K1_LA MIGLIORE DELLE EX

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Una collana fresca, dolce e maliziosa, dove vivere storie d’amore romantiche e sexy, come un bacio a fior di labbra.

Buona lettura!

Benvenuta in

tutto inizia… con un Bacio.

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Aimee Carson L'estate del suo undicesimo compleanno Aimee uscì dal-la sezione dedicata all'infanzia della biblioteca della cit-tadina in cui viveva ed entrò in una corsia piena di rac-conti della Harlequin Mills & Boon. Prese un libro, si se-dette per terra e lesse il romanzo tutto d'un fiato. Fu l'i-nizio di una storia d'amore che dura da più di trent'anni. Nonostante abbia un lavoro part-time fantastico come medico, le piace anche starsene tranquilla in casa, in compagnia dei suoi tre figli e del marito, ad ammirare le splendide Black Hills del Sud Dakota. Ma che si trovi a casa o al lavoro, ogni mattina è dedicata a creare quelle storie che ama tanto. Il suo motto? La vita è troppo bre-ve per non fare solo le cose che si amano.

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AIMEE CARSON

LA MIGLIORE DELLE EX

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Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: The Best Mistake of Her Life

Harlequin Mills & Boon Modern Heat © 2012 Aimee Carson

Traduzione di Caterina Pietrobon

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma.

Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.

Harmony è un marchio registrato di proprietà

Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

© 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Kiss

maggio 2013

Questo volume è stato stampato nell'aprile 2013 presso la Rotolito Lombarda - Milano

HARMONY KISS ISSN 2282 - 0868

Periodico mensile n. 1 dello 03/05/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi

Registrazione Tribunale di Milano n. 433 del 22/11/2012 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale

Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione

Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti

contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

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Dal ventiduesimo piano dell'edificio al centro di Miami Memphis James abbassò lo sguardo sui cameraman e su-gli spettatori allineati lungo le transenne, simili a tante formichine incuriosite. C'era un'unica possibilità di ri-prendere la caduta nel modo giusto, rifarla sarebbe stato impossibile. Con gli ingegneri e gli altri stuntman aveva controllato e ricontrollato meticolosamente ogni detta-glio, imbracatura, cavo di collegamento e condizioni del vento compresi. Per quanto si trattasse di un lancio paz-zesco, la morte era improbabile. Niente di più di una re-mota possibilità, che sussisteva, ma poteva dipendere so-lo da un errore meccanico o da un calcolo errato e per-tanto non si lasciava mai nulla al caso. Memphis non la-sciava mai nulla al caso. In quel suo strano mestiere in cui ci si faceva beffe della gravità, se si era deconcentrati, si potevano verifi-care degli errori e ci si poteva restare secchi, o quanto-meno riportare lesioni devastanti. Oppure, peggio ancora, poteva essere qualcun altro a pagarne le conseguenze. Per un istante il ricordo riaffiorò alla mente, puntuale

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come prima di ogni lancio da una simile altezza. In una sequenza di reazioni ormai familiari il torace gli si con-trasse, lo stomaco gli si serrò in una morsa e il cuore gli martellò spietato le costole. Costringendo i muscoli a rilassarsi, Memphis scacciò il ricordo dalla memoria e abbassò lo sguardo sulla ses-santina di metri che lo separavano dal marciapiede de-serto. Nulla avrebbe arrestato la sua caduta, tranne la te-lecamera a terra che l'avrebbe ripreso. Strinse le labbra sarcastico. Gli piaceva l'idea che, se qualcosa fosse anda-to storto ‒ nel qual caso si sarebbe sfracellato sul marcia-piede a circa cento chilometri all'ora ‒ gli ultimi istanti della sua vita sarebbero stati immortalati per i posteri. «Tutto sistemato, allora. Vento costante a sei chilome-tri all'ora.» La voce di un ingegnere interruppe i suoi pensieri. Un ultimo sguardo di sotto. «Non si può chiedere di meglio» disse Memphis. «Pronto?» Saldo come una roccia, il polso regolare, Memphis prese posizione di fronte alla vetrata provvisoria in vetro antirapina. «Sono sempre pronto» asserì con un sorriso. «Ma la gravità è una grandissima stronza.» «Già, una che non perdona mai» aggiunse l'uomo con una risata soffocata. Il sorriso di Memphis si fece più ampio. «Non faccia-mola aspettare, allora.» Appoggiata con una mano alla transenna, Kate Ander-son si schermò gli occhi dal sole con l'altra, sollevandoli

