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KANTKANT

BIOGRAFIA:BIOGRAFIA:

KONIGSBERG 1724KONIGSBERG 1724

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KANTKANT

•Critica della ragion puraCritica della ragion pura•Critica della ragion praticaCritica della ragion pratica•Critica del GiudizioCritica del Giudizio

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IL CRITICISMO

• Si oppone al dogmatismo

• Fa della critica lo strumento della filosofia

• Significa valutare i fondamenti, le possibilità, la validità e i limiti delle esperienze umane

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CRITICISMO KANTIANOCRITICISMO KANTIANO

“Non è per certo effetto di leggerezza, ma del giudizio maturo dell'età moderna , che non vuole più oltre farsi tenere a bada da una parvenza di sapere, ed è un invito alla ragione di assumersi nuovamente il più grave dei suoi uffici, cioè la conoscenza di sé, e di erigere un tribunale, che la garantisca nelle sue pretese legittime, ma condanni quelle che non hanno fondamento, non arbitrariamente, ma secondo le sue eterne e immutabili leggi; e questo tribunale non può essere se non la critica della ragion pura stessa.

Io non intendo per essa una critica dei dei libri e dei sistemi, ma la critica della facoltà della ragione in generale riguardo a tutte le conoscenze alle quali essa può aspirare” .

(Kant: Critica della Ragion Pura Prefazione 1° Edizione-1781)

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IL PROBLEMA GENERALE DELLA CRITICA DELLA RAGION PURA E’

UN’ANALISI CRITICA DELLA SCIENZA E DELLA METAFISICA

• MATEMATICA E FISICA SONO SCIENZE

• COME E’ POSSIBILE LA MATEMATICA IN QUANTO SCIENZA?

• COME E’ POSSIBILE LA FISICA IN QUANTO SCIENZA?

• LA METAFISICA E’ UNA SCIENZA?

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STRUTTURA DELLA PRIMA CRITICA

EST ET ICA T RASCENDENT ALE

ANALIT ICA DIALET T ICA

LOGICA T RASCENDENT ALE

DOT T RINA DEGLI ELEM ENT I DOT T RINA DEL M ET ODO

CRIT ICA DELLA RAGION PURA

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TIPI DI GIUDIZI

• GIUDICARE CONSISTE NELL’ATTRIBUIRE UN PREDICATO AD UN SOGGETTO

• GIUDIZI ANALITICI A PRIORI - IL PREDICATO ESPLICITA QUANTO E’ GIA’ CONTENUTO NEL SOGGETTO .ES. I CORPI SONO ESTESI (RAZIONALISMO)

• GIUDIZI SINTETICI A POSTERIORI – IL PREDICATO DICE QUALCOSA DI NUOVO RISPETTO AL SOGGETTO. ES. I CORPI SONO PESANTI (EMPIRISMO)

• GIUDIZI SINTETICI A PRIORI - ES. 7+5=12

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GIUDIZI ANALITICI E SINTETICI

“In tutti i giudizi, nei quali è pensato il rapporto di un soggetto ad un predicato (considero qui soltanto quelli affermativi, giacché sarà poi facile l’applicazione a quelli negativi), questo rapporto è possibile in due modi. O il predicato B appartiene al soggetto A come qualcosa che è contenuto (implicitamente) in questo concetto A; ovvero B giace interamente fuori dal concetto A, benché si trovi effettivamente in connessione col medesimo. Nel primo caso chiamo il giudizio analitico, nel secondo sintetico. Analitici sono pertanto quei giudizi (affermativi) nei quali la connessione del predicato col soggetto è pensata per la loro identità; quelli invece, nei quali questa connessione

è pensata senza identità, si devono chiamare sintetici. (...)” (Kant, Introduzione Critica Ragion Pura)

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Rivoluzione copernicana

“Sinora si è ammesso che ogni nostra conoscenza dovesse regolarsi sugli oggetti; ma tutti i tentativi di stabilire intorno ad essi qualche cosa a priori, per mezzo di concetti, coi quali si sarebbe potuto allargare la nostra conoscenza, assumendo un tal presupposto, non riuscirono a nulla. Si faccia, dunque, finalmente la prova di vedere se saremo più fortunati nei problemi della metafisica, facendo l'ipotesi che gli oggetti debbano regolarsi sulla nostra conoscenza: ciò che si accorda meglio con la desiderata possibilità d'una conoscenza a priori, che stabilisca qualcosa relativamente agli oggetti, prima che essi ci siano dati.”

Kant: Prefazione alla II Edizione della Critica della Ragion Pura

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Estetica trascendentale:studia la

sensibilità’ e le sue forme a priori

• Estetica: da “aisthesis” che significa sensazione • Trascendentale:”chiamo trascendentale ogni

conoscenza che non si occupa di oggetti, ma del nostro modo di conoscerli, perché la conoscenza sia a priori”

• Sensibilità: è la capacità di avere sensazioni

• Spazio: è la forma del senso esterno; è un’intuizione pura, a priori

• Tempo: è la forma del senso esterno; è un’intuizione pura, a priori

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A NA L IT IC A T RA S C END E NT A L Estudia le conoscenze a pr ior i de l l 'in te l le tto

D IA L E T T IC A T RA S C END E NT A L Estudia g l i e rror i de l la ragione

"sc ienza de l le regole de l l 'in te l le tto in genera le"S I D IV ID E IN

LOGICA TRASCENDENTALE

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ANALITICA TRASCENDENTALE

• Studia l’intelletto e le sue forme a priori e ne giudica la validità. L’intelletto è la facoltà di pensare e per Kant pensare è giudicare attraverso i concetti.

