Julius Africanus und die christliche Weltchronistik () || Dalle Chronographiai di Giulio Africano...

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Dalle Chronographiai di Giulio Africano alia Synagoge di 'Ippolito' Un dibattito sulla scrittura cristiana del tempo OSVALDA ANDREI Synagoge e questione ippolitea Premetto: Ippolito Orientale' (od esegeta) e non, semplicemente, Ippolito (come nel tito- lo). Intendo cosi sottolineare che un'analisi della Synagoge quale descriptio temporum di poco posteriore alle Chronographiai di Giulio Africano non mi sembra comprensibile senza una relazione con lo stesso autore del blocco di opere, attualmente detto esegetico, del corpus ippoliteo. Questo significa sia separare la Synagoge dal dossier dell'autore del- 1'Elenchos (a cui e tradizionalmente ascritta) sia fare della cronografia (aspetto rilevante deH'autodefinizione cristiana nell'eta dei Severi) un elemento funzionalmente operativo nell'attuale stasi della questione ippolitea. La valutazione del rapporto fra le Chronogra- phiai africanee e l'autore della Synagoge e, pertanto, anche un problema di identitä personali e di profili culturali. Onde il mio approccio alia Synagoge - nella misura in cui prevede la chiarificazione della sua Weltanschauung - percorrerä parallelamente il bina- rio deH'acquisizione di una possibile paternitä. Intorno al settembre del 235 d.C., nei primi mesi del principato di Massimino, un Hipolytus presbyter fu deportato in Sardegna con l'allora vescovo di Roma Ponziano, che Ii si dimise dalla carica il 28 settembre dello stesso anno. Questo Ippolito - ritenuto anche Γ Hipolytus deposto nel cimitero della via Tiburtina un 13 agosto successivo e, da qui, il martyr della tradizione romano-damasiana 1 - fu identificato da I. von Döllinger (1853) con lo scrittore dell 'Elenchos (l'opera antieretica scoperta nel 1841) awersario del vescovo Callisto, che divenne, nella sua ricostruzione, un antipapa e vittima della perse- cuzione anticristiana del 235 d.C., nonche - su questo stimolo e sin dalla fine del XIX secolo l'autore dell'intera collezione di scritti noti con il nome di Ippolito: tra questi, la lista di titoli incisa sulla statua dei Musei Vaticani scoperta da Pirro Ligorio e da lui restaurata e trasformata in "statua di Sant' Ippolito" 2 . Poiche in tale lista figurava il nome 1 Dep. Mart, (idus Augusti): Chron. 354 p.Chr.n. (Th. Mommsen, Chronica Minora I, MGH.AA 9, Berlin 1892, 72 e 74-75); A. Ferrua, Epigrammata Damasiana, Cittä del Vaticano 1942, n.° 35, 169 ss. (elogio di Damaso). 2 I. von Döllinger, Hippolytus und Kallistus oder die römische Kirche in der ersten Hälfte des 3. Jahrhun- derts, Regensburg 1853. Per la storia della vicenda ippolitea dall'antichitä sino a P. Ligorio e von Döllinger, cosi come per le fasi successive, vd. i fondamentali: Ricerche su Ippolito, SEA 13, Roma 1977; Nuove Ricerche su Ippolito, SEA 30, Roma 1989; M. Simonetti (a cura di), Ippolito. Contro Noeto, BP 35, Bologna 2000, 70-127; J, A. Cerrato, Hippolytus between East and West. The commentaries and the Brought to you by | New York University Authenticated | 216.165.126.139 Download Date | 5/26/14 6:08 PM

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Dalle Chronographiai di Giulio Africano alia Synagoge di 'Ippolito'

Un dibattito sulla scrittura cristiana del tempo

OSVALDA A N D R E I

Synagoge e questione ippolitea

Premetto: Ippolito Orientale' (od esegeta) e non, semplicemente, Ippolito (come nel tito-lo). Intendo cosi sottolineare che un'analisi della Synagoge quale descriptio temporum di poco posteriore alle Chronographiai di Giulio Africano non mi sembra comprensibile senza una relazione con lo stesso autore del blocco di opere, attualmente detto esegetico, del corpus ippoliteo. Questo significa sia separare la Synagoge dal dossier dell'autore del-1 'Elenchos (a cui e tradizionalmente ascritta) sia fare della cronografia (aspetto rilevante deH'autodefinizione cristiana nell'eta dei Severi) un elemento funzionalmente operativo nell'attuale stasi della questione ippolitea. La valutazione del rapporto fra le Chronogra-phiai africanee e l'autore della Synagoge e, pertanto, anche un problema di identitä personali e di profili culturali. Onde il mio approccio alia Synagoge - nella misura in cui prevede la chiarificazione della sua Weltanschauung - percorrerä parallelamente il bina-rio deH'acquisizione di una possibile paternitä.

Intorno al settembre del 235 d.C., nei primi mesi del principato di Massimino, un Hipolytus presbyter fu deportato in Sardegna con l'allora vescovo di Roma Ponziano, che Ii si dimise dalla carica il 28 settembre dello stesso anno. Questo Ippolito - ritenuto anche Γ Hipolytus deposto nel cimitero della via Tiburtina un 13 agosto successivo e, da qui, il martyr della tradizione romano-damasiana1 - fu identificato da I. von Döllinger (1853) con lo scrittore dell 'Elenchos (l'opera antieretica scoperta nel 1841) awersario del vescovo Callisto, che divenne, nella sua ricostruzione, un antipapa e vittima della perse-cuzione anticristiana del 235 d.C., nonche - su questo stimolo e sin dalla fine del XIX secolo — l'autore dell'intera collezione di scritti noti con il nome di Ippolito: tra questi, la lista di titoli incisa sulla statua dei Musei Vaticani scoperta da Pirro Ligorio e da lui restaurata e trasformata in "statua di Sant' Ippolito"2. Poiche in tale lista figurava il nome

1 Dep. Mart, (idus Augusti): Chron . 354 p.Chr.n. (Th. M o m m s e n , Chronica Minora I, M G H . A A 9, Berlin 1892, 72 e 74-75); A. Ferrua, Epigrammata Damasiana, Cittä del Vaticano 1942, n.° 35, 169 ss. (elogio di Damaso) .

2 I. von Döllinger, Hippolytus u n d Kallistus oder die römische Kirche in der ersten Hälf te des 3. Jahrhun-derts, Regensburg 1853. Per la storia della vicenda ippolitea dall 'antichitä sino a P. Ligorio e von Döllinger, cosi come per le fasi successive, vd. i fondamental i : Ricerche su Ippolito, SEA 13, Roma 1977; Nuove Ricerche su Ippolito, SEA 30, Roma 1989; M. Simonett i (a cura di), Ippolito. Con t ro Noeto, BP 35, Bologna 2000, 70-127; J, A. Cerrato, Hippolytus between East and West. The commenta r ies and the

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χρωνικών (seil.: βιβλία), l'Ippolito di Roma vescovo scismatico e martire di von Döl-linger si ritrovo anche autore di una Weltchronik e, nella duplice veste di ecclesiastico e cronografo, pote essere confrontato da H. Geizer con il cronografo e soldato Sesto Giu-lio Africano3. Ε sotto l'identitä complessiva di 'Ippolito di Roma che una cronaca dal titolo συναγωγή (secondo la dizione del Cod. Matr. Gr. 121 pubblicato nel 1905) e stata ricostruita da una serie di redazioni successive ed edita nel 1929 e, poi, nel 1955 (Die Chronik) entro il corpus ippoliteo dei GCS4: un'identitä che l'indicazione del testo mede-simo sul 13° anno di Alessandro Severo quale data della sua composizione ο redazione finale (§§ 688; 699; 717) - comunemente inteso come marzo 234/marzo 235 e, con ciö, rinviante all'anno di morte dell'imperatore Alessandro come quello della perseeuzione di Massimino - sembrava confermare anche quanto alla dimensione martirologica5.

Oggi, l'intero nucleo del paragone gelzeriano non esiste piü ο appare profondamen-te mutato. La fisionomia biografica del suo Sesto Giulio Africano si e sganciata (grazie anche a nuova documentazione) dall'origine afro-occidentale e dallo status militare, con un'immagine owiamente diversa del suo profilo culturale (ora da ritenersi piuttosto quello deH'intellettuale della seconda sofistica, vicino ai centri del potere, di fede cristia-na e perciö in grado di esprimere - nella particolaritä e versatilitä di esperienze e di performances letterarie - quella pluralitä di situazioni e vissuti cristiani, tutti dinamica-mente attivi, che concorsero, tra la fine del II sec. ed i primi decenni del III sec.d.C., alla formazione di un' identitä cristiana anche dal punto di vista di spazi e saperi strutturanti propri)6. L'Ippolito "uno", titolare di un corpus letterario "unico", ha visto decisamente messa in forse, sin dal 1947, la sua identitä-figura per scindersi: prima nel Giosippo, l'Ippolito scrittore ed il martire romano di R Nautin7; poi nell'Ippolito Orientale e nel-Flppolito romano della scuola italiana Loi-Simonetti; infine - con il venir meno della statua c.d. di Ippolito come signum ippoliteo e l'impossibilitä di ricondurre ad un 'Ippolito' la lista dei titoli e le tavole pasquali in essa incise - in una serie di personaggi entita , tra i quali spicca - per una chiarezza, coerenza e corpositä di tratti da cui non e possibile prescindere — l'Ippolito orientale/scrittore/omileta/esegeta dei cameo di Euse-bio e Girolamo, autore del computo Pasquale ivi descritto, del Contro Noeto e di un

p r o v e n a n c e of t h e c o r p u s , O x f o r d 2002. Per le i sc r iz ion i sul la s ta tua , vd. H . Lec le rcq , A r t . H i p p o l y t e (S ta tue et e i m e t i e r e de Sa in t ) , D A C L vol. 6 /1 , Par i s 1925, 2 4 2 6 - 2 4 2 7 ( c o m p u t o P a s q u a l e ) e 2 4 3 4 (lista de i

t i toli) ; M . G u a r d u c c i , Ep ig ra f i a greca , Vol. 4, R o m a 1978, 535-545 ; C e r r a t o , H y p p o l y t u s , 259 (lista de i t i tol i) .

3 H . Geizer , S e x t u s Jul ius A f r i c a n u s u n d die b y z a n t i n i s c h e C h r o n o g r a p h i e , 3 vols. , Le ipz ig 1880-1898 , 2 ,1-23.

4 H i p p o l y t u s , C h r o n i k , ed . R. H e l m / A . Bauer , G C S 46, H i p p o l y t u s W e r k e 4, Ber l in 2 1955. Q u e s t a e d i z i o n e c o m p r e n d e il t e s to g r e c o di C o d . Mat r . 121 (pubb l i ca to , c o n i para l le l i la t ini , d a A, Bauer , D i e C h r o n i k des H i p p o l y t u s i m M a t r i t e n s i s G r a e c u s 121, T U 14/1, Le ipz ig 1905, 1 -242) , c h e e r i t e n u t o la v e r s i o n e o r ig ina l e Hi , i pa ra l l e l i l a t in i (1. gen . 1 e Barb. , c ioe Hi ο p r i m a r e d a z i o n e del la Synagoge) e d u n a v e r s i o n e a r m e n a c o n il pa ra l l e lo l a t i n o del 1. gen. II ( H 2 ο r e d a z i o n e success iva) .

5 L 'opera , in fa t t i , s a r e b b e s ta ta c o m p o s t a ne l l ' i n t e rva l lo t r a l ' ucc i s ione di A l e s s a n d r o S e v e r o e la d e p o r t a -z ione di I p p o l i t o e P o n z i a n o in S a r d e g n a ( H e l m / B a u e r , D i e C h r o n i k [vd. n o t a 4], ix).

6 Per il G i u l i o A f r i c a n o del ' d o p o Geizer ' (vis to s o p r a t t u t t o alia luce de i Kestoi), vd. la r a s s e g n a e le c o n c l u -s i o n i d i F. C . R. T h e e , Jul ius A f r i c a n u s a n d t h e Ear ly C h r i s t i a n V i e w of M a g i c , H U T h 19, T ü b i n g e n 1984.

7 P. N a u t i n , H i p p o l y t e et Josipe. C o n t r i b u t i o n ä l 'h is to i re de la l i t t e r a tu re c h r e t i e n n e d u t r o i s i e m e siecle, E T H D T 1, Pa r i s 1947. Per la p o l e m i c a i n s o r t a sin d a sub i to c o n Μ . R i c h a r d , d i f e n s o r e del la tes i un i t iva , e p r o t r a t t a s i s i n o alla m e t ä degl i a n n i '50, vd . D. G. D u n b a r , T h e E s c h a t o l o g y of H i p p o l y t u s of R o m e , Diss . M a d i s o n / D r e w U n i v e r s i t y 1 9 7 9 , 1 7 - 5 1 .

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Dalle Chronographiai di Giulio Afr icano alia Synagoge di 'Ippolito' 115

nutrito pacchetto di scritti esegetici8. L'awersario di Callisto autore di El., Peri pantos e Chron.-Synagoge (il Giosippo di Nautin e Flppolito romano di Loi-Simonetti, ambedue ritenuti autori anche del computo Pasquale inciso sulla statua per divergenze cronogra-fiche con il Commentario α Daniele intese e risolte solo in termini di diversitä d'autore) e diventata una figura sempre piü evanescente sotto il profilo dell'identitä personale e le opere del suo dossier gli rimangono vincolate come 'blocco' piü per tradizione (in chiave sia di analogie 'dentro' che di differenze 'fuori') che per mancanza di un bisogno reale di riargomentazione e riattribuzione9. Questo bisogno non appare poi tanto aleatorio qua-lora si pensi che - all'interno del blocco - la Synagoge presenta una tendenza alia crea-zione di neologismi linguistici non diversa da quella che, a livello teologico ed escatolo-gico, compare in testi dell'Ippolito Orientale10. Onde - non essendo piü scontato identi-

8 Per le tappe di prosecuzione della storia dopo P. Naut in (storia che deve mol to agli studi italiani e ai con-vegni del 23 ot tobre 1976 e 14 ottobre 1989 presso l 'August inianum di Roma e, in questo ambito, ai con-tributi di M. Guarducci sulla demolizione della statua di P. Ligorio come signum ippoliteo) sono indi-spensabili i vo lumi collettanei cit. sopra (nota 2). Impor tan te per l 'ul teriore messa in discussione del tra-dizionale personaggio 'Ippolito' si e d imostra to anche il saggio di A. Brent, Hippolytus and the Roman Church in the Thi rd Century : Communi t i e s in Tension before the Emergence of a Monarch-Bishop, Suppl. VC 31, Leiden 1955, su cui la recensione di M. Simonetti , Una nuova propos ta su Ippolito, Aug. 36, 1996, 13-46 elenca i pun t i sia di accordo che di disaccordo. Tra questi, f igura il p roblema del Cont ro Noeto, per Brent scritto, pos ter iormente all'El. e dopo la mor te del suo autore, dall 'Ippolito presbitero poi esiliato con il vescovo Ponziano in Sardegna, per Simonett i parte del dossier dell 'Ippolito Orientale, ante-riore al Contro Prassea di Tertull iano e databile in torno al 210 d.C. (Una nuova proposta , 28-33; Ippolito. Cont ro Noeto [vd. nota 2], 68-70).

9 Per le divergenze cronograf iche tra Dan. ed il blocco 'computo Pasquale/Synagoge' quali segni rilevanti di diversitä di autore, vd. Naut in , Hippolyte et Josipe (vd. nota 7), 67-70; Hippolyte, Con t re les Heresies. Fragment , e tude et edi t ion critique, E T H D T 2, Paris 1949, 217; L'auteur du C o m p u t Pascal de 222 et de la Chron ique anonyme de 235, RSR 42, 1954, 226-257: 243; Art . Ippolito, DPAC 2, Casale Monfer ra to 1984, 1791-1797: 1796-1797. Anche su queste divergenze si e incrementata quella f is ionomia di consuetudine con le scienze profane (ivi compresa la descriptio temporum) che e stata attr ibuita all 'autore dell'El. (e all 'Ippolito r o m a n o ) per differenziarlo dagli orizzonti biblici, scritturistici e pastorali dell 'altro Ippolito (l 'orientale e l'esegeta), onde la Synagoge ha poi potu to funzionare quale ulteriore prova degli interessi plurali manifest i nell'El. (Ricerche su Ippolito [vd. nota 2], 67-88 [Loi]). Oggi, alio stato attuale della quest ione e a f ronte dello sviluppo degli studi, si e costretti a r iconoscere che anche l ' lppolito di Dan . non e inesperto di calcoli escatologici e di tecniche cronograf iche (O. Andrei , La cronograf ia dei 70 anni del-l'esilio babilonese nell'esegesi giudaica e cristiana, Henoch 21, 1999, 3-71: 45-59; Simonetti , Ippolito. Cont ro Noeto [vd. no ta 2), 134 e nota 270), m a restano decisive le differenze di sensibilitä e profilo culturale tra questi e I'autore dell'El. (cosi come tra l'El. e il Cont ro Noeto) . Per altro, se il Peri pantos e citato in El, (X 32,4) come opera della stessa mano, la Synagoge!Chron. — non piü identificabile con i Chronikä r icordat i dalla statua e mai menzionata dalle fonti antiche come opera di (un) Ippolito (elemento, questo, su cui si insiste per mantener la neH'ambito letterario dell 'autore dell'El.: Simonett i , Ippolito, Con t ro Noe to [vd. nota 2], 131, nota 266) - risulta sospesa in aria e diff ici lmente gestibile anche in sede di una r iorganizzazione e sistemazione della questione ippolitea e dei suoi m o m e n t i (vd. ad esempio il cenno marginale di Cerrato, Hippolytus [vd. nota 2], 111 nota 6 e 116-118). La sua posizione rispetto al blocco esegetico resta sempre vista nel quadro della diversificazione tra i g ruppi di opere e, in questo ambito, in chiave di rapporto, s tandardizzato (e non dialettico), con l'El. Alia base di ciö sta, probabi lmente , anche il fatto che la Synagoge e la sola opera di consistenza tale da implementare un ambito d 'autore (quello dell'El.) al tr imenti poco rappresentato dal pun to di vista letterario.

10 Per l ' lppolito Orientale, vd. Noet. VIII 2, τριχής (secondo la lezione di V accolta da Simonetti , Ippolito. Cont ro Noe to [vd. nota 2], 168, ad loc. e 223-224); XIV 8, τριάς (da ritenersi un ' innovazione dell 'autore nel quadro di u n vocabolario trinitario [οικονομία, πρόσωπον] che egli contr ibuisce a definire, ampliare e, come in questo caso, a risignificare: Simonetti , Ippolito. Cont ro Noe to [vd. nota 2], 56-57: 223-224:

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116 Osvalda Andrei

ficare la Synagoge con i Chronikä menzionati dalla statua e ricondurre ad un Ippolito ivi raffigurato la paternitä di quest'opera e considerato, altresi, che la descriptio temporum del 235 d.C. non ha attualmente un padre - il cercare di trovarlo non esclude il ritro-varne uno di forma rinegoziata e riargomentata.

Ma anche l'oggetto medesimo del confronto gelzeriano - la cronografia - non e piü solo quello della linea Giulio Africano - Giorgio Sincello (= cronografia bizantina) che lo studioso prospettava ed analizzava. La 'scrittura dei tempi' ha visto, infatti, ampliare decisamente, come genere e mezzo di definizione dell' "io" politico e culturale, i suoi pe-rimetri di studio (a partire dalle riscritture bibliche, prodotte dai vari giudaismi, prima e dopo Cristo, su cui si incardina la descriptio temporum cristiana), chiarificare forme espressive e tecniche di fabbricazione ed evidenziare le sue prime applicazioni di ambito cristiano in chiave di elaborazione di un passato biblico cristianamente orientato e inte-so a dijferenziare (= rispetto a realtä coeve), legittimare (= intellettualmente e social-mente) ed autenticare (= quel particolare presente cristiano)11. La cronografia risulta oggi un momento chiave di quella costruzione del tempo cristiano che interessa, spesso in funzione reciproca, la cristianizzazione del tempo universale e la stabilizzazione del tempo liturgico. Sotto questo profilo, allora - se nelle Chronographiai di Africano e da vedersi innanzitutto l'esempio/testo di un tempo universale cristianizzato (come realiz-zazione pratica della teoria irenico-ippolitea sull'esamerone cosmico)12 - il computo Pa-squale del 222 d.C. e la Synagoge del 235 condividono per parte loro lo stesso proget-to/programma di veder fondato il tempo liturgico entro (= mediante) un tempo univer-sale cristiano13. Ma il computo Pasquale della statua c.d. di Ippolito - nelle sue caratte-ristiche tipo (cardine sul primo anno di Alessandro Severo e una scansione per sedecen-nitates che ordina e programma sia il tempo biblico precristiano che quello 'dopo Cristo') - difficilmente puö tenersi fuori dall'ombrello dell'Ippolito eusebio-ieronimiano e dal calcolo dei tempi della Pasqua qui attribuitogli, con il primo anno di Alessandro

245); antichr. VI 1, έμπερίτομος (apparentemente introdot to da Ippolito, in quanto attestato solo in autori cristiani successivi, e fondamenta le nella sua costruzione della sfera deU'Anticristo nel senso dell 'anti-cristologia). Ora, il sostantivo έξακριβασμός di Synagoge § 19 non ha antecedente alcuno ed e, percio, da ritenersi u n neologismo dell 'autore inteso ad esprimere quella d imens ione di "conoscenza accurata ed esatta" che e un m o m e n t o impor tante della sua visione epistemologica. In tale caso, l 'occorrenza, in antichr. XLIII 1, del verbo έζακριβάζω in relazione ai tempi ed ai καιροί pot rebbe costituire un aggancio n o n occasionale tra blocchi, soprat tut to tenendo conto della pressoche totale assenza del te rmine tra i padr i p r ima di Ippolito (vd. Lampe, s.v.). In particolare, il nesso tra antichr. e Synagoge costi tuito dalla famiglia έξακριβάζω/έξακριβασμός puö contribuire a prospettare come appar tenenza alio stesso ambito d 'autore quelle convergenze tra i prologhi delle due opere (B. Capelle, Hippolyte de Rome, RThAM 17, 1950, 159-160) cosi puntual i , da creare imbarazzo ai sostenitori della tesi disunitiva, costr ingendoli ad ipotizzare d ipendenze dirette Tuna dall'altra (Simonetti, Ippolito. Con t ro Noe to [vd. nota 2], 105).