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su quel minuto brulicare di attività ventidue piani sopra la sua testa. Un venticello leggero diffondeva nell'aria il sottile profumo salmastro dell'oceano Atlantico che si mescolava all'odore dell'asfalto bollente e a quello della folla di curiosi intontiti che le si accalcava addosso, ren-dendo quella calda giornata di Miami ancora più calda. O forse erano solo i suoi nervi a essere surriscaldati. Fino a quel momento l'istinto di sopravvivenza le ave-va impedito di pensare al ritorno in città di Memphis. Ma quella mattina l'articolo apparso su un giornale scandali-stico a proposito di Dalton e della sua fidanzata, Olivia, le aveva procurato almeno otto sguardi grondanti com-miserazione, tre abbracci di condoglianze e un discorset-to d'incoraggiamento da parte di una divorziata amareg-giata che nemmeno conosceva. E il tutto mentre faceva solo la fila in un caffè! In qualità di recente ex moglie dell'uomo politico che a Miami godeva di maggiori consensi, a Kate era impos-sibile defilarsi, soprattutto con quell'elenco di impegni sociali ad attenderla. E per la prima volta da quando a sedici anni era uscita con Dalton, si trovava a dover par-tecipare a un evento pubblico da sola. Gli sguardi commiserevoli da parte di perfette sco-nosciute erano già stati una tortura, ma erano nulla in confronto all'esame minuzioso a cui l'avrebbero sotto-posta. Già se li sentiva i giornali scandalistici se fosse apparsa alla sua riunione degli ex alunni della scuola da sola... L'ex reginetta del ballo di fine anno mollata dal suo re. Kate Anderson, respinta, partecipa alla riunione da sola.

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Traendo un respiro profondo per calmarsi, rilassò i muscoli e rinnovò il proposito di chiedere aiuto a Mem-phis, anche se lui era la nemesi della sua adolescenza tra-sformata in uno stuntman famosissimo nonché nel ricor-do vivente del più grande sbaglio della sua vita. Avver-tendo che l'apprensione minacciava di incrinare il suo contegno, Kate portò lo sguardo verso l'alto, su quella fi-nestra vicino al cielo. Ma dov'erano gli abbracci di condoglianza quando ne avevi davvero bisogno? Un gracchiare di walkie-talkie e Kate trattenne il fiato. Un attimo dopo la finestra esplose, i frammenti di vetro sprizzarono nell'aria intorno alla figura dello stuntman ‒ Memphis ‒ che compì un arco aggraziato sullo sfondo del cielo prima di piombare a tutta velocità verso il marciapiede duro come il marmo. Kate si sentì seccare la gola e il cuore le si fermò men-tre per diversi orribili secondi, Memphis precipitava in caduta libera davanti a ventuno file di finestre. All'ulti-mo momento il cavo di sicurezza rallentò il lancio fino ad arrestarlo, proprio a pochi centimetri dalla telecamera sul marciapiede. Intorno a lei scoppiò un applauso. Frastornata, Kate in-spirò mentre il cuore riprendeva a battere. Lasciò andare la transenna e si tolse dal palmo sudato i granelli di sabbia che c'erano rimasti appiccati. Quindi un po' seccata e anco-ra sconvolta, osservò Memphis che, freddo e distaccato, si levava l'imbracatura, mentre la folla gli impazziva intorno. Era stato lui a lanciarsi nel vuoto a una velocità pazze-sca, allora perché in quei pochi secondi era invecchiata lei di cinque anni? Fin dal giorno in cui il suo fratello

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gemello aveva stretto amicizia con quel casinaro di Memphis, allora tredicenne, il cuore le aveva battuto talmente forte talmente tante volte che, se il sistema ner-voso le fosse andato in tilt, la colpa sarebbe stata al no-vantanove per cento del signor James. Quando lo vide allontanarsi, però, Kate mise da parte ogni dubbio. Senza riflettere nemmeno un istante, girò intorno alla transenna, dirigendosi verso di lui. Il dorso ben disegnato e quelle sue gambe forti avvolte dai jeans le scatenarono nella mente ricordi che avrebbe fatto me-glio a stroncare sul nascere. Un addetto alla sicurezza la richiamò, ma lei lo ignorò e gridò forte: «Memphis! Aspetta!». Lui si arrestò e girò sui tacchi. Kate capì subito che l'aveva riconosciuta. L'espressione del volto divenne di ghiaccio e a quella reazione Kate si bloccò quando però era ormai a soli cinque metri dall'uomo che la guardava con due incantevoli occhi color caramello... Come grazie all'effetto speciale di un film, si ritrovò a rivivere l'attimo in cui si erano visti per l'ultima volta, cinque anni prima. Gli aveva appena urlato di uscire dal-la stanza d'ospedale del fratello, un grido dettato dalla paura per Brian, dalla rabbia nei confronti di Memphis e dalla confusione al ricordo di lui che faceva l'amore con lei con una passione che l'aveva privata di qualsiasi ca-pacità di funzionare. Peccato che a quella sensazione di ebbrezza sensuale fosse seguito l'inevitabile schianto del ritorno sulla terra. L'apice travolgente delle emozioni e gli abissi della di-sperazione. Estasi e sciagura.

