Kandinsky el color como la musica

30
1 Simone Campisano Vasilij Kandinsky “Il colore come musica” Anno Accademico 2005/2006

Transcript of Kandinsky el color como la musica

Page 1: Kandinsky el color como la musica

1

Simone Campisano

Vasilij Kandinsky “Il colore come musica”

Anno Accademico 2005/2006

Page 2: Kandinsky el color como la musica

2

- Indice: La vita pag.3 Il colore e la forma secondo Kandinsky pag.7 Le opere di Kandinsky pag.14 Bibliografia pag.30

Page 3: Kandinsky el color como la musica

3

- La vita: Universalmente conosciuto come il fondatore dell'arte astratta,Vasilij Kandinsky nacque a Mosca nel 1866. Nel suo sangue si erano confusi, con quello russo, il sangue di tedesco di una sua nonna materna e quello orientale di una sua bisnonna paterna, che era una principessa cinese. Questo dato può spiegare qualcosa della sua predilezione per una certa linearità che caratterizza buona parte della sua opera e che tradisce una sua scelta nell'ambito del gusto. Scelta compiuta negli anni della definizione astrattista della sua pittura con la rinuncia all'accento popolaresco, di marca russa, evidente nelle sue prime opere, dipinte in Germania fino alla vigilia della guerra 1914-1918. Era il tempo del richiamo della cultura russa alle tradizioni nazionali, di tipo popolaresco e folkloristico. La musica aveva dato particolare impulso a queste tendenze: basti ricordare il gruppo dei "Cinque", con i nomi di Mussorgskij, Rimskji-Korsakov, Balakirev, Cui, Borodin. Dopo l'infanzia trascorsa a Odessa, nel 1885 si recò a Mosca per frequentare presso l'Università i corsi di diritto e di economia politica, di cui si occupò fin alla soglia dei trent'anni. Forse Monet, con il suo quadro dei "Covoni" esposto a Mosca nel 1895 gli diede la certezza della sua vocazione: egli ricorderà sempre quella tela per l'impressione che ne aveva ricevuta d'esser la pittura in essa indipendente e comunque assai più forte della realtà per suo mezzo raffigurata.

Claude Monet, Covoni di fine estate. Nel 1901 rifiuta una cattedra universitaria e parte per Monaco, meta privilegiata

Page 4: Kandinsky el color como la musica

4

di moltissimi artisti europei; qui entra in contatto con un tardo simbolismo che lo accompagnerà in tutte le sue opere fondendosi con espressionismo ed astrattismo. Trasferitosi a Monaco, vi resterà fino al 1914: qui vedrà quindi sorgere e svolgersi fino al colmo della sua parabola la rivolta espressionista, un movimento culturale impegnato a rappresentare la voluttà dell'immergersi coscientemente nel dolore del mondo con un più profondo impegno esistenziale. Questo movimento trova la sua codificazione in uno scritto di A. Schering del 1920, secondo il quale “il compito dell'arte è quello di rappresentare non tanto la natura o quello che questa provoca sui nostri sensi, ma quello di dare un volto esteriore alle espressioni interiori, creando così un linguaggio capace di esprimere tutte le situazioni passionali e psicologiche della vita moderna”. Nel 1911 conosce Arnold Schönberg, pittore e musicista, dalle cui composizioni atonali rimase profondamente influenzato. Nel 1903 aveva conosciuto Gabriele Münter a Murnau, dove trascorreva i mesi invernali, e costei divenne compagna della sua vita fino a quando lui non le preferì la bellissima Nina Andreevsky. Gabriele Münter gli rimase sempre fedele e seppe attraversare con spirito eroico due guerre, l'inflazione e il Nazismo senza vendere neanche un suo quadro, donando tutto alla vigilia della sua morte alla Städtische Galerie di Monaco. Negli anni fecondi di Murnau, Kandinsky scrive poesie, mentre continua a dipingere incessantemente paesaggi, e una composizione scenica dal titolo "Suono giallo", nettamente espressionista. L'influenza della musica è sempre più evidente anche nelle succesive opere, formate da paesaggi cromatici in scene sfumate, in suoni evanescenti, frammisti con qualche parola vaga e illogica. Nel 1910 aveva già dipinto il suo primo acquerello astratto, ma la sua intera opera, ricca di esuberanza, di sonorità e di luce si definisce con il passaggio graduale dall'espressionismo figurativo all'espressionismo astratto. I suoi quadri di questi anni sono stati da lui stesso suddivisi in tre gruppi principali: -Impressioni (tutte del 1911); -Improvvisazioni (trentacinque, dipinte dal 1909 al 1914); -Le contemporanee Composizioni. I titoli stessi ne indicano le caratteristiche su un unico tema fondamentale, le

Page 5: Kandinsky el color como la musica

5

montagne di Murnau, e ne testimoniano il passaggio dall'ultimo naturalismo all'astrattismo. Nel 1911 fonda con Franz Marc “Il Cavaliere azzurro” (Der Blaue Reiter), un gruppo di “neoespressionisti” nato dallo scioglimento con i primi espressionisti,che operavano nel nord della Germania. La guerra interrompe lo svolgimento armonioso del suo lavoro, spingendolo a spostarsi in Svizzera, a Odessa, a Stoccolma. Nel colmo del conflitto si stabilisce in Russia, dove resterà fino al 1921, dando un contributo significativo a una somma di attività di ordine sociale, assumendo alti incarichi al Commissariato per il Progresso Intellettuale, alla Scuola d'Arte, all'Università di Mosca, ma operando soprattutto nel campo dei musei, fondandone in provincia 22. Nel 1921 il richiamo della pittura si fa più forte e, recatosi in Germania per una mostra, vi resterà. La guerra è finita da poco, Berlino è una repubblica socialista, l'inflazione rende precaria ogni sistemazione pratica ed egli continua il percorso iniziato dell' astrazione pura. Inizia a insegnare nella Bauhaus a Weimar fino alla chiusura voluta da Hitler nel 1933. Nel 1925 già la scuola si era dovuta trasferire a Dessau, dove a ogni insegnante era stata assegnata una casetta: quella di Kandinsky ebbe gli interni progettati da Klee e Breuer, talmente tanto belli che li portò con sè nel suo esilio parigino. Tiene un corso pratico e teorico di pittura, pubblica il suo saggio più importante sulla pittura astratta, in cui ha elaborato una sorta di teoria parallela a quella cui si attengono i musicisti nel comporre,"Punto, linea e superficie". Il suo nome comincia a correre per l'Europa e nel 1929 tiene la prima personale a Parigi.