11 O. Andrei , Cronograf ia giudaica, cronografia cristiana. Un it inerario di lettura, Henoch 22, 2000, 63-85 (con altra letteratura); L'emergere di una cronografia cristiana come fattore di cos t ruzione identitaria, in: La t ras formazione del cr is t ianesimo dal I al VII secolo (Bertinoro, 4-6 ot tobre 2004), ASEs 22 ,2005,7-47 .

12 O. Andrei , La fo rmaz ione di un modu lo storiografico cristiano: dal l 'esamerone cosmico alle Chronogra-phiae di Giulio Africano, Aevum 69,1995,147-170; Cronograf ia giudaica (vd. nota 11), 69-81.

13 II pinax a due tavole inciso sulla statua cosiddetta 'di Ippolito' (come r iprodot to nelle opere cit. in nota 1) e da confrontars i con Synagoge §§ 8; 689-700 dal pun to di vista sia degli intervalli numer ic ! tra le Pasque storico-bibliche (che appa iono sostanzialmente riconducibili alio stesso sistema: vd. M. Richard, C o m p u t et Chronographie chez Saint Hyppolite, MSR 7,1950,237-268: 247-257) sia delle relazioni, di t ipo m e m o -rialistico e fondante , tra passato e presente (Andrei, L'emergere [vd. nota 11]).

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Dalle Chronographiai di Giulio Afr icano alia Synagoge di 'Ippolito' 117

Severo quale base (έπί) di un computo a ritroso (άναγραφή) che lo visualizza anche come terminus ad quem di decorso temporale (usque adprimum annum), nonche quale terminus a quo di una εκδρομή χρόνων successiva del tipo descritto dal Canone e dal suo ciclo di 112 anni14. Se pero - puntando sulle presunte divergenze piuttosto che su un adeguata considerazione di quelle tecniche cronografiche che portano a visualizzare uno stesso prodotto da piü angolature - si preferisse pensare al computo Pasquale come ad un qualcosa di distinto e, dunque, di autore diverso dal syngramma di Eusebio-Giro-lamo15, dovremmo seriamente chiederci quanti computi pasquali con caratteristiche identiche potevano esserci in giro nello stesso periodo16. Si prospetta allora un tema/cal-colo su argomento 'Pasqua' che fa da filo rosso tra Γ Ippolito Orientale e la Synagoge del 23517 e che puö addirittura interessare il termine di chiusura di quest'ultima, il 13° anno

14 Eus.,h.e. VI 1; Hier., vir. ill. 61; Syncellus 438,13-16 Mosshammer . 15 A sottolineare le divergenze (traducibili in chiave di differenza d'autore) tra il compu to Pasquale e

l 'opera r icordata da Eusebio e Girolamo propr io in base ad una diversa funz ione del p r imo anno di Alessandro Severo ( terminus a quo nel pr imo: terminus ad quern nella seconda) e Simonett i , Ippolito. Cont ro Noeto (vd. nota 2), 138-139, sia pure in termini di un possibile incontro di dati tra il syngramma dell 'Ippolito eusebio- ieronimiano ed altre fonti e/o mani (134, nota 270). Ritengo, per par te mia, che la diversitä di funz ione at tr ibuita nei due testi al p r imo anno di Alessandro Severo sia sostanzialmente una quest ione di ottica cronografica. Infatti il computo Pasquale della statua, che visibilizza questo anno come pun to di decorrenza del ciclo di 112 anni, lo implica pero anche come terminus ad quem per la cronologia biblica ab Ad. che e presupposta dagli intervalli tra le pasque bibliche (Leclercq, Art. Hyppoli te [vd. nota 2], 2433), dunque - una volta che questa cronologia si fosse stabilizzata per intervalla - dall 'osservatorio a poster ior i del filum cont inuato Adamo-Alessandro Severo'. Da to poi che da questo p r i m o anno (a cui si puö guardare indietro, o w e r o come pun to d'arrivo, dal p u n t o di vista della cronologia biblica) decor rono le sedecennitates su cui si dovevano de te rminare le fu ture pasque domenicali , esso poteva configurarsi , soprat tut to su quel piano calendariale che serviva a dare visibilitä alia n o r m a comuni tar ia , come terminus a quo (έκ). Anche in questo caso, dunque , si tratta di divergenze che r isul tano var iant! significanti solo nella prospettiva di una dist inzione tra autori che tenda a r iaffermare l ' identitä del p r i m o (per altro giä suff icientemente espressa dal blocco cosiddetto esegetico e da Noet.) median te definizione ed i r robust imento del suo 'diverso' (= l 'autore dell'El.) con altre opere del corpus r i tenute n o n r iconducibil i alia "orientalitä" di questi.

16 Mi domando , infatti, che senso potesse avere, per piü persone ed agli stessi fini, il p r i m o anno del princi-pato di Alessandro Severo (un anno di 'rottura' rispetto ad Elagabalo piü per i m o d e r n i che n o n per i con temporane i e, ad ogni modo , non cer tamente nel senso dell 'esaltazione di regime, anche da par te di un autore cristiano, che vi si intravede di solito): tanto piu quando un computo Pasquale implica - con la segnalazione delle Pasque bibliche anche secondo Daniele, ossia in accordo alle 70 'settimane' di Dan. 9,24-27 (Leclercq, Art. Hippoli te [vd. nota 2], 2425-2426) - una consuetudine con questo testo biblico che, nel pe r iodo che ci interessa, appare condiviso, e non in forma generica, solo con il C o m m e n t a r i o a Daniele dell 'Ippolito esegeta.

17 Anche in Dan. e rilevabile un 'at tenzione sia alia Pasqua li turgicamente legata al rito di ingresso del batte-s imo (I 17,2-3) sia ad una Pasqua 'biblica' (nella fattispecie quella di Esdra in accordo a I Esdr. 7,5-12) intesa come καιρός rilevante del percorso salvifico verso la manifes tazione del Logos (vd. - nell 'ambito dell'esegesi di Dan . 9,24-27 - IV 30,6-7 e quanta osservo nel mio: La cronograf ia dei 70 anni [vd. nota 9], 47-48). Riguardo al p r i m o punto , non si puö dire se si tratti di una Pasqua 'domenicale ' come quella nor-mativizzata dal compu to Pasquale: e vero, perö, che il focus del passo n o n e tanto sul giorno della se t t imana (sebbene il dies dominicus non sia escluso dalla 'vigilia' ed 'antivigilia' [χθες και τρ ίτην ήμέραν] di Theod. Dan.-Sus. 1,15, se intese come indicazioni-simbolo del ' terzo giorno ' della Resurrezione), quanto sull ' interesse a d imost rare la consuetudine del passato biblico a parlare per 'figure' del Crista e della sua chiesa (in questo caso, mediante la tipologia 'Susanna/Chiesa ' - 'bagno/bat tes imo') . Quanto , poi, al secondo punto , diff ic i lmente esso puö sfuggire ad un collegamento con la cronologia delle Pasque storiche sottesa dal c o m p u t o Pasquale e con la lista di esse in Synagoge §§ 693 ss. ( ambedue concordi

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di Alessandro Severo. Infatti , se computati dal 13 marzo 222 d.C. (dies imperii di Ales-sandro Severo in accordo al Feriale Duranum e, perciö, in qualche modo ufficiale), i 13 anni e 9 giorni che la lista romana della Synagoge attribuisce all'imperatore (§ 778) portano, con calcolo compensativo, al 22 marzo 235 d.C., ossia alia domenica di Pasqua di quell'anno secondo il pinax pasquale della statua18. Pertanto, al di la dei paralleli profani al dato somma (che non tolgono nulla all'incertezza di fondo sulla data di morte di Alessandro), nel contesto della Synagoge e nel reticolo delle possibili relazioni entro la questione ippolitea questo risultato 'pasquale' del termine di chiusura dell'opera apre prospettive diverse dal cambio di regime ο fine di un'epoca che vi e comunemente intra-visto19: prospettive in base a cui non appare fuori luogo una verifica delle tematiche dell'opera sull'Ippolito Orientale ai fini di un suo apprezzamento storico come descriptio temporum che fa il paio con Giulio Africano nel rendere testo un sapere fortemente identitario come quello cronografico.

nell ' includere la Pasqua di Esdra tra le Pasque di rilievo del passato biblico e nell ' identificarla mediante u n intervallo di distanza dalla Pasqua di Giosia coerente con la peculiare esegesi degli ul t imi re di Giuda delineata da Ippolito in Dan. I 1-6: vd. M. Richard, C o m p u t et Chronograph ie [vd. no ta 13], 249-251 per la cifra di 107/108 anni dell ' intervallo 'Pasqua di Giosia-Pasqua di Esdra' dal c o m p u t o alia Synagoge; Andrei , La cronograf ia dei 70 anni [vd. nota 9], 45-47 e 53-59 per la posizione dell'esegesi ippolitea dei discendenti di Giosia in una cronografia dell'Esilio molto particolare).

18 R. L. Cleve, Severus Alexander and the Severan Women, Diss. A n n Arbor, Michigan 1982,338-342 (Feria-le D u r a n u m e dies imperii di Alessandro ); Leclercq, Art. Hippolyte (vd. nota 1), 2430-2431 (il 22 marzo 235 d.C. quale dies Dominicus Paschalis ed il mercoledi 18 marzo dello stesso anno quale XIV lunae).

19 Sebbene i 13 anni e 9 giorni attribuiti in Synagoge § 778 ad Alessandro Severo n o n manch ino di paralleli (vd. SHA, Al. Sev. LX 1 e, piü ambiguamente , Eutr. VIII 28: ... tertio decimo imperii anno et die nono), la cifra puo por ta re anche ad esiti diversi dalla fine di Alessandro e della dinastia severiana. Poiche il 10 luglio 221 d.C., data della cooptatio di Alessandro Severo tra i sodales Antoniniani (CIL VI, 2001, w . 9-10), e intravedibile come te rmine di decorrenza di questo principato dietro alcuni dati somma, quali i 13 anni, 8 mesi e 9 giorni del Chron . 354 d.C. ed i 14 anni di Hdn . VI 1,7 (Cleve, Severus Alexander [vd. nota 18]), appl icandolo alia cifra della Synagoge si perviene all 'ultima decade del luglio 234 d.C. (con conse-guenze disgreganti sul l 'opinione diffusa che vede un rappor to speciale tra il t e rmine di chiusura del-l 'opera ed il concludersi della dinastia severiana quale fine della pax Christiana). Che l ' impiego di una lista di imperator i romani a die in diem fosse impor tante per l 'autore ai fini dell ' individuazione non solo di un anno, ma anche di un giorno precisi d imos t rano l 'espressione έως της ένεστώσης ήμέρας (Synagoge §§ 1 ; 8 ) pe r indicare lo hic et nunc da cui egli guarda e scrive ed il dettaglio dei mesi in talune durate ed intervalli (Synagoge §§ 654 ; 686 ). Onde, a prescindere da altre risultanze che sono possibili, la decorren-za dei 13 anni e 9 giorni dal 13 marzo 222 d.C. (ufficiale dies imperii di Alessandro) mi sembra preferibile p ropr io per lo sbocco della cifra in un hodiernus dies di grande significato per l 'autore, dato che e quello dell 'ultima delle Pasque quae servantur in commemorationem Domini nostri (Synagoge § 699 ). Va inoltre notato che il t e rmine conclusivo dell 'opera e generalmente espresso secondo il numero ordinale, ossia come anno (il t redicesimo) ancora in corso (§§ 688 ; 699 ; 717 ); questo mi suggerisce che l 'autore possa aver lui stesso costrui to la cifra di 13 anni e 9 giorni in funz ione del dies dominicus Paschalis del 22 marzo, una volta che questa scadenza fosse stata superata. Se cosi, egli sarebbe stato l 'elaboratore di un dato s o m m a che le successive redazioni della Synagoge avrebbero contr ibui to ad immet te re l iberamente nella t radizione come durata complessiva del regno dell 'ultimo Severo. II cambio di imperatore occorso in quel per iodo (il 25 marzo 235 d.C. e la data della cooptatio di Mass imino tra i sodales Ant., m a quella dell 'uccisione di Alessandro resta sostanzialmente incerta: CIL VI, 2001, w . 13-14; 2009, w . 17-20; C. E. van Sickle, The Terminal Date of the Reign of Alexander Severus, CPh 22, 1927, 315-317; Cleve, Severus Alexander [vd. nota 18], 309 e 322, nota 90) puo per tanto considerarsi u n fattore piü occasionale che de te rminante ai fini della composiz ione dell 'opera.

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Dalle Chronographiai di Giulio Africano alia Synagoge di 'Ippolito' 119

Un alternativa a Giulio Africano La Synagoge come cronografia dei contenuti

La Synagoge si propone quale 'raccolta di tempi ed anni' dalla creazione all'a.A. 5738 ο 13° anno di Alessandro Severo (§§ 1 ; 8 ; 688 ; 700; 717 § ; 778). II termine 'Cronaca (Chronikä/Chronik) non sembra pertanto competerle ne come titolo, anche secondario (perche non piü identificabile tout court con i χρονικά della statua), ne per descriverla, dal momento che la defmizione di συναγωγή sottolinea un corso temporale visto prima di tutto come insieme/totalitä dei vettori che lo compongono (συν-) piuttosto che nel regolare succedersi ed incontrarsi degli intervalli (da... e fra. . .) . In quanto tale, essa trova un suo precedente nella Synagoge di Flegonte di Tralle riguardo alia terminologia20

e nelle Chronographiai ['Le molte scritture del tempo'] di Giulio Africano relativamente alia polimorfia del tempo cristiano: ma con significative differenze tra i due, poiche -laddove per Giulio Africano questa polimorfia si riferisce ai molti tempi particolari (= le scritture dei tempi locali), tutti trasformabili in coordinate del tempo esamillenario (= cronologia assoluta) - l'autore della Synagoge sembra percepire questo tempo e volerlo comunicare come globalitä dei contenuti e 'concentrazione mirata di essi (= in un punto 'x')21. Vedremo poi cosa significhi concretamente questo. Tuttavia, giä facendo i conti con le rispettive titolature, le due descriptiones temporum di etä severiana profilano orizzonti ed impostazioni differenti pur nell'utilizzo dello stesso modello di interpretazione della storia (l'esamerone cosmico).

L'opera, inoltre, indica nella κτίσις κόσμου il suo punto di decorrenza (§§ 1; 20) - il che implica tutta la creazione - ma calcola di fatto da quando Adamo fu creato 'a im-magine di Dio' (§ 22 ), owero dallultimo giorno di essa e secondo periodizzazioni άπό Αδάμ (§§ 24 ; 35 ss.). Anche qui sembra profilarsi una visione diversa da Giulio Africano, precisamente in merito alle potenzialitä cronologiche della settimana della creazione. Per Africano, infatti, Γ άπό Αδάμ significa un inizio del movimento temporale che esclude ogni valore cronologico alle fasi di creazione del tutto (dallo έν άρχη alia μία ήμέρα di Gen. 1 e 5) precedenti quella dei protoplasti22. Bisogna, allora, considerare attentamente 1 'ab Adamo della Synagoge, che tende la mano a quanto precede la crea-

20 FGrHist 257 Τ 3, § 1 (ολυμπιονικών και χρον[ικ]ών συναγωγή), titolo che appare preferibile - come in-dicazione di una 'raccolta' onnicomprensiva di tempi e vincitori olimpici sino all'etä contemporanea ed in sua funzione - ai piü semplici e generici 'Ολυμπιάδες (Τ 1; Ff. 1-3) e χρονικά (Ff. 15 e 16a); Andrei, L'esa-merone cosmico e le Chronographiae di Giulio Africano, in: La narrativa cristiana antica. Codici nar-rativi, strutture formali, schemi retorici, XXIII incontro di studiosi dell'antichitä cristiana, SEA 50, Roma 1995,169-183 per i modelli ed il significato della titolatura africanea.

21 II senso cronografico di questa'concentrazione' non va disgiunto dal"riunirsi" cristiano (di persone e po-poli) in Cristo (nel tempo attuale) ο insieme a lui (in un dato posto): vd. Just. dial. 80,1; Eus., d,e. II 1. II Cristo e, dunque, l'evento primario che orienta il confluire/'radunarsi' del tempo e dei suoi percorsi in un punto 'x' a cui Lui stesso da significato.

22 fr. 1 Routh (Reliquiae Sacrae II, Oxford 1846,238) e quanto osservo (sulla scia di W. Adler, Time Imme-morial. Archaic History and its Sources in Christian Chronography from Julius Africanus to George Syncellus, DOS 26, Washington, D.C., 1989, 44-46) nel mio: L'emergere (vd. nota 11) a proposito del parallelismo speculare, intravisto ed espletato da Africano, tra sesto giorno della creazione (scil.: dei protoplasti) e sesto giorno [millennio] del tempo del mondo (come quello deU'epifania/umanazione del Logos). Per un tentativo di contestualizzazione culturale del frammento africaneo, vd., in questo volume, G, Staab, Chronographie als Philosophie.

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zione dell'uomo (cio che lo evidenzia quale apice di tutta l'azione creativa), e il carattere di 'immagine' di Dio, che lo valorizza come punto reale di decorrenza , anche dal punto di vista degli sviluppi della descriptio temporum cristiana e della definizione dei suoi punti qualificanti. Nel prior libellus del suo Chronicon, Eusebio - in sede di costruzione della propria era ab Abrahamo — informa dell'esistenza di τινές suoi predecessor! che avrebbero ritenuto possibile un esordio cronografico dalla δημιουργία πάντων23. La notizia interviene nel quadro di una presa di distanza generale da una 'scrittura dei tempi' ab Adamo, ossia di smantellamento e nullificazione del modello esamillenario quale esempio eccellente di essa. Ma - poiche Giulio Africano non pare potersi com-prendere nella specificitä di posizione di questi τινές e non sono conosciuti altri predecessori di Eusebio di tanto rilievo cronografico da meritarsi l'onore di una nota (pur in forma di quorumdam opinio) da parte sua24 - non e fuori luogo veder rappresentata dietro questi τινές la complessa posizione della Synagoge su un ab Adamo che e complementarmente un ab origine (mundi)2S. Se cosi, sarei per vedere nell'ab Adamo/ab origine della Synagoge l'indicatore di una divergenza da Giulio Africano che suona come un correttivo al suo άπό Αδάμ e alia relativa esegesi della settimana della creazione nel senso del funzionamento cronografico. In sostanza, la diversa visione della totalitä del tempo cristiano e delle sue possibility di diventare scrittura dei tempi' che si profila dalle titolature delle due opere sembra evidenziabile giä dallo stesso punto d'awio del decorso temporale26. Ad essere sottolineato nella Synagoge quale terminus a quo del tempo storico non e, come in Africano, solo la creazione dell'uomo, bensi un atto creativo globale di cui la nascita di Adamo - εϊκών (seil: di Dio) rappresenta il culmine; da qui pare legittimo guardare alia specifica veste cronografica che in questo tempo assume la meta del sesto millennio - il 5502 quale anno mondiale (a.m./A.) dell'incarnazione e la chronologia Christi di tipo corto che vi e costruita (5502-5532) -come a differenze non tanto di dettaglio con Giulio Africano (nel cui sistema l'lncarnazione cade nell'a.A. 5501 e il Cristo, che pure patisce nell'a.A. 5532, conta pero

23 Eus., chron. 36,25-29 (ed. J. Karst, GCS 20, Eusebius Werke 5, Leipzig 1911); An. Par. 2, 166, 17 C r a m e r (Anecdota graeca e codd. manuscr ipt is Bibliothecae Regiae Parisiensis, 2 Vols., Oxford 1839).