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Memphis però non provocava mai emozioni monoto-ne, doveva ricordarlo. Ma il suo corpo era troppo preso dall'apprezzare quei suoi capelli castano chiaro dal taglio spettinato, quella bocca da sciogliere sulla propria, que-gli occhi dalle ciglia folte e quella mascella maschile e sexy coperta com'era dalla barba di un giorno. Per un istante Kate si chiese se la sua non fosse un'i-dea pazzesca. Forse partecipare agli eventi sociali da so-la ed esporsi al pubblico scherno era la soluzione miglio-re. L'addetto alla sicurezza la afferrò per un braccio spie-gandole che non poteva stare lì. Ma Kate piantò i piedi e non si mosse, lo sguardo fisso negli occhi di Memphis. «Lasciala andare, Hal!» ordinò lui avvicinandosi e fa-cendole aumentare il battito del cuore a ogni passo. «La conosco. E bene.» A quell'ultima parola, pronunciata con una certa enfa-si, Kate si sentì avvampare e i palmi delle mani divenne-ro ancora più sudati al ricordo della passione... Del pia-cere... Inspirando di nuovo profondamente per calmarsi, e-strasse una salviettina alla lavanda dalla borsetta. Con-siderato il modo in cui Memphis la stava guardando, le ci sarebbe voluta una doccia fredda, ma rinfrescarsi le mani era quanto di meglio potesse fare in quel momen-to. Per un breve istante si sentì riprendere dall'apprensio-ne e scacciò la certezza che lui non avrebbe mai accetta-to la sua proposta. Per esperienza personale sapeva bene che Memphis James faceva solo quello che Memphis

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James voleva. Era sempre stato così e lo sarebbe sempre stato. Convincerlo a cooperare avrebbe richiesto tutta quell'abilità diplomatica che lei aveva affinato nel corso degli anni. Quale figlia e nipote di due giganti della politica e quale ex moglie di un politico, aveva un sacco di pratica nel parlare del più e del meno. E considerata la storia a-vuta con l'uomo che le stava davanti, era più che assen-nato mantenere la conversazione a un livello superficia-le. Lanciò uno sguardo all'altissimo edificio. «A quanto vedo, il tuo desiderio di morire è ancora inalterato» os-servò in tono indifferente. «Se l'avessi, sarei saltato senza fune» considerò lui con aria divertita. «Ma durante le riprese di The Indistructibles l'hai fat-to, però.» «Era una situazione particolare.» «Cioè più folle del solito?» Lui scrollò le spalle. «Normale lavoro.» «Normale? Buttarsi giù da un palazzo? Saltare da un elicottero?» Kate arcuò un sopracciglio. «Precipitare in macchina da una scogliera?» Quando al cinema aveva visto la scena divenuta tanto famosa, le si era fermato il cuore. Memphis aggrottò le sopracciglia divertito. «Che fai? Segui la mia carriera adesso, Angioletto?» Il soprannome fu un colpo basso e l'emozione le can-cellò la protesta dalle labbra. «Non chiamarmi così, per piacere» lo pregò, sforzandosi di mantenere un tono in-differente. Da ragazzina aveva sempre detestato quell'ap-