Nel suo articolo del 1931 "Riflessioni sull'arte astratta" lamenta la scarsa penetrazione di questa nell'ambiente parigino, che comunque diventerà sua dimora, fino alla sua morte a Neuilly nel 1944.

Page 6: Kandinsky el color como la musica

6

- Il colore e la forma secondo Kandinsky: La sperimentazione artistica e gli studi sulla psicologia umana e gli effetti ottici dei colori e delle forme sono una base dell’attività di Kandinsky; ciò è dimostrato dai continui studi,pubblicazioni e saggi che accompagnavano le opere pittoriche dell’artista ed evidenziavano quei punti su cui si insisteva nel cercare qualcosa sempre di nuovo. Il più importante di questi scritti è il saggio “Punto,linea e superficie”, pubblicato nel 1926 dopo uno stretto rapporto con il “Bauhaus”, il pittore analizza la percezione del colore,della forma e i successivi stati d’animo di chi osserva esponendo e dimostrando esperienze proprie e appoggiandosi a studi che già si erano svolti nella seconda metà del 1800. ”Punto, linea e superficie” si presenta come un'opera fredda e tecnica, ma in realtà è l'espressione più articolata, matura e sorprendente del pensiero di Kandinsky. Alla base del libro sono i cori che Kandinsky teneva dal 1922 al Bauhaus. In essi egli mirava soprattutto a individuare la natura e le proprietà degli elementi fondamentali della forma, perciò innanzitutto del punto, della linea e della superficie. Con estremo radicalismo Kandinsky dichiarava allora di voler fondare una scienza dell'arte: nel corso ulteriore delle ricerche i problemi avrebbero dovuto esser risolti matematicamente, e su questa strada si sarebbe mossa tutta l'arte futura. Per questo suo assunto e per le scoperte che per la prima volta vi sono esposte, “Punto, linea e superficie” ebbe un'influenza determinante in diversi campi, basti pensare alla grafica. Tutto si concentra sull’analisi degli elementi basilari della pittura come appunto la linea,il punto e la superficie animandoli, quindi dando sentimenti grazie ai colori ed addirittura “suoni”.Infatti Kandinsky mira a costruire una grammatica della pittura in grado di fornire regole stabili per la composizione di un’opera pittorica. Il sogno-programma di Kandinsky era la sintesi delle arti, ossia quell'opera d'arte totale di cui Wagner nel secolo precedente aveva ipotizzato e realizzato le linee guida nei suoi Melodrammi. Dopo aver assistito al "Lohengrin" disse che l'opera "aveva impresso un sigillo alla mia intera esistenza, scuotendomi allora nel più profondo". La concezione wagneriana portava a considerare le varie arti (poesia, pittura, musica) come componenti di un unico mondo espressivo, che nella sinergia delle sue componenti trovava l'efficacia comunicativa. Tutte le correnti di avanguardia del 1900 avevano percorso questa strada, ma Kandinsky andò oltre, vedendo nella musica l'arte-guida con una convinzione in più, cioè che essa è "l'arte che comporta il massimo dell'astrazione". La reale possibilità di interazione delle arti è oggi dato assodato, grazie anche alla tecnologia che permette ambienti di sintesi, come il cinema e la

Page 7: Kandinsky el color como la musica

7

multimedialità, dove la percezione avviene a livello multisensoriale, ribaltando la normale prassi dei sensi: si ascolta con gli occhi, si guarda con le orecchie. "...Sentivo a volte il chiacchiericcio sommesso dei colori che si mescolavano: era un'esperienza misteriosa; sorpresa nella misteriosa cucina di un alchimista". "E’ come un pezzo di ghiaccio entro cui brucia una fiamma” scriveva Kandinsky in una lettera del 1925, alludendo alla sua pittura. Già nel 1910, quando appena cominciava ad aprirsi la strada alla terra incognita dell’astratto, Kandinsky aveva scritto Über das Geistige in der Kunst, altro testo di grande risonanza, proclama mistico più che saggio di estetica, appello a un rivolgimento radicale della vita oltre che al rinnovamento dell'arte.

Ad esempio il “punto” è un elemento rappresentante sè stesso in quanto essenza, cioè un’entità da cui tutte le forme geometriche prendono origine, musicalmente quasi silenzioso, mentre la “linea” otticamente ci da una sensazione dinamica che ci viene amplificata dal colore attribuito e può essere intesa come traslazione del punto nel piano. Tutto ciò si legava perfettamente alla didattica del “Bauhaus”, ma indirizzarono la pittura dell’artista russo verso un’astrazione compresa come geometria, anzi come colore in forma geometrica. Se osserviamo una linea orizzontale,la nostra mente la paragona a qualcosa di reale come ad esempio qualcosa di calmo,di tranquillo,come l’orizzonte;se a questa linea aggiungiamo il colore blu la sensazione di quiete aumenterà e la nostra mente ci porterà a dire che assomiglia quasi all’orizzonte di un mare calmo,appunto in quiete. Lo stesso accade per una linea verticale:è ancora più dinamica di quella orizzontale e può darci la sensazione di qualcosa che sta andando o verso l’alto o verso il basso,questo perché il nostro cervello attribuisce alla linea una caratteristica che in natura non esiste,cioè il “verso”.