24 Su opinioni afr icanee presentate da Eusebio in forma anonima, vd. O. Andrei , The 430 Years of Ex. 12,40, f r o m Demet r ius to Julius Afr icanus. A Study in Jewish and Chris t ian Chronography, Henoch 18, 1996, 38-40.

25 Per di piü a f ronte di m o m e n t i della confutaz ione eusebiana che r inviano a temi, inversamente analoghi, della Synagoge·, ad esempio, il mot ivo eusebiano dell 'appartenenza del Paradiso a d imens ione diversa da quella 'storica (donde l ' impossibilitä di de terminare il t empo ivi t rascorso da A d a m o e, percio, di una descriptio temporum che partisse da lui) e contrastato dall 'autore della Synagoge, lä dove ritiene i f iumi del Paradiso compiu tamen te rintracciabili su carta moderna , a m m e t t e n d o n e cosi il pe rdura re pur nella mutaz ione onomast ica (§§ 49-51 ; 140 ; 237-239 ).

26 Onde , negli sviluppi storici dell'era ab or., I 'autore della Synagoge sembra peculiarizzarsi per un ab Adamo che assomma l'atto creativo e, in parallelo, distingue entro di esso. L'cuto Αδάμ di Giulio Afr icano (che I 'autore probabi lmente giustificava, in sede di fr. 1 Routh, come inizio della storia u m a n a ) svolgeva, a sua volta, un ruolo diverso dall 'sb Adamo delle cronostoriografie giudaico-ellenistiche, m a anche dallo άπό κτίσεως κόσμου di Teofilo Ant iocheno, che includeva, genericamente e sconta tamente , la creazione del protoplasto (Autol. II 12 e III 28: R. M. Grant, Theophi lus of Antioch, Ad Autolycum, OECT, Oxford 1970). Rispetto ai predecessori , dunque , sia Giulio Afr icano che, in m o d o diverso, I 'autore della Synagoge incardinano 1 'ab Adamo nello statuto del model lo esamillenario.

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Dalle Chronographiai di Giulio Africano alia Synagoge di'Ippolito' 121

31 anni)27 quanto di opinioni complessive sul tempo del mondo ed i suoi significati universali'. Ma il discorso si apre allora anche alia possibilitä di un approccio diverso al grande intervallo "creazione-incarnazione" (Adamo - 5501, in Africano: creazio-ne/Adamo - 5502 nella Synagoge) da parte dei due cronografi, diventando cosi un pro-blema di scelta e disposizione di materiali (historoumena) entro l'architettura crono-grafica.

Ogni 'scrittura dei tempi' e, ineludibilmente, una questione di selezione di materiali narrativi (tempora e res) e di loro organizzazione in un dato modello in accordo alle ten-sioni e ai significati che il progetto dell'autore (apologetico, teologico ο quant'altro sia) vuole imprimergli in rapporto al proprio presente ο ad un momento storico ritenuto de-terminante. Ora, sia le Chronographiai che la Synagoge affidano ad un impianto di tipo narrativo il dispiego cronografico dellesamerone cosmico (escludendo con cio, per quanto sappiamo, ogni cedimento, anche di appendice, a quel formato tabulare che ca-ratterizzera, nella fase eusebiana, la cronografia cristiana)28: con una diversitä, pero, di materiali e di esposizione narrativa che rendono profonda la differenza tra le due opere.

Nelle Chronographiai di Giulio Africano, gli historoumena sono organizzati secondo una successione dei tempi fatta sistematicamente di intervalli di settore e di ομάδες (i dati somma in a. A. indicanti la posizione di determinati fatti nel filum chiliadico, owero la cronologia assoluta che segna anche il percorso sin Ii compiuto dal tempo del mon-do). Mano a mano che — secondo gli interessi di Africano ad evidenziare le "molte scrit-ture dei tempi" e la possibilitä di una loro reductio ad unum - intervengono le cronolo-gie particolari (da quella olimpica a quelle per anni di regno ed impero), le ομάδες acquistano la fisionomia del sincronismo complesso (incontro della cronologia chiliadi-ca assoluta con le coordinate che le corrispondono sul piano delle cronologie locali); cosi datata, la res in oggetto (al di lä dei suoi contenuti specifici e/o apparentemente circoscritti) diventa - grazie al carattere interrelato e alia varietä delle risultanze storico-cronologiche evidenziate dalla scrittura sincronica - un fatto 'globale' (μία πράξις) ο uni-versale29. Onde le prospettive totalizzanti del tempo cristiano risultano espresse attraver-so un dispiegarsi cronologico che i fatti (accuratamente selezionati dall'autore ai fmi della fabbricazione degli intervalli e della combinazione di essi con il modello esamero-nico) contribuiscono a sottolineare come successione ordinata ed interrelazioni signifi-canti. Se ne evince una visione generale in cui l'architettura temporale a base esamille-naria e vista in prospettiva sia diacronica che sincronica ed a farla funzionare come tale contribuiscono historoumena vari (biblici, extrabiblici, esegetici) e l'interesse manifesto a

27 Sui 31 anni della vita di Gesü in Africano vd. fr. 5 e 50 Routh ; sui 30 della Synagoge, vd. §§ 687 -688 (5738—206 = 5532): 698-699. L'opinione di una differenza solo di dettaglio con Giulio Africano puo anche sembrare appagante sulla base che le Chronographiai e la Synagoge concordano su una cronologia gesuana di tipo 'corto' (cioe fondata sulla durata annuale del ministero del Cristo dopo il battesimo) e che la comunanza della Synagoge con d e m e n t e Alessandrino su 30 anni complessivi della vita di Gesü (str. I 21,145,1-146,4) parrebbe individuare nei 31 di Giulio Africano una Variante da cui distinguersi e/o contro cui prendere posizione (Richard, Comput et Chronographie [vd. nota 13], MSR 8,1951,19-50).

28 Andrei, L'esamerone cosmico (vd. nota 20), 175-177; per la 'rivoluzione' eusebiana nel senso del formato, vd. A. Mosshammer, The Chronicle of Eusebius and Greek Chronographie Tradition, Lewisburg 1979; Β. Croke, The Originality of Eusebius' Chronicle, AJPh 103,1982,195-200.

29 Andrei, Cronografia giudaica (vd. nota 11), 80-81.

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costruire quelle connessioni in grado di disvelare ai lettori i misteri di un tempo e di una storia cristianamente indirizzati.

Dal canto suo, la Synagoge presenta il tempo esamillenario secondo una prima cro-nologia biblica a tre settori - Adamo/Esilio - Esilio/Cristo (nascita di) - Cristo/hodier-nus dies (13° anno di Alessandro Severo: §§ 686-688 ) - ed un'altra, distinta, ab Adamo costruita sugli intervalli tra le pasque bibliche sino al Cristo e, da qui, all' hodiernus dies (§§ 8 e 689-700 ). Le due cronologie hanno in comune il settore Adamo-Esodo/deserto (§§ 620-630 ; 689-693 ) ed i 236 anni 'Cristo (nascita di) - 13° anno di Alessandro Severo' (§§ 687 e 698-699 ) e restano autonome per l'intervallo di mezzo; onde possiamo parlare di una cronografia costruita secondo uno sviluppo ad Y (un primo tratto comune, poi due itinera diversificati) che si riunisce (συνάγειν) in Cristo per poi proseguire come filum unico sino all'"oggi". II materiale narrativo e - in accordo alia capitulatio d'esordio (§§ 2-18 ) e alia sequenza degli argomenti nel prologo (§§ 19-20 ) -disposto in rubriche, ossia secondo tranches corrispondenti a periodi e momenti della storia biblica, ad elenchi di nomi (patriarchi, profeti e profetesse, re degli 'Ebrei' e di Samaria, gran sacerdoti), nonche a quelle liste di serie (olimpiadi, re persiani, ellenistico-macedoni ed imperatori romani) il cui impiego "segna" la cronografia cristiana sin da demente Alessandrino e Giulio Africano, ma - specificatamente in quest'ultimo - in coesione stretta con il filum chiliadico (che esse contribuiscono a formare e dipanare), in regolare sequenza tra loro (secondo il modello/mistero storico della translatio imperii) ed in coordinazione con il sistema olimpico e la relativa cronologia30. Nella Synagoge, peraltro, il tempo greco delle olimpiadi dai suoi esordi all'attuale (§ 10 ) risulta un argomento narrativo tra altri ed e trattato come serie cronologica globale (253 olimpiadi per un totale di 1012 anni), apparentemente priva, pur nelle sue ripartizioni, di connes-sioni con le altre cronologie e la relativa strumentazione (§ 717 )31. In sostanza, il tempo esamillenario dell'opera vive fuori di quelle Strategie cronografiche che fanno della cronologia ab Adamo di Africano una cronologia comparata (cioe, evidenziata, oltre che come iter rectum, anche nel dispiegarsi laterale del decorso), per fare perno solo sulla continuitä. Su questo plat fond, gli historoumena presentano una disposizione a compartimenti che - stando al proemio - e intesa rispondere ai bisogni di un'informa-zione completa (nei contenuti), esatta (perche prodotto di corretta interpretazione scrit-turaria) e, percio, autenticamente in grado di soddisfare ed "indirizzare" la φιλομαθία di un audience cristiano32. Tra questi compartimenti spicca - per la sua estensione nell'e-conomia attuale dell'opera (§§ 44-613 ) - il settore a due piani del diamerismos (tavola

30 Clem., str. I 21,128,1-129,2 (liste persiana e greco-macedone); 144,1-5 (duplice Iista degli imperator i ro-mani) , a mio a w i s o il p r i m o tentativo di par te cristiana di t radur re in cronograf ia il model lo storiografi-co della translatio imperii ο del passaggio dell 'egemonia mondia le da un impero ad u n altro (per l 'utiliz-zo di questa teoria nei vari cristianesimi, vd. recentemente H. Inglebert, Interpretat io Christiana. Les m u -tations des savoirs [cosmographie, geographie, e thnographie , histoire] dans l 'ant iqui te chret ienne [30-630 apres J.-C.], CEA-Serie Antiquite 166, Paris 2001, 343 ss.). Per Giulio Afr icano e l ' incrocio della translatio imperii con le cronologie relative (= serie olimpica) e rilevante Eus., d.e. VIII 2,50-53: Syncellus, 392-393.

31 Andrei , L'emergere (vd. nota 11), anche per Γ influenza della Chilieteris di Asinio Quadra to sul tratta-men to del materiale ol impico nell 'autore della Synagoge.

32 Vd. lo sti lema - inequivocabi lmente cristiano (Iren., haer. I, Pr. 2 [SC 264,22); Hipp., antichr. I 1 e LVII) -αγαπητέ μου άδελφέ /άδελφέ τ ιμιώτατε (§§ 19; 240), un singolare dietro cui si intravede u n audience col-lettivo.

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Dalle Chronographiai di Giulio Afr icano alia Synagoge di 'Ippolito' 123

della disposizione delle terre e dei popoli nati dopo il diluvio: §§ 44-239 ) - stadiasmos (mappa delle distanze entro il Mar Mediterraneo: §§ 240-613 ); a dimostrarne il peso entro il progetto complessivo contribuiscono il carattere di crescita su se stesso confer-itogli dai frequenti interventi dell'autore (§§ 202-203 ; 224-225 ; 236 ) cosi come l'occor-rere di un secondo proemio a connessione tra le due parti (nella forma di risposta a nuove domande di φιλομαθία, soddisfabili con dosi ulteriori di informazione accurata: § 240 ). Dovro valutare in altra sede, per l'ampio spettro delle problematiche coinvolte, l 'importanza di questa sezione in termini di rapporto "tempo - spazio" universali. Qui preme evidenziare come la varietä delle tranches contenutistiche (bibliche, ma anche ex-trabibliche) funzioni nella prospettiva della completezza e che molte delle liste e dei vettori cronologici hanno nel Cristo e nel suo tempo ο il loro sbocco ο una ripartizione di rilievo33. In sostanza, Yiter esamillenario e trattato nella Synagoge come una grande corsia esaltata nelle sue prospettive universali da tutta una serie di res che la percorrono in quella direzione e la programmano in quello sbocco.

Cosi, nelle due 'scritture dei tempi' di etä severiana, l'esamerone cosmico viene trat-tato nelle Chronographiai dal punto di vista della possibilitä di fare tempo universale cristiano grazie alle sue implicazioni unificanti e nella Synagoge da quello dei contenuti, delle trame e delle occasioni che ne fanno (il) palcoscenico di (una) storia. Non e un caso, allora, che anche il vocabolario dei tempi risulti diversificato. Quello di Giulio Afri-cano e fatto di χρόνοι, ετη e di tutto quanto denota la contemporaneity (συν-) e la 'oriz-zontalita unificante (όμο-): in accordo ad un corso storico che si percepisce e si vuole comunicare come tempo 'globale per il suo esprimersi nei sincronismi e nel parallelismo delle coordinate34. Quello della Synagoge (evidente soprattutto dal proemio: §§ 19-21 ) e formulato, per sua parte, in χρόνοι, ετη e καιροί: owero, secondo tempi (di lista e/o di serie, che contribuiscono a fare periodo e totale di settore) ed anni (di singole durate, nonche di totali di settori trattati in veste di addendi), ma anche momenti e circostanze: in accordo all'interesse dell'autore piü per il dramma, i suoi atti ed i suoi protagonisti che per la complessitä architettonica del palcoscenico su cui esso si svolge.

Stanti tali differenze di percezione e trattamento di una materia comune (il modello esamillenario), sarei per rafforzarmi nell'idea che nella Synagoge sia da vedersi una pro-posta di utilizzo di questo modello volutamente alternativa allesperimento di Giulio Africano35, al quale essa risponde con un'impostazione, un arrangiamento cronografico del filum chiliadico ed una scelta/organizzazione dei materiali intesi a fare differenza: in sostanza, con una riformulazione della risorsa cronografica la cui Weltanschauung, per piü versi e stimoli, risulta consentanea con l'ambito dell'Ippolito esegeta e la sua Logos-theologie.

La "teologia del Logos" e, come noto, un argomento del dibattito cristologico di fine II - primi decenni del III sec. d.C. e - quale tappa del percorso di autodefinizione

33 Cosi la lista delle pasque storiche e la notizia sulle olirapiadi per l 'evento Cristo quale taglio riparti t ivo di rilievo (§§ 697-699 ; 717 ); per le liste secondo ονόματα e la loro funz ione cristocentrica, vd. infra, 130-139.

34 Eus., p.e. X 10,1-23 (fr. 22 Routh): όμόχρονος , συγχρονίζω (§§ 2 -3 ); συντρέχειν , συμφωνεϊν (§§ 4-6 ); παρατιθέναι (§§ 18-20) .

35 Andrei , L'emergere [vd. nota 11],

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cristiana in senso trinitario — anche fattore rilevante di costruzione identitaria36. Altret-tanto noto e come siano state proprio questioni di Logostheologie a stabilire quella diver-sitä d'autore tra il Contro Noeto e ΐ El. che avrebbe dato il via alia questione ippolitea, sfociando nei suoi esiti attuali37. Onde - ora che la figura dell'Ippolito scrittore appare sostanzialmente quella del commentatore indefesso delle Scritture38 - e possibile valuta-re bene il posto della sua "teologia del Logos" nello sviluppo dell'idea (cristiana) della continuita tra i Testamenti, ma anche del sapere cronografico come rappresentato dalla Synagoge.

Secondo l'esegeta, una volta esternato dal Padre nei modi (καθώς) e nei καιροί da questi stabiliti, il Logos/Sapienza di Dio (destinato a futura umanazione, negli ultimi tempi, nei Cristo Gesü) diventa il vero protagonista della storia come economia salvifica attraverso una presenza ed un dinamismo in ogni tempo che si esprimono in forme, figure ed occasioni esemplari39. La prima di queste occasioni e la creazione medesima, attuata ed ordita come un tutto da Dio grazie al Logos quale strumento polifunzionale e con la plasmazione divina dell'uomo Adamo quale culmine di essa perche fatta su mo-dello (είκών) del Verbo medesimo: questo l'uomo che - dopo una condizione storica di peccato - il Logos divenuto carne avrebbe, ad immagine di se, resuscitato dai morti quale 'corpo puro e senza macchia', ossia 'senza vizio di colpa'40. A questo ruolo del Logos come tramite dell'azione creativa e modello della creatura ultima ed eccellente (ruolo ben diverso da quello che gli presta, nella stessa occasione, l'autore dell'Ii/.)41, riconduco-no occorrenze significative, quali: a) 1'esegesi di ήμερα μία in [LXX] Gen. 1,5 nei senso dell'unitä creazionale della settimana delForigine (a prescindere dalla distinzione 'inter-

36 Con questo t e rmine va intesa la posizione cristologica che considera il Logos (= Figlio) di Dio p r ima im-manen te e, poi, generato da Dio Padre in dist inzione da se ed in funz ione della creazione e del governo del mondo . Sul tema, vd. soprat tut to M. Simonetti , II p roblema dell 'unitä di Dio da Giust ino ad Ireneo: il p roblema del l 'uni tä di Dio a Roma da d e m e n t e a Dionigi, RSLR 22, 1986, 201-239 e 439-474 (ora in: Simonett i , Studi sulla cristologia del II e III secolo, SEA 44, Roma 1993, 71-215); Id., Roma cristiana tra II e III secolo, VetChr 26,1989,115-136: 123 ss.

37 Tra cui la significativa posizione, anche cronologica, di Noet. nella p roduz ione ' ippolitea quale manifes to di questa Logostheologie·. Ricerche su Ippolito (vd. nota 2), 126-136 [Simonetti]; Simonett i , Ippolito. Con t ro Noe to (vd. no ta 2), 40-46. Per le differenze di sostanza tra l 'autore di Noet . e quello di El. nell' am-bito di una c o m u n e posizione cristologica, vd. Ricerche su Ippolito (vd. nota 2), 97-120 [P. Meloni j ; Simonett i , Ippolito. C o n t r o Noe to (vd. nota 2), 52-58.

38 Alio stato attuale degli studi, i commenta r i 'ippolitei' (seil.: dell 'Ippolito Orientale) sono i diciotto elencati in Cerrato, Hippolytus between East and West (vd. nota 2), 127-128 (su cui vd. M. Simonetti , rec. a J. A. Cerrato, etc., Aug. 43 ,2003,511-520: 517-518).

39 Noet. , X 1-4: XVI 4 e 7. Sul punto , vd. A. Zani, La cristologia di Ippolito, Ricerche Scienze Teol. 22, Brescia 1984.

40 Dan. II 27,6-8; Noet . XVII 2; Zani, La cristologia di Ippolito (vd. nota 39), 178-182. 41 Infatti, in El. X 33,2-10 il Logos, in ordine alia creazione del tutto, fo rma l ' uomo essenzialmente come

sintesi di tut te le sostanze e nella capacitä di volere e non volere (donde il successivo invio della Legge quale s t rumen to pedagogico) , m a non quale immagine di Dio e/o immagine di se. II passo scri t turario di par tenza pare qui Gen. 2,9-18, la dove Ippolito, par lando dell 'uomo plasmato dal fango come είκών ιδία (seil.·, del Logos; vd. nota 40), congiunge in un unico atto creativo a piü facce i due passi biblici sulla crea-zione del protoplasto, Gen. 1,26 - 27 e 2,7: un'unitä scritturistica e creazionale a cui, in funz ione anti-gnostica, pare alludere fr. 3 in Gen. [ad Gen. 2,7] (GCS, Hippolytus Werke 1,2,52 Achelis).

