K A R A T E K A R A T E TradizionaleTradizionale “P I R A ... · Al feedback uditivo (comando...

11
K A R A T E K A R A T E K A R A T E K A R A T E Tradizionale Tradizionale Tradizionale Tradizionale “P I R A M I D E” “P I R A M I D E” “P I R A M I D E” “P I R A M I D E” - METODOLOGIA Di ALLENAMENTO ALLO SHIAI KUMITE-

Transcript of K A R A T E K A R A T E TradizionaleTradizionale “P I R A ... · Al feedback uditivo (comando...

K A R A T E K A R A T E K A R A T E K A R A T E TradizionaleTradizionaleTradizionaleTradizionale

“P I R A M I D E”“P I R A M I D E”“P I R A M I D E”“P I R A M I D E”

---- METODOLOGIA Di ALLENAMENTO ALLO SHIAI KUMITE-

COMMENTO: PiramidePiramidePiramidePiramide è un vocabolo adottato per indicare una metodologia sperimentale applicata nel programma di allenamento al jiyu kumite o shiai kumite (combattimento libero o gara di combattimento). Il metodometodometodometodo si può insegnare dopo 6 mesi 1 anno di pratica, a studenti di qualsiasi età e sesso, valutando le caratteristiche psico/fisiche e adottando semplici accorgimenti, come ad esempio, “divisioni in coppie omogenee”, gradi, ecc.. E’ stato codificato in sette fasi: durante la pratica non è strettamente necessario allenarle tutte; è consigliabile studiarle con il metodo analitico, sino a che gli allievi abbiano appreso al meglio. Non si dovrà considerare la fase 1 più semplice e importante della 7 o viceversa, in quanto ognuna di esse ha proprie peculiarità. Il termine utilizzato, deve fare riflettere e considerare: dopo la pratica, analizzare con il metodo ideomotorio. Shihan Michele Julitta All. Domenico Granata cn 6° dan Karate Shotokan/Fudokan ryu cn. 2°dan Shotokan/Fudokan ryu Tecnico Sportivo Studente Istr. Att. Fisico Motorie Reg.Piemonte Isef-TO- ASD Sporting club Oleggio/Wasi Sport

Istr. Alberto Piantanida cn 4° dan Shotokan/Fudokan ryu

Ingegnere ASD Sporting club Oleggio/Wasi sport

FASE 1FASE 1FASE 1FASE 1 . CARATTERISTICHE PECULIARI: KAMAEKAMAEKAMAEKAMAE l’atleta dovrà “adoperarsi” per adottare la guardia libera più idonea alle proprie caratteristiche fisiche. Dinamismo, assetto, potenza, equilibrio, sono necessari per garantire una buona performance. MMMMA.AIA.AIA.AIA.AI con gradualità gli studenti dovranno comprendere il significato più profondo della condizione creata. Letteralmente è la distanza del combattimento, ma si dovrà capire, sentire, la padronanza dell’esercitazione. Effettiva condizione di essere nel “punto ideale” per difendersi ed attaccare. ZANSHINZANSHINZANSHINZANSHIN letteralmente, atteggiamento mentale. Anche questa caratteristica va considerata, oggettivamente, come “la convinzione di essere nel combattimento”, sempre in modo “intenso e personale”, sino ad essere parte integrante di mente/corpo. APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA: I due contendenti si fronteggiano a tre metri in yoi (pronti) nella posizione naturale hachi dachi. Al feedback uditivo (comando scandito dal tecnico) i due assumono la kamae, valutando velocemente ( con l’arto inferiore sino al nodo del compagno) la distanza (ma.ai), il tutto in pochi secondi (cinque); al comando, il ritorno nella posizione di partenza, pronti per riprendere. E’ importante analizzare la fase in sottounità; determinante il “feed back esterno”, (rapporto tra risposta informativa tecnica al comportamento motorio dell’atleta).

FASE 2.FASE 2.FASE 2.FASE 2. CARATTERISTICHE PECULIARI: (OLTRE ALLE PRECEDENTI) UKEUKEUKEUKE l’atleta dovrà iniziare ad “adeguarsi durante il combattimento”. Questa espressione (uke) viene utilizzata per indicare “colui che esegue”. Non si dovrà sottovalutare la condizione, estremamente importante, in special modo per l’aspetto mentale, zanshin, il profilo psicologico, l’autocontrollo. TORITORITORITORI “colui che para e contrattacca” Fondamentale per l’allenamento dei vari metodi di kumite. Il praticante si cimenterà in una vera e propria performance, dove la risposta informativa “esterna” ed “interna” avrà, ruolo essenziale. Si dovrà porre verifica incisiva sull’esecuzione formale della tecnica. IL IL IL IL CONTROLLOCONTROLLOCONTROLLOCONTROLLO esercitazione peculiare del karate do, il controllo della tecnica, diventerà essenziale nella pratica del kumite. E’ importante l’allenamento continuo e progressivo di questa esercitazione , fino a diventare “parte integrante dello studente”, e raggiungere l’effetto shock: la convinzione (interna ed esterna) di avere eseguito una tecnica devastante (todome), che non ha arrecato alcun danno al partner. APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA: I due contendenti si fronteggiano a tre metri in yoi (pronti) nella posizione naturale hachi dachi. Al comando scandito dal tecnico un atleta, avanzando, assume la kamae (uke), mentre nello stesso istante tori, esegue gyaku zuki (sempre avnzando) al tronco. Fase estremamente interessante da analizzare dove la verifica della potenza, velocità, precisione ecc., saranno al centro di interessanti “discussioni e studio”.