Page 8: Kandinsky el color como la musica

8

Ma ciò che oggi colpisce nel libro è innanzitutto l'abbozzo di una metafisica della forma, ben più che il progetto di una scienza esatta. Per Kandinsky la forma, in ogni sua specie , naturale e artificiale , è solo in rapporto al suo sottofondo invisibile che può essere compresa. E' chiaro che, con ciò, viene abbandonato irrimediabilmente il recinto dell'estetica: si entra invece in un regno diverso, dove ogni forma diventa un essere vivente e in questo regno Kandinsky ci introduce come un rabdomante, che rintraccia e traduce continuamente l'uno nell'altro, con la sua inquietante sensibilità eidetica, segni sonori, grafici, cromatici. Così, procedendo all'interno di questo trattato, al tempo stesso di pittura e di geometria "qualitativa", ci accorgiamo di partecipare a una grande avventura fantastica. Kandinsky ci insegna ad "ascoltare" la forma, come mai nessuno prima di lui, e il suo insegnamento ci mette in un nuovo rapporto con l'opera d'arte, ci apre una possibilità di esplorazione, che è, come scriveva egli stesso, "la possibilità di entrare nell'opera, diventare attivi in essa e vivere il suo pulsare con tutti i sensi". - “Il triangolo”; Nell'Almanacco del 1912 troviamo: "...Un grande triangolo acuto diviso in sezioni uguali, con la parte più piccola e acuta rivolta in alto: così si prospetta giustamente e in modo schematico la vita spirituale...L'intero triangolo si muove lentamente, quasi invisibilmente, con moto progressivo e ascendente, e dove oggi era il vertice si trova domani la prima sezione. Al sommo del vertice sta qualche volta un uomo solo. La sua visione apparentemente gioconda è simile alla sua interiore, incommensurabile tristezza. E coloro che più gli stanno vicino non lo comprendono..." - “Il cerchio”; Nel 1930 scrive: "...Il cerchio, pur essendo una forma più modesta, si afferma categoricamente, perchè è una forma precisa, ma inesauribilmente variabile; stabile e instabile allo stesso tempo, sommesso e forte; perchè è una tensione che porta con sè infinite tensioni; perchè è una sintesi dei maggiori contrasti; e unisce il concentrico e l'eccentrico in una forma e in un equilibrio..." - “La linea”; La presenza delle linee e' quasi ossessiva nelle sue opere: curve, rette, segmenti, parallele, raggi, si intersecano creando un reticolo di sensazioni e forme. La comunanza con la musica trova anche nelle linee riscontro: - Raggi = suono che esplode e riecheggia nell'aria, come un gong.

Page 9: Kandinsky el color como la musica

9

- Linea frastagliata = suono continuo, aspro, pungente e metallico. - Linea ondulata = suono lungo ininterrotto che a tratti sale e a tratti scende. - Linea spezzata = suoni spigolosi e continui, ma diversi fra loro per rapidi cambi di altezza. - Linea aggrovigliata = rumore confuso e irregolare, ma continuo. - Linea a spirale = suono vibrante, ma abbastanza morbido con decadimento lungo. Kandinsky è un maestro dell’uso di linee e punti e lo dimostra dando vita al movimento artistico denominato “Astrattismo” proprio per le spiccate rappresentazioni geometriche e la completa mancanza di una descrizione reale o figurativa-naturalistica. Questa avanguardia del ‘900, insieme al “Cubismo” e anche al “Futurismo”,da il via a quelle correnti artistiche che si basano su un’arte “mentale”, che abbraccia proprio tutti i principi della percezione visiva del colore e della forma.

Trattando in maniera molto più approfondita la tematica del colore,è obbligatorio introdurre il pensiero di Kandinsky riguardo proprio al colore;egli

Page 10: Kandinsky el color como la musica

10

afferma che il colore è autonomo,vive per sé e riesce ad essere espressivo anche senza avere forma. Il colore in generale è un mezzo che consente di esercitare un influsso diretto sull'anima. Il colore è il tasto, l'occhio il martelletto, l'anima il pianoforte dalle molte corde. L'artista è una mano che toccando questo o quel tasto mette in vibrazione l'anima umana. Da qui nasce uno studio del colore che lo lega in maniera inscindibile alla musica, poiché per Kandinsky la musica era una sorta di ossessione: i colori venivano da lui avvertiti come un "coro" da fissare sulla tela, ed era affascinato dalla totale astrazione che si può raggiungere tramite la costruzione musicale e cromatica. Già prima del ‘900 era stato inventato il clavicembalo oculare che provò come si può avere una sensazione ritmica anche senza la musica,ma con un giusto utilizzo del colore,proprio perché ogni colore ha una tonalità,un suono.

Vasilij Kandinsky interpreta la “Quinta sinfonia di Beethoven” attraverso forme e linee. Kandinsky percepiva la realtà come un'immensa partitura musicale in cui ogni suono, ogni strumento, avesse un colore e una forma e il tutto fosse armonicamente amalgamato. La questione della "forma", come ricerca di equilibrio e armonia, fu sempre al centro del processo di maturazione artistica. Fu però anche preoccupato che non ci si soffermasse solo sulla sua ricerca della forma, ma si vedesse cosa c'era dietro la sua pittura. Nella sua pubblicazione “Lo spirituale nell’arte” Kandinsky afferma:”per noi pittori il più ricco ammaestramento è quello che si trae dalla musica; con poche eccezioni e deviazioni la musica, già da alcuni secoli, ha usato i propri mezzi non per ritrarre le manifestazioni della natura, ma per esprimere la vita psichica dell'artista attraverso la vita dei suoni musicali. Un artista che non abbia come