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na' dei giorni e dei creata)42, un'unita che le deriva probabilmente dall'essere, come un tutto, il primo campo d'azione del Logos perche causa della generazione di questi da parte del Padre; b) il titolo di 'profeta conferito, insieme ad un vocabolo d'azione tipico della profetologia 'ippolitea', ad Adamo in merito all'atto del coprirsi con foglie di fico in Gen. 3,7 (atto visto come scelta/figura di una colpa che sarebbe divenuta condizione storica di peccato)43: onde la valenza 'profetica' di Adamo consisterebbe nellessere tipo dell'azione del Logos sia prima della disubbidienza (come Tigura' della carne incontami-nata poi resuscitata dal Cristo) che dopo (quale preannuncio di quella carne 'macchiata' in cui il Cristo si sarebbe inserito per riplasmarla al nuovo)44; c) Findicazione dell'inizio dei 5500 anni totalizzati dai χρόνοι sino alia parousia (owero a quella nascita che, quale sinonimo di incarnazione, e per Ippolito il fine di ogni precedente attivita del Logos) nella forma di άπό καταβολής κόσμου καΐ άπό Αδάμ, con 1'άπό Αδάμ specificatamente riservato, nello stesso contesto, al vero e proprio totale degli anni del mondo (Dan. IV 23,2-3). Poiche quest'ultimo punto presuppone il fondamento ideologico dei precedenti due (cioe, il Logos come cuore e motore della settimana della creazione) e ricorre, altresi, in un'opera (il Commentario α Daniele) ed in una sezione ove i 6000 anni della durata del creato ricevono organizzazione e ripartizione definitive (pronti, cosi, per diventare oggetto di "scrittura dei tempi")45, non vedo problemi nell'agganciarlo, con i suoi presupposti, alia Synagoge e alia duplice fisionomia del suo terminus a quo: άπό κτίσεως κόσμου e άπό Αδάμ (immagine di Dio perche immagine della sua immagine, il Logos)46. Onde, come inizio specifico del movimento temporale, la sua funzione in termini di polemica anti africanea consiste nel tradurre in descriptio temporum una visione esegetica di lunga data ritenuta dall'autore tanto importante da doverne far pesare la mancanza nel predecessore mediante una riformulazione apposita del suo ab

42 Fr. 1 in Gen. (ad Gen. 1,5), 51 [vd. nota 41]; per Giulio Afr icano il μία di [LXX] Gen. 1,5 equivale sostan-zialmente a πρώτη (fr. 1 Routh; Cod. Par. Gr. 1115, r. 5 in: A. Alexakis, Codex Parisinus Graecus 1115 and its Archetype, Washington D.C., 1997,86-87).

43 Fr. 5 in Gen. (ad Gen. 3,7), 53 [vd. nota 41], Per Adamo profeta di se stesso (come storia dell 'umanita) , vd. Synagoge § 719 (la lista dei profeti, su cui vd. infra, 131-134). II verbo (έπι)δείκνυμι e un termine tipico della cristologia ippolitea: indica, infatti, l 'azione di Dio dell 'esternare il Logos in sua dist inzione e del render lo evidente al m o n d o (Noet. X 3; IV 11) cosi come quella di figure ed eventi pensati e p rogrammat i , su modulaz ione del Logos, a profezia della sua fu tura umanaz ione (ad es. antichr. XXVI 2 e - pe r la speciale attivita ' indicatrice' di Giovanni Battista - XLIV 2-XLV 1; Noet . XII 1-2). II ruolo di A d a m o quale 'preannuncia tore ' /profe ta e qui ricavato mediante funzionale passaggio dal plurale di [LXX] Gen. 3,7 (έποίησαν: seil. Adamo ed Eva) al singolare έποίει (seil, il solo Adamo) .

44 Per l'idea della r ip lasmazione (άνάπλασις), nel Cristo incarnato, di A d a m o pr ima della disubbidienza (sviluppo peculiare dell 'analogia - reeapitulatio 'Adamo-Cristo') , vd. Cant . XXV 5,47 (CSCO 264 Iber. 16); antichr. XXVI 2; Dan. IV 11,5; fr. 2 in I Reg. (ad I Reg. 2,5), 121 (vd. nota 41), con l ' identificazione, nell'essere in tervenuto nel seno di Maria, tra Logos pr imogeni to di Dio e u o m o p r imo nato, aff inche il Logos pr imogeni to venisse most ra to in logica congiunzione con il proptoplasto'. Si not i come l ' incarna-zione - per Ippolito una άνάπλασις - sia invece per l 'autore di EL, su diversa percezione e r isoluzione dello stesso materiale paolino, una καινή πλάσις (Χ 3 3 , 1 5 ) .

45 Andrei , La formazione di un modu lo storiografico cristiano (vd. nota 12), 162-165. 46 N o n trovo ragione alcuna (pace M. Richard, Un f ragment inedit de S. Hippolyte sur Genese IV, 23, in: M.

Richard, Opera Minora , Turnhout -Leuven 1976, 394-400: 395 nota 7) per r i tenere la nota di Synagoge 5 23 ( κ α τ ' ε ι κ ό ν α θεοϋ έποίησεν αύτόν) un'aggiunta posteriore ο una semplice eco letterale di Gen. 1,27. Questa nota mi sembra, invece, una traccia della complessa antropologia ippolitea del l 'uomo opera di Dio su model lo del Logos da Lui esternato che va da Dan. II 27,6-8 a Noet. XVI 4.

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Ad. (in ab or./Ad..). L'esegesi scritturale ippolitea del primo intervento del Logos come strumento di Dio dopo la sua esternazione dal Padre diviene cosi cronografia47.

Non diverso e il tenore del filo rosso intravedibile tra la presenza del Logos ad ogni livello della storia quale si profila dai commentari ippolitei e talune tranches contenu-tistiche della Synagoge: tali (lasciando per il momento da parte le liste di tipo cronogra-fico) quelle secondo ονόματα (di patriarchi, profeti e profetesse, re "ebrei" e gran sacer-doti). II fatto che, ad es., la lista dei patriarchi sia espressamente indicata nel proemio in termini di 'convergenza e sbocco del seme di Israele' nel Cristo (§ 20 ) e che un'apposita sequenza dei re di Giuda venisse contemplata a parte ed in distinzione dai veri e propri tempora regum (§§ 7 e 14 ) suggeriscono un interesse evidente a distinguere un contenuto da quanto fa architettura cronografica48. Sono persuasa che, nel caso di queste liste per ονόματα, si abbia a che fare con quella concezione di διαδοχή (successione) tipica delle scuole ellenistiche, su cui il pensiero cristiano stava allora rimodellando il passato vetero testamentario onde affermare, attraverso la dimensione diacronica, la continuitä dei suoi molti τά πάλαι con Γ "attuale" del Cristo e della Chiesa in una sorta di onnipresenza cristiana nella storia deH'umanita.

L' ambito di applicazione piü noto di tale tema e quello della "successione" dei profeti sino al Cristo. Nella misura in cui arriva a farsi testo in forma di τάξις (= lista ordinata), questa sembra presupporre preoccupazioni antimontaniste (ossia, regolative della pro-fezia veterotestamentaria contro quelle continuitä nel presente che i seguaci di Montano individuavano entro i propri gruppi e collocavano in sequel ininterrotto con essa), ma anche sfondi antignostici (la dove la considerazione dei profeti biblici sino a Giovanni il Battista come 'falsi profeti' coincideva con la completa svalutazione di tutta l'economia veterotestamentaria, dominata dal demiurgo e dalle sue truppe). Onde la sequenza dei profeti sino a Giovanni aveva la funzione di un "canone" chiuso (dal punto di vista del profeta 'individuo' mediatore di Dio), che fondava il trasmettersi e la presenza perdura-tiva del carisma solo entro il 'sistema Chiesa, le sue burocratizzazioni e le sue eticiz-

47 In Noet. XIV (dove l 'autore insiste sul Logos/Figlio esecutore obbediente e t ramite di realizzazione, da sempre, della volontä di Dio/Padre) e da vedersi la base ideologica che por ta alia part icolare f is ionomia del terminus a quo del movimento temporale (cosi come alia singolaritä di s t ru t tura e contenut i che ve-d r e m o in seguito) evidente nella Synagoge.

48 O n d e non e assolutamente det to che la lista dei re di Giuda del Coisl. gr. 120 (§ 721 ) contenesse, nell 'ori-ginale, le cifre di dura ta alia stregua della sequenza dei tempora regum (§§ 654-678 ): anzi, e possibile che il Coisl. Ie abbia in t rodot te sulla scia della successive lista dei re di Samaria (§§ 722-739 ), dove - come suggerisce il resto della t radizione (1. gen. I e 1. gen. II) - i totali di regno erano previsti e segnalati. II fatto che, nella capitulatio, la lista dei re di Giuda di utilizzo cronograf ico sia indicata negli stessi te rmini di quella dei re di Samaria (§§ 7 ; 15 ), compresa la segnalazione degli anni di ciascun sovrano, depone per una diversa funz ione dell 'elenco 'secondo nomi ' (§ 14 ). £ come dire che, per l 'autore della Synagoge, l'es-sere stato re di Giuda dal pun to di vista del decorso temporale non significava necessar iamente essere "re degli ebrei", o w e r o t ramite del perpetuarsi dell'Israele autentico sino al Cristo. II p roblema e, natural-mente , da leggersi alia luce degli antenati del Cristo secondo la carne delle genealogie evangeliche di Matteo (1,1-16) e Luca (3,23-38), che presentavano non pochi problemi di r iscontro (biblicamente par-lando) quanto ai n o m i ed al loro numero ; lo stesso Giulio Africano, nel conclusivo libro V delle Chrono-graphiai, sottolineava come la 'scrittura (seil.·, l 'evangelista Matteo) potesse operare sulla biblica succes-sione dei re di Giuda anche in te rmini di omissioni, piü che giustificate, di alcuni di essi (fr. 49 Routh [296]).

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zazioni49. Non v' e dubbio, allora, che la successione profetica della Synagoge - declinata al maschile (Adamo - Giovanni Battista: §§12 e 7 1 9 ) e a l femminile (Sara - Maria ver-gine: §§ 13 e 720 ) - vada vista su questo sfondo ideologico, dovendosi cosi riconoscere, nella branca femminile di essa, implicazioni piü che mai antimontaniste e - qualora si voglia pensare al profetismo femminile pagano quale ulteriore oggetto di polemica -anche globalmente differenzianti (dunque, di tipo identitario)50. Per altro, ciö non toglie che - come tema profetologico in se ed argomento di descriptio temporum - la succes-sione profetica a due fila della Synagoge risulti meglio comprensibile alia luce dello spazio che il dispiegarsi del carisma profetico assume, nell'esegesi ippolitea, quale sfera d'azione e forma privilegiata di intervento del Logos nella pre-incarnazione: un ambito che vede il Verbo di Dio agire sia come stimolo della profezia (cioe come strumento induttivo dello spirito profetico) sia (relativamente alia futura umanazione e ai suoi contesti) come oggetto dei saperi e delle forme profetiche. Onde, non soltanto la men-zione dello spirito in connessione con i "profeti" risulta costante in questa esegesi51, ma

49 Sul problema della r idef inizione e riorganizzazione del carisma profet ico e del suo πάλαι veterotes tamen-tario in funz ione del sistema 'Chiesa, vd. D. E. Aune, La profezia nel p r i m o cris t ianesimo ed il m o n d o me-di terraneo antico, trad.it., Bibl. Storia e Storiografia dei tempi biblici 12, Brescia 1996, 350 ss. (presenta-zione e discussione del dossier); Η. Paulsen, Papyrus Oxyrhinchus 1.5 u n d die Δ Ι Α Δ Ο Χ Η Τ Ω Ν Π Ρ Ω Φ Η -Τ Ω Ν , N T S 25,1979, 443-453 (sul costituirsi di taxeis prophetikai di t ipo montanis ta , ma anche an t imon-tanista, mirate alia fabbricazione di u n o speciale status profetico in grado di essere t rasmesso entro la comuni tä) ; G. Filoramo, Vero e falso profeta in Origene. Riflessioni in margine alla profetologia, in: R. Barcellona/T. Sardella (a cura di), Munera amicitiae. Studi di storia e cultura sulla Tarda Antichitä offert i a S. Pricoco, Catania 2003, 163-185 (sulle rinegoziazioni dei doni dello Spirito ent ro il model lo gerar-chico ed ist i tuzionale della Chiesa).

50 £ probabile che la decl inazione al femmini le 'Sara-Maria vergine' rappresent i una risposta al profe t i smo femmini le dei montanis t i . In tale ottica, la lista p u ö risultare parte di un apprezzamento del ruolo fem-minile nel l 'economia della salvezza (nel senso di una tendenza universalistico-egualitaria che coinvolge anche le f igure di d o n n a dell 'antico e nuovo Testamento, senza, perö, che questo implichi una legitt ima-zione di ruoli oramai fuor i n o r m a nell'attuale modello ecclesiale, perche terminat i in Cristo), che Ippolito manifesta, in sede di c o m m e n t o al Cantico dei Cantici, mediante l'esegesi di Mar ta e Maria test imoni della resurrezione e, percio, figure simbolo della redenzione della femminil i tä corrottasi in Eva (al riguar-do, vd. Cerrato, Hippolytus between East and West [vd. nota 2], 194 ss.). La presenza di una lista simile in Clemente, elaborata in chiara contrapposizione al profe t ismo pagano, anche femmini le (str. I 21.108,1-3: 132,2-136,2), suggerisce che questo recupero delle antiche donne-profe ta p u ö essere stato incentivato anche da u n in tento di dis t inzione/differenziazione dalle profetesse pagane (vd. l 'articolata d imostra-zione anticelsiana di Or., Cels. VII 4 ss.). Per quanto r iguarda i nomi, l 'elenco della Synagoge, t e rminando con Maria vergine (in cui lo Spirito santo entra per permet tere l ' incarnazione del Logos), r i sponde al pr incipio del chiudersi della profezia sub Christo (sul versante maschile, Giovanni Battista). Maria e pre-ceduta da Elisabetta, m a d r e di Giovanni (in accordo a Luc. 1,41-45) e da una A n n a (sub Christo: 1. gen. I) che e probabi lmente da identificarsi con la A n n a ττροφήτις di Luc. 2,36 menz iona ta in Noet. XVIII 6 quale ' test imone' del Cristo insieme al Simeone della per icope lucana (e non con la madre di Maria, come intende 1. gen. II). Dell 'originale della Synagoge puö, forse, aver fatto par te anche I'Anna mater Samuhelis di 1. gen. II, f igura di Maria madre di Cristo secondo i f r ammen t i ' ippolitei ' del Su Elcana ed Anna (fr. 1-3 in I Re, 121-122 [vd. nota 44]). Per Debora ed Holda quali esempi profetici del passato veterotestamen-tario (Synagoge §§ 634 ; 638 ), vd. Clem., str. I 21, 110,1-2: 120,2, 136,1; Or., hom. 5 in lud. 2; quanto a Mir iam, sorella di Mose, la sua inclusione nella lista deve senza dubb io molto a [LXX] Es. 15,20 (προφήτις) , ma per l 'autore della Synagoge essa e soprat tut to la sorella di ben due 'profeti', Mose ed Aronne (§ 719 ), onde il testo di 1. gen. II (Maria soror Aaron et Moysi) e preferibile a quello di 1. gen. I (Maria soror Moysi). Per Sara e Rebecca, vd. infra (nota 53).

51 Antichr. II 1 e XII; Dan. Ill 2,3; Noet . XI 4; benjac . 19, pp. 82-84 (PO 27); Zani, La cristologia di Ippolito (vd. nota 39), 196 ss. pe r il particolare rilievo, anche terminologico, dato dallesegeta ai profeti . Per la dif-

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"profeta" e qualifica che — al di lä dei professionisti della parola autori dei libri omonimi - spetta, per Ippolito, ad ogni personaggio della storia sacra che, tramite azioni e benedi-zioni, rientri nel sistematico intreccio dei typoi e delle figure-preannuncio dellevento Incarnazione52. In questa ottica, la lista - nei nomi che la compongono ed in certe note ο vocabolario di corredo - tende sistematicamente la mano agli scritti esegetici53; di piü -nella veste di corpus propheticum colto come taxis in crescita sino al Battista54 - tale lista trova un puntuale parallelo espressivo nel paragone ippoliteo di tutti i profeti a stru-menti musicali suonati individualmente ma accordati tra loro come un tutto dal Logos in funzione della sua futura comparsa tra gli uomini55. Se, dunque, corpus propheticum ed armonia dell'insegnamento sono il frutto di una preparazione ed istruzione costanti

ferente impostaz ione del t ema profetologico in El. X 33 (un tema che appare cosi una risorsa identitaria comune, m a diversamente percepita ed orientata), vd. E. Norelli, Alcuni te rmini della 'Confutaz ione di tutte le eresie' (Elenchos) ed il progetto dell'opera, in: C. Moreschini -- G. Menes t r ina (a cura di), Lingua e teologia nel cr is t ianesimo greco, Religione e cultura 11, Brescia 1999, 95-123: 121-123.

52 Cosi, oltre ai profet i canonici , Mose (defini te 'profeta' in accordo a Deut. 34,10: benMos. p. 130,1; 170,1; 177,4 [PO 27] e, p r ima di Ippolito, Iren., dem. 43 [SC 62, 99 Froidevaux]); Isacco (benjac. 3, p. 12,7; 6, p. 22,2; 7, p. 24,3 e 5; 8, p. 32,10; 10, p. 40,6-9 [vd. nota 51]), Giacobbe (antichr. VII 1, προαναφωνε ϊν : VIII 1, προφήτης; benjac . 11, pp. 46,11 e 48,3; 13, p. 54,7.10; 13, p. 60,2 e passim; benMos. proem. , p. 117); Giosue (Cant. II 22,29 [vd. nota 44]); David, autore del Salterio ma anche 'figura' del Cristo per le sue opere (Dav. et Gol., IV 3, e I - I I 1 [CSCO 264 Iber. 16); Salomone (Cant. I 6 e 9, 23-24 [vd. nota 44]); Zani, La cristologia di Ippolito (vd. nota 39), 196-197.

53 Per A d a m o ('profeta' giä in Theoph. , Aut. II 28 e, poi, in Or., Cant. II 8,5; princ. I 3,6), vd. nota 43; per Isacco, Giacobbe e Mose, vd. nota 52; per Noe ('profeta, in accordo alle benediz ioni su Sem in Gen. 9,26, giä in Iren., dem. 21 [SC 62, 62-63 Froidevaux]), vd. Cant. II 10,28 [vd. nota 44]; quan ta ad Abramo, il punto di par tenza έ cer tamente Gen. 20,7 (dove l'appellativo di 'profeta' e messo in bocca a Dio) e questo puo aver coinvolto anche la tipologia profetica di Sara (Synagoge § 720 ); pe r Rebecca, sposa del 'profeta' Isacco e lei stessa ' f igura ' -preannuncio dei fu tur i della Chiesa, vd. benjac . 4, pp. 14,10 ss. e 18,5-10; per Simeone, qui Christum in manibus tulit e con temporaneo della 'profetessa' Anna, vd. Noet. XVIII 6; quanto alio specifico ambito d'azione giovanneo di "indicare" fat t ivamente il Cristo come agnello di Dio, vd. antichr. XLIV 2 e XLV; Dan. IV 57,2-3; Noet. XVIII 6 (δακτυλοδεικνούμενος) . Per individualizzare meglio la lista della Synagoge ed il suo contesto esegetico, meri ta sottolineare due cose: i) poiche in Ireneo il p r imo profeta e Mose (dem. 43 [SC 62, 99]), questa lista, nel settore 'Adamo-Giacobbe', risulta in qualche m o d o u n comple tamento in funz ione e nella prospett iva della taxis prophetike; ii) il 1. gen. II include, tra A d a m o e Noe, il n o m e di Henoch, considerate una glossa da Helm/Bauer , Die Chron ik (vd. nota 4), 126, ad loc. Ma la sua presenza nel testo originale va r iconsiderata alia luce del cont r ibu te ' ippoliteo' all ' identificazione dei due profeti escatologici di Ape. 11,3 ss. (qui senza nome) con Henoch ed Elia, di cui l'esegeta sottolinea il ruolo e l 'azione di preannuncio del t empo della fine pr ima di venire uccisi dall 'Anticristo (antichr. XLIII 2; XLVI 2 e XLVII; Dan. IV 35,3 e 50,1; E. Norelli (a cura di), Ippolito. L'Anticristo, BP 10,Firenze 1987,227-230).

54 Con il quale l 'azione profetica passa decisamente e defini t ivamente dalle parabole, figurazioni ed enigmi della fase storica pre- incarnazione al mostrare aper tamente e con libertä di parola (παρρησία) l 'oggetto, o rmai presente nella carne del Cristo, della pol imorfa attivitä profetica (Zani, La cristologia di Ippolito [vd. nota 39], 219). C o n questa chiusura della profezia nel Cristo e con Giovanni Battista (non contra-stante con il ruolo di profet i che Ippolito attribuisce agli apostoli Paolo e Giovanni in vir tu dei loro pre-annunc i escatologici: Zani , La cristologia di Ippolito [vd. nota 39], 197, nn . 195-196) concordano quei passi in cui, nel 'dopo Cristo', l 'azione del Logos mediante lo spirito si eserciterebbe attraverso vie di cor-retta in terpretazione scri t turaria (antichr. II 1: ... δ ι ' ήμών ; Dan. IV 12,1; IV 19,2, dove un vescovo del Ponto, nella sua incapacitä di cogliere il senso vero delle scritture, si sarebbe compor ta to ώς προφήτης , o w e r o come "falso profeta"). Sulla lettura gnostica della successione 'Adamo-Giovanni Battista' quale falsa profezia, vd. Filoramo, Vero e falso profeta in Origene [vd. nota 49], 181-182.