FASE 3.FASE 3.FASE 3.FASE 3. CARATTERISTICHE PECULIARI: (OLTRE ALLE PRECEDENTI) RRRREAZIONEEAZIONEEAZIONEEAZIONE l’atleta dovrà prestare elevata attenzione all’input vocale scandito dal tecnico. Capacità di grande importanza per il karate, la reazione, è quel presupposto fisico della prestazione che permette all’uomo di reagire con una determinata velocità a “stimoli segni e segnali”. Determinante nel kumite per il “fattore anticipazione”, la cui analisi complessa si basa sul cosiddetto “intuito”; l’allenamento dovrà, per la resa, essere effettuato costantemente, con partner di diverso “stampo” con determinazione e volontà massima. Questa capacità psico/fisica, che deriva dall’insieme di tempi di percezione dello stimolo e della sua elaborazione del sistema nervoso, varia con l’età, raggiunge valori massimi tra i 18-20 anni e li conserva fino a 35-40, per poi declinare con una certa gradualità. APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA: I due contendenti si fronteggiano a tre metri in yoi nella posizione hachi dachi. All’imput vocale del tecnico, entrambi eseguiranno gyaku zuki, portandosi immediatamente in ma.ai-kamae, successivamente si rimetteranno nella zona di ripresa dell’esercitazione. Per i primi allenamenti, portare la tecnica con lo stesso arto superiore ed inferiore (zenkutsu dachi sx, gyaku zuki dx), per evitare spiacevoli scontri dei pugni, incidenti ecc.. Fase interessante per la precisione, determinazione, controllo e autocontrollo; molto pratica per imparare il primo impatto con la tecnica simultanea e l’anticipo.

FASE 4.FASE 4.FASE 4.FASE 4. CARATTERISTICHE PECULIARI: (OLTRE ALLE PRECEDENTI) COMBINAZIONE MOTORIACOMBINAZIONE MOTORIACOMBINAZIONE MOTORIACOMBINAZIONE MOTORIA è di fondamentale importanza, sapere combinare la “giusta tecnica” in successione ad un primo movimento. Determinante per l’allenamento del jiyu kumite e shiai kumite. La tecnica successiva può essere la decisiva; sarà di fondamentale importanza sapere adottare il movimento più idoneo, nella situazione più complessa. APPLICAZIONE PRATICA.APPLICAZIONE PRATICA.APPLICAZIONE PRATICA.APPLICAZIONE PRATICA. I due contendenti si fronteggiano a tre metri in yoi nella posizione hachi dachi. All’input vocale del tecnico, entrambi eseguiranno gyaku zuki (vedi fase 3). Immediatamente uke, dovrà (senza proteggersi o parare) mettersi nella condizione più idonea per potersi difendere, mantenendo i canoni più corretti del karateka: forma, dinamismo, assetto generale ecc. Tori potrà, nell’immediata successione a gyaku zuki, combinare con una tecnica qualunque, purchè effettuata con i cardini dovuti, con la convinzione di eseguire un todome (tecnica definitiva). Il ritorno nella zona di ripresa definirà sia la fase finale che quella iniziale.

FASE 5.FASE 5.FASE 5.FASE 5. CARATTERISTICHE PECULIARI (OLTRE ALLE PRECEDENTI) CAPACITA’ DI ACCELERAZIONECAPACITA’ DI ACCELERAZIONECAPACITA’ DI ACCELERAZIONECAPACITA’ DI ACCELERAZIONE allenamento successivo alla reazione, è correlato alla capacità di forza degli arti inferiori (quando si deve spostare il proprio corpo). E’ estremamente importante utilizzare il più possibile i vari spostamenti, durante gli allenamenti di kumite e non solo. ADATTAMENTO/TRASFORMAZIONEADATTAMENTO/TRASFORMAZIONEADATTAMENTO/TRASFORMAZIONEADATTAMENTO/TRASFORMAZIONE consiste nell’ eseguire dei movimenti in successione e variarli in presenza di condizioni di imprevedibilità. Situazione a dir poco, ordinaria, durante la pratica del jiyu kumite, è necessario stimolare e studiare il modo di applicare questa condizione, necessaria per la “formazione del combattente”. APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA: I due contendenti si fronteggiano a tre metri in yoi nella posizione hachi dachi. Allo scandire del comando del tecnico, entrambi eseguiranno gyaku zuki(vedi fase 3). Nell’immediata successione di gyaku zuki, tutti e due potranno eseguire una tecnica qualunque, senza parare, fermarsi ecc., ma solamente combinando la seconda tecnica con la prima. Il ritorno nella zona di ripresa, definirà sia la fine dello scontro, che l’inizio di uno successivo.