Page 11: Kandinsky el color como la musica

11

fine ultimo l’imitazione, sia pure artistica, della natura, ma sia un creatore che voglia e debba esprimere il suo mondo interiore vede con invidia che queste mete sono state raggiunte naturalmente e facilmente dall’arte oggi più immateriale, la musica. E’ comprensibile che si volga ad essa e tenti di ritrovare le stesse potenzialità nella propria arte. Nasce qui l’attuale ricerca di un ritmo pittorico, di una costruzione matematica astratta; nasce di qui il valore che si da alla ripetizione della tonalità cromatica, al dinamismo dei colori, ecc…”. La sua concezione di un universo armonico di suoni e colori congiunti lo portò a stabilire una connessione tra il timbro di alcuni strumenti musicali, colori, sensazioni;ad esempio: - il “Giallo” rappresenta musicalmente la “Tromba”; il suo tono è squillante, deciso, chiaro ed aggressivo. Il giallo è anche simbolo splendente di vivacità e voglia di vivere. - l’ “Azzurro” rappresenta musicalmente il “Flauto”, avendo un suono agile, brillante ma al tempo stesso pastoso. Rappresenta la freddezza ma anche la tranquillità. - il “Verde” rappresenta musicalmente il “Violino”, dotato di un tono vibrante, penetrante, versatile ed espressivo. Da la sensazione di riposo, equilibrio e tranquillità. - il “Violetto” rappresenta musicalmente il “Fagotto”, con un suono pastoso, ritmico, struggente e penetrante. Ma è un colore malinconico che provoca solitudine, abbandono, mistero e magia. - l’ “Arancio” rappresenta musicalmente le “Campane tubolari”, forti, fiere e solenni. Provoca allo stesso tempo misticismo e gioia, festa. - il “Blu” rappresenta infine il “Contrabbasso”, avente un suono basso, profondo, cupo e freddo. E’ un colore che sprofonda senza fine in tranquillità e quiete. Kandinsky sostiene che il rosso richiama alla mente le fanfare, il rosso di cinabro la tuba o il cembalo, l’arancione una campana di suono medio o un contralto che suoni in largo. Che il viola suona come un corno inglese o come i bassi dei legni. Dopo aver collegato ciascun colore ad un suono, un profumo, un’emozione precisa, l’artista afferma che proprio grazie alle sue risonanze

Page 12: Kandinsky el color como la musica

12

interiori, a seconda della sua diversità, ogni colore produce un effetto particolare sull’anima. Il colore rosso per esempio può provocare l’effetto della sofferenza dolorosa, per la sua somiglianza al sangue. Il giallo invece, per semplice associazione col limone, comunica una impressione di acido. Alcuni colori possono avere una apparenza ruvida, pungente, mentre altri vengono sentiti come qualcosa di liscio, di vellutato, così di dar voglia di accarezzarli. Ma ognuno di essi corrisponde a delle forme che si distinguono nello spazio in modo preciso le une dalle altre. Ogni forma a sua volta, come il colore, ha una precisa corrispondenza: al cerchio associa il blu, al triangolo il giallo, al quadrato il rosso.

Page 13: Kandinsky el color como la musica

13

- Le opere di Kandinsky:

Vasilij Kandinsky - Primo acquarello astratto, 1910 . È da quest'opera che la critica arbitrariamente fa iniziare la pittura astratta. Quest'opinione comune vacilla, se si considera il fatto che il Primo acquarello astratto, datato dallo stesso artista al 1910 è, sotto il profilo compositivo, simile agli innumerevoli studi preparatori di Composizione VII, che Kandinsky realizza tre anni dopo. (A volte, infatti, nella didascalia compare il 1913 come data di esecuzione). Su un fondo lattiginoso dalla densa consistenza, galleggiano linee vibranti e trasparenti macchie colorate che oltrepassano i confini della tela. In questo spazio bidimensionale gli elementi formali, interagendo tra loro, danno la sensazione di un continuo movimento pluridirezionale; essi si attraggono e si respingono reciprocamente, si espandono e si contraggono. Questo apparente disordine non priva la composizione della sua interna armonia. Non è la prima volta che appare quell'indissolubile binomio cromatico tra rosso e blu che si può considerare quasi un leitmotiv nell'arte di Kandinsky: terra e cielo, passione e spiritualità, emozione e razionalità, calore e freddezza. Il dipinto comunica una

Page 14: Kandinsky el color como la musica

14

freschezza e una gioia infantile, una ridente spensieratezza; esso dona all'osservatore un istante di svagata distrazione, di intelligente "annebbiamento" della ragione.

Vasilij Kandinsky - Giallo-rosso-blu, 1925 . Giallo-rosso-blu,conservato attualmente in Francia, è un dipinto del 1925, realizzato quando l'artista insegnava al Bauhaus di Weimar. Già dal titolo si intuisce come protagonista del quadro è solo il colore, che qui viene impostato soprattutto sui tre primari.In questo periodo l'artista approfondisce le basi scientifiche del proprio lavoro e si occupa dell'analisi degli elementi del linguaggio visivo e del loro valore specifico. La sua indagine si svolge sui binari paralleli dell'attività didattica, della produzione artistica e della riflessione teorica. Quest'opera ha valore programmatico e vi si trova il riscontro di molte tesi che Kandinsky ha esposto nel suo saggio Lo spirituale nell'arte e che tratterà nello scritto Punto, linea, superficie, già in fase di elaborazione e pubblicato l'anno successivo. Uno dei temi principali della trattazione di Kandinsky riguarda il contrasto cromatico tra i colori primari - rosso, giallo e blu e la loro corrispondenza alle forme geometriche di base quadrato, triangolo e cerchio. Kandinskij progetta la composizione di questo quadro in un acquerello preparatorio, eseguito in forma più semplice ma già perfettamente definita nelle sue parti. L’idea compositiva si basa sulla contrapposizione della parte destra con quella sinistra. Se osserviamo il dipinto, notiamo che esso è suddiviso in due parti contrapposte: nella prima, quella sinistra fa da sfondo un colore giallo che