55 Antichr. II 1; Noet . XI 4-XII 1.

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Dalle Chronographiai di Giulio Afr icano alia Synagoge di ' Ippoli to ' 129

da parte del Logos (άει.. .καταρτίζειν), si che tale azione traversa tutta la storia dell'uma-nitä, ne deriva che quanto rende 'profeta' un personaggio riguarda si un tempo preciso, ma anche una circostanza appropriata (onde la collocazione cronologica del profeta e anche una questione di καιροί del suo profetare): da qui il carattere di una lista che, se tende la mano al decorso temporale ab or./Ad. (il periodo dei re e trattato nella Synagoge anche dal punto di vista della presenza di profeti sotto questo e quel sovrano), e anche una storia del mondo sul tema della taxis profetica (con Adamo primo profeta) e, con cio, delle 'occasioni' (καιροί) di preparazione e stimolazione della profezia da parte del Logos56. La terminologia altalenante tra χρόνοι e καιροί del proemio non puo non tener conto di una visione del tempo resa intensificata e frastagliata anche da una profetologia particolare e dalle sue prospettive57.

Analogamente, appaiono taxeis finalizzate al Cristo ο direttamente collegate al-Fincarnazione del Logos le altre liste di 'nomi'. Lasciando da ultima, per il suo carattere onnicomprensivo, quella dei patriarchi, la lista dei grandi sacerdoti (§§ 740 -741 ) e dei re degli 'Ebrei' da Saul all'esilio (§§14 e 721 ) - entrambe ancora del tutto da recuperarsi dalle maglie di una tradizione manoscritta impietosa nella sua opera di omologazione da 'dentro' e da 'fuori' - risultano comprensibili in se alia luce del dinamismo sacerdotale e regale che Ippolito presta al Logos neU'economia storico-salvifica, cioe dal punto di vista della sua preoccupazione di dimostrare nel Logos umanatosi in Cristo Gesü la recapitulatio della funzione sacerdotale cosi come dell'indole regale veterotestamentarie, ereditata la prima da Levi (Aronne) e la seconda da Giuda (David)58: una duplice identitä che fa di Gesü il culmine ontologico di due vettori biblici e di essi il typos e la preparazione, nei χρόνοι e καιροί della storia, della missione umana del Logos59. II tema viene sinteticamente formulato dall'esegeta in sede di commento a Dan. 9,24-27 (cioe ad un testo profetico che sulla matematica esattezza dei tempi e delle scadenze e da lui ritenuto fondare lessenza autentica di figure e preannunci di se da parte del Logos), lä dove afferma che - essendo i re ed i sacerdoti del passato chiamati χριστοί per l'unzione che Ii faceva tali - queste due categorie, investite del κύριον όνομα, l'avrebbero prefigu-rato ed indicato in immagine sino al giorno in cui non fosse venuto il vero re e sacerdote (Dan. IV 30,7-9). Ε un passo che puo fungere da introduzione vera e propria alle nostre

56 Synagoge §§ 652-679 sulla cronologia dei profeti, da Samuele in poi, secondo i tempora regum. Per l'azio-ne profetica quale graduali tä temporale articolata in un 'prima' (πρώτον μέν) ed in un 'poi' (επειτα δέ) che p reparano l'atto vero e propr io di trasmissione del sapere, vd. antichr. II 2; Zani, La cristologia di Ippolito [vd. nota 39], 210-211.

57 Vd. soprat tu t to Synagoge § 20 , con la dizione καιρός της παροικίας ad indicare il pe r iodo della perma-nenza israelita in Egitto compreso nei 430 anni di [LXX] Es. 12,40 (§§ 623-629 ); una cifra (oggetto di un continuum esegetico che va dagli inizi stessi della cronografia giudaico-ellenistica sino a Giulio Africano: O. Andrei , T h e 430 Years of Ex. 12:40 [vd. nota 24], 1-65) che Ippolito, in accordo a Dan. 9,24-27, tratta quale p reannunc io dei 434 anni dell 'intervallo Tine dell'esilio-nascita del Cr is to / incarnazione del Logos' (Dan. IV 31,1-32,2). La sensibilitä per le 'circostanze' che integrano e qualif icano i " tempi" e un tratto rilevante di Ippolito a par t i re dall 'esternazione del Logos da parte di Dio e dalla sua incarnazione (Noet. X 3; XVI 7) sino agli ul t imi tempi ed alia venuta dell 'anticristo (antichr. V 1; XLIII 1; Dan. IV 12,1; 16,1): in accordo al pr incipio dell'"ogni cosa negli Ιδιοι καιροί" (Dan. III 12,4).

58 Sul Cristo Gesü rex e sacerdos (quale perfetta fusione della linea sacerdotale di Levi /Aronne e di quella, regale, di Giuda/David) , vd. gli esemplari benjac . 15, p. 72,8-11 e 74, 2-3; benMos. , p. 126,5-6; Dan . I 13,4.

59 Zani, La cristologia di Ippolito [vd. nota 39]), 362 ss. per le esemplificazioni.

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130 Osvalda Andrei

due liste e alia sorta di 'corporazione' veterotestamentaria che esse sono intese rap-presentare.

La prima (άρχιερεΐς) esordisce, in accordo a Es. 29,41, con Aronne - che figura anche tra i profeti (§ 718 , in ambedue le redazioni) e, non casualmente, pare datare con i suoi 83 anni (affiancati ο meno che fossero agli 80 tradizionali di Mose) l'Esodo quale ultimo addendo dei 430 anni di [LXX] Es. 12,40 (§ 628, Η! [lib. gen. I]/ H z [Arm.]) - e poteva comprendere circa 25 nomi60. La sua elaborazione parte da I Cron. 5,29-41 (da Levi-Aronne sino a Iosedec, al quale lib. gen. I, § 355 assegna — con lo scarto di un'unitä - lo stesso numero di serie della fonte), ma fa poi perno su I Esdr. 5,1-7: 7,1-8 (Hagg. 2,1-2) per 1'enfasi sul figlio di Iosedec, Giosue, quale gran sacerdote coevo alia restaura-zione del tempio (una rilevanza sul personaggio ed il suo ruolo che - alia luce di quanto affermato in Dan. IV 30,6-7 su di lui ed il 'first' sacrificale post-esilico che lo vide prota-gonista - e da ritenersi indicatore di uno stesso ambito di riflessione esegetica e cronografica)61. Inoltre il Kelchias figlio di Salom e padre di Azarias di I Cron. 5,39 compare qui come il padre del profeta Geremia (lib. gen. I e II): in accordo ad altro luogo della Synagoge (§ 673 ), ma anche e soprattutto a Commentario α Daniele I 12, ove la stessa discendenza Kelchias - Geremia, integrata con Susanna quale sorella di Gere-mia, viene utilizzata per vincolare - attraverso la figura della donna ed il suo matri-monio con il re Ioakim - l'origine ed il profilo levitico (sacerdotale) e regale (davidico) al Cristo secondo la carne62. Cosi le connessioni tra vettori contenutistici della Synagoge ("profezia" e "gran sacerdozio") diventano anche (e non irrilevantemente) decisi punti di incontro tra un livello esegetico ed uno cronografico che se ne fa traduzione.

Quanto, poi, alia taxis dei re 'ebrei' (sino alia αιχμαλωσία in Babilonia), l'esordio con Saul, pur comune alle due redazioni, e diversamente prospettato: come primo a regnare su Israele seguito da un David primo re dalla tribü di Giuda in Coisl. gr. 120, senza qualifica di re e, piuttosto, come figura di passaggio al regnum de tribu Iuda di David e dei successori in lib. gen. I (§ 721 ). II fatto che, nella cronologia per tempora regum della Synagoge, la reggenza di Saul chiuda il settore iniziatosi con la morte di Giosue - ossia i 480 anni dei giudici (§ 653 a ) - e non inauguri invece quello dei re63 da 1'impressione che l'autore abbia inteso sottolineare un'ambiguitä di posizione di Saul sia come re sia rispetto ad una lista di re ebrei' (§ 14 ). Gli estremi esegetici di questa singolare opinione

60 Gli 83 anni di A r o n n e quale terminus ad quem dei 430 anni di [LXX] Es. 12,40 (vd. Es. 7,7) in 1. gen. I 245 {in LXXmo...tertio anno e da correggersi in LXXXmo tertio in accordo ad Arm. 207) sono preferibili, quale lectio difficilior, r ispetto al canonico 'ottantesimo anno' di Mose della linea Demet r io-Giu l io Africa-no (Andrei , The 430 Years of Ex. 12:40 [vd. nota 24], passim): questo anche dietro 1'enfasi ippolitea su Aronne ed il suo ruolo di sacerdote voluto da Dio (Es. 30,30) quale f igura /p reannunc io della sacerdo-talitä ontologica del Cristo Gesü (benMos., p. 145,7-146,1).

61 Synagoge § 741 (1. gen. I e II 22). Secondo l'esegesi ippolitea delle 70 ebdomadi di Daniele, Giosui^ figlio di Iosedec chiude i 70 anni della cattivitä quale χριστός ήγούμενος indicato in [Theod.] Dan. 9,25 nella misura in cui il Tempio, finalmente ultimato, serve a celebrare, per suo mezzo, la p r ima Pasqua post-esilica (Andrei , La cronograf ia dei 70 anni [vd. nota 9], 47-49).

62 Onde , per quanto a f fe rmata anche in d e m e n t e alessandrino (str. I 21, 120,2), l ' identif icazione dello Kel-chias sacerdote con il padre di Geremia risulta particolare nell 'Ippolito commenta to re per l 'orientamento cristocentrico che la in forma. Un'altra connessione della lista sacerdotale con quella profetica interessa l 'Achimas padre del profeta Elia (in tutte e tre le redazioni); per gli agganci tra liste quale tratto carat-teristico della gestione dei materiali nell 'autore della Synagoge, vd. infra, 139.

63 Synagoge §§ 654 ; 686 (478 a. 9 m.); Helm/Bauer, Die Chronik (vd. nota 4), 194-195.

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Dalle Chronographiai di Giulio Afr icano alla Synagoge di 'Ippolito' 131

mi sembrano rintracciabili nel Su Davide e Golia (arm. § 1 ss.)64: qui il ruolo che lesegeta ricava a Saul sulla base di I Re 15,35 non e quello del re (destinato da Dio alla linea di Giuda), ma dell'oppressore di Israele (§ 7 ) (il che coincide con la collocazione cronogra-fica che la Synagoge gli riserva entro il periodo dei giudici, apparentemente nella veste di ultimo di quegli αλλόφυλοι che avevano asservito il popolo nel corso di esso) per un periodo di 40 anni che Dio avrebbe imposto ai figli d'Israele per l'irriguardosa richiesta di dar loro un re (la cifra e, nella tradizione della Synagoge, quella di H2)65. Poiche tra il Su Davide e Golia e la Synagoge sono rintracciabili altri significativi traits d'union66, si puö parlare anche in questo caso di spazi d'autore vicini, se non addirittura convergenti. Ε chiaro, allora, che Saul non viene incluso tra gli Hebraeorum reges poiche, de tribu Beniamin, e fuori della regalita autentica, quella di Giuda espressa da David e dai suoi successori, che Giacobbe aveva 'profetizzato' come la linea in cui il Logos fatto carne avrebbe innestato la componente davidica della propria azione terrena67; la divergenza della Synagoge con Africano - nel cui sistema Saul e compreso nel periodo dei re - pog-gia, dunque, su un'interpretazione scritturistica di lunga data68. Accertare, poi, i nomi effettivamente presenti nella taxis, e impresa ardua almeno sino a quando una nuova edizione critica della Synagoge non consenta di chiarire se e in che termini questa taxis coincidesse con la lista pura e semplice dei re di Giuda69.

64 G. Garitte, Fragments a rmeniens du traite d 'Hippolyte sur David et Goliath, Le Museon 76, 1963, 277-318: 284 ss. (in part icolare §§ 1-7).

65 Dav. et Gol. §§ 3-7 (Garitte, Fragments [vd. nota 64], pp. 285-286). La cifra (per cui vd. Atti 13,21) sem-bra, percio, l 'originale della Synagoge. Cont ro quella che sarä la t radizione eusebiana di comprendere in essa anche la leadership congiunta 'Samuele-Saul' (Eus.-Hier., chron. 65a, 15-17 [GCS Eusebius 7 Helm]) , l 'opera pare infatti riservarla al solo Saul (§ 653 = Hb): il che, con i 40 anni assegnati a David, crea quella sorta di analogia /contras to tra il re abusivo (Saul) e quello realmente typus Christi (David) che il com-menta tore espleta, con altri argomenti , in Dav. et Gol. §§ 20-29 (Garitte, Fragments [vd. nota 64], pp. 290-293).

66 Ad es., e significativo che l 'autore della Synagoge, per definire la durata della leadership di Samuele p r ima del regno quarantennale di Saul, privilegi il per iodo di a lmeno 20 anni durante il quale l'arca dell 'alleanza fu custodita nella casa di A m i n a d a b (Synagoge § 652 , iuxta I Reg. 7,2; Helm/Bauer , Die Chron ik [vd. nota 4], 164-167 per la r icostruzione della cifra). Questa attenzione pronuncia ta all'utilizzo cronograf ico delle peripezie dell'arca (ossia, alla loro capacitä di fornire materiale per "scrivere" e "ricostruire" i tempi) trova, a mio parere, un chiaro presupposto esegetico nella simbologia di essa quale typus Christi in Dav. et Gol. § 112 (Garitte, Fragments [vd. nota 64], 313). La nozione e probabi lmente ippolitea, poiche r ichiama Dan. IV 24, 2-3, dove propr io l'arca , 'figura' del corpo puro e senza macchia del Cristo, fonda - sulle d imen-sion! che le vengono prescrit te da Dio in Es. 25,10-11 - i 5500 anni del model lo esamillenario quale t empo totale del m o n d o sino al manifestarsi di questo corpo nella carne. Va inoltre r icordato che P. Naut in (Le dossier d 'Hippolyte et de Meliton dans les florileges dogmat iques et chez les historiens m o -dernes, Patr. 1, Paris 1953, 34-40) r iscontra analogie e carat terist iche ' ippoli tee ' in un trat tato su David e l'arca citato da fonti successive sotto il n o m e di Ireneo.

67 Dav. et Gol. IV 2 (§ 29 ) [vd. note 52 e 64] ;benjac . 15, p. 72,1-5; antichr. VIII 1; IX. 68 Sui 490 anni africanei dell'etä dei re distinti dai 90 delle giudicature di Eli e Samuele e, percio, comprensi -

vi a lmeno in par te anche del regno del solo Saul, vd. Eus., p.e. X 10,12 (= fr. 22 Routh); Geizer, Sextus Iu-lius Afr icanus (vd. nota 3), 1,96-98.

69 Helm/Bauer , Die Chron ik (vd. nota 4), 128 integra tra Ioram e Iotham, sulla scia di Coisl. gr. 120, i n o m i di Ochozias - Gothol ia - Ioas - Amasias - Ozias in 1, gen. I, dove essi mancano . Mi chiedo, perö, se nella lista originale dei 're degli Ebrei', tali n o m i non fossero in par te assenti su inf luenza della genealogia di Gesu in Mt. 1,9 (che omet te i p r imi quattro, passando dire t tamente da Ioram ad Ozias padre di Iotham). L'interesse dell'esegeta Ippolito a distinguere, entro la successione dei re di Giuda, la semenza pura e giusta della linea davidica del Cristo Gesü dal materiale disonorevole ed inutile (σκεύος αχρηστον) di

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132 Osvalda Andre i

Infine, riguardo al corpus dei patriarchi da Adamo a Giuseppe sposo di Maria vergine (§ 718 ), ci sono ben scarsi dubbi che - nei poco piii di 60 nomi che lo compon-gono in lib. gen. I e II — esso sia, in se, l'esito di una combinazione, in sequel, di Luc. 3,31 -38 (Adamo — David) e Mt. 1,6-16 (David - Giuseppe) ai fini di una genealogia completa ed unificata del Cristo Gesü quale Logos incarnato. Pertanto la presenza, qui come nella parte cronografica vera e propria, di un'architettura numerica di eco evangelica70 non stupisce, contribuendo anzi ad indirizzare la lista verso l'ambito di riferimento esegetico in cui puo trovare congrua giustificazione come un tutto. Si tratta del tema, caro all'Ippolito commentatore, secondo cui la carne dell'umanazione del Logos quale vertice del suo dinamismo storico sarebbe stata approntata ed assicurata sin dalle origini mediante una sorta di filo rosso fisiologicamente ininterrotto, che solo due persone (= Matteo e Luca) avrebbero avuto credito a spiegare. Quale significativo sviluppo del-l'innesto delle due genealogie evangeliche su Rom. 9,571, il motivo dell'indefessa azione di 'tessitura, attraverso la storia, della carne con cui il Logos si sarebbe reso manifesto agli uomini trova espressione in un corpo unitario di immagini, di combinazioni e re-identificazioni funzionali72, nonche di liste Adamo-Cristo' (dunque, parallele a quella della Synagoge) associate in senso prefigurante a numeri-simbolo che le garantiscono, nel senso dellordine interno, come taxeis7i. Le logiche della questione ippolitea e del suo

essa e evidente in Dan. I 2-3 (con la manifesta volontä interpretativa di porre dei conf in i tra lista genea-logica degli antenat i di Cristo e lista dei re).

70 Cf. Synagoge, § 687 (14 generazioni dalla t rasmigrazione in Babilonia al Cristo) con Mt. 1,17. L ' impianto non e osservato nelle 18 generazioni 'David-Sedecia dei tempora regum (§ 686 ), ma e evidente nella lista dei patr iarchi per il settore 'Abramo-David' (1. gen. I e II, nn. 21-34) e per quello 'David-trasmigrazione ' in 1. gen, II (nn. 35-51, dove il model lo e Mt. 1,6-12), sulla cui base gli editori, n o n senza ragione, inter-vengono su 1. gen. I 332 (R. Helm/A. Bauer, Die Chron ik [vd. nota 4], 125,15-23; 126,3 ss.).

71 Noet . XVI 6 e, per la citazione paolina, VI 1 (qui sfrut tata da Ippolito in funz ione ant inoet iana ed anti-monarch iana (Simonetti , Ippolito. Cont ro Noeto [vd. nota 2], 213).

72 Dan. II 27,6-7 (i patr iarchi visti come una linea onnicomprensiva ascendente attraverso cui il Logos si sa-rebbe p lasmato sino ad esternarsi, quale Ioro vertice, al di sopra di essi); antichr. IV 1-2 (la carne del-l 'umanazione del Logos viene tessuta, quale tunica perfetta, da patr iarchi e profeti guidati dal Logos medes imo); Dav. et Gol. III 1 [§ 23) (la beat i tudine di quei profeti che f u r o n o anche iusti patriarchae). Sull'elaborazione della linea pura di Giosia sin dentro la cattivitä babilonese, ossia sull ' identificazione del penu l t imo re di Giuda (il secondo Ioakim di IV Re 24,6 e 8) con lo Ioakim sposo di Susanna (Dan.-Sus. 1,6 e 12,1) e padre dello Iechonia antenato di Gesü in Mt. 1,11-12, vd. Dan. I 1-6 (vd. nota 17 per le risul-tanze cronograf iche ed i r i fer imenti bibliografici; L. Bertsch, Die Botschaft von Chris tus u n d unsere Er-lösung bei Hippolyt von Rom, Trier 1966,56-58 per la linea ancestrale del Cristo nell'esegesi ippolitea).

73 Vd. il numero di 60 patr iarchi da Adamo a Cristo ricavati e/o fondat i via esegesi in Cant. XXVII 8-12,52-53 (vd. nota 44), con un ' in terpretazione di Cant. 3,7-8, in cui l'atto dello "stare in circolo" dei 60 dynatoi (s imbolo dei 60 patr iarchi dalle cui reni sarebbe uscito il Cristo) viene t ras formato nello "stare sopra" il lectulum - "figura" del corpo di Cristo; Dan. II 27,7, secondo cui i 60 gomiti di altezza della statua fatta innalzare da Nabuccodonoso r ad imitazione della fu tura attivitä del Cristo nel m o n d o simboleggiano i 60 patr iarchi chiamat i a prefigurare e modellare il Logos secondo la carne. La lista di 60 n o m i di Cant. XXVII 11 e stata forse confezionata da Ippolito in base al testo e al numero che doveva cristocentrica-mente interpretare (stabilendo cosi un fondamen to per Dan. 3,1 ss. e la sua esegesi, anch' essa orientata sull'evento Cristo). Le esigenze esegetiche, ancora circoscritte all'altezza del C o m m e n t o al Cantico (consi-derate tra i p r imi c o m m e n t a r i di Ippolito: Ricerche su Ippolito [vd. nota 2], 97-120 [Meloni]; Cerrato, Hippolytus between East and West [vd. nota 2], 142-143), possono spiegare alcune caratteristiche della sua lista di patr iarchi che ne pregiudicano una comparazione acritica con la Synagoge: a) l 'assenza di no-mi che sono, invece, presenti nella Synagoge in funzione antiafricanea (quale il secondo Kainan di [LXX] Gen. 11,12-13: vd. infra, nota 83): b) l'utilizzo s tandard di Mt. 1,8-12 per la sequenza 'loram-Salathiel',

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Dalle Chronographiai di Giulio Afr icano alla Synagoge di 'Ippolito' 133

distinguo/scontro tra blocchi (quello esegetico e l'altro di cui la Synagoge e stata vista e tramandata quale componente) - tese ad evidenziare le differenze su questo tema in termini di contraddizione e diversitä d'autore piü che alia luce del variare dei testi oggetto di commento74 - hanno impedito di cogliere in questo 'tutto' esegetico il referente o w i o di un corpus patriarcale illustrativo di una taxis in ascesa della 'semenza di Israele dai patriarchi al compimento/completamento nel Cristo' (§ 20 ). Molti dei nomi di questa lista ritornano anche nelle altre taxeis e ciö non stupisce, data la comune angolazione esegetica che le informa e la tendenza dell'autore ad evidenziare con Stra-tegie apposite un'interconnessione fra tranches75. Ma - proprio per il loro convergere su Cristo e la prospettiva 'comunitaria' da cui l'autore guardava ad esse, collocandovi come sbocco la propria contestualitä di cristiano - si puö pensare a tali interconnessioni tra parti e alla concrezione d'insieme da queste formata secondo un'immagine dellesegeta stesso: una varieta di alberi (patriarchi, profeti, apostoli ed altre figure) di cui, quale giardino piantato sul Cristo, puö dirsi composta attualmente la Chiesa nelle molte convergenze e nelle varie continuitä dei suoi vettori veterotestamentari (Dan. I 18,6-9).