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pellativo e da adulta aveva trovato ulteriori motivi per o-diarlo. «Be', in effetti Angioletto era un termine adatto alla ra-gazzina tranquilla e rispettosa delle regole che eri» con-siderò lui con un lampo di allegria nello sguardo mali-zioso. Ma un attimo dopo quello stesso sguardo avvam-pò di un'intensità che rese l'aria elettrica e innescò in lei un'inaspettata sensazione di calore. Memphis le si avvi-cinò scrutandola con gli occhi di chi conosceva tutti i suoi segreti. «Ma tutti e due ricordiamo bene un episodio in cui il soprannome era del tutto inappropriato, vero?» indagò con voce profonda. Lottando per mantenere la calma, Kate gli rivolse quello che si augurò fosse il suo leggendario sorriso da campagna elettorale. «Angioletto era tanto inappropriato quanto diavolo calzava a pennello per te.» Era tempo di definire le regole base del loro nuovo rapporto. Erano entrambi adulti, potevano lasciarsi il passato alle spalle e dare vita a un'amicizia più... tranquilla. O almeno si poteva sperarlo. «Quindi scordati di provarci, Memphis» proseguì, i-gnorando il disagio provocato dalla sua vicinanza. «Non sono più la ragazzina che intimidivi tanto facilmente. Con gli anni ho imparato a conservare padronanza e di-gnità anche nelle avversità.» E quel divorzio umiliante, per giunta sezionato dai giornali scandalistici, l'aveva aiutata un bel po'. «Sarei un'avversità adesso?» «Sì. Per te fare sempre il bastiancontrario è un punto d'orgoglio.» «Un uomo deve pur essere famoso per qualcosa» mi-

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nimizzò lui. «Allora sei qui solo per testare le tue nuove capacità?» «Si tratta di una sfortunata coincidenza. Sono qui an-che perché ho bisogno del tuo aiuto.» Un deciso sbuffo canzonatorio. «Il mio aiuto?» La fis-sò per un istante prima che gli ricomparisse una smorfia di derisione sulle labbra. «Circostanze ben dure, se la grande Kate Anderson si abbassa a chiedere aiuto a un misero vecchio amico.» Il suono leggermente metallico che infuse al tono di voce gliela rese ancora più sexy e la morsa di angoscia che serrava lo stomaco di Kate si fece più stretta. Si pas-sò la lingua sulle labbra. Era rischioso riporre le proprie speranze su Memphis: era un uomo del tutto imprevedi-bile. Ma cos'era peggio? Sopportare la pubblica compassio-ne di cui sapeva bene di essere indegna oppure tollerare lo scherno dell'unico uomo ‒ a parte il suo ex marito ‒ che fosse a conoscenza dei veri motivi per cui non la me-ritava? «Perché ti rivolgi a me per un favore?» Memphis in-crociò le braccia sul torace scolpito e i bicipiti tesi affio-rarono sotto la maglietta, facendole perdere la concentra-zione. «Ci aspetta un Armageddon?» chiese seccato. «È in arrivo la fine del mondo?» «Sì, secondo il cartello che tiene in mano quell'uomo all'angolo tra la Quinta e la Main» rispose cercando di suonare disinteressata. «Ma nella remota possibilità che non accadesse, tra un mese ho una riunione dei dieci an-ni del diploma con i miei compagni e prima ci sono di-versi incontri a cui non voglio partecipare da sola.»

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Memphis rovesciò il capo all'indietro e proruppe in una risata sincera. Certo, paragonata alla fine del mondo la sua era una situazione piuttosto banale, però la sensa-zione di avviarsi verso il giorno del giudizio universale era più che reale. «A me la soluzione sembra molto semplice. Non an-darci e basta.» «Devo. È da un anno che preparo questo incontro. So-no io l'organizzatrice responsabile. Sono la presidente.» «Immagino che non ti sia mai passato per la testa di andarci da sola» considerò lui abbassando la voce di un'ottava. «O forse la grande Kate Anderson non è in grado di apparire in pubblico senza uno spasimante in a-dorazione al proprio braccio?» Critica spietata. «Non ho bisogno di adorazione. Mi basta un accompagnatore, non importa chi.» «Solo per tua conoscenza, Angioletto.» Alzò la testa divertito, come sul punto di condividere un segreto. «Non è così che fai sentire speciale una persona.» «Tu non sei speciale» ribatté lei alla leggera. «Sei un mare di guai.» Memphis aggrottò le sopracciglia con voluta esagera-zione. «Guarda che devi lavorare sulle tue tecniche per ottenere gli appuntamenti. Io preferisco essere corteggia-to.» «Corteggiato?» ripeté lei lottando per mantenere il controllo. «Ma non è che usciamo insieme. Mi accompa-gnerai in qualità di amico.» Lui arcuò le sopracciglia. «Solo che non lo sono. A-mico tuo, intendo.» «Sei amico di mio fratello e io ti sto chiedendo un fa-