Page 15: Kandinsky el color como la musica

15

chiude lo spazio senza sfondamenti in profondità. In questa parte le forme che il pittore inserisce hanno una consistenza materica più densa. Prevalgono le campiture di colore rosse e azzurre in forme rettangolari, triangolari e rotonde., dove prevalgono i colori chiari e le forme acute. Poi abbiamo la parte destra, dove domina il cerchio blu, circondato a sua volta da linee curve e forme tonde dai colori scuri e profondi ; qui prevalgono i toni atmosferici dell’azzurro contornato dal viola e si inseriscono in prevalenza segni grafici leggeri posti secondo un ordine di armonia geometrica. La zona rossa al centro ha una funzione di raccordo e di mediazione tra le due polarità dell'immagine. Come in moltissimi altri quadri, anche qui le campiture di colore definiscono dei piani trasparenti: nella sovrapposizione dei piani il colore che ne risulta è la somma dei colori dei piani adiacenti. In questo modo la pittura di Kandinskij, pur giocata solo sul piano del quadro, tende a suggerire una organizzazione tridimensionale che evoca uno spazio percettivo diverso, e più ampio, di quello naturale.

Vasilij Kandinsky - San Giorgio IV, olio su cartone, 1914-17. Dal centro del quadro un San Giorgio dubbioso e perplesso guarda verso di noi e sembra interrogarsi, e interrogarci, sull'esito della battaglia... Quando, nel 1914, Kandinsky torna in patria, l'ambiente artistico russo già conosce le sue teorie sull'arte astratta: il saggio “Lo spirituale nell'arte” era stato letto nel 1911 nell'ambito del secondo congresso panrusso degli artisti a Pietroburgo, e le sue argomentazioni non erano rimaste prive d'effetto sugli artisti russi contemporanei. Tuttavia, le opere di Kandinsky lasciano perplessa la critica, che raramente ne coglie il contenuto profondo. Ecco che l'artista, ancora una volta,

Page 16: Kandinsky el color como la musica

16

chiama in suo aiuto colui che da tempo aveva eletto a difensore della propria arte, quel cavaliere azzurro che aveva fatto la sua prima comparsa in una tela del 1903 e che, a partire dalla fondazione del Blaue Reiter, era assurto a simbolo della lotta dello spirito contro il materialismo, dell'interiorità contro l'apparenza. Nell'immagine qui riprodotta, la principessa volge stizzosamente le spalle all'eroe leggendario, visibilmente disinteressata alle sue fatiche. Il drago sembra quasi ridere dei suoi sforzi. Ma proprio nei primi e difficili anni del periodo moscovita, Kandinsky ribadisce con forza la necessità di "risvegliare questa capacità di vivere lo spirituale nel materiale come nelle cose astratte" e di lottare contro quella macchia nera del materialismo che avvolge minacciosamente il San Giorgio.

Vasilij Kandinsky - Senza titolo (Composizione astratta), 1915-17. La realizzazione di quest'opera risale al periodo in cui Kandinsky si trova a Mosca. La datazione oscilla tra il 1915 e il 1917, l'anno in cui l'artista sposa la giovane Nina Andreevskaja e parte per il viaggio di nozze in Finlandia. Si tratta di un'opera su carta dipinta ad acquarello e inchiostro di china. L'immagine comunica una sensazione di leggerezza, che si deve all'uso di colori chiari e sfumati e al carattere della composizione. Su uno sfondo neutro, color ghiaccio, si dispone un gruppo di forme che sembrano tendere verso l'alto. Esse presentano una morfologia allungata e mobile, come fossero pronte a trasformarsi e a mutare aspetto. Non vi è traccia di linee rette né di rigide superfici geometriche: andamenti curvilinei sinuosi e ondeggianti circondano

Page 17: Kandinsky el color como la musica

17

forme morbide dai colori tenui e leggeri. L'andamento della composizione conduce il nostro sguardo dal basso verso l'alto: siamo indotti a seguire il percorso visivo partendo dal margine inferiore, incontrando quindi la superficie rossa, la forma circolare gialla, per poi salire al vertice, dove svettano in diagonale due strisce blu.

Vasilij Kandinsky - Senza titolo (Composizione di linee e colori), 1918. È stato difficile per Kandinsky, dopo gli anni monacensi, abituarsi nuovamente ai ritmi rallentati della realtà moscovita. Ad aggravare la situazione si aggiunge il feroce addio a Gabriele Münter, dopo una rapporto contrastato ma autentico, durato ben dodici anni. È un periodo di stasi produttiva; tra il 1916 e il 1921 l'artista dipinge soltanto 41 oli. Egli si dedica soprattutto all'incisione, all'acquarello e al disegno. In una lettera del 16 novembre 1915 il pittore scrive: "Lavoro molto all'acquarello. È un lavoro minuzioso, e io imparo per così dire l'arte dell'orafo. Ciò mi serve per i grandi quadri che si formano poco a poco nel mio cuore". Dal 1918, inoltre, l'impegno di Kandinsky nell'amministrazione e nella didattica del sistema culturale russo comporta un ulteriore freno all'attività pittorica. All'interno del Dipartimento di arti figurative (IZO), appena istituito, l'artista si occupa del settore teatro e cinema; diventa anche professore, ottenendo la direzione di uno dei Liberi atelier di Stato di Mosca. L'acquarello qui riprodotto è tra quelli realizzati in questo anno di "distrazione" dal lavoro artistico. Su un fondo lattiginoso Kandinsky gioca con la linea fragile e sottile e con tenui colori pastello che, compenetrandosi, formano una composizione gioiosa e leggera. La freschezza dell'immagine comunica lo stato d'animo del pittore, consapevole della momentanea impossibilità a concentrarsi sulla creazione.