Altre liste suggeriscono diverse, pur se complementari, implicazioni. La lista dei re di Samaria (§§ 15 e 722-739 ) sembra rispondere soprattutto ai bisogni della completa informazione allusa nel proemio, della quale le αίχμαλωσίαι incorse al popolo durante la sua storia sono parte (§ 20 ); dato, perö, che nella disposizione dell'opera essa seguiva agli ονόματα dei re 'ebrei', e probabile che funzionasse anche nel senso dello Stabilire una

senza traccia alcuna di quella esegesi degli ult imi re di Giuda alia luce e nella prospet t iva di Dan.-Sus. 1,1-2, che sarebbe matura ta in seguito, su altre sollecitazioni, sino al poster iore C o m m e n t a r i o a Daniele.

74 Ε noto come P. Naut in (L'auteur du Comput Pascal de 222 [vd. nota 9], 243) abbia considera te la diffe-renza tra i 60 patr iarchi di Dan. II 27,7 e le 65 generazioni 'Adamo-Cristo' di Synagoge §§ 686 -687 un e lemento de te rminan te tra altri per confermare la propria dist inzione 'Ippolito - Giosippo'. A difesa della tesi unitaria, Richard ( C o m p u t et Chronographie [vd. nota 13), 258-260) replicava che una lista di 60 nomi si poteva trovare anche nella Synagoge, individuandola come tale - fatta salva la notizia su Zoroba-bel - in quella di 1. gen. II (R. Helm/A. Bauer, Die Chron ik [vd. nota 4], 125-126), che egli riteneva, contro Nautin, testo migliore di 1. gen. I. A prescindere dai presuppost i unitivi delle a rgomentaz ioni di Richard, sono per par te mia convinta che 1. gen. II conservi una lista di patriarchi molto vicina all'originale sia per la presenza del secondo Kainan ( impor tante recupero ant iafr icaneo dell 'autore della Synagoge: vd. infra) sia per la notizia stessa sulla coevitä di Zorobabel con il somrao sacerdote Giosue (esempio di quell ' inter-conness ione fra tranches che caratterizza la Synagoge: vd. note 62 e 75). Ma, al di lä del recupero di con-vergenze precise e anche dove non fossero possibili, va ricordato che i testi scri t turari i m p o n g o n o dati e cifre che sollecitano l'esegesi in una direzione precisa: che solo successivamente il problema diventa, per il commenta to re , quello di ritagliare su quella de terminata cifra u n elenco di n o m i e che, una volta for-mula te quell 'elenco, esso p u ö rivelarsi cairologico (owero , al suo in terno i nomi possono cambiare dietro sollecitazioni varie e nuovi aument i di conoscenze).

75 Cosi Adamo, Noe, Abramo, Isacco, Giacobbe, David e Salomone f igurano anche tra i 'profeti ' (§ 719 : vd. note 52 e 53), ment re la notizia sul patriarca Zorobabel quale con temporaneo alla r iedificazione del tem-pio (1. gen. I 322) e a Giosue figlio di Iosedec (1. gen. II 167: R. Helm/A. Bauer, Die Chron ik [vd. nota 4], 126,7-10.13-14) collegherebbe il vettore patriarcale a quello dei sacerdoti (§ 741 ,1. gen. I e II), r inviando come un tut to a Dan, I 13,8. Insieme con gli altri tipi di interconnessione giä segnalati (vd. note 62 e 74), questo suggerisce come n o n ci si trovi di fronte ad un semplice ripetersi di nomi : solo chi guardasse alla storia biblica ed ai suoi settori scrit turari come a momen t i particolari di una c o m u n e d imora entro cui il Logos si fa araldo di se stesso (Noet. XII 1) poteva esprimere le Serie di ονόματα in un'ott ica di distinzio-ne e, insieme, di sinergia.

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134 Osvalda Andre i

differenza con la serie dei re di Giuda, ossia della definizione di quest'ultima come solo serbatoio e terreno della taxis davidico-regale76.

In tale organizzazione compartimentalizzata di materiali esegeticamente rilevanti si intravedono gli estremi di un dibattito con Giulio Africano che e di incontro e distacco insieme. L'incontro riguarda il piano dei theologoumena in senso lato, dal momento che Africano non ha dubbi sulla natura del Cristo Gesü come rex et sacerdos ultramondano ne su una linea di 'giusti e patriarchi' costituenti un corpus con, al suo apice, il Logos fatto carne (situazione che egli vede contenuta e preparata in taluni di loro)77. II distacco sta, invece, nelFampliamento ippoliteo delle categorie - come quella del profeta che, per Africano, non sembra andare oltre i professionisti della parola e delle visioni incorporati dalle scritture omonime78: nella continuitä della funzione attraverso le epoche - che deve essere sottolineata dalla cronografia piü di quanto avesse fatto Africano, ossia evi-denziata come totalitä storica a prescindere dall'occasionalita narrativa79: nel sovrappor-si di piü funzioni anche sugli stessi personaggi e nel loro incontrarsi nei medesimi καιροί80. Alia base di un conflitto' di questo tipo sta la visione particolare che l'autore della Synagoge ha dell'azione del Verbo di Dio nella storia, un'azione che lo vede interes-

76 Vd. nota 48. II p roblema della successione dei re di Israele e del suo a c c o m o d a m e n t o cronograf ico con la lista, prioritaria, dei re di Giuda sarä risolto solo con il passaggio dal fo rmato narrat ivo al tabulato sinot-tico di Eusebio, che renderä possibile la visualizzazione sincronica delle due serie di sovrani (Eus.-Hier., chron. 72a-88a [vd. nota 65]). Per quanto riguarda Giulio Africano, due notizie dalle Chronographiai sulle durate dei regni di Phacesias e Phacee (Syncellus 239, 8-9: 17-18 = fr. 33. 34 Routh) suggeriscono che la sua narrat iva facesse spazio anche alia successione dei re di Israele (diversificandosi cosi da d e m e n t e Alessandrino, che in str. I 21,119,1 accenna solo alia fine del regno di Samaria nel qu indices imo anno del re di Giuda Achaz, e da Teofilo ant iocheno, che in sede cronografica [Aut. Ill 25] persegue solo il filutn 'David/Salomone/Roboamo-Sedecia ' ) : in che forma e con quale regolaritä n o n e, perö, dato dire. O n d e la lista della Synagoge secondo nomi e durata dei rispettivi regni pot rebbe aver avuto anche funz ioni in qualche m o d o ant iafr icanee (integrazione, correzione, sistematicizzazione ο quant 'a l t ro) .

77 Vd. fr. 3 Routh (Enos 'figura' del Salvatore quale Figlio deH'Uomo); 5 Routh (i 969 anni di Methusalah come 'preparazione ' ai 31 della vita del Cristo, con i quali si sarebbe completata la chiliade 'mancata ' dal patriarca); 7 Routh (i Tigli di Dio' di [LXX] Gen. 6,4 quale indicazione dei discendenti di Seth, o w e r o dei 'giusti e dei patr iarchi ' sino al Salvatore); per Cristo Gesu quale theologoumenon ideologicamente scontato e rilevante Ep. ad Arist. 1, pp. 228-231 Routh.

78 Giulio Afr icano r icorda espressamente Geremia (per i 70 anni dellesilio) e Daniele (per le 70 ebdomad i di Dan. 9,24-27 ed il loro p rowidenz ia l e sbocco cronograf ico in Cristo e nella sua parousia)•. Eus., p.e. X 10,3 = fr. 22 Routh; Syncellus 391,1-393,27, in particolare 393,25-27 per il sistematico tendere in Cristo delle profezie veterotestamentar ie = fr. 50 Routh. L' accezione ampia del 'profeta' ippoliteo (= non l imitato ai profet i canonici) p u o essere illustrata da quanto l'esegeta af ferma in Dav. et Gol. Ill 1-2 [vd. nota 52] r iguardo ad un Cristo preannuncia to non solo dalle parole dei profeti , ma (come nel caso dei patriarchi) anche da formae et opera allusivi a Colui che sarebbe venuto.

79 Nella narrat iva africanea, Aronne , fratello di Mose e p r imo gran sacerdote, sembra aver funz iona to (al di lä dell 'eventuale menz ione che l 'autore poteva averne fatto in relazione all'esodo) per identificare il sacer-dote Ezra come "nuovo Mose" nel suo ruolo di recupero e r iscoperta della Torah: da qui la sua segnala-zione quale diciassettesimo da Aronne secondo la lista sacerdotale 'Aronne-Ezra' di II Esdr. 7,1-5 (Syncel-lus 298,12-19 = fr. 44 Routh) . Che il numero di serie derivi da Afr icano si evince dal differente compu to del Sincello (298,9-10).

80 David, ad esempio, in qualitä di profeta e re, costituisce u n perfet to esempio di antenato del Cristo [§§ 718 ; 719 ; 721 ], cosi come Giosue figlio di Josedec, quale gran sacerdote coevo al 'patr iarca ' /antenato del Cristo Zorobabel [§§ 681 ; 718 ; 741 ], risulta una prefigurazione, onomast ica ed ontologica, part icolar-mente indovinata del l ' incarnazione del Logos in Gesu.

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Dalle Chronographiai di Giulio Afr icano alia Synagoge di 'Ippolito' 135

sare ogni spazio veterotestamentario e di cui la "scrittura dei tempi" deve farsi espres-sione. Ε naturale, perciö, che una siffatta sensibilita per l'ambito delle res porti anche ad un trattamento interno del filum cronografico diverso da Africano. Ad esempio, il caso della cronologia olimpica - gestita come un tutto cristocentricamente orientato (= verso il 'raccogliersi' nel Cristo, da cui rinasce e prosegue sino alio hic et nunc) invece che nel suo integrarsi sincronicamente nel tempo esamillenario - e indicatore di una manifesta volonta di differenziarsi da Africano mediante una risoluzione di materiale identico su altro piano: quello del 'contenuto' preordinato in Cristo (e non del filum cronologico parallelo). L'architettura esamillenaria, insomma, vale dal punto di vista dello 'scrivere i tempi' nella misura in cui essa rappresenta la sede, divinamente preordinata, di una sto-ria dominata dall'attivismo del Logos prima e dopo l'incarnazione. Da qui bisogna par-tire per valutare la tipologia particolare del filum chiliadico 'ippoliteo' secondo quella forma ad Y chiuso di cui si e fatto cenno81.

Si e, in genere, considerata una caratteristica della Synagoge la presenza di due cro-nologie bibliche distinte - una ab Adamo via Esilio sino al Cristo e al 13° anno di Ales-sandro Severo, l'altra secondo le Pasque storiche via Cristo sino alio stesso termine (a. A. 5738) - e nelle difficoltä di combinarle in un tutto sistematico sono stati visti i segni di una scarsa perizia ο di limitate ambizioni cronografiche da parte dell'autore82. Si deve, perö, parlare piü esattamente di una cronologia unica nel senso della direzione (creazione 'cosmo-Adamo' - Cristo - 'oggi'), ma a due vie (una per tempora iudicum et regum e l'altra scandita dai miliaria delle Pasque bibliche). Questo pone, come e owio, il problema di una compresenza che va motivata in una prospettiva sia d'autore (cioe in chiave di relazione con il computo Pasquale del 222 d.C. inciso sulla statua c.d. di Ippo-lito) sia di funzione (della "doppia corsia" nel progetto dell'opera). Ε importante, perciö, guardare all'interno di questo tracciato chiliadico uno e bino, per un confronto mirato con Africano dal punto di vista del costrutto cronografico.

II settore 'Adamo (creazione) - Esodo' (a.m./A. 3813) precedente alia separazione dei percorsi presenta un andamento piü esteso rispetto al filum africaneo (Esodo, a. A. 3707) di 106 anni, una cifra in cui sono riconoscibili gli esiti della reintroduzione del

81 Per la ' re introduzione ' del secondo Kainan nel settore post diluviano, vd. Synagoge §§ 38 -39 ; 170 . L'inte-grazione del suo n o m e nella lista dei patriarchi di 1. gen. I (in accordo a 1. gen. II) operata da Helm/Bauer, Die Chron ik (vd. nota 4), e dunque oppor tuna , anche perche una sua caduta dal testo e spiegabile alia luce della confus ione con il precedente Kainan (§ 718,4 : per un'opinione contrar ia , che n o n tiene conto delle altre, non casuali, occorrenze del n o m e del patriarca nella Synagoge, vd. J. N. Birdsall, Genealogies of Jesus in the Works of Hippolytus, SP 31, 1997, 243-251). L'omissione dei 130 anni del secondo Kainan ([LXX] Gen. 11,13) da par te di Afr icano e un motivo di critica forte da par te del Sincello, che la considererä una grave inosservanza del dettato evangelico (ad es. 59,19-22; 69, 18-20). Poiche Ippolito n o n prevedeva questo n o m e tra i 60 patriarchi di Cant . XXVII 11 (vd. nota 73), sembra chiaro che la sua ( r i )comparsa nella Synagoge sia dovuta al mutars i ed ampliarsi dei contesti operativi dell 'autore (ivi compreso l ' input proveniente da Africano). Se cosi, Ippolito sarebbe il p r i m o esempio di quella critica ad Afr icano sull 'omissione del secondo Kainan che, nella cronografia bizantina, lo accomunera al ben piu odiato successore Eusebio. Per altre divergenze con il predecessore in mer i to al t ra t t amento in terno del filum chiliadico ed alia serie delle olimpiadi, vd Andrei , L'emergere (vd. nota 11); sopra, note 65 e 68 per il caso di Saul e p. 126 per la fo rma ad Y del filum esamillenario.

82 Vd. quanto osserva Richard, C o m p u t et Chronographie (vd. nota 13), 265 sull ' incapacitä di Ippolito (per lui Ippolito di Roma) di ' rattacher ' la sua cronologia biblica con quella profana (ossia i due percorsi biblico-pasquali con i dati della lista persiana); gli orizzonti ristretti della visione ippolitea del t empo e della storia sono un Leitmotiv di Inglebert, Interpretatio Christiana (vd. no ta 30), 497.

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136 Osvalda Andrei

secondo Kainan e di qualche aggiustamento di dettaglio83. Ma dall'Esodo e gli inizi della leadership di Giosue (a.m./A. 3853=3813+40) all'Esilio la situazione cambia: il diversifi-carsi in due itinera porta la fine del regno di Giuda (con il suo ultimo re Sedecia) e la deportazione nell'a.m./A. 4842 (e nove mesi) secondo i tempora iudicum et regum e nell'a.m./A. 4870 in accordo agli intervalli pasquali84. Si registra cosi una differenza di 27/28 anni tra le due vie e - rispetto al filum africaneo (che distingue tra inizio del settantennio di cattivitä nell'a.A. 4872 e crollo finale del regno di Giuda, 11 anni dopo, nell'a.A. 4883) - un disavanzo netto piü ampio nel primo percorso e piü ridotto nel secondo (rispettivamente 41 e 13 anni)85. Dall'Esilio al confluire di entrambi i percorsi negli a.m./A. dell'Incarnazione del Logos e della Passione (5502 e 5532), i due lati della Y contano l'uno 660+30 (a.m./A. 4842+660 = 5502/ 5502+30 = 5532) e l'altro 633+30 anni (a.m./A. 4869/70+633 = 5502/5502+30 = 5532), ossia 690 e 662/3 anni86; dunque, per giungere all'a.m./A. 5502 e al comune punto di riunificazione nel Cristo, essi debbono riequilibrarsi e riaggiustarsi sui 27/28 anni della loro differenza. Dagli a.m./A. 5502 -5532 1'iter chiliadico torna poi ad essere unico sino al 13° anno di Alessandro Severo (§§ 687-688 e 698-700 ).

Tale prospetto, se osservato e valutato sullo sfondo degli intervalli africanei 'Giosue-Esilio' (1125/1136 anni) ed 'Esilio-parowsia/Passione (660 anni)87, dice molte cose. In-nanzitutto, si registra per il periodo 'Esodo-cattivita una tipologia corta del filum, rispet-

83 La Synagoge calcola 2242 anni dalla creazione/Ad. al diluvio e 525 dalla nascita di Arphaxad a quella di Peleg, pe r un totale di 2767 (§§ 35-42 ). Giulio Afr icano collocava il diluvio nell'a.A. 2262 e la nascita di Peleg nell'a.A. 2661 (fr. 8; 9 [244,5-6 Routh]) . La maggiorazione di 106 anni (2767-2661) che l 'autore della Synagoge recupera su Afr icano nel segmento 'diluvio-Peleg' r ispetto ad u n filum p iü corto, sino al diluvio, di 20 anni d ipende dalla re in t roduzione del secondo Kainan tra Arphaxad e Sala (130 anni) e dai 130 anni attr ibuit i ad Eber (§ 41 ) invece dei 134 di Afr icano e della lectio maggiori tar ia di [LXX] Gen. 11,16. O n d e i 126 anni r iguadagnat i da Ippolito nel settore post di luviano si r iducono, nel dato s o m m a ab or./ab Ad., a 106 a causa dei 20 anni in m e n o che questi calcolava sino al diluvio (130-4 = 126/126-20 = 106). Questo distacco su Afr icano resta inalterato sino al se t tantacinquesimo anno di Abramo (a.A. 3277, Afric., fr. 9 [245, 5-6 Routh]: a.m./Ad. 3383, Synagoge §§621 ; 632 ) ed all 'Esodo (a.Ad. 3707, Afric. [3277+430]; a.m./Ad. 3813, Synagoge § 629 ).

84 Synagoge §§ 632 ; 653 ; 686 per gli intervalli ed i relativi a.m./Ad. dalla mor t e di Giosue all'esilio secondo i tempora iudicum et regum. Per la datazione dello stesso termine in accordo agli intervalla Paschae, vd. a.m./Ad. 3853+1 [= 3813+40+1 ]+864+114+-I07/108 (§§ 692-696 ) = 4939/40 (Pasqua di Esdra): onde -poiche l ' intervallo 'Pasqua di Giosia-Pasqua di Esdra' comprende anche i 70 anni della cattivitä (108 = 70 +38) - ne deriva: a .m/Ad. 4939/40-70 = 4870 (fine del regno di Giuda quale terminus a quo dell'esilio).

85 Per il terminus a quo af r icaneo della cattivitä in Yehojachin (il secondo Ioakim: IV Re 24,8; II Cron. 36,9), ossia nell'a.A. 4872, vd. Syncellus 261,16-17; 266,5-7 (= fr. 41 Routh): Gelzer, Sextus Iulius Afr icanus (vd. no ta 3), 1,100-101: donde la fine del regno di Giuda nell'a.A, 4883 (= 4872+11, Sedecia) e della cattivitä nell'a.A. 4942 (= 4872+70), in accordo agli intervalli del dopo Esodo ([3707] +40+25+30+490+ 90+490+70) notici verbatim da Eus., p.e. X 10,12 (= fr. 22 Routh).

86 Rispett ivamente: Synagoge §§ 686 -687 (660+30), per il p r i m o percorso; §§ 697 -698 (563+30 = 593) per il per iodo 'Pasqua di Esdra - Passione': dunque , 593+70 = 663 ('cattivitä - Passione')/663-30 = 633 ('esilio - nat ivi ta) .