• Concetto: è una funzione dell’intelletto per unificare e sintetizzare i dati dell’esperienza

• Categorie: sono i concetti puri e a priori dell’intelletto; per Kant sono 12

• Giudizi: connessioni di un predicato al soggetto. Per Kant sono possibili 4 tipi di giudizio.

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LA DEDUZIONE TRASCENDENTALE DELLE

CATEGORIE

KANT VUOLE GIUSTIFICARE LA LEGITTIMITA’ DELL’USO DELLE

CATEGORIE E DETERMINARE I LIMITI DEL LORO USO.

IL PROBLEMA: perché le categorie, pur essendo forme soggettive della nostra mente, pretendono di valere anche per gli oggetti, i quali non sono creati dall’intelletto?

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LA SOLUZIONE

1. L’UNIFICAZIONE DEL MOLTEPLICE DERIVA DA UN’ATTIVITA’ SINTETICA CHE HA SEDE NELL’INTELLETTO

2. IL CENTRO MENTALE UNIFICATORE E’ L’IO PENSO

3. L’IO PENSO OPERA TRAMITE I GIUDIZI

4. I GIUDIZI SI BASANO SULLE CATEGORIE

5. LA CONCLUSIONE E’ CHE GLI OGGETTI NON POSSONO ESSERE PENSATI SENZA ESSERE CATEGORIZZATI.

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L’IO PENSOL’IO PENSO“L'Io penso deve poter accompagnare tutte le mie rappresentazioni; ché altrimenti verrebbe rappresentato in me qualcosa che non potrebbe essere per nulla pensato, il che poi significa appunto che la rappresentazione o sarebbe impossibile o, almeno per me, non sarebbe. Quella rappresentazione che può essere data prima di ogni pensiero, dicesi intuizione. Ogni molteplice, dunque, della intuizione ha una relazione necessaria con l'Io penso, nello stesso soggetto in cui questo molteplice s'incontra. Ma questa rappresentazione è un atto della spontaneità, cioè non può essere considerata come appartenente alla sensibilità. Io la chiamo appercezione pura, per distinguerla dalla empirica, o anche appercezione originaria, poiché è appunto quella autocoscienza che, in quanto produce la rappresentazione Io penso, - che deve poter accompagnare tutte le altre, ed è in ogni coscienza una e identica, - non può più essere accompagnata da nessun'altra. L'unità di essa la chiamo pure unità trascendentale della autocoscienza, per indicare la possibilità della conoscenza a priori, che ne deriva. Giacché le molteplici rappresentazioni che sono date in una certa intuizione, non sarebbero tutte insieme mie rappresentazioni, se tutte insieme non appartenessero ad una autocoscienza; cioè, in quanto mie rappresentazioni (sebbene io non sia consapevole di esse, come tali), debbono necessariamente sottostare alla condizione in cui soltanto possono coesistere in una universale autocoscienza, poiché altrimenti non mi apparterrebbero in comune. Da questa originaria unificazione possono seguire molte conseguenze.”

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L’ANALITICA DEI PRINCIPI

• MOSTRA COME, IN CONCRETO, L’INTELLETTO APPLICHI LE CATEGORIE AI FENOMENI

• ILPROBLEMA:se la sensibilità e l’intelletto sono due facoltà eterogenee, qual è l’elemento mediatore che permette all’intelletto di applicare le categorie alle intuizioni?

• LA SOLUZIONE: l’elemento mediatore è il tempo. L’intelletto, tramite l’immaginazione produttiva, determina la rete del tempo secondo degli schemi che corrispondono ognuno ad una delle categorie

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GLI SCHEMI GLI SCHEMI TRASCENDENTALITRASCENDENTALI

1. Sostanza = permanenza nel tempo

2. Causa-effetto = successione nel tempo

3. Azione reciproca = simultaneità nel t.

4. Possibilità = esistenza in un tempo qualsiasi

5. Realtà = esistenza in un determinato tempo. Ecc.

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FENOMENO E NOUMENOFENOMENO E NOUMENO

• FENOMENO: E’ LA REALTA’ QUALE CI APPARE TRAMITE LE FORME A PRIORI PROPRIE DELLA NOSTRA STRUTTURA CONOSCITIVA, OVVERO L’OGGETTO DELLA CONOSCENZA IN QUANTO CONDIZIONATO DALLE FORME DELL’INTUIZIONE (spazio e tempo) E DALLE CATEGORIE DELL’INTELLETTO

• E’ QUALCOSA CHE RISULTA SEMPRE RELATIVO AL NOSTRO MODO DI CONOSCERE

• HA UNA SUA OGGETTIVITA’ IN QUANTO VALE ALLO STESSO MODO PER TUTTI GLI INTELLETTI CONFORMATI COME IL NOSTRO

• NOUMENO: (DAL GRECO NOUMENON = CIO’ CHE E’ PENSATO). E’ LA REALTA’ CONSIDERATA INDIPENDENTEMENTE DA NOI E DALLE FORME A PRIORI MEDIANTE CUI LA CONOSCIAMO

• E’ LA COSA IN SE’ SCONOSCIUTA

• E’ OGGETTO DI UN’INTUIZIONE INTELLETTUALE IMPOSSIBILE PER L’UOMO

• E’ UN CONCETTO LIMITE, ATTO A “CIRCOSCRIVERE LE PRETESE DELLA SENSIBILITA’”