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vore» ribatté lei sull'orlo della disperazione. Passarono due secondi prima che le rispondesse. «Ka-te, io ti garantisco che tu non vuoi il mio aiuto.» Gli oc-chi gli si accesero di un'emozione che le fece girare la te-sta. Mentalmente Kate si rassegnò al suo tono sensuale e canzonatorio. Dall'espressione del volto era chiaro che non si sarebbe ammorbidito e l'angoscia crebbe. Se lui l'avesse accompagnata, nessuno le avrebbe tenuto di-scorsetti sulla necessità di guardare avanti e abbandonare il ruolo di moglie respinta. «Te lo chiedo per piacere, Memphis.» Tentò di non lasciar trasparire ancora la pro-pria disperazione e recuperò il classico sorriso Anderson che aveva studiato alla perfezione fin dalla più tenera e-tà. «Mi basta solo un po' del tuo tempo» aggiunse, ap-poggiandogli una mano sul braccio. Sotto le dita, i muscoli si contrassero e dagli occhi svanì ogni voglia di scherzare. Una miriade di espressio-ni gli attraversò lo sguardo e nessuna era scontata. Ma poi Memphis le parlò con voce rassegnata. «Mi dispiace. Dovrai trovarti qualcun altro» le disse prima di girarsi e raggiungere i tecnici che guardavano il suo lancio spettacolare raggruppati davanti a un monitor. Kate lo seguì. «Non c'è nessun altro.» Lui continuò a guardare davanti a sé. «E dove sono fi-niti tutti gli ammiratori della tua Biscayne Bay Prepara-tory Academy?» «Non ne avevo.» Lui scoppiò in una risata divertita. «Be', io non me la ricordo così. Io ricordo una principessina molto popolare che frequentava la migliore scuola per figli di papà pieni

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di soldi.» S'interruppe e le si avvicinò accrescendo il suo disagio. «Una ragazzina fin troppo brava per concedere il proprio tempo a un ragazzo della misera Country High, la scuola del quartiere più squallido della città.» Kate arrossì. Da adolescente aveva avuto un sacco di motivi per trattare l'amico del fratello con distacco. Ma mai per i soldi. «Hai la memoria corta, Memphis.» Lui inclinò la testa di lato fissandola con lo sguardo di chi non aveva intenzione di stare al gioco. «Ho un'ottima memoria, invece. È la tua percezione che è andata.» In-dugiò con gli occhi sul suo viso e una sensazione mista di desiderio e di timore le attraversò il petto. «E poi» ag-giunse lui piano, «nascondere la testa nella sabbia è sem-pre stato il tuo forte.» E il suo matrimonio ne era stato la prova, santo cielo! Ma se si fermava a elencare tutti gli errori che aveva commesso, non sarebbe arrivata a nulla. «Non sono qui per discutere il passato, Memphis.» Lui si prese una ciocca dei suoi capelli tra le dita e l'accarezzò tra i polpastrelli, l'avambraccio a pochi milli-metri dal suo seno. «Non funziona così, Angioletto» mormorò. Con il fisico in uno stato di shock sensuale, Kate scacciò quelle emozioni scomode battendo le ci-glia, attenta a non lasciarle trasparire. Ma quegli occhi che vedevano tutto sostennero il suo sguardo, mentre lui proseguiva riflettendo: «Il passato è inevitabilmente legato al futuro a causa di quel concetto scomodo che chiamiamo presente». Giocherellò con i capelli ancora per un lungo istante prima di lasciarli andare. Kate detestava usare toni disperati e ci mancò davvero

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poco. «Mi serve il tuo aiuto, Memphis.» Rimase un atti-mo in silenzio prima di aggiungere: «Per favore». Per la frazione di un secondo lui sembrò preoccupato dal fatto che lei lo stesse quasi implorando. Un tic sul muscolo della mascella. «Perché?» E come spiegarlo a uno che non sapeva minimamente immedesimarsi? «Oggi una divorziata mi ha tenuto una conferenza su come la sua vita sessuale fosse migliorata da quando il marito l'aveva abbandonata e poi mi ha e-sortato a tornare in sella al più presto prima che sia trop-po tardi.» «Be', è un ottimo consiglio» considerò divertito. «Mi stufano tutti questi consigli!» sbuffò lei. «Ti voleva solo consolare.» «Non ne ho bisogno.» «Certo. E poi non credo che te li meriti» rifletté lui e Kate per poco non si sentì sopraffare dal senso di colpa. Invece fece finta di non capire a che cosa si riferisse e lui proseguì: «Non hai amici a cui chiedere?». «Nessuno che sia disponibile.» «Al giorno d'oggi tutto è in vendita» considerò lui con noncuranza. «Un servizio di accompagnatori?» Lei assunse di proposito un'espressione calma. «Non ho intenzione di farlo.» Di nuovo quello sguardo divertito. «Ma potrebbe sem-pre rivelarsi gratificante.» Kate contò fino a cinque stringendo le labbra e ricor-dandosi che Memphis faceva solo ciò che voleva. E in quel momento aveva ogni migliore intenzione di farle pagare il passato. Chiuse gli occhi per un istante, inspirando profonda-