87 Infatti: a.A. 3707 (Esodo)+40 (iuxta Eus., p.e. X 10,12)= 3747 (inizio della leadership di Giosue); a.A. 4872/4883 (vd. nota 85) - 3 7 4 7 = 1125/1136. Per le cifre afr icanee del filum postesilico (translatio imperii) sino alia Passione (per lui coincidente con la parousia del Salvatore), vd. Eus., d.e. VIII 2,49 ss. (= fr. 50 Routh): 230 (durata del l ' impero pers iano)+300 (Greco-macedoni )+60 ( impero r o m a n o sino al sedicesi-m o anno di Tiberio e alia Passione) = 590/590+70 (della cattivitä da Sedecia al p r i m o anno di Ciro) = 660. Gli a.A. sono rispett ivamente: il 4872 per il te rmine di inizio della cattivitä (vd. nota 85) e il 5532 per la Passione (= 4872+660).

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Dalle Chronographiai di Giulio Afr icano alia Synagoge di 'Ippolito' 137

to a quello africaneo, che e evidente in entrambi i percorsi (1029 anni per il primo, 1057 per il secondo)88. Questo indica un andamento costruito fuori dal ricorso estensivo alle tecniche cronografiche che caratterizzano l'esperimento africaneo nel quadro dell'inte-grazione e coordinazione reciproca delle "molte scritture dei tempi" (in un rapporto funzionale tra Strategie di genere e progetto d'autore). Alia base di esso sembra stare, dunque, una decisa volontä di fare dei due bracci un correttivo alle "intemperanze" di Africano e agli intervalli extralunghi del suofilum esamillenario, onde l'opera di 'conte-nimento' rispetto al predecessore doveva interessare specificatamente il periodo dei giudici e dei re, ossia quel 'dopo Giosue' in cui Africano aveva dato le prove maggiori di una cronologia biblica integrata e personalizzata89. Ora, tra i due percorsi, quello 'pas-quale' e certo anteriore alla Synagoge, poiche i suoi addendi coincidono con gli intervalli del pinax Pasquale del 222 d.C. e, questi, per loro parte, non sono ivi comprensibili senza una cronologia biblica ab Adamo 'scritta' sulle esigenze retrospettive del ciclo di 112 anni e del suo ritmo secondo sedecennitates (dunque, alia luce obbligata di un calcolo che dal presente-futuro si proiettava nel passato, condizionandone l'organizzazione). L'idea che la lista delle Pasque della Synagoge emani dallo stesso ambito di intenzioni ed azione del computo Pasquale di ca. 10 anni prima e, dunque, ineludibile. Ne deriva che, giä in esso ed in funzione dei relativi sfondi, i tempi e le 'occasioni' dell'umanazione del Logos si erano stabilizzati nell'a.m. 5502, a distanza di due cicli di 112 anni dal nunc del 223 d.C. (cioe, nel 2 a.C.), si da potersi compiutamente leggere come 30 anni di durata della vita del Cristo conclusi, in accordo al tempo preordinato delle Pasque, dalla Passione di venerdi 25 marzo 29 d.C.90. Pertanto, la cronologia biblica per intervalla Pascharum ri-produce una scrittura dei tempi giä confezionata sul modello dell'esamerone cosmico e con la sua ripartizione di base (5500+500) funzionalmente riletta sulle logiche del ciclo pasquale: donde - stante quanto prospettato in esordio su una continuitä di temi e concettualizzazioni temporali (dunque, forse anche d'autore) dal Commentario a Daniele alla Synagoge via syngramma sulla Pasqua /pinax Pasquale - l'a.A. 5502 appare una ridefinizione dell'a.A. 5500 del Commentario (IV 23,3), coincidente con il passaggio dalla conquista esegetica al suo concreto fare i conti con la cronografia91. Nata, dunque,

88 Infatti: a .m./Ad. 4842 (9 m . ) - 3 8 1 3 = 1029/4870-3813 = 1057. 89 Per gli interventi africanei, in termini di datazione del non datato, sul settore del 'dopo Giosue', vd. Eus.,

p.e. X 10,12 (i 30 anni degli anziani); Eus., chron. 47,15-17 Karst (le due appendici di 40 e 30 anni dopo Sansone). I 31 anni di durata della leadership di Giosue in Synagoge § 631 - n o n dichiarati dal testo scrit-turar io e da ritenersi, perciö, espressione particolare di una comune volontä di integrare e spiegare la bibbia - sono cer tamente superiori ai 25 di Giulio Africano, m a r isul tano ben poca cosa rispetto alle dila-tazioni che questi impr ime al suofilum nel prosieguo.

90 Per gli es t remi 'ippolitei ' della chronologia Christi come definiti nel compu to Pasquale, vd. Richard, C o m p u t et Chronographie (vd. nota 13), 242-247; MSR 8, 1951, 19-50: 19-23; per la coincidenza del ve-nerdi 25 marzo 29 d.C. con il XIV Nisan della cronologia giovannea della Passione (di cui il canone pare il p r imo teste sicuro), vd. V. Loi, II 25 marzo data pasquale e la cronologia giovannea della Passione in etä patristica, EL 85 ,1971 ,48-69 .

91 Ε noto come P. Naut in abbia considerato queste divergenze tra Dan. e Apod. / Synagoge u n elemento im-por tan te di sostegno alia propr ia tesi dei due autori (vd. soprat tut to Hippolyte et Josipe [vd. nota 7], 69-70) e l ' a rgomento έ poi servito, tra i seguaci del lopinione disunitiva, a fondare l 'at tr ibuzione della Synagoge e, sino ad u n certo punto , dell 'Apod., all 'autore dell'El. (Ricerche su Ippolito [vd. nota 2], 13-14 [Loi]). Per par te mia, r i tengo queste divergenze una sfalsatura funzionale al m u t a m e n t o dei contesti. In-fatti, se le si considerasse una differenza sostanziale, s a remmo autorizzati a pensare che anche all ' interno del blocco di scritti ora agganciabile all'Ippolito esegeta si debbano intravedere due autori distinti: quello

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138 Osvalda A n d r e i

nel 222 d.C. ο di li a poco, la descriptio temporum biblica di taglio pasquale approda nella Synagoge del 235 d.C. con lo scopo di costituire un forte correttivo ad Africano (forse anche in tema di cronologia della Passione) e di riproporsi quale organizzazione del tempo tanto piü esemplare quanto piü valida perche funzionante nell'attuale come espressione di bisogni comunitari92. II suo tasso di aderenza ai dati biblici e relativa-mente accertabile per il periodo 'Giosue (Pasqua di)-Esdra (Pasqua di)'93, mentre sfug-gono a verifica i 563 anni dell'intervallo 'Esdra (Pasqua di)-nascita del Cristo'; poiche il periodo interessa anche la dimensione extrabiblica come rappresentata nellopera dalle liste persiana, greco-macedone e romana (§§ 9 , 17 e 18 ; 701-716 ; 742-778 ) - un campo su cui, sin dal Commentario α Daniele, l'autore dimostra di non essere digiuno quanto a strumenti ed uso mirato di essi94 - questi 563 anni hanno qualche possibilitä di trovare un riscontro (pur se fuori dalla chiave, africanea, del sincronismo) entro le cifre della confusa tradizione manoscritta di tale materiale95.

del Su D a v i d e e Golia, dove la venu t a del Cr i s to e pos ta , su base sc r i t tu ra r ia (I Re 17,5), a 5000 a n n i dalla c reaz ione (VII 9,8 (vd. n o t a 52]), e quel lo del C o m m e n t a r i o a Danie le , che - su dat i u g u a l m e n t e sc r i t tu ra r i (Es. 25,10; Gv. 19,14) - col loca lo stesso even to nell 'a .m. 5500 (IV 23 e 24). In real tä il t r apasso dal 5500 ( C o m m e n t a r i o a Danie le ) al 5502 (Apod.) h a u n carat tere spec i f ic izzante ana logo a quello, cairologico, del passaggio dal 5000 (Dav. et Gol.) al 5500 ( C o m m e n t a r i o a Danie le ) .

92 Giul io A f r i c a n o col locava la croci f i ss ione il XIII N i san (Syncellus 391,10-11 = fr. 50 Rou th ) , a p p l i c a n d o cosi la c rono log ia d i G i o v a n n i (che faceva m o r i r e Gesu il g i o r n o stesso e alia stessa o ra d e l l ' i m m o l a z i o n e pasqua l e degl i agnell i nel Tempio) , m a s e c o n d o la d e c o r r e n z a del XIV di N i s a n dal t r a m o n t o i m m e d i a t a -m e n t e success ivo alia m o r t e (onde sia Γ u l t ima cena che gli event i della Pass ione s a r e b b e r o r ient ra t i tut t i e n t r o il XIII Nisan) ; p r o b a b i l m e n t e e r a n o ragioni a s t r o n o m i c h e p e r lui cogent i (legate alia d i m o s t r a z i o n e del cara t te re m i r a c o l o s o dei fatt i s t r ao rd ina r i che avrebbero a c c o m p a g n a t o la m o r t e del Cr i s to ) a solleci-ta re la scelta di u n a da ta ebra ica che n o n t rova paral lel! nei Padri , di q u a l u n q u e c rono log ia evangelica fossero seguaci (vd. R. Can ta l amessa , L 'omel ia ' in S. Pascha' del lo P s e u d o - I p p o l i t o di R o m a . Ricerche sulla teologia dell 'Asia M i n o r e nella s e c o n d a m e t ä del II secolo, Pubbl . Un . Cat t . Sacro C u o r e , M i l a n o 1972 ,25-33 sul l ' ideologia 'pasquale ' del XIV Ni san e le sue appl icazioni) . Per l ' autore della Synagoge, sos ten i to re di u n a n o z i o n e teologica di Cr i s to iustum Pascha (Synagoge § 698 ) impl i can te il da to (g iovanneo) che, ne l l 'occas ione della sua m o r t e , Gesii subi la Pasqua , invece di mang ia r l a (vd. n o t a 102), la pos i z ione di A f r i c a n o po t eva appa r i r e a m b i g u a p e r c h e n o n sos tenu ta da u n a cons ide raz ione del p r o b l e m a di ques ta Pasqua a n c h e dal p u n t o di vista del suo m e m o r i a l e crist iano.

93 I 107/108 a n n i del l ' in terval lo 'Pasqua di G ios ia -Pasqua di Esdra ' de r ivano c h i a r a m e n t e dal la s o m m a dei 70 a n n i della cat t ivi tä c o n i 38 dal d ic io t tes imo a n n o di Giosia (ce lebraz ione della Pasqua in acco rdo a IV Re 23,21-23) alia fine del r egno di Giuda , con l ' a t t r ibuzione di 3 a n n i al s e c o n d o I o a k i m (invece dei 3 mes i di IV Re 24, 8) in a c c o r d o a D a n . I 2-3,2: in t e r m i n i di cifre, 13 (= 31-18, Gios ia )+3 m „ Ioachaz +11, I o a k i m 1+3, I o a k i m 11+11, Sedecias. I 113/114 ann i del l ' in terval lo 'Pasqua di Ezech i a -Pasqua di Giosia ' s o n o calcolabil i dal p r i m o a n n o di Ezechia ( in cui l ' autore col loca la ce lebraz ione della Pasqua di II C ron . 30,1 ss.) al d i c io t t e s imo a n n o di Giosia, s e c o n d o le cifre: 28 (= 29-1, Ezech ia )+55 , M a n a s s e (IV Re 21,1)+12, A m o s ( in acco rdo ad u n a Variante di IV Re 21,19, dove la lect io magg io r i t a r i a e '2 ' )+18, Gios ia (per i 12 a n n i di A m o s qua le carat ter is t ica dell 'etä dei re 'ippolitea', vd. H e l m / B a u e r , Die C h r o n i k [vd. no t a 4], 170-171). Q u a n t o agli 864 a n n i del p e r i o d o 'Pasqua di G i o s u e - P a s q u a di Ezechia ' (ossia dai 30 a n n i res tan t i della leadership di G iosue d o p o la ce lebraz ione della Pasqua al p r i m o a n n o di Ezechia, q u a n d o av rebbe avuto luogo la p r i m a Pasqua d o p o Giosue: Gios. 5,10-12 e II C r o n . 30,15), essi p o s s o n o essere c o m p a r a t i solo c o m e u n tu t to e n o n nei singoli a d d e n d i con gli 837 conta t i dal lo stesso s e g m e n t o nel p e r c o r s o Β (vd. i n f r a , n o t a 96).

94 Andre i , La c r o n o g r a f i a dei 70 a n n i (vd. no t a 9), 45-56; Aspet t i del cos t ru i r s i della (e di u n a ) ident i tä cr is t iana . L 'Anticr is to d i Ippol i to , ASEs 2 0 , 2 0 0 3 , 7 5 - 1 1 0 : 103 ss.

95 Per la lista dei re pers iani , le fon t i della Synagoge osci l lano tra i total i d ich ia ra t i di 230 ( A r m . 287), 245 (1. gen. I 330) e 222 ann i (1. gen. II 196): i totali effettivi sono, invece, di 207 a. 12 m. (Barb.) , 250 a. 22 m. 60 g. (1, gen. I), 271 a. (1. gen. II) e 224 a. 9 m . (Arm.) . Dei totali dichiarat i , la c i f ra d i 230 a n n i e in D a n . IV

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Dalle Chronographiai di Giulio Afr icano alia Synagoge di 'Ippolito' 139

II percorso per tempora iudicum et regum appare dunque posteriore a quello pas-quale, se non addirittura scritto in occasione della Synagoge. Dato che e quello diretta-mente confrontabile con le 'taglie' larghe del parallelo filum di Africano, e plausibile l'i-dea che la fortuna delle Chronographiai dopo il 222 d.C. (in contemporanea con il com-puto Pasquale e la sua messa in circolo) abbia favorito nell'autore la spinta a competere con il predecessore sul piano del percorso uguale, ma diverse. II nuovo filum biblico del-la Synagoge condivide con il precedente (= pasquale) i 151 anni da Ezechia (Pasqua di) all'Esilio (fine di Sedecia), ma calcola diversamente il settore 'Giosue-Ezechia', che dagli 864 anni del percorso per Pasque passa a 83796. Questo significa che la differenza di 27/28 anni tra i due bracci della Y e piü precisamente un accorciamento di 27/28 anni del percorso pasquale, esito di una sua revisione in termini di tempora iudicum et regum. Ε allora possibile che 'Ippolito' - senza voler rinunciare alla cronologia per Pasque (dove il "letto di Procuste" delForganizzazione esamillenaria in cicli di 112 anni lo aveva verisi-milmente messo nelle condizioni di gestire il filum biblico secondo cifre obbligate) -abbia perö ritenuto, su lettura del predecessore ed in sua alternativa, di doverla "riscri-vere" su varianti testuali diverse e ad ogni modo piü corte per il periodo 'giudici-primo settore dei re'97. Ma questo implicava che - dall'Esilio al 5502 - si dovesse allungare e

3,4-5 e 24,7, ma anche in Giulio Afr icano (vd. nota 87); una lista di 245 anni fa altresi parte dello s t rumenta r io cronograf ico di Ippolito giä all'altezza del Dan. (II 12,4; IV 3,5), men t re i 222 anni di 1. gen. II n o n h a n n o r iscontro alcuno. Quan to ai re 'macedoni ' (cosi nella capitulatio ed in in t roduzione alla lista [§§ 8 ; 742 ], in linea con Clem.,str . I 21,129,2 e 140,5 e con Afric. in Eus., d.e.VIII 2,25, ma non con Dan. IV 8,1-8 e 24,7, ove il t e rmine e Έλληνες ) , i totali dichiarati sono 346 (1. gen. I 376) e 335 anni (1. gen. II 215): cifre ben piü alte dei 300 anni di Giulio Afr icano (vd. nota 87) e dello stesso Ippolito in Dan. II 12,5: IV 24,7. In questa si tuazione ed in mancanza del versante sincronico della "scrittura dei tempi", n o n puo escludersi a priori una volontä, da parte dell 'autore della Synagoge, di p rodur re liste diverse da quelle afri-canee, m a arrivare a quella autentica e certo un problema. Alcune interconnessioni e coincidenze, tutta-via, n o n vanno taciute. S o m m a n d o i 245 anni 'persiani' ed i 346 'macedoni ' di 1. gen. I, si o t tengono 591 anni, che - con i 42 augustei della venuta del Logos nella carne di Dan . IV 9,2 e 23,3 - totalizzano la cifra di 633: cioe, u n dato cor r i spondente all 'intervallo Esilio (70 anni)+ 'Esdra [Pasqua di] -na t iv i tä [Pasqua di] (563 anni) ' in accordo alla cronologia secondo le pasque storiche (§ 697 ). Pur se incongrua in t e rmin i di cronologia reale (con cui, per altro, la scrit tura dei tempi ha, in genere, molto poco a che fare), questa combinaz ione ha il pregio di collegare fra loro varie specificitä ippolitee, comprese la concentra-zione delYiter t empora le sulla nascita del Cristo (per Ippolito, s inonimo tout court del l 'umanazione del Logos) e la priori tä (anche cronologica) del percorso per Pasque.

96 Infatti i 113/114 anni del segmento 'Pasqua di Ezechia-Pasqua di Giosia' sono anche quelli che - combi-nati ai 38 dell ' intervallo 'Pasqua di Giosia-fine del regno di Giuda' - danno i 151 anni della sequenza per tempora regum ( 'Ezechia-Sedecia': R. Helm/A. Bauer, Die Chron ik [vd. nota 4], 195). Quan to al settore 'Giosue (Pasqua di)-Ezechia (Pasqua di)', esso passa dall 'articolazione 30 (anni restanti di Giosue d o p o la celebrazione della propr ia Pasqua)+834 (giudici e re sino al p r imo anno di Ezechia) a 30 (Giosue)+480 (§ 653 : etä dei giudici)+326/327 a. 6 m. (= 478 a. 9 m. -151/2 : per iodo dei re da David al p r i m o anno di Ezechia) = 836/837.

97 Quella di approfi t tare delle varianti testuali mi pare la strategia piü a por ta ta di mano. Cosi, dato che Othonie l d isponeva sia di 50 che di 40 anni ([LXX] Giud. 3 ,11 A e B), nei 31 assegnatigli dal filum secon-do i tempora regum (§ 634,1. gen. I e II) p u o vedersi l 'esito di un accorc iamento di 9-19 anni; ad Abias sono accreditati dai 3 ai 6 e 16 anni e a Joram dagli 8 ai 40 anni (III Re 15,2; IV Re 8,17, con app. crit. ad loc.), onde per il p r i m o si poteva lavorare su una d iminuzione di 10/13 anni e pe r il secondo su una di a lmeno 20 (Helm/Bauer, Die Chronik [vd. nota 4), 170 r i tengono caratteristici dei tempora regum ' ippolitei ' 3 anni per Abias e 20 per Joram). Altri guadagni potevano venire dall 'e l iminazione di 'datazioni del non datato' ent ro il per iodo dei giudici, ossia da una r iduzione ai m i n i m i te rmini di quella tecnica esegetica che il caso di Afr icano dimostrava a serio rischio di abuso.

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140 Osvalda Andrei

tirare il nuovo percorso (di 27 anni) per metterlo in grado di confluire nell'irrinuncia-bile obiettivo. Come somma di 633+27, i 660 anni del segmento 'Esilio-nascita del Cristo' si profilano come una soluzione al problema tanto inevitabile quanto (per il ca-rattere strumentale del secondo addendo, in se inesistente) artificiosa98. La concordanza del dato con i 660 anni dell'intervallo africaneo 'Esilio (= inizio della cattivitä)-parousia (= Passione)' mi suggerisce di guardare a questo artificio da un altro osservatorio: quello del prelievo, dal sistema di Africano, di un totale solo approssimativamente simile nei limiti di demarcazione, ma quantitativamente congruo ad integrare il settore interessato della cifra mancante per raggiungere il 5502. Potrei definirla una strategia di presa a prestito rinegoziata; cosi ottenuta, l'immissione del nuovo braccio neH'a.m./A. 5502 andava nella direzione, cara alia Weltanschauung dell'autore, del kairös del manifestarsi del Logos nella carne quale alveo comune di tutti i fiumi del tempo storico.

Pertanto, anche nei modi e nelle tecniche di fabbricazione dell'iter chiliadico e pur in presenza di materiali non meno complessi di quelli africanei, Ippolito si dimostra in-teressato ad esprimere in esso il campo d'azione di vari "come" della storia piuttosto che ad evidenziare l'esamerone cosmico quale modello di organizzazione del pluridimensio-nale tempo 'universale'. La tipologia unitaria e binaria insieme di questo iter deve certa-mente molto a precedenti conclusioni cronografiche ritenute dall'autore irrinunciabili per non smentirsi come esegeta; risponde, perö, anche ad un modo personale di vedere "contenutisticamente" lordine del tempo, non esclusi i materiali che servono a scriverlo'.