Page 18: Kandinsky el color como la musica

18

Vasilij Kandinsky - Ovale bianco, 1919. Caratteristica della produzione artistica di Kandinsky negli anni moscoviti è la presenza di una convivenza e alternanza di realismo e astrazione. In Ovale bianco non solo ritroviamo questa sorta di dicotomia, ma possiamo anche notare la presenza di due tendenze tipiche di questi anni: una maggiore geometrizzazione e l'introduzione di un contorno. Quest'ultimo viene qui utilizzato come mezzo compositivo per staccare il motivo centrale dalla rigida superficie della tela: al di là dello schermo nero, l'artista ci introduce in uno spazio privo di forza di gravità, dove forme e colori fluttuano in un'atmosfera lattea e imprecisata. Alcune sagome richiamano ancora debolmente alla memoria le immagini ricorrenti nell'universo kandinskiano, ispirate all'artista dalle fiabe germaniche e dalla tradizione popolare russa: fantasiose costruzioni, alcune decisamente moderne, altre che ricordano i tepee indiani; un pallido arcobaleno che attraversa il cielo e copre parzialmente una montagna alquanto buffa. Ma le sommità appuntite dei tepee-triangoli incalzano minacciosamente una serie di forme quadrangolari: nell'istante dell'incontro-scontro tra queste figure, una pioggia di schegge colorate viene proiettata nello spazio. Kandinsky comincia a sperimentare le potenzialità espressive delle pure forme geometriche e, per conferire un movimento rotatorio all'immagine, inserisce, in direzione contraria rispetto alle sagome colorate, una semplice linea nera.

Page 19: Kandinsky el color como la musica

19

Vasilij Kandinsky - Senza titolo (Composizione di linee e colori), 1920. Su uno sfondo chiaro, lattiginoso, un triangolo verde troneggia al centro della composizione. La sua consistenza fluida permette di intravedere in trasparenza macchie sporche di colore. Una lancia rosso fuoco colpisce al cuore la forma geometrica, provocando l'esplosione di mille schegge impazzite. Spetta alla linea azzurra e al "filo di perle" separare questo momento drammatico dalla parte più gioiosa e carnevalesca, dove nastri multicolore sembrano agitati da una leggera brezza. La predominanza di forme puramente geometriche fa di Senza titolo (Composizione di linee e colori) un'anticipazione del linguaggio rigoroso ed essenziale del periodo del Bauhaus. Non a caso, durante gli anni moscoviti, Kandinsky si dedica alla stesura di un programma didattico che mostra diversi punti di contatto con le lezioni che l'artista terrà alla scuola di Gropius. Nel frattempo, egli cerca di riflettere i risultati delle proprie ricerche nelle opere di questo periodo. In Senza titolo, per esempio, l'artista studia i "mutamenti di colore determinati e prodotti dalla sua unione con l'una o l'altra forma grafica". "Innanzitutto", scrive Kandinsky nel suo programma, "i colori primari - rosso, giallo e blu - dovrebbero essere aggiunti alle più semplici forme geometriche, come il triangolo, il rettangolo e il cerchio. Poi superfici e contorni appropriati dovranno essere disegnati sui colori complementari o secondari."

Page 20: Kandinsky el color como la musica

20

Vasilij Kandinsky – Alcuni cerchi, 1926. Alcuni cerchi, realizzato nel '26, è basato su una serie di possibili variazioni cromatiche e compositive del "tema" del cerchio come forma perfetta e immutabile. La tonalità dominante è il blu, colore dello spirito, della purezza e dell'elevazione verso il regno celeste. Lo sfondo è realizzato in modo da suggerire l'impressione di una sostanza incorporea, dove aleggiano cerchi di varie dimensioni i cui colori presentano una stesura trasparente, che dà luogo a sfumature e tonalità diverse nei punti d'incontro e di sovrapposizione.

Page 21: Kandinsky el color como la musica

21

Vasilij Kandinsky – Il cavaliere azzurro (Der Blaue Reiter), olio su tela, 1923. Il titolo originario dell'opera era semplicemente Der Reiter (Il cavaliere), come risulta da alcuni manoscritti di Kandinskij, e solo successivamente essa venne ribattezzata con il nome del movimento pittorico. Il dipinto infatti non è correlato all'atmosfera e alle istanze del Blaue Reiter, la cui nascita avvenne solo nel 1911, rivelando ancora piena influenza del clima Jugendstil, di cui Monaco era il centro più vivo in Germania. La genesi del tema è raccontata dallo stesso Kandinskij, il quale nel 1889 si era recato a Vologda, località della Russia settentrionale: qui l'artista si era imbattuto in una serie di stampe popolari, dai colori vivaci, che raccontavano la leggenda di un cavaliere, e ne era rimasto impressionato. La figura del cavaliere diventerà un elemento costante nella sua pittura, quasi un simbolo della sua crociata contro i valori estetici tradizionali: essa accompagnerà, non a caso, la pubblicazione del manifesto teoretico “Dello spirituale nell'arte” e quella della copertina dell'almanacco “Der Blaue Reiter. Una luce magica e accecante ci catapulta in una dimensione atemporale, in un paesaggio fiabesco. Le chiome dorate degli alberi e il prato di un verde e di un giallo intensi, realizzati con piccoli e veloci colpi di pennello, con colori vibranti di luce, brillano con la stessa intensità di un diadema prezioso e ci fanno pensare

Page 22: Kandinsky el color como la musica

22

all'immediatezza della pittura impressionista. Un cavaliere con uno svolazzante mantello blu attraversa il prato su di un cavallo bianco, galoppando verso chissà quali avventure. Fin da piccolo il pittore russo è affascinato dalla figura del cavaliere, eroe dei suoi sogni, protagonista dei giochi e delle favole raccontategli dalla nonna materna. "Come tutti i bambini, mi piaceva enormemente cavalcare. Per accontentarmi, il nostro cocchiere mi foggiava a guisa di cavallo bastoni sottili", ricorda in Sguardi sul passato. Il "blaue Reiter", il cavaliere azzurro, compare per la prima volta proprio in quest'opera del 1903 e non abbandona più l'immaginario di Kandinsky, diventando paladino della sua rivoluzione artistica. Con lo stesso coraggio e la stessa determinazione di un cavaliere, infatti, l'artista affronta sconfitte e delusioni e combatte per affermare la propria arte e le proprie idee in un ambiente spesso ostile.

