IL MUSEO DEL MONDO 23 - Lirica Di Vasilij Kandinsky (1911) - La Repubblica 02.06.2013

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    RCULT 52

    DOMENICA 2 GIUGNO 2013

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    FOTODIBASSOCANNARSA

    LARTISTA

    Vasilij Kandinsky(1866-1944), pittorerusso. Studiagiurisprudenza, mapoi si trasferisce aMonaco perperfezionarsi in arte.Con le sueImprovvisazioniabbraccia la pitturanon figurativa. Tra isuoi libri, Lo spirituale

    nellarte

    avalli e cerchi. Anchese Kandinsky non avesse dipinto altriquadri, per me sarebbe tutto. Li mette-rei tutti intorno a me, come facevano i Si-rieni della Vologda nelle loro izbe.Quando le vide, nel 1889, Kandinsky eraancora un ventitreenne avvocato mo-scovita, figlio di un commerciante di t

    di origine siberiana e di una aristocrati-ca, travestito da etnografo studioso didiritto rurale, ignaro di quanto avrebbecambiato larte moderna e se stesso: male pareti sgargianti di quella baita, tap-pezzate di pitture, gli rivelarono la bel-lezza pura dei colori. Dei Sirieni non sa-peva niente. N io di lui, quando ho sco-perto i suoi cavalli, che mi chiamavanoalla libert, e i suoi cerchi, capaci di pro-vocarmi una vertigine.

    La stessa dei mosaici delle moscheeislamiche. I calligrammi sinuosi si ar-rampicano sulle piastrelle della cupola,attirandoti irresistibilmente verso lalto.E tu vieni rapito, anche se sei consape-vole che quei segni non sono ghirigori dicolore, ma lettere di un alfabeto ignoto,portatrici di un messaggio sacro. Nonpuoi comprendere ci che significanodavvero. E tuttavia in qualche modo illoro senso ulteriore non ti precluso ma anzi ti si svela. Lesperienza della vi-sione di un quadro astratto di Kandinsky la contemplazione di una forma pura analoga. E cos deve essere.

    Ce lo spiega lui stesso, nei suoi testiteorici. Kandinsky infatti uno scrittorenon meno che un pittore, e un filosofooltre che un colorista. Non ha mai smes-so di interrogarsi sul significato dellarte anche della sua. Ha detto che negli an-

    ni Venti e Trenta si interessava ai cerchicome un tempo ai cavalli. stato comese mi avesse svelato il codice del lin-guaggio segreto. E perch il cavallo diRotterdam suona esattamente come isuoi cerchi rossi, rosa o neri pianeti ar-denti o spenti su cieli di pittura deglianni del Bauhaus.

    Il cavallo di Rotterdam, intitolato Liri-ca, una delle sue opere di transizione.Perch, pur avendo nel 1910 gi dipintoil suo primo olio interamente astratto,ancora per qualche tempo Kandinskylasci che gli oggetti del mondo esternoaffiorassero parzialmente riconosci-bili sulle sue tele. Forse a beneficio deifuturi spettatori che voleva educare acomprendere, giacch in lui bruciavaunirresistibile vocazione profetica. Maanche perch gi sapeva che il vero con-tenuto di un quadro non ci che rap-presenta, ma lemozione che comunica.E il 1911 di Lirica pu essere definito ilsuo anno del cavallo.

    Il tema del cavallo e del cavaliere eraantico e universale come la pittura stes-sa. Legato alle fiabe, al folclore, al cristia-nesimo (a cavallo San Giorgio combattecol drago, e San Martino divide col po-vero il suo mantello). Era privato e auto-biografico, dal momento che un cavallo(di latta) abitava i suoi pi remoti ricordidinfanzia. Era simbolico e magico (lalotta contro il Male e il Caos). Era ancheun tema caro alla pittura moderna: bastipensare ai fantini di Degas. Kandinskyaveva seminato cavalli e cavalieri ovun-que, anche nelle Improvvisazioni e nel-le Composizioni. Ma quella figura, comeun ideogramma del transitorio, era gi

    soltanto sinonimo di slancio in avanti,cambiamento. Il cavaliere azzurro(Der Blaue Reiter) era il nome che avevaappena scelto, insieme al giovane amicoFranz Marc, per lalmanacco artisticoche prepar nel corso dellestate per far-ne il manifesto dellarte nuova. A queltempo viveva a Monaco e destate sog-

    giornava a Murnau, sulle Alpi bavaresi.Era gi convinto che la pittura non deveessere pittura del visibile replica, ri-produzione, imitazione di oggetti esi-stenti nel mondo. Larte non pu che es-sere astratta e dipingere lInterno, linvi-sibile cio la vita stessa.

    E la vita loggetto di Lirica. Non cprofondit n paesaggio: solo una su-perficie solcata da una linea nera rug-gente. Quella linea il cavallo. Il cavalie-re ormai solo un cerchio giallo e un se-micerchio verde. Gli alberi, tratti graficiche sembrano dipinti a inchiostro di chi-na; la terra un globo viola-blu, il cielo unastriscia. Leconomia delle forme non de-ve ingannare. Kandinsky aveva gi scrit-to in russo e stava traducendo in tedescoLo spirituale nellarte, che avrebbe pub-blicato in dicembre attirando subitolattenzione di tutti i pittori che non po-tevano non dirsi moderni. Gi conosce-va il potere quasi magico dei colori, e aquale vibrazione interiore corrispondo-no, e li distill dalla tavolozza di conse-guenza.

    Il bianco silenzio. sprovvisto di for-za attiva, ma la possibilit che precedeogni nascita e ogni inizio: ed nel silen-zio che si leva il grido della corsa. Il verdeha una potenzialit intrinseca di dina-mismo. Il blu placa, calma, richiama

    luomo verso linfinito, suscitando in luila nostalgia della purezza e del trascen-dente. Un cerchio blu fa leffetto di al-lontanarsi dallo spettatore: dunquequella tonda massa nellangolo destrodel quadro aumenta leffetto di velocitche trascina il cavallo nella direzione op-posta.

    Ma perch il titolo, Lirica? Kandinskysostiene che il lirismo il pathos di unaforza la cui espansione non conosceostacoli. La lirica si realizza quando la li-nea retta procede senza incontrare unaforza che vi si oppone. Quando sono pre-senti forze contrarie, che generano per-ci conflitto (come una curva o una lineaspezzata), ci troviamo in un dramma.Sulla superficie di un quadro, una formache sale acquista leggerezza. Una lineache si sposta verso sinistra va verso lalontananza, lavventura, linfinito. Unalinea che si sposta verso destra viene let-ta invece come ritorno a casa, allori-gine. Qui dun balzo viene scavalcata laperpendicolare che intralcia la fuga delcavallo, e nulla ostacola pi la sua asce-sa. Lo scatto e il movimento ignoranotragitto, mta e distanza, e comunicanosolo la travolgente energia della vita.

    Kandinsky direbbe che Lirica ha unsuono squillante, che nulla vela. Quan-do non si conosce lo scopo pratico di unmovimento (dove sta andando il caval-lo?), esso agisce su di noi come qualcosadi misterioso, spirituale. Cosaltro la vi-ta se non movimento esperienza, co-noscenza e accrescimento di s? Ha ra-gione. Questo quadro trasmette benes-sere: mi rende felice.BURNE-JONES

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