Conclusioni

Ad un punto in cui ogni contributo ha sempre il dovere di offrire agli ascoltatori/lettori considerazioni complessive su quanto svolto, ritengo non del tutto priva di fondamento la proposta di apporre alia Synagoge del 235 d.C. la targa d'autore di un Ippolito da iden-tificarsi con Γ Orientale' ο esegeta. A mio awiso, infatti, solo chi avesse avuto alle spalle un'indefessa attivitä esegetica sui testi biblici alio scopo di costruire e solidificare saperi ed uditori cristiani poteva, ad un dato momento del proprio percorso intellettuale, affrontare la "scrittura dei tempi" con una sensibilita intesa a fare del cristocentrismo il cardine di essa. Con il termine 'cristocentrismo' mi riferisco a quella posizione/con-cezione che introduce il Cristo quale basilare chiave ermeneutica per una comprensione totale ed autentica delle Scritture. La lettura dell'antico Testamento nei senso del Cristo come contenuto di esso e un aspetto decisivo della scelta cristiana di costruirsi comuni-tariamente su un "figlio di Dio" visibilizzatosi, negli eschata, in Gesü e questa scelta si era concretizzata, in direzione della trascendenza, nell'opinione di un Figlio/Cristo pre-esistente. Ε pero nell'ambito della cristologia come espressa dal blocco c.d. esegetico di opere ippolitee che e possibile cogliere in maniera estensiva - con l'intento di dimostra-re nei Cristo Gesü la manifestazione di un Verbo di Dio attivo da sempre e da sempre

98 Infatti, ment re i 633 anni dell ' intervallo 'Esilio-Passione' r ientrano nei quadro di un sistema ippoliteo di t ipo ampio (dal canone Pasquale alia Synagoge), non trovo m o d o alcuno di ritagliare da qualche par te i 27 anni del secondo addendo. Sull 'impossibilitä di conciliare i 660 anni dell ' intervallo 'Esilio-nascita del Cristo' con la cronologia biblica per tempora regum e con quella per Pasque secondo u n filutn cont inuato ed onnicomprens ivo , vd. R. Helm/A. Bauer, Die Chron ik [vd. nota 4], 179 ss., con ipotesi di soluzione per altro ostanti con i l ineament i esegetici che si intravedono attivi nella Synagoge.

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Dalle Chronographiai di Giulio Afr icano alia Synagoge di 'Ippolito' 141

prefigurato, per volere del Padre, nella storia - la volontä di catturare dalle scritture modi, forme e circostanze del suo agire prima e dopo (per il tramite della Chiesa) la sua missione umana. Ε questa la visione della storia universale a cui la Synagoge sembra potersi soddisfacentemente ricondurre. L'opera risulta cosi sia un chiaro esempio del principio generale (giudaico e cristiano) per cui la cronografia e parte ed espressione dell'esegesi scritturistica sia un'affermazione di Logostheologie (che essa intende stabiliz-zare come theologoumenon in accordo alia particolaritä di visione e profilo culturale del suo autore). Onde'Ippolito' (= l'Ippolito Orientale) e l'opus chronographicum del 235 d.C. sono "padre" e "figlio": l'analisi, che riservo ad altra occasione, del diamerismos-stasias-mos dimostrerebbe quanto anche questo settore vada piü nel senso della convergenza puntuale con la Logostheologie dellesegeta che in quello dell'analogia di superficie con l'Elenchos ed il suo autore.

Questa proposta di acquisire la Synagoge al dossier dell'Ippolito Orientale contribu-isce a definire con piü certezza il suo rapporto con le Chronographiai di Giulio Africano. In quanto composta (o definitivamente redatta) intorno al marzo 235 d.C., se non in funzione del 22 marzo dies dominicus Paschalis di quell'anno, la Synagoge e testimone dell'incremento costante di una risorsa cronografica ormai percepita ed acquisita come fattore di affermazione e solidificazione identitaria"; in quanto prodotto di genere di un autore che, nel Commentario α Daniele, aveva chiuso definitivamente il cerchio sull'esa-merone cosmico profilandolo quale modello di organizzazione del tempo totale del creato e che, con l'Apodeixis ed il suo pinax Pasquale, l'aveva tradotto (in anni pressoche vicini alia conclusione delle Chronographiai) in un sistema finalizzato alia regolamenta-zione della Pasqua domenicale, essa e il coronamento di un infaticabile attivitä intesa a dare il senso dell'universalismo cristiano risolvendo ogni memoria storica in economia salvifica; infme, quale descriptio temporum concepita ed organizzata, con materiali intellettualmente propri, dopo l'uscita e la divulgazione delle Chronographiai, essa risulta di fatto una risposta/alternativa a chi aveva usufruito del modello esamillenario in termini ritenuti incongrui da parte di colui che se ne considerava interprete legittimo e portavoce autentico per aver giä dato corpo alle sue pulsioni cristocentriche anche a fini comunitari.

Pertanto, l'essenza del dibattito tra la Synagoge ippolitea e le Chronographiai africa-nee consiste in una questione di cristocentrismo. Se anche in Giulio Africano il Padre ed il Cristo Gesü come πλήρωμα πάντων costituivano, insieme alio Spirito Santo, aspetti di uno stesso dispiegarsi 'economico' (= trinitario) e l'epifania del Logos rappresentava il culmine di un percorso universale di proclamazione soteriologica100, quanto dell'esperi-mento del predecessore non convinceva Ippolito e lo induceva ad una proposta 'sua stava nel tasso di risoluzione (per lui insufficiente) del theologumenon in 'scrittura dei tempi'. Da tale prospettiva, le divergenze di Ippolito da Africano sono di quelle che ap-partengono alla storia della cronografia cristiana e dei suoi sviluppi, poiche ne interes-sano gli element! costitutivi.

99 Vd. il mio: L'emergere (vd. nota 11). 100 Fr. 55 [308 Routh] (Bas., spir. 29,73, SC 17bis,509 Pruche) sulla modulaz ione tr initaria impressa al

r appor to 'Padre-Figlio', in u n rend imento di grazie, ver is imilmente par te della chiusa delle Chrono-graphiai, che mi piace a w i c i n a r e sia alle righe conclusive di Hipp., antichr. LXVII sia, per il passaggio dalla binarieta alla tr initarietä, a Noet. XVIII 10; fr. 5 [240,4-6] e 10 [246,1-8 R o u t h j per l ' incarnazione del Logos in Gesü quale acme storico e salvifico.

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142 Osvalda Andrei

A partire, innanzitutto, dall'era ab origine, Γάπό κτίσεως κόσμου και άπό Αδάμ che e possibile ricostruire quale fondamento dell'iter temporale nella visione cronografica ippolitea. In quanto concretizzazione del principio che con essa come un tutto creativo culminante nelluomo/'immagine' il Logos avrebbe svolto il suo primo compito di me-diatore tra progetto divino e atto cosmologico, questa terminologia/concettualizzazione corregge Γάπό Αδάμ di Africano come inizio della storia umana per puntare, piuttosto, su un ab origine cominciamento dell'azione del Verbo nell'intera economia. Ci vorranno la tradizione alessandrina post (anti-) eusebiana e Giorgio Sincello per trasformare questo nocciolo complesso (computisticamente poco evidenziabile senza premesse teo-riche che, all'altezza storica di Ippolito, non erano richieste dai bisogni ideologici dell'i-dentitä cristiana del momenta) in un'era ab origine mundi fondata e stabilizzata sulla normativizzazione del tempo liturgico.

In secondo luogo, la cronologia corta di Gesü, ossia i tempi della manifestazione del Logos nella carne quale durata della sua missione umana. Pur condividendo con Giulio Africano l'opinione di un ministero annuale del Crista prima della morte101, l'autore della Synagoge sceglie di tradurla in una cifra complessiva (30 anni) che incide sulla sua posizione quale segmento del fabbricato esamillenario che la deve accogliere. Quanto la chronologia Christi ippolitea dipenda dalla regolamentazione della Pasqua, dimostra Γ Apodeixis, con relativo computo, del 222 d.C., dove la concezione del Christus patiens come vera Pasqua (owero la cronologia giovannea della Passione il venerdi 14 Nisan) prelude al dies dominicus Paschalis quale memoriale della resurrezione102. Ritengo, per-cio, che proprio 1 'Apodeixis sia stata l'occasione in cui opinioni, piü ο meno precise, dell'autore in merito alia cronologia di Gesü si sono trovate nella condizione obbligata di farsi "cifre" (= circa 30 anni) e "date" (= mesi ed anni, ossia intervallo di distanza e spazio temporale); qui, infatti, il problema non era quello di collocare il momenta dell'umanazione del Verbo in un punto x' dello schema esamillenario (onde dimostrare, come nel Commentario α Daniele, l'impossibilitä di un'identificazione del tempo della

101 Vd. sopra (nota 27). 102 Vd. quanto affermano i frammenti di un σύγγραμμα περί τοΰ πάσχα (attribuiti ad Ippolito in Chron.

pasch, 13 [CSHB, Bonn 1832] e riconducibili alio stesso ambito d'autore del τό περί τοϋ πάσχα σύγγραμμα di Eus., h.e. VI 22 e dell 'apodeixis che sta a monte delle due tavole incise sulla statua cosiddetta di Ippolito) riguardo al Christus patiens quale vera Pasqua per averla in quell'anno non mangiata, ma patita. Mi pare significativa l'occorrenza di καιρός a denotare la 'circostanza' speciale di questa pasqua di "passione" e non di "consumazione", un termine che rinvia ad un vocabolario e ad una visione tutti ippolitei del tempo e dei suoi percorsi storici (vd. sopra, pp. 127 e 134 nota 57). La titolatura σύγγραμμα περί τοϋ πάσχα e nota ad Eusebio per un'opera incentrata su un calcolo pasquale secondo sedecennitates che, per I'omogeneitä delle connessioni, e possibile identificare con 1 'Apodeixis della lista di titoli gravati sulla statua (vd. sopra, pp. 121 e note 15-17). £ probabile, allora, che σύγγραμμα sia non tanto parte del titolo, quanto un termine del contesto (cioe di Eusebio) per indicare un'opera composta da un prior libellus (analisi del problema 'Pasqua' sotto il profilo esegetico e cronologico) e da tavole (canones) esplicative delle ricorrenze pasquali passate e future (quelle finite, in parte ο tutte, sui montanti della statua). Se cosi, il περί τοΰ πάσχα ricordato piü sotto, nel passo eusebiano, tra le opere restanti (συγγράμματα) di Ippolito potrebbe essere ο una duplicazione inconsapevole dello scritto citato in precedenza oppure un segnale che il περί τοϋ πάσχα (Apodeixis) circolava, giä all'altezza di Eusebio, in quella forma separata (la parte esegetica dal tabellario vero e proprio) che ci e nota dalla successive testimonianza di Chron. pasch.

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Dalle Chronographiai di Giulio Afr icano alia Synagoge di ' Ippoli to ' 143

fine con il presente)103, ma di individuarne durata e 'circostanze in accordo ad un orga-nigramma preordinato ed in relazione alia domenica. Elaborati ο compiutamente maturati sull'onda di un concreto fare i conti con il ciclo di 112 anni, le sue sedecenni-tates e le sue retroproiezioni, i 30 anni della vita di Cristo approdano, con la loro ubicazione in a.m., nella Synagoge come tappa dell 'iter chiliadico a due vie (per Pasque' e per tempora iudicum et regum) nonche come segmento di ripartizione tra gruppi di olimpiadi: ageneratione ... usque ad Passionem ... a Passione usque... (§§ 687 ; 697-699 ; 717 ). La segmentazione, non banale ne scontata, risolve entro una cronografia onnicomprensiva un ritmo ben controllabile e, percio, previsto, della Logostheologie di Ippolito: quello che vede nello σταυρικόν πάθος [14 Nisan] il momento ultimativo della presenza del Logos nella carne che egli, alla nascita, aveva indossato dalla santa Vergine come la veste di uno sposo (antichr. IV 1; Noet. XV 5-7) e nella resurrezione [dies Dominicus] la circostanza-evento del ripristino dell'incorruttela originale e primordiale di quella carne (Dan. II 27,6). Cosi, mentre in Giulio Africano i 31 anni della chronologia Christi - perimetrati sui 475 di una rilettura circostanziale dei 490 anni di Dan. 9, 24-27 - sono da leggersi in ogni loro aspetto entro gli esiti computistici della concezione ed articolazione sincronica del tempo propria del cronografo (coincidendo la sincronia universalistica con l'universalitä deU'evento)104, nella Synagoge i 30 anni ereditati dall'Apodeixis agiscono, attraverso i due bracci dell'iier esamillenario, a rinforzo del cristocentrismo deH'insieme.

Da qui si perviene alia caratteristica piü sensibile di questa opera: quella 'cronografia dei contenuti' che fa la differenza con la successione (e selezione) per tempora delle res (piü ο meno intervallata da excursus, secondo una prassi non ignota alia scrittura storio-grafica tradizionale) propria dellorganizzazione africanea dei materiali narrativi. Questa visione "contenutistica" del tempo universale cristiano105 puo apparire di basso profilo alla luce dell'architettura di Africano e del formato sinottico per fila e spatium histori-cum di Eusebio; storicamente, pero, risponde ad una sentita esigenza d'autore di cercare una disposizione dei materiali che dimostrasse l'onnipresente attivitä del Logos divino nel dispiego economico dei 6000 anni di durata del mondo. L'universalitä del tempo cristiano e, per l'autore della Synagoge, inscindibile da una totalita delle res che significa innanzitutto completezza: diversamente da Giulio Africano, il carattere di storia univer-sale e assicurato dallestensione dei comparti contenutistici e dalle relazioni ed interrela-zioni unificanti tra essi. Lo stesso percorso 'secondo Pasque' della cronologia biblica ab or./ab Ad. risponde di fatto a quella visione del tempo come 'dramma salvifico (qui mediante il tema 'Pasqua nelle sue figurazioni veterotestamentarie e nel suo compi-

103 Andrei , Aspett i del costruirsi (vd. nota 94), 90-107 (sull 'alternativa ippolitea alla cronograf ia fine-mondis ta di Giuda) e 104-105, nota 94 (per il testo di Dan. IV 23,2-3 e le possibilitä, n o n chiare, che giä a quell'altezza Ippolito avesse elaborato una chronologia Christi completa di cifre e date).

104 Syncellus 391,1-393,3 (= fr. 50 Routh) . 105 Che ha fatto descrivere la Synagoge come una cronologia biblica con supplement ! profani (M. Richard,

Art. Hippolyte de Rome (saint), DSp 7, Paris 1969, 541, nel mettere la Synagoge in relazione con i precedent i interessi del suo autore, ma l imitandoli solo all 'Apod., la dove essi r isultano piü che mai rintracciabili nello stesso C o m m e n t a r i o a Daniele) ο come una storia biblica f r a m m e n t a t a da liste ο con appendici (B. Croke, The Origins of the Christ ian World Chronicle, in: B. Croke/A. M. Emmet t (eds.), His tory and Histor ians in Late Antiquity, Sydney-Oxford 1983, 116-131: 123; E. Norelli, Storia della letteratura cristiana antica greca e latina 1, Brescia 1995,346-347).

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mento nel Logos umanato), che la 'scrittura dei tempi' deve rappresentare se vuole espri-mersi degnamente secondo l'esamerone cosmico; se poi anche il termine di chiusura dell'opera fosse da leggersi nel senso e nella prospettiva pasquali che propongo, ossia come 22 marzo dies dominicus Paschalis del 235 d.C., esso verrebbe a costituire il sigillo/emblema di questo modo di concepire e fare una 'cronografia differenziata rispetto a Giulio Africano.

Cosi, nel giro dei poco piü di 10 anni che separano l'ultimazione delle Chronogra-phiai dall'uscita della proposta ippolitea, la 'scrittura dei tempi' ha inteso ripensarsi ed approfondirsi come sapere cristiano, presentandosi specificatamente quale storia dell'e-conomia salvifica dall'atto cosmologico originario agli eschatoi kairol dell'incarnazione e al tempo della fine106. Credo che, come Giulio Africano, neanche l'autore della Synagoge abbia awicinato la 'scrittura dei tempi' solo in un'ottica di consummatio mundi ο di quanto tempo resta ancora?', ma anche (o piuttosto) quale manifestazione cristiana di saperi propri e di ricerca degli spazi letterari piü adatti ad esprimerli e comunicarli. Onde, pur nella diversita dell'impianto e delle tecniche, le due descriptiones temporum di etä Severiana partecipano della comune caratteristica di essere esempio di una cristia-nizzazione dei saperi e/o di unelaborazione di saperi peculiarmente cristiani.

SUMMARY

The Synagoge is a world chronicle from the κτίσις τοΰ κόσμου to the year 5738 or the 13th year of Alexander Severus (234/235 A.D.). Although the work was traditionally attributed to Hippolytus of Rome (von Döllinger), the most recent findings of the "quaestio hippolytea" assign it to the author of the Refutatio omnium haeresium. This latter author should be distinguished from the real Hippolytus (oriental, exegete). The present writer believes, however, that the Synagoge, either as a "chronographia" or as a world chronicle composed shortly after the Chronographiae of Julius Africanus (221 A.D.), cannot be understood properly if its close relationship with the intellectual milieu of Hippolytus the exegete is not taken into account. This Hippolytus should therefore be considered the author of the work in addition to the paschal computation of 222 A.D. With this in mind, the terminus ad quern of the Synagoge (13th year of Alexander Seve-rus) should not be seen - contrary to the usual interpretation - as referring to the death of theprinceps and thus to the end of the Severan era and of the pax Christiana. Instead, it should be regarded as referring to March 22, 235 A.D., dies dominicus Paschalis accor-ding to the computation mentioned above. In accordance with this attribution, the Synagoge was written by the same author who, in his Comm.Dan. of 204 A.D., definitely fixed the cosmic hexaemeron typology in the subdivision into 5500 (up until the parousia of Christ) + 500 (up until the end of time) years. A model was thereby created for the chronographic tradition which Julius Africanus was to initiate shortly thereafter. In 235 A.D., the same Hippolytus (the Oriental one) decided to step in himself and write

106 Rappresentato (se l'autore della Synagoge e dawero lo stesso di antichr. e di Dan.) dalla comparsa, negli ultimi tre anni e mezzo dei 6000 complessivi del tempo storico, dell'Anticristo quale suprema recapitula-tio di contro-identitä cristiana (Andrei, Aspetti del costruirsi [vd. nota 94], 81-83 e 103-107).

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Dalle Chronographiai di Giulio Africano alia Synagoge di 'Ippolito' 145

a valid example of "writing of time" (the 6000 years and their universal value), because he was not satisfied with the experiment of Africanus and his formulation of Christian time.

This is the origin of the diversity of the vision of Christian time, of the choice and disposition of the historoumena and of the way of treating and constructing the mille-nary filum which can be observed in the two descriptiones temporum of the Severan era. For Julius Africanus, the universality of Christian time, which is implied in the model of 6000 years, lies in the capacity of this model to refer various "local" and/or particular times to itself, transforming them into coordinates of the absolute chronology. In this way, synchronisms become a basic expression of the universal dimension of history which is constructed and organized according to the scheme of 6000 years. For the (Oriental) Hippolytus the cosmic hexaemeron represents a broad (in terms of width as well as length) course of time, whose universality is given by its contents (ίστορούμενα), by its actions, and by its καιροί. They run through it and give it an orientation in their final results and the proceeding culmination (συναγωγή) in Christ. The cosmic hexa-emeron of Julius Africanus is universal time and history, because it is reductio ad unum of the plurality of many particular times; that of the Hippolytean Synagoge is universal in the sense of totality, completeness and typological value.

Therefore, the chronographical peculiarities of the Synagoge (which have to be read in the explicit intent to be distinguished from Julius Africanus) are the following:

a) the ab origine understood as άπό κτίσεως κόσμου και άπό Αδάμ (cf. Comm.Dan. 4,23,2), or as the beginning of the action of the Logos in the economy of salvation (and not only as the beginning of human history in Adam);

b) the dimension of a continued course of history, which is expressed in a first common part 'ab or./Ab Ad.- Exodus/desert (a.A. 3813 e 3853)', which from there con-tinues up to the exile in two separate itinera (per intervalla Pascharum, a.A. 4870 / per tempora iudicum et regum, a.A. 4842 ), converging in Christ (5502-5532), and which then become a unique filum of 236 (30 + 206) years from Christ up until March 22 (dies Paschalis), 235 A.D. (5502-5738). The form, technique, and exegetical strategy of this course of events in the shape of a closed Ypsilon are illustrated and motivated not only in reference to Africanus and in comparison with his intervalla, but also in light of the preceding chronographic experience of the Oriental Hippolytus (from the Comm.Dan. to the paschal computation);

c) the vision of the Christian course of time, as it is expressed by lists of "names" (the taxeis of prophets, kings of Juda and Samaria, patriarchs, high priests), by chrono-logical lists of successions (Olympiads, kings, emperors) and by the large (ethnographic, geographic, chorographic) section of the diamerismos/stadiasmos. Elements of this material presuppose an anti-heretical background or issues of identity, but all of these elements, including the chronographical ones, are seen as sections or tranches of history, which refer on all levels to Christ (the incarnation of the Logos of God) and His church.

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