Vasilij Kandinsky - Il piccolo punto rosso, 1944. Il 1944 è l’ultimo anno di vita di Kandinsky: fin da marzo l’artista avverte sempre più intensi i sintomi della malattia che in dicembre lo porterà alla morte. Nell’atmosfera ovattata della sua casa di Neuilly-sur-Seine, avvolta nel verde e cullata dal rumore della corrente del fiume, Kandinsky affronta i suoi ultimi mesi con la stessa serenità che gli ha consentito di confrontarsi con i drammi dell’emigrazione e della guerra senza mai perdere l’equilibrio. Lo testimonia Il piccolo punto rosso, un’opera che non solo non tradisce alcun segno dell’angoscia o del declino fisico dell’autore, ma che può essere perfino letta

Page 23: Kandinsky el color como la musica

23

come un inno fiducioso alla vita. Sullo sfondo bruno, caldo e sobrio, nuotano pigramente alcune delle figure biomorfe che caratterizzano gli ultimi anni di Kandinsky. Splende immobile e solitario, nella parte superiore della composizione, un punto rosso, simile a un accento colorato che investe con il suo suono pieno ed energico tutte le forme circostanti. Il calore irradiato dal rosso anima l’intero microcosmo rappresentato dall’artista: prossimo alla morte, Kandinsky dipinge il raggio rosso di sole, la scintilla divina che nella notte dei tempi ha dato inizio al mistero della vita.

Vasilij Kandinsky - Composizione VII, 1913. Composizione VII è l'opera che, più di ogni altra, testimonia la rivoluzione di Kandinsky nella storia dell'arte contemporanea. Essa è la conclusione di una lunga indagine sul contenuto e sulla forma della pittura, la cui sistematizzazione teorica è contenuta nel saggio, pubblicato nel 1911, Lo Spirituale nell'arte. Come la creazione dell'universo è solidamente appoggiata a leggi che disciplinano la sua crescita ed evoluzione, così nella genesi di un'opera d'arte agisce un principio costitutivo autonomo e indipendente rispetto alla natura che, come dice Kandinsky, "ci è sempre apparso l'unico veramente artistico ed essenziale: il principio della necessità interiore". Ciò significa che un artista produce i suoi

Page 24: Kandinsky el color como la musica

24

manufatti aggrappandosi alla forza della sua sensibilità, alla sua capacità di assorbire sensazioni che poi trasferisce sulla tela. L'allieva e compagna Gabriele Münter ha fotografato il pittore durante il faticoso lavoro di preparazione a Composizione VII. Esistono ben trenta progetti preliminari di questo dipinto, costituito da un proliferare di linee e segmenti colorati che dinamicamente si dispongono attorno alla forma irregolarmente ovale al centro della composizione. Kandinsky gioca con l'inesauribile combinazione di colori e segni, in cui l'occhio sprofonda annegando in un vortice che lo risucchia negli abissi dell'espressività.

Vasilij Kandinsky – Disegno astratto, 1915. Nelle sue memorie la moglie dell'artista scrive: "Kandinsky non poté mai realizzare il suo desiderio più vivo: andare una volta in Cina. La Cina aveva sempre dato le ali alla sua fantasia, ma si dovette accontentare di visitare il paese dei suoi sogni fra quattro mura grazie all'aiuto dei libri". Per Disegno astratto Kandinsky sembra ispirarsi proprio ai misteriosi ideogrammi della scrittura cinese: con una grazia e una leggerezza, tipiche dell'arte e della cultura dell'Estremo Oriente, il pennello dell'artista sfiora la carta e compone una sorta di fiore astratto di linee. L'opera appartiene a una serie di acquarelli realizzati dall'artista nel 1915 e catalogati nel suo inventario personale sotto la voce

Page 25: Kandinsky el color como la musica

25

"bagatelle", nome in realtà trovato dalla ex compagna Gabriele Münter. Si tratta di un disegno per cui risulta ormai inutile ricercare un'origine oggettuale: con Disegno astratto Kandinsky ha dato forma al puro spirito. Ma è l'artista stesso a metterci in guardia: "Vi prego di non credere che la mia pittura cerchi di nascondervi dei 'segreti', che io (come molti credono) abbia inventato un 'linguaggio' speciale, che deve essere 'appreso' e senza il quale la mia pittura non potrebbe venire 'decifrata'. [...] Qui non c'è niente da decifrare: il contenuto parla pieno di gioia a colui per il quale ogni forma è viva, cioè piena di contenuto".

Vasilij Kandinsky – Composizione IX, 1936. Composizione IX presenta uno straordinario repertorio di forme che mira a mettere a nudo l'essenza primigenia, l'anima vitale del mondo. Su questa grande tela, infatti, pare trovare un istante di quiete e stabilità un microcosmo di amebe e protozoi strappato dallo sguardo dell'artista all'eterno e fecondo ribollire di una sorta di brodo primordiale. Le bande diagonali di colori diversi in cui si articola il quadro conferiscono all'opera una tensione intensa ma controllata: esse si offrono come ordinati supporti sui quali si dispone armoniosamente questa strana congerie di esseri viventi. Le figure tendono a fluttuare morbide nella parte superiore della composizione, a testimonianza del senso di libertà che le pervade: l'addensamento delle figure nella parte alta del quadro, però, fa sì che

Page 26: Kandinsky el color como la musica

26

lo spettatore avverta intensamente non solo la serenità del galleggiare delle figure, ma anche il senso di vuoto che domina la parte inferiore dell'opera. Attraverso la ricchezza dei colori dello sfondo l'artista riesce a evitare il rischio di una pericolosa sensazione di horror vacui e connota lo spazio vuoto in senso positivo, come culla per future nuove forme di vita.