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mente alla ricerca di una pace interiore ed eliminando quel caos turbolento che solo lui sapeva provocare den-tro di lei. «Non sono alla ricerca di gratifiche.» Trascorsero dei secondi. «Mi dispiace, Kate.» A sen-tirlo sembrava quasi sincero. «Non sono io il fesso giu-sto a cui rivolgersi.» Un bagliore freddo gli attraversò lo sguardo. «Ho già soccorso altre volte la damigella in pe-ricolo, non lo farò di nuovo.» Lei ignorò il riferimento al passato e si concentrò sul-l'umiliazione che le infliggeva in quel momento. Le ri-maneva un'ultima carta da giocare. Il suo nome era stret-tamente legato a quella riunione e, se non altro, Kate do-veva assicurarsi che fosse un successo. «Brian me l'aveva detto che avresti rifiutato.» Al nome del fratello, Memphis si raggelò, il volto una maschera i-nespressiva. La pausa che seguì fu oltremodo imbaraz-zante, il che, considerata la loro storia, la diceva lunga. «E mi ha anche chiesto di dirti di accettare per fargli un favore personale.» Il ricordo gli contrasse ogni muscolo del fisico. L'ulti-ma volta che aveva visto Kate, proprio fuori dalla came-ra d'ospedale di Brian. L'unica volta in cui lei era stata e-stremamente schietta, per non dire furibonda, determina-ta a lottare per ciò che voleva. La femmina risoluta che fino a quel momento aveva solo percepito, ma visto mol-to di rado. Fino a quel giorno. A quanto sembrava, il cambiamento era stato definiti-vo. Chissà quanta parte aveva giocato la loro storia nel provocarlo... Per la prima volta da quando lei aveva ini-

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ziato a inseguirlo, Memphis si concesse un istante per osservarla attentamente. I lucidi capelli biondi erano rac-colti in un morbido chignon alla base della nuca, in uno stile casual ma al tempo stesso elegante. Solo alcune ciocche sfuggite al fermaglio le incorniciavano il viso. Gli occhi blu erano quelli freddi e decisi con cui aveva tenuto tante prediche a lui e al fratello quando aveva sa-puto delle loro bravate di ragazzi. E poi c'era quella sua figura sottile avvolta in un abito estivo di classe che le si appoggiava morbido sulle curve dolci. Al solo vederla un uomo poteva provare la tentazione di fare cose che invece era meglio evitare. In una notte memorabile, pro-prio quel fisico aveva sparato Memphis dritto in paradiso per poi condannarlo a un inferno perenne. Si schiarì la gola, dispiaciuto per la difficoltà che tro-vava nel bandire quei ricordi. «Come sta Brian?» «Adesso se la cava meglio» gli rispose lei, aumentan-do il suo disagio. Per un attimo l'espressione le si ad-dolcì. «Dovresti chiamarlo.» «Già, forse» disse lui con la voce rauca per il rimorso. Un silenzio imbarazzante. «E allora» proseguì lei su-bito dopo, «mi aiuti?» No. Piuttosto avrebbe rifatto quel lancio tremendo dal bordo del Gran Canyon dell'anno prima, quando per poco non ci era rimasto secco. E tutto per un film d'azione passato alla storia solo per le sue acrobazie mozzafiato e per l'assoluta mancanza di una trama de-cente. Memphis si passò nervosamente una mano tra i capelli osservando Kate. Il comportamento scherzoso e provo-catorio che aveva tenuto da adolescente era stato solo la

