotazione guidata dalla testa e seguita dal pugno, ritornando perfettamente nella posizione iniziale.

Il leader del movimento è la testa, seguita dal braccio e dalla gamba destra. Se ben eseguito, è un movimento velocissimo e molto potente. Può facilmente causare il KO.

E’ possibile eseguire una variante in cui il piede destro affianca il sinistro prima dell’impatto, mentre ancora si è di schiena all’avversario.

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