Vasilij Kandinsky – Muro Rosso, 1909. In quest'opera si fondono mirabilmente le radici figurative orientali di Kandinsky con influenze della pittura occidentale. Il colore qui è smagliante, puro, violento, come nelle icone russe o nella tradizione del mosaico bizantino che sta alle spalle della cultura figurativa della Russia, la cui capitale storica, Mosca, fu considerata, con la fondazione dell'impero degli zar, la "terza Roma", erede diretta della seconda capitale della cristianità, Bisanzio. Sono però ben presenti tracce della rivoluzione cromatica che van Gogh, solitario padre di tutti gli espressionismi del Novecento, si permise di iniziare. Con lui il colore si libera dalla schiavitù della mimesis e si imbizzarrisce, si altera, si sbilancia per esprimere prima di tutto il mondo interiore dell'artista. In questo muro dal colore fiammante, che è senz'altro un ricordo della rossa muraglia del Cremlino che tanto aveva affascinato il giovane artista nella sua città natale, Kandinsky fa urlare il colore più forte che può. Ciò serve a esasperare, assolutizzare, innalzare in un'atmosfera di pura contemplazione estetica, la sensazione fisica e spirituale

Page 27: Kandinsky el color como la musica

27

che le forme e il colore della muraglia esercitano su di lui. Con questa deviazione dai canoni del naturalismo, Kandinsky rende tutto ciò che dipinge, non solo il muro, ma anche le variopinte cupole a cipolla che occhieggiano nella parte alta del dipinto, le sintetiche figure umane in basso, le nuvole appena abbozzate, più fortemente espressive e quindi capaci di agire in modo più intenso sull'animo di chi guarda.

Vasilij Kandinsky – Tetro, olio su tela, 1917. Uno sfondo tenebroso lotta contro un luminoso microcosmo costituito da multiformi macchie cromatiche. Il nucleo colorato dell'opera riesce a sopravvivere allo scontro con lo sfondo: le forme libere dipinte dall'artista, infatti, scivolano leggere sopra il gorgo minaccioso e approfittano quasi del contrasto con l'oscurità per accentuare l'intensità dei loro colori. Kandinsky, nello Spirituale nell'arte, dichiara di voler cogliere attraverso l'uso sempre più libero di forme e campiture cromatiche brillanti la levità gioiosa dello spirito che, a suo avviso, anima il mondo. In Tetro, dove le fantasiose forme colorate resistono vittoriosamente allo scontro con l'oscurità, l'artista mette in scena la vittoria dello spirito sugli aspetti più cupi della realtà. È chiaro, quindi, che, sebbene il titolo faccia pensare a una visione pessimista del reale, la tela ospita un'autentica dichiarazione di fiducia nella vita. Il quadro può essere ritenuto una sintesi dello stile lirico dell'artista: forse proprio per questa ragione l'opera verrà scelta dalle autorità sovietiche per rappresentare la produzione di Kandinsky nell'ambito di una mostra diffamatrice dell'avanguardia russa organizzata nel 1937.

Page 28: Kandinsky el color como la musica

28

Vasilij Kandinsky – A una voce sconosciuta, 1916. L'opera qui riprodotta è una straordinaria testimonianza delle spiccate doti sinestetiche dell'artista e della sua sensibilità acutissima che lo porta a sperimentare il mondo attorno al lui con particolare enfasi. Nel maggio del 1916 Kandinsky riceve una telefonata da una giovane donna di nome Nina Andreevskaja (colei che presto diventerà sua moglie), la quale dice di dovergli riferire un messaggio importante. Tutto si sarebbe aspettato Nina, fuorché di udire queste parole: "Vorrei proprio fare la sua conoscenza". Soltanto dopo il matrimonio l'artista confiderà alla moglie la ragione del suo istintivo desiderio d'incontrarla: "La tua voce mi ha impressionato molto". Nel disegno, che Nina definisce il "gioiello più prezioso" tra i regali ricevuti da Wassily, l'artista rende "visibile" il suono della voce udita al telefono, trasformandolo in una sinfonia di forme e colori: il cuore blu dell'immagine lascia sprofondare l'occhio e l'anima in un sentimento di nostalgia e purezza, mentre la nube di vapore rosso, carica di dinamismo interno, testimonia un'agitazione e un fervore introversi. Forse Kandinsky coglie nella voce di Nina la tensione e l'imbarazzo che essa prova nel parlare con un artista che conosce di fama, ma che non ha mai avuto l'occasione d'incontrare? Un'eccitazione che qua e là "sporca" di giallo l'intera composizione

Page 29: Kandinsky el color como la musica

29

e che è resa più intensa dalla presenza invadente di accenti e angoli neri, unico colore che è in grado di rendere forte e preciso anche il suono più flebile.

Page 30: Kandinsky el color como la musica

30

- Bibliografia: Itinerario nell’arte volume 3 – G.Cricco, F. Di Teodoro. Zanichelli www.artv.it/LN_kandinsky/Indice.htm it.wikipedia.org/wiki/Vasily_Kandinsky www.francescomorante.it/pag_3/314a.htm www.artinvest2000.com/kandinskij.htm I classici dell’arte – Rizzoli con Corriere della sera, “Vasilij Kandinsky”. www.lettere.unimi.it/~sf/leparole/kandinfm.htm