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reazione all'ossessione frustrante che lo aveva divorato. Fortunatamente, a parte la straordinaria attrazione, l'e-sperienza lo aveva reso immune. Ma Kate era sicura-mente cambiata, visto che ipotizzava in lui una debolez-za ‒ che lui però si era lasciato alle spalle ‒ e che cerca-va di usarla contro di lui. Il che comportava però che Memphis si ritrovava schiacciato tra la donna a cui ave-va rinunciato tanto tempo prima e l'amico con cui sareb-be stato per sempre in debito. Aiutare la sorella di Brian era il minimo che potesse fare. «Okay» accondiscese con un sospiro. «Lo farò.» Abbandonò la mano lungo il fianco. «Ma esattamente che cosa comporta questo favore?» «Il comitato della riunione ha deciso di unire l'utile al dilettevole e abbiamo dato ai diversi incontri una funzio-ne sociale.» «Suona proprio come quelle stronzate arroganti che facevano i tuoi compagni di classe» borbottò lui. «Voglio che tu ci venga con me.» «E quanti eventi sarebbero?» s'informò socchiudendo gli occhi. Abbassando lo sguardo sulla sua spalla, Kate si passò un dito nella cintura del vestito. «Una cena, tre cock-tail...» Sollevò di nuovo gli occhi nei suoi. «E poi ci so-no i due eventi per la riunione del fine settimana.» Memphis ebbe un rifiuto mentale. «Ecco perché non trovi nessuno che ti aiuti. Io ti aiuto per la cena e un co-cktail. Ma non ho frequentato la tua Biscayne Bay Pre-paratory Academy e quindi non parteciperò alla vostra riunione finale.» «Ma è l'evento principale e non ci voglio andare da sola.»

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«Non-vengo-alla-vostra-riunione» scandì lui distinta-mente. Agli ex compagni di classe di Brian sarebbe ba-stata un'occhiata per ricordare l'errore tanto famoso di Memphis. Quello che per poco non era costato la vita al suo amico... «Va oltre il limite massimo di tortura a cui mi posso sottoporre. Per questa fase del tuo piano dovrai trovarti qualcun altro.» Kate espirò e lo guardò con fermezza. «Una cena, due cocktail e la riunione del fine settimana» lo corresse poi. «Ci sarà anche Brian e lui muore dalla voglia di riveder-ti.» Maledizione, un altro colpo basso. «Un solo evento della riunione» rilanciò lui. «O venerdì o sabato, scegli tu.» «Affare fatto!» accettò lei. Poi gli osservò i jeans con-sumati. «E io scelgo i vestiti che ti metterai.» Il sorrisetto con cui accompagnò l'occhiata di perlu-strazione fu un vero colpo. «Problemi con il mio guarda-roba?» Lei arcuò un sopracciglio. «Ricordo ancora quello che ti sei messo per il nostro ballo di fine anno a cui ti aveva invitato quella sconsiderata della nostra compagna di classe.» «A Tiffany non importava niente delle mie scarpe da ginnastica, anche perché dopo che ti hanno incoronata reginetta del ballo con il tuo re, mi ha proposto di andare nella mia macchina» ribatté lui con un sorriso che diven-tò sempre più ampio. «E io sono stato felice di mostrarle che in un uomo ci sono cose ben più importanti da valu-tare che non i suoi panni.» «Speriamo che da allora Tiffany abbia riacquistato la

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ragione» considerò lei con sottile sarcasmo. «Allora sia-mo d'accordo?» Nonostante tutto, il fegato che dimostrava Kate lo af-fascinava. «Sì» confermò. «Ma giusto per essere chiari, lo faccio per Brian, non per te.» Lei fece una smorfia. «Niente paura, Memphis. Non mi illudo che tu mi farai mai un piacere.» Un moto di rabbia oscurò per un momento il suo buo-numore. Da ragazzo avrebbe fatto qualsiasi cosa per Ka-te, se solo lei gli avesse fatto minimamente capire che lui la interessava. Ma quei giorni erano ormai passati, di-strutti dal destino di quella notte imprevedibile le cui conseguenze erano ancora troppo vive. Il suo comportamento da gelida principessina avrebbe dovuto mandarlo in bestia e invece non era così. Di certo non avrebbe mai più toccato Kate, ma il suo atteggia-mento freddo e controllato unito a quella facciata di cor-tesia ‒ soprattutto se considerava il loro passato tempe-stoso ‒ lo colpivano e lo incuriosivano. Ciononostante una parte di lui desiderava infrangere quel muro di gelo emotivo, anche se solo per un istante. E provocarla per lui era automatico, come respirare. «Io però una volta un favore te l'ho fatto, ricordi?» le chiese con voce deliberatamente roca. Si godette per bene l'attimo in cui le si mozzò il respi-ro e le labbra gli si piegarono in un sorrisetto mentre Ka-te tentava di ricomporsi. «Memphis» gli disse lei infine riacquistando il con-trollo e sostenendo il suo sguardo, «è stato molto tempo fa e comunque non puoi pensare al sesso come a un favore.»

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Lui la osservò un istante quindi si chinò su di lei in-spirando il profumo di lavanda che metteva sempre in relazione con Kate. «Be', si è classificata come una delle migliori notti della mia vita» mormorò e l'ama-rezza che provò a quella considerazione gli spense il sorriso. «Peccato aver scoperto poi che tu e Dalton e-ravate ancora sposati.»

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1 La migliore delle ex di A. CARSON Kate Anderson, sei un'ex reginetta e un'ex moglie, ma non sarai mai un'ex del sesso! Ecco perché alla festa con i suoi vecchi compagni di scuola si presenterà con l'uomo più eccitante e canaglia che abbia mai conosciuto, Mem-phis. Il suo corpo sarà ancora stropicciato a dovere.

3 Quando il cioccolato non basta... di N. HARRINGTON Profumo intenso di cioccolato, praline che ti si sciolgono in bocca, Max Treveleyn è già conquistato! Il maestro pa-sticciere che ha realizzato quelle sublimi prelibatezze si chiama Daisy Flynn, un bocconcino niente male. Lui ha da farle una proposta molto allettante...

2 In un letto di diamanti di N. MARSH Ruby Seaborn ha bisogno di soldi per evitare il crollo del-le gioiellerie di famiglia ed è disposta a tutto, anche a scendere a patti con il diavolo, che ha un nome preciso, Jax Maroney. Lui, infatti, ha bisogno di rifarsi una reputa-zione, e per questo non rifiuterà un accordo.

Ella Cartwright non ha dubbi, è lei la migliore, il modello a cui tutti si ispirano. Ora, un suo vecchio compagno di liceo, Jake Donner, ha bisogno di un consulente d'im-magine e ha pienamente ragione! Qui serve una mano dal cielo, ma anche un completo firmato!

4 Ti prego non spogliarti di L. ASHTON

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5 Pazzo viaggio per due di A. ANDREWS Per Sadie sarà un lungo viaggio: la jeep le farà rivoltare lo stomaco come una frittella; dovrà mangiare solo ortaggi per non perdere la linea faticosamente raggiunta e in più dovrà passare notte e giorno con quel sexy ed eccitante di Kent senza nemmeno sfiorarlo, dato che lui la ignora.

7 Il testimone cerca la sua sposa di F. HARPER Damien Stone questo è il tuo sesto matrimonio... Non sa-rebbe ora di fare la parte dello sposo? Potrebbe rifarsi con la damigella d'onore. No, impossibile, è quell'eccen-trica e vulcanica di Zoe St. James, che tra l'altro non le toglie gli occhi di dosso. Quando finirà questa tortura?

6 La dea dell'amore di S. NARAYANAN È ufficiale: Riya non ha mai dimenticato Dhruv! Altrimenti non si spiegherebbe perché il suo corpo si sia risvegliato alla sua sola presenza. Piccolo dettaglio: lui l'ha già scari-cata una volta e lei non vuole ripetere l'esperienza. Riya, se facessi una doccia gelata?

Aimee si è innamorata a prima vista del suo salvatore, Sam, che ha due occhi che potrebbero sciogliere tutta la calotta polare. E dire che la situazione non è delle più fe-lici, dato che è sull'orlo di un precipizio, con la sola cintu-ra di sicurezza che la separa dal fondo del burrone.

8 L'uomo giusto (non) aspetta di N. LOGAN

DAL 30 LUGLIO

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PresentaOMBRE SU NEW YORK

Un nuovo HISTORICAL CRIME della serie dedicata alle indagini di Francesca Cahill, dama dell’Alta Società con la passione per il mi-stero. Caso dopo caso, questa Sherlock Holmes bella e raffi nata cattura le lettrici per gli intrecci gialli ben costruiti e l’affascinante setting storico.

“QUESTA SERIE HA TUTTO:sensualità e mistero, personaggi affascinanti e un’ambientazione storica incantevole. Leggerla è un piacere.” Booklist

“Non vedi l’ora che escail successivo.”Amazon Reviews

In libreria e nei migliori supermercatidal 28 maggio

UN MIX DI MISTERO, STORIA E PASSIONE.

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