Grande sarà la difficoltà dei praticanti nell’allenare e studiare questa fase, alquanto pericolosa, se i cardini peculiari precedentemente illustrati, non saranno perfettamente eseguiti.

FASE 6.FASE 6.FASE 6.FASE 6. CARATTERISTICHE PECULIARI (OLTRE ALLE PRECEDENTI) CAPACITA’ TATTICO/STRATEGICACAPACITA’ TATTICO/STRATEGICACAPACITA’ TATTICO/STRATEGICACAPACITA’ TATTICO/STRATEGICA allenarsi significa sviluppare capacità e abilità per affrontare con efficacia e padronanza situazioni di elevata complessità. La pratica del kumite, prevede lo studio della tattica e strategia. Nel kumite da gara o shiai kumite è di fondamentale importanza l’elevata conoscenza di questa capacità, che dovrà essere appresa organizzando cicli di preparazione che riguardino questo argomento di studio. “TECNICA PERSONALE”“TECNICA PERSONALE”“TECNICA PERSONALE”“TECNICA PERSONALE” durante il programma di preparazione al jiyu kumite è necessario che lo studente/atleta, sia consapevole delle proprie capacità psico/fisiche e delle proprie condizioni “strutturali”. Per intenderci: ognuno ha delle caratteristiche particolari, che gli permettono di utilizzare più agevolmente, spostamenti od una o più tecniche. E’ necessario e particolarmente producente avere nel proprio “bagaglio”, una tecnica molto efficace.

Questo permetterà non soltanto di poterne usufruire, ma anche di mettere il proprio avversario nella condizione di “porgere più attenzione” a quel determinato movimento, mettendosi, a volte, in kyo (sudditanza), o perlomeno in situazione di disagio APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA: I due combattenti si fronteggiano a tre metri in yoi nella posizione hachi dachi. Al comando vocale del tecnico, tutti e due potranno, solo con avanzamento, sferrare una tecnica libera, immediatamente seguita da una seconda tecnica anch’essa scelta tra il proprio “personale bagaglio tecnico”, sempre mantenendo tutti i cardini richiesti dell’esercitazione, avendo come obbiettivo il todome. Il ritorno al punto di partenza, definirà la fine dello scontro e l’inizio di quello successivo.

FASE 7.FASE 7.FASE 7.FASE 7. CARATTERISTICHE PECULIARI (OLTRE ALLE PRECEDENTI) CONDIZIONE MENTALECONDIZIONE MENTALECONDIZIONE MENTALECONDIZIONE MENTALE è ovvio che lo scopo fondamentale del juyu kumite, è quello di eseguire una tecnica nel minor tempo possibile, che non dia spazio di reazione all’avversario. Per realizzare questo obbiettivo è necessario essere “svuotati di ogni pensiero”, completamente isolati e concentrati sul combattimento e tutto il contorno che ne segue. Non esiste metodo o pratica migliore per raggiungere la “condizione mentale”, ogni tecnico e studente considerando le proprie caratteristiche, adotta il sistema che ritiene più opportuno. Lo yoga, particolari respirazioni diaframmatiche, le tecniche di Moshe Feldenkrais (in auge fra gli schermitori), il training autogeno ed altri metodi più o meno conosciuti. E’ certo, comunque, che senza un’ appropriato allenamento al kumite con partner di diversa estrazione che muovendosi, incutono la senzazione di pericolo, non si potrà mai, anche solamente pensare, di eccellere nel combattimento. E’ possibile affermare, senza dubbio, che questo non è l’unico obbiettivo che un karateka deve prefiggersi. APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA:APPLICAZIONE PRATICA: I due contendenti si fronteggiano a tre metri in yoi nella posizione hachi dachi. All’input vocale del tecnico, entrambi (solo portandosi in avanti), dovranno eseguire una combinazione di due tecniche libere (fase 6). Nello spazio/tempo che segue all’esecuzione delle due tecniche gli studenti potranno cimentarsi in esercitazioni di spostamento, parata od altro, purchè eseguite con la convinzione di definire lo scontro (todome), in un tempo massimo di cinque secondi. Allo scandire del comando di fine scontro (yame), i due si riporteranno sulle linee di partenza (motonoichi).

Shihan Shihan Shihan Shihan Michele Julitta Rokudan Karate /Goshindo Tecnico Sportivo GSB Team Component Info mail